Decorazione architettonica romana:dalla regola alle eccezioni

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Conferenza lezione di Marina Milella (http://www.DecArch.it) per il corso di "Principi di linguaggio architettonico", cattedra di Archeologia classica (Patrizio Pensabene, Francesca Caprioli), Sapienza Università di Roma, Facoltà di Lettere, Aula di Archeologia, 5 giugno 2012 (licenziata in CC 3.0 by-sa)

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  • 1. Cattedra di Archeologia classica - Corso: Principi di linguaggio architettonico(Patrizio Pensabene, Francesca Caprioli)Sapienza Universit di Roma, Facolt di Lettere, Aula di Archeologia 5 giugno 2012Decorazione architettonica romana: dalla regola alle eccezioni Marina Milella http://www.decarch.it

2. 1: Introduzione 3. Decorazionearchitettonica 4. Nelle aree archeologiche del mondo romano, nei magazzini, nei giardini dei musei, giacciono migliaia e migliaia di frammentiche una volta appartenevano alla decorazione degli edifici antichi. Studiarli e capirli significa accedere ad una massa enormedi dati, che possono accrescere le nostre conoscenze in molte direzioni.Una strada della ricerca quella che mira a ricostruire levoluzione delle "mode" decorative nel tempo, ma anche nello spazio.Esaminare la forma dei blocchi e le facce non decorate, consente di ricostruire, attraverso le tracce di lavorazione e i fori perperni e grappe, il modo in cui essi si accostavano luno allaltro e dunque larticolazione degli ordini architettonici liberi oapplicati.Un discorso a parte merita lutilizzo delle varie qualit di marmi bianchi e colorati, in alternativa alla pietra locale. Lo studiodella diffusione dei prodotti delle cave imperiali, lutilizzo di marmi rari o costosi - o di marmo in genere quando la lontananzadal mare o da vie di comunicazione navigabili rende pi incisivi i costi di trasporto - contribuisce a definire, in modo analogoalla ceramica, il quadro economico e commerciale di un particolare contesto. Da questo punto di vista possono esserericostruiti i costi anche delle lavorazioni e lorganizzazione delle officine.Spesso, inoltre, la decorazione portatrice di un significato ideologico. Gli elementi figurati compongono nella lorocollocazione allinterno di un edificio o di un complesso monumentale, un vero e proprio "discorso", fatto di elementi simbolici,di cui va ricostruito il significato, carico del messaggio propagandistico del committente. Anche la semplice e talvolta"inconsapevole" scelta di una "moda" decorativa piuttosto che di unaltra, ci permette di indagare comunque la mentalit, lacultura e i gusti del committente e la sua posizione allinterno della societ in cui viveva.Ancora un ulteriore approccio quello che prende in esame il riutilizzo di "pezzi" pi antichi, spesso determinato da unaprecisa scelta di sottolineare la continuit con il passato, e non solo dalla necessit di risparmiare materiali e lavorazioni.Da: Introduzione agli studi sulla decorazione architettonica (sul sito DecArch.it): http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Introduzione 5. I mutamenti del gusto portano cambiamenti nellarticolazione deglielementi architettonici, nel disegno delle modanature e nella loro resa. 6. Nellesempio riportato nella diapositiva precedente, per il coronamento dellarchitrave viene scelto il kyma lesbio trilobatosullarchitrave del foro di Augusto (a sinistra della prima immagine) e lanthemion a tralci obliqui vegetalizzati in quello del forodi Nerva (a destra nella prima immagine). Inoltre, nel foro di Augusto, le fasce dellarchitrave sono pi alte in proporzione allemodanature che le separano, mentre nel foro di Nerva le loro proporzioni diminuiscono.Nella seconda immagine il disegno del kyma lesbio trilobato del foro di Augusto (il primo dallalto), con nastro dellarchettosottile ed elementi interni a foglia lanceolata, viene ripreso nel disegno del kyma lesbio trilobato del foro di Traiano (il terzo inbasso), mentre il kyma lesbio trilobato dal tempio di Venere Genitrice nel foro di Cesare nella sua fase traianea (il secondo alcentro) presenta archetti con nastro pi largo ed elementi vegetali diversi allinterno dellarchetto, ancora nella tradizioneflavia.Tuttavia il kyma lesbio trilobato del foro di Traiano, assomiglia, invece, per la resa, ossia per le modalit e gli esiti con i quali lapietra viene scolpita, al secondo kyma, dal tempio di Venere Genitrice: la concavit del nastro degli archetti, per esempio, resa con una superficie effettivamente curva, invece che, in modo semplificato, con due superfici oblique che si incontrano aV, come nellesempio dal foro di Augusto.Per un approfondimento: M. MILELLA, "La decorazione architettonica del Foro Traiano a Roma", in S. RAMALLO ASENSIO (a cura di), La decoracinarquitectnica en las ciudades romanas de occidente (congresso Cartagena 2003), Murcia 2004, pp. 55-71 (inserita on-line la parte relativa allo stile decorativodel foro di Traiano, alle pagine 66-70: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Note_sullo_stile_decorativo_del_Foro_di_Traiano). 7. Le innovazioni che partono dai centri culturalmente pi avanzati,spesso si trasformano a contatto con le tradizioni e i gusti locali, congrande variet di esiti.I motivi decorativi canonici subiscono variazioni e trasformazioni, fino anon essere pi compresi nella loro struttura organica e ad essereconsiderati liberamente scomponibili e ricomponibili.Atene, Eretteo,V secolo a.C. Hierapolis, teatro, III secolo Roma, foro di Traiano, II secolo d.C. Afrodisia, tempio di Afrodite, V secolo 8. Si tratta di riconoscere non solo i cambiamenti nella struttura tettonica degli elementi architettonici(capitelli, cornici, architravi, ecc.), ma anche le variazioni e le trasformazioni che subiscono i motivi decorativi canonici (lafoglia dacanto, i kymatia ionici e lesbii, ecc.) nel loro disegno e nella loro resa.Unulteriore variante introdotta dagli influssi esercitati da maestranze itineranti o fatte venire appositamente per progettiedilizi di particolare prestigio, per cui spesso levoluzione subisce, a seconda delle localit, dei salti, o degli attardamenti cherendono difficoltoso collocare cronologicamente un manufatto.La ricostruzione di una tale evoluzione non naturalmente fine a se stessa, ma consente di seguire levoluzione del gustonello spazio e nel tempo, in modo parallelo a quanto avviene nella scultura. Luso enormemente diffuso degli stessi motividecorativi, dalla decorazione architettonica dei grandi monumenti pubblici, a quella delle case pi ricche, gi gi fino aglioggetti duso comune, consente inoltre di allargare una tale indagine anche ad altre classi sociali oltre quella dominante.Aver chiara la successione cronologica delle trasformazioni nelle forme decorative allinterno di un preciso contestolocale, pu consentire di arrivare a precisare la datazione di un edificio o di una sua fase per cui manchino altri dati oggettivi.Da: Introduzione agli studi sulla decorazione architettonica (sul sito DecArch.it): http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Introduzione 9. La struttura organica dei motivi decorativi 10. Vitruvio cita solo due modanature, il kyma dorico e quello lesbio, che secondo Wesemberg indicherebbero le modanature lisce(doriche) o decorate (lesbie).Nella decorazione di epoca greca arcaica, i dentelli, presenti nella sottocornice, costituivano un elemento strutturale delletrabeazioni ioniche: al pari dei triglifi delle trabeazioni doriche, rappresentavano le testate delle travi di copertura del tetto.Luso era presente soprattutto in Asia Minore, mentre in Grecia prevaleva luso del fregio continuo, che in origine mascheravale testate delle medesime travi. Solo in seguito dentelli e fregio continuo furono usati insieme, divenendo canonici per latrabeazione ionica diffusa in epoca ellenistica, che pass quindi allarchitettura romana. Progressivamente i dentelli persero laloro originaria funzione strutturale e divennero una modanatura decorata come le altre, con dimensioni proporzionalmentesempre pi ridotte, tanto da poter essere utilizzati anche in funzione di incorniciatura.Il kyma lesbio continuo e trilobato, che decorano profili a gola, derivavano dal motivo di foglie dacqua alternate a foglielanceolate, conosciuto da diversi esempi arcaici. Le foglie dacqua a contorno cuoriforme, potevano presentare i marginirilevati e una nervatura centrale risultante dalla leggera convessit delle superfici delle due met della foglia; le foglielanceolate in secondo piano presentavano in genere una nervatura a spigolo rilevata, quasi lunica parte visibile.Il kyma lesbio continuo deriva pi precisamente dallo spaccarsi della foglia dacqua in due met, per lallargarsi alla base dellafoglia della nervatura centrale rientrante; ciascuna semifoglia si collega per mezzo di una connessione arcuata alla semifogliacontigua, appartenente alla foglia dacqua vicina, formando larchetto del kyma lesbio continuo, che al suo interno conserva lanervatura a spigolo della foglia lanceolata in secondo piano come elemento interno.Il kyma lesbio trilobato deriva dal distaccarsi degli originali margini rilevati dalla parte centrale della foglia: il margine esternodella foglia cos distaccato, a forma di nastro e collegato a quello adiacente della foglia contigua, diviene larchetto del kymalesbio trilobato, mentre la parte centrale della foglia, spaccata alla base della foglia stessa, d origine ad un fiore a due petali,privo di stelo; loriginaria foglia lanceolata in secondo piano diviene anche in questo caso lelemento interno allarchetto.Il kyma ionico, presente sulla modanatura convessa a quarto di cerchio (ovolo liscio) compare sui capitelli ionici di epocaarcaica (tra i pi antichi quelli interni del tempio di Dioniso a Yria nellisola di Naxos, del secondo quarto del VI secolo a.C.).Anche per questa modanatura stata ipotizzata una derivazione dallo stesso motivo, con foglie dacqua a cima arrotondata.In questo caso dal distacco del margine rilevato dal corpo della foglia si genererebbe lo sguscio, mentre la parte centrale dellafoglia darebbe luogo allovulo; tra gli sgusci continuerebbe a rimanere presente la foglia lanceolata con nervatura a spigolo.Da: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Le_modanature#Origine_delle_modanature_decorate_canoniche (con note). 11. Un po di termini tecnicihttp://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Le_modanature 12. Un po di termini tecnicihttp://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Le_modanature 13. Un po di termini tecnicihttp://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Le_modanature 14. 2: Variazioni nel disegno:lorganizzazione delle officine 15. Variazioni nel disegno Roma, foro di Augusto, 2 a.C. 16. Variazioni nel disegno Roma, foro di Augusto, 2 a.C. 17. Variazioni nel disegno Roma, foro di Augusto, 2 a.C. 18. Variazioni nel disegnoRoma, foro di Traiano, 112 d.C. 19. Nel foro di Augusto la resa delle modanature decorate non uniforme, ma cambia a seconda del singolo esecutore.Lesempio pi evidente si trova in un blocco di soffitto cassettonato dellattico dei portici, dove le modanature di incorniciaturadei cassettoni (kyma ionico e kyma lesbio trilobato) hanno non solo una resa, ma anche un disegno leggermente diverso alledue estremit del blocco, ed addirittura possibile cogliere il punto in cui uno scalpellino ha interrotto il lavoro, ripreso poi daun altro operaio. La mancanza di uniformit nel disegno, che ben si coglie anche in altri casi, rivela che il modello scelto, chepure esisteva, doveva essere abbastanza generico da consentire un certo grado di interpretazione personale.Nel foro di Traiano invece le officine hanno acquisito un livello di esperienza e unabilit che consentono una quasi assolutauguaglianza, non solo nel disegno, ma anche nella resa degli elementi decorativi, che si ripetono nei diversi ordini delcomplesso, con solo piccole variazioni di ritmo negli elementi delle modanature decorate, pi allargati, o appena pi stretti.Da: M. MILELLA, "La decorazione architettonica del Foro Traiano a Roma", in S. RAMALLO ASENSIO (a cura di), La decoracin arquitectnica en las ciudadesromanas de occidente (congresso Cartagena 2003), Murcia 2004, pp. 55-71 (inserita on-line la parte relativa allo stile decorativo del foro di Traiano, alle pagine66-70: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Note_sullo_stile_decorativo_del_Foro_di_Traiano). 20. Variazioni nel disegnoRoma, arco di Costantino, 315 d.C. 21. La variazione del disegno si ripresenta, in modo pi accentuato in epoca successiva.Sugli archivolti dellarco di Costantino, la scelta delle modanature decorate diversa sulle due facciate: sul lato sud ilcoronamento costituito da un kyma lesbio trilobato sormontato da uno spesso listello, mentre sul lato nord presenta uncavetto con un kyma lesbio continuo vegetalizzato e rovesciato, rassomigliante dunque ad un kyma di foglie.Il kyma lesbio trilobato del lato sud caratterizzato dalla disarticolazione dei tradizionali elementi costitutivi della modanatura(come si dir meglio in seguito). Il motivo presenta inoltre numerose varianti, sia nel disegno degli elementi, sia nella resa, chetende comunque a privilegiare il disegno grafico dei solchi che separano gli elemento e delle scanalature che li percorrono.Il kyma lesbio continuo del lato nord si presenta ancora meno uniforme, con numerose varianti tipologiche degli elementi chelo compongono. In particolare i blocchi a sinistra della chiave darco e il primo dei blocchi a destra presentano come elementointerno agli archetti una foglia lanceolata, mentre gli altri blocchi adottano motivi diversi. Anche il contorno interno degli archettipresenta una resa differenziata: fogliette spinose a sezione angolare, ovvero fogliette lanceolate, con punta ovale, in generepi piccole e pi ravvicinate, distinte da forellini di trapano. La resa nuovamente assume caratteristiche quasi grafiche, pur nelvolume massiccio degli elementi.Sempre sul lato nord, inoltre, la larghezza dei singoli archetti varia anche allinterno dello stesso blocco. In particolare sucinque dei blocchi a destra della chiave darco, la larghezza aumenta progressivamente verso destra e soprattutto considerevolmente allargata la met dellarchetto allestremit destra del blocco, in modo che la giunzione tra i blocchicapitasse esattamente tra due archetti contigui.La mancanza di uniformit nel disegno e nella resa ci fornisce utili indicazioni sulle modalit di lavoro delle officinecostantiniane. evidente che agli scalpellini viene lasciata una libert molto maggiore e che non sono pi obbligati a copiareesattamente un modello appositamente realizzato: ci si aspetta che le officine, in base alla loro esperienza, siano in grado discolpire la modanatura decorata richiesta e non si attribuisce importanza alla resa, pi o meno precisa, pi o meno omogeneadegli elementi.Da: M. MILELLA, "La decorazione architettonica di eta costantiana sullArco di Costantino: larchivolto del fornice centrale", in P.PENSABENE, C. PANELLA (acura di), Arco di Costantino tra archeologia e archeometria (Studia Archaeologica 100), Roma 1998, pp.101-115. 22. Variazioni nel disegnoArles, teatro romano, 12 a.C. 23. Ritornando allepoca augustea, questa variabilit nel disegno di una modanatura nellambito di una stessa partizionearchitettonica si ritrova un po dappertutto nelle realizzazioni dellepoca: qui si propone lesempio della cornice del teatro diArles (di cui si conserva un blocco nel museo, mentre numerosi altri sono custoditi nel lapidario del teatro). 24. Variazioni nel disegnoRoma, tempio di Apollo in Circo, 34-10 a.C.Roma, tempio dei Cstori, 6 d.C. Roma, basilica Emilia, 14 a.C.Roma, tempio di Marte Ultore, 2 a.C. 25. Lepoca augustea vede il fissarsi del modello canonico della decorazione architettonica imperiale, che si definisce nel foro diAugusto, ma anche caratterizzata nei numerosi monumenti precedenti da una vivace sperimentazione di forme e modelliripresi dalle diverse tradizioni decorative disponibili (ellenistica, attica, microasiatica, italica) e anche da nuovi motivi, ispirati avolte da motivi propagandistici (come i petali del fiore del kyma lesbio trilobato trasformati in foglie dalloro, pianta sacra adApollo, nel tempio di Apollo in Circo, oppure in foglie di quercia, nel tempio di Marte Ultore).Per approfondire vedi:D.E. STRONG, J.B. WARD PERKINS, "The Templeof Castor in the Forum Romanum", in BritishSchool at Rome. Papers, 30, 1962, 1-30(sintetizzato qui: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=The_Temple_of_Castor_in_the_Forum_Romanum);A. VISCOGLIOSI, "Il tempio di Apollo "in Circo" e la formazione del linguaggio architettonico augusteo, Roma, 1996(sintetizzato qui: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Il_tempio_di_Apollo_%22in_Circo%22_e_la_formazione_del_linguaggio_architettonico_augusteo). 26. 3: Trasformazioni nel tempoe nello spazio 27. Trasformazioni 28. Le variazioni nel disegno e nella resa delle modanature decorate sono esemplificate da questa serie di kymatia ionici damonumenti di committenza imperiale a Roma e dintorni (seguendo la linea rossa: cornice del foro di Augusto, capitellocorinzieggiante dalla villa di Agrippina sul Gianicolo, cornice della fase domizianea dei palazzi imperiali sul Palatino, cornicedel foro di Traiano, capitello ionico delle Grandi terme di villa Adriana, cornice del tempio di Antonino e Faustina, cornicidellarco di Settimio Severo e del cosiddetto arco degli Argentari, cornice della basilica di Massenzio).Levoluzione nel tempo non un processo lineare e continuo, ma procede spesso per salti, anche in dipendenza di periodicaratterizzati da grandi interventi edilizi imperiali, e accoglie influssi di diversa provenienza in vari momenti.Nelle quattro diapositive successive alcuni esempi possono dare lidea delle trasformazioni nel disegno e nella resa del kymaionico, dellastragalo e dei dentelli tra lepoca augustea e lepoca flavia. 29. Atene, Eretteo,Vsecolo a.C.TrasformazioniRodi, epoca ellenistica Arco di Augusto nel Foro romano, 19 a.C. Sardi, Artemision, II secolo a.C.Tempio di Apollo in Circo, 10 a.C.Foro di Augusto, 2 a.C. Roma, epoca augustea 30. Foro di Augusto, 2 a.C.Trasformazioni Villa di Agrippina (?), Arco di Tito, 81-90 d.C.epoca giulio-claudiaArco di Claudio (?)52 d.C.Palazzo di Domizianosul Palatino,82-91 d.C.Foro di Nerva, 98 d.C.Cornice dei Trofei FarneseRoma, epocaflavia 31. TrasformazioniForo di Augusto, 2 a.C. Fregio-architrave dei Trofei FarneseRoma, epocaflavia 32. Tempio di Apollo Palatino, Tempio di Apollo in CircoTrasformazioni28 a.C.34-10 a.C.Foro di Augusto,2 a.C. Palazzo di Domiziano sul Palatino,82-91 d.C.Foro di Nerva, 98 d.C.Roma, epocaflavia 33. TrasformazioniTempio di Roma eAugusto, Ostia,14-37 d.C.Arco di Tito, 81-90 d.C. Roma, epocaflavia 34. In epoca flaviale officine impegnate nei grandi cantieri imperiali furono caratterizzate dalla ripresa di una ricerca di effettidecorativi basati sullesuberanza dellornato, dispiegato su tutte le superfici di fregi e cornici, e su un accentuato chiaroscuro.Predominano motivi decorativi pi ricchi, gi utilizzati in epoca giulio-claudia, ma divenuti ora predominanti, come il kyma difoglie acantizzanti, lanthemion con tralci intermittenti vegetalizzati, il kyma lesbio continuo vegetalizzato (ossia con il contornointerno dellarchetto frastagliato in fogliette) e il kyma ionico con freccette tra gli sgusci, in alcuni casi anchesso con elementivegetalizzati. Nei capitelli vengono sempre pi spesso inseriti motivi figurati.Per gli elementi della trabeazione si pu distinguere una tendenza stilistica pi classicista, esemplificata dalle cornici deltempio di Vespasiano e dellarco di Tito. Vi vengono introdotti motivi decorativi come un anthemion particolarmente ricco sullasima o sulla corona, nel quale la vegetalizzazione dei tralci intermittenti accentua leffetto chiaroscurale, o un kyma di foglie(Blattkymation); nel kyma ionico gli ovuli nei loro sgusci sono separati da un elemento a forma di freccetta.Laltra tendenza, pi corrente, che si ritrova anche nei capitelli, caratterizzata dalla perdita delle proporzioni gerarchiche trale diverse modanature o tra gli elementi decorativi: nellanthemion, ad esempio i tralci vegetalizzati assumono la medesimaimportanza dei calici che da essi nascono: leffetto unaccentuazione ancora maggiore degli effetti chiaroscurali e dellhorrorvacui.Il kyma lesbio continuo vegetalizzato, comparso gi in epoca augustea, ricorre di frequente, rovesciato, come decorazionedella sima, o come incorniciatura dei cassettoni, o come modanatura di separazione tra le fasce dellarchitrave. I dentelli, apartire dallepoca di Vespasiano, sono separati dal cosiddetto "motivo a occhiali" al posto della sbarretta. Soprattutto nellaproduzione pi corrente, ma anche in generale, si manifesta la tendenza a ridurre le dimensioni dei dentelli, che in epocaaugustea sono invece pi grandi rispetto alle altre modanature della sottocornice, a ridurre laltezza della sopracornice rispettoalla sottocornice e a diminuirne la sporgenza, con un accorciamento della lunghezza delle mensole. Vengono ancora introdottimotivi come il can corrente (o onda continua), in particolare sulle corone, o le fusarole dellastragalo nella forma detta "acappelletto".Nelle due diapositive successive esempi di anthemia, di kymatia di foglie e di kymatia lesbi continui vegetalizzati da varimonumenti flavi.Dalla sintesi presente in DecArch.it su: P. PENSABENE, F. CAPRIOLI, "La decorazione architettonica det flavia", in F. COARELLI (a cura di), DivusVespasianus. Il bimillenario dei Flavi (catalogo mostra Roma), Milano 2009, 110-115(http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Divus_Vespasianus#La_decorazione_architettonica) 35. Atene, EretteoVarianti decorativeV secolo a.C.Palazzo di Domizianosul Palatino,82-91 d.C.Foro di Nerva, 98 d.C.Tempio diVespasiano,79-87 d.C. Roma, epoca flavia 36. Foro di Augusto, 2 a.C.Varianti decorativeFregio-architrave dei Trofei Farnese Tempio di Vespasiano,79-87 d.C. Arco di Tito, 81-90 d.C. Foro di Nerva, 98 d.C.Cornice dei Trofei FarneseRoma, epoca flavia 37. Varianti decorative Tempio della Concordia, 10 d.C.Foro di Augusto, 2 a.C.Roma, epoca augustea 38. Lintroduzione di una vegetalizzazione degli elementi costitutivi delle modanature decorate si ritrova anche in epocheprecedenti, sebbene non in modo cos massiccio. In particolare gli ordini che decorano gli interni della cella dei templi di epocaaugustea sono spesso caratterizzati da un arricchimento decorativo, con capitelli figurati e basi con modanature decorate.Nellesempio della foto un astragalo sulla base dal tempio della Concordia, nel quale le fusarole sono trasformate in duepiccoli calici fogliacei. 39. Varianti decorativeVilla Torlonia, Falsi ruderi Antiquarium del Celio 40. Nel parco di villa Torlonia si trova unarchitettura decorativa che imita una finta rovina romana, i cosiddetti "Falsi ruderi", volutidal principe Alessandro Torlonia, che affid nel 1832 allarchitetto Giovan Battista Caretti la prosecuzione dellabbellimento delparco.Sulla struttura presente una cornice con mensole in marmo, evidentemente antica e probabilmente databile allepocaflavia.Il kyma lesbio trilobato che conclude inferiormente nel modanature presenta archetti vegetalizzati (il nastro si trasforma in uncaulicolo da cui nasce un calice con due piccole foglie acantizzanti di profilo), mentre il fiore tra gli archetti presenta petalifrastagliati e gli elementi interni sono costituiti da diversi motivi pendenti, tra cui si riconoscono calici di forma diversa e unapalmetta aperta.Questa vegetalizzazione del kyma lesbio trilobatoinduce ad interessanti considerazioni. Un motivo molto similesi trova sulcoronamento di un architrave conservato nel giardino dellantiquarium del Celio. In questo altro esempio il nastro dellarchettod origine ad un calice a due foglie acantizzanti di profilo; tuttavia dal calice stesso spunta inferiormente la continuazione delnastro, che nella cornice di Villa Torlonia invece manca, e inoltre non sembrano trovarsi palmette tra gli elementi internipendenti. Il fiore intermedio, maggiormente conservato, presenta quattro petali costituiti da sottili foglie frastagliate di profilo econ la cima capricciosamente incurvata.La presenza di una simile innovazione nel disegno del motivo e la resa simile potrebbero far pensare ad una medesimaofficina (se non ad un medesimo monumento di provenienza di entrambi i blocchi)Larchitrave del Celio presenta una vegetalizzazione anche sul sottostante astragalo: qui le perline sono ricoperte da duepiccoli calici contrapposti, separati da una fila di minuscole perline, e con fusarole a cappelletto trasformate in calicetti consepali dalle cime rovesciate. Questo arricchimento decorativo, che si dispiega sulla superficie delle perline sembra dellostesso genere di quello riscontrabile sugli ovuli del kyma ionico della cornice del tempio di Vespasiano (che compare nelladiapositiva seguente).Da: M. MILELLA, "Considerazioni preliminari su una cornice reimpiegata nei "Falsi ruderi" di Villa Torlonia", sul sito web DecArch.it, 9 luglio 2011(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Cornice_di_Villa_Torlonia). 41. Varianti decorativeTempio di Vespasiano, 79-87 d.C. 42. Varianti decorativePannello presso la basilica Emilia, epoca flavia 43. Altri esempi di vegetalizzazione di motivi, che restano tuttavia degli unicum, sono ad esempio il kyma ionico inferiore dellacornice del tempio di Vespasiano, in cui lo sguscio trasformato in una foglia dacanto e la superficie dellovulo scolpita abasso rilievo con una decorazione vegetale con girali e calici pendenti.Un rilievo con decorazione vegetale conservato presso la basilica Emilia presenta nellincorniciatura, oltre ad un can corrente(od onda continua) che occupa persino il listello pi esterno, un motivo che deriva forse dalla fusione di un anthemion con unkyma ionico e che comunque manifesta ancora la medesima tendenza delle realizzazioni flavie allarricchimento decorativo. 44. Resa Tempio di Venere Genitrice, 112 d.C. 45. ResaTempio di VenereGenitrice, 112 d.C. Foro di Nerva, 98 d.C. 46. Tra le caratteristiche dello stile decorativo flavio va sottolineata, soprattutto negli esemplari pi raffinati delle grandi officineurbane, ma presente in minor misura in tutte le decorazioni dellepoca, una resa caratterizzata da unaccentuatasottolavorazione.Questa sottolavorazione si manifesta nei singoli elementi delle modanature decorate o delle decorazioni vegetali, che risultanolavorati a volte quasi a giorno, collegati allo sfondo solo da tratti sottili di marmo, e si estende inoltre allinsieme dellemodanature, nelle quali gli spazi incavatitra gli elementi della decorazione si sviluppano in profondit ben al di sotto dellamodanatura soprastante.La caratteristica spesso oggi percepibile nella differenza tra tratti ben conservati delle modanature e tratti pi rovinati, doveoggi diventata visibile la superficie dello sfondo, in origine nascosta al di sotto degli elementi della decorazione andatiperduti.Leffetto era quello di aumentare il contrasto chiaroscurale, evidenziando le decorazioni e la loro ricchezza e negli esempi pitardi (foro di Nerva e rifacimento traianeo del tempio di Venere Genitrice nel foro di Cesare, ancora in stile flavio) ledecorazioni raggiungono una raffinatezza quasi virtuosistica, che si accompagna ad una fine modulazione delle superficiscolpite.Questa resa chiaroscurale, sar semplificata nella successiva evoluzione dello stile e in particolare nelle riprese dei restauriseveriani, attraverso luso di solchi di trapano, ma senza la sottolavorazione tipica di questepoca.Da: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Divus_Vespasianus#La_decorazione_architettonica. 47. Trasformazioni Roma, epoca traianea 48. Nel foro di Traiano la ripresa dal foro di Augusto non si limita ai partiti architettonici, ma voluta ed evidente anche nello stile decorativo esi manifesta chiaramente nella successione delle modanature e nelle loro reciproche proporzioni. Gli esempi degli architravi del foro diAugusto (probabilmente dai portici della piazza), delle "Colonnacce" del foro di Nerva e della peristasi del tempio di Venere Genitrice nelforo di Cesare (nel suo rifacimento traianeo, contemporaneo al foro di Traiano), mostrano con evidenza questa programmatica ripresa delmodello augusteo.Larchitrave del foro di Nerva pienamente inserito nello stile decorativo flavio, caratterizzato dal gusto per una ricca decorazionevegetale e per un chiaroscuro accentuato, che determina da un lato la scelta dei motivi decorativi (quali lanthemion del coronamento alposto del kyma lesbio trilobato dellesempio augusteo, e il kyma lesbio continuo vegetalizzato, che divide le due fasce superiori,) edallaltro le proporzioni accresciute delle modanature di separazione rispetto alla superficie liscia delle fasce.Lesempio del tempio di Venere Genitrice, opera probabilmente della medesima officina che aveva lavorato nel foro di Nerva, mostra giuna spontanea tendenza a ritornare a forme pi stilizzate, come mostra il particolare del kyma lesbio continuo, non pi vegetalizzato, traprima e seconda fascia dellarchitrave; inoltre le fasce stesse sono di nuovo proporzionalmente di maggiore ampiezza, e la strutturatettonica dellarchitrave ritornavisibile intal modoconmaggiore evidenza.Nel foro di Traiano, a questa spontanea tendenza stilistica, si sovrappone la scelta dellarchitetto, secondo le probabili indicazioni delcommittente: la successione delle modanature e le loro reciproche proporzioni sono di nuovo le stesse che nel foro di Augusto. Persino ildisegno degli elementi delle modanature decorate copiato dal modello augusteo.Tuttavia un esame pi ravvicinato mostra che la resa di questi stessi motivi decorativi invece prodotto degli stessi scalpellini, e che lalinea evolutiva non si affatto interrotta. Cos nel foro di Traiano gli archetti del kyma lesbio trilobato, come quelli del foro diAugusto, sono di forma pi stretta e con il nastro pi sottile che nel tempio di Venere Genitrice, ma, come invece in questultimo, glielementi sono accuratamente sottolavorati per un maggior effetto chiaroscurale, e il nastro degli archetti raffinatamente concavo, inveceche intagliato in modo pi sbrigativo con una sezione a V; il fiore a tulipano che si trova tra gli archetti ha la superficie dei petali percorsada impalpabili nervature sporgenti e la foglietta lanceolata, che di nuovo compare come elemento interno agli archetti, presenta superficidelicatamente modulate, che quasi naturalmente si incontrano in una nervatura centrale a spigolo appena percettibile.Le notevoli capacit tecniche acquisite nel corso di un secolo dagli scalpellini, permettono di corrispondere nel modo migliore alleesigenze del committente, proprio perch queste vanno nella medesima direzione della spontanea evoluzione stilistica, come sievidenzia dal confronto tra gli anthemia di coronamento degli architravi nel foro di Nerva e nel tempio di Venere Genitrice.Siamo al culmine di unevoluzione che ha visto, in et flavia, il chiaro e razionale disegno dei motivi e dei loro elementi costitutivi perderela rigidit che ancora resta nelle realizzazioni augustee, scomparendo per sotto un confuso ammasso di forme naturalistiche. Nel foro diTraiano emerge di nuovo una chiara definizione delle linee del disegno, senza che si perda la ricca e chiaroscurata articolazione plasticadelle superfici, che lo vivificano in un perfetto equilibrio, a rappresentare forse il punto pi alto dellarte decorativa urbana di Roma.Da: M. MILELLA, "La decorazione architettonica del Foro Traiano a Roma", in S. RAMALLO ASENSIO (a cura di), La decoracin arquitectnica en las ciudadesromanas de occidente (congresso Cartagena 2003), Murcia 2004, pp. 55-71(http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Note_sullo_stile_decorativo_del_Foro_di_Traiano). 49. Trasformazioni Foro di Traiano, 112 d.C. Roma, epoca traianea 50. Tuttavia nel foro di Traiano, alcune modanature minori mostrano ancora disegni differenziati per le modanature canoniche,spesso caratterizzati da una maggiore vicinanza ai precedenti flavi: nellesempio della fotografia il coronamento diunincorniciatura di porta mostra ancora nel kyma ionico la presenza della freccetta intermedia, in luogo della lancetta.Nel foro di Traiano la consapevole rottura con lo stile precedente si realizz in modo incompleto, con molte decorazionimodificate che mantenevano i segni caratteristici del periodo precedente. Giocarono in questo un ruolo decisivo le tradizioniartigianali: lo stile decorativo classicistico, cos ampiamente impiegato, non aveva bandito dal foro di Traiano tutti i motivi e i .modelli flavi.Per un approfondimento: M. MILELLA, "La decorazione architettonica del Foro Traiano a Roma", in S. RAMALLO ASENSIO (a cura di), La decoracinarquitectnica en las ciudades romanas de occidente (congresso Cartagena 2003), Murcia 2004, pp. 55-71(inserita on-line la parte relativa allo stile decorativo del foro di Traiano, alle pagine 66-70:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Note_sullo_stile_decorativo_del_Foro_di_Traiano).Il secondo testo tratto da C. LEON, Die Bauornamentik des Trajansforum und ihre Stellung in der frh-und mittelkaiserzeitlichen Architekturdekoration Rom,Wien-Kln-Gratz 1971, 236-243(sintesi on line: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=La_decorazione_architettonica_di_Roma_nella_prima_e_media_et_imperiale) 51. TrasformazioniPantheon, 118-128 d.C Basilica di Nettuno, 118-128 d.C. Roma, epocaadrianea 52. TrasformazioniForo di Traiano, 112 d.C. Capitolium di Ostia antica, 120 d.C. Roma, epocaadrianea 53. La vera e propria citazione augustea presente nella decorazione architettonica del foro di Traiano fu tuttavia modificata inmodo determinante ad opera di artigiani meno esperti, che subentrarono ai precedenti. Il Pantheon e la basilica di Nettuno siinseriscono ancora direttamente nella tradizione del foro di Traiano e vanno inoltre attribuiti alle medesime maestranze. Ginella basilica di Nettuno, tuttavia, si ripropose il kyma a foglie rovesce [Hngeblattkyma].Ad Ostia e a Tivoli si sono conservate testimonianze del primo periodo adrianeo, con diffuse ripercussioni del nuovo stiledecorativo traianeo, sebbene si possano riconoscervi maestranze formatesi nel periodo flavio e sebbene lo stile delladecorazione conservi una intensa enfasi.Per approfondire: C. LEON, Die Bauornamentik des Trajansforum und ihre Stellung in der frh-und mittelkaiserzeitlichen Architekturdekoration Rom, Wien-Kln-Gratz 1971, 236-243 (vedi sintesi on-line:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=La_decorazione_architettonica_di_Roma_nella_prima_e_media_et%C3%A0_imperiale ). 54. Traianeum di Pergamo,114-130 d.C. 55. Tra il I secolo a.C. e il I d.C., a causa della situazione politica ed economica, lAsia Minore aveva presentato una nettadiminuzione dellattivit edilizia, sia per numero che per qualit, con forme decorative che ripetevano i modelli tradizionalisemplificandoli nella resa in modo meccanico e stanco. Nello stesso periodo a Roma si era avuta la nascita dello stiledecorativo urbano e il suo sviluppo dal preciso eclettismo di epoca augustea alle forme barocche e riccamente plastiche evegetalizzate della decorazione flavia, fino al ritorno traianeo alla classicit, che non rinnegava per completamente lereditplastica dello stile flavio. In Asia Minore non giunse alcun eco di queste trasformazioni e in et flavia regnavano ancora modidecorativi vecchi, che si basavano interamente su effetti ottici di superficie.Le innovazioni occidentali penetrarono in Asia Minore solo con la costruzione della biblioteca di Celso ad Efeso, tra il 113 e il117. Si tratta di un monumento di committenza e autorappresentazione privata, eretto da una delle famiglie che avevanoraggiunto il rango consolare a Roma e che dovevano conoscere le innovazioni architettoniche della capitale imperiale e cheforse condussero ad Efeso architetto e scalpellini. La concezione architettonica e la sintassi della decorazione sonoessenzialmente nella tradizione locale, ma compaiono per la prima volta in Asia Minore alcuni motivi di origine urbana daRoma e la resa inoltre diventa efficacemente plastica. Pi che il modello del nuovissimo foro di Traiano si segu la ricchezzadecorativa del barocco tardo-flavio. Queste nuove modalit fecero scuola, ad esempio nel piccolo tempio di Adriano, sempread Efeso.A Pergamo, fino al secondo decennio del II secolo la situazione era stata la medesima, con una decorazione architettonicache stagnava nel provincialismo. Si citano il ginnasio superiore della citt, ricostruito in questi anni con una decorazioneconvenzionale, sebbene il committente fosse anchegli console a Roma. La situazione cambi con la costruzione delTraianeum: la sintassi della decorazione di tipo microasiatico, ma la resa dei singoli motivi riprende motivi urbani di Roma,con forme nettamente plastiche. La ripresa di motivi urbani pi evidente in questo monumento pubblico di culto imperiale,rispetto a quello di privata autorappresentazione della biblioteca di Celso.Per approfondire: V. M. STROCKA, "Wechselwirkungen der stadtrmischen und kleinasiatischen Architektur unter Trajan und Hadrian", in Istanbuler Mitteilungen(Deutsches Archologisches Institut, Abteilung Istanbul), 38, 1988, 291-307(vedi sintesi on-line: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Architettura_e_decorazione_in_Asia_Minore_sotto_Traiano_e_Adriano). 56. TrasformazioniBasilica diNettuno,118-128 d.C.Traianeum diTempio di Venere e Roma Pergamo,121-135 d.C.114-130 d.C. Roma, epocaadrianea 57. TrasformazioniBasilica diNettuno,118-128 d.C.Traianeum diPergamo,114-130 d.C.Portico deltempiodi Adriano,145 d.C. Roma, epocaadrianea 58. Trasformazioni Basilica di Nettuno, 118-128 d.C. Traianeum di Pergamo, 114-130 d.C.Mausoleo di Adriano,125-139 d.C.Roma, epocaadrianeaCapitolium di Ostia antica, 120 d.C. 59. Sempre in et adrianea compare per anche uno stile completamente diverso, testimoniato dal tempio di Venere e Roma, daltempio di Adriano e dal mausoleo di Adriano.Molti elementi della decorazione tardo-adrianea sono estranei alla tradizione del I secolo d.C.: nella cornice una modanaturaad ovolo a dividere sima e corona; le mensole sono parallelepipede e suddivise in fasce, coronate nuovamente da unamodanatura ad ovolo e non occupano lintera sporgenza del soffitto; il fregio a profilo convesso (il primo esempio comparenel tempio di Adriano); l architrave ha solo due fasce e il suo coronamento si articola in due o tre modanature diversamentecombinate. Le decorazioni delle modanature sono inoltre meno variate e lavorate con minore finezza.I confronti per questo stile decorativo si trovano in Grecia e in Asia Minore. In Grecia in questo periodo si ripete la tradizione diorigine romana, mentre solo in Asia Minore si era sviluppato uno stile indipendente, che deriva da precedenti gi di epocaellenistica.In particolare si pu riconoscere una strettissima somiglianza tra il Traianeum di Pergamo e il tempio di Venere e Roma, cherende probabile la loro progettazione da parte di un medesimo architetto: questi, dopo la caduta in disgrazia di Apollodorodovette trasferirsi a Roma portandosi dietro le proprie maestranze.Per approfondire: D. E. STRONG, "Late Hadrianic Architectural Ornament in Rome", in British School at Rome. Papers, 21, 1953, 118-151.(vedi sintesi on-line: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Late_Hadrianic_Architectural_Ornament_in_Rome). 60. Asia MinoreBiblioteca di Celso a Efeso,114-121 d.C. Capitolium di Ostia antica, 120 d.C. 61. Santuario di Afrodite ad Afrodisia, et adrianea?Asia Minore Capitolium di Ostia antica, 120 d.C. 62. Nellarchitrave del mausoleo di Adriano presente come motivo di separazione tra le fasce un kyma lesbio trilobato chemostra una caratteristica tipica della decorazione microasiatica: tratti di nastro aggiuntivi che affiancano lelemento interno afoglia lanceolata.Le due diapositive successive mostrano altri esempi del kyma lesbio trilobato microasiatico: nella biblioteca di Celso ad Efesoe nelle cornici conservate nellarea del tempio di Afrodite ad Afrodisia, probabilmente di epoche diverse tra loro. 63. Tempio di AntoninoTrasformazioni e Faustina, 141 d.C. Roma, epoca antonina 64. Trasformazioni Cornice reimpiegata sullarco di Costantino (et antonina?) Roma, epoca antonina 65. Tempio di AntoninoTrasformazionie Faustina, 141 d.C.Canosa, tempio di Giove Toro, epoca di Antonino PioEpoca antonina 66. In epoca antonina si mescolano le diverse tradizioni precedenti (lo stile pi classicistico augusteo e traianeo, e quello flavio,pi esuberante), con laggiunta degli influssi microasiatici. Si tratta di un patrimonio di modelli che possono venire ripresi emescolati con esiti diversi.La trabeazione del tempio di Antonino e Faustina adotta in generale lo stile pi sobrio, ma presenta la corona decorata elintroduzione di un motivo vegetale particolare come modanatura inferiore della cornice, mentre larchitrave a due fascecome negli esempi microasiatici.La cornice reimpiegata nellarco di Costantino riprende invece modalit flavie, ma con il ritorno di modanature menovegetalizzate nel kyma che incornicia le mensole e nel kyma lesbio trilobato alla sua base.Infine una cornice nellarea del tempio di Giove Toro a Canosa, attribuito allepoca antonina, presenta alcuni elementimicroasiatici, come la sima decorata con anthemion e i tratti di nastro aggiuntivi negli archetti del kyma lesbio trilobato,insieme alla vegetalizzazione del medesimo anthemion e ad un suo disegno irrigidito e contratto, che potrebbe essereattribuito a maestranze locali.Il patrimonio monumentale finora noto attesta perci che levoluzione dello stile e dei motivi procedette in modo lineare fino altardo periodo flavio. Solo a partire dal periodo traianeo, e soprattutto per il foro di Traiano, si introdusse un bipolarismo nellostile decorativo romano: da questo momento in poi fu possibile scegliere tra due stili, luno contrapposto allaltro, uno pivegetale, che si riallacciava ai motivi decorativi del periodo flavio, e laltro pi classicistico, vincolato a decorazioni di tipostilizzato. Con lintroduzione di motivi decorativi provenienti dallAsia Minore, negli anni trenta del II secolo d.C., subentrunulteriore modalit stilistica. Tutti i motivi, per la seconda volta nella storia dellarchitettura di Roma, furono utilizzaticontemporaneamente, e non sono collocati neppure in una lineare successione temporale luno rispetto allaltro, ma alcontrario rappresentano modalit artistiche ben definite, con le quali si predispone pienamente e in una gi evoluta coscienza"rinascimentale" la ripresa di uno stile decorativo classicistico piuttosto che flavio: questa scelta dipende da un corrispondenteatteggiamento intellettuale.Il secondo testo tratto da C. LEON, Die Bauornamentik des Trajansforum und ihre Stellung in der frh-und mittelkaiserzeitlichen Architekturdekoration Rom,Wien-Kln-Gratz 1971, 236-243(sintesi on line: http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=La_decorazione_architettonica_di_Roma_nella_prima_e_media_et_imperiale) 67. Trasformazioni Arco di Settimio Severo 202-203 d.C. Roma, epoca severiana 68. Arco degli ArgentariTrasformazioni 204 d.C. Arco di Settimio Severo 202-203 d.C. Roma, epoca severiana 69. Trasformazioni Cornice dei Trofei Farnese, epoca flaviaArco degli Argentari204 d.C. Foro di Nerva, 98 d.C.Roma, epoca severiana 70. Trasformazioni Cornice dei Trofei Farnese, epoca flavia Arco di Settimio Severo, 202-203 d.C.Roma, epoca severiana 71. Nellet di Settimio Severo si assiste ad una ripresa dellattivit edilizia, ma la decorazione architettonica segue stili diversi traloro.Nellarco di Settimio Severo, monumento statale ufficiale eretto nel centro della citt, solo la sintassi delle modanature segueancora la tradizione classica, mentre la rappresentazione plastica delle forme decorative ormai radicalmente diversa. Ledivisioni tra gli elementi che compongono una modanatura decorata sono infatti sommarie, disegnate con il trapano, e glielementi stessi sono pi massicci; si ritorna alluso di profondi spazi tra i singoli motivi decorativi, che fanno perdere allinsiemedi unit e di pienezza naturalistica, in modo sostanzialmente anticlassico, quando invece in etflavia lapprofondimento dellosfondo serviva a sottolineare la decorazione e non tendeva ad assumere un valore autonomo. Non si pu parlare per ladecorazione severiana di "rinascenza flavia", poich, come gi detto, la sintassi ancora quella di et adrianea e mancano lefrequenti vegetalizzazioni dei motivi.Una diversa officina esegue le decorazioni del cosiddetto arco degli Argentari, sebbene alcuni motivi si ritrovino in entrambi imonumenti: le differenze si riscontrano nella partizione della trabeazione e nella funzione delle modanature decorate. Siavverte una generale mancanza di nettezza e di armonia classica, soprattutto nelle proporzioni delle modanature, e laccentoviene posto sulle qualit decorative. Ci ricorda la decorazione interna del Palatino, dove laffollarsi degli ornamenti sovrasta erende quasi illegibile la partizione funzionale: si pu parlare in questo caso di "rinascenza flavia", ma la decorazione dipendeanche dallinflusso dellarte plebea e dallo stile "di genere" delle piccole trabeazioni di interni, usato infatti in un monumento dicarattere non ufficiale.Il confronto con le medesime modanature di epoca flavia evidenzia in entrambi i casi la differenza di resa, nonostante laripresa del medesimo disegno.Il primo testo da S. NEU, Rmische Ornament. Stadtrmische Marmorgeblke aus der Zeit von Septimius Severus bis Kostantin, Csfeld 1972(sintesi on line:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=R%C3%B6mische_Ornament._Stadtr%C3%B6mische_Marmorgeb%C3%A4lke_aus_der_Zeit_von_Septimius_Severus_bis_Kostantin) 72. Trasformazioni Terme di Caracalla, 212-217 d.C.Roma, epoca severiana 73. Terme alessandrine, 227-229 d.C.TrasformazioniTerme di Caracalla,212-217 d.C.Roma, epoca severiana 74. Motivi delle decorazioni del Palatino si ritrovano nelle terme di Caracalla: qui la realizzazione tuttavia pi plastica e precisa esi avvicina maggiormente alla classicit dellarte ufficiale, pur con qualche licenza nellordinamento dei motivi.Monumenti non ufficiali ci permettono di seguire lo sviluppo della decorazione di stile "plebeo", derivata dallarco degliArgentari, che mostra una sempre maggiore vivacit ed un progressivo indebolimento della funzione tettonica delle partidecorative: la decorazione arriva ad occupare i dentelli e le fasce dellarchitrave.La tendenza classicistica, rappresentata sullarco di Settimio Severo, arriva al suo punto finale con le terme di AlessandroSevero: ormai lo stile delle piccole trabeazioni di interni ha invaso anche i monumenti ufficiali, come mostra la decorazione deidentelli sulla cornice di SantEustachio. I monumenti ufficiali continuano a mostrare una migliore qualit formale, ma losviluppo ormai chiaramente in direzione dellarte "plebea"Nella cornice delle terme di Caracalla presente inoltre un nuovo motivo, che si diffonde anche in altri esempi contemporanei,e che rappresenta probabilmente una fusione tra un kyma lesbio continuo e un anthemion.Il primo testo ripreso da S. NEU, Rmische Ornament. Stadtrmische Marmorgeblke aus der Zeit von Septimius Severus bis Kostantin, Csfeld 1972 (sintesion line:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=R%C3%B6mische_Ornament._Stadtr%C3%B6mische_Marmorgeb%C3%A4lke_aus_der_Zeit_von_Septimius_Severus_bis_Kostantin) 75. Asia Minore Arco di Settimio Severo202-203 d.C.Teatro di Hierapolis,206-212 d.C. 76. Asia Minore Teatro di Hierapolis,206-212 d.C. 77. La decorazione architettonica della scena del teatro di Hierapolis, di epoca severiana, si distingue per la grande variet deimotivi decorativi, che evita le ripetizioni monotone nelle diverse partizioni architettoniche.I portali della scena sono caratterizzati da un horror vacui che annulla la loro struttura tettonica, annullando le differenze tra leparti costitutive e le modanature di separazione. In tutta la decorazione si nota la perdita della coerenza nei rapportiproporzionali tra le parti e il ricorso agli effetti chiaroscurali che semplificano la resa plastica: si tratta di un fenomeno che simanifesta in tutta la decorazione microasiatica tra let antonina e quella severiana.Cos negli architravi la preponderanza del coronamento e la rilevanza proporzionale data alle modanature di separazione,riducono laltezza delle fasce, attenuando le differenze. Le girali dacanto dei fregi sono semplificate e ridotte dove incontrano imargini, manifestando uno scarso interesse per la percezione unitaria delle singole forme vegetali. Nellinsieme il valoredecorativo affidato alla nettezza del disegno e alle reciproche relazioni di corrispondenza tra gli elementi delle diversemodanature (corrispondenza assiale).Dalla sintesi su P. PENSABENE, "Gli elementi marmorei della scena: classificazione tipologica e inquadramento nella storia degli studi della decorazionearchitettonica in Asia Minore", in D. DE BERNARDI FERRERO, G. CIOTTA, P. PENSABENE (a cura di), Il teatro di Hierapolis di Frigia, Genova 2007, pp.229-388.(http://www.decarch.it/wiki/index.php title=Elementi_marmorei_della_scena_del_teatro_di_Hierapolis_di_Frigia_e_decorazione_architettonica_in_Asia_Minore) 78. Afrodisia, pilastri delle terme di Adriano (epoca adrianea)Roma, arco di Settimio Severo,202-203 d.C.Basilica del Foro severiano,216 d.C. Leptis Magna, epoca severiana 79. Afrodisia, pilastri delle terme di Adriano (epoca adrianea) Roma, arco di Settimio Severo, 202-203 d.C.Basilica del Foroseveriano,216 d.C.Leptis Magna, epoca severiana 80. Foro severiano, 216 d.C.Leptis Magna, epoca severiana 81. Foro severiano, 216 d.C.Leptis Magna, epoca severiana 82. Nel foro severiano di Leptis Magna i celebri pilastri decorati della basilica attribuiti agli scultori afrodisiensi, manifestanotuttavia nel kyma lesbio trilobato dellincorniciatura lopera probabilmente degli scalpellini locali.Anche gli altri kymatia lesbi trilobati che si ritrovano sui vari elementi architettonici del complesso mostrano dellecaratteristiche che richiamano maggiormente la tradizione occidentale di origine flavia, diffusa nella parte occidentaledellAfrica romana: la forma allargata degli archetti, che si trasformano in alcuni casi in un elemento semicircolare con lariduzione del lobo superiore, e lelemento interno rappresentato spesso da forme vegetalizzate.Sono presenti anche caratteristiche derivanti dalla tradizione microasiatica, come le sime con anthemia a palmette e il gustoper una resa degli elementi delle modanature decorate quasi ritagliata, con contorni netti e precisi.Per approfondire: P. PENSABENE, "Le scuole di Nicomedia e Afrodisia e i pilastri della basilica severiana di Leptis Magna", in Marmora. International Journalfor Archaeology, History and Archaeometry of Marbles and Stone, 2, 2006, 41-58. 83. Trasformazioni Arco di Settimio Severo 202-203 d.C.Fregio-architrave della statio dei Tarsi, 242 d.C. Roma, III secolo 84. Trasformazioni Fregio-architrave di via del Teatro di Marcello met del III secolo Trabeazione nel cortile dellospedale di San Giovanni Roma, III secolo met del III secolo 85. Trasformazioni Arco di Settimio Severo 202-203 d.C.Lacunare di architrave nellatrio di Santa Maria in Trasteveremet del III secoloRoma, III secolo 86. Lepoca successiva a quella severianapresenta a Roma solo pochi grandi edifici: la statio dei Tarsii e la trabeazione del cortiledellospedale di San Giovanni non consentono di stabilire se ad un certo momento compaia un ritorno ad uno stile pi sobrio,o se si tratti invece ancora di tendenze diverse attive contemporaneamente.Probabilmente lincertezza della situazioneostacola lo sviluppo di una nuova linea stilistica e le tendenze gi presenti sotto Settimio Severo proseguono il loro percorsomescolandosi spesso tra loro.Sotto Aureliano si ha una ripresa dellattivit edilizia, ma la decorazione architettonica non si presenta unitaria. Da un lato simanifesta infatti un nuovo sviluppo delle forme che avevamo trovato nella prima met del secolo, mentre, daltro canto,inizia amanifestarsi in grandi proporzioni il fenomeno della copia di trabeazioni pi antiche.Nel lacunare del portico di Santa Maria in Trastevere, la ricerca di volumi massicci avviene a spese della plasticit dellesingole parti.La riduzione delle singole forme a motivi grafici iscritti nel volume della modanatura, mostra una rottura rispettoalla tradizione classica sia nella resa stilistica che nelle capacit di esecuzione.Da S. NEU, Rmische Ornament. Stadtrmische Marmorgeblke aus der Zeit von Septimius Severus bis Kostantin, Csfeld 1972 (sintesi on line:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=R%C3%B6mische_Ornament._Stadtr%C3%B6mische_Marmorgeb%C3%A4lke_aus_der_Zeit_von_Septimius_Severus_bis_Kostantin) 87. TrasformazioniTerme di Diocleziano, 298-306 d.C. Roma, et tetrarchica e costantiniana 88. Trasformazioni Arco di Settimio Severo 202-203 d.C.Basilica di Massenzio, 308-312 d.C. Roma, et tetrarchica e costantiniana 89. Trasformazioni Arco di Settimio Severo 202-203 d.C.Basilica di Massenzio, 308-312 d.C.Roma, et tetrarchica e costantiniana 90. La medesima tendenza allarticolazione dei volumi si ritrova nelle terme di Diocleziano, dove le superfici sono intagliatesuperficialmente e i motivi sembrano trasformarsi geometricamente, e indicano per la decorazione una funzione ormaisubordinata.La basilica di Massenzio rappresenta ancora larchitettura statale ufficiale: la decorazione ha nellinsieme qualcosa dellaDomus Augustana, ma soprattutto si nota un ritorno ai precedenti adrianei, senza dubbio favorito dalle copie delle trabeazionidi questepoca eseguite per il rinnovamento del tempio di Venere e Roma. Tuttavia la ripresa della sintassi delle trabeazioniadrianee sembra dovuta pi che altro ad una mancanza di interesse, che fa preferire limitazione di un precedente sicuro allacreazione di nuovi motivi; del resto i singoli motivi decorativi non sono trattati con precisione e non spiccano dallo sfondocome sarebbe avvenuto nel caso di una vera e propria rinascenza stilistica.Questo impoverimento della decorazione una conseguenza del diverso modo di concepire ormai lo spazio degli edifici comespazio rappresentativo: laccento posto sulle dimensioni e la monumentalit e non pi sulla loro decorazione marmorea.Da S. NEU, Rmische Ornament. Stadtrmische Marmorgeblke aus der Zeit von Septimius Severus bis Kostantin, Csfeld 1972 (sintesi on line:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=R%C3%B6mische_Ornament._Stadtr%C3%B6mische_Marmorgeb%C3%A4lke_aus_der_Zeit_von_Septimius_Severus_bis_Kostantin)Per approfondire: A. CAR, Lornato architettonico della Basilica di Massenzio, Roma, 2005. 91. ReimpiegoTempio del Divo Romolo, 309 d.C. Roma, et tetrarchica e costantiniana 92. ReimpiegoArco di Costantino, 312-315 d.C. Roma, et tetrarchica e costantiniana 93. Sotto Costantino si manifesta lutilizzo di elementi di spoglio e il conseguente sviluppo delluso di copiare trabeazioni di epocaprecedente: le cornici sporgenti dellarco di Costantino, copie costantiniane degli esemplari reimpiegati, mostrano lo stessostile, meno attento alla resa, delle trabeazioni della basilica di Massenzio.Da S. NEU, Rmische Ornament. Stadtrmische Marmorgeblke aus der Zeit von Septimius Severus bis Kostantin, Csfeld 1972 (sintesi on line:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=R%C3%B6mische_Ornament._Stadtr%C3%B6mische_Marmorgeb%C3%A4lke_aus_der_Zeit_von_Septimius_Severus_bis_Kostantin) 94. Reimpiego Santa Prassede, portale del sacellodi San Zenone, 817-824 Dopo lImpero romano 95. ReimpiegoRoma, casa dei Crescenzi, 1040-1065Dopo lImpero romano 96. Roma, San Lorenzo, XIII secolo Dopo lImpero romano 97. Il fenomeno del reimpiego continuer, in particolare a Roma, per tutta lepoca medievale, soprattutto in relazione ad unparticolare classicismo della citt, che continu a rivendicare il suo grande passato imperiale anche riappropriandosi eriutilizzando i suoi resti, o riproponendo quanto di esso rimaneva ancora visibile e ben presente.La cornice reimpiegata per il portale di Santa Prassede stata completata sul fianco diventato visibile copiando comepossibile le modanature del lato anteriore, mentre la faccia inferiore ha ricevuto una decorazione con motivi a nastro vimineotipici dellepoca.Nella casa dei Crescenzi i frammenti antichi sono riadattati in un architettura contemporanea, che fa largo uso del mattoneanche ai fini decorativi.Nel portico della basilica di San Lorenzo fuori le mura il fregio cosmatesco accompagnato da una cornice su cui vienescolpito un duecentesco anthemion, nel quale si legge ancora la struttura organica del motivo. Anche il kyma lesbio trilobatodel coronamento dellarchitrave conserva un disegno della modanatura ancora leggibile come tale. 98. 4: La scomposizione dei motivi 99. Partire dal particolareCostantinopoli, propilei della Santa Sofia teodosiana, 408-415 d.C.Efeso, tempio diAdriano, 138 d.C. 100. Partire dal particolareCostantinopoli, propilei della Santa Sofia teodosiana, 408-415 d.C. 101. Laccoglimento dei motivi della tradizione romana "classica" nellambito dellarchitettura bizantina, in alcuni casi riproposti conuna certa fedelt, non ne nasconde tuttavia la perdita di coerenza organica e di significato strutturale, sia nellinsieme delletrabeazioni, sia nei singoli motivi.Negli elementi architettonici dei propilei della Santa Sofia di epoca teodosiana,la ripresa della tradizione pi antica limitataalla riproposizione di motivi decorativi la cui struttura organica non pi pienamente compresa e chesono giustapposti senzatener conto delle reciproche relazioni.Nella cornice, infatti, le dimensioni delle modanature luna rispetto allaltra e la riduzione della corona, indicano una scarsaattenzione per la costruzione tettonica dellelemento. Ugualmente nel fregio-architrave si notano le proporzioni eccessive deicoronamenti del fregio e dellarchitrave rispetto al fregio stesso e alle fasce; inoltre il coronamento dellarchitrave sembra nonsporgere rispetto al piano del fregio, in quanto il kyma lesbio trilobato intagliato su una gola rovescia poco accentuata, adandamento quasi verticale.Limpressione , insomma,quella di una successione di modanature decorate, tutte considerate allincirca della stessaimportanza, separate da spessi listelli. In particolare significativo che il listello che divide kyma ionico e kyma lesbio nelcoronamento dellarchitrave sembri quasi, per le sue proporzioni eccessive, unulteriore fascia dellarchitrave: quello che eraconsiderato importante, evidentemente, non era sottolineare con la decorazione la funzione portante dellelemento, ma creareinvece una successione paratatticae ritmica di fasce lisce e decorate.Il kyma lesbio trilobato conserva ancora ben distinti i diversi elementi costitutivi (archetto trilobato, elemento interno, fiore atulipano tra gli archetti). Il fiore a tulipano tuttavia privo di stelo e presenta ununica superficie piuttosto piatta, dalla qualeemergono sul contorno superiore dei piccoli triangoli, che rappresentano le cime dei tradizionali due petali laterali e del terzopetalo ridotto centrale; inoltre i due tratti di nastro aggiuntivi allinterno dellarchetto, tipici della decorazione architettonicamicroasiatica romana, sono accostati inferiormente e coprono la punta della foglia lanceolata che costituisce lelementointerno: questultimo si trova quasi isolato entro unincorniciatura scanalata. Sembra dunque, in questo caso, che gli elementistrutturali della modanatura abbiano iniziato a perdere di consistenza a favore delle esigenze di un astratto disegnodecorativo.Da M. MILELLA, "Continuit e trasformazione nella decorazione architettonica costantinopolitana del V secolo", in Bisanzio e lOccidente:arte, archeologia, storia. Studi in onore di Fernanda de Maffei, Roma 1996, pp.61-73(testo on line:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Continuit%C3%A0_e_trasformazione_nella_decorazione_architettonica_costantinopolitana_del_V_secolo) 102. Partire dal particolareAfrodisia, tempio di Afrodite - cattedrale 103. In un capitello ionico della basilica edificata nel tempio di Afrodite ad Afrodisia, datata alla met del V secolo, il kyma lesbiotrilobato che decora labaco presenta un triplice motivo di semicerchi concentrici a sezione tubolare: il semicerchio pi esternoderiva dalla semplificazione del contorno esterno del fiore a tulipano, dallo stello alla cima del petalo laterale, i due semicerchiinterni dai margini rilevati del nastro nella parte inferiore dellarchetto; il petalo centrale del fiore trasformato in un piccolorombo inciso, riempitivo dello spazio superiore tra i semicerchi.Il lobo superiore non manca del tutto, in questo caso, ma inciso oltre il margine superiore della modanatura, sul listellosoprastante. Lo spazio interno degli archetti occupato da un elemento a spigolo, rappresentante la consueta foglialanceolata; lassottigliamento della punta, troncata dal bordo inferiore, tuttavia reso mediante due fori di trapano, checostituiscono lunico approfondimento del rilievo, altrimenti piuttosto piatto, e sembrano inoltre evocare lo spazio fortementeombreggiato che in origine era determinato dai nastri aggiuntivi allinterno dellarchetto.Si manifesta chiaramente un certo disinteresse per la struttura organica del motivo, che determina in particolare la riduzione ola scomparsa del lobo superiore dellarchetto, e, soprattutto, la tendenza alla scomposizione del motivo in elementi separati,privi di collegamenti riconoscibili.Da M. MILELLA, "Continuit e trasformazione nella decorazione architettonica costantinopolitana del V secolo", in Bisanzio e lOccidente: arte, archeologia,storia. Studi in onore di Fernanda de Maffei, Roma 1996, pp.61-73(testo on line:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Continuit%C3%A0_e_trasformazione_nella_decorazione_architettonica_costantinopolitana_del_V_secolo) 104. Partire dal particolareAfrodisia, terme di Adriano Afrodisia, tempio di Afrodite - cattedraleHierapolis, teatro, epoca severiana Hierapolis, teatro, rifacimento di IV secolo 105. Il kyma lesbio trilobato dellincorniciatura di un pilastro decorato nel lapidario delle terme di Hierapolis, appartenente alrestauro della scena del teatro della met del IV secolo, sotto Costanzo II, presenta larchetto, nuovamente privo di lobosuperiore, separato in due motivi indipendenti, formati dalla met del nastro dellarchetto stesso e dal nastro aggiuntivo internoche da questo si diparte. Il fiore a tulipano, a forma di Y, inoltre affiancato da due elementi che duplicano lelemento internoagli archetti, trasformato qui in una foglia lanceolata diritta, anzich rovescia, priva di collegamento con larchetto stesso.Da M. MILELLA, "Continuit e trasformazione nella decorazione architettonica costantinopolitana del V secolo", in Bisanzio e lOccidente: arte, archeologia,storia. Studi in onore di Fernanda de Maffei, Roma 1996, pp.61-73(testo on line:http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Continuit%C3%A0_e_trasformazione_nella_decorazione_architettonica_costantinopolitana_del_V_secolo) 106. Partire dal particolareAfrodisia, portico di TiberioCostantinopoli, propilei della SantaSofia teodosiana, 408-415 d.C. 107. Qualcosa di simile compare anche nel kyma ionico dei capitelli delle fasi tarde del portico di Tiberio ad Afrodisia: in unesempio gli ovuli assumono una forma a mandorla, con sgusci a parentesi, senza pi distinzione tra alto e basso; tra glisgusci inserita, senza alcun rapporto con gli ovuli, una freccetta incongruamente rovesciata.In un altro esempio lovulo stato ormai privato dello sguscio, considerato una semplice aggiunta decorativa, e di nuovo a latodi esso compaiono freccette rovesciate. 108. 5: A cosa serve osservare i particolari 109. Partire dal particolareTripoli, tempio del Genio dellacolonia, 183-184 d.C. 110. Larea archeologica dellarco di Marco Aurelio a Oea (Tripoli) fu sistemata tra 1936-1937 e in tale occasione il rilievo frontonalecon Tyche-Caelestis (Genio della Colonia) tra Apollo e Minerva e i Dioscuri fu rimontato al di sopra dei blocchi di unatrabeazione costituita da cornice con mensole e fregio-architrave con iscrizione, ricostruendo un tempio con pronao tetrastilo.Sui blocchi del fregio architrave attribuiti alla facciata del tempio era stata incisa uniscrizione su due righe, con dedica alGenio della colonia durante il regno di Commodo. La titolatura imperiale permette una datazione al 183-184 d.C.Da M. MILELLA, "Osservazioni sulla ricostruzione del tempio del Genio della Colonia a Oea (Tripoli) ", sul sito web DecArch.it, 29 maggio 2011(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Oea%2C_tempio_del_Genio_della_Colonia). 111. Partire dal particolareTripoli, tempio del Genio dellacolonia, 183-184 d.C. 112. Partire dal particolareTripoli, tempio del Genio dellacolonia, 183-184 113. La struttura della cornice frontonale riprende motivi di origine microasiatica, come la sima a palmette e le mensole a forma diarchitrave.Le mensole sembrano tuttavia essere state "ritagliate" poi nella parte inferiore per far loro assumere un profilo ad S, sul quale stata intagliata una foglia dacanto, secondo modelli della tradizione occidentale.I particolari del disegno e la resa degli elementi decorativi presentano una certa variabilit tra un blocco e laltro e a voltedifferenze di resa sono visibili anche allinterno del medesimo blocco.Da M. MILELLA, "Osservazioni sulla ricostruzione del tempio del Genio della Colonia a Oea (Tripoli) ", sul sito web DecArch.it, 29 maggio 2011(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Oea%2C_tempio_del_Genio_della_Colonia). 114. Partire dal particolareTripoli, tempio del Genio dellacolonia, 183-184 d.C. 115. Il fregio-architrave con liscrizione riprende invece pi direttamente motivi della tradizione locale di ispirazione flavia.Da M. MILELLA, "Osservazioni sulla ricostruzione del tempio del Genio della Colonia a Oea (Tripoli) ", sul sito web DecArch.it, 29 maggio 2011(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Oea%2C_tempio_del_Genio_della_Colonia). 116. Partire dal particolareTripoli, tempio del Genio dellacolonia, 183-184 d.C. 117. Nellarea archeologica inoltre presente un blocco di una cornice ionica angolare (con modanature decorate sulla fronte e sulfianco sinistro) senza mensole, nuovamente nella tradizione locale di ispirazione flavia (anthemion con tralci vegetalizzati sullasima e soffitto decorato). La presenza della sima su entrambi i lati esclude che ledificio di appartenenza fosse dotato di unfrontone.Da M. MILELLA, "Osservazioni sulla ricostruzione del tempio del Genio della Colonia a Oea (Tripoli) ", sul sito web DecArch.it, 29 maggio 2011(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Oea%2C_tempio_del_Genio_della_Colonia). 118. Partire dal particolareTripoli, tempio del Genio dellacolonia, 183-184 d.C. 119. La presenza del particolare disegno dellastragalo, con le fusarole a doppio cappelletto sia sul fregio-architrave con iscrizioneattribuito al tempio, sia sulla cornice con il soffitto decorato da baccellature,permette di riconoscere che entrambi furonorealizzati allinterno di un medesimo progetto architettonico dalle stesse maestranze e che appartenevano presumibilmente aduno stesso edificio. Sono simili, infatti, anche la nitidezza del disegno e la resa piuttosto raffinata degli elementi vegetali edecorativi, con un gusto pi accentuato per gli effetti chiaroscurali, evidenziato dalla sottolavorazione.Da M. MILELLA, "Osservazioni sulla ricostruzione del tempio del Genio della Colonia a Oea (Tripoli) ", sul sito web DecArch.it, 29 maggio 2011(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Oea%2C_tempio_del_Genio_della_Colonia). 120. Tripoli, tempio con frontone scolpitoPartire dal particolareTripoli, portico (?) con iscrizione di dedica al Genio della colonia, 183-184 d.C. 121. Ledificio al quale appartenevano la trabeazione con cornice dal soffitto decorato a baccellature e con fregio-architrave coniscrizione non poteva essere un tempio dotato di frontone, come si evince dallandamento del blocco di cornice conservato.Quindi la datazione commodiana riportata dalliscrizione e la dedica al Genio della Colonia non sono riferibili al tempio, almenodirettamente (la trabeazione potrebbe infatti aver fatto parte di un portico che circondasse larea sacra).A partire dal minuto particolare di una modanatura decorata stato dunque possibile rimettere in discussione la ricostruzionedi un edificio.Da M. MILELLA, "Osservazioni sulla ricostruzione del tempio del Genio della Colonia a Oea (Tripoli) ", sul sito web DecArch.it, 29 maggio 2011(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Oea%2C_tempio_del_Genio_della_Colonia). 122. Partire dal particolareSabratha, teatro, epoca antonina Sabratha, portici del tempio di Ercole, 186 d.C.Tripoli, portico (?) con iscrizione di dedica al Genio della colonia, 183-184 d.C. 123. Precisi confronti in particolare per la peculiare forma delle fusarole, che potrebbero suggerire lopera di medesimemaestranze, si ritrovano a Sabratha, in un portale del teatro, datato ugualmente alla fine del II secolo d.C. e inunincorniciatura conservata nellarea del tempio di Ercole, la cui seconda fase datata dalliscrizione dedicatoria dei portici al186.Da M. MILELLA, "Osservazioni sulla ricostruzione del tempio del Genio della Colonia a Oea (Tripoli) ", sul sito web DecArch.it, 29 maggio 2011(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Oea%2C_tempio_del_Genio_della_Colonia). 124. 6: A cosa serve osservare i particolari (reprise) 125. Atene, Eretteo,Partire dal particolareV secolo a.C.Corrispondenza assialeMileto, museo Biblioteca di Celso a Efeso,114-121 d.C. 126. Nel quadro dei rapporti proporzionali esistenti tra tutti gli elementi degli ordini architettonici nellarchitettura greca, si inseriscela "corrispondenza assiale" tra le modanature decorate sovrapposte. Si tratta della precisa sovrapposizione in asse dei loroelementi costitutivi (nel kyma ionico, nel kyma lesbio e nellastragalo in particolare), che evidenzia lesistenza di rapportigeometrici nel "passo" della modanatura (misura tra due elementi ripetuti: per esempio tra la costulatura centrale di duelancette del kyma ionico, ovvero tra lo spazio tra le fusarole dellastragalo a fusarole e perline).Nei fregi-architrave microasiatici di et imperiale romana la successione di modanature pi diffusa costituita da kyma ionico- astragalo per il coronamento del fregio e da anthemion a palmette - kyma ionico - astragalo per il coronamentodellarchitrave.La moltiplicazione delle modanature sul coronamento dellarchitrave e le loro dimensioni, conseguentemente diminuite, conuna proporzione ridotta rispetto allastragalo, rendono necessaria una forma molto "compressa" degli elementi di questultimo,con perlinedi forma meno che sferica, per poter rispettare la corrispondenza assiale nella forma consueta.Nel coronamento dellarchitrave sopra il kyma ionico si trova inoltre, come di consueto, un anthemion a palmette,alternativamente aperte e chiuse, nel quale ogni palmetta in corrispondenza assiale con il sottostante ovulo, alternate a fioridi loto.Da: M. MILELLA, "Astragalo pazzo: corrispondenza assiale tra gli elementi delle modanature in Asia Minore", sul sito web DecArch.it, 29 marzo 2010(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Astragalo_pazzo). 127. Partire dal particolareAfodisia, terme di AdrianoAntalya, arco di Adriano Biblioteca di Celso a Efeso,114-121 d.C. Hierapolis, teatro, epoca severiana 128. La progressiva semplificazione nella resa degli elementi decorativi e lulteriore riduzione delle proporzioni dellanthemion e delkyma ionico rispetto allastragalo resero necessaria una diversa soluzione del problema posto dalla necessit di rispettare lacorrispondenza assiale tra gli elementi costitutivi delle modanature sovrapposte.La corrispondenza assiale tra kyma ionico e astragalo rispettata, ma con un ritmo diverso da quello tradizionale: lalarghezza degli elementi dellastragalo si raddoppia e questo assume lo stesso "passo" del kyma ionico: lovulo rimane incorrispondenza della coppia di fusarole, ora non pi a disco sottile ma di proporzioni quasi sferiche (vagamente romboidali),mentre la punta della freccetta o lancetta intermedia in corrispondenza del centro di una allungata perlina cilindrica conestremit arrotondate (vagamente appuntite).Nel coronamento dellarchitravele palmette, alternativamente aperte e chiuse dellanthemion, sono in corrispondenza assialecon la lancetta o freccetta tra gli ovuli del sottostante kyma ionico.Da: M. MILELLA, "Astragalo pazzo: corrispondenza assiale tra gli elementi delle modanature in Asia Minore", sul sito web DecArch.it, 29 marzo 2010(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Astragalo_pazzo). 129. Partire dal particolare Biblioteca di Celso a Efeso,114-121 d.C.Iasos, agor, 136-140 d.C. 130. Nellagor di Iasos (i cui portici con la relativa trabeazione sono datati a partire dallepoca tardo-adrianea), il coronamento diun architrave, con la consueta successione di anthemion con palmette, kyma ionico e astragalo, riprende lo schematradizionale, con coppie di fusarole sia sotto la punta dellovulo che sotto la lancetta (e palmette dellanthemion incorrispondenza con gli ovuli), che comporta un disegno comunque compresso degli elementi dellastragalo, con perline menoche sferiche, come nellesempio della biblioteca di Celso ad Efeso.In questo esempio, tuttavia, la compressione del motivo non stata sufficiente ad evitare uno sfasamento nellacorrispondenza assiale, che ha dovuto essere recuperato con la diminuzione del numero delle fusarole: nel punto cerchiato tradue perline compare una fusarola singola invece di una coppia.Da: M. MILELLA, "Astragalo pazzo: corrispondenza assiale tra gli elementi delle modanature in Asia Minore", sul sito web DecArch.it, 29 marzo 2010(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Astragalo_pazzo). 131. Partire dal particolareBargylia, vari edifici,epoca antonina o severiana.Biblioteca di Celso a Efeso, 114-121 d.C. 132. Diversi architravi e i fregi-architravi pertinenti ai monumenti di Bargylia, in generale databili in epoca antonina o severiana,adottano nei coronamenti di architrave una gamma di soluzioni che riprendono in modo pi sistematico laccorgimento delloscalpellino iassense: le fusarole si trovano in corrispondenza sia della punta dellovulo, sia della punta della freccetta delsoprastante kyma ionico, ma sono ridotte ad una sola (tutte, o alternativamente solo quelle sotto lovulo o solo quelle sotto lalancetta intermedia), in modo da poter ottenere perline leggermente pi allungate e meglio distinguibili.Anche la corrispondenza assiale tra palmette e kyma ionico trattata in modi differenti, indipendentemente dagli schemiadottati per lastragalo: le palmette, alternativamente aperte o chiuse, possono infatti essere sovrapposte agli ovuli o allefreccette.Il medesimo accorgimento si trova applicato anche in altre localit, come esemplificato nelle quattro diapositive seguenti.Da: M. MILELLA, "Astragalo pazzo: corrispondenza assiale tra gli elementi delle modanature in Asia Minore", sul sito web DecArch.it, 29 marzo 2010(link http://www.decarch.it/wiki/index.php?title=Studi_/_Astragalo_pazzo). 133. Partire dal particolareRodi, tempio di Afrodite 134. Partire dal particolareHierapolis, sto-basilica 135. Partire dal particolareMylasa, museo 136. Partire dal particolareMileto, museo 137. In un esemplare sporadico da Mileto, si arriva ad adottare lastragalo con tutte fusarole singole pur senza che ce ne sianecessit, visto che contemporaneamente si adotta anche la soluzione pi comune di avere fusarole solo sotto la lancetta delkymaionico e non anche sotto la punta dellovulo.La disarticolazione del kyma lesbio trilobato nel coronamento del fregio (nel quale la mancanza del lobo superiore dellarchettoe la forma a fiore assunta anche dallelemento interno degli archetti testimoniano la trasformazione del motivo in una serie dielementi decorativi accostati paratatticamente) e delle girali dacanto (con foglie disorganiche che partono da un tralcioondulato), permettono di supporre per questo elemento una datazione piuttosto tarda.Probabilmente in questepoca anche le due soluzioni adottate per rispettare la corrispondenza assiale tra kyma ionico eastragalo (raddoppio del passo o riduzione del numero delle fusarole) sono diventate ormai una tradizione decorativa, che puessere dunque adottata senza pi relazione con le originarie motivazioni che avevano portato a queste innovazioni neldisegno. 138. 7:Qualche altro esempio dariconoscere 139. Nelle diapositive successive sono presentati alcuni elementi o frammenti architettonici, in ciascuno dei quali compare qualcheparticolare insolito, di cui possibile chiedersi il perch. Provate dunque voi stessi a individuarli e a farvi le domande giuste. 140. Passeggiando per lImpero romano Roma, Appia antica 141. Passeggiando per lImpero romano Roma, presso San Nicola in CarcereRoma, Appia antica 142. Passeggiando per lImpero romano Roma, presso San Nicola in Carcere 143. Passeggiando per lImpero romano Afrodisa, presso terme di Adriano (coronamento di architrave) 144. Passeggiando per lImpero romano Afrodisa, complesso episcopale, presso la cattedrale 145. Passeggiando per lImpero romano Roma, battistero di San Giovanni in Laterano (dai portici del tempio di Adriano) 146. Passeggiando per lImpero romano Roma, Foro romano, porticus Gai etLucii 147. Passeggiando per lImpero romano Lione, teatro romano 148. Passeggiando per lImpero romano Mileto, teatro 149. Passeggiando per lImpero romano Orange, arco di Tiberio 150. Passeggiando per lImpero romano Eleusi, propilei 151. Passeggiando per lImpero romano Roma, piazza Margana 152. Passeggiando per lImpero romano Arles, lapidario del teatro 153. Passeggiando per lImpero romano Arles, teatro romano 154. Passeggiando per lImpero romano Roma, arco di Tito 155. Passeggiando per lImpero romano Roma, San Lorenzo 156. Passeggiando per lImpero romano Afrodisia, sporadico 157. E ora continuate voi :-)Grazie per lattenzione 158. Decorazione architettonica romana: dalla regola alle eccezioniMarina Milellahttp://www.decarch.itRoma, 5 giugno 2012Cattedra di Archeologia classica - Corso: Principi di linguaggio architettonicoGrazie a Patrizio Pensabene e Francesca Caprioli che mi hannoinvitato e soprattutto per la condivisione di questa passione Grazie a Massimo Baldi e a Saverio Giulio Malatesta per leimmagini e per laiuto La presentazione sar pubblicata on-line su DecArch.it e su altricanali informatici.La presentazione e le immagini che vi sono contenute (salvo ove diversamente indicato) sonolicenziati in:CC-BY-SA 3.0 http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/I crediti agli autori delle immagini sono elencati nella diapositiva successiva. 159. Le immagini sono per la maggior parte di Marina Milella e di Massimo Baldi per DecArch.it.Sono fotografie di Saverio Giulio Malatesta quelle: del pannello della basilica Emilia (diapositiva42), della cornice e dellarchivolto dellarco di Settimio Severo (diapositive 67 e 68, ripetute anchein seguito), del fregio-architrave piccolo e della cornice delle terme di Caracalla (diapositive 72 e73), della basilica di Massenzio (diapositive 88 e 89), del coronamento del tempio del DivoRomolo (diapositiva 91), della trabeazione dellarco di Costantino (diapositiva 92).Inoltre:Diapositiva 3: disegni tratti da M. MILELLA, "La decorazione architettonica del Foro Traiano aRoma", in S. RAMALLO ASENSIO (a cura di), La decoracin arquitectnica en las ciudadesromanas de occidente (congresso Cartagena 2003), Murcia 2004, 55-71.Le immagini rielaborate del coronamento dellEretteo di Atene, presenti alle diapositive 7, 29, 35 e125, sono tratteda Commons(autoreDaderot, rilasciata in pubblico dominio:http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Erechtheum_frieze_Glyptothek_Munich_242.jpg).Diapositiva 9: disegno del capitello eolico tratto da J. S. CURL, A Dictionary of Architecture andLandscape Architecture, Oxford 2007; disegno del kymationlesbio tratto da H. J. MEYER, MeyerGrosses Konversations . Lexikon, 6 edizione, 1902-1908, s.v. kymation". Il copyright deirispettivi autori.Diapositiva 20: immagini tratte da M. MILELLA, "La decorazione architettonica di eta costantianasullArco di Costantino: larchivolto del fornice centrale", in P.PENSABENE, C. PANELLA (a curadi), Arco di Costantino tra archeologia e archeometria (Studia Archaeologica 100), Roma 1998,pp.101-115.Diapositiva 54: fotografia del Traianeum di Pergamo di Riccardo Montalbano (compare anchesuccessivamente).Diapositive 99 e 100: fotografie dei frammenti della Santa Sofia teodosiana di Paolo Vitti.