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Da tempo i calvinisti francesi (detti Ugonotti dal tedesco Eidgenossen: Confederati) avevano costituito autonome comunità riformate. Nonostante l'opposizione della fazione cattolica guidata dalla famiglia dei Guisa, Maria de' Medici mantenne un atteggiamento tollerante concedendo loro, con l'Editto di Saint Germain, una sostanziale libertà di culto. Il massacro di alcune decine di Ugonotti da parte dei Cattolici scatenò una feroce lotta che, dal 1562 al 1598, insanguinò la Francia. Nella notte tra il 23 ed il 24 Agosto 1572 (notte di San Bartolomeo) i cattolici scatenarono una carneficina di Ugonotti giunti in pace a Parigi per il matrimonio di Enrico di Borbone, il quale fu addirittura costretto alla fuga. Solo diversi anni dopo Enrico, convertitosi al cattolicesimo (abiurò nella Cattedrale di Saint Denis nel 1593) potè essere come legittimo sovrano dei francesi, avviando un'opera di pacificazione della Francia. 1589-1610. Enrico IV : tenta di porre lo stato al di sopra delle questioni religiose, di ridare sviluppo all'economia, di realizzare una politica estera dichiaratamente antispagnola. Il rilievo storico dell'Editto di Nantes non consiste tanto nel riconoscimento legale di una minoranza religiosa quanto nella sua dimensione politica : si trattava cioè della volontà concreta da parte della monarchia di porsi al di sopra delle parti. Per la sopravvivenza dello Stato, in Francia occorreva superare le divisioni confessionali: sulla tolleranza religiosa, dunque, doveva fondarsi la pace civile e la possibilità di costruire uno Stato forte ,sovrano, assoluto. In questa prospettiva, l'Editto di Nantes si sarebbe rivelato un compromesso ancora fragile e non risolutivo. Negoziata la pace con gli Ugonotti con la Spagna e con il Papa, Enrico IV, forte del prestigio ottenuto, poteva dedicarsi al dissesto economico che assillava il paese. Un primo problema riguardava le finanze: la guerra aveva esaurito le disponibilità e reso meno efficienti i meccanismi di esazione fiscale. Enrico IV si trovava pertanto nella necessità di rimpinguare le casse dello Stato, senza voler però ricorrere alla convocazione degli Stati Generali che avrebbero potuto rallentare il suo programma di accentramento con attriti inopportuni. Si adottò, come già in altre occasioni ,la soluzione più semplice e redditizia: vendere le cariche burocratiche e appaltare le imposte a funzionari che avrebbero portato subito all'erario denaro prezioso. Le questioni connesse alle applicazioni di un tale sistema non sono da sottovalutare, come la Paulette, la nascita della Noblesse de Robe e altro. 1610: assassinio di Enrico IV. Raggiunta una certa stabilità interna Enrico IV nuovamente si occupò di politica estera secondo un programma antispagnolo: prese accordi con gli Olandesi, con Venezia, con Carlo Emanuele di Savoia e con il principe calvinista di Brandeburgo. Il progetto era ormai pronto quando nel 1610 un frate cattolico, di nome Ravaillac, invasato dalle teorie del legittimo tirannicidio, uccise Enrico IV, mandando a monte il

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Da tempo i calvinisti francesi (detti Ugonotti dal tedesco Eidgenossen:Confederati) avevano costituito autonome comunità riformate.Nonostante l'opposizione della fazione cattolica guidata dalla famigliadei Guisa, Maria de' Medici mantenne un atteggiamento tolleranteconcedendo loro, con l'Editto di Saint Germain, una sostanziale libertàdi culto. Il massacro di alcune decine di Ugonotti da parte dei Cattoliciscatenò una feroce lotta che, dal 1562 al 1598, insanguinò la Francia.Nella notte tra il 23 ed il 24 Agosto 1572 (notte di San Bartolomeo) icattolici scatenarono una carneficina di Ugonotti giunti in pace a Parigiper il matrimonio di Enrico di Borbone, il quale fu addirittura costrettoalla fuga. Solo diversi anni dopo Enrico, convertitosi al cattolicesimo(abiurò nella Cattedrale di Saint Denis nel 1593) potè essere comelegittimo sovrano dei francesi, avviando un'opera di pacificazione dellaFrancia.

1589-1610. Enrico IV : tenta di porre lo stato al di sopra dellequestioni religiose, di ridare sviluppo all'economia, di realizzareuna politica estera dichiaratamente antispagnola. Il rilievo storicodell'Editto di Nantes non consiste tanto nel riconoscimento legaledi una minoranza religiosa quanto nella sua dimensione politica :si trattava cioè della volontà concreta da parte della monarchia diporsi al di sopra delle parti. Per la sopravvivenza dello Stato, inFrancia occorreva superare le divisioni confessionali: sullatolleranza religiosa, dunque, doveva fondarsi la pace civile e lapossibilità di costruire uno Stato forte ,sovrano, assoluto. Inquesta prospettiva, l'Editto di Nantes si sarebbe rivelato uncompromesso ancora fragile e non risolutivo. Negoziata la pacecon gli Ugonotti con la Spagna e con il Papa, Enrico IV, forte delprestigio ottenuto, poteva dedicarsi al dissesto economico cheassillava il paese. Un primo problema riguardava le finanze: laguerra aveva esaurito le disponibilità e reso meno efficienti imeccanismi di esazione fiscale. Enrico IV si trovava pertantonella necessità di rimpinguare le casse dello Stato, senza volerperò ricorrere alla convocazione degli Stati Generali cheavrebbero potuto rallentare il suo programma di accentramentocon attriti inopportuni. Si adottò, come già in altre occasioni ,lasoluzione più semplice e redditizia: vendere le caricheburocratiche e appaltare le imposte a funzionari che avrebberoportato subito all'erario denaro prezioso. Le questioni connessealle applicazioni di un tale sistema non sono da sottovalutare,come la Paulette, la nascita della Noblesse de Robe e altro.

1610: assassinio di Enrico IV. Raggiunta una certa stabilitàinterna Enrico IV nuovamente si occupò di politica estera secondoun programma antispagnolo: prese accordi con gli Olandesi, conVenezia, con Carlo Emanuele di Savoia e con il principe calvinistadi Brandeburgo. Il progetto era ormai pronto quando nel 1610 unfrate cattolico, di nome Ravaillac, invasato dalle teorie dellegittimo tirannicidio, uccise Enrico IV, mandando a monte il

disegno del re.

Dopo il regno di Enrico IV riprende vigore il disegnoassolutistico che passa anche attraverso la pianificazionereligiosa imposta attraverso la lotta intollerante contro ildissenso religioso.

1610-1617. Reggenza di Maria de' Medici: ripresa politica diintolleranza religiosa. Con la morte di Enrico IV restava la vedovaMaria de' Medici ed il piccolo erede Luigi XIII. La mancanza di unriferimento politico stabile e di un governo forte avrebbe liberatoforze autonomistiche pericolose mentre la reggente nonnascondeva l'aspirazione di inserire la Francia nell'orbitadell'egemonia spagnola e cattolica. Ella si circondò dicollaboratori cattolici rigorosi e scelse come suo favorito unpersonaggio corrotto come Concino Concini. La nuova lineapolitica non tardò a suscitare varie rimostranze: l'aristocrazia,divisa al suo interno da antagonismi insanabili, non voleva essereesclusa dai favori e contestava la Paulette come fonte di ignobilecorruzione. Il Terzo Stato, invece, si lamentava degli sprechi esognava un ritorno al mercantilismo di Enrico IV oltre ad unapolitica fiscale che eliminasse i privilegi della nobiltà. Unasoluzione fu tentata con la convocazione degli Stati Generali nel1614. L'attenzione dell'assemblea si concentrò sull'abolizione oalmeno su una limitazione della tanto discussa paulette ,chetuttavia rimase in vigore perché la monarchia non poteva privarsidelle grandi risorse provenienti da tale fonte. Le speranze ripostenegli Stati Generali furono così ampiamente deluse. Irappresentanti della Francia di fatto dimostravano di non saperautogovernarsi, lasciando libero il Concini di scioglierel'assemblea e di realizzare il suo programma.

1617-1643. Luigi XIII - Primo ministro Cardinale Richelieu(1624-1642): ripreso il disegno della costruzione di uno statoassoluto. Quando Luigi XIII salì al trono (1617), la situazionefrancese si presentava carica di tensioni ed a nulla valserol'allontanamento della regina madre e la scomparsa dei suoiimpopolari collaboratori. Nel 1624 il governo fu affidato adArmand du Plessis di Richelieu che intendeva riprendere ilvecchio progetto di Enrico IV. Il ministro dovette affrontare unasituazione intricatissima nella quale la rivolta sembrava essereuna costante: gli ugonotti si erano riarmati, i contadini sottopostiad insostenibili imposte si ribellavano, le città non accettavanopiù i carichi fiscali ed i nobili seguitavano con le congiure, ansiosidi prendere il potere. A ciò andava aggiunta la guerra europea(nel 1618 era esplosa la guerra dei Trent'anni) che lasciava allaSpagna, priva del contrappeso francese, il vantaggio di unirsiall'Impero in un pericoloso disegno di egemonia europea. Il pianoassolutistico di Richelieu non intendeva concedere spazi diautonomia, tanto meno agli ugonotti che con le loro piazzafortimilitari di fatto costituivano uno Stato dentro lo Stato. Richelieu,

quindi, espugnò la fortezza calvinista di La Rochelle (1628) eproseguì nel suo disegno distruggendo tutte le piazzafortiugonotte. Egli intendeva affermare il principio dello StatoAssoluto; ne è del resto testimonianza l'atteggiamento cheassunse all'indomani della sconfitta dei protestanti (1628):nessuna condanna al rogo, anzi emanazione di un Editto di Grazia(1629) che, seppur con qualche limitazione, confermava la libertàdi culto per gli ugonotti. Richelieu intendeva nondimeno restituirealla Francia la solidità militare e finanziaria. Potenziò quindil'esercito permanente e l'amministrazione del regno sostituendo ivecchi governatori locali, scelti fra la nobiltà, con "intendenti" dinomina regia. Aumentò le imposte dirette e indirette e continuò avendere le cariche, aumentate di numero e nel prezzo. Il peso delprelievo fiscale, unito a raccolti scarsi, scatenò numerose rivolte,come quella dei Croquants nel Périgord (1637) e dei Nu-Pieds, ilavoratori delle saline nell'Avranches (1639). Anche i nobili sidavano a congiure e complotti, le città protestavano per le iniquetassazioni e gli ugonotti rivendicavano i loro vecchi diritti. Quindicon Richelieu il disegno dello Stato Assoluto aveva preso maggiorconsistenza,nonostante che gli antichi privilegi feudalicontinuassero a sopravvivere.

1643-1715. Luigi XIV - Primo ministro Cardinale Mazarino(1642-1661) :va avanti il processo politico e amministrativo diaccentramento dello stato senza evitare però tensioni e contrasti.Un primo contrasto fra Stato e società civile si manifestò nel1643, quando il Parlamento di Parigi ( una delle più antiche eprestigiose istituzioni francesi che oltre alle competenzegiudiziarie e finanziarie proprie di tutti i Parlamenti, eradeputato, per consuetudine, a rappresentare la nazione neirapporti con la monarchia, sostituendo iin un certo senso gli StatiGenerali ) rifiutò di approvare gli editti finanziari della coronaemanati appunto per sostenere i costi della guerra. Gli aumentidelle imposte dirette ed indirette andavano a colpire i cetipopolari delle campagne e delle città suscitando ovviamente ilmalcontento per il peggioramento delle condizioni di vita. Allostesso tempo creavano non poche difficoltà nel prelievo di tassesignorili, sottoposte tra l'altro al maggior controllo da parte deinuovi "intendenti", che così ledevano gli interessi della vecchiaaristocrazia e l'autonomia della nobiltà di toga.

1643. Battaglia di Rocroi. Negli anni 1642-1645 ,dopo la finedella guerra dei Trent'anni, il fronte antiasburgico giunse allevittorie sperate: la Francia, approfittando delle rivolte esplose nelfrattempo in Spagna,riuscì a sconfiggere gli eserciti castiglianinella battaglia di Rocroi nelle Ardenne.

1648-1652. Rivolte della Fronda parlamentare e di quella deiprincipi. La rottura fra organismi statali e società esplose nel1648 in un vasto movimento di rivolta, la Fronda ( la "fronde" erala fionda usata dai ragazzini che parteciparono alle rivolte ), che

coinvolse, con motivazioni diverse, più strati della società. LaFronda rappresentava una ribellione contro gli interventi delloStato in materia fiscale. L'occasione della rivolta venne dalrinnovamento della Paulette, peraltro resa più onerosa daMazarino. I gruppi interessati dal provvedimento chiesero ilsostegno del Parlamento di Parigi che a sua volta accusava ilgoverno del mancato rispetto delle competenze nel settore dellagiustizia e delle finanze. Si trattava in sostanza di un atto diprotesta contro il centralismo monarchico. In effetti, per il cetodei parlamentari il tema fiscale offriva l'opportunità per ribadirenon solo la propria indisponibilità a finanziare la guerra masoprattutto per dichiarare e ricordare alla corona gli antichi diritticostituzionali, per opporsi in ultimo a quel progetto assolutisticoche li avrebbe resi subalterni alla gestione del potere centrale.Nell'agosto del 1648 la protesta antifiscale divenne unasommossa urbana in piena regola, con barricate e scontri pertutta Parigi. Il governo Mazarino, senza denaro, non potèorganizzare alcun tipo di repressione all'interno e si persuase adaccettare alcune delle richieste avanzate dalla Fronda. Soltantoun anno dopo però vi fu una nuova Fronda sostenuta questa voltadall'antica nobiltà. La pacificazione avvenne sulla base delreinserimento delle élite nobiliari e parlamentari nello stessosistema monarchico.