DEI COMITATI CITTADINI E DEGLI AMBIENTALISTI CONTRO LE...

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12 OTTOBRE 2012 37 L a guerra dei numeri, l’hanno chiamata. Quella del governo contro i Verdi, quella della Procura contro l’azienda. Eppure, a Taranto, ci sono dei dati, gli stessi consegnati alla magistratura per la perizia sull’Ilva, che raccontano di un’altra, altrettanto drammatica realtà. E cioè che le donne del quartiere Tamburi, trentamila persone a ridosso delle acciaierie, non muoiono solo per i tumori provocati dall’inquinamento, ma anche per «traumatismi ed avvelenamenti». Vale a dire per suicidi, omicidi, annegamenti, incidenti domestici, cadute accidentali. Un dato forse più allarmante degli altri se consideriamo che questa percentuale è addirittura del 200 per cento. Il che significa che le donne di Tamburi muoiono per cause violente il doppio di tutte le altre concittadine di Taranto. Se perché si suicidano o perché vittime di incidenti stradali non è specificato. Ma andiamo con ordine. Qualche giorno fa si sono scatenate polemiche a non finire dopo la diffusione dei risultati del progetto Sentieri realizzato dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità, sulla mortalità per inquinamento in 44 siti italiani classificati per il loro degrado ambientale. I dati 2005-2008 non erano noti, almeno ufficialmente. Ci ha pensato il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, a spiattellarli al pubblico. Una mossa SOCIETÀ INCHIESTE POLITICA CRONACA A SINISTRA, UNA MANIFESTAZIONE DEI COMITATI CITTADINI E DEGLI AMBIENTALISTI CONTRO LE POLITICHE DEL GOVERNO SULLA CRISI DELL’ILVA A TARANTO (FOTO IN BASSO) LA STRAGE DELLE DONNE NEL QUARTIERE DELL’ILVA LA MORTALITÀ RADDOPPIA SPICCA UN DATO NELLA PERIZIA CONSEGNATA AL MAGISTRATO CHE INDAGA SULLA FABBRICA TARANTINA SOTTO INCHIESTA: A TAMBURI I DECESSI PER TRAUMI SONO IL 200 PER CENTO IN PIÙ RISPETTO AL RESTO DELLA CITTÀ di ADRIANA TERZO

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La guerra dei numeri, l’hannochiamata. Quella del governocontro i Verdi, quella della Procura contro l’azienda.Eppure, a Taranto, ci sono dei dati, gli stessi consegnati

alla magistratura per la perizia sull’Ilva,che raccontano di un’altra, altrettantodrammatica realtà. E cioè che le donnedel quartiere Tamburi, trentamilapersone a ridosso delle acciaierie, non muoiono solo per i tumori provocatidall’inquinamento, ma anche per«traumatismi ed avvelenamenti». Vale a dire per suicidi, omicidi, annegamenti,incidenti domestici, cadute accidentali. Un dato forse più allarmante degli altrise consideriamo che questa percentualeè addirittura del 200 per cento. Il che significa che le donne di Tamburimuoiono per cause violente il doppio

di tutte le altreconcittadine di Taranto. Se perché si suicidano o perché vittimedi incidentistradali non èspecificato. Ma andiamo

con ordine. Qualche giorno fa si sonoscatenate polemiche a non finire dopo la diffusione dei risultati del progettoSentieri realizzato dal ministero dellaSalute e dall’Istituto superiore di sanità,sulla mortalità per inquinamento in 44siti italiani classificati per il loro degradoambientale. I dati 2005-2008 non eranonoti, almeno ufficialmente. Ci ha pensatoil leader dei Verdi, Angelo Bonelli, a spiattellarli al pubblico. Una mossa

SOCIETÀINCHIESTE

POLITICACRONACA

A SINISTRA, UNA MANIFESTAZIONEDEI COMITATI CITTADINI E DEGLI AMBIENTALISTI CONTRO LEPOLITICHE DEL GOVERNO SULLA CRISI DELL’ILVA A TARANTO (FOTO IN BASSO)

LA STRAGE DELLE DONNENEL QUARTIERE DELL’ILVALA MORTALITÀ RADDOPPIASPICCA UN DATO NELLA PERIZIA CONSEGNATA AL MAGISTRATO CHE INDAGASULLA FABBRICA TARANTINA SOTTO INCHIESTA: A TAMBURI I DECESSIPER TRAUMI SONO IL 200 PER CENTO IN PIÙ RISPETTO AL RESTO DELLA CITTÀdi ADRIANA TERZO

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italia

che ha portato il ministrodell’Ambiente, CorradoClini, a querelarlo. Ma cosa dicono questinumeri? Che a Tarantosi muore di più che intutta la Puglia: del 24 per cento per i tumori

del fegato e dei polmoni, del 38 per centoper i linfomi, e addirittura del 306 per cento per i mesoteliomi. Ma ora, sul tavolo dei ministri, c’è unnuovo studio. Si tratta di una più recentericerca, Studio di coorte sulla mortalità e morbosità nell’area di Taranto, apparsasulla rivista Epidemiologia e prevenzione,e inserita nella perizia dell’inchiestasull’Ilva che ha convinto la gip PatriziaTodisco a firmare l’ordinanza di chiusuradi alcuni impianti dell’Ilva e a bocciarne il piano di interventi immediati. Datishock più allarmanti di quelli di Sentieri:la mortalità nei quartieri limitrofi all’areaindustriale registra eccessi, rispetto al resto della città, che raggiungono il 42per cento, per i tumori maligni, il 28 percento per le malattie cardiovascolari e il64 per cento per le malattie respiratorie.La ricerca è stata condotta su un campione numeroso: 321.356 personedi cui 157.031 maschi e 164.325 femmine,residenti dal 1998 al 2010 nei comuni diTaranto, Massafra e Statte. Nella tabella6 della ricerca si legge che le abitanti diquest’area, rispetto alle loro concittadine,muoiono il 15 per cento in più permalattie cardiovascolari; il 39 per centoin più per broncopneumopatia; il 57 percento in più per malattie renali. Infine,per traumatismi ed avvelenamenti, la mortalità è più del doppio. Numeriinquietanti. Come si spiegano? «Se pensoa Tamburi» spiega Anna Simone,docente di Sociologia all’Università SuorOrsola Benincasa di Napoli, «mi vengonoin mente nubi tossiche, periferia, borgatadormitorio. Un esterno difficile da vivere.E anche la casa può essere vissuta,soprattutto per chi non lavora, come una prigionia. Insomma, un incubo, dentro e fuori».

continua dalla pagina precedente

Con le «scomuniche» hauna certa familiarità l’ar-civescovo dell’Aquila,Giuseppe Molinari. Sta-

volta a scatenare l’ira del prelatoè stata a la decisione della giuntacomunale che ha approvato unadelibera che riconosce le unionicivili e istituisce un registro alquale potranno iscriversi le cop-pie maggiorenni, sia eteroses-suali che omosessuali.

Ricapitoliamo. Il 25 settembrela giunta approva una delibera chestabilisce che tutte le coppie po-tranno accedere agli stessi serviziforniti alle famiglie «tradizionali».Ma la cosa non piace a Molinariche ci mette un attimo a deplorarele decisioni della giunta Cialente.«In un momento in cui la nostracittà vive tutti i drammi del postterremoto il Comune trova il tem-po per approvare le unioni civili

L’AQUILA, LA CURIA ATTACCA:IL SISMA VALE PIÙ DEI GAYL’ARCIVESCOVO MOLINARI ACCUSA IL CENTROSINISTRA, CHE HA VARATOIL REGISTRO DELLE COPPIE DI FATTO: «SI TRASCURANO I DRAMMI VERI».LA REPLICA DELL’ASSESSORE: «ANCH’IO CATTOLICA, MA VADO AVANTI»

ALL’AQUILALA DECISIONE

DELLA GIUNTA DI ISTITUIRE UN

REGISTRO DELLEUNIONI CIVILI

HA SCATENATO LA REAZIONE

DELLA CHIESA.SOTTO,

L’ARCIVESCOVOMOLINARI

Ma sarà poi vero, come ha fatto sapere di recenteil governo, che con gli ultimi decretiantiburocrazia i certificati sono crollati del 54 per cento? In realtà, se i documenti emessi daglisportelli pubblici si sono dimezzati, è perchésono stati sostituiti dalle autocertificazioni.

Che, a loro volta, devono poi essere verificate dagli uffici che le ricevono.Il risultato è che il cittadino non fa più la fila allo sportello, ma deve comunqueattendere più tempo perché la pratica sia portata a buon fine. Alla consegnadell’autocertificazione, infatti, segue da parte degli uffici pubblici la «verificadella veridicità della dichiarazione sostitutiva». In pratica, l’ufficio verificache quanto abbiamo scritto corrisponda a verità, chiedendo conferma alla bancadati di un altro ente. Con la riforma, insomma, si è persa un’occasione per affermare un principio di buon senso: che tutto quanto lo Statovuol sapere di noi, può apprenderlo da altri uffici, pur sempre pubblici.Perché, invece, continua a chiederlo a noi?

diritti rovescidi PAOLO [email protected]

&LA BUROCRAZIA«BALLA» DA SOLA.ENOI ASPETTIAMO

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ISOLDI PER IL SUDCONTESI DAI LEGHISTIEL’ENIGMA POMPEI

La senatrice Silvia Della Monica, entrata in ritardo in Aula,precisò di essere stata trattenuta dal lavoro di commissio-ne, e non certo da altre frivole distrazioni che in tempi diintolleranza nei confronti della politica non verrebbero tol-

lerate. Inoltre, ella disse, era stato per lei quasi impossibile superarel’assembramento dei giornalisti che accerchiavano due ministri,uno dei quali era il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.

Il dibattito prese l’avvio infatti affrontando il decreto governati-vo che prevede lo stanziamento di oltre 300 milioni di euro per labonifica dell’azienda siderurgica Ilva e subito il confronto tra le for-ze politiche prese una piega polemica. I deputati della Lega Nordinfatti presero a protestare perché i fondi destinati alla meridiona-le Taranto erano stati sottratti a progetti di risanamento idrogeo-logico, tra cui ad esempio, interventi nel Veneto colpito lo scorsoanno da violente alluvioni. Il senatore del Pd (ma radicale) MarcoPerduca rimbeccò i colleghi leghisti ricordando loro che fino a me-no di un anno fa, essendo al governo, essi non avevano mosso undito per risanare gravi situazioni di dissesto in numerosi siti nazio-nali assai bisognosi di cure. Al che il senatore Vallardi colpì di fioret-to rivolgendosi all’Aula intera: «Forse il senatore Perduca si preoc-

cupa che per trovare i fondi necessari non sivada a attingere ai soldi destinati a Radio Ra-dicale. Forse là potremmo trovare alcuni mi-lioni di euro». Il senatore Perduca per tuttareplica invitò i senatori a partecipare al pran-zo vegetariano offerto, nel ristorante del Se-nato, dalla Lega Antivivisezione, a base diprodotti naturali, frutta, vedura e seitan. «Sitratta di un piccolo passo nella direzione di

un consumo più saggio di risorse, in primi l’acqua che noi sottraia-mo a tutta una serie di coltivazioni dedicandola invece all’alleva-mento animale», spiegò il senatore aggiungendo di essere vege-tariano ormai da ben tre anni. «Ma di un grande passo per l’umani-tà», ironizzò una voce dal fondo dell’aula.

Quando poi si venne all’esame della annosa questione Pompei,ci fu l’ex ministro Sandro Bondi, noto poeta, che volle intervenire ri-cordando di aver pagato con le dimissioni da ministro dei Beni Cul-turali il crollo di una struttura di cemento armato a Pompei. «Inquella caccia al capro espiatorio ricordo che più di altri si distinse ilsenatore Rutelli», il quale Rutelli sollevò a questo punto un soprac-ciglio, iscrivendosi subito a parlare. A rasserenare per un attimo glianimi pensò il leghista Leoni, il quale, vista la concentrazione e lapartecipazione emotiva con cui i senatori seguivano il dibattito silasciò andare a una affermazione tipicamente padana: «Io sonopienamente convinto che molti cittadini italiani pensano che Pom-pei sia la sede di un’industria dove si realizzano le pompe perchénon la conoscono e non l’hanno mai vista».

IL PASTONE*di LUIGI IRDI

LA POLITICARACCONTATA COMECINQUANT’ANNI FA,CON IL CLASSICOARTICOLORIASSUNTO DETTO PASTONE

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che sono il primo passo per la di-struzione del matrimonio e dellafamiglia cristiana» tuona l’arcive-scovo. L’infuocato sermone sichiude con l’invito «ai cristiani e aipolitici che si definiscono cattolici,a pregare il Signore per il bene ve-ro del nostro popolo».

La «condanna» cade sul mu-nicipio aquilano provocando stu-pore. L’assessore alle Politichesociali Stefania Pezzopane rac-conta: «Tutto mi sarei aspettatameno che questa reazione. Losdegno dell’arcivescovo mi ha fe-rito, anche come cattolica. Rico-noscere le unioni civili non è unattentato alla famiglia. Qui parlia-mo di una città che ha subito benaltri attentati che quelli di cui par-la l’illustre prelato. Qui la gente è

morta perché le case erano co-struite male». In ogni caso nessu-na marcia indietro, assicura l’as-sessore. Anzi, L’Aquila «vuole fa-re rete con le altre città che han-no approvato le unioni civili affin-ché ci sia una sempre più profi-cua estensione dei diritti civili esociali». E il centrodestra? Finoratiene un profilo basso. Ad arruo-larsi alla crociata del presule so-no i giovani del Pdl e un solo con-sigliere comunale, Roberto Tinariche parla di «subdoli attacchi allafamiglia fondata sul matrimo-nio» e invita i cattolici presenti inconsiglio comunale a dare batta-glia contro la delibera.

Molinari non è nuovo a cosedel genere. Nell’aprile 2009 nongli era piaciuta la vignetta di Vau-ro sul terremoto, o, meglio, suBerlusconi (raffigurato, come Ne-rone, mentre suona la lira davantialla città devastata). Detto fatto,scomunica per il vignettista e An-no zero. Nel marzo del 2010, in-vece, dietro il «popolo delle car-riole» che protesta per i ritardinella rimozione delle macerie ve-de strumentalizzazioni politiche.E le «scomuniche» continuano.

(giampiero cazzato)

Bardolino (Verona). Per ridurre i costi, li si aumenta. Una nota deldipartimento dei vigili del fuoco rivede la dislocazione delle unitànavali di soccorso: in sostanza si tolgono imbarcazioni con una stazzagrande per sostituirle con altre più piccole. Per risparmiare, si dice.Però, sostiene il sindacato di base Usb, la sostituzione di una dellenavi che operano a Bardolino, sul Lago di Garda è una operazionedispendiosa. L’imbarcazionedovrebbe essere trasferita aTrapani. Ma prima farà tappa aRovigo, sede dei cantieri navali,per essere predisposta per il mareaperto e per la salsedine. Poi, unavolta rimontata, potrà solcare leacque del trapanese. Con qualerisparmio? (g.c.)

DAL LAGO DI GARDA AL MARE DI TRAPANIFINCHÉ LA BARCA (DEI POMPIERI) VA...

Il caso