DALL’ARGENTINA MARTORIATA SEGNALI DI SPERANZA DALLE …

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ANNO XXXIII / N. 1 / GENNAIO 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PER˙UE) Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati SPECIALE EMIGRAZIONE / IV CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE SARDA DALL’ARGENTINA MARTORIATA SEGNALI DI SPERANZA DALLE NUOVE GENERAZIONI PROPOSTE E PROGETTI PER RINSALDARE I LEGAMI CON LA SARDEGNA CULTURA DIBATTITO A BERLINO SUL FUTURO DELLA LINGUA SARDA LA REGIONE ISTITUISCE UN NUMERO VERDE 08004440940 RIFORME ASSEMBLEA COSTITUENTE E RISCRITTURA DELLO STATUTO IN UN CONVEGNO A PAVIA

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ANNO XXXIII / N. 1 / GENNAIO 2002 / SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FILIALE DI CAGLIARI (TASSA RISCOSSA - TAXE PERÇUE)

Mensile della Regione Sardegnaper gli emigrati

SPECIALE EMIGRAZIONE / IV CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE SARDA

DALL'ARGENTINA MARTORIATASEGNALI DI SPERANZADALLE NUOVE GENERAZIONI

PROPOSTE E PROGETTIPER RINSALDARE I LEGAMICON LA SARDEGNA

CULTURA

DIBATTITO A BERLINOSUL FUTURODELLA LINGUA SARDA

LA REGIONE ISTITUISCE UN NUMERO VERDE 08004440940

RIFORME

ASSEMBLEA COSTITUENTEE RISCRITTURA DELLO STATUTOIN UN CONVEGNO A PAVIA

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IL MESSAGGERO SARDO 3GENNAIO 2002

Inno sardo e incisioniaudiocassetteCaro Messaggero Sardo,

ho letto con piacere quantoavete scritto nel numero 5 delmese di maggio a propositodell’inno sardo. Avrei piacere,se non chiedo troppo, se pote-ste pubblicare anche la tradu-zione in italiano del testo per-ché, leggendolo in dialetto, hodifficoltà a capire il vero con-tenuto. Le singole parole lecapisco quasi tutte ma, metten-dole insieme, dopo averle tra-dotte in italiano, mi accorgoche la mia traduzione letteraleè molto difettosa, perché vienefuori un testo un po’ sconclu-sionato. Purtroppo in Sarde-gna, a seconda dell’area geo-grafica, il dialetto cambia, edei tanti parlati nella nostraisola io ne conosco solo uno,che non è quello che ha usatol’autore che ha composto l’In-no Sardo. Per quanto riguarda,invece, l’indicazione della re-gistrazione posso dirla io.L’Inno Sardo fa parte di unaraccolta di canti patriottici in-cisi su un’audiocassetta intito-lata “Inni e Canti della Patria”,siglata DKC 440, prodotta daBruno Barbone. Il distributoree Duck Record s.r.l. via Gio-berti, 3 - 20090 Trezzano sulNaviglio (Milano), tel. 02/4844991 - fax 02/48403323;http:/www.amerigo.it/duckre-cord; e-mail: duck.recordinterbusiness.it. L’edizione diquesto brano, che è un’incisio-ne d’epoca, è ottima; anche laregistrazione è molto valida econsente una buona audizione.Fornendo i dati che ho indica-to ad un qualunque negoziantedi dischi, cd e audiocassettepenso che sia possibile procu-rarsi la cassetta, sperando chesia ancora in catalogo, perchél’edizione è del 1991. Non sose esista anche una versionecd. A quanti riusciranno a pro-curarsi l’incisione augurobuon ascolto.

Firma illegibileTorino

Gentile lettore,la ringraziamo molto per le

interessanti notizie fornite sul-l’Inno Sardo che sappiamo fa-ranno particolarmente piacereagli appassionati, tra cui ilsig. Angelo Pintus, portieredell’albergo Entella di Geno-va che più volte è stato messoin difficoltà dai clienti interes-sati a conoscere l’“Inno Sar-do”. Da parte nostra forniamola traduzione del testo del can-to scritto da Vittorio Angiusnella versione sardo-campida-nese. Il lavoro di trasposizionein italiano dalla lingua sarda,nella espressione dell’areameridionale dell’isola, è trattadal volume di Francesco Cesa-re Casula “La terza via dellaStoria” (Il caso Italia) delleEdizioni ETS. Ci perdoni lasottolineatura, ma parlare di“dialetto” in questo caso èim-proprio. Si tratta, invece, diuna delle varianti della linguasarda. Speriamo che la tradu-zione, che forniamo a lei e adiversi lettori interessati, se-condo l’ordine del componi-mento tratto dallo stesso volu-me e pubblicato sul Messagge-ro precedente, possa essere diaiuto per l’interpretazione deicontenuti dell’Inno.

Iddio conservi il ReIndica un avversarioE infirmisi il valoreE orrendo da lor cuoreE gloria allo stendardo

Tonar s’udrà il furoreConceda ognor del Re.Ad un tuo cenno, o Re.(Iddio...)

Che in noi languisca l’animoComanda cio’ che piacciatiE infirmisi il valoreFoss’anche troppo duroPer forza o per terroreEd esser puoi sicuroNon mai temere o Re.(Iddio...) Che sarà fatto, o Re.(Iddio...)

Un contro cento intrepidiLa forza che mirabileA spade ed a mitraglieSentirono i romaniSu valli e su muraglieE prima gli africaniNoi correremo, o Re(Iddio...) Potrai vedere, o Re.(Iddio...)

Solo in sua morte cedereLa forza che altri barbariSoleva il sardo anticoPoteva già domareNé vivi all’inimicoSaprà far operareNoi cederemo o Re. (Iddio...)Solo un tuo cenno,o Re. (Iddio...)

Da’ fidi valent’uominiI fidi e valent’uominise nati ci vantiamoO vedi tu contentoben proverem che siamoChe a te in qualunque eventoNoi loro figli, o Re.(Iddio...) Quai fu, saranno,o Re. (Iddio...)

Di dimostrarti cupidiLa fede e il loro amoreLe vene in grand’ardoreSentono i Sardi, o Re.(Iddio...)

Vende casa ruralecon terreno ma nonscrive doveCaro Messaggero Sardo,da tanti anni ricevo il giornalea casa e vi ringrazio di cuore.Vi chiedo per cortesia di pub-blicare questo annuncio per lavendita di una casa rurale fati-scente ma con tanto terreno,750 metri/quadrati, e il pozzodell’acqua, nel centro del pae-se. L’ho ereditato dai miei ge-nitori e si trova in un paesetranquillo e benservito a 30chilometri da Cagliari. Chiedo60 milioni trattabili. Gli inte-ressati possono telefonare alnumero 011/7792496.

Tarquinio MarrasTorino

Caro Marras,abbiamo pubblicato l’an-

nuncio anche se è incompleto.Avrebbe, infatti, dovuto indi-care il paese e l’indirizzo doveabita. Auguri.

Cerca notizie diBeniamino e Ivan LocciCaro Messaggero Sardo,

sono un affezionato abbona-to. Vi scrivo in merito all’arti-colo pubblicato nel numero digiugno 2001 relativo alla sto-ria di Beniamino Locci e delfiglio Ivan. Mi ricordo in par-ticolare di quest’ultimo, inquanto, intorno agli ultimianni Settanta, fu ricoverato perustioni al Centro Grandi Ustio-nati di Torino dove lavoro tut-tora come infermiere. Ho avu-to modo di rivedere padre e fi-glio in un’altra occasione cherisale, però, a molti anni fa eprecisamente ad Alghero, inpiazza Sulis. Vorrei poter rin-tracciare queste persone cosìcome i colleghi che insieme ame lo hanno curato.

Vittorio MarottoVia P.F. Guala, 119

10135 Torino - tel. 011.61.49.72

Caro Marotto,abbiamo pubblicato integral-mente il suo messaggio che af-fidiamo ai lettori del “Messag-gero”. Buone cose.

“Sardissima” chiedegiornale per cuginoCaro Messaggero Sardo,

mi chiamo Antonietta Cabo-ni e abito in Toscana, in un po-sto stupendo che si chiama SanGimignano, da ben 31 anni!Sono nata e vissuta a Busachifino ai 7 anni e, malgrado tuttiquesti anni lontana dalla miaterra, sono ancora, e per fortu-na, sardissima. Almeno unavolta all’anno torno in Sarde-gna per riossigenarmi di “sar-ditudine” e ciò nonostante hosempre una forte nostalgia. Tiringrazio per la tua presenza incasa mia e mi complimento peril tuo lavoro e, ultimamente,anche per una certa puntualità.Approfitto con questa letteraper chiedere di conoscerel’origine del mio cognome sa-pendo che a Cagliari c’è ancheuna via. Ancora un piacere:segnalo l’indirizzo di un miocugino anche lui interessato aricevere il giornale.

Antonietta Cabonivia San Biagio, 33 53037 San

Gimignano (Siena)

Cara Caboni, abbiamo pre-so nota delle richieste cheesaudiremo al più presto.

Appello a personalitàsarde eminentiper rilancio IsolaCaro Messaggero Sardo,

ormai da diversi anni vivo elavoro a Trieste, ma nonostan-te i quasi mille chilometri didistanza, cerco di non perderel’occasione per tenermi ag-giornato, anche con l’aiuto del“Messaggero”, e di essere par-tecipe degli accadimenti cheriguardano l’isola. Uno deivantaggi, determinati da que-sta posizione esterna e lontana,è quello di poter valutareobiettivamente e con costrutti-vo senso critico, slegato dasentimenti emotivi o interessipersonali, quella che è la con-duzione della vita, l’individua-zione e risoluzione dei variproblemi da parte degli Enti edIstituzioni preposti. Ho notatoprincipalmente due fattori cheritengo intimamente importan-ti e mi permetto qui di espri-

mere. Il primo riguarda l’am-ministrazione della Regione,senza fare riferimento ad alcu-no particolare schieramentopolitico o periodo di legislatu-ra, che nel corso degli anni haportato, per colpa grave, croni-ca incapacità e scarsa volontàdell’agire per il bene della col-lettività, ad una lenta ma ine-sorabile situazione di deterio-ramento, abbandono e perditache ha determinato una lacu-nosa arretratezza in quasi tuttii settori. Basti solo pensarealle innumerevoli crisi nei de-licati periodi di bilancio che havisto sfumare denaro delloStato e dell’Unione Europea adiscapito dei tanti progetti dipubblica utilità da realizzare.Inoltre, per quanto possa esse-re importante dal punto di vi-sta culturale, storico e tradi-zionale, non è prioritaria unadiscussione su temi quali “labenda sui mori”, “la limba sar-da nelle scuole” e via discor-rendo, quanto quella su con-creti problemi di sviluppo, mi-glioramento delle infrastruttu-re, servizi, rete viaria, disoccu-pazione ecc. Tale situazionedelinea un quadro indecoroso,ingiusto e non corrispondentealle reali potenzialità di unaTerra che è una ricchezza ine-stimabile assieme al suo popo-lo che ne è patrimonio e chenon merita ciò. Il secondo pun-to riguarda gli emigrati chesono sempre stimati e ben vo-luti e, con intuito e impegno,hanno credito e fiducia profes-sionale ovunque stabiliscanodimora ed in qualunque cam-po. Dimostrazione ne è il fattoche, sempre più spesso possia-mo osservare, ad esempio, nel-l’attuale Parlamento, gli inca-richi di responsabilità o rap-presentanza vengono soventeaffidati a personalità “sarde”.Ora, perché tanti, non tutti, frai nostri corregionali che rag-giungono posizioni prioritariee di comando, quasi non sen-tendo più quell’antico legamecon la madre terra, non pongo-no positivamente la loro in-fluenza e capacità per rilancia-re la Sardegna? Perche’ tantidi questi nostri imprenditori,artisti e illuminati di ogni cam-po non investono, raggiuntaposizione e successo, sullosviluppo della loro Terra? Houn desiderio, quello che ungiorno possa ritornare a casa,più ricco di conoscenze e cari-co d’esperienza rispetto aquando sono partito, avendoun ruolo che mi permetta dipoter concretamente agire perapplicare tutto quanto di piùutile e necessario al migliora-mento del mio paese che, neglianni, avrò appreso.

Gianfelice Loddovia Francesco Hermet, 7 34123

Trieste

Caro Loddo,abbiamo sintetizzato qual-

che passaggio della sua lun-ga lettera, rispettandoneperò il senso. Per quanto siadifficile stabilire in modo de-finitivo le priorità che devo-no essere perseguite, è in-dubbiamente apprezzabile ladomanda-appello rivolta alleeminenti personalità sarde.Siamo, tuttavia, convinti cheper quanto uno possa diven-tare importante, non dimenti-chi mai il luogo che gli hadato i natali e faccia sempredi tutto per privilegiarlo.

Cambio Codice Postalein GermaniaCaro Messaggero Sardo,

già da un po’ di tempo ècambiato il codice postale diAugsburg. Purtroppo avendopoco tempo a disposizione hosempre rinviato per fartelo sa-pere. Comunque ho semprepiacere di leggere il giornale enell’occasione chiedo infor-mazioni sull’origine del miocognome.

Gian Paolo MagariCarron du Val st.20

86161 Augsburg (Germania)

Caro Magari,trasferiremo la sua richiesta

di notizie sul cognome a chi didovere e al più presto aggior-neremo il codice postale. Buo-ne cose.

Diego Gabriel Porcue Antonio Serranon sono cuginiCaro Messaggero Sardo,

nel numero di ottobre ho let-to l’appello di Diego GabrielPorcu di Rosario di Santa Fe’,in Argentina, che presumevadi essere mio cugino in quantonomi e cognomi dei nostri pa-renti (da lui letti sul giornale dialcuni mesi fa nel Circolo Sar-do di Rosario) erano uguali.Purtroppo discendiamo da duefamiglie diverse, originarie didue paesi vicini: Sedilo, i miei,e Santulussurgiu, i suoi. Co-munque ho spedito una e-maila Diego Gabriel e ho iniziato afare ricerche per lui attraversoi miei amici di Santulussurgiu.Approfitto dell’occasione perrichiedervi di inviare il giorna-le a mio cugino in Argentina.

Antonio Serravia Bacaredda, 38

09127 Cagliari

Caro Serra,ci avrebbe fatto piacere sa-

pere che Diego Gabriel Porcuaveva raggiunto lo scopo.Siamo, però, certi che, anchegrazie al suo aiuto, potrà co-ronare il sogno di ritrovare ilcugino. Stia tranquillo per larichiesta in quanto verrà sod-disfatta al più presto. Cordia-lità.

Innamorato Sardegnapermuta appartamentoa Sezza con casa almare

Caro Messaggero Sardo,ricevo regolarmente il men-

sile e ringrazio per l’invio an-che se non sono sardo di nasci-ta, sono innamorato della Sar-degna. Possiedo un apparta-mento a Sezza (Latina), affit-tato a lire 350.000 mensili(l’inquilino paga regolarmentel’affitto tramite vaglia postale)e vorrei permutarlo con uno almare in Sardegna (non impor-ta dove in quanto è tutta bella).Questo mi permetterebbe diandare nell’isola sempre piùspesso.

Alessandro Zanottivia Emilia, 125

40026 Imola (Bologna)tel. 0542/24215

cell. 347/2406580

Caro Zanotti,abbiamo pubblicato l’an-

nuncio e speriamo che possaavere riscontri.

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EDITORIALE 4

GENNAIO 2002

DALL'ARGENTINAUNA LEZIONEDA TENERE A MENTE

In questo numero del Messagge-ro abbiamo dedicato ampio spa-zio al congresso della Federa-

zione dei circoli sardi in Argentinache si è tenuto a Mar del Plata neiprimi giorni di dicembre. Lo ab-biamo fatto ritenendo doverosodare voce a quella parte del popo-lo Sardo che trovandosi a cosìgrande distanza dall’Isola ha mi-nori opportunità di far sentire lesue istanze, ma lo abbiamo fattosoprattutto per l’importante mes-saggio che i giovani sardi-argenti-ni, discendenti di seconda, terza equarta generazione hanno portatoal congresso. Un messaggio di colla-borazione, di dignità, di speranza.

Proprio mentre a Mar del Plataerano riuniti i rappresentanti dellacomunità sarda in Argentina, il go-verno adottava il provvedimento delblocco dei conti bancari che avrebbefatto da detonatore in un momentodrammatico. Ebbene nonostante ladisperazione palpabile per il precipi-tare di una situazione già da tempodisperata la comunità sarda in Ar-gentina ha dato dimostrazione digrande dignità e misura. Dal con-gresso non sono venute rivendica-zioni né richieste generalizzate d’as-sistenzialismo. Gli emigrati sardi sisono limitati a chiedere la solidarie-tà degli altri sardi e l’intervento del-la Regione sul Governo nazionaleperché attivi politiche d’aiuto.

I giovani discendenti dei sardiemigrati all’inizio del secolo scorsoe fino agli anni 50, hanno chiesto chegli fosse offerta l’opportunità di rea-lizzare progetti produttivi che posso-no aiutare loro a superare questo mo-mento di difficoltà e nel contempofavorire lo sviluppo di relazioni eco-nomiche tra il loro paese e la Sarde-gna.

Nei giorni successivi al congressola situazione è precipitata e in pochesettimane c’è stato un balletto di pre-sidenti della Repubblica. Ci sonostate proteste e ci sono stati morti.

Non è azzardato dire che in Ar-gentina si cominciano a nutrire pre-occupazioni per lo stato democrati-co.

La Sardegna è stata tra le Regionipiù attive. Il Consiglio regionale –nonostante il clima di tensione tramaggioranza e opposizione – ha tro-vato sulla questione Argentina l’una-

nimità d’intenti e ha approvato undocumento che impegna la Giuntaad intervenire con appositi provvedi-menti e, nel contempo, a sollecitareiniziative dal Governo nazionale.

Lo slancio con cui si è mosso l’as-sessore del Lavoro della Sardegnanon ha trovato adeguate sensibilitàin tutte le regioni. In alcuni casi èsembrato prevalere un atteggiamen-to egoistico su uno slancio di solida-rietà.

La Sardegna, comunque, ha atti-vato un numero verde per raccoglie-

re indicazioni e richieste d’aiuto.La vicenda Argentina deve aiuta-

re tutti a fare una riflessione. In quellontano paese vive una popolosa co-munità sarda, profondamente legataalla sua terra d’origine.

Una comunità che è stata per lun-go tempo dimenticata. Dall’Argenti-na, se sapremo cogliere l’occasioneche ci viene data da questo dramma-tico momento, potrà arrivare un for-te segnale per il rafforzamento del le-game tra i sardi e potranno ancheaprirsi prospettive importanti per il

futuro sia in campo economico checulturale. Dall’altra parte dell’ocea-no, infatti, ci sono tante potenzialitàda sfruttare e tante opportunità dacogliere.

I sardi d’Argentina, così comequelli che stanno in Australia o inSvizzera, in Canada o in Germania,o in Lombardia, si sentono parte in-tegrante di un unico Popolo. Il lorolegame con l’Isola non si è mai spez-zato, anzi la distanza lo ha rafforza-to. È un dato da tener presente inquesto momento che è tornata al cen-

IL MESSAGGERO SARDO. Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati e le loro famiglie

Edito dalla Cooperativa «Messaggero Sardo» s.r.l. - Pres. Gianni De Candia

Comitato di Direzione: Gianni Massa (responsabile), Marco Aresu, Gianni De Candia,Ezio Pirastu, Luigi Coppola

Redazione e Amministrazione: Via Barcellona, 2 - 09124 CagliariTel. 070/664214 - Fax 070/664742

Registrazione del Tribunale di Cagliari n. 4212 dell'11-4-1969Iscritto al Registro Stampa n. 217

IL MESSAGGERO SARDO viene inviato gratuitamente dalla Regione Sardegna a tutti gli emigrati,in Italia e all'Estero e alle loro famiglie in Sardegna.

Richiedetelo a questo indirizzo: MESSAGGERO SARDO - Via Barcellona, 2 - 09124 CAGLIARIe-mail: [email protected]

Fotocomposizione, impaginazione, fotolito:PRESTAMPA - Via Nenni 133, tel. 070/883223 - 09045 Quartu S. Elena (CA)

Stampa:Officine Grafiche SOCIETÀ POLIGRAFICA SARDA di Ettore Gasperini Editore - Cagliari - Via della Pineta, 24/36 - Tel. 070/303777-78

tro del dibattito politico la questionedella riforma dello Statuto. Gli emi-grati in Argentina hanno manifesta-to il convinto sostegno alla propostaper l’istituzione dell’Assemblea Co-stituente del Popolo Sardo. Condivi-dono l’esigenza che lo Statuto spe-ciale della Sardegna venga riscrittoper riconoscere alla Regione la nuo-va Autonomia, adeguata ai tempinuovi che si stanno vivendo in Italiae in Europa. Non si curano tanto de-gli aspetti formali, al centro del di-battito sulle riforme in Sardegna, suquale sia lo strumento più idoneo perla riscrittura dello Statuto. Vanno alcuore del problema e rivendicano –come hanno fatto già gli emigratisardi in ogni angolo della terra – illoro diritto a non essere consideraticittadini di serie B. Vogliono che nelnuovo Statuto siano considerati allastregua dei residenti in Sardegna. Echiedono anche di poter esercitare illoro diritto di voto, ora che il votoper gli italiani all’estero è diventatoun diritto riconosciuto dalla legge, epartecipare all’elezione del Parla-mento dei sardi. Ma anche di potersedere con pari dignità in quella As-semblea.

A favore delle loro richieste sisono già pronunciati esponenti dellediverse forse politiche. Anche il pre-sidente della Giunta, Mauro Pili, si èdetto favorevole alla concessione delvoto agli emigrati. Restano da stabi-lire le modalità del coinvolgimentodella comunità sarda nel mondo neldibattito sulle riforme. Siamo certiche da quella parte potranno arriva-re importanti e qualificati contributiper la riscrittura delle regole del-l’Autonomia.

La Sardegna nel terzo millenniodeve riuscire a rompere un isolamen-to che dura da secoli per aprirsi al-l’Europa e al mondo. Solo così potràcogliere le opportunità offerte dallasua collocazione geografica, dal suoambiente incontaminato, dalle sueproduzioni naturali.

Un ruolo fondamentale per supe-rare quella sorta di provincialismoche affligge i sardi nella loro terrapuò essere svolto proprio dagli emi-grati che hanno saputo confrontarsicon realtà diverse riuscendo ad inse-rirsi senza però perdere i valori dellaloro etnia, della loro cultura, dellaloro appartenenza.

EDITORIALE

Dall'Argentina una lezione4 da tenere a mente

POLITICA REGIONALE

Comincia in salita6 il cammino della Giunta Pilidi Gherardo Gherardini

Mauro Pili decisoa non cedere al ricatto7 dei �franchi tiratori�di Giacomo Serreli

Il presidente della Giuntafavorevole al votodegli emigrati ancheper le elezioni regionali

Si accende il dibattitosull'esigenza di cambiare22 lo Statuto specialedi Michele Mascia

Efisio Serrenti rivendica peril Consiglio regionale unruolo di parlamento dei sardi

SOMMARIOSERVIZI DALLA SARDEGNA

La continuità territoriale5 è una realtàdi Andrea Frailis

È morto tziu Antonio Todde23 l'uomo più vecchio del mondodi Giuseppe Deiana�Geomag�: il giocoche sfrutta il magnetismodi Puccio Lai

EMIGRAZIONE

Dalla Sardegna solidarietà8 per il popolo argentino

Il Consiglio regionaleapprova all'unanimità un odgper aiutare la comunità sarda

Nell'Argentina martoriatasegnali di speranza9 dalle nuove generazioniservizi di Gianni De Candia

Dalla comunità sardaproposte e progetti10 per rinsaldare i legami

Cosimo Tavera orgogliosodel cammino compiuto

Vittorio Vargiu rivendicaun ruolo per gli emigrati11 nel nuovo Statuto sardo

Documento di piena adesioneall'iniziativa per l'istituzione12 dell'Assemblea costituente

I progetti dei giovaniper rinsaldare i legami13 con la terra degli avi

La delegazione sardaricevuta dalle massime14 autorità dell'Argentina

Luridiana promette iniziativeper rinsaldare i rapporti e15 aiutare i sardi in Argentina

Riforma dello Statutoe prospettive di sviluppo19 in un convegno a Paviaservizio di Antonello De Candia

La Sardegna del 2000tra esigenze e prospettive20 di sviluppo

La Filef sarda si rinnova28 e punta sui giovanidi Marco Aresu

Al congresso dell'Aitefrilanciato il ruolo29 delle associazioni di tuteladi Valentina Orgiu

CULTURA

Studiosi a confronto a Berlinosul sardo lingua regionale16 e europeaservizio di Gino Zasso

Il ricamo e l'arteper far conoscere32 Teulada in Europadi Maria Grazia Caligaris

SPORT

Il Cagliari di Sonettiritrova gioco e gol30 e risale la classificadi Andrea Frigo

Il rilancio del basket.Il Banco di Sardegna31 capolista in B1di Giampiero Marras

RUBRICHE

25 Sardegna notizie

26 Emigrazione

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IL MESSAGGERO SARDO 5GENNAIO 2002

TRASPORTISull'evento diportata �epocale�pesano ancoraincertezzee confusione.Tariffe scontatesui collegamentiaerei per laSardegna

LA CONTINUITÀTERRITORIALEÈ UNA REALTÀ

di Andrea Frailis

Un evento importante, diportata quasi “epocale”,ma sul quale pesano anco-

ra confusioni e ritardi e l’incer-tezza dei ricorsi degli esclusi.

Inseguita vanamente pertrent’anni, ospite fissa e quasi ri-dicola dei programmi e dei pro-clami di Presidenti, Giunte eConsigli Regionali degli ultimidecenni, la continuità territorialeha finalmente trovato pratica at-tuazione negli ultimi giorni del2001, con un volo Meridiana de-collato da Olbia alla volta diRoma; i Sardi hanno pagato unbiglietto scontato rispetto ai nonresidenti nell’Isola, attuando cosìuna parificazione nella possibili-tà di raggiungere il Continenteche per molti anni avevano con-tinuato a sognare.

Entro qualche settimana i Sar-di, sia quelli residenti ma anchegli emigrati, gli studenti e le per-sone anziane, potranno raggiun-gere Roma da Cagliari, Olbia eAlghero con 65mila e 800 lire, eMilano con 82mila e 400 lire.

Ma l’inizio dei voli a tariffeagevolate non ha posto fine allepolemiche e, la firma del decreto,con il quale il ministro dei tra-sporti e delle infrastrutture Lu-nardi darà il via ufficiale allacontinuità, era ancora attesa ametà del mese di gennaio.

Vediamo di fare un po’ d’ordi-ne in una vicenda nella quale,anche i più esperti, faticano a di-stricarsi.

Il Governo, riconoscendo il di-ritto dei Sardi a spostarsi pagan-do le stesse tariffe degli altri cit-tadini italiani, ha imposto i cosid-detti “oneri di servizio” su colle-gamenù aerei, da Cagliari, Al-ghero e Olbia per Roma e Mila-no, 6 tratte considerate “Sociali”per le esigenze di spostamento.

Dopo un lungo tira e molla èstata nominata una commissionedi esperti (di nomina regionale egovernativa) facente capo al-l’Enac, l’Ente Nazionale perl’Aviazione Civile, che ha ban-dito la gara internazionale perquei 6 collegamenti; su una cer-ta tariffa sarebbero state sceltele compagnie che avessero pra-ticato e indicato in busta chiusae sigillata i ribassi più consi-stenti, aggiudicandosi in “esclu-siva” quelle tratte per la duratadi 3 anni.

La prima graduatoria, diffusatra le polemiche, aveva assegna-to due tratte ad Alitalia (la Ca-gliari/Roma e la Alghero/Roma)due a Meridiana (i collegamentida Olbia con Milano e la Capita-le) e uno a Volare (il Cagliari/Milano, per 20 anni appannag-gio della compagnia dell’AgaKhan; la tratta Alghero/Milano,invece, non era stata assegnataper mancanza di offerte adegua-te. A rimanere esclusa da qualsi-voglia collegamento fu alloraAir One, che secondo voci ave-va praticato i ribassi più consi-stenti sulle tariffe.

Fioccarono i ricorsi e le ri-chieste di sospensiva fino ai pri-mi di dicembre allorché il Con-siglio di Stato decise di sospen-dere la graduatoria e di chiederealla commissione dell’Enac diriformularla, riammettendo AirOne alla gara.

Da cenerentola a principessa;la nuova graduatoria stilata dallacommissione dell’Ente Naziona-le per l’Aviazione Civile ha pre-miato Air One che si è aggiudica-ta 3 tratte: i due collegamenti daAlghero per Roma e Milano ed ilCagliari/Milano, mentte Meri-diana ha tenuto i due collega-menti da Olbia e all’Alitalia ri-masto il solo Cagliari/Roma.

Apriti cielo. È successo davve-

ULTIM�ORA

CONFUSIONESUI CIELIDELL'ISOLA

Situazione ancora piùconfusa dopo la decisionedel Tar del Lazio che ha ac-colto i ricorsi di Alitalia eVolare che chiedevano l’an-nullamento del provvedi-mento con il quale i collega-menti da Alghero per Romae Milano e da Cagliari perMilano erano stati assegna-ti ad Air One.

C’è confusione ma, perfortuna, le tariffe scontateper ora non si toccano e,anzi, alcune compagniehanno cominciato ad abbas-sare le tariffe sugli altri col-

legamenti tra Sardegna eContinente che non riguar-dano Roma o Milano.

Per il 7 marzo il Tribuna-le Amministrativo del Lazioha anche fissato la data perl’udienza di merito.

E nel frattempo, il 21 gen-naio la continuità territoria-le ha avuto finalmente ini-zio anche dallo scalo di Al-ghero.

Alle 6 e 50 del mattino èdecollato il volo Alitalia perRoma, seguito alle 7 e 05(con 5 minuti di ritardo) dalvolo di Air One per Milano.

ro di tutto. Volare (che nel giro diqualche giorno ha perso ogni col-legamento aereo tra Sardegna eContinente) ha convocato unaconferenza stampa nella quale haattaccato pesantemente Gover-no, Regione, la commissioneEnac e i “rivali” di Air One, men-

tre Meridiana e Alitalia hannopreannunciato ricorsi vari, mi-nacciando drastici “tagli” all’oc-cupazione ad Olbia e Alghero,avendo perso due “tratte” chegestivano da decenni e senza lequali a loro dire non si giustifica-no più gli attualia livelli occupa-

zionali.Sono 150 i posti di lavoro a ri-

schio per Meridiana (che ha por-tato in piazza a Romai suoi di-pendenti), almeno 200 per Alita-lia che vorrebbe anche chiuderela scuola di addestramento alvolo di Alghero, mentre sarebbe-ro potenzialmente in pericolo an-che 50 diopendenti della societàche gestisce lo scalo algherese. Iltutto mentre Air One fa sapereche potrebbe anche accollarsi ilpersonale lasciato libero dalle al-tre compagnie (ma fino a chepunto si chiedono i lavoratori e,soprattutto, con il Contratto del-l’Assoaerco o quello dei Me-ralmeccanici?) ma non rinunciaed attaccare, prospettando a unaquarta tratta.

La protesta di Volare è statadurissima; è stata la prima com-pagnia a rompere monopolio diAlitalia sulla Cagliari/Roma, eora si trova esclusa da tutte letratte a tariffa scontata. L’ammi-nistratore delegato VincenzoSoddu, si è detto pronto a rivol-gersi alla magistratura “perché –ha detto –siamo stati derubati”.

Soddu ha chiamato in causa lagara d’appalto, sostenendo che ilsistema scelto penalizza i Sardi, eattacca con durezza la commis-sione che, a suo dire, avrebbe as-segnato senza criterio i punteggialle diverse compagnie. “Ripettoa Volare – ha detto Soddu – noiabbiamo una struttura esistentequi in Sardegna, e l’età media deinostri aerei è decisamente piùbassa, tutto ciò noi siamo fuori eloro hanno 3 tratte”.

Una situazione di grande con-fusione, come è facile capire, conenormi interessi in gioco, contattiche non sempre limpide ediuturni attacchi all’occupazioneche angosciano i lavoratori e sin-dacati.

Una parola definitiva dovreb-be essere detta con i pronuncia-menti di Tar e Consiglio di Statosui ricorsi presentati dalle com-pagnie escluse dalla graduatoria,anche se questa situazione ri-schia di perpetuarsi con una spi-rale senza fine, fatta di ricorsi,controricorsi e appelli.

Meno male che il decreto delministro dovrebbe essere varatocomunque, consentendo allecompagnie di partire tutte con le

tariffe scontate, mettendo al ri-paro i sardi dalle conseguenzegiudiziarie delle richieste di so-spensiva.

Ma l’avvio ufficiale della con-tinuità territoriale, ha dato la stu-ra ad un’altra polemica, stavoltaincentrata sulla natura dei prov-vedimenti che sono stati adottati.In pratica sia i lavoratori dellecompagnie che si sono dette dan-neggiate dalla graduatoria, e siaconsistenti pezzi del sindacatosardo hanno attaccato Governo eRegione, sostenendo che il siste-ma scelto (quello dell’assegna-zione del collegamento in esclu-siva per un periodo di 3 anni)danneggia l’occupazione edesclude la pluralità dei vettori.

Secondo i sindacati meglio sa-rebbe stato seguire il modelloadottato dalla Francia per laCorsica, un modello che non as-segna una tratta in esclusiva, maal contrario interviene sul costodel biglietto venduto, rimbor-sando alla compagnia aerea ladifferenza tra la tariffa piena equella decisa per i residenti. Inquesto modo, secondo i detrat-tori del sistema dell’esclusiva sigarantisce su quel collegamentouna pluralità di vettori che si fa-rebbero concorrenza in terminidi servizi offerti al passeggero,avendo interesse a staccare ilmaggior numero di biglietti perottenere il rimborso.

Una tesi che non convinceMassimo Deiana, docente di Di-ritto della Navigazione presso laFacoltà di Giurisprudenza del-l’Università di Cagliari, e com-ponente di nomina regionale nel-la commissione dell’Enac che, inuna intervista pubblicata da LaNuova Sardegna, difende con vi-gore le scelte fatte e attacca lecompagnie.

Deiana ha spiegato che si ètrattato di un problema di soldi(70 miliardi non sono una cifraenorme) e soprattutto se questecifre fossero state distribuite suun numero di rotte gli sconti sa-rebbero stati meno consistenti:“invece in questo modo ha dettoDeiana – le tariffe sono davverointeressanti”. E alle compagnieche hanno protestato il prof. De-iana non risparmia critiche: “Ali-talia e Meridiana non hanno cre-duto alla gara d’appalto – ha det-to – perché rispettivamente sullaAlghero/Roma e sulla Cagliari/Milano si sono presentate conofferte al ribasso pari a zero”.

Un attacco alle compagniecondiviso dal neo assessore re-gionale dei trasporti, Tore Ama-du che, in merito, ha scritto alministio Lunardi: “Alitalia eMeridiana – scruve Amadu ap-plicano tariffc altissime sui volicon scalo a Milano e Roma, per-fino più alte di quelle praticateprima della continuità territoria-le”. Secondo l’assessore “la sto-rica conquista dei Sardi è para-dossalmente pregiudicata dallapolitica tariffaria adottata daAlitalia e Meridiana, che richie-dono l’acquisto separato di duedistinti biglietti, uno per ciascu-na tratta, il cui costo complessi-vo supera di gran lungo quelloche sarebbe stato richiesto se ilbiglietto fosse stato unico”.

Attacchi ai quali Alitalia eMeridiana hanno risposto condecisione; la compagnia di ban-diera non perde occasione perricordare come in tanti decenniabbia dimostrato come i colle-gamenti con la Sardegna le stia-no a cuore, mentre la compagniadell’Aga Khan va oltre, annun-ciando biglietti a tariffee scon-tate anche per quelle tratte chenon sono ricomprese nella con-tinuità territoriale.

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IL MESSAGGERO SARDO 6GENNAIO 2002

POLITICA REGIONALEL�esecutivo subisce due bocciature sul Dpef ad operadei �franchi tiratori�. Dure critiche dell'opposizioneal documento di programmazione economica

COMINCIA IN SALITAIL CAMMINODELLA GIUNTA PILI

di Gherardo Gherardini

Difficile esordio per laGiunta regionale guida-ta da Mauro Pili. Nel pri-

mo, importante confronto colConsiglio, quello sul Documentodi programmazione economica efinanziaria (Dpef), per ben duevolte l’esecutivo ha dovuto in-cassare il “no” dell’Aula. Un se-gnale politico che ha prodottopreoccupazioni e tensioni nellamaggioranza, anche se il presi-dente Pili ha detto a chiare lette-re di non aver alcuna intenzionedi dimettersi. Anzi, ha sfidato i“cecchini” del voto segreto aduscire allo scoperto.

Il Documento di programma-zione, indispensabile base sucui costruire la manovra finan-ziaria per il 2002 ed il bienniosuccessivo, è stato portato al-l’attenzione dell’Assemblea divia Roma il 19 dicembre. In128 pagine, la Giunta ha in par-te confermato ed in parte cor-retto le dichiarazioni program-matiche di Pili, trattando i temiche vanno dal ruolo della Sar-degna nell’economia nazionaleed internazionale sino all’indi-cazione delle singole “strategiedi sviluppo” e degli “indirizzidi spesa”.

Le ha confermate nei grandiobiettivi: maggiori e più certeentrate fiscali, nuovo Piano diRinascita, riforme istituzionaliattraverso l’Assemblea costi-tuente, massiccio ricorso alprojet-financing per le operepubbliche, più celeri procedi-menti burocratici, impulso alturismo, centralità dell’impresacome motore dello sviluppo ecome occasione di lavoro. Leha invece corrette in due puntipolitici di grande rilievo: l’In-tesa istituzionale di programmafirmata nel 1999 da MassimoD’Alema e da Federico Palom-ba ed il Piano del lavoro appro-vato (con la legge 37 di quasitre anni fa) dalla Giunta di Cen-trosinistra.

Nel presentare il proprio pro-gramma al Consiglio regionale,Pili aveva parlato di “Nuova In-tesa”, da reimpostare del tuttograzie al suo rapporto privilegia-to col governo Berlusconi. Suc-cessivamente ha corretto il tiro,affermando di voler “ripartire”dal testo del 1999 (metano, ener-gia, trasporti eccetera), con alcu-ne riscritture per aggiornare iprogetti.

Più sensibile ancora la modi-fica al Piano del lavoro, che nel-le dichiarazioni programmati-che di Pili era stato tralasciato,così come nel Dpef della giuntaFloris (elaborato dall’allora as-sessore forzista al bilancio, Pie-tro Pittalis), proponendo un su-peramento della legge 37. Ilnuovo Dpef ha invece confer-mato la validità dello strumento,pur sottolineando che le politi-che attive per il lavoro non de-vono essere assistenzialistiche,ma puntare a produrre effetti po-sitivi sull’economia.

Il Dpef della giunta Pili si pro-pone i seguenti tre traguardi es-senziali: ventimila nuovi posti dilavoro in tre anni; riduzione deltasso di disoccupazionedell’1,5% annuo; riduzione dellaspesa pubblica del 5%.

Le strategie operative deldocumento sono state illustra-te in aula dal Presidente dellaCommissione bilancio, Gior-gio Balletto (F.I.): “Il Dpef –ha detto – prende in considera-zione tutti gli strumenti pro-grammatici attualmente dispo-nibili attraverso i quali è pos-sibile intervenire nei processidi sviluppo economico e dicrescita sociale dell’Isola: il

Quadro comunitario di soste-gno 2000-2006, l’Intesa istitu-zionale di programma, i fondiCipe per le aree depresse e lepolitiche regionali di bilan-cio”. Secondo il relatore dimaggioranza, il documento,che indica le linee guida d’in-tervento a sostegno dello svi-luppo economico regionale,contiene le giuste strategie peril raggiungimento dei seguentiobiettivi: sostituzione gradua-le degli incentivi finanziaricon incentivi automatici (su fi-scalità e costo del lavoro), ri-vendicazione in sede comuni-taria di regimi fiscali differen-ziati, revisione del regime del-le entrate, Assemblea costi-tuente, riforma della Regione.

Nella prima relazione di mino-ranza, Pier Sandro Scano (Ds) hadetto che la critica fondamentaleche il Centrosinistra rivolge alDpef sta nel fatto che “la strate-gia del documento è campata peraria”, cioè le strategie vengonovanificate dalla debolezza dellastrumentazione. Altre osserva-zioni negative l’oratore ha for-mulato sui Programmi integratiterritoriali (“improvvisati e con-fusi”), sulle politiche per l’occu-pazione (“trattate in maniera am-bigua”), sull’ambiente (“ci sonodue contraddizioni, una sulle co-ste l’altra sui parchi”), sull’am-ministrazione (“si fanno soloenunciazioni generali, senza cer-care di avviare un serio sistemadi monitoraggio per capire dovevanno a finire i soldi pubblici”).

“Con tutti i suoi limiti e i suoidifetti – ha concluso Scano – ilDocumento costituisce la base dipartenza per una discussione.Tutti ci chiediamo, però, se die-tro il Dpef ci siano una Giunta eduna maggioranza”.

“Questo è il Dpef delle beffe –ha esordito Luigi Cogodi (Rif.Com.), altro relatore di minoran-za – perché arriva in aula quandodovremmo invece finire di discu-tere la legge finanziaria. Questo

dice la legge e questo è il dirittodei sardi: avere un Governo chesappia almeno rispettare le rego-le della normale amministrazio-ne. Ma il Centrodestra ha inaugu-rato una vera e propria strategiadel disordine e non rispetta i tem-pi, per poter così agire senza con-trolli nella spesa e senza traspa-renza”.

E’ poi intervenuto il terzo re-latore di minoranza, il sardistaGiacomo Sanna, che ha giudi-cato il Dpef come un documen-to che si limita alla necessitàdella concertazione con le forzesociali. “Non siamo d’accordo– ha sottolineato – sull’impo-stazione delle politiche di svi-luppo né sulla mortificazione ele strumentalizzazioni operatesulla continuità territoriale.Meglio sarebbe far trovare al-bergo al modello della Corsi-ca”. Anche sulle politiche ener-getiche Sanna ha detto che “oc-corre chiedere uno sforzo stra-ordinario allo Stato, che co-stringe i sardi a pagare il dop-pio”. L’esponente sardista haespresso critiche anche per lescelte nei settori del credito eper le politiche di risanamentodelle ex aree industriali.

Dopo gli interventi di Gerola-mo Licandro (F.I. – “dal Dpefemerge un solido sostegno al-l’economia, per evitare il ricor-so allo sviluppo assistito”) e Ci-citto Morittu (D.S. – “il docu-mento è giunto in aula con enor-me ritardo, trascura i temi am-bientali e mortifica il ruolo deglienti locali”), ha preso la parolal’ex presidente Mario Floris,che ha assicurato pieno soste-gno al documento, pur invitandola coalizione di maggioranza adindividuare “le ragioni dell’in-quietudine politica” che serpeg-gia al suo interno.

E’ poi intervenuto il diessinoGiacomo Spissu (“la strada indi-cata col Dpef rischia di impove-rire ulteriormente le aree più de-boli”), al quale hanno fatto se-

guito i Capigruppo. Per primo,Nello Cappai (Ccd), che ha defi-nito il Dpef “un documento snel-lo, tecnico ma anche politico”. Inesso vengono approfonditi, hadetto, i punti cardine del pro-gramma del nuovo esecutivo: larevisione del sistema delle entra-te e del Titolo terzo dello Statuto,la continuità territoriale per pas-seggeri e merci, il metanodottoAlgeria – Sardegna – Corsica, lerisorse idriche e l’Assemblea co-stituente. “Partendo da questepriorità – ha concluso – potrannoessere affrontati e risolti i proble-mi storici della nostra isola”.

Forti critiche sono state avan-zate da Walter Vassallo (Rif.Com.). Esaminando i vari setto-ri coinvolti dalle scelte econo-miche della Giunta, ha denun-ciato i gravi ritardi che si regi-strano nella politica industriale,con particolare riferimento alsettore chimico. Altre riserve hamanifestato per le annunciateiniziative a favore del mercatodel lavoro ed ha concluso affer-mando che il Dpef “contienetante parole e pochi fatti” e che“non vi sono le condizioni mini-me necessarie per esprimere ungiudizio positivo”.

Per il capogruppo dei Riforma-tori, Pierpaolo Vargiu, il Dpefindica con forza “dove dobbiamoandare per perseguire lo svilup-po” e risponde alla “necessità direperire fondi regionali per lemaggiori spese, nel senso del fe-deralismo fiscale”. Di “velleita-rismo e tardività” ha invece par-lato il democratico Carlo Dore,secondo il quale la logica ed ilbuon senso avrebbero richiestoun Dpef agile e snello, mentre “ilpresidente Pili – ha detto – ci hapropinato 130 pagine che spazia-no sui più disparati argomenti,ma tralasciano aspetti fondamen-tali per lo sviluppo della Sarde-gna”.

Salvatore Piana ha affermatoche il Dpef è in piena sintonia ecoerente con le dichiarazioniprogrammatiche del presidentePili. “Sarà tuttavia necessario –ha soggiunto – che il presidentedella Giunta indossi le scarpetteda corsa, perché vi sono ritardiche vanno colmati e che richie-dono un’accelerazione dell’azio-ne di governo”.

Il sardista Giacomo Sanna haevidenziato due costanti dellamaggioranza: i ritardi e la ripeti-tività dei contenuti dei documen-ti programmatori, peraltro mu-tuati da altre esperienze regiona-li. Dopo aver lamentato il man-cato rispetto degli impegni intema di lavoro e l’insufficienzadell’azione di governo nell’af-frontare i più gravi punti di crisidel sistema economico, Sanna hadenunciato il mancato utilizzo dioltre duemila miliardi di finan-ziamenti europei.

“Il Dpef parte dall’analisi del-la realtà sarda per formulare

proposte di sviluppo e contienein sé le basi di un progetto diampio respiro e vasto impegno”.Così si è espressa Claudia Lom-bardo, secondo la quale col Cen-trodestra “si è abbandonato unsistema che ha prodotto assi-stenzialismo e disoccupazione,per imboccare la strada dellosviluppo, favorendo le imprese,rendendo la macchina regionaleagile e competitiva, affrancandoi giovani dalla dipendenza dametodi clientelari “.

Anche Peppino Balia (Fsd)ha criticato il ritardo nell’esa-me del Dpef, nel quale – ha det-to – si nota qualche lieve mi-glioramento, ma le idee sonoappena abbozzate. “Ora biso-gna tradurle in pratica e farlediventare scelte politiche – haaggiunto – ma ci sono ampiezone d’ombra che generanopreoccupazione: indicatorieconomici sovradimensionati,sovrastima delle entrate, incon-tenibile spesa finanziaria”. Perquesti motivi, secondo Balia,crescerà l’indebitamento e nonsi riuscirà a spendere i finan-ziamenti europei.

Replicando a nome dellaGiunta, l’assessore Italo Ma-sala (A.N.) ha spiegato che lenovità del documento sonostate determinate dai fattidell’11 settembre, che riguar-dano anche la Sardegna, e dauna diversa sensibilità verso lepolitiche attive per il lavoro.Dopo aver sottolineato la ne-cessità di progettare la pianifi-cazione territoriale, recupe-rando le competenze affidatealle province, l’assessore haribadito l’esigenza di daremaggiore velocità alle operepubbliche in corso di realizza-zione o da realizzare. Ribaditala volontà di procedere nellaconcertazione con le parti so-ciali, Masala ha concluso so-stenendo che “occorre liberarele imprese ed aiutarle a stare inpiedi con le proprie forze”.

Come detto in apertura, almomento del voto segreto sullesingole parti del provvedimen-to la Giunta è “andata sotto”per ben due volte. La prima,nella parte che riguarda l’Inte-sa Stato – Regione (riforme eAssemblea costituente, infra-strutture e trasporti, energia); laseconda, in quella concernenteil rapporto sullo stato di attua-zione della programmazione.Nella votazione finale, a scruti-nio palese, il Dpef ha avuto ilvia libera con 43 voti a favore,tre astenuti (i due sardisti ed ilPresidente dell’Assemblea) e lamancata partecipazione al votodel Centrosinistra.

Questo perché, sulle conse-guenze della bocciatura di dueparti del Dpef, si è svolto unvero e proprio tiro incrociato diinfuocate dichiarazioni di vototra maggioranza ed opposizio-ne, che ha portato il Centrosini-stra ad abbandonare l’aula pri-ma del voto finale. Secondo ilCentrodestra, trattandosi di undocumento di indirizzo, non cisaranno ripercussioni sulla fi-nanziaria e sul bilancio. Perl’opposizione, invece, nellaprossima manovra finanziaria –di cui il Dpef traccia le lineeguida – non potranno esserecontemplate azioni previste nel-le parti bocciate dall’Aula. Undilemma che il presidente Piliconta di risolvere in tempi brevi,presentando quanto prima alConsiglio finanziaria e bilancio.

In chiusura di seduta, l’Aula haapprovato il disegno di legge sul-l’esercizio provvisorio del bilan-cio, previsto per tre mesi.

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IL MESSAGGERO SARDO 7GENNAIO 2002

Nella conferenzastampa di fineanno il presidentedella Giuntaribadiscela compattezzadella coalizionee respingeil metodo dei�muretti a secco�

MAURO PILI DECISOA NON CEDERE AL RICATTODEI �FRANCHI TIRATORI�

di Giacomo Serreli

RIFORME

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTAFAVOREVOLE AL VOTO AGLI EMIGRATIANCHE PER LE ELEZIONI REGIONALI

Il Presidente della Regione,Mauro Pili, nella conferen-za stampa di fine d’anno,

rispondendo a una domanda delrappresentante del MessaggeroSardo sul ruolo che deve esserericonosciuto nel nuovo StatutoSpeciale alla comunità sardache sta fuori dall’ Isola, ha det-to che “gli emigrati rappresen-tano una delle risorse più im-portanti della nostra terra”. Perquesto nella stesura del nuovoStatuto speciale va riconosciu-ta alla comunità sarda nel Mon-do pari dignità con quella cherisiede nell’Isola.

“Si è parlato troppo dellamodifica dello Statuto – hadetto Pili – e credo che siagiunto il momento di confron-tarci su che cosa questo Statu-to deve avere di più di quelloin vigore. Lo Statuto, in passa-to, ha dato molte potenzialitàalla Sardegna anche se spessosono state disattese. Nel nuovoStatuto – ha aggiunto - deveessere assolutamente ribadito

e rafforzato il ruolo strategicointernazionale che la Sardegnadeve svolgere nello scacchiereeuropeo del Mediterraneo. Al-tro argomento da rivendicare –ha proseguito - è quello dellapartita delle Entrate”.

“Per quanto riguarda i 600mila Sardi che sono fuori dellanostra terra – ha detto il Presi-dente della giunta - io credo chedeve essere fatto tutto ciò cheserve perché tutti coloro chesceglieranno di poter essere an-cora protagonisti della vita po-litica regionale possano farlo.Dobbiamo pensare alla presen-za degli emigrati sardi nelMondo come a una risorsa del-le più importanti della nostraterra. Non voglio usare la for-mula di “ambasciatori” dellaSardegna nel Mondo. Ma setrasformassimo ogni circolo diemigrati sardi non solo in unluogo di incontro dei vecchiemigrati – ha proseguito - maanche in luogo di promozionedei nostri prodotti e della nostra

cultura, credo che la Regionepotrebbe sostenere maggior-mente anche finanziariamentequeste strutture per farle diven-tare punti di incontro delle no-stre comunità con le realtà chele ospitano. Credo che così gliemigrati sardi potrebbero sen-tirsi ancora più utili. La Regio-ne deve essere in questa dire-zione al loro fianco, dando lorola possibilità di essere protago-nisti del voto per il rinnovo delConsiglio regionale e ricono-scendo loro una funzione stra-tegica per lo sviluppo della Sar-degna”.

Infine il presidente Pili hamanifestato la solidarietà di tut-ta la Sardegna ai Sardi d’ Ar-gentina alle prese con una crisidrammatica. “Abbiamo giàesaminato con l’ assessore delLavoro e con alcuni esponentidel Consiglio regionale – ha an-nunciato - le azioni da metterein campo in Argentina dove 15-20 mila sardi stanno vivendomomenti drammatici”.

Appare risoluto il presi-dente della RegioneMauro Pili in carica da

poco più di due mesi.«Non cederò ai franchi tira-

tori; chi vuole cacciarmi dovràuscire allo scoperto»; questo ilmessaggio più forte ripropostonel corso della conferenzastampa di fine anno tenuta aCagliari, non nelle sede istitu-zionale di Villa Devoto manell’ampia sala anfiteatro del-l’assessorato alla cultura di viaRoma con una scenografia, instile berlusconiano, esaltatadai drappi azzurri posti allesue spalle.

Pili ha ammesso le difficoltàdell’avvio del suo mandato allaguida dell’esecutivo ma havoluto lanciare un chiaro mes-saggio ai dissidenti ricomparsianche in occasione della appro-vazione del documento di pro-grammazione economica e fi-nanziaria.

Proprio i temi legati all’irre-quieta maggioranza, riesplosigià nella fase di distribuzionedegli incarichi assessoriali equindi nel voto sul Dpef condue franchi tiratori, hanno do-minato l’incontro del presi-dente della regione con i gior-nalisti.

Per Pili comunque la coali-zione non potrà essere messain discussione con il metododei “muretti a secco” ed ilvoto segreto va eliminato da-gli argomenti di carattere fi-nanziario.

Ed ha anche chiarito di aspet-tarsi altre imboscate in occa-sione della discussione dellafinanziaria.

Tutto è stato messo nel con-to comprese le contromisureper consentire di attuare le so-luzioni più idonee per garanti-re alla giunta ed alla maggio-ranza il raggiungimento degliobiettivi strategici qualora lamanovra venisse stravolta neisuoi punti principali.

La sfida in definitiva per ilpresidente della Regione è sul-le cose da fare.

In questo consiste la vera

questione morale in quanto ilpresidente della regione ritie-ne scarsamente realizzabilel’ipotesi delle elezioni antici-pate.

Pili ha affermato di volerriprendere il dialogo con al-tre forze autonomiste per«rafforzare la maggioranza»ma socialisti e sardisti hannosinora sempre risposto nega-tivamente.

Chi vuole la crisi, ha sottoli-neato, deve dirlo apertamentema ora è il momento di pensa-re alle riforme ed all’utilizzodelle risorse finanziarie.

Il momento sarebbe anchefavorevole perché, rileva Pili,«il rapporto diretto con il go-verno che condivide i nostripunti strategici tanto da aver-li inseriti nei progetti obietti-vo ha già portato a risultati

importanti».E Pili ha elencato la conti-

nuità territoriale, la prospetti-va del metanodotto con l’Al-geria, l’intesa sulle “autostra-de del mare”.

«Abbiamo già iniziato ad af-frontare con decisione i pro-blemi principali della nostraisola – ha evidenziato Pili –partendo dalla questione delleinfrastrutture.

I progetti approvati dal Cipeper le grandi opere assieme alpiano per il metanodotto cam-bieranno la nostra isola».

Tornando alla finanziaria neha indicato i tre punti forza:una burocrazia più snella, l’ac-celerazione delle opere pubbli-che, il legame tra pianificazio-ne urbanistica e progammi disviluppo, in modo da evitare ilblocco degli investimenti.

Ma la Giunta non intendebadare solo alla gestione delleemergenze ma penserà a raf-forzare il rapporto con lo statoperché va superato il periododella regione piagnona.

Pili confida anche in un di-verso rapporto con gli istitutidi credito dopo che la gara perla tesoreria regionale si è con-clusa con l’assegnazione adun pool di banche (Banco diSardegna, Cis, Intesa e Bnl);un fatto che non è molto pia-ciuto al presidente che ha de-ciso di chiedere chiarimentialla Banca d’Italia e per Pili«le banche non hanno dimo-strato interesse a collaborarenelle politiche di sviluppo, mala sfida – ha anticipato – lalanceremo tra qualche mesecon il project financing».

Pili ha smentito che ci sia un

disimpegno da parte del gover-no nazionalea nella program-mazione negoziata e per gli in-terventi al sud.

«Il ripensamento degli inter-venti sinora realizzati con laprogrammazione negoziata chenon hanno prodotto grandi ri-sultati – ha ancora affermato ilpresidente della regione – è fi-nalizzato a renderli più effica-ci e lo faremo anche in Sarde-gna».

Il presidente della regioneha fatto anche un accenno al-l’indennità dei consiglieri re-gionali dopo il suo aumento li-mitandosi a dire che bisognaavvicinare la classe politica aicittadini.

Non contano tanto le inden-nità – ha detto – quanto i risul-tati che vengono raggiunti.

È sotto gli occhi di tutti chedobbiamo fare di più e meglio».

Non sono mancate le rea-zioni critiche alla conferenzastampa di Pili che ha tra l’al-tro affermato, riferendosi an-cora alla stabilità dell’esecu-tivo, che pe lui contano di piùi 152 mila voti personali avu-ti nel 1999 e i 44 palesi che lasua giunta ha avuto con la fi-ducia.

Per il segretario regionaledei Popolari Gianvalerio San-na si è trattato della «solita, ir-refrenabile inclinazione a tra-sformare tutto in propaganda esulla questione morale Piliavrebbe dovuto mettere dentroanche i voltagabbana che con-sentono il permanere di unamaggioranza senza numeri esenza idee».

«Il presidente – ha prose-guito Sanna – non avrebbedovuto tenere la conferenzastampa perché, nel bilanciodel 2001, si possono inventa-riare solo le imboscate e le at-tività svolte per far cadere lagiunta Floris».

Su questo aspetto Pili si eradifeso in conferenza stampadichiarando di avere sostenu-to Floris «in ogni occasioneanche con critiche costruttivema sempre con lealtà».

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IL MESSAGGERO SARDO 8GENNAIO 2002

EMIGRAZIONE / Le iniziative dell'assessore del Lavoro

PARTE DALLA SARDEGNALA GARA DI SOLIDARIETÀCON IL POPOLO ARGENTINO

L’Argentina, il Paese incui c’è la più elevatapresenza di sardi, sta

vivendo un momento dram-matico. L’economia è in cri-si e il Paese è sull’orlo dellabancarotta. La situazione, giàcritica – come ha potuto con-statare la delegazione dellaSardegna che ha partecipatoai lavori del Congresso dellaFederazione dei circoli sardiin Argentina – è precipitata ametà dicembre. Ci sono statiscontri di piazza e alcune de-cine di manifestanti sono sta-ti uccisi. Il presidente dellaRepubblica si è dimesso. IlPaese è precipitato nel caos.

In poche settimane c’è sta-ta un’ecatombe di presidentidella Repubblica. Nel mo-mento in cui scriviamo a capodel governo c’è il peronistaDuhalde. Tra le misure adot-tate per tamponare la situa-zione, dopo quella di blocca-re i depositi bancari e auto-rizzare il prelievo di piccolesomme, è stata decisa la sva-lutazione del pesos.

In questo scenario politicomolto preoccupante per lesorti stesse della democraziaspicca in tutta la drammatici-tà la condizione di milioni dipersone ridotte alla fame ealla disperazione. Tra questepersone ci sono moltissimiitaliani – la metà circa dellapopolzione argentina è di ori-gine italiana. Moltissimisono anche i sardi che si tro-vano in gravissime difficoltà.In Argentina si trova la piùpopolosa comunità sarda fuo-ri dall’Italia.

Di fronte a questa situazio-ne la Regione sarda è stata trale prime a mobilitarsi per ma-nifestare solidarietà ai fratel-li in difficoltà. Non solo coniniziative proprie ma anche –nella veste di Regione che co-ordina le politiche nazionaleper l’Emigrazione – stimolan-do l’impegno del Governo.

L’assessore del Lavoro,Matteo Luridiana, ha illustra-to la situazione argentina alpresidente della Regione,Mauro Pili, che ha subito di-mostrato sensibilità al pro-blema. Ci sono stati incontrianche con esponenti dell’op-posizione. Tra i più attiviLuigi Cogodi, di Rifondazio-ne Comunista, che conoscebene la realtà argentina.

In un comunicato del Capodi Gabinetto dell’assessora-to, Attilio Dedoni, venivaprecisata la strategia decisadalla Giunta. L’aggravarsidella crisi politico-econo-mica dell’Argentina ha in-dotto l’Amministrazione Re-gionale ad assumere provve-dimenti straordinari in aiutodegli emigrati sardi ivi resi-denti che secondo stime pru-denti sono oltre trentamila(emigrati storici e di primagenerazione). Circa la metàdi essi sono concentrati aBuenos Aires e nella Provin-cia. Nell’attuale crisi c’è chivive nella disperazione. Ac-canto a coloro che hanno fat-to fortuna e vivono in condi-zioni agiate, esiste chi permancanza di lavoro e diqualsiasi forma di assisten-za, versa in condizioni diestremo bisogno al limite

dell’indigenza.L’assessore Matteo Luri-

diana, vista la gravità dellasituazione Argentina, sta giàintervenendo con diverse ini-ziative a sostegno degli emi-grati. In primo luogo ha datodisposizioni perché venga at-tivato uno Sportello perma-nente, dotato di numero ver-de internazionale, per acqui-sire e fornire notizie ed infor-mazioni sullo stato e le con-dizioni degli emigrati in Ar-gentina. In secondo luogo haincaricato la Federazione e iCircoli sardi in Argentinaperché verifichino e comuni-chino i nominativi di coloroche versano in condizioni diestremo bisogno per assegna-re ad essi dei sussidi di so-pravvivenza, coinvolgendoin questo compito anche leAssociazioni di Tutela, i Pa-tronati Sindacali e le Asso-ciazioni Umanitarie.

Per mettere a punto la stra-tegia degli interventi ha con-vocato un incontro, con gliAssessori delle altre Regio-ni a Roma, per una verifica eper raccordare le iniziativeassunte e da assumere, daparte delle singole Regionianche in riferimento al feno-meno dei “rientri” nei terri-tori regionali da parte dimolti emigrati. A questoproposito, con una letteracircolare, sta sensibilizzan-do anche i Comuni Sardiperché comunichino, ai finidi un coordinamento conquelli della Regione, gli in-terventi e le azioni che inten-dono adottare a sostegno deiconcittadini in Argentina ed

inoltre informino sulla di-sponibilità di strutture dadestinare a Centri di primaaccoglienza per coloro, chevolessero, fare ritorno in pa-tria, anche per valutare pos-sibilità di intervento da par-te della Regione.

Per fare tutto ciò non sonosufficienti i fondi assegnatiall’Assessorato. L’AssessoreLuridiana si è impegnato achiedere, nelle giuste sedi, ilnecessario impinguamento,per far si che ai nostri corre-gionali caduti in disgraziavenga assicurata una concre-ta solidarietà.

Come primo provvedimen-to l’Assessore si era già ado-perato aumentando all’iniziodi Dicembre, lo stanziamentofino a 100 milioni del Pro-gramma Annuale 2001 sul-l’emigrazione proprio per lasolidarietà nei confronti degliemigrati meno abbienti.

Il problema della dramma-tica situazione della comuni-tà italiana in Argentina è sta-ta portata all’attenzione del-la Conferenza dei Presidentidelle Regioni e delle Provin-ce autonome per studiare ipossibili interventi di soc-corso e solidarietà, e per stu-

diare un raccordo fra le Re-gioni e lo Stato per attivarsial meglio nel fornire aiuto esostegno ai connazionali al-l’estero.

Le Regioni hanno già adot-tato vari provvedimenti perfar fronte alle emergenze inArgentina. Dalla apertura disportelli - linee verdi telefo-niche - punti di ascolto, perricevere e fornire notizie edinformazioni sullo stato econdizioni degli emigrati; almonitoraggio del numero dicoloro, tra gli emigrati, che sitrovano in condizioni di rea-le necessità e bisogno. Allacostituzione di: “Unità diCrisi” e di “Emergenza Ar-gentina” rappresentati da Uf-fici Speciali straordinari ed atempo, composti da funzio-nari e Dirigenti di diversi As-sessorati, per coordinare tut-ti gli interventi regionali equesti con quelli degli EntiLocali.

Tra le iniziative della Re-gione Sardegna c’è anche undocumento che impegna laConferenza dei presidentidelle Regioni e delle Provin-ce autonome, a istituire unaCabina di Regia Stato-Re-gioni per garantire l’organi-

cità delle iniziative medianteil raccordo ed il sostegno de-gli interventi, rimarcando lanecessità di un forte impegnofinanziario ed organizzativoda parte dello Stato.

Di valutare la possibilità dicostituire un Fondo Comunedi Solidarietà fra le Regionifinalizzato ad interventi spe-cifici ed azioni mirate in fa-vore degli emigrati.

Di ricercare la collabora-zione, anche tramite conven-zioni, delle Compagnie diAssicurazione affinché ga-rantiscano l’assistenza sani-taria agli emigrati bisognosiin modo da porli nella condi-zione di utilizzare le strutturesanitarie in Argentina attual-mente loro precluse.

Ma in particolare di richie-dere un intervento forte alGoverno perché, d’intesa conle Regioni, si faccia carico diun consistente intervento fi-nanziario di sostegno a quel-lo posto in campo dalle Re-gioni per rendere efficaci lemisure, per alleviare i disagidei conterranei in Argentina.Per individuare procedureper lo snellimento e la velo-cizzazione delle pratiche perla concessione della cittadi-nanza italiana ed il rilasciodei passaporti, provvedendocon urgenza a rinforzare ade-guatamente gli organici Con-solari. Per attivare una rac-colta di medicinali e di gene-ri alimentari per tamponare leurgenze e le emergenze. Infi-ne per disporre l’adeguamen-to delle pensioni al minimoper gli emigrati italiani resi-denti in Argentina che si tro-vano in particolare situazionedi bisogno.

Tra le proposte della Re-gione sarda alla Conferenzadei presidenti delle Regionic’è anche quella di riconsi-derare la politica dei contin-gentamenti di lavoratori ex-tracomunitari, allargando iflussi a quote specifiche diemigrati di rientro dall’Ar-gentina, snellendo e velociz-zando in particolare le pro-cedure di rientro per coloroche hanno concreta possibi-lità occupazionale già con-cordata con le varie Regionidefinire procedure snelle eveloci per l’equipollenza edil riconoscimento dei titoli distudio, scolastici, professio-nali, universitari, patenti,ecc., ottenuti in Argentinacon quelli italiani.

Attivare rapporti tra il si-stema delle imprese argenti-ne e quelle italiane per lapromozione di reti e di areeindustriali con particolareattenzione alle piccole e me-die imprese. Favorire, trami-te convenzioni con le com-pagnie di trasporto, i rientridi coloro che voglio rimpa-triare. Intervenire pressol’Unione Europea per far siche l’Argentina venga inclu-sa tra i paesi considerati “po-veri” ai fini della coopera-zione internazionale e dellosviluppo.

Inserire nell’ordine delgiorno della Conferenza Sta-to-Regioni C.G.I.E. ipotesiche avviino la cancellazionedei debiti internazionali del-l’Argentina.

IL CONSIGLIO REGIONALEAPPROVA ALL'UNANIMITÀ UN ODGPER AIUTARE LA COMUNITÀ SARDA

Poco prima di Natale, conuna ritrovata unanimità dopogli scontri e le divisioni sulDocumento di programmazio-ne economica e finanziaria,l’Assemblea regionale ha ap-provato un ordine del giornoche prevede iniziative urgentidi Giunta e Consiglio per aiu-tare i sardi coinvolti nella gra-ve crisi che sta sconvolgendol’Argentina.

Il documento, firmato da nu-merosi esponenti del Centrosi-nistra, è stato illustrato in auladal capogruppo di Rifondazio-ne Comunista, Luigi Cogodi.L’oratore ha sottolineato cheun numero crescente di sardiemigrati in Argentina ed i loroparenti rimasti nell’isola stan-no chiedendo di essere aiutatiin qualsiasi modo: “Molti, dalPaese del Sudamerica, hannosegnalato di aver perso tutto e

di non aver neanche qualcosa damangiare”.

L’ordine del giorno impegna laGiunta regionale “ad assumere conurgenza tutte le iniziative idoneeperchè la comunità sarda in Ar-gentina, a partire dai cittadini piùbisognosi di sostegno materiale emorale, abbia l’aiuto necessarioper sopperire al gravissimi stato diemergenza”.

Ed impegna “la Presidenza delConsiglio regionale, la Commis-sione Diritti civili e la Conferenzadei Capigruppo perché siano attin-te tutte le informazioni e venganoassunte le opportune iniziative”.La Regione viene quindi invitata acoordinarsi con le attività intra-prese in questi giorni dal Governoe dal Parlamento nazionali.

Il documento votato parte dallaconsiderazione che “la program-mazione dello sviluppo economicoe sociale e l’uso delle risorse pub-

bliche regionali debbano averecome riferimento i diritti-biso-gni del popolo sardo in tutte lesue componenti ed articolazio-ni, sia nell’isola sia in ogni al-tra parte del mondo”.

Da qui l’esigenza di imme-diati interventi a favore degliemigrati in Argentina.

L’ordine del giorno è statoaccolto dalla Giunta perchérientra nelle iniziative dell’As-sessorato, come ha spiegatol’assessore Matteo Luridiana,che ha stanziato 100 milioniper gli emigrati in stato di ne-cessità.

L’una tantum - ha spiegatoLuridiana – va ad aggiungersiad altri benefici, raggiunti neimesi scorsi, per gli italiani al-l’estero: ne è un esempio laconvenzione fra Inps e Previ-denza argentina per il ricono-scimento dell’assegno minimo.

Numero verde 08004440940per emigrati in Argentina

L'assessore regionale del Lavoro, Matteo Luridiana, nel-l'ambito delle azioni intraprese dalla Regione a favore deisardi in Argentina, ha disposto l'istituzione di un numeroverde 08004440940 presso gli uffici dell'Emigrazione.Sarà possibile utilizzarlo senza prefisso per le sole chiamateprovenienti dall'Argentina.

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IL MESSAGGERO SARDO 9GENNAIO 2002

La più popolosa comunità sardafuori dall'Italia sempre fortementelegata alle sue radici puntasui giovani per trasmettere i valoridella sua cultura millenariaalle nuove generazioni. Foltadelegazione della Sardegnaguidata dall'assessore del Lavoro,Matteo Luridiana e dal presidentedel Consiglio regionale Efisio Serrenti

NELL'ARGENTINA MARTORIATASEGNALI DI SPERANZADALLE NUOVE GENERAZIONI

Servizi e foto di Gianni De Candia

Nelle foto. In alto il tavolodella presidenza, da sinistrai consiglieri regionaliPasquale Onida, Luca Deiana,il presidente del Consiglioregionale Efisio Serrenti,Vittorio Vargiu, l'assessoredel Lavoro Matteo Luridiana,il Capo di Gabinetto,Attilio Dedoni e Cosimo Tavera.Sotto il titolo un'immaginedei delegati, un gruppodi giovani sardie Cosimo Tavera

SPECIALEEMIGRAZIONE

IV CONGRESSODELLA

FEDERAZIONEDEI CIRCOLI

SARDIIN ARGENTINA

COSIMO TAVERACONFERMATO PRESIDENTEDirettivoPresidente: Cosimo Tavera (BuenosAires);Segretario: Vittorio Vargiu (Tucuman);Tesoriere: Angela Solinas (BuenosAires);Collegio dei Sindaci effettivi:Mario Sanna (Miramar);Juan C. Fara (Tucuman);Juana Signorini (La Plata);Sindaci supplenti:Loredana Manca (Mar del Plata)Eva Baccoli (Rosario)Collegio dei Probiviri:

Antonio Zidda (Miramar)Probiviri effettivi:Sebastiano Mureddu (Rosario)Antonio Sardu (La Plata)Supplenti:Adriana Mandis (Córdoba)Margarita Tavera (Buenos Aires)Segretaria di verbale Juana Signorini (LaPlata);Comitato di PresidenzaCosimo TaveraPresidente FederazioneCav. Vittorio VargiuConsultore

Continuità e rinnovamen-to. Sono stati questi i bi-nari su cui si è sviluppa-

to il IV° Congresso dei circolisardi in Argentina che si è te-nuto a Mar del Plata dal 30 no-vembre al 2 dicembre. Nel se-gno della continuità c’è stata larielezione, con voto unanime,di Cosimo Tavera alla presi-denza della Federazione, caricache ricopre fin dalla nascitadell’ organizzazione, nel lonta-no 1989. Nel segno del rinno-vamento, invece, i numerosi,articolati e propositivi inter-venti dei giovani discendentidella vecchia emigrazione sar-da in America Latina che stan-no riscoprendo le antiche radi-ci. Da questi giovani, nonostan-te il momento di disperazioneche stanno vivendo, prime vit-time di una crisi senza prece-denti, non sono venute richie-ste di assistenza o peggio di as-sistenzialismo, ma proposte dicollaborazione, progetti cheattraverso la valorizzazionedelle loro competenze e delleloro conoscenze favoriscanoinsieme la crescita e lo svilup-po dell’ Argentina e della Sar-degna.

Più di ogni altra cosa ha col-pito la grande dignità dimostra-ta da tutti i delegati, giovani,donne e vecchi di prima, secon-da, terza e quarta generazione,che per due giorni si sono suc-ceduti al microfono del “SalònBorbones” dell’ Hotel Presi-dente. Nonostante tutti sianostati pesantemente colpiti dauna crisi devastante e moltiemigrati – anche sardi – vivanoin condizioni di miseria, nessu-no ha sollevato ha rivendicatol’ aiuto del Paese che tanti annifa li ha costretti a partire perchénon poteva offrire loro un postodi lavoro. La questione è stataposta con molto garbo da Anto-nio Zidda, anziano presidentedel circolo di Miramar, che hachiesto alle autorità regionali dinon dimenticarsi dei figli lonta-ni. Zidda, che ha 74 anni, dopouna vita di duro lavoro, perce-pisce una pensione di 190 dol-lari al mese, insufficiente a ga-rantire la sopravivenza e perciòcostretto a continuare a svolge-re la sua attività di tassista, nonha chiesto nulla per sé, ha par-lato per gli altri. Zidda possie-de una casa di proprietà a gra-zie a ciò riesce a tirare avanti.Ha parlato per quelli che sivergognano della loro condi-zione. “Molti non hanno nulla– ha detto - neanche una picco-la pensione. Aiutateli”.

Il messaggio ha emozionatola delegazione giunta dallaSardegna, guidata dal Presi-dente del Consiglio regionale,Efisio Serrenti e dall’ assesso-re del Lavoro, Matteo Luridia-na che si sono impegnati a por-tare il problema alla conoscen-

za dell’ Assemblea regionale edella Giunta.

Il congresso ha coinciso conil momento di maggiore diffi-coltà della crisi economica epolitica argentina. Propriomentre si svolgevano i lavori ilgoverno ha adottato la misura

di bloccare i prelievi dai conticorrenti e ha imposto le altrerestrizioni che hanno fattoesplodere la rabbia della popo-lazione fino alle manifestazio-ni di piazza culminate tre setti-mane più tardi con una trentinadi morti e le dimissioni del

presidente della Repubblica,l’ elezione di un sostituto e lesue dimissioni. Insomma unasituazione di caos istituziona-le che minaccia di trascinare l’Argentina in una deriva anti-democratica.

La crisi dell’ Argentina vieneda lontano. E’ figlia della lungadittatura militare, dello scarsolivello di una classe politicacorrotta, inefficiente, e populi-sta. Di scelte economiche (in-terne e esterne) sciagurate e ne-faste che anziché guarire unapaese malato rischiano di ucci-derlo. Tra le misure più assurde– secondo gli analisti – quelladi legare il pesos al dollaro conun rapporto di convertibilitàche inizialmente ha frenato ilfenomeno dell’ iper inflazionema nel giro di pochi anni –complici anche i supponenticervelloni del Fondo moneta-rio, teorici strateghi di una ma-teria che non può prevedereschemi rigidi, perché soggetta

agli effetti imprevedibili dimille varianti – l’ economia diun intero paese è stata presso-ché azzerata. La convertibilitàha reso impossibili le esporta-zioni verso il Brasile, che as-sorbiva l’80% delle produzioniargentine. Il debito pubblico èsalito alle stelle e i governi chesi sono succeduti hanno cerca-to di fronteggiare la situazionescaricando i costi sulla classemedia che è stata completa-mente devastata.

La sensazione più drammati-ca che si coglie parlando con gliargentini e che non esiste piùuna borghesia, ridotta a livellidi miseria assoluta. Senza clas-se media non ci sono consumi,crollano le produzioni, si re-stringono le opportunità di la-voro, aumenta il livello di pre-potenza e di arbitrio, cresce lacorruzione e esplode la crimi-nalità. La raccomandazione chefin dall’ arrivo a Buenos Aires(e poi in tutte le città anche pic-cole dell’ Argentina) uno sisente fare è di stare attento an-che quando sale su un taxi.

La situazione è tanto più in-comprensibile perché l’ Argen-tina è un paese ricco e scarsa-mente popolato.

In Argentina circa la metàdella popolazione è di origineitaliana. Forte è la presenza sar-da. Quella argentina, stimata inoltre 100.000 persone (tra sardinati in Sardegna e loro discen-denti) è ritenuta la più vasta co-munità sarda fuori dall’ Italia.Una comunità che è stata a lun-go dimenticata, quasi cancella-ta per molti lustri, al apri di tut-te quelle oltreoceano, dalle po-litiche della Regione. Il con-gresso ha tributato un lungo,commosso applauso a Giusep-pe Zidda, recentemente scom-parso, uno dei promotori dellarivendicazione dei sardi in Ar-gentina, fatta dalle pagine del“Messaggero sardo”, che haportato a un risveglio di atten-zione da parte della Regione,culminata nel congresso istitu-tivo della Lega (diventata poiFederazione) dei circoli sardiin Argentina.

In questi anni, grazie ancheall’ impegno dei suoi dirigenti,alla collaborazione con le altreFederazioni e con le associa-zioni di tutela, le organizzazio-ni dell’ emigrazione sarda inArgentina hanno fatto progres-si straordinari proponendosicome avanguardia dell’ interomovimento per quanto riguardail problema del ruolo delle don-ne (la maggior parte dei circolisardi in Argentina sono presie-duti da donne), e l’ inserimentodei giovani. “I Sardi in Argen-tina verso le nuove generazio-ni” più che uno slogan è sem-brato – grazie all’ impegno deigiovani - un programma con-creto in via di attuazione.

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IL MESSAGGERO SARDO 10GENNAIO 2002

DALLA COMUNITÀ SARDAPROPOSTE E PROGETTIPER RINSALDARE I LEGAMI

La relazione del presidente della Federazione

COSIMO TAVERA ORGOGLIOSODEL CAMMINO COMPIUTO

I lavori del IV Congressodella Federazione dei cir-coli Sardi in Argentina

sono stati aperti dal presiden-te Cosimo Tavera che ha ri-cordato il lungo camminofatto dal giugno del 1989quando a San Miguel de Tu-cuman si svolse il primo con-gresso di quella che allora sichiamava Lega dei circolisardi in Argentina.

Con orgoglio Tavera, cheè sempre stato alla guida del-la Federazione, ha ricordatoche nel 1989 erano solo tre icircoli sardi: Buenos Aires,oggi presieduto da AngelaSolinas, nativa di Macomer,Tucuman, presieduto da Vit-torio Vargiu, e Mar del Pla-ta, presieduto da LoredanaManca, originaria di Sardara.

Poco tempo dopo si costitu-irono i circoli di La Plata, cit-tà universitaria a pochi chilo-metri da Buenos Aires, che fuintitolato a “Antonio Segni”,presieduto da Giovanna Si-gnorini, figlia – ha sottolinea-to Tavera - di un emigrato diPadria; il “Centro Unione Re-gionale Sarda”, nella citta’ diMiramar, lungo la costa, apoca distanza da Mar del Pla-ta, presieduto da Antonio Zid-da, nativo di Orune; poi il Cir-colo di Cordoba, presiedutoda Adriana Mandis, figlia diun cagliaritano; quindi il Cir-colo sardo di Rosario, presie-duto da Sebastiano Mureddu,nato a Orani; e ancora il Cir-colo di Trelew, diretto dal-l’avv. Leandro Sechi, figliodell’ex presidente del Circolode La Plata; e poi il Circolo diSan Isidro, denominato “Ra-dici Sarde”, presieduto da IrisMadau, figlia di un emigratodi Tresnuraghes.

“I nove circoli, in tutti que-sti anni – ha detto CosimoTavera nella sua relazione in-troduttiva – hanno collabora-to con armonia e spirito de-mocratico per poter raggiun-gere l’obiettivo principale diconservare la tradizione sar-da e trasmetterla alle nuovegenerazioni”.

Tavera non ha citato il cir-colo “Sardegna” di Moreno,alla periferia di Buenos Ai-res, perché pur essendo rico-nosciuto e finanziato dallaRegione non fa parte dellaFederazione. Una rappresen-tanza del circolo di Moreno,guidata dalla segretaria, Te-resa Fantasia, è stata invitatae ha partecipato ai lavori delCongresso.

“Fino ad alcuni anni fa – haricordato Tavera, facendo ilpunto sulla situazione dellesedi dei circoli sardi in Ar-gentina – l’ edificio che ospi-ta il circolo “Sardi Uniti”, diBuenos Aires, che è anchesede della Federazione, erauna casa precaria, ma oggiconta una superficie di 450mq e dispone di due saloni,uno al primo piano e 1' altroal piano terreno. È dotato diun ufficio adibito a segrete-ria, attrezzato con computer ecollegamento internet. Il cir-colo vanta anche una biblio-teca fornita di 600 volumiche moltissimi sardi consul-tano per tenersi informati.

Anche i1 Circolo di Tucu-man, come quello di BuenosAires, possiede la propriasede. Il Presidente del Circo-lo del Noa (nordovestargenti-no), Vittorio Vargiu, si è im-pegnato enormemente – haricordato Tavera – affinché iSardi e i loro discendenti sisentissero a proprio agio, riu-niti nel Circolo.

L’altro Circolo che ha resopossibile la nascita della Fe-derazione, è il “Grazia De-ledda” di Mar del Plata. Hauna propria sede funzionaleed accogliente grazie aglisforzi del nuovo ConsiglioDirettivo, presieduto da Lo-

redana Manca.Anche il Circolo “Antonio

Segni” de La Plata, ha acqui-stato una casa che attualmen-te è in via di ristrutturazione.

Gli altri circoli – ha preci-sato – per adesso sono ospita-ti in locali in affitto, oppureoperano in Società italiane.

La funzione della Federa-zione – ha ricordato Tavera –è quella di unire non solo iSardi che risiedono vicino aicircoli ma anche quelli cheabitano a molti Km di distan-za; prova di questa relazionedi reciproco aiuto è stata la ri-chiesta del Circolo di Trelewdi materiale per realizzare unamostra d’artigianato sardo.

La Federazione, oltre adunire gli emigrati sardi, cercadi attrarre le giovani genera-zioni, come testimonia il Cir-colo di San Isidro. Questo av-vicinamento si sta producen-do attraverso la cultura, l’in-formazione e la formazione.

Il circolo “Radice Sarde” diSan Isidro è stato accolto nel-la Federazione, con voto una-nime, i1 18 e 19 marzo del2000 nel corso della riunionedel Consiglio Nazionale del-la Federazione Sarda, che si ètenuta a di Buenos Aires.

Tavera ha quindi ricordatoche il 19-20 agosto del 2000a Buenos Aires c’è stata lariunione per organizzare ilCongresso dei giovani che siè svolto a Cordoba nel mese

di ottobre, e per programma-re con i vari circoli le attivitàda svolgere nel 2001. Neigiorni 14,15,16 ottobre sisono inoltre riuniti a Cordobai delegati dei giovani dei Cir-coli Sardi e FEDITALIA (Fe-derazione di tutte le Istituzio-ni Italiane in Argentina). Du-rante il Congresso il Comita-to presieduto dal VittorioVargiu, era composto da tuttii delegati dei giovani dei Cir-coli sardi, di FEDITALIA eFEDIBA (Federazione delleIstituzioni Italiane a BuenosAires), entità che rappresen-tano le regioni d’Italia in Ar-gentina. Tra i membri delConsiglio della FEDITALIAci sono Cesare Meridda eAngela Solinas.

Nel 2000, inoltre, è statopossibile, mediante il Pro-getto dell’Assessorato delLavoro, inviare quattordicigiovani a Cagliari per fre-quentare un corso d’arte cu-linaria sarda.

Infine Tavera ha ricordatoche i1 Console Generaled’Italia uscente, Andrea Me-loni, che ha lasciato l’Argen-tina poco tempo fa, come di-scendente di sardi, ha sceltoil Circolo Sardi Uniti per fe-steggiare il suo ritorno al Mi-nistero degli Affari Esteri aRoma.

La Federazione dei CircoliSardi in Argentina – ha con-cluso Tavera – si sente orgo-gliosa di aver realizzatoun’iniziativa, insieme ai Sar-di del Brasile e del Perù, chegetta le basi per rafforzare ilegami con la Sardegna: solostimolando, convergendo eformando i giovani si potràottenere un risultato positivoe soddisfacente.

Mar del Plata la più rino-mata località balnearedell’Argentina, a 600

chilometri da Buenos Aires haospitato dal 30 novembre al 2 di-cembre il IV Congresso della Fe-derazione dei circoli sardi. I dele-gati, in rappresentanza della co-munità sarda in Argentina, sonogiunti in pullman anche da locali-tà lontane oltre 1.700 km.

Il congresso della Federazioneargentina è slittato più volte inseguito anche all’evolversi dellasituazione politica in Sardegna.Inizialmente avrebbe dovuto te-nersi a San Miguel de Tucuman,che ospitò la prima assise delleorganizzazioni dell’emigrazionesarda in Sud America. Poi è sta-to spostato per motivi logistici aMar del Plata che aveva ospitatoil II° Congresso, (il III° si è tenu-to a Cordoba).

L’impegno organizzativo diLoredana Manca, presidente delcircolo “Grazia Deledda”, haesaltato la riuscita della manife-stazione.

La Sardegna ha onorato l’impe-gno con la comunità sarda inAmerica Latina con una rappre-sentanza ai massimi livelli, oltreall’assessore del Lavoro, MatteoLuridiana, infatti, sono arrivati aMar del Plata il presidente delConsiglio regionale, Efisio Ser-renti, i consiglieri Luca Deiana ePasquale Onida, rispettivamenteex assessore del Lavoro, ed ex as-sessore della Cultura. Della dele-gazione facevano parte anche ilCapo di Gabinetto dell’assessora-to del Lavoro, Attilio Dedoni, ilDirettore Generale, Roberto Ne-roni, il Direttore del ServizioEmigrazione, Marco Ghiani. LaConsulta era rappresentata dal vi-cepresidente, Tonino Mulas, da

Lello Giua e dal segretario Fran-cesco Pitzanti. C’erano inoltre ilpresidente della Fasi, FilippoSoggiu, il rappresentante dellaFederazione belga Efisio Etzi, ilpresidente della Federazione del-le associazioni di Tutela (Faes),Pino Dessì, la presidente dell’as-sociazione “Atm Emilio Lussu”,Bonaria Spignesi, e Tonino Casu-la dell’Aitef.

Di alto livello anche la rappre-sentanza delle autorità locali: laprofessoressa Mari Rosa Solsona,in rappresentanza del sindaco diMar del Plata, Elio Aprile (impos-sibilitato a partecipare perché im-pegnato in un incontro internazio-

nale), il Console generale Loren-zo Morrini, il presidente del Co-mites di Mar del Plata RaffaeleVitello, il presidente del Comitesdi Cordoba Rodolfo Borghese, ilpresidente della federazione ita-liana di Mar del Plata GiovanniRadina e il presidente dell’Asso-ciazione Superiore del Congressodella Nazione Argentina OrlandoFalcon.

L’apertura ufficiale dei lavori èstata preceduta la sera del 30 no-vembre con l’arrivo dei delegati econ il Congresso dei giovani sar-di in Argentina, che si è tenutonella sede del circolo di Mar delPlata. L’ arrivo delle delegazioni

e il loro incontro con le autoritàarrivate dalla Sardegna è statoparticolarmente toccante. Un sus-seguirsi di scambi di informazio-ni su conoscenti comuni, su unfamiliare rimasto nell’Isola, sulletrasformazioni in atto. Ha sorpre-so la conoscenza delle tematichedella politica sarda e delle que-stioni più rilevanti dell’economiaisolana in persone che mancanodalla terra da molti lustri, alcunida 50 anni. “Siamo sempre legatialla Sardegna, al nostro paese – èstata la risposta – e Il Messagge-ro sardo ci tiene aggiornati suquello che succede”.

La serata si è conclusa con una

cena d’onore alla quale sono in-tervenute tutte le delegazioni e larappresentanza della Sardegna.La festa è stata allietata da unconfronto culturale che ha avutoper protagonista un gruppo di bal-lerini di tango accompagnati dauna straordinaria orchestra. LaSardegna ha risposto con i Teno-res di Bitti (che la sera successivadi sono esibiti insieme al GruppoFolk di Ossi, in un teatro di Mardel Plata conseguendo un grandesuccesso). La serata è stata arric-chita dai cantanti Josè Bollea, cheha eseguito un vasto repertorio, edalla bravissima Eliana Sanna, fi-glia di Mario Sanna, di Ozieri, do-tata di una voce bellissima e diuna grande educazione musicale.

Il congresso è stato aperto conl’esecuzione degli inni nazionaliitaliano e argentino.

A presiedere il Congresso è sta-to chiamato l’assessore Luridiana.

Dopo le relazioni del presiden-te uscente, Cosimo Tavera, e delconsultore, Vittorio Vargiu (dellequali pubblichiamo a parte ampiesintesi) ha preso la parola il presi-dente del Consiglio regionale del-la Sardegna che ha ricordatocome i fatti dell’11 settembre ab-biano cambiato il mondo. EfisioSerrenti ha illustrato gli sforzi inatto in Sardegna per la riorganiz-zazione istituzionale e costituzio-nale. “L’Italia – ha spiegato – nonè più un paese accentratore ma stacercando di organizzarsi in sensofederale”. Serrenti ha sottolineatoil fatto che la mondializzazione èun fenomeno irreversibile, occor-re però introdurre un nuovo con-cetto di giustizia sociale.” Cosasignifica essere sardi oggi per legenerazioni che verranno?” si è

SPECIALEEMIGRAZIONE

IV CONGRESSODELLA FEDERAZIONE

DEI CIRCOLISARDI

IN ARGENTINA

IL DIBATTITO

Alcune delegate

Cosimo Tavera e Matteo Luridiana

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IL MESSAGGERO SARDO 11GENNAIO 2002

La relazione del Consultore

VITTORIO VARGIU RIVENDICAUN RUOLO PER GLI EMIGRATINEL NUOVO STATUTO SARDO

chiesto il presidente dell’Assem-blea. E dopo aver parlato dell’im-portanza, anche sotto il profiloeconomico, della “rete di sardità”rappresentata dai circoli dei sardi,Serrenti ha concluso con un au-spicio: “Spero che presto possia-te votare per il rinnovo del Consi-glio regionale della Sardegna eche in quel Consiglio possano se-dere i vostri rappresentanti”.

Luca Deiana, che presiede ilmovimento che sostiene la propo-sta di modifica costituzionale perla elezione di un’Assemblea Co-stituente del Popolo Sardo, ha ri-cordato il suo impegno di assesso-re del Lavoro che continua a se-guire con interesse l’attività delleorganizzazioni dell’emigrazione.Deiana si è però soffermato a illu-strare la proposta per l’istituzionedella Assemblea Costituente. “Vichiediamo di capirci e di aiutarci– ha detto – e chiediamo il vostrocontributo per arricchire la propo-sta di contenuti”.

Il primo delegato a prendere laparola è stato Antonio Zidda, pre-sidente del circolo di Miramar,nativo di Orune, emigrato in Ar-gentina da 50 anni. “Parte del miocuore è qui – ha detto – e parte è aOrune, il più bel paese della Sar-degna”. Mario Sanna, segretariodel circolo di Miramar, nato aSassari ma da 54 anni in Argenti-na, ha ricordato che da 42 anni èimpegnato in attività nei circoli.Sanna ha illustrato alcune inizia-tive tra cui il gemellaggio tra Sas-sari e Miramar, con il coinvolgi-mento dei giovani. Ma il vanto delcircolo di Miramar è la coloniaestiva. Nella sede del circolo cisono due stanze che vengonomesse a disposizione di famigliesarde per un periodo di 15 giornidi vacanza. L’ambizione sarebbequella di riuscire a realizzare unagrande colonia.

Il tema della riforma dello Sta-tuto è stato ripreso da PasqualeOnida che ha affrontato anchequello della difesa della lingua

sarda. E per meglio spiegare il suoragionamento ha letto una poesiadi Raimundu Piras, uno dei massi-mi poeti sardi.“Sa nassione che perdet su donuse sa limba, iscumparit lentamente,massime si da l’ essidit dae mentein iscrittura che in arrejonuSa limba ‘e babbos e jajos nostrosnon l’ usades pius nemmancu indomoproite pobera e ruzza la creides.Si a iscola non che le jughedespro la difunder menzus, dae comosezis dissardizende a fizos bo-stros”.

Pasquale Onida ha poi ricorda-to come nel 1948 l’emergenzaeconomica non ha consentito allegislatore la meditazione suffi-ciente per fondare la Carta costi-tuzionale dentro i valori culturalie l’identità della Sardegna. Lanuova Carta Costituente dovràpartire da questo concetto. Nel-l’Europa delle regioni non si puòprescindere dall’arricchimentodelle specificità, anche nel siste-ma di globalizzazione. La Sarde-gna è un popolo, è una nazionecon una sua precisa identità”.

Successivamente Cosimo Ta-vera ha detto il lungo e appassio-

nato messaggio inviato da Dome-nico Scala, presidente della Fede-razione Svizzera e vicepresidentevicario della Consulta, impossibi-litato a intervenire per impedi-menti di lavoro.

“Le nostre e vostre nuove ge-nerazioni – ha scritto riferendosial tema del congresso - sono ric-che di due culture, quella dei lorogenitori e quella del Paese dovesono cresciuti. Esse possono cer-tamente dare alle nostre strutturenuova vita, nuove forze per unavvenire che ha bisogno di ade-guarsi continuamente ai cambia-menti dei tempi che corrono”.

Bisogna insegnare ai giovaniche un terzo dei sardi vive in loca-lità del mondo diverse dalla Sar-degna: in Australia, Argentina,Olanda, Germania, Belgio, Sviz-zera e nell’Italia del nord. La sar-dità sfugge, quindi, ad una dimen-sione geografica. Non si è sardi –ha scritto Scala - solo per il fattodi vivere in un’Isola del Mediter-raneo.

L’Istituto Regionale proprio inquesti ultimi tempi – ha prosegui-to Scala - sta capendo e sta dandodimostrazione con significativeaperture che i Sardi nel mondo,

non hanno bisogno di essere nétutelati né di essere presi permano.”Dal vostro congresso – haconcluso Scala – deve scaturireuna proposta forte, chiara e com-prensibile che riassuma tutta lacomplessità dei nostri problemi.Non vogliamo assistenzialismo,chiediamo una nuova legge effi-ciente e una politica che dia com-petitività alle nostre risorse con ilcoinvolgimento di tutte le genera-zioni e di tutti i sardi dentro e fuo-ri dalla Sardegna”.

Particolarmente toccante è sta-ta la relazione – fatta in spagnolo– da Ana Beatriz Vignolo de Pin-tus, moglie di Pietro Pintus, unostraordinario “ragazzo” di quasi80 anni, tra i più attivi e dinamicisoci del circolo di Buenos Aires.Ana Beatriz, un’insegnante pro-fondamente legata alla Sardegnamadre di tre figli di “stirpe sarda”,come lei stessa sottolinea, ha de-dicato il suo intervento a ricorda-re la figura di Emilio Lussu nel111 anniversario della nascita. Haevidenziato che Lussu è stato unodei Padri fondatori della Repub-blica e ha ricordato che “l’autono-mismo lussiano del ’20 era lachiave di lettura per capire la so-

stanza politica del federalismo,Lussu capì il problema istituzio-nale proprio partendo dal propriosentimento di sardità”.

I lavori della mattinata sonostati chiusi dall’architetto Anto-nio Sardu, di La Plata, con unastruggente poesia in limba dedi-cata alla Sardegna.

Nel pomeriggio il Congresso haproposto gli interventi interessantiprotagonisti le donne e i giovani.

La carrellata delle donne è sta-ta aperta da Angela Solinas, presi-dente del circolo di Buenos Aires,che ha ricordato l’origine del flus-so migratorio verso l’America La-tina e in particolare verso l’Ar-gentina che ha offerto a moltissi-mi sardi l’ occasione di realizzareil sogno di una vita migliore.“L’emigrato sardo – ha sottoline-ato – ha portato con se i valoridella sua cultura e della sua tra-dizione, l’amore verso la fami-glia, il senso di fratellanza equella immensa voglia di lavora-re. Sono questi, ancora oggi, i le-gami che li uniscono alla loroamata Sardegna”. Dopo aver ri-cordato che i sardi hanno saputointegrarsi facilmente nella socie-tà argentina.

Loredana Manca, giovane pre-sidente del circolo di Mar del Pla-ta, ha fatto l’auspicio che questoincontro possa favorire e rinsalda-re sentimenti di fratellanza con lacomunità sarda. Ha poi sofferma-to la sua attenzione sul ruolo chesvolgono le donne nei circoli e sulloro impegno nella società. “Ladonna sarda – ha detto – è giuntaqui con voglia di progresso”. Nelsuo intervento Loredana Mancaha sollecitato interventi per dareanche alle donne sarde in Argen-tina una pensione e anche un’assi-stenza sociale.

Sara Paz Vargiu, moglie di Vit-torio, è un’ altra argentina innamo-rata della Sardegna e ha definito“coinvolgente” la sua esperienzanel circolo. “Le donne si sentonoparte integrante del circolo e la

Le linee politiche e le pro-spettive perseguite dallaFederazione dei circoli

sardi in Argentina sono statetracciate nella relazione delconsultore Vittorio Vargiu.

In un secolo e mezzo – ha ri-cordato – circa 600 mila sardisono emigrati. In Argentina, inquesto momento risiedono100.000, fra sardi nati in Sarde-gna, discendenti con cittadi-nanza italiana e tantissimi altriche non possiedono la cittadi-nanza italiana. Questi sardi ediscendenti si trovano, sparsinell’estesa geografia argentina,specialmente nelle province diBuenos Aires, Santa Fè e Tucu-man, ed hanno contribuito allacultura ospitante con il loro sti-le di vita, il loro lavoro e conl’orgoglio di essere sardi.

Vargiu ha rilevato come conlo slogan del congresso: “ISardi nel Mondo verso le nuo-ve generazioni” ed il Conve-gno dei giovani, che si è svol-to il 30 novembre nella sededel Circolo “Grazia Deledda”,la Federazione dei Circoli Sar-di in Argentina ha inteso darevigore alla volontà politica dipreservare la continuità deirapporti e i legami con la ma-dre patria.

“Il mondo – ha detto Vargiu– si dibatte tra due tendenzeapparentemente contradditto-rie: l’integrazione e la globa-lizzazione da una parte, e larivendicazione dei particola-rismi culturali e nazionalitarida un’altra. Bisogna trovare ilmodo di conciliare l’aspira-

zione di partecipare in unmondo globalizzato, e la ne-cessità di conservare le pro-prie radici e la tradizione.Questo compito spetta allenuove generazioni che si tro-vano in migliori condizioniper capire e lavorare per que-sti obiettivi.

Questa gioventù che nonvuole rinnegare il propriopassato. Un passato che ci ap-partiene come persone e comepopoli. Una passato fatto conla lingua, la famiglia, la musi-ca, la letteratura, il lavoro ditutte le generazioni passate,chi con il loro sforzo hannoreso possibile il nostro pre-sente e ci permette di proietta-re il nostro futuro. Perciò pre-servare viva la lingua e la me-moria di chi ci ha preceduto eun valore che dobbiamo tra-smettere attraverso la nostraeducazione come un modo dialimentare le nostre radici percrescere più forti.

Nella lingua dei popoli e’concentrata la cultura ed e’ lacultura quella che ci fa uomi-ni e fa possibile, nella diversi-tà e nel dialogo, costruire un

mondo meno violento e piùtollerante”.

Oggi più che mai i circolidevono essere veri centri dicultura dove trovino spazio –ha detto Vargiu – tutte le mani-festazioni della vita culturalesarda, italiana e del paese ospi-tante. Diverse attività ed ini-ziative che ogni circolo intra-prende secondo le sue caratte-ristiche e possibilità, dall’inse-

gnamento della lingua, alle in-formazioni utili, dalle confe-renze, alla pubblicazione di ri-viste, alla realizzazione di pro-grammi radiofonici e televisi-vi, alle attività musicali, fannodei circoli vere cellule fonda-mentali e necessarie per lacontinuità della cultura sarda edel rapporto continuo con laSardegna.

Vittorio Vargiu ha quindiaffrontato il problema del nuo-vo Statuto Speciale che do-vrebbe nascere dall’istituzionedell’Assemblea Costituentedel Popolo Sardo.

Chiediamo al rappresentantedel Movimento per l’Assem-blea Costituente, On. LucaDeiana – ha detto – di portarel’adesione dei sardi in Argen-tina. Chiediamo che i sardi delmondo siano partecipi nel di-battito sullo Statuto speciale.

In quanto alla lingua e allacultura sarda – ha proseguitoVargiu - è necessario promuo-vere in tutti i circoli ed asso-ciazioni l’insegnamento dellalingua italiana e di quella sar-da. Le università sarde devonoaprirsi al mondo dell’emigra-

zione, come fanno già varieuniversità continentali, conprogrammi indirizzati a prepa-rare docenti, anche utilizzandoInternet.

Infine Vargiu ha annunciatoche la Federazione Argentinapropone di creare una comu-nità d’affari tra sardi per pro-muovere iniziative di naturaeconomica e promozionale,coinvolgendo le nuove gene-razioni di sardi di questa par-te del mondo, le istituzionieconomiche pubbliche e pri-vate della Sardegna, per crea-re un ponte di consulenzacommerciale che trovi reci-proca convenienza d’affari.

Tutto quanto detto ha sensose pensiamo che non possiamodare alle nuove generazioni unruolo marginale nelle associa-zioni. Dobbiamo rendere i gio-vani protagonisti come mem-bri attivi e responsabili, attra-verso la formazione associati-va e professionale.

Privilegiare i giovani nonpuò portarci a dimenticare glianziani, che oggi soffrono dipiù la caotica situazione eco-nomica e sociale dell’Argenti-na. La Sardegna deve preoccu-parsi per dare un possibile aiu-to economico a tanti sardi di-sagiati che in un tempo hannocontribuito con il loro sforzo alsostegno dell’economia sarda,attraverso le rimesse di dena-ro ai parenti rimasti nell’Isola.La pensione sociale è un dirit-to che spetta a tutti i sardi natiin Sardegna vivano o no neiconfini dell’Italia.

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Vittorio Vargiu

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IL MESSAGGERO SARDO 12GENNAIO 2002

DOCUMENTO DI PIENA ADESIONEALL'INIZIATIVA PER L'ISTITUZIONEDELL'ASSEMBLEA COSTITUENTE

loro presenza fa sì che tutti si sen-tano a casa.

Giovanna Signorini Falchi, pre-sidente del circolo di La Plata, siè soffermata sulla “dolorosa si-tuazione economia” dell’Argenti-na e sulle conseguenze che essaha per la gran parte delle famigliedei sardi che in pochi anni si sonovisti svanire i risparmi di una vitadi duro lavoro. In particolare la si-tuazione è drammatica per i pen-sionati che a stento riescono a so-pravvivere. Giovanna Signoriniha invocato l’intervento delle au-torità regionali e ha chiesto chevenga rilanciata l’iniziativa dei“soggiorni” in Sardegna per dar lapossibilità ai più anziani di rive-dere la loro Isola e ai più giovanidi conoscere la terra degli avi.

Eva Baccoli, di Rosario, sposa-ta con un sardo, ha parlato delproblema dell’integrazione deigiovani nei circoli. “I giovani sisapranno integrare – ha detto – senoi li sapremo far partecipare at-tivamente coinvolgendoli nellagestione e nelle scelte. Uno deimodi - ha suggerito – è quello didotare i circoli di libri in sardo,un’altra opportunità può esseredata dalla gastronomia, piuttostoche da folklore”. A Rosario è sta-to costituito il gruppo “Sa Sardi-gna”. Ma anche Eva Baccoli nonha potuto far a meno di parlare dei“momenti cupi” che sta vivendol’Argentina.

Adriana Mandis, presidente delcircolo di Cordoba, ha ricordatole iniziative del suo circolo e haauspicato una sempre maggior at-tenzione da parte della Regioneper i sardi d’Argentina.

L’esperienza del gruppo “SaSardigna” di Rosario è stata illu-strata da Sebastiano Fara. “Il no-stro – ha detto – è un gruppo digiovani dai sei ai venti anni cheintende portare ovunque la cultu-ra, il canto e i balli dei nostri an-tenati”. Il gruppo si prepara conallenamenti settimanali servendo-si di videocassette. “Sarebbe im-portante – ha detto Fara – che tut-ti i circoli avessero il vostro soste-gno con l’invio di video e altromateriale. Abbiamo bisogno an-che dei vostri consigli per la scel-ta delle stoffe e dei modelli concui rifare i costumi sardi”.

I giovani di Tucuman hannopreparato due relazioni per illu-strare un progetto per diffonderel’informazione. Viviana Vargiuha illustrato l’esperienza fatta nelcircolo. “Fin da quando siamonati, 14 anni fa – ha detto – unodei nostri principali obiettivi èstato quello di diffondere la cultu-ra italiana e, in particolare, quellasarda” Nacque allora il progettoradiofonico “Oggitalia”, un pro-gramma del circolo sardo. “Que-st’anno – ha detto Viviana Vargiu– abbiamo compiuto 13 anni diemissioni. Il programma vienediffuso tutti i sabati dalle 13 alle14 da Radio Dieci una delle piùseguite di Tucuman.

Dopo il programma radiofonico,per iniziativa di Vittorio Vargiu, ènata la rivista “Oggitalia” che permotivi economici ha interrotto lepubblicazioni alcuni anni fa.“Quest’anno – ha concluso – ab-biamo avviato un’ altra iniziativa,un programma televisivo, dal tito-lo “Oggitalia” che viene trasmessoin una televisione via cavo. “Stia-mo lavorando anche alla creazionedi un CD – ha concluso VivianaVargiu – siamo aperti alle idee e aisuggerimenti di tutti e siano prontia dare i nostri suggerimenti a chi celi chiede”.

Il progetto per la creazione diuna rivista delle Federazione, par-tendo dall’ esperienza fatta con“Oggitalia”, è stato illustrato daAnnalia Fara. “Anche se il circo-lo Sardi Uniti di Buenos Aires e

Antonio Segni di La Plata hannociascuno una propria pubblicazio-ne – ha detto Fara – la nostra pro-posta prevede che i giovani di tut-ti i circoli si integrino in un’azio-ne congiunta con lo scopo di man-tenere viva la cultura italiana equella sarda in particolare, inten-sificare la loro presenza nei circo-li e nella Federazione, far cono-scere chi siamo e le aspettativeche abbiamo, collaborare attiva-mente coni consigli direttivi deicircoli. Il progetto prevede ini-zialmente una pubblicazione bi-mensile con contenuti di politica,economia, cultura sarda e argenti-na, tradizioni e gastronoma deidue paesi.

Anche Cesare Meridda ha por-tato la sua testimonianza dell’atti-vità svolta con gli altri giovaniitaliani nel circolo Sardi Uniti diBuenos Aires. Ha ricordato i con-gressi fatti in 12 anni dai giovaniitaliani e ha sottolineato come ifigli dei sardi soffrano più di altrila nostalgia per il loro paese. Me-ridda ha quindi proposto, a nomedei giovani sardi in Argentina,che in occasione del 28 aprile, fe-sta della Sardegna, sia celebrata la“settimana della solidarietà sardain Argentina”. “Sensibili alla re-altà che vive il nostro paese – hadetto – pensiamo che sia necessa-rio partecipare come collettivitàalla vita sociale della nostra Na-

zione. Per questo proponiamo cheogni circolo sardo nella festa del-la sardità si impegni a raccogliereprodotti alimentari per donarlialle persone più indigenti in Ar-gentina”.

Antonio Sardu, del Circolo diLa Plata ha presentato, a nome ditutti giovani, un progetto messo apunto con un altro socio, JosèLlantada, sul interscambio com-merciale con la Sardegna.

I Circoli Sardi in Argentina – haricordato - sorsero come una rispo-sta al bisogni degli immigrati, distringere vincoli, stabilire rapporticostruttivi intorno alla loro memo-ria collettiva:la loro cultura, la lorolingua,la loro musica le loro lette-re. La Regione Sardegna ha colla-borato generosamente inviandociconferenzieri in diverse aree di in-teresse comune,ed inoltre in formaeconomica. Il nostro sentimento digratitudine verso la Regione ci in-duce a immaginare un passo più inla sul ruolo che devono giocare lenostre istituzioni nel prossimo fu-turo.

Immaginiamo che ogni Circolofunzioni come una finestra dellaSardegna aperta in Argentina:un’entità moderna, collegata congli ultimi mezzi tecnicidisponibili,che ci permettano diaprire opportunità commercialiinimmaginabili, vincolandoci aPiccole Aziende di ambedue lenazioni.

Per fare gli affari bisogna esse-re preparati. Ciò significa cono-scere i prodotti e le aziende che liproducono.

Le Piccole Aziende sono unaimportante base dello sviluppoeconomico della Sardegna. L’as-sistenza può essere data in formapersonalizzata o mediante un SitoWeb sviluppato opportunamente,che avrebbe informazioni utili peresportare ed importare, partecipa-re a fiere commerciali, seminari ealtre attività affini.

Maria De Los Angeles Manca,ha soffermato la sua attenzione suiproblemi culturali. “Sappiamo –ha detto – che una società non so-pravvive senza la salvaguardia del-la sua cultura. La cultura è tradi-zione, è la conservazione delle ori-ni perché possano essere traman-date alle generazioni successive. Èun modo di vivere, di pensare, diagire, sono i sentimenti, gli atteg-giamenti, i costumi, le regole dicomportamento. Quando una cul-tura scompare – ha soggiunto – laragione va trovata nel fatto chesono venute a mancare le personeche ne erano portatrici. I giovanisardi in Argentina – ha proseguitoMaria De Los Angeles Manca –non permetteranno che ciò accada.Noi discendenti dei sardi – ha pro-seguito – abbiamo imparato a co-noscere e a amare l’ Isola dai rac-conti dei nostri genitori e dei nostrinonni che nei momenti di nostalgiaci trasmettevano i ricordi della loroterra lontana.

Maria De Los Angeles ha coltol’occasione del Congresso per ri-volgere un appello alle autorità ar-rivate dalla Sardegna. “Abbiamobisogno del vostro aiuto – ha detto– abbiamo bisogno di libri, cartegeografiche, video, audiocassette,informazioni sulla musica, insom-ma abbiamo bisogno di materialedidattico che possa essere utile perdiffondere la cultura sarda tra i fi-gli e i nipoti degli emigrati sardi”.Infine ha posto il problema dellaconoscenza diretta della Sardegnache i giovani argentini, stante la si-tuazione del loro paese non posso-no permettersi.

È stata poi la volta di DiegoSoru. Un altro giovane dalle ideechiare. La Sardegna – ha detto - èla terra dei nostri sogni, per tuttociò che significa, per il nostrosangue, le nostre origini, ciò che

I delegati al IV0 Congressodella Federaione dei Cir-coli Sardi in Argentina

hanno approvato all’unani-mità un documento di soste-gno all’iniziativa per la isti-tuzione di un’Assemblea Co-stituente del Popolo Sardoper la riscrittura dello StatutoSpeciale.

I delegati si sono anche im-pegnati a mobilitare tutti isardi in Argentina perché –con l’invio di una cartolina –premano sui parlamentarisardi perché la proposta dilegge di modifica costituzio-nale sia approvata in tempibrevi dalle Camere.

L’iniziativa – che prevedel’invio di un’apposita carto-lina è stata illustrata da An-tonio Giua, dell’Ufficio diPresidenza della Consulta, anome della Faes, la federa-zione delle associazioni ditutela che si sono fatte pro-motrici del progetto, decisonell’ultiina riunione del Par-lamentino degli Emigrati. Lacartolina (che pubblichiamoa fianco) porta sul retro lascritta: “Forza pàris”. L’urlodi guerra della valorosa Bri-gata Sassari, oggi garanziadi pace per molti popoli, uni-sce tutti i Sardi, di Sardegnae del mondo, nel rivendicarela loro specialità.

La Proposta di legge perla riscrittura dello Statutodella Regione Autonomadella Sardegna attraversoun’Assemblea Costituente,ormai approvata dal Consi-glio regionale, è oggi, al-l’esame del Parlamento. ISardi chiedono la sua ap-provazione!

Un’Assemblea costituenteper una vera autonomia! Unnuovo Statuto per un veroprogetto di rinascita!”.

Va spedita al Consiglio re-gionale che poi le inoltrerà alParlamento. La cartolina ver-rà diffusa in tutto il mondopresso tutte le comunità disardi.

Questo il Documento sul-l’Assemblea Costituente ap-provato all’unanimità dairappresentanti degli emigratisardi al Congresso della Fe-derazione dei circoli sardiin Argentina.

I rappresentanti della Co-munità sarda in Argentina,riuniti a Mar del Plata, igiorni 1-2 dicembre 2001,per il IVº Congresso nazio-nale della Federazione deicircoli sardi, fanno propria econdividono l’iniziativa dei

componenti la Consulta regio-nale dell’Emigrazione, ritengo-no che per la Sardegna – isolaafflitta da una crisi economica esociale che dura da decenni,quella stessa crisi che per tantianni ha avuto il volto dolorosodell’emigrazione – la stradadell’Assemblea Costituente perla riscrittura della Carta fonda-mentale dei Sardi costituisceun’occasione storica per getta-re le basi di una Sardegna piùmoderna, più ricca, più forte epiù libera.

Sono favorevoliall’Assemblea Costituente

del Popolo Sardo che avrà ilcompito di riscrivere lo Statu-to regionale, il patto tra i citta-dini sardi e la Regione e traquesta e la Repubblica, ade-guandolo ai profondi muta-menti che sono avvenuti nelmondo, in Europa e nel nostroPaese, come quelli che deriva-no dall’istituziore dell’UnioneEuropea, dalla globalizzazionee quelli legati al processo fe-deralista.

chiedono chela proposta di legge per la ri-

scrittura dello Statuto attraver-so l’Assemblea Costituente,approvata dal Consiglio regio-nale, oggi all’esame dellaCommissione Bicamerale pergli Affari Regionali e delleCommissioni Affari Costitu-zionali del Parlamento, sia ap-provata in tempi rapidi.

riconoscono cheun lungo tratto di strada è

stato percorso, ma che il cam-mino è ancora lungo.

ritengonoche vi sia la necessità che il

nuovo Statuto sia profonda-mente condiviso dalla colletti-vità isolana e quindi si apra su

questo tema un grande di-battito, che consenta di coin-volgere le energie e le dispo-nibilità dei Sardi in Sardegnae nel mondo.

Per questo momento ecce-zionale della nostra storia èindispensabile che tutti i sar-di, ed in particolare coloroche, vivendo lontano dallaloro isola, condividono la ne-cessità di un vero e profondomoto di affermazione dellanostra specialità, contribui-scano con la loro esperienza econ la loro capacità ad ungrande progetto di rinascitapolitica che parta dalla ri-scrittura dello Statuto.

invitanociascun membro del Con-

gresso a appoggiare ed even-tualmente aderire al Comita-to per il sostegno alla propo-sta di legge di modifica costi-tuzionale approvata dal Con-siglio regionale per l’istitu-zione della Assemblea Costi-tuente del Popolo Sardo perla riscrittura dello Statutodell’Autonomia.

chiedonoche i rappresentanti delle

comunità sarde nel mondo si-ano chiamati a far parte a pie-no titolo dell’Assemblea Co-stituente del Popolo Sardoper portare il loro contributodi esperienze vissute nei pae-si che li hanno ospitati, e per-ché con la loro partecipazio-ne si rafforzino i sentimentidi identità, cultura, tradizionee lingua tra tutti i sardi dentroe fuori dall’Isola.

rivendicanoil riconoscimento del loro

diritto di rappresentanza nel-le istituzioni autonomistichedella Sardegna.

Efisio Serrenti

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IL MESSAGGERO SARDO 13GENNAIO 2002

I PROGETTI DEI GIOVANIPER RINSALDARE I LEGAMICON LA TERRA DEGLI AVIIn occasione del IV° Con-

gresso della FederazioneSarda in Argentina, il 30

novembre, a Mar Del Plata, sisono riuniti i giovani per esa-minare alcuni temi e progettida proporre all’ attenzionedei circoli, della Federazionee della Regione Sarda. Al ter-mine del convegno, che si ètenuto nella sede del circolo,è stato approvato un docu-mento che fissa alcuni punti:

1) Il ruolo dei giovani sar-di nel mondo e nei problemidella Sardegna.

È necessario cercare le vieper le quali i giovani sardid’Argentina s’informino suiprincipali problemi della Sar-degna, sociali, culturali,d’educazione, e insieme farconoscere ai sardi la situazio-ne attuale dell’Argentina.

2) Internet. Si pensa allacreazione di una pagina webdella Federazione sarda inArgentina che illustri il lavo-

ro fatto dalle organizzazioni de-gli emigrati in diversi ambiti:

a) solidarietà,b) imprenditoria,c) cultura,d) sport.Inoltre per rendere più dina-

mico lo studio dell’italiano sa-rebbe interessante offrire:

a) lezioni d’italiano on lineb) forum di chat in lingua ita-

liana.Un’altra proposta prevede la

realizzazione di una banca daticon i cognomi e gli indirizzi deisoci dei diversi circoli per favo-rire la ricerca di parenti, compa-esani o amici.

La proposta prevede che lapagina web contenga i links perle diverse pagine dei circoli. Inquesto modo si creerà una reteinterna di lavori e di professio-ni, uno spazio dedicato alla tra-smissione delle informazionisulle attitudini e gli interessi diogni giovane socio di un circo-lo per favorire l’interscambio e

rendere più facile l’accessoal mondo del lavoro.

3) Il significato della tra-smissione della sardità e del-l’italianità. Si analizza lapossibilità di creare una rivi-sta della Federazione direttadai giovani sardi. La rivistadiverrebbe un mezzo di unio-ne fra i circoli che partecipe-rebbero al progetto.

4) CULTURA. Il GruppoGiovani Sardo-Argentinopropone la creazione di corsielementari di lingua italiana ecorsi di perfezionamento perle persone che già possiedonouna buona conoscenza dellalingua, tenuti da docenti dimadre lingua.

Una variante della propo-sta prevede che i corsi si po-trebbero tenere in Italia.L’acquisizione della lingua,inoltre, potrebbe essere se-guita da corsi di formazioneprofessionale a distanza edin loco.

si sente quando si ascolta soltan-to il suo nome. Molti di noi giova-ni vogliamo trasferirci per poterfrequentare l’università e ancheper sviluppare una attività econo-mica che dia beneficio oltre che anoi alla Sardegna e proprio. Nellamia situazione personale, anchecome modo di rendere omaggio amio nonno Pasquale, emigratodalla sua amata Nugoro e che nonho potuto conoscere personal-mente, come non l’ ha conosciutoneanche mio padre. Lui ha dovu-to lasciare la sua terra alla ricercadi un nuovo orizzonte totalmentesconosciuto, alla ricerca di un la-voro che gli potesse permettereguadagnare i soldi da inviare allasua famiglia che poi ha preso lastessa decisione, emigrare.

Diego Soru ha ricordato che damolto tempo si parla di attivare unsistema di borse di studio, di cor-si di Formazione professionale, edi rientri per lavoro. “Forse – hadetto - abbiamo sbagliato nelmodo di chiederlo”.

Soru ha ricordato che nell’ otto-bre del 1998 ho partecipato allostage finale del progetto di For-mazione Quadri Giovanni Diri-genti nel quale è nato ilG.I.S.A.M, (giovani sardi nelmondo) organismo che non esistepiù. “Mi rimane il ricordo di queimeravigliosi 21 giorni passati in-sieme ad altri giovani sardi prove-nienti da diversi paesi come Ger-mania, Canada, Australia, tuttiimpegnati nella ricerca di infor-mazioni sulla Sardegna, la politi-ca, l’economia, il turismo, il lavo-ro. In quei giorni è nata l’idea dicreare il web site del “Messagge-ro Sardo”, un servizio per tuttiquelli che abbiamo accesso ad in-ternet, ma che non deve e non puòsostituire l’ invio giornale”.

La Sardegna si porta nel cuore,nel sangue e nella pelle. E se le di-stanze che ci separano sono cosìampie, il sentimento di sardità èpiù grande”.

Pablo Pira, ha parlato del circo-lo di Mendoza, fondato nel 1995 enon ancora riconosciuto, e si èsoffermato sul ruolo che possonosvolgere i giovani dei circoli sar-di lavorando insieme. Dopo averricordato che Mendoza è, per im-portanza economica, la quartaprovincia dell’Argentina, Pira hasottolineato l’interesse per la Sar-degna sia sotto l’aspetto economi-co sia sotto quello culturale. Trale iniziative proposte da Pira l’ at-tuazione di corsi di formazioneprofessionale, con fondi dell’Unione europea per giovani diorigine sarda da tenersi in Argen-tina.

Irma Manca, segretaria del cir-colo di San Isidro, ha letto il do-cumento messo a punto con lapresidente Iris Madau, incentrarosul delicato problema della dop-pia cittadinanza per i discendentidei primi emigrati.

“I nostri genitori – ha detto - ar-rivarono nell’Argentina nel 1920e anche prima. Erano quasi bam-

bini, e nell’Isola c’era la fame.Arrivarono in questa prodiga ter-ra per guadagnarsi il pane e poteraiutare le loro famiglie lontane.Molti di questi uomini lavoraronola terra, altri s’inserirono nellegrandi ditte Pubbliche: Obras Sa-nitarias de la Nacion, Ferrocarri-les, Telefònicas, ecc. Queste ditteesigevano da loro la cittadinanzaargentina. Ciò significava rinun-ciare alla propria per poter lavora-re. Così si trovarono davanti aduna durissima scelta: la grandeopportunità di sopravvivere gua-dagnando per le loro famiglie e...la Sardegna che era già tanto lonta-na, ad un mese di viaggio per mare.Continuarono a lavorare, forma-rono famiglie italo-argentine,crebbero, e lavorarono duro.Trent’anni dopo, arrivò un’altraondata immigratoria. Quelli chearrivarono in Argentina scappa-vano dall’orrore della guerra.Quando arrivarono nessuno chie-se loro niente, non era c’era l’ob-bligo di rinunciare alla loro citta-dinanza, solamente offrirono lorolavoro. Alcuni rimasero, altri ri-tornarono dopo qualche anno. Mai nostri genitori, non poterono far-lo, perché per l’Italia non eranopiù italiani. Nonostante ciò, dicuore ancora lo erano e tramanda-rono la loro cultura a noi i loro fi-gli. E così, con amore, lacrime, do-lore ereditato non esitammo ad ab-bracciare questa amata cultura pa-terna, la seconda cittadinanza,quella del sangue anziché delle

leggi.Molti figli e i nipoti di sardi, tra

cui la maggior parte dei soci delCircolo Radici Sarde – ha dettoIrma Manca - non possiamo finoad oggi accedere alla doppia citta-dinanza. Non chiediamo né con-tributi né pensioni, soltanto vo-gliamo, oltre ad essere argentini,anche diventare legalmente Italia-ni Sardi”.

Particolarmente applauditol’intervento di Filippo Soggiu,presidente della Fasi, che ha por-tato i saluti degli emigrati sardi inItalia. “Voi siete stati – ha dettocon grande calore Soggiu – i pio-nieri dell’associazionismo sardonel mondo. Insieme ai conterraneiche hanno emigrato nelle Ameri-che e in Australia, avete superatodifficoltà di ordine morale e ma-teriale, certamente più di noi chesiamo rimasti in Italia. Ma ne èvalsa la pena.

Soggiu ha quindi annunciatoche il congresso della Federazio-ne italiana, che è stato fissato peril mese di marzo, consentirà difare un bilancio del nuovo corsodella politica dell’emigrazioneche unisce al vecchio discorso“sempre valido, della solidarietà,quello della promozione e dellarappresentanza degli interessidella Sardegna”. Il presidente del-la Fasi si è quindi soffermato a ri-flettere “sul travaglio del popoloargentino, di cui gli emigrati sar-di sono parte integrante”. “Vogliotestimoniare – ha soggiunto – che

in Italia abbiamo vissuto e stiamovivendo con tanta tristezza e pre-occupazione le tragedie passate ele difficoltà attuali”. Soggiu haquindi fatto un fermo richiamo al-l’unità del mondo dell’emigrazio-ne sarda e ha esaltato la funzionedei circoli come luogo dove tra-smettere i valori ai giovani. “Dob-biamo fare un grande sforzo – hadetto – per aprire ai giovani orga-nizzando corsi di formazione che,inspiegabilmente sono stati so-spesi. Siamo consapevoli che sen-za di loro, dopo un periodo più omeno breve si andrebbe all’esau-rimento di questa grande espe-rienza e di questo grande movi-mento. turale”.

La prospettiva – ha soggiunto –non può che essere il riconosci-mento che i sardi nel mondo sonouna risorsa oggi e portranno es-serlo in futuro. L’emigrazionenon è stata solo un dramma – harimarcato Soggiu - ma anche unveicolo di modernizzazione e diprogresso civile: per se stessi eper la Sardegna. Gli emigrati sonostati fattore importante di svilup-po, prima con le loro rimesse, ve-icolando risparmi per miliardi,poi con le loro competenze e leprofessionalità acquisite fuoridall’Isola. Sappiamo che – haproseguito Soggiu - esistono an-cora nel mondo fasce di margina-lità per i sardi emigrati. E la Re-gione deve pensare anche a lorocon una politica specifica di aiutoe di assistenza. Ma se facciamo un

bilancio complessivo possiamodire che i sardi fuori Sardegna, inquesti 50 anni, sono diventati unarealtà positiva e importante. Unarealtà forte, con una notevole or-ganizzazione.

Soggiu ha quindi affrontato ilproblema della difesa dell’identi-tà, che è comune a tutte le comu-nità sarde nel mondo. “Abbiamoin comune – ha detto – il proble-ma di portare avanti un discorsoche, conservi, valorizzi e sviluppila nostra cultura, la nostra sardità.Ci auguriamo che a questo possaservire la nuova legge sulla cultu-ra e la lingua sarda.

“Se riuscissimo a superare legelosie, le diffidenze e i campani-lismi che purtroppo ci dividono, emettessimo insieme tutte le nostreforze – ha concluso - forse riusci-remmo a fare questi benedettiprogetti comuni”.

Pino Dessì, rappresentante del-le Acli nella Consulta regionaledell’emigrazione e presidentedella Federazione delle associa-zioni di tutela (Faes), ha ricorda-to il sostegno dato a partire dametà degli anni 80 per far svilup-pare la struttura organizzativadella comunità sarda in Argentinae ha espresso soddisfazione per ilrisultato ottenuto in così brevetempo. Dopo aver rivolto un invi-to a non dimenticare ciò che le as-sociazioni hanno fatto per aiutarei circoli a nascerere Dessì ha ma-nifestato compiacimento per lamaturazione dei giovani sardo-ar-gentini e per la determinazionedimostrata.”Questi giovani – haconcluso – garantiscono la conti-nuità della presenza sarda in Ar-gentina, la continuità dei valori,della cultura, dell’etnia sarda”.

Anche Tonino Casula dell’Ai-tef, ha ricordato i passi fatti daiSardi in Argentina e ha espressoun giudizio molto positivo perquanto i giovani hanno fattoemergere nel congresso.

Dopo l’approvazione del docu-mento di sostegno alla propostaper la istituzione dell’AssembleaCostituente del Popolo Sardo (chepubblichiamo integralmente in al-tra parte del giornale), ha parlatoil rappresentante della Federazio-ne del Belgio Efisio Etzi che si èsoffermato sulle problematicheeuropee e internazionali e ha datola disponibilità della federazionee del circolo di Bruxelles a una in-tensa collaborazione. Etzi ha ri-cordato che anche il Belgio puntamolto sui giovani tanto da avereletto alla guida della Federazio-ne un giovane, Sandro Mameli.Nato in Belgio, quindi sardo di se-conda generazione, Mameli lavo-ra presso il Parlamento Europeo èquindi preparato sulle nuove te-matiche dell’ Europa. “Siamopronti a dare a tutti i sardi nelmondo – ha concluso Etzi – tuttala nostra collaborazione sulle pro-blematiche internazionali”.

“A tutti gli emigrati, che sono imigliori rappresentanti del nostropopolo, del quale sono parte inte-

Antonio Zidda Sebastiano Fara Cesare Meridda Angela Solinas Loredana Manca

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IL MESSAGGERO SARDO 14GENNAIO 2002

grante – ha detto Bonaria Spigne-si, presidente dell’associazione“ATM Emilio Lussu” – deve anda-re il nostro doveroso riconosci-mento e ringraziamento per i valo-ri che rappresentano con l’orgo-glio di essere sardi nel mondo. Isardi non residenti in Sardegna –ha proseguito – si sono ritagliatiovunque un ruolo di grande rilievonel tessuto sociale dei Paesi dovesono andati a vivere e lavorare”.

Nelle nuove generazioni di sar-di permane ancora, forte e indis-solubile, un legame con la terradei progenitori. Sta a noi che ab-biamo la fortuna di vivere in quellembo di terra più bello del mon-do che è la Sardegna – ha conclu-so – alimentare questo, sentimen-to di vicinanza e questo comunesentire di essere parte dello stessopopolo, adottando, ciascuno perle competenze che gli spettano,tutte le iniziative idonee a svilup-pare, mantenere e accrescere que-sto legame”.

La relazione di Pablo Cicarè,del circolo di Cordoba si è soffer-mata sulla Cultura e sugli scambiculturali tra le collettività sarda eargentina. “Il fenomeno migrato-rio di fine secolo XIX ed inizio

secolo XX – ha ricordato – che havisto molti sardi lasciare la loroterra per cercare una migliorequalità di vita in altri paesi ha por-tato la cultura sarda in molti con-tinenti. Tale diffusione ha riguar-dato non tanto o non solo la cultu-ra sarda nel suo complesso, bensìquella tipica di un paese o di unazona o di un’area della Sardegna.L’emigrazione sarda quindi è sta-ta un potente veicolo per diffon-dere nel mondo una o più culturedi un popolo che, senza il fenome-

no migratorio, correva il rischiodi veder spegnere il proprio baga-glio culturale nell’isolamento ge-ografico dell’isola. L’Argentina –ha proseguito – è stato uno dei piùimportanti luoghi di accoglienzadell’emigrazione sarda che, sep-pure non eccessivamente numero-sa e ha dato un importante contri-buto alla crescita della Nazione.Con il passare del tempo peròquei legami si sono persi o ri-schiamo di perdersi.

Molti gruppi sardi in Argentina

infatti sono composti da discen-denti di terza, quarta, e quinta ge-nerazione, la maggior parte deiquali senza alcun legame con l’iso-la e per lo più quasi del tutto estra-nea sia alle radici culturali che so-ciopolitiche della Sardegna.

Occorre quindi che a livelloculturale che sia la Regione Sar-degna che le collettività sarde inArgentina si impegnino inun’opera di recupero della loroidentità culturale e di preserva-zione della stessa mediante idonei

strumenti che permettano la sal-vaguardia di una ricchezza cultu-rale unica al mondo.

L’Associazione Sarda di Cor-doba ha avanzati alcune proposteper una migliore e più efficace in-tegrazione della cultura sarda inArgentina. In particolare chiedela creazione di incentivi per unamaggiore conoscenza della cultu-ra sarda in loco (Sardegna) attra-verso l’istituzione di borse di stu-dio per giovani discendenti sardi.

Viene proposta l’istituzionedella “Settimana della Sardegna”da celebrasi ogni anno con unaserie di attività culturali (confe-renze, video, mostre) possibil-mente in collaborazione con gliIstituti italiani di Cultura o con iConsolati. Nell’ambito della“Settimana della Sardegna” laRegione Sardegna dovrebbe in-viare almeno una manifestazionedi grande livello che permetta atutte le Associazioni Sarde in Ar-gentina di avere una maggiorepresenza di immagine nelle cittàdi residenza e di diventare un re-ferente importante per la vita cul-turale della città.

Il vicepresidente della Consul-ta, Tonino Mulas, ha espresso ap-

LA DELEGAZIONE SARDARICEVUTA DALLE MASSIMEAUTORITÀ DELL'ARGENTINA

La delegazione della Re-gione Sardegna, durantela permanenza in Argen-

tina per il IV° Congresso dellafederazione dei Circoli sardiha avuto una serie di incontricon autorità nazionali e locali.

L’assessore del Lavoro,Matteo Luridiana, accompa-gnato dal capo di GabinettoAttilio Dedoni, dal Direttoregenerale Roberto Neroni, e dalDirettore del Servizio Emigra-zione, è stato ricevuto nellaCasa Rosada, sede del Gover-no Argentino, dal ministrodell’ Interno, Ramon Mestre,ex Governatore della Provin-cia di Corboba, con il qualeaveva instaurato rapporti diamicizia in occasione di unaprecedente visita. La delega-zione della Sardegna è stataaccompagnata da Orlando Fal-con, dal presidente della Fede-

razione, Cosimo Tavera e dalconsultore Vittorio Vargiu.

La delegazione è stata quin-di ricevuta dal Direttore gene-rale della Migrazione del go-verno Argentino, Elvio Molar-do con il quale sono stati av-viati rapporti di collaborazio-ne. Molardo, che è anche vice-presidente della Confederazio-ne dei Produttori, ha poi guida-to una delegazione compostada Raul Enrique Vivas, presi-dente della C.G.E.R.A., Oscar

Vinas, presidente dell’ istitu-zione economica della CGE,Cristina Lionti, presidente del-la Camera argentina di produ-zioni artistiche e culturali, ealtri burocrati, a un incontrocui ha partecipato anche il di-rettore del Parco Tecnologico,Fabio Tore, nel quale sono sta-te esaminate le possibilità dicollaborazione economica eculturale tra la Sardegna el’Argentina.

La delegazione Sarda è stata

anche ospite del presidente delClub del Congresso, AlfonsoCarlo. Gli onori di casa sonostati fatti da Orlando Falcon,Direttore delle Pubblicazioni edella Biblioteca del Cogresso.

A Mar del Plata la delega-zione sarda, che comprendevaanche il Presidente del Cosni-glio regionale, Efisio Serrenti,i consiglieri Luca Deiana e Pa-squale Onida, è stata ricevutain municipio dal sindaco ElioAprile. Non si è trattato solo di

una visita di cortesia. Sono sta-ti affrontati problemi di comu-ne interesse quali la difesa del-l’identità culturale e delle spe-cificità e il ruolo che le comu-nità locali possono svolgereper evitare che la globalizza-zione economica produca an-che l’omologazione e la can-cellazione delle diversità. Trail sindaco Aprile e i parlamen-tari sardi c’è stata totale iden-tità di vedute. Molto interesseha suscitato l’iniziativa delsindaco di Mar del Plata che hatrasformato i “gemellaggi” tracittà da fatto solo affettivo astrumento di conoscenza e discambio tra le varie realtà, eopportunità per sviluppareproduzioni e contatti che sfug-gono all’abbraccio mortaledella globalizzazione.

Nelle foto alcuni momenti diquesti incontri.

Nelle foto. Alcuni momenti degli incontri ufficiali: da sinistra, in alto, il ministro dell'Interno Ramon Mestre riceve alla casa Rosada la delegazione sarda; l'assessore Luridianacon il presidente della CGERA, Raul Enrique Vivas, e con il Direttore Generale della Migrazione, Elvio Molardo; il sindaco di Mar del Plata, Elio Aprile, ha ricevuto ladelegazione sarda in municipio; la delegazione accolta nel Club dei Parlamentari argentini; foto ricordo davanti alla Casa Rosada, da sinistra Vittorio Vargiu, il DirettoreGenerale dell'Assessorato Roberto Neroni, l'assessore Luridiana, il Direttore del Servizio Emigrazione Marco Ghiani, il Capo di Gabinetto, Attilio Dedoni, Cosimo Tavera eOrlando Falcon

Diego Soru Sara Vargiu

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IL MESSAGGERO SARDO 15GENNAIO 2002

prezzamento per gli interventidelle molte donne che presiedonoi circoli sardi in Argentina per-ché- ha rilevato – sono stati tuttiimprontati a semplicità e concre-tezza, qualità indispensabili peraffrontare i problemi di un’orga-nizzazione quale il circolo. Mulasha poi soffermato la sua attenzio-ne sui temi della cultura e sull’importanza della difesa della lin-gua come strumento di difesa del-la identità.

E sullo stesso tema è intervenu-to ancora Antonio Zidda per la-mentare che anche Sardegna igiovani non parlano più il sardo.“Quando sono stato a Orune – haraccontato – parlavo in sardo e imiei nipoti mi rispondevano initaliano. Un fatto che mi ha fattomolto arrabbiare. La lingua la sisucchia con il latte materno”.

Il presidente del Comites diCordoba, Rodolfo Borghese,grande amico dei sardi, che ha se-guito i lavori del congresso dal-l’inizio alla fine ha ricordato l’ob-bligo di mantenere vive le tradi-zioni della Sardegna e ha annun-ciato che farà di tutto perché unapiazza di Cordoba sia intitolataalla Madonna di Bonaria.

Ha quindi preso la parola Tere-sa Fantasia, vicepresidente del

circolo di Moreno, non ricono-sciuto dalla Federazione, che rin-graziato per l’invito e ha ritenutodi buon auspicio l’iniziativa. Haricordato le iniziative fatte dalcircolo di Moreno e ha manifesta-to la sperana che tra le organizza-zioni degli emigrati sardi in Ar-gentina possa prevalere l’armoniae l’unità.

Il dibattito è stato concluso dal-l’assessore (una sintesi dell’inter-vento è pubblicata a parte).

Si è quindi proceduto all’ele-zione del presidente che si è con-clusa con la riconferma di CosimoTavera, decretata all’ unanimità.

“Ringrazio i delegati per aver-mi affidato la conduzione dellaFederazione per un altro periodo.Mi sento particolarmente orgo-glioso – ha proseguito – per comesi è svolto il Congresso, e ancoradi più per il ruolo protagonistache hanno avuto i giovani, fattoche ha colpito favorevolmentetutti i nostri ospiti e gli invitatispeciali.

Tutto quello che è accaduto inquesti due intensi giorni ci proiet-ta al mondo dell’emigrazionecome una Federazione maturadove è garantita la continuità, perricordare le parole del Presidente

LURIDIANA PROMETTE INIZIATIVEPER RINSALDARE I RAPPORTIE AIUTARE I SARDI IN ARGENTINA

L’assessore del Lavoro, Mat-teo Luridiana, concluden-do i lavori, ha portato il sa-

luto “caloroso del presidente del-la Regione Mauro Pili e di tutta laGiunta”. Si è poi congratulato con“il nuovo presidente della Federa-zione Sarda in Argentina che – hadetto – come me è stato riconfer-mato, e quindi proseguirà in que-sto lavoro”. Ha quindi rivolto unringraziamento all’intera comuni-tà sarda in Argentina e ai suoi rap-presentanti che hanno partecipatonumerosi al dibattito congressua-le. Un ringraziamento particolarel’ha rivolto ai giovani che “ci han-no fatto intravedere che c’è unaprospettiva futura per i sardi inArgentina”. “Uno dei problemigrossi che stanno affrontandol’assessorato e le Federazioni deicircoli – hanno ricordato Luridia-na – è quello di coinvolgere i figlidegli emigrati. Se è facile coin-volgere i sardi di prima genera-zione nell’attività dei circoli – hadetto l’assessore – diventa semprepiù difficile quando si parla di se-conda e terza, e qui in Argentinasiamo già alla quarta generazione.Il fatto che ci sia stata una parte-cipazione così massiccia e insie-me così attiva – ha soggiunto – cifa sperare che in Argentina stianascendo una nuova generazioneche darà nuova vitalità e sanguefresco ai circoli e fa intravedereun futuro per la comunità sarda inArgentina e, quindi, anche unasperanza per noi che stiamo inSardegna”.

L’assessore ha poi sottolineatodi essere rimasto colpito, anche inoccasione di altre visite fatte in Ar-gentina, la “voglia di imparare” aparlare l’italiano e anche il sardoda parte dei giovani anche se figlidi genitori che non sono solo sardi.

L’assessore si è complimentatocon Cosimo Tavera, con VittorioVargiu, con Loredana Manca peressere riuscita a organizzare inmodo perfetto il congresso, nono-stante le sia stata comunicata ladata definitiva con brevissimo pre-avviso. Ha poi esteso il ringrazia-mento a Orlando Falcon per l’assi-stenza data alla delegazione e peraver favorito una serie di incontricon le massime autorità del Paese.

L’assessore ha poi rilevato cheal congresso ha partecipato ancheuna rappresentanza del Consiglioregionale, guidata dal suo Presi-

dente, Efisio Serrenti. “Questo dideve far pensare quanto ci tenia-mo alla vostra amicizia e alla vo-stra fraternità. Il mondo dell’emi-grazione – ha proseguito Luridia-na – è un mondo che affascina isardi che sono rimasti in Sarde-gna. I sardi e la politica regionalevedono in loro degli “ambasciato-ri e quindi soggetti importanti perlo sviluppo della Sardegna”.

L’assessore ha quindi parlatodel ruolo nuovo dei circoli. “Nonc’è più solo l’interesse, come unavolta, di incontrarsi per sentire unpo’ di musica, parlare un po’ insardo, ricordarsi di com’era la Sar-degna quando sono partiti e dicome è cambiata. Oggi l’interessedei rapporti tra la Sardegna e i sar-di nel mondo non è soltanto que-sto. È anche questo, perché la cul-tura è una componente importanteper poter mantenere la memoria ei valori. Però il mondo sta cammi-nando sempre più in fretta e noinon vorremo rimanere emarginatie dovremo adeguarci a queste leg-gi che sono più grandi di noi. Ilmondo dell’emigrazione si può di-videre in due grandi fasce, quelladegli anziani, delle persone che

sono emigrate e hanno un ricordo eun interesse diverso per quanto ri-guarda la Sardegna, e quella deigiovani, molti dei quali la Sarde-gna la conoscono solo per i raccon-ti che oralmente vengono trasmes-si dai genitori. Racconti che nontengono conto che in tutti questianni la Sardegna è cambiata”.

L’assessore ha poi sottolineatol’importanza per le nuove tecno-logie e dei nuovi mezzi di comu-nicazione per avvicinare i giova-ni alla Sardegna. “Stiamo pensan-do a un portale - ha annunciato –che riguarda tutte le attività del-l’assessorato. Che contenga tuttele leggi e le opportunità che ven-gono offerte a chi vuole investirein Sardegna.

Ha quindi ricordato la situazio-ne dell’occupazione nell’isola. “Èvero che voi state male – ha dettoLuridiana – ma fino ad oggi nonconoscevate il bubbone della di-soccupazione. Noi invece in Sar-degna con la piaga della disoccu-pazione ci abbiamo convissuto dasempre e se i vostri genitori o i vo-stri nonni sono arrivati fin qui èstato per sfuggire a quella situa-zione drammatica. In Sardegna il

tasso della disoccupazione sfiorail 20% e i più colpiti sono i giova-ni e le fasce più deboli”.

Con soddisfazione l’assessoreLuridiana ha sottolineato il fattoche negli interventi dei delegatiquello dei finanziamenti regiona-li non sia stato un tema dominan-te. “È molto positivo, invece, checi siano stati proposti progetti dicose da fare”. L’assessore ha par-lato quindi delle opportunità of-ferte dalla Formazione professio-nale e dell’interscambio. Perquanto riguarda l’organizzazionedell’emigrazione – ha annunciato– uno dei progetti è quello di pro-muovere intereventi che consen-tano o favoriscano l’acquisizionedelle sedi dei circoli. “Un’altraquestione molto importante – hasoggiunto – riguarda il coordina-mento delle iniziative e degli in-terventi che devono concordaticon gli altri assessorati e con glialtri enti pubblici. L’assessoratodel Lavoro – ha sottolineato – in-tende rivendicare questo ruolo”.

Luridiana ha quindi ricordato laquestione sollevata da AntonioZidda, dei pensionati e di quelliche si trovano in condizioni parti-

colarmente disagiate. “È un pro-blema che ci sta a cuore. In Ar-gentina – ha detto – abbiamo giàcominciato a fare qualche cosa.Abbiamo favorito l’accordo traInps e Anses, il vostro ente previ-denziale per accelerare i tempidell’erogazione della pensione inattesa dei conteggi definitivi. È unaccordo che ha risolto più di unproblema. Quello che ci chiedeteoggi – ha ammesso – è una cosamolto più grande e riguarda l’ap-plicazione di leggi esistenti chenon consentono l’erogazione del-la pensione minima a chi sta fuoridell’Italia. Occorrerà interveniresul Ministero degli Italiani al-l’estero perché si modifichi lanormativa. È un passo che si puòfare ora che è stato riconosciuto ilvoto all’estero”.

L’assessore ha quindi illustratoper sommi capi il progetto del par-tenariato: “si tratta – ha detto – difavorire l’incontro tra imprendito-ri sardi che stanno in Sardegna ealtri che stanno in altri Paesi”. Haquindi annunciato che la commis-sione per esaminare i candidati daselezionare in Argentina era riuni-ta da due giorni. “La Regione, tra-mite il Parco Tecnologico – haspiegato – crea delle strutture chedevono reggesi da sole e che nonsaranno assistite. La Regione fa-vorisce l’avvio dell’iniziativa chevede il coinvolgimento anche del-le università sarde. Il progetto – hadetto l’assessore – ha mosso i pri-mi passi proprio dall’Argentina, daCorboba, un anno fa. E dall’Ar-gentina sono cominciate le sele-zioni dei candidati che riguarde-ranno dodici paesi.

L’assessore ha concluso il suointervento ringraziando per ilgrande calore con cui la delega-zione sarda è stata accolta. “Ciavete fatto sentire a casa nostra”.

Riferendosi alla situazione in-ternazionale l’assessore Luridia-na ha ricordato che in questi gior-ni ci sono incontri con importantiuomini politici, primo fra tutti ilMinistro dell’Interno, con cuisono stati avviati contatti da cuipotranno scaturire interessantisviluppi per la Sardegna e perl’Argentina.

E ha concluso rivolgendo un in-vito all’unità. “Bisogna saper faretutti un passo indietro – ha detto –per poter fare tutti un passo avan-ti. L’unità fa bene a tutti”.

della Federazione delle Associa-zioni di Tutela, il quale è stato te-stimone del percorso che ha fattofa nostra Federazione dall’inizionel lontano 1989 fino ai giorninostri.

Un altro, motivo di soddisfa-zione è l’importante presenza del-le donne nei nostri Circoli e nellaFederazione.

Ciò non è soltanto il risultato diuna situazione statistica (i dati ri-velati dal recente censimento inArgentina mostrano una nettamaggioranza di donne) ma per uncambiamento nella mentalità sar-da e sopratutto alla evidente capa-

cità che hanno saputo dimostrarele donne nella vita associativa”.

“Non mi resta che ringraziare leautorità del governo della Sarde-gna, i rappresentanti delle Asso-ciazioni di Tutela e quelli delle al-tre Federazioni sarde, “Il Messag-gero sardo”, il Console italiano diMar del Plata e tutti quelli chehanno partecipato a questo Con-gresso. Inoltre – ha concluso Ta-vera – faccio i miei complimential Presidente del Circolo di Mardel Plata, Loredana Manca e aisuoi collaboratori per l’organiz-zazione di questo evento”.

Il congresso si è quindi conclu-so con un pranzo tipico conl’“asado” in una tenuta alla perife-ria di Mar del Plata. È stata una fe-sta con canti e balli, argentini esardi, in cui si sono esibiti, tra glialtri i Tenores di Bitti, il tenoreJosè Bollea (che ha infiammato igiovani con antichi canti argentinidi rivendicazione sociale), il so-prano Eliana Sanna e il gruppo diRosario. È stata una festa piena dicalore che si è conclusa con la par-tenza dei pullman delle varie dele-gazioni tra abbracci calorosi emolta commozione. Una festa sug-gellata dal rinnovarsi e il rafforzar-si di antichi sentimenti di amiciziae di solidarietà. •

Nelle foto. Foto di gruppo con le dirigenti dei circoli sardi in Argentina: da sinistra, Ines Manca, Eva Baccoli,Angela Solinas, l'assessore Luridiana, Juana Signorini, Adriana Mandis, Loredana Manca. In alto, un gruppo diospiti alla cena di gala e i Tenores di Bitti

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IL MESSAGGERO SARDO 16GENNAIO 2002

CULTURA / Convegnointernazionale con lapartecipazione di docentiprovenienti da Germania,Spagna, Francia, Olanda,Inghilterra e Sardegnaorganizzato dal circolodi Berlino.Polemiche e dissensisulla lingua unificatadecretata dall'alto

STUDIOSI A CONFRONTOA BERLINO SUL SARDOLINGUA REGIONALE E EUROPEA

Servizio e foto dell'inviato Gino Zasso

Nelle foto. In alto: la presidenzadel convegno; sotto il titolo lasala del circolo affolata, sotto asinistra, Michael Allan Jones,Michele Contini, FranciscoXavier Frias Conde, GuidoMensching e GiovannaDemurtas, attivissima segretariadel circolo sardo.Nella pagina accanto: il gruppofolk di Villagrande Strisaili, afianco all'organistailmvicesindaco Paola Selenu e ilsindaco Piero Marras. A destral'intervento del prof. GuidoMensching, applaudito dal prof.Massimo Pittau e dal presidentedel circolo sardo DomenicoCanu. In basso, tre inquadraturedel pubblico

Le due facce di un conve-gno: una parte di altissi-mo valore scientifico,

innovativa al punto da lanciarebordate pesanti alle teorie do-minanti e consacrate del Wa-gner; un’altra fortemente pole-mica, quasi rissosa, talvolta ir-ritante, che ha rinfocolato rab-bia e dissensi sul tema dellalingua unificata quasi per re-gio decreto.

Così, in estrema sintesi, puòtrarsi il bilancio del seminario“Il sardo, lingua regionale eeuropea” che si è svolto nellacapitale tedesca tra la fine dinovembre e i primi di dicem-bre. Qualificatissima la parteci-pazione, grazie alla presenzadella maggior parte dei massimistudiosi d’Europa, davverosquisita e avvincente l’ospitali-tà, curata, in cabina di regia, dal-l’architetto Domenico Canu,presidente del circolo cultura-le, e messa in atto da uno stuo-lo di validissimi collaboratori,primi fra tutti la dinamica Gio-vanna Demurtas e il responsa-bile culturale Alberto Musa.

Era attesissimo il neo asses-sore regionale alla cultura Be-niamino Scarpa, che però èstato trattenuto a Cagliari da“concomitanti impegni istitu-zionali”. Ha comunque tra-smesso un fax molto apprezza-to. «Sono idealmente vicino –ha scritto – al vostro incontrodi studio, consapevole che lasalvaguardia delle peculiaritàstoriche, etniche e linguistichedelle regioni nazionalitariecontribuisca a costruire nellapace e nel progresso un’Euro-pa unita dei popoli e delle re-gioni. La lingua sarda è veico-lo di cultura e di storia diun’isola millenaria, che oggi sipresenta a testa alta in Europae nel mondo grazie anche allatestimonianza operosa e soli-dale dei suoi emigrati. La Re-gione è grata ai suoi conterra-nei che con tanto amore per lapropria terra conservano e va-lorizzano l’identità linguisticae culturale del popolo sardo inEuropa e nel Mondo.

«La Regione sarda – hascritto ancora l’assessoreScarpa – non mancherà diprovvedere all’attivazione de-gli strumenti previsti dalla sualegislazione per venire incon-tro ai suoi emigrati e alle loroorganizzazioni rappresentati-ve per promuovere la valoriz-zazione del proprio patrimoniolinguistico e culturale nelMondo.

«Nell’augurare di cuorebuon lavoro a tutti i parteci-panti, agli esperti e ai relatoristranieri che con passione sisono avvicinati alla nostra lin-gua e ai sardi emigrati che non

vogliono perdere il cordoneombelicale con la propria terra– ha concluso l’assessore allacultura – voglio assicurare ilmio interessamento e quellodell’assessorato regionale del-la pubblica istruzione e deibeni culturali per portare avan-ti insieme a voi un grande pro-getto di idee e di attività rivol-to ad affermare nel mondo laciviltà dei Sardi».

Dopo i saluti di rito, haaperto i lavori lo studioso cheè a ragione da molti ritenuto ilmassimo esperto di linguisticasarda, il professor MassimoPittau, ordinario emerito del-l’Università di Sassari, che,con la sua dotta “cunferentziade onore” ha illuminato di cul-tura sopraffine e di pacati mafermi distinguo la Clubhousedella Freie Universitaet diBerlino, che ha ospitato il con-vegno. Gli incontri conviviali,invece, si sono svolti, oltrechèin un ristorante “sardo” di suc-cesso, negli eleganti locali delcircolo, dove erano allestite lamostra fotografica, di sculturedi soggetto sardo e di litografiarispettivamente di Maria Car-mela Folchetti, Sandro Muttau(assenti) e del pittore SergioMuntoni (presenzialista). Erafolta la rappresentanza del Co-mune di Villagrande Strisaili:oltre all’applauditissimo grup-po folk “Santa Barbara”, diret-to con maestria da GiovanniMighela, c’erano le due anime

dell’amministrazione comuna-le, il sindaco Piero Cannas, e,soprattutto, il vice sindaco Pa-ola Selenu, che, decantandonele bellezze e le particolarità, hapromosso dal punto di vista tu-ristico, come meglio non avreb-be potuto, il suo territorio.

Sono state tre giornate inten-se di lavori. Ed è stato piace-volmente sorprendente consta-tare come la maggior parte deirelatori, tutti docenti universi-tari di chiara fama, tedeschi,spagnoli, olandesi o inglesiche fossero, si siano trovati aloro agio nell’esprimersi inperfetto idioma sardo, in tutte

le sue variazioni.La serie dei saluti – tutti han-

no rimarcato la portata quasi“storica” del convegno – è sta-ta aperta dal professor GuidoMensching, direttore del di-partimento di Filologia roman-za della Libera Università diBerlino, principale promotoredell’incontro e grande amicodella Sardegna. Hanno fattoseguito gli interventi di Dome-nico Canu, presidente del cir-colo culturale, di CatherineFlumiani, che ha portato i salu-ti dell’ambasciatore d’ItaliaSilvio Fagiolo, di SalvatoreCugusi, storico presidentedella Federazione dei circolisardi in Germania, di Ugo Pe-rone, neo-direttore dell’Istitu-to italiano di cultura e di SybillDe Vito Egerland a nome delrettore dell’Università.

Le tre giornate di lavoro sisono articolate per temi. Sul-l’arcaicità della limba PeterKoch, ordinario all’universitàdi Tuebingen, ha sostenutoche, in fatto di conservatori-smo del lessico sardo, si ri-scontrano casi impressionantidi continuità: non è sufficien-te, però, citare esempi isolati, ènecessario invece studiare ilproblema in un quadro più am-pio e più sistematico. Per Gui-do Mensching «Su lessicusardu tenet elementos chi sidian poder cramare arcaicos,sichinde una definitzione chitenet contu de su fattu chi me-das paraulas sun unu riflessude su latinu faeddadu in epocatarda (a pustis de Cristu), adispettu di atteras teorias, sicun-de de sas cales su sardu tenetelementos de su latinu antigu».Per Thomas Krefeld, dell’Uni-versità di Monaco, «L’arcaicitàdel vocalismo sardo è un mitoda smontare», mentre MichaelAllan Jones, dell’Universitàdell’Essex, si è soffermato su«Affattu de s’ortografia: suproblema de s’istandard e desa variedade linguistica»,Heinz Juergen Wolf, del -l’Università di Bonn ha parla-to su «La lingua sarda e la to-ponomastica», Francisco Xa-vier Frias Conde, dell’Uni-versità di Madrid, ha presenta-to una dotta relazione su «Ga-litzianu, catalanu e sardu, cu-mente arribare a una istandar-dizatzione: modellos e tzircun-stantzias» e Carla Caprioli,della Commissione europea,ha illustrato le «Azioni di pro-mozione e tutela delle lingue“minoritarie” da parte delleistituzioni europee».

Nella giornata conclusivaBernd Kielhoefer, della FreieUniversitaet di Berlino ha pre-sentato uno studio condotto suun campione di bambini della

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IL MESSAGGERO SARDO 17GENNAIO 2002

scuola italo-tedesca sulle“Competenze linguistiche tra ifigli degli emigrati sardi e de-gli altri italiani a Berlino”: neha dedotto che il trilinguismoitaliano-sardo-tedesco favori-sce in maniera determinantela formazione dell’identità edei contatti interpersonali.Per la traduzione automaticain sardo, Eva Remberger,dell’Università di Colonia, hapresentato un sistema basatosu un linguaggio di program-mazione linguistica, che siavvale da un lato dell’indivi-duazione di cose e oggetti,dall’altro sulla loro denomi-nazione nelle varie lingue.Dal canto suo Roberto Bolo-gnesi, dell’Università di Gro-ningen (Olanda del Nord),che, sull’argomento, ha a bre-ve scadenza un programma distudio e di dibattito nel centroculturale di Santa Cristina(Oristano), ha sviluppato iltema della distanza fonologi-ca su un campione di duecen-to parole tradotte e pronuncia-te in 54 dialetti del sardo, ol-treché nelle varie lingue do-minanti che si sono succedutein Sardegna (latino, pisano,genovese, catalano, spagnoloe italiano): la distanza per-mette di stabilire in quale mi-sura l’attuale struttura dei dia-letti sardi sia il risultato dievoluzioni interne o del con-tatto con le varie culture do-minanti. «I nostri risultati – hadetto – permettono di sfataredue luoghi comuni molto diffu-si sulla limba: il sardo non èuna lingua arcaica; i dialetti in-novativi del sardo non sono pe-santemente influenzati dallelingue dominanti».

Complessivamente in tuttele relazioni è stata sottolinea-ta la necessità che gli studiosidel sardo, lingua che l’Unescoha dichiarato in pericolo, deb-bano prestare maggiore atten-zione all’ascolto del linguag-gio parlato. Per la salvaguar-dia della lingua è emersa cosìl’esigenza di impiegare tecni-che le più moderne possibili.In questo senso è andata la re-lazione di Lucia Grimaldi,della Libera Università di Ber-lino, che ha presentato il sitoInternet http://www.spinfo.u-n i - k o e l n . d e / m e n s c h /sardengl.html, allestito incollaborazione con l’Universi-tà di Colonia: contiene la piùgrande banca dati sulla linguasarda del mondo e permette diottenere la traduzione delleparole italiane in tutte le va-rianti del sardo.

In sintonia con questa ini-ziativa c’è il progetto Vival-di, (VIVaio Acustico delleLingue e dei Dialetti d’Italia),

curato da Dieter Kattembusche da Carola Koehler, dellaHumbold Universitaet di Ber-lino. Il sito (www2.hu-berlin.de/vivaldi/) è ancorain allestimento, offrirà unacompleta raccolta fonetica deidati dialettali di tutta Italia,ma sono già disponibili quellisulla lingua sarda e sui dialet-ti siciliani.

Gli utenti possono perciò se-lezionare le parole o le espres-sioni idiomatiche e ascoltarnela pronuncia nelle diverse va-rianti, registrate dal vivo nellevarie zone dell’isola.

Ma, al di là dei grandi risul-tati scientifici illustrati, il con-gresso si è “scaldato” quandosi sono affrontati argomentilegati ai lavori e alle conclu-sioni della commissione cheha varato la “Limba sarda uni-ficada”. A difendere strenua-mente quella risoluzione c’èrimasto soltanto uno sparutogruppetto di studiosi, di cuiDiego Corraine, dell’Osser-vatorio regionale della cultura

e della lingua sarda, peraltroincondizionatamente sostenu-to dal professor Wolf, è la pun-ta più avanzata e più “arrab-biata”: ha avuto un furioso bat-tibecco con il mite docenteFrancisco Xavier Frias Con-de, reo di non pensarla comelui, ricordandogli bruscamentela sua assenza di titolo peresprimere giudizi. «Ci sonoquindici lingue parlate – hadetto sommessamente lo stu-dioso galiziano – e se ne vuoleimporre una soltanto comescritta. Per aver affermato que-sto sono stato aggredito ver-balmente: non ci si è resi con-to che questa non è la miaguerra, non è la mia lingua. Hocomunque parlato solo per ri-spetto, per difesa de su sardu.Perché nel progetto di Linguaunificata si identifica soltantoil 5 per cento dei sardi».

Non pregiudiziamente con-trari, ma sicuramente non en-tusiasti del progetto, RobertoBolognesi e il professor Mi-chele Contini, dell’università

di Grenoble (Francia). Coin-volgente, sarcastico, trascina-tore, anticonvenzionale, il do-cente sardo-francese ha di-chiarato di non esser statochiamato a far parte dellaCommissione per la Linguaunificata, di non rammaricar-sene assolutamente e di averapprezzato il lavoro dei colle-ghi. Tuttavia mai nessuno riu-scirà a convincere la gentesarda a sentire “quella” linguacome propria: il risultato fi-nale sembra ricalcare l’idio-ma di un piccolo paese dellaSardegna centrale, Noragugu-me, e non certo di tutta l’iso-la. Nel complesso, dunque, èstata un’occasione sprecata.Peccato: «Po tres arrialis depibiri» si è gettata via una pie-tanza gustosa...

Ma il compendio felice del-le teorie sulla limba è nelleparole di Massimo Pittau ,l’esperto sommo, che ha ri-cordato, punto per punto, tut-te le fasi dei lavori della com-missione di cui faceva parte:

«La Limba sarda unificada chela commissione ha prospettatoe che a me piace chiamare,come si diceva nel passato,“Sardo illustre” - ha detto -deve intendersi valida, secon-do i precisi termini della con-venzione firmata con l’asses-sore della Pubblica istruzione,“ad esclusivo uso dell’assesso-rato” o al massimo, così misembra, per la redazione degli“atti ufficiali della Regione”.Nella sostanza non dovrebbeessere, questo, un uso moltoampio, dato che si può auspi-care che vengano scritte anchein Lingua unificata le leggi re-gionali, i proclami della Re-gione, i suoi manifesti ed iscri-zioni, i suoi messaggi agli al-tri organismi nazionali e an-che internazionali, ma nientepiù. Mi sembra invece che siada escludersi del tutto che di-venti anche la lingua dell’or-dinaria amministrazione dellaRegione, e, in maniera parti-colare, del suo apparato buro-cratico amministrativo. Infat-ti un’eventuale duplice reda-zione, in italiano e in sardo,della corrispondenza regiona-le, non sortirebbe altro effettoche appesantire oltre misural’apparato regionale, quellodel quale noi sardi già lamen-tiamo la notevole farraginositàe la grande lentezza». Sottoli-neato che qualora la Regioneintendesse imporre a tutti l’usodella lingua unificata si corre-rebbe il rischio di segnare ne-gativamente e per sempre lesorti dell’auspicato processodi recupero e di rilancio nellanostra lingua, il professor Pit-tau ha così proseguito: «Dopoche ho constatato le numerosee fortissime reazioni negativealla proposta di una lingua co-mune a tutti i sardi, mi sonoconvinto che, nel grave pro-cesso di dissardizzazione lin-guistica subìta nel secolo pas-sato, costituirebbe già un note-vole passo in avanti se il popo-lo sardo accettasse di riprende-re contatto e possesso della sualingua nazionale in una qualsi-asi delle sue varietà dialettali eperfino suddialettali. E sareb-be ancora di più un notevolepasso avanti se esso entrassenell’idea e nella prassi di pas-sare spontaneamente, almenoper competenza passiva, dalcodice della grande varietàdialettale campidanese a quel-lo dell’altra grande varietà lo-gudorese e viceversa.

In questo tempo presente e inquello futuro non si può richie-dere nulla di più dal popolo sar-do, pena il totale e immediatofallimento del processo di riap-propriazione della sua linguanazionale».

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IL MESSAGGERO SARDO 19GENNAIO 2002

RIFORME / Studiosi a confronto per iniziativa dellaFasi. Gli emigrati favorevoli all'AssembleaCostituente. Perplessità e riserve dei costituzionalisti

RIFORMA DELLO STATUTOE PROSPETTIVE DI SVILUPPOIN UN CONVEGNO A PAVIA

servizi di Antonello De Candia

Da Pavia, ancora una vol-ta, partono spunti inte-ressanti di riflessione,

per la classe politica sarda, epiù in generale per tutta la po-polazione della Sardegna, resi-dente e non residente (comeoggi viene “etichettata” lagrande massa di emigrati sardisparsi nel Mondo per motivi dilavoro) su un tema che riguar-da davvero tutti, quello dellamodifica, o “riscrittura” sepreferite, dello Statuto.

L’occasione l’ha fornita ilConvegno di Studi, dal temasignificativo: «LA SARDE-GNA ALL’ALBA DEL 2000:RIFORMA DELLO STATU-TO E PROSPETTIVE DI SVI-LUPPO», un convegno ad al-tissimo livello di relatori e per-sonalità accademiche e politi-che: presente il rappresentantedel Governo Nazionale, l’on.Alberto Gagliardi sottosegre-tario agli Affari regionali; pre-sente il Presidente della Pro-vincia di Pavia e numerosi as-sessori, il sindaco, il prefetto;assente, senza una pur minimarappresentanza, la REGIONESarda!: solo telegrammi di sa-luto dal Presidente della Giun-ta Mauro Pili e dal Presidentedel Consiglio Regionale, Efi-sio Serrenti (che pure ha dato ilsuo patrocinio, assieme alleUniversità di Cagliari, Sassarie Pavia), nonché dell’assesso-re del Lavoro. Ma, paradossal-mente, neanche un componen-te del Comitato promotore perl’Assemblea Costituente!

Il convegno, che si è svoltonell’Aula Magna dell’Univer-sità di Pavia, organizzato dalCircolo Culturale Sardo “LO-GUDORO” per celebrare ilventennale della propria costi-tuzione – come ha puntualiz-zato il suo presidente GESUI-NO PIGA introducendo i la-vori – «è stato incentrato sul-la situazione giuridico – istitu-zionale ed economico – socia-le, e si ricollega e non solo ide-almente ad un altro convegnodi studi tenuto circa 15 anni fa,sempre a PAVIA dal titolo“PROBLEMI STORICI DEL-LA SARDEGNA”, che a suotempo mise a fuoco le molte-plici e annose questioni sem-pre portate alla ribalta e mairisolte. Si tratta ora di verifica-re il cammino percorso – hadetto Piga – quanto resta dafare e quali prospettive ciaspettano.”

Il convegno ha offerto unospaccato dell’Isola sostanzial-mente positivo e con prospetti-ve di grande miglioramentoper l’immediato futuro, cosìcome è emerso dalle analisisocio-economiche fatte dalprofessor PINO USAI, docen-te di Economia all’Universitàdi Cagliari, anche se perman-gono una serie di problemi chedevono essere affrontati conurgenza, e che sono stati evi-denziati negli interventi delPresidente Regionale dellaCNA sarda, MARIO CAVA-DA e dal vice Presidente ELIOPILLAI, e nella relazione delPresidente della ColdirettiMARCO SCALAS, e del Pre-sidente regionale dell’UnioneTraffico e Trasporti, MARCODEPLANO, che ha fatto unpo’ il punto della situazionesulla portualità dell’Isola.

Problemi che il Governo co-nosce e che intende risolvere -ha affermato in replica il sotto-segretario Gagliardi, conclu-dendo i lavori – nell’otticadella “Legge Obiettivo” perrealizzare tutte quelle infra-

strutture che sono alla base deiritardi accumulati negli ultimidecenni, non solo dalla Sarde-gna, ma anche all’Italia neiconfronti dell’Europa.”

Non solo una enunciazione,quella del sottosegretario Ga-gliardi, ma anche un impegnoper la soluzione di questi pro-blemi. Così come è all’atten-zione del governo l’altro pro-blema, quello delle riformecostituzionali che vanno nelverso di uno Stato Federale.«Una riforma complessa – haammesso il sottosegretario, fa-cendo riferimento anche allaproposta di legge approvatadal Consiglio regionale dellaSardegna e che – ha ricordato– è attualmente all’esame delParlamento assieme ad altredue proposte formulate, una daAN (primo firmatario il coor-dinatore regionale GianfrancoAnedda) l’altra dai DS (primofirmatario il segretario regio-nale Antonello Cabras).

Una riforma non solo acca-demica, ma sostanziale – hatenuto a sottolineare Gagliardi– per cercare di andare incon-tro al cittadino, per rendere re-almente le istituzioni semprepiù vicine ai cittadini, per ri-solvere non i problemi astratti,ma quelli reali, della qualitàdella vita e dello sviluppo.»

Fatto questo quadro genera-le, estremamente sintetico, en-triamo nel vivo degli argomen-ti affrontati, a cominciare daquello dell’Assemblea Costi-tuente per una nuova CartaStatutaria Sarda ,introdotto dauna lunga relazione dal Presi-dente della FASI, Filippo Sog-giu, e poi ampiamente dibattu-to nella tavola rotonda cui han-no partecipato i giuristi, mas-simi esperti di diritto costitu-zionale: il professor GIUSEP-PE CONTINI, il professorCOSTANTINO MURGIA, ilprofessor PAOLO FOIS e ilprofessor UGO PIRARBA.

Dopo aver sostenuto che loStatuto Speciale attuale noncorrisponde più alle esigenzedella Sardegna del 2000, ilPresidente della FASI ha ri-marcato le inadempienze e leoccasioni perdute della Auto-nomia, e ha denunciato anche iritardi della Sardegna sullastrada del Federalismo versocui l’Italia è avviata, rivendi-

cando per il mondo dell’emi-grazione, che è diventato unavera risorsa per la Sardegna,un ruolo fondamentale e il di-ritto di partecipazione allescelte di cambiamento. «Cisiamo costituiti in Comitatoper la Costituente dei Sardi nelMondo – ha detto Soggiu e vo-gliamo lavorare e contribuirealla prospettiva del nuovo Sta-tuto. Nel dibattito su questaquestione – ha sottolineatoSoggiu – da parte di tutte leforze politiche non si è parlatodi emigrati. Ma noi rivendi-chiamo il diritto dei “Sardi nelMondo” a dire la nostra parolae vogliamo contribuire inmodo concreto e coinvolgere-mo i rappresentanti di tutti icircoli sardi; faremo una carto-lina da spedire alle Commis-sioni parlamentari preposte adesaminare il disegno di leggeper la Costituente, faremo di-battiti in tutti i circoli, chiame-remo come interlocutori anchei parlamentari eletti nei varicollegi con il nostro voto. Inquesto modo, ancora una vol-ta, saremo felici di dare il no-stro contributo alla causa dellosviluppo della nostra terra. Eanche questo convegno di Pa-via – ha concluso Soggiu –vuole essere un passo che ciaiuti a muoverci verso questiobiettivi.»

L’apprezzamento e il rico-noscimento per l’iniziativa èstato sottolineato dal Presi-dente della Provincia di Pa-via, il professor Silvio Beret-ta (“Un convegno che si ponecon delle ambizioni in un qua-

dro di mutamento istituziona-le e costituzione nell’Italia”),il quale ha ribadito come trala comunità sarda e le istitu-zioni di Pavia ci sia semprestata una fruttuosa interrela-zione che ha consentito di farconoscere il grande patrimo-nio storico, culturale e socia-le della Sardegna.

Il prof. Pasquale Mistretta,rettore dell’Università di Ca-gliari, tra i patrocinatori delconvegno, ha fatto una analisipiuttosto dettagliata dei muta-menti in atto (“Bisogna guar-dare ormai senza resistenze al-l’itinerario europeo”) e che ri-guardano anche le Università.

«Stiamo riflettendo su questimutamenti – ha detto Mistret-ta – a cominciare dalla que-stione femminile che in Sarde-gna rappresenta il vero cam-biamento dalla fine del secoloal nuovo secolo.

Un ulteriore elemento da te-nere in considerazione – hadetto Mistretta – è che i Sardinon sono solo sardi, ma sonoormai cittadini europei, fattoche ci consente di superarepregiudizi razziali e ambienta-li e di sfruttare la posizionedella Sardegna che è centralerispetto all’Europa e all’Afri-ca. E l’Università – ha dettoMistretta – è dentro questicambiamenti, l’Università èpresente. E non ha resistenzead affrontare il dialogo con ilsistema produttivo, e in questadirezione ci stiamo muovendoanche con le grandi industrie,pur con tutte le riserve delcaso, con la SARAS, conl’ENEL, con la REMOSA, conTISCALI: stiamo collaboran-do per quanto riguarda la ricer-ca, i tirocini e l’occupazionecosì come con le Banche sarde.

In quanto alle modifichedello Statuto, secondo il retto-re Mistretta, «la nostra posi-zione è positiva, ma occorreuna mobilitazione politica deigiovani, che devono esserepartecipi veri di un processodi cambiamento, non devonoessere “rimorchiati”, i giova-ni sono molto ingenui per viadella loro età e si fidano: sia-mo noi responsabili nei loroconfronti. La mia perplessitàè che non rimangano solo pro-positi, enunciazioni, formuleche non consentono di supera-

re invidie, fatalismo, rifugionello Stato.

Il vice presidente dellaFASI, Serafino Lai, da partesua ha denunciato lo scolla-mento in Sardegna, tra il mon-do dell’impresa, la politica, laburocrazia e la cultura: «Senon si amalgamano queste for-ze, saranno vani tutti gli sforzidi far crescere la nostra terra.

Io manco dalla Sardegna da45 anni, sono andato via a 17anni,perché non c’erano im-prese, non c’era lavoro. In Sar-degna la piccola e media im-presa non è stata mai aiutata,così come l’artigianato e ilcommercio, invece tutte le ri-sorse sono andate solo allegrandi cattedrali nel deserto.

È come la Fiat per il Piemon-te – ha detto Lai – se chiude laFiat, affossa una intera regio-ne; mentre la Lombardia hapuntato su mille piccole indu-strie, che insieme superano laFiat e se qualcuna di questeimprese chiude la regione nonne accusa i contraccolpi.

«Non c’è bisogno di un nuo-vo Statuto» – ha detto Lai – ba-sta solo fare e copiare i model-li di sviluppo giusti.

Così dicasi per il turismo: laSardegna sarebbe dovuta di-ventare come la valle d’Aosta,dove l’autonomia ha dato deivantaggi veri.»

La tavola rotondaStatuto sì, Statuto noIl professor GIUSEPPE CON-TINI, ha stigmatizzato innan-zitutto il comportamento deipolitici sardi che hanno snob-bato il convegno ed ha subitoaggiunto che «proprio alla nonmaturità ‘dei politici sardi sideve la mancata attuazionedello Statuto Speciale. Perchépur con tutti i difetti che aveva,lo Statuto apriva tutta una seriedi prospettive che non sonostate colte – ha detto Contini –e non si può parlare di “auto-nomia troppo limitata”, sonosolo parole, il piagnisteo – hainsistito il costituzionalista –deve finire.

Bisogna interpretare le nor-me, capire lo Statuto.

Il Consiglio regionale ha di-chiarato bancarotta quando hapresentato la legge per un nuo-vo Statuto, per l’AssembleaCostituente. C’è ignoranza suirapporti STATO-REGIONE,non ci può essere una ASSEM-BLEA COSTITUENTE inSardegna – ha ribadito il pro-fessor Contini – Il ConsiglioRegionale può proporre solodelle modifiche allo Statuto,poi spetta al Parlamento deci-dere e ammesso che il Parla-mento la approvi, il Consiglioregionale dovrà approvare unalegge elettorale per eleggerel’Assemblea Costituente e ildeliberato dell’Assemblea do-vrà tornare in Consiglio: è unaserie di passaggi abnormi chesi traducono solo in una perdi-ta di tempo, perché poi ci vor-rà una legge Costituzionale. Èuna follia – ha sostenuto il pro-fessor Contini – Ed è sintoma-tico il fatto che il 14 agosto,non appena la legge regionaledel 31 luglio è arrivata in Par-lamento – ha ricordato Contini– siano state presentate altredue proposte di legge, quelladi AN e quella dei DS, che ilParlamento dovrà ora elabora-re per estrapolarne un testounificato, con una ulteriore èsolo una perdita di tempo.

Mentre non siamo riusciti adar attuazione al nostro Statu-to Speciale, nel frattempo lo →→→→→

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IL MESSAGGERO SARDO 20GENNAIO 2002

Stato è andato avanti, dandoparadossalmente più poteri alleregioni ordinarie e attualmentecon la legge n. 3 del 2001 ri-mette in discussione i rapportitra Stato e Regioni e tra Regio-ni ed Unione Europea. C’è mol-ta confusione – ha poi aggiuntoil professor Contini , il quale haconcluso sostenendo la “inco-stituzionalità” dei provvedi-menti assunti”.

Anche il professor CO-STANTINO MURGIA haavanzato delle perplessità sul-l’Assemblea Costituente. «IlConsiglio Regionale rimanda alParlamento quel che potrebbegià fare oggi – ha detto Murgia– questa Assemblea Costituen-te che comprende 60 personeche costeranno miliardi, parto-rirà un’assemblea che poi do-vrà proporre al Parlamento unoStatuto, una cosa, ripeto, che sipuò fare oggi, basta interpreta-re e attuare il titolo V°.

Ottanta consiglieri regionali(un organismo pletorico se sipensa che in tutti gli Stati Unitid’America sono in 100!) nonsono in grado di prendere unadecisione, «È da 50 anni – hadetto il professor Murgia – chein Sardegna non riusciamo adarci delle regole!”

Quando si parla di riformadello Statuto, significa volercostituire una nuova Carta Isti-tuzionale che comprenda tuttolo svolgersi della vita futuradella collettività. È una impre-sa importante!

Ma bisogna tenere conto del-la realtà – ha detto ancora ilprof. Murgia – oggi, con unalegge della Unione Europea sipuò vanificare tutto quello cheè stato fatto dalla Regione, peresempio in agricoltura; quindidovremo adeguare il nostroStatuto a tutte le riforme costi-tuzionali sopravvenute nel frat-tempo nel nostro Paese, l’Italia,e poi adeguarci anche al conte-sto europeo.

Ma dobbiamo anche difende-re le differenze, le specificitàdella nostra cultura, dei nostriprodotti, in una Unione Euro-pea che invece pretende di uni-ficare tutto per una esigenza diglobalizzazione. L’esperienzadell’emigrazione – ha conclusoMurgia – è sicuramente un fat-to positivo, è una risorsa pre-ziosa e va inserita nel contenu-to dello Statuto.»

Il professor PAOLO FOIS,docente di Diritto Costituzio-nale all’Università di Sassari, siè detto “sensibile” alla propostadi Assemblea Costituente an-che perché – ha spiegato – l’art.54 dello Statuto Speciale nonpoteva prevedere le trasforma-zioni dovute all’ingresso in Eu-ropa: nel 1948 non potevanopensarlo. Una revisione totaledello Statuto quindi non eraprevista, ma – ha detto il pro-fessor Fois – il Consiglio regio-nale da solo non può affrontarequesto problema.»

Nel 2004 – ha ricordato ilprof. Fois –, in base al tratta-to di Nizza avremo un proget-to di Costituzione Europeache ridisegna i rapporti conStati e Regioni, quindi noidobbiamo prevedere uno Sta-tuto che sia al livello europeo:non possiamo fare uno Statu-to con disposizioni che nonavranno efficacia.

Anche il professor UGO PI-RARBA ha sostenuto che l’ini-ziativa di una Assemblea Costi-tuente riflette l’esigenza di par-tecipazione di tutte le compo-nenti del popolo sardo, ma – hadetto – la sposta negli anni. Po-teva essere fatta prima, ancheperché nel frattempo ci sonostate delle accelerazioni parla-mentari e mezzo Statuto l’han-no già modificato gli altri! IlParlamento ha già fatto le rifor-me e i Sardi non possono esse-re considerati diversi dalle altreregioni, per cui noi – ha soste-nuto Pirarba – dobbiamo rap-portarci a questa situazione.L’impegno politico è ampio edè urgente decidere cosa fare ecosa mettere dentro questa nuo-va Carta. Quale Senato delleAutonomie ci sarà fra qualcheanno? Quale Regione costrui-re? – si è chiesto Pirarba. Ab-biamo bisogno certamente diuna maggiore certezza in mate-ria di sussidiarietà, così comeabbiamo bisogno di una Regio-ne che rispetti la “piccola Pa-tria sarda”, ma che sia aperta aiproblemi internazionali. In unaItalia e un’Europa che va versoil federalismo – ha conclusoPirarba – il rapporto va svilup-pato nella certezza dei vincolidi solidarietà, unità e sovranità,non come indipendentismo oseparatismo».

Nel dibattito che è seguitoalle prime enunciazioni, sono

stati ripresi alcuni aspetti difondo del problema . Il Profes-sor Costantino Murgia ha riba-dito che “occorre un confrontoreale con la nostra collettività,la quale lo merita”. Ma il pro-fessor Contini ha insistito neldire che “lo Statuto della Sar-degna ce lo troviamo già fattodagli altri: la prossima riunio-ne del Consiglio dei Ministri,il Governo approverà un testodi legge che modifica la leggesul Federalismo che è statasoggetta a referendum : secon-do questo testo o saranno postedelle barriere o saranno allar-gate al massimo le maglie del-l’autonomia. Insomma – hadetto Contini – di fronte ad unaregione lenta, il Paese conti-nua a camminare e non si puòconsentire che neanche unaRegione come la Sardegnapossa rimanere indietro».

Il professor Fois, dal cantosuo, rispondendo ad un quesi-to sul “come si possa coniuga-re la specialità con il federali-smo” ha specificato il suo pun-to di vista sostenendo che “nonsi può parlare di FederalismoEuropeo, ma di autonomie re-gionali all’interno dello Statomembro, quindi di un’Europadelle Regioni, di un federali-smo su tre livelli.

Il dibattito si è quindi allar-gato agli interventi dei rappre-sentanti dei Circoli.

Il Professor SANDRO ME-LONI, del Circolo “Logudoro”di Pavia, si è detto “ affascina-to e nel contempo preoccupa-to” dagli interventi degli illu-stri oratori: «Solo il professorMurgia – ha rilevato Meloni –

ha parlato dell’Emigrazionesarda: da 20 anni chiediamouna riforma dello Statuto per-ché vogliamo rifondare un rap-porto con la Regione. Noi sia-mo emigrati (“non residenti”)e siamo interessati al nuovoStatuto perché abbiamo deicontenuti. La geometria costi-tuzionale ci interessa ma nonla condividiamo: vorremmoche il nuovo Statuto non limi-tasse la nostra specialità, lanostra autonomia e vogliamola nostra sovranità, perché sen-za non si ha autonomia. Perquesto – ha detto Meloni – oc-corre andare subito ad una re-visione dello Statuto, in tempibrevi. Invece di aspettare ledecisioni del Parlamento e del-l’Unione Europea non sarebbepiù semplice inserire una nor-ma che faciliti il cambiamen-to! E il ruolo del mondo del-l’Emigrazione – ha detto ilprofessor Meloni – può dareun contributo rilevante. I “nonresidenti”, formatisi in realtàpiù avanzate, più acculturatesono in grado di dare un con-tributo nella riscrittura delloStatuto: E noi chiediamo che ilnuovo Statuto preveda il dirit-to che siano rappresentati inConsiglio Regionale gli emi-grati. Per questi motivi – hadetto Meloni – occorre unagrande alleanza per il supera-mento di tutte le difficoltà eper il raggiungimento degliobiettivi fondamentali che aiu-tino la Sardegna a crescere e asvilupparsi.”

Virgilio Loi, presidente delCircolo di Vimodrone e coor-dinatore dei circoli FASI della

Lombardia, ha incentrato ilsuo intervento sulla “sovrani-tà” di cui dobbiamo riappro-priarci. «Non c’è nessun altropopolo, come quello sardo – hadetto – che si senta popolo an-che fuori dalla Sardegna. Cosache paradossalmente si avver-te di meno nell’Isola. La nostrainsularità è una peculiarità, manoi siamo diversi anche dalpunto di vista genetico.

Come emigrati (o “non resi-denti”) – ha detto Loi – noi sia-mo una grande risorsa per lanostra Sardegna – matrigna,che amiamo. In questo dibatti-to importante abbiamo appresocose molto interessanti e an-ch’io penso che si debba perse-guire l’unità politica dell’Eu-ropa (e non solo quella mone-taria) e anche noi saremo euro-pei, ma ‘in primis’ rimarremosardi!.”

Di “una Regione ingessata inuna veste istituzionale obsole-ta, rispetto all’impetuoso cam-biamento socioeconomico esoprattutto culturale, che hainvestito la Sardegna dal Do-poguerra ad oggi” parla nellasua relazione, GIORGIO PI-SANO, presidente del CentroSociale Culturale sardo di Mi-lano, il quale sostiene che“l’evoluzione del sistema sta-tuale italiano in atto e le pro-spettive di unità europea obbli-gano ora ad un ripensamentocomplessivo dell’ingegneriaistituzionale, soprattutto nelleRegioni cosiddette ‘autono-me’. E in quest’ottica – dicePisano – non c’è dubbio che ladecisione del Consiglio regio-nale sardo adottata il 31 lugliodi quest’anno ,di approvarel’avvio di una procedura diadozione di un nuovo Statutoper l’Isola, non è solo enco-miabile, ma degna di esseresostenuta da tutti i Sardi, resi-denti e non.

L’istituzione di una Assem-blea Costituente è una giustascelta – sostiene Pisano – per-ché si tratta non già di operaresu piccoli aggiustamenti alloStatuto vigente, ma di un ri-pensamento complessivo che,dalla riflessione generale, fac-cia scaturire una grande alle-anza trasversale tra le forzepolitiche, su alcuni principi difondo che possono garantiresolide regole istituzionali perl’oggi.” •

ECONOMIA / Il convegno di Pavia

LA SARDEGNA DEL 2000TRA ESIGENZEE PROSPETTIVE DI SVILUPPO

Passando dalle questioni giu-ridiche a quelle economichee dello sviluppo, il Conve-

gno di Pavia ha registrato una“sterzata” violenta con la relazio-ne fatta dal professor PINO USAIsullo stato di salute dell’Isola.

«Basta con i piagnistei e con ildescrivere la Sardegna comeun’isola dove tutto va male. LaSardegna è cambiata, ha fatto pas-si da gigante in questi 50 anni diautonomia – e lo dimostrano i datiche vi illustrerò , per cui è ingene-roso anche parlare male di unaclasse politica che, comunque, èstata artefice di questo progresso.E i cambiamenti intervenuti, han-no creato condizioni tali che laSardegna può ancora migliorare»– ha detto accalorandosi il notoeconomista sardo.

«Forse che la Sardegna del1920, prima dell’autonomia, eraun’isola felice? No di certo – hadetto Usai – Era una Sardegna dimiseria, una regione nella qualenon esisteva mercato. Agli inizidel ‘900 c’era metà della popola-zione attuale, il 50% lavorava inagricoltura e il resto erano pasto-

ri e minatori. Non esistevano pro-spettive, non c’erano imprese,non c’era managerialità. Era unarealtà storica basata sull’indivi-dualismo esasperato. Oggi la Sar-degna è diversa, è migliorataenormemente.

Certo, alcuni problemi sono an-cora irrisolti ed io vorrei che leinfrastrutture fossero al 100%.

«Ma oggi la Sardegna esibiscebeni eccellenti a livello mondiale– ha detto il professor Usai – dalturismo alla cultura, alla tecnolo-gia, basti pensare a TISCALI.Gli studenti sardi sono meravi-gliosi, si affermano dovunque , da

che cosa dipende? Dal fatto che leUniversità funzionano, pur con lecarenze che esistono.

«In Sardegna è cambiato tuttodal 1951 al 2000:i dati statisticiparlano chiaro. Nel 1951 l’occu-pazione era così distribuita:53,6% in agricoltura, 19,2% nel-l’industria e il resto nei servizi.

Nel 2000 il 66,6% nei servizi,il 22,3% nell’industria e solo il9,1% in agricoltura. Questi datisignificano che la Sardegna oggiè più moderna e che è collocata ailivelli dell’Italia e dell’Europa.

La Sardegna, a dispetto di tutto,è allineata ai Paesi più industria-

lizzati del Mondo. Non è più la“cenerentola” delle regioni italia-ne: il tasso di attività della Sarde-gna è tendenzialmente in crescita,le imprese sarde dal 1995 hannoavuto un tasso di 2,3% control’1,7% dell’Italia e del Mezzo-giorno”.

Altro elemento da tenere pre-sente, e non è certo secondario –secondo il professor Usai – è ilfatto che sia finito anche il perio-do delle emigrazioni di massa.

«Ma da cosa derivano questisuccessi – si è chiesto Usai – Pri-mo, dall’autonomia di governo;secondo dal fatto che la Sardegnafa parte dell’Italia; terzo, perchél’Italia fa parte dell’Europa. Cer-to non stiamo parlando del paradi-so terrestre, ma è altrettanto certoche la Sardegna è legata all’Italiae all’Europa e che l’Unione Euro-pea oggi è la più avanzata ed evo-luta del Mondo. E allora moltecose che si dicono sulla Sardegnasono false o sono vere solo in par-te, se ci si riferisce alle zone piùevolute.»

I problemi esistono – ha prose-guito Usai – non v’è dubbio, a co-

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IL MESSAGGERO SARDO 21GENNAIO 2002

minciare dalla disoccupazioneche è al 20%, contro il tasso italia-no che è dell’11/12%, e controquello europeo che è ancora infe-riore. Un altro problema è quellodell’abbandono delle zone inter-ne, dei “paesi di pietra”, paesisenza la gente, mentre le zone co-stiere sono sottoposte a grandepressione. Un terzo problema èquello delle infrastrutture carenti,che mancano, ma il rapporto conl’Italia è passato da 2-3/10 di 50anni fa a 6/10 di oggi. E siamoancora in progresso.

Ma il fattore di sviluppo fonda-mentale – ha detto il professorUsai – oggi non è più l’industria,è “il SAPERE”,è la “CONO-SCENZA”. E il sapere sta nellatesta degli essere umani, e i Sardinon sono certo tra quelli che nonsanno usare la testa.

E non è vero che la classe poli-tica non ha fatto niente – ha dettoUsai – In Sardegna è stata creatauna rete fondamentale del saperee della ricerca, a cominciare dalCRS4, al centro di Tramariglio(Alghero), alle Università di Ca-gliari e Sassari, ai centri di Nuoroed Oristano, al dipartimento diNeuroscienze . E queste cose lehanno fatte i politici. Noi sardiabbiamo il difetto di denigrare ,didistruggere tutto quello che fac-ciamo; è ora di smetterla, non fac-ciamo apparire cose non vere.

In Sardegna sono più le luci chele ombre; si guardino i programmiunitari ed europei: tra i fattori disuccesso non c’è più la grande in-dustria o il grande capitale! Eccoperché dovremmo esser un po’ piùottimisti: ottimismo della ragione,perché esistono tutti i presuppostidel sapere; ottimismo della volon-tà, perché i Sardi lo vogliono, siaquelli emigrati, che quelli residen-ti, al di là delle lamentele.

Per questi motivi – ha detto ilprofessor Usai – la condizioneche dobbiamo sviluppare è unaforte integrazione tra sardi, il no-stro senso di appartenenza allanazione sarda . Non dobbiamocreare un nuovo Stato – ha dettoUsai – ma una nuova integrazio-ne; dobbiamo ridurre le istanze diparte, gli egoismi e sviluppare va-lori civici, dobbiamo volere l’in-tegrazione comunitaria. Realisti-camente possiamo farcela, pos-siamo migliorare ancora.

«In Sardegna si sviluppano icampanilismi, e voi – ha detto Usairivolto al Mondo dell’Emigrazione– avete un ruolo importante,un’azione importante da svolgere:c’è bisogno di integrarci per con-seguire un obiettivo comune”.

Dopo la relazione del professorUsai sono intervenuti nel dibatti-to i rappresentanti regionali dellaCISL – MORO, il Presidente del-la CNA, MARIO CAVADA e ilvice Presidente ELIO PILLAI, edil Presidente regionale dell’Unio-ne Traffico e Trasporti, MARCODEPLANO.

Moro ha riconosciuto che inSardegna ci sia stato un grandeprogresso: «è innegabile – ha det-to – ma permangono storicheemergenze.Siamo oggettivamentein ritardo rispetto a regioni piùsolide d’Italia e d’Europa (disoc-cupazione, infrastrutture e tassodi attività –4%).

Stiamo pagando il modello del-le PP.SS: le grandi industrie chenon hanno creato indotto a valle,verticalizzazione; è mancato unprocesso di diversificazione pro-duttiva e di integrazione fra tresettori come l’agricoltura, l’indu-stria e il turismo.

Abbiamo grandi risorse, comel’ambiente, i prodotti, le risorselocali, ma le sfruttiamo male – hadetto Moro, fornendo alcuni datiemblematici –: produciamo l’80%

del granito, ma ne esportiamo il90% grezzo, non lo lavoriamo;abbiamo il 100% della produzio-ne nazionale del sughero, e l’85%della produzione europea di tappi,ne lavoriamo 170 mila quintali,ma dobbiamo importarne 70 milaquintali perché in questi anni inSardegna abbiamo sbagliato lapolitica della forestazione, e anzi-ché piantare sughere abbiamopiantato pini ed eucaliptus!

Se vogliamo un reale processodi sviluppo dobbiamo intervenirein questa direzione.

In Sardegna manca il metano:è l’unica regione d’Italia. Nelsettore dei trasporti stiamo co-minciando adesso ad avere qual-che risultato per quanto riguardala “continuità territoriale”, masolo per il trasporto aereo, ma bi-sogna perseguire questa conti-nuità anche via mare e per lemerci, perché ci possa essere ve-ramente competitività e per ab-battere i costi di produzione.”

Moro ha quindi messo un ditonella piaga, parlando della buro-crazia regionale (“più dannosa deipolitici”) e ha evidenziato una in-stabilità politica alla Regione chenon consente una programmazio-ne adeguata ai bisogni dell’Isola.«Occorrono riforme istituzionali,

sia della Regione stessa, che degliassessorati Il futuro è affidato alprotagonismo dei territori. Nel2006 – ha detto Moro – saremofuori dall’OBIETTIVO 1 e nonperché avremo superato il 75%del PIL europeo, ma perché l’al-largamento dell’Europa determi-nerà lo spostamento delle risorseverso paesi e regioni più bisogno-se di noi. La vera rivoluzione ladevono fare i Comuni, consor-ziandosi per uscire dal sottosvi-luppo.»

Il “sistema Sardegna” può usci-re da questa situazione – ha dettoMoro – ma attualmente la qualitàdella politica è carente, ed è perquesto – ha concluso – che sichiede una riscrittura dello Statu-to da parte di un’Assemblea dovesia rappresentata non solo la Poli-tica, ma tutte le componenti so-ciali della Società sarda».

Il dibattito ha fornito spunti in-teressanti con l’intervento delPresidente dell’Unione Traffico eTrasporti, Marco Deplano, che hatrattato il tema dell’insularità, noncome elemento negativo di svi-luppo, semmai come risorsa, sesaputa sfruttare.

«La via marittima – ha dettosubito Deplano – è la più econo-mica per il trasporto delle merci.Il mare è un’autostrada che nonha salite, gallerie, ponti e viadottiche sono enormemente costosi, einoltre, in termini energetici lenavi a parità di potenza dei pro-pulsori trasportano un quantitati-vo notevolmente superiore ad unavelocità commerciale più elevata( un esempio: una nave dotata dimotori della potenza di 1000 HPtrasporta 3.000 tonnellate di mer-ci, mentre un autocarro con 400cavalli ne può trasportare solo 28tonnellate!)

Oggi la Sardegna, per quantoconcerne le infrastrutture portua-li è una delle regioni del Mediter-raneo meglio dotata e il porto ca-nale di Cagliari potrebbe acquisi-re notevoli traffici nel trasportomarittimo dei containers, proprioper la sua posizione baricentrica,distando solo 350 miglia da Ge-nova, da Marsiglia, da Barcello-na, da Algeri, ecc. e trovandosisulle grandi rotte transoceaniche.

Se a Cagliari dovesse realizzar-si il “transhipment” dei containers– ha detto Deplano – anche se taleoperazione non produce grandibenefici economici, potrebbe pro-durre un indotto commerciale edindustriale notevole. Purtroppoperò, per errori commessi nel re-cente passato il nostro porto non èancora decollato, mentre nel frat-tempo altri porti meno dotati delnostro hanno iniziato ad operarecon grandi risultati. Il problemadel decollo del Porto Canale èsolo un problema di amministra-zione gestionale – ha detto Depla-no–, il porto deve essere gestitodagli operatori, bandendo unagara internazionale.”

Mario Cavada, presidente del-la C.N.A, dopo aver tracciato unquadro del comparto dell’Arti-gianato in Sardegna (37 mila im-prese con 85 mila addetti, cheproducono 1/3 del PIL) ha rico-nosciuto che “negli ultimi 40anni sono cambiate molte cosenella nostra isola, ma – ha detto –non ci dobbiamo accontentare,oggi siamo in una economia glo-bale e dobbiamo confrontarcicon tutti per superare le differen-ze». Cavada ha quindi fornitotutta una serie di dati comparati-vi relativi alle infrastrutture nel-le varie regioni d’Italia, eviden-ziandone le differenze «che – hadetto – costringono gli imprendi-tori sardi ad essere più bravi de-gli altri per essere competitivisul mercato».

Altro problema dolente è quel-lo della Formazione Professiona-le (“abbiamo proposto una rifor-ma ,ma ci sono molte resistenze”)per la quale in Sardegna – ha det-to – si spende più che in Lombar-dia, ma i soldi si spendono più peri formatori che per gli allievi daformare. Così oggi nonostantel’alto tasso di disoccupazione hodifficoltà a trovare gente qualifi-cata. Noi abbiamo proposto l’ap-prendistato che ha dato dei frutti:nel 1999-2000 sono stati assunti 7mila apprendisti, il che vuol dire250 al giorno. E gli apprendistidella mia azienda – ha detto Cava-da, che è un tornitore – se voglioche restino, non si accontentanopiù della busta paga sindacale,vogliono qualcosa in più, altri-menti se ne vanno a fare gli arti-giani per conto proprio.»

Dopo aver affermato che «gli

emigrati sono un patrimonio im-portante per lo sviluppo delle im-prese in Sardegna», Cavada hadetto che «bisogna sforzarsi divedere positivo», ma ha denun-ciato la farraginosità della buro-crazia regionale e la mancanza distabilità politica all’interno degliassessorati (l’assessore di turnonon sempre si porta appresso de-gli esperti, ma piuttosto qualche“trombato”) così è difficile risol-vere i problemi. Come CNA – haricordato Cavada – abbiamo pro-posto di incentivare gli investi-menti nell’Artigianato (legge 51del ’98) che è stata attuata ed haprodotto 250 miliardi di investi-menti: è indubbio che per combat-tere la disoccupazione dobbiamopuntare sulla crescita delle impre-se artigiane.»

Elio Pillai ha ripreso il temadella crisi idrica in Sardegna (“ilgrado di civiltà di un popolo simisura anche da questo aspetto”),ricordando che disponiamo di 42bacini d’invaso, e che il problema

non è costruirne altri, ma gestirebene quelli che abbiamo (e cheparadossalmente non sono ancoracollaudati), evitando così che al-cuni siano colmi e si debba lascia-re andare l’acqua al mare, mentrealtri sono vuoti: se i pastori e gliagricoltori si lamentano – ha det-to – vanno ascoltati.

Per quanto riguarda l’andamen-to dell’economia – ha detto Pillai– la Sardegna ha decelerato ri-spetto alla velocità di crescita del-le altre Regioni e dopo lo sman-tellamento delle grandi industrieha retto solo l’economia locale,indigena, le piccole e medie im-prese centinaia di migliaia di pic-cole imprese il cui utile è rimastoin Sardegna, ma la SARAS che ri-cava grandi utili cosa ha lasciatoin Sardegna? – si è chiesto Pillai.

C’è la crisi anche di una classedirigente – ha detto il rappresen-tante della CNA – incapace di di-segnare un progetto di sviluppo:per i prossimi 6 anni ci sono a di-sposizione 11 mila miliardi di fon-di statali, senza contare quelli re-gionali, che dovrebbero produrre55 mila miliardi di investimenti!

Cosa si sta facendo?

Critiche anche al mondo acca-demico “l’Università ha un com-pito importante anche nel forma-re la classe dirigente. Perchél’Università non ha promosso inSardegna questo dibattito? Comemai è mancata l’informazione?.Abbiamo ruoli e responsabilitàdiverse – ha concluso Pillai – bi-sogna lavorare tutti uniti, mal’Università esca allo scoperto, il-lumini anche i politici sulla que-stione dell’Assemblea costituen-te: adesso i sindaci sono attirati daquesta proposta, ma hanno rac-contato loro bugie, gli hanno det-to che ci saranno loro nella Costi-tuente, bisogna smascherare que-ste bugie!»

Dopo un breve intervento delpresidente del circolo di CesanoBoscone, Benedetto Piu, che hainvitato all’unità tutti i Sardi perperseguire degli obiettivi concre-ti («Non creando strutture che nonservono – ha detto – citandol’esempio del suo paese d’origineBono, dove sono stati realizzatiun carcere e un Palasport che sonoinutilizzati), il professor Usai hatracciato un quadro sintetico del-la situazione in Sardegna al sotto-segretario Alberto Gagliardi, ilquale è entrato subito in argomen-to sulle riforme istituzionali.

«Il Ministero delle Regioni – hadetto Gagliardi – è nell’occhio delciclone. Sulla riforma federalesiamo ancora a livello di dibattitoIl Federalismo approvato dal pre-cedente Parlamento, noi lo consi-deriamo incompleto: Non ci con-vince la logica della sussidiarietàche pone sullo stesso piano Co-muni, Province, Regioni e Stato.

In questo quadro si inserisce lavostra proposta di Regioni a Statu-to Speciale: la legge approvata dalConsiglio regionale è all’esamedel parlamento assieme alle altredue proposte parlamentari di AN eDS. Si tratta di fare una riformacomplessiva in senso federale – hadetto il vice Ministro –, per cerca-re di andare incontro ai cittadini,con istituzioni sempre più al servi-zio della gente, per risolvere i pro-blemi reali, quelli della qualità del-la vita e dello sviluppo».

La Sardegna – ha ricordato Ga-gliardi – è stata al centro di un in-contro operativo tra il Ministroper le infrastrutture LUNARDI eil Ministro LA LOGGIA, proprioper realizzare anche nell’isola leinfrastrutture, strade, acquedotti equant’altro. Quello delle infra-strutture – ha detto ancora il sot-tosegretario – è uno dei puntiprioritari del Governo, perché èuno dei punti veri da cui deriva ilritardo dell’Italia anche in Euro-pa. In quanto ai problemi di fondodella Sardegna occorre rilanciarel’economia locale, intervenire nelsettore dei trasporti e trasformarel’insularità della Sardegna da fat-tore negativo a fattore di svilup-po, considerata la collocazionebaricentrica nel Mediterraneo. LaSardegna ha risorse anche umane,con il concorso di tutti, bisognasuperare i localismi per risolverei problemi e realizzare opere. Sia-mo al Governo non solo per farepolitica – ha concluso il sottose-gretario Gagliardi – ma per realiz-zare opere indispensabili per losviluppo dell’Italia e delle sue re-gioni federate.»

Il compito di chiudere i lavori aGesuino Piga, che ha riassuntotutti i temi trattati (gli atti delConvegno, come sempre , verran-no pubblicati) e ringraziando ilvice Ministro e per lui il MinistroLa Loggia, oggettivamente impe-gnato nelle elezioni in Sicilia, si èaugurato che “questi impegnipossano essere mantenuti e lecose dette realizzate. Fra due annile presenteremo il conto”. •

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IL MESSAGGERO SARDO 22GENNAIO 2002

RIFORME / Autonomia e rapporti istituzionalial centro del confronto tra le forze politiche.Cominciato l'esame delle proposte di cambiamentodella legge elettorale regionale

SI ACCENDE IL DIBATTITOSULL'ESIGENZA DI CAMBIARELO STATUTO SPECIALE

di Michele Mascia

EFISIO SERRENTI RIVENDICAPER IL CONSIGLIO REGIONALEUN RUOLO DI PARLAMENTO DEI SARDI

In Regione l’avvio del 2002è stato caratterizzato da unmaggiore fermento delle

forze politiche sui temi delleriforme, dell’autonomia e deirapporti istituzionali con loStato. Un dibattito che, seppu-re con differenti sfumature, se-gue un unico filo conduttore: ilbisogno di cambiare su Statutospeciale, legge elettorale, ge-stione dei nuovi poteri attribu-iti alle Regioni, decentramentodi funzioni agli enti locali.

Sul sistema elettorale i parti-ti di centrodestra e di centrosi-nistra hanno cominciato a con-frontarsi per raggiungere unaccordo il più ampio possibile.Tra due anni si andrà alle urnee, se nulla dovesse modificar-si, il voto sarà regolamentatodalla legge costituzionale n° 2del 31/01/2001. La norma pre-vede la scelta diretta del Presi-dente della Regione da partedei cittadini. Su quest’aspettonon si registrano opposizionidi rilievo. Le differenze evi-denti emergono nei rapporti trai grandi partiti e le forze mino-ri, tra chi vuole rafforzare il bi-polarismo e chi intende garan-tire a tutti la rappresentatività,al di là degli schieramenti diappartenenza. C’è il timoreche i partiti piccoli venganoesclusi dalla composizione delConsiglio regionale o che, co-munque, perdano l’autonomiaall’interno delle aggregazionielettorali. A meno che non siannulli o si abbassi considere-volmente la soglia di sbarra-mento (la percentuale minimadi preferenze ottenute per po-ter accedere alla ripartizionedei seggi). Una ipotesi che nonpiace troppo ai partiti maggio-ri. L’eccessiva frantumazionepartitica è considerata una cau-sa di instabilità. Opinioni dif-ferenti che, nel centrosinistra,hanno condizionato il dibattitosu un eventuale ricorso ad ele-zioni anticipate. In alternativa,si parla di un sistema propor-zionale con l’attribuzione diun premio di maggioranza allacoalizione vincente; quantobasta per sostenere il presiden-

te scelto dal popolo. Non siesclude, poi, l’adozione di unanorma antiribaltone per evita-re passaggi di schieramento disingoli consiglieri o di intereforze politiche. Altro proble-ma da risolvere è il bilancia-mento dei poteri tra il “gover-natore” e il Consiglio regiona-le. Per il presidente dell’as-semblea isolana Efisio Serren-ti, occorre trovare il giustoequilibrio: il capo dell’esecuti-vo è espressione di una mag-gioranza; il consiglio rappre-senta tutti con il dovere di vigi-lare. Più specifiche le altre que-stioni: l’attribuzione dei seggi;la lista bloccata, prevista dallalegge nazionale, con l’elezionedei candidati in base al loro or-dine in elenco e non per il nu-mero delle preferenze persona-li ottenute (i detrattori temonouna pesante interferenza deipartiti nelle scelte dei cittadini).Dal punto di vista pratico, saràdeterminante per gli equilibriinterni la suddivisione per col-legi, alla luce della nascita del-le province della Gallura, delSulcis, del Medio Campidano edell’Ogliastra.

Una riforma che rientra nelpiù generale processo di rinno-vamento dell’autonomia regio-nale. È obiettivo comune modi-ficare lo Statuto Speciale: “percreare uno strumento modernoe rispondente alle esigenze delpopolo sardo” (Efisio Serrenti):

“per evitare cambiamenti deci-si da Roma, senza alcuna ini-ziativa del Consiglio regionalenell’arco di 54 anni” (GiacomoSanna – Ps d’az); “per sottoli-neare la specialità della nostraRegione” (Ivana Dettori - DS).Ma restano le perplessità, per-ché, nonostante il bisogno diaccelerare i tempi, “si sta par-lando più degli strumenti chedei contenuti” (Carlo Dore -Democratici). Per il presidentedella Regione Mauro Pili,“l’Assemblea Costituente avràil compito primario di rinsalda-re il legame tra i cittadini e laclasse politica… per puntare aduna riforma dello Statuto fina-lizzata al reale miglioramentodelle condizioni dell’isola, ingrado quindi di dare risposteprecise alle richieste di lavoro esviluppo”. Secondo il movi-mento di centrosinistra Demo-cratzia, il dibattito sul cambia-mento non deve essere elitario,ma occorre che si sviluppi nel-la società.

Lo Statuto non deve esserecalato dall’alto, ma deve essereelaborato con la partecipazionedi tutti i cittadini. 22 associa-zioni culturali di area riformistahanno creato il Movimento perl’autonomia federale. Non vin-colato a posizioni di partito,vuole stimolare un dibattito sularga scala in una Sardegnamuta, assente e a rischio di iso-lamento nel contesto italiano ed

europeo in costante evoluzione.Poggiate le basi per una Cartafondamentale europea, non sipuò stare a guardare, anche allaluce della riforma del Titolo Vdella Costituzione italiana. Tragli aderenti al Movimento visono due ex presidenti della Re-gione, Mario Melis e PietrinoSoddu, e due costituzionalisti,Pietro Ciarlo e Benedetto Balle-ro. A loro avviso, la scelta deIConsiglio regionale di percorre-re la strada dell’Assemblea Co-stituente, deve essere affiancatadal coinvolgimento di tutte leistituzioni locali e delle forzeeconomico-sociali. C’è bisognodi rivendicare un nuovo pattocon gli organismi centrali delloStato. Occorre elaborare conte-nuti, nel segno di un pluralismoche faccia vivere ai Sardi unanuova e straordinaria stagioneautonomista.

Una spinta propulsiva è statasollecitata anche dall’ex sinda-co di Quartu Graziano Milia,autore del libro “Dialogo sullaNazione sarda”. Sull’esempiodella Catalogna, che ha impo-sto un rapporto paritario con ilgoverno spagnolo, Milia difen-de la validità del modello na-zionalitario “come unico stru-mento utile ad affrontare lemarginalità e l’autoritarismoche la globalizzazione può pro-durre”. Nella prefazione, l’expresidente della RepubblicaFrancesco Cossiga valorizza

l’idea di un federalismo diffe-renziato all’interno dello statounitario, capace di abbandona-re “un autonomismo senza ani-ma, nutrito di battaglie ideali,ma, soprattutto, di richieste, dirivendicazioni e anche di pia-gnistei”.

Coinvolgimento, quindi, ditutta la società nella discussio-ne sul futuro della Sardegna. AlMovimento per l’AssembleaCostituente ha aderito anche laFASI. La Federazione italianadei circoli degli emigrati sardiritiene fondamentale avere rap-presentanza politica nelle isti-tuzioni isolane, rivendicandoidentico diritto anche nell’or-gano deputato alla riscritturadello Statuto.

La pari dignità tra Stato, re-gione, Province e Comuni, san-cita dalla modifica del titolo Vdella Costituzione, ha fattoavanzare l’ipotesi della nascitadi un sistema bicamerale anchenell’assetto istituzionale regio-nale. Con una proposta di leg-ge, i Riformatori sollecitano lacreazione di un Consiglio delleautonomie locali, ulteriormenteresponsabilizzate dal decentra-mento per delega di poteri efunzioni amministrative. Un te-sto innovativo, passibile di mo-difiche nell’iter legislativo, so-prattutto sulla portata dellecompetenze e degli eventualivincoli da imporre alle decisio-ni della Regione riguardanti lerealtà più vicine al cittadino.Comprese quelle più piccole,ossia i Comuni con meno di3.000 abitanti, che costituisco-no il 69% dell’insieme delleamministrazioni locali isolane.È assegnato loro un terzo dei 61componenti del Consiglio, incarica per 5 anni, coincidenticon il mandato dei consiglieriregionali. Per il deputato Mi-chele Cossa si tratta di un cam-biamento radicale. Le autono-mie avranno un ruolo ben defi-nito e non piu’ quello determi-nato dal parziale e facoltativocoinvolgimento deciso dalla re-gione quando sono in balloprovvedimenti di una certa rile-vanza.

POLITICA REGIONALE / La conferenza stampadi fine annoIn occasione del consueto in-

contro con la stampa per gliauguri di fine anno, il presi-

dente del Consiglio regionale,Efisio Serrenti, ha tracciato unbilancio dell’attività dell’As-semblea legislativa.

“Il Consiglio ha lavorato alungo – ha detto – su temi deci-sivi per la Rinascita, non soloeconomica, della nostra Isola.L’Assemblea ha votato l’istitu-zione di una Costituente per ri-scrivere lo Statuto speciale diautonomia; si è occupata di con-tinuità territoriale aerea e marit-tima, per i passeggeri e per lemerci; ha affrontato i problemidell’approvvigionamento idricoed energetico; ha studiato solu-zioni per la piaga della disoccu-pazione; ha affrontato graviemergenze di natura sanitaria”.

“Le sedute – ha aggiunto Ser-renti – sono state 74, per com-plessive 322 ore di lavoro effet-tivo, con una durata media di 4ore e mezzo, nel corso delle qua-li sono stati approvati 12 proget-ti di legge, 5 mozioni, 1 pro-gramma ed 1 regolamento, svol-te 14 interpellanze. Le Commis-sioni hanno esaminato, riunen-dosi complessivamente 344 vol-te, 35 provvedimenti, 4 progettidi legge nazionali, 4 documenti,1 regolamento, 1 schema di at-tuazione. In sede consultiva

sono stati espressi 13 pareri fi-nanziari e 39 pareri di merito.Sono state, infine, approvate 13risoluzioni, svolta 1 interroga-zione, effettuate 3 missioni e164 audizioni”.

Il “Messaggero Sardo” hachiesto al Presidente del Consi-glio cosa occorra perché la Sar-degna possa essere realmenteprotagonista nel palcosceniconazionale ed europeo.

“La nostra Isola – ha rispostoSerrenti – ha bisogno di un Con-siglio che sia il Parlamento deisardi, attento, dinamico, propo-sitivo, realisticamente efficien-te. Consiglio e Commissioni de-vono lavorare di più e confer-mare la validità del proprio ruo-lo, mostrare reale funzionalità,capacità di ascoltare e di darerisposte concrete alle richieste,alle esigenze, alle domande del-

la gente sarda. Serve una pro-fonda revisione del Regolamen-to assembleare, per rimuovere lecause di troppi contrasti, di ec-cessive contrapposizioni edanomalie, per rendere più snella,agile e veloce l’attività consilia-re; ma è anche necessario rior-ganizzare la macchina comples-siva dell’Assemblea, che deveconquistare credibilità ed effi-cienza”. “In presenza di graviemergenze – ha aggiunto il Pre-sidente del Consiglio – quali sic-cità, epidemia di lingua blu, al-luvioni, l’Assemblea ha spessotrovato una grande unità di in-tenti. Perché rapporti corretti ecostruttivi non possono essere lacostante dell’attività del Consi-glio? Voglio ricordare a mestesso, prima che a tutti gli altri,che questo è un nostro precisodovere. Le posizioni politiche

sono, necessariamente, diverse;così come differenti sono i com-piti che ci sono stati affidati. Mail confronto democratico, ancheduro, aspro, non può degenerarein lotta e contrapposizione per-sonale. Il rispetto per le istitu-zioni deve essere assoluto e tut-ti dobbiamo uniformare i nostricomportamenti all’esigenza dirispettare, difendere e tutelare lenostre istituzioni, libere e demo-cratiche”.

“Nei momenti di pericolo – haproseguito Serrenti – i sardi han-no sempre trovato, nelle loro ra-dici comuni, la forza per andareavanti. Oggi è in gioco il nostrofuturo. L’Europa non aspetta chicammina con passo lento ed in-certo, non accoglie coloro cheantepongono gli egoismi parti-colari agli interessi generali.Questo Consiglio rappresenta la

Sardegna, è stato scelto dal po-polo sardo, ha ricevuto il man-dato preciso di lavorare ed agirenell’esclusivo interesse dellaSardegna”.

Presidente, un bilancio sinte-tico ed un augurio.

“Abbiamo affrontato un annodifficile. Il mio augurio è che il2002 sia caratterizzato da unacomplessiva ripresa del proces-so di sviluppo e di crescita so-ciale ed economica; che nei dueanni e mezzo che abbiamo anco-ra davanti, riusciamo a dare pra-tica attuazione alle cose sempli-ci ed essenziali che abbiamopromesso di realizzare, nel-l’esclusivo interesse della nostragente”.

“Sono troppi i sardi senza unlavoro, troppi i giovani che ab-bandonano la nostra terra percercare altrove occasioni di ri-scatto, troppi i malati che, noncredendo alla nostra sanità, sirivolgono a strutture non sarde.Troppi i sardi che consideranol’apparato regionale un ostacoloal processo di crescita isolano.A tutti loro dobbiamo dare ri-sposte serie e concrete”. “Unparticolare ed affettuoso, augu-rale saluto – ha concluso Serren-ti – voglio inviarlo, tramite ilMessaggero, ai Sardi sparsi peril mondo, che onorano e tengo-no alto il nome della Sardegna”.

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23PARLIAMO DELLA SARDEGNAa cura di Manlio Brigaglia

GENNAIO 2002

PERSONAGGI / Si è spento pochi giorni prima di compiere113 anni. Era stato inserito nel Guiness dei primati

È MORTO TZIU ANTONIO TODDEIL �NONNINO� DI TIANAL�UOMO PIÙ VECCHIO DEL MONDO

di Giuseppe Deiana

PERSONAGGI / I fratelli Tusacciu di Calangianus

SUCCESSO MONDIALEPER �GEOMAG� IL GIOCOCHE SFRUTTA IL MAGNETISMO

di Puccio Lai

Èstato davvero un buonNatale per i fratelli En-rico, Giovanni e Edoar-

do Tusacciu a Calangianus(4.700 abitanti, provincia diSassari, pochi chilometri daTempio Pausania, disoccupa-zione quasi zero), capitale ita-liana dei turaccioli in sughero.In questi mesi, infatti, le ri-chieste del loro Geomag sonoarrivate e arrivano ancora nu-merosissime da tutte le partidel Mondo. Il Geomag è ungioco (non solo per bambini)le cui caratteristiche stannonel design innovativo, nell’al-ta “giocabilità” e il cui atout èil magnetismo. Il giocattolo ècostituito da barrette e sfereche, concatenate in modo op-portuno grazie alla forza ma-gnetica, permettono di crearele più svariate forme bi-tridi-mensionali che la geometria ela fantasia possono suggerire.

Una bella storia di coraggioe intuito imprenditoriale chenasce solo tre anni fa, quandoEdoardo Tusacciu ne intuiscele potenzialità e acquista daun inventore i diritti di sfrut-tamento del brevetto. L’attivi-tà di produzione parte nel1999 nello stabilimento fami-liare per la produzione di tu-raccioli (7 milioni di euro difatturato, il 50% all’Estero,tra i clienti le famose cantineGallo della California). L’ini-zio però non è stato facile:“Abbiamo dovuto inventaretutto - spiega Tusacciu - dallemacchine per la produzione

dei pezzi, ai sistemi impianti-stici, al packaging. I problemisembravano insormontabili,ma ce l’abbiamo fatta comun-que. La Plast Wood, la nostranuova azienda, è decollata intempi rapidissimi”.

La semplicità del gioco (èuna sorta di Lego metallico) ela molteplicità delle forme re-alizzabili attirano i clienti e lecatene di negozi di giocattoli ea fine anno si contabilizzano3,7 miliardi di lire. L’annoscorso la prova del fuoco: dal-la Sardegna, Tusacciu parteper le più importanti fiere in-ternazionali del giocattolo(Milano, Parigi, Londra, NewYork) riscuotendo subito gran-de interesse presso i più im-portanti operatori del settore.“Nel corso della prima metàdell’anno - spiegano a Calan-gianus - avevamo già raggiun-to tutti gli obiettivi fissati. Lascelta dei bambini come targetè stata fatta perché abbiamonotato un’importante fideliz-zazione al prodotto che inne-sca il concetto della collezio-

nabilità e fa in modo che ven-ga riacquistato più volte: piùbarrette danno la possibilità direalizzare figure sempre piùcomplesse. C’è persino chi hacostruito un modello enormedel duomo di Milano e delponte di Brooklin”.

Nel 2001, le nuove quattropresse automatiche hannosfornato 6mila barrette l’ora esi era certi di vendere tutta laproduzione (i magazzini sonoinfatti rimasti con depositi “azero”, lasciando insoddisfattiuna grande quantità di clienti)mentre il fatturato ha già rag-giunto gli 8,4 milioni di euro.Il tumultuoso successo delGeomag ha spinto la PlastWood a un nuovo piano di in-vestimenti per 5,2 milioni dieuro: in un nuovo impianto incostruzione ci sarà posto per20 linee integralmente auto-matizzate, per una capacitàannua di 264 milioni di bar-rette con l’occupazione di 80addetti. Il fatturato salirà an-cora: per il 2002 è previsto a29,8 milioni di euro e c’è la

certezza dichiarata di diventa-re la prima azienda in Italianel settore dei giocattoli dacostruzione.

Insomma, Tusacciu sembraproprio un Renato Soru deigiocattoli: come per Tiscali,alle iniziali perplessità e diffi-denze è subentrato un risulta-to che ha superato ogni aspet-tativa. “A dire la verità - spie-gano in azienda - a credere innoi sono stati soprattutto i ci-nesi (i maggiori produttorimondiali di magnetite). Sisono fidati dei nostri paga-menti a 90 giorni. Il nostro si-stema del credito no: nel 2000abbiamo perso 500mila eurodi fatturato perché nessunabanca ci ha rilasciato una let-tera di credito per soli 50milaeuro”. Siccome i cinesi nonsono solo fornitori della mate-ria prima (da Hong Kong, madi produzione cinese, partel’80% del giocattolo mondia-le) ma sono anche un enormemercato potenziale, non è al-lora un caso che la figlia diTusacciu, terminati a Londra

gli studi in una business scho-ol, stia imparando il cinese.

Cina e Stati Uniti: i grandimercati; ai primi di gennaiotre giovani sardi partirannoper Boston dove apriranno lafiliale americana della PlastWood: “La mia università -spiega Tusacciu - sono stati iviaggi fatti per vendere i tu-raccioli. Qui, in azienda, tuttiabbiamo un entusiasmo stra-ordinario. Si lavora 24 ore algiorno, sabato e domenica:questo è il valore di un am-biente sociale che in Italia hapochi paragoni”.

Ma dal centro gallurese sismentisce Geomag come mo-noprodotto (terrore e pauradelle banche), c’è - infatti - inarrivo una novità: la produ-zione e commercializzazionedi un nuovo gioco da tavolo,anche questo - naturalmentemagnetico, il “Catch Mag”: ilprimo di una lunga serie. É ungioco da tavolo di società im-perniato sulle probabilità esulla strategia. A Calangianussono già arrivati ordini per 8milioni di euro. Un’ultimasoddisfazione per gli intra-prendenti industriali gallure-si: quella di portare un poco diSardegna nel Mondo: “Abbia-mo avuto proposte di grandigruppi anche internazionali dijoint ventures e accordi pro-duttivi dice Edoardo Tusacciual Messaggero Sardo- ma sia-mo nati qui e qui resteremo adimostrare il valore del lavo-ro e dell’iniziativa dei Sardi”.

Lui non ha fatto niente diparticolare. Ha solo vis-suto. Ma ha vissuto così a

lungo da entrare nel Guinnessdei primati. La Sardegna è sem-pre stata conosciuta per recordben più tristi, ma quello di tziuAntonio Todde, morto il 3 gen-naio scorso, pochi giorni primadi compiere 113 anni, ha datoun’immagine dell’isola, chemolti non conoscevano. Tantoche alcuni giornalisti non sonoriusciti a trattenersi dal rievo-care i soliti luoghi comuni sul-la Sardegna, scatenando un pu-tiferio di polemiche e numero-se proteste da parte degli abi-tanti di Tiana e della Barbagia.

Il 5 gennaio, oltre duemilapersone hanno partecipato alfunerale di Antonio Todde,l’uomo dei tre secoli. MaiTiana aveva visto tanta genteper l’ultimo saluto a un com-paesano. Ma tziu Todde nonera certo uno qualunque. Eranato nel 1889, “appena” centoanni dopo la Rivoluzionefrancese, nello stesso anno incui venne costruita la TourEiffel, quando ancora le autoa motore erano un sogno. Cosìcome era impensabile la tele-visione, tanto cara ad AntonioTodde, e compagnia quotidia-na negli ultimi anni della suaesistenza. Ha assistito a tutti igrandi eventi del Novecento,alcuni anche da protagonista.Ai numerosi giornalisti che direcente gli hanno fatto visita,per tentare di carpirne il se-greto di lunga vita, raccontavadegli anni passati al fronte.Inizialmente, era stato scarta-to per la statura (non raggiun-geva il metro e sessanta), mapoi la patria aveva deciso chec’era bisogno di tutti, anche diquei sardi che avevano più omeno la stessa altezza di Sua

Altezza Vittorio EmanueleIII. Così anche Antonio Tod-de partì per il Carso. Anni dif-ficili da dimenticare: i soldatisardi giocavano a morra e a“istrumpa” in trincea, per pas-sare il tempo. Ma gli austriacinon scherzavano: AntonioTodde venne ferito da un cec-chino. Fu l’unica volta cheentrò in un ospedale.

Per il resto, l’esistenza del-l’uomo più longevo della terraè andata avanti nelle valli tra ilGennargentu e la Barbagia diSeulo. Tiana potrebbe apparirecome una piccola valle del-l’Eden. Un centro tranquillo,pochi fatti degni di nota, senon la presenza di un numeromolto alto di ultranovantenni edi centenari. La famiglia diTziu Antonio Todde ne è unesempio: la madre morì quan-do stava per compiere un seco-lo di vita, la sorella minore vaper i 98 e la cugina, MichelaDeiana, ne ha 102. Tutte le fa-miglie del paese hanno il lorocentenario, o quasi, da cocco-lare. Un fatto straordinario cheha attirato l’attenzione di gior-nalisti e studiosi. I primi nonsempre però hanno ripagato lafiducia e l’ospitalità offertaloro dagli abitanti di Tiana. Inparticolare, proprio pochi

giorni prima della scomparsadi Antonio Todde, un reporta-ge dell’Espresso ha fatto anda-re su tutte le furie gli ammini-stratori del paese e i suoi citta-dini. Tanto che proprio quandoè giunta la notizia della mortedell’uomo del Guiness dei pri-mati, la popolazione era riuni-ta in assemblea per deciderequali iniziative adottare controil settimanale. Il parroco donGiuseppe Pani, che nella ome-lia funebre ha dedicato paroletenere, quasi poetiche, al cen-tenario, ha risposto al giornali-sta dell’Espresso affermando

che i cittadini avevano avuto lacolpa di essere stati ospitalicon lui.

A spiegare il perché a Tiana,ma anche negli altri paesi delcentro Sardegna, si viva così alungo, saranno gli studiosi del-l’Akea (acronimo di a kent’an-nos), il progetto portato avantidall’Università di Sassari e di-retto da Luca Deiana, che sipropone di scandagliare il se-greto della longevità anche dalpunto di vista genetico. L’ipo-tesi al vaglio dei ricercatori èche, oltre a fattori ambientali elegati all’alimentazione, nel

grande numero di centenariche vive nei paesini sardi (do-vrebbero essere oltre 220 intutta l’isola) ci possa essereanche una ragione genetica.Proprio per questo è stato pre-levato il Dna degli ultracente-nari e degli ultranovantacin-quenni di 377 paesi sardi.

Se con la morte di AntonioTodde la Sardegna ha perso ilprimato riportato nel Guin-ness, continua a detenerne al-tri. Nell’isola, infatti, conti-nua a vivere il numero più altodi ultracentenari in proporzio-ne agli abitanti. Secondo i datiforniti dai ricercatori, in Sar-degna ci sono 135 ultracente-nari per ogni milione di abi-tanti, a fronte dei 70/80 di pa-esi quali la Danimarca e l’In-ghilterra. Non solo. C’è un’al-tra particolarità: la quasi pari-tà tra uomini e donne. Il rap-porto tra queste ultime e i ma-schi è nell’isola di appena duea uno (in provincia di Nuoroaddirittura di uno a uno),mentre negli altri paesi occi-dentali le donne ultracentena-rie sono quattro per ogniuomo. Infine, altro record in-vidiabile, è detenuto da un al-tro nonnino che abita non lon-tano da Tiana. Giovanni Fraudi Orroli, dopo la morte diAntonio Todde, è l’uomo piùvecchio d’Europa con i suoi111 anni. Ha festeggiato ilcompleanno lo scorso 29 di-cembre, con tutti i compaesa-ni. Appena pochi giorni primadella morte di Antonio Todde,che continuava a ripetere divoler arrivare a 120 anni. Nonce l’ha fatta, ma in tanti si ri-corderanno ugualmente di lui.E soprattutto del suo stile divita: lavoro in campagna, duebicchieri di vino al giorno, ac-qua di fonte e tanta aria pura.

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a cura di Salvatore Tola

PARLANDO IN POESIAGENNAIO 2002

BOCCIOLIAPPASSITI

INCONTRIHo incontrato un sordoche leggeva sulle mie labbrae sentiva…Poi un mutoche gesticolava il suo linguaggioe dietro l’angolo un ciecoche col suo tatto vedeva lontano.

Ho incontrato molti uominiche non volevano parlare, vederené ascoltareed ho provato pietà.

Giancarlo Zedda

TRISTEZZAUn acquazzone d’autunnoche bagna di tristezzail mio cuore.Stradine infangatee pozzanghere d’acquache rispecchiano la mia solitudine.Un pomeriggio di monotonia,eguale a tanti altriche m’han fatto compagnia.

La mia voglia d’amaregridata con rabbiain quella tormenta,e per rispostaun pugno di terradispersa dal vento.

Giancarlo Zedda

A MARIAO rosa dall’esile steloche ondeggi e m’inviti a sognare:due occhi di tenero cieloriflesso nei gorghi del mare;

il riso, la bocca che anelosul labbro il mio labbro posare,con baci che sciolgano il gelonel cuor che mi fa sospirare.

L’ovale del volto, quel mento,il sole fra i crini tuoi biondi,l’acerbo dei giovani seni

mi fanno cantare nel ventostornelli non sempre giocondiche turbano i giorni sereni.

Mario Corona

BUCOLICADietro l’aratro mio, calmo e ridente,col plettro in mano e con la lira al fiancoio me ne vado dietro le giumentenel mattino d’autunno triste e bianco.

Spargo nel solco nuovo la semente,sogno messi opulente, mi rinfrancoe nel meriggio placido e silentelavoro e canto finché sono stanco.

Si muove il plettro e negli accordi bellisvanisce il mondo e le sue cose amare,e i nemici diventano fratelli.

Con la mia lira posso ancor sognareil murmure di boschi e di ruscellisenza soffrire più, senza lottare!

Mario Corona

A S’ARRIU PIRASArriu, torru a cicai cudda picinnia,carrigu de tempus pentzendu a tui,sidiu, bramendu is mitzas po suitorra s’antigu suci de vida mia.

Po mori ’e su disterru sen’e paxipassau pistapista po debbadas,e chi m’at prenu su coru de liagascicu sa mexina tua, in s’araxi

druci, chi fiàntzat serenu arreposu.Po ddi contai is contus a i custu fillucandu ses citiu, allirgu e furiosu,

ca sempr’onestu, limpiu, sintzilluses onnia dì, siat de frius o imbaschidache s’intrannia ’e Gennempì, bena e vida.

Antoni Pani

CARDELLINUA Sarbadore Cambosu

O Sarbadore ti ringratziamus tantupro su ch’as fattu in bida e lassadu,donzi raccontu est bene curaduchi finas oe nos faghet ispantu.

Mancari sias in su campusantuOroteddi non t’ada ismenticadu,cando ses mortu ti ana piantupoi in s’Olimpu t’ana incoronadu.

Riposa in paghe intro ’e cussa losaca Oroteddi ti tenet in sinu,onzi fizu, onzi mama donzi isposa

non t’ada a ispentigare, Cardellinu,e in donzi gianna b’est sa tua presentzia,t’amus in coro funtana de sientzia.

Luigi Zoroddu

RISTORO IN SAS PENASCantu ses bellu maju incantosu,de fiores divinos as tesoro,de cantos d’aes e lentinas d’orotue ses dispenseri generosu.

Unu palpidu dulche affettuosusu coro sentit po s’atteru coro,deo puru in sas penas mi ristoroe suspendo su mantu luttuosu.

Paren cantende cun gentile ardoresos puzoneddos tottu innamoradosunu cantu gentile a su Signore,

e profumados, soaves e delicadosparen mandende a issu onzi fioretra colores de s’iride ammajados.

Mario Maccioni

TENTU IN COROBonasera giornale eccomi prontu,mi che pariat su tempus finiu,ti naro grazia ca nd’as ’attu contu,anzis m’as tentu in coro e preferiu;e comente nariat unu zium’as invitau prima ’e su tramontu.De su contu ch’as ’attu mi nde satzioe mentres ti saludo ti ringratzio.

Francesco Soru

LIUNGUA BLUSto vagando con tristezza per i pascoliin cerca del mio gregge perduto,sono da solo,nessuno mi aiuta,chiamo le mie pecore ma non rispondono.Non sento i loro belati,non sento i loro campanacci,sono disperato,sento solo il cane che abbaia,anche lui triste.Continuo a vagare per i pascoliarsi dal solein cerca del mio gregge perduto,grido con le lacrime agli occhi:«Aiuto aiuto aiuto»…

Sandro Ibba

CORTESU E GENTILEDe nou prego caru “Messaggeru”de mi cherrer mandare su mensilec’atteras duas boltas, custu est beru,d’appo pregadu cortesu e gentile;como de nou chin coro sintzerum’ides pregande a tie meda umileca pro sa tertza ’olta ti l’iscrioe antecipadas gratzias t’imbio.

Predu Santoni

SA FUNTANA DE PUBUSONEIn Pubusone est a fagher sa funtanapo chi nde buffen sos chi sun sididos,si bi cuntentana inie sos pellegrinosei cussos chi de sidis meda nd’ana.

Però toccat a bi ponner sa ganaponzende a banda cussos isbricidosei cussos chi promissa faghen vanache cheren dae mesu istejdos.

No b’at in ballu peruna quota fissapro chie cheret un’offerta elargire,toccat cun su soddu chi si paghet.

Po cuddu de ottemperare a sa promissa,zente cara, in presse toccat de agireca a sa sola sa funtana non si faghet.

Mario Vargiu

CUN SOS MANNOSDeo mi naro Barore Matzone,omine betzu ’e settantanoe annos,depia essere in su gutzingoneinvece soe cun sos caddos mannos,e sentza ponner ne briglia e ne ispronesoe binchende valorosos pannos,e sentza ponner ne isprone ne brigliabesso vittoriosu in sa pariglia.

Barore Matzone(Inviata da Luigi Mura)

GENTI DE ’IDDA MIAMeras annus fairi seu partiude Fluminimaggiori a Pavia,cun meras arregordus e nostalgia.

Sa genti de bidda miaesti umili e laboriosa,chi fairi su contadinu e chi su murarori,chi fairi su pastorie chi s’imprenditori;un’orta ci fiara finas su minadori,custa e’ sa genti de bidda mia,de Fluminimaggiori.

Eliseu Maiorca

FAEDDARE IN LIBERTADESa limba sarda oe est in su corode sos sardos ch’an samben’in sas venas,sos omines de nobile decorochi si cheren isortos de cadenaspro poder faeddare in libertadesentza dipender de limbas anzenas.Chie rinnegat custa identitadeno est omine e mancu sardu zustu.

Giovanni Ponti

IL FIUMENel silenzio dell’albarotto dal cinguettio degli uccellic’incamminavamo verso il fiumegioiose e canterine,come se andassimo a far festa.Era bello inginocchiarsi per lavare,guardare l’acqua scorrerrelimpida fra i sassi,vedere i bambini rincorrere le libellule,mentre nell’aria si diffondeva un profumodi lisciva.Poi, con i panni stesi al soletra i cardi doratie le pietre roventiil prato sembravaun cielo coperto di nuvole bianche.Era ancora assolato il meriggioquando si faceva ritorno, arse di sete,stanco il corpo,ma il fiume di gioiascorreva dentro di noi.

Dora Porru Casula

COME UNO SCULTOREDolci acque dal colore di smeraldo.Con le tue onde accarezzi i corpi deibagnati,schiumosa e fresca sommergi la scogliera,come uno scultore modelli la rocciacreando forme strane e curioseper i nostri occhi che ti guardano cometimore e amore.I nostri corpi si sentono abbracciati da tecome un bimbo sente l’abbraccio dellamamma.

Andrea Scano

Tempo fa Giancarlo Zed-da ci aveva inviato unsuo libro di poesie in ita-

liano, Boccioli appassiti, pub-blicato dall’Editrice NuoviAutori (via Gaudenzio Ferrari14, 20123 Milano, tel.02.89409338; prezzo lire15.000 o euro 7,75). Di questopoeta sappiamo soltanto quel-lo che sta scritto sotto la suafoto, in quarta di copertina: ènato nel 1966 a Genova da ge-nitori sardi; segue una nota cheaiuta a penetrare nel suo uni-verso letterario: «Liriche dibuon vigore espressivo, cari-che di emozioni forti e inten-se»; «improntate al realismonell’esposizione dei fatti, tal-volta addirittura cronachisti-che», manifestano spesso «unprofondo coinvolgimentoemotivo». Tutti elementi chesi ritrovano nelle due composi-zioni che riportiamo.

Molto diverso il contenutodella raccolta di Mario Coro-na, Non è possibile bagnarsidue volte nello stesso fiume,pubblicata da Libroitaliano diRagusa (lire 18.000, euro 9,30;la si può richiedere all’autore:

via Togliatti 7, 50054 Fucec-chio - Firenze); in primo luogoperché si tratta di un poeta diun’altra generazione, bastipensare che alcune opere risal-gono agli anni Trenta del No-vecento; e poi perché Corona,cresciuto in una famiglia cam-pidanese, fu perseguitato dal

fascismo per le sue idee, co-nobbe la prigione e partecipòalla guerra partigiana per poicondividere le idealità che nelDopoguerra facevano vagheg-giare un’Italia totalmente rin-novata.

Molte sue composizioni ri-flettono quelle vicende tor-

gi Zoroddu, la cui firma eracomparsa in questa pagina inun numero dell’estate del1982. Gli altri sono AntonioPani di Quartu, rientrato dapoco dall’emigrazione; MarioMaccioni di Desulo, residentea Merano, che invia sentiticomplimenti al “Messaggero”;Francesco Soru di Ottana resi-dente in Belgio; Sandro Ibba,pastore di Vallermosa che haperso il gregge per l’epidemiadi lingua blu; Pietro Santoni diOrotelli; Mario Vargiu, chesostiene il progetto di ElenaDeriu di erigere in una campa-gna di Macomer una fontanadedicata alla poesia; EliseoMaiorca, nato a Fluminimag-giore ed emigrato a Pavia;Giovanni Ponti di Paulilatino;Dora Porru Casula; AndreaScano, originario di Cagliari eresidente a Cormano, pressoMilano; e Luigi Mura di Sa-mugheo, residente ad Agliano(Asti), il quale, avendo visto lafirma di Barore Matzone sullapagina dell’aprile scorso, cimanda un’altra ottava di quelpoeta ghilarzese, il cui veronome era Salvatore Puddu.

mentate ma noi, per dare diCorona un’immagine più sere-na, abbiamo scelto una poesiad’amore e una nella quale rie-voca con belle immagini la suaorigine contadina.

Completiamo la pagina conopere di poeti che pubblicanoper la prima volta, a parte Lui-

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SARDEGNA NOTIZIE 25

GENNAIO 2002

PROGRAMMA STRAORDINARIOPER FRONTEGGIAREL'EMERGENZA IDRICA

SORU A ROMAPER FAR CONOSCERELA SARDEGNA

BORSE DI STUDIODELLA VITROCISETA STUDENTI SARDI

IL COMUNEDI THIESIHA DICHIARATO�FALLIMENTO�

FIRMATO IL PROTOCOLLO D'INTESATRA LA COMPAGNIA AEREA MERIDIANAE L'ASSESSORATO DEL TURISMO

Schiacciato da circa 10 mi-liardi di debiti accumulati ne-gli ultimi due decenni, il Co-mune di Thiesi ha dichiarato“fallimento”. La clamorosadelibera che ha sancito il dis-sesto finanziario è stata appro-vata con i 12 voti dei consi-glieri di maggioranza ed unaastensione. Prima dell’adozio-ne del provvedimento la mino-ranza aveva abbandonato l’au-la. Secondo il revisore dei con-ti le cause del dissesto finan-ziario sono da ricercare nella“gestione non rigorosa, anzimolto approssimativa chel’istituzione ha avuto nel corsodegli anni Ottanta e Novanta.In particolare è stata rilevatala ritardata notifica delle car-telle di accertamento IRPEFad alcuni facoltosi contribuen-ti (imprese e industriali) che,pertanto, non hanno mai paga-to i relativi importi”.

Il ministero delle Finanze siera rivalso sulla Amministra-zione. La relativa causa, dura-ta venti anni, si è conclusa conla sentenza della Corte di Cas-sazione che ha condannato ilComune al pagamento di qua-si 5 miliardi di lire. A questivanno aggiunti omessi ricono-scimenti di debiti per espropri,prestazioni e lavori vari per undebito complessivo di 10 mi-liardi di lire che non potrebbeessere pagato neanche con lavendita degli immobili del Co-mune.

La questione diventa oramateria di un commissario adacta che, con il contributo fi-nanziario dello Stato, cercheràentro tre anni di mettere il Co-mune nelle condizioni di ono-rare il debito.

Gaetano Galia, presidentedella Vitrociset, società leaderin Italia nel supporto logisticoai sistemi elettronici civili emilitari del settore aerospazia-le e dei Trasporti, ha conse-gnato le borse di studio ai tre-dici studenti meritevoli degliistituti superiori di Perdasde-fogu e Villaputzu.

La manifestazione si è svol-ta nello stabilimento di CapoSan Lorenzo a Villaputzu nelcui territorio ricade parte delPoligono missilistico di Perda-sdefogu. L’iniziativa si inseri-sce nei programmi di sviluppo

che la Vitrociset ha presentatoalle istituzioni nello stabili-mento di Macchiareddu nel-l’ottobre scorso, in occasionedi una manifestazione promos-sa dalla società per festeggiarei 20 anni di attività dello stabi-limento cagliaritano.

La Vitrociset è presente inSardegna fin dal 1961, operanegli stabilimenti di Macchia-reddu e Capo San Lorenzo enei siti operativi sugli aero-porti di Decimomannu, El-mas, Olbia, Alghero con oltre220 tecnici altamente specia-lizzati.

Nel quadro di un programma dimarketing territoriale promossadalla Sfirs d’intesa con l’assessora-to regionale dell’industria e desti-nato agli operatori del settore infor-matica e telecomunicazioni, il pre-sidente di Tiscali Renato Soru el’assessore dell’Industria hannopartecipato a Roma all’incontrosul tema “ICT e Call Center: op-portunità e vantaggi competitividella Regione Sardegna”. L’asses-sore dell’Industria ha aperto i lavo-ri comunicando la firma del Decre-to sulla continuità territoriale, unaconquista storica per i Sardi, maanche il superamento della più gra-ve diseconomia tipica della loca-lizzazione delle imprese in Sarde-gna. Ha poi parlato di Cagliari edella Sardegna che grazie a Rena-to Soru ed al successo di Tiscaliche le ha dato visibilità mondiale,si propone oggi come capitale del-la “new economy”. Non si tratta diuno slogan, ha sottolineato l’espo-nente dell’esecutivo regionale, madi una scelta strategica già concre-tizzata con diverse iniziative. Ladelibera della Giunta regionale,che ha individuato il settore ITCcome strategico per lo sviluppo edha quindi delineato gli indirizzi ge-nerali e le linee operative da attua-re per raggiungere l’obbiettivo dicreare in Sardegna un polo telema-tico di rilievo internazionale. È sta-ta infatti adottata nel Dicembre2000 su proposta dell’allora asses-sore dell’Industria Andrea Pirastu.In seguito la Legge Finanziaria re-gionale, approvata nell’aprile2001, ha stanziato dieci miliardiper l’ambientalizzazione delle li-nee telefoniche, misura già attuataattraverso un accordo siglato con laTelecom che ha cofinanziato l’in-tervento con ulteriori cinque mi-liardi. Con la stessa legge sono statidestinati 30 miliardi alla realizza-zione del nuovo cavo telematicoche collegherà l’Isola con il conti-nente italiano, una autostrada tele-matica che ridurrà notevolmentetempi e costi dei collegamenti. Lemodalità di realizzazione dell’ope-ra da realizzarsi con il cofinanzia-mento privato sono stati concorda-ti nei giorni scorsi con i gestori del-la telefonia mobile.

L’assessore aveva anche ricor-dato che la Sardegna è l’unica re-gione del Mezzogiorno che ha vo-luto riservare, esercitando la pro-pria scelta nell’ambito dell’auto-nomia concessa alle Regioni, il 25per cento dei fondi del Bando 2001della legge 488/92 pari ad 80,5 mi-liardi agli investimenti nel settoredelle telecomunicazioni, dell’in-formatica, dell’elettronica e dellebiotecnologie. Scelta che verrà conogni probabilità confermata dallaprossima Giunta con riferimento albando 2002.

L’intervento di Renato Soru èstato incentrato sull’”ospitalità”della Sardegna verso gli operatoridel settore. Il Presidente di Tiscaliha parlato del “campus” che sta re-alizzando nella zona di Sa Illetta aCagliari, nuova sede per i quasi800 dipendenti della società, maanche luogo concepito per l’incon-tro e lo scambio di conoscenze,pronto ad accogliere altre aziendeche volessero fare l’esperienza dilavorare in Sardegna. La sede èfrutto di un accordo di programmatra Tiscali, Comune di Cagliari,

CASIC e Regione, che ha parteci-pato con 4,5 miliardi di contributodell’assessorato dell’Industria al-l’infrastrutturazione dell’area.

Renato Soru si è quindi soffer-mato sulla grande disponibilità dirisorse umane presenti in Sarde-gna: centinaia di giovani laureati ediplomati con dimestichezza nel-l’uso delle nuove tecnologie. Unarisorsa strategica per lo sviluppodelle imprese della new economyil cui processo produttivo è basatotutto sulla professionalità e sulleconoscenze.

Il Presidente della Sfirs Al-berto Meconcelli ha conclusola giornata di lavoro illustran-do il ruolo della società finan-ziaria per l’avvio e la crescitadelle aziende che scelgono lalocalizzazione in Sardegna.

Meconcelli si è soffermato inparticolare sul “venture capital” esui prestiti partecipativi che con-sentono alla SFIRS di andare oltreall’assistenza, finanziamento e so-stegno delle aziende, realizzandoun affiancamento totale.

Per far fronte all’emergenzaidrica l’esecutivo regionaledarà fondo nei prossimi mesialle risorse messe a disposizio-ne dallo Stato (cento miliardidella Legge Finanziaria), dallaRegione (quindici miliardi) edall’Unione Europea (diecimiliardi). Tali fondi serviran-no a finanziare un programmastraordinario di interventi in-frastrutturali per 122, 5 mi-liardi, oltre a un intervento fi-nalizzato ad avviare un’attivi-tà permanente per lo sviluppodella cultura dell’acqua (2 mi-liardi). Sono inoltre previsteiniziative per il riutilizzo deireflui depurati per le produzio-ni agricole destinate alla tra-sformazione industriale.

Gli interventi complessiviprevisti sono parte del com-plessivo piano di opere neces-sarie per il superamento del

problema idrico in Sardegna.Le previsioni del programmastraordinario tengono contodella drammatica situazionedel sistema idrico del Medio-Flumendosa-Campidano che,attualmente, ha a disposizioneun volume (61,6 Mm3), pariad appena il 14 per cento delladomanda complessiva e suffi-ciente per soli sei mesi al fab-bisogno potabile di una popo-lazione di oltre 700 mila unitàcon sole nove ore giornalieredi acqua da diversi anni.

Tiene conto, altresì, della si-tuazione di scarsa disponibili-tà attuale rispetto alla doman-da complessiva annua che siriscontra nei sistemi Posada-Cedrino e Liscia, interessantile province di Nuoro e di Sas-sari.

Tra gli interventi sono previ-sti: l’installazione di contatori

per limitare i consumi agricolinei distretti irrigui della Sarde-gna Meridionale; l’intercon-nessione funzionale tra sistemie la ricerca perdite e interventidi risanamento nelle reti idri-che di Cagliari e Quartu. Ilprogramma, immediatamenteoperativo, comprende anche lasostituzione di numerose trattedegradate dell’acquedotto Do-nori-Cagliari che convogliauna portata di 700 litri/secon-do destinati a numerosi abitatidel Campidano.

L’attività di sviluppo dellacultura dell’acqua riguarderàil mondo della scuola e quellodella produzione. Tra le altreiniziative figura anche la crea-zione di un itinerario musealelegato alle grandi infrastruttu-re che consenta di far com-prendere agli utenti il valoredel bene dell’acqua.

Con il duplice obbiettivo diincentivare lo sviluppo turisticonell’Isola e instaurare un mag-giore rapporto di collaborazionereciproca, l’assessorato regiona-le del Turismo e la compagniaaerea Meridiana hanno sotto-scritto nei giorni scorsi un im-portante protocollo di intesa.L’intento è di creare occupazio-ne nel settore turistico e raggiun-gere entro i prossimi dieci anni lasoglia di venti milioni di presen-ze alberghiere annue. Perciò ver-rà elaborato un progetto perl’ampliamento dei flussi turisticie delle presenze nei periodi sta-gionali compresi tra Ottobre eMaggio. “E’ importante chiarire–ha sottolineato l’assessore re-gionale del Turismo avv. Rober-to Frongia - che l’ampliamentodella stagione turistica rientranei comuni progetti di Meridianae dell’assessorato: a questo ri-guardo all’interno di questa col-laborazione e del protocollo diintesa firmato vengono propostesoluzioni di soggiorno e vacanzea tema che vanno oltre la resi-denza balneare.

“Oltre alla cultura, la tradizio-ne, il turismo sportivo e i percor-si eno-gastronomici, la Sardegnarisponde anche in modo ottimalealla domanda di turismo d’affari,dal congressuale ai meeting e an-cora agli incentivi aziendali.L’assessorato regionale del Turi-smo, i principali operatori alber-ghieri, di autotrasporto, di auto-noleggio e Meridiana hanno per-tanto realizzato la quarta edizio-ne di “Priorità 1 Sardegna”, ilprodotto per il turismo d’affariche propone l’Isola quale desti-nazione ideale per questo targetturistico. Meridiana in particola-re ha previsto una gamma tariffa-ria adeguata alla domanda appli-cando sconti medi nel periodosulle tariffe pari a circa il 40% edha assicurato la promozione e la

vendita del prodotto attraverso ilproprio tour operator Alisarda,che commercializza “Priorità 1”disponibile per tutte le agenzie diviaggio”.

Alisarda e Meridiana propongonouna serie di soluzioni per il turismofuori stagione, avvalendosi fra l’altro,dei siti Internet (www.meridiana.it ewww.alisarda.it).

La promozione attraverso larete verrà inoltre incrementatacon l’avvio del progetto che l’as-sessorato regionale del Turismo hapianificato per il 2002 che vedrà lanascita di un portale dedicato inte-ramente al settore turistico. Sonostate quindi individuate le azionida intraprendere a sostegno delprogetto di ampliamento dei flus-si turistici: da un lato operare ver-so la multistagionalità, affinché ilturismo diventi uno dei più impor-tanti settori dell’economia interna,

portando nel contempo alla scon-fitta della cronica transumanza deilavoratori del settore costretti atrovare lavoro in ambito turisticoin aree differenti della Sardegna.Su base analoga è stata avviata lacreazione di itinerari turistici inte-grati che valorizzino il nostrocomplesso culturale e ambientale.In questo senso gli itinerari e i sog-giorni tengono conto degli eventilegati al patrimonio culturale e deiluoghi antichi di spettacolo, deicomplessi archeologici, dei mo-menti di vita legati alla sacralitàdelle tradizioni. Il Protocollo d’in-tesa sancisce quindi un nuovo mo-dello di sviluppo nell’ambito vastodel turismo sostenibile, ponendosolide basi per una competitivitàdella Sardegna nel settore delle va-canze ed ampliando la fruibilitàdella Sardegna su non meno di die-ci mesi di presenze turistiche.

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EMIGRAZIONE 26

GENNAIO 2002

APERTE LE PRENOTAZIONISULLE NAVI DELLA TIRRENIAPER IL PERIODO ESTIVO

IL RISCATTODELLA LAUREACONSEGUITAALL'ESTEROPER FINIPENSIONISTICI

LUTTO PER LA SCOMPARSA A LUGANODI DON DINO FERRANDOCAPPELLANO DEGLI EMIGRATI IN TICINO

La laurea conseguita al-l’estero può essere riscattataper la pensione solo se ricono-sciuta da un’università italianao abbia comunque valore lega-le in Italia.

Il riscatto può essere chiestonei limiti della durata legaledel corrispondente corso dilaurea in Italia o degli studi ef-fettivamente compiuti all’este-ro, se inferiore.

Può inoltre verificarsi che,pur compiuti gli studi all’este-ro in tutto o in parte, l’interes-sato sia stato ammesso ad unaUniversità italiana all’esamedi laurea o all’iscrizione ad unanno intermedio del corso dilaurea. Anche in tal casol’INPS consente il riscatto,sempre nel rispetto del limitedella durata del corso legale dilaurea italiano o della duratadegli studi esteri, se inferiore.I contributi da riscatto sonoequiparati a tutti gli effetti aicontributi obbligatori versatidurante il rapporto di lavoro.Sono perciò utili sia per rag-giungere il diritto alla pensio-ne, sia per l’autorizzazione aiversamenti volontari.

Quando una persona ci lascia,si dice, spesso per pura formali-tà: “Ha lasciato un vuoto incol-mabile”. Io ho conosciuto inSvizzera un prete per il qualequeste parole sono invece pro-fondamente vere: don Dino Fer-rando, cappellano dei nostri la-voratori emigrati in Ticino,scomparso a 75 anni a Lugano,dopo essere stato per qua-rant’anni il cuore della nostraemigrazione italiana. Chiedete-lo alla folla di minatori, alpini,operai, tecnici e ingegneri - arte-fici e protagonisti del nostroprogresso - che lo hanno saluta-to per l’ultima volta nella catte-drale di San Lorenzo mercoledi14 novembre, che vuoto ha la-sciato in mezzo a loro don Dino.Non vi risponderanno niente; larisposta sarà nei loro occhi, ca-richi di lacrime sincere per l’im-pareggiabile cappellano che liha lasciati; il loro amico, padre,fratello, protettore, consigliere,confortatore.

Noi siamo ormai abituati alfastidio che ci causano i nostripolitici, che fanno riunioni, as-semblee, programmi e pianiquinquennali per i lavoratori,

ma hanno paura di sporcarsi lemani. Don Dino (o Dondin,come amava firmarsi) non ap-parteneva a questa categoria digente. Era un vero uomo, che sisapeva sporcare le mani per isuoi amici lavoratori. Si è spesoper tutti, con generosità senzauguale, senza calcoli di torna-conto, con entusiasmo, con i fat-ti. Ad avercene tanti di questicappellani! Conosceva gli emi-grati uno per uno e li chiamavaper nome. Sapeva la loro realtà,le loro preoccupazioni, i loroproblemi e li affrontava con lamassima comprensione e conrara efficienza: pratiche buro-cratiche, di permessi, per pen-sioni, per assistenza infortuni,per invalidità. Nessuno puo’ im-maginare quanti chilometri ab-bia percorso, in quanti posti siastato don Dino, quante mani ab-bia stretto, quante lacrime abbiaasciugato, quante speranze ab-bia acceso. Una sera promettevail suo interessamento, la seradopo portava la soluzione piùgiusta. Per questo era diventatoil punto di riferimento per “gliuomini della valigia”. I suoioperai l’hanno visto gioire con

loro nelle occasioni di festa(matrimoni, battesimi, primecomunioni...) e l’hanno visto aloro fianco piangere nei mo-menti del dolore. Durante le ter-rificanti tragedie dei cantieri diRobiei, di Stabiascio, di Mottodi Dentro, la commozione didon Dino era profonda e frater-na.

Quante volte, sui cantieri del-la montagna, a scavar gallerie oa costruire dighe immani, conpericoli mortali sempre in ag-guato, a causa di imprevisti sullavoro o per le paurose valanghedi neve, ha lenito la durezza del-le lunghe giornate, le nostalgieamare per le famiglie lontane, ildolore per perdite irreparabili.Sempre tra i primi a precipitarsisui luoghi delle disgrazie. Ri-cordo, in particolare - l’ho cono-sciuto personalmente, dicevo -la gravissima sciagura del 1976dentro la galleria del Gottardo,al pozzo di ventilazione di Mot-to di Dentro, sopra Airolo Eralui ad accogliere e a consolare iparenti delle vittime, distrutti eubriachi di dolore per quantovedevano. “Con le lacrime agliocchi, non posso che dirti gra-

zie, don Dino. Grazie per le le-zioni di umanità vissuta”: così siesprimeva alla cerimonia fune-bre Mauro Chinotti, il tecnicodella Direzione lavori al S. Got-tardo per l’Ufficio strade nazio-nali svizzere.

L’anno scorso don Dino ave-va celebrato la sua ultima festadi Santa Barbara, patrona deiminatori, nell’immenso cantiereper la ferrovia “europea” Alp-Transit, a Bodio. Il suo volto eragià profondamente segnato dal-la malattia e dalla stanchezza,ma la sua serenità e il suo otti-mismo contagioso erano sempreintatti. E nel cuore sempre i suoioperai, fino all’ultimo. Al ve-scovo Torti di Lugano, che lo vi-sitava in clinica pochi giorniprima della sua “partenza”,Dondin diceva: “Bisogna pensa-re ai minatori e ai cantieri; ma cipenserà anche Lui, credo, vistoche ora mi chiama lassù”. Già,lassù... Indimenticabile donDino. Per te, le, struggenti paro-le della preghiera degli Alpini:“Signore delle cime, per le tuemontagne, su nel paradiso la-scialo andare”.

V. S.

Il presidente della Fasi ha dif-fuso una nota con cui annun-cia l’apertura delle prenota-zioni estive sulle navi dellaTirrenia e le agevolazioni fat-te per gli emigrati dalle altrecompagnie di navigazione. Lanota precisa anche le proble-matiche della “continuità ter-ritoriale”.

A partire dall’11 gennaiosono state aperte le prenota-zioni sulle navi Tirrenia per leferie estive del 2002.

Le date disponibili sono leseguenti:Andata: dal 27 luglio al 14agosto 2002:Ritorno: dal 16 agosto al 1ºsettembre 2002.

Le linee a nostra disposizio-ne sono le seguenti:Genova-P. Torres e viceversa;Genova-Olbia e viceversa;Genova-Arbatax e viceversa;Civitavecchia-Cagliari e vice-versa;Civitavecchia-Olbia e vice-versa.Ricordiamo che coloro chehanno diritto allo sconto “re-sidenti” (solo nati in Sardegnae famigliari a carico) devonopossedere i seguenti requisiti:- essere lavoratori dipendenti;- essere disoccupati;- essere pensionati;- essere in cassa integrazione.

Lo sconto è praticato su tut-te le linee e in tutte le stagio-ni. Per ottenerlo è necessariopresentarsi al Circolo sardo diappartenenza e compilare ilmodulo di autocertificazione.Ogni modulo dovrà essere fir-mato anche dal Presidente delCircolo e dovrà riportare iltimbro dell’Associazione.

Si precisa che i moduli so-pra citati sono disponibili solopresso le sedi dei Circoli sar-di o la FASI.

Si ricorda che le prenotazio-ni Tirrenia scadono 30 giorni

prima della partenza.Due nuove navi entreranno

in servizio sulla linea Geno-va-Porto Torres, sono rispetti-vamente la Bithia (presenteanche lo scorso anno) e la suagemella dal nome Janas.

Si tratta di navi moderne, ingrado di trasportare 2500 per-sone e 900 auto. Le cabinesono comode e spaziose, an-che le poltrone sono conforte-voli. La durata della naviga-zione è di circa 9 ore.

La Compagnia di naviga-zione Moby Lines non ci con-cede particolari agevolazioni,infatti pratica lo sconto del30% solo per le partenze inbassa stagione. Le linee per-corse dai traghetti Moby Li-

nes sono le seguenti: Genova-Olbia e viceversa, Livorno-Olbia e viceversa, Civitavec-chia-Olbia e viceversa.

Anche la Società GrimaldiGroup ci concede lo scontodel 30% solo per le partenzein bassa e media stagione.

Le linee Grimaldi sono leseguenti: Genova-Porto Tor-res e viceversa, Genova-Olbiae viceversa.

Per quanto riguarda il sup-porto tecnico e la bigliettazio-ne con tutte le compagnie,non solo quelle fino ad ora ci-tate, ci avvaliamo della colla-borazione dell’Agenzia Euro-target della quale riportiamotutti i dati:

Via Pompeo Neri, 2 - 20146

Milano. Tel. 0248952781.Fax 024224189.

Comunicazioni in meritoalla continuità territoriale

Anche se a fatica, d’altron-de inevitabile visti gli interes-si che si vanno a toccare, stapartendo la continuità territo-riale per i viaggi aerei per laSardegna con scalo Milano eRoma.

Per continuità territoriale siintende tariffe praticate sututto il territorio nazionale.

I destinatari delle tariffeagevolate sono:

- i sardi residenti;- gli emigrati nati in Sarde-

gna;- gli studenti universitari;- giovani di oltre 18 anni

iscritti all’Università (godonoanche delle agevolazioni finoai 27 anni compiuti);

- anziani di età superiore adanni 70;

- disabili, persone con disa-bilità fisica, quali portatori dihandicap, infortunati o malaticon mobilità ridotta.Le tariffe:Cagliari-Roma (andata e ri-torno) = Euro 84,87Cagliari-Milano (andata e ri-torno) = Euro 110,72Olbia-Roma = Euro 71,73Olbia-Milano = Euro 110,72Alghero-Roma = Euro 71,73Alghero-Milano=Euro 110,72

Si informa che a queste ta-riffe vanno aggiunte le tasse

aeroportuali, che variano a se-conda delle tratte, ma che siaggirano intorno a Euro 15.

Per il momento le tariffe so-pra indicate vengono applica-te da Meridiana sulle tratteRoma-Olbia e viceversa, Mi-lano-Olbia e viceversa. Dalprossimo 21 gennaio la com-pagnia Air One le applicheràsulle tratte Milano-Cagliari eMilano-Alghero.

Per qualunque informazio-ne, siete pregati di rivolgersiai numeri telefonici del-l’Agenzia Eurotarget prece-dentemente citata.

Condividiamo l’amarezzadei conterranei che vivono inPiemonte, Liguria, Emilia Ro-magna, Toscana e nel Nord-Est dell’Italia settentrionale,regioni nelle quali si concen-tra il maggior numero di Cir-coli e associazioni sarde chesi vedono private di questeagevolazioni.

Sono convinto, però, chel’Istituzione della continuitàterritoriale provocherà un au-mento considerevole del traf-fico aereo per la Sardegna e inconsiderazione di questo sa-ranno le stesse compagnie ae-ree ad allargare le agevolazio-ni tariffarie a tutti gli scali na-zionali.

Siete pregati di informaretutti i Vostri soci e le comuni-tà di sardi presenti nel territo-rio affinché possano servirsidelle nostre strutture per pre-notare e bigliettare.

Si ricorda che il servizio èesteso anche alla bigliettazio-ne per viaggi navali e aereodestinati a gruppi che intendo-no fare turismo sociale, cultu-rale...

Per eventuali chiarimenti,telefonare ai seguenti numeri:0382.470202 (ufficio FASI)oppure 335.5447057 (miopersonale).

Filippo Soggiu

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EMIGRAZIONE 27

GENNAIO 2002

APPROVATA LA LEGGESUL DIRITTO DI VOTOPER GLI ITALIANI ALL'ESTERO

ANTONIO GALISTUALLA GUIDA DEL CIRCOLODI STOCCARDA

ARU PRESIDENTEDEL CIRCOLO SARDODI SARONNO

Sotto l’albero di Natale i cit-tadini italiani residenti al-l’Estero hanno trovato il rega-lo della legge che permetteràdi esercitare il diritto di votoper le elezioni politiche ed ilreferendum. Il Senato ha infat-ti approvato in via definitiva e,in maniera quasi plebiscitaria(contro hanno votato solo Prc ePdci, astenuti i Verdi), la Leg-ge che regola l’esercizio divoto dei cittadini italiani al-l’Estero e che completa la ri-forma iniziata con le due leggicostituzionali approvata nellapassata legislatura. Così gliItaliani all’Estero potrannovotare: voto proporzionale perposta, un sistema più sempliceed efficace rispetto al seggiopresso le sedi consolari. Eleg-geranno 12 deputati e 6 senato-ri della Circoscrizione Estero.La Circoscrizione Estero è ar-ticolata in 4 ripartizioni, inognuna delle quali viene elettoun deputato ed un senatore. Glialtri seggi sono distribuiti inproporzione al numero dei cit-tadini italiani che vi risiedono.

Le 4 ripartizioni sono: Euro-pa (compresi i territori asiaticidella federazione russa e Tur-chia); America meridionale;America settentrionale e cen-trale; Africa, Asia, Oceania edAntartide. I candidati devonoessere residenti ed elettori nel-la relativa ripartizione.

La Legge prevede l’opzione,l’unificazione degli elettori,l’ineleggibilità, le modalità divoto e la disciplina della cam-pagna elettorale.

L’opzione del luogo di voto- Ad ogni elezione, infatti, ilcittadino italiano residente al-l’Estero dovrà scegliere se vo-tare nella Circoscrizione Este-ro o in Italia. Per l’opzione in

Italia dovrà comunicare la de-cisione al Consolato o alla rap-presentanza diplomatica entroil 31 dicembre dell’anno pre-cedente a quello di fine legi-slatura (il 31 dicembre 2005per le elezioni 2006). In casodi scioglimento anticipato del-le Camere o di indizione di re-ferendum popolare l’opzioneper il voto in Italia potrà esse-re esercitata entro il decimogiorno successivo all’indizio-ne delle votazioni.

Unificazione degli elettori –Il Governo dovrà stilarel’elenco aggiornato dei cittadi-ni italiani residenti all’Esteroper predisporre le liste eletto-rali, unificando i dati dell’ana-grafe degli Italiani all’Estero(AIRE) e degli schedari conso-lari tenuti dal ministro dell’In-terno. I due dati oggi non coin-cidono: per l’AIRE sono circa2.600.000, per il ministeropoco meno di 4 milioni,3.900.000. Secondo l’anagrafeconsolare gli Italiani in Ameri-ca del nord sono 309.869, inAmerica centrale 15.000, inAmerica del sud 1.120.308 (ol-tre mezzo milione in Argenti-na e quasi 300 mila in Brasile).Negli altri paesi europei gliItaliani sono 2.178.593: in par-ticolare 680.068 in Germania,527.817 in Svizzera, 371.125in Francia. In Africa sono

68.470, in Asia 25.524 e153.045 in Oceania. Per stabi-lire quanti siano gli Italiani al-l’estero occorrerà aspettarefino al 21 marzo 2003, datastabilita per il censimento dauna legge approvata recente-mente dal Parlamento.

Ineleggibilità – Vengonoestese anche alla Circoscrizio-ne Estero le cause di ineleggi-bilità già previste dalle leggielettorali. Nessun deputato osenatore o componente delGoverno potrà far parte con-temporaneamente di Parla-menti o di governi esteri.

Come si vota – I Consolatiinvieranno agli elettori un pli-co. All’interno gli Italiani resi-denti all’Estero troveranno: unfoglio con le istruzioni per vo-tare, le liste dei candidati e iltesto di questa legge; il certifi-cato elettorale; la schede; duebuste, una senza indicazioni disorta in cui inserire la scheda(o le schede se si vota ancheper il Senato) votata, un’altrabusta affrancata con già stam-pato l’indirizzo del Consolatocui rispedire il materiale. Spet-ta ai consolati inviare in Italia,in valigia diplomatica e per ae-reo, le buste arrivate entro le16 del giovedì che precede ladomenica elettorale. Le schedeche arriveranno in ritardo sa-ranno bruciate. Lo spoglio del-

la Circoscrizione Estero saràcontestuale a quello nazionale.

Campagna elettorale – LoStato italiano dovrà conclude-re apposite forme di collabora-zione con gli Stati in cui risie-dono i cittadini italiani per ga-rantire lo svolgimento dellacampagna elettorale. Spetteràa consolati ed ambasciateadottare iniziative per pro-muovere la più ampia comuni-cazione politica. Spetterà allerappresentanze diplomaticheconcludere in “forma sempli-ce” intese con i governi pergarantire l’esercizio del dirittodi voto in condizione di egua-glianza, libertà, segretezza.Gli elettori residenti negli sta-ti in cui non vi sono rappresen-tanze diplomatiche italiane ov-vero con i cui governi non siastato possibile concludere leintese per garantire lo svolgi-mento della campagna eletto-rale hanno diritto al rimborsodel 75% del costo del bigliettodel viaggio presentando istan-za all’ufficio consolare delloStato di residenza o all’ufficioconsolare di uno degli Stati li-mitrofi.

Un iter lungo e laboriosoIter lungo e laborioso per ar-

rivare al voto che permetteràsin dalle prossime elezioni aicittadini italiani residenti al-

l’Estero di votare. Il 24 febbra-io 1999 la Camera approva lalegge che modifica l’art. 48 del-la Costituzione concedendol’elettorato attivo e passivo agliItaliani all’estero. Il 28 aprile1999 il Senato approva la leggeche deve essere di nuovo ap-provata dalle due Camere dopotre mesi di interruzione, inquanto legge costituzionale. Il30 giugno ’99 la Camera appro-va per la seconda volta il testo.Il 29 settembre ’99 il Senatoapprova in via definitiva la mo-difica dell’art. 48 della Costitu-zione. Il 7 marzo 2000 la Came-ra approva la modifica degli ar-ticoli 56 e 57 della Costituzio-ne che stabilisce la rappresen-tanza degli Italiani all’estero in12 deputati e 6 senatori. Il 28giugno 2000 il Senato approvail DDL modificandolo, leggeche torna a Montecitorio perconcludere la prima lettura. Il12 luglio 2000 la Camera ap-prova il testo del Senato. Il 5ottobre 2000 aveva il si del Se-nato in seconda lettura, il 18ottobre il si definitivo dellaCamera in seconda lettura. Il22 febbraio 2001 la Commis-sione affari costituzionali delSenato approva la legge ordi-naria di attuazione delle normesul diritto di voto degli Italia-ni all’Estero. Quindici giornidopo lo scioglimento anticipa-to delle Camere rinvia tuttoalla 14ma legislatura. E pro-prio in questa legislatura il 18settembre 2001 il Senato ap-prova il decreto legge che fis-sa al 21 marzo 2003 il censi-mento degli Italiani residentiall’Estero. Il 20 novembre2001 la Camera approva lalegge di attuazione che arrivaal Senato per il voto definitivodel 20 dicembre.

INAUGURATA LA NUOVA SEDEDELL'ASSOCIAZIONE SARDANELLA MARCA TREVIGIANA

Il Circolo culturale sardo “Su Nu-raghe” di Stoccarda in Germania harinnovato, il 24 novembre, gli orga-ni collegiali.

A far parte del Consiglio Diret-tivo, presieduto da Antonio Gali-stu, sono stati chiamati: PietroSoro, Vicepresidente; Paolo Atzo-ri, Segretario; Francesco Pistis,Cassiere; Antonio Spanu, Verbali-sta; affiancati da: Salvatore Cugu-

si, Tonino Lai, Francesca Piras,Tonino Pitzalis, Massimo PistisAntonio Sanna, Consiglieri. LeRiserve sono Giorgio Contu e Se-bastiano Solinas.

Il Collegio dei Probiviri è com-posto da: G. Maria Sotgiu, PieroCorona e Pasquale Canu.

Revisori dei Conti sono statieletti Geraldina Torre, Bruno Zuc-ca e Franco Contu.

Il circolo culturale sardo “Grazia Deledda” di Saronno, ha rinnovato, il 30settembre, gli organi collegiali. Presidente del Circolo è stato eletto LucianoAru di Fluminimaggiore (Cagliari). Lo affiancano i Vicepresidenti Giovan-ni Melis di Tertenia (Nuoro) e Giulio Melis di Escalaplano (Nuoro). Com-pletano l’Esecutivo il Tesoriere Antonio Melis di Tertenia, il SegretarioMario Gessa di Tertenia, ed il Delegato di base Mario Brendas di Tertenia.

Nel Direttivo sono stati eletti Consiglieri: Iolanda Albai di Teulada (Ca-gliari); Sergio Gessa di San Giovanni Suergiu (Cagliari); Giancarlo Masaladi Gonnesa (Cagliari); Agnese Ibba di Morgongiori (Oristano); MargheritaMellai di Paulilatino (Oristano). Sono affiancati dai Consiglieri supplenti Ba-chisio Padedda di Bolotana (Nuoro) e Luciana Fadda di Flussio (Nuoro).

Per il Collegio dei Revisori dei Conti sono stati eletti: Giulio Brendas diTertenia; Antonio Demurtas di Oristano; Giuseppe Firino di Carbonia (Ca-gliari); Mario Floris di Tertenia (Nuoro) e Attilio Monni di Tertenia.

Sono stati chiamati a far parte del Collegio dei Probiviri Attilio Vargioludi Tertenia; Sandro Carboni di Tratalias (Cagliari); Gino Quartu di Armun-gia (Cagliari); Giovanni Vargiu di Sassari e Piero Grussu di Curcuris – Ales(Oristano).

L’Associazione culturale sar-da “Amicizia sarda nella Marcatrevigiana” ha una nuova sede.Dopo tante richieste inesaudite,ma caparbiamente inoltrate intanti anni all’AmministrazioneComunale di Treviso e dopo unanno irripetibile di lavori, inparte eseguiti in economia conprestazioni d’opera da parte ditanti soci ed in parte affrontaticon indebitamenti, sembra qua-si un sogno e qualcuno stentaancora a crederci.

Grazie all’opera del Presiden-te dell’Associazione, dott. An-tonino Cadoni, l’associazionedei Sardi, l’associazione Scac-chistica Trevigiana e l’associa-zione Italiana Arbitri (quasi250), hanno potuto ricavare leproprie sedi nelle aule della vec-chia scuola elementare “Ram-baldo degli Azzoni”.

Pertanto – ci ha scritto DarioDessì – la sede del circolo sardopossiede adesso, senza la mini-ma intenzione retorica, le verecaratteristiche di un’ambasciatadegna di rappresentare la Sarde-gna e qualsiasi sardo residente onon in terra trevigiana. I festeg-giamenti per le tre inaugurazio-ni sono cominciati sabato 22settembre con l’apertura dellasede dell’associazione ItalianaArbitri alla presenza del Sinda-co Giancarlo Gentilini, di altreautorità a livello provinciale, re-

gionale e nazionale e del parro-co di San Giuseppe, intervenutoper benedire i muri e le opere. ISardi hanno aperto la loro nuovasede il 10 novembre e, dopo unasettimana, in occasione del Tor-neo a livello nazionale svoltosiil 7,8 e 9 dicembre, anche gliscacchisti hanno inaugurato inuovi locali.

Tutte le inaugurazioni hannousufruito della sala multifunzio-nale del Circolo dei Sardi, pre-disposta ed arredata per l’alle-stimento di banchetti, cene erinfreschi ovviamente a base diprodotti enogastronomici dellaSardegna, grazie anche - ha pre-cisato Dario Dessì – alla profes-

sionalità, competenza e convin-zione del Magister Vini France-sco Dore ed alla disponibilità dialtri soci.

In occasione dei festeggiamen-ti, le pareti dei locali dell’Asso-ciazione culturale sarda “Amici-zia sarda nella Marca trevigiana”sono state impreziosite daun’esposizione di numerosi qua-dri di due pittori cagliaritani eduno trevigiano. Con notevole im-pegno è stata inoltre curata la di-stribuzione di opuscoli e guideturistiche della Sardegna consuggerimenti e consigli soprat-tutto sugli itinerari da seguire aldi fuori delle usuali mete lungo lecoste dell’Isola.

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IL MESSAGGERO SARDO 28GENNAIO 2002

Nel quadro attuale digrandi cambiamenti so-ciali che portano ad una

crescente stratificazione e dif-ferenziazione tra le diversecomponenti anagrafiche e geo-grafiche della comunità sardain emigrazione, il ruolo dellaFILEF si arricchisce di nuovepotenzialità. Sorgono, accantoagli antichi e perduranti biso-gni di aiuto (si pensi all’Ar-gentina o alla condizione deglianziani), nuove esigenze lega-te, ad esempio, allo sviluppodell’autoimprenditorialità, unfenomeno in crescita fra gliemigrati. Assieme allo sforzoche tradizionalmente la FILEFha fatto suo per l’affermazionedei diritti dei lavoratori e del-l’associazionismo, la FILEFdel prossimo futuro dovrà esse-re capace di proseguire il cam-mino, già intrapreso, della sod-disfazione dei nuovi bisogni.

Mobilità giovanile, forma-zione formale e informale, ser-vizi alla micro e autoimprendi-torialità, progettualità, coope-razione per lo sviluppo, tuteladella cultura, devono semprepiù essere strumenti chiave

EMIGRAZIONE / Jan Lai eletto presidente al terminedel 4º Congresso regionale �Condividere unacittadinanza senza confini�

LA FILEF SARDASI RINNOVAE PUNTA SUI GIOVANI

di Marco Aresu

IL DOCUMENTO PROGRAMMATICOnella lotta alle disuguaglianzeed in favore dell’integrazionesenza omologazione che è l’in-terculturalità ed il rispetto del-le diversità.

Se l’emigrazione e l’immi-grazione sono risorse, e noi losappiamo, lo sono sia sottol’aspetto dell’arricchimentoculturale reciproco tra le cultu-re che sotto l’aspetto dell’inno-vazione e dello sviluppo econo-mico. Per valorizzare queste ri-sorse la FILEF si pone come ri-ferimento privilegiato innanzi-tutto verso la comunità dei sar-di nel mondo con la quale vapromosso con crescente impe-gno lo sviluppo del padenadatoe del lavoro in rete. Allo stessomodo, per affermare gli stessiprincipi, offrire gli stessi servi-zi e raggiungere insieme glistessi obiettivi, va sviluppato ilnostro rapporto con la semprepiù importante comunità degliimmigrati.

E le istituzioni pubbliche,dai Comuni alla CommissioneEuropea, dovranno sempre piùtrovare in noi non dei que-stuanti, ma dei protagonistidello sviluppo umano ed eco-

nomico delle comunità mi-granti e di quelle locali, concapacità di progettualità e ra-dicamento nel tessuto socialetali da non potersi più permet-tere di ignorare il nostro ruolo.

Sarà sempre più importanteche la FILEF si faccia fortepromotrice dei diritti fonda-mentali degli immigrati comelo ha fatto per gli emigrati: èora che chi vive nelle nostrecomunità abbia pieno diritto divoto amministrativo, attivo epassivo, per partecipare allavita democratica del nostro Pa-ese, allo stesso modo in cui ilnostro Parlamento ha ricono-sciuto l’esercizio di voto al-l’estero per i nostri emigrati.

La Conferenza Stato-Regio-ni-CGIE che si svolgerà a mar-zo 2002 costituirà, infine, unappuntamento fondamentalein cui la FILEF - Sardegnavuole portare il proprio speci-fico e concreto contributo pro-positivo rispetto a tutta una se-rie di misure che nei prossimianni le Regioni, e quindi laRegione Sardegna, dovrannovarare a favore delle nostrecollettività emigrate.

Si è svolto l’8 e il 9 dicembrescorso a Cagliari il QuartoCongresso della Federazio-

ne italiana lavoratori emigrati efamiglie-Filef (dopo i tre tenutiin Belgio), organizzato dal Co-mitato regionale sardo, al qualehanno preso parte decine di dele-gati provenienti da 11 Stati (oltreall’Italia, Belgio, Lussemburgo,Francia, Olanda, Svizzera, Ger-mania, Argentina, Perù, Canada eAustralia) e dalla stessa Sardegna.Al Congresso cagliaritano si ègiunti dopo le assemblee precon-gressuali svoltesi nelle diverse na-zioni. Al termine dei lavori, dopooltre 50 diversi interventi, è statoeletto il nuovo direttivo: presiden-te è ora Jan Lai (figlio del presi-dente uscente Carlo Lai), vicepre-sidente Cristina Oggiano, mentrePier Paolo Tremendo, emigrato aLima in Perù, è il rappresentantedegli emigrati.

L’ampia ed articolata relazio-ne del presidente Lai (tema delCongresso “Condividere una cit-tadinanza senza confini, il ruolodella Filef tra identità culturali emigrazioni”) ha dapprima pre-sentato il quadro generale delleproblematiche (storiche e socia-li) contemporanee all’internodelle quali si trova ad operareanche la Filef.

“Condividere una cittadinanzasenza confini”: questo è il titoloche è stato scelto per il Congres-so: “Costruire una società mul-tietnica, laica e multiculturale,senza pregiudizi e stereotipi, ab-battere le barriere geografiche -ha aggiunto Lai - sono i compitiprincipali per i quali si impegnala Filef di oggi. Attraverso inter-venti nella dimensione dell’emi-grazione, della immigrazione edel volontariato europeo, sonosostenuti tutti quei movimenti dipersone e culture che portano acreare una cittadinanza senzaconfini. E in questo modo vengo-no percorse due strade parallele:da un lato il nostro operato sisforza di favorire positivamentel’integrazione di quei singoli cheper motivi di studio o lavoro o al-tro lasciano la loro terra d’origi-ne, dall’altro ci impegniamo neiprogrammi europei che, attraver-so la mobilità giovanile, cercanodi costruire una consapevolezzaaperta a tutto ciò che è “diverso”,il punto di incontro consiste nelfavorire lo scambio o l’inter-scambio delle diverse attivitàculturali e sociali così da potercontribuire alla costruzione diuna società quanto più possibilesolidale”. Infine se da un lato hacondannato il terrorismo (ricor-dando i fatti dell’11 settembrescorso) si è detto perplesso edubbioso sull’uso della guerracome strumento di risoluzionedei conflitti.

Lai ha poi affrontato le diversetematiche legate all’emigrazio-ne: dalle strutture come i Circoli,alle Federazioni, alle Associa-zioni di tutela. Si è auspicatomaggiore unione, ma anche l’in-serimento delle nuove generazio-ni tra i responsabili. “Il passaggiogenerazionale fra i gruppi diri-genti, oltre che un fatto naturale- ha affermato - porta una positi-va scarica di adrenalina al siste-ma. Il sempre condannato rinno-vamento nella continuità nondeve ridursi a sola continuità,deve consentire, finalmente, aifigli e nipoti di quanti negli anni’50 e ’60 hanno dovuto percorre-re il cammino dell’Emigrazionedi vivere il loro tempo nei suc-cessi e nelle delusioni. Dovrannoessere loro i nuovi protagonisti”.

Sulle Associazioni di tutela, inparticolare, ha sottolineato che viè “la mancanza assoluta di coor-

dinamento e comunicazione” eche la Faes (la Federazione delleAssociazioni) “deve urgente-mente rinnovarsi per continuaread avere un senso e questa è re-sponsabilità precisa di ogni as-sociazione che ne fa parte. UnaFederazione legittimata e forteimpedirà, a certi sempiterni di-rigenti delle Federazioni deiCircoli, di sostenere l’inutilitàdella Faes e delle Associazioni,convincendo tutti che questastruttura sia quel tramite “superpartes” fra Emigrazione e Isti-tuzione”. Fra le proposte anchela presentazione di progetti co-ordinati già dal prossimo annoed un, come già accennato, ri-cambio generazionale.

Parlando della struttura Filef

Lai ha ricordato: l’apertura diuna sede Filef a Nuoro (si svol-ge prevalentemente lavoro ine-rente ai problemi previdenzialie pensionistici); la possibile na-scita di un nucleo di referenti adOlbia; le collaborazioni con unimportante numero di realtà lo-cali (Comuni, Comunità Mon-tane, Amministrazioni provin-ciali, Università di Cagliari, edaltri), e con Associazioni in Ita-lia e nel Mondo, tutti fatti cheindicano il radicamento sul ter-ritorio sardo ed al di fuori diesso.

Le attività di questi ultimianni sono state diverse e fonda-mentalmente riconducibili a trearee di iniziative: culturale,previdenziale e informativa.

“Nei sette anni trascorsi dal-l’ultimo Congresso di Liegi, lanostro politica in Emigrazionesi è indirizzata in più campi. In-numerevoli sono stati i progettirealizzati con successo. Voglioricordarne alcuni ringraziando itanti amici e compagni che han-no consentito il miglior succes-so. La mostra dei Fumetti diAntonio Cossu (delegato delBelgio) organizzata con la col-laborazione del Circolo di Lie-gi e realizzata a Cagliari ed inalcune località vicine. Il pro-getto di formazione “Che lavo-ro desideri” ha visto impegnatialcuni di noi e numerosi docen-ti esterni coordinati da un’asso-ciazione con la quale ci si eraconvenzionati. E stato un pro-getto originale ed interessanterealizzato nei Circoli del Bel-gio volto ad offrire un miglioreorientamento al lavoro ai gio-vani. Con l’Università di Ca-gliari e con l’Associazione Su-cania si è realizzato un proget-to culturale costituito da dueserie di conferenze annuali sul-la Cooperazione allo Sviluppotenute da diversi docenti italianie stranieri con la partecipazionedi oltre 130 iscritti per ogni se-minario. Realizziamo con ca-denza annuale e con il contribu-to della Commissione Europeanell’ambito del Servizio Volon-tario Europeo il progetto Myth-net Sardinia che impegna per 6mesi diversi nostri volontari giàpronti a realizzare la quinta edi-zione (sintesi del lavoro sono i 3CD-rom che sono stati conse-

gnati ai partecipanti). Ultima,solo in ordine di data, una seriedi conferenze sulla Sardegnanuragica tenuta da un giovanearcheologo nostro volontario.La conferenza si è tenuta, in oc-casione delle Assemblee pre-congressuali realizzate in Ar-gentina ed in Perù organizzatedai Circoli di La Plata e Limache ci hanno ospitato”.

Per quanto riguarda gli obiet-tivi futuri la Filef si propone dilavorare in cooperazione contutte le associazioni di Sardi al-l’Estero e con le loro Federa-zioni nazionali per l’integrazio-ne dei sardi con i loro paesiospitanti.

Lai è stato anche critico neiconfronti della Consulta, il“Parlamentino” dell’Emigra-zione per la sua mancanza, fral’altro, di capacità decisionale,e per la necessità in genere diun maggiore impegno per il fe-nomeno dell’immigrazione. IlPresidente uscente al terminedella sua relazione ha volutoanche ricordare il ruolo dei gio-vani e delle donne nell’Asso-ciazione; il problema dei tra-sporti (“Le tariffe ‘speciali’ deidiversi vettori devono riguar-dare tutti i Sardi e loro congiun-ti residenti e no; devono inte-ressare tutti gli aeroporti nazio-nali collegati dalle compagnieaeree con la Sardegna); la situa-zione politica in Sardegna (“untriste spettacolo quello chequotidianamente ci viene offer-to”); e il voto all’Estero (“Do-vrete, responsabilmente, indi-viduare i Vostri candidati e so-stenerli con convinzione”).

Dopo l’intervento del presi-dente uscente Lai sono, quindi,seguiti numerosi e accorati in-terventi dei delegati fra i qualiricordiamo quello di GiovannaCorda che ha parlato della suaesperienza in Belgio, a Boussu(un comune di 20.000 abitanti)dove è vicesindaco. Mentre Li-netta Serri, presidente dell’An-ci Sardegna (Associzione deiComuni) ha portato la sua espe-rienza di amministratrice ricor-dando l’importanza del baga-glio umano e professionale del-l’emigrazione “un giacimentonon esplorato del tutto”. Il con-sigliere regionale dei Ds DinoPusceddu ha ricordato che ilflusso degli emigrati che parto-no dalla Sardegna continuamentre Mario Pusceddu (Bel-gio) ha sottolineato, con ram-marico, la pressocché totale as-senza della Regione ai lavori ri-cordando che i precedenti treCongressi si sono svolti in Bel-gio. Per la Federazione Olande-se ha preso la parola MarioAgus che ha affermato, fra l’al-tro, come i Sardi chiedanoprovvedimenti legislativi effi-caci e ha reso noto che sono cir-ca ottomila i corregionali inOlanda. Del coordinamentogiovani della Fasi ha parlato Si-mone Pisanu che ha illustrato ilprogetto “Che lavoro deside-ri?” per conoscere e capire leaspirazioni dei giovani sardi edare delle opportunità a chi la-scia la Sardegna in cerca di unaoccupazione. Ha inoltre confer-mato l’impegno del sindacatoOriana Putzolu della Cisl Sar-degna. Mentre del volontariatosvolto nella Filef, dell’impegnoper l’emigrazione ha parlatoJan Lai che il giorno dopo è di-ventato il nuovo giovane presi-dente della Filef indicando conchiarezza quale potrà esserel’indirizzo d’Associazione ditutela che, ad esempio, ha ade-rito con successo a iniziativecomunitarie.

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IL MESSAGGERO SARDO 29GENNAIO 2002

EMIGRAZIONE / Alberto Pisanoconfermato alla presidenza, GiorgioCarta presidente onorario.L'impegno a difesa dei più debolie degli emarginati

AL CONGRESSO DELL'AITEFRILANCIATO IL RUOLODELLE ASSOCIAZIONI DI TUTELA

di Valentina Orgiu

IL DOCUMENTO CONCLUSIVOCHIEDE MAGGIOR IMPEGNOA GOVERNO E PARLAMENTO

Partono ogni giorno pieni disperanze pronti a coloniz-zare il Mondo. Abbando-

nano la terra d’origine per inse-guire la chimera del benessereeconomico in un viaggio, spes-so, di sola andata. Sono i nuovi“Cosmopoliti di Sardegna”, gio-vani e moderni emigrati alla ri-cerca di una migliore qualitàdella vita nel paese d’accoglien-za. Un flusso migratorio difficil-mente inarrestabile - ancoraoggi annualmente oltre 1000Sardi lasciano l’isola con unamedia di circa 3 partenze quoti-diane - di poco inferiore ai gran-di numeri dell’esodo del vente-simo secolo, quando i loro pre-decessori popolarono, e addirit-tura in alcuni casi ripopolarono,intere regioni dell’America delNord ed alcune zone dell’Ame-rica Latina e del continente au-straliano. Il dato è emerso nel-l’ambito del Congresso regiona-le dell’Aitef Sardegna (Associa-zione Italiana Tutela Emigrati eFamiglie) che ha promosso aCagliari, lo scorso dicembre, lariunione annuale con l’intentodi definire il proprio ruolo inrapporto ai nuovi scenari inter-nazionali. Le cifre parlano chia-ro ed indicano, tuttora, una per-sistente e costante emigrazionedall’isola quanto, per contro,appaia invece mutata la prospet-tiva di vita nel luogo di destina-zione. Il fenomeno è decisamen-te cambiato, non obbedisce piùalle vecchie regole di un tempo.Non riguarda più solamente illavoro ma, tende a coinvolgerele famiglie ed a stabilirsi perma-nentemente. Tramontata“l’ideologia del ritorno in pa-tria”, il fattore nostalgico si cir-coscrive a dei rientri temporaneiovvero, ad una prospettiva piùconcreta solo se legata al mante-nimento del tenore di vita. Lanozione tradizionale di emigra-to, non ha dunque più ragiond’essere ed in mancanza di talicondizioni, l’iniziale abbando-no del paese natio motivato danecessità contingenti, si traducedefinitivamente in una sceltastabile e duratura lasciando peròinalterato il profondo senso diappartenenza alla Madrepatria.Per gli oltre 600.000 corregio-nali sparsi nei cinque Continen-ti, l’identità culturale, la linguaed i valori tipici della sardità siamalgamano con gli usi, costu-mi ed abitudini acquisiti con lalontananza. Il confronto quoti-diano, l’apertura mentale e lacapacità di adattamento comple-tano poi il processo di inseri-mento e di integrazione nel nuo-vo e prescelto habitat di acco-glienza. Dall’esigenza di colli-mare la memoria storica ed ilprofondo radicamento alle tradi-zioni regionali con la realtà lo-

cale di riferimento, l’emigrazio-ne si interseca con la globalizza-zione come elemento associati-vo necessario per arricchire cul-turalmente l’emigrato ed il pae-se d’arrivo. L’identità culturaledi ogni popolo e quindi anche di

quello sardo - ha sottolineatoAlberto Pisano, Segretario re-gionale dell’Aitef - passa, so-prattutto oggi, attraverso l’aper-tura del confronto quotidiano,dentro i processi globali in attonel mondo esterno. Un sano pro-

cesso di modernizzazione devepoter cogliere, potenziare e noncancellare tutti i caratteri speci-fici di ogni comunità. Alla lucedella volontà di leggere l’emi-grazione in relazione a questanuova realtà in movimento, ilruolo dell’Associazione è quan-to mai legato al doveroso assol-vimento dell’obbligo istituzio-nale, oltre che politico e morale,di dare voce, dignità e forza alledomande ed ai bisogni di pienapartecipazione e parità di dirittirivendicati dai nostri corregio-nali stabilmente insediati al difuori del territorio isolano. Unsupporto in tal senso dovrebbeprovenire dalla normativa regio-nale sull’emigrazione che, dalgennaio del 1991, costituisce iltrait d’union tra la politica di go-verno locale e le comunità deiSardi all’Estero. Nata conl’obiettivo di rafforzare i legamicon la popolazione emigrata, laLegge quadro n. 7 si è distintaprettamente per la matrice tipi-camente assistenzialista e, congli anni, ha evidenziato il limita-to raggio d’azione degli inter-

venti, indirizzati prevalente-mente al sostentamento dellestrutture dell’associazionismo.Per quanto al momento dell’en-trata in vigore rappresentasse unfaro normativo per le altre Re-gioni italiane, soprattutto se in-quadrata nell’innovativa logicadella tutela del mondo dell’emi-grazione, mostra attualmenteuna sempre minor valenza nel-l’offrire adeguate risposte allemutevoli esigenze del mercatoglobale. Sollecitata da più partiuna revisione della legislazionein materia di emigrazione, i tem-pi sembrano oramai maturi perstudiare strumenti a tema menolegati alle superate dinamichemigratorie del passato.

Libera da ogni connotazione acarattere contingente - ha preci-sato il Presidente onorario del-l’Aitef Sardegna Giorgio Carta -la nuova normativa dovrà garan-tire soluzioni per consentire ilmassimo di partecipazione de-mocratica a tutti i sardi stabil-mente residenti al di fuori delterritorio della regione. Nella ri-formulazione della legge si do-vrà, inoltre, tener conto anchedel problema dell’immigrazio-ne, mostrando una particolaresensibilità dettata dall’esperien-za diretta dei nostri familiariche, per primi, hanno vissuto edaffrontato situazioni similari.La validità dell’originaria im-piantistica andrà, comunque,salvaguardata soprattutto in me-rito al riconoscimento dei circoliextraeuropei. Spesso identifica-ti come luoghi di “mai sopitamemoria”, individuale e collet-tiva, i 150 circoli sardi ricono-sciuti dalla Regione e sparsi inogni angolo del Mondo, oltre asvolgere un’importante funzio-ne di aggregazione sociale, siconnotano oggi per il notevoleimpulso e stimolo nel trasmette-re e scambiare cultura e risorse.Singolare, in tale prospettiva diinterazione, il tentativo telema-tico del Prof. Paolo Biancu, do-cente di Economia nell’Univer-sità privata di Salvador de Bahia(Brasile) che, utilizzando le po-tenzialità della rete internet, hafondato un circolo virtuale dedi-cato alla figura di AntonioGramsci quale pensatore e stu-dioso italiano più conosciuto al-l’Estero.

Ai lavori del Congresso hannopartecipato il Presidente nazio-nale dell’Aitef Filippo Caria, ilSegretario generale dell’AitefGiovanni Ortu, Roberto Erba inqualità di membro della Consul-ta dell’emigrazione, MarcoMartis quale componente dellaFilef, Efisio Etzi in rappresen-tanza della Federazione dei cir-coli sardi in Belgio ed il Presi-dente del circolo dei Sardi a Bar-cellona Raffaele Melis.

L’Assemblea congressuale,sentita introduzione delPresidente onorario Gior-

gio Carta, la relazione del Presi-dente Alberto Pisano, del Con-sultore Roberto Erba, dellaprof.ssa A Leone e F. Podda(Università di Cagliari), le pro-poste del Segretario generaleGiovanni .Ortu ed il dibattito,con voto unanime

RIBADISCE- la necessità e l’urgenza che il

Parlamento adotti provvedi-menti legislativi diretti ad attua-re politiche in materia di previ-denza e assistenza, diritti civili epolitici, scuola, lingua, cultura einformazione, nonché ad istitu-ire un tavolo di concertazionetecnicopolitico tra Stato, Regio-ni, CGIE e Associazioni Nazio-

nali di Emigrazione, ed istituireun fondo coofinanziato da Stato,Regioni e CGIE;

- la inderogabile necessitàche il Consiglio regionale del-la Regione Autonoma Sarde-gna adotti provvedimenti legi-slativi che:

a) promuovano interventi in-frastrutturali nei comparti stra-dali, portuale, energetico,idrologico e fognario;

b) assicurino la crescita dinuove imprese e di nuove im-prenditorialità per ridurre ladisoccupazione e l’emigrazio-ne giovanili;

c) istituiscano la Conferenzapermanente dei Sardi fuori dal-la Sardegna, propedeutica allaConferenza triennale fra Stato,Regioni e Cgie (L. 198/98);

d) estendano l’esercizio deldiritto di voto per c o r r i -spondenza ai cittadini italianidi origine sarda residenti al-l’estero in occasione delle ele-zioni del Consigho regionale el’attribuzione ad essi di unarappresentanza pari a tre seggi;

e) attribuiscano risorse fi-nanziarie specificamente, de-stinate alla valorizzazione delruolo dei giovani e delle donnein emigrazione;

f) superino, in via definitiva,le limitazioni imoste ai sardidalle condizioni di insularitàdella Sardegna;

g) incentivino, la collabora-zione tra la Regione,la Consul-ta, le Federazioni, i Circoli, leAssociazioni nazionali di emi-grazione, i Comites ed il Cgie.

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IL MESSAGGERO SARDO 30GENNAIO 2002

CALCIOIl 2002 ècominciato sottoil segno delriscatto.I rossoblùlasciano la zonaretrocessione

IL CAGLIARI DI SONETTIRITROVA GIOCO E GOLE RISALE LA CLASSIFICA

di Andrea Frigo

Non poteva cominciarein modo migliore il2002 per il Cagliari di

Nedo Sonetti. Dopo aver su-perato il Genoa, nell’ultimapartita del 2001, la squadrarossoblù ha ottenuto altre duevittorie ed un pareggio (ester-no), conquistando così ben 10punti in quattro partite. Unasorta di record, dopo due sta-gioni davvero disgraziate chehanno portato il Cagliari dallaretrocessione in serie B, conUlivieri in panchina, alla pienazona retrocessione del torneocadetto e al cambio di ben treallenatori in soli quattro mesi.

La cura Sonetti, insomma,sta funzionando. Quando sidice che il cambio dell’allena-tore provoca, di solito, unoscossone all’ambiente. Nonera successo con la coppiaNuciari-Matteoli, subentrataad Antonio Sala dopo ottogiornate (nelle quali il “profe-ta”, così lo chiamavano a Sie-na, riuscì a ottenere soltantoquattro punti, senza neancheuna vittoria), è successo inve-ce alla vigilia di Natale, quan-do un Massimo Cellino sullavia della disperazione ha deci-so di chiamare un capitano dilungo corso come Sonetti pertogliere la squadra sarda dalleacque agitate della serie B. Sipotrebbe dire, con il solitosenno di poi, che Sala era unallenatore troppo giovane epoco esperto per guidare unsquadra blasonata, a questi li-velli, come il Cagliari e che ilduo Nuciari-Matteoli fossetroppo ben voluto dalla squa-dra per “farsi rispettare” o riu-scire a tirar fuori dai singoligiocatori quella “cattiveria”giusta per invertire una rottache si stava facendo semprepiù pericolosa. Sta di fatto cheSonetti (che al suo arrivo inSardegna ha subito rifiutatol’etichetta di “sergente di fer-ro”) ha compiuto il “miraco-lo”. È riuscito, cioè, a far farea questa squadra tutto quelloche non era stata in grado difare negli ultimi due anni. Haridato compattezza al gruppo,assegnando ad ognuno un pre-ciso ruolo. Ha ridisegnato laformazione, optando per un 4-4-2 di ispirazione offensiva,rilanciando la coppia d’attac-co Cammarata-Suazo (chesembrava sulla via della sepa-razione dopo l’arrivo di Espo-sito) e proponendo sulle fascedue giocatori tecnici e velocicome Esposito e Lucenti. Indifesa ha promosso Modestosulla destra (ruolo che peral-tro già Sala intendeva far rico-prire al corso) e trovato in Lo-pez e Cudini una coppia dimastini insuperabili. A cen-trocampo ha ridato fiducia adAbeijon (quasi mai utilizzatoda tutti gli allenatori che sisono alternati a Cagliari negliultimi tre anni) e Conti.L’uruguaiano, un vero com-battente che non si risparmiamai, ha dimostrato di avere lastoffa per fare il leader, men-tre il romano figlio d’arte hasmentito tutti gli scettici (e icritici) prendendo per mano lasquadra e conducendola, conla sua regia, ai risultati positi-vi. Mai Conti era riuscito agiocare tre partite di seguitooltre la sufficienza, Sonetti èrisucito anche in questo.

L’unico problema ha ri-guardato Grassadonia. E nonè una novità, purtroppo, dopoi precedenti “casi” che hannovisto protagonista il difensoredi origine campana. Sonetti

gli ha tolto la fascia di capita-no, a vantaggio di Cammaratae, dopo averlo fatto giocare(per necessità) nella gara con-tro il Genoa, l’ha subito rispe-dito in panchina, proponendo-lo più che altro come alternati-va a Modesto sulla destra, ruo-lo non propriamente suo. Gras-sadonia non l’ha presa bene eha chiesto di cambiare aria,forte di un interessamento neisuoi confronti dell’Udinesedell’ex rossoblù GiampieroVentura. A chi non piacereb-be, d’altronde, tornare a calca-re i palcoscenici della serie A?

I successi di Sonetti, poi, ol-tre che essere giunti in un mo-mento delicato e decisivo del-la stagione, sono arrivati in uncontesto davvero difficile peril Cagliari, costretto dal ricu-pero dell’ottava giornata e dalgiro di boa, a giocare una solapartita in casa (se si eccettuaCagliari-Palermo) nelle ulti-me cinque. Prima la doppiatrasferta di Cosenza ed Empo-li, quindi la gara in casa con ilGenoa, poi di nuovo due tra-sferte di seguito, a Vicenza eMessina. L’ultima gara delmese di gennaio, prima dellasosta del torneo cadetto, hapoi sancito il trionfo di Sonet-

ti, con il Cagliari che ha stra-pazzato il Palermo, aggiudi-candosi nettamente il Derbydelle Isole.

Tre vittorie e un pareggio,dicevamo, ottenuti senza al-cun rinforzo, ma con gli stes-si giocatori che avevano a di-sposizione anche i predeces-sori di Sonetti. Già, perchénonostante il calciomercato diriparazione sia cominciato il 2gennaio, il presidente Cellinoe il neo direttore sportivo DeNicola hanno deciso di atten-dere proprio la partita con ilPalermo e la sosta di finemese prima di agire. Sonettiha chiesto e ottenuto di potervalutare, in queste prime garedel nuovo anno, l’organico asua disposizione, per poieventualmente fare delle ri-chieste. Al Cagliari, in questomomento, risolti i problemi acentrocampo (dove addirittu-ra sono finiti in panchina due“intoccabili” come Pinna eGorgone, che scalpitano perritrovare spazio fra i titolari)serve un difensore (soprattut-to se, come sembra, Grassado-nia sarà ceduto) e un attaccan-te (circola il nome di Artisti-co, ex Torino, attualmentefuori rosa nel Crotone).

La svolta tanto attesa diquesto negativo avvio di sta-gione, dunque, è arrivata apoco prima di Natale. La vit-toria al Sant’Elia con il Genoaha ridato fiducia e sollvetao ilmorale del gruppo. L’insidio-sa trasferta di Vicenza si è ri-velata addirittura una partitafacile facile per i rossoblù chenon sono riusciti a portare acasa l’intera posta soltantograzie alle prodezze dell’exSterchele e dell’imprecisionedei propri attaccanti. Uno 0-0che sta molto stretto al Ca-gliari, capace, una settimanadopo, di sbancare il difficilecampo di Messina. Si risve-glia Suazo che con una dop-pietta, all’inizio e allo scade-re del secondo tempo, regalaal Cagliari la prima vittoriadel 2002 e la certezza di esse-re finalmente usciti dal tun-nel. Già perché la settimanasuccessiva è, finalmente, dinuovo festa grande al San-t’Elia. Il pubblico continua ascarseggiare, lo stadio (al cen-tro di dispute accese sul suodestino: c’è chi lo vorrebbedemolire e ricostruire, chi in-vece soltanto ristrutturare; eCellino attende impaziente) faun po’ di tristezza a guardarlocosì, semi vuoto e con quellaCurva Sud chiusa per inagibi-lità. Ma il Cagliari, in campo,dà spettacolo, come ai beitempi: un 4-0 non lo si vedevada anni (ed il risultato sarebbepotuto essere ancor più roton-do se Suazo, nel finale, nonavesse sbagliato il terzo rigo-re concesso ai rossoblù, fal-lendo anche la personale dop-pietta). Vanno in gol tutti equattro i giocatori del repartooffensivo – nell’ordine Cam-marata, Suazo, Lucenti, Espo-sito – e non è un caso, visto lafluidità della manovra e la sicu-rezza che Sonetti ha trasmessoalla squadra. Se a questo si ag-giunge l’ottimo periodo di for-ma che sta attraversando Panta-nelli (che in avvio di partita hasalvato la propria porta in piùoccasione) e tutta la difesa,ecco che si spiegano i 350 mi-nuti di imbattibilità del portiererossoblù, la cui porta è inviola-ta dall’inizio del 2002.

Un altro piccolo “miracolo”di… Sonetti.

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IL MESSAGGERO SARDO 31GENNAIO 2002

SPORTLa squadrasassarese hasuperato la crisi diavvio campionatoIn B2 in evidenzail Porto Torres

IL RILANCIO DEL BASKETIL BANCO DI SARDEGNACAPOLISTA IN B1

di Giampiero Marras

La leadership del basketmaschile sardo è semprepiù nelle mani del Capo

di Sopra. Il Banco di Sardegnaè capolista della B1 come unanno fa e in B2 la migliore del-le quattro rappresentanti isola-ne è il Porto Torres, matricolache occupa il quarto posto. LaPallacanestro Cagliari (quelladel presidente Bergamini, perintenderci) e la Santa CroceOlbia sono invece in ritardo,ma stanno recuperando sullazona play off.

Vediamo il dettaglio dei varicampionati.

B1 maschile - Se l’annoscorso la Dinamo-Banco diSardegna era la grande favori-ta, in questa stagione tutt’alpiù le avevano affibbiato ilruolo di outsider. In estate ilpresidente Dino Milia avevamesso la società in vendita, siaper i problemi economici siaper le ultime delusioni (retro-cessione ed eliminazione alprimo turno dei play off diB1). Alla fine la famiglia Miliaè rimasta al comando conl’aiuto di alcuni super tifosi eha saputo proporre una squa-dra che sta sorprendendo tutti.I biancoazzurri (si è ritornati aicolori originali) del conferma-to coach Massimo Bernardihanno chiuso il girone d’anda-ta col primato solitario e hannoconquistato un risultato storicoin Coppa di Lega (la CoppaItalia della serie B): l’approdoalle Final Four, la fase finaleche mette in palio il prestigio-so trofeo. E a proposito dellaCoppa: il Comune di Sassari siè offerto di organizzare la duegiorni che assegnerà il trofeo eha buone possibilità di venireaccontentato dalla Lega.

Quel che conta è comunqueil campionato e il traguardo diun ritorno in A2 che solo a set-tembre sembrava iraggiungibi-le. La squadra infatti ha cam-biato molto e ha lasciato parti-re molti pezzi da Novanta:Faggiano, Setti e Maran. Sonorimasti inizialmente solo Ema-nuele Rotondo e il pivot Rifat-ti. In seguito è stato richiama-to il lungo Fiasco perchè il ca-gliaritano Velluti è ritornatoalla base dopo un sollo giornodi allenamento e l’alapivot Gi-roni ha lamentato problemialla schiena. Per il resto a par-te l’ingaggio del centro Rolan-do (che ha ottenuto la promo-zione in A2 con Pavia) si èpuntato sui giovani: il playGuarino (dall’Argenta) laguardia D’Iapico (da Ragusa,in A2) e il rientrante (dal San-t’Orsola, B2) Federico Roton-do, che sei anni fa aveva cono-sciuto persino il quintetto basecol Banco in A2 prima di esse-re relegato in panchina. Cilie-gina sulla torta, la chiamata diun italoargentino, Manuel Car-rizo, capitano della nazionaleUnder 22 dell’Argentina.

Il gruppo si è però amalga-mato in fretta, grazie alla gui-da del coach Bernardi e allavoglia di mettersi in mostra deigiovani. Dopo la figuraccia ri-mediata all’esordio (sconfittaper 68 a 46 sul campo dellaSoresina) il Banco ha iniziatoa crescere e a macinare un’av-versaria dopo l’altra. Sei vitto-rie di fila, la sconfitta sul cam-po della capolista Vigevano, epoi sette successi consecutivi,con vittorie pesantissime suicampi delle favorite Firenze ePadova, prima di cadere sulcampo della favorita Livorno.All’inizio Sassari ha fatto ve-dere una difesa davvero erme-

tica (uomo ma anche zona 3-2)che incassava meno di 70 pun-ti. In seguito si sono svegliatigli attaccanti che hanno datouna mano al solito EmanueleRotondo, anche quest’anno ca-pocannoniere della B1 con 24punti di media. Ottima la suaintesa con l’argentino Carrizo(16 punti ad incontro) che è unvero uomo-squadra, capace difar giocare bene gli altri e disegnare nei momenti impor-

tanti. Dietro loro il talento of-fensivo di Fiasco (16 punti),l’abilità difensiva dei lunghiRolando e Rifatti, la grinta delsiciliano D’Iapico e la regia diFederico Rotondo e Guarino,play complementari che fini-scono per vincere quasi sem-pre il duello con gli avversari.

Certo l’esperienza ha inse-gnato che chiudere in testa laprima fase conta poco, maquesta squadra può crescere

ancora perché è giovane e hafame di successi. L’importan-te è arrivare al top della con-dizione fisica e mentale adaprile, quando scatteranno iplay off. L’importante è con-tinuare ad essere umili e nonsentirsi appagati nemmenodopo le vittorie.

B2 maschile - Quella pro-mozione sfiorata l’anno scorsonei play off di C1 (sconfittanella finale) la Safisarda PortoTorres l’ha ottenuta in estatecon la fusione con il Sant’Or-sola di Sassari. La squadra al-lestita dal giovanissimo presi-dente Gianluigi Falchi è parti-ta dalla scelta del coach Gian-ni Motzo (ex tecnico del San-t’Orsola femminile) ed è pro-seguita con gli arrivi del playZiranu (dal Banco) dell’alapi-vot Cupello e della guardiaManca (dal Sant’Orsola) e diuna nutrita pattuglia di giova-ni argentini: i fratelli Pablo eDemian Filloy, l’alapivotGhersetti e da ultimo il centroCampana, che attende però an-cora il visto.

L’avvio è stato impressio-nante: la formazione turritanaha polverizzato le avversariein casa (spesso oltre i centopunti) e piazzato qualche col-paccio in trasferta, tanto daconquistare il primo posto. Al-

cuni infortuni nel mese di di-cembre l’hanno fatta scivolareal sesto posto, ma appena lasquadra ha ritrovato alcuni deisuoi elementi (è ritornato purel’ala Samoggia) ha ripreso avincere ed è sempre nelle posi-zioni da podio.

Inizio travagliato invece perla Pallacanestro Cagliari delpresidente Bergamini che haincassato troppe sconfitte, an-che se nel frattempo maturava-no i giovani Mastio e Ganguz-za. Da dicembre in poi però laband allenata da GianclaudioSagredin ha iniziato a giocaremeglio e a vincere, ritrovandoil miglio Cossa (cecchino daoltre 25 punti di media) e sfrut-tando l’esperienza di Velluti eDi Gennaro sotto canestro. Icagliaritani sono ientrati inzona play off.

Ancora peggio è partita laSanta Croce Olbia che con unasquadra rinnovata dove spic-cavano il centro Gilardi (unpassato illustre in serie A1 conCantù) e Nobili a fare dachiocce ai giovani Da Tome.Il coach nuovo di zecca (PietroCarlini dal Sant’Orsola non èriuscito ad amalgamare ungruppo eterogeneo e incom-pleto e si è dimesso dopo seigiornate (una sola vittoria) la-sciando il posto al vice Rober-to Samoggia che ha passato lamano dopo quattro partite enessuna vittoria. A salvare labaracca è stato chiamato PieroPasini, coach con grande espe-rienza di serie A (Reggio Emi-lia, Rimini, Brescia e Forlì al-cune delle sue tappe) che si èstabilito ormai in Sardegna (haallenato pure il Cagliari) e cheha saputo dare un’identità allasquadra e con i rinforzi presi ingennaio (l’italoamericano McDaniels e la guardia Zanatta)ha dato spessore ad una rincor-sa che può portare i galluresiin zona play off promozione.

Chi non si muove è invece ilBasket Cagliari del presidenteSalis. Tra crisi economiche edirigenziali, la squadra affida-ta al coach Locci e un po’ im-provvisata (sono rimasti san-guinetti e Massidda) ha vintosolo una partita nel gironed’andata ed è destinata alla re-trocessione. Peggio, rischia discomparire dal basket eviden-ziando la crisi cagliaritana nelbasket maschile.

A2 femminile - Per una de-cisione incomprensibile le treformazioni sarde sono state in-serite in due gironi diversi: dauna parte la Mercede Algheroe dall’altra la Virtus Cagliari eil Cus Cagliari. Il destino è ri-masto comune: le nostre rap-presentanti annaspano in zonaplay out. Il Cus Cagliari è incrisi tecnica, tanto che il coachBeppe Muscas ha lasciato ilposto a Gigi Usai dopo cinquesconfitte di fila. Scameroni,Perseu, Cucchiara e Meloni sidannano l’anima, ma le avver-sarie sono superiori. Va anco-ra peggio per la Virtus Caglia-ri di Sassaro, ultima in classi-fica. La squadra dove De Mi-chele e Saccardo sono spessole cecchine non riesce ad usci-re dalla mediocrità. Stesso di-scorso per la Mercede Algherodel coach Lazzaro, formazionecostruita con molte giocatricicontinentali, anche se la sassa-rese Fabiana Pinna alla fine èsempre la migliore realizzatri-ce. Troppo poco per aspirare aqualcosa di più ambizioso chenon un posto decente nella gri-glia di partenza dei play outsalvezza.

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IL MESSAGGERO SARDO 32GENNAIO 2002

CULTURADue mostrerealizzate con lacollaborazione delcircolo di Padovasaranno allestitenella cittadinasulcitana e poigireranno in Belgioe Spagna.Il ministro Pisanualla presentazionedell'evento

IL RICAMO E L'ARTEPER FAR CONOSCERETEULADA IN EUROPA

di Maria Grazia Caligaris

La maestria delle donnenell’ornare con preziosiricami i capi più pregia-

ti del costume e del corredo edi trasformare in opere d’artei “bassorilievi” costruiti conago e filo. Il territorio e ledonne di Teulada protagonistidella rappresentazione pittori-ca degli artisti sardi del Nove-cento.

Sono i temi delle due mostreche caratterizzeranno la vitaculturale della cittadina co-stiera a circa 70 chilometri daCagliari rispettivamente nel2002 e nel 2003.

I programmi promossi da“Forma Urbis”, che controllala Sitas, società detentrice diun intervento, approvato daicompetenti organi, per lo svi-luppo turistico-ricettivo aCapo Malfatano, sono statipresentati a Cagliari, in unaconferenza stampa. Coadiuto-ri del programma culturale,affidato alla direzione scienti-fica della prof.ssa CaterinaVirdis Limentani, docente diStoria dell’Arte nell’Univer-sità di Padova, il Circolo Cul-turale Sardo “Eleonora d’Ar-borea”, con sede a Padova, el’amministrazione comunaledi Teulada.

Le iniziative “Ricami e vec-chi merletti” e “Teulada tuttad’oro e di rosa”, che sarannoesportate in alcuni centrid’Europa, sono state presenta-te in occasione della mostra“Sul filo dell’Arte” che, alle-stita nel Centro culturale“Exma’”, è stata visitata dalMinistro per l’Attuazione delProgramma di Governo on.Beppe Pisanu.

L’estate del 2002 - ha spie-gato la prof.ssa Virdis - saràcaratterizzata da un eventoculturale che creerà un’ulte-riore continuità tra la valoriz-zazione del lavoro delle don-ne, a cui ci siamo rivolti anchecon l’esposizione di tessuti, ele qualità artistiche delle loroproduzioni manuali. Chiede-remo ad artisti contemporaneidell’isola di progettare l’im-piego del merletto e del pizzoin ambiti meno tradizionali diquelli a cui siamo abituati.Una “sfida” che potrà avva-lersi della scuola teuladinache opera anche nel presentecon apprezzate “maestre difilo” e con quanto la miglioretradizione europea è riuscita acreare.

Filet, sfilati e macramè nonsono infatti tecniche utilizza-te solo in Sardegna, ma appar-tengono alla cultura europea.Ne abbiamo trovato esempi diqualità in Sicilia e a Genovacome a Venezia, Barcellona ea Bruges.

200 lavori in mostra per farconoscere l’arte del ricamo.Ecco perché riteniamo che, at-traverso i 200 lavori in mo-stra, si possa aspirare ad ave-re un palcoscenico europeo.L’esposizione sarà dapprimaospite a Teulada e, successi-vamente, circuiterà, attraver-so il Coordinamento Donnedei Circoli Sardi operante inEuropa, in Belgio e in Spagna.Non bisogna dimenticare - hasottolineato Caterina Virdis -che la scuola di Teulada van-ta un curriculum secolare e dialto lignaggio.

Perfino il servizio da thedelle bambole della Princi-pessa Maria Pia di Savoia, ol-tre che alcuni “pezzi” del cor-redo delle giovani figlie deiRe di Sardegna, avevano i

merletti teuladini. Non tuttisanno inoltre che le ricamatri-ci sarde hanno addirittura in-novato il ricamo con il cosid-detto “punto Teulada”.

Si tratta di una particolarevariante del punto annodato e

incrociato che ha come carat-teristica di impegnare solo su-perficialmente le trame, sic-ché il rovescio del lavoro per-mette di intravedere il filosolo in trasparenza.

La mostra itinerante, che

sarà allestita nel Palazzo Ba-ronale di Teulada proporràesempi scelti sulla base dellecaratteristiche tecniche e del-la qualità provenienti, quindi,da diverse aree europee.

Fra gli Enti coinvolti il Mu-seo Correr di Venezia, il Mu-sèe historique des Tissus diLione, lo StedelijkmuseumArentshuis di Bruges, oltreche il Museo della vita e delletradizioni popolari di Nuoro el’Istituto Sardo Organizzazio-ne Lavoro Artigiano. Una se-zione sarà dedicata anche ailibri antichi che illustrano iricami.

Per quanto riguarda l’espo-sizione progettata per il 2003,occorre fare - ha spiegato laprof.ssa Virdis - una ricercaper trovare il materiale piùidoneo. Data la ricchezza esi-stente, non sarà difficile repe-rirlo.

Pensiamo alle opere di Ce-sare Cabras, Tarquinio Sini ead altri significativi nomi del-l’arte sarda del Novecento. Iltitolo richiama le parole diGiuseppe Biasi che, nel 1910,in compagnia di Mario MossaDemurtas, in occasione di unviaggio, scoprì Teulada “tuttad’oro e di rosa, distesa pigra-mente come un’odalisca stan-ca”. Alla cittadina Biasi dedi-cò dipinti di straordinario fa-scino, in cui compaiono le ra-gazze avvolte di veli e brocca-ti. Con queste opere in qual-che modo è stata fissata l’im-magine del paese.

La mostra esporrà disegni,incisioni e dipinti provenientida collezioni pubbliche e pri-vate che hanno colto nell’in-canto del clima, nella graziadelle architetture, nel saporedelle consuetudini locali enell’innata eleganza degliabitanti più che un pretestoper creare significative iconee fare di questo paese una del-le immagini più emblemati-che della cultura tradizionaledella Sardegna.

Ruolo da protagonista per ilcircolo di Padova “EleonoraD’Arborea”. L’impegno as-sunto dal Circolo di Padova -ha sottolineato la PresidenteSerafina Maxia - non si esau-

risce con il sostegno alla rea-lizzazione della mostra. Lanostra realtà, che conta 200iscritti originari dell’isola inun contesto dove i nati in Sar-degna risultano complessiva-mente 700, rappresenta unasignificativa presenza nel tes-suto sociale di Padova e delterritorio del Veneto. Abbia-mo attivato un gemellaggiocon la città di Cagliari che siconcretizzerà nel 2002 con lapartecipazione alla Festa diSant’Antonio.

Nell’ambito della manife-stazione religiosa, infatti, vie-ne annualmente allestita unaFiera espositiva curata dal-l’Associazione degli Indu-striali di Padova. Lo spaziodel 2002 sarà messo a disposi-zione di Cagliari e della Sar-degna. Si realizzerà quindi unponte tra la realtà del Nord Estd’Italia, dove opera una co-munità molto attenta e ben in-serita nel territorio, e l’isoladi cui il Circolo è espressione.Un modo concreto per contri-buire a dare rilievo alla nostraterra d’origine di cui condivi-diamo le radici culturali e leaspirazioni a farsi conoscereed apprezzare.

Un altro progetto - ha dettoancora Serafina Maxia - ri-guarda le scuole superiori delVeneto e dell’isola. È, infatti,stato allestito un programmaper presentare una rassegna diteatro classico cui sono statiinvitati anche i giovani dei Li-cei isolani. Il mondo dellascuola rappresenta un ambitostraordinario di integrazioneculturale e di opportunità discambio.

Riteniamo che i giovanipossano attivare rapporti direciproca conoscenza in gradodi abbattere qualunque barrie-ra e di dare significato alleculture specifiche. Ecco per-ché attribuiamo una valenzapositiva a questo progetto. Lapolitica promossa dalla Fede-razione delle Associazioni deiSardi in Italia (FASI) è incen-trata sull’apertura e la colla-borazione.

Noi abbiamo inteso questoimpegno - ha concluso la Pre-sidente del Circolo “Eleonorad’Arborea” - come momentodi scambio e di supporto allaconoscenza reciproca e allavalorizzazione della culturadi pensiero e materiale. I rica-mi e i pizzi, inoltre, consento-no di dare maggiore visibilitàalle donne, una delle compo-nenti fondamentali nell’emi-grazione sarda di tutti i tempi,che non viene quasi mai ade-guatamente tenuta in conside-razione.

Il primo impatto con “For-ma Urbis” - ha sottolineato ilSindaco di Teulada SalvatoreMocci - è nato sulla base del-l’interesse manifestato dallasocietà per un’area, quella diCapo Malfatano, di particola-re rilievo paesaggistico edambientale. L’amministrazio-ne ne ha voluto valutare le in-tenzioni sulla base di un PianoUrbanistico che punta sullaqualità dell’intervento e sullacultura locale.

Con queste iniziative cultu-rali, che proiettano Teulada ele tradizioni della cittadina aldi fuori dell’ambito nazionale,il progetto sembra solidamen-te avviato alla valorizzazionedel territorio e della realtà diriferimento. Da questo puntodi vista esprimiamo un plausoe attendiamo la concreta pro-posta di urbanizzazione.

Quaranta pezzi dedicati allatessitura realizzati nel-l’isola negli anni Cin-

quanta del secolo scorso, su di-segno di importanti artisti lo-cali, hanno caratterizzato lamostra “Sul filo dell’Arte: tes-siture d’artista in Sardegna”.Progettata da “Forma Urbis”,l’esposizione, curata da Cate-rina Virdis Limentani, è stataospite della Casa BaronaleSanjust di Teulada dal 25 ago-sto al 29 settembre. Successi-vamente, in considerazione delconsenso ottenuto, l’esposizio-ne è stata allestita nel Centrod’Arte “Exma’” di Cagliaridove è rimasta a disposizionedel pubblico dal 26 ottobre al 7dicembre 2001.

La rassegna, che ha propostouna riflessione sui cambia-

menti determinati nell’artigia-nato artistico, dall’opera diEugenio Tavolara e MauroManca, ha proposto opere pro-venienti da collezioni pubbli-che, come l’ISOLA e il Museo“Sanna” di Sassari e quellodelle Tradizioni Popolari diNuoro, nonché private. Insie-me ad arazzi, tappeti e tessutidisegnati, tra gli altri, da MariaLai e Aldo Rossi, FrancescoBalzano, Niki Berlinguer, To-nino Casula, Paola Dessy, Giu-liana Fanelli e Giovanna Sec-chi, oltre ai maestri Tavolara eManca, la mostra ha presenta-to anche una sezione storicaper raccontare l’origine del di-segno. Ha completato il lavoroil catalogo con un saggio dellacuratrice dell’esposizione.

MGC

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