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DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO e prove... · 2009-03-02 · • In considerazione della durezza della...
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PROGETTAZIONE
PRODUZIONE
Specifiche
Funzioni
Materie prime /Componenti
Prodotto
DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO
• materiale• macro geometria • micro geometria
Che cosa considerare nella scelta del materiale
• prestazioni del materiale• lavorazioni meccaniche• sistema produttivo
COSTI
DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO
Progettazione del componente:
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Plastiche
Legnami
Metalli
Ceramiche
Compositi
Gomme
Vetro
. . .
Rame
Alluminio
Magnesio
Fe-C
Ottone (Cu+Zn)
Bronzo (Cu+Sn)
Oro
...
Acciai
Ghise
Non esiste un materiale migliore in assoluto!
CATEGORIE
DALLE FUNZIONI AL PRODOTTO
MATERIALE
SOLLECITAZIONI• carichi• temperatura• pressione• umidità• . . .
COMPORTAMENTO DI UN MATERIALE
PRESTAZIONI• deformazioni del materiale • frattura del materiale • corrosione del materiale• usura del materiale• . . .
Occorre conoscere i comportamenti dei materiali
legati alle funzioni del componente.
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ANALISI DEI MATERIALI
Come facciamo a caratterizzare il materiale per prevederne il comportamento ?
Livello atomico
Livello microscopico
Livello macroscopico
COMPORTAMENTO DI UN MATERIALE
PROPRIETA’ DEI MATERIALI
Cosa otteniamo dall’analisi dei materiali?
Fisiche e chimiche
Meccaniche
Tecnologiche
COMPORTAMENTO DI UN MATERIALE
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PROPRIETA’FISICHE E CHIMICHE
Rientrano in questa categoria proprietà quali:
Peso specifico
Punto di fusione
Dilatazione termica
Resistenza alla corrosione
Calore specifico
Magnetismo
Ecc.
PROPRIETA’ FISICHE E CHIMICHE
PROVEMECCANICHE
Sono quelle proprietà che riguardano la resistenza del materiale ai vari tipi di sollecitazione. Le prove normalizzate per quantificare le suddette proprietà possono essere così suddivise
Statiche
Dinamiche
Periodiche
di Scorrimento
PROPRIETA’ MECCANICHE
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PROVESTATICHE
PROVE STATICHE
Quando il carico viene applicato lentamente (minuti)
PROPRIETA’ MECCANICHE
Prove di trazioneProve di compressioneProve di flessioneProve di torsioneProve di taglioProve di durezza
PROVEDINAMICHE Prove di resilienza
PROPRIETA’ MECCANICHEPROVE DINAMICHEQuando il carico viene applicato velocemente (frazioni di secondo)
Per definire l’influenza della velocità di applicazione del carico sulla resistenza alla deformazione del materiale e per valutare la resistenza alla rottura per urto
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PROVEPERIODICHE Prove di fatica
PROPRIETA’ MECCANICHEPROVE PERIODICHEQuando il carico viene fatto variare periodicamente nel tempo (legge sinusoidale e periodo di frazioni di secondo)
Queste prove permettono di valutare la resistenza a fatica del materiale
PROPRIETA’ MECCANICHEPROVE DI SCORRIMENTOQuando il carico, raggiunto un determinato valore, viene mantenuto costante anche per un tempo molto lungo (decine e a volte migliaia di ore)
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Sono quelle proprietà che riguardano l’attitudine dei materiali ad essere lavorati mediante i vari processi tecnologici
PROPRIETA’ TECNOLOGICHE
PROVE MECCANICHE
Le proprietà meccaniche si misurano eseguendo delle prove sul materiale.
Prova di trazione, Prova di durezza...
Per poter comparare misure diverse è necessario che le prove siano eseguite nelle medesime condizioni. Normative ISO, CEN e UNI regolamentano le condizioni nelle quali le prove devono essere eseguite.
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PROVA DI DUREZZA
Nel campo dei metalli si definisce come durezza la
resistenza che il metallo preso in considerazione
oppone all'azione di un penetratore cui sia applicato
un carico statico.
La prova consiste nel far penetrare nel pezzo in esame una sfera in metallo duro o
acciaio di diametro "D" mediante applicazione di un carico "F" e nel misurare il
diametro "d" dell'impronta lasciata dal penetratore sulla superficie del pezzo, dopo
avere tolto il penetratore.
SF102.0HB ⋅=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −−
⋅=
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −−==
22
22
21020
21
dDDD
FHB
dDDDDhS
π
ππ
.
h: profondità dell'impronta; d: diametro dell'impronta
Durezza Brinell F: carico applicato (N) S: area della superficie dell'impronta (mm2)
PROVA DI DUREZZA: Prova Brinell
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Per confrontare valori di durezza ottenuti con prove differenti è necessario che l’affondamento del penetratore nel materiale sia comparabile nelle diverse prove.
β
Prova ideale
[ ]5.025.0
375.0
÷∈
=
DdDd
Valori accettabili
PROVA DI DUREZZA: Prova Brinell
Condizioni normali di prova Brinell: Norma UNI EN 10003
I valori normali di F, D e t sonoD = 1- 2 – 2.5 – 5 -10 mmF = k 9.8 D2 [N] t = appl. 2-8 s permanenza 10-15 s
HB D/F/t = . . .
• Il penetratore deve agire su una superficie liscia e piana, esente da ossidi ed impurezze superficiali.
• Lo spessore minimo del pezzo da provare deve essere almeno 8 volte la profondità dell'impronta.
• In considerazione della durezza della sfera di acciaio si raccomanda di evitare l'impiego della prova Brinell su materiali aventi durezza HB superiore a 450.
• Prove successive non devono essere troppo vicine (distanza centri > 4d).
PROVA DI DUREZZA: Prova Brinell
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HBS sfera in acciaio
• Durezza Brinell 300
• Sfera in acciaio di diametro 5 mm
• Carico di prova 750 kgf (7355N)
• Tempo di permanenza del carico 10 s
PROVA DI DUREZZA: Prova Brinell
HBW sfera in metallo duro
300 HBS 5/750/10
PROVA DI DUREZZA
Durezza per confronto:
consiste nel comprimere una sfera (di diametro D) fra il materiale in esame e un pezzo campione di cui si conosce la durezza.Permette di eseguire prove su pezzi per i quali non èpossibile utilizzare il normale durometro, ma il valore che si ottiene non è a rigore confrontabile con quelli ottenuti rispettando le norme
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PROVA DI DUREZZA
Materiale X
Materiale noto
Durezza per confronto:
dX
dn
xxnn SHBSHBF ⋅=⋅=
⎟⎠
⎞⎜⎝
⎛ −−
⎟⎠⎞
⎜⎝⎛ −−⋅=
22
22
x
nnx
dDD
dDDHBHB
PROVA VICKERSIl penetratore è costituito da una piramide retta, a base quadrata, di diamante, con l'angolo al vertice (angolo fra due facce opposte) di 136°.
2854.1dFHV
SFHV
⋅=
=
2
)2/136(102.02dsenFHV °⋅⋅⋅
=
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CONDIZIONI NORMALI DI PROVA VICKERS
I valori normali di F e t sono
F = 294 N
t = 15 sec
HV F/t = . . .
Forma dell’impronta Vickers
PROVA VICKERS
620 HV 30/15
• La prova si svolge applicando un carico di 294 N per 10-15 s. Possono essere anche usati carichi diversi, ma sempre compresi nell'intervallo 49-980 N.
• Lo spessore del pezzo da provare non deve essere minore di 1,5 volte la diagonale dell'impronta.
• Posizione tra due impronte deve essere maggior di 2.5 volte la diagonale dell'impronta.
• La grandezza d deve essere pari alla media aritmetica delle misure delle due diagonali dell’impronta.
Norma UNI EN ISO 6507
PROVA VICKERS
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PROVA ROCKWELL
Possono essere definite due diverse scale B e C a seconda
che il penetratore sia una sfera di acciaio temprato e levigato
(scala B) o sia un cono di diamante a base circolare con
punta arrotondata ed angolo al vertice di 120° (scala C).
Norma UNI EN 10109
La sequenza delle prove è la seguente:
Al penetratore accostato alla superficie del pezzo viene applicato un carico iniziale F0 che determina una lieve penetrazione iniziale
Si azzera l’indicatore di profondità del durometro e quindi si applica (in un tempo di 5 – 10 secondi) il carico addizionale F1
PROVA ROCKWELL
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Trascorsi 30 secondi , il carico addizionale F1 viene tolto e la profondità dell’impronta diminuisce leggermente a causa del recupero elastico del materiale
Viene rilevato quindi l’accrescimento rimanente (definito con e) della profondità dell’impronta, da cui si deduce la durezza rockwell
PROVA ROCKWELL
(carico) N 980)(precarico N 98
130
10
0
=+
=−=
FFF
eHRBScala B N.B. :
e in unità di 0.002 mm
PROVA ROCKWELL
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Scala C
PROVA ROCKWELL
(carico) N )(precarico N
147098
100
10
0=+
=−=
FFF
eHRC
PROVA DI DUREZZA
Confronto fra scale di durezza
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Prove di durezza con impronte molto piccole (singolo costituente cristallino o strato indurito mediante trattamento termico)
I carichi applicati sono più bassi (0.025 N -10N)
Dipendente dal carico di prova. Affinché il valore di durezza abbia significato deve essere indicato anche il carico di prova
PROVE DI MICRODUREZZA
Prove di durezza con impronte molto piccole (singolo costituente cristallino o strato indurito mediante trattamento termico)
I carichi applicati sono più bassi (0.025 N -10N)
Dipendente dal carico di prova. Affinché il valore di durezza abbia significato deve essere indicato anche il carico di prova
PROVE DI MICRODUREZZA
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PROVA DI RESILIENZA
Scopo: valutare il comportamento del materiale soggetto ad un urto
Fattori influenti
• velocità di deformazione
• presenza di intagli
• temperatura
Tipi di rottura
• TENACE
• FRAGILE
Si definisce infatti resilienza di un materiale la sua resistenza alle
sollecitazioni dinamiche quali: urti e strappi
PROVA DI RESILIENZA
La prova di resilienza consiste nel sollecitare per urto una provetta in modo da causarne la rottura per flessione o per trazione (strappo).
L’energia assorbita dal materiale viene assunta come valore della resilienza stessa
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PROVA DI RESILIENZA
[ ]J ... LK =
L: lavoro assorbitomg (h1 – h2)
Macchina diprova
Metalli Ferrosi E0 = 296 JMetalli non Ferrosi E0 = 70 J
PROVA DI RESILIENZA
Provino e condizioni di prova
2 mm
R 0.25 mm
45°
Charpy Mesnager
2 mm
R 1 mm
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PROVA DI RESILIENZAR
esili
enza
[J]
Temperatura [°C]
L’acciaio (A) presenta una maggiore resilienza a temperature elevate rispetto all’acciaio (B),ma il comportamento cambia decisamente per temperature inferiori.
PROVA DI RESILIENZA
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PROVA DI FATICAFatica: fenomeno che porta alla rottura di tipo fragile materiali (anche
tenaci) sottoposti a sollecitazioni cicliche al disotto del limite elastico.
Scopo delle prove di fatica: determinare il numero di cicli necessario per portare a rottura il materiale.
Tipi di sollecitazione nelle prove di fatica e relativi cicli realizzabili in ciascun caso.
PROVA DI FATICAEsempi di sollecitazioni cicliche
σ
t
AlternoSimmetrico
AlternoAsimmetrico
PulsanteOndulato
Pulsante
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Risultati di prove di fatica: curve σ-N (di Wöler)
Resistenza a fatica: ampiezza della sollecitazione che rompe il provino a N cicli.
Limite di fatica: resistenza a fatica per N → ∞
Numero di cicli Numero di cicli
Car
ico
mas
sim
o (M
Pa)
Car
ico
mas
sim
o (M
Pa)
acciaio lega di alluminio
PROVA DI FATICA
Fattori tecnologici che influenzano la resistenza a fatica• Rugosità superficiale ↓• Tensioni superficiali di trazione ↓• Tensioni superficiali di compressione (pallinatura, rullatura) ↑• Durezza superficiale (trattamenti termochimici)↑
PROVA DI FATICA
Rottura di schianto
Formazione progressiva della
cricca
semiasse di autocarro