d Pensare i con i Santi del Carmelo a a cura della n eolino ......2016/09/12  · Josemaría...

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L’INTERVISTA EDITORIALE In libreria Faouzi SKALI Gesù nella trdizione sufi Ed. Paoline Pag. 128. 13,00 a cura di Fabio FORESTI Per quella pietà divina Ed. Dehoniana Libri Pag. 210. 52,00 Leo SCHEFFCZYK Ecumenismo. La ripida via della verità Ed. Lateran University Press Pag. 600. 25,00 Marco GUZZI Per donarsi. Un manuale di guarigione profonda Ed. Paoline Pag. 224. 16,00 Pensare libri i/n l’editoria e le letture di “REBECCA LIBRI” www.rebeccalibri.it a cura della Comunità di San Leolino La fertile montagna. Meditazioni quotidiane con i Santi del Carmelo Ed. OCD Pag. 768. 25,00 LA LIBRERIA L’EDITORE

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  • L’INTERVISTAEDITORIALE

    In libreriaFFaaoouuzziiSSKKAALLII

    Gesùnella trdizione sufi

    Ed. Paoline

    Pag. 128. €€ 13,00

    a cura di FFaabbiiooFFOORREESSTTII

    Per quellapietà divina

    Ed. Dehoniana Libri

    Pag. 210. €€ 52,00

    LLeeooSSCCHHEEFFFFCCZZYYKK

    Ecumenismo.La ripida viadella verità

    Ed. LateranUniversity Press

    Pag. 600. €€ 25,00

    MMaarrccooGGUUZZZZII

    Per donarsi.Un manualedi guarigione profonda

    Ed. Paoline

    Pag. 224. €€ 16,00

    Pensare librii/nl’editoria e le letture di “REBECCA LIBRI”

    www.rebeccalibri.it

    a cura dellaCCoommuunniittààddii SSaann LLeeoolliinnoo

    La fertile montagna.Meditazioni quotidianecon i Santi del Carmelo

    Ed. OCD

    Pag. 768. €€ 25,00

    LA LIBRERIAL’EDITORE

  • mento tra i più alti per un editore e il suo lavoro. Vi ri-troviamo, nella definizione, quel gusto per «fare il li-bro» che nella lettura dell’odierna editoria propostada Crovi, temevamo fosse irrimediabilmente smarrito.Ma il libro, l’editore, il catalogo, i lettori, non possonoprescindere dalle librerie e dal ruolo che queste ultimehanno deciso di interpretare. E così, da un maestrodell’editoria, transitando attraverso le esperienze diuna editoria di qualità, giungiamo al termine del per-corso, tra gli scaffali della libreria. Comunicare la li-breria è tendenza che dura da qualche tempo, e chediverrà sempre più un obbligo. La personalità, il «ca-rattere» di chi offre per ultimo, «vis-à-vis», i libri ailettori, non può essere ignorata. La Libreria Elledicidi Bologna ed il suo «self-service del catechista» vannoin questa direzione, con «il futuro alle spalle».I

    In uno dei numeri de «La Quinzaine littéraire» appar-si nella recente estate, Maurice Nadeau apriva il suo«giornale in pubblico» con la considerazione che ilmondo della cultura, e della letteratura in particola-re, vive la celebrazione degli scomparsi, del mondo cheè stato («bisogna ricordare ai giovani che il mondo esi-steva prima di loro»), come un appuntamento oramaiconsueto, e non sempre, questo è il punto, con un verosignificato. Il ragionamento di Nadeau muove soprat-tutto dall’osservare l’abitudine accademica delle «ri-correnze», che aprono al pericolo di guardare indietro– con serietà, analisi minuziose e competenza – senzaperò farne una occasione di sguardo avanti a sé.«Il futuro alle spalle», come scriveva Hannah Arendt,vive una curiosa situazione, e ne è testimonianza, spo-standoci ora sul fronte editoriale, la lunga inchiestasul valore ed il concetto di «classico» che «Bookshop»ha deciso di proporre ai lettori («Il futuro dei Classici»,Ottobre 2007). È in questa aria di ripensamenti e si-stematizzazioni, di revisioni del canone, di confrontipubblici e privati, tra accademie e terze pagine, che siinserisce il ricordo di Raffaele Crovi. Ogni volta cheassistiamo ad una scomparsa (di qualsiasi tipo, comeun attore che decide di ritirarsi dalle scene od uno stu-dioso le cui pubblicazioni appaiono sempre più rara-mente), facciamo un bilancio: era meglio prima, op-pure adesso? Il quesito appare brusco, talvolta impro-prio oppure, addirittura, ingeneroso nei confronti di

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    »»»L’EDITORIALEdi Andrea Menetti

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    Ieri oggi e domani

    chi opera, di chi è «rimasto». Ma la direzione di gustoindicataci da Crovi nella bella intervista rilasciata a«Letture» qualche anno fa e che ripubblichiamo, nondeve lasciare insensibili: «A lui [Arnoldo Mondadori,n.d.r.] interessava, come a Einaudi, che il progettodella casa editrice nascesse dal dialogo di un gruppodi lavoro. Io ogni 15 giorni riunivo i responsabili diarea e i collaboratori esterni. Oggi mi pare che non cisia questo coinvolgimento e confronto sulle scelte edi-toriali. È venuta a mancare una progettualità a lungotermine, anche perché impera il mercato internazio-nale e l’editoria italiana ha il vezzo di privilegiare glistranieri». Giunti a questo punto, non è improprio ri-prendere Maurice Naudeau, con il quale avevamoaperto, per scoprire le carte: è, quella del passato, diqualunque passato, una sorta di civiltà perduta e qua-si impossibile da recuperare? «Ancora una volta sitratta di coniugare insieme la riflessione e la prassi, lacostruzione concettuale e la molteplice empiria», scri-veva qualche tempo addietro Ezio Raimondi («Vederela scienza», «IBC», X, 2002, 1), una sintesi che ci pareabbia trovato dimora nel progetto editoriale delle Edi-zioni Ares, che si presentano per mano di AlessandroRivali, e appaiono davvero una esperienza ricca, trala tradizione ed il futuro, presentando agli appetitidei lettori una proposta animata dalla volontà di ca-pire e dal riconoscimento dell’altro.Possiamo parlare di un «sigillo di stile», riconosci- Nella foto Hannah Arendt

  • Che cosa non piacerebbe ad Arnoldo della Mon-dadori di oggi? A lui interessava, come a Einaudi, che il progetto del-la casa editrice nascesse dal dialogo di un gruppo di la-voro. Io ogni 15 giorni riunivo i responsabili di area e icollaboratori esterni. Oggi mi pare che non ci sia que-sto coinvolgimento e confronto sulle scelte editoriali. Èvenuta a mancare una progettualità a lungo termine,anche perché impera il mercato internazionale e l’edi-toria italiana ha il vezzo di privilegiare gli stranieri.

    Cosa prova sapendo che la Mondadori sbarca illunario grazie ai comici?

    Non mi scandalizzo. Pensi che il settore comico dellaMondadori fu progettato all’inizio dal filosofo Paolo Ca-ruso, traduttore fra l’altro di Sartre. Uno, insomma,che si divertiva con gli autori leggeri (De Crescenzo, adesempio). Adesso certo il settore è diventato un po’ pre-varicante nel catalogo.

    Su queste pagine ho messo in guardia dall’inva-sione del genere, particolarmente del giallo. Nonvede in questa moda un pericolo per la letteratu-ra?

    Non proprio, se a praticarlo sono buoni scrittori. Faròun discorso un po’ paradossale per far capire il mio

    di Ezio Raimondi

    L’INTERVISTA

    Raffaele Crovi:amore per i libri da mezzo secolo

    LLa vita di Raffaele Crovi, che quest’anno compiesettant’anni1, si è giocata intorno all’amore perl’oggetto-libro, diventato molto presto, intorno aivent’anni, il volano della sua storia. Di libri, mol-ti libri, Crovi è autore, ma di infiniti altri è statoed è scopritore editoriale. Ed è questa vicenda,che lo rende testimone unico di un mondo in granparte scomparso, che vogliamo rileggere insiemea lui, anche nei suoi riflessi sul presente. L’occa-sione viene da una bella monografia critico-bio-grafica sul suo conto, scritta da Giuseppe Lupo epubblicata da Aliberti: Le utopie della ragione.Raffaele Crovi intellettuale e scrittore.

    Nel 1954, a vent’anni, studente di Giurispruden-za, lei diventa collaboratore di Vittorini nella re-dazione dei «Gettoni». Difficilmente oggi potreb-be succedere qualcosa di simile…

    Ci furono delle circostanze fortunate. Vittorini mi in-trodusse a vent’anni alla Einaudi, a ventisei divennivicedirettore editoriale di Mondadori. Il vecchio Arnol-do, la mattina, chiamava due persone: Adolfo Sen, re-sponsabile dei periodici, e me per i libri. A quei tempic’era un’apertura degli imprenditori verso la curiositàintellettuale, l’intelligenza, la passione. Oggi le sceltesono compiute più in base alla gestione del potere.

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    A VENT’ANNI DIVENTÒ COLLABORATORE DI VITTORINI, E PUÒ DIRSI TESTIMONE PRIVILEGIATO DI UN’INTERA STAGIONE DELL’EDITORIA ITALIANA.

    risponde Daniele Piccini1

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    punto di vista. La struttura del thriller è importanteper il narratore. La letteratura che trascura il roman-zesco è fragile: da ciò la mia scarsa fiducia nella neoa-vanguardia. Molti grandi del ’900 hanno usato struttu-re, in senso lato, thriller: la Woolfe, Mauriac, Kafka,Dürrenmatt. Non a caso il romanzo più amato di Do-stoevskij è I fratelli Karamazov, cioè un thriller.

    D’accordo, ma è il dilagare di comodo del genereche sottolineo. E il fatto che ormai il romanzescosembri appannaggio delle fiction.

    Io credo che la letteratura nasca dalla coincidenza dimemoria (anche della tradizione) e fantasia. Certa-mente oggi questo si dà più nella poesia che nella nar-rativa. Ho il rito di leggere qualcosa prima di dormire:da alcuni anni il testo che leggo è un libro di poesia….

    1 L’intervista è stata rilasciata nel 2004. Raffaele Crovi è scomparso alla fine diagosto 2007.

    Contributo già apparso con lievi varianti in «Letture» n. 606, aprile 2004. Pergentile concessione delle edizioni San Paolo.

  • tarsi con sicuri riferimenti cristiani sul mondo deimedia. Naturalmente le Edizioni Ares sono conosciute algrande pubblico per aver pubblicato le opere di SanJosemaría Escrivá, il fondatore dell’Opus Dei. Cam-mino, la sua opera più nota viene ristampata di annoin anno. Tra i nostri long seller va annoverato senza dubbio ilCavallo rosso di Eugenio Corti, riconosciuto in modoequanime come il più importante romanzo cristianodel secondo novecento. Speriamo che quanto primapossa essere realizzato un film (i diritti sono stati ac-quistati dalla Lux Vide di Bernabei) su questo affre-sco sull’Italia in guerra. La collana «Emmaus» offre un’ampia ricognizionenella spiritualità di ogni tempo. Tra gli autori più ce-lebri possiamo ricordare Vittorio Messori (il suo Ipo-tesi su Maria ha toccato i vertici delle classifiche),padre Livio Fanzaga, Javier Echevarría, l’attualePrelato dell’Opus Dei, e classici come il card. Giovan-ni Bona, Antonio Rosmini, Tommaso Moro, Luis DeGranata. Consapevoli del ruolo essenziale della famiglia nelcontesto attuale e delle tensioni cui è sottoposta, ab-biamo realizzato le collane «Genitori & figli», sui temipiù «caldi» della vita coniugale, «Protagonisti dellastoria», libri illustrati per raccontare ai ragazzi vitadei Santi, e la «Biblioteca teologica di base» che si pro-pone di portare al grande pubblico le questioni fon-damentali della scienza teologica.

    di Ezio Raimondi

    L’EDITORE

    Edizioni Ares: il dialogo nel rispetto dell’identità

    CCome presenterebbe, per linee essenziali, la Vo-stra esperienza editoriale ai lettori di «Pensarei/n Libri»?

    Le Edizioni Ares sono nate nel 1956 per iniziativa diprofessionisti e intellettuali desiderosi di promuove-re una cultura di ispirazione cristiana aperta al dia-logo rispettoso della propria e altrui identità. Il no-stro catalogo si dispiega su 23 collane, che spazianodalla saggistica spirituale all’attualità, dalla storiaalla scrittura creativa. La collana «Faretra» ha riscosso grandi apprezza-menti per la severità e la spregiudicatezza con cuiha riletto pagine scomode della nostra storia. Mi rife-risco, per esempio, alla Gioia violata, la recente inda-gine di Federica Saini Fasanotti sui crimini perpe-trati dagli Alleati durante la seconda guerra mon-diale. Il Risorgimento da riscrivere di Angela Pelli-ciari, invece, è diventato ormai un classico per unavisione reale e disincantata del compimento dell’Uni-tà d’Italia; La resistenza cancellata di Ugo Finetti,che il mese scorso2 ha ispirato una delle mostre delMeeting di Rimini, ha delineato un quadro dell’anti-fascismo ben diverso da quello «ufficiale» fornito dal-la storiografia militante del vecchio Pci. Da qualche anno abbiamo deciso di monitorare quan-to inonda quotidianamente cinema e Tv: sono cosìnati i volumi Scegliere un film e Scegliere la Tv, idea-ti da Armando Fumagalli per offrire un vademecumideale per genitori ed educatori che desiderino orien-

    Pensare librii/nl’editoria e le letture di “REBECCA LIBRI”

    A COLLOQUIO CON FRANCESCO GIORGINO, AUTORE DI «BUONI PROPOSITI. I CATTOLICI NELLA SOCIETÀ POSTMODERNA».

    risponde Alessandro Rivali1

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    Quali sono i progetti per l’immediato futuro?

    Contiamo di dare presto alle stampe i «Libri storici»della Bibbia di Navarra, che presenterà il testo latinodella Neo Volgata, la traduzione della Cei e le intro-duzioni e le note a cura della prestigiosa facoltà diTeologia dell’Università di Navarra. PubblicheremoL’altro Manzoni del prof. Aldo Spranzi, un testo chesarà accompagnato da polemiche, visto che presente-rà i Promessi sposi non come un romanzo cattolico,ma come un’opera pervasa da un radicale nichilismoanticristiano. Una tesi sconvolgente. L’arte di vivere bene – Beni, virtù, norme di Michelan-gelo Pelaez sarà una serrata ricognizione sulla «que-stione morale» dei nostri tempi. Ancora, abbiamochiesto al prof. Bassegoda di Barcellona, il massimoesperto di Gaudì, un ampio saggio biografico sull’ar-chitetto della Sagrada Famiglia, di cui è aperto il pro-cesso di beatificazione. La scrittrice Antonia Arslansta invece preparando un’antologia della poesia ar-mena, con particolare riferimento agli autori scom-parsi durante il genocidio.

  • Quanto influisce la fedeltà del pubblico sullaapertura verso nuove esperienze editoriali?

    Direi al 70%. Nella nostra programmazione restiamofedeli alle esigenze del nostro pubblico, tuttavia que-sto non preclude assolutamente il carotaggio di terri-tori inesplorati. Due anni fa ci siamo aperti al settoridei libri illustrati per i ragazzi. Lo scorso anno abbia-mo varato «Equinozi», collana di poesia straniera di-retta da Davide Rondoni. Si tratta di un’avventuraaffascinante, quanto rischiosa. I primi frutti fannoben sperare: Columbarium di Susan Stewart ha otte-nuto una vera messe di riconoscimenti critici (ma an-che le vendite sono andate oltre le previsioni). Comedicevamo, quest’anno, dopo il felice esito dei volumi diScegliere un film, ci siamo spostati anche sul mondodella televisione. Un team di giovani professionistidel settore, in buona parte formatisi presso l’Univer-sità Cattolica di Milano, ha monitorato più di 8milaore di Tv per poi redigere un manuale utilissimo percomprendere i modelli che influenzano la nostra so-cietà (e in particolare gli adolescenti).

    In che modo è possibile, secondo Lei, coniugaredivulgazione e serietà scientifica? Quali errorinon bisognerebbe commettere?Un buon libro non si valuta sulla mole dell’impiantodi note e neppure sul semplice «buon nome» di un au-tore. La serietà dell’editore sta nell’essere estrema-mente rigoroso nella scelta senza sconti dei propri col-laboratori. A questi collaboratori affidiamo le «prima-rie» dell’avventura editoriale. L’editore, cui natural-mente spetta sempre la decisione finale sulla bontà diun prodotto, deve dialogare con efficacia con gli auto-ri: per consigliarli su come evitare gli estremi dellasciatteria o dell’erudizione, virus che infettano il li-bro rendendolo (giustamente) invendibile.

    Per un osservatore esterno vi è quasi sempre latendenza a soffermarsi sulle affinità anzichésulle differenze, e quindi immaginare il pubbli-co dell’editoria religiosa come omogeneo. Qual èla sua opinione in proposito?

    Sono convinto che il pubblico dell’editoria religiosasia estremamente vario. Ed è giusto che sia così. Lavarietà e la vivacità delle case editrici d’ispirazionecattolica ne é una chiara testimonianza. Del resto an-che nella Chiesa ci sono mille strade per arrivare al-la santità.

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    1Edizioni Ares

    2Agosto 2007

  • itore Elledici (la cui specificità nella catechesi è ri-conosciuta da tutti) oltre che l’assortimento interno,tutto ciò in un contesto di leggera ristrutturazione per

    di Ezio Raimondi

    LA LIBRERIA

    Comunicare la libreria: il «self-service»del catechista alla Libreria Elledici di Bologna

    CCominciamo con un autoritratto: nome della li-breria, città, una breve descrizione di come sonosuddivisi gli spazi (numero di locali etc.). In chemodo possiamo raccontare la libreria che Leidirige?

    La libreria Elledici (Libreria della Dottrina Cristiana)è la vetrina tramite la quale, a Bologna, i Salesianivogliono proporre un progetto catechistico-pedagogicovasto ed articolato. In questo senso l’assortimento èmolto sbilanciato verso il settore religioso in generale,e catechistico-educativo in particolare.La libreria occupa una superficie approssimativa-mente di 100 metri quadrati, suddivisi in una salaprincipale di 50 mq dedicata ai libri, una saletta dicirca 25 mq dedicata all’oggettistica e multimedia, in-fine lo spazio restante è adibito a magazzino e ufficio.

    L’importanza di comunicare la libreria (il mar-chio, gli eventi, la «personalità») è ormai un da-to dal quale non è possibile prescindere. Aquesto proposito ha avuto molto successo il«Self-service del catechista». Può riassumere lavostra politica generale e illustrare l’ultima in-iziativa?

    Il «self-service» è il tentativo di comunicare inmaniera immediata l’identità della libreria e dell’Ed-

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    A COLLOQUIO CON FRANCESCO GIORGINO, AUTORE DI «BUONI PROPOSITI. I CATTOLICI NELLA SOCIETÀ POSTMODERNA».

    risponde Alessandro Grandi1

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    quanto riguarda la superficie espositiva, ora più lumi-nosa ed accessibile.

    Che tipo di utente frequenta la Libreria Elledicidi Bologna? Riusciamo a tracciarne un profilo?

    Premesso che, su richiesta, è possibile reperire titolidi varia non facenti parte dell’assortimento ordinario,la nostra utenza-tipo va dal sacerdote al catechista,dall’insegnante di religione a tutte quelle persone checomunque operano in un contesto educativo, anchequando non prettamente religioso.

  • C’è più attenzione alle novità oppure ai titoli dicatalogo?

    È un elemento legato alla stagionalità, infatti adesso(ad inizio anno catechistico) lavoriamo in profondità ilcatalogo per l’ampia disponibilità di titoli di settore,ma durante l’anno l’attenzione della nostra clientelasi sposta verso le novità più o meno supportate dacampagne pubblicitarie delle varie editrici cattoliche.

    Cosa comporta essere una libreria di catena?Quale valore da aggiungere?

    Dal punto di vista commerciale è certamente un van-taggio nei confronti dei fornitori perché ci dà più vis-ibilità e forza rispetto alle singole individualità; è an-che un vantaggio nei confronti della clientela perché,al di là delle caratteristiche peculiari di ogni nostropunto vendita, il cliente trova nelle librerie Elledici-Don Bosco (oltre all’assortimento della casa madre)un clima sempre cordiale e informale che general-mente viene apprezzato.

    Concludendo: può indicare ai lettori un validomotivo per scegliere la Libreria Elledici diBologna?

    Assortimento vasto e in quantità per quanto riguardala catechesi, attenzione a tutte le novità in ambito re-ligioso, disponibilità e (soprattutto per chi arriva dafuori Bologna) possibilità di parcheggiare vicino allalibreria.

    1Direttore della Libreria Elledici di Bologna.

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