Da uno studio dell’Università di Milano Semi di lino nella ... · nelle sue diverse forme, soia,...

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42 INFORMATORE ZOOTECNICO n. 7-2017 7 aprile DOSSIER / INTEGRATORI ALIMENTARI L’ utilizzo dei lipidi nell’alimenta- zione della bovina da latte è un argomento da tempo inda- gato anche con diversi studi volti all’approfondimento del loro ruolo a livello metabolico. L’attenzione per questi nutrienti è stata infatti stimolata dalla ne- cessità di apportare la massima quantità possibile di energia metabolizzabile alle vacche a inizio lattazione, in modo da limi- tare il bilancio energetico negativo, senza però elevare il rischio di acidosi ruminale. In recenti ricerche è stato inoltre eviden- ziato che oltre a influire sul metabolismo energetico, alcuni acidi grassi sono anche in grado di influenzare il setting ormonale delle bovine ad alta produzione, favorendo condizioni ideali per l’instaurarsi della suc- di Andrea Zanetti 1 , Riccardo Compiani 2 e Carlo Angelo Sgoifo Rossi 2 1 Zoonomo. 2 Dipartimento Vespa – Università di Milano. Secondo un’indagine di campo condotta in due allevamenti lombardi di bovine da latte, la somministrazione di questo alimento ha consentito il miglioramento delle performance produttive e riproduttive con l’aumento del tasso di gravidanza (PR) Da uno studio dell’Università di Milano Semi di lino nella razione vantaggi per la fertilità cessiva gravidanza. Acidi grassi essenziali e loro meccanismo d’azione Analizzando le principali cause alla base della diminuita fertilità che caratterizza gli allevamenti di bovine da latte negli ultimi anni, emerge come le perdite embrionali precoci svolgano un ruolo determinate (Lemming e Royal, 2001). A riguardo Santos et al. (2004), evidenzia- no come l’assetto ormonale condizioni i meccanismi di riassorbimento embrionale attraverso il “cross talk” tra embrione ed utero. L’embrione infatti, durante l’anni- damento a livello uterino, invia messag- gi ormonali che inducono il blocco della produzione delle prostaglandine PGF₂α, evitando così il riassorbimento embrio- nale. Vi sono però condizioni in cui tale comunicazione risulta compromessa con un relativo aumento delle PGF₂α circolanti. Tali condizioni sono essenzialmente due e nello specifico la presenza di dismeta- bolie o stati infiammatori (acidosi, chetosi, laminiti, etc.) e la carenza di acidi grassi Ω-3. Questi ultimi, insieme agli Ω-6, sono essenziali per l’organismo in quanto non in grado di sintetizzarli e pertanto devono essere assunti con la dieta (Simopoulos, 2002). Entrambi questi acidi grassi es- Anno 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 kg tq 50,60 49,40 48,60 52,10 52,80 51,40 50,10 47,40 kg ss 25,34 25,22 24,95 25,63 25,41 25,74 24,92 25,08 UFL kg ss 0,99 1,01 0,98 1,01 0,99 0,98 0,99 1,00 PG (%) 17,08 17,14 17,20 16,52 17,21 16,53 16,91 17,32 EE (%) 4,31 4,33 4,51 4,53 4,44 4,38 4,52 4,33 NDF (%) 31,24 30,82 32,03 30,74 31,56 31,64 32,70 30,82 Amido (%) 24,28 24,88 24,56 24,81 24,12 24,34 24,36 24,71 Ω6/Ω3 6,72 6,56 6,04 1,95 1,83 2,07 2,02 2,21 Tab. 1 - Caratteristiche medie della razione dell’azienda 1

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DOSSIER / INTEGRATORI ALIMENTARI

L’utilizzo dei lipidi nell’alimenta-zione della bovina da latte è un argomento da tempo inda-gato anche con diversi studi

volti all’approfondimento del loro ruolo a livello metabolico. L’attenzione per questi nutrienti è stata infatti stimolata dalla ne-cessità di apportare la massima quantità possibile di energia metabolizzabile alle

vacche a inizio lattazione, in modo da limi-tare il bilancio energetico negativo, senza però elevare il rischio di acidosi ruminale. In recenti ricerche è stato inoltre eviden-ziato che oltre a influire sul metabolismo energetico, alcuni acidi grassi sono anche in grado di influenzare il setting ormonale delle bovine ad alta produzione, favorendo condizioni ideali per l’instaurarsi della suc-

di Andrea Zanetti 1, Riccardo Compiani 2 e Carlo Angelo Sgoifo Rossi 2

1 Zoonomo.2 Dipartimento Vespa – Università di Milano.

Secondo un’indagine di campo condotta in due allevamenti lombardi di bovine da latte, la somministrazione di questo alimento

ha consentito il miglioramento delle performance produttive e riproduttive con l’aumento del tasso di gravidanza (PR)

Da uno studio dell’Università di MilanoSemi di lino nella razionevantaggi per la fertilità

cessiva gravidanza.

Acidi grassi essenziali e loro meccanismo d’azioneAnalizzando le principali cause alla base della diminuita fertilità che caratterizza gli allevamenti di bovine da latte negli ultimi anni, emerge come le perdite embrionali precoci svolgano un ruolo determinate (Lemming e Royal, 2001).A riguardo Santos et al. (2004), evidenzia-no come l’assetto ormonale condizioni i meccanismi di riassorbimento embrionale attraverso il “cross talk” tra embrione ed utero. L’embrione infatti, durante l’anni-damento a livello uterino, invia messag-gi ormonali che inducono il blocco della produzione delle prostaglandine PGF₂α, evitando così il riassorbimento embrio-nale. Vi sono però condizioni in cui tale comunicazione risulta compromessa con un relativo aumento delle PGF₂α circolanti. Tali condizioni sono essenzialmente due e nello specifico la presenza di dismeta-bolie o stati infiammatori (acidosi, chetosi, laminiti, etc.) e la carenza di acidi grassi Ω-3. Questi ultimi, insieme agli Ω-6, sono essenziali per l’organismo in quanto non in grado di sintetizzarli e pertanto devono essere assunti con la dieta (Simopoulos, 2002). Entrambi questi acidi grassi es-

Anno 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016kg tq 50,60 49,40 48,60 52,10 52,80 51,40 50,10 47,40kg ss 25,34 25,22 24,95 25,63 25,41 25,74 24,92 25,08UFL kg ss 0,99 1,01 0,98 1,01 0,99 0,98 0,99 1,00PG (%) 17,08 17,14 17,20 16,52 17,21 16,53 16,91 17,32EE (%) 4,31 4,33 4,51 4,53 4,44 4,38 4,52 4,33NDF (%) 31,24 30,82 32,03 30,74 31,56 31,64 32,70 30,82Amido (%) 24,28 24,88 24,56 24,81 24,12 24,34 24,36 24,71Ω6/Ω3 6,72 6,56 6,04 1,95 1,83 2,07 2,02 2,21

Tab. 1 - Caratteristiche medie della razione dell’azienda 1

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senziali sfruttano la stessa via metaboli-ca per produrre una famiglia di molecole, con effetto di mediatori cellulari, chiamate eicosanoidi e dotate sia di azione immu-noregolatrice con effetto locale di breve durata ma anche di azione ormonosimile. Ad esse appartengono anche la serie F delle prostaglandine tra cui le PGF₂α, con attività luteolitica e, in abbinamento all’os-sitocina, stimolanti la contrattilità del mio-metrio. La quantità e il tipo di eicosanoidi sintetizzati dipendono dalla disponibilità e dalla tipologia degli acidi grassi precursori (Sumida et al., 1993). Dagli Ω-6 viene infat-ti prodotto acido arachidonico, precurso-re sia delle prostaglandine della serie 2 ma anche di altre molecole coinvolte nei pro-cessi infiammatori (leucotrieni della serie 4, trombossani della serie 2 etc.). Dagli Ω-3, pur utilizzando la stessa via metaboli-ca, si producono invece acido eicosapen-taenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), precursori di eicosanoidi (tra cui le PGF della serie 3) con azione antiinfiam-matoria e di stimolo nella produzione di progesterone.Il diverso apporto di questi due acidi gras-si essenziali influisce pertanto sia sulla modulazione del processo infiammato-rio che sull’attecchimento embrionale. Un aumento della quantità di Ω-3 nella

dieta riduce, attraverso la diminuzione dell’acido arachidonico, lo stato proin-fiammatorio e la contrattilità miometrale con riflessi positivi sulla fertilità. Thatcher et al (1997) hanno evidenziato come l’au-mento del contenuto nella dieta di acido eicosapentaenoico e docosaesaenoico, riduca significativamente la secrezione uterina di PGF₂α. Mattos (2003), conferma tale riscontro evidenziando inoltre come il docosaesaenoico sia l’Ω-3 più efficace nel determinare tale diminuzione. Bovi-ne alimentate con una dieta arricchita in Ω-3 manifestano anche un aumento de-gli stessi acidi grassi essenziali a livello di endometrio (Bilby et al.,2006), e Caldari-Torres et al. (2006) evidenziano come la concentrazione uterina di Ω-3 e Ω-6 influenzi la produzione di PGF₂α da parte delle cellule endometriali. Rispettivamen-te un aumento di Ω-3 ed una diminuzione

di Ω-6 a livello endometriale, riducono la produzione di PGF₂α. Cheng et al. (2000) a riguardo riportano in bovine alimentate con dieta ricca in Ω-3, riduzioni significati-ve di PGF₂α anche del 50% con inoltre una diminuita sensibilità delle cellule dell’endo-metrio all’azione dell’ossitocina.Oltre all’effetto sulla produzione di prosta-glandine, gli acidi grassi essenziali deter-minano, come accennato, anche un au-mento delle concentrazioni plasmatiche di progesterone. Jahani-Moghadam et al. (2015) integrando la dieta di bovine da latte con olio di palma o con semi di lino estrusi, osservarono in queste ultime un aumento significativo dei livelli di proge-sterone post-parto (rispettivamente 0,87 ± 0,09 vs 1,31 ± 0,09 ng/mL). Dirandeh et al. (2013), evidenziano un aumento signifi-cativo delle concentrazioni medie di pro-gesterone sia durante la fase luteinica che

Anno 2011 2012 2013 2014 2015 2016kg tq 47,80 47,70 48,50 46,40 47,80 45,50kg ss 23,52 24,11 23,62 23,28 23,96 23,48UFL kg ss 0,98 0,99 1,01 1,00 0,98 1,01PG (%) 17,11 17,53 17,82 17,10 17,24 17,52EE (%) 4,15 4,21 4,24 4,33 4,55 4,34NDF (%) 33,63 32,84 33,56 33,18 32,98 34,45Amido (%) 25,74 25,90 26,33 26,16 25,74 26,38Ω6/Ω3 7,31 6,52 8,08 1,35 1,75 1,20

Anno Senza seme di lino Con seme di linoTasso di gravidanza (PR), % 11,3 18,1Tasso di concepimento (CR), % 27,9 31,5Tasso di efficienza di rilevazione dei calori (HDR), % 41,2 59,6Fecondazioni per gravidanza accertata, n. 3,6 3,3Riassorbimenti, % 6,4 5,8Produzione di latte, kg/capo/d 26,6 29,4

Tab. 2 - Caratteristiche medie della razione dell’azienda 2

Tab. 3 - Performance riproduttive e produttive dell’azienda 1

Lino precotto ed estruso caratterizzato da ele-vata biodisponibilità degli olii Omega 3 conte-nuti all’ interno.

Senza seme di lino Con seme di linoTasso di gravidanza (PR), % 11,2 18,7Tasso di concepimento (CR), % 27,3 32,9Tasso di efficienza di rilevazione dei calori (HDR), % 41,6 56,7Fecondazioni per gravidanza accertata, n. nr* nrRiassorbimenti, % 19,3 8,13Produzione di latte, kg/capo/d 26,2 32,3*Dato non rilevato

Tab. 4 - Performance riproduttive e produttive dell’azienda 2

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al momento dell’inseminazione in bovine integrate con semi di lino rispetto ad olio di palma (0,15 ± 0,05 ng/ml).Un corretto equilibrio tra gli acidi grassi essenziali Ω3 e Ω6 e, in particolare, tra aci-do linolenico (Ω3) ed acido linoleico (Ω6), risulta quindi determinante per regolare la produzione sia di PGF che di progestero-ne, al fine di stimolare un assetto ormona-le adeguato all’instaurarsi della gravidanza.Nelle diete comunemente in uso nelle no-stre realtà zootecniche, il rapporto Ω6/Ω3 è normalmente a favore degli Ω-6 in quan-to i principali alimenti utilizzati come mais nelle sue diverse forme, soia, girasole, etc. ne contengono quantità elevate, mentre ridotto è il contenuto di acido linolenico. Il corretto rapporto tra questi due acidi grassi essenziali dovrebbe essere inferio-

PARAMETRI QUALITATIVI DEL SEME DI LINOLa frazione oleosa del seme di lino presenta un contenuto medio pari al 9% di acidi grassi saturi, 18% di monoinsaturi, 16% di acido linoleico e 50% di acido linolenico. Alcune nuove varietà sono caratterizzate da un aumentato contenuto di acido linolenico, con valori che raggiungono il 72% a discapito principalmente del linoleico, assumendo pertanto un interesse ancor più rilevante in zootecnia. Il seme di lino deve essere monitorato e selezionato anche per il suo contenuto in acido cianidrico (HCN) che a livello ruminale si trasforma in cianuro con riflessi negativi che, anche se subdoli, compromettono l’efficienza produttiva e riproduttiva della bovina. Un altro elemento di differenziazione qualitativa tra i diversi semi di lino reperibili in commercio è l’effettiva biodisponibilità dei grassi in esso contenuti, definita attraverso il

parametro Mgl (materia grassa libera).Da un confronto effettuato su 10 tipologie di semi di

lino presenti in commercio, sia laminati che estrusi, sono emersi contenuti di acido cianidrico che variavano da 10 g/kg a 86.8 g/kg di seme tal quale e un valore medio di Mgl del 54.95% con punte che raggiungevano l’85%. Anche il livello di bioidrogenazione ruminale dei grassi insaturi (%/h), attraverso il quale il loro effetto dietetico e metabolico viene annullato, e nello specifico dell’acido linolenico, rappresenta un fattore distintivo importante. Più è basso il livello di bioidrogenazione nel rumine migliore è il seme di lino. A riguardo, vi sono tipologie di seme di lino con livelli di idrogenazione che variano in maniera considerevole, dal 12 al 25%/h, con riflessi altrettanto differenti sulle performance riproduttive della mandria. C.A.S.R.

Azienda 1 Azienda 2 MediaTasso di gravidanza (PR) 60,17 66,96 63,56Tasso di concepimento (CR) 12,9 20,51 16,7Tasso di efficienza di rilevazione dei calori (HDR) 44,66 36,29 40,47Fecondazioni per gravidanza accertata -8,33 nr -8,33Tasso di concepimento (CR) alla 1° e 2° fecondazione nr 18,94 18,94Riassorbimenti -9,37 -57,88 -33,62Produzione di latte 10,52 23,28 16,95

Tab. 5 - Differenze percentuali nei parametri zootecnici a seguito dell’integrazione del seme di lino nelle due aziende oggetto di indagine

re a 2.5-2 (Ω-6) /1 (Ω-3), mentre nelle die-te normalmente utilizzate in allevamento varia da 5–12/1. Tale rapporto favorisce pertanto un assetto ormonale che pone la bovina a rischio di un’elevata percentuale di riassorbimenti.Tra i vegetali, il seme di lino risulta tra gli ali-menti più ricchi in acido linolenico.

Un’esperienza di campoSulla base di quanto esposto, si è >>>

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2.5 (tabella 1 e 2).Dalle tabelle 1 e 2 emerge chiaramente come l’inclusione del lino estruso abbia efficacemente corretto il rapporto Ω6/Ω3 che è passato da valori medi di 6,43 a 2,02 nell’azienda 1 e da 7,30 a 1,43 nell’azienda 2. Relativamente alle performance ripro-duttive e produttive i dati sono riassunti nella tabella 3 e 4, mentre nella tabella 5 vengono evidenziate, per i diversi parame-tri, le differenze percentuali medie riscon-trate nelle due aziende a seguito dell’inte-grazione del seme di lino.L’insieme dei dati raccolti evidenzia un de-ciso miglioramento dei parametri di fertili-tà in entrambe le aziende a seguito dell’in-troduzione nell’alimentazione del seme di lino estruso.L’aumento dell’efficienza riproduttiva e la conseguente riduzione dell’intervallo parto-concepimento e dei giorni medi di lattazione ha incrementato, conseguente-mente, anche la produttività della mandria, consentendo alle bovine di estrinsecare al meglio la loro potenzialità lattifera.I risultati dell’indagine sottolineano come bilanciando l’apporto e il corretto rappor-to degli acidi grassi essenziali, si favorisca un corretto equilibrio metabolico-ormo-nale nella bovina ad alta produzione, ot-timizzando le performance riproduttive e pertanto anche le prestazioni produttive e il bilancio aziendale. Da recenti studi sembra inoltre emergere che l’apporto di acidi grassi essenziali attraverso l’utilizzo di semi di lino con elevati standard qua-litativi, sia in grado di conferire risultati ri-produttivi equiparabili ma persino migliori rispetto all’apporto di EPA e DHA dell’olio di pesce, indicando una probabile natura-le predisposizione dell’organismo bovino all’utilizzo di fonti vegetali di questi grassi (Moallem et. al, 2013).La riduzione della secrezione uterina di prostaglandine e l’aumento dei livelli di progesterone indotti dalla somministra-zione di acidi grassi polinsaturi della fami-glia Ω-3, sembra pertanto collocarsi tra gli importanti fattori della gestione nutrizio-nale in grado di favorire la sopravvivenza embrionale nella bovina da latte. l

La bibliografia è disponibile contattando gli autori.Dettaglio di lino estruso.

voluto condurre un’indagine di campo volta a verificare gli effetti dell’integra-zione della dieta con seme di lino sulle performance produttive e riproduttive di bovine da latte. A tal scopo sono stati utilizzati due allevamenti lombardi con un numero di bovine in lattazione rispettiva-mente di 150 e 250, caratterizzati da un livello di management e dotazioni struttu-rali simili, utilizzo di un software per la ge-stione della mandria e un’alimentazione “a gruppo unico per l’intera fase di latta-zione”, basata sull’utilizzo di silomais, pa-stone integrale, fasciato di erba medica, foraggi di graminacee, farina di estrazione di soia, farina di mais, farina di colza e in-tegrazione minerale vitaminica. I parame-tri produttivi e riproduttivi di entrambe le

aziende sono stati scrupolosamente mo-nitorati tra l’inizio del 2009 nell’azienda 1 e del 2011 nell’azienda 2, fino alla fine del 2016. All’inizio del 2001 nell’azienda 1 e all’inizio del 2014 nell’azienda 2, la dieta di entrambe le aziende è stata integrata con 0.5 kg/capo/d di seme di lino per l’intera fase di lattazione. Il seme di lino utilizza-to (AG380, Deatech srl) era caratteriz-zato da un contenuto di acido linolenico mediamente pari al 57% della frazione lipidica, un basso contenuto di acido cia-nidrico (10 g/kg tq), un’elevata biodispo-nibilità dei grassi (80% di Mgl) e una bas-sa bioidrogenazione ruminale (13%/h). La quantità di lino integrata in razione è stata ponderata al fine di mantenere un corret-to rapporto tra Ω6 e Ω3 e cioè inferiore al