D. L. Raschellà, Saggio storico sul monachismo Italo-Greco in Calabria

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Domenico Ludovico Raschellà, Saggio storico sul monachismo Italo-Greco in CalabriaMessina, Tip. D'Amico1925

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Saggio Storicosul

MONACHISMO ITALO-GRECOin

Calabria

Pott.

DOMENICO LODOVICO RASCHELLA

SAGGIO STORICOSUL

MONACHISMO ITALO-GRECOIN CALABRIA

M

MESSINATipografia Ditta

D'Amico

1925

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--:iV.Vv^,

1040786

AI MIEI GENITOEIer

menarviil

con cui

Santo

protegge

debole dalle oppressioni del forte, tutto concorre a trasfor-

mare

la spelonca inaccessibile ini

meta di continui

pellegri-

naggi e a popolare

dintorni di altri penitenti che, pur abisi

tando in grotte diverse,

dichiarano tutti discepoli dell'Abateil

eremita e riconoscono in lui

proprio superiore.S. Elia

Trovandosi

il

divino

Cosma insieme con

nella

spelonca di Melicucc, nel tempo dellamattutini, vide tutto quel luogo

recita

degli innispe-

circondato di piccole

lonche abitate da una

moltitudine di monaci,

che

salmeg-

giavano e lodavano Iddio, e in mezzo ad essi

S. Elia,

come

una lucidala visione,

stella. Il

che veduto e rettamente interpretandoin sul

appena svegliatosi

mattino, disse al suo

discepolo

:

Levati su o fratello, perch io parta di qui. Iddio

vuole che in questo luogo sia

eretto

un cenobio.

e molti si

salveranno perIl

il

nostro Padre Eliacos,

(2)

Cenobio sorgeil

a grado a grado,

dall'Eremo,

donde

penitente solitario ricondottoal

ben presto, anche

contro voglia,

Monastero.

(3)

Non

vi

neppure sostanziale differenza fra la vita ce-

nobitica e la eremitica.cui duplice soltanto la

La Eegolaforma

unica: la Basiliana, di

di professione.

Se

si

vogliono

(1) {2) (3)

Vita di S. Mio, Pag, 165 e Vita di S. B. Vita di S. Mia S , Pag. 109-110. Vita di 8. Nilo, Pag. 182.

S.,

Pag. 106-107.

37fare distinzioni, si

pu concedere una differenza quantitativa,

non qualitativa.Nel cenobiola pluralit e

quindi la diversit delle co-

scienze sono rese uniformi sempre, almeno in quanto apparisce all'esterno, dall'osservanza della

Eegola e dalla ubbi-

dienza dovuta

ai superiori. Il cenobita^

come

tale,

obbli-

gato alla strettaziativa, setal

osservanza

della

Eegola, e

qualsiasi inidi

anche partisse dal superiore, dovrebbe esserele

natura da non superare

norme sancitealtrimenti

e

da nonsarebbe

urin-

tare la suscettibilit dei

confratelli;

franta l'armonia degli spiriti edeleteria.

l'egoismo

compirebbe opera

L'eremita invece

risponde

esclusivamente a Dio

e alla propria coscienza del suo operato. Solo nella sua spelonca, in

compagnia dei penitenti cheEegola

in

lui

venerano un

santo, osserva con scrupolo la

cenobitica,*

ma

li-

bero di valicarne

i

limiti.

Protrae

per lunghe ore, di nottecilici,

e di giorno, le orazioni; siste pelli di capra,

macera con digiuni e

ve-

non usa

calzari, soffre le intemperie, del

proprio lavoro non ritienefinire d'inedia, rifiutai

nemmenopii

l'indispensabile per

nongli

comodilo

innocenti, avvicina

estranei nel solo caso che ve

costringa

l'esercizio dellasi^irito, al

carit, trascura affatto ci che fuori dello

quale.

assoggetta

la

carne per diminuirla della pinguedinese stesso

Vi-

ve insomma in perenne violenza consce

e si defini-

un

lottatore,

un

atleta.

Orbene

:

tanto

fervore ascetico

eccessivo, straordinario;

non pu essere che individuale,

sentito e voluto dalla sola persona che lo professa, e perci

riuscirebbe inutile imporlo alla comunit.

Del resto

i

cenobiti

trascorrono

austeramente la vita

come

gli anacoreti^ nella

preghiera, nella penitenza, nel la-

yoro manuale e nello studio,

Ne la

differenza di nazionalit^

38o d regione dei monaci

pregiudica

alla

quiete

monastica,

n determina distinzione di abitazione, come nelle comunitdel

Monte Athos^ dove appunto

i

monaci sono

distribuiti

per nazione nei vari monasteri. In Calabria quelli che annoricevuto Pabito angelico, orientali calabresi, siciliani, convi-

vono in uno stesso monastero o

in

una

stessa spelonca^

si

aggruppano intorno

al confratello pii

venerando per santitil

e abilit di governo; al quale confratello vien datod'

titolo

Igumeno.

Egli

il

moderatore

della

comunit, secondo

le

norme sancite

dalla Eegola: a lui compete l'indirizzo dii

sciplinare e amministrativo del convento; egli accettavizi,

no-

ne sperimenta la vocazione e ne mette a prova:

le virti

monastiche

castit,

obbedienza e povert^ per la prima volta

elevate alla solennit di voto dalla Eegola Basiliana. All'I-

gumenosabile del

necessaria la cultura;il

ma

ci che

gli

indispen-

possesso della

virti.

Invitato S.

Nilo dai Padri per loro egu,

Monastero del B. Fantino

a

nominaresi

menoil

quella persona che la sua piet

degnasse eleggere

S.

Patriarca noiuin

il

fratello

germanoS.

del beato Fantinodi

chiamato Luca. Egli, dice l'agiografosano, sebbeneture, era

Bartolomeonelle

Eos-

non fosse molto peritoatto,

Divine Scritintelligente, afratello. (1)

molto

perch

economico

ed

governare, e nel vivere non inferiore alS. Elia J., sulal prediletto

suo

E

punto

di

partire per andare a Dio, rivoltogli

suo discepolo Daniele,il

disse

:

Dopo

la

mia

morte manda per far venire quisenio, perch governiritoil

discepolo del divino Aregli di spi-

mio gregge; giacch

buono

e perfetto .i

Della professione monastica

monaci hanno un concettola

sublime

:

essa

la via

sicura verso

perfezione, quella

(1)

Vita di S. Nilo, pag. 167,

39clie

pi avvicina a Do.

Il

monaco

un

angelo .

Egli

solo

pu disinteressarsi della materia, rinunciarei

alla carne

e valorizzare

fattori spirituali e, a preferenza dei

mondani,

meritare

i

privilr-gi delle

anime

elette.

Un

giorno S. Elia Speleota, a 18 anni, dopo di avere ascol-

tato la

voce del Signore

eli e

dice nell'Evangelo

:

Chi

non

rinunzia a tutto quello

clie x^ossiede e chi;

non porta

la cro-

ce non pu essere mio discepolo

come pureai

quell'altro av-

viso della Scrittura: Uscite di mezzo

mondani e separa j

tevene e non toccatedei

le

terrene

immondezze1

pens

:

chi?

mondani oper mai un prodigio1

Ohi

risuscit

morto

Ohi scacci un demonioderdoni, checi .il

Niuno

al

certo. Tutti

questi guidei

mondo non pu dare sonvolta al

propri

Monadi

(l)

Altra,il

Santo

comparveil

un monacoo

santa vita

quale, veduto che:

giovinetto indossava unvestito,figlio,

abito purpureo

Getta, gli

disse,

questo

giacch esso non conduce la giovent all'acquisto della prudenza,

ma

la trascina alle

colpevoli volutt. Oopriti invecedellaincorruttibilit^ e

della veste salutare e

della tunica

sottomettendo

i

tuoi omeri a quelli di Cristo e

seguendo

le

sue vestigia, sarai erede degli eterni beni, che Dio ha preparato a coloro che lo amano1. (2)

monaci passanoe

la notte

in

veglia, lodandoSi

Dio con

letture spirituali

con

cantici.

assoggettano ad aspre

penitenze, perch sanno che chi desidera esser libero dalle

passioni deve portare sempre la mortificazione di Cristo nel

suo corpo

.

(3)

Kei giorni

di digiuno

mangiano

solo

pane o

sole frutta

(\)(2)

Vita di S. E. S., pag. 83.Ibich, pag. 81.

(3;

Ibidem, pag. 118,

40ed erbe e bevono acqua,- quandodi pane,

non digiunano

si

cibano

legumi o pesce, che pescano essi stessi o ricevono,

in dono. (1)in

Usano anche,

il

vino, che alcuni monasteri,

anno

poca quantit

altri

a sufficienza

di

propria

produ-

zione. (2) Aborriscono la carne, e

chi ne

mangia

severaviolenti,di chi

mente

punito.

La carne

cibogli

dei

gaudenti, deidellaterra,

dei volHttuosi, di chi

ama

agi

non

aspira alla perfezione dello spirito nella penitenza. Eaccontail

biografo di S. Elia Speleo ta che, avendo uno dei monaci dall'odore

fatto uso di carne,ritolo al

conosciutosisi

il

fatto e rifeil

grande Elia, immediatamente

eccit

suo zelo.

Fattane diligente ricerca, da alcuni avanzi ritrovati fu scopertoil

reo. Riuniti

il

Venerabilei

Uomo

i

cani del monai

stero, gitt loro dinanzi,

pezzi di carne, edi fiutarli. Allora

cani non che

toccarli,

neppure ardironoil

cominci a rimdicendogli:

jjorverare

delinquente alla presenza di

tutti,

Yedi

:

i

cani^ quasi fossero obbligatila carne; tu poi,

alla stretta astinenza,

non ardirono toccare

o

fratello,

dotato di

ragione, e che hai professato di

camminare per

la via stretta

ed angusta che

mena

alla vita futura, hai traviato,

metten-

doti sulla via larga e spaziosa. Quelli

che mangiano carnei

sono simili alle

fiere

sitibonde di

sangue, come

lupi, gli

orsi, i leoni, tutti gli altrisi

animali

immondi; quelli poi che

nutrono sempre di erbe e di legumi, sono simili agli ucmondi, come (3)le

celliletti.

colombe,

le

tortorelle ed

altri uccel-

Tuttavia

i

monaci non intendono con

la penitenza atpiti

tentare alla loro vita terrena, che essi vorrebbero

dura-

(1) (2) (3)

Vita di S. Nilo, pag. 191.Ihid, pag, 178, lyi, 221.

Vita di S.

Mia

S.,

pag. 138.

41tura per soffrire dipiii;

anzi

sospendono

le

astinenze

pi

crude, quando queste

possono

procurare la morte. S. Nilo,

per undici mesi non bevve mai acqna, cibandosi ogni giornodel

solo

pane,

cbe

prendeva a

vesi)ero,

dopo

il

tramonto

del sole.il

Con

tale esperimento si studiava egli di liberare

corpo da quella naturale polluzione ad allontanare la quale;

moltissimi santi hanno dovuto combattere

ma temendo

la

arsura

non

gli

asciugasse

i

polmoni

,

smise di

astenersi

dall'acqua. (2)

Uomini

di

mondo, tormentati dagli appetiti sensuali,i

ai

piaceri della vita secolarerit del

monaci hanno preferitodiil

le aspe-

monastero,

persuasi

potervi

trovare

il

conforto

necessario nella lotta contro

vizio e vivere angelicamente.s

Comeil

potr, esclama

il

giovane Elia, in

verde et estin?

guere

fuoco delle volutt di che mi sento accesoio ripulire

In che

modo potr

questo sordido vaso di creta, perchdi

possa seguire una norma

vita

angelica'?.

.

.

.

IST

vi in

questo luogo, come io giudico^

un qualche monastero ove

possa entrare e dimorarvi per sottomettere la carne allo spirito . (1)

Del

tutto

negativo poi

il

concetto

che

essi

hanno

della donna.la

La donna nonversoil

ricorda loro la Vergine Odegitria,;

Conduttrice

riscatto e la salute

mala

la

debole

Eva

dell'Eden, la tentatrice

prima dell'uomo,

sventuradi

del genero

umano.

S. Nilo,:

interpretando le parole

Sansal-

Gregorio Nazanzienovarti la

In qual

modo

potr facilmente

donna estranea, quando ti abbia fatto cadere quella che tua ? risponde a Leone domestico Queste parole:

rivolge a te

il

dottore, affinch

non

isperi di

conseguire la

(1)(2)

Vita di S. Nilo, Pag. 155-156.

Vita di S.

Mia

S.,

Pag. 82,

42salvezza per mezzodella

donna

;

11

che ancora l'Apostolo,:

servendosi di parole pi

corrette,

ha confermato dicendopersalvareil

Che

sai

tu, o

donna,

se

tu

sii

marito

*?

(Cor. YlI'V-16) da questo certamente perch suo costume

mandare

in rovina l'uomo . (1)la viva

Di quivedere

ripugnanza che questi monaci hanno dieil

soltanto

una donna

divieto assoluto che donne

di qualsiasi condizione entrino nel recinto del chiostro.

San

Nilo una volta rimprover

i

fratelli

perch, stando tranquil-

lamente nella

cella,

non

si

erano accorti che una donna erararne la

e

la

dottrina

saera,

ne

vuolegli

specificare le dotialtri

straordinarie che lo distinguonodice

tra

monaci, e lo

uomo moltoil

esercitato

in

ogni

scienza,

che aveva

formato

cuore come una arca di

libri sacri

e profani, siadi

di quelle cose che

mai furono pubblicate, siaalla luce .

quelle che

dopo furono dateil

Da

quanto racconta in seguitoProclo aveva studiato la

biografo facile intendere che

scienza profana prima

che fosse

monaco,

essendo vissuto.

anche da giovane,I

tutto dedito alla lettura

(1)

Monaci Basiliani provvedono ad arricchire le loro biblioteche non solo delle opere di fama universale, come laBibbia,sii

S. S.

Padri e Dottori,

ma

anche

di

quei libri chealla

vengono pubblicando in Oriente intorno

questione

teologiche, col sempre aperte e dibattute^ e intorno al pri-

mato

del

Eomano

Pontefice, ancora

fortementeI

contrastato

dai seguaci dello

scismatico

Fozio,di

Monaci Greci Calastudi:

bresi non possono disinteressarsiessi

tali

vero che

non sono pressati

dalla necessit di combattere l'eresia

che non funesta

le nostre

Province;

ma

son sempre versaatti-

tissimi nelle discipline teologiche, nel

quale campo di

vit intellettualefatti

hanno

nobili tradizioni

da

perpetuare. In-

lo

scopo

principale

per

cui

venne

istituito l'Ordine

Basiliano fu di mettere argine al dilagare dell'eresia Ariana;i

Basiliani .sostennero la Divinit di Cristo

contro

i

Kesto-

riani,

l'Umanit

di Cristo e la

sua

duplice Volont controdel culto delle

Monofsiti e Monoteliti, difesero l'ortodossia

Immagini, resistendo impavidi

al

furore

degli inconoclasti,in Calabria,

da cui subirono persecuzioni e martiri. Diffusisi

(1) lbid.,'])SLg.

i86.

49

pur professandozione allaS.

il

rito

greco,

mantennero costante devola

Sede Apostolica, visitaredella

quale e rendere

omaggio

al

Capo Supremo

Chiesa

costitufioriti

sempre

il

voto e l'aspirazione dei monaci pi

illustri,

dal prin-

cipio dell'S" secolo al principio dell'I 1.

Le ricerchebrili,

di libri insi

Oriente

noni

sono

ancora feberuditi Ca-

u per

i

codici

appassionano

monaci

labresi,

come invece avverr

sul finire dell'll" secolo. Gliil

acquisti

non assumono ancora

carattere di vere

incette

membranacee,sibili

ma

sonole

occasionali,

bench facilmente pos-

a farsi per1'

continue relazioni tra le Colonie Bizantine:

Calabresi e

Oriente

infatti ecclesiastici di;

Reggio rivestono

cariche importanti in Grecial'Asia Minore e la Terra

i

monaci

stessi viaggiano perS. Elia di

Santa,

come

Tauriana,;

che va a Gerusalemme,di

al Sinai e

muore a Salonicco

S.

Luca

Armento, che compie

lo stesso pellegrinaggio e

va a Stu-

dion, a Saccudio, alofterte,

M. Athos. Non

difficile quindi che per

scambi, imprestiti arrivino nei Monasteri di Calabria

codici, gi rari e desiderati, ora unici e preziosissimi.

Acquisti di

libri

in Occidente;

non pare

si

sianoi

fattf,

almeno in quantit considerevoleBasiliani di Calabria

n risulta che

Monasteri

siano

stati

in relazione con le Badiee Inghilterra. Soltanto della eil

Benedettineil

d'Italia, Francia,ci

Germania

biografo di S. Nilo

lasciil

una descrizione minuta

visita fatta dal Santo, verso

980, ai Padri di

Monte Cassino

del

modo

nobilissimoi

come

fu ricevuto.

Sappiamo che allorai

Preposito enisse al

monaci

lo

pregarono che con tutti

suoi fratelli ve-

Gran..

Monastero ed in greco cantasse l'ufficio nella loro

Chiesa umilt;

;

ma

il

Venerabile Nilo sulle prime

si rifiut

per

non

pertanto, affinch tutti insieme avessero consolail

zione e fosse glorificato

gran

Nome di

Cristo, consent infine,

50ed avendo scritto degli inni, componimenti snoi propri in lodedel nostro S. P. Benedetto, in cui si racchiudevano le operepili

meravigliose della sua vita, riunitisi

i

fratelli,

clie

erano

pi di 60,

avvi al Monastero di Cassino ed ivi pernott,. (1)

egregiamente cantando

Nonavuto la

c'

noto per quale importanza per la cultura abbiadei

visita

Padri

Greci

ai

Padri

Benedettini

;

tanto pi che S. Nilo non fece ritorno in Calabria dopo quel

viaggio

e,

poco dopo la morte del santo Abate Aligerno, ebbedisdegnoso ed altero versosottoili

ad usare un contegno

Monaci

Cassinesi, decaduti" vituperosamente

governo di un

prioreil

il

quale, dice Pagiografo, ignorava chelo stesso ])io . (2)

uomo

fosse

Beato Nilo, anzi ignorava

Non

risulta

neppurela

clie vi

sianodi

state relazioni tra

i

Monasteri Calabresi e

Badia

Bobbio

^HBflpMmf

la

quale vanta tradizioni Basiliane, essendo stata fondata nel612, da

San Colombano, proveniente

dalle

Badie Basiliane

d^Inghilterra.

Solamente a

Eoma

i

Monaci Basiliani hanno motivo

di recarsi, per pregare sulla

Tombaal

degli ApostoliPontefice.

e tribu-

tare

i

loro

omaggiil

filiali

Sommo

Dopo

lari-

Calabria,fiorire del

Eoma

luogo pi propizio, in Occidente, al

Monachismo Greco,:

sotto la protezione immediatai

della S. Sedei

naturale quindi che

Monaci Calabresi

visitino

confratelli

Romani

nelle loro peregrinazioni alla Capitale delIl

l'Orbe cattolico e ne riportino libri e pergamene.

biografo di

San Nilo

ci

d in proposito una notizia importantissima, quando

(1) (2)

Vita di S. Nilo, Pag. 224 e 225.Ibid, Pag. 239 e 240.

51:

dice che

il

Santo un tempo

si

rec a

Eoma

per

pregare e

per ricercare alcuni libri .

Ma nonnirsi di libri,

tutti

i

monasteri hanno la possibilit di riforsi

che neppure tutti

possono sempre acquistaredi

o avere in prestito. Di qui la necessit

ampliare e dif-

fondere

il

materiale bibliografico per mezzo della calligrafia,i

a cuisi

si

dedicano

migliori ingegni dei monasteri, nei quali

costituiscono scuole per l'insegnamento dell'arte calligra-

fica.

La

esercitano con perizia insuperabile cenobiti ed eremitisi

;

specialmente quelli che

sono dedicati

al culto della scienza.;

Lai

preferiscono tra le altre occupazioni

poich, trascrivendo

codici,

hanno motivo

di esercitare;

la

mente

nelle

verit

gi meditate nelle ore di studionell'attenzione chesi

e

nella difficolt dell'arte,

richiede per

trascrivere con

eleganza

e parsimonia di spazio, data la

scarsezza della

pergamena,il

riconosconodagli affetti

il

mezzo pi;

efficace

per

distrarre

pensiero

terreni

col lavoro

materiale

infine si guadaal

gnano

il

pane quotidiano, concorrendo pure

sostentamento

della comunit, e ubbidiscono al precetto divino, che

impone

a

tutti

il

lavoro, e al monito dello stesso S. Fondatore Basilio,:

che dicevov.Il

er

Francesco

Pignaielli,

Vicario

Generale delle Calabrie,straordinari dal

impetrare provvedimenti affatto

Papa

in ordine alla provincia distrutta dalil

terremoto.

E

difatti

Pio 6" eman

Breve Post integrum

del 13 aprile 784; nel quale,

dopo l'accenno

al disastro della

Calabria Ulteriore e aver detto come

Ferdinandofino

vi avesse

gi speso oltre 200 mila ducati e rimessi,gliori,i

a tempi mi-

405 mila ducati

di tasse

annuali, veniva ordinato,

nella pienezza dell'autorit Apostolica, che si dovessero sop-

primere tutti

i

Conventi abitati da meno di 12 Religiosi,

1

(1)

De

LoitENZO. 2 Manipolo,

pag.

29'J.

149beni dei quali erano devoluti all'edificazione delle cattedrali,parrocchie, episcopi, seminari,si

conventi,

ospedalipiti di

ecc.; clie

dovessero conservarei

i

conventi con

12 Eeligiosi;distribuirsi

cheper

religiosi dei conventi soppressi dovessero

i

Monasteri del

Eegno. Eilasciavasiil

infine al giudiziole

prudente del Monarca

poter die

sopprimerealtre

opere piemigliore

malamente amministrate

mutarle in

con

organizzazione. Bench sull'autenticitnella forma in cui

di tal breve,

almenoi

comunemente

si

riporta, gravino

dubbinellail

degli eruditi, pure, a volerlo ammettere

come autentico

sua integrit, da notare come, per quel che ne riferisceYivenzio, storico ufficioso del Fignatelli,il

Governo

di

Kapoli

non avesse

dubitato di decretare la estinzione di ogni

Ordine

Religioso nella Calabria Ulteriore e autorizzare la secolariz-

zazione dei

frati.

Fu

fondata allora la Cassa Sacra, coli

mandato

di

am-

ministrare non solo

beni

delle

istituzionii

soppresse,

ma

di esercitare altres l'ispezione e

giudizi sull'intera

ammi-

nistrazione dei beni ecclesiastici.

La Giuntaconuffici

della

Cassa

Sacra,

stabilita in

Catanzaro,per-

subalterni in Monteleoue, Eeggio e Cotrone,di

petr un gran numero

soprusi e di

sacrileghe

profana-

zioni nei beni ecclesiastici, particolarmente monastici.

In quelle gravi circostanze furonoimmobiliari subite dai Basiliani,assottigliate lei

immense

le

perditepii

quali videro

sempre

proprie

file

non tanto dalla morte quanto dalle

secolarizzazioni volontarie o imposte, in ogni

modo semprei

raccomandate o

facilitate dal

Governo. Infatti

monaci ap-

partenenti a famiglie nobili o ricche di censo, non soffrendodi

esulare

dalla

propria

regione,

per

restarvi,

mutavano

l'abito

monacale in quello^cclesiastico,

150Cos Reggio perdettei

Basiliani di Oalamizzi e di Trai

pezzomatale

e,

nelle vicinanze, quelli di S. Stefano;fino a quel

soli

che

erano rimasti Deglialtri

tempo.

Monasteri Basiliani della Calabria Meridioci

nale nessuna notizia

occorse di raccogliere

:

la ricerca

forse impossibile per la dispersione dei libri delle BibliotecheBasiliane, gi decimate nei secolianteriori,

maSacra,

orain

final-

mente,Ijarti

per

i

provvedimenti

della

Cassa

varie

trasportate o trafugate.I Monasteri Basiliani della Calabria Settentrionale

non

furono

vittime dei

disastri

naturali,

ma

della

durezza dei

tempi e della cattiveria

degli

uomini. A. S. Adriano,

uno

dei pili illustri, tocc la ventura di raggiungere gli sgoccioli

del

18

secolo.

Dibattutosi

esso,

per

tutto

il

secolo

in

varie vicende di vita e di morte

per

conservare

un certo

diritto di giurisdizione civile su S. Benedetto UUano, giacquealfine nel 1794, per ledi rito greco S.

denunzie e petizioni degli

Albanesi

Maria del

Patire,

la

insigne

comunit del Padre

Bartolomeo di Simmari,tizia nel

divenuta gi

commendafin

cardinali-

1500 e commenda regia nel 1794,

nel 1806,

soppressa da Giuseppe Bonaparte, che vend a privati quest'ultima reliquia del grande Istituto Basiliano nella CalabriaSettentrionale.

AX)er

Eeggio

si

fa sentire ancora qualche comunit, la quale;

non ha casa propriadi

poichal

i

beni di Calamizzi,stati

di

Trapezzomata eluti dai

Giovanni

Castaneto erano

devo-

Piani del Marchese

Spinelli di Fuscaldoil

alFantico

Collegio dei Gesuiti. Anzi fu proprioaffidare ai pochi

Fuscaldo che vollecura delCollegio,

Basiliani di

Eeggio

la

rettore del quale fu oominato l'ab. Fortunato Smorto,

151Egli dovevagliervi tutte ledi

rimettervi

il

Couvitto

dei

Nobili,

racco-

pubbliche

scuole

sopravviventi,lo Statuto

compilare,Collegio e

accordo

col E.

Governatore,

del

porvi a professori dei Padri Basiliani.Il

padre Smorto

port a compimento la suareligiosi

oi)era, in;

verit aiutatoBasiliani

poco daidi

del suo Ordine

poich

i

ridottissimiriusciti a

numero

e scarsi di soggettisolo

abili,

non erano

fornire che

qualcheil

professore,

come

il

padre Miracco. Pi tardi sotto

Murat venne mu-

tata persino la direzione del Collegio.

(1)

Di poi non v' cenno alcuno dei nostri Basiliani: il Monachi-

smo Greco

Cai. cede

mano mano

all'urto della violenza degli

uomini pi che del tempo; eppure vuol morire mirabilmente sul

campo, come un

atleta,

impegnato a lottare

fino all'estremo

anelito a vantaggio della Eeligione e del progresso

sociale.

CAPOEeliqiiie hasiliane nell'arte

VI.

BihUoteche: Costituzione incre-

mento

e

decadenza di esse

Sirleto e Farnese

Prelevamenti dei Cardinali

Provvedimenti del Gen. Menniti

8va

collezione a 8. Basilio

De Urbe a Poma

e

a Grotta

Ferrata

Vario contributo a questa collezione da parte

dei Monasteri Calabresisferita allale

La

collezione del 3Ienniti tra-

Vaticanail

Condizioni delle Biblioteche dopodel

asportazioni e

terremoto

1783

opera della Cassa Sacra

Perdite perricognizione

Necessit

della

del materiale bibliografico dei Monasteri

Calabresi.

Che

resta oggi dell'opera del

Monachismo Greco Calapropriaaffreschi

brese? Ben poca cosa, per quanto riguarda Parte

mente Basiliana. I monumenti architettonici e(1) De Lorenzo, Le Quattro Terso Manipolo, pag, 126 e segg.

gli

Motte..', pag,

245 e segg.

Idem.

152cheli

decoravano soffrirono l'ingiuria del tempo e degli

ele-

menti, mentre l'ignoranza e l'incuria dei naturali van cancel-

lando qualsiasi traccia

di ruderi.

Del resto una completa ricognizionestiche Basilianetentata, sesi

delle reliquie artifatta,

non

solo

non fu ancora

ma nemmeno

eccettuano alcuni appunti pregevoli, pubblicati

da Mons.

De

Lorenzo, da Mons. Taccone Gallucci, da qualche

altro collaboratore della Rivista Storica

Calabrese e in ul-

timo,

con

competenzaOrsi.

di

scienziato e sentimento di artista,

dal Sen. Paolo

Del monastero

d S.

Maria

di Terreti, gi

rovinato

fin

dal chiudersi del 1500

non resistono che informialla fine

calcine;

mentre dell'antica Chiesa,,cora

dello

stesso

secolo an-

bene ornatamil

in

usum graecumera

ed

affidata a

due

cappellani,

De Lorenzo poteva1887il

studiare e descrivere qualgii

che avanzo. Nelnella

tempiole

privo

di

tetto

met

anteriore,

con

pareti e

pilastri

rovinati ai

mezza

altezza, nel quale stato lo

han dovuto

lasciare

ter-

remoti del 1783...

La mete,

posteriore della

Chiesasul

sopravdavanti,il

visse alla catastrofe

serrata

con

un muro

form

la cappella dell'abbazia, in cui fu continuato

culto

nei primi decennali del 1800.

Eccone

l'

architettura.

Due augustissime navatedella

laterali

fiancheggiano la principale; a capo

quale

s'addentra

un'abside proporzionata alabside quattro archiadi

corpo

dell'edificio.

Avanti dellail

sesto

acuto

sostengono

tamburo

su cui posa la cupola

forma schiacciata.insieme

Questo corpo

centrale

con

l'abside e le pro-

porzioni corrispondenti delle due

minoridi

navate formano lasquallida,

cappella conservata di S. Mariascrostata e priva diculto,,.,.

Tirreti, oggi

Fella tribuna sussiste tuttavia

^

153

qualche tratto dell'anticodisegni geometrici consioni

pavimento a mosaico, formato apoligonidi

tassellii

diverse dimenil

e

colori

vari,

tra

quali

ha larga concorrenza

verde. (1)

L'Orsi lamenta che dal 1887visitato a scopo di

in poi nessuno abbia pi

studio

questo.

monumento, per incuriave

degli uomini oggi raso al suolo e scomparso,

Eppure, mal-

gradopili

i

ripetuti insulti sismici cheil

in

otto

secoli

avevano

volte distrutto

monastero e partele absidi

della

Chiesa, le

forme in curva, cio

erano simaste incrollabili. Sedi

non che, nel 1860

al

Comune

Eeggio, divenuto propriecircostante terreno,

tario degli avanzi della Chiesetta e dello destin

a cimitero, la cuidella

cappella venne

ricavata dalla gravissimi

parte

superstiteil

Chiesa Basiliana,

Sub

danni peril

terremoto del 1908,

ma non-

croll, fino a

che

Municipio di Eeggio nell'agosto

settembre 1915 non ne

ordin la demolizione a raso suolo, senza che primasi fosseropresi rilievi e fotografe. (2)allo zelo

Dobbiamo

tuttavia esser grati

costantemente da P. Orsi dimostrato per la nostrale

Terra e per

sue

reliquie artistiche, se

oggi possiamo a-

vere la ricostruzione grafica della Chiesa, com'essa appariva

primaadi

del 1915, e

uno studio

sulle preziose placche in gessola

rilievi,

che un

tempo decoravanodel

distrutta Chiesetta

Terreti, donde, a cura

E.

Ispettore

Onorario degliri-

Scavi e Monumenti, Prof. Cav. Frane. Morabito, furonotirate e custodite nel

Magazzino Archeologico

dello

Stato,

in Eeggio.

Quantod

alla

Chiesa di S. Kicolci

di Calamizzi, le visite

Mons. D'Afflotto (1593-1638)

notano che essa misurava

(r, (2)

De Lorenzo, LeOrsi, Fiacche

Quattro Motte, pag. 142 e segg.gesso decorate.. ", pag. 3 e segg.

m

154

23 m. in lunghezza sopra 13

di

larghezza eS.

che vi eranoNicol titolaredi

due

altari, dedicati

a S. M. Maggiore e aquella di Terreti,didi

del cenobio.S.

Comeal

Trapezzomata e

Giovanni

Castaneto1783, egiorni

Calanna, anchedi

questa per

col terremoto del

sull'areail

essa e del cenobio

sorse finomizzi. (1)

ai

nostri

fabbricato

Eamirez a Cala-

Del Monasterol'antica Spelonca di

di S.

MelicuccElia

avanzano ruderi, pressoin

Speleota, tuttavia

venera-

zione ijresso

i

naturali.di S. Elia

Del

Monasterole rovine.

Ennese

d

Palmi non restano

nemmen

Anche

di quel di S.

M.

di Tridetti ogni traccia

scom-

parsa, e della sua Chiesa, piccola basilica a tre navi, dalle

dimensioni di

m.

15,50

X

10,25,

resta,

come

dice

l'Orsi,

miracolosamente intatta la facciata, oggi interrata nella sual)arte inferiore.

Cadutoad unal)erto,

il il

tetto centrale a

due falde e

i

tettucci lateralisecoli sco-

monumento, rimasto da ben due and incontro a un vero sfacelo. (2)sola,

La Chiesa abbaziale

di

S.

Giovanni

Theresti di Stilo,

dopo

tre secoli di

completo abbandono regge ancora saldaagliaffronti

nelle parti centrali

della

natura

e dell'uomo.

Ha

la

forma

di

un T

e le dimensioni di m. 29.10

X 11'20.in-

L'Orsi descrivetino -Normanno e un

particolarmenteprezioso

il

monumento Bizanmiracolosamente

dipinto,

(1)

De

Lorenzo, Le Quattro Motte, pag. 246

Nel magazzi-

no archeologico statale di Reggio C, a cura del Prof. Morabito sono che rappresentano, pur troppo ricoverate due altre colonnine l'unica reliquia superstite di S. Nicol di Calmizzi Vedi: Orsi, PlaC'che, pag. 11.(.2)

Orsi, S. Maria Tridetti, Passim.

155tatto, esistente

su

di

una paretedi

della

Chiesa stessa.

questo un grande pannello

m. 2

X ^-95

rappresentante

una Madonnasolutamente

in trono, eal

quantodisottoal

all'et

pare non possa asSvevi, ed anzi con12,

scendere

degli

molta probabilit, pare risalga

secolo

cio quasi al

momentoVisi

della fondazione della Chiesa.

osservano residui13.

di

altri dipinti

che possono ap-

partenere al sec. 12 o

Del Monastero, gi dal 1660

abbandonato dai monaci,consenso di

che, per isfuggire alle bande brigantesche, col

Papa Alessandrozione a Stilo,si

7, (1)

erano passati in

una nuova abitail

vedono alcuni avanzi, tra cuiancorail

solido

maro

che cinge in parte

monastero

col

suo poderoso

portale a bugne, opera della fine del 500 o dei primi del 600. (2)

Del Patire nulla restabattute daiterremotie

delle

costruzioni

normanne, abdi

rifatte

senza

cura

conservare

quanto d antico meritasse rispetto.

Le fabbriche ancora

esistenti dall'Orsi son giudicate dial

povera muratura, n anteriori

500.

La Chiesa

esiste

oggi

ancora,

quasi

intatta nel suoitre

vari elementi, sebbene molto travestita.

Ha

navi di m.

27.20

X 14.35.pavimento della Chiesa, colgran lunga pi nobilesuo tappeto musivo eradi

Il

la parte di

tutto

il

monumento;del

esso venne eseguito dall'abate Biasio,

successoreera

B.

Bartolomeo.to

Un

tratto delle

navi

laterali

pavimentadei

a

grandi formellepoligoni,stelle,

rettangolari,

racchiudenti

tonditrian-

congoli.

losanghe,

rombi,

spinapesce,in

Di esso sono

superstiti pochi avanzi

misero stato,

(1)

(2)

Batiffol, Op. e, pag. 44. Oksi, B- Giovanni Vecchio di

Stilo,

Passim,

156in corrispondenza alle porte laterali. Quella centrale

inveceeffetto.

trattata a vero mosaico, grossolano,

ma

di

grande

Xient'altro ha di artistico la Chiesa del Patire, dal 500in poi spogliata di tutto per Pavidit

dei violenti, favorita

anche dall'incuria dei monaci.

(1)

I maggiori danni subiti dal

Monasterodal

di

S. Adriano,

gi scosso dai terremoti, datano

1794

quando

fu sop-

presso da Ferdinandoal Collegio

4,

assegnando

fabbricato e

renditeil

Greco- Albanese di S. Benedetto Ullano. Tersola facciata della Chiesa, che,

1856 scompare

deformata ednella

al-

terata, radicalmente

rimaneggiata

nelle

absidi e

cu-

pola,

ha perduto gran parte del suo valore architettonico.Eesta sempre pregevolissimo e inparte

conservato

il

pavimentoquale d

di

marmi

di svariata e di

pittoresca

policromia, la

l'illusione

un

vasto

tappetofacilmentedi

orientale distesorisale,

per

il

tempio. L'opera magnificaal

secondo

l'Orsi,

tempo

di

S.

Bartolomeo

Rossano.

Delle preziose suppellettili sacre e delle reliquie, scom-

parse o vendute, nulla resta, salvochiuso in una custodia cilindricain

il

braccio di S. Adriano,argento, con

di

un piedein legno

rame dorato, sbalzato

e cesellato; e

una crocetta

duro, lavorata a giorno, con mirabile lavoro di microtecnicae con soggetti relativi alla Passione, forse donata, alla del 15" secolo, dai coloni albanesi. (2)

met

Un

documento che rende imperitura

la gloria del

nostro

Monachismo Greco

costituito ancora oggi

dal

patrimonio

delle antiche Biblioteche Basiliane.

Finsi

dall'8 secolo

i

Cenobi e

gli

Eremi

della

Calabria

erano arricchiti di monoscritti, provenienti dall'Oriente, da(1)

Oksi, Il Fatirion di Bossano, pag. 6 e se^g. Orsi, La Chiesa di S. Adriano, parovincie d'Italia.

codici greci che attualmente possiede l'Universit di

(1)

Vatic,

1.

(il89.

(2)

Batiffol, Op. e, pag. 3y

e segg.

159

Messina provengono appunto dalle Badie Sicilianevalenza da quella del S. Salvatore.Il

e in pre-

progetto del Menniti fu eseguito nel corso degli anni

1697, 1699.i

A

S. Basilio

De

Urbe, quindi, furono

radunatilet-

libri e,

i

monoscritti calabresiil

specialmente di genere

terario

poich

Generale

volle

abbandonare ai

Grotta

Ferrata la maggior parte deiziosissima la collezione deie q nella del Patire.

libri liturgici, tra

quali pre-

Menoea

di

S. Elia

di

Carbone

Alla collezione di Eoma, che, codices graecos

secondo

il

Montfaucon,

centum quinquaginta

circiter complectitur,

omnes ferme

in membranis, ac vetustissimos ex monasteriis, (1)i

Oalabriae advectos

17

Conventi

che

formavano adiffe-

quel tempo la Provincia di Calabria contribuirono in

rente modo, secondo la loro importanza e secondo la condi-

zione a cui la violenza e le vicende

li

avevano

ridotto.

Cos nulla diede

S.

Maria

di

Scalito

presso

Mileto,

divenuta gi una semplice grancia del Patire, tenuta da un

monacoS.

e

da undi

laico

;

e nulla diedero S. Elia di Melicucc,S.

Maria

Trapezzomata, S. Onofrio e

Maria

di Eovito,

che avevano perduto ogni importanza.S. Basilio della

Torre di Spatola aveva soltanto quattroj

monaci e

tre laici, senza libri

e senza biblioteca era pure S.

M-

codemo

di

Mammola,

gi

commenda

del Cardinale A. Carafa nel

1586, ora abitato da cinque monaci. (2) Di S. Filareto di Seminara conosciamo una quetanza fatta dal copista Giovanni Santa-

maura per alcuni manoscritti,

in data 2-8-1574. Io

Giovannepresente

Santamaura, Oyprioto, della cita

di Nicosia, per la

declaro bavere scritto Pinfra nominati libri greci in la Ven.

(1) [2)

Montfaucon, Op.

e.

face. 23*.

Batiffol, Op. e, pag. 43 e segg.

160

Abbatia

di S. Filareto,

nello

terretoro di

Semiaara, qualidalla presente

era di bisogao a farse essendo et

mancavano

Ven.

liab. et li

reverendi padri et in detta hab. stanno non

potevanolibri et

satisfare lo culto divino ordinariamente senza dettiscriverli,

per tale effecto mi hanno fattole tre

videlicet:ri tu

uno Missale graeco con tutteuso graecosi

misse

et

allo

et

soleno a dire ogniuna

alli giorni,

et si

deveno

dire con pii evangeli: et apistole, coUecte, antiphoni et altre

cose necessarie, et

si

abbisognanosanti,

alla

misa delleMessaletre.

feste co-

mandate

et di piti altri

detto

escritto discritto

carta bastarda fogli 75,altro libro

dico

quinterni

Ho

un

chiamato in

greco

Catauictyco,diofficio

intra lo

quale

sonnotica,

certi

canoni ovvero reguleitaliana voisi

chiamati Catanie-

et in lingua

dire

compassionevoli

overo

regole penitentiale, le qualeintrali

solano dire

per ogni giorno

offici

dello matutino.

In detto

libro

ho

scritto diallo

carta bastarda dui quinterni.

Ho

scritto

15

giornate

minio di marzo

et altre allo

minio di magio de modo, et hofogli 16, allo

scritto in detti dui minii,

da carta bastardal'officio

minio di aprile haggio agiungiutoquale non era scrittoalli

di S. Philoreto lo

minii,

ma era scrittolol'

separatamente

perpoi

lo

decto santo, non era delli canonizzati per essere stato

cheaet

seranocerti

canonizzatilibri

li

santi,

quale

officio

eradi

scritto

vecchi

:

etdi

io

hagioalli

scritto

novo

F ho miso

allo

minio

aprile1'

8 del

detto,

ho

scritto di charta bastarda fogli 4,

officio del1'

Corpo

di

Cristo era scritto a certi libri antiqui et io

haggio rinnobastarda

vato et lo misi allofogli 3,

triodi,

ho

scritto

di

charta

ho

scritto fogli di charta alla psalmistatuttili

dove man-

cavano et hammanoet

fogiii

151 et hanno quinterni 6

uno

foglio scritto, per lo quale

mia fattiga ho avuto dal

:

iGi

magnfico signore Giov. Pietro FalPaqua in denari contanti...et per la charta ancora et

ho miso

la quale di

era la

mia

et

l'havia comprato

d Messina ragioneregnodi Napoli,

grana 12

lo quin-

terno novit di questo

summano

denarii 3,

13 de cinnabro etlitere

altri colori

che ne abisognaro per fare lelibri

majuschule, capiversi et rubriche in dettitutti

d

sunno

d

et per fide della veritet cos

ho

scritto la pre-

sente di

mano mia

mi intendo per pagato(1)

et satisfatto.

Da

Siminara, a di 2 de agosto 1574.

S. Filareto nel

1700 era commendalaici,

di

225

scudi, era

abitato da cinque monaci e duelibreria, gi da un secolo visitata da

ed aveva una piccola

trafficanti di manoscritti. (2)

Molto invece sar stato trasportatoS. Pietro di

dal

Monasteroil

di

Arena, di cui sappiamo che, verso

1135, dal

fondatore Abatealtri

Gerasimo era statodei

dotato,

oltre:

che di

oggetti,

anche

seguenti

manoscritti

Horaria

quatuor....

Oondacia... et

unum

Tetradium... Liber quatuorornatus, cuius

Bvangeliorum aureis capitulisest

operimentumcon-

phuphundum:

Libri Evangelorum per

annum duo:

dacia alia duo: quorum aliud

Praesanctificata,:

aliud ritum

Baptismi continetsolennitatibus:

:

Acta Apostolorum

Libri duo

magni pr

Commentarla in Acta Apostolorum, Studites, Synaxarium Joannes Climacus, Geronticou, siveliber ubi:

dieta seniorumS. Athanasii: S.legis, et

alius liber S.

Ephraemalius:

:

alius S. Basilii

:

alius

Athanasii item

Liber Nomocanonis: liber

novus Paradisus, Damasceni dialogus, InterpretatioEuchologium,

Liturgiae S. Basilii,

Menaeavitas

tria

pr diurno

usu: aliud

Menaeum mensis Augusti

habens, et ser-

(1)

1888.

Codex Parisinus,

gr. 3067, fol. 47,

pubbl. da M.

Omont

nel

Batiffol, Op. e, pag. 124 e seg.

(2)

Ibid, pag. 44.

160

Abbatta

di S. Filareto,

nello

terretoro di

Semiaara, qualidalla presente

era di bisogno a farse essendo et

mancavano

Ven. bab.

et

li

reverendi padri et in detta bab. stanno nonlo culto divino

potevano satisfarelibri et

ordinariamente senza dettiscriverli,

per tale effecto mi hanno fattotutte le tre

videlicet:ri tu

uno Missale graeco conuso graecodire consi

misse

et

allo

et

soleno a dire oguiuna

alli giorni,

et si

deveno

pii evangeli: et apistole, collecte, antiphoni et altresi

cose necessarie, et

abbisognanosanti,

alla

misa delle festeMessaletre.

co-

mandate

et di pii altri

detto

escritto dscritto

carta bastarda fogli 75,altro libro

dico

quinterni

Ho

un

chiamato in

greco

Catanictyco,diofficio

intra lo

quale

sonno certi canoni ovvero regaletica,

chiamati catanic-

et in lingua

italiana voisi

dire

compassionevoli

overo

regole penitentiale, le qualeintrali

solano dire

per ogni giorno

offici

dello matutino.

In detto

libro

ho

scritto diallo

carta bastarda dui quinterni.

Ho

scritto

lo

giornate

minio

di

marzo

et altre allo

minio di magio de modo, et hofogli 16, allo

scritto in detti dui mnii,

da carta bastardal'officio

minio di aprile haggio agiungiutoquale non era scrittoalli

di S. Philoreto lo

minii,deltili

ma

era scrtto separatamente

per lo decto santo, non erapoi

canonizzati per essere statolo1'

cheaet

seranocertil'

canonizzatilibri

santi,

quale

officio

eradi

scritto

vecchi

:

et di

io

hagioalli

scritto

novo

ho miso

allo

minio

aprile1'

8 del

detto,

ho

scritto di charta bastarda fogli 4,

officio del1'

Corpo di

Cristo era scritto a certi libri antiqui et io

haggio rinnobastarda

vato et lo misi allofogli 3,

triodi,

ho

scritto

di

charta

ho

scritto fogli di charta alla psalmistatuttili

dove man-

cavano et hammanoet

fogiii

151 et hanno quinterni 6

uno

foglio scritto, per lo quale

mia fattiga ho avuto dal

IGlmagnifco signore Giov. Pietro Fall^aqua in denari contanti...et per la charta ancora et

ho miso

la

qualedi

era la

mia

et

l'havia comprato

d Messina raginelis'apoli,

grana 12

lo quin-

terno novit di questo regno di

summano

denarii 3,

13 delitere

cinnabro et altri colori

che ne abisognaro per fare lelibri

majuschule, capiversi et rubriche in dettitutti

d

sunno

d

et per fide della verit et cos

ho

scritto la pre-

sente di

mano mia

mi intendo per pagato(1)

et satisfatto.

Da

Simnara, a di 2 de agosto 1574.

S. Filareto nel

1700 era commenda

di

225

scudi, era

abitato da cinque monaci e due laici, ed avevalibreria, gi

una piccola

da un secolo visitata da

trafficanti di manoscritti. (2)

Molto invece sar stato trasportatoS. Pietro di

dal

Monasteroil

di

Arena, di cui sappiamo che, verso

1135, dal

fondatore Abatealtri

Gerasimo era statodei

dotato,

oltre:

che di

oggetti,

anche

seguenti

manoscritti

Horaria

quatuor....

Gondacia... et

unum

Tetradium... Liber quatuorornatus, cuius

Evangeliorum aureis capitulisest

operimentumcon-

phuphundum:

Libri Evangeliorum peraliud

annum duo:

dacia alia duo: quorum

Praesanctficata,

aliud ritum

Baptismi continetsolennitatibusStudites,:

Acta Apostolorum: Libri duo magni pr liber ubi Commentaria in Acta Apostolorum,:

Synaxarium:

Joannes

Climacus,:

Geronticou,:

sivealius

dieta seniorum

alius liber S.

Ephraem

alius S. Basilii

S. Athanasii: S. Athanasii item alius: Liber Fomocanonis: liberlegis, et

novus Paradisus, Damasceni dialogus, InterpretatioEuchologium,

Liturgiae S. Basilii,

Menaeavitas

tria

pr diurno

usu: aliud

Menaeum mensis Augusti

habens, et ser-

(1)

1888.

Godex Parisimis,

gv. 3067, fol. 47, pubbl.

da M. Omont nel

Batiffol, Op. e, pag. 124 e seg.

(2)

Ibid, pag. 44.

6^

mones pr

lectionibus: libri duo Beati tutti num:

cura Phota-

gogiis Sticheraria duo

Psalteria duo,

Triodia

duo,

unum

pr Quadragesima^ aliud a Pascha usque adtecosten,

Sanctam Pen-

unum,

et

Propheticum unum, Anastasima duo, Catanycticum Paracleticum, Contacium parvum, et Scbematolo-

gium, Horologia duo^ Irmologium

unum librum

Isaaci. (1)

Dello stesso Monastero conosciamo un altrodi manoscritti, fattotario,

inventario

da Bernardino de Mendoza, Commendanello stesso anno 1579. Libri greci de la predita

ecclesia:

Imprimis uno missale greco. Item undeci

libri in

perga-

meno nominati

evangelistari. Item

quatro

libri

de epistola,

tre piezi de libri de profecia,

ciuco

piezi del salmista, dui

piezi de triode, dui piezi de libri festivi, sei de emineis, tre

de anastissimo, dui de strigeraro^ uno piezo

di libro tripico,

un

catliauitico,

uno

paraclitico, tre piezi

de

sinaxari,

uno

pezoto de missale,ferenti autori.(2)

4G pezi de

libri

piculi et grandi di dif-

Da

S.

Bartolomeo(3)

di

Trigona furono trasportati soltanto

libri liturgici.

Importantissima era la collezione posseduta dalla Badiadi S.

Giovanni,

di Stilo,

caput monasteriorum convicinorum

O. S. B.

specialmente perch ricca di pergamene grechela

dei secoli 11, 12 e 13. G-i

Commissione della Sacrafin

Visita, presieduta dal P. Marcello Terracina,

dal,

1551,e tro-

accedendo die

3 aprilis

ad dictum monasteriura

vandolo, rara eccezione, antiquo more comijetenter instruc-

(1)

Tip.

MoNTFAUCON, Op. c, C, p:ig. I(j4 e Segj;.Batiffoi., Op.V.,

facc. 404.

- Capialbi V., Memorie delle

(2)

pag. 123.

(3) Ibid, pag. 44.

163

tumtis

et,

opulntum

in reditibus, sacris reliquis

efc

ornamenan-

aveva ordinato

qiiod dentnr cliartae scriptiirae.

tiqnae dicti monasterii, et claudentur in una arca

(1)

Da un

inventario redatto

il

28-12-1603, a tempo del Priore P.

D, Paolo Capimolla, si legg'e esservi stato a quel tempo in sacrestia: 1) un sacchetto di scritturi in bergamina greciet latini;

2)

tutto

lo

finimento4)

di

lofitio

greco

j

3)

Dueuno

psalteritipico;

in5)

percimina a mano;4 missali greciscritti

uno anastasimo

et

a

mano

;

6);

uno evaugeli7);

stario in

bergamina grande

scritto a

mano

tre pezzi di8)

libra greci in

bergamina vecchi senza principiomissalimod'erni, et

uno miunode

nolojo

;

9)

due

uno antico

et

libri pontificali.

Nell'inventario dei 28 luglioPoliti Sacristano del

1606 fatto da D. MarsilioIoanni d Stilogreci, etsi

Monisteropieno

di S.

no2)

tano

:

1)

Uno

saccullo

di scritturi

latini.3)

un missalialtri

latino

moderno stampatotriodi,

in

Salamancha,

Due

latini

vecchi et unoet

et penticostario

greci, 4)6)

una epistolaasfalojo, 7)

evangeliopezzi di

greci, 5)

uno anostasimo,loficio,

uno

Cinque

Minei di dir

8)

Quattro

missali greci grandi in

mezzo

foglio di carta

reali scritti a

mano,

9)

Due

insalmisti greci in

bergamina vecchi,

10)

CTno

parodstico in bergamina vecchio, 11) due salmista a stampa12)

uno

tipico scrtto a

manoun

in

bergamina vecchio, 13) unogreco inberga-

triodi in

bergamina, 14j

vangelistario

minapezzo

coi capitonzi di oro et coverte

con taboletti, 15)

uno

di

libro a

stampa greco, 16) quindici pezzi

di libri

greci vecchi tra piccoli e grandi.

Kell'iuventario fatto per ordine del P. Eev. D. Atanasio

(1)

Batiffol, Op. e, yag. 109,

164di

Trayna Vicario Apostolico

Grenerale, esi

D. Atanasio Eosio:

Secretarlo l'anno 1607 a 27 luglio1)

notano2)

Dodici mesi dell'anno a stampa,3)

uno

triodio

:

un

pinticostario,

uno anastasimo,mano,5)

4)

uno

evangelistario a

stampa e

altro a

un

tliesoro della lingua greca, 6)

Quattro missali a mano,

7)

un

altro

anastasimo a mano,10)

8)

una

historia delli Etio]3^ 9)

uno Paraclito a mano,

unoti-

Sinassario a mano,

11) due

salmista a stampa, 12) uno

pico a mano, 13) uno Tetraevangelon, 14) uno missali a mano,15)17)

uno

tipico vecchio, 16)

uno Triodio

scritto in carta pecora,

uno Festicum in carta pecora, 18) tre Salmisti scritti a mano, de li quali uno se n' imprestato a S. Onofrio del

Oao

in dioc. di Mileto, 19)L'ofiftio

uno Marc' Evangelista

scritto a

mano, 20)

di

Pentecoste a mano, 21) uno Condacaropezzi di libri

in (?arta pecora, 22) quattro

senza

principio,

23) altro pezzo senza principio.

Poi siegue

la

numerazione delle Bolle Pontifcie,:

clie

erano nove e quindi continua

24)

Numeroli

d'istrumenti greci

in carta di pecora, et concessioni sopra

beni

dell' Abbatia,

non piombati, sono

di

numero

80.3.

25) Strumenti greci in

carta di pecora piombati, num.

26) Strumenti, latini in carta pecora piombati,fra concessioni soprali

numdeli

beni

dell'

Abbatia

e bulli

Ar-

cimandriti,

sono dili

num. 25.

27) Strumenti

latini

non

.l)iombati sopra

beni dell'abbatia sono di num. 16 in cartaaltri

di pecora. 28)

Quattro

strumenti di carta membranacea,Si

quali non

si

ponno discernere.

dee credere di non indifferente

valore l'Evangelistario co' capitonzi di oro et coverte con taboletti.

Da un diploma pubblicato

dal

Montfaucon

(in Pai.

GraecaBrullo,

lib.

6 fac. 413) rilevasi clie

un

tal

Filippo di Giov.

vestito l'abito monastico^ fra gli altri beni cbe don al

Mon,

165di S.

Giov. Teresti in gennaio 1165 vi

ofiPr

ancora libros

septem Acta Apostolorum et librum alium

dictum

Flores:

Psalterium item blattis opertnm com cruce argentea et prominentiis

eiusdem

materiae:

aliud

quoque

Psalterium

et

Grammaticas Quaestiones: alium etiam librum antiqum Astronomiae. habentem Genethlia et horologium.

AncheMaria

la grancia di

S.

Giovanni Theresti, detta sua libreria eil

S.

di la Stilla ,

aveva

la

suo corredo di

manoscritti,

come

si

vede dal seguente inventario redatto ai

31 agosto 1604, e attualmente esistente, comedi S.1)

precedenti

Giovanni, nella Biblioteca privata di Y. Capialbi:

Due

strumenti in carta di pecora latinidi

;

2- tri

stru-

menti in carta

pecora greci;

3) tutti

li

libri di lofltio

in

N.

di 12; 4) Tridici pezzi di libri inscritti

bergamina greci vecchi;stracciati; 6) lalatini a stam(1)

5) otto libretti

a

mano

et

stampa mezzi7)

legenda Sanctorum a stampa latina;

due missali

pa e

due greci;

8)

uno staur Anastasimo vecchio amano.

Alla collezione del Menniti diederole

maggior contributo

Badie

di

Carbone e

del Patire, siccome dichiara lo stessoi

Menniti a capo del suo catalogo, dove sta scritto chenoscritti

ma-

provengono

e

pluribus

Calabriae

etIl

LucaniaeCatalogo

monasteriis, praesertim Carbonensi et Patiriensi

del Menniti, conservato alla Vaticana, fu redatto dal celebre

Basilano Calabrese, P. Crisosfomo Scarf, ricordato dal Muratori nel

Thesaurus novus veterum

(I.

Pag. 1817-1818) Abbiamocataloghidi manoscritti,

ancora la Tavola generale di 132

quos coUegit ac non paucos manu sua descripsit D. B. de;

Moutfaucon

dei quali

manoscritti,

divisi in

quattro inquello

ventari, secondo la loro provenienza,

manca

proprio

del Patire, che,

non essendo

inscritto nella Bibliotheca B-

(1)

Capialbi V., Memorie

delle Tipofjraje C., pag.

143 e segg.

166bliothecarum

,

and disperso

(1)

tuttava

s

conosce un in-

ventario, steso nel 1751, completamente due anastasimi,

un

pentecostarion,

un menacum

foticyanni,

tutti in

folio:

un

pentecostarion in piccolo formato, unsalteri,

breviario

greco, due

un messale, una

copia,

scritta a

mano contenente

l'ufficio di S.

Nilo e di S. Bartolomeo. L'inventario che pure

ricorda gli oggetti di cucina,

non

accenna n ad archivio

n a biblioteca; e quindiil

si

pu ritenere che a questa epocai

Patire non possedeva altro cheTirella

suindicati libri corali. (2)si

sacrestia fra

i

libri di

culto

conservaal

ancora

un AeixovQyixv grecoI manoscritti e

latino,

che risale soltantodi solo

1683, le(3)

gato a ricche impressioni d'oro,i

valore bibliografico.

libri delle

Biblioteche Basiliane Cala

bresi sono attualmente alla Biblioteca Vaticana, trasportativi

non

si

sa bene in quale anno

;

certo nel 1780 la collezione

greca vi era stata gi trasferita da S. Basilio de Urbe, per7notivi del pari ignoti. Soltanto

da un'iscrizione dipinta sulnord delYaticano,

portale del Card. Zelada, nella galleriasi

pu arguire che6" e

la collezione fu acquistata

personalmente(4)

da Pio

da

lui donatii alla

Biblioteca Apostolica.

In

seguito al provvedimento del Menniti le biblioteche Basiliane

furono totalmente privateminiature.asportatii

dei

manoscritti

antichi

e

delle

Anche

dei

libri

a

stampa furono

selezionati e

pi pregiati.

da lamentare inoltre che quantoegli

di libri e di manoscritti

aveva

lasciato nei

Monasteri

Calabresi e

le

rovine del 1783 avevano tuttavia risparmiato

(1)(2)

Batiffol. pag.Idem, pag.Orsi,46,

45,

Op.e.

e

Op.

(3)

La

Chiesa di S, Adriano... in Boll. d'Arte, settembre

1921 pag, 121.(4)

Batiffol, Op.

e.,

pag. iQ e sogg.

167sia

dovuto perire poi o andare disperso, grazie

aiil

provvediPignatelli

menti della Cassa Sacra. Infatti nel giugno 1784decretava che coilibri e codici deisi

Monasteri conquassati e

annieutati dai terremoti

formassero biblioteche a Reggio,quale ultimaecitt

OatanzarOj Cotrone e Monteleonej nella

vennero portate ben 332 casse di

libri

manoscritti.

Ma,intra-

non

effettuate queste fondazioni per gravissimi ostacoli sorti,piti

tanta dovizia rest senza custodia e in balia deiprendenti. Vero Baffi,

che

il

Governo fapoletano deput P.E. Accademiail

bibliotecario

della

delle

Scienze,il

adGri-

illustrare le antiche

pergamene. Per

Baffi, scrive

maldi, dopo di aver visitato gli archivi di Monteleone, Miletoe Eeggio, vac

solamente

all'

illustrazione

delle

carte pii

vetuste ed importanti. Ritornato

a N'apoli

port seco

di-

plomi di maggiore interesse e fattoneli

un dotto commento

depose nella Biblioteca Borbonica.

Raccomandato poiresto delle antichein Oatanzaro, rest

alle private

cure

di

Cassa Sacra^

il

memorie Calabresi, ammassato

e confusotarli.

lungamente preda dell'umido e deii

I pili importanti titoli furono involati,

migliori manoscrittisi

formarono

il

lusso ozioso di privatiatti dell'

scaffali e, se

eccet-

tuino pochi pregevoli

antica

economia

monastica,

ora raccolti nell'Archivio Provinciale difonte inesausta di storici

Catanzaro,

questa

documenti and irreparabilmente

perduta.

(1)si

Ci nonostante, a chi

accinge a

tentare

una

storia

documentata della Calabria s'impone,

anzitutto,

la ricogni-

zione delle carte, dei diplomi e dei codici a stampa custoditinella

Vaticana,

nel

grandeIlifapoli,

Archivio

e nelle

biblioteche

pubbliche e private di

negli Archivi

Provinciali di

(1)

Grimaldi, Op. e, pag.

104.

168

Reggio e Catanzaro, in qualche raccoltae Monteleone.

privata di Eegglo

Diuturno e

difficile

lavoro questo, che per sar di solallo,

lievo spirituale e d'incentivo a egregie opere

studioso

amante innamoratodal

della sua terra natia, la Calabria, la qualeripetere, ancora per tantoil

Monachismo Italo-Greco potdi

volger

secoli

dopo

l'Evo

classico,

vanto di

essere

Maga Graecia

e gran

Madre

di Santi.

~ * t"

t*

-

INDICEDedica Prefazione BlBLIOGRATIACapo

Pag.

I

II Ili

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.

IV

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VVIVII vili

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.

IX

.

XXIXIIXIII

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XIV

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