Del Principio dell'anno nei documenti...

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_) JRiOCì Del principio dell'anno nei documenti padovani I primi e più antichi documenti padovani sono datati secondo l'era del principato, cioè recano la nota dell'anno dell'impero o del regno. Comincia l'uso dell'era cristiana tra i documenti padovani che furono fin qui editi in una carta del vescovo di Padova, nella quale si trovano insieme l'anno dall' incarnazione di Cristo 96 4 e l'anno sesto dell'impero (?) di Berengario (i). Delle carte padovane scritte nel secolo X, la più parte portano l'anno del principe regnante, alcune poche l'anno di Cristo, tre, compresa quella del 964, l'anno dell'in- carnazione e quello del principe. Nella prima metà dei sec. XI con- tinua a prevalere l'indicazione cronografica dell'anno del principato, anzi, durante l'impero di Enrico UI (1046-1056), troviamo diecisette carte padovane con la data dell'anno di Enrico, una sola (1052, aprile 21) con la data degli anni di Cristo. Poi, nel principio dell'impero di Enrico IV, quasi repentinamente, diventa generale e costante I' uso dell'era cristiana, non essendo dal 1055 al uoo che due o tre carte, tra molte, con ambedue le note dell'anno di Cristo e del principe. vero che da per tutto s'era già cominciato ad adottare l'era cristiana, ma forse questo improvviso mutamento ne' documenti padovani, notato dal Brunacci (2), può essere accaduto in seguito a nuove condizioni politiche di Padova rispetto all'impero. (i) GLORIA, Codice diplomatico padovano dal secolo sesto a fu/lo l'undecimo. Venezia, 1877, p. 69 in Monumenti storici pubblicati dalla Dep. veneta di storia patria. (2) 8/aria ecclesiastica di Padova, cod. cartaceo del sec. XVIII in biblioteca del Museo Civico di Padova, B. P. 1755, torno I, pag. 347. Document li Il Il Il Il 1111111111 Il Il I 11 0000005628063

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_) JRiOCì

Del principio dell'anno nei documenti padovani

I primi e più antichi documenti padovani sono datati secondol'era del principato, cioè recano la nota dell'anno dell'impero o delregno. Comincia l'uso dell'era cristiana tra i documenti padovani chefurono fin qui editi in una carta del vescovo di Padova, nella qualesi trovano insieme l'anno dall' incarnazione di Cristo 964 e l'anno sestodell'impero (?) di Berengario (i). Delle carte padovane scritte nelsecolo X, la più parte portano l'anno del principe regnante, alcunepoche l'anno di Cristo, tre, compresa quella del 964, l'anno dell'in-carnazione e quello del principe. Nella prima metà dei sec. XI con-tinua a prevalere l'indicazione cronografica dell'anno del principato,anzi, durante l'impero di Enrico UI (1046-1056), troviamo diecisettecarte padovane con la data dell'anno di Enrico, una sola (1052, aprile 21)con la data degli anni di Cristo. Poi, nel principio dell'impero diEnrico IV, quasi repentinamente, diventa generale e costante I' usodell'era cristiana, non essendo dal 1055 al uoo che due o tre carte, tramolte, con ambedue le note dell'anno di Cristo e del principe. veroche da per tutto s'era già cominciato ad adottare l'era cristiana, maforse questo improvviso mutamento ne' documenti padovani, notatodal Brunacci (2), può essere accaduto in seguito a nuove condizionipolitiche di Padova rispetto all'impero.

(i) GLORIA, Codice diplomatico padovano dal secolo sesto a fu/lo l'undecimo. Venezia,1877, p. 69 in Monumenti storici pubblicati dalla Dep. veneta di storia patria.

(2) 8/aria ecclesiastica di Padova, cod. cartaceo del sec. XVIII in bibliotecadel Museo Civico di Padova, B. P. 1755, torno I, pag. 347.

Document

li Il Il Il Il 1111111111 Il Il I 110000005628063

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Riguardo al principio dell'anno, si potrebbe di leggieri credereche in Padova contassero gli anni dal 25 di marzo, trovandosi finoal primo quarto del secolo Xli usata la formula «anno ab incarna-eione» in quasi tutti i documenti datati con il computo degli anni diCristo. La formula anno ab incarnacione ha, in questo caso, soltanto ilsignificato generale di anno dell'era cristiana, senza alcun particolareaccenno al principio dell'anno (i). Infatti, eccetto che per una cartadei vescovo Gauslino datata « anno incarnations domini DCCCCLXX,in mense februarii, indietione XIV., per tutti gli altri documenti pado-vani, fatto il calcolo dell'indizione, abbiamo riscontrato ch'essi pos-sono rispondere allo stile comune e a quello della Natività, ma nciiallo stile dell' Incarnazione. Onde, non ostante che la formula annoa nativitate si legga per la prima volta in un atto d'investitura del 9dicembre 1120, scritto in Padova da Giorni causidico e tabelliene (2),si può dire che nei più antichi documenti padovani fosse usato lostile della Natività. Il più bell'esempio dell' uso d' inccmincirtre l'annoil giorno di Natale, è dato da una pergamena originale dell'Archiviocapitolare di Padova, nella quale sono scritti tre documenti i qualisi riferiscono al principio e alla fine di uno stesso fatto. I primi duedocumenti portano scritta la data 30 dicembre io8o, il terzo è del igennaio io8o, indizione terza (3): come si vede il 30 dicembre io8o deveintendersi per 30 dicembre 1079, secondo lo stile comune.

Il Brunacci, illustrando una carta di livello del 3 marzo io88 nellaquale si conviene che i livellari pagheranno dodici denari di monetaveronese per ogni festività di S. Maria di febbraio, e una spalla diporco per ogni festività di S. Stefano, osserva: • Quanto ali' Cr-dine come si pongono qui le due feste prima di Santa Maria, poi diSanto Stefano, ciò mostrerebbe che il corso dell'anno appresso noinon fosse comunemente, come parve che per altro fosse qualchevolta, dal giorno del Santo Natale. Perchè se questo avesse fra noisempre cominciato l'anno, ora che si rammemcravano queste duefeste, prima direbbero Santo Stefano, poi la Madonna di Febbraio «().Il Brunacci poi ripete La stessa osservazione in altro luogo, a propo-sito di un istrumento di livello del io marzo 1095, nel quale il giornodi S. Martino si pone prima che S. Stefano. A noi pare che la con-

(i) Cfr. le recenti osservazioni del POLI, Programma scolastico dipaleoqra/ialatina e di diplomatica, 111, Diplomatica, Firenze, 1900, pag. 172.

(2) GLORIA, Codice diplomatico padovano dall'anno 1101 alla pace di Costanza,Venezia, 1879, parte I, pag. 95. Se alcuno osservasse che il documento é unacopia fatta nel 1200, seguono subito con la stessa formula documenti dei 1129,ii3o, i13t (GLORIA, Op. cit., pagg. 155, 167, 17, 178).

(3) GLORIA, Codice diplomatico padovano dal secolo sesto a tatto l'undecimo, pag. 285.() Storia ecclesiastica di Padova, cod. cit., pag. 5o6.

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elusione alla quale giunge il Brunacci, cioè che non fosse comune ilmcdo di contare gli anni dalla Natività, sia appoggiata a'ragione pocosicura. Ammettendo ciò che non è provato, che nell'enumerazione di que-gli oneri livellari si avesse riguardo all'ordine del tempo, più testo che aconsuetudini o a necessità, è sempre vero che il principio d'anno usatoper la datazione dei documenti coincidesse con il capo d'anno dellavita reale? I calendari del medioevo mettcno per la più parte gennaioprimo nella lista dei mesi (i): in Padova gli stessi notari del dugento,i quali facevano incominciare l'anno nei documenti col giorno di Na-tale, indicando le feste che dovevano essere celebrate dalla fraglia,scrivono per la prima c Epphania domini» e per ultimo, dopo Natalee S. Stefano, S. Silvestro (2).

Scompare qualunque dubbio intorno al principio dell' anno neidocumenti padovani quando ci avviciniaruo al secolo XIII. I mezzi diconfronto sono aumentati e gli esempii diventano numerosi, chiari esicuri. Volendo approfittare di una raccolta pubblica di documenti,sfogliamo il codice membranaceo degli Statuti del, comune di Padova,esemplato nella seconda metà del dugento, e troveremo: * Millesimoducen (esimo vigesimo quinto, indictione tercia decima, die martis ultimo de-ceìnbrii, e più avanti: «Anno domini Millesimo ducentesimo septuagesimosesto, indictione quarta, die sabati quarto eseunte decembrin(3). Fatto il com-puto secondo il giorno della settimana i due numeri dell'anno si de-vono ridurre a 1224 e 1275. Nal codice che contiene gli statuti e lamatricola del collegio dei giudici della città di Padova (), a carte 23

si trova una notazione datata: u anno domini. MCC. nongesimo nono,indie. duodecima, die quarto mensis decembrm' eseunte ». Posta attenzioneall'ordine cronologico di questa e delle altre notazioni che la prece-dono o la seguono, si desume che la data, secondo lo stile del igennaio, è 28 dicembre 1298.

Procedendo avanti nel tempo, per il breve periodo della domi-nazione scaligera in Padova, è opportuno ricordare che in sul finiredi quella i notari padovani così intitolavano alcuni statuti della lorofraglia: « Libr omnium reformacionum, provisionum et ordinamentorumfratalec notariorum civitatis Padue.....sub anno domini Millesimo trecen-(esimo trigesimo sesto, jndicione quarta, de mense novembris et deccmbris

(i) GIRY, Manuel de dnlomaUque, Paris, 1894, pag. 105.() Archivio notarile di Padova, Statali della fraglia dei notai, cod. membra-

naceo dei secc. XIII e XIV.i3 Biblioteca del Museo civico di Padova, cod. tuembranacco del sec. XIII

segnato B. P. 1235, edito dal GLORIA, Statuti dl comune di Padom.'a dal secolo XIIall'anno 1285, Padova, hp. Sacchetto, L873.

(4 , Archivio antico dell' Università di Padova, codice n. 123, membranaceo,dei sccc. XIII-XV.

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usque ad festuni et dieni nativitatis domini nostri Yesu Christi Et ipso lieEt ab jnde jn antea sub Millesimo trecentesimo trqesimo setinio, jndzeionequinta per residuuni dicti ,nens/s decembris et de mense januarii et fe-bruarii. .... ( i).

Per tutto il tempo nel quale la famiglia da Carrara ebbe la si-gnoria di Padova (1318-1405), durò costante e generale l'uso di datarei documenti della cancelleria carrarese e gli instrurnenti de' privaticon l'anno a nativitate. Un registro di lettere del 1402-1403, miracolo-samente scampato alla dispersione e alla distruzione dell' archiviocarrarese, reca a carte ii8 verso lettere datate da Padova il 26, il 27,

il 3o dicembre 1403, che appartengono manifestamente alla fine del-l'anno 1402, come si desume, oltrechò dalla loro contenenza, dall'or-dine col quale seguitano ordinatamente le altre lettere del dicem-bre 1402 e precedono quelle del gennaio 1403, le quali incomincianoa carte 118 tergo (2). Un istrumento di procura col quale Francescoda Carrara, vicario imperiale, signore di Padova, Treviso, Ceneda,Feltre e Belluno, delega suoi procuratori per trattare, coli' interces-sione di Nicolò marchese d' Este, vera e buona pace con Venezia ela comunità di Udine, è datato Anno eiusdem nativit. MCCCLXXX VIIJ.°indie. XJ. die lune penultimo mensis decembris (i) . Si comprova che èdell'anno 1387 coi confronto del giorno della settimana, e per il fattoche alla fine del dicembre 388 Francesco il vecchio da Carrara avevaperduto già i suoi dominii. Una concessione, in forma di privilegio, diFrancesco Novello da Carrara porta la data « Millesimo trecentesimononagesimo quarto, jndictione secunda, die 1iercwij ultimo mensis d.ccem-bris, Paduea (4): una carta di procura rilasciata dallo stesso signore,reca i anno a nativi/a/e eiusdem Millesimo trecentesimo nonagesimo quinto,jndictione tercia, die Veneris vz ,qesi;no quinto mensis decemris • ( 5). Anchein questi due casi, fatta la prova del giorno della settimana, i duedocumenti si devono riferire rispettivamente agli anni 1393 e 1394.Numerosi sono gli esempii dell'anno computato a nativitate nei tcmid' instrumenti e d' abbreviature dei notai padovani del Trecento,ora custoditi nell'Archivio notarile di Padova.

Qualcuno potrebbe credere che Padova e il suo territorio, per

(i) Biblioteca del Museo civico di Padova, Statuti della fraqila dei no/ari, cod.B. P. 825, membranaceo, dei sec. XIV (133.J-1362), C. U.

(2) Biblioteca Marciana di Venezia, rnss, latini ci. XIV, n. 93, cartaceo, delsec. XV. Cfr. per la bibliografia delle lettere pubblicate V1,ENTINELL1, Bibliothecamanuscripta ad S. Marci Veneliarwn, Codices mss. latini, tom. III. Venetiis, 1870, f . 95.

(3) Archivio notarile di Padova, Francesco de Fosadolee nota/o.(4) Archivio notarile di Padova, Liber III isstru,nenloruìn Zi/ii de Calvi.s no-

tar/i, C. 117.(5) Ibidem, C. 73.

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effetto della dominazione veneziana (1405-1797), avessero accolto l'usod'incominciare l'anno col i di marzc (more veneto). La cancelleriadella comunità di Padova continuò da parte sua ad usare il vecchiostile a nativitate, e i più belli esempii li riscontriamo negli Atti delconsiglio di Pa:lora, la serie più importante e compiuta di documentiper la storia di Padova durante la signoria della repubblica di S.Marco. In un registro di rifcrrnagioni e parti prese in Consiglio diPadova dopo la riforma degli statuti (1420), a carte 44 leggesi: « Po-testate magnifico domino Georgio Cornario et capitaneo magnifico dominoJacobo Trivisano pro serenissimo ducali dominio Venetiarum, anno Nativi-tatis domini nostri Yeu C!ìrsti, millesimo juadringentesimo vigesimo quin-to..... . congregato. consilio civiim et comunis l'adue ad sonum campane moreet loco solitis die XXVJIJ decenibris MCCCC'XXV (i). L'anno é il 1424, edinfatti Giorgio Cornaro fu podestà di Padova dai novembre 1424 allametà circa del novembre 1425, e il capitano Jacopo Trevisan era giàstato sostituito da Francesco Barbarigo il io dicembre 1425 (2). Nelvolume IO degli Atti del Consiglio (143o-1440) si designa il principio del-l'anno 1432 colle parole Jn principio anni Millesimi quadringentesszmitrigesimi secundi, de mense decembris in fine et in princlpiojanuarii, Factunzfuit..... consilium anni prcsentis M°IIIJ°XXXI.J » (3).

Una volta lo scrittore degli Atti, dopo una parte del 15 dicem-bre 1444, 'scrisse: cMCCCCXLIIIJ.Or MCCCCXL V. (fie XX VIlLI 0 decem-bris', indicando così il numero dell'anno secondo lo stile del t.°gennaio e quello della Natività (4); in altro luogo, a lato di unaparte del Consiglio datata 3o dicembre 1455 si legge la nota dimano contemporanea: die XXV deccembris incipit MCCCGL J' » ().Diamo ancora un esempio chiare ed evidente: « MCCCCLJ, jndic.Xliii, die lune XXVIIJ decembris. Convocato consilio eomunis Padue.....factum fuil scrutinium pro noro eonsilio eligendo videlicet pro anno 1451 » (6);dove si vede che la data 28 dicembre 1451 deve intendersi per 28 di-cembre 1450, secondo lo stile comune, non pctendosi imaginare cheil consiglio per un dato anno sia eletto al finire dello stesso. Altriesempii non mancherebbero, facendo il confronto del giorno dellasettimana, ponendo avvertenza all'ordine e al contenuto delle parti,

(i) Museo civico di Padova (Archivio civico), registro C D di Ducali e Farti4e1 Consiglio.

(2) Gi.oiu, Dei podestà e capitani di Padova dal 1405 al 1509, Padova, Prosperini, i86o, per nozze San Bonifacio-Zacco, pp. 18-19.

(3) Museo civico di Padova (Archivio civico, A/il del Consiglio, vol. 1, fasc.del 1432, C. 2.

() Atti del consiglio, vol. Il, fasc. dei 1444 C. 5.(5) Atti del cons'qlio, vol. iii, fase. del 1454. c. 27.(6) Atti del Cwm'iglio, vol. III, fasc. del 1451, c. i.

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quantunque non soccorra in questo tempo la nota della in-dizione,la quale muta anch'essa il giorno di Natale.

Come la cancelleria della Comunità, così anche i notari non tra-lasciarcno di seguire lo stile della Natività, e negli atti privati delQuattrocento e del Cinquecento si continuò ancora a contare unaunità di più per gli ultimi sette giorni di dicembre. I notari pado-vani si decisero ad usare lo stile comune del i gennaio nella primametà del Seicento, qualcuno agli inizi del secolo nuovo, qualche altro,rimasto fedele al vecchio stile, intorno al ì65o. Il notaio Gaspare Briti,alla fine del 1598, scrive: anno eius(le»z natiritatis millesimo quingentesimononagesirno nono,jnrl. XI!, die jovis 31 mcnsis dccemhris, Padue (i), ma neltòoo incomincia così un istromento: Jn nome dei signor nostro JesuJhristo amen, l'anno 1600 ma corente dalla natività d'esso nostro signor1601, jnd. 14, il giorno di 2nercore 27 del mese di dicembre, in Padua (a),e ancora vent'anni dopo, indizio forse che il nuovo stile non era datutti i notari accettatc, ccntinua a notare: «.In nome del signor nostro.Jesu Ghrieto amen, l'anno della sua natività 1620, jnd. 3, ma secondo ilcomun uso 1619, il giorno di marti ultimo dicembre i ( 3). Per riscontraretutte queste cose nell'Archivio notarile abbiamo sempre fatto la provacon il giorno della settimana: l'ordine degli atti può trarre in in-ganno, essendochè furono legati in volumi quando s'era già perdutoil ricordo dell'anno a natit'itate, e per ciò gran parte degli strumentidal 25 al 31 dicembre furono inseriti secondo il numero dell' annoscritto e non secondo il vero computo

La cancelleria della comunità di Padova perseverò nell'uso dellostile della Natività fino alla fine del 1741: negli Atti dei Consiglio ildicembre 1740 è ancora scritto t anno ab eiusdem saluberi,no Natali 1741,27 decenlhris (); un anno dopo, pur mantenendo la formula, s'in-comincia I' anno consigliare con lo stile del i. gennaio. In altre seriedell'archivio comunale il computo dello stile comune comincia moltoprima. Nei registri ordinari Deputati e Cancelleria, già alla fine del 1609l'anno é notato secondo il nuovo stile del j•0 gennaio, e si continuacosì; però con qualche ritorno all'antico, trovandosi ad esempio Ad28 dicembre 1646 a nativitate » per 1645 (). Nei registri di termin.jzionidel Collegio del XVI leggiamo « 1610 die 30 deccmtris, 1610 more no-tariorum » (6), poi Ad2 Domenica 31 dicembre 1617 » (7) secondo il

(i) Archivio notarile di Padova, Liber III extensionnm Oaspuris Briti nolarii,c. 579. A tergo della stessa carta troviamo un atto del 2 gennaio 1599, ind. XII.

(2) .Liber IV extensionurn Gaspar/.s Br/i, c, :2j tergo.i,3) Liber IX extensionivn Gasparis Br/ti, c. 36k.(4) A/il del Consiglio, torno XXXII (1741-1750), fasc. del 1741, C. I.(5) Deputati e cancelleria - Ordinario, reg. 12, fasc. 3, C. 119 tergo.(6) Collegio del XVI, reg. i (1594-1622), c. 6i.(7) Ibidem, C. n2 tergo.

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nuovo stile, poi, fino al 1647, il maggior numero di volte usato il nuovostile, qualche vclta il vecchio della Natività.

Le lettere originali dei deputati ad utilza al nunzio della comu-nità di Padova in Venezia, sono, a quanto pare, durante il periodo1574-1588, datate dal 1.0 gennaio; questo è certo nel secolo seguente. Iregistri di lettere degli stessi deputati seguono il nuovo computo findal loro principio (1525 . 1528): invece le lettere originali dei nunzi, deglioratori e di altri ai deputati della comunità, ora sono secondo Io stilecomune, ora secondo lo stile veneto. Così gli atti del nunzio dellacomunità di Padova in Venezia Antonio Carriero (1562 .1569), quellidel nunzio Silvio Bianco (1572-1588), e gli atti di Bonifacio Papafava(1621-1624), incominciano l'anno col 1.0 di gennaio; i nunzi FlaminioButtiron (i6o6-i6i6), Zuane Buttiron (1631.1633), e Abriani (1658-1681)seguono invece, pure appartenendo alla comunità di Padova, il moreveneto.

Le cancellerie dei rettori di Padova usarono lo stile dei i.° gen-naio e lo stile veneto : questo, a preferenza, nella seconda metà delSettecento.

VITTORIO LAZZAIIINI

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