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57 iL boLLettino DEGLI ESPERTI AMBIENTALI BEA B B B BE E E EA A A A BEA BEA DALL’ASSOCIAZIONE: INFORMAZIONI E INTERVENTI Unione Italiana degli Esperti Ambientali 2018/3 Abbiamo deciso di rendere la rubrica sistematica compatibilmente con la frequenza trimestrale della rivista. Oltre a notizie riguardanti l’attività e le iniziative di UN.I.D.E.A. riprenderemo anche gli interventi e i contributi, a nostro avviso più significativi, su argomenti oggetto di discussione in cam- po ambientale e in particolare sul Sistema delle Agenzie ambientali, appar- si sul sito www.unideaweb.it. Gianfranco Pallotti [email protected]

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DALL’ASSOCIAZIONE:INFORMAZIONIE INTERVENTI

Unione Italiana degli Esperti Ambientali

2018/3

Abbiamo deciso di rendere la rubrica sistematica compatibilmente con la frequenza trimestrale della rivista. Oltre a notizie riguardanti l’attività e le iniziative di UN.I.D.E.A. riprenderemo anche gli interventi e i contributi, a nostro avviso più significativi, su argomenti oggetto di discussione in cam-po ambientale e in particolare sul Sistema delle Agenzie ambientali, appar-si sul sito www.unideaweb.it.

Gianfranco [email protected]

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COMUNICAZIONE EFFICACE PER EVENTI SPECIALI

GIANFRANCO [email protected]

La scorsa settimana ci sono state due occasioni importanti e Ambien-teInforma ne ha dato ampio risalto arricchendo i testi con brevi intervi-ste degli intervenuti – è una positi-va novità – molto funzionali ad una ripresa da parte dei media televisivi.Nella prima, relativa alla partecipa-zione del ministro Costa ad una riu-nione del Consiglio del SNPA pres-so ISPRA, è stato messa a disposi-zione la registrazione completa de-gli interventi di Stefano Laporta, Lu-ca Marchesi e dello stesso Sergio Costa, (*) mentre nella seconda, l’in-contro dei vertici del SNPA con la Commissione Ambiente della Con-ferenza delle Regioni è stata accom-pagnata, anche in questo caso, dal-le interviste dei rappresentanti del Sistema e dell’Assessore regionale della Sardegna Donatella Spano, coordinatrice della Commissione.Nella riunione del Consiglio il pre-sidente del SNPA ha presentato la struttura e le funzioni del Sistema annunciando per il prossimo feb-braio a Roma “la prima Conferenza Nazionale del Sistema SNPA, ‘L’Am-biente fa SISTEMA. Informazione, controlli e ricerca per il 2030’, che sarà occasione per presentare al pubblico e alle istituzioni l’identità e le attività del Sistema, evidenziando le opportunità per il Paese che può rappresentare una rete di strutture tecniche esperte e autorevoli, com-petenti per il monitoraggio e con-trollo dell’inquinamento e dello sta-to dei fattori ambientali.” Successivamente il Vice presidente e presidente di AssoARPA ha appro-fondito alcuni dei temi riguardanti in particolare gli aspetti finanziari,

i vincoli assunzionali, i ritardi nella emanazione delle norme attuative della L. 132/2016 e le inadempien-ze delle Regioni nell’adeguamento delle leggi istitutive delle ARPA. Per ultimo Marchesi ha chiesto maggio-re fluidità nei rapporti del SNPA con il MATTM, la creazione di un tavolo permanente comprendente le due istituzioni e le Regioni e Province autonome e il chiarimento dei rap-porti con le forze dell’ordine e la magistratura.Il ministro ha ringraziato per l’op-portunità dell’incontro e per le sol-lecitazioni ricevute alle quali ha da-to pragmaticamente risposte nei li-miti delle proprie competenze e co-noscenze individuando nell’ufficio legislativo del MATTM l’interlocuto-re per rapporti con il SNPA e le sin-gole strutture.Mentre ha dato per scontata l’in-dipendenza di ISPRA, ha sollevato perplessità sulle ARPA, sintetizzan-do anche in un twitter “dobbiamo sviluppare l’indipendenza nella sua articolazione territoriale. Se non siamo indipendenti, semplicemen-te non siamo!”Ha fatto l’esempio di scarsità di risorse ma la nostra impressio-ne è che ipotizzasse altri tipi di condizionamenti.Non è un caso che in un comunicato Luca Marchesi il giorno successivo all’incontro, abbia ripreso il tema: “Dobbiamo lavorare per costruire un sistema dei controlli ambientali rigoroso, equo, avanzato, armonico, capace di favorire lo sviluppo ‘gre-en’ del Paese. Il tutto con una pre-messa e una condizione fondamen-tale cui personalmente io tengo moltissimo e che anche il Ministro ha più volte sottolineato: il Siste-ma, le Agenzie, ISPRA devono da un lato essere sempre più avanzate scientificamente e tecnologicamen-te e dall’altro essere pienamente

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indipendenti da ogni condiziona-mento, nell’interesse di tutti e a ga-ranzia di tutti.Solo così possiamo essere davvero elemento di controllo della qualità dei processi produttivi, dei sistemi economici, dei territori, delle con-dizioni di vita delle persone e della bontà delle decisioni pubbliche che si assumono.La nostra autorevolezza si fonda in-fatti su due pilastri parimenti impor-tanti: la nostra competenza tecni-co-scientifica e l’indipendenza da condizionamenti, che devono esse-re i due fari da seguire. Inoltre, que-sta competenza tecnico-scientifica e questa indipendenza devono es-sere tali sul piano della realtà e del-la sostanza, ma lo devono essere al-trettanto sul piano della percezione collettiva. Mai come in questo caso reale e percepito devono allinearsi, mai come in questo caso la forma è sostanza.Ecco perché dobbiamo lavorare sempre più sui temi di comunica-zione, informazione ed educazione ambientale per tutti gli stakehol-ders. Per essere ed essere perce-piti come soggetti terzi, autorevoli, indipendenti.”Nel complesso riteniamo che l’in-contro sia stato positivo. E in ogni caso chiarificatore. Il ministro ha adottato la tecnica del bastone e della carota dichiarando la massima disponibilità a risolvere, o a collabo-rare per risolvere, i problemi attuali e futuri del SNPA e a favorire i rap-porti con le altre istituzioni.Ha dispensato indicazioni, indirizzi, consigli, ordini e disposizioni atte-nuati “per chiarire a chi non ha ca-pito o non volesse capire” da am-miccamenti complici ed espressioni del suo vernacolo napoletano e ag-gravate dal ricordo persistente della sua storia personale e del suo gra-do. “Ho ancora il tesserino.”

Alcune osservazioni a margine. A proposito degli ispettori ambientali e alle ipotesi di regolamento avan-zate dal SNPA, il ministro si è di-chiarato decisamente contrario che possa essere anche personale di provenienza amministrativa. Devo-no essere tecnici. Siamo d’accordo e lo è anche IMPEL ma ci chiediamo se lo siano anche i componenti dei 29 Nuclei Operativi Ecologici.Ha espresso apprezzamento per le dotazioni strumentali dei laboratori di ISPRA e delle ARPA e per i livel-li di accreditamento ma ha chiesto, assicurando il suo appoggio, che vengano accreditati anche i loro la-boratori mobili in analogia a quanto sta facendo per quelli del NOE e delle Capitanerie di Porto.E’ molto che manchiamo dalle strut-ture e non sapevamo che le due or-ganizzazioni fossero dotate di mez-zi mobili e facessero accertamenti analitici. Non è il Sistema che per la L. 132/2016 svolge questa attività in laboratorio e in campo con stazioni fisse e mobili?Per ultimo il ministro, rivolgendosi ai 21 DDGG delle Agenzie presenti, si è dichiarato disponibile, compati-bilmente con gli altri impegni istitu-zionali, a visitare i loro laboratori.Eppure l’Art, 3 della citata legge istitutiva del SNPA e il presidente Laporta nella sua introduzione han-no ben chiarito quali siano le molte-plici funzioni attribuite alle strutture. Ma questo, forse, è stato solo un lap-sus derivante dall’attività pregressa del ministro e dai rapporti che aveva allora con l’ ARPA Campania.

(*) https://www.youtube.com/watch?v=xX-LU4Gq-tA

Dal sito del 19 giugno 2018

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Giovedì, 20 settembre

9:00 Registrazione partecipanti

9:30 Introduzione e salutiOn. Salvatore Micillo, Sottosegretario Ministerodell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare(*)Paola Gazzolo, Assessore alla difesa del suolo e della costa, Regione Emilia-Romagna (*)Caterina Ferri, Assessore Ambiente, Lavoro, Attività Produttive (Petrolchimico), Comune di FerraraGiuseppe Bortone, DG ARPAELuca Marchesi, VicePresidente SNPA

10:00 Interventi SNPA Franco Sturzi, DTS ARPA FVGSNPA e il rapporto con le imprese

Nicola Dell’Acqua, DG ARPA VENETOIl tema Rischi Naturali nel SNPA

Giuseppe Sgorbati, DTS ARPA LOMBARDIASNPA verso nuove modalità di controlli: droni, osservazioni aeree

Rossana Cintoli, DTS ARPA LAZIOLe bonifiche nel SNPA

Stefano Maggiolo, DTS ARPA LIGURIAEconomia circolare e SNPA

Diana Aponte, Dirigente ISPRASNPA: la gestione delle emergenze e del danno ambientale

12:00 Dibattito

12:30 Conclusioni Alessandro Bratti, DG ISPRA

La giornata sarà interamente moderata da Alfredo Pini, ISPRA e da Silvia Paparella, REM-TECH EXPO

Ore 14,30 TAVOLI DI CONFRONTO SNPA E REMTECH EXPO (numero chiuso)

1. BONIFICHE E SEDIMENTI • IGOR VILLANI, Arpae MODERATORE DEL TAVOLO

• CLAUDIO ALBANO, CH2MHILL, Milano

• LAURA BALOCCHI, Arpa Toscana

• GUIDO BONFEDI, Syndial, San Donato Milanese (MI)

• JEAN PIER DAVID, Golder, Torino

• FABRIZIO GHEORGHIU, CFM, Venezia

• DONATELLA GIACOPETTI, UP, Roma

• ALBERTO LEOMBRUNI, Peroxychem, Roma

• LUCINA LUCHETTI, Arta Abruzzo

• GIANLORENZO MINARINI, Petroltecnica, Rimini

• PIERO MORI, ERM, Milano

• SERAFINA OLIVERIO, Arpa Calabria

• FABIO PASCARELLA, Ispra

• LAURA SCHIOZZI, Arpa FVG

2. RISCHI NATURALI E CLIMA• RAFFAELE NICCOLI, Arpa Calabria MODERATORE DEL TAVOLO

• GUIDO BERNARDI, CAE, Bologna

• MATTEO CESCA, Arpa Veneto

• CATERINA DAURIA, Sviluppo Marche

• MARCO FUMANTI, CODEVINTEC, Milano

• ENDRO MARTINI, Alta Scuola, Perugia

• STEFANO MICHELETTI, Arpa FVG

• TIZIANA PACCAGNELLA, Arpae

• LUISA PASTORE, Arpa Lombardia

• ANDREA PEDRONCINI, DHI, Genova

• FRANCESCA GIORDANO, Ispra

• RINALDO UCCELLINI, OFFICINE MACCAFERRI Bologna

3. ECONOMIA CIRCOLARE E GESTIONE RIFIUTI• ROSANNA LARAIA, Ispra MODERATORE DEL TAVOLO

• GIOVANNI CORBETTA, Ecopneus, Roma

• ALESSANDRO DODARO, Presidente Nucleco, Roma

• LORENA FRANZ, Arpav

• SILVIA MALTAGLIATI, Arpa Toscana

• DAVID GIRALDI, Ambiente SpA, Carrara

• MARCELA GIRARDI, SIAD, Milano

• ANDREA GRILLENZONI, GARC, Carpi (MO)

• PAOLA MAINETTI, Eni, Roma

• PAOLA PELLEGRINI, Ecol Studio, Lucca

• EMMA PORRO, Arpa Lombardia

• CRISTINA SGUBIN, Arpa FVG

• FRANCO ZINONI, Arpae

4 INDUSTRIA, INNOVAZIONE, MITIGAZIONE• STEFANIA DEL FRATE, Arpa FVG MODERATORE DEL TAVOLO

• PAOLO AMBROSINI, Saipem, Fano

• GAETANO BATTISTELLA, Ispra

• ERIBERTO DE MUNARI, Arpae

• LUCA DI NARDO, Invitalia (AISA)

• VITTORIO ESPOSITO, Arpa Puglia

• GILBER LIGNER, Vyridis (CH)

• GIANLUCA LOFFREDO, ArchLiving, Ferrara

• DEVIS PANONT, Arpa VDA

• GERARDO STILLO, Versalis, Milano

• ENRICO ZINI, Arpa Lombardia

• FEDERCHIMICA, Milano

(*) DA CONFERMARE

PROGRAMMA SCIENTIFICO A CURA DEL COMITATO TECNICO PER L’ORGANIZAZIONE DELLA CONFERENZA NAZIONALE SNPAORGANIZZAZIONE:Area Comunicazione – ISPRARENATA [email protected]. BACCHIOCCHI, P. GIAMBANCO, O. GIROLAMO, N. MATTOZZI, G. MEZI, S. [email protected]. BENEDETTI, L. DE [email protected]. BARBERINI, L. CECCHINI, R. DAFFINÀ[email protected]. [email protected]

UFFICIO STAMPA:CRISTINA PACCIANI, GIULIANA [email protected]

Con la collaborazione diAREA DG-NTA, ISPRAAREA PRES-SNPA, ISPRASERVIZIO AGP-GAR, ISPRAARPAE Emilia Romagna

[email protected]/it/evidenza/snpa/prima-conferenza-snpa

Stampato nel mese di settembre 2018 da Tiburtini S.r.l. su carta FSC

Presentare al pubblico e alle istituzioni l’identità e le attività del Sistema, affinché siano evidenziate le opportunità per il Paese derivanti dall’esistenza di una rete di strutture tecniche competenti per il monitoraggio e controllo dell’inquinamento edello stato dei fattori ambientali.

Questa è la principale missione della Prima Conferenza Nazionale SNPA, che si terràall’Auditorium Antonianum a Roma il prossimoFebbraio.

La Conferenza è preceduta da tre eventi preparatorinell’autunno 2018, di cui REM-TECH è il primo in termini temporali, vero banco di prova organizzativoe informativo, di scambio e confronto con le imprese e con il sistema industriale nazionale, sulle modalitàinnovative di controllo ambientale.

La giornata di Conferenza, inserita nel fittoprogramma della tre giorni espositiva di REM-TECH,prevede la mattinata del 20 settembre in plenaria, con i ritmi tipici del convegno, incentrata su alcuni temi caldi nel rapporto tra imprese e ambiente. Il confronto con le imprese sarà poi il focus dell’evento pomeridiano, che si terrà nello stand espositivo del SNPA, con numero programmato di partecipanti.

Gli altri due eventi preparatori si terranno a Roma in ottobre e a Palermo a dicembre, rispettivamente sul rapporto delleistituzioni ambientali con le associazioni e la societàcivile e sui servizi ai cittadini, con riferimento ai LEPTAe alla sfida del Mezzogiorno sui temi ambientali.

PROGRAMMA SCIENTIFICO A CURA DEL COMITATO TECNICO PER L’ORGANIZAZIONE DELLA CONFERENZA NAZIONALE SNPAORGANIZZAZIONE:Area Comunicazione – ISPRARENATA [email protected]. BACCHIOCCHI, P. GIAMBANCO, O. GIROLAMO, N. MATTOZZI, G. MEZI, S. [email protected]. BENEDETTI, L. DE [email protected]. BARBERINI, L. CECCHINI, R. DAFFINÀ[email protected]. [email protected]

UFFICIO STAMPA:CRISTINA PACCIANI, GIULIANA [email protected]

Con la collaborazione diAREA DG-NTA, ISPRAAREA PRES-SNPA, ISPRASERVIZIO AGP-GAR, ISPRAARPAE Emilia Romagna

[email protected]/it/evidenza/snpa/prima-conferenza-snpa

Stampato nel mese di settembre 2018 da Tiburtini S.r.l. su carta FSC

Presentare al pubblico e alle istituzioni l’identità e le attività del Sistema, affinché siano evidenziate le opportunità per il Paese derivanti dall’esistenza di una rete di strutture tecniche competenti per il monitoraggio e controllo dell’inquinamento edello stato dei fattori ambientali.

Questa è la principale missione della Prima Conferenza Nazionale SNPA, che si terràall’Auditorium Antonianum a Roma il prossimoFebbraio.

La Conferenza è preceduta da tre eventi preparatorinell’autunno 2018, di cui REM-TECH è il primo in termini temporali, vero banco di prova organizzativoe informativo, di scambio e confronto con le imprese e con il sistema industriale nazionale, sulle modalitàinnovative di controllo ambientale.

La giornata di Conferenza, inserita nel fittoprogramma della tre giorni espositiva di REM-TECH,prevede la mattinata del 20 settembre in plenaria, con i ritmi tipici del convegno, incentrata su alcuni temi caldi nel rapporto tra imprese e ambiente. Il confronto con le imprese sarà poi il focus dell’evento pomeridiano, che si terrà nello stand espositivo del SNPA, con numero programmato di partecipanti.

Gli altri due eventi preparatori si terranno a Roma in ottobre e a Palermo a dicembre, rispettivamente sul rapporto delleistituzioni ambientali con le associazioni e la societàcivile e sui servizi ai cittadini, con riferimento ai LEPTAe alla sfida del Mezzogiorno sui temi ambientali.

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VERSO LA COSTRUZIONE CONDIVISA DEL SNPAL’AMBIENTE COME VOLANO PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE LABORATORIO DI PROGETTAZIONE STRATEGICA E ORGANIZZATIVA Summer school residenziale AssoARPA per l’Alta dirigenza del SNPA

Palermo 26, 27, 28 settembre 2018Chiesa dei Santi Elena e Costantino – Piazza della Vittoria REGIONE SICILIANA

18.30 Visita Palazzo dei Normanni e Cappella Palatina

21.00 Cena

15.00-15.30 Registrazione partecipanti

15.30-16.30 SALUTI ISTITUZIONALIIntroduce: Francesco Vazzana, Direttore Generale Arpa SiciliaLeoluca Orlando, Sindaco Città Metropolitana di PalermoVannia Gava, Sottosegretario di Stato MATTMNello Musumeci, Presidente Regione Siciliana

26 SETTEMBRE LA GOVERNANCE AMBIENTALE DOPO LA LEGGE 132/2016Gianfranco Miccichè, Presidente Assemblea Regionale Siciliana

Salvatore Cordaro, Assessore Territorio e Ambiente, Regione Siciliana

Stefano Laporta, Presidente SNPA

16.30-17.00

Relazione introduttiva

VERSO UNA NUOVA GOVERNANCE PER IL PAESE TRA EUROPA E TERRITORILuca Marchesi, Presidente AssoArpa

17.00-18.30 TAVOLA ROTONDAIntroduce e modera: Jacopo Giliberto, Il Sole 24 OreVannia Gava, Sottosegretario di Stato MATTM Zeno D’Agostino, Presidente AssoportiStefano Laporta, Presidente SNPAPaolo Dario, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Coordinatore scientifico del Centro di Competenza toscano di Industria 4.0

Salvatore Cordaro, Assessore Ambiente, Regione SicilianaFrancesco Pietrantuono, Assessore Ambiente e Energia, Regione BasilicataFabio Scoccimarro, Assessore Ambiente e Energia, Regione FVGMassimiliano Valeriani, Assessore Politiche abitative, Urbanistica, Ciclo dei Rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero, Regione Lazio

13.30-14-30 Light Lunch

9.00-9.30MISURARE PER DECIDERE: IL VALORE SENZA PREZZO DEI SERVIZI ECOSISTEMICIFrancesco Marangon, Professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università degli Studi di Udine, Presidente della Società Italiana di Economia Agraria

9.30-10.00AMBIENTE, SOSTENIBILITÀ E INVESTIMENTI FINANZIARICosimo Musiello, Responsabile dei servizi di Consulenza agli Enti no-profit e del Comitato di Asset Allocation di Prometeia Advisor SIM

27 SETTEMBRE OPPORTUNITÀ E STRATEGIE PER I TERRITORI 10.00-10.30 BLUE GROWTH & BLUE ECONOMY COME MOTORE DI SVILUPPO A LUNGO TERMINE PER LA CRESCITA SOCIO-ECONOMICA SOSTENIBILE DELL’AREA MEDITERRANEAMaria Cristina Pedicchio, Presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale OGS

10.30-11.00 coffee break

11.00-11.30 IMPATTO DI UN USO NON SOSTENIBILE DELL’ECONOMIA DEL MARE: UN ESEMPIO DI VALUTAZIONE DEGLI ECOSISTEMI DEGRADATI

Vincenzo Ruvolo, Direttore dei laboratori di riferimento e area mare dell’area tecnica ARPA Sicilia

11.30-12.00ECONOMIA CIRCOLARE E INNOVAZIONE: UN’OPPORTUNITÀ PER AFFRONTARE IL PROBLEMA RIFIUTI? SPUNTI DA UN PROGETTO IMPELBruno Barbera, consulente ambientale Progetto IMPEL

12.00-13.30 TAVOLA ROTONDAIntroduce e modera: Antonio Fraschilla giornalista di RepubblicaRaffaele Cattaneo, Assessore all’Ambiente e Clima, Regione Lombardia

VERSO LA COSTRUZIONE CONDIVISA DEL SNPAL’AMBIENTE COME VOLANO PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE LABORATORIO DI PROGETTAZIONE STRATEGICA E ORGANIZZATIVA Summer school residenziale AssoARPA per l’Alta dirigenza del SNPA

Palermo 26, 27, 28 settembre 2018Chiesa dei Santi Elena e Costantino – Piazza della Vittoria REGIONE SICILIANA

VERSO LA COSTRUZIONE CONDIVISA DEL SNPAL’AMBIENTE COME VOLANO PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE LABORATORIO DI PROGETTAZIONE STRATEGICA E ORGANIZZATIVA Summer school residenziale AssoARPA per l’Alta dirigenza del SNPA

Palermo 26, 27, 28 settembre 2018Chiesa dei Santi Elena e Costantino – Piazza della Vittoria REGIONE SICILIANA

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16.30-17.00 LA NUOVA STAGIONE DEI CONTRATTI: IL PUNTO DI VISTA DELLE REGIONISergio Venturi, Presidente Comitato di Settore della Conferenza delle Regioni

20.30 Cena

14.30-15-00Introduce: Bernadette Grasso, Assessore Funzione Pubblica, Regione Siciliana

15.00-15.30LA DIRIGENZA ARPA ED IL SISTEMA DELLE RELAZIONI SINDACALIPierluigi Mastrogiuseppe, Direttore Studi, Risorse e Servizi di Aran

27 SETTEMBRE AMMINISTRARE L’AMBIENTE 15.30-16.00LO SVILUPPO DEL MIDDLE MANAGEMENT NELLE AZIENDE SANITARIE E OSPEDALIERE E NELLE AGENZIE AMBIENTALI: TENDENZE IN ATTO ED ESPERIENZE A LIVELLO EUROPEOMarco Meneguzzo, Professore ordinario di management pubblico e no profit, Università di Roma Tor Vergata e Università Svizzera italiana

16.00-16.30PER UNA FORMAZIONE CONTINUA DEL TOP MANAGEMENT DELLE ARPAValerio Vergadoro, Fondazione Scuola di Sanità Pubblica e management delle aziende socio-sanitarie del Veneto-FSSP

9.00-9.45COME CONTRIBUIRE AL PROCESSO DECISIONALE DELL’UNIONE EUROPEA IN MATERIA AMBIENTALE: STRUMENTI E MODALITÀ OPERATIVERemo Tavernari, Rappresentanza permanente UE, Settore Ambiente e infrazioni ambientali

28 SETTEMBRE OPPORTUNITÀ E STRATEGIE PER IL SISTEMA DELLE IMPRESE 9.45-10.30 LA GREEN ECONOMY IN ITALIA: UNA RISPOSTA ALLA CRISI Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola, Presidente onorario di Legambiente

10.30-11.15 AMBIENTE È SVILUPPO Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione Con il Sud

11.15-11.30coffee break

11.30-12.15LA SOSTENIBILITÀ, FATTORE COMPETITIVO PER LE IMPRESE ITALIANE Rossana Revello, Coordinatrice gruppo tecnico Responsabilità Sociale d’Impresa di Confindustria

12.15-13.00L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI AMBIENTALI: PROSPETTIVE DI INTEGRAZIONE E SINERGIE CON IL SISTEMA PRODUTTIVOAlessandro Bratti, Direttore Generale ISPRA

13.00-13.30CONCLUSIONIFrancesco Vazzana, Direttore Generale ARPA Sicilia

VERSO LA COSTRUZIONE CONDIVISA DEL SNPAL’AMBIENTE COME VOLANO PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE LABORATORIO DI PROGETTAZIONE STRATEGICA E ORGANIZZATIVA Summer school residenziale AssoARPA per l’Alta dirigenza del SNPA

Palermo 26, 27, 28 settembre 2018Chiesa dei Santi Elena e Costantino – Piazza della Vittoria REGIONE SICILIANA

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INTEGRAZIONE E SVILUPPO

DEL SISTEMA AGENZIALE

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Prosegue la collaborazione tra AssoARPA e UN.I.D.E.A. È una collaborazione che nasce dal continuo e costante impegno di UN.I.D.E.A nell’accompagnare il Sistema Agenziale e ora il SNPA verso la piena attuazione della legge istitutiva ma anche dal fondamentale bisogno di condivisione, appro-fondimento e rappresentazione che le Agenzie hanno delle proprie istanze. Questa rubrica sarà uno spazio a cura delle Agenzie dove saranno ospitati spunti di riflessione e approfondimenti di quel vasto mondo che costituisce l’ambito in cui quotidianamente le ARPA e i suoi operatori sono impegnati ov-vero: l’ambiente. In questi tre anni in cui AssoARPA si è data una nuova veste giuridica, l’atteggiamento nei confronti dell’Ambiente si è modificato non poco. Sono stati anni di trasformazioni e di cambiamen-ti. Di passi avanti e di emergenze mai finite. Sicuramente sono stati anni di consapevolezza per tutti: cittadini, istituzioni e operatori. Sono stati gli anni della legge 68/2015 sugli Ecoreati, del Collegato am-bientale sulla Green Economy, della Riforma della Protezione Civile, dell’incorporazione del Corpo Fo-restale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri. Ma soprattutto sono stati gli anni dell’approvazione della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente. Se è vero che sulle questioni ambientali occorre ascoltare anzitutto la voce, obiettiva e seria, degli esperti e dei tecnici, è altrettanto vero che questa voce è spesso incapace di farsi udire o anche non sempre viene ascoltata. La competenza tecnico scientifica, l’avanzamento tecnologico e il confronto con la comuni-tà scientifica sono la prima garanzia di terzietà e autorevolezza che vanno riaffermata con forza, quale elemento costitutivo del Sistema e quale valore fondamentale che consente scelte politiche razional-mente fondate e per questo davvero responsabili. Come primo passo, fin da subito, le Agenzie hanno messo in campo tutte le azioni necessarie per dare attuazione ai contenuti della nuova norma. Sono previsti, infatti, molti adempimenti, in particolare provvedimenti attuativi del Governo, senza i quali la norma rischia di rimanere sulla carta e non avere alcuna efficacia. Su questo, le Agenzie e ISPRA, ma an-che tutti coloro che a diverso titolo si occupano di ambiente hanno dato e devono continuare a dare il loro forte e convinto contributo. Non si può tacere che in alcune aree del Paese l’allineamento su livelli elevati di prestazione rappresenterà una sfida complessa. In questo, la collaborazione e la sinergia del Sistema a rete andranno sperimentate e valorizzate quale chiave di successo ineludibile. Anche qui serve una ripresa della riflessione culturale (strategica e tecnica insieme). È indubbio che a partire dall’oggi, nei prossimi anni avremo un sistema pubblico ambientale fortemente rinnovato, nella sua architettura e nei suoi protagonisti (Istituzioni e persone). I ruoli, che si stanno delineando, an-dranno definiti con cura ed esercitati da tutti con alto senso di responsabilità, nella chiarezza e distin-zione di compiti e approcci che è il presupposto essenziale di ogni - sempre più necessaria - forma di collaborazione e sinergia. Per questo abbiamo bisogno di discutere, riflettere, confrontarci, imparare.Per questo la rubrica non è solo uno spazio ma un’opportunità. E di questo ringraziamo UN.I.D.E.A.

Luca MarchesiPresidente AssoARPAVice Presidente [email protected]

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VERSO I CONTRATTI INTEGRATIVI NELLE AGENZIE AMBIENTALI

MICHELE CAMISASCAvicepresidente AssoARPA e DG ARPA Lombardia

m.camisasca@ arpalombardia.it

Sta entrando nel vivo la fase appli-cativa del nuovo CCNL del compar-to sanità che, come noto, si applica a tutti i lavoratori non dirigenti delle Agenzie per l’ambiente.

Dal punto di vista AssoARPA ci sono alcuni punti di attenzione che pare opportuno segnalare.Successivamente alla firma del con-tratto collettivo, Assoarpa ha voluto organizzare dei momenti di appro-fondimento e conoscenza del nuo-vo CCNL insieme a esperti e com-ponenti delle delegazioni trattanti. Riteniamo infatti che compito pri-mario della Associazione sia sup-portare gli associati nel fare rete, nel fare conoscenza condivisa, nel fare formazione partendo dai contenu-ti e dal merito. Potrebbe sembrare quasi scontato, ma conoscere i con-tenuti del proprio contratto di lavo-ro va considerato un preciso dove-re non solo di chi ha responsabilità dirigenziali di gestione delle risorse umane, ma di tutti i lavoratori.

Inoltre, come AssoARPA, abbiamo intensificato il rapporto con il Comi-tato di settore e con il suo Presiden-te Venturi, assessore alla sanità della Regione Emilia Romagna, relatore tra gli altri alla Summer school 2018 di Palermo. Il Comitato, istituito presso la Conferenza delle regioni, svolge il compito di fare sintesi tra le istanze dei datori di lavoro pub-blici del comparto autonomie locali e sanità e di portarle all’attenzione del negoziatore nazionale (l’agenzia

ARAN). Non solo: ai sensi dell’art.12 del CCNL ha il compito di designa-re i rappresentanti delle amministra-zioni nella importantissima commis-sione paritetica per la revisione del sistema di classificazione professio-nale, che avrà il compito di definire i nuovi profili professionali dell’Area tecnico ambientale. Come AssoAR-PA abbiamo chiesto di poter colla-borare attivamente come compo-nenti diretti della commissione o come esperti di supporto.

Sta, quindi, prendendo avvio in tut-te le ARPA la stagione della contrat-tazione integrativa. Queste le no-stre priorità, che ci pare importante mettere a fattore comune.

1. Codificare e semplificare il siste-ma delle relazioni sindacali. Il nuovo CCNL riscrive alcune delle coordi-nate tipiche del modello e delle ma-terie oggetto di relazione sindacale.A titolo di esempio, vale ricordare l’impostazione della materia degli “Incarichi” che sostituiscono in toto le vecchie “Posizioni organizzative” per i quali è prevista una tipologia di procedura (confronto) per l’indivi-duazione dei criteri selettivi e delle modalità per conferire tali incarichi e un’altra tipologia (contrattazione) per la definizione dei valori econo-mici degli incarichi.Occorre che presto nelle Agenzie ci si doti di semplici protocolli che aiu-tino nella chiarezza di ruoli, compiti e materie.

2. Individuare i criteri base che ca-ratterizzano i nuovi incarichi di re-sponsabilità. Occorre provare a co-struire un sistema coerente e ten-tativamente omogeneo in tutte le ARPA in modo che si possano indi-viduare incarichi di organizzazione e incarichi professionali che ricono-scano adeguatamente responsabi-lità e competenze. In questo modo

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INTEGRAZIONE E SVILUPPO DEL SISTEMA AGENZIALE

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potrebbero più facilmente essere agevolati scambi e mobilità all’in-terno del Sistema nazionale per la protezione ambientale.Di conseguenza, sarebbe utile co-dificare delle ‘job description’ simili per i nuovi incarichi in relazione alle aree di attività e alle responsabilità.Sul tema incarichi, occorrerà presta-re particolare attenzione alle proce-dure di conferimento e revoca degli stessi, che dovranno essere impron-tate a trasparenza e pubblicità.

3. ‘Mettere la testa’ sull’importan-za che riveste il tema dei Fondi di cui agli articoli 80 e 81 (Fondo per le condizioni di lavoro e incarichi e Fondo per la premialità e fasce) per i quali si osserva una significa-tiva riscrittura della materia rispetto al precedente contratto. Purtroppo non si sono ottenuti gli obiettivi, au-spicati, di vera semplificazione. Tut-tavia alcuni passi sono stati fatti. Da

questo punto di vista occorrerà fo-calizzarsi sul doppio momento del-la procedura: la fase di costituzio-ne, ad opera delle amministrazioni, e la fase di destinazione e di utiliz-zo delle risorse realizzata tramite la contrattazione.

Non banale, inoltre, sarà la gestio-ne del dettato dell’art.82 sulla diffe-renziazione del premio individuale, anch’esso rimesso alla materia della contrattazione.

È alle porte dunque un periodo in-tenso e ricco di stimoli per AssoAR-PA e in particolare per l’Area Gover-nance della associazione, i cui grup-pi di lavoro si riuniscono, sulle varie materie, anche più volte a settimana per aggiornare documenti e posi-tion paper da mettere a disposizio-ne dell’alta dirigenza, in un’ottica di rete sempre più autorevole.

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INTEGRAZIONE E SVILUPPO DEL SISTEMA AGENZIALE

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PANORAMANORMATIVO:ANALISI,INTERPRETAZIONEE APPLICAZIONE

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La rubrica che sarà curata dai professionisti dello Studio B&P Avvo-cati, vuole costituire uno strumento di aggiornamento normativo su temati-che selezionate per l’ampia portata e l’importante impatto operativo sia per l’attività delle imprese che per quella degli Enti e degli Organi di controllo. Il legame tra normativa, tecnica e realtà operativa di ogni giorno si manife-sta infatti nei settori dell’ambiente e della sicurezza probabilmente più che in ogni altra branca del diritto; per tale ragione è opportuno - e vorrei dire necessario - che “controllori” e “controllati” si aggiornino costantemente sul mutevole panorama normativo, dandone una lettura che - nella maggior parte dei casi - non può prescindere da un necessario confronto con le mi-gliori tecniche. L’ambizione della presente rubrica - nell’ambito del Bollet-tino degli Esperti Ambientali, che da decenni persegue questa finalità - è dunque quella di assistere il lettore nell’analisi del testo normativo, fornen-do anche spunti di interesse tecnico ed operativo.Lo studio B&P Avvocati - con sedi a Milano, Verona e Palermo - è attivo da molti anni nei settori del diritto ambientale, della sicurezza sul lavoro e della responsabilità di impresa, ed in tali ambiti assiste imprese ed Enti sia in giudizio (contenzioso civile, penale, amministrativo e tributario) che tra-mite consulenza stragiudiziale, operativa e strategica. I professionisti dello studio nelle materie di competenza hanno al proprio attivo numerose pub-blicazioni in Italia e all’estero, effettuano docenze presso varie Università e intervengono a seminari e convegni. In forza dell’esperienza maturata, l’auspicio è dunque che la rubrica possa essere prima di tutto utile strumento per l’attività di tutti i giorni, inseren-dosi nell’importante attività che UN.I.D.E.A.e il Bollettino degli Esperti Am-bientali svolgono nel settore ambientale.

Luciano [email protected]

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PANORAMANORMATIVO:ANALISI,INTERPRETAZIONEE APPLICAZIONE

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D.LGS. N. 81/2018: NUOVE PROSPETTIVE PER LA QUALITÀ DELL’ARIA ATTILIO BALESTRERI, FRANCESCA RIGO

B&P [email protected]

1. INTRODUZIONE: RECENTI NOVITÀ IN MATERIA DI EMISSIONI IN ATMOSFERA

L’ultimo anno è stato segnato da im-portanti modifiche della disciplina nazionale in tema di emissioni in at-mosfera, per la maggior parte det-tate da necessità di coordinamento con la disciplina europea. Un primo ambito di intervento è sta-to quello delle emissioni industriali, attraverso un complessivo restyling della disciplina - che resta comun-que frammentaria e articolata - che ha visto l’adozione, tra altri provvedi-menti di più circoscritto rilievo:• del D.Lgs. 15 novembre 2017, n.

183, con cui è stata data attuazio-ne alla direttiva 2015/2193/Ue1. Tale decreto da un lato ha intro-dotto nel d.lgs. 152/2006 la disci-plina dei medi impianti di combu-stione e, d’altro lato, ha apporta-to importanti revisioni a molteplici disposizioni del medesimo Codice Ambientale nell’ottica di: i) razio-nalizzare le procedure autorizza-tive; ii) dettare una disciplina del-la componente odorigena; iii) ag-giornare i riferimenti tecnici; iv) va-lorizzare il sistema dei monitoraggi

e controlli condotti tanto dal Ge-store quanto dalle Autorità; v) ag-giornare l’apparato sanzionatorio; vi) definire ulteriori disposizioni di dettaglio (ad es. impianti termici civili; grandi impianti di combu-stione; COV; riduzione della pol-verosi e delle emissioni diffuse);

• della Legge 20 novembre 2017, n. 167 (Legge europea 2017) con la quale - allo scopo di supe-rare le contestazioni di non con-formità mosse dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia in relazione al recepimento della di-rettiva 2010/75/Ue2 - sono state aggiornate: i) la disciplina dell’A-IA, valorizzando nel relativo pro-cedimento i profili sanitari; ii) le di-sposizioni sugli impianti di incene-rimento e coincenerimento dei ri-fiuti; iii) la disciplina delle emissio-ni di COV e dei grandi impianti di combustione; iv) talune discipline settoriali quali, ad esempio, quelle riguardanti gli impianti che produ-cono biossido di titanio e solfati di calcio.

Altro ambito oggetto di rilevan-te intervento normativo è la qualità dell’aria ambiente. In questo con-testo, il Legislatore ha agito (attra-verso il provvedimento oggetto del presente contributo) per dare at-tuazione alla direttiva 2016/2284/Ue concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determina-ti inquinanti atmosferici. Prima di entrare nel dettaglio delle nuove di-sposizioni introdotte, occorre analiz-zare il quadro normativo europeo.

1 La direttiva 2015/2193/Ue stabilisce norme per la limitazione ed il monitoraggio delle emissioni in atmosfera sia di taluni inquinanti originati da impianti di combustione medi – quali biossido di zolfo, ossidi di azoto e polveri – che delle emissioni di monossido di carbonio. Il fine perseguito è quello di completare il quadro normativo per il settore della combustione, così garantendo la riduzione dei rischi potenziali per la salute umana e per l’ambiente derivanti da tali emissioni.2 La direttiva 2010/75/Ue, detta anche Direttiva Ied (Industrial emissions directive), costituisce il riferimento fondamentale a livello europeo per la disciplina delle emissioni provocate dagli impianti industriali. In particolare, la direttiva Ied detta norme relative a: installazioni che esercitano le c.d. attività Ippc; grandi impianti di combustione; impianti di incenerimento e coincenerimento rifiuti; installazioni che utilizzano solventi organici; installazioni che producono biossido di titanio. Tale direttiva era stata originariamente recepita con l’adozione del D.Lgs. n. 46/2014.

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PANORAMANORMATIVO:ANALISI,INTERPRETAZIONEE APPLICAZIONE

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2. LA DIRETTIVA 2016/2284/UE

La direttiva 2016/2284/Ue si inse-risce all’interno di un più ampio pac-chetto di misure in tema di qualità dell’aria originariamente proposto dalla Commissione europea per de-finire ed aggiornare gli obiettivi di qualità dell’aria al 2030, coerente-mente con gli impegni internaziona-li assunti dall’Unione Europea e da-gli Stati membri. La Commissione, infatti, in una comunicazione del 18 dicembre 2013 intitolata “Aria pu-lita per l’Europa”3, aveva rilevato la persistenza di criticità in ambito sa-nitario ed ambientale connesse alle emissioni in atmosfera, e ciò malgra-do i notevoli progressi registrati su base europea nel precedente ven-tennio. Da qui è sorta la proposta di adozione di nuovi provvedimenti su base comunitaria; in particolare:• in materia di emissioni industriali,

la direttiva 2015/2193/Ue, rece-pita dall’Italia con il già citato D.L-gs. n. 183/2017;

• in materia di qualità dell’aria am-biente, la direttiva 2016/2284/Ue detta anche direttiva Nec (acroni-mo di National emission ceiling).

Mediante l’adozione della direttiva Nec sono stati quindi fissati nuovi e più rigorosi impegni nazionali di ri-duzione delle emissioni atmosferi-che antropogeniche4 di biossido di zolfo, ossidi di azoto, ammoniaca, composti organici volatili non me-tanici e del particolato fine, dispo-nendo anche l’abrogazione della

precedente direttiva in materia, os-sia la direttiva 2001/81/Ce. L’attua-zione di tale riduzione delle emis-sioni risulta essere scandita in due step - rispettivamente decorrenti dal 2020 e dal 2030 - ed i limiti na-zionali di emissione per i due archi temporali sono indicati nell’allegato II della direttiva sotto forma di ridu-zione percentuale delle emissioni ri-spetto a quelle prodotte dai singo-li Stati membri nel 2005 (considera-to l’anno di riferimento). Gli obiettivi fissati dalla direttiva ricalcano quelli fissati dalla Convenzione LRTAP5 - e in particolare dal suo protocollo di Göteborg6, come rivisto nel 2012 – della quale gli Stati membri e l’Unio-ne sono parti. Affinché i singoli Stati membri rispettino i propri impegni di riduzione delle emissioni, la direttiva prevede:

• l’elaborazione, adozione ed ag-giornamento su base almeno quadriennale di un programma nazionale di controllo dell’in-quinamento atmosferico; il pri-mo di tali programmi dovrà es-sere trasmesso alla Commissione entro l’1 aprile 2019;

• la predisposizione, l’aggiorna-mento e la condivisione di inven-tari delle emissioni, proiezioni e relazioni d’inventario nazionali;

• il monitoraggio e lo scambio di informazioni sugli impatti dell’in-quinamento atmosferico sugli ecosistemi terrestri e acquatici attraverso specifici programmi di monitoraggio;

3 Commissione, Comunicazione della commissione al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni, Un programma “Aria pulita” per l’Europa, Com/2013/0918 (final). 4 Secondo le definizioni date dall’art. 3 della direttiva Nec, per “impegno nazionale di riduzione delle emissioni” si deve intendere l’“obbligo degli Stati membri di ridurre le emissioni di una sostanza; esso specifica la riduzione minima delle emissioni da conseguire in un determinato anno civile, espresso in percentuale del totale delle emissioni nel corso dell’anno di riferimento (2005)”; mentre per “emissioni antropogeniche” si devono intendere le “emissioni atmosferiche di inquinanti associate ad attività umane”.5 Convenzione della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza del 1979. 51 paesi dell’UNECE hanno aderito alla Convenzione, compresi tutti gli Stati membri dell’UE: la convenzione, con i suoi 8 protocolli, è il principale quadro giuridico internazionale per combattere l’in-quinamento atmosferico.6 Protocollo del 1999 relativo alla riduzione dell’acidificazione, dell’eutrofizzazione e dell’ozono troposferico.

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• una attiva e sistematica diffu-sione delle informazioni al pubblico.

Non mancano nella direttiva alcuni criteri di flessibilità nell’adozione di tali misure, seppur vincolati a situa-zioni circoscritte. L’intento è infatti quello di gestire su base comune e con modalità raffrontabili sull’inte-ro territorio comunitario la tematica della qualità dell’aria. Per una coor-dinata attuazione delle misure pre-scritte agli Stati e per reciproco ag-giornamento e confronto la diretti-va prevede peralto l’istituzione di un Forum europeo “aria pulita”.Quanto agli obiettivi di qualità dell’a-ria, i nuovi impegni di riduzione del-le emissioni sono stati fissati con ri-ferimento ad un intervallo temporale decorrente dal 2020; pertanto fino al 31 dicembre 2019 gli Stati mem-bri resteranno vincolati ai limiti di emissione nazionali stabiliti dalla direttiva 2001/81/Ce.

3. IL D.LGS. N. 81/2018: I PRINCIPALI CONTENUTI

Nel contesto sin qui delineato il D.L-gs. n. 81/2018 recepisce in Italia i contenuti della Direttiva 2016/2284/Ue, riprendendone (e in larga parte ricalcandone) i contenuti. Sono pre-visti, infatti:

• l’assunzione degli impegni nazio-nali di riduzione delle emissioni di origine antropica disposti per

l’Italia dall’allegato II della diret-tiva (allegato I del decreto) sotto forma di riduzione percentuale delle emissioni rispetto a quelle prodotte dall’Italia nel 2005 (an-no di riferimento). Come richie-sto dall’UE, l’attuazione di tale riduzione è stata scandita in due step - rispettivamente decorren-ti dal 2020 e dal 2030 - e, come disposto dalla direttiva Nec, es-si possono essere derogati solo qualora sussistano le condizioni necessarie per l’applicazione dei meccanismi di flessibilità (ossia meccanismi istituiti per aiutare gli Stati membri qualora non sia possibile raggiungere gli obietti-vi a causa di eventi improvvisi ed eccezionali legati alla produzione o alla fornitura di energia, ovvero ad eccezionali condizioni climati-che, ovvero laddove insostenibi-li alla luce della STIA16 - Strate-gia Tematica sull’Inquinamento Atmosferico). La tabella 1 sotto-stante sintetizza gli obiettivi di ri-duzione previsti per l’Italia;

• l’elaborazione, l’adozione e l’ag-giornamento almeno ogni quat-tro anni di programmi naziona-li di controllo dell’inquinamento atmosferico da parte del Ministe-ro dell’Ambiente, con il supporto tecnico di ISPRA ed ENEA7 previa consultazione tanto delle pub-bliche amministrazioni compe-tenti nei settori interessati, quan-to del pubblico e, se del caso, anche attraverso consultazioni

Tabella 1

biossido di zolfo ossidi di azotocomposti organici

volatiliammoniaca particolato fine

dal 2020 al 2029

a partire dal 2030

dal 2020 al 2029

a partire dal 2030

dal 2020 al 2029

a partire dal 2030

dal 2020 al 2029

a partire dal 2030

dal 2020 al 2029

a partire dal 2030

35% 71% 40% 65% 35% 46% 5% 16% 10% 40%

7 L’art. 5, comma 8, riprendendo quanto disposto dalla direttiva Nec, prevede che si proceda comunque all’aggiornamento del programma entro 18 mesi dalla comunicazione di un inventario o di una proiezione delle emissioni da cui risulti il mancato rispetto degli impegni nazionali ovvero il rischio che non siano rispettati.

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PANORAMANORMATIVO:ANALISI,INTERPRETAZIONEE APPLICAZIONE

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transfrontaliere. Il decreto, cui si rimanda per i relativi dettagli, contiene poi l’indicazione dei contenuti minimi dei program-mi nazionali. Il primo program-ma nazionale dovrà essere predi-sposto, secondo le previsioni del decreto, entro il 30 settembre 2018, anticipando così il termi-ne fissato dalla direttiva (1 aprile 2019);

• l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, di un tavolo di coordinamento istitu-zionale. Tale tavolo dovrà esse-re formato da rappresentanti dei Ministeri coinvolti, delle regioni e degli enti locali, e avrà il potere di elaborare atti di indirizzo;

• obblighi di monitoraggio delle emissioni delle sostanze inqui-nanti e l’elaborazione, con sca-denza predefinita, di inventari e di proiezioni nazionali da par-te, rispettivamente, di ISPRA ed ENEA;

• obblighi di monitoraggio degli impatti dell’inquinamento at-mosferico sugli ecosistemi at-traverso una rete di siti di monito-raggio da stabilirsi mediante De-creto del Ministro dell’Ambiente;

• obblighi di comunicazione nei confronti della Commissio-ne Europea, ricadenti in capo al Ministero dell’Ambiente e ad ISPRA, nel rispetto di scadenze predefinite;

• una efficace informazione del pubblico assicurata dal Ministero dell’Ambiente e dal Sistema Na-zionale di Protezione Ambientale (SNPA).

Mentre le attività di monitorag-gio, scambio di informazioni e pro-grammazione verranno immedia-tamente avviate, i nuovi obiettivi di riduzione si applicheranno dal 2020; resteranno pertanto in vigo-re fino al 31 dicembre 2019 i limiti

nazionali previsti dall’art. 1 e dall’Al-legato I del D.Lgs. n. 171/2004.

4. CENNI CONCLUSIVI E PROSPETTIVE FUTURE

Dall’analisi sin qui svolta emerge co-me il D.Lgs. n. 81/2018, in attuazione di specifiche previsioni europee, con-tenga misure cui dar corso e obiettivi da raggiungere posti in capo alle Au-torità nazionali, oltre ad un articola-to sistema di scambio di informazio-ni. Esso non contiene, dunque, una specifica disciplina per le attività ed i settori connotati da rilevanti impatti emissivi. Molti profili di dettaglio so-no peraltro demandati a successivi decreti attuativi nonché a documenti programmatici che dovranno essere elaborati a valle di concertazioni tra diverse Autorità. Ciò potrebbe por-tare a considerare il decreto esclu-sivamente come una elencazione di criteri organizzativi e di obiettivi ge-nerali; in sostanza una “dichiarazio-ne di principi”. Sarebbe, tuttavia, un errore. Il D.Lgs. n. 81/2018 contiene, infatti, disposizioni vincolanti per l’I-talia al cui mancato raggiungimento si potranno ricondurre rilevanti san-zioni nel contesto comunitario. Esso detta anche specifici obiettivi di ri-duzione delle emissioni raggiungibi-li soltanto attraverso misure puntuali che l’Italia dovrà identificare nell’am-bito di una complessiva rivalutazione delle emissioni generate dalle attivi-tà umane (industria, agricoltura, via-bilità, ecc.). Sebbene sia ancora pre-sto per valutare quanto – e come – il decreto potrà effettivamente incide-re sul tema, di rilievo internazionale, della qualità dell’aria, è comunque ragionevole attendersi, in vista della scadenza del gennaio 2020 e poi suc-cessivamente, un rilevante impatto delle nuove disposizioni sia sull’ope-rato delle Pubbliche Amministrazioni che sulla disciplina delle attività con-notate da rilevanti impatti emissivi.

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MANAGEMENT PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE: PUNTI DI VISTA

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La rubrica vuole essere uno spazio dedicato ai temi dell’innovazione per una migliore gestione e organizzazione della Pubblica Amministrazione con particolare riferimento ai temi ambientali e agli strumenti disponibili. Molto spesso infatti gli esperti che operano nel settore ambientale si trova-no a fronteggiare le attività in emergenza e i temi di una corretta e quanto più strategica programmazione sono le leve più importanti per non subire le sollecitazioni interne ed esterne ma casomai per veicolarle verso una più efficace ed equa azione di tutela.Comprendere in che dimensione la PA - e quindi, per gli aspetti d’interesse di questa rivista, il Sistema per la protezione ambientale (SNPA) - si collo-ca rispetto al proprio campo d’azione, ai propri stakeholder, agli altri attori istituzionali e privati nonché alle risorse di cui può o potrà disporre, è ormai una consapevolezza indispensabile per gli analisti e i manager di una am-ministrazione meno burocratizzata, più efficiente, più economica e al con-tempo meno fordista, ma sempre più tesa al perseguimento dell’effettivo beneficio dei propri utenti e alla produzione di valore pubblico. Non dimentichiamo che siamo in un momento storico particolare, dove la necessità di ripresa della crescita del nostro Paese richiede ormai che le Amministrazioni Pubbliche siano in grado, pur potendo contare su risorse sempre più limitate, di affrontare i problemi collettivi, di contribuire al raffor-zamento della competitività dei territori, di riprogettare i servizi e di rispon-dere adeguatamente ai bisogni dei cittadini e delle imprese. Questo libero spazio sarà dedicato alle esperienze e alle idee di tutti coloro che nella propria amministrazione, con particolare riferimento alle temati-che ambientali, hanno impostato (o hanno intenzione di impostare) stru-menti di pianificazione strategica, organizzazione, project management, service management e ai risultati che tali esperienze e idee hanno permes-so di raggiungere.

Maila [email protected]

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MANAGEMENT PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE: PUNTI DI VISTA

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UN NUOVO CONTRIBUTO IN TEMA DI “ANTICORRUZIONE” - LE INFORMAZIONI AMBIENTALI E LA TRASPARENZA

CORRADO CANTELEDirettore amministrativo/Responsabile per la prevenzione dei fenomeni corruttivi e per la trasparenza di ARPA Valle d’[email protected]

Mi è stato chiesto di “raccontare” un’esperienza in qualità di responsa-bile per la prevenzione dei fenome-ni corruttivi in sede di trattazione del tema Anticorruzione come rapporta-to all’Ambiente.Mi ricollego al punto di vista di Mai-la Strappini di ARPA Lazio letto sul numero 2018/1 del BEA: condivido la proposta di approfondire - riten-go in ambito ASSOARPA ed in rac-cordo con il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente - il tema della prevenzione della corruzione “quanto mai attuale e urgente”, pro-vando a mutuare il modello di orga-nizzazione e gestione di cui al D.Lgs. 231/2001 in materia di responsabilità amministrativa da reato (in tal senso centrata dalla Strappini la sintesi del processo di “realizzazione e manu-tenzione” del modello), con l’oppor-tuna precisazione – fatta nel contri-buto - che le finalità, in tal caso, sono però quelle contenute nella legge 190/2012, di riferimento per la pre-venzione della corruzione nella Pub-blica Amministrazione.In tale sede vorrei dare un contributo “di esperienza” con riferimento al-le azioni poste in essere a fronte, in particolare, di una richiesta di acces-so concernente dei dati ambientali.Stiamo quindi trattando di traspa-renza quale veicolo di conoscenza diffusa degli andamenti gestionali e

dell’utilizzo delle risorse per il perse-guimento delle funzioni istituzionali da parte degli enti pubblici nonché quale strumento di attuazione della lotta all’illegalità nella Pubblica Am-ministrazione1, forse il profilo attuati-vo della legge 190/2012 di maggiore novità e di forte impatto per l’orga-nizzazione della Pubblica Ammini-strazione, che non può prescinde-re da un’organizzata operatività dei flussi interni delle informazioni da pubblicare (meglio se inserita in un modello organizzativo).Stiamo trattando anche di informa-zioni ambientali, alle quali il decre-to legislativo 33/2013, in materia di trasparenza, dedica uno specifico articolo, il 40, in attuazione del qua-le le Agenzie regionali per la prote-zione dell’ambiente, coerentemente con la propria missione istituzionale, sono tenute a garantire un elevato standard di pubblicità e aggiorna-mento di quelle informazioni, riman-dando nella sostanza ai contenuti dei siti internet agenziali, con par-ticolare riguardo alle relazioni sullo stato dell’ambiente.L’Autorità Nazionale Anti Corruzio-ne (ANAC) poi precisa che “vista l’importanza che il legislatore attri-buisce alla conoscibilità delle infor-mazioni ambientali, ribadita dal rico-noscimento di un diritto di accesso generalizzato ai sensi del D.Lgs. n. 195/2005, è auspicabile che tutte le amministrazioni pubbliche statali, re-gionali, locali, le aziende autonome e speciali, gli enti pubblici ed i con-cessionari di pubblici servizi, nonché ogni persona fisica o giuridica che svolga funzioni pubbliche connesse alle tematiche ambientali o eserciti responsabilità amministrative sotto il controllo di un organismo pubblico, diano ampia diffusione alle informa-zioni ambientali di cui dispongono o

1 Corso di formazione tenuto dal direttore amministrativo di ARPA Valle d’Aosta, Corrado Cantele, al personale di ARPA Basilicata sul tema “anticorruzione” – 15 maggio 2014

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MANAGEMENT PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE: PUNTI DI VISTA

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delle quali siano conoscenza”.2 Il citato articolo 40 (e la stessa ANAC), trattando di informazioni ambienta-li, non possono che richiamare il ci-tato decreto legislativo 195/2005, di recepimento della direttiva europea 2003/4/CE, una pietra miliare dell’ac-cessibilità del pubblico alle informa-zioni ambientali, che anticipa di circa 11 anni, con riguardo all’ordinamen-to italiano e con riferimento al tema ambiente, il diritto all’accesso civi-co cosiddetto “generalizzato”, este-so poi a tutti gli ambiti soggetti alla trasparenza con il decreto legislativo 97/2016 di aggiornamento del de-creto legislativo 33/2013.A differenza dell’accesso civico, pre-ordinato al corretto adempimento degli obblighi di pubblicazione da parte della Pubblica Amministrazio-ne contenuti nel decreto 33/2013, l’accesso civico generalizzato è

finalizzato a garantire una libera ac-cessibilità all’informazione o al docu-mento richiesti, che possono anche non rientrare nell’ambito oggettivo di applicazione dello stesso decreto.Fatte queste doverose premesse, cosa deve fare il responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, se riceve una richiesta di accesso civico o di accesso civico generalizzato?La risposta dovrebbe discendere dall’operatività del Piano “anticor-ruzione” realizzato secondo il richia-mato modello di organizzazione e gestione.Dapprima l’accesso deve essere qualificato se solo civico oppure ci-vico generalizzato, previa ricompren-sione della richiesta nell’ambito ap-plicativo del D.Lgs. 33/2013 e quindi, trattandosi di informazioni ambien-tali, del D.Lgs. 195/2005.

2 FAQ 19-bis Pubblicazione delle informazioni ambientali (art. 40), pubblicata su sito internet di ANAC3 D.Lgs. 195/2005, art. 2 c. 1 lett. a) “informazione ambientale”: qualsiasi informazione disponibile in forma scritta, visiva, sonora, elettronica od in qualunque

La richiesta è qualificata come accesso civico.

1) Verifica se l’informazione rientra tra quelle obbligato-rie da pubblicare ai sensi del decreto 33/2013 (si rinvia al-la definizione di informazione ambientale” data dal D.Lgs. 195/2005)32) Appurato che l’informazione rientra tra quelle obbligatorie da pubblicare, verifica se l’informazione é presente sul sito in-ternet istituzionale – Sezione “Amministrazione Trasparente”;3a) l’informazione è presente sul sito: 3aa) risponde a richiesta di accesso dando le indicazioni per il reperimento del dato anche solo riportando il relativo link;ovvero3b) l’informazione non è presente sul sito oppure è incom-pleta o non aggiornata: 3bb) reperisce o completa/aggiorna l’informazione; 3bbb) dà corso alla pubblicazione sul sito internet istituziona-le – Sezione “Amministrazione Trasparente”; 3bbbb) comunica al richiedente l’avvenuta pubblicazione (entro trenta giorni)NOTA: l’attività di cui al punto 3b) costituisce quindi una cri-ticità dell’operatività del modello di organizzazione e di ge-stione con riferimento in particolare alla procedura “flussi in-formativi”, criticità da prendere a carico per la sua risoluzione interagendo con l’unità organizzativa - e con il personale - in-dividuati formalmente per garantire quei flussi.

EFFETTUATE QUESTE PRELIMINARI VALUTAZIONI, IL RESPONSABILE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE:

La richiesta è qualificata come accesso civico generalizzato.

1) Verifica la fondatezza della richiesta, se l’accesso deve es-sere negato a tutela di uno degli interessi individuati dal D.L-gs. 33/20132) Appurato che la richiesta di accesso non pregiudica uno degli interessi tutelati:2a) trasmette tempestivamente al richiedente i dati richiesti Ovvero2b) nel caso in cui l’istanza riguardi informazioni oggetto di pubblicazione obbligatoria ai sensi del decreto 33/2013:2ba) pubblica/aggiorna, se necessario, sul sito internet istitu-zionale – Sezione “Amministrazione Trasparente”, le informa-zioni richieste e comunica al richiedente l’avvenuta pubblica-zione/l’avvenuto aggiornamento ovvero2bb) comunica al richiedente in quale Sezione/sottosezione del sito internet istituzionale, reperire l’informazione, nel frat-tempo pubblicata e aggiornata, anche solo riportando il re-lativo linkNOTA: l’attività di cui al punto 2ba) costituisce quindi una criticità dell’operatività del modello di organizzazione e di gestione con riferimento in particolare alla procedura “flussi informativi”, criticità da prendere a carico per la sua risoluzio-ne interagendo con l’unità organizzativa - e con il personale - individuati formalmente per garantire quei flussi.

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La propria esperienza, di seguito ri-portata, è di un certo interesse per-ché si è trattato di fatto di un acces-so civico generalizzato concernente informazioni ambientali (ambito: si-ti contaminati – attività di bonifica), anche se, al momento della richie-sta - marzo 2016 - quella tipologia di “accesso” non era ancora stata in-trodotta nella normativa nazionale in materia di “trasparenza” (decreto 33/2013), e in tal senso la richiesta, in termini di rafforzamento dell’acces-sibilità, era stata opportunamente e correttamente formulata richiaman-do entrambe le normative (33/2013 e 195/2005). E ancora: l’accessibilità all’informazione ambientale è garan-tita purché l’informazione sia “dete-nuta” dall’Amministrazione “per fini istituzionali”4, “in quanto dalla stessa “prodotta” o “ricevuta” o material-mente “detenuta” da persona fisica o giuridica per suo conto”5, circo-stanza determinante nella trattazione del caso concreto perché taluni dati richiesti allo scrivente erano prodot-ti da ARPA Valle d’Aosta mentre altri erano “detenuti/in possesso” dall’A-genzia anche se “prodotti” da altro ente pubblico (Regione), con conte-stuale invito quindi alla richiedente a consultare il sito della Regione – en-te competente - con riferimento al “Piano bonifiche” per le informazio-ni oggetto di specifica richiesta.Sul sito internet di ARPA Valle d’A-osta/Sezione “Amministrazio-ne trasparente” sono riportate le informazioni sull’accesso civico

(generalizzato) di cui ho trattatoRitengo comunque utile una ras-segna di massime giurisprudenzia-li di un certo interesse in materia di “accessibilità delle informazioni am-bientali”, che riporto in calce.Concludo riprendendo l’auspicio fatto da Maila Strappini, nel senso di un rinnovato presidio, a livello di Si-stema, della tematica “Anticorruzio-ne – Trasparenza – Ambiente”, con l’obiettivo, per quanto possibile, di addivenire ad un modello condiviso di organizzazione e gestione ricor-dando i positivi risultati raggiunti dal tavolo di lavoro “Definizione di uno schema di modello organizzativo se-condo il D.Lgs. 231/2001 in tema di salute e sicurezza sul lavoro applica-bile al Sistema Nazionale per la Pro-tezione dell’Ambiente” coordinato da ARPA Liguria (biennio 2015/2017), al quale ho avuto l’opportunità di partecipare.

RICHIAMI GIURISPRUDENZIALIInformazione ambientale - Articolo 3 D.lgs. 195/2005 - Disciplina ge-nerale dell’accesso prevista dalla Legge 241/1990 - Differenze.L’art. 3 D.Lgs. 19 agosto 2005 n. 195, con il quale è stata data attuazione alla direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione am-bientale, ha introdotto una fattispe-cie speciale di accesso in materia ambientale, che si connota, rispetto a quella generale prevista nella Leg-ge 241 del 1990, per l’estensione del

altra forma materiale concernente:1) lo stato degli elementi dell’ambiente, quali l’aria, l’atmosfera, l’acqua, il suolo, il territorio, i siti naturali, compresi gli igrotopi, le zone costiere e marine, la diversità biologica ed i suoi elementi costitutivi, compresi gli organismi geneticamente modificati, e, inoltre, le interazioni tra questi elementi;2) fattori quali le sostanze, l’energia, il rumore, le radiazioni od i rifiuti, anche quelli radioattivi, le emissioni, gli scarichi ed altri rilasci nell’ambiente, che incidono o possono incidere sugli elementi dell’ambiente, individuati al numero 1);3) le misure, anche amministrative, quali le politiche, le disposizioni legislative, i piani, i programmi, gli accordi ambientali e ogni altro atto, anche di natura amministrativa, nonché le attività che incidono o possono incidere sugli elementi e sui fattori dell’ambiente di cui ai numeri 1) e 2), e le misure o le attività finalizzate a proteggere i suddetti elementi;4) le relazioni sull’attuazione della legislazione ambientale;5) le analisi costi-benefici ed altre analisi ed ipotesi economiche, usate nell’ambito delle misure e delle attività di cui al numero 3);6) lo stato della salute e della sicurezza umana, compresa la contaminazione della catena alimentare, le condizioni della vita umana, il paesaggio, i siti e gli edifici d’interesse culturale, per quanto influenzabili dallo stato degli elementi dell’ambiente di cui al punto 1) o, attraverso tali elementi, da qualsiasi fattore di cui ai punti 2) e 3);4 D.Lgs. 33/2013, art. 40 c. 25 D.Lgs. 195/2005 Art. 2 c. 1 lett. c

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novero dei soggetti legittimati all’ac-cesso e per il contenuto delle cogni-zioni accessibili. Le informazioni am-bientali spettano, infatti, a chiunque le richieda, senza necessità, in de-roga alla disciplina generale sull’ac-cesso ai documenti amministrativi, di dimostrare un suo particolare e qualificato interesse. L’articolo 3 del D.Lgs. 195/2005 estende, inoltre, il contenuto delle notizie accessibili alle “informazioni ambientali” (che implicano anche un’attività elabora-tiva da parte dell’Amministrazione debitrice delle comunicazioni richie-ste), assicurando, così, al richieden-te una tutela più ampia di quella ga-rantita dall’articolo 22 della Legge 241 del 1990, oggettivamente circo-scritta ai soli documenti amministra-tivi già formati e nella disponibilità dell’Amministrazione. Tar Reggio Calabria, sezione I, sen-tenza 9 dicembre 2014 n. 793

Accesso alle informazioni ambien-tali - Articolo 2 D.Lgs. 195/2005 - Documentazione riguardante l’ac-catastamento di un immobile Alla luce dell’articolo 2 del D.Lgs. 19 agosto 2005 n. 195, la documenta-zione riguardante l’accatastamento di un fabbricato non è sussumibi-le nel concetto di informazione am-bientale, non rientrando tipologie indicate da detta disposizione. Non formano infatti oggetto dell’infor-mazione ambientale gli atti e i docu-menti relativi a fatti che non compor-tano un impatto ambientale (Tar Lec-ce sezione I, sentenza 8 ottobre 2009 n. 2286). Né può ritenersi rilevante, ai fini della qualificazione dell’infor-mazione, la finalità ambientale per-seguita dall’Associazione per conto della quale l’interessato ha presenta-to l’istanza: un conto è, infatti, la na-tura “ambientale” dell’informazione richiesta, altro è che un’informazione per così dire neutra possa essere uti-lizzata dall’associazione di tutela am-bientale per perseguire i propri fini statutari.

Tar Reggio Calabria, sezione I, sen-tenza 9 gennaio 2014 n. 38

Accesso alle informazioni ambien-tali. Procedimento in corso.Il diniego di accesso alla documen-tazione ambientale non può fondar-si sul fatto che l’informazione non si sia ancora tradotta nell’adozione di provvedimenti amministrativi conclu-sivi. Anche le semplici istanze, e non solo i provvedimenti conclusivi, pos-sono formare oggetto dell’accesso.Consiglio di Stato, sezione V, 13 set-tembre 2016, n. 3856

Accesso alle informazioni ambien-tali. Comparto rifiuti.Legittimo il diniego ad una doman-da di accesso ai documenti concer-nenti il servizio di raccolta e traspor-to di rifiuti sanitari in quanto non si fondava su una preoccupazione cir-ca lo stato di matrici ambientali, ma era volta all’acquisizione d’informa-zioni, quali quelle contenute nei for-mulari, che possono essere rilevanti per l’impresa per motivi concorren-ziali e per acquisire dati commercia-li riguardanti la concorrenza. il diritto di accesso, disciplinato per il perse-guimento di finalità ambientali, ri-sultava utilizzato per finalità del tut-to diverse (economico-patrimoniali) e con un inutile aggravio dell’attività dell’amministrazione.Consiglio di Stato, sez . III, n. 4636, del 6 ottobre 2015

Sono stati considerati pienamente ri-entranti nel concetto di informazione ambientale e dunque obbligatoria-mente ostensibili i dati inerenti il fun-zionamento di impianti di trattamen-to di rifiuti (verbale di primo control-lo e allegati, accertamenti e verifiche eseguiti ed eventuale approvazione del piano di monitoraggio) in quanto recanti informazioni ambientali rela-tive all’adozione di misure di compe-tenza di ARPA.Tar Lazio, sez. I ter, 10 giugno 2015, n. 7719