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toscana ultura e tradizioni

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ulturae tradizioni

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Prefazione pag. 4Con Dino Campana a piedi nel Mugello pag. 6I luoghi degli itinerari: Marradi e il Mugello pag. 8

IL VIAGGIO D’AMORE pag. 10I protagonisti pag. 10L’idillio nel Mugello pag. 11Prima del viaggio d’amore pag. 12Il viaggio e l’incontro pag. 13A Casetta di Tiara pag. 15Incontro di Natale a Marradi pag. 16

ITINERARI:A PIEDI DA BARCO A MARRADI pag. 20

1. Da Barco a Palazzuolo sul Senio pag. 202. Da Palazzuolo sul Senio a Marradi pag. 233. Nei canyon di Moscheta pag. 27

CAMPANA E MARRADI pag. 30

ITINERARI:ESCURSIONI A MARRADI pag. 32

4. Alla Rocca di Castiglione pag. 325. Sui monti di Campigno pag. 34

PELLEGRINAGGIO A “LA VERNA” pag. 36L’andata pag. 37Il ritorno pag. 43

ITINERARI:TREKKING DA MARRADI A STIA pag. 46

6. Da Marradi a San Godendoo al Passo del Muraglione pag. 467. Percorso Basso:da San Godenzo a Castagno d’Andrea pag. 548. Percorso Alto:dal Passo del Muraglione a Castagno d’Andrea pag. 589. Da Castagno d’Andrea a Campigna pag. 6110. Da Campigna a Stia pag. 68

Informazioni utili pag. 69

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PREFAZIONE

comunità montana MUGELLO

IL PAESAGGIO, la terra, il richiamo delle radici, ciòcui si resta visceralmente legati anche quando lavita ce ne allontana, sono spesso materia essen-ziale della poetica di un artista. Ma ci sono artistiper cui lo sono fondamentalmente, e senza iquali non si comprende fino in fondo l'uomo dacui l'arte scaturisce.Come per Dino Campana, una delle più alte vocipoetiche del Novecento - uomo del mondo,nomade, viaggiatore, e soprattutto «folle», cometanti poeti maledetti della modernità - voce uni-versale, ma irrimediabilmente intriso di tutto ciòche a lui derivava dalle sue origini di «montanaro»dell'appenino tosco romagnolo. Di Marradi, per laprecisione, piccolo borgo amato e odiato, da cuifuggì per poi sempre tornarvi, in una risacca esi-stenziale che fu insieme estatico ricongiungimen-to e prigionia, e che certamente plasmò il caratte-re ruvido e chiuso, impetuoso, ma anche delicatoe venato di arcana saggezza, dell'infelice poeta.Insieme ai grandiosi paesaggi dei dintorni, e ditutto il Mugello, battuti in lungo e in largo conescursioni a piedi di giorni, che Campana si «inflis-se» come cura ed espiazione dei drammi della sua

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5A PIEDI CON DINO CAMPANA / prefazione

“Il canto dell’acquasotto le rocce”

anima. Boschi e rocce, pascoli, valli e borghi, terra ecielo, dentro cui il poeta penetrava come in misticaimmersione, diventarono subito, già negli appuntidi viaggio, o negli scritti successivi, i riflessi indele-bili della sua anima visionaria e trasfiguratrice, pursenza mai perdere nulla della loro oggettiva natu-ra, e anzi acquistando in capacità evocativa.Tantoche a chiunque abbia letto di queste descrizioni,non potrà più fare e meno, vedendo davanti a ségli «originali», di guardarli con gli stessi occhi delpoeta errante - «mistica valle», «casetta di sasso sulfaticoso verde», «.arco solitario e magnifico teso inforza di catastrofe sotto gli ammucchiamentiinquieti di rocce.», «le rocce strati su strati.».Il che accadde anche, e in modo quasi paradig-matico, nel viaggio d'amore compiuto daCampana insieme all'unica vera donna della suavita, Sibilla Aleramo, avventura di passione edelirio in cui entrambi gettarono tutti loro stessi- per uscirne, lui, ormai pronto per il manicomio,dove morirà. Viaggio straordinario nel cuore delMugello, in bilico fra realtà e sogno, il cui sfondoambientale si intrecciò inestricabilmente conun'avventura di vita divampata sull'eternomistero dell'incontro umano.Così come il pellegrinaggio solitario alla Verna,avvenuto sei anni prima, potè trasfigurarsi nellasalita affannosa - come la vita dell'uomo - allameta pacificatrice.Campana e il Mugello, insomma, si evocano l'unl'altro ormai così indissolubilmente, che immagi-nare una guida «parallela» - del Mugello e diCampana, in reciproco richiamo - era un tributoda non far ulteriormente tardare. Un doppiobinario che riserverà continue sorprese, perchéun paesaggio guardato con gli occhi dell'anima,e di un'anima così alta come quella di un poeta,rivela di sé aspetti che nessun'altra guida, perquanto accurata, potrà mai segnalare.

Maria Cristina Carratu (giornalista)

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uscitaBARBERINO

Crespino

Popolano

Biforco

Campigno

MARRADI

Palazzuolosul Senio

Ronta

La Topaia

Barco

Casettadi Tiara

Barberinodi Mugello

Scarperia

San Pieroa Sieve

Borgo SanLorenzo

Vicchio

Vaglia

Firenzuola

FIRENZE

ROMA

FORLI'

BOLOGNA

BOLOGNA FAENZAIMOLA

IMOLA

FAENZA

comunità montana MUGELLO

Questa piccola guida, realizzata dall’Assessoratoal Turismo della Comunità Montana Mugellovuole essere un omaggio al poeta marradeseDino Campana e si propone di ripercorrere gliitinerari da lui descritti nei diari di viaggio o inaltre testimonianze scritte.Come gran parte degli abitanti del Mugello inquel periodo, il poeta “pazzo” soleva arrivare allameta a piedi. Il viaggiatore moderno è invitato aripercorrere i sentieri e le stradelle rimaste quasiintatte da primi del 900 ad oggi.Si scopriranno così quegli angoli affascinanti equei panorami mozzafiato che colpirono pro-fondamente la sensibilità poetica di Campana.Nella guida sono sottolineati i commenti delpoeta riferiti ai luoghi incontrati e la descrizioneescursionistica attualizzata.

CON DINO CAMPANAA PIEDI NEL MUGELLO

STRADA STATALE

FERROVIA

AUTOSTRADA

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Campigna

Casetta di Tiara

Passo del Giogo

Campanara

PALAZZUOLO SUL SENIO

Barco

MARRADIMoscheta

Biforco

Scalelle

Campigno

Castagneto

SAN GODENZO

Castagno d'Andrea

Stia

7A PIEDI CON DINO CAMPANA / introduzione

I “Viaggi campaniani nel Mugello” descritti nellaguida sono due:• Il “Viaggio d’amore”compiuto da Dino Campana e Sibilla Aleramonel momento più alto dell’“idillio”. Il viaggio sisvolse nel 1916 interamente nel Mugello;• Il “Pellegrinaggio a La Verna”effettuato da Campana nel 1910. Il poeta partìda Marradi per giungere dopo una lunga traver-sata al Santuario della Verna nel Casentino.

IL PELLEGRINAGGIO A MARRADI

IL VIAGGIO D’AMORE

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comunità montana MUGELLO

Marradi

I LUOGHI DEGLI ITINERARI:MARRADI E IL MUGELLO

Dino Campana nacque a Marradi, nel Mugello, interra toscana a mezza via tra Firenze e Bologna.Durante la sua breve e movimentata vita fu unpoeta nomade: viaggiò in America Latina, soggior-nò in Belgio, in Francia e in diverse città italiane.Ma soprattutto errò tra i boschi del Mugello,raggiungendo a piedi da Marradi Firenzuola,Palazzuolo Sul Senio, Vicchio Mugello, BorgoSan Lorenzo, Scarperia, San Piero a Sieve eBivigliano (Vaglia).Non sappiamo se le sue visite alla città diFirenze (provincia di cui è parte Marradi) furonocompiute con il treno a vapore della FerroviaFaentina o con le sue gambe evidentementeabituate alle lunghe camminate.La poetica campaniana ci racconta un territorioche, escluso il fondovalle, è rimasto pressochéidentico ai primi del '900: dalle fitte boscaglie deicrinali regno del cinghiale, del capriolo e dellavolpe, alle zone dei castagneti e dell’olivo, dalleampie superfici pianeggianti dei vecchi terrazzilimitate da scarpate coltivate a grano e girasole.I paesi di Marradi, Palazzuolo Sul Senio eFirenzuola, dove si svolge il Viaggio d'Amore, si

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Crinalinel Mugello

A PIEDI CON DINO CAMPANA / i luoghi degli itinerari

trovano a nord nell'Alto Mugello o RomagnaToscana, fra i crinali del Mugello e i passi chescendono verso Bologna e l'Emilia Romagna,nella parte alta dei bacini del Lamone (il fiume diCampana), del Senio e del Santerno. Qui i grandisassi e le vette, pur superando di poco i 1000metri d’altitudine, disegnano quinte e profilimassicci, talora imponenti. Il panorama è domi-nato da incontaminati boschi di faggio, castagno,quercia, da grandi pascoli interrotti a volte dacespugli di ginepro, da affioramenti di pietra.La purezza delle acque e la rigogliosa vegetazio-ne di queste valli sono l’habitat giusto per mol-tissime specie di uccelli e di pesci.Questa è la parte di territorio che ha custoditoquasi integralmente le risorse naturali: lo spopo-lamento della montagna (Marradi al tempo diCampana contava 10.000 abitanti mentre ora neha poco più di 3.500) ha preservato la selvaggiabellezza del paesaggio conosciuto dal poeta. Gliappassionati di escursionismo che vorrannoincamminarsi sui percorsi proposti dalla guidaavranno la possibilità di osservare la naturaintorno con gli occhi di Dino Campana.

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DinoCampana

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DINO CAMPANAnato a Marradi il 20/8/1885, morto nelcronicario psichiatrico di Castel Pulci il1/3/1932, poeta “pazzo”. La sua vita èstata travagliata, ha girato il mondoesercitando i più vari mestieri; più voltearrestato e ricoverato in manicomio.Nel 1914 ha pubblicato il libro di poesie eprose poetiche i “Canti Orfici” che locollocherà tra i “grandi” del novecentoletterario italiano.

RINA FACCIOin arte SIBILLA ALERAMOnata ad Alessandria il 14/8/1876, mortaa Roma 13/1/1960, nota femminista e“libera amante” per sua stessa confes-sione. Nel 1906 ha pubblicato il romanzoautobiografico “Una donna” che l’ha resaimmediatamente famosa. Nel 1948 il suolibro di poesie “Selva d’amore” ottiene il

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11A PIEDI CON DINO CAMPANA / il viaggio d’amore

SibillaAleramo

“Premio Versilia”, istituito appositamen-

te per lei nell’ambito del Premio

Viareggio.

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Il “viaggio d’amore” ha inizio con una let-tera che Sibilla Aleramo scrive a DinoCampana il 10 giugno 1916 nella quale,dopo aver letto i “Canti Orfici”, esprimela sua ammirazione essendone stata“incantata e abbagliata insieme”.La Aleramo si trova allora nella “Villa LaTopaia” a Borgo San Lorenzo in villeggiatu-ra, mentre Campa-na è al Barco - Rifredo(Firenzuola) stazione climatica per rimetter-si in salute. Campana infatti è stato colpitoda un leggera paresi al lato destro del corpo.Dopo lo scambio epistolare i due si incon-trano al Barco la mattina alle ore 8 delgiovedì 3 agosto 1916 e stanno insiemefino al pomeriggio di domenica 6 agosto1916.Qui divampa l'amore e la passione tra idue: inizia un rapporto "impossibile",destinato al fallimento ancor prima diessere cominciato. Una magnifica e dispe-rata storia d'amore nata nella solitudinedei boschi del Mugello.I due amanti si incontreranno di nuovo traagosto e settembre per oltre 20 giorni aCasetta di Tiara (Palazzuolo sul Senio).Con i primi di ottobre avranno inizio lecrisi tra i due a Firenze, Marina di Pisa,Casciana Terme e di nuovo a Firenze, chesi concluderanno con un breve incontro nelNatale 1916 a Marradi.Il 1917 sarà la fase della lontananza cheterminerà nel gennaio 1918 con il ricoverodefinitivo di Campana, prima in osservazio-ne nel Manicomio di San Salvi (Firenze) esuccessivamente nel cronicario di CastelPulci (Scandicci), dove si spegne il 1 marzo

S. Giovanni Maggiore(Borgo S. Lorenzo):

Villa La Topaia

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13A PIEDI CON DINO CAMPANA / il viaggio d’amore

BarcoRifredo(Firenzuola):Pensione“Il bagnolo”dove furonoospitatiCampanae l’Aleramo

1932, a quarantasei anni, dopo oltre quat-

tordici anni di degenza, per una infezione

setticemica.

Campana viene seppellito nel cimitero di San

Co-lombano, parrocchia di Badia a Settimo.

Dieci anni dopo, il 3 marzo 1942, i resti

vengono traslati nella chiesa di Badia a

Settimo, dove si trovano tuttora.

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Rifredo (Firenzuola): trattoria

Casetta di Tiara (Firenzuola): la chiesa

Casetta di Tiara (Firenzuola): panorama

“Borgo San Lorenzo: paese né pessimo néottimo, in sé, ma in mezzo al paradiso.Tra le giovani colline del Mugello. Sicorse in carrozza su e giù per le campa-gne sulle rive della Sieve e ci arrampi-cammo a Scarperia, un paesino sotto imonti da non dimenticarsene mai, dovecenammo: e ritornammo a Borgo con unadi quelle lune sognanti che si resta insilenzio, a occhi aperti, innamorati senzapiù pene”(Antonio Baldini ad Elvira Cecchi - 17 maggio 1916).

In questo scenario dialogano a distanzal'Aleramo e Campana con scambi epistolariche li porteranno ad incontrarsi il 3 Agosto1916 al Barco. Alcuni frammenti della cor-rispondenza tra il poeta e la scrittrice:

Aleramo - 24 luglio 1916“Ho avuto la vostra cartolina. Qui sono inuna casa di campagna, grande e deserta.Gli ospiti me l’han lasciata durante que-sta loro assenza, per due settimane”.(La casa è la Villa La Topaia - Borgo San Lorenzo).

Campana - 27 luglio 1916risponde (in francese) all’Aleramo"Ici (route de Firenzuola) c’est la vraiemontagne, la vraie campagne des solitai-res.....”

Aleramo - 28 luglio 1916“La solitudine ed io siamo buone compagne,

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15A PIEDI CON DINO CAMPANA / il viaggio d’amore

Cartolinada Casettadi Tiara

perfino quando, come oggi, c’è un cielo

pesante e nella fattoria accanto bufonchia la

macchina… Ho guardato sulla vecchia carta

dov'è Firenzuola. Più in su di Marradi… sono

una buona camminatrice - cotesta occhiata

agli Appennini la darei volentieri, con voi”.

Campana - 30 luglio 1916

“J’habite ici dans une trattoria quelcon-

que à Barco.... Vous pourriez trouver ici

le silence, l’éspace, et des pensions con-

venables”.

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Marradi:stazione ferroviaria

Aleramo - 21 luglio - 1 agosto 1916

“…avete da sapere che io mi trovo più

vicino a Panicaglia che a Borgo. Alla sta-

zione di Pani-caglia si va in 15 minuti

attraverso i campi, mentre a quella di

Borgo ci vuole un’ora buona... Prenderò

dunque l’automobile a San Piero giovedi

mattina e scenderò a Rifredo, a meno che

il conduttore non mi dica che Barco viene

prima, nel qual caso mi aspetterete a

Barco, sta bene?… Forse resterò anche la

sera - siamo poeti notturni, le stelle ci

propizieranno l’avvenire”.

Dopo questo scambio di lettere l’Aleramo la

mattina di giovedì 3 agosto 1916 prende il

treno a Panica-glia (stazione ora soppressa

della linea Faentina che congiunge Firenze a

Faenza),scende a Piero a Sieve, sale sulla

postale per Firenzuola e scende verso le ore

otto a Barco - Rifredo, circa 3 km oltre il

Passo del Giogo, dove, sul ciglio della strada

la sta aspettando Dino Campana. I due stanno

insieme fino al pomeriggio di domenica 6 ago-

sto 1916.

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Casettadi Tiara:

castagneto

ITINERARIA PIEDI DA BARCO A MARRADI

Nel 1950 Sibilla ricorda:“L’amore divampò, in un delirio selvag-gio.Campana era già pazzo, già stato rin-chiuso due volte per qualche settimana inmanicomio, ma io non volevo crederlotale......”.

Dei tre giorni di incontro a Barco rimanecome testimonianza la dedica di un copiadei Canti Orfici conservata pressol'Archivio Aleramo:"Con cuore fraterno a Sibilla Aleramo”(Dino Campana, il Barco 5 agosto 1916)

La sera di domenica 6 agosto l’Aleramoriparteper villa “La Topaia”, da dove scrive, inrapidasuccessione, diverse lettere:

Domenica - lunedì:“Avrei voluto fermare quell’automobilegiù per la costa, tornare al Barco a piedi,nella ,…

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19A PIEDI CON DINO CAMPANA / il viaggio d’amore

La passerellasul fiume Rovigo

…lo spazio intorno, le querce, l’acqua, il

regno mitico del vento e dell’anima…

I nostri corpi sulle zolle dure, le spighe

che frusciano sopra la fronte, mentre le

stelle incupiscono il cielo”.

Mattino - martedì 8 agosto 1916:

“aspettando la posta ecco cosa ti ho fatto:

Fauno (poesia della Aleramo)

"Lontane dal mondo

quercie,

rade nel sole d’agosto,

acque fra sassi,

lontane dal tempo,

e tu

dorato ridi,

tu alla bianca mia spalla

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Casetta di Tiara

tu alla verginea sua musica,

gioia dagli occhi ridi”

(Ricordo del 3 agosto 1916)

9 agosto 1916: Aleramo

“E sempre ho negli occhi quella strada

col sole,

il primo mattino, le fonti dove mi hai

fatto bere,

la terra che si mescolava ai nostri baci,

quell’abbraccio profondo della luce”.

Campana e l’Aleramo si incontrano nuova-

mente a Casetta di Tiara, località del

Comune di Firenzuola raggiungibile a piedi

da Moscheta attraverso la bellissima e sel-

vaggia Val d'Inferno. I due soggiorneranno

qui oltre 20 giorni. L'appuntamento è per il

19 agosto a Casetta di Tiara, (il 20 agosto

Dino Campana compie 31 anni; Sibilla

Aleramo ne ha 40). L’Aleramo ricorda:

“Per tutto il mese che passai con lui

lassù, in una località della Casetta di

Tiara egli fu, pur in mezzo a mille stra-

vaganze, molto tranquillo, dolcissimo

innamorato come un bimbo”.

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21A PIEDI CON DINO CAMPANA / il viaggio d’amore

Anticacappellettatra Casettadi Tiarae Il Crinale

A testimonianza dell'incontro rimangonoalcune cartoline e lettere:• Una cartolina illustrata dell'osteria delPasso del Giogo (tra Scarperia eFirenzuola), del 22 agosto 1916 indiriz-zata al critico Emilio Cecchi:“…É qui Sibilla che saluta Lei e laSignora.Dev.mo Dino Campana”. “Tra i falchi,Sibilla”.• Un cartolina illustrata (Casetta di Tiara- chiesa) con timbro postale di Coniale del9 settembre 1916 indirizzata ad AntonioBaldini. Sull'illustra-zione Campana indicala casa accanto alla chiesa con una crocee, all'altezza dell'unica finestra, tracciauna freccia con la scritta “mia abitazio-ne”.• Una terza cartolina, uguale alla prece-dente (Casetta di Tiara - chiesa), contimbro di Coniale del 19 settembre 1916,indirizzata alla Aleramo con la scritta“nos étoiles”.Sul retro è scritto:

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D A T I T E C N I C I D a B a r co a Pa l a z z u o l o s u l S e n i o

DISLIVELLO 580 METRI

TEMPO 6.45 ORE

DIFFICOLTÀ PERCORSO LUNGO CHE RICHIEDE IMPEGNO

SENTIERI TUTTI BEN TRACCIATI E SEGNATI

PERIODO DA MARZO A NOVEMBRE

PERCORRIBILITÀ A PIEDI (NO CAVALLO E MTB)

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

BARCO 745 0 ORE

RIFREDO 711 0.15 STRADA STATALE N.503BADIA DI MOSCHETA 569 1.00 STRADA ASFALTATA

CASE VAL D’INFERNO 541 0.50 713 CAI, GEA, SOFTLASTRA 471 0.25 711 CAI, GEA, SOFTCASETTA DI TIARA 646 0.30 GEA, SOFTSELLA POGGIO RONCACCIO 1000 1.00 GEA, SOFTSELLA CIMONE D. BASTIA 1050 0.15 701 CAI, 16 SOFTCAMPANARA 710 1.00 607 CAI, 16 SOFTACQUADALTO 457 1.15 16 SOFTPALAZZUOLO SUL SENIO 437 0.15 STRADA STATALE N.306

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23A PIEDI CON DINO CAMPANA / il viaggio d’amore

PalazzuoloSul Senio

“Come sapete ho la testa vuota. Piena delvento iemale che empie questa valled’inferno. L'inverno mi diverte. Sentoche qualcosa resta dopo tutto, come quellaghetto laggiù nella sua trasparenza chenulla riesce a offuscare”.• Una lettera della Aleramo da Firenzedel 15-17 settembre 1916:"Le stelle intorno a Casetta. Il sole dellaBastia che m'ha fatto brune le mani".

Dino Campana e Sibilla Aleramo trascor-rono insieme a Marradi almeno la notte diNatale 1916. Dopo le crisi dell'autunnol’incontro di Marradi chiude la fase dell’i-dillio tra i due.Dalla lettera che l'Aleramo scrisse aCampana probabilmente il 24 dicembre1916."Un letto profondo, la notte di Natale, nel tuopaese dove non sono mai stata - dove soltanto

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da bimbo hai riso di gioia. .…Ma il tuo fiume

lo vedrò?"

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Palazzuolo Sul Senio:lungo fiume

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Campana, in compagnia dell'Aleramo, giunse aCasetta di Tiara sicuramente attraversando lasplendida Val d'Inferno e quindi rientrò, sembrada solo, a Marradi a piedi con un lungo percorsofacendo tappa a Palazzuolo Sul Senio. Il suo smi-surato desiderio di vagabondaggio, gli facevaamare quei soleggiati crinali e quelle boscosevallate, quei rocciosi banchi di arenaria e i verdipascoli dell’Appennino, quei borghi seminasco-sti tra le mille pieghe del movimentato territorioe le isolate case montane molte delle quali,dopo decenni di abbandono, oggi stanno lenta-mente tornando all’antico, rustico splendore. Ilpercorso proposto richiede circa 11 ore di cam-mino e per questo motivo è opportuno divider-lo in due tappe, pernottando a Palazzuolo sulSenio, che si trova circa a metà percorso.

DA BARCO A PALAZZUOLO SUL SENIO

Note introduttive e tecniche

Il percorso rappresenta una sintesi di quanto dimeglio possa offrire questo angolo diAppennino: antichi luoghi di culto (Badia diMoscheta, Santuario di Acquadalto), borghimontani che hanno mantenuta intatta la lorooriginale architettura (Casetta di Tiara,Campanara), decine di isolati e storici poderi,grandiosità geologiche e naturali (in particolarela Valle dell’Inferno e le stratificazioni arenaceedel Cimon della Bastia). Il dislivello in salita dasuperare è di circa 700 metri e il tempo necessa-rio per percorrere l’intero tracciato va dalle 7 alle8 ore di cammino. Il percorso non è effettuabile

25A PIEDI CON DINO CAMPANA / il viaggio d’amore

Fiume Senio

Castagneto

La villa di Grufieto

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D A T I T E C N I C I Da Palazzuolo sul Senio a Marradi

DISLIVELLO 440 METRI

TEMPO 4 ORE

DIFFICOLTÀ MEDIA, ATTENZIONE ALL’ORIENTAMENTO

SENTIERI TUTTI TRACCIATI E SEGNATI

PERIODO DA MARZO A NOVEMBRE

PERCORRIBILITÀ A PIEDI (NO CAVALLO, IN MTB CON VARIANTI)

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

PALAZZUOLO SUL SENIO 437 0 ORE

CASE BACERO 748 1.00 519 CAIVILLA GRUFFIETO 693 0.45 519 CAIPENDICI M.TE CARNEVALE 820 0.30 519 CAIMONDERA 782 0.15 519 CAICÀ DEL VENTO 616 1.00 519 CAIMARRADI 328 0.30 519 CAI

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27A PIEDI CON DINO CAMPANA / il viaggio d’amore

Badiadi Moscheta

3a cavallo e in MTB per lo stretto e a tratti scosce-so sentiero che attraversa la Valle dell’Inferno.

Accesso

Barco si trova lungo la statale n. 503 che daFirenze porta a Firenzuola, poco sotto il Passodel Giogo.

Descrizione a piedi

Da Barco si scende con la statale verso Firenzuolae, in breve, si raggiunge Rifredo. Qui, a destra,parte la strada per Badia di Moscheta, stretta lin-gua di asfalto che prima scende sul fondovalledel Veccione e poi scorre quasi in piano fino araggiungere la celebre Badia. Davanti al sacro edi-ficio si svolta a sinistra e, sempre tenendosi sullavia principale, si attraversa un bosco di abeti scen-dendo ad un ponte. Poco prima di questo un'evi-dente freccia segnala il sentiero, a destra, per laValle dell’Inferno (segnavia GEA e SOFT). Questosupera il Molino del Veccione ed entra subitonella valle, nel primo tratto ancora larga. Poi, viavia che si penetra nel profondo solco, le paretiintorno si stringono mettendo a nudo, spesso, ipotenti strati di arenaria che ne costituiscono l’os-

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satura. Superato un rudere e numerosi torrentellisi arriva a Case Val d’Inferno, ormai in abbandonoma non completamente cadenti, che per secolirappresentarono un vero e proprio avampostodell’uomo nella più solitaria natura. Dalle case ilsentiero riprende a scendere e, aggirato un costo-ne, entra nella valle del Torrente Rovigo. Il sentierotermina confluendo su una pista sterrata da pren-dere dritta, trascurando il ponte a sinistra. Questasale e, poco dopo, la si lascia per andare a sinistrae superare, su ponticello pedonale, il Rovigo.Quindi si sale a delle case coloniche ristrutturate(località Porcia) transitando in mezzo a queste epoi proseguendo sulla larga mulattiera che, innetta salita, si dirige verso Casetta di Tiara. Sisupera un’antica maestà, si compiono alcuni tor-nanti nel bosco di castagno e infine si sbucadavanti alla chiesa di Casetta di Tiara.

Qui si svolta a destra, si attraversa il piccolo cen-tro montano e poi si prosegue su una carrarecciache sale in un secolare castagneto dove si posso-no osservare esemplari arborei dall’enorme dia-metro. La via sale ripida e raggiunge una cappel-lina (ottima come punto di sosta, essendo splen-didamente posizionata in un praticello soleggia-to) da dove si continua, ora in salita meno pro-nunciata, mantenendosi sempre sul crinale. Sitoccano così le Case Mengacci e Campo Rinaldi,continuando sempre sulla pista principale, spes-so percorsa anche dai cavalli qui allevati allostato brado. Si superano in successione duegruppi di ruderi e, con un roccioso tratto, si arrivaal crinale principale, sotto Poggio Roncaccio,dove si incontra il sentiero n. 701 che provienedal Passo della Sambuca e che si dirige versoValmaggiore (il sentiero ricalca un’antica stradadi crinale che rappresentò, fino al secolo scorso,la miglior via di collegamento tra l’Appennino ela pianura romagnola). Su questo si svolta a sini-stra (indicazioni su una colonnina verde) aggi-

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Torrente Rovigo

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29A PIEDI CON DINO CAMPANA / il viaggio d’amore

D A T I T E C N I C I N e i C a nyo n d i M o s c h e t a

DISLIVELLO 640 METRI

TEMPO 7 ORE

DIFFICOLTÀ PER ESCURSIONISTI BEN ALLENATI

SENTIERI TUTTI BEN TRACCIATI E SEGNATI

PERIODO DA MARZO A NOVEMBRE

PERCORRIBILITÀ A PIEDI (NO CAVALLO E MTB)

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

BADIA DI MOSCHETA 569 0 ORE STRADA ASFALTATA

CASE VAL D’INFERNO 541 0.50 713 CAI, GEA, SOFTLASTRA 471 0.25 711 CAI, GEA, SOFTCASETTA DI TIARA 646 0.30 GEA, SOFTSELLA POGGIO RONCACCIO 1000 1.00 GEA, SOFTINCROCIO SENTIERO N.741 1010 1.00 701 CAI, GEA, SOFTPIAN DELL’AIARA 871 0.40 741 CAIFONDOVALLE DEL ROVIGO 638 0.35 741 CAILASTRA 471 0.30 711 CAICASE VAL D’INFERNO 541 0.30 711 CAI, GEA, SOFTBADIA DI MOSCHETA 569 1.00 713 CAI, GEA, SOFT

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rando Poggio Roncaccio e poi giungendo sotto ilCimon della Bastia (località citata dalla stessaAleramo nella lettera del 15-17 settembre). Qui, adun importante bivio di sentieri, si lascia il traccia-to principale per prendere a destra la via chescende verso Palazzuolo sul Senio (indicazionidel sentiero n. 607 CAI e n. 16 SOFT). Questa viacon splendidi panorami sull’interminabilesovrapporsi delle montagne romagnole, passalungo gli scoscendimenti orientali del Cimondella Bastia, la più bella e rupestre montagnadella zona. Quindi, oltre il Monte Ferioli, scenderipidamente sulle cosiddette “Scale di Lotro” perpoi arrivare ad un bivio. Ora si può decidere sescendere a Campanara oppure tenersi a sinistrae passare poco sopra il modesto abitato (dasegnalare che la chiesa di Campanara, risalentealmeno al XIV secolo ma rifatta nel 1684, presen-ta un bel campanile cuspidato e aperto in biforeed è situata lungo un vecchio percorso probabil-mente medievale, se non più antico).Mantenendosi sempre lungo il sentiero segnatosi tagliano, in piano, i versanti del MonteCastellaccio di Tana, si tocca il Monte dell’Incisa

Marradipressi:

treno merci(1910)

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Marradi:ponte sul Lamone(1906)

e poi, sempre su crinale, si scende progressiva-

mente fino a sbucare sulla statale poco a valle

del Santuario di Acquadalto.

Prendendo l’asfalto a sinistra in breve si raggiun-

ge Palazzuolo Sul Senio.

A PIEDI CON DINO CAMPANA / campana e marradi

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DA PALAZZUOLO SUL SENIO A MARRADI

Note introduttive e tecniche

L’itinerario ripercorre, per lunghi tratti, la storicastrada comunale che collegava Palazzuolo sulSenio a Marradi, via che, quindi, potrebbe esserestata utilizzata da Campana. La strada, infatti, èpunteggiata da casolari che, un tempo, offrivanoriparo e assistenza a chi percorreva l’antica via.In particolare va segnalata la seicentesca Villa diGruffieto, grandioso edificio nobiliare che, malgra-do in parte in abbandono, ha mantenuto inaltera-te le pregevoli strutture architettoniche. Il percor-so supera un dislivello in salita di 510 metri erichiede dalle tre alle quattro ore di cammino.Non è effettuabile a cavallo perché, nel primotratto di salita da Palazzuolo vanno superate dueripide scalette metalliche e nel tratto discensivoverso Marradi si devono affrontare alcune scaletteper superare i reticolati. In MTB si può effettuare ilpercorso seguendo, però, la variante descritta.

Accesso

Palazzuolo sul Senio è raggiungibile in auto daFirenze seguendo la statale n. 302 per Borgo SanLorenzo e la Colla di Casaglia. Alla Colla si pren-de a sinistra la statale 477 raggiungendo la loca-lità di partenza.

Descrizione del percorso a piedi

Da Palazzuolo sul Senio si segue la strada perMarradi ma, appena fuori dall’abitato, subitodopo un ponte, si lascia l’asfalto per salire a sini-stra su ripido pendio erboso (segnavia bianco-rossi sentiero n. 519). Si arriva subito ad unaprima scaletta metallica superata la quale sientra nell’area degli acquedotti. Si risale ripidi e,con un’altra scaletta, si risupera la recinzioneentrando decisamente nella pineta di rimbo-schimento che sovrasta Palazzuolo (ampi spunti

ITINERARIESCURSIONI A MARRADI

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La rocca di Castiglionevista da Marradi

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panoramici sulla cittadina). Arrivati sotto uncasolare ristrutturato si raggiunge una pistacementata da seguire a sinistra. Questa, pocodopo, diviene sterrata e va ad attraversare unsecolare castagneto ancora ben tenuto.La cura del bosco, soprattutto di castagno, èinfatti una delle tante pratiche forestali cheaccomuna gli abitanti di Palazzuolo e quelli diMarradi. La via compie un ampio giro nel casta-gneto, raggiunge un metato e, poco dopo, svolta

33A PIEDI CON DINO CAMPANA / campana e marradi

D A T I T E C N I C I

DISLIVELLO 220 METRI

TEMPO 2 ORE

DIFFICOLTÀ PER TUTTI, ANCHE FAMIGLIE CON BAMBINI

SENTIERI TUTTI BEN TRACCIATI E SEGNATI

PERIODO SEMPRE

PERCORRIBILITÀ A PIEDI, CAVALLO, MTB

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

MARRADI 328 0 ORE

CARDETO 346 0.25 STRADA ASFALTATA

PODERINA 511 0.20 525 CAIROCCA DI CASTIGLIONE 540 0.15 525 CAIPONTE DI CAMURRANO 360 0.15 525 CAIBIFORCO 333 0.15 STRADA STATALE N.302MARRADI 328 0.30 STRADA ASFALTATA

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Le poche casedi Farfereta tra

i boschi della valledi Campino

decisamente a destra salendo il crinale. Qui sitrascurano tutte le piste forestali e si segue ilsentiero di crinale, che ripercorre la storica stra-da per Marradi. Questo porta, più in alto, ai pratidi Campo d’Olivo, bel casolare ristrutturato. Sipunta decisamente verso la casa per poi costeg-giarne la recinzione e quindi scendere allamalandata pista che qui giunge.Poco dopo i segnali lasciano la via per salire asinistra verso il casolare in abbandono di Bacero.Conviene, però, seguire la pista per raggiungere,velocemente, un’altra sterrata. Su questa si svol-ta a destra e, dopo poche decine di metri, la silascia per seguire a sinistra il sentiero segnato.Si attraversa un boschetto e si esce su un apertoe panoramico prato, bellissimo punto di sostasoprattutto nelle giornate limpide e soleggiate.Al termine del prato si confluisce su una carrarec-cia da prendere a sinistra. Questa, ben presto, valasciata per scendere a sinistra verso la Villa diGruffieto, che era già visibile dall’alto col suo evi-dente tetto rosso. Si rientra in un castagneto e, indiscesa, si raggiunge la villa che viene aggiratasulla destra fino a giungere ad una sterrata. Si salea destra per alcune centinaia di metri fino a cheevidenti segnavia bianco-rossi invitano a lasciarela pista per salire su sentiero lungo i fianchi delMonte Gamberaldi. Si giunge così ad incrociare ilsentiero n. 505 che proviene da Croce Daniele.Si va a destra e, giunti sopra Ca’ Mondera, si lasciail sentiero n. 505 per continuare a sinistra sul sen-tiero n. 519. Inizia ora la discesa verso Marradi,discesa in cui, in più punti, riaffiora il selciatomedievale dell’antica strada.Toccata Ca’ Monderasi continua in discesa non pronunciata per Ca’ delFalco e, con un tratto più ripido, si arriva a Ca’ delVento. Quindi, sempre su crinale in netta discesa,si precipita verso Marradi arrivando alla statale,proprio davanti alla stazione ferroviaria.

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Variante per la MTB

Da Palazzuolo sul Senio si prende la strada perMarradi e la si segue, nel suo tortuoso sviluppo,per circa 5 km, fino al Valico di S. Ilario. Qui, asinistra, è visibile una sterrata evidenziata dauna freccia del sentiero n. 505. La si segue, si

35A PIEDI CON DINO CAMPANA / campana e marradi

D A T I T E C N I C I

DISLIVELLO 580 METRI

TEMPO 5 ORE

DIFFICOLTÀ MEDIA

SENTIERI TUTTI BEN TRACCIATI E SEGNATI

PERIODO DA MARZO A NOVEMBRE

PERCORRIBILTÀ A PIEDI, CAVALLO E MTB

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

CAMPIGNO 620 0 ORE

LE FOSSE 907 1.30 ANELLO MARRADI (AM)POGGIO AL TIGLIO 1111 1.00 AM E N.19 SOFTLA COLLA 990 0.30 00 CAI, GEA, SOFTM. GIOGO DI VILLORE 1072 0.15 00 CAI, GEA, SOFTPORCELLECCHI 998 0.15 00 CAI, GEA, SOFTPIAN DEGLI ARALI 746 1.00 541 CAI, 20 SOFTCAMPIGNO 620 1.00 541 CAI, 20 SOFT

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tocca un casolare e quindi si giunge sopra Ca’

Mondera. Qui, a destra, scende il sentiero n. 519

per Marradi descritto nel percorso a piedi ed

effettuabile in MTB.

Marradi:via Talenti

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NEI CANYON DI MOSCHETA

Durante i giorni trascorsi prima al Barco e poi aCasetta di Tiara la coppia sicuramente fece lun-ghe camminate "tra i grandi boschi", nella natu-ra aspra e solitaria dell'Appennino. SicuramenteMoscheta con la severa Abbazia, a mezza stradatra il Barco e Casetta, fu spesso meta del vaga-bondare degli amanti. L'itinerario proposto è unanello che si sviluppa intorno a Moscheta, famo-so luogo di sosta e di accoglienza di escursioni-sti e cavalieri e oggi sede del Museo del paesag-gio dell'Appennino.

Note introduttive e tecniche

L’anello consente di prendere contatto con duedelle più spettacolari vallate del territorio diFirenzuola, la Valle del Veccione e quella delRovigo. La prima, subito dopo Badia diMoscheta, si chiude tra alte pareti dando origi-ne ad uno stretto solco noto con il nome diValle dell’Inferno. La seconda, a monte dellalocalità Lastra, si chiude anch’essa tra stratifica-te pareti di arenaria dalle quali, spesso, l’acquacade con lunghi salti dando origine a vere eproprie cascate. L’anello supera un dislivello di640 metri e richiede 7 ore di cammino ed èquindi adatto ad escursionisti allenati e con unacerta esperienza di montagna. L’anello non èpercorribile a cavallo e in MTB per i lunghi trattidi stretto sentiero.

Accesso

Da Firenze tramite la statale n. 503 si raggiungeSan Piero a Sieve e Scarperia e quindisi sale alPasso del Giogo da dove si scende a Barco eRifredo. Da Rifredo, a destra, parte la strada cheporta a Badia di Moscheta.

Descrizione del percorso a piedi

37A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

Marradi:piazza Le Scalelle(1902)_ËtÇwtàt

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I tornantiche salgono

al Muraglione

Da Badia di Moscheta si raggiunge il bivio di

Poggio Roncaccio come descritto nella tappa 1

del viaggio di Campana con Sibilla Aleramo.

Qui si prende a destra il sentiero n. 701 CAI

(GEA e Anello principale SOFT) percorrendo a

tratti il crinale e a tratti tenendosi sotto questo.

Si arriva così ad un importante bivio dove si

lascia il sentiero n. 701 per piegare a destra

(sentiero n. 739 e 741 CAI) in direzione della

Valle del Rovigo. Si percorre così un crinale

secondario trascurando, poco dopo, il sentiero

n. 739 che si allontana a sinistra per proseguire

sempre sulla pista principale. Nei pressi delle

case di Pian dell’Aiara il sentiero segnato lascia

la pista principale per scendere a sinistra. Qui si

può decidere di seguire il sentiero oppure di

proseguire sul tracciato principale, visto che

entrambe portano sul fondovalle del Rovigo.

Se si ha ancora energia si consiglia, comunque,

il sentiero, visto che scende sul fondovalle

molto più a monte, nei pressi della cascata più

grande fra quelle create dal torrente. In tutti i

casi si percorre poi la valle in discesa arrivando

alla Lastra e da qui, sul percorso dell’andata, si

torna a Badia di Moscheta.

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39A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

Castagnod’Andrea:Chiesa diSan Martino

Marradi, piccolo borgo toscano affacciatosulla pianura della Romagna, luogo odiatoed amato dal quale Campana fuggiva sof-focato a cui però sempre tornava perriprendere a respirare.Nella sua prosa, raccolta nell'opera prin-cipale "I Canti Orfici", è evidentissimo illegame profondo del poeta con la suaterra natale, con i monti, con il fiume,con i boschi e la natura tutta. Spesso sitrovano riferimenti a case e luoghi: laferrovia Faentina e la Stazione, laColombaia, casa Vigoli, Campigno, ilPonte sul Lamone ecc., oggi segnalati daleggii che riportano i relativi passi del-l'opera del poeta e foto d'epoca.Il comune a partire dalla seconda metàdegli anni ottanta ha istituito un premioletterario dedicato a Dino Campana.

Campana all’Aleramo - CampignoMartedì 8 agosto 1917 (scritta daCampigno)"Cara Rina

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Mi trovo finalmente a Marradi fra levergini foreste paese che tu pure haiveduto. Compiango il tempo che ho tra-scorso in paesi meno vergini.... Dallerupi di Campigno, nelle cui rupi pietroseabita permanentemente il falco io sperodi superarle e volare sopra di esse contutta la fierezza e la forza dell’aquila…Dino CampanaCosì detto poeta del presente e dell’avve-nire."

Dai Canti OrficiRistampa anastatica dell’edizione diMarradi 1914

Sogno di prigione“(…..) Ora il mio paese tra le monta-gne. Io al parapetto del cimitero davantialla stazione che guardo il camminonero delle macchine, su, giù. Non èancor notte; silenzio occhiuto de fuoco:le macchine mangiano e rimangiano ilnero silenzio nel cammino della notte.Un treno: si sgonfia, arriva in silenzio, èfermo; la porpora del treno morde lanotte: dal parapetto del cimitero leocchiaie rosse che si gonfiano nella notte;poi tutto, mi pare, si muta in rombo:Da un finestrino in fuga io? Io chi alzo lebraccia nella luce."(Il treno mi passa sotto rombando comeun demonio).

L’invetriataLa sera fumosa d’estate Dall’alta invetriata mesce chiarori nel-l’ombraE mi lascia nel cuore un suggello ardente.Ma chi ha (sul terrazzo sul fiume si

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Castagno d’Andrea:con veduta del Falterona

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41A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

accende

una lampada) chi ha

A la Madonnina del Ponte chi è chi è che

ha

acceso la lampada? - c’è

Nella stanza un odor di putredine: c’è

Nella stanza una piaga rossa languente.

Le stelle sono bottoni di madreperla e la

sera si

veste di velluto:

E tremola la sera fatua: è fatua la sera e

tremola ma c’è

Nel cuore della sera c’è,

Sempre una piaga rossa languente.

San Godenzo

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Dino Campana manifestava il suo disagio mentalecon forme di irrequietezza che lo portavano agirovagare nei dintorni di Marradi. I due percorsidescritti hanno come filo conduttore i luoghi toc-cati dal poeta nel suo instancabile peregrinare peri monti e le valli del paese natio nelle quali maturòed elaborò il suo capolavoro "I Canti Orfici".

ALLA ROCCA DI CASTIGLIONE

Note introduttive e tecniche

“Il mattino arride sulle cime dei monti.In alto sulle cuspidi di un triangolo desolatosi illumina il castello, più alto e più lontano”.Così Campana ricorda uno degli elementi pae-saggistici più appariscenti di Marradi, la Rocca diCastiglione, che sorge su un’isolata altura pocodistante dal paese. La rocca può essere raggiuntacon un breve percorso segnalato che supera undislivello di 220 metri e che richiede circa 2 oredi cammino. L’itinerario è adatto a tutti, anche aimeno allenati o alle famiglie con bambini.

Accesso

La Verna

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43A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

Dino Campana

Marradi è raggiungibile in auto da Firenze o daFaenza tramite la Statale n. 302 o in treno trami-te la ferrovia Faentina.

Descrizione del percorso a piedi

Da Marradi si segue la statale in direzione Firenzema, oltre il bivio per San Benedetto, si prende adestra uno stretto ponte che supera il Lamoneportandosi sulla sua sinistra orografica. A sinistra sisegue una lingua di asfalto che prima corre inpiano e poi sale fino a raggiungere Via Cardeto . Lavia va presa a destra, passando davanti alla chiesadi Cardeto e poi salendo sulla sterrata che porta alPodere Poggioli. Seguendo la nuova segnaleticaun facile e non faticoso tracciato porta allo storicoedificio, di cui si conserva una torre quadrata, dapoco restaurata, e parte delle mura di cinta setten-trionali. La rocca doveva, con ogni probabilità, esse-re dotata di un camminamento sotterraneo di cuiè ancora visibile, sebbene in parte interrata, un’u-scita. Per scendere è possibile seguire una pistasterrata che porta alla statale nei pressi del Pontedi Camurano. Sulla statale si va a sinistra e, pocoprima di Biforco, si prende a sinistra Via Cardetoritornando quindi al punto di partenza.SUI MONTI DI CAMPIGNO SUI MONTI DI CAMPIGNO

Note introduttive e tecniche

Itinerario di ampio respiro che si svolge suimonti meglio conosciuti da Campana, quelli chesi innalzano nelle immediate vicinanze diMarradi. Il dislivello totale da superare è di 580metri e il tempo di cammino necessario è intor-no alle 5 ore. Visto il dislivello e, soprattutto, lalunghezza l’itinerario è consigliabile ad escursio-nisti allenati. Non esistono problemi di orienta-mento perché tutti i sentieri sono ottimamentesegnati. L’intero anello è percorribile anche acavallo e in MTB (relative difficoltà solo nel tratto

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dalle Fosse al crinale appenninico).

Accesso

Da Firenze tramite la Statale n. 302 si raggiungeBorgo San Lorenzo, la Colla di Casaglia e, pocoprima di Marradi, la località Biforco. Qui, sulladestra, parte la strada che porta a Campigno.

Descrizione del percorso a piedi

Da Campigno si raggiunge la localitàPorcellecchi, sul crinale appenninico, comedescritto successivamente nell’itinerarioMarradi - San Godenzo che ripercorre il pelle-grinaggio di Campana. Al bivio di quota 1010metri si lascia il sentiero di crinale per prenderea sinistra la pista su cui corrono i segnali delsentiero n. 541 CAI e n. 20 SOFT. Si scende suuna stradetta forestale che, raggiunto un crina-le secondario spartiacque fra il Fosso Campignoe il Fosso Chiesine, scende tra affioramenti d’a-renaria e boschi di faggio fino a giungere a Piandegli Arali. Alla casa si lascia la stradella e sipiega per il prato. Si va quindi ad attraversare ilFosso Chiesine costeggiandolo poi sulla destrae continuando a scendere. Superato un incrocio

Marradi:lungo il

Lamone

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Marradi:stazione di Biforco

con tabernacolo ci si immette su una stradella e

si raggiunge Fango (623 m). Si costeggia

Poggio di Fango (588 m) in direzione nord e,

salendo, si attraversa un ampio castagneto per

poi prendere un sentiero che, sulla sinistra,

segue il fosso di Campigno in direzione nord-

est, fino a raggiungere Farfareta. Da qui, in

breve, si torna a Campigno.

ITINERARITREKKING DA MARRADI A STIA

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Marradi:il giardinodella casadi Campana

A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

“Ci andai alla Verna quando avevo venti-cinque anni. Partii da Marradi. Civogliono due o tre giorni per andare a“La Verna”.

Dino Campana a Carlo Pariani

SALGO (nello spazio, fuori del tempo)L’acqua il ventoLa sanità delle prime cose -Il lavoro umano sull’elementoLiquido - la natura che conduce Strati di rocce su strati - il ventoChe scherza nella valle - ed ombra delventoLa nuvola - il lontano ammonimento Del fiume nella valle -E la rovina del contrafforte - la franaLa vittoria dell’elemento - il ventoChe scherza nella valle.Su la lunghissima valle che sale in scaleLa casetta di sasso sul faticoso verde:La bianca immagine dell’elemento.

Canti Orfici - Diario 1910

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Verso la metà del 1910 Campana, dopoanni di vagabondaggi tra Bologna, Firenze,Parigi e l’Argentina, ritorna a Marradi. Asettembre - ottobre di quell’anno risale il“pellegrinaggio” a piedi da Marradi allaVerna: è in quella occasione che stende il“diario di viaggio”.Campana, quindi, poeta e “viandante”.Pellegrino che annota nel diario la lungatraversata a piedi da Marradi alla Verna,creando una sorta di straordinaria “guidaescursionistica”. Salire sui monti traRomagna e Toscana accompagnati dai suoiversi è come rivivere l'esperienza delpoeta, rivedendo i paesaggi, i borghi, lemontagne da lui descritte e la gente da luiincontrata. Le tappe del viaggio, descritte con prosapoetica nei Canti Orfici sono le seguenti: Marradi - le Scalelle - Campigno -Castagno d’Andrea - Falterona - Campigna- Stia - La Verna e ritorno. I frammentiriportati sono solo quelli della descrizionedelle località attraversate.

La campagnanei dintorni

di Campigno

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49A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

Il grande pratoche circondala casa di Gattolete

Marradi

Il vecchio castello che ride sereno sul-

l’alto

La valle canora dove si snoda l’azzurro

fiume

Che rotto e muggente a tratti canta epo-

pea

E sereno riposa in larghi specchi d’az-

zurro:

Vita e sogno che in fondo alla mistica

valle

Agitate l’anima dei secoli passati:

Ora per voi la speranza

Nell’aria ininterrottamente

Sopra l’ombra del bosco che la annega

Sale in lontano appello

Insaziabilmente

Batte al mio cuor che trema di vertigine

Inediti - Dino Campana

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Case Le Fosse

Nei pressi di Poggio al Tiglio

Panoramica dal Giogo di Villore:sullo sfondo il Falterona

Le Scalelle(Alle Scalelle, poco prima di Campigno, il 25luglio 1358 fu ucciso il duca svevo CorradoLando e furono disfatte le sue orde che ave-vano saccheggiato tutta la Valle del Lamone.L’episodio è raffigurato anche in un quadro diMassimo d’Azelio. Alla battaglia delleScalelle è dedicata la piazza principale diMarradi).Una rupe s’avanza a chiudere la valle.Sembra la testa crinita di un cavallo titanicoche s’impenna: crinita di rocce pare piegar-si in un confuso frusciare di giovani selvesul torrente una testa leggendaria.Qua s’impennò il cavallo del conte Landosotto la rovina struggente la selva dellesue aste.Ma la montagna fu pia al dolore dellamadre: che lasciò una croce di brillanti,testimonio delle sue lagrime di Reginanella chiesa in faccia a la riva.Il cuore della Regina, le lacrime bril-lanti nella croce, il conte ferito, le rocceoscure che vivifica il vento sono ora levoci sempre verdi della leggenda…Giungo dove la montagna piomba: sulgorgo il cielo è ancora in alto latteoazzurrino…- “Sono davanti alla roccia del ConteLando. É il crepuscolo, laggiù la pianuradi Romagna ” -.

“Il più lungo giorno” di Dino Campana.Valecchi editore, 1973

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51A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

Il caseggiato di Moia

Dai Canti Orfici: LA VERNA (Diario)

15 Settembre (per la strada di Campigno)Tre ragazze e un ciuco per la stradamulattiera che scendono. I complimentivivaci degli stradini che riparano la via.Il ciuco che si voltola in terra. Le risa.Le imprecazioni montanine. Le roccie e ilfiume.Castagno, 17 settembre La Falterona è ancora avvolta di nebbie.Vedo solo canali rocciosi che le venano ifianchi e si perdono nel cielo di nebbieche le onde alterne del sole non riesconoa diradare.La pioggia à reso cupo il grigio dellemontagne. Davanti alla fonte hanno sta-zionato a lungo i Castagnini attendendo ilsole, aduggiati da una notte di pioggianelle loro stamberghe allagate.Guardo oppresso le rocce ripide dellaFalterona:dovrò salire, salire. Nel presbiteriotrovo una lapide ad Andrea del Castagno.Come differente la sera di Campigno:come mistico il paesaggio, come bella lapovertà delle sue casupole! Alzando gliocchi alla roccia a picco altissima che siintagliava in un semicerchio dentatocontro il violetto crepuscolare, arcosolitario e magnifico teso in forza dicatastrofe sotto gli ammucchiamentiinquieti di rocce all’agguato dell’infinito,io non ero non ero rapito di scoprire nelcielo luci ancora luci. La chiesa ha unportico a colonnette quadrate di sassointero, nudo ed elegante, semplice eaustero, veramente toscano. Tra icipressi scorgo altri portici. Su una

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D AT I T E C N I C I D a M a r ra d i a S a n G o d e n z oo a l Pa s s o d e l M u ra g l i o n e

DISLIVELLO 1065 M (SAN GODENZO),1088 M (MURAGLIONE)

TEMPO 8.30 ORE (SAN GODENZO),8 ORE (MURAGLIONE)

DIFFICOLTÀ PER ESCURSIONISTI BEN ALLENATI

SENTIERI TUTTI BEN TRACCIATI E SEGNATI

PERIODO DA MARZO A NOVEMBRE

PERCORRIBILITÀ A PIEDI, CAVALLO, MTB

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

MARRADI 328 0 ORE

BIFORCO 333 0.20 S.S. N. 302CAMPIGNO 620 1.40 STRADA ASFALTATA

LE FOSSE 907 1.30 ANELLO MARRADI (AM)POGGIO AL TIGLIO 1111 1.00 AM E N.19 SOFTLA COLLA 990 0.30 00 CAI, GEA, SOFTM. GIOGO DI VILLORE 1072 0.15 00 CAI, GEA, SOFTPORCELLECCHI 998 0.15 00 CAI, GEA, SOFTMONTE PESCHIENA 1198 0.30 00 CAI, GEA, SOFTCOLLA DELLA MAESTÀ 1030 1.00 00 CAI, GEA, SOFT1A-CASTAGNETO 552 0.45 10 CAI1A-SAN GODENZO 398 0.45 STRADA ASFALTATA

1B-POGGIO ERBOLINI 1053 0.15 00 CAI, GEA, SOFT1B-PASSO DEL MURAGLIONE 907 1.00 00 CAI, GEA, SOFT

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53A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

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San Godenzo

costa una croce apre le braccia ai vastis-simi fianchi della Falterona, spoglia dimacchie, che scopre la sua costrutturasassosa.Con una fiamma pallida e fulva brucianole erbe del camposanto.

Sulla Falterona (Giogo)La Falterona verde nero e argento: la tri-stezza solenne della Falterona che si gonfiacome un enorme cavallone pietrificato, chelascia dietro a se una cavalleria di screpo-lature screpolature e screpolature nellaroccia fino ai ribollimenti arenosi di colli-ne laggiù sul piano di Toscana: Castagno,casette di macigno disperse a mezza costa,…

Campigna, foresta della Falterona(Le case quadrangolari in pietra vivacostruite dai Lorena restano vuote e ilviale dei tigli da’ un tono romantico allasolitudine dove i potenti della terra sisono fabbricate le loro dimore.La sera scende dalla cresta alpina e siaccoglie nel seno verde degli abeti).Dal viale dei tigli io guardavo accendersiuna stella solitaria sullo sprone alpino ela selva antichissima addensare l’ombrae i profondi fruscìi del silenzio.

Stia, 20 SettembreHo lasciato Castagno: ho salito la Falteronalentamente seguendo il corso del torrenterubesto: ho riposato nella limpidezza ange-lica dell’alta montagna.Ho sostato nelle case di Campigna. Sonsceso per interminabili valli selvose edeserte con improvvisi sfondi di un pae-saggio promesso, un castello isolato e

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lontano: e al fine Stia bianca elegante tra

il verde,melodiosa di castelli sereni: il

primo saluto della vita felice del paese

nuovo: la poesia toscana ancor viva nella

piazza sonante di voci tranquille, vegliata

dal castello antico:

Castagnod’Andrea

A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

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21 Settembre (presso la Verna)

Io vidi dalle solitudini mistiche staccarsi

una tortora e volare distesa verso le

valli immensamente aperte.

Il paesaggio cristiano segnato di croci

inclinate dal vento ne fu vivificato

misteriosamente.

Volava senza fine sull’ali distese, leggera

come una barca sul mare. Addio colomba,

addio!

Le altissime colonne di roccia della Verna

si levavano a picco grigie nel crepuscolo,

tutt’intorno rinchiuse dalla foresta

cupa…

Sulle stoppie interminabili sempre più

alte si alzavano le torri naturali di roc-

cia che reggevano la casetta conventuale

rilucente di dardi di luce nei vetri occi-

dui.

Si levava la fortezza dello spirito, le

enormi roccie gettate in cataste da una

legge violenta verso il cielo, pacificate

dalla natura prima che le aveva coperte

di verdi selve, purificate poi da uno spi-

rito d’amore infinito: la meta che aveva

pacificato gli urti dell’ideale che avevano

fatto strazio, a cui erano sacre pure

supreme commozioni della mia vita.

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La lapide dedicataad Andrea del Castagnonella Chiesa di Castagno

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57A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

D AT I T E C N I C I Percorso Basso: da S an G o denzoa C a s t a g n o d ’ A n d r e a

DISLIVELLO 370 METRI

TEMPO 3.15 ORE

DIFFICOLTÀ BASSA

SENTIERI TUTTI BEN TRACCIATI E SEGNATI

PERIODO DA MARZO A NOVEMBRE

PERCORRIBILITÀ A PIEDI, A CAVALLO (IN MTB CON VARIANTE)

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

SAN GODENZO 398 0 ORE

CASE M. ONDA 502 1.30 STRADA ASFALTATA

+ 6 CAIPRETELLA 536 0.45 6B CAIIL CASONE 516 0.15 6B CAIBIVIO CIMITERO 745 0.35 14B CAICASTAGNO D’ANDREA 726 0.10 14B CAI, 1 SOFT

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Pareti d’arenaria nei montiintorno a Castagno

Case coloniche nei dintorni di Castagno

Ingresso della chiesa di Castagno

22 settembre (La Verna)Antri profondi, fessure rocciose dove unascaletta di pietra si sprofonda in un’om-bra senza memoria, ripidi colossali bas-sorilievi di colonne nel vivo sasso: enella chiesa l’angiolo, purità dolce che ilgiglio divide e la Vergine eletta, e uncirro azzurreggia nel cielo e un’anforaclassica rinchiude la terra ed i gigli…Il corridoio, alitato dal gelo degli antri,si veste tutto della leggenda Francescana.Il santo appare come l'ombra di Cristo…Ora hanno rivestito la sua cappella sca-vata nella viva roccia.Corre tutt’intornoun tavolato di noce dove con malinconiapotente un frate ......da Bibbiena intarsiòmezze figure di santi monaci. La sempli-cità bizzarra del disegno bianco risaltaquando l’oro del tramonto tenta versarsidall’invetriata prossima nella penombradella cappella. Acquistano allora queisommarìi disegni un fascino bizzarro enostalgico. Bianchi sul tono ricco delnoce sembrano rilevarsi i profili ieratidal breve paesaggio claustrale da cuisorgono decollati, figure di una santitàfatta spirito, linee rigide enigmatiche digrandi anime ignote…Esco: il piazzale è deserto. Seggo sulmuricciolo. Figure vagano, facellevagano e si spengono: i frati si congeda-no dai pellegrini... Una campana dallachiesetta francescana tintinna nellatristezza del chiostro:e pare il giorno

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59A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

Le casedi Castagnovistedal crinale

dall’ombra, il giorno piagner che simuore.

La tellurica melodia della Falterona.Le onde telluriche .L’ultimo asterisco della melodia dellaFalerona s’inselva nelle nuvole. Su lacosta lontana traluce la linea vittoriosadei giovani abeti, l’avanguardia deigiganti giovinetti serrati in battaglia,felici nel sole lungo la lunga costa tor-renziale. In fondo, nel frusciar dellenere selve sempre più avanti accampa-ti lo scoglio enorme che si ripiegagrottesco su sè stesso, pachiderma aquattro zampe sotto la massa oscura: LaVerna. E varco e varco.Campigno: paese barbarico, fuggente,paese notturno, mistico incubo del caos.

Monte Filetto (25 Settembre)

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D AT I T E C N I C I Pe r co r s o A l t o : d a l p a s s o d e lMuraglione a Castagno d’Andrea

DISLIVELLO 400 MTEMPO 4 ORE

DIFFICOLTÀ MEDIA

SENTIERI TUTTI BEN TRACCIATI E SEGNATI

PERIODO DA MARZO A NOVEMBRE

PERCORRIBILITÀ A PIEDI, IN MTB (NO CAVALLO)

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

PASSO DEL MURAGLIONE 907 0 ORE

POGGIO DEGLI ORTICARI 1099 0.30 00 CAI, GEA, SOFTCOLLA TRE FAGGI 991 0.15 00 CAI, GEA, SOFTPOGGIO USCIAOLI 1092 0.15 00 CAI, GEA, SOFTBIVIO USCIAIOLI 1021 0.15 00 CAI, GEA, SOFTPOGGIO CITERNA 1121 0.15 00 CAI, GEA, SOFTGIOGO DI CASTAGNO 1082 1.00 00 CAI, GEA, SOFTCASTAGNO D’ANDREA 726 1.30 14A CAI, GEA, 1 SOFT

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61A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

Un usignolo canta tra i rami del noce.Il poggio è troppo bello sul cielo troppoazzurro. Il fiume canta bene la suacantilena. É un’ora che guardo lo spaziolaggiù e la strada a mezza costa delpoggio che vi conduce.Quassù abitano i falchi. Il fiume riprendela sua cantilena.Vado via.Guardo ancora lafinestra: la costa è un quadretto d’oro nellosquittire dei falchi.

Presso Campigno (26 Settembre)Valderve’ è una costa interamente alpinache scende a tratti a dirupi e getta sul-l’acqua il suo piedistallo come la zampadel leone. L’acqua volge con tonfi chiari eprofondi lasciando l’alto scenario pasto-rale di grandi alberi e colline.Ecco le rocce, strati su strati, monumentidi tenacia solitaria che consolano il cuoredegli uomini…Ascolto. Le fontane hanno taciuto nellavoce del vento. Dalla roccia cola un filod’acqua in un incavo. Il vento allenta e

Il gruppodel Falterona

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“Le roccie ripide della Falterona”

“La Falterona verde, nero e argento”

Sotto la croce sulla vetta del Falterona

raffrena il morso del lontano dolore.

Ecco son volto. Tra le rocce crepuscolari

una forma nera cornuta immobile mi

guarda immobile con occhi d’oro.

Laggiù nel crepuscolo la pianura di

Romagna...

L’acqua del mulino corre piana e invisibile

nella gora.

Marradi (Antica volta. Specchio velato)

Il mattino arride sulle cime dei monti. In

alto sulle cuspidi di un triangolo desolato

si illumina il castello, più alto e più lon-

tano. Venere passa in barroccio accocco-

lata per la strada conventuale.

Il fiume si snoda per la valle: rotto e

muggente a tratti canta e riposa in lar-

ghi specchi d’azzurro: e più veloce tra-

scorre le mura nere (una cupola rossa

ride lontana con il suo leone) e i cam-

panili si affollano e nel nereggiare

inquieto dei tetti al sole una lunga

veranda che ha messo un commento

variopinto di archi!

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63A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

Il viale dei tiglia Campigna

Il trekking del pellegrinaggio: da Marradi a StiaSeguendo le località ricordate da Campana nelbrano dei Canti Orfici “La Verna”, da Marradi èpossibile raggiungere Stia con uno straordinarioitinerario montano che percorre valli e crinalidel Mugello entrando poi nel cuore del ParcoNazionale delle Foreste Casentinesi, MonteFalterona e Campigna.Da Stia Campana si diresse alla Verna seguen-do, probabilmente, il fondovalle del Casentinoattualmente poco gratificante da un punto divista escursionistico. Per questo motivo si èscelto di interrompere il Trekking del pellegri-naggio a Stia.L’intero percorso può essere diviso in quattrotappe visto che è possibile pernottare a SanGodenzo, nelle vicinanze del Passo del Muraglio-ne, a Castagno d’Andrea, a Campigna e a Stia.

DA MARRADI A SAN GODENZOO AL PASSO DEL MURAGLIONE

Note introduttive e tecniche

L'itinerario proposto si snoda inizialmentelungo la valle di Campigno, attraversata spessoda Campana sull'antica mulattiera che oggicorrisponde per lunghi tratti alla stradellaasfaltata che collega Biforco a Campigno.Quest'ultima è scarsamente trafficata e moltointeressante per l’ambiente montano cheattraversa. Lungo la via è ancora possibileosservare molte delle storiche attività agro-silvo-pastorali (orticoltura, allevamento dipecore e cavalli, taglio del bosco e trasportodel legname con i muli) ancora praticate nellavalle. Da Campigno prende quindi il via il trattopiù escursionistico, con la salita alle CaseMonte Filetto e al crinale appenninico.Visto che vi sono testimonianze del passaggio di

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D A T I T E C N I C I Dal Castagno d’Andrea a Campigna

DISLIVELLO 1000 METRI

TEMPO 4.45 ORE

DIFFICOLTÀ PER ESCURSIONISTI BEN ALLENATI

SENTIERI TUTTI BEN TRACCIATI E SEGNATI

PERIODO DA APRILE A NOVEMBRE

PERCORRIBILITÀ A PIEDI (A CAVALLO E MTB CON VARIANTE)

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

CASTAGNO D’ANDREA 726 0 ORE

FONTE DEL BORBOTTO 1210 1.30 16 CAI, GEA, 1 SOFTMONTE FALTERONA 1654 1.15 16 CAI, GEAMONTE FALCO 1657 0.30 00 CAI, GEA, SOFTPOGGIO SODO DEI CONTI 1500 0.15 00 CAI, GEA, SOFTIL CAPANNO 1483 0.15 STRADA STERRATA

PONTICINO 1277 0.30 251 CAICAMPIGNA 1068 0.30 253 CAI

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65A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

Giochi di lucenella forestadi Campigna

Campana sia da San Godenzo che dal Passo delMuraglione si è reso necessario, dalla localitàColla della Maestà, sdoppiare il percorso cheporta a Castagno d’Andrea. In un caso si scendeinfatti a Castagneto e poi a San Godenzo; nelsecondo caso si prosegue invece lungo il crinalearrivando subito al Passo del Muraglione (chivuole, quindi, può compiere l’andata passandoda San Godenzo e il ritorno passando per ilPasso del Muraglione).Il dislivello in salita da superare è, in entrambe icasi, di circa 1070 metri e il tempo di percorren-za va dalle 8 alle 8.30 ore di cammino.L’itinerario è percorribile interamente a cavalloe, con un po’ di difficoltà per i lunghi tratti susentiero, anche in MTB.

Accesso

Marradi è raggiungibile in auto da Firenze o daFaenza tramite la Statale n.302. La cittadina èraggiungibile anche in treno utilizzando laFaentina, bellissimo tracciato ferroviario chetocca alcune delle più importanti località mon-tane del Mugello e della Romagna Toscana.

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Sull’antica viaper il Passodella Calla

Descrizione del percorso a piedi

Da Marradi si percorre inizialmente la Statalen.302 in direzione Firenze. Raggiunto veloce-mente Biforco si prende a sinistra perCampigno, iniziando a percorrere la stradellaasfaltata che si addentra sempre più nella valle.Lungo questa <<le rocce e il fiume>>, comericorda Campana, giocano un ruolo da protago-niste, le rocce in <<strati su strati, monu-menti di tenacia solitaria che consolano ilcuore degli uomini>>, il fiume perché <<Perrendere il paesaggio, il paese vergine cheil fiume docile a valle solo riempie del suorumore di tremiti freschi, non basta lapittura, ci vuole l'acqua, l'elemento stes-so, la melodia docile dell'acqua che sistende tra le forre dell'ampia rovina delsuo letto, che dolce come l'antica voce deiventi incalza verso le valli in curve regali:poi chè essa è qui veramente la regina delpaesaggio>>. Raggiunto Campigno si prosegueancora sull'asfalto in direzione Farfareta e, pocoprima del piccolo centro contadino, si piega adestra lungo una sterrata chiusa alle auto da

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divieto di accesso (freccia bianco-rossa). Si scen-de tranquillamente fino a giungere sulle spondedel torrente Campigno che si supera su una pas-serella metallica. Raggiunta la sponda sinistradel corso d'acqua si transita davanti ad un gran-de caseggiato e quindi si prosegue sulla viaprincipale che, in netta salita, prende rapida-mente quota rispetto alla valle. La prima casache si incontra, Gattolete, è collocata al marginedi un grande e aperto prato da cui è possibilespaziare con lo sguardo sulla sottostante vallatadove appare, con la <<povertà delle suecasupole>>, Campigno. A Gattolete si trascurauna via minore sulla destra per proseguire a sini-stra sulla sterrata che sale fino ad un sassosocostone. Qui si piega nettamente a destra, conti-nuando a salire (trascurare la via che scende) ed

67A PIEDI CON DINO CAMPANA / pellegrinaggio a “la verna”

D A T I T E C N I C I

DISLIVELLO 260 METRI

TEMPO 4.15 ORE

DIFFICOLTÀ MEDIA, ATTENZIONE ALL’ORIENTAMENTO

SENTIERI TUTTI SEGNATI MA PER BREVI TRATTI

NON BEN TRACCIATI

PERIODO DA APRILE A NOVEMBRE

PERCORRIBILITÀ A PIEDI, CAVALLO, MTB

LOCALITÁ ALT. TEMPO SENTIERO

CAMPIGNA 1068 0 ORE

PASSO DELLA CALLA 1295 0.30 247 CAISORGENTE CALCEDONIA 1150 0.30 80 CAIPONTE SUL GARGONE 611 2.00 80 CAIPONTE BIFORCO 525 0.30 STRADA STATALE

STIA VECCHIA 558 0.30 86 CAISTIA 451 0.15 86 CAI

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Le bianche case di Stia

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INFORMAZIONI UTILI

A PIEDI CON DINO CAMPANA / informazioni utili

Campagnamugellana

inoltrandosi nel bosco. Effettuato un ampiosemicerchio, si giunge in una zona aperta, sullaquale in genere pascolano i cavalli. Qui, semina-scoste dall'invadente vegetazione, sorgono iruderi delle Case Monte Filetto, località ricorda-ta da Campana ma ormai stravolta dall'abban-dono. Proseguendo ancora sulla via principale sirientra nel bosco, lussureggiante di frondosifaggi, e si riprende la lenta ascesa lungo la rivasinistra di un torrente, ascesa che precede l'arri-vo a Le Fosse. Qui, in un solitario ambiente mon-tano, appare l'antico nucleo abitato che, in que-sto caso, ha mantenuto intatta la struttura origi-naria. Struttura, per altro, tipica degli insedia-menti sparsi di questo angolo di Appennino. Quisi trova l'acacia <<albero caro alla notte>>che sa <<profilarsi come un chimericofumo>> e il noce, che si trova <<davanti allafinestra della mia stanza. Di notte sembraraccogliere tutta l'ombra e curvare le cupefoglie canore come una messe di canti sultronco rotondo lattiginoso quasi umano>>. Sigira attorno alle case passando a destra e osser-vando, in basso, un bel fontanile in pietra.Quindi, su malandata mulattiera, si sale nelbosco e, in breve, si è al crinale. Qui si svolta asinistra (segnavia bianco-rossi e ora anche giallidel percorso SOFT) mantenendosi sul crinale esuperando il Monte Femmina Morta oltre ilquale si confluisce sulla pista che sale daCrespino sul Lamone. Trascurato il suo ramodestro si continua dritti e, di lì a poco, si rag-giunge il crinale appenninico principale dove siincontra il sentiero n.00 (GEA e Anello principaleSOFT). Sul crinale si svolta a sinistra salendo suPoggio al Tiglio, poi scendendo a La Colla, dovesi trova un ricovero di fortuna, e quindi risalen-do lungo i fianchi del Monte Giogo di Villore.Qui il sentiero, una modesta stradetta per tratto-ri, diviene assai panoramico sulla valle del

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Mugello e sulle montagne che devono ancoraessere affrontate. Incontrata la sterrata che saleda Villore, la si trascura tenendosi sempre pocosotto il crinale ed arrivando ad una zona prativadove sorge un verde ripetitore (localitàPorcellecchi). Qui si trascura una pista a destra esi sale fino ad un importante bivio a quota 1010m. A sinistra si allontana la sterrata su cui corre ilsentiero n.541 CAI e n.20 SOFT. Senza imboccar-la, si continua in salita, sulla traccia minore,salendo lungo il crinale e trascurando, pocodopo, altri sentieri segnati che si allontanano adestra e sinistra. Così facendo si arriva sul MontePeschiena, massima elevazione di questo trattoappenninico, e da qui si continua, ora su sentie-ro discensivo, nel bosco di faggio. Usciti dalbosco si entra in una zona prativa, si supera uncancello e, rientrati nel bosco, si giunge adincrociare una larga carrareccia. Attraversatala, siriprende dalla parte opposta il sentiero che,velocemente, porta ad una pista sterrata. Questava presa dritta arrivando alla Colla della Maestà,dove si incontra la carrareccia della Fiera deiPoggi e dove il percorso proposto si divide.

A - PERCORSO BASSO PER SAN GODENZO

Dalla Colla della Maestà un cippo verde illustrai sentieri della zona. Senza imboccare la carra-reccia si piega a destra seguendo una largapista forestale discensiva. Su questa sono visibi-li i segnavia bianco-rossi CAI. Più in basso isegnavia si allontanano a sinistra mentre lastradella prosegue dritta. Qui conviene tenersidritti sulla stradella principale (i due percorsi,comunque, si riuniscono più in basso) per scen-dere prima ai margini del bosco, poi attraversoun aperto prato. La pista, divenuta sassosa, con-tinua a perdere quota, effettua un tornante adestra e, di lì a poco, raggiunge il grande caseg-giato di Moia, immerso in un secolare castagne-

comunità montana MUGELLO

Stazione diBorgo San Lorenzo

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appunti di viaggio

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