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In Regione Lombardia sono attive 5 Basi di Elisoccorso Medico con elicotteri adeguatamente attrezzati per ogni tipo di evento in ambiente impervio e ostile.Le basi sono dislocate nelle struttureospedaliere di Bergamo, Brescia, Como,Milano e Sondrio ed è presente (dall'alba al tramonto) un'équipe di soccorso composta da un MedicoAnestesista - Rianimatore, un Infermiere ed un Tecnico del CNSAS.Nel periodo invernale, in caso di necessità, è presente presso la base una Unità Cinofila da Valanga.

...Dedicato all' amicoGiorgio Mazzucchi...

ELISOCCORSO MEDICO3a Edizione - 2010

PUBBLICAZIONE A CURA DEL GRUPPO DILAVORO DEDICATO AL PROGETTO “SICURI IN MONTAGNA”Testi:Daniele Chiappa: Istruttore Nazionale CNSASAccademico del C.A.A.I.Supervisione Tecnica:Dott. Giovanni Peretti: del Centro Nivo-Meteorologico di Bormio della Regione Lombardia;Vittorio Bedogni: Istruttore Nazionale Alpinismo e Scialpinismo del CAI.Con la collaborazione di:Giovanni Cipolotti: Scuola Medici del CNSAS;Elio Guastalli: Presidente della CommissioneLombarda Materiali e Tecniche del CAI;Responsabile Sicuri in Montagna CNSAS;Rocco Zanelli: Responsabile UCVdel CNSAS Lombardo e Nazionale;Franco Giacomelli: Istruttore Nazionaled’alpinismo;Mario Milani: Direttore Scuola Nazionale Medici del CNSAS;Danilo Barbisotti: Presidente CNSAS Lombardia - Istruttore Nazionale Alpinismodel CAI;Roberto Chiappa: Istruttore Nazionale diAlpinismo e Accademico del C.A.I;Rolando Pistono: Servizio Valanghe Italianodel CAI.Editing: Paolo MorettiGrafica: Giorgio Pirovano - BluDesignStampa: Casa Editrice Stefanoni - LeccoGli Enti, le Organizzazioni, le Associazioni, leA z i e n d e , l e I m p r e s e o i p r i v a t i c h e intendesseropartecipare a questo progetto o chiedereinformazioni possono scrivere a: CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO c/a Elio Guastalli(Progetto Sicuri in Montagna)Via Petrella, 19 - 20124 MILANO

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Edizione 2001/02Sovraccarico:Forte: gruppo compatto di sciatori, mezzo battipista etc.Debole: singolo sciatore, escursionista a piedi etc.

SCALA DEL PERICOLO

1 - DEBOLE

2 - MODERATO

3 - MARCATO

4 - FORTE

5 - MOLTO FORTE

PROBABILITA' DI DISTACCO VALANGHE

INDICAZIONI PER SCIALPINISTI ESCURSIONISTIE SCIATORI FUORI PISTA

Il distacco è generalmente possibile solo con unforte sovraccarico su pochissimi pendii esterni.Sono possibili solo piccole valanghe spontanee.

Il distacco è possibile soprattutto con un fortesovraccarico sui pendii ripidi indicati.Non sono da aspettarsi grandi valanghespontanee.

Il distacco è possibile con un bebole sovraccaricosui pendii ripidi indicati; in alcune situazioni sonopossibili valanghe spontanee di media grandezzae, in singoli casi, anche grandi valanghe.

Il distacco è possibile già con un debole sovracca-rico su molti pendii ripidi; in alcune situazioni sonoda aspettarsi molte valanghe spontanee di mediagrandezza, talvolta, anche grandi valanghe.

Sono da aspettarsi numerose grandi valanghe spon-tanee, anche su terreno moderatamente ripido.

Condizioni generalmente sicure per gite sciistiche.

Condizioni favorevoli per gite sciistiche maoccorre considerare adeguatamente locali zonepericolose.

Le possibilità per gite sciistiche sono limitate ed èrichiesta una buona capacità di valutazionelocale.

Le possibilità per le gite sciistiche sonofortemente limitate ed è richiesta una grande capa-cità di valutazione locale.

Le gite sciistiche non sono generalmente possibili.

SCALA EUROPEA DEL PERICOLO VALANGHE

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CHI STA LAVORANDO AL PROGETTO“SICURI CON LA NEVE”Al progetto “Sicuri con la Neve” rivolto allaricerca della sicurezza e della prevenzionedegli incidenti in valanga collaborano, oltreai Tecnici del Soccorso Alpino eSpeleologico Lombardo, il Centro Nivo-Meteorologico della Regione Lombardiacon sede a Bormio, esperti del ServizioValanghe Italiano del C.A.I. (S.V.I. - C.A.I.),Istruttori e Tecnici della Scuola Regionaledi Sci Alpinismo e delle CommissioniLombarde di Fondo Escursionismo,Materiali e Tecniche, Sci Alpinismo edEscursionismo del Club Alpino Italiano e leScuole Lombarde delle Guide Alpine. Nelcontesto regionale sono ben 44 le Scuoledelle Sezioni del C.A.I. (di cui 30 Scuole diSci Alpinismo e 14 di Sci da FondoEscursionistico) che organizzano corsi incui si parla de l’argomento valanghe.

PREMESSA

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.)CNSAS Lombardia, continua il programma rivolto alla prevenzione degliincidenti in montagna.L’obiettivo è quello di dedicare ancora molto spazio a questo argomentoaffinché si possano ulteriormente diminuire, in modo indiscutibile, lestatistiche riguardanti gli incidenti presentate ogni anno dal CNSAS.Il progetto generale di prevenzione degli incidenti in montagna propostodal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è denominato“Sicuri in Montagna” e da esso si articolano diversi moduli specifici, tra cuiquello realizzato in questa pubblicazione e chiamato“Sicuri con la Neve”.

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ritrovamento in vita). La principale causadi morte è l’asfissia, che supera il 50%dei casi nel seppellimento totale, da cuideriva l’importanza di proteggere le vierespiratorie durante la fase di travolgi-mento. I tempi di ritrovamento restano ilproblema maggiore ed il recupero di tra-volti, ancora in vita, si riferisce solo aparticolari situazioni, soprattutto relativealla possibilità di avere uno spaziodavanti alla bocca: la cosi detta “saccad’aria” o “air pocket”.

SICURI CON LA NEVEL’argomento riferito al pericolo valanghecoinvolge un gran numero di appassio-nati in cerca di libertà nella più inconta-minata natura invernale e contrariamentea ciò che più comunemente si pensa, inquesto scenario non sono legati solo glisci alpinisti: storicamente i frequentatoripiù assidui della montagna innevata; maanche, gli escursionisti che frequentanole montagne d’inverno, gli alpinisti ingenerale, gli amanti delle discese fuoripista con tavole da surf (snowboarder)ed ancora gli escursionisti che hannoritrovato in soffitta le vecchie racchetteda neve (ciaspe), usate dagli eschimesied oggi trasformate in accattivanti e futu-ristici strumenti tecnologici. Anche que-ste attività sono interessate al pericolovalanghe. I messaggi multimediali cheogni giorno vengono trasmessi dai piùdisparati strumenti di comunicazionenon dicono tutto; spesso presentanoimmagini straordinarie esaltando gliaspetti ludici a discapito della sicurezza.Condensare in poche righe cosa è megliofare per evitare il pericolo valanghe nonè cosa facile ed un problema così grandenon può essere risolto attraverso unascarna sinteticità. E’ però necessarioessere molto chiari; il terroristico allarmegenerale non giova mai a nessuno, ma èindispensabile che tutti sappiano cheogni anno sulle Alpi sono decine le vitti-me che rimangono sepolte sotto la coltredi neve senza possibilità di essere salva-te. L’autosoccorso, effettuato dal gruppostesso, è l’unica possibilità che, ancoraoggi, viene ritenuta la più valida… LA SOLA VALIDA! Le statistiche interna-zionali parlano chiaro. La probabilità disopravvivenza, nel caso di seppellimentototale, in assenza di traumi importanti, èelevata entro 15 minuti (con il 92% dipossibilità di ritrovamento in vita) e caladrasticamente del 62% dai 15 ai 35minuti (solo 30% di possibilità di

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Purtroppo va drasticamente precisatoche quando arriva la squadra delSoccorso Alpino, anche con il cane davalanga, il più delle volte è già tardi!Raramente le squadre del SoccorsoAlpino riescono a raggiungere il luogodell’incidente entro tempi ragionevoli(anche con l’elicottero) e la ricerca ope-rata dall’Unità Cinofila da Valanga è quel-la che consente tempi più rapidi di ritro-vamento dei sepolti, che raramente sonoin vita. Per un idoneo autosoccorso sonoassolutamente necessari alcuni strumen-ti quali l’ARTVa, LA PALA DA VALANGAE LA SONDA, dispositivi indispensabili.Potrebbe sembrare paradossale, masenza uno solo di questi strumenti sareb-be come andare in bicicletta senza leruote. E’ paradossale perché, in sostan-za, chi vuole andare in montagna ci vacome crede, nella più assoluta libertà,ma se la sicurezza deve essere ritenutaprioritaria, questi comportamenti sonod’obbligo. La presente analisi è indispen-sabile per ricordare che questo tipo dieventi, spesso tragici, richiedono opera-zioni di soccorso fra le più pericolose perchi le attua. Queste osservazioni potreb-bero essere sufficienti per far rifletterechi fa della coltre nevosa la sua più sfre-nata passione, senza pensare alle conse-guenze che ne potrebbero derivare. E’ undato inconfutabile: pochi conosconol’esistenza dell’A.R.T.V.a. Letteralmentel’acronimo proviene dalla Francia e signi-fica (Apparecchio di Ricerca Travolti inValanga). Pochi sanno che l’evoluzionecontinua di questi strumenti ha portatoad un perfezionamento tale che è quasiimpossibile fallire una ricerca. Mal’ARTVa va conosciuto, ancor megliodegli sci e delle pelli di foca. L’ARTVa èdinamico, si muove, si modifica, rispon-de a segnali che riconosce e che è neces-sario saper riconoscere. Per questo civuole addestramento e questa indicazio-ne mal si sposa con chi ricerca spensie-

ratamente la libertà ed il divertimento!Ma l’ARTVa, da solo, non è sufficiente;oltre alla necessità di una continua eser-citazione deve essere abbinato ad unasonda, possibilmente di veloce montag-gio; una sonda che consenta di stabilire,con precisione una volta individuato conl’ARTVa il sepolto, la profondità di sep-pellimento e di valutare lo strato di neveda liberare.

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Per questo motivo serve, anche in que-sto caso, molto addestramento e la capa-cità di riconoscere ciò che va a toccare lasonda. Le prove di sensibilità servonoappunto ad individuare la differenza trauno scarpone, uno sci, uno zaino, unarto o la testa. Ma non è finita! Averel’ARTVa e la sonda e non avere la palasignificherebbe nuovamente essere difronte ad un grosso problema.Durante alcuni seminari tecnici interna-zionali si è tentato di stabilire tempi dispalatura di un metro cubo di neve e si ègiunti ad un’allarmante classifica checosì si riassume:• circa 10/15 minuti con la pala;• circa 25/30 minuti con una tavola dasnowboard;• circa 60 minuti e più con la punta di unosci tradizionale o una racchetta da neve(ciaspa);• circa due ore e mezzo con le maniguantate;• circa tre, quattro ore con le mani senzaguanti. Se poi consideriamo che non tutte le nevisono di identica consistenza e che lecondizioni ambientali e termiche potreb-bero essere estreme, si comprendecome questi tempi si possano ampliare adismisura vanificando ogni sforzo. Daqueste innegabili considerazioni apparechiaro come sia indispensabile possede-re questi attrezzi e la giustaconoscenza del loro utilizzoper mettere in campo ilsolo,efficace,“AUTOSOC-CORSO”. Ma ancora non èsufficiente (ed è meglio chesia così); la tecnologia dasola non risolve tutto.L’ARTVa, la sonda e la palanon sono il lasciapassarecontro il pericolo valaghe.Esistono ovviamente altresoluzioni tecnologiche incontinua evoluzione, ma il

costo di questi nuovi materiali non èancora abbastanza basso per prevedereuna distribuzione di massa. La valangadeve essere evitata ad ogni costo e perfare ciò è necessario conoscere accura-tamente la montagna: conoscerla primadella partenza. La gita deve essere prepa-rata in ogni minimo particolare. Tuttodeve essere pianificato prima di partire.Ogni cosa va valutata ad ogni passo. Ilpendio dove scorrono gli sci deve esserecostantemente “verificato”; il suolo deveessere “ascoltato”… questo fa parte diun momento da vivere… e fa parte delgioco… Occorre saper riconoscere gliscricchiolii, il rumore sordo del“woumm” del manto nevoso.Dobbiamo costantemente essere consa-pevoli della forza e della superiorità dellamontagna. Solo così riusciremo a goder-ne le meraviglie e la montagna sarà partedella nostra vita. Queste considerazionici devono invitare a coscienziose analisipersonali, devono farci inoltre capire che,al di là della tecnologia, la conoscenzadel terreno su cui camminiamo e scivo-liamo non può essere scollegata dallacultura della montagna. La frenesia dellavita del terzo millennio non consente unsereno rapporto con la montagna.Questo modo di avvicinarsi ad essa ècontroproducente.

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QUALCHE INDICAZIONESU COSA FARE!A CASA:1. controllare che l’ARTVa abbia le batte-rie in carica;2. controllare che la sonda da autosoc-corso funzioni correttamente e che lapala sia in ordine;3. ascoltare attentamente le indicazionidel Bollettino Nivo Meteorologico relati-vo alla zona ove si vuol fare la gita;4. se la gita proposta è in altra nazione,prendere nota di quali sono i numeri tele-fonici di riferimento per allertare i soc-corsi;5. scegliere la gita adeguata alle condi-zioni meteo-climatiche e nivologiche,anche e soprattutto in base alla prepara-zione psicofisica di chi è nel gruppo.

IN MONTAGNA PRIMA DI PARTIRE PERLA GITA RACCOMANDAZIONI:1. provvedere, prima dell’inizio della gita,ad indossare correttamente l’ARTVaacceso sotto la giacca a vento o sotto lamaglia (portare l’ARTVa spento e chiusonello zaino equivale a lasciarlo a casa…);2. controllare (da parte di tutti i compo-

nenti del gruppo) prima della partenzadella gita, secondo le indicazioni delcostruttore, il funzionamento in ricezionee trasmissione di ogni apparato;3. controllare che gli sci (o la tavola o leracchette da neve (ciaspe) siano scolle-gati dagli scarponi (niente cinturini salvasci) e che i bastoncini siano impugnatifuori dai laccioli;4. non pensare mai che una pala e unasonda per gruppo sia sufficiente… unapala, una sonda e cinque ARTVa, per cin-que soggetti, è come avere cinque bici-clette di cui una sola con le ruote. Senzaruote è impossibile muoversi… megliotornare! Se il soggetto che rimane sepol-to è quello che ha la pala e la sonda, ilresto del gruppo che fa?5. è opportuno ricordare sempre che laneve è fredda… molto fredda! Sciare inmaglietta è eventualmente possibile solosu grandi pianori. Durante la salita dipendii ci si deve coprire, si devonoindossare i guanti… bisogna sempreprevedere il peggio! Altri, più sprovvedu-ti, possono staccare una valanga e farlacadere su di voi. Se si venisse sepolti,sopportare il “freddo-bagnato” della nevesulla pelle è la cosa peggiore che sipossa immaginare.

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DURANTE LA GITA1. durante il percorso è importante valu-tare ogni singolo pendio che si attraver-sa, ed in caso di sospetto, eseguire untest di stabilità del manto nevoso;2. in caso di esito positivo del test(distacco su minima sollecitazione)ricordare che grandi alpinisti, ancoraviventi, ripetono che “è meglio unaamara rinuncia ad una dolorosa ritira-ta”… con la valanga non si scherza: seva male, raramente si torna vivi!

IN CASO DI TRAVOLGIMENTO:1. se ci si trovasse in condizioni di tra-volgimento, mantenere la calma, perquanto possibile, e cercare di aprireimmediatamente gli attacchi (soprattuttochi è vincolato ad attrezzi che occupanouna grande superficie e che possonoprodurre un “effetto àncora” (sci,bastoncini, snowboard, racchette daneve, (ciaspa) etc..);2. lo zaino che indossiamo andrà vinco-lato saldamente alla vita, a protezione deldorso; le teorie che dicevano di abbando-narlo in caso di travolgimento, sonosuperate. Lo zaino, se ben legato in vita,protegge da urti durante il travolgimentoe dal freddo durante il seppellimento.Inoltre il travolto può venir espulso dallavalanga e, senza il contenuto del suozaino, non potrebbe prestare soccorso aicompagni e rimarrebbe a sua volta senzaattrezzatura ed equipaggiamento;3. Il tentativo è quello di galleggiare insuperficie, anche se in certe condizioni dineve (es. valanga a lastroni) è tutt’altroche semplice contrastare lo spostamentoe le forze liberate da una valanga in movi-mento;4. a valanga ferma, se si è ancora insuperficie e coscienti, occorre valutare leproprie condizioni fisiche, controllare ilfunzionamento corretto dell’ARTVa, veri-ficare se si ha ancora tutta l’attrezzatura(sci, bastoncini, zaino, etc..) e controlla-

re se i compagni di gita sono stati travol-ti o sono ancora in superficie; DOPO LA CADUTA DELLA VALANGA:1. verificare a vista se nella parte supe-riore, quella del distacco della valanga, cisono ancora ipotetici pericoli di distacco!Se così non fosse, ma occorre esserecerti, si potrà commutare l’ARTVa in rice-zione ed iniziare la ricerca dei compagnidi gita scomparsi;2. è indispensabile procedere all’imme-diata ricerca dei travolti… ogni secondoperso è un secondo in meno che avremoa disposizione per identificare la posizio-ne del travolto, per individuare con lasonda la sua profondità di seppellimentoe per spalare la neve che lo ricopre;

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3. contemporaneamente occorre effet-tuare la ricerca “VISTA-UDITO”, verifi-cando palmo a palmo il campo dellavalanga.4. nella “bonifica” VISTA E UDITO vaposta molta attenzione: bisogna verifica-re tutta la superficie, riscontrando ognianomalia. Ogni attrezzatura od ogni cosaritrovata in superficie dovrà essere ripo-sizionata sullo stesso punto in modovisibile. Emergesse solamente un dito…quella potrebbe essere la salvezza delvostro compagno ed in questo senso èopportuno ricordare che il 58% dei tra-volti da valanga non rimane completa-mente sepolto!5. anche i rumori o le grida di aiuto dasotto la coltre di neve (esperienze inter-nazionali sono confortanti in questosenso) sono importantissimi. Questomotivo da solo basterebbe perché laricerca “VISTA-UDITO” sia intrapresacon la massima celerità e accuratezzacon l’ARTVa in ricezione;6. solo dopo la ricerca “VISTA-UDITO” eARTVa si potrà procedere ad allertare isoccorsi;7. se siete dotati di telefono cellulare e lazona è coperta, per tutto il territorio ita-liano il numero telefonico da allertare èil 118, che si riferisce al ServizioSanitario di Urgenza ed Emergenza, che

smisterà successivamente la chiamata alSoccorso Alpino.

PER CHI E’ PRESENTE MA NON E’ COIN-VOLTO DALLA VALANGA1. al distacco, osservare e memorizzareil punto di travolgimento ed il punto discomparsa; tali punti, in base alla dire-zione di flusso della valanga, ci indiche-ranno le zone di ricerca primaria;2. quando il movimento della valanga èultimato, tenuto conto del punto didistacco, del punto di travolgimento e delpunto di scomparsa, una volta osservatala possibilità di intervenire in sicurezzasul campo della valanga, ci si dirigeràverso l’area di maggior probabilità diseppellimento e si provvederà, comedetto in precedenza, alla ricerca “ARTVa -VISTA-UDITO”;3. durante la ricerca, ogni attrezzo o capod’abbigliamento emergente dovrà esserecontrollato, sondando nella zona circo-stante, e in caso negativo dovrà esserelasciato in posto segnalandolo visibil-mente;4. in caso di ritrovamento di arti emer-genti provvedere immediatamente allaspalatura della coltre nevosa cercando diraggiungere al più presto la testa. E’assolutamente importante verificarel’esistenza della sacca d’aria davanti allevie respiratorie. Se la bocca e il naso fos-sero ostruiti devono essere immediata-mente liberati;

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5. è assolutamente importante che laspalatura della neve inizi a valle del tra-volto per evitare un pericoloso e deleterioeffetto “cratere” (ovvero la neve che,dopo spalata, ritorna nel buco); in questosenso è sufficiente valutare la profonditàdel sepolto con la sonda ed iniziare aspalare a valle dell'ipotetica profonditàdel puntale della sonda.6. in caso di incoscienza, di assenza direspiro e attività circolatoria del travoltoprovvedere, se addestrati, allaRianimazione Cardio Polmonare (RCP);7. nel caso in cui non si riscontrasserosegnali provenienti dall’ARTVa del travoltosarà necessario allertare, in qualsiasimodo, il 118 che provvederà ad inviaresul posto il Soccorso Alpino;8. nell’attesa dell’arrivo delle squadresarà necessario continuare, instancabil-mente, la ricerca nelle zone di accumulo,nelle eventuali curve della valanga, avalle di grossi massi, a valle di grandialberi, sul fronte di accumulo della valan-ga. Come ridurre il rischio:“LA REGOLA DEL 3X3” di Werner MunterIl pericolo di valanghe non può esserevalutato sulla base di un solo criterio; alcontrario, ogni volta, si devono prendere

in considerazione congiuntamente i fat-tori principali per l'analisi globale delrischio quali:• l'uomo;• il manto nevoso;• la meteorologia;• il terreno.In un'ottica di valutazione globale, é basi-lare che ogni elemento sia considerato inrapporto agli altri fattori; in altri termini,tutte le informazioni e tutte le osservazio-ni devono essere ponderate e messe inrelazione tra loro.La valutazione del pericolo di valanghe intre fasi, basata sulla abituale successionenel tempo e riferita alla:• pianificazione dell'escursione a tavolino;• scelta dell'itinerario sul terreno;• valutazione del singolo pendio è giàstata ampiamente sperimentata nellapratica.La formula del “3X3” non é altro che ilriassunto mnemonico e razionalizzato diquesto schema.I fattori principali da considerare insiemeper un'analisi globale del rischio sono:A) UOMO;B) MANTO NEVOSO - METEOROLOGIA;C) TERRENO.

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Tabella: regola del “3 X 3”

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Entrando nel merito delle tre fasi sipuò meglio puntualizzare:1. Regionale:preparazione della gita a tavolino:• consultazione dei bollettini dellevalanghe e meteorologici (telefono -internet - etc.);• analisi delle carte topografiche -descrizioni dell'itinerario - informazionipreparazione dello schizzo di rotta - indi-viduazione di mete/itinerari alternativi(cambiamento di meta o di itinerariosenza modificare la meta);• fattore umano: chi partecipa?2. Zonale:scelta dell'itinerario e dello sviluppo dellatraccia sul terreno• neve: segnali d'allarme - altezza criticadella neve - accumuli recenti di neve ven-tata - cornici struttura della superficiedella neve (sastrugi, ondulazioni) - con-dizioni nivologiche generali;• tempo: visibilità - temperatura (evolu-zione prevista durante il giorno) vento -precipitazioni - grado di nebulosità -irraggiamento durante il giorno - scac-cianeve (le creste fumano);• terreno: pendenza - esposizione - pros-simità delle creste - rilievo - vegetazione- falesie;• esiste sopra di me un inclinazione chepermetta il distacco spontaneo di valan-ghe a distanza e che potrebbe mettermi

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in pericolo? Posso provocare distacchi adistanza sopra di me? Controllo continuodei fattori variabili!3. Locale:valutazione della resistenza del mantonevoso su pendio ripido:• inclinazione (è determinante la zona piùripida del pendio);• la neve fresca è con o senza coesione?(test della pala);• resistenza di base (cuneo di slittamento);• quali sono i limiti per il trasferimentodei risultati sui pendii assimilabili perinclinazione, altitudine, esposizione,prossimità ai crinali, frequentazione delpercorso?Occorre eventualmente prendere delleprecauzioni per non sollecitare troppo ilmanto nevoso?L’applicazione corretta di questa proce-dura permette una riduzione del rischiodel 60% già attraverso il primo filtro.L’applicazione del secondo filtro riduceulteriormente di un 75% il rischio resi-duo derivante dalla prima fase riducen-dolo quindi al 10%.L’ulteriore applicazione del terzo filtro,che ha una probabilità di successo del90%, permette infine di ricondurre ilrischio residuo all’1% e pertanto a unvalore più che accettabile per uno sport arischio quale lo sci alpinismo.

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Valutazione della possibilità di distac-co di una valanga da lastroneTre sono le condizioni necessarie e suffi-cienti perché si realizzi il distacco di unavalanga di lastroni:• coesione tra i cristalli di neve;• esistenza della pendenza critica (supe-riore a 30°);• bassa resistenza al taglio di base (insta-bilità del manto nevoso).Queste tre condizioni possono essereverificate mediante specifiche provequali:• prova della pala (controlla la presenzadi coesione tra i cristalli di neve);• misura della pendenza con bastoncini(verifica l’esistenza della pendenza critica);• prova del cuneo o del blocco di slitta-mento (indaga sulla presenza di instabili-tà del manto nevoso).

RECCO (Recco Rescue Syste) è unsistema di soccorso in valanga utilizza-to per la localizzazione precisa deisepolti; questo apparato, messo apunto dalla metà degli anni ottanta, èsempre più adottato dalle stazioni scii-stiche, dalle basi di elicotteri e dalleorganizzazioni di ricerca e soccorsocome strumento supplementare di soc-corso in valanga. Il sistema è compostoda due parti: un rivelatore RECCO 3usato dai gruppi di soccorso organizza-to e i riflettori RECCO integrati inattrezzature, caschi, calzature o dispo-sitivi di protezione. Quindi, per aggiun-gere una possibilità in più di localizza-zione dei travolti, sarebbe bene che gliappassionati di neve fresca indossas-sero un dispositivo riflettore RECCO 3(anche se il rilevatore RECCO è ingrado di rilevare il segnale ARTVa(Apparato Ricerca Travolto Valanga),ed è altresì in grado di captare, ma inmodo meno efficace, tutti gli apparatielettronici che contengono un diodo).Va sottolineato con chiarezza che ilsistema RECCO non è destinato al soc-corso personale e non è un alternativaall’uso dei ricetrasmettitori da usare inneve fresca (ARTVa).

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“S ICURI IN MONTAGNA”

BOLLETTINI NIVO-METEOROLOGICI• Centro Nivo-Meteorologico dellaRegione Lombardia Via Reverberi, 2 -23032 Bormio (So) tel. 0342.530.362 -fax 0342.232225 e.mail [email protected] -n. Verde 8488.37077 - fax polling0342.901521 - internet meteo dihttp://www.regione.lombardia.it• A.I.NE.VA. Associazione Interregionale Neve eValanghe - Vicolo dell’Adige, 18 38100 Trento tel. 0461.230.305 - fax 0461.232225 - email [email protected] Nivometeorologici dell’Ainevadelle Alpi Italiane 0461.230030 - internet http://www.aineva.it- Sito internet sul quale sono riportatitutti i servizi valanghe europeihttp://www.avalanches.org• SVI Servizio Valanghe Italiano del CAIhttp://www.cai-svi.it

SCUOLE LOMBARDE DI SCIALPINISMO DEL CLUB ALPINO ITALIANOBERGAMO* Scuola IntersezionaleLA TRACCIA* - Via XX Settembre, -24065 Lovere (Bg)OROBICA* - Via San Carlo, 32 - 24016San Pellegrino Terme (Bg)S. FASSI - Via Ronchetti, 17 - 24047Nembro (Bg)SCI - CAI BERGAMO - Via Ghislanzoni,15 - 24100 BERGAMOVALLE SERIANA* - Biblioteca Civica -24021 Gazzaniga (Bg)

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. . .per capire. . .

BRESCIAADAMELLO - Piazza Vescovado, 325100 BresciaV. DE MICHELIS - Piazzetta Ghislandi,25043 Breno (Bs)VALLE CAMONICA - Via Nazionale, 10325051 Cedegolo (Bs)VALTROMPIA - Via XX Settembre, 2525063 Gardone Valtrompia (Bs)COMOALTO LARIO - Via Lusardi, 1522017 Menaggio (Co)P. GILARDONI* - Via Volta, 56 22100 ComoCREMONAPADANA - Via Palestro, 32 26100 CremonaLECCOCAI LECCO - Via Papa Giovanni XXIII, 1123900 LeccoCARUGATI - GILARDONIVia Fratelli Pini, 23826 Mandello del Lario (Lc)P. GIORGI - Via Fatebenefratelli, 8 23868Valmadrera (Lc)VALLE SAN MARTINO* - Piazza VittorioVeneto, 12 - 23801 Calolziocorte (Lc)MANTOVAMOCCIA - MORARI - Vicolo S. deiLattonai, 1 - 46100 MANTOVAS. GNACCARINI - Via Bini, 2 46012 Bozzolo (Mn)

MILANOFALC - Via Mac Mahon, 11320155 MilanoGUIDO DELLA TORRE* - Via Roma, 1120025 Legnano (Mi)F. BERTI - Via Longhi, 3 20052 Monza (Mi)M. RIGHINI - Via S. Pellico, 6 20121 MilanoS. SAGLIO - Via Ugo Foscolo, 3 20144 MilanoVAL TICINO* - Corso san Pietro, 1920081 Abbiategrasso (Mi)VALLE DELL’ADDA - Piazza Matteotti,20062 Cassano D’Adda (Mi)VALLE SEVESO* - Piazza san Martino, 220030 Bovisio Masciago (Mi)PAVIAG. GRIGNANI - V. Colesino 16 27100 PaviaSONDRIOVALTELLINESE* - Via Trieste, 27 23100 SondrioVARESECOLIBRI’ - Via C. Battisti, 1 21013 Gallarate (Va)R. e R. MINAZZI - Via S. Della ChiesaTemoli, 1221100 Varese

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“S ICURI IN MONTAGNA”

SICURI

CON LA NEVE

SCUOLE DI SCI FONDO ESCURSIONI-SMO DEL CLUB ALPINO ITALIANOBERGAMOBERGAMO - “VAPRIO D’ADDA” - ViaBornaghi, 8 - 20069 Vaprio D’Adda (Mi)BERGAMO - Via Ghislanzoni, 15 24122 BERGAMOBRESCIABRESCIA - Piazza Vescovado, 2 25100 BRESCIACOMOCANTU’ - Via A. Volta, 15 22063 Cantù (Co)CAPIAGO - Piazza Mazzini, 17 22070 Capiago (Co)LECCOLECCO - Via Papa Giovanni XXIII, 1123100 LECCOMILANOBOVISIO MASCIAGO - Piazza SanMartino, 2 20030 Bovisio Masciago (Mi)MILANO - Via S. Pellico, 6 20121 MILANOMEDA - Viale Francia, 47 20036 MEDAPAVIA - Via Calesino, 16 27100 PAVIAVIGEVANO - Via Mulini, 11 27029 VIGEVANOMILANO - “EDELWEISS” Via Perugino, 13/15 20135 MILANOMILANO “FIOR DI ROCCIA”Rep. Cisalpina, 3 20154 MILANO

SCUOLE LOMBARDE DI ALPINISMO,SCI ALPINISMO E ARRAMPICATADELLE GUIDE ALPINEBERGAMOBERGAMO - Via Martiri di Cefalonia, 4BERGAMOBRESCIABRESCIA - Via Pietro da Salò, 164 Salò (Bs)VALLE CAMONICA - Piazza Martiri della Libertà, BRESCIA LECCOCASA DELLE GUIDE VALSASSINA EOROBIE Loc.- Cantaliberti - Introbio (Lc)MILANOPROMONT - Via Sant’Ambrogio, 11Besana Brianza (Mi)SONDRIOORTLES - CEVEDALE - Via al Forte, 14Bormio (So)VAL MASINO E VAL DI MELLOVia Caimi, 16 SONDRIOVALCHIAVENNA - Via Roma, 36Chiavenna (So)

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RIVOLGITI ALLA SEZIONE DEL CLUBALPINO ITALIANO DELLA TUA CITTÀE AVRAI INFORMAZIONI SUI CORSI

CHE SI ORGANIZZANO OPPUREINTERPELLA UNA GUIDA ALPINA…

NON CREDERE CHELA MONTAGNA SIA SEMPRE ALLA

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IL GRUPPO DI LAVORO “SICURI IN MONTAGNA”, DEL SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO,

HA INTESO FORNIRE AI LETTORI DI QUESTOOPUSCOLO LE BASILARI INDICAZIONI PER LA

CONOSCENZA DI QUESTO SPECIFICO ARGOMENTO.TUTTE LE CONSIDERAZIONI, LE ANALISI ED I

CONSIGLI RIPORTATI NON POSSONO SOSTITUIREL’INSEGNAMENTO TRASMESSO DA QUALSIASI

SCUOLA DEL CAI, DI SCI ALPINISMO, DI FONDOESCURSIONISTICO, DELLE GUIDE ALPINE E DELLE

ORGANIZZAZIONI ED ASSOCIAZIONI DI RIFERIMENTO.

www.sicurinmontagna.itPer ulteriori informazioni consulta il sito

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IL GRUPPO DI LAVORO“SICURI IN MONTAGNA”,DEL SOCCORSO ALPINO

E SPELEOLOGICO,HA INTESO FORNIRE AI

LETTORI DI QUESTOOPUSCOLO LE BASILARI

INDICAZIONI PERLA CONOSCENZA DIQUESTO SPECIFICO

ARGOMENTO.

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