Daltonismo & interfacce · Daltonismo & interfacce Il termine daltonismo prende origine da John...
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Daltonismo& interfacce
Il termine daltonismo prende
origine da John Dalton, un
fisico e chimico inglese che
nel 1798 descrisse
un'anomalia congenita della
visione dei colori da cui era
affetto lui stesso.
Gli individui con una visione
dei colori comune e diffusa
sono detti tricromati
normali.
Giulio Bertagna
La caratteristica dei
daltonici è di avere una
visione dei colori diversa
da quella dei tricromati
normali, ovvero di essere
tricromati anomali o
dicromati.
Il daltonismo è dunque
un!anomalia della
visione cromatica.Come si vedeva
allo specchio
Paul Newman,
daltonico,
Premio Oscar al
miglior attore
(1987) nel film
“Il colore dei
soldi”.
Tutto ciò che ci circonda è in bianco e nero.........................
Visione tricromatica normale.............................................
Visione DEUTERAN............................................................
Daltonismo & interfacce
Tutto ciò che ci circonda è in bianco e nero
Visione tricromatica normale
Visione DEUTERAN
Si parla di tricromatismo, in quanto disponiamo
di coni della retina organizzati in 3 gruppi di
sensibilità alle diverse lunghezze d!onda della
luce. L!attività congiunta dei coni ci fornisce:
la visione con la massima acuità visiva,
la sensazione di maggiore o minore luminosità,
le sensazioni cromatiche come input di
partenza, saranno poi altre cellule a creare la
sensazione cromatica.
L!anomalia del daltonico genetico risiede quindi
nei coni della retina.
I tricromati normali e i
tricromati anomali o i
dicromati (daltonici) hanno
semplicemente sensazioni
cromatiche diverse di un
mondo che comunque è
acromatico.
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Tricromatismo
anomalo
(sono presenti tutti e
tre i tipi di coni, ma un
gruppo ha
funzionalità
anomale).
Dicromatismo
(sono presenti solo
due tipi di coni).
Tricromatismo normale
(TRICROM)
(sono presenti tutti e tre i tipi
di coni e hanno funzionalità
normali).
Daltonismo
(color blindness)
Deuteranomalia (DEUTERAN)(assenza di sensazione di verde)
Protanomalia (PROTAN)(assenza di sensazione di rosso)
Tritanomalia (TRITAN)(assenza di sensazione di blu)
Deuteranopia (DEUTERAN)(assenza di sensazione di verde)
Protanopia (PROTAN)(assenza di sensazione di rosso)
Tritanopia (TRITAN)(assenza di sensazione di blu)
Daltonismo & interfacce
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Una rana, ferma. Sicuramente la si vede (è in retina) , difficilmente la si percepisce...
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La rana è qui...
La rana così com!è La rana vista da un TRICROM > evidenziata dal cerchio bianco
Vista da un DEUTERAN Vista da un PROTAN Vista da un TRITAN
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Una rana, ferma. Sicuramente la si vede (è in retina) , difficilmente la si percepisce...
La fotografia della rana, elaborata nelle diverse
visioni, dimostra che il colore è un elemento
coadiuvante di lettura e interpretazione che
assume un significato percettivo utile solamente
se integrato nel contesto e che in natura non è
strettamente indispensabile quanto lo è il
contrasto chiaroscurale.
Il colore non è dunque elemento percettivo tale da
poter essere utilizzato da solo, perché solamente se
posto su una certa figura e con un certo sfondo e
in un certo contesto è in grado di assumere un
significato percettivo, ovvero interpretativo di ciò che
si sta osservando.
E questo vale sia per gli individui TRICROM, sia per
i DALTON.
Si aggiunga poi che la percezione della scena
cambierà a seconda di chi è l!osservatore, quale è
il suo ruolo, quale compito ha da svolgere.
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La rivoluzione industriale ha introdotto una serie infinita di codici visivi, utilizzando spesso il colore come elemento di salienza e discriminazione.
La società industriale e tecnologica ha dunque creato una serie illimitata e variegata di necessari sistemi di comunicazione-interazione verso la propria utenza: le interfacce. Il colore è sempre stato un elemento importante nelle interfacce, ma ancora oggi elemento critico a causa della diffusa ignoranza sull!argomento.
Il binomio rosso-verde è stato usato frequentemente perché mentre il verde non ha azioni induttive sul SNA, il rosso attiva maggiormente il Simpatico, mettendo in stato di allarme e attenzione. Questo, prima dell!avvento delle neuroscienze non si sapeva, ma se ne percepivano gli effetti.
Si può affermare che si sia sempre andati “a lume di naso” e che si sta ancora continuando. Il ché la dice lunga.
Daltonismo & interfacce
Le molte criticità delle interfacce sono
paradossalmente emerse durante gli studi
applicativi destinati all!utenza daltonica.
Ormai qualsiasi sistema, oggetto, ma anche
istituzione, comunica con interfacce quasi
esclusivamente visive, affidate ad avvisi o concise
istruzioni spesso incomprensibili, ma soprattutto a
segni grafici, pittogrammi e colori normativi.
Ogni istituzione provvede a creare una sua
personale interfaccia, pretendendo che l!utenza
l!apprenda velocemente e si comporti
coerentemente a quanto previsto.
Frequentemente non viene però considerato da
quali soggetti è composta questa utenza e tutte le
persone deboli si ritrovano in forte disagio in
quanto avvertono immediatamente che sono state
ignorate.
Un punto da sottolineare è che chi progetta un!interfaccia non considera lo stato di difficoltà in cui si trova l!utente soprattutto le prime volte che si trova di fronte a quell!interfaccia.
Per una necessità di conservazione biologica si tende a restringere il campo della consapevolezza e della coscienza cercando un segno univoco che fornisca l!informazione che cerchiamo.Ma spesso l!idea che abbiamo di questo segno, ciò che ci aspettiamo, è ben diverso da ciò che ci viene proposto.
Quel segno è forse nascosto in un sistema che dobbiamo apprendere nel suo insieme. Se non lo troviamo, entriamo in stato di ansia e questo rende ancora più difficile il nostro compito.
Però il nostro compito è andare dove dobbiamo andare, non capire come fare ad andarci.
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Questo è un ottimo sistema toponomastico, ma anche un architetto in quel momento
è un “utente”. Per molti anziani un pannello orientativo di questo genere è un incubo.
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- Prendi la linea rossa! -
- Sì, va bene, ma da che lato del tunnel devo scendere per andare nella direzione giusta senza dover sempre leggere tutte le fermate previste? -
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Concept per la segnaletica orientativa
Studio B&B Colordesign per il progetto percettivo del Nuovo Ospedale Alba-Bra
Dagli anni 60 circa, il mondo della psicofisica (psicologia+neuroscienze) aveva identificato importanti lacune delle qualità degli ambienti pubblici e di lavoro e i difetti nella comunicazione orientativa.Perfino l!architetto Kevin Linch, in un suo saggio del 1960, evidenziava queste problematiche
proponendo un approccio percettivo da parte del mondo del progetto.
Il mancato aggiornamento in questa direzione dei percorsi formativi dei progettisti ha causato il perpetuarsi di situazioni emozionali critiche e controproducenti l!efficienza dei servizi e l!economia
stessa delle istituzioni.
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Devi andare in un consultorio?
Cerca solo nelle indicazioni di questo tipo!
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Lo hai trovato facilmente vero?
Ora segui sempre l!elefante!
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Sei un daltonico tritanope? Non c!è problema!
Troverai sempre il “tuo” elefante, sul “tuo” fondino colorato di quella forma!
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Conclusione:
Grazie ai correttivi sulle interfacce da apportare per i daltonici, è emersa la necessità di affrontarne i progetti con nuove attenzioni anche per l!utenza debole (anziani, immigrati, stranieri e tutti coloro che per formazione scolastica o altre situazioni, non hanno le capacità culturali e cognitive per comprendere, apprendere, ricordare, applicare le convenzioni-regole imposte dalle interfacce istituzionali...
...ma anche perché, come detto, per le problematiche legate alla percezione cognitiva, siamo tutti coinvolti.
a cura di Giulio Bertagna
B&B Colordesign
www.bebcolordesign.it