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Chiesa e Stato Dalla societas christiana medievale alla democrazia di Pio XII

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Chiesa e StatoDalla societas christiana medievale alla democrazia di Pio XII

- Trova i suoi fondamenti teorici nella teologia di San Tommaso: partendo daAristotele, Tommaso costruisce una dottrina sul potere politico fondata sulladistinzione e sull’autonomia fra ordine temporale e spirituale, convergenti peròverso l’unico fine supremo rappresentato dalla salvezza e dalla vita eterna: èuna dottrina che concepisce lo Stato a partire da una visione integrale euniversale dell’uomo;- questa dottrina, formalizzata dalla Scolastica, si configura come unordinamento che poggia sul diritto naturale, interpretato dal magistero inquanto depositario della legge divina;- traducendosi come coordinamento fra potere temporale e potere spirituale,acquisisce una forma storica nella diarchia, spesso conflittuale, fra papato e

impero;- la societas christiana, infatti, oscilla fra due estremi: 1) la ierocrazia, cioé lasupremazia dell’autorità religiosa anche in ambito temporale; 2) ilcesaropapismo, cioé il primato del potere politico anche nella sfera religiosa,ad esempio nelle nomine episcopali;- plasma l’intera società, come traduzione terrena di un ordine universale,traducendo la continuità fra sacro e profano che caratterizza il medioevo.

Stato e Chiesa: la societas christiana medievale

L’incoronazione di Carlo MagnoPapa Leone III incorona Carlo imperatore il 25 dicembre dell’800 in San Pietro

- XIV-XV sec.: la formazione degli Stati nazionali europei, con un rafforzamentodelle monarchie di fronte al papato;- XVI sec.: la rottura dell’unità cristiana, dopo la riforma luterana e lo scisma

anglicano;- XVI sec.: la formulazione di dottrine contrattualistiche, che spostavano lafonte del potere civile dalla natura, quale traduzione terrena dell’ordinamentodivino, al popolo, come risultato di un patto sociale che garantistica i principidella convivenza (Locke, Hobbes, Rousseau);- XVI-XVII.: l’assolutismo, prima di tutto di Carlo V e Filippo II, che assegna alsovrano un potere illimitato, cioé universale e privo di mediazione da partedell’autorità religiosa, con l’assunzione di alcune prerogative sulle Chiesenazionali (es. il gallicanesimo con Luigi XIV);- XVII-XVIII sec.: la rivoluzione scientifica, l’illuminismo e il primato dellaragione, fino al superamento della teologia quale sintesi di tutte le scienze;- XVIII sec.: la formalizzazione di dottrine politiche che, come il giuseppinismo,allargano la giurisdizione statale verso la Chiesa, interferendo con l’ambitopastorale e disciplinare, a volte fino ad assorbire la dimensione pubblica dellareligione.

La crisi della societas christiana

- Con la Seconda scolastica (XVI-XVII sec.), la dottrina cattolica reagisce adassolutismo e contrattualismo attraverso una rilettura del tomismo: la fontedel potere civile rimane Dio ma attraverso la mediazione popolo, come fine elimite dell’autorità politica, al punto da legittimare tirannicidio e regicidio;- nell’età dei lumi e del giurisdizionalismo, la Seconda scolastica assicura unfragile equilibrio, che viene travolto dalla Rivoluzione francese;- l’affermazione dell’individuo quale fondamento del consorzio civile, secondola nota formula “liberté, égalité, fraternité”, spinge verso una laicizzazione dellospazio sociale: i rapporti fra Stato e Chiesa vengono ripensati secondo laformula del “separatismo”, che postula la reciproca e assoluta indipendenza fraordine temporale e spirituale, confinando l’esperienza religiosa nella sfera

privata;- a differenza di quello medievale e moderno, lo Stato che nasce con laRivoluzione è uno Stato agnostico;- in tal senso, la Rivoluzione francese rappresenta una rottura paradigmatica:conclude un sistema di relazioni fra Stato e Chiesa che, attraverso alcuniadattamenti storici, pur già in crisi, aveva regolato i rapporti tra sfera civile ereligiosa a tutti i livelli (politico, sociale, etc.).

La Rivoluzione francese

L’incoronazione di NapoleoneBonaparte s’incorona imperatore il 4 dicembre 1804 a Notre Dame davanti a Pio VII

- Nonostante la Restaurazione, cioè il ritorno agli assetti politico-sociali pre-rivoluzionari, i moti popolari dell’Ottocento, con la diffusione dei dirittidell’uomo, avviano un generale processo di secolarizzazione che radicalizza ilrapporto fra Stato e Chiesa: le guerre nazionali e d’indipendenza promuovonoassetti sociali e istituzionali più democratici, con l’estensione della cittadinanza;- nell’Ottocento, inoltre, l’illuminismo lascia il posto al positivismo e alle primedottrine atee, come il marxismo: l’uomo diventa centro del mondo e la visioneuniversale cristiana è sostituita da una cultura antropocentrico;- sotto il profilo dottrinale, la Chiesa riconosce la monarchia come autoritàcostituita, quindi legittima, contestando quelle politiche di liberalizzazione –estensione dei diritti civili, sociali, etc. – che comportano una crescente laicitàdello Stato;- all’interno di questo quadro, nel cattolicesimo maturano però esperienze chetentano una riconciliazione con lo Stato laico, come il neo-guelfismo – inrapporto alla costruzione della nazione italiana – e il cattolicesimo liberalefrancese: sono il tenativo di coniugare dottrina cattolica e libertà civili.

Chiesa e Stato moderno

- La conciliazione cattolico-liberale è interrotta da Pio IX (1846-78): il papa iniziauno scontro radicale con la cultura moderna (Sillabo, 1864) che porta a unoscontro frontale con lo Stato liberale, prima di tutto italiano (leggi delleGuarentigie, 1871; non expedit, 1874);- davanti allo Stato moderno, il magistero successivo a Pio IX si muovedistinguendo fra tesi – il coordinamento, valido in linea di principio – e ipotesi –il quadro separatista, in cui storicamente si deve muovere la Chiesa;- la Santa Sede, perso il proprio interlocutore, cioé lo Stato, per rafforzarel’istituzione ecclesiastica stringe i rapporti con gli episcopati nazionali e con lasocietà di massa: combatte il gallicanesimo; organizza il laicato sul piano sociale;rafforza il potere pontificio, fino alla proclamazione dell’infallibilità in materiadottrinale con il Concilio Vaticano I (1870);

Tesi e ipotesi

- Interprete di questa linea è Leone XIII, anche in ambito politico;- prima con l’enciclica Libertas (1888) afferma l’imparzialità della Chiesa difronte a tutte le forme di governo, sempre però nel quadro di uncoordinamento di poteri e purché “adatte per sé a procurare il bene dei

cittadini”;- poi con l’enciclica Au milieu des sollicitudes (1892) riconosce la Repubblicafrancese, laica e secolarizzata, come “governo di fatto” – cioé necessario pergarantire l’ordine sociale – ma non “di diritto” – cioé migliore in linea di

principio.- il magistero di Leone XIII rende così possibile la partecipazione cattolica allavita civile della nazione francese (ralliement) nonostante la laicizzazione cheporta alle leggi separatiste del 1905;- questa dottrina rimane però all’interno della tradizionale concezionedell’origine e della natura del potere civile, riservando al magistero il giudizio sugoverni e sistemi politici- la Chiesa rimane su questa posizione fino a Pio XII.

Il ralliement di Leone XIII

- In Italia, dopo il non expedit, la partecipazione politica cattolica è limitata alleelezioni comunali e all’attività amministrativa;- accordi e compromessi con i liberali vengono raggiunti sul piano della gestionelocale: è il clerico-moderatismo, che troverà poi una traduzione nazionale nel PattoGentiloni (1913);- la Santa Sede di Pio X esclude quindi una presenza diretta dei cattolici nella vitapolitica nazionale che avrebbe sancito un riconoscimento formale dello Statorisorgimentale, lesivo dei diritti del papato;- la Prima guerra mondiale segna l’ingresso delle masse nella storia: ciò spinge ilcattolicesimo verso una propria organizzazione politica, con il Partito popolare diSturzo, una formazione aconfessionale ma d’ispirazione cristiana che si muoveall’interno delle istituzioni democratiche;- in questo quadro, si cercano nuovi riferimenti teorici, con una riletturademocratica e contrattualista della Seconda scolastica;- il popolarismo, tuttavia, non porta a un riconoscimento dello Stato laico edemocratico da parte del magistero, spegnendosi con l’ascesa del fascismo (1922) ela firma dei Patti lateranensi (1929);- la Santa Sede fra “ipotesi” democratica e “tesi” confessionale sceglie unasoluzione autoritaria alla Questione romana.

Il risveglio democratico

- Dopo la firma dei Patti lateranensi si parla di clerico-fascismo;- è un rapporto privilegiato fra Chiesa e regime che, all’interno degli apparatifascisti, tenta di ricostruire la societas christiana: si interrompe così la maturazionedemocratica del cattolicesimo avviata con il popolarismo;- i leader del Partito popolare sono costretti o all’esilio (Sturzo) o all’isolamento (DeGasperi): in silenzio, proseguono la propria riflessione sulla democrazia e sullelibertà civili, così come sul ruolo del cattolicesimo nella rinascita del paese;- inoltre, frange minoritarie del cattolicesimo continuano a cercare un rapporto piùdialettico con la cultura moderna, senza uscire dal paradigma antiliberale, maseguendo una logica di rianimazione cristiana più che di riconquista sociale: sono laFederazione universitaria cattolica (Fuci) e gli intellettuali;- in questi ambienti, si formano figure poi protagoniste del risveglio democraticocattolico, come Giovanni Battista Montini, assistente della Fuci dal 1925 al 1933;- giovani e intellettuali si fanno interpreti di un nuovo progetto storico, che guardaalla “cristianità profana” del filosofo francese Jacques Maritain: un approccio allapolitica cattolico ma non sacrale, quindi rispettoso dell’individuo e della libertà dicoscienza.

Chiesa e totalitarismi

- Al momento della sua ascesa al soglio(1939), Pio XII eredita quindi una Chiesain difficoltà di fronte alla Stato:

1) dopo la svolta delle Leggi razziali(1938), sono cresciuti I contrasti conl’Italia fascista, soprattutto attorno alleorganizzazioni di massa cattoliche;

2) in Germania, il nazionalsocialismosta portando avanti politichediscriminatorie verso la Chiesa e le

minoranze;3) incombe, come testimoniato dalla

Guerra civile spagnola (1936-39), laminaccia dell’Unione sovietica;

4) l’Europa è sull’orlo di una nuovaguerra mondiale.

Eugenio Pacelli/Pio XII

- Pacelli arriva al pontificato dopo una lunga carriera diplomatica: minutante inSegreteria di Stato, nunzio a Monaco e poi a Berlino, segretario di Stato di Pio

XI.- in questi ruoli, è stato uno dei protagonisti della politica concordaria con cuila Santa Sede, dagli anni Dieci, iniziò a regolare i propri rapporti con gli Stati

moderni;- inizialmente, il pontefice tenta una distensione con i regimi totalitari, perritagliare alla Santa Sede uno spazio di manovra diplomatica;- l’inizio delle ostilità, come durante la Prima guerra mondiale, isola la SantaSede: il conflitto è presentanto come uno scontro fra democrazie occidentali(Gran Bretagna, Francia, poi Stati Uniti) e regimi totalitari (Germania, Italia),una forzatura storica visto il ruolo dell’Unione sovietica;- dopo alcune iniziative per favorire la pace, Pio XII mantiene uno strettoriserbo, spingendo però il cattolicesimo verso una rapida riorganizzazionepolitica e sociale in vista del dopoguerra.

L’isolamento della Santa Sede

- “Non lamento, ma azione è il precetto dell'ora; non lamento su ciò che è oche fu, ma ricostruzione di ciò che sorgerà e deve sorgere a bene della società.Pervasi da un entusiasmo di crociati, ai migliori e più eletti membri dellacristianità spetta riunirsi nello spirito di verità, di giustizia e di amore al grido:Dio lo vuole!”;- di fronte al regimi totalitari, senza poter prendere una posizione sulleresponsabilità del conflitto, Pio XII assegna ai cattolici la responsabilità didefinire i lineamenti del nuovo ordine interno e internazionale;- il messaggio passa inosservato davanti all’autorità fascista: Mussolini lo definì“un discorso di luoghi comuni che potrebbe agevolmente essere fatto anchedal Parroco di Predappio”, cioé del suo paese natale.- invece Pio XII accelera un vasto movimento interno al cattolicesimo: 1) lariorganizzazione politica dei cattolici, con la nascita della Democrazia cristiana(1943); 2) la riflessione sull’ordinamento democratico, portata avanti dagliintellettuali e dai vecchi popolari;- dopo l’8 settembre 1943, questo impegno coagula nella Resistenza:l’impegno antifascista con gli altri partiti legittima i cattolici quale forza socialenella ricostruzione del paese.

Il radiomessaggio natalizio del 1942

- Nel discorso, Pio XII individua la causa dellaguerra non più in una società secolarizzata cheha reciso i suoi legami con l’ordinamentonaturale e quindi con la Chiesa ma in unpotere politico sottratto a qualsiasi controllodei cittadini: è una forte prospettiva storica;- di fronte al dramma della guerra, ripetto allaLibertas di Leone XIII, il papa riconosce lademocrazia quale sistema politico migliore pergarantire il rispetto dei diritti e delle libertàdell’individuo e in ultima istanza della

convivenza;- la democrazia che postula è una “democraziareligiosa”: a) è fondata sulla persona e nonsulle masse, in opposizione a ideologie cheassorbono l’individuo, come il comunismo; b)è rispettosa dell’insegnamento cristiano, nelquale affonda le proprie radici la dignitàdell’uomo.

Il radiomessaggio natalizio del 1944

- Pio XII riafferma la centralità della dottrina cristiana nella costruzionedell’ordinamento sociale, in contrasto con una visione laica dei diritti

dell’uomo;- tuttavia, accetta il pluralismo politico che, attraverso la lotta antifascista,avrebbe segnato la ricostruzione civile animata dai grandi partiti di massa(cattolico, comunista, socialista);- in questo quadro, la Santa Sede, con Montini, ratifica la Democrazia cristianaquale partito unico dei cattolici, assegnando alla sua dirigenza la responsabilitàdi tradurre il magistero attraverso una concreta iniziativa politica;- il primato assegnato alla democrazia rappresenta una tappa fondamentaleverso una nuova teologia del laicato, sancendo l’autonomia dei fedeli sulterreno civile, secondo la distinzione fra naturale e soprannaturale tracciata daMaritain.

Dottrina cristiana e pluralismo ideologico