CURIO COME È NATO L’ORDINE ALFABETICO DELLE … · alla metà del II millennio avanti Cristo a...
Transcript of CURIO COME È NATO L’ORDINE ALFABETICO DELLE … · alla metà del II millennio avanti Cristo a...
Anno II – Numero 102 Lunedì 28Gennaio 2013, s. Tommaso D’Aq., S. Valerio
Notizie in Rilievo
• Scienza e Salute
1. linfomi possono essere
contrastati privandoli di
colesterolo HDL
Governo e
Professione 2. Concorso farmacie.
come valutare i titoli
professionali dei
collaboratori?
Cronaca e
Farmacia 3. E-commerce. Tra gli
uomini è boom di
acquisti di prodotti
contro calvizia,
sovrappeso e impotenza
Farmaci e Salute 4. L’Uso Regolare
dell’Aspirina
Raddoppierebbe il
rischio di degenerazione
maculare
Nutrizione e Salute 5. Pressione alta? Ecco i 6
cibi più salati
Curiosità � Come è nato l’ordine
alfabetico delle lettere
� Come si calcolano le
calorie?
� Carezze, svelato il
mistero: la sensibilità
dipende da una
proteina
CURIOSITA’
COME È NATO L’ORDINE ALFABETICO DELLE LETTERE? Le lettere dell’alfabeto si succedono secondo un ordine fissato nell’antichità.
Si ritiene che la realizzazione del primo alfabeto risalga
alla metà del II millennio avanti Cristo a opera di popoli semitici della Siria e
della Palestina, che idearono l’uso delle lettere e associarono a ciascuna di
esse un segno grafico derivandolo dai geroglifici egiziani.
LETTERE E NUMERI. Il criterio con cui le lettere furono originariamente
ordinate all’interno dell’alfabeto non è certo. L’ipotesi più attendibile è che i
caratteri grafici delle lettere venissero usati anche per indicare piccoli numeri,
per cui il segno corrispondente all’uno fu collocato nell’alfabeto al primo
posto, quello corrispondente al 2 al secondo posto e così via. Con lievi
modifiche e aggiunte, dall’alfabeto semitico derivò quello fenicio, da questo
quello greco, quindi quello etrusco, poi il latino e infine l’italiano moderno. SCIENZA E SALUTE
I LINFOMI POSSONO ESSERE CONTRASTATI PRIVANDOLI DI COLESTEROLO HDL Una soluzione per debellare un linfoma senza usare farmaci potrebbe essere quella di privarlo del suo cibo preferito: il colesterolo Hdl. Le nanoparticelle d’oro potrebbero sostituire le cellule naturali di colesterolo HDL, il cibo preferito dal linfoma, in modo che questo non possa più alimentarsi e così morire, e tutto senza più il ricorso alla chemioterapia. (In Fig.: nanoparticelle d’oro)
La ricerca della Northwestern University, pubblicata sulla
rivista Pnas, descrive come un nuovo tipo di nanoparticella
puo' agire da "doppio agente segreto". Questa appare alle
cellule cancerose del linfoma come il loro alimento preferito, l'Hdl naturale, ma
quando la particella incontra la cellula la 'sigilla' e impedisce al colesterolo di
entrare. In questo modo, privata di un suo essenziale nutriente, la cellula
cancerosa muore. Lo studio ha mostrato che queste particelle sintetiche di Hdl
riescono a uccidere le cellule B del linfoma in cellule umane in coltura e
inibiscono la crescita di cellule B di linfoma umano in un modello murino.
Secondo lo studio, il trattamento potrebbe diventare una terapia non tossica
contro il linfoma B che non coinvolge la chemioterapia (Sn).
PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 102
GOVERNO E PROFESSIONE
CONCORSO FARMACIE. COME VALUTARE I TITOLI PROFESSIONALI DEI COLLABORATORI? Una farmacista collaboratrice ci interroga su come valutare i propri titoli e le proprie esperienze professionali in vista del concorso straordinario per le nuove farmacie. Risponde l'Avv. Paolo Leopardi
Gentile direttore, vorrei porre alcuni quesiti relativi al concorso straordinario.
1. Svolgo attività di farmacista “collaboratore” con un contratto di part-time verticale notturno da quasi 17 anni: ho messo le virgolette a collaboratore
perché durante il turno di 10,15 ore, sono da sola e il bacino di utenza della
farmacia è di circa 200.000 abitanti!
COME VALUTARE I MIEI TITOLI DI SERVIZIO PROFESSIONALE?
Pari a quelli di un collega che, pur svolgendo la sua attività per un numero di ore pari al mio, lavora di giorno con altri colleghi?
2. Nel 2003 ho conseguito una seconda laurea presso la facoltà di medicina e chirurgia
dell’Università di Modena e Reggio, in scienze della programmazione sanitaria.
QUALE VALUTAZIONE DOVREI OTTENERE? 3. A seguito del conseguimento di questa seconda laurea ho potuto svolgere attività di docenza
presso enti di formazione in corsi per personale sanitario e le mie materie di insegnamento sono:
organizzazione dei servizi sanitari, igiene degli ambienti, sicurezza sul lavoro.
QUESTA MIA ATTIVITÀ PUÒ AUMENTARE IL MIO PUNTEGGIO? La ringrazio della cortese attenzione
RISPONDE l'avv. Leopardi: come espressamente richiamato al comma 4 dell’art. 11 D.L. 1/2012
convertito con modificazione in L. 27/12 "al concorso straordinario si applicano, in quanto
compatibili, le disposizioni vigenti sui concorsi per la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova
istituzione o vacanti, nonchè le disposizioni del presente articolo".
Ebbene, con riferimento alla valutazione dell’esercizio professionale l’art. 5, 3° comma del D.P.C.
M. 30 marzo 1998 n. 294, prevede che, per l’attività di collaboratore di farmacia aperta al
pubblico, vengano assegnati 0,45 punti per anno per i primi dieci anni e 0,18 per i secondi dieci.
Nulla stabiliscono le norme con riferimento al numero di colleghi con i quali si condivide l’attività
di collaboratore nonché al "bacino di utenza", per il quale si presta l’attività predetta.
Riguardo la seconda laurea il richiamato D.P.C.M. stabilisce l’assegnazione del punteggio al 0,7
qualora il titolo sia conseguito in medicina, scienze biologiche, veterinaria e chimica mentre
prevede l’assegnazione di 0,4 punti per tutte le specializzazioni relative alla facoltà di farmacia
chimica e tecnologia farmaceutica erogate ai sensi dell’art. 80 DPR 11 luglio 1980 n. 382 o dell’art.
8 legge 30 novembre 1989 n. 398. Sarà quindi necessario verificare l’appartenenza del titolo di
laurea ad una delle due sopracitate categorie.
Da ultimo, con riferimento alla docenza queste vengono considerate solo in caso di attività di
professore ordinario di ruolo della facoltà di farmacia (lett. C. art. 5, comma 3) e di professore
universitario associato della facoltà di farmacia (lett. D. art. 5, comma 3) quindi ritengo che non
potranno essere considerate nella valutazione dei titoli da parte delle apposite Commissioni
Giudicanti.
Tuttavia, pur nel rispetto delle citate norme, dovrà essere tenuta nella giusta considerazione la
discrezionalità con la quale le predette Commissioni effettueranno le proprie valutazioni, sperando
che anche questa fase non sia troppo gravata di contenzioso.
PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 102
CRONACA E FARMACIA
E-COMMERCE. Tra gli UOMINI è BOOM di ACQUISTI di Prodotti contro CALVIZIA, SOVRAPPESO e IMPOTENZA Desiderano dimagrire, limitare la calvizie e migliorare le perfomance sotto le lenzuola. È l'identikit degli uomini del Duemila che emerge dall'analisi delle vendite via web in Gran Bretagna, ma anche in Italia è così. Secondo le farmacie inglesi online, infatti, è un vero e proprio boom di prodotti destinati agli uomini per contrastare calvizie, chili di troppo e impotenza.
L’ analisi di Chemist Direct evidenzia come tutti insieme questi rimedi totalizzano
oltre il 25% delle vendite annue complessive sul web. E il trend per gli amanti dello
shopping salutistico online è quello di ricorrere a un solo ordine per tutti e tre i
prodotti. Insomma, l'analisi delle farmacie via web tratteggia il ritratto di un uomo con problemi di
calvizie, peso e disfunzione erettile, ma veloce con mouse e tastiera.
Quello che succede a Londra accade anche in Italia - spiega Chiara Simonelli, docente di Psicologia clinica dello sviluppo Sessuale all'Università la Sapienza di
Roma - anche l’uomo italiano punta sugli “aiutini” per risolvere i propri problemi di
natura sessuale. Ma non solo, trova anche difficoltà a parlare dei suoi punti deboli
con i medici e con la propria partner, per questo inizialmente ricorrono
all’informazione web. Comunque anche in Italia si registra l’aumento delle mentine dell’amore”.
Quindi uomini più sicuri che se si curano l’aspetto e che garantiscono la prestazione a letto. Oggi
Levitra, Viagra e Cialis sono prodotti accessibili e facili all’assunzione nel momento del bisogno. La
concorrenza permette anche di avere prezzi diversi.
“Si è vero – spiega E.A. Jannini, prof. di endocrinologia e sessuologia all’Univ. dell’Aquila– ma
bisogna subito dire che per il Levitra, come il Viagra e il Cialis, è necessaria la prescrizione medica.
Solo così si protegge il paziente. I medici ora hanno una ampia scelta avendo a disposizione
prodotti che permettono di soddisfare le esigenze relazionali di una coppia con tempi, soluzioni e
costi diversi. L’appello forte è di non rivolgersi al mercato nero delle pillole dell’amore ma puntare
a un prodotto che garantisca l’efficacia terapeutica in sicurezza. Nonostante i continui appelli degli
Specialisti, le medicine per la disfunzione erettile sono, purtroppo, ancora a carico del paziente. Se
quindi si aggiunge a potenza e rapidità un evidente vantaggio economico per il paziente, come nel
caso della “mentina dell’amore”, è ancor meglio. (Farmacista online)
COME SI CALCOLANO LE CALORIE? L’energia che un cibo libera quando viene “bruciato” si misura in chilocalorie (kcal), comunemente dette Calorie.
Questa energia si misura bruciando una quantità nota dell’alimento in uno
strumento chiamato bomba calorimetrica. Il calore sviluppato dalla combustione viene ceduto
all’acqua circostante: dalla variazione della temperatura dell’acqua è possibile calcolare il
contenuto calorico.
MISURA TEORICA: in maniera molto più agevole si può ricavare il potere calorico di un alimento
conoscendone il contenuto in nutrienti. Occorre moltiplicare i gr. di proteine e di carboidrati per 4
kcal e i gr. di grassi per 9 kcal: la somma dei tre numeri darà il valore calorico di quel prodotto. Il
risultato ottenuto a partire dalla quantità di nutrienti è meno preciso rispetto a quello ricavato con
il metodo calorimetrico. (Focus)
PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 102
FARMACI E SALUTE
L’USO REGOLARE DELL’ASPIRINA RADDOPPIEREBBE IL RISCHIO DI DEGENERAZIONE MACULARE L'aspirina e' largamente usata per prevenire attacchi cardiaci e ictus e per trattare l'artrite, ma una nuova ricerca australiana invita alla cautela, dopo aver individuato un legame con malattie oculari dell'età avanzata.
Lo studio del Westmead Millennium Institute for Medical Research di Sydney indica che l'uso regolare di aspirina e' legato ad un aumento piu' che doppio nel rischio di contrarre degenerazione maculare legata all'eta', (Dmle) una patologia multifattoriale che colpisce la zona
centrale della retina, detta macula, ed e' una causa primaria di cecità per gli anziani.
STUDIO: studiato quasi 2400 persone sopra i 50 anni per un periodo di 15 anni; scoperto che 63
persone avevano contratto Dmle neovascolare, o senile. Il direttore del centro P. Mitchell scrive
che il 9,3% degli utilizzatori regolari di aspirina nello studio avevano contratto il disturbo dopo
15 anni, a paragone del 3,7% di chi non assumeva aspirina regolarmente. Il che corrisponde a un
rischio di due volte e mezzo maggiore per gli utilizzatori regolari, indipendentemente dai
precedenti di malattie cardiovascolari o dallo status di fumatori.
Mitchell sottolinea però che sarebbe prematuro concludere che l'aspirina causi la degenerazione
maculare. ''Se un paziente ha bisogno di aspirina per motivi clinici, malattie cardiache o
cardiovascolari o altri disturbi gravi, naturalmente non deve fermare l'assunzione di aspirina, Se
però' delle persone prendono aspirina per ragioni non così genuine e reali, dovrebbero valutarne
l'opportunità'', spiega Mitchell. (Sn)
CAREZZE, SVELATO IL MISTERO: LA SENSIBILITÀ DIPENDE DA UNA PROTEINA Il contatto fisico non genera sempre le stesse sensazioni e fino ad oggi il motivo per cui una carezza riuscisse a trasmettere sensazioni diverse rispetto a una pacca sulla spalla è stato un mistero. A risolverlo hanno pensato i ricercatori dell'Univ. della California di San
Francisco (Usa), che grazie ad uno studio pubblicato su Nature hanno svelato
qual è la proteina che permette al moscerino della frutta di reagire alle
carezze. Il suo nome è Nompc e si tratta di un canale ionico, cioè di una
proteina che permette il passaggio di piccole molecole attraverso la
membrana delle cellule. Le cellule in questione sono dei neuroni. Studiando il
loro sviluppo, gli autori della scoperta hanno notato che le loro terminazioni ramificate contengono elevate quantità di Nompc. Per capire quale fosse la
funzione di questa proteina gli scienziati hanno ingegnerizzato i moscerini in modo che non la
producessero. E' stato, così, scoperto che questi moscerini geneticamente modificati non riescono
a percepire le carezze. Il coinvolgimento di Nompc in questo processo è stato confermato
esprimendo la proteina in neuroni che, in genere, non sono coinvolti nella percezione delle
carezze. La presenza di Nompc ha trasformato queste cellule nervose in elementi in grado di
reagire a questo tipo di contatto fisico. La scoperta di questa proteina getta luce sui meccanismi
molecolari attraverso cui alcuni nervi riescono a percepire i movimenti meccanici della pelle
quando viene accarezzata. La carezza farebbe aprire il canale Nompc e il flusso di ioni così creatosi, se abbastanza intenso, porterebbe il segnale della carezza fino al cervello. (Sole 24)
PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno II – Numero 102
NUTRIZIONE E SALUTE
PRESSIONE ALTA? ECCO I 6 CIBI PIÙ SALATI A volte il sale, buttato fuori dalla porta della cucina, rischia di tornare dalla finestra.
Tanti sforzi per tenerlo lontano dalla tavola, e
allontanare così i pericoli per cuore e pressione
alta, e basta poco così per vederli vanificati alla
prima cena fuori casa oppure a causa della
necessità di piatti pronti e veloci. Tutte
trappole “saporite”, come il pane, in grado di
mandare in tilt in un colpo solo il bilancio
quotidiano del sodio che si può consumare. E
proprio il pane è uno degli indiziati presenti
nella lista dei 6 cibi più comuni sulle tavole tra
quelli troppo salati e dannosi per la
circolazione, lista stilata dall'American Heart Association (AHA).
1. Il PANE, appunto: appetitoso, tanto più quando è ben condito. Eppure ne basta poco per far
sballare il conto giornaliero. Una fetta contiene 230 milligrammi di sodio, il 15% di tutto quello consentito durante un'intera giornata.
2. CARNE LAVORATA: un altro pericolo per le arterie arriva dalla carne lavorata, come i
salumi. Anche in questo caso l'affettato può far salire il livello di guardia. Persino la carne
bianca, “light” sul fronte dei grassi, può nascondere più sodio di quanto si creda, anche
1.000 milligrammi a porzione.
3. PANINI E SANDWICH: stessa regola di prima, con in più l'aggravante della combinazione di
pane e carne lavorata, un mix di prodotti già salati di per sé a cui si aggiungono le salse. Alla
fine si può arrivare a sforare i 1.500 milligrammi di sodio.
4. POLLO: in questo caso molto dipende dalla cottura. Ad esempio, il pollo arrosto, quello che
arriva dal girarrosto del supermercato o della rosticceria, è spesso insaporito - questa è la
sua forza - con buone dosi di sale ed erbe aromatiche. Basterebbero le erbe aromatiche,
invece, per avere il sapore, senza bisogno del sale. Provare per credere
5. ZUPPE: minestroni e zuppe fatte in casa hanno il pregio di essere confezionate fresche e
condite con il giusto equilibrio di condimento. Quelle in scatola, già pronte, sfuggono alla
regola e possono contenere anche 900-1000 mg di sodio.
6. PIZZA: l'abbiamo tenuta per ultima, ma che sia margherita o capricciosa, il più delle volte è
l'impasto a fare la differenza. Con due tranci si è già oltre i 700 mg di sodio. Senza
dimenticare che quello che c'è sopra può aumentare (e di molto) il tenore di sodio finale.
QUANTO SALE? - Evitare di condire i piatti con troppo sale evita l'indurimento delle arterie,
l'ipertensione e il rischio di ictus e infarto. Gli statunitensi ne consumano circa 8-9 grammi al giorno, raggiungendo un totale anche di 3.800 milligrammi di sodio. Troppo, considerando
che l'American Heart Association raccomanda non più di 1.500 milligrammi di SODIO al giorno (3,8 grammi di sale).
E GLI ITALIANI? Secondo alcune statistiche sono intorno ai 5 grammi di sale al giorno, pari a
circa 2.000 milligrammi di SODIO. Ancora troppo, anche per i reni, oltre che per il cuore.
(Salute-Nutrizione)