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PPrrooggrraammmmaa ddeell mmeessee

LEGALITÀ E CULTURA DELL’ETICA

Ore 10.30/12.30, presso il teatro del Cicognini presentazione progetto condiviso dalla presidenza e nel cui contesto si parlerà della violenza sulle donne e del percorso per raggiungere pari diritti;

Proiezione di un cortometraggio; Interverranno personalità in ambito giuridico, istituzionale, sociale. Ore 20.00, teatro del convitto Cicognini: Illustrazione del progetto ai soci con proiezione del cortometraggio. Ore 20.30, cena nel convitto del Cicognini con ospiti i vari relatori.

Martedì 4 dicembre

Service Interdistrettuale

Convitto Nazionale

Cicognini

Martedì 11 dicembre

Festa degli Auguri

dalle ore 19,30

Hotel Art Museo

Festeggiamo Carlo Cangioli, il nostro socio storico ..sessant’anni di club! Con l’occasione, assaggio olio prodotto dai nostri soci.

Alle ore 14.30 Assemblea dei soci per elezione Consiglio direttivo annata 2019/2020 e Presidente Incoming annata 2020/2021.

Martedì 18 dicembre

Conviviale diurna

Hotel Art Museo

Aperitivo per un brindisi di fine anno CCii rriittrroovviiaammoo ppeerr bbrriinnddaarree aallll’’aannnnoo cchhee vveerrrràà,, uunn

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Giovedì 27 dicembre

ore 19,30

Bar Corner

Via Giulio Borselli 89 a Prato

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RAFFINAR L’ORO

DI VIRTUOSA COSTANZA

di Gianni Limberti

Come certo ricordano i tre lettori delle mie rubrichette, abbiamo lasciato gli sposi, donna Alessandra Bocchineri e

suo marito il tenore Rasi, in “ritiro” matrimoniale alla Villa del Barone a Montemurlo. Ma quiete e gioie duran ben

poco. Non passa neanche un mese che bisogna ripartire. Arriva l’ordine del Duca Gonzaga di tornare prima

possibile a Mantova : sono già cominciati i preparativi per il matrimonio di Eleonora Gonzaga, sorella del Duca,

donna di singolare bellezza, come la definiscono i contemporanei, con l’Imperatore Ferdinando III. Il Rasi può solo

dire “Obbedisco” e partono. Prima tappa Bologna, ospiti del Conte Castelli. Anche qui si fanno grandi feste di

nozze : il conte sposa la sorella del Papa. Ne approfittano per invitare il Rasi ad eseguire una cantata in tempo che

li sposi si lavano le mani, precisa il “memoriale Buonamici” (dal quale, come detto nella rubrica del mese scorso,

traggo queste notizie). Ripartenza e nuova tappa a Guastalla, per porgere gli omaggi alla principessa Orsini a letto

per il parto. E finalmente a Mantova, dove la città è in gran festa per le imminenti nozze di Eleonora, la sorella del

Gonzaga, che va sposa addirittura dell’Imperatore.

Certo non si può badare a spese : un solo spettacolo a teatro

costa al Duca più di centomila scudi. Arriva da Roma il cardinale

Roveredo e si aggiungono altre feste e ricevimenti. Si esibisce

anche il Rasi, applauditissimo. Ma una sera, tornato a casa tutto

allegro per il successo del suo spettacolo in onore del cardinale,

non passa mezz’ora che gl’entra nel sangue una febbre così

violenta che lo porta a morte. Muore bene (dice il memoriale),

facendo per la sua sposa espressioni così amorose che

haverebbero intenerito i marmi. E non dimentica di raccomandare

l’Alessandra ai duchi che si degnassero benignamente di aver in

protezione la sua cara sposa, ch’ei lascia sola, giovane e senza

robba. Il 30 novembre 1621 il Rasi muore con aver goduto poco

tempo i diletti amorosi, et aver servito 28 anni il serenissimo

padrone. L’Alessandra è presa da così profondo dolore che

piangendo, urlando e girando per la camera, e per la casa, come

una pazza, se li aperse una vena di petto e vomitò sangue.

Assistita e curata, si riprende e può partire unendosi al folto

seguito che scorta l’augustissima sposa fino a Innsbruck, dove il 2

febbraio 1622 si celebrano le nozze dell’Imperatore.

Eleonora Gonzaga di Mantova Nevers

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Terminati i festeggiamenti fatti con la magnificenza

conveniente alla maestà degli sposi tutti ritornano a

Vienna. L’Alessandra supera un periodo di gravi malattie sì

per l’incomodo del viaggio, che per la rigidezza dell’aria, e

per i disagi della corte, che più di una volta stiede in punto

di perdere la vita. In questo periodo conosce il Cavalier

Giovanfrancesco Buonamici, anche lui di Prato, che è a

Vienna per svolgere l’ufficio di segretario di Monsignor

Nunzio Caraffa, Principe della Roccella, venuto da Roma

per comandare le milizie che il Papa ha mandato in aiuto

all’Imperatore. Il Buonamici è incaricato anche di passare

ogni giorno in rassegna i soldati e di provvederli del

bisognevole, di tal maniera , che nell’andare di continuo

dal Campo alla Corte e dalla Corte al Campo ebbe ad essere più volte attrappito dagl’inimici che gl’havevano tese

insidie per farlo prigione; onde l’Imperatore molto soddisfatto del Buonamici , feceli dono d’una collana d’oro di

valuta fiorini 400. I due si sposano, ma ancora una volta l’Alessandra ha poco tempo per godere delle gioie di

moglie. Nel 1624 l’Imperatore manda alla corte di Spagna l’arciduca Carlo per importantissimi incarichi politici e

gli assegna il Buonamici come segretario con grande scontento della moglie che dovette rimaner sola a Vienna.

Ma appena giunti a Madrid l’arciduca Carlo muore e il Buonamici cade in grave sconforto per aver perso il suo

protettore. Per fortuna il destino non gli vuol male : il duca Wolfango Guglielmo di Neuburg lo chiama con

l’incarico di suo segretario perché alla corte di Madrid ha avuto modo di conoscerlo come uomo accorto ne’

maneggi ed esperto dei segreti di tante cancellerie e corti in Europa. E non si sbaglia, perché, grazie al Buonamici,

il duca può concludere un trattato (detto dei Dodici articoli) che mette fine a dispute e battaglie che da anni

lacerano tante regioni d’Europa.

Alessandra raggiunge il marito a Neuburg per godere quel contento … che gli

era stato impedito dalla lontananza.

Ritrovata la quiete familiare, pensa di far venire a Neuburg anche sua figlia

Angelica, e manda un incaricato per accompagnarla da Prato. Ma i parenti,

nonna Polissena in testa, si rifiutano di lasciarla partire. Si rompono i rapporti

fra le famiglie Bocchineri e Buonamici. Giovanfrancesco revoca la procura al

padre di Alessandra e dà l’incarico di provvedere agli affari dei Buonamici alla

sorella Maria Caterina, monaca in S. Caterina di Prato. La suora, sdegnata che

non si rispettasse la volontà dei genitori, una mattina manda a chiamare l’Angelica amicabilmente; et arrivata su

la porta del convento, la prese per un braccio e la tirò in monastero, né volle rimandarla alla casa dei Bocchineri.

Ma la nonna Polissena intende ripagare di ugual moneta la furba suora. Si precipita al convento e senza licenza

alcuna entrò dentro, e levò la ragazza, senza curare li schiamazzi delle monache; onde suor Maria Caterina fu

talmente spaventata da questo ardire, che diede in una lunga malattia, della quale poi se ne morì. Il Buonamici

intanto riparte per una missione di sei mesi a Vienna e poi per un’altra, più lunga e faticosa, alla Corte di Madrid

dove deve richiamare il re di Spagna all’osservanza del trattato dei Dodici capitoli. L’Alessandra sopporta le

assenze del marito perché capisce che quegli incarichi che lo possono portare all’apice della carriera e il 23 aprile

1630 decide di partire per Firenze con largo passaporto ducale e calorosa commendatizia alla Granduchessa di

Toscana. Il 25 giugno arriva a Firenze anche Giovanfrancesco e finalmente gli sposi si ritrovano.

Ma neppure in patria l’Alessandra trova pace : si ammala, il marito deve ritornar via per una missione a Roma, liti

con i parenti per la sua dote. Suo padre promette di mettere a posto le cose e rimediare alle tante malefatte, ma

mentre si trova a Pietrasanta muore senza lasciare testamento. La figlia Angelica viene messa in serbanza nel

Nozze dell’Imperatore Ferdinando II con Eleonora Gonzaga

Neuburg

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Monastero di Santa Trinita di Prato, ma lei fu pronta a dichiararsi che non aveva punta voglia di esser monaca e

sperava che la madre le avrebbe dato in vita uno dei suoi tre poderi per dote, cinquecento scudi alla mano e il

corredo; con tutto questo era facile trovare marito. La madre deve farle notare che non può disporre della dote

(perché risposata) e che le rendite dei poderi sono ben misere. D’accordo con il marito, la riprende in casa e la

mantiene con la borsa di lui. Tanta bontà fu mal ripagata dall’Angelica, la quale al patrigno neppure una volta gli

ha racconciò un paio di calze et non gli ha mai parlato una parola.

Il Buonamici viene eletto governatore degli spedali, carica ragguardevole, ma contro di lui si scatenano

acerbissime liti, et inimicizie. Alessandra vive tormentata nel corpo dalle malattie, e nell’animo dalle passioni, in

vedere perseguitato uno, che aveva illustrato la Patria e beneficiato i suoi più congiunti.

Gli ultimi anni di questa donna – che morirà nel 1649 – sono consolati dalle cordiali relazioni col Galilei, favorite

anche dal fatto che la Sestilia, sorella dell’Alessandra, ha sposato, Vincenzo, il figlio di Galileo. A testimonianza di

questa amicizia ci rimangono le molte lettere fra i due e la memoria dei loro colloqui. Ci racconta ad esempio il

Guasti che in uno di questi ella informava il suo illustre

amico della Germania con tanta cognizione di uomini e di

cose che lui se ne stupì. Galileo viene anche invitato nella

villa di San Gaudenzio, che i Buonamici posseggono nei

pressi di Sofignano. Egli apprezza in modo particolare il vino

che viene prodotto con l’uva della Vigna delle Veneri, a

settentrione della Villa, dove ancor oggi una lapide

testimonia la frequentazione del grande scienziato.

Purtroppo Galileo è costretto talvolta a rifiutare gli inviti

non solo per le molte indisposizioni che mi tengono

oppresso in questa mia gravissima età (ha più di

settantacinque anni, età avanzatissima per l’epoca) ma

perché sono tuttora ritenuto come in carcere (per lasciare i

“domiciliari” doveva essere autorizzato volta per volta) per

quelle cause che benissimo son note (lettera del 6 aprile

1641).

Lo scienziato è stato processato dalla Chiesa e condannato,

lui presente e inginocchiato, con sentenza in data 22

giugno 1633 che prevede : 1) abiura con cuor sincero e fede

non finta; 2) carcere formale ad arbitrio nostro; 3) obbligo

di recitare per tre anni, una volta la settimana, i salmi

penitenziali. Il carcere viene scontato per i primi sei mesi nell’abitazione del cardinal Ascanio Piccolomini a Siena e

poi (oggi si direbbe “ai domiciliari”) nella sua villa “Il Gioiello” ad Arcetri. Con il consenso della Chiesa, la figlia

Maria Celeste, suora di clausura, viene incaricata di recitare al posto suo i salmi penitenziali.

L’ultima lettera scritta da Galileo da Arcetri il 20 dicembre 1641 [muore pochi giorni dopo, l’8 gennaio 1642] è

indirizzata proprio all’Alessandra.

Galilei viene tumulato a Firenze, nella Basilica di Santa Croce, ma non è possibile innalzargli l'augusto e suntuoso

deposito desiderato dai discepoli. Il 25 gennaio 1642 il nipote di Urbano VIII, il cardinale Francesco Barberini,

scrive all'inquisitore di Firenze Giovanni Muzzarelli di far passare all'orecchie del Gran Duca che non è bene

fabbricare mausolei al cadavero di colui che è stato penitentiato nel Tribunale della Santa Inquisitione, ed è morto

mentre durava la penitenza. Nell'epitaffio o iscrittione che si porrà nel sepolcro, non si leggano parole tali che

La tomba di Galilei in S. Croce a Firenze

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possano offendere la reputatione di questo Tribunale. La medesima avvertenza dovrà pur ella avere con chi

reciterà l'oratione funebre.

Il “memoriale” composto dal Buonamici sulla base del diario autografo della Bocchineri termina con queste

parole: Mi auguro che la narrazione in onore dell’Alessandra possa servire di incentivo alle Donne, et agl’homini di

nostra Casata [Buonamici] , e della Patria, ad onoratamente, e virtuosamente vivere : e se bene la sig.ra

Alessandra finì il corso di sua vita tra i disgusti, e le miserie, che le cagionarono gl’homini più a lei obligati, queste

traversie non altro fecero, che raffinar l’oro della sua virtuosa costanza, ad effetto di acquistarsi merito immortale

nel Cielo, come si era procacciata fama gloriosa nel mondo.

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ORGANIGRAMMA 2018/2019

Consiglio direttivo Soci con incarichi speciali

Paola Mannelli Presidente

Giovanni Ballerini Vice Presidente

Simone Monaco Segretario

Riccardo Rossi Tesoriere

Chiara Palmucci Prefetto

Marco Benesperi Consigliere

Giuseppe Cacciola Consigliere

Leonardo Farsetti Consigliere

Gianni Limberti Consigliere

Guido Giovannelli Consigliere

Daria Orlandi Consigliere

Umberto Cecchi Consigliere

Claudia Daneri Consigliere

Istruttore del Club Gianni Limberti

Responsabile Informatico Simone Monaco

Commissioni

Responsabile F.R. Giovanni Ballerini (Presidente )

Responsabile Effettivo Mario Muscariello (Presidente )

Responsabile Stampa e P.R. Piero Ceccatelli (Presidente )

Responsabile Amministrativo Riccardo Rossi (Presidente )

Responsabile Rotaract ed Interact Giuseppe Cacciola

ROTARY INTERNATIONAL

Sede mondiale: One Rotary Center 1560 SHERMAN AVENUE EVANSTON, Illinois 60201 USA Presidente Internazionale:

Barry Rassin ( Rotary club di East Nassau, New Providence, Bahamas ) Ufficio Europa-Africa: Rotary International Vitikonerstrasse 15 – CH 8032 ZURIGO - www.rotary.org

Annata Rotariana 2018-2019 (62° anno)

Governatore Distretto 2071° Giampaolo Ladu, facente funzione fino a nuova nomina Segreteria 2018 - 2019 del Distretto 2071° via Risorgimento, 212

51016 Monsummano Terme (PT)

Tel. 0572/82253

Fax. 0572/1972055

E-mail: mailto:[email protected]

Rotary Club Prato

Sede c/o Conservatorio S. Niccolò Piazza Niccolò Cardinale, 6

59100 Prato

Segreteria: Cell: 366/1685756 E-mail: [email protected]

Home page: www.rotaryprato.it

RIUNIONI CONVIVIALI: sede provvisoria c/o Hotel Art Museo Il 1° e 3° martedì/mese alle ore 13.00

Il 2° e 4°martedì alle ore 20,15

NOTIZIE DAL CLUB

A dicembre festeggiano il compleanno

Olmi Giovanni 19 Dicembre

Nardone Gaia 22 Dicembre

tanti auguri !!!