dalla Valdera a NY sulla nuova agricoltura Coi soldi di ... · in giro per la città. Scendendo in...

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Lunedì, 6 Giugno 2016 www.corrierefiorentino.it UOMINI, AZIENDE, TERRITORI IMPRESE TOSCANA Il punto Crocieristi in Toscana, l’anno dei record Ma chi ci guadagna? 2 Territori Intesa Sanpaolo scommette un miliardo sulla nuova agricoltura 5 Locomotive La signora del cioccolato dalla Valdera a NY Coi soldi di Singapore 7 Ripartenza giapponese Dopo gli anni dei conti in rosso dell’ex Ansaldo Breda, Hitachi Rail torna in utile e adesso può pianificare la «fase due» per lo stabilimento di Pistoia L’Ad Manfellotto: «Abbiamo raddoppiato la produttività, con la gara per i treni regionali potremmo ricominciare ad assumere. L’indotto? Deve cambiare marcia» Statistica e politica IL RIGORE (PERSO) DEI NUMERI di Francesco Colonna L a statistica è materia apparentemente semplice. Ma oggi siamo subissati da numeri su ciò che è successo (consuntivi) e su ciò che avverrà (previsioni). Per non parlare dei sondaggi. Una valanga di concetti numerici che inonda i cittadini. Ma non è una valanga omogenea, perché ciascuno tende a fornire o a interpretare i numeri secondo la convenienza della tesi che vuol sostenere. E non c’è solo la malafede propagandistica, ma anche una sincera diversità interpretativa. Prendiamo le statistiche dell’occupazione in Toscana, nei primi 11 mesi del 2015. Gli avviamenti al lavoro sono stati più 6,2 per cento, ma le cessazioni a tempo indeterminato sono state più 6 per cento. E soprattutto sarebbero scese del 6 per cento le ore lavorate nello stesso periodo. C’è sempre un 6 che balla. Tutto si può spiegare e interpretare. Se sono gli stessi specialisti a vedere le cose in modo diverso, immaginiamo a che sforzo di comprensione deve sottoporsi chi non ha competenze specifiche (quasi tutti) di fronte a numeri che paiono essere scritti col caucciù, così da poter essere tirati comodamente da ogni posizione. E in cima a questa catena della confusione dobbiamo metterci alcuni professionisti dell’informazione, anche loro troppo spesso impegnati a dimostrare che si sono realizzate le loro previsioni, piuttosto che a spiegare su cosa si fondano quei numeri. Onestà intellettuale e rigore potrebbero essere di aiuto alla comprensione dei cittadini. © RIPRODUZIONE RISERVATA a pagina 3 Ognibene Sguardi I SOGNI DEL LEGHISTA INTERNAZIONALE G uglielmo Picchi nel 2013 si candidò a sindaco contro Matteo Renzi e appiccicò pure manifesti «sei per tre» in giro per la città. Scendendo in campo, il deputato si mise contro l’allora dirigenza del centrodestra toscano, che preferiva Marco Stella. Poi, nel giro di qualche mese, cambiò tutto. E alla fine, Renzi è volato a Palazzo Chigi, lo Stella in Regione, Denis Verdini e Massimo Parisi hanno lasciato Forza Italia e il Picchi, che nel frattempo si era ritirato dalla corsa fiorentina, è tornato in Transatlantico, alla Camera, dov’è eletto nella circoscrizione estero. Anche lui però ha cambiato qualcosa, poche settimane fa: ha mollato Forza Italia. Non ha raggiunto i verdiniani in Ala, essendo lui un oppositore del verdinismo, ma è passato alla Lega Nord. «Picchi è una persona di grande spessore, anche la sua esperienza internazionale può essere utile alla Lega», dice il capogruppo del Carroccio Max Fedriga a proposito di Picchi, ex consigliere di quartiere a Firenze. Ma il Picchi è, soprattutto, una persona modesta. «Al prossimo G7 — scrive su Instagram nella didascalia a una foto sfocata con il segretario leghista — ci saremo noi. Con Matteo Salvini premier e chissà io ministro degli Esteri». Poi si è svegliato tutto sudato. @davidallegranti © RIPRODUZIONE RISERVATA di David Allegranti Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera

Transcript of dalla Valdera a NY sulla nuova agricoltura Coi soldi di ... · in giro per la città. Scendendo in...

  • Lunedì, 6 Giugno 2016 www.corrierefiorentino.it

    UOMINI, AZIENDE, TERRITORI

    IMPRESETOSCANA

    Il puntoCrocieristi in Toscana,l’anno dei recordMa chi ci guadagna?

    2

    TerritoriIntesa Sanpaoloscommette un miliardosulla nuova agricoltura

    5

    LocomotiveLa signora del cioccolatodalla Valdera a NYCoi soldi di Singapore

    7

    Ripartenza giapponeseDopo gli anni dei conti in rosso dell’ex Ansaldo Breda, Hitachi Rail torna in utile

    e adesso può pianificare la «fase due» per lo stabilimento di PistoiaL’Ad Manfellotto: «Abbiamo raddoppiato la produttività, con la gara per i treni

    regionali potremmo ricominciare ad assumere. L’indotto? Deve cambiare marcia»

    Statistica e politica

    IL RIGORE(PERSO)DEI NUMERIdi Francesco Colonna

    La statistica è materiaapparentemente semplice. Ma oggisiamo subissati danumeri su ciò che è

    successo (consuntivi) e su ciò che avverrà (previsioni). Per non parlare dei sondaggi. Una valanga di concetti numerici che inonda i cittadini. Ma non è una valanga omogenea, perché ciascuno tende a fornire o a interpretare i numeri secondo la convenienza della tesi che vuol sostenere. E non c’è solola malafede propagandistica, ma anche una sincera diversità interpretativa. Prendiamo le statistiche dell’occupazione in Toscana, nei primi 11 mesi del 2015. Gli avviamenti al lavoro sono stati più 6,2 per cento, ma le cessazioni a tempo indeterminato sono state più 6 per cento. E soprattutto sarebbero scese del 6 per cento le ore lavorate nello stesso periodo. C’è sempre un 6 che balla. Tutto si può spiegare e interpretare. Se sono gli stessi specialisti a vedere le cose in modo diverso, immaginiamo a che sforzo di comprensione deve sottoporsi chi non ha competenze specifiche (quasi tutti) di fronte a numeri che paiono essere scritti col caucciù, così da poter essere tirati comodamente da ogni posizione. E in cima a questa catena della confusione dobbiamo metterci alcuni professionisti dell’informazione, anche loro troppo spesso impegnati a dimostrare che si sono realizzate le loro previsioni, piuttosto che a spiegare su cosa si fondano quei numeri.Onestà intellettuale e rigore potrebbero essere di aiuto alla comprensione dei cittadini.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA a pagina 3 Ognibene

    Sguardi

    I SOGNI DEL LEGHISTA INTERNAZIONALE

    G uglielmo Picchi nel 2013 si candidòa sindaco contro Matteo Renzi e appiccicò pure manifesti «sei per tre»in giro per la città. Scendendo in campo, il deputato si mise contro l’allora dirigenza del centrodestra toscano, che preferiva Marco Stella. Poi, nel giro di qualche mese, cambiò tutto. E alla fine, Renzi è volato a Palazzo Chigi, lo Stella in Regione, Denis Verdini e Massimo Parisi hanno lasciato Forza Italia e il Picchi, che nel frattempo si era ritirato dalla corsa fiorentina, è tornato in Transatlantico, alla Camera, dov’è eletto

    nella circoscrizione estero. Anche lui però ha cambiato qualcosa, poche settimane fa: ha mollato Forza Italia. Non ha raggiunto i verdiniani in Ala, essendo lui un oppositore del verdinismo, ma è passato alla Lega Nord. «Picchi è una persona di grande spessore, anche la sua esperienza internazionale può essere utile alla Lega», dice il capogruppo del Carroccio Max Fedriga a proposito di Picchi, ex consigliere di quartiere a Firenze. Ma il Picchi è, soprattutto, una persona modesta. «Al prossimo G7 — scrive su Instagram nella didascalia a una foto sfocata con il segretario leghista — ci saremo noi. Con Matteo Salvini premier e chissà io ministro degli Esteri». Poi si è svegliato tutto sudato.

    @davidallegranti© RIPRODUZIONE RISERVATA

    di David Allegranti

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    2 Lunedì 6 Giugno 2016 Corriere Imprese

    F esta della Repubblica e giornata dei record a Li-vorno: il 2 giugno scorso sono attraccate ben sei navi da crociera, per un totale di 11.300 passeggeri. «Mega ship» con un esercito di cro-cieristi. Per gestire il maxi sbarco, la Porto di Livorno 2000 ha dovuto organizzare un potenziamento di tutti i servizi: 60 tra hostess, operai e personale addetto alla sicu-rezza in banchina, 25 shuttle

    bus attivi dalle 6 alle 19. Un mercato enorme quello delle crociere, che in Italia ha un impatto economico diretto di a 4,6 miliardi e dà lavoro a oltre 100 mila persone, e nel 2016 promette di crescere ancora: le stime di Italian Cruise Watch indicano per il prossimo anno un nuovo record storico di traffico con 11,7 milioni di passeggeri movimentati (+6,2 rispetto al 2015) e oltre 5.100 toccate di

    nave (+5,5%). Livorno è terza in Italia per numero di scali, dopo Venezia e Roma. Facile capire il perché: è la porta d’accesso per Firenze (e, in misura minore, Pisa).

    Anche Piombino si orga-nizza per prendersi la sua fetta di ricchezza: il prossi-mo 16 settembre, arriverà la prima nave da crociera, la Sirena della compagnia in-glese Oceania Cruises. Segui-ranno altre quattro navi, fino

    alla metà di ottobre. Per Piombino è una novità asso-luta e l’Autorità portuale sta lavorando per incrementare questo traffico estremamente remunerativo che è quindi destinato a crescere insieme all’ampliamento delle struttu-re portuali.

    Con una difficoltà, segna-lata dall’assessore al turismo di Piombino: «Le crociere sono un problema delicato perché sono gli armatori che

    autonomamente organizzano dei pacchetti chiusi di visita trattando direttamente con i tour operator». I passeggeri sbarcano, salgono su un mi-nivan che già li attende e partono per la visita in gior-nata del «gioiello del Rina-scimento»: in dieci ore si va, si vede tutto e si torna a dormire a bordo. Affollando strade e piazze, lasciando al territorio le briciole.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Piazza Affari

    Intek Spa

    B & C Speakers S.p.A.B & C Speakers S.p.A.

    FrendyEnergyBioDue Spa

    El.En. S.p.A.

    Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

    Borgosesia

    Ergy Capital

    CHL S.p.A.

    Eukedos

    Dada S.p.A.Settimanadal 30 maggioal 3 giugno

    Banca Etruria

    Salvatore Ferragamo S.p.A.

    Piaggio & C. S.p.A.

    Softec S.p.A.

    Snai S.p.A.

    Sesa

    Rosss S.p.A.

    Toscana Aeroporti S.p.A.

    7,317,147,2 7,257,235

    0,5830,6230,642 0,61150,599

    SOSPESA

    4,734,7644,764 4,654,648

    0,27170,27170,2717 0,27170,2717

    13,7912,9312,83

    13,7313,59

    0,04870,050,050,5250,0537

    0,02040,02040,0208 0,02060,02

    2,4482,2622,2522,352

    2,26

    1,0241,0251,025 1,0241,025

    0,42890,3980,3933 0,41590,4020

    0,230,22530,2233 0,230,227

    19,3019,2319,43 19,3019,11

    14,3014,95

    14,4 14,4514,33

    1,7071,7571,828 1,731,737

    0,6360,62250,617 0,6270,59

    0,770,83550,8 0,7820,787

    3,163,163,16 3,163,16

    14,6714,6814,68 14,6714,67

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    IL PUNTO

    CROCIERE DA RECORD. MA CHI CI GUADAGNA?di Silvia Ognibene

    TURISMOVALDICHIANA,L’IDENTITÀÈ UNA MUCCA

    D iciassette Comuni dellaValdichiana senese e are-tina puntano sulla razza Chianina come elemento di sviluppo e di identità.

    Si parte dalla novità del percorso cicloturistico della Strada del «gigante bianco» per scoprire i luoghi della Chianina e dal centro docu-mentale dedicato alle muc-che di razza chianina e la sua zona, situato a Bettolle, per valorizzare il territorio attraverso la zootecnia di qualità.

    L’intesa punta ad attirare visitatori e a creare business con la Chianina attraverso percorsi turistici, una segnaletica co-ordinata e un «museo diffu-so» che recuperi anche il valore sociale dell’allevatore.

    Mentre l’assessore regiona-le all’agricoltura Marco Re-maschi invita le imprese «a fare rete, ad aver coraggio sugli investimenti, anche nelle stalle».

    Mauro Bonciani© RIPRODUZIONE RISERVATA

    COMUNICAZIONEFONDAZIONE MPS,LOGO MINIMALCOME LE EROGAZIONI

    «A ltri tempi, altre tempre»diceva malinconicol’avvocato Gianni Agnelli. Altre tempere, in senso puramente grafico, verrebbe da dire guardando il nuovo logo della Fondazione Mps. Via i merli e gli orpelli della ceralacca, resta il riferimento grafico alla banca: un ovale con lo storico simbolo e quattro lettere vergate in un carattere filiforme: FMPS. Un codice fiscale, vocali addio. La scelta minimal può apparire simbolica, i tempi dei tesoretti a sorpresa sono lontani e hanno lasciato il passo ai professori, nel segno della concretezza. Un logo asciutto come i rubinetti delle erogazioni della Fondazione; rubinetti che si sono sì riaperti dopo anni, ma con un rigagnolo rispetto all’epoca del torrente di soldi che da Palazzo Sansedoni inondava Siena e non solo.

    Edoardo Lusena© RIPRODUZIONE RISERVATA

    SMART CITIESPALAZZO VECCHIO DENTRO LA NUVOLA DI MICROSOFT

    L a conferenza «Major Citiesof Europe» 2016, che si èappena conclusa a Firenze, è stata la vetrina di esperi-menti, progetti e strumenti per le «smart cities». Dalle app alle «reti intelligenti», all’uso dei «big data» il con-fronto sarà servito sicura-mente alle città che sono arrivate al Convitto della Calza.

    Ma c’è una notizia che tocca molto il rapporto tra pubblica amministrazione, innovazione e «big compa-nies». Microsoft ha illustrato l’accordo con il Comune di Firenze per l’uso del suo Office 365 basato sul «cloud»: possibilità quindi di usare i propri dati ovun-que, anche fuori ufficio, condividerli in uno stan-dard unico con i colle-ghi, di fare videochiama-te e video-confe-renze con scambio di dati in tem-po reale. Un modello, uno dei tanti — ovviamente uno dei più diffusi e po-tenti — di applicativi del genere. Ma all’inter-no dell’accordo, che prevede l’accesso a Office per tutti i 4 mila dipendenti del Co-mune, a pagamento, c’è an-che un pezzo completamen-te gratis: quello per i docen-ti, circa mille. Certo, il mo-dello «educational» di Microsoft è anche (soprattut-to) una operazione di marketing. Ma avere stru-menti così efficaci e duttili anche nel settore educativo e scolastico è una delle sfide del futuro della pubblica amministrazione. Gli amanti dell’«open source» magari storceranno il naso. I docen-ti invece potranno proporre ai propri studenti un percor-so educativo più innovativo (e lavorare meglio, perché avere un pacchetto software perfettamente integrato in un cloud consente anche nuovi modelli di organizza-zione del lavoro). Certo, è solo un tassello di un pro-cesso avviato in molte città ma che ancora vede i risul-tati ottimali lontani. Intanto, segniamo questo punto a favore della «smart cities», almeno per la pubblica am-ministrazione.

    Marzio Fatucchi© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Mila dipendentidel Comune di Firenze che potrebbero essere connessi a Office 365

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    Gabriele Clementi, fondatore e presidente di El.En, azienda fiorentina specializzata nella fabbricazione di sistemi laser, nata nel 1981 come spin-off universitario, è uno dei nuovi Cavalieri del lavoro. Oggi il gruppo produce sistemi laser ad alta tecnologia con tre divisioni: medicale per medicina estetica, industriale per marcatura, taglio e saldatura di lamiere e conservazione per restauro e pulitura delle opere

    d’arte. È presente in Germania, Francia, Stati Uniti, Brasile, Cina e Giappone, con un export pari all’82% del fatturato, e occupa 965 dipendenti, di cui la metà in Italia. E il riconoscimento per Clementi e la sua azienda arriva dopo un più 47% del valore delle azioni negli ultimi dodici mesi, con un più 30% segnato nell’ultimo mese e il titolo che viaggia ormai stabilmente sopra ai 13 euro.

    ROBOTICASTAMPA IN 3D MA CON FINITURE DA ARTIGIANO

    S i può poggiare sulla scri-vania e promette di cam-biare le abitudini di milioni persone. Arriva dalla spin off dell’istituto di BioRobotica del Sant’Anna 3DNextech, il primo dispositivo al mondo che rifinisce gli oggetti in materiale plastico stampati in 3D. Rende i prodotti rea-lizzati con la stampante luci-di e lisci in meno di un mi-nuto, eliminando la ruvidità, la porosità e l’effetto scalino che caratterizzano la stampa tridimensionale. Il «3DFinisher» sarà presentato in anteprima«Technology Hub», manifestazione mila-nese dedicata alle tecnologie più avanzate. Prima del «3DFinisher» le procedure per ottenere un finitura su-perficiale ottimale erano la-boriose e costose. «Abbiamo ricevuto un forte interesse dal mondo della moda e del design. I miglioramenti pro-dotti stampati in 3D – spiega l’Ad Andrea Arienti - hanno attirato designer, architetti e progettisti che avevano scar-tato la stampa perché non in grado di creare oggetti con una buona qualità estetica».

    Giorgio Bernardini© RIPRODUZIONE RISERVATA

    LAVOROCROLLANOLE ASSUNZIONIDEI DISABILI

    I n Toscana soltanto il 3,9% delle persone con disabili-tà è occupato, mentre sono ben 36.745 i disabili iscritti al collocamento. Nel 2008 gli iscritti ammontavano a 35.104, ad oggi l’aumento è dunque del 4,7%. Ma a fronte di un aumento degli iscritti al collocamento mi-rato, diminuiscono le as-sunzioni che, tra il 2008 e il 2013, sono passate da 1.769 a 1.229, in calo del 30,5%.

    Un dato che è anche il risultato degli effetti nega-tivi della crisi economica sul mercato del lavoro. I dati emergono dalla ricerca «Disabilità e lavoro. Il ruolo del volontariato nell’integra-zione lavorativa delle perso-ne» (disponibile sul sito www.cesvot.it). L’indagine, promossa da Cesvot e rea-lizzata da Daniela Masini, Claudio Castegnaro e Nicola Orlando dell’Istituto per la Ricerca Sociale, ha coinvolto 150 organizzazioni non pro-fit della Toscana, di cui 140 associazioni di volontariato attive nel sostegno delle persone disabili.

    Jacopo Storni© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Il calo delle assunzionidi lavoratori con disabilità dal 2008 al 2013

    -30%

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    SOCIALERICERCA

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    3Lunedì 6 Giugno 2016Corriere Imprese

    Hitachi sui binari giusti

    PRIMO PIANO

    Maurizio Manfellotto e i piani per l’ex Breda

    L’Ad: «Con la gara per i treni regionali possiamo tornare ad assumere»

    Dopo anni con i conti in rossoil primo bilancio «giapponese»fa segnare un milione di utile«Ora possiamo pagare le tasse»

    ProduttivitàNegli ultimi tre annilo stabilimento pistoiese ha duplicato la capacitàLavoriamo sull’Etr 1000e sulle metropolitanedi mezzo mondo

    di Silvia Ognibene

    La nuova Ansaldo Bredatargata Hitachi fa il girodi boa e torna a segnarel ’utile che, secondoq u a n t o c i r i s u l t a ,

    sarebbe di poco superiore almilione di euro. I dati fornitidalla società indicano che ilmargine operativo lordo eranegativo per oltre 520 milioninel 2013 e per 65 milioni nel2014: archiviata la lungastagione dei bilanci in rossodi Breda, Hitachi Rail Italytorna a definire una strategiadi sviluppo, come spiegal’amministratore delegatoMaurizio Manfellotto.

    Su cosa sta lavorando la exAnsaldo Breda, oggi HitachiRail Italy?

    «Stiamo lavorando sui con-tratti che abbiamo ereditato esoprattutto portiamo molteproposte commerciali in giroper il mondo. La forza di Hita-chi Rail Italy sta proprio nelpotersi rivolgere ad un merca-to globale».

    Ansaldo Breda si portavadietro conti in rosso da mol-ti anni, oltre alla cattiva fa-ma di non rispettare i tempidi consegna dei treni com-missionati. Questi aspettisono migliorati?

    «Hitachi è arrivata nel no-

    vembre scorso e il primo bi-lancio, che copre circa sei me-si, ci consegna un risultatopositivo che ci onora. Siamofelici perché finalmente pos-siamo pagare le tasse. La de-bolezza sul fronte della pun-tualità è una storia ormai vec-chia, consegniamo i treni per-fettamente in tempo e, a onordel vero, questo risultato eragià stato raggiunto prima del-l’ingresso di Hitachi. Il meritoè tutto dei dipendenti dellostabilimento».

    Qual è il futuro dello sta-bilimento di Pistoia? Qualisono le eventuali aree di de-bolezza sulle quali interver-rete?

    «Pistoia non ha punti di de-bolezza, anzi, è uno stabili-mento modello come lo stan-no diventando anche gli altri

    siti produttivi che Hitachi Railha rilevato in Italia. Quello diPistoia è il più flessibile di tut-ti, perché è in grado di pro-durre sia i convogli per l’altavelocità che i più banali tram.Negli ultimi tre anni lo stabili-mento toscano ex AnsaldoBreda ha duplicato la sua ca-pacità produttiva, ogni mesebatte un nuovo record di pro-duttività e ha ulteriori marginidi miglioramento. Stiamo la-vorando sugli Etr 1000, le me-tro di Miami e Honolulu, Salo-nicco, Taipei, Lima, Copena-ghen, 200 carrozze a doppiopiano per il trasporto regiona-le italiano e, ovviamente, ai Si-rio per la tranvia di Firenze».

    Fino a quando avete com-messe sufficienti per mante-nere satura la capacità pro-duttiva dello stabilimento diPistoia?

    «Tra qualche mese, nellaseconda metà dell’anno, avre-mo una riduzione di lavoroperché porteremo a termine lafornitura degli Etr 1000».

    L’Ad di Ferrovie, RenatoMazzoncini, ha detto che neiprossimi giorni si conosceràl’esito della più massicciagara per il rinnovo dei trenidestinati al trasporto regio-nale: 4,5 miliardi di euro per500 convogli, un’operazioneche porterà l’Italia ad essere

    CollaborazioneAll’indotto serve un’altra mentalità. Resistenze? Troviamo la lentezza tipica di chi ha difficoltàa capire che serveun cambio di passo

    Ha detto

    la nazione europea con il piùgiovane parco rotabile.Quanta parte del destinodella ex Breda è legata a que-sta partita?

    «Siamo molto fiduciosi. Noipartecipiamo al secondo lottodella gara, una fornitura di300 treni regionali ad alta fre-quentazione: abbiamo ottenu-to il miglior punteggio risul-tando primi per l’offerta tecni-ca, adesso deve essere esami-nata la parte relativa all’offertaeconomica. Ripeto, siamo ot-timisti e aspettiamo l’ufficia-lizzazione dei risultati che èimminente. E, come ha dettoanche il Group Ceo di HitachiRail, Alistair Dormer, Pistoiasarà anche destinataria di unsignificativo trasferimento diordinativi dalla Gran Breta-gna».

    Con l’arrivo di Hitachi,molte aziende attive nell’in-dotto della vecchia AnsaldoBreda avevano manifestatopreoccupazione: come staandando il rapporto con ifornitori locali?

    «I nostri fornitori non sonocambiati. L’obiettivo di HitachiRail è crescere e possiamocrescere insieme. È necessarioche l’indotto cambi mentalitàe si orienti alla competitivitàglobale: se i fornitori farannoquesto cambiamento, avrannol’opportunità di entrare in unmercato globale perché Hita-chi Rail è attiva su tutti i mer-cati internazionali».

    State incontrando resi-stente?

    «Non le definirei resistenze,piuttosto troviamo la lentezzatipica di chi deve capire cheserve un cambio di mentalità.Noi ingegneri lo chiamiamo“attrito di primo distacco”: losi supera adottando una visio-ne di medio-lungo termine. Cisono alcuni passi in avanti,siamo ottimisti».

    Ritorno all’utile, raddop-pio della capacità produttiva,aspettative ottimistiche pernuove commesse a breve: Hi-tachi Rail Italy tornerà anchead assumere?

    «Sono cinque anni che so-gno questo momento. Stiamolavorando ad un piano di as-sunzioni, abbiamo già iniziatoa incrementare un po’ il per-sonale e a promuovere le nuo-ve leve. Certo, se vincessimo lagara delle Ferrovie per la for-nitura di 300 treni regionaliservirebbero numerose nuovefigure professionali qualifica-te. Vogliamo continuare a pa-gare le tasse, ad assumere econtribuire all’obiettivo dellacasa madre Hitachi Rail diraddoppiare il reddito operati-vo aziendale nel 2017».

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Laureato in ingegneria meccanica e navale al Politecnico di Napoli, Maurizio Manfellotto inizia la sua carrieranella sezione militare di Italcantieri. Nel 1985 passaad Ansaldo Trasporti. Lavora anche in Ansaldo Sts epoi, nel 2011, è viene nominato amministratore delegato di Ansaldo Breda. Mantiene il suo ruolo anche con l’arrivo dei giapponesi di Hitachi Rail

    Profilo

    Lo stabilimentoHitachi Rail a Pistoia. In alto, Manfellotto davanti a un Etr 1000 in costruzione

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    5Lunedì 6 Giugno 2016Corriere Imprese

    B entornato cardigan! Il maglioncino abbottonato davanti torna alla riscossa per tutta la primavera estate 2016. Con uno sguardo alle tendenze, il marchio

    Paul&Sharkne presentaunorealizzatocon mix dimateriali(cotone esuede)

    traforato a laser per dare al colore quasi un effetto sfumato. (L.A.)

    536 euro, Paul & Shark, via degli Strozzi

    Style

    Torna il cardiganPerò con il laser

    TERRITORI

    Metti un bancomat nei campi (per recuperare una generazione) Leader internazionale per olio e vino di qualità, ma ancora con troppe imprese «nane»All’agricoltura serve un salto, e un ricambio. Intesa Sanpaolo ci scommette un miliardo

    L’agricoltura può e deveessere una leva di svi-luppo, uno dei motoridella uscita dalla crisi,anche occupazionale,

    e anche il mondo bancario se-gue con crescente attenzioneil settore. E lo fa non solo confinanziamenti ad hoc per di-stretti e filiere, ma anche conaccordi complessivi che pun-tano a far superare le fragilitàdel sistema che, se eccelle nelvino e nell’olio, è ancora vitti-ma del nanismo di moltissimeimprese e della difficoltà diinnovare e trovare nuovi mer-cati. Ultimo esempio dell’at-tenzione delle banche è il pac-chetto di iniziative frutto del-l’accordo tra ministero del-l’agricoltura e Intesa Sanpaolo,chiamato «Diamo credito al-l’agroalimentare italiano», eattuato in Toscana dalla Cassa

    di Risparmio di Firenze e dallaCassa di Risparmio di Pistoiae della Lucchesia, con un pla-fond totale di un miliardo dieuro in tre anni per il creditoalle imprese e l’obiettivo di at-tivare nuovi investimenti per1,25 miliardi. «Occorre riposi-zionare l’agricoltura al centrodi ogni agenda — spiega Pier-luigi Monceri, Direttore Gene-rale di Banca Cr Firenze e Di-rettore regionale Toscana,Umbria, Lazio e Sardegna diIntesa Sanpaolo — Agricolturasignifica anche sicurezza ali-mentare, come ha sottolineatol’Expo, sostenibilità ecologicaed economica e la crisi econo-mica ha aperto nuove dinami-che nei settori primari di pro-duzione, settori importantiper l’Italia. E l’agroalimentareè uno di questi. Servono sup-porti alle imprese e questo è ilnostro ruolo grazie al progettocon il ministero dell’agricoltu-ra. Intesa Sanpaolo ha già unaquota importante di clienti edi corrispondente mercatonell’agricoltura e ora vogliamo

    mettere una marcia in più».L’accordo prevede un miliardodi euro in tre anni per la cre-scita del comparto, l’allunga-mento della moratoria suimutui da 12 a 24 mesi per gliimprenditori dell’agroalimen-tare, il finanziamento del 140%alle imprese che investono innuove strutture come previstodalla legge di stabilità 2016 e ilgruppo Intesa in Toscana ha48 filiali «verdi», dotate di 100specialisti a supporto dell’ini-ziativa. «Già da tempo operia-mo nel settore e sono quattro,a nostro avviso, gli aspetticentrali su cui operare — sot-tolinea il manager — Il ricam-bio generazione nelle impreseagroalimentari dato che oltreil 65% dei titolari ha più di 55anni, mentre quelli tra 40 e 54anni sono solo il 22% fatto chemostra come si sia “persa”una generazione quando il la-voro nei campi non era consi-derata come opzione di futu-ro. Poi la necessità di innova-zione e di cultura imprendito-r i a l e ( s o l o i l 1 0 % d e g l i

    imprenditori del settore hauna laurea e il 22% è diploma-to, ndr), quella della crescitadimensionale perché ancoraoggi in Toscana la dimensionemedia di una azienda è di 10ettari con 6 dipendenti ed oc-corre spingere sulle aggrega-zioni e infine le politiche difiliera. In Toscana — aggiungeMonceri — abbiamo stipulato

    29 contratti difiliera per ungiro di affaridi 5 miliardi,coinvolgendo1.400 fornitorie 5.000 dipen-denti, ed unterzo di que-ste filiere ènell ’agroali-mentare». Laregione è lea-der nel settorevitivinicolo enell’olivicultu-ra, prima inI t a l i a p e rexport di olioe quarta per ilvino, e le poli-tiche si soste-gno al credito

    sono pensate per risponderealla nuova vitalità del settore.«Noi contiamo di erogare tut-to il miliardo di euro nei treanni e nei primi tre mesi del2016 abbiamo già dato finan-ziamenti per 58 milioni al-l’agroalimentare sul miliardo emezzo di crediti totali erogatidal gruppo Intesa Sanpaolotra Toscana, Umbria, Lazio eSardegna. Le politiche di filie-ra funzionano, danno unbuon ritorno sia per la cresci-ta dei fornitori che per la dife-sa del made in Italy e dellaqualità, in Toscana ad esem-pio si produce un terzo delbio italiano. Il settore nellanostra regione è in crescita —conclude Pierluigi Monceri —e lo sarà anche nel 2016. An-che per questo ci impegniamonel percorso formativo “ThinkGreen”, su quattro giornate, afavore delle imprese, dandoloro le conoscenze per utiliz-zare sia le agevolazione regio-nali che gli strumenti finan-ziari delle politiche agricoledell’Unione Europea».

    Mauro Bonciani© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Monceri Servono innovazione e cultura imprendito-riale, crescita dimensionale e soprattutto politiche di filiera: funzionano sia per la crescita dei fornitori che per la difesa del Made in Italy

    «Think Green»Poco meno di duemila under 40 toscani hanno avviato un’impresa agricola negli scorsi dodici mesi, andando ad affiancarsi agli imprenditori già attivi sul territorio, quasi tutti over 55. Nel mezzo mancaun’intera generazione

    Il 65% dei titolari delle imprese agricole toscane ha più di 65 anni: questo mostra che si è persa una generazione, quando il lavoronei campi non era considerato un’opzione per il futuro

    «Diamo credito all’ agroalimentare italiano» è l’accordo tra Intesa Sanpaolo e ministero dell’ Agricoltura.Alla Toscana sarà erogato un miliardo in tre anni per la crescita, l’innovazione, il ricambio generazionale, la formazione delle imprese del settore

    L’accordo

    I numeri10 I CONTRATTI DI FILIERANEL SETTORE AGROALIMENTARE

    Dimensione mediaAZIENDE TOSCANE

    10 ettari

    LaureatiTITOLARI DI AZIENDE DEL SETTORE

    10%

    Diplomati

    22%

    oltre 55 anni

    65%

    tra 40 e 54 anni

    22%

    Media del personale6 dipendenti

    Addettidell'agroalimentare

    60.000

    ViteEttari in Toscana sul totale in Italia

    Prodotti agroalimentari e dell'industriadelle bevande DOP e IGP in Toscana:distribuzione delle certificazioni per settore

    Olivi

    VinoL'aumento dell'export dal 2008 al 2015

    Olio

    Vino

    Carni

    Ortofrutta

    Oli

    Pr. da forno

    Formaggi

    Spirits

    Altri prodotti0 20 40 60

    9% 8,2%

    68% 78%

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    6 Lunedì 6 Giugno 2016 Corriere Imprese

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    7Lunedì 6 Giugno 2016Corriere Imprese

    caso ha scelto La Rotta, nellecolline fuori Pontedera, comesede dell’azienda. In una exfonderia di ghisa recuperata eriadattata, 2.000 metri quadra-ti immersi fra i vigneti: «Pri-ma si fondevano i metalli, orala cioccolata», commenta.«Volevo un posto bello perchéquello che facciamo è bello».Ecco quindi che torna la mate-ria prima: «Io preferisco lavo-rare direttamente con i conta-dini, mi piace garantire loroun prezzo equo, al di là del-l’esclusiva o meno. Credo siagiusto aiutarli a mantenere un

    m e t o d o d icoltivazionedel cacao an-tico, consoli-dato, basatosu conoscen-ze empirichet r a m a n d a teda generazio-ni», concludeCecilia Tessie-ri.

    G i à d a lgennaio scor-so, una man-ciata di mesidopo il pas-saggio in ma-no asiatica, ilc i o c c o l a t odella Valderaè arrivato sul-la tavola diuno dei mi-gliori risto-ranti di Sin-gapore (doveper un’abita-zione in cen-tro si pagano21 mila euroal metro qua-d r a t o ) , L a

    Brezza dell’hotel St. Regis: lochef Luca Moioli conclude ilmenu dedicato al meglio dellagastronomia italiana con lapanna cotta al cioccolatoAmedei 9.

    E l’azienda di Pontedera siprepara a tagliare un nuovotraguardo: dopo il primo ne-gozio a New York, l’anno scor-so, è in arrivo il prossimo aShanghai. «Abbiamo un pianodi espansione in Cina, StatiUniti e Londra».

    Fuori dalla grande distribu-zione, con un’unica eccezione:«La collaborazione con un’al-tra azienda locale, Sammonta-na. Per il loro ‘barattolino’ prepariamo un cioccolato li-quido unico. È andata benealla prima prova, ora andiamoavanti: tra toscani ci siamo ca-piti».

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    LOCOMOTIVE

    Singapore investenel super cioccolatoCecilia Tessieri è la prima donna «maître chocolatier»Dalla Valdera la Amedei conquista i palati del mondograzie al lavoro di ricerca, e i ai soldi della holding Octopus

    Globali: l’anno scorso l’apertura del primo negozio a New York,ora tocca a Shanghai

    La signora del cioccolatoè lei. Incisiva, sicura,pragmatica: Cecilia Tes-sieri tiene ben chiuse leporte dei suoi laborato-

    ri, ma spalanca quelle dellestanze dove conserva i suoiprodotti, i suoi gioielli. Crea-zioni di lusso infatti, coperteda involucri di carta raffinata,grafiche eleganti e biglietti diaccompagnamento alla sco-perta delle praline. E poi quel-la linea dorata, a mo’ di eccel-lenza, che incornicia il nomedel marchio: «Amedei». I ri-conoscimenti sono costanti einternazionali, tanti gli Oscardella cioccolata, quelli dellaLondon Academy: quest’annola casa di Pontedera ne haportati a casa ben 15, fra ori,argenti e bronzi.

    Dal Venezuela, dove «ladycioccolato» sceglie il cacao etratta in prima persona con icoltivatori, alle colline della Valdera, dove si scioglie, simescola e si tempera con ri-cette segrete per oltre 200prodotti diversi. Cecilia Tes-sieri è la prima maitre choco-latier donna al mondo. E sì, èun mestiere da uomini, glie-l’hanno detto così tante volteche lei ormai passa oltre: «Mipiacciono i team misti, dovedonne e uomini sanno dialo-gare e dare il meglio, solo cosìsi crea un buon equilibrio,che si riversa poi sui prodottie sull’andamento dell’azien-da».

    Cacao, uomini e macchine:«Il cioccolato buono non lo fasolo la materia prima, ma an-che la professionalità di chi lolavora e le attrezzature», diceTessieri. «Abbiamo recuperatodiverse macchine, alcune del-le quali risalgono alla fine del-l’800, altre al primo dopoguer-ra, e le abbiamo riadattate allenostre esigenze. Accanto astrumenti ipertecnologici».

    Amministratrice delegatadella fabbrica di cioccolato

    nata nel ‘92, ha vissuto un pri-mo salto in avanti nel ‘98, conil lancio del primo fondentetoscano. Da allora si è ritaglia-ta uno spazio di nicchia nelsettore e ora Amedei vive unastagione di rilancio importan-te.

    Per mano asiatica: a lugliodell’anno scorso infatti laOctopus Holdings Founda-tion, un fondo di investimen-to di Singapore, ha acquisitola quota di maggioranza dellasocietà, «che ha amato e so-stenuto da subito», dice Tes-sieri, con un aumento di capi-tale destinato a rafforzare lebasi industriali della società el’espansione anche sui mercatiesteri. Amedei è il target tipodei grandi fondi di investi-mento internazionali che ne-gli ultimi anni, dopo avermesso nel mirino le grandi

    aziende del food, sono alla ri-cerca di realtà medio piccole,votate alle produzioni di eccel-lenza del made in Italy ali-mentare e con buone possibi-lità di espansione sui mercatiinternazionali. Amedei è stataquindi l’obiettivo perfetto perOctopus che ha iniettato risor-se con la promessa di far cre-scere l’azienda di Pontederacon il grande salto all’estero.

    L’Italia è il primo mercato

    di riferimento, seguito dal Re-gno Unito, l’Asia, in particola-re Hong Kong e Singapore,poi Stati Uniti e Canada. Unfatturato di circa 3,4 milionidi euro, 35 dipendenti in tuttofra amministrazione e produ-zione, tra i 700 e i 1.000 chilidi cioccolata prodotta ognisettimana. Il rapporto con laValdera? «Qui sono nata e quiho voluto che restasse la pro-duzione. La Toscana è unmarchio che si vende, lo sap-piamo bene. Sin dall’inizio cichiamavamo Amedei Tuscany,perché la nostra terra è anchenel nostro prodotto, nono-stante la materia prima si col-tivi altrove. Noi la importia-mo, la lavoriamo e la riportia-mo nel mondo. È il concettodi restituzione – aggiunge – ilVenezuela ci dà il cacao, noi cimettiamo la creatività». Non a

    Profilo

    Quest’anno Cecilia Tessieri (nella foto ) ha vinto 15 Oscar della Cioccolata, assegnati dalla London Academy

    di Cinzia Colosimo

    La fabbrica è nata nel 1992 sulle collinedi Pontedera, in una ex fonderia di ghisa dove oggi si fondeil cioccolato

    Nel luglio scorso la svolta con i capitali del fondo Octopus di Singapore,per crescere sui mercati internazionali

    Lo Amedei lavora mille chili di cioccolato alla settimana

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    8 Lunedì 6 Giugno 2016 Corriere Imprese

    160606CS001FISS160606CS002FISS160606CS003FISS160606CS004FISS160606CS005FISS160606CS006FISS160606CS007FISS160606CS008FISS