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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLIII n. 62 (46.306) Città del Vaticano venerdì 15 marzo 2013 . y(7HA3J1*QSSKKM( +@!"!%!=!, Dall’elezione nella Cappella Sistina alla preghiera in piazza San Pietro Un Papa che si chiama Francesco Il nome e le parole Sono bastati un nome e poche semplici parole per mostrare a Roma e al mondo il nuovo successore dell’apostolo Pietro, che ha soffiato via settimane di pronostici tan- to numerosi quanto evidentemente infon- dati. E ancora una volta la Chiesa cattoli- ca, attraverso un collegio elettorale esem- plarmente responsabile, si è dimostrata ca- pace di una scelta che entra nella storia per la sua coraggiosa novità. Dopo tredici secoli (dal tempo cioè di Gregorio III e dei suoi predecessori prove- nienti dalla Siria), è stato infatti eletto per Roma un vescovo che non viene dal conti- nente europeo. Ma c’è di più: per la pri- ma volta il Papa giunge dall’America e dalla Compagnia di Gesù, l’ordine religio- so fondato da Ignazio di Loyola all’alba dell’età moderna per aderire alla radicalità di Cristo. Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arci- vescovo di Buenos Aires, dopo avere ac- cettato la nomina in conclave ha detto di volersi chiamare Francesco, con una deci- sione anch’essa senza precedenti nella sto- ria delle successioni papali. Il Romano Pontefice ha così scelto un nome che è di- venuto cristiano grazie al santo di Assisi, nel quale già i contemporanei riconobbero un “secondo Cristo” (alter Christus). Nome simbolicamente così evocativo da ricorrere singolarmente negli auspici e nel- le speranze di moltissime persone, cattoli- che ma in parte anche non appartenenti in modo visibile alla Chiesa: rivelando spe- ranze e desideri che molto dicono di ciò che si attende da quanti professano la fede in Cristo. E questo si è capito da una piazza San Pietro battuta da una pioggia fredda eppure stracolma per l’attesa, così come più tardi da molti titoli e commenti mediatici. È stato Giovanni Paolo II, seguito in questo dal suo successore, a improvvisare alcune parole subito dopo il tradizionale annuncio dell’elezione. Ma per primo Pa- pa Francesco ha pregato in modo nuovo: per Benedetto XVI «perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca», re- citando il Padre nostro, l’Avemaria e il Gloria al Padre, mentre inedita e sconvol- gente è stata la richiesta di preghiera in si- lenzio al popolo per invocare la benedi- zione di Dio sul suo vescovo. Così il silenzio quasi irreale sceso sulla folla prima della solenne benedizione è stato l’unica eco delle parole antiche e nuove pronunciate da Papa Francesco. A segnare il cammino della sua Chiesa, che presiede nella carità tutte le altre, secondo l’espressione del martire Ignazio, vescovo di Antiochia. Un cammino di fratellanza, amore e fiducia aperto a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Che il nuovo vescovo di Roma ha benedetto. g.m.v. A Santa Maria Maggiore davanti alla Salus populi Romani Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia della Benedizione della basilica Vaticana poco dopo le 20.20 di mercoledì 13 marzo e ha rivolto alla folla di fedeli che gremiva piazza San Pietro le seguenti parole. Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vesco- vo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo... ma siamo qui... Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Pre- ghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. Dopo la recita del Padre Nostro, dell’Ave Maria e del Gloria al Padre, il Papa ha così continuato. E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e po- polo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fra- tellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evan- gelizzazione di questa città tanto bella! E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima — prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popo- lo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedi- ca: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me. A questo punto il Pontefice ha chinato il capo ed è rimasto per alcuni istanti in silenzio mentre la piazza pregava per lui. Quindi ha così proseguito. Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Al termine della benedizione il Papa ha così concluso. Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci vediamo presto: domani vo- glio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo! Una promessa mantenuta: come annunciato al momento dell’elezione, nella sua prima uscita dal Vaticano, Papa Francesco è andato «a pregare la Madonna, perché custodi- sca tutta Roma». Con un mazzolino di fiori in mano, come un semplice pellegrino, il Pontefice si è recato stamattina, giovedì 14, nella basilica di Santa Maria Maggiore per una preghiera alla Vergine, venerata con il titolo di Salus populi Romani. Una visita in forma privata, semplice, protrattasi per circa mezz’ora, nella basilica papale chiusa ai fedeli. Il vescovo di Roma vi è giunto poco dopo le 8, a bordo di una vettura dell’autoparco vaticano. Con lui erano i cardinali Vallini, suo vicario generale per la diocesi, e Abril y Castelló, arci- prete di Santa Maria Maggiore, l’arcivescovo Gänswein, pre- fetto della Casa Pontificia, monsignor Sapienza, reggente della Prefettura, e il gesuita Lombardi, direttore della Radio Vaticana e della Sala Stampa della Santa Sede. Nella Cappella Paolina ha poi deposto dei fiori davanti all’antica icona mariana, molto amata dai cittadini di Roma, e ha sostato in silenzioso raccoglimento. Al termine della preghiera è stato intonato il Salve regina in latino, poi il Pa- pa ha salutato i canonici del Capitolo liberiano, i peniten- zieri domenicani — ai quali ha raccomandato di essere mise- ricordiosi — i frati francescani dell’Immacolata con le suore che si occupano della sagrestia, i laici dell’associazione libe- riana. Il Pontefice si è anche recato nella cappella Sistina, re- staurata di recente, affacciandosi verso la cripta — dov’è con- servato l’altare sul quale il fondatore della Compagnia di Gesù, sant’Ignazio di Loyola, celebrò la sua prima messa nella notte di Natale del 1538 — e sostando presso la tomba di san Pio V. Infine, prima di congedarsi, ha voluto intratte- nersi anche con i dipendenti della basilica. All’esterno, uscendo dal retro su piazza dell’Esquilino, prima di risalire sull’autovettura per il rientro in Vaticano, Papa Francesco ha salutato con la mano alcuni studenti che lo applaudivano dalle finestre del liceo romano Albertelli.

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLIII n. 62 (46.306) Città del Vaticano venerdì 15 marzo 2013

.

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D all’elezione nella Cappella Sistina alla preghiera in piazza San Pietro

Un Papa che si chiama FrancescoIl nome

e le paroleSono bastati un nome e poche sempliciparole per mostrare a Roma e al mondo ilnuovo successore dell’apostolo Pietro, cheha soffiato via settimane di pronostici tan-to numerosi quanto evidentemente infon-dati. E ancora una volta la Chiesa cattoli-ca, attraverso un collegio elettorale esem-plarmente responsabile, si è dimostrata ca-pace di una scelta che entra nella storiaper la sua coraggiosa novità.

Dopo tredici secoli (dal tempo cioè diGregorio III e dei suoi predecessori prove-nienti dalla Siria), è stato infatti eletto perRoma un vescovo che non viene dal conti-nente europeo. Ma c’è di più: per la pri-ma volta il Papa giunge dall’America edalla Compagnia di Gesù, l’ordine religio-so fondato da Ignazio di Loyola all’albadell’età moderna per aderire alla radicalitàdi Cristo.

Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arci-vescovo di Buenos Aires, dopo avere ac-cettato la nomina in conclave ha detto divolersi chiamare Francesco, con una deci-sione anch’essa senza precedenti nella sto-ria delle successioni papali. Il RomanoPontefice ha così scelto un nome che è di-venuto cristiano grazie al santo di Assisi,nel quale già i contemporanei riconobberoun “secondo Cristo” (alter Christus).

Nome simbolicamente così evocativo daricorrere singolarmente negli auspici e nel-le speranze di moltissime persone, cattoli-che ma in parte anche non appartenenti inmodo visibile alla Chiesa: rivelando spe-ranze e desideri che molto dicono di ciòche si attende da quanti professano la fedein Cristo. E questo si è capito da unapiazza San Pietro battuta da una pioggiafredda eppure stracolma per l’attesa, cosìcome più tardi da molti titoli e commentimediatici.

È stato Giovanni Paolo II, seguito inquesto dal suo successore, a improvvisarealcune parole subito dopo il tradizionaleannuncio dell’elezione. Ma per primo Pa-pa Francesco ha pregato in modo nuovo:per Benedetto XVI «perché il Signore lobenedica e la Madonna lo custodisca», re-citando il Padre nostro, l’Avemaria e ilGloria al Padre, mentre inedita e sconvol-gente è stata la richiesta di preghiera in si-lenzio al popolo per invocare la benedi-zione di Dio sul suo vescovo.

Così il silenzio quasi irreale sceso sullafolla prima della solenne benedizione èstato l’unica eco delle parole antiche enuove pronunciate da Papa Francesco. Asegnare il cammino della sua Chiesa, chepresiede nella carità tutte le altre, secondol’espressione del martire Ignazio, vescovodi Antiochia. Un cammino di fratellanza,amore e fiducia aperto a tutti gli uomini ele donne di buona volontà. Che il nuovovescovo di Roma ha benedetto.

g. m .v.

A Santa Maria Maggioredavanti alla Salus populi Romani

Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia della Benedizionedella basilica Vaticana poco dopo le 20.20 di mercoledì13 marzo e ha rivolto alla folla di fedeli che gremiva piazzaSan Pietro le seguenti parole.

Fratelli e sorelle, buonasera!Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un Vesco-vo a Roma. Sembra che i miei fratelli Cardinali siano andatia prenderlo quasi alla fine del mondo... ma siamo qui... Viringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Romaha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare unapreghiera per il nostro Vescovo emerito, Benedetto XVI. Pre-ghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica ela Madonna lo custodisca.

Dopo la recita del Padre Nostro, dell’Ave Maria e del Gloria alPadre, il Papa ha così continuato.

E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e po-polo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quellache presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fra-tellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre pernoi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perchéci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo camminodi Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà ilmio Cardinale Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evan-gelizzazione di questa città tanto bella!

E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima — prima,vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popo-lo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedi-ca: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per ilsuo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi sudi me.

A questo punto il Pontefice ha chinato il capo ed è rimasto peralcuni istanti in silenzio mentre la piazza pregava per lui.Quindi ha così proseguito.

Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, atutti gli uomini e le donne di buona volontà.

Al termine della benedizione il Papa ha così concluso.

Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza.Pregate per me e a presto! Ci vediamo presto: domani vo-glio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tuttaRoma. Buona notte e buon riposo!

Una promessa mantenuta: come annunciato al momentodell’elezione, nella sua prima uscita dal Vaticano, PapaFrancesco è andato «a pregare la Madonna, perché custodi-sca tutta Roma». Con un mazzolino di fiori in mano, comeun semplice pellegrino, il Pontefice si è recato stamattina,giovedì 14, nella basilica di Santa Maria Maggiore per unapreghiera alla Vergine, venerata con il titolo di Salus populiRomani.

Una visita in forma privata, semplice, protrattasi per circamezz’ora, nella basilica papale chiusa ai fedeli. Il vescovo diRoma vi è giunto poco dopo le 8, a bordo di una vetturadell’autoparco vaticano. Con lui erano i cardinali Vallini,suo vicario generale per la diocesi, e Abril y Castelló, arci-prete di Santa Maria Maggiore, l’arcivescovo Gänswein, pre-fetto della Casa Pontificia, monsignor Sapienza, reggente

della Prefettura, e il gesuita Lombardi, direttore della RadioVaticana e della Sala Stampa della Santa Sede.

Nella Cappella Paolina ha poi deposto dei fiori davantiall’antica icona mariana, molto amata dai cittadini di Roma,e ha sostato in silenzioso raccoglimento. Al termine dellapreghiera è stato intonato il Salve regina in latino, poi il Pa-pa ha salutato i canonici del Capitolo liberiano, i peniten-zieri domenicani — ai quali ha raccomandato di essere mise-ricordiosi — i frati francescani dell’Immacolata con le suoreche si occupano della sagrestia, i laici dell’associazione libe-riana.

Il Pontefice si è anche recato nella cappella Sistina, re-staurata di recente, affacciandosi verso la cripta — dov’è con-servato l’altare sul quale il fondatore della Compagnia diGesù, sant’Ignazio di Loyola, celebrò la sua prima messanella notte di Natale del 1538 — e sostando presso la tombadi san Pio V. Infine, prima di congedarsi, ha voluto intratte-nersi anche con i dipendenti della basilica. All’esterno,uscendo dal retro su piazza dell’Esquilino, prima di risaliresull’autovettura per il rientro in Vaticano, Papa Francesco hasalutato con la mano alcuni studenti che lo applaudivanodalle finestre del liceo romano Albertelli.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 venerdì 15 marzo 2013

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Il Consiglio dell’Ue cerca soluzioni per combattere la crisi

Rigore e crescitanel futuro dell’E u ro p a

Nulla di fatto nelle trattative con la troika

Rinviate dal Governo grecole misure di austerità

D ublinotorna a collocare

b onddecennali

DU B L I N O, 14. L’Irlanda ha inizia-to a gettare le basi per uscire dalprogramma di salvataggio inter-nazionale e tornare così alla so-vranità economica. Per la primavolta dal 2010, quando aveva do-vuto chiedere un pacchetto di67,5 miliardi di aiuti a Ue, Fmi eBce, sottoponendosi a un pesanteprogramma di riforme e austerity,l’Irlanda ha infatti collocato ieriun bond decennale. La domandaè stata altissima, pari a 12 miliardidi euro. Dai mercati — ha dichia-rato alla stampa il ministro delleFinanze, Michael Noonan — è ar-rivata una risposta straordinaria eora il Paese, primo tra quelli eu-ropei che hanno ricevuto aiuti perrientrare sul mercato, è sulla stra-da per uscire dal salvataggio in-ternazionale.

Intese internazionaliper fermare le violenze nel Nord Kivu

L’Onu sollecitato a un impegno direttodi pacificazione e sviluppo nel Mali

La bandiera greca sull’Acropoli (Reuters)

ATENE, 14. Nulla di fatto nei collo-qui tra il Governo greco e gliesperti della troika (Fondo mone-tario internazionale, Commissioneeuropea e Banca centrale europea),con Atene che ha deciso di rinvia-re le sue misure di austerità. «Tuttii problemi sul tappeto non hannotrovato alcuna soluzione», ha in-fatti annunciato alla stampa il mi-nistro delle Finanze, YannisStournaras, affermando che essi sa-ranno risolti al momento della re-stituzione dell’audit trimestrale.

Mentre la Grecia sta entrandonel suo quarto anno di austerità enel sesto di grave recessione eco-nomica, il primo ministro, AntonisSamaras, ha dichiarato di fronte aisocialisti e agli alleati della sinistramoderata l’intenzione di ridurrel’onere fiscale del Paese. «Non cisaranno più misure di austerità»ha garantito durante un discorsoalla televisione alla commissionepolitica del suo partito, aggiun-gendo che «non appena la crescitariprenderà, saranno gradualmenteintrodotti sgravi fiscali». L’Esecuti-vo ha già abbassato il livellodell’iva sulla ristorazione, impostonel 2011 al 23 per cento e conside-rato controproducente per un Pae-se che vive in gran parte sul turi-smo. Gli esperti della troika, che sitrovano ad Atene dallo scorsa set-timana, dovrebbero ripartire giove-dì per tornare poi all’inizio diaprile.

BA M A KO, 14. I combattimenti nelMali non s’interrompono, ma il Go-verno francese ritiene di essere sulpunto di concludere con successol’operazione militare nel nord delMali contro i gruppi jihadisti e sol-lecita un intervento diretto dell’O nuper la pacificazione e lo sviluppodel Paese. «Stiamo vincendo laguerra», ha dichiarato oggi il mini-stro degli Esteri, Laurent Fabius, ri-conoscendo però che «ora bisognavincere la pace». Fabius ha confer-mato che probabilmente ad aprileverrà approvata una risoluzione delConsiglio di sicurezza dell’Onu perdare il via libera a un’operazione di

peacekeeping in Mali, che potrebbedispiegare fino a 10.000 uomini pri-ma delle elezioni generali previsteper il prossimo luglio. I caschi bludovrebbero così subentrare ai solda-ti francesi e inglobare l’attuale mis-sione Misma che li fiancheggia. Di-versi Paesi della Comunità economi-ca dell’Africa occidentale (Ecowas)hanno già fornito 6.300 militari, aiquali si sono aggiunte altri 2.000unità messe a disposizione dal Ciad.Anche l’Ecowas ha dato il suo con-senso formale al passaggio a unamissione Onu, anche per le difficol-tà di reperire i fondi necessari alfunzionamento della Misma.

Non mancano, però, i timori chela presenza jihadista resti forte e chepossa minacciare anche i Paesi con-finanti. In questo senso si è espressoil rappresentante dell’Onu per ilSahel, l’italiano Romano Prodi, se-condo il quale i Governi di Paesiquali Burkina Faso, Niger e Mauri-tania «hanno lo stesso timore, pernon dire ossessione, di un contagiodel proprio territorio» da parte digruppi di matrice fondamentalistaislamica, come Al Qaeda per il Ma-ghreb islamico e il Movimento perl’unicità e il jihad nell’Afica occi-dentale, che l’anno scorso hannopreso il controllo del nord del Mali.

All’opp osizionele legislative

in GroenlandiaCOPENAGHEN, 14. L’opp osizionedel Siumut Party ha vinto le ele-zioni legislative di ieri in Groe-nlandia, territorio della Danimar-ca con parziale autonomia. Se-condo i risultati ufficiali diffusidalla Commissione elettorale diNuuk, il Siumut Party, guidatoda Aleqa Hammond, ha conqui-stato il 42,8 per cento delle prefe-renze. L’Inuit Ataqatigiit Party,del primo ministro uscente, Kuu-pik Kleist, ha invece ottenuto il34,4 per cento dei voti. Rispettoalle precedenti elezioni legislativedel 2009, il Siumut Party ha gua-dagnando il 16 per cento dei pun-ti in più, mentre l’InuitAtaqatigiit Party ha perso il 9 percento dei consensi.

Hammond, sorprese a parte,diventerà, quindi, la prima donnapremier della Groenlandia, l’isolapiù grande del mondo per super-ficie situata nell’estremo norddell’Atlantico. La sconfitta, secon-do quanto dichiarato oggi daKleist è legata alle «impopolaridecisioni che abbiamo dovutop re n d e re » .

Le reazioni delle organizzazioni internazionali e dei Governi all’elezione del Pontefice

Il mondodavanti a Papa Francesco

NEW YORK, 14. Dialogo, pace e at-tenzione ai poveri sono gli elementipiù ricorrenti nelle dichiarazionigiunte da organizzazioni internazio-nali e Governi di tutto il mondo perl’elezione di Papa Francesco.

Il segretario generale dell’O nu,Ban Ki-moon si è detto «pronto aproseguire nella cooperazione tra leNazioni Unite e la Santa Sede sottola saggia guida» del Papa. Il segre-tario dell'Onu ha ricordato «i comu-ni obiettivi» della promozione dellapace, della giustizia sociale e dei di-ritti umani e l’eliminazione della po-vertà e della fame. Ban Ki-moon siè detto inoltre fiducioso che PapaFrancesco continuerà a «costruiresull’eredità del suo predecessore, Be-nedetto XVI, nella promozione deldialogo tra le religioni».

In America l’elezione di PapaFrancesco ha suscitato entusiasmo esperanza che emergono dalle dichia-razioni dei diversi leader. Il presi-dente argentino, Cristina Fernándezde Kirchner ha annunciato che saràa Roma per la messa di inizio ponti-ficato, il 19 marzo, e ha espressol’auspicio di buoni frutti per la«giustizia, l’uguaglianza, la fraterni-tà e la pace nel mondo».

Il presidente brasiliano, DilmaRousseff, il cui Paese conta il più al-to numero di cattolici al mondo, si ècongratulata con Papa Francesco, laChiesa cattolica e il popolo argenti-no e ha sottolineato l’elezione del

primo Papa latinoamericano, che ilBrasile attende di ospitare a luglioper la Giornata mondiale della gio-ventù. Il presidente cubano, RaúlCastro, è stato tra i primi capi diStato latinoamericani a inviare alnuovo Papa «cordiali felicitazione ei migliori auguri per il pontificato».

Di Papa Francesco come «paladi-no dei poveri e dei più vulnerabili»ha parlato il presidente degli StatiUniti, Barack Obama. «Condividia-mo la gioia di questo giorno stori-co» ha detto il presidente statuni-tense, secondo il quale la scelta delprimo Papa delle Americhe mostrala forza e la vitalità di una regionesempre più importante per il mondointero. «Sono ansioso di lavorarecon Sua Santità per portare avantila pace, la sicurezza e la dignità, aprescindere dalla fede religiosa», haaggiunto Obama.

Da Bruxelles è giunto il saluto deipresidenti della Commissione e delConsiglio europei, José Manuel Du-rão Barroso ed Herman Van Rom-puy che augurano «un lungo e be-nedetto pontificato» che permetta alnuovo Papa e alla Chiesa «di difen-dere e promuovere i valori fonda-mentali della pace, della solidarietàe della dignità umana».

Secondo il cancelliere tedesco,Angela Merkel, in molti aspettanoda Papa Francesco «una guida nonsolo per quanto riguarda la fede, maanche per quel che riguarda pace,

giustizia e tutela del creato». Il pre-sidente francese, François Hollande,ha sottolineato che la Chiesa si trovadavanti all’importante missione diaffrontare le sfide del mondo, ag-giungendo che la Francia «fedele al-la sua storia e ai principi universalidi libertà, eguaglianza e fratellanzaalla base delle sue azioni nel mon-do, proseguirà il dialogo con laChiesa con la fiducia che ha sempreavuto nella Santa Sede».

Per il primo ministro britannico,David Cameron, «l’elezione di PapaFrancesco segna un giorno impor-tante per un miliardo e duecentomilioni di cattolici nel mondo».«Calorose congratulazioni per l’ele-zione di Papa Francesco alla succes-sione nella sede apostolica» sonostate espresse dal presidente del Go-verno spagnolo, Mariano Rajoy.

Il presidente della Repubblica ita-liana, Giorgio Napolitano, ha condi-viso l’emozione del Paese per quan-to detto da Papa Francesco in piaz-za San Pietro. Fonti del Quirinale,citate dalle agenzie di stampa, riferi-scono che Napolitano è stato colpitodalla semplicità delle prime parolepronunciate dal nuovo Pontefice. Inun messaggio ufficiale inviato al Pa-pa dal presidente del Consiglio deiministri, Mario Monti, si legge che«il popolo italiano si stringe attornoa Vostra Santità, che accoglie conaffetto e gioia ricolmi di speranza efiducia». Monti aggiunge che «gli

italiani, legati da una storia specialecon il popolo argentino, oggi si ri-conoscono nel nome del loro patro-no, il santo di Assisi, uniti a tutto ilmondo nella ricerca della giustizia edella pace».

D all’Africa si sottolinea come laChiesa, in un panorama ad altissimotasso di pericolosità, sia sempreschierata con i più poveri e gliemarginati, incitando alla solidarietàe al reciproco rispetto. Tra i primi aporgere le congratulazioni al nuovoPapa il presidente uscente e quelloeletto del Kenya, Mwai Kibaki eUhuru Kenyatta.

L’agenzia di stampa statale cineseXinhua, nel dare notizia dell’elezio-ne di Papa Francesco, lo ha definito«forte sostenitore dell’aiuto ai pove-ri». Il presidente russo, VladimirPutin, in un telegramma di felicita-zioni si dice convinto che la coope-razione tra Russia a Vaticano conti-nuerà a svilupparsi con successo eaugura al Pontefice, tra l’a l t ro ,«un’attività fruttuosa per il rafforza-mento della pace e per la promozio-ne del dialogo tra civiltà e tra con-fessioni».

Un messaggio pubblico di con-gratulazioni a Papa Francesco è sta-to diffuso oggi dal capo dello Statoisraeliano, Shimon Peres, che ha ri-cordato come il nuovo Papa succedaa un Pontefice «che ha molto svi-luppato le relazioni con noi: questerelazioni sono ora al meglio». Un quotidiano colombiano con la notizia dell’elezione di Papa Francesco (Afp)

LUA N D A , 14. Un accordo di coope-razione per arginare le violenze nel-la regione orientale congolese delNord Kivu è stato siglato a Luanda,da Joseph Kabila, José EduardoDos Santos e Jacob Zuma, rispetti-vamente presidenti di RepubblicaDemocratica del Congo, Angola eSud Africa.

«I presidenti di questi tre Paesi —si legge in una nota del Governoangolano che ha organizzato l’in-contro — hanno ribadito il loro so-stegno agli sforzi del presidente Ka-bila e del suo Governo nella ricercadi pace, stabilità e sviluppo». L’estcongolese è da anni teatro di scontri

innescati da gruppi ribelli diversi,ma accomunati, secondo l’Onu, siadallo sfruttamento illegale delle in-genti risorse minerarie dell’area, siadal fatto di essere finanziati daiPaesi vicini interessati al controllodi tali risorse.

Gli scontri ripresi da un anno aquesta parte nel Nord Kivu hannotragicamente allungato il conteggiodelle vittime nella regione, mairealmente pacificata, dove secondoi dati dell’Onu ci sono state mi-gliaia di vittime. Il numero deglisfollati ha superato ormai i due mi-lioni.

BRUXELLES, 14. Un summit per tro-vare «soluzioni pragmatiche» al ri-lancio della crescita e alla lotta alladisoccupazione giovanile. I capi diStato e di Governo dei ventisettePaesi membri dell’Unione europeasi incontrano oggi e domani, vener-dì, a Bruxelles per un confrontoaperto su tutti i principali nodi del-la crisi.

«Dovremo — ha detto ieri il pre-sidente del Consiglio dell’Ue, Her-mann Van Rompuy — tradurre tuttele decisioni prese per promuovere lacrescita in azioni concrete e in risul-tati, dando la priorità assoluta alsostegno all’occupazione giovani-le». Senza però allentare gli sforziper le riforme e per il consolida-mento di bilancio — insistono aBruxelles — dove si considera senzafondamento la contrapposizione au-sterità-crescita. La posizione preva-lente nelle stanze di Bruxelles è chesenza il risanamento dei conti nonpuò esserci stabilità finanziaria esenza stabilità finanziaria non puòesserci la crescita.

Come ha sintetizzato il presiden-te della Commissione europea, JoséManuel Durão Barroso, «non pos-siamo permetterci di rallentare loslancio delle riforme», ma allo stes-so tempo «servono misure a brevetermine per rafforzare le prospettiveper la crescita», misure necessariesoprattutto a fronte della crescentediso ccupazione.

Il numero uno dell’esecutivo Uelamenta in particolare l’attuazione“troppo lenta” del Patto per la cre-scita e l’occupazione approvata nelgiugno dello scorso anno e si ram-marica che «non ci sia stato impe-gno sufficiente» per venire incontroai bisogni sociali della gente.

La bozza di conclusioni del verti-ce indica «gli investimenti amicidella crescita». In proposito, ilConsiglio europeo «ricorda che, nelpieno rispetto del Patto di stabilità,possono essere esplorate le possibi-lità offerte dall’attuale contesto fi-scale europeo per bilanciare la ne-cessità di investimenti produttivicon gli obiettivi di disciplina».

Intanto, ieri, il Parlamento diStrasburgo ha bocciato l’a c c o rd osul bilancio pluriennale per 2014-2020 e ha quindi invitato il Consi-glio a negoziare un bilancio che siapiù attento alla crescita. Le nuovetrattative potrebbero arrivare a unaconclusione entro l’estate. I treprincipali partiti del Parlamento eu-ropeo (popolari, socialdemocratici eliberali) hanno votato contro l’ac-cordo. «Non possiamo accettarel’accordo così come è adesso» hadetto il capogruppo dei popolari,Joseph Daul, in una nota in cuichiede un bilancio per la crescita el’occupazione. «Dobbiamo lavorareper un risultato che sia più attentoai bisogni dei cittadini» ha com-mentato il capogruppo dei socialde-mocratici Hannes Swoboda.

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L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 15 marzo 2013 pagina 3

Non si attenuala tensione

nella penisolac o re a n a

SEOUL, 14. Il leader nordcoreano,Kim Jong Un, e il premier sudco-reano, Jung Hong Won, hannorispettivamente visitato ieri le lorofrontiere marittime nel Mar Gial-lo dove resta alta la tensione. Illeader del regime comunista diPyongyang ha ispezionato un’uni-tà di artiglieria che nel 2010 bom-bardò l’isola sudcoreana di Yeon-pyeong, la stessa dove ieri si è re-cato il primo ministro di Seoulinvitando le truppe a essere pron-te a rispondere a un’eventualeprovocazione nordcoreana. Intan-to, le forze aeree di Pyongyanghanno aumentato lunedì i voliquotidiani dei caccia e dei velivolidi addestramento.

Proprio lunedì — fa notarel’agenzia Yonhap che cita fontimilitari di Seoul — hanno avutoinizio le esercitazioni militari con-giunte tra Corea del Sud e StatiUniti duramente criticate dallaCorea del Nord che è giunta aminacciare «un attacco nucleare».E nel corso di un’intervista allaAbc News, il presidente statuni-tense, Barack Obama, ha afferma-to: «Ci siamo assicurati di averele misure difensive per prevenirequalunque attacco sul nostro ter-ritorio». Il capo della Casa Bian-ca ha inoltre elogiato la Cina chesta “ricalcolando” la sua politicanei confronti di Pyongyang.

D all’Assemblea nazionale del popolo

Xi Jinpingeletto presidente cinese

Appello dell’Ue per la fine delle violenze

Combattimenti senza treguaa Damasco

Raggiuntoin Israelel’a c c o rd o

sul nuovo Governo

Sostegno di Obamaalla transizione in Libia

WASHINGTON, 14. Barack Obamaha espresso ieri il suo sostegno alpopolo libico, e alla transizione de-mocratica in corso nel Paese, duran-te l’incontro alla Casa Bianca con ilpremier Ali Zedan. Nel corsodell’incontro — ha detto il portavo-ce Caitlin Hayden — il presidenteha anche «riaffermato il suo impe-gno per assicurare che i colpevolidegli attacchi degli 11 settembrecontro la missione americana a Ben-gasi siano portati davanti alla giu-stizia e ha sottolineato l’imp ortanzadella cooperazione con la Libianell’inchiesta in corso».

Obama ha nominato una donnacome nuovo ambasciatore in Libia.Sarà Deborah Jones a succedere aChristopher Stevens, morto assiemead altri tre funzionari statunitensinell’assalto al consolato di Bengasilo scorso 11 settembre. Entrata al di-partimento di Stato nel 1982, Jonesè stato ambasciatore in Kuwait fra il2008 e il 2011. Fa parte del think

tank di Washington Middle EastInstitute e insegna all’Us NavalWar college. Nella sua carriera haricoperto incarichi diplomatici inTurchia, Emirati Arabi Uniti, Etio-pia e Siria. La sua nomina dovrà es-sere ora confermata dal Senato.

Intanto, la Libia avvierà nuoveconcessioni petrolifere entro la finedel 2013, le prime negli ultimi seianni. Lo ha dichiarato il ministrodel Petrolio, Abdelbari Al Arussi,che ha precisato che il suo Paesechiederà un innalzamento dellaquota di produzione all’Opec. «Ab-biamo bisogno di un po’ di tempoper studiare i dettagli. Ma presumi-bilmente annunceremo l’offerta diprospezioni petrolifere nel corso delquarto trimestre del 2013», ha spie-gato il ministro. Al-Arussi ha indi-cato che un gran numero di compa-gnie petrolifere straniere intendonolavorare in Libia, «un Paese pro-mettente dove grandi superfici nonsono ancora state esplorate».

Xi Jinping, in secondo piano insieme al presidente uscente Hu Jintao (Afp)

TEL AV I V, 14. Il premier israelianodesignato Benjamin Netanyahu èriuscito a trovare un accordo per laformazione di un Governo di coali-zione, in base ai risultati delle ele-zioni del 22 gennaio scorso. Asbloccare la situazione è stata l’asse-gnazione del ministero del-l’Istruzione alla formazione laica ecentrista Yesh Atid di Yar Lapid.L’intesa — fanno notare gli analisti— lascerà fuori dal Governo per laprima volta le formazioni della de-stra religiosa.

A tre giorni dalla scadenza deitermini di legge per la formazionedi una maggioranza in grado di go-vernare, Netanyahu ha dunque rag-giunto quota 68 seggi, sui 120 dellaKnesset (il Parlamento israeliano).Ai 31 seggi dell’alleanza Likud-Israel Beiteinu (la formazione gui-data da Netanyahu) si aggiungonoinfatti i 19 parlamentari di Lapid, i12 del partito Casa ebraica di Naf-tali Bennett e i sei voti del centristaHatnua di Tzipi Livni. Quest’ulti-ma — dicono fonti di stampa — p o-trebbe ricevere l’incarico di ministrodella Giustizia e di coordinatriceper tutte le questioni relative alprocesso di pace con i palestinesi.La sua lista è stata la prima ad ac-cettare l’alleanza con Netanyahu.

L’accordo sul nuovo Esecutivoarriva a pochi giorni dalla prima vi-sita ufficiale in Israele e in Cisgior-dania del presidente statunitense,Barack Obama. «Il presidenteincoraggerà le parti a riprendere ildialogo e i negoziati per raggiunge-re l’obiettivo dei due Stati» haspiegato il portavoce della CasaBianca. Obama arriverà in Israele il20 marzo.

Passi avantinel piano di pacetra Ankara e PkkAN KA R A , 14. È un processo dipace fragile — stando alle paroledel premier turco, Recep TayyipErdogan — ma che comincia aprodurre i primi risultati quelloavviato alla fine dello scorso an-no tra il Governo di Ankara e ilPartito dei lavoratori del Kurdi-stan (Pkk). Non è la prima voltache Ankara, tramite i suoi servizidi intelligence, gioca la carta deldialogo con il gruppo separatistacurdo, senza però mai abbando-nare i raid militari contro le basidei ribelli nel sud-est del Paese enel nord dell’Iraq. Ma è la primavolta che il Pkk risponde consegnali positivi, rilasciando sullemontagne irachene otto ostaggiturchi — sei soldati, un poliziottoe un alto funzionario —consegnati ieri a una delegazionedi parlamentari curdi e attivistidi ong.

L’Esecutivo tunisinodi fronte all’emergenza economica

TUNISI, 14. Con la cerimonia digiuramento, il nuovo Governo tuni-sino, guidato da Ali Laarayedh, en-tra nel pieno del mandato, in unmomento delicatissimo per il Paese,alle prese con una serie di emergen-ze che il premier non ha affatto na-scosto.

Dopo una lunga sequenza di in-terventi per dichiarazione di voto, ideputati dell’Assemblea costituentesi sono espressi ieri sulla fiduciaall’Esecutivo e il risultato — 139 votia favore, 30 in più dei 109 dellamaggioranza assoluta — ha confer-mato che l’alleanza tripartita traEnnahdha, Ettakatol e Congressoper la Repubblica è ben più saldadi quanto si pensasse. Ma a farenotizia è la frammentazione delleopposizioni che, dopo avere critica-to Laarayedh e il suo programma diGoverno, si sono sbriciolate in tredistinti tronconi: chi ha votato no(45); chi si è astenuto (13); chi ha

preferito non presentarsi in aula(20).

Intanto, la fine del giovane am-bulante Adel Khedri, morto ierinell’ospedale di Ben Aorus, dopoessersi dato fuoco martedì, a pochimetri dal ministero dell’Interno, stascuotendo la Tunisia. Al punto cheil presidente della Repubblica,Moncef Marzouki, ha paragonatola morte di Khedri a quella diMohamed Bouazizi, anch’egli am-bulante, che nel dicembre del 2010si diede fuoco per protesta, moren-do a distanza di giorni e dando ilvia alla rivoluzione dei gelsominiche avrebbe portato alla cadutadell’ex presidente Ben Ali.

Le parole di Marzouki, che hapresentato le sue condoglianze allafamiglia del giovane, sono suonateimportanti per il luogo — il palazzopresidenziale di Cartagine — e perl’occasione in cui sono state pro-nunciate: la cerimonia di giuramen-to del nuovo Governo.

Gli effetti di un bombardamento su un sobborgo della capitale siriana (Reute rs )

DA M A S C O, 14. Violenza senza treguain Siria. C’è anche un funzionariodell’Unione europea di originesiriana tra le vittime dei com-battimenti nei sobborghi della capi-tale: ne ha dato notizia ieri l’altocommissario europeo per la Politicaestera e di sicurezza comune,

Catherine Ashton. Oltre Damasco, icombattimenti interessano in modoparticolare l’area di Homs, dove i ri-belli hanno riconquistato una zonastrategica e l’esercito si appresta allacontroffensiva. Nel complesso, dico-no gli attivisti, ieri sono morte 72p ersone.

«Mentre si avvicina il secondo an-niversario della rivolta in Siria — hasottolineato Ashton in una nota dif-fusa a Bruxelles — chiedo ancora atutte le parti di prendere misure ur-genti per mettere fine alla violenza,che ha portato alla morte di circa100.000 cittadini innocenti e oltreun milione di profughi che cercanorifugio nei Paesi vicini». Il funziona-rio della Ue che è stato ucciso neipressi della capitale si chiamavaAhmad Shehade, ed era — stando aquanto riferito dalla stampa interna-zionale — un giornalista e attivistadell’opposizione non violenta.Shehade, che aveva lavorato comeconsulente per il dipartimento eco-nomico della delegazione europea aDamasco, è rimasto ucciso in un at-tacco a colpi di razzo sul sobborgodi Daraya, dove viveva.

Un attentatore kamikaze si è fattoesplodere nella notte a bordo diun’auto vicino a un check point del-le forze di sicurezza a Idlib, nelnord della Siria, uccidendo otto sol-dati e ferendo altre dieci persone.Lo riferiscono gli attivisti dell’O sser-vatorio siriano per i diritti umani.Secondo le fonti, tra i feriti figuraanche un giornalista della tv pubbli-ca «Al Ikhbariya», che sarebbe ingravi condizioni.

Intanto, l’organizzazione umanita-ria Save the Children ha lanciato unnuovo appello per chiedere la finedelle violenze. Un numero sempre

maggiore di bambini — secondo unrecente rapporto dell’o rg a n i z z a z i o n e— è reclutato da gruppi armati, daentrambe le parti in conflitto, peressere usati come staffette al fronte ocome scudi umani.

Un bambino su tre è stato aggre-dito, percosso o raggiunto da colpidi arma da fuoco prima di fuggire, etre su quattro hanno sperimentatodirettamente la morte di un familia-re o di un amico.

Nei giorni scorsi era stato l’Uni-cef, il fondo delle Nazioni Unite perl’Infanzia, a parlare di due milionidi bambini vittime delle violenze inSiria e nei campi profughi in Tur-chia e Giordania.

Sul fronte diplomatico, Francia eGran Bretagna hanno annunciatoche chiederanno di anticipare laprossima riunione dell’Unione euro-pea sull’embargo delle armi alla Si-ria con l’intenzione di far approvarela concessione di materiale militareai ribelli. Lo ha affermato oggi ilministro francese degli Esteri, Lau-rent Fabius. «Togliere l’embargo èuno dei soli mezzi che restano perfar avanzare politicamente la situa-zione» ha detto il titolare del Quaid’O rsay.

Ieri a Londra il ministro degliEsteri russo, Serghei Lavrov, ha af-fermato che armare l’opposizione sa-rebbe una violazione delle leggi in-ternazionali.

Più di venti morti e cinquanta feriti

Attacchi terroristicisconvolgono

il centro di Baghdad

BAGHDAD, 14. Diversi ordigni fattiesplodere oggi contemporaneamen-te nel centro di Baghdad hanno uc-ciso non meno di 21 persone — mail bilancio è provvisorio — e ne han-no ferite altre cinquanta, secondo leultime notizie fornite da fonti medi-

che e di polizia ai mezzi d’informa-zione. Tra le vittime ci sono almenosei poliziotti, ma in maggioranza sitratta di civili. L’emittente televisivasatellitare Al Arabiya ha precisatoche si è trattato di attacchi terrori-stici suicidi a edifici governativi del-la capitale irachena. Secondol’agenzia di stampa ufficiale Dpa,sono state fatte esplodere almenodue autobombe, una nei pressi delministero della Giustizia e una da-vanti a quello dell’Interno. Semprenel ministero della Giustizia — vici-no a uno degli accessi della zonaverde, quella considerata la più pro-tetta di Baghdad — è riuscito a in-trodursi un altro terrorista suicidache si è fatto esplodere, mentre ungruppo armato attaccava l’edificioscontrandosi con le forze di sicurez-za. Analoghi attacchi sono statisferrati alle sedi dei ministero degliEsteri e della Cultura e a uffici delministero delle Comunicazioni nelquartiere centrale di Allawi.

Gli attacchi non sono stati riven-dicati, ma i sospetti si concentranosui gruppi armati sunniti, in parti-colare Al Qaeda in Iraq, che datempo hanno nel mirino le forze disicurezza e i rappresentanti del Go-verno guidato dallo sciita Nouri AlMaliki.

Nell’immagine di repertorio, la scena di un attentato a Baghdad (Afp)

Tra la folla che assisteva a una manifestazione sportiva

Sanguinoso attentatonella provincia di KunduzKABUL, 14. Un attentatore suicidasi è fatto esplodere ieri in Afghani-stan fra il pubblico che assisteva auna manifestazione sportiva nellaprovincia settentrionale di Kun-duz, causando almeno sette mortifra cui il padre e il fratello maggio-re del presidente della Camera deideputati afghana, Abdul RaulIbrahimi. Lo scrive l’agenzia distampa Pajhwok.

Secondo le dichiarazioni di fun-zionari locali, una folla di personestava seguendo nel distretto diImam Sahib una partita dibuzkashi — gioco nazionale afgha-no — quando è avvenuta l’esplosio-ne che ha provocato anche dieciferiti. Il portavoce del Governoprovinciale, Inayatullah Khaliq, haprecisato che l’attentatore suicidaha attivato l’esplosivo del suogiubbotto quando si è trovato vici-no ai parenti del presidente dellaCamera, uccidendo il padre, il fra-tello Abdul Qayum Ibrahimi, il ca-po della polizia del distretto diIman Sahib e quattro delle sueguardie del corpo.

Nel frattempo, l’intelligence af-ghana ha annunciato di aver sven-tato un altro attacco suicida a Ka-bul con la scoperta di un covo diinsorti della rete degli Haqqani, ri-tenuta una delle più pericolosedella rete terroristica afghana.Stando a quanto riporta la televi-sione Tolo, la direzione nazionaleper la sicurezza (Nds, i servizi di

intelligence di Kabul) ha annun-ciato l’arresto di due persone lega-te alla rete degli Haqqani che sta-vano pianificando un attacco con-tro uno degli edifici militari nellacapitale. Durante l’op erazione,scattata nel distretto di AlwoKhail, cinque insorti sono stati uc-cisi dagli agenti dei servizi. A ini-zio mese il ministero dell’Internoafghano ha annunciato la scopertanella capitale di un arsenale di 15razzi pronti a essere utilizzati perun attacco contro il Parlamento.

Anche nel vicino Pakistan non sifermano gli episodi di violenza:dopo l’uccisione di un ispettoredella commissione elettorale, dueturiste della Repubblica Ceca sonostate rapite nella provincia del Ba-luchistan. Lo riferiscono oggi i me-dia locali, che citano fonti gover-native pakistane. Secondo le primeinformazioni, le due turiste eranoentrate nel Paese dall’Iran e sonostate sequestrate mentre erano inviaggio nel distretto di Chaghi, nelnordovest del Baluchistan.

Il Baluchistan è una delle pro-vince più instabili del Pakistan acausa della presenza tra l’altro digruppi separatisti, che rivendicanoil controllo delle risorse naturali dicui è ricca la zona. Nella provinciasono frequenti i casi di violenzesettarie e sequestri. Nell’estate del2011 una coppia di svizzeri vennerapita nel Baluchistan dai talebanie liberati otto mesi più tardi.

PE C H I N O, 14. Il segretario del Parti-to comunista cinese, Xi Jinping, èstato eletto presidente della Repub-blica popolare cinese. Con l’elezio-ne di oggi si conclude l’ascesa di XiJinping — che compirà 60 anni tratre mesi — ai vertici della Cina.L’Assemblea nazionale del popolo,che lo ha eletto, sceglierà domani ilnuovo Governo, alla testa del qualeandrà Li Keqiang, 58 anni. Si trat-terà dell’ultimo atto del processo disuccessione, che in Cina si svolge

ogni dieci anni e che era iniziatocon il 18º congresso del Partito co-munista, nel novembre scorso. È laseconda volta che la successione sisvolge senza sorprese, a dimostra-zione che il Partito comunista è riu-scito a creare un meccanismo che èaccettato da tutte le sue componen-ti. A sorpresa, Xi Jinping ha sceltocome suo vice Li Yuanchao, consi-derato un riformista, preferendoloal favorito Liu Yunshan.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 venerdì 15 marzo 2013

Nella biografia scritta tra il 1260 e il 1263 da Bonaventura da Bagnoregio e negli affreschi di Assisi attribuiti a Giotto

San Francesco e i PapiNel sogno di Innocenzo III un uomo sosteneva la basilica del Laterano che stava per crollare

di TIMOTHY VERD ON

«L a grazia di Dio,nostro salvatore,in questi ultimitempi è apparsanel suo servo

Francesco». Queste parole, oggi cosìattuali, aprono la biografia di Fran-cesco d’Assisi stilata nel 1260-1263dal francescano Bonaventura di Ba-gnoregio. Parafrasano una frase neo-testamentaria che allude all’i n g re s s odi Cristo nella storia: «È apparsa(...) la grazia di Dio che porta sal-vezza a tutti gli uomini e c’insegna arinnegare l’empietà e i desideri mon-dani e a vivere in questo mondo consobrietà, con giustizia e con pietà,nell’attesa della beata speranza edella manifestazione della gloria delnostro grande Dio e salvatore GesùCristo» (Ti t o , 2, 11-13). Questa fraseè particolarmente familiare ai cristia-ni perché, dall’epoca paleocristianafino a oggi, viene proclamata nellaliturgia di Natale. Il teologo Bona-ventura introduceva Francesco cioèin stretto rapporto a Cristo, identifi-cando la vita del santo con quelladel Salvatore nato da Maria. Allostesso modo il celebre ciclo di affre-schi commissionato dall’o rd i n et re n t ’anni più tardi per la basilicad’Assisi, come già il testo bonaven-turiano a cui essi s’ispirano fa vederela grazia divina “apparsa” nell’uomoritenuto allora alter Christus: Fran-cesco.

Narrando di Francesco “l’a l t roCristo”, gli affreschi di Assisi neces-sariamente illustrano anche del rap-porto del Poverello con i vicari diCristo che hanno accolto e promossoil suo carisma — un rapporto direttoche si estende dall’anno 1209, quan-do Francesco chiese a Innocenzo IIIl’approvazione della Regola, alla ca-nonizzazione del santo per mano diGregorio IX nel 1228. All’inizio delrapporto Francesco si reca a Romaper inginocchiarsi davanti al Ponte-fice; alla fine è il Papa a recarsi adAssisi, dove celebra la messa sullatomba del Poverello.

La storia di questo rapporto unicosi apre con una visione notturna: co-me spiega Bonaventura, InnocenzoIII «aveva visto in sogno come se labasilica del Laterano stesse per crol-lare e un uomo, poverello, modestoe dimesso, poggiata ad essa la suaspalla, la sosteneva perché non ca-desse» (Legenda maior, III, 10).

È la sesta scena del ciclo, e seguequella della Rinuncia degli averi.Ora, in questa scena raffigurante Ilsogno d’Innocenzo III, sono trascorsipiù di tre anni, in cui Francesco hafatto varie esperienze, passando dauna prima idea di vivere da eremitaa quella di andare per il mondo pre-dicando la penitenza; indossa ormaiun abito religioso, ha accolto i primiseguaci e ha scritto per loro una re-gola di vita.

Decide allora di cercare per que-sto suo progetto l’approvazione delPapa, il quale però temporeggia, ve-dendo che alcuni cardinali giudicanotroppo severo il programma di vitaproposto dal santo. Innocenzo IIItuttavia non dimentica Francesco,anzi lo vede più volte in sogno. Co-sì, quando lo strano supplicante rie-sce di nuovo a parlargli, raccontan-do «la parabola di un ricco re checon gioia aveva sposato una donnabella e povera e ne aveva avuto conlei dei figli che avevano la stessa fi-sionomia del re, loro padre», Inno-cenzo ammette d’aver già visto insogno «che la basilica del Lateranoormai stava per rovinare, e che unuomo poverello, piccolo e di aspettospregevole lo sosteneva, mettendocisotto le spalle, perché non cadesse».Giotto, che la tradizione vuole auto-re degli affreschi di Assisi, fa vedereil Pontefice addormentato nel palaz-zo lateranense, con due consiglieri aipiedi del letto, mentre, accanto alpalazzo, la basilica, pericolosamenteinclinata, viene sostenuta da Fran-cesco.

Il testo di Bonaventura e l’a f f re s c odi Giotto sintetizzano una serie dicomplesse realtà storiche, tra cui: ilcoevo moltiplicarsi di movimentipauperistici miranti a ricondurre laChiesa a una semplicità evangelica;il sospetto e l’ostilità che questi su-scitavano nella Curia romana; e lastraordinaria apertura dell’alto cleroa Francesco e ai suoi frati, i quali fa-ranno da mediatori tra la richiesta diriforma del popolo e il conservatori-smo dell’istituzione ecclesiastica. Losfarzo delle chiese e la magnificenzadelle abitazioni prelatizie del perio-do erano di fatti notevoli, e lo stessoInnocenzo III fece realizzare decora-zioni musive nella vecchia basilica

vaticana e un intero nuovo palazzosimilmente apud Sanctum Petrum.Così gli sfavillanti decori e le colon-ne marmoree con cui Giotto impre-ziosisce il portico di San Giovanni alLaterano e il padiglione del Papa,nell’affresco, alludono al ritrovatosplendore di simili strutture romane.

Infatti, all’epoca dell’affresco an-

un’unica intenzione, anche se l’at-tenta differenziazione dei loro voltisuggerisce l’ampia gamma di perso-nalità e di caratteri tipica di ogni fa-miglia religiosa. Giotto li mette tuttiin atteggiamento di preghiera, cosìche l’ovvia differenza tra loro e glialti prelati intorno al Papa non co-munica sfida o minaccia ma riveren-

mente che egli parlava non con dot-te parole di umana sapienza ma perdivina ispirazione» (Legenda maior,XII, 7), facendo vedere una grandeaula gotica, dalle volte stellate e concostoloni dorati, in cui il Papa e seicardinali, tutti seduti, ascoltanoFrancesco che parla loro in piedi,mentre un frate suo compagno siedeper terra.

Bonaventura spiega che, sapendodi dover parlare davanti al Ponteficee alla corte papale, il santo avevaimparato a memoria un discorso sti-lato con ogni cura. «Se non che,quando si trovò là in mezzo, al mo-mento di pronunciare quelle paroleedificanti, dimenticò tutto e non riu-scì a spiccicare nemmeno una frase.Allora, dopo aver esposto con umil-tà e sincerità il suo imbarazzo, si mi-se a invocare la grazia dello SpiritoSanto. Immediatamente le parole in-cominciarono ad affluire così abbon-danti, così efficaci nel commuovere epiegare il cuore di quegli illustri per-sonaggi, da far vedere chiaramenteche non era lui a parlare ma lo Spi-rito del Signore».

Giotto sembra soffermarsi sull’af-fermazione di Bonaventura che leparole del santo riuscirono a «com-muovere e piegare il cuore di quegliillustri personaggi»; l’artista infattienfatizza una gamma di espressioninei volti degli ascoltatori che va dal-lo scetticismo alla sorpresa, dal rac-coglimento meditativo all’evidenteentusiasmo. Soprattutto il Papa pen-de da ogni frase pronunciata dal Po-verello, il quale indica se stesso conun gesto della mano destra, comeper scusarsi di parlare spontanea-

che la figura del Pontefice. È la ven-tiquattresima del ciclo, La canonizza-zione di san Francesco, «quando il Pa-pa, venendo di persona nella città diAssisi, esaminati diligentemente imiracoli, dietro testimonianza deisuoi frati, canonizzò il beato France-sco e lo iscrisse nell’albo dei santi»(Legenda maior, X V, 7).

L’universalità del culto di France-sco è il tema di quest’ultima scenatratta dalla Legenda maior, doveGiotto raffigura la cerimonia in cuiPapa Gregorio IX canonizzò il Pove-rello ad Assisi domenica 16 luglio1228. Nello stesso giorno il Ponteficeposò la prima pietra della basilicainferiore destinata ad accogliere il

favorevoli», i quali però approvaro-no all’unanimità la proposta di ele-vare il Poverello d’Assisi al catalogodei santi. Una delle funzioni di que-sta scena infatti è di sigillare il cultodi Francesco con la massima autoritàdella Chiesa.

Il testo bonaventuriano, d’indoleteologica, non offre dettagli sul ritodi canonizzazione, parlando solo di«solennità grandissime, che sarebbelungo narrare». Ma un precedentebiografo del santo, Tommaso da Ce-lano — nella sua Vita Prima stilatapochi mesi dopo l’evento, a cui l’au-tore era anche stato presente — videdica più pagine, che l’affresco diGiotto riassume. Secondo Celano, il16 luglio «vescovi, abati e prelati ac-corrono e si riuniscono, giungendodalle regioni più lontane della terra;è presente anche un re e grandemoltitudine di conti e magnati (...)Domina al centro il sommo Pontefi-ce (...) con la corona sul capo in se-gno di gloria e di santità. Adornodelle infule papali e dei paramentisacri allacciati con fibbie d’oro scin-tillanti di pietre preziose, l’Unto delSignore appare nello splendore dellasua gloria» (nn. 124-125).

Il Papa parla di Francesco e sicommuove fino alle lacrime; vengo-no letti i miracoli del santo e il Papaversa nuove lacrime e così gli altriprelati presenti; poi, «con le manilevate verso il cielo, il beato Pontefi-ce con voce tonante grida le paroledi canonizzazione, e poi insieme aicardinali intona il Te Deum. La follarisponde cantando in coro le lodidel Signore. La terra echeggia di vo-ci immense, l’aria si riempie di innidi gloria, il suolo si bagna di lacri-me», e alla fine Gregorio IX scendeall’altare «e bacia con gioioso tra-sporto la tomba del santo», sistema-to, si presume, sotto la mensa su cuiil Papa celebra la messa.

ricca salvata dai poveri di Cristo.Nella scena seguente poi si vede

Innocenzo III che — dopo aver so-gnato il sostegno che Francesco po-teva offrire alla Chiesa — riconsegnaal santo la Regola approvata e im-partisce al manipolo di frati la suabenedizione. Quanto abbiamo appe-na detto dello sfarzo della cortepontificia vige anche qui, come sug-geriscono i sontuosi tendaggidell’aula di rappresentanza, al cuilusso si contrappone la stoffa grezzadei sai francescani.

Qui per la prima volta sentiamola forza dell’identità collettivadell’ordine. I frati inginocchiati die-tro a Francesco sono visibilmenteanimati da un unico spirito, da

za; tra questi due gruppi vi è poi unlegame tangibile: il foglio su cui èscritta la Regola, che passa dalla ma-no sinistra del Papa alla destra diFrancesco. Con l’approvazione delnuovo progetto di vita da parte delPontefice massimo, viene colmata ladistanza umanamente incolmabiletra le due visioni ecclesiali.

Da queste prime esperienze diFrancesco con la corte pontificia, ilciclo salta più di un decennio, ri-prendendo il filo nel papato del suc-cessore di Innocenzo III, Onorio III.Nella diciassettesima scena della VitaFrancisci Giotto illustra come «Ilbeato Francesco predicò davanti alPapa e ai cardinali così devotamenteed efficacemente da apparire chiara-

La «Legenda maior» descrive la predicadel santo davanti a Papa Onorio III

Il frate dimenticòil discorso imparato a memoriama lo Spirito Santogli ispirò parole commoventi

che il patriarchio la-teranense (alloral’ufficiale residenzadei Papi) era statoammodernato e ar-ricchito, così che ilcontrasto sottolinea-to da Giotto tra“l’uomo poverello” eil lusso degli edificidrammatizzaval’idea di una Chiesa

Secondo la tradizione l’immagine venne dipinta dall’evangelista Luca e portata a Santa Maria Maggiore da Papa Gregorio Magno

Davanti alla «Salus populi Romani»di FABRIZIO BISCONTI

È suggestivo ed eloquente che il primomomento di preghiera, che ha dato avvio alpontificato di Francesco, sia stato dedicato aMaria, nella basilica romana dedicata allaVergine nel cuore dell’Esquilino, il primoedificio di culto voluto da un Pontefice, ov-vero da Sisto III (432-440), a spese della co-munità urbana e non più per volontà degliimperatori o degli aristocratici romani. Ma-nifestazione urgente e spontanea dopo ilconcilio di Efeso del 431, la maestosa basili-ca vuole acclamare la Sancta Dei genetrix e

incaricò il grande artista Jacopo Torriti diconcepire la nuova abside, che accolse unmaestoso mosaico incentrato su un enormeclipeo, costellato di stelle, ma anche dallaluna e dal sole, campito da un sontuoso tro-no, dove siede il Cristo che incorona Maria.

della Th e o t ò k o s , che si staglia su uno sfavil-lante fondo dorato. Maria, rappresentata si-no all’altezza delle ginocchia, tiene amore-volmente tra le braccia il Bambino, secondolo schema iconografico dell’Odigitria. Se al-cune peculiarità stilistiche ed alcuni puntuali

confronti ci accompagnano verso il XII seco-lo, alcuni indizi appena percettibili lascianoipotizzare una cronologia ben più antica,specialmente se confrontiamo la nostra im-magine ad altre preziose tavole romane: daquella del Pantheon a quella di Santa MariaNova, da quella celebre di Santa Maria inTrastevere a quella dell’oratorio del Rosarioa Monte Mario.

Questo giro di confronti ci conduce versol’immagine dell’Odigitria dipinta nel com-plesso di Santa Maria Antiqua, riferita gene-ricamente al VII secolo. Ebbene, non dob-biamo dimenticare che il Pontefice Sergio I(687-701) indice una serie di feste marianeda celebrare proprio nella basilica di SantaMaria Maggiore, ovvero l’Annunciazione, laNatività e Dormizione della Vergine, pro-prio laddove erano giunte le reliquie delPresepe, menzionate, per la prima volta, altempo di Papa Teodoro (642-649).

È veramente emozionante assistere a que-sto gesto mattutino di Papa Francesco, nonsolo e non tanto perché vuole, con la suapreghiera, chiedere l’intercessione e il patro-nato del suo pontificato, ma soprattutto per-ché si vuole coerentemente calare nello spiri-to devozionale della città di cui è ora vesco-vo. Da sempre, infatti, i romani hanno rivol-to il loro pensiero devoto alla Madre di Dio,se già negli anni Trenta del III secolo,nell’oscurità delle catacombe di Priscilla sul-la via Salaria, un anonimo pittore rappresen-tò la più antica immagine di Maria con ilBambino, esprimendo con poche efficacipennellate la tenerezza, ma anche la consa-pevolezza di chi stringe tra le braccia il Fi-glio di Dio.

«Il sogno di Innocenzo III» (1295-1299)

sancire il concetto della Th e o t ò k o s , ovverodella Madre di Dio.

Oggi la splendida basilica di Santa MariaMaggiore mostra ancora i mosaici del V se-colo, con le storie dell’Antico Testamentolungo le navate e l’infantia Salvatoris nell’ar-co trionfale, con l’intento di rappresentare laconcordia dei due Testamenti, ma anche perfar emergere il ruolo determinante di Maria,che diventa protagonista dei primi anni del-la vita del Cristo, attingendo anche alla let-teratura apocrifa e, segnatamente, al vangelodello Pseudo Matteo e al Protovangelo diGiacomo. Il complesso sistino fu ridisegnatonel medioevo da Niccolò IV (1288-1299), che

Molti fanno risalire la tavola marianaal medioevoma i più recenti studi propendonoper datarla intorno al VII secolo

Ma la basilica — prima statiodel Pontificato di Francesco — nelcorso dei secoli, arricchì la suadedica, tanto da essere definitaBasilica Sanctae Dei genetrix quaead Praesepem, presumibilmente sindal VI secolo, anticipando il pre-sepe a cui Arnolfo di Cambio de-dicò una cappella della basilicaesquilina.

La preghiera di Papa Francescoè stata rivolta specialmente al ve-ro “gioiello” conservato nel san-tuario mariano, ovvero alla pre-ziosa icona della Salus populi Ro-mani, conservata nella CappellaPaolina e profondamente amatanella città, assurta a imago sancta,in quanto una pia tradizione lavoleva dipinta dall’evangelistaLuca. Fu proprio questa icona —secondo quanto narra Cesare Ba-ronio — a essere solennementecondotta nel santuario esquilinodal Pontefice Gregorio Magno,nel 590, al termine di una dellepiù gravi pestilenze diffusenell’Urb e.

La tavola mariana mostra i se-gni ben riconoscibili di molti re-stauri, l’ultimo dei quali si situanegli anni Trenta del secolo scor-so. Al di là di tutti questi inter-venti, emoziona ancora la figura

questa. Al battesimo del Salvatore,«si aprirono per lui i cieli ed egli vi-de lo Spirito di Dio scendere comeuna colomba e venire sopra di lui»(Ma t t e o , 3, 16) — un’esperienza cheGesù poi descriverà con le paroledel profeta Isaia: «Lo Spirito del Si-gnore è sopra di me; per questo miha consacrato con l’unzione e mi hamandato a portare ai poveri un lietoannuncio» (Luca, 4, 18: cfr. Isaia, 61,1-2).

Ecco, qui dobbiamo vedere Fran-cesco, come Cristo, “sotto” lo Spiritodi Dio e da Lui inviato «a portare aipoveri un lieto annuncio».

La scena papale più ambiziosa delciclo è purtroppo danneggiata finoal punto che non si vede più nean-

“sacro corpo”, allora riposto inun’altra chiesa assisiate.

Come già accennato, gravi dannihanno cancellato la figura del Papa,che stava presumibilmente nel palcoriccamente addobbato verso cui mol-ti degli astanti rivolgono lo sguardo.Davanti al palco vi è un altare recin-tato da una balaustra con dei ceri, einfatti la cerimonia preludeva a unamessa celebrata da Gregorio IX inp ersona.

Bonaventura, consapevole del ri-schio di una canonizzazione a cosìpoco tempo dal decesso del candi-dato, sottolinea che Gregorio IX ave-va affidato la valutazione della vita edei miracoli di Francesco «a quellitra i cardinali che sembravano meno

mente dopo aver prepa-rato (e dimenticato) undiscorso formale.

Questa scena va colle-gata con le immagini di-pinte da altri maestri,sulla parete superioresopra di essa — non tan-to con la Risurrezione diCristo, nel registro me-diano, ma con Il batte-simo di Gesù sopra

L’artista dipinge anchela scena della canonizzazioneGregorio IX insieme ai cardinaliintona il «Te Deum»e la folla rispondecantando in coro le lodi di Dio

«La predica di Francesco davanti a Onorio III»

Page 5: D all’elezione nella Cappella Sistina alla preghiera in ... · Il nome e le parole ... Al termine della benedizione il Papa ha così concluso. ... preghiera è stato intonato il

L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 15 marzo 2013 pagina 5

di PIERO DI DOMENICANTONIO

Stampata e portata in piazza San Pietro po-chi minuti dopo l’habemus papam, l’edizionestraordinaria di ieri è andata rapidamenteesaurita. Oltre cinquemila copie uscite dallaTipografia Vaticana e immediatamente di-stribuite dagli strilloni tra le persone accorseper accogliere il nuovo Papa. Il resto dellatiratura, straordinaria anch’essa, è partito perle edicole secondo un piano di distribuzionefuori dell’ordinario che ha garantito il rifor-nimento alle rivendite di tutta Italia. Mi-gliaia sono stati poi i contatti con il sito in-

ternet del giornale dove i lettori hanno potu-to leggere e scaricare l’edizione straordinariain tempo reale, nel momento stesso in cui larotativa ha cominciato a girare. È già un nu-mero storico, che comincia a essere quotatonei siti di vendita online, così come è statoper quello dell’elezione di Benedetto XVI cheancora oggi viene proposto a prezzi da col-lezionisti: dai 15 ai 50 euro.

Quella di ieri è stata l’undicesima voltache, nei suoi oltre 150 anni di storia, «L’O s-servatore Romano» ha riportato la notiziadell’elezione di un Papa. La prima fu il 20febbraio 1878 quando venne eletto VincenzoGioacchino Pecci che assunse il nome di

gelo Roncalli, GiovanniXXIII, e nel 1963 perGiovanni Battista Mon-tini, Paolo VI, finché nel1978 fu semplificata. Perl’elezione del successoredi Montini «L’O sserva-tore Romano» titolò«Habemus Papam Albi-num Luciani qui sibinomen imposuit Ioan-nem Paulum I». La stes-sa formula fu adottatapoche settimane dopoper l’arcivescovo di Cra-covia Karol Wojtyła,Giovanni Paolo II, e,nell’edizione straordina-ria delle ore 19.10 del 19aprile 2005, con la qualefu dato l’annunciodell’elezione del cardina-le Joseph Ratzinger, Be-nedetto XVI.

sul metallo e stampato con un solo colore, ilgiallo. Allora la stampa in quadricromia nonera infatti alla portata dei quotidiani e si la-vorava “a caldo” in mezzo alle linotype, aitelai, ai torchi, tra le caldaie che fondevanoil piombo e i barattoli d’i n c h i o s t ro .

Umberto Cremonesi, uno degli ultimi adaver ricoperto all’«Osservatore Romano» ilruolo di proto — così si chiamava il capo deitipografi — ha conservato di quell’epoca al-cuni cimeli. Tra questi i bozzoni delle primepagine dell’elezione di Giovanni XXIII e diPaolo VI, sui quali sono riportate le ultimis-sime correzioni e le firme degli “autori” diquegli storici numeri: dal direttore, ai redat-tori, ai correttori, ai tipografi e agli uscieri.

Tra le altre memorie di un’epoca dove re-dattori e tipografi lavoravano gomito a go-mito che Cremonesi ha voluto donare algiornale c’è anche una delle prime copiestampate per l’elezione di Giovanni Paolo I,quella diventata famosa per il grossolano er-rore riportato proprio nel titolo di prima pa-gina. Preso da un evidente eccesso di “fami-liarità” con la lingua latina un redattore tra-scurò di considerare il genere della parolanomen e dovendola coniugare all’accusativo

nel 1978, il caporedattore Sergio Trasattiscrisse per preparare quell’edizione straordi-naria. Un appunto meticoloso e accurato,come era nel suo stile, nel quale sono elen-cati tutti gli elementi della prima pagina evengono fornite indicazioni per prepararlianticipatamente, così da essere pronti ad an-dare in stampa subito dopo la fumata bian-ca. Trasatti indica le parti fisse: «articolo delDirettore con suo titolo, testata, cornicegialla e prima e terza riga del titolo». Equelle variabili: la data, «ricordarsi di cam-biarla ogni mattina»; la seconda riga del ti-tolo con il nome del cardinale, «in latino inaccusativo» specifica Trasatti che — tenendoben presente le possibilità tecniche della ti-pografia — raccomanda poi di «preparareclichè, uno per ogni papabile, anche perchéil bodoni così grande non c’è». Infine, laquarta riga del titolo, quella con il nome delnuovo Papa. «Sono poche variabili — scriveTrasatti — Pio XIII, Giovanni X X I V, Paolo VII,Benedetto XVI, Leone X I V». E da quel mae-stro che era aggiungeva prudentemente «equalche altra». Pochi giorni dopo arrivò in-fatti la sorpresa: un Papa di nome GiovanniPa o l o .

Le undici volte che «L’Osservatore Romano» ha annunciato «habemus papam»

In piazza pochi minuti dopo la fumata bianca

L’elezione sulla stampa internazionale e nella rete

Sorpresa e speranza

pensò che dovesse scri-versi nominem. Così, pas-sando sotto gli occhi ditutti, correttori compresi,si compì il misfatto e ilgiornale uscì col titolo:«Habemus Papam Albi-num Luciani qui sibinominem imposuit Ioan-nem Paolum I». Perfortuna solo pochi esem-plari, uno dei quali finìnelle mani di un ragaz-zo, il figlio del direttoreValerio Volpini, che sve-lò lo svarione giusto intempo per impedire chele copie ancora umided’inchiostro fossero por-tate in piazza San Pie-t ro .

Un ultimo documen-to dell’epoca è il fogliodi lavoro che, sempre

Leone XIII. Allora come oggi, ilgiornale stampato nel pomerig-gio uscì con la data del giornosuccessivo, il 21 febbraio, conuna prima pagina circondata daun elegante fregio al centro del-la quale campeggiava il nomedel Pontefice e un testo espres-sione del «primo tributo di de-vozione e di sudditanza fedele»della «Roma cattolica».

Seguì l’elezione di GiuseppeMelchiorre Sarto, Pio X, nel1903. In quell’occasione nella ti-tolazione a tutta pagina fu uti-lizzata la formula latina, scrittain lettere maiuscole, della pre-sentazione del nuovo Ponteficeal popolo romano: «Annvnciovobis gavdivm magnvm habe-mvs papam E.mvm et R.mvmDominvm Josephvm Sarto quisibi nomen imposvit Pivs X.».Lo stesso avvenne nel 1915, perl’elezione di Giacomo dellaChiesa, Benedetto X V, e nel1922 per l’elezione di AchilleRatti, Pio XI. Con l’ascesa alsoglio di Pietro di Eugenio Pa-celli, Pio XII, nell’edizione del1939 «annuncio» divenne «an-nuntio» e le abbreviazioni furo-no sciolte: «eminentissimum acreverendissimum dominum car-dinalem».

La stessa titolazione fu man-tenuta anche nel 1958 per An-

Come richiederel’edizione straordinaria

Nella titolazione dell’edizione di ieri è sta-ta utilizzata in parte la formula del 1903. Al-lo stesso modo è stata ripresa la tradizionedel giornale di commissionare a un artista ildisegno del fregio con il quale sono semprestate incorniciate le prime pagine con l’an-nuncio dell’elezione del Papa. L’autricedell’opera è Isabella Ducrot. Nel 1978 fuGiacomo Manzù a firmare il fregio inciso

Moltissime sono le richieste che arriva-no in queste ore in redazione da partedi lettori interessati all’edizione straor-dinaria di mercoledì 13 marzo 2013, ore20.30, il numero monografico sull’ele-zione di Papa Francesco. Il giornale èattualmente in vendita presso la nostrasede. Chi fosse interessato può richie-derne copia anche tramite posta elet-tronica ([email protected]).

Un motto che si richiama a Beda il Venerabile

Miserandoatque eligendo

di INOS BIFFI

Il motto dell’arcivescovo Jor-ge Mario Bergoglio — Mise-rando atque eligendo — p ro -viene da un’omelia di sanBeda il Venerabile (672-735),

monaco di Wearmouth e di Jarrow,autore di opere esegetiche, omileti-che e storiche, tra cui la Historia ec-clesiastica gentis Anglorum, per cui èchiamato il “Padre della storia in-glese”.

L’espressione si trova nell’Home-lia 21 (edita nel «Corpus Christia-norum, Series Latina», CXXII) dov’ècommentato il testo di Ma t t e o , 9, 9-13: la vocazione di Levi, colta comeun caso esemplare della giustifica-zione e della grazia elargite sovrab-

Beda — richiamando ripetuta-mente Paolo con la sua affermazio-ne che Cristo «è venuto in questomondo a salvare i peccatori», deiquali egli si proclama il primo — sisofferma con insistenza in tuttaquesta sua omelia assegnata daltempo di Quaresima sull’elogio del-la misericordia divina, e sulla «fidu-cia nella salvezza», che i peccatoridevono nutrire.

Ed esattamente a questo puntoricorrono le parole che compongo-no il motto di Papa Francesco:«Gesù vide un uomo, chiamatoMatteo, seduto al banco delle im-poste, e gli disse: “Seguimi” (Ma t -teo, 9, 9). Vide non tanto con losguardo degli occhi del corpo,quanto con quello della bontà inte-riore. Vide un pubblicano e, sicco-me lo guardò con amore misericor-dioso in vista della sua elezione, glidisse: “Seguimi”. Gli disse “Segui-mi”, cioè imitami. Seguimi, disse,non tanto col movimento dei piedi,quanto con la pratica della vita. In-fatti “chi dice di dimorare in Cristo,deve comportarsi come lui si ècomp ortato” (1 Giovanni, 2, 6) (Vi-dit ergo Iesus publicanum, et quia mi-serando atque eligendo vidit, ait illi,Sequere me. Sequere autem dixit imi-tare. Sequere dixit non tam incessupedum, quam exsecutione morum».

Certo spicca particolarmente nel-la sua suggestiva luminosità quel«lo guardò con amore misericordio-so in vista della sua elezione» che,piuttosto maldestramente traducel’icastico latino: miserando atque eli-gendo. E, ancora, Beda si sofferma aspiegare il senso di quella sequela:essa significa: «Non ambire le coseterrene; non ricercare i guadagni ef-fimeri; fuggire gli onori meschini;abbracciare volentieri tutto il di-sprezzo del mondo per la gloria ce-leste; essere di giovamento a tutti;amare le ingiurie e non recarne anessuno; sopportare con pazienzaquelle ricevute; ricercare sempre lagloria del Creatore e non mai lapropria. Praticare queste cose e al-tre simili vuol dire seguire le ormedi Cristo».

È il programma di san Francescod’Assisi: iscritto nello stemma diPapa Francesco e intuiamo che saràil programma del suo ministero, co-me vescovo di Roma e pastore dellaChiesa universale.

In Argentina è primo pome-riggio quando la notiziadell’elezione di Papa Fran-cesco fa il giro del Paese.In parlamento un deputato,

amico personale di Bergoglio,scoppia in lacrime e rivela chequalcuno tra i rappresentanti dellanazione argentina ci sperava giàdal giorno prima: «intorno a mez-zogiorno (ora locale), durante unasessione, alcuni, dopo la prima vo-

storali di Papa Francesco spicca iltitolo del quotidiano berlinese «Ta-geszeitung», che sottolinea in pri-ma pagina La nuova modestia delPapa. Il «Tagesspiege» titola inve-ce Un Papa per i poveri, mentre«Die Welt» spiega in un’analisiche «questo Papa è un passo versoun nuovo mondo». Laconico lo«Spiegel» con il titolo È argentinoa cui segue un profilo di Bergogliodefinito un «intellettuale ascetico»

tanza di chiamarsi Francesco.Simbolo di una Chiesa a portata di

fede. I compagni di Francesco, sot-tolinea l’autore, «si chiameranno“frati” (fratelli, il che rinvia allafratellanza, una parola che è statapronunciata ieri dal nuovo Papa)».Al tempo stesso l’articolo ponel’accento sull’evento storico, l’ele-zione del primo gesuita al sogliopontificio, con la quale, rileva Pa-ravicini Bagliani, «si chiude unalunga parentesi storica che avevatenuto l’ordine dei Gesuiti lontanodal trono di Pietro».

Il bozzone della prima pagina dell’elezione di Paolo VI

firmato da direttore, redattori, correttori, tipografi e uscieri

bondantemente là dove è abbonda-to il peccato.

Gesù «vide Matteo seduto albanco delle imposte, intento allecure temporali, e, avutane miseri-cordia, lo chiamò d’improvviso, eda pubblicano lo rese giusto e dariscossore di tasse lo fece discepolo;quindi, col crescere in lui della gra-zia, lo elesse dal rango dei comunidiscepoli a quello degli apostoli, af-fidandogli il compito non solo dipredicare ma anche di scrivere unvangelo, così che incominciasse aessere dispensatore dei talenti ce-lesti».

Bergoglio è tifoso, da sempre, delSan Lorenzo del quartiere Almagrodi Buenos Aires, club del quale hala tessera n. 88235. La società è no-ta a Buenos Aires anche con il no-me “Santa”: proprio perché “San”Lorenzo e in quanto fondata da unsacerdote, Lorenzo Massa». A ri-cordarlo è il quotidiano sportivo«Olè», segnalando che il padre delPontefice giocava nella squadra dibasket del San Lorenzo. Fu pro-prio don Massa a scegliere i colori(azzurro e rosso) della squadra, co-lori presi — ricorda la stampa —dalla mantiglia della Vergine.

Anche la stampa tedesca ha ac-colto con sorpresa l’elezione delcardinale arcivescovo di BuenosAires. Nell’affettuoso apprezza-mento per le qualità umane e pa-

e in prima fila nella lotta al-la corruzione e alla povertà.«Bild», che all’elezione di JosephRatzinger aveva titolato Siamo Pa-pa, adesso nei suoi approfondi-menti parla di «elezione sensazio-nale in Vaticano». «SüddeutscheZeitung» titola invece Papa dei po-veri, povero Papa.

Naturalmente su Twitter i “cin-guettii” si rincorrono. Il numero ditweet e post è incalcolabile. La co-sa certa è che il nuovo Ponteficeha già conquistato tutti con la suasemplicità e la sua sobrietà. E c’è

tazione di martedì, nonhanno escluso un’elezionea sorpresa di Bergoglio.Qualcuno ha anche detto:andiamo a fare le valigie,perché ci toccherà viag-giare», ha raccontato ildeputato argentino Ga-briela Michetti, amica delnuovo Papa, al quotidia-no «Clarín».

La notizia dell’elezionedomina i siti internet e leprime pagine dei princi-pali quotidiani internazio-nali. Il sito del quotidia-no spagnolo «La Razón»dedica un dossier di 44pagine, ricco di approfon-dimenti e documentazio-ne iconografica. In moltiricostruiscono la stradache ha portato il cardina-le Bergoglio sul soglio diPietro, altri si lanciano inanalisi sull’elezione e sul-le sue ripercussioni sullavita della Chiesa univer-sale.

Alcuni si concentranosu aspetti specifici o cu-riosi della biografia diFrancesco. «Il Papa Jorge

perché «ormai JosephRatzinger ci ha fattocapire che i gesti piùrivoluzionari ce lidobbiamo aspettaredai Papi etichettati

come conservato-ri».

Una dellecose che ha

colpito subitol’immaginazione

di molti è stato ilnome scelto dal

Pontefice. Su questoparticolare si soffermaad esempio lo storicoAgostino ParaviciniBagliani, su «la Re-pubblica», già a parti-re dal titolo L’impor-

chi ricorda, ad esempio, che ilnuovo Papa è sempre stato abitua-to a viaggiare in metropolitana.

Anche in Italia Papa Francescoha sorpreso tutti: incluso da alcuninelle liste dei papabili ma con uncerto scetticismo. E questo è statosottolineato da molti. In un com-mento su «Il Messaggero», Lucet-ta Scaraffia sottolinea che «nessu-no si aspettava un Papa di età ab-bastanza avanzata, se pure vigoro-

Di taglio tutto spirituale è l’in-terpretazione che su «Avvenire»offre il teologo Pierangelo Sequeri.«Ci sono dei momenti in cui laChiesa ci sembra così affaticata estretta d’assedio che noi stessi —che la amiamo da dentro — patia-mo il suo stesso avvilimento, quasinon sentendoci all’altezza, o nellapossibilità di fare ciò che sembranecessario. E poi sempre scompi-gliando le previsioni e le nostrestesse attese, la Chiesa ci appareimprovvisamente capace di supera-re se stessa».

La stampa francese si soffermasull’immagine del «Papa della fra-ternità» e, non nascondendo qual-che perplessità, propone diverseanalisi sulle difficoltà che attendo-no il Pontefice. In questo sensoEtienne de Montety, nel suo edito-riale per «Le Figaro», proponendoPapa Francesco come «il volto del-la speranza» sembra quasi affidareal nuovo Pontefice tre sfide: il rior-dinamento della Curia, il grandecantiere dell’evangelizzazione e ilriavvicinamento dei fedeli.

Da parte sua il quotidiano bri-tannico «The Guardian», in un ar-ticolo intitolato Buona sera, PopeFra n c i s sottolinea che nella sceltadi Papa Francesco da parte dei«fratelli cardinali» (come lui stessoli ha definiti dalla Loggia delle be-nedizioni), «c’è il riconoscimentoche il futuro [della Chiesa] non stain Europa, o non sta solo in Euro-pa. E c’è anche il riconoscimentodella necessità di un nuovo tipo didialogo, o di una nuova enfasi dadare al dialogo».

Del resto, aggiunge «The Ti-mes», man mano che cresce l’im-portanza dell’America latinanell’economia globale, sarà «unavoce vitale» quella di «un Papache conosce personalmente e hauna storia di servizio a favore diquanti sono sconfitti dai grandipoteri produttivi dell’economia dimercato e della globalizzazione».

Facendo un passo indietro, aitempi delle previsioni sui papabili,Ross Douthat nel suo blog sul«New York Times» sottolinea che«gli scommettitori avevano torto, eabbiamo un gesuita argentino co-me Papa». Questo, aggiunge «èuno di quei momenti in cui l’umil-tà ha la meglio sulla saccenteria».Proprio quell’umiltà che sembraessere l’elemento che maggiormen-te ha colpito gli osservatori inter-nazionali.

so». Ma non è solo questala sorpresa. La storica sotto-linea infatti che «Francescoci ha subito stupiti con lasua umiltà, con la sua ri-chiesta di una benedizioneda parte dei fedeli primadella tradizionale benedi-zione solenne. Un rovescia-mento della tradizione, cheperò al tempo stesso è statarispettata con intensa parte-cipazione». E questa, ag-giunge Lucetta Scaraffia,potrebbe essere solo la pri-ma di una serie di sorprese,

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 venerdì 15 marzo 2013

Come ortodossi e protestanti hanno accolto l’elezione di Papa Francesco

La speranzadi camminare insieme

ROMA, 14. È «speranza» la parolache accomuna i messaggi dei rap-presentanti delle confessioni cristia-ne non cattoliche inviati a PapaFrancesco per la sua elezione. Spe-ranza che «vengano mantenute ledinamiche positive nello sviluppodei legami fra cattolici e ortodossirussi», come ha affermato l’a rc i p re t eDimitry Sizonenko, segretario per lerelazioni intercristiane del Patriarca-to di Mosca. Speranza di «incontra-re presto Papa Francesco, cammina-re e lavorare insieme per costruiresulla consistente eredità dei nostripredecessori», come ha scritto l’a rc i -vescovo di Canterbury, Justin Wel-by, che il 21 marzo diventerà uffi-cialmente nuovo primate della Co-munione anglicana. E se il Patriarcaecumenico, Bartolomeo, arcivescovodi Costantinopoli, augura che «ilsuo servizio sul trono papale contri-buisca alla pace del mondo disorien-tato, al sollievo dei poveri e di colo-ro che soffrono, come anche al pro-gresso del dialogo per l’unione delledue Chiese», il segretario generaledel Consiglio ecumenico delle Chie-se, Olav Fykse Tveit, attende di con-solidare subito il già positivo rap-

porto con la Chiesa cattolica, «colti-vato con tanta cura in passato».

La Chiesa ortodossa russa ha ac-colto con favore l’elezione a pontefi-ce del cardinale Jorge Mario Bergo-glio: «Il nuovo Papa — ha detto l’ar-ciprete Sizonenko — è conosciutoper le idee “conservatrici” e il suopontificato sarà evidentemente carat-terizzato dal rafforzamento della fe-de. Il fatto che abbia scelto il nomeFrancesco conferma che consideral’evangelizzazione innanzitutto comeassistenza ai poveri e ai bisognosi ecome tutela della loro dignità». Pa-pa Francesco conosce le tradizionidel cristianesimo orientale essendostato, in Argentina, anche ordinarioper i fedeli di rito orientale residentinel Paese e sprovvisti di ordinariodel proprio rito. «Speriamo che que-sta circostanza contribuisca a rende-re le relazioni intercristiane più for-ti», ha osservato il rappresentantedel Patriarca di Mosca, sottolinean-do «il grande carisma e l’umiltà»del nuovo Pontefice che, appenaeletto, ha chiesto al popolo di Diodi pregare per lui.

La delegazione della Chiesa orto-dossa russa che il 19 marzo parteci-perà, in Vaticano, alla messa per

l’inizio del ministero petrino saràguidata dal metropolita Hilarion,presidente del Dipartimento per lerelazioni esterne.

Anche l’arcivescovo Welby, daparte anglicana, mette in evidenza illavoro pastorale compiuto dal cardi-nale Bergoglio per i poveri in Ame-rica latina, la sua «semplicità e san-tità di vita». Questa elezione «ha ungrande significato per i cristiani ditutto il mondo, non ultimo per glianglicani. Abbiamo da tempo rico-nosciuto, e spesso ribadito, che lenostre Chiese occupano un postospeciale l’una per l’altra. Possal’amore di Cristo unirci e rafforzareil nostro servizio per un ecumeni-smo genuino e fruttuoso che può es-sere una benedizione per il Corpodi Cristo in tutto il mondo», ha ag-giunto Welby assicurando che, d’orain poi, «Papa Francesco sarà moltonelle mie preghiere».

Secondo la Federazione delleChiese evangeliche in Italia, Tveit, anome del Consiglio ecumenico delleChiese, ha sottolineato due elementifondamentali nell’elezione del nuovoPapa. Prima di tutto il fatto che,nella persona del cardinale Bergo-glio, sia salito al soglio pontificio un

pellegrino della giustizia e della pa-ce, che ha vissuto una vita semplicee riflette la passione per la giustiziasociale e l’innalzamento dei poveri.Una prospettiva, quella del nuovoPapa, che sprona anche il Consiglioecumenico delle Chiese a riaffermareil proprio impegno per la giustizia ela pace. In secondo luogo, è di par-ticolare significato che Francesco siail primo Papa a provenire dal «suddel mondo», dove vive la grandemaggioranza dei cristiani, in unaproporzione destinata a crescere an-cora: «Questo cambiamento ha giàavuto un impatto importante sulmondo cristiano», ha detto il segre-tario generale Tveit, ed «è in questocontesto che dobbiamo muoverci elavorare insieme per affrontare igrandi e urgenti bisogni di tutte lepersone oggi».

Congratulazioni per il «primo Pa-pa latinoamericano» vengono dalpastore Nilton Giese, segretario ge-nerale del Consiglio delle chiesedell’America latina. «Conosciamo illavoro del cardinale Bergoglionell’arcidiocesi di Buenos Aires — hadichiarato Giese — e apprezziamo lasua particolare sensibilità e impegnoper i problemi sociali e per il dialo-go ecumenico». Sulla stessa lun-ghezza d’onda il pastore AntonioCarlos Alfredo Duarte Voekler, pre-sidente della Chiesa evangelica delRio de la Plata, il quale, sottolinean-do il dato storico del primo Papasudamericano, ha espresso la fiduciache l’esperienza pastorale di Bergo-glio aiuterà il nuovo Pontefice apromuovere una nuova visione a fa-vore di coloro che soffrono persecu-zioni e marginalizzazioni di ognitip o.

«Come tutti i cristiani partecipia-mo nell’intercessione a questa faseimportante della vita della Chiesa diRoma»: queste le parole con cui ilteologo valdese Fulvio Ferrario,coordinatore della Commissioneecumenica delle Chiese battiste, me-todiste e valdesi, ha accolto l’elezio-ne del nuovo Papa. «Certamente ilsaluto che Francesco ha rivolto allacittà di Roma e al mondo suscita vi-va simpatia» e «avremo tutto il tem-po di dialogare con lui nelle formeche si mostreranno più feconde», haconcluso Ferrario.

L’auspicio del priore di Taizé frère Alois

Un percorso di fratellanzadi amore e di fiducia

Auspici e reazioni dei leader religiosi

Un futuro di dialogo con ebrei e musulmani

†La Segreteria di Stato comunica che èdeceduto il

Signor

MARCOS GA S PA RTENORIO

Padre di Suor Emiteria Gaspar Martí-nez, Officiale della Sezione per gli Af-fari Generali della Segreteria di Stato.

I Superiori e i Colleghi partecipanoal dolore di Suor Gaspar Martínez edei suoi Familiari con profondo sensodi amicizia e di vicinanza e assicuranola propria preghiera, affidando il de-funto alla misericordia del Signore ri-sorto.

Pubblichiamo la dichiarazione di frèreAlois, priore di Taizé, per l’elezione diPapa Francesco.

A Roma, in piazza San Pietro, tral’immensa folla di romani e di pel-legrini venuti da tanti Paesi, mi so-no molto rallegrato per le primeparole di Papa Francesco. Ci aspet-tavamo qualcosa di nuovo da que-sta elezione e così è accaduto.L’origine di questo primo Papa ve-nuto “dalla fine del mondo” espri-me la dimensione universale dellaChiesa. Il nome che ha scelto ricor-da la gioia e l’amore dei più poveriche animavano Francesco d’Assisi eche sono stati fino ad ora al centrodella sua vita in Argentina.

Egli ha attinto dalla fede dei cri-stiani dell’America latina la sua vi-sione del rapporto tra il popolo e ilsuo vescovo. «Incominciamo questo

cammino: vescovo e popolo, uncammino di fratellanza, di amore,di fiducia tra noi», ha detto, insi-stendo sulla sua missione di vesco-vo di Roma. Quanti erano presentiin piazza sono stati visibilmentecolpiti dal fatto che il nuovo Papa,prima di benedirli, ha chiesto la lo-ro preghiera, chinandosi e mante-nendo un lungo silenzio. Chieden-do di pregare per il suo predecesso-re Benedetto XVI, ha unito unapreoccupazione di continuità a unapromessa di novità. Con tutta lafolla presente per salutarlo e acco-glierlo, mi ha colpito che abbia al-largato la nostra attenzione alle di-mensioni del mondo dicendo: «Pre-ghiamo per tutto il mondo, perchéci sia una grande fratellanza».

ROMA, 14. L’elezione di Papa Fran-cesco rappresenta un grande mo-mento nella storia della Chiesa, unsegno di apertura e di rinnovamento.Questo, in sintesi, il pensiero che ac-comuna ebrei e musulmani, i qualiauspicano in futuro un dialogo pro-fondo e foriero di buoni propositi.«Esprimo i migliori auguri — ha di-chiarato il rabbino capo della Comu-nità ebraica di Roma, Riccardo DiSegni — a Jorge Mario Bergoglioeletto Papa Francesco. Che possaguidare con forza e saggezza laChiesa cattolica per i prossimi anni.I rapporti della Chiesa con la Co-munità ebraica di Roma e il dialogocon l’ebraismo hanno compiuto deipassi importanti. La speranza è chesi possa proseguire il cammino nelsegno della continuità e delle buonerelazioni. Un segno di apertura e dirinnovamento — ha aggiunto — versoprospettive internazionali che lascia-no ormai l’Europa alla sua dimensio-ne antica e classica. Adesso, il mon-do cristiano guarda oltre oceano edè opportuno che lo faccia».

Agli auguri di Riccardo Di Segnisi sono aggiunti i complimenti delpresidente dell’Unione delle comuni-tà ebraiche italiane, Renzo Gattegna,del presidente della Comunità ebrai-ca di Roma (Cer), Riccardo Pacifici,e del consiglio della stessa Cer. Conl’elezione di Papa Francesco «la spe-ranza — ha sottolineato Gattegna — èche possa proseguire con reciprocasoddisfazione l’intenso percorso dia-logico che gli ebrei hanno sempreauspicato e che è stato realizzato an-che grazie all’opera dei Pontefici chesi sono avvicendati alla guida dellaChiesa nel recente passato. Ebrei ecristiani — ha aggiunto — sono datempo protagonisti di un dialogoaperto e leale e di un confronto ser-rato che, se svolti nel pieno rispettodelle reciproche autonomie e dellapari dignità, sono elementi impre-scindibili per la costruzione di un

futuro di autentica amicizia tra i po-poli e gli individui. Una sfida — haconcluso il presidente dell’Unionedelle comunità ebraiche italiane — al-la quale guardiamo con la consape-volezza del lungo e proficuo cammi-no che è stato possibile percorrereassieme e che dovrà proseguire ono-rando gli appuntamenti che ci atten-dono a partire da domani».

Che l’elezione di Francesco possamigliorare il dialogo interreligioso èl’auspicio del rabbino capo emeritodi Milano, Giuseppe Lara. «Le diffi-cili e tormentate vicende del nostrotempo richiedono guide dalla fedesalda e sicura e animate da senti-menti di intensa e profonda umanità.Amore per Dio e amore per le crea-ture: è questo il binomio preziosocui chi è investito di responsabilitàdeve potersi ispirare in tale difficile egravoso impegno. Il mio auspicio —ha concluso — è che, sotto la suaguida, il dialogo interreligioso edebraico-cristiano in particolare conti-nui a dare frutti nel solco dell’op era-to dei suoi predecessori».

La nomina del cardinale Bergoglioè stata seguita con attenzione anchedai media egiziani, che hanno datola notizia con “breaking news” suiloro siti, segnalando che si tratta delprimo Papa extraeuropeo nella storiadella Chiesa cattolica. L’università diAl-Azhar, la più alta autoritàdell’islam sunnita, auspica “migliorire l a z i o n i ” con il Vaticano dopo l’ele-zione al soglio petrino di Papa Fran-cesco. «Confidiamo in migliori rela-zioni con il Vaticano», ha dichiaratoMahmud Azab, consigliere per i rap-porti interreligiosi del grande imamdella moschea e rettore dell’universi-tà del Cairo, Ahmad al-Tayeb.

A commentare con tempestività lanomina di Papa Francesco ancheuno dei massimi esponenti di “giu-stizia e libertà”, il braccio politicodei Fratelli musulmani, da un annoil principale partito in Egitto. Il nu-mero due della formazione politica

Essam el Erian ha sottolineato sullasua pagina di Facebook come la fu-mata bianca del conclave «apra unafase nuova e importante», segnalan-do che «fra le grandi missioni cheattendono il nuovo Pontefice cattoli-co c’è quella di ristabilire il dialogocon le altre Chiese. Ma soprattuttocon Al-Azhar. I fedeli del Papa — hascritto el Erian, con un riconosci-mento implicito del ruolo del Ponte-fice — sono molto numerosi anche senon sono praticanti e quindi quelloche dirà e le politiche che delineeràil nuovo Papa avranno una grandeinfluenza sul mondo». Che il nuovoPapa «sia una svolta nel mondo a fa-vore dei poveri, dei diritti umani, del

dialogo con il mondo arabo e islami-co e della pace», è l’auspicio espres-so in una nota dalla Comunità delmondo arabo in Italia (Comai). «Dasettimane — si legge in una nota delComai — noi e la maggior parte deimedia arabi pensavamo che il prossi-mo Papa fosse americano. È statoeletto un latino-americano. Facciamogli auguri e diciamo all’America diimpegnarsi doppiamente a favoredella pace nel mondo e in Palesti-na».

A Papa Francesco sono giunti gliauguri anche dell’imam di Roma,Mohamed Hassen, il quale auspica«rapporti di dialogo tra noi e il Vati-cano, per il bene di tutta l’umanità.

Preghiamo Dio — ha sottolineato —che lo aiuti a svolgere questa nuovamissione con successo».

Infine, in una lettera inviata al Pa-pa, il dalai lama si è congratulatoper la «storica» elezione e per la de-cisione del Papa di scegliere il nomeFrancesco, mai usato dai suoi prede-cessori.

Il leader spirituale tibetano ha vo-luto esprimere la sua «sensazione digioia. Nonostante la mia scarsa co-noscenza di santi cattolici — ha scrit-to rivolgendosi direttamente al Papa— conosco san Francesco avendo vi-sitato Assisi. Sono commossonell’apprendere che questo è il nomeda te scelto per il tuo papato».

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L’OSSERVATORE ROMANOvenerdì 15 marzo 2013 pagina 7

L’elezione di Papa Francesco nei commenti dei cardinali

Nel nomeun forte messaggio

«La nostra Chiesa di Roma e l’inte-ro mondo cattolico hanno ricevutodal Signore un nuovo Pastore. Lecampane delle basiliche e dellechiese hanno suonato a festa peresprimere la gioia dell’avvenuta ele-zione. Ancora una volta Dio ha vi-sitato il suo popolo». Lo scrive ilcardinale Agostino Vallini, vicariogenerale di Sua Santità per la dio-cesi di Roma, in un messaggio aifedeli. «Il nostro primo pensiero —assicura — è di ringraziamento alPadre della misericordia che ha illu-minato i cardinali elettori nella scel-ta del nuovo successore di Pietro.La Chiesa di Roma è lieta di averricevuto il suo vescovo, che la gui-derà nelle vie del Vangelo per glianni a venire».

«Lo Spirito Santo — si legge nelmessaggio — si è manifestato in ma-niera sorprendente. Il nuovo Papa èun testimone gioioso del SignoreGesù, annunciatore instancabile,forte e mite del Vangelo per infon-dere fiducia e speranza. Egli conti-nuerà a guidare la Chiesa, la sposabella del Signore risorto, purifican-dola dalle macchie che talvolta neoscurano lo splendore del volto; fa-rà sentire la sua vicinanza a tutti gliuomini, perché la Chiesa sia la casadi tutti e nessuno senta l’imbarazzodi non starci bene: i poveri e gli ul-timi si sentiranno capiti e amati».

Secondo il porporato, «il nomedel poverello d’Assisi è un fortemessaggio e annuncia lo stile e

gioia e di speranza verso tutte quel-le realtà segnate dalla miseria mate-riale e spirituale». Come cristianiimpegnati nell’opera di evangelizza-zione «possiamo dare il nostro con-tributo al ministero petrino, conti-nuando a profondere il nostro im-pegno con generosità e amore».

Per il cardinale arcivescovo diNew York, Timothy Michael Do-lan, l’elezione di Papa Francesco èuna «pietra miliare per la Chiesa»perché rappresenta una «figura diunità per tutti i cattolici, ovunqueessi risiedano». In una conferenzastampa il porporato ha spiegato:«Il Papa ci ha detto che ha scelto ilnome di Francesco in onore diFrancesco di Assisi». E sappiamotutti, ha aggiunto, che il santo diAssisi «si è occupato dei poveri edegli umili: sarà questo il suo lavo-ro». Il cardinale Dolan ha poi rive-lato: «Quando Bergoglio è arrivatoal settantasettesimo voto è scattatoun applauso. Siamo stati molto feli-ci del risultato. Sono emozioni mol-to grandi: è difficile spiegare questasituazione, conosciamo il Papa co-me un fratello cardinale, lo stessouomo che parlava con noi è diven-tato Papa. È una persona semplice,umile, sincera, ma la sua identità ènuova adesso, è una cosa straordi-naria». Infine il porporato ha assi-curato che «i vescovi degli StatiUniti e i fedeli delle nostre 195 dio-cesi pregano per il nostro nuovoleader e gli promettono lealtà». E

Reazione e messaggi delle conferenze episcopali

La gioia diventa preghiera«Condividiamo tutti questo momen-to di gioia e preghiamo perché siaposto sotto la protezione della Ver-gine di Luján», patrona del Paese.Sono le prime parole con cui l’a rc i -vescovo di Santa Fe de la Vera Cruze presidente della Conferenza epi-scopale argentina, José María Aran-cedo, ha accolto l’elezione di PapaFrancesco. La notizia è arrivata nellacattedrale di Buenos Aires — che sitrova sulla Plaza de Mayo, nel cen-tro della città — mentre un gruppodi fedeli recitava il rosario, comeparte di una «ora santa» previstaper accompagnare con la preghierala scelta dei cardinali riuniti in con-clave. Durante una conferenza stam-pa il presule, sottolineando la «per-sonalità austera» del Papa argentinosi è detto certo che nel suo ministe-ro «approfondirà lo spazio di evan-gelizzazione e la prossimità dellaChiesa agli uomini e ai loro proble-mi». Monsignor Arancedo — secon-do quanto riferito dall’agenzia Fides— ha poi ha inviato una nota alnuovo Papa, in cui esprime la gioiadell’intero episcopato: «Caro Jorge:la nostra gioia viene dalla fede inGesù Cristo, il Signore della storia,per aver accettato di servire la Chie-sa come successore di Pietro». Ilpresule ha anche invitato una letteraai vescovi argentini nella quale chie-de di pregare per Papa Francesco:«Ritengo opportuno che domenicaprossima si tenga un’intenzione par-ticolare di ringraziamento e di pre-ghiera per il ministero che la Chiesaha affidato al nostro fratello Jorge,in tutte le messe che si terranno nel-le nostre diocesi».

Grande gioia, soddisfazione e vi-cinanza nella preghiera è stataespressa in particolare dai rappre-sentanti degli episcopati latinoameri-cani. Per i presuli brasiliani, in unanota firmata dal vice presidente, l’ar-civescovo di São Luis do Maranhão,José Belisário da Silva, e dal segre-tario generale, vescovo ausiliare diBrasília, Leonardo Ulrich Steiner,«l’elezione di Francesco fortifica laChiesa nella sua missione di “f a rediscepoli in tutte le nazioni”, secon-do il mandato di Gesù. Nato nel“continente della speranza” SuaSantità porta nel ministero petrinol’esperienza evangelizzatrice dellaChiesa latinoamericana e caraibica».Inoltre, «l’aspettativa con cui ilmondo ha seguito la scelta del suc-cessore di Pietro rivela come laChiesa possa cooperare con le na-zioni nel costruire la pace, la giusti-zia, l’uguaglianza e la solidarietà».

La nomina di Papa Francesco èstata accolta con «gioia» e anche«con molta speranza» dalla Chiesacattolica a Cuba: è quanto ha assi-curato il presidente dell’episcopato,l’arcivescovo di Santiago de Cuba,Dionisio Guillermo García Ibáñez.«Il conclave è stato breve e ci sen-tiamo molto felici per questa nuovatappa della vita della Chiesa», hadetto il presule cubano sottolinean-do la semplicità delle parole con cuiil nuovo Pontefice si è presentatoper la prima volta ai fedeli riunitimercoledì sera in piazza San Pietro.Analoghe espressioni di gioia sonostate espresse anche dagli episcopatidi Bolivia, Venezuela, Paraguay,Uruguay, Colombia, Cile, Messico,Panamá, Nicaragua, El Salvador.

In una nota diffusa dal sitodell’episcopato statunitense, il presi-dente cardinale arcivescovo di New

York, Timothy Michael Dolan, sot-tolinea come l’elezione del cardinaleBergoglio al Soglio di Pietro «segnauna grande pietra miliare nella no-stra Chiesa. Come successore di Pie-tro, nostro primo Papa, Papa Fran-cesco si pone come figura di unitàper tutti i cattolici ovunque essi vi-vano». E assicura che «i vescovi de-gli Stati Uniti insieme alla gentedelle nostre 195 diocesi offrono pre-ghiere per la nostra nuova guida egli promettono fedeltà».

Al coro di gioia si unisce anchepadre Patrick Daly, segretario gene-rale della Commissione degli episco-pati della Comunità europea, il qua-le ha sottolineato come «in questitempi difficili, segnati da una pro-fonda incertezza circa il futurodell’Europa», il nuovo Pontefice po-trà «rinvigorire la ricerca di unanuova visione per l’Europa». Unavisione caratterizzata dai «valori cri-stiani che hanno ispirato i padri fon-datori del progetto europeo».

«Gioia e riconoscenza» sono isentimenti con cui la Chiesa in Ita-lia ha accolto la notizia dell’elezionedel cardinale Bergoglio a successoredi Pietro. Lo afferma in un messag-gio il vescovo Mariano Crociata, se-gretario generale dell’episcopato. «Ilmistero della Chiesa — corpo vivo,animato dallo Spirito Santo, che vi-ve realmente della forza di Dio —costituisce per tutti noi la ragione ela passione della vita. Al nuovo Pa-pa, con le ultime parole di Benedet-to XVI, la Chiesa italiana promettegià da subito incondizionata reve-renza e obbedienza».

Vicinanza e gioia è stata espressaanche dal presidente dell’episcopatod’Inghilterra e Galles, l’a rc i v e s c o v odi Westminster, Vincent Gerard Ni-chols: «Mentre comincia il suo nuo-vo ministero apostolico come vesco-vo di Roma e pastore della Chiesa

universale, assicuriamo a Papa Fran-cesco le preghiere e il sostegno dellacomunità cattolica d’Inghilterra eGalles».

Un invito a visitare come pellegri-no la Terra Santa è contenuto nelmessaggio di saluto che il Patriarcadi Gerusalemme dei Latini, FouadTwal, ha inviato al nuovo Pontefice.«La Terra Santa attende con emo-zione e con impazienza di averel’onore e la gioia di accoglierla nellaTerra in cui si è compiuta la salvez-za. Ahlan wa sahlan, sia il benvenu-to». In quanto, «Chiesa Madre diGerusalemme, gioiamo profonda-mente per l’elezione del nuovo Pa-store della Chiesa cattolica, sceltodai cardinali in conclave, ma soprat-

tutto dallo Spirito Santo. Al nuovoPapa esprimiamo le nostre felicita-zioni, Alf Mabrouk, con la nostra to-tale e completa adesione e al tempostesso assicuriamo il nostro affetto ela nostra preghiera filiale. La nostracomunione è profonda. Grazie inanticipo, Santo Padre, per tuttoquello che farà per la Chiesa, per ilmondo e per la sollecitudine pasto-rale che avrà per il nostro patriarca-to nel corso del suo pontificato».Nella nota, il patriarca Twal esprimel’augurio che il nuovo Pontefice«possa continuare a lavorare per lapace e la giustizia in Medio Orien-te, in particolare in Terra Santa» e«favorire progressi concreti nel dia-logo interreligioso».

Molte testimonianze dalle congregazioni religiose e dai movimenti

L’affetto di tutta la Chiesa

Dichiarazione del generale dei gesuiti

Specialissimo vincolodi amore e di servizio

L’elezione del nuovo Pontefice«apre per la Chiesa una tappa pie-na di speranza»: è un passaggiodella dichiarazione del padre gene-rale della Compagnia di Gesù, pa-dre Adolfo Nicolás, all’indomanidell’elezione di Papa Francesco.«Tutti noi gesuiti — si legge nelladichiarazione — accompagniamocon la preghiera questo nostro fra-tello e lo ringraziamo per la suagenerosità nell’accettare la respon-sabilità di guidare la Chiesa in unmomento cruciale. Il nome “Fr a n -cesco”, con il quale sarà chiamatod’ora in avanti, evoca il suo spiritoevangelico della vicinanza ai pove-ri, la sua identificazione con lagente semplice e il suo impegnonel rinnovo della Chiesa. Dal pri-

mo momento in cui si è presentatodavanti al popolo di Dio ha datotestimonianza in modo visibile del-la sua semplicità, umiltà, esperien-za pastorale e profondità spirituale.«Il carattere proprio della nostraCompagnia è dunque di essere unordine religioso, apostolico, sacer-dotale e unito al Romano Pontefi-ce con uno specialissimo vincolo diamore e di servizio» (NC 2, n. 2).«Per questo, condividiamo la gioiadi tutta la Chiesa, mentre deside-riamo rinnovare la nostra disponi-bilità per essere inviati alla vignadel Signore, in conformità con lospirito del nostro voto speciale diobbedienza, che ci unisce al SantoPadre in maniera così specifica (CG35, D. 1, 17)».

ROMA, 14. Un flusso ininterrotto diemozione, gratitudine e lode al Si-gnore per l’elezione del nuovo Pa-pa giunge in queste ore anche dallecongregazioni religiose e dai movi-menti cattolici. I frati francescani diAssisi, si legge in una nota, «rendo-no lode a Dio e gioiscono per l’ele-zione del Sommo Pontefice JorgeMario Bergoglio». La famigliafrancescana «in questo Anno dellafede, nell’accompagnare l’inizio delSuo Ministero con la preghiera in-cessante, spera di accogliere ilSommo Pontefice nei luoghi sacrialla memoria e alla profezia di SanFrancesco, strettamente legati allaSede Apostolica con la Chiesa cheè in Assisi retta dal suo vescovoDomenico Sorrentino». Il custodedel Sacro Convento di Assisi, padreMauro Gambetti e gli altri fratidella comunità, hanno sottolineatoche l’elezione del nuovo Ponteficeha provocato «un sussulto di am-mirazione e di responsabilità» nellacomunità francescana. Forte emo-zione traspare anche nel commentodi Padre Renato Salvatore, superio-re generale dei camilliani (ministridegli infermi), che ha osservato:«Sono molto contento per l’elezio-ne di Papa Francesco, in particolare

perché è un religioso che ha sem-pre vissuto in modo esemplare ilvoto di povertà».

Anche i movimenti cattolici ren-dono testimonianza di gratitudine edi affetto al nuovo Papa. «I nostricuori — commenta la presidenzadell’Azione cattolica italiana — gioi-scono e fanno festa. La Chiesa diCristo ha un nuovo Pietro. A PapaFrancesco tutta l’Azione cattolicaitaliana assicura fin da questi primiistanti di pontificato l’ascolto e lapreghiera più intensa, stringendoloin un commosso e amorevole ab-braccio con l’affetto e la gratitudinedei figli». Il Forum internazionaledi Azione cattolica ha poi espresso«il suo saluto filiale e tutta la suagioia in questo tempo provviden-ziale per la Chiesa». A nome delMovimento dei Focolari, il presi-dente, Maria Voce, ha dichiarato:«Insieme a tutta la Chiesa sono ve-ramente felice di questo momento,che fa vedere sia la vitalità dellaChiesa che la freschezza dello Spi-rito Santo che trova sempre il mo-do di sorprendere». Per il presiden-te, «oltre alla sorpresa, perché cer-tamente non era uno dei cardinalidi cui si parlava, c’è la gioia dipensare che anche questo è un se-

gno di novità per la Chiesa di oggi,che mi pare stia vivendo un mo-mento speciale, cominciato con larinuncia al ministero di vescovo diRoma da parte di Benedetto XVI eseguito da questo nuovo Papa, cheha saputo suscitare un’eco straordi-naria in tutto il mondo». Molto si-gnificativa — ha concluso — «è lascelta del nome Francesco, perchémi sembra esprimere il desiderio diun ritorno alla radicalità del Vange-lo, a una vita sobria, a una grandeattenzione all’umanità e anche atutte le religioni». Alle testimonian-ze si unisce quella della Comunitàdi Sant’Egidio, che «gioisce contutta la Chiesa per l’elezione di unPapa che mostra la grande forzaspirituale della Chiesa, la quale, inun momento di difficoltà, ha sapu-to far emergere una personalità ec-cezionale come il cardinale Bergo-glio». Infine, il messaggio delle As-sociazioni cristiane dei lavoratoriitaliani: «Come lavoratori cristianipartecipiamo alla gioia di tutti icredenti e degli uomini di buonavolontà per l’elezione del cardinaleJorge Mario Bergoglio al sommopontificato con il nome di France-sco» è quanto ha affermato il presi-dente nazionale, Gianni Bottalico.

l’impronta del nuovo Pontificato».E «Roma, che ha sempre amato ilPapa sarà la prima a seguire il suoVescovo e a rispondere alla missio-ne di far risplendere la fede e la ca-rità, in maniera esemplare e congioiosa vitalità». Il cardinale vicarioha anche confidato che «al PapaFrancesco all’atto dell’obb edienzadopo l’elezione nella Cappella Si-stina, ho promesso fedeltà e affettoanche a nome di tutti voi: vescoviausiliari, sacerdoti, diaconi, consa-crati e laici. Gli ho assicurato che laChiesa di Roma sarà a lui vicina,non gli farà mancare il calore filia-le, accoglierà con fede e docilità lasua guida e lo sosterrà nel portare ilformidabile peso che il Signore gliha messo sulle spalle».

Per il cardinale Giovanni BattistaRe, il nuovo Papa è una persona«vicino alla gente, molto sensibileai problemi sociali e molto attentoai poveri». E ha sottolineato comeil suo primo gesto sia stato quellodi «pregare la Madonna e mettereil proprio pontificato sotto la prote-zione della Vergine».

In un incontro alla Congregazio-ne per l’Evangelizzazione dei Popo-li — riferisce l’Agenzia Fides — ilcardinale prefetto Fernando Filoniha commentato: «Il nuovo Papa ciha detto che l’evangelizzazione sup-pone zelo apostolico. E che biso-gna uscire, andare verso chi ha bi-sogno, ad annunciare il Vangelonelle periferie. Oggi siamo chiamatia fare nostra questa intuizione» haaffermato il porporato «anche se avolte possiamo essere stanchi, sia-mo chiamati ad annunziare sempreil Vangelo, soprattutto con zelo,che significa con amore». Il nuovoPapa — ha proseguito — «ci haesortato a uscire da noi stessi, anon cedere a tentazioni di autorefe-renzialità, ma ad andare verso i bi-sognosi, a portare un annuncio di

ha così concluso: «Dormirò benestanotte, e anche Papa Francescodormirà bene. La Chiesa è in buo-ne mani, lo sappiamo tutti».

«Questo Papa ci stupirà. Sono ri-conoscente al Signore di avercelodonato»: è il commento del cardi-nale Severino Poletto, arcivescovoemerito di Torino. E, in particolare,ha sottolineato lo stile «semplice eumile, vicino alla gente» di PapaFrancesco. «Lo dice già il modo incui ieri sera si è presentato», ha os-servato».

È commosso e «profondamentefelice» il cardinale Camillo Ruini,vicario generale emerito di SuaSantità per la diocesi di Roma, perl’elezione di Jorge Mario Bergoglio.«Ho avuto la fortuna — racconta inun’intervista a Paolo Rodari su “laRepubblica” del 14 marzo — di po-ter entrare nella Cappella Sistinaquando il nuovo Papa stava rice-vendo l’obbedienza di ciascun car-dinale. Così ho potuto baciargli an-ch’io la mano: il Papa mi ha ab-bracciato e mi ha chiesto comeavessi fatto ad arrivare così presto».Riguardo al nome Francesco, il car-dinale Ruini pensa «sia una sceltacoraggiosa e piena di significato».Del resto è «il santo della gioia,della povertà, di un amore total-mente sincero alla Chiesa. Il santoparticolarmente caro a noi italianiche insieme a san Domenico ha sa-puto dar vita alla più grande rifor-ma riuscita nella Chiesa, senza rom-pere l’unità della Chiesa stessa». Ela Chiesa, ha aggiunto, «ha semprebisogno di riforma e di rinnova-mento per essere come Gesù Cristola vuole, la sposa che riflette la lucedel suo sposo. Oggi questo bisognosembra essere particolarmente gran-de, ma lasciamo al nuovo Papa difare le scelte che lo Spirito Santosuggerirà alla sua intelligenza e alsuo cuore».

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 venerdì 15 marzo 2013

L’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio arcivescovo di Buenos Aires

Dalla Sistina a piazza San Pietrodi MARIO PONZI

«È bianca!». Il primo habemus pa-pam lo ha gridato la folla, a stentocontenuta dall’emiciclo berniniano.Appena è apparso quel rivolo di fu-mo bianco dal comignolo sul tettodella Cappella Sistina, la piazza èesplosa in un grido di gioia. Eranole 19.06 di mercoledì 13 marzo. Lapioggia che è caduta per tutto ilgiorno non ha tenuto lontane le mi-gliaia di persone che hanno gremitopiazza San Pietro sin dalle prime oredel mattino. E subito dopo il grido,quasi di liberazione da una tensionegenerata dall’attesa, l’eco di quellagioia è stato rilanciato dalle campa-ne suonate a distesa dalla basilicaVaticana e in tante piazze del mon-do intero.

Pochi minuti prima, nella Cappel-la Sistina, davanti ai suoi confratelliriuniti in conclave, Jorge Mario Ber-goglio manifestava il consensoall’elezione canonica e indicava, se-condo quanto previsto dall’Ordo ri-tuum conclavis, la scelta del nome daPapa: Francesco. A raccogliere for-

malmente l’accettazione il cardinaleGiovanni Battista Re (che presiedevail conclave), il segretario del collegiocardinalizio, l’arcivescovo LorenzoBaldisseri, e il maestro delle Cele-brazioni Liturgiche Pontificie, mon-signor Guido Marini, il quale, confunzioni di notaio, redigeva il verba-le dell’accettazione. In questo preci-so istante il conclave poteva conside-rarsi concluso.

Vestito per l’ultima volta di por-pora, il nuovo Papa è scomparsodietro la porta della sagrestia dellaCappella Sistina. Quando è rientratoindossava le vesti bianche del Roma-no Pontefice. Al collo aveva conser-vato la croce pettorale portata du-rante il ministero episcopale a Bue-nos Aires.

Dalla cattedra, posta sotto il mae-stoso affresco michelangiolesco, ha

Festa di popolo in piazza San Pietro

di GIULIA GALEOTTI

«Vi do la benedizione, ma primavi chiedo un favore». Fa una pau-sa, Papa Francesco. E l’immensafolla presente, per un secondo,trattiene il fiato.

Nelle infinite sfumature soloapparentemente attutite dal buio,gli occhi di ogni donna, uomo ebambino presente in piazza han-no cercato di immaginare cosapotesse volere da loro, il nuovoPontefice. «Prima che il vescovobenedica il popolo, vi chiedo chevoi preghiate il Signore perché mibenedica. Facciamo in silenzioquesta preghiera di voi su di me».E la folla — incontenibile e strari-pante ben oltre il pur ampio ab-braccio offerto dall’ellissi maesto-sa del colonnato berniniano — harisp osto.

Per un minuto, un silenzio di-rompente è sceso sui presenti.Nella comunione di quel minuto,nel raccoglimento seguito all’atte-sa della fumata e alla gioiadell’habemus papam, dinnanzi alsuo vescovo inchinato, la piazzaha invocato la carezza del Padre.E l’ha quindi elevata, con gratitu-dine e dolcezza, al nuovo Papa, ealla sua croce scura, così distin-guibile da ogni angolo.

La potenza divina è anche ilboato silenzioso della vita in mez-zo alla gioia e alla sofferenza. Èl’invocazione afona ma non mutache chiede, commossa e partecipenell’umida notte romana, dignitàe accoglienza per tutti. Anche, esoprattutto, per i lontanissimi.

Chi non crede, è rimasto ammi-rato da quel silenzio irreale. Chicrede, vi ha colto anche la bene-dizione di Dio per il buon pasto-re che, avviandosi a guidare il suogregge, ne ha chiesto l’aiuto.

E così la preghiera silenziosache Papa Francesco ha domanda-to alla piazza, dalla piazza gli èstata restituita, straripante di vita,gioia e gratitudine.

Il silenziodella preghiera

ascoltato il ricordo evangelico delleparole con le quali il Signore ha affi-dato a Pietro la sua Chiesa e ai suoisuccessori il primato del ministeroapostolico, proposto dal cardinaleJean-Louis Tauran, primo tra i cardi-nali diaconi.

Poi Papa Francesco ha pregato insilenzio, mentre gli altri pregavanosecondo le sue intenzioni, seguendol’intonazione del cardinale GodfriedDanneels, primo dell’ordine dei pre-sbiteri presenti in conclave. Al termi-ne gli elettori hanno prestato, uno auno, l’atto di ossequio e di obbe-dienza. Il Papa ha accolto ciascunorestando in piedi dinnanzi all’a l t a re .Poi egli stesso ha intonato il TeDeum e mentre il cardinale Tauran,dalla Loggia esterna della Benedi-zione della basilica Vaticana, annun-ciava in latino l’avvenuta elezione ecomunicava il nome, Papa France-sco, preceduto dalla Croce, si è av-viato alla Loggia da dove, alle 20.20circa, si è affacciato.

I latinoamericani, che lo conosco-no bene, hanno dato il via all’ova-zione, trascinando anche i più sor-presi. Il Papa è apparso toccato datanto affetto. È rimasto immobile aosservare tutta quella gente che con-tinuava a gridare, a sventolare ban-diere di nazioni diverse che, quasiun auspicio, si intrecciavano in unadanza festosa. Poi ha esordito conquel «fratelli e sorelle, buona sera»,che ha sciolto ogni distacco.

E la familiarità è divenuta via viapiù profonda mentre il Pontefice sipresentava: «Voi sapete che il doveredel conclave era di dare un vescovoa Roma. Sembra che i miei fratellicardinali siano andati a prenderloquasi alla fine del mondo... ma sia-mo qui...». Poi la preghiera che haper il predecessore Benedetto XVI.Infine quel suo inchinarsi per prega-re in silenzio con i fedeli, lo ha co-me improvvisamente portato in mez-zo alla gente. Il silenzio, forse maicome in questa circostanza, è statotanto fragoroso.

Sulla loggia accanto a lui, oltre aicardinali Re, Danneels e Tauran, ri-spettivamente il primo dell’o rd i n edei vescovi, dei presbiteri e dei dia-coni, c’erano i cardinali Agostino

Vallini («il mio cardinale vicario quipresente» ha detto Papa Francescorivolgendosi ai fedeli romani), Cláu-dio Hummes e Tarcisio Bertone.Nella circostanza è stata comunicatal’indulgenza plenaria concessa aquanti in quel momento hanno rice-vuto la prima benedizione del nuovoPontefice.

Erano da poco trascorse le 21quando Papa Francesco è rientrato

nella residenza Domus Sanctae Mar-thae, a bordo dello stesso pullminocon il quale, nel primo pomeriggio,aveva raggiunto il Palazzo Apostoli-co, accanto agli altri cardinali.

Con loro ha consumato la cenaprima di ritirarsi nella sua stanza, lastessa che aveva occupato sin dalprimo giorno di permanenza in Vati-cano.

Intanto in piazza San Pietro erainiziata una grande festa latinoame-ricana, inscenata da numerosi giova-ni ai quali non hanno tuttavia man-cato di aggiungersi anche persone didiverse nazionalità.

Ultimi scorci di una lunga giorna-ta vissuta da migliaia di persone che,con la loro presenza hanno volutoaccompagnare ogni momento diquesto conclave.

Anche se inizialmente delusi dallafumata nera delle 11.40 circa — l’uni-ca scaturita al termine delle due pre-viste votazioni — in molti non si so-no lasciati scoraggiare e sono rimastiin piazza, anche quando i cardinalielettori sono rientrati nella D omusSanctae Marthae per il pranzo.

Poi, poco dopo le 19, con la fu-mata bianca, è iniziata la festa.

Il congedodalla residenzaro m a n aPiccolo fuori programma altermine della prima uscita diPapa Francesco dal Vaticano:stamane, giovedì 14 marzo,dopo essersi recato a pregarenella basilicadi Santa Maria Maggiore,il Pontefice si è fattoaccompagnare in automobilepresso la Domus internationalisPaulus VI. Nella residenzasacerdotale di via della Scrofa,dove alloggiava prima dell’iniziodel conclave, ha compiutouna breve sosta per ritirare alcunieffetti personali, ringraziarei dipendenti e saldarepersonalmente il conto,prima di rientrarealla Domus Sanctae Marthae,sua attuale residenza in Vaticano.

I prossimiappuntamenti

Nel pomeriggio di giovedì 14 marzoPapa Francesco celebra la messa nel-la Cappella Sistina con i cardinalielettori che hanno preso parte alconclave. Al termine, farà visitaall’appartamento papale nel PalazzoApostolico in Vaticano. Ne dà noti-zia la Prefettura della Casa Pontifi-cia, rendendo noto anche il calenda-rio dei prossimi appuntamenti cheattendono il Pontefice.

Venerdì mattina, 15 marzo, alle 11,nella Sala Clementina del PalazzoApostolico, incontrerà l’intero colle-gio cardinalizio, compresi i porpora-ti che non sono entrati nella Cappel-la Sistina per il conclave.

Sabato 16, alle 11, nell’Aula PaoloVI, riceverà in udienza i rappresen-tanti dei mezzi di comunicazione so-ciale.

Domenica 17, alle 12, dallo studiodell’appartamento papale, nel Palaz-zo Apostolico, si affaccerà per la re-cita dell’Angelus, il primo del suop ontificato.

Martedì 19, solennità di san Giu-seppe, sposo della Vergine Maria epatrono della Chiesa universale, alleore 9,30, in piazza San Pietro, la ce-lebrazione della messa per l’iniziosolenne del ministero petrino.

Mercoledì 20, non si terrà la con-sueta udienza generale. Il Pontefice,infatti, incontrerà i delegati fraternidi altre Chiese cristiane.

di SI LV I A GUIDI

Una festa di popolo. Con la bandache suona, i bambini che sorridonoo fanno le smorfie alla telecamera sesi vedono inquadrati sul grandeschermo, i turisti che si precipitanoin metropolitana e raggiungonopiazza San Pietro trafelati e felici,incuranti della pioggia, fieri di po-ter vivere in diretta una pagina distoria. Chi stringe in mano un rosa-rio, chi fissa lo schermo del cellularenella febbrile condivisione dei mes-saggi. Le feste cattoliche sono sem-pre così: colorate, piene di musica,cariche di tutta la molteplicità econtraddittorietà dell’umano — limi-ti compresi — ma rese speciali dauna misteriosa “febbre di vita” chetrasfigura le cose di tutti i giorni,regalando alla quotidianità spessore,intensità e un’allegria impossibile daimmaginare prima. Merito di quelmaterialismo cristiano così incom-prensibile per chi non ne intuisce la

portata, che supera misteriosamenteil breve respiro del presente. Dopol’effimera notorietà del gabbianoappollaiato sul comignolo più foto-grafato del mondo — per cui suTwitter e nei vari social network so-no stati scomodati persino Cechov ele poesie di Cardarelli — gli sguardi

si sono concentrati in un punto, sul-la fumata bianca, poi su un balco-ne.

Tante delle persone in piazza nonsapevano chi fosse Bergoglio.Quando hanno sentito il nome, si èdiffuso il brusio dei molti che chie-devano notizie a chi avevano vicino.E nei minuti intercorsi tra l’habemus

Papam e l’arrivo di Francesco, lapiazza trepidava per capire a chidoveva pensare. Come l’arrivo di unbambino lungamente atteso: sai chefa già parte della tua famiglia, saiche gli vorrai bene, ma non sai chevolto avrà, quale sarà la sua voce, ilsuo temperamento, il suo destino.Non è solo semplice curiosità quella

che ha portato milioni di sguardi edi telecamere a concentrarsi in unpunto, nel tardo pomeriggio del 13marzo. Il Papa è il custode dell’In-carnazione, una risposta concreta al-lo smarrimento, così diffuso nelmondo contemporaneo, di chi nonha più un Padre a cui guardare.«Ora che non c’è più chi si compia-ce di noi (...) e non c’è più chi ciperdoni» scriveva Giovanni Pascolinella poesia I due orfani.

La curiosità, anche in chi si è tro-vato a passare per piazza San Pietroper caso e poi ha deciso di fermarsi,nasconde il bisogno di vedere e toc-care il fatto che habemus Papam, ab-biamo un Padre che ci ama nei Cie-li, e il Vicario di Cristo sulla terrache ci porta la sua voce e il suosguardo buono, colmo di misericor-dia. Per questo tutto il mondo harecitato insieme al Papa le preghieresemplici, il Padre Nostro e l’AveMaria; le stesse che un nonno fa di-re ai nipotini prima del bacio dellabuonanotte.