Cura Del Cane

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CURA DEL CANE - LE 5 COSE DA SAPERE PER SOCCORRERE AL MEGLIO IL VOSTRO CANE Nella cura del cane, qualunque sia l’emergenza è importante conoscere le seguenti regole generali: 1. Evitate manifestazioni di panico, isteria o angoscia. Potrebbero influenzare negativamente il vostro operato e si trasmetterebbero al cane, rendendolo più pauroso e meno cooperativo. Mantenete la calma, accarezzate il cane e parlategli dolcemente rassicurandolo. 2. Non date niente da mangiare o da bere al cane a meno che non ve lo consigli il veterinario, allo stesso modo non fate rimettere il cane. 3. Ricordate che un cane che prova dolore potrebbe cercare di mordervi, rassicuratelo e carezzatelo, se il dolore è troppo è necessario un sedativo prima di intervenire, non c’è perciò niente che possiate fare. 4. Il vostro intervento serve a non far peggiorare la situazione o a stabilizzarla così da poter trasportare il cane. Portate il cane dal veterinario dopo la fase del Primo Soccorso, in ogni caso lui dovrà visitare il cane anche se a voi sembra che il cane sia tornato alla normalità. 5. Avvertite in anticipo il veterinario del vostro arrivo, spiegando le modalità dell'incidente ed i sintomi che l'animale manifesta. Il kit di primo soccorso, da tenere in casa e da portare con voi in vacanza, dovrà contenere: Acqua ossigenata, soluzione fisiologica, collirio antibiotico, antipiretici, siero antivipera, pinze per l'eliminazione di corpi estranei, garze, cerotti, cotone idrofilo e fasce di varie misure, forbice, stecche piatte, coperte calde e siringa. Vediamo ora cosa e come fare nel caso in cui vi trovaste a dover affrontare una situazione di emergenza. Sanguinamento Arginare il sanguinamento applicando una ferma pressione sulla ferita, dopo averla coperta con pezzi di tessuto di cotone, asciugamani, lenzuola o simili. Se il tessuto si impregna troppo in fretta e comincia a trasudare, applicatene altri strati. Ferite a muscoli, legamenti, tendini e ossa Cercate di muovere gli arti il meno possibile. Se la frattura è scomposta, ovvero l’osso è visibile, copritelo con un tessuto leggero per evitare infezioni. Steccate l’osso rotto solo se la pelle è integra e se sapete esattamente come fare, altrimenti procurerete solo inutile dolore al cane. Se il cane vuole leccare la ferita lasciatelo fare, la saliva ha proprietà antisettiche. Bruciature o scottature Se la pelle è intatta sciacquare con abbondante acqua fredda, altrimenti limitatevi a coprire la ferita. Non applicate creme o olii. Le ustioni importanti vanno trattate dal veterinario mantenendo umida la parte interessata con un tessuto bagnato durante

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CURA DEL CANE - LE 5 COSE DA SAPERE PER SOCCORRERE AL MEGLIO IL VOSTRO CANE

Nella cura del cane, qualunque sia l’emergenza è importante conoscere le seguenti regole generali:

1. Evitate manifestazioni di panico, isteria o angoscia. Potrebbero influenzare negativamente il vostro operato e si trasmetterebbero al cane, rendendolo più pauroso e meno cooperativo. Mantenete la calma, accarezzate il cane e parlategli dolcemente rassicurandolo.

2. Non date niente da mangiare o da bere al cane a meno che non ve lo consigli il veterinario, allo stesso modo non fate rimettere il cane.

3. Ricordate che un cane che prova dolore potrebbe cercare di mordervi, rassicuratelo e carezzatelo, se il dolore è troppo è necessario un sedativo prima di intervenire, non c’è perciò niente che possiate fare.

4. Il vostro intervento serve a non far peggiorare la situazione o a stabilizzarla così da poter trasportare il cane. Portate il cane dal veterinario dopo la fase del Primo Soccorso, in ogni caso lui dovrà visitare il cane anche se a voi sembra che il cane sia tornato alla normalità.

5. Avvertite in anticipo il veterinario del vostro arrivo, spiegando le modalità dell'incidente ed i sintomi che l'animale manifesta.

Il kit di primo soccorso, da tenere in casa e da portare con voi in vacanza, dovrà contenere:

Acqua ossigenata, soluzione fisiologica, collirio antibiotico, antipiretici, siero antivipera, pinze per l'eliminazione di corpi estranei, garze, cerotti, cotone idrofilo e fasce di varie misure, forbice, stecche piatte, coperte calde e siringa.

Vediamo ora cosa e come fare nel caso in cui vi trovaste a dover affrontare una situazione di emergenza.

Sanguinamento Arginare il sanguinamento applicando una ferma pressione sulla ferita, dopo averla coperta con pezzi di tessuto di cotone, asciugamani, lenzuola o simili. Se il tessuto si impregna troppo in fretta e comincia a trasudare, applicatene altri strati.

Ferite a muscoli, legamenti, tendini e ossa Cercate di muovere gli arti il meno possibile. Se la frattura è scomposta, ovvero l’osso è visibile, copritelo con un tessuto leggero per evitare infezioni. Steccate l’osso rotto solo se la pelle è integra e se sapete esattamente come fare, altrimenti procurerete solo inutile dolore al cane. Se il cane vuole leccare la ferita lasciatelo fare, la saliva ha proprietà antisettiche.

Bruciature o scottature Se la pelle è intatta sciacquare con abbondante acqua fredda, altrimenti limitatevi a coprire la ferita. Non applicate creme o olii. Le ustioni importanti vanno trattate dal veterinario mantenendo umida la parte interessata con un tessuto bagnato durante

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il trasporto.

Folgorazione elettrica Appena vi accorgete che il vostro cane è stato folgorato, spegnete l’interruttore dell’elettrodomestico che è fonte di corrente. Se non riuscite a farlo, allontanate l’animale usando oggetti di materiale non metallico.

Ipotermia Se il cane è bagnato pensate, come prima cosa ad asciugarlo accuratamente. Scaldatelo coprendolo con diversi strati di coperte, tra le quali inserirete borse di acqua calda. Non scaldate il cane troppo in fretta avvicinandolo a fonti di calore, la sua pelle, congelata o quasi, potrebbe facilmente ustionarsi.

Colpo di calore Dovete procedere cercando di abbassare velocemente la temperatura corporea. Fatelo utilizzando panni bagnati con acqua fredda o liquidi che evaporano facilmente come aceto o alcool. Potete anche usare fon con aria fredda o ventilatori. Fategli bere tutta l’acqua fredda che riesce a bere.

Corpi estranei nell’occhio Immobilizzate il cane in modo da evitare che riesca a toccarsi l’occhio con le zampe. Rimuovete il corpo estraneo usando acqua, o meglio, soluzione fisiologica. Se possibile spruzzate l’acqua lateralmente, non in perpendicolare all’occhio, usando una siringa senza ago.

Zecche Aprite il pelo per avere una maggiore visione del parassita, e bagnate la zona con olio e disinfettante. Usando delle pinzette, afferrate la zecca saldamente ed esercitate una torsione con moto rotatorio come se doveste estrarre una vite. Una volta che vi siete assicurati di aver estratto il pungiglione, disinfettate abbondantemente la ferita e controllatela nei giorni seguenti per accertarvi che la ferita non sia troppo arrossata a causa di una successiva infezione.

Ingestione di corpi estranei Immobilizzate il cane e aprite la bocca nel tentativo di afferrare l’oggetto ingoiato. Se non esce con una moderata trazione non tirate oltre. Cercate di fargli espellere l’oggetto esercitando una moderata pressione al torace ad intermittenza. Se le dimensioni del cane lo permettono, date i colpi al torace tenendo il cane per le zampe a testa in giù. Non cercate di rimuovere lacci o corpi estranei lunghi già parzialmente ingoiati dal cane.

Ingestione di veleni Fate bere al cane più acqua possibile. Non cercate di farlo rimettere se non consigliati dal veterinario. Portate al veterinario un campione del veleno (medicinale, detersivo, liquido tossico, alimento proibito ect) ingerito.

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ADDESTRAMENTO CANI - COME INSEGNARE IL COMANDO A TERRA

Nel vostro programma di educazione all’obbedienza, potrete cominciare ad insegnare il comando TERRA non appena il vostro cane avrà imparato a sedersi, senza esitazione, al comando SEDUTO.

Il comando TERRA è un’pò più difficile da apprendere del comando precedente, principalmente perché la posizione di “terra” è una posizione di estremo rilassamento per il cane e allo stesso tempo di sottomissione, aspettatevi perciò meno collaborazione da parte sua.

Di buono c’è che, a questo punto del training, il cane sarà già abituato a rispondere a comandi vocali e avrà cominciato a relazionarsi con voi non solo come capo-branco ma anche come suo istruttore, inoltre, se avrete seguito le10 Regole Generali Dell’Educazione All’Obbedienza, sarà ben contento di iniziare un nuovo training, sicuro che in cambio della sua concentrazione riceverà un momento di gioco, tante carezze e qualche croccantino.

Come già visto nel training del comando SEDUTO, la prima parte del training dei comandi di base, consiste nel mettere in pratica delle tecniche che hanno lo scopo di far assumere al cane la posizione voluta e nel pronunciare il comando non appena il cane assume la posizione correttamente, così che il cane possa associare la posizione al comando vocale.

Le tecniche che di solito si usano per far assumere al cane la posizione di terra sono due e per entrambe si parte dalla posizione di seduto:

Poggiate le mani sulle zampe del cane e, senza alzarle, fatele avanzare in avanti fino a che il cane si troverà con la pancia a terra. Inginocchiatevi a 1 metro dal cane, fate vedere al cane che tenete un croccantino tra il pollice e l’indice, posizionate il croccantino, ancora tra le vostre dita, tra le zampe del cane e muovetelo in avanti verso di voi. Se il cane non si ecciterà troppo alla vista del croccantino, muovendosi dalla posizione di seduto e cercando di mangiarlo, (in questo caso, ricominciate dal comando SEDUTO) lo seguirà con la testa fino a sdraiarsi a terra.

Non appena il cane si sarà sdraiato impartite il comando A TERRA, con tono fermo e deciso. Subito dopo lodate il cane per la sua bravura, e se volete rinforzare ancora meglio il training, dategli uno dei suoi croccantini preferiti.

Per riassumere:

TECNICA -----> SDRAIATO -----> COMANDO -----> PREMIO

Ripetendo per qualche giorno questa procedura, il cane associerà la posizione sdraiato al comando A TERRA.

D’ora in poi il trainig consisterà nel rinforzare questa associazione, partendo però adesso dal

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comando per arrivare alla posizione.

Per riassumere:

COMANDO -----> SDRAIATO -----> PREMIO

Non appena vedrete una pronta risposta del vostro cane al comando, cominciate ad eliminare il croccantino per premio, ma continuate a dirgli BRAVO e ad accarezzarlo.

Lasciate passare un paio di mesi e il vostro cane si metterà nella posizione A TERRA non appena udirà il vostro comando vocale, senza nemmeno aspettarsi più una vostra carezza… che sarà comunque felice di ricevere!!

A questo punto siete pronti per il comando successivo: “FERMO”.

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ADDESTRAMENTO CANI - COME INSEGNARE IL COMANDO SEDUTO

Se siete alla prima esperienza di training con il vostro nuovo amico, vi consigliamo per prima cosa di leggere le 10 Regole Generali per l'educazione all'obbedienza e di tornare poi a questo articolo per iniziare l'insegnamento del comando SEDUTO.

In genere questo è il primo comando che si insegna al cane ed i motivi sono due: perché è il più facile da fargli capire e perché la posizione che il cane assume da seduto è per lui una posizione di attenzione e/o attesa, quindi da lì poi si partirà anche quando comincerete il training per gli altri comandi di base.

La prima parte del training dei comandi di base, consiste nel mettere in pratica delle tecniche che hanno lo scopo di far assumere al cane la posizione voluta e nel pronunciare il comando non appena il cane assume la posizione correttamente, così che il cane possa associare la posizione al comando vocale.

Le tecniche che si possono usare per questo comando sono 3 e, come sopra accennato, hanno tutte lo scopo di far assumere al cane la posizione di seduto. Per iniziare potete scegliere quella che ritenete più facile o adatta a voi ed al vostro cane oppure, come di solito accade, usarle tutte e 3 e vedere quale funziona meglio.

La prima tecnica si basa sul caso e tutto quello che dovrete fare è osservare il vostro cane e cercare di capire con un minimo di preavviso il momento il cui il cane sta per sedersi spontaneamente. La posizione di seduto è molto naturale per il cane, non avrete perciò difficoltà a trovare il momento in cui si siede, lo farà diverse volte al giorno.

Se nella prima tecnica la posizione seduto sarà assunta casualmente, nelle 2 tecniche che seguono sarete voi, fisicamente, a far capire al cane cosa significa stare seduto.

La seconda tecnica prevede infatti di esercitare una spinta verso il basso con la mano poggiata sul dorso del cane vicino alla coda.

La terza tecnica consiste nel far assumere al cane la posizione di seduto con l’aiuto di un croccantino tenuto in mano. Fate vedere al cane il croccantino, avvicinatelo al suo muso come se voleste darglielo, ma quando siete ad una distanza di pochi centimetri dal muso alzatelo un poco e fatelo passare sulla sua testa. Il cane, nel tentativo di prenderlo, perciò di indietreggiare, assumerà da solo la posizione di seduto.

Non appena il cane si sarà seduto impartite il comando SEDUTO, con tono fermo e deciso. Subito dopo lodate il cane per la sua bravura, e se volete rinforzare ancora meglio il training, dategli uno dei suoi croccantini preferiti. In breve tempo il cane associerà la posizione seduto al comando SEDUTO e se deciderete di usare i croccantini, probabilmente gli verrà anche l’acquolina in bocca, sarà perciò ben contento di obbedirvi.

Per riassumere: TECNICA -----> SEDUTO -----> COMANDO -----> PREMIO

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Dopo aver ripetuto questa procedura a sufficienza, il cane associerà il comando SEDUTO alla posizione seduto ed il trainig consisterà nel rinforzare questa associazione, partendo però adesso dal comando per arrivare alla posizione.

Per riassumere: COMANDO -----> SEDUTO -----> PREMIO

Con il tempo, quando vedrete una pronta risposta del vostro cane al comando, cominciate ad eliminare il croccantino per premio, ma continuate a dirgli BRAVO e ad accarezzarlo.

Lasciate passare un paio di mesi e il vostro cane si metterà nella posizione di seduto non appena sentirà il comando, senza nemmeno più il bisogno di un premio.

A questo punto siete pronti per il comando successivo: “A TERRA”.

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CANE CHE GIOCA - ECCO PERCHÈ IL CANE CHE GIOCA IMPARA AD OBBEDIRE

Guardando un cane che gioca a volte si può dubitare che stia veramene giocando. Il dubbio è fondato e nasce dal fatto che il suo modo di giocare può includere mordere, combattere, inseguire, saltare e dimenarsi. E’ utile perciò sapere che il cane possiede un suo rituale che serve proprio a far capire che le sue intenzioni sono pacifiche e che ha solo voglia di divertirsi. Il gioco del cane comincia infatti di solito con un invito al gioco che esprime inchinadosi, o meglio, abbassando la testa fino a terra, stendendo le zampe anteriori in avanti e mantenendo il posteriore alzato con la coda che scodinzola o ancora sdraiandosi sulla schiena e dimenando le zampe all’aria. Questo è il suo modo di dire: “Non ti impressionare se adesso comincio a mordere, ringhiare e mi dimeno, non sono serio, voglio solamente giocare e divertirmi con te, ok?”

Giocare con un cane è un fatto molto naturale per molte persone ma se sei da poco entrato in contatto con il mondo canino e soprattutto se ne sei spaventato, potresti aver bisogno di qualche nozione di base.

Esistono 2 tipi di giochi per cani: i giochi da intrattenimento e quelli interattivi. Nel primo gruppo rientrano quelli che lo impegnano nel masticare, al posto delle vostre scarpe e del vostro mobilio, quelli interattivi sono invece quelli con cui il cane si diverte insieme a voi, palle, animaletti che suonano o oggetti vari per giocare al “tira e molla”.

Se avete iniziato da poco a giocare con il vostro nuovo cane, dovete sapere che se prima il vostro cane non avrà imparato ad obbedire al comando LASCIA, probabilmente non andrete molto lontano. Per insegnarglielo cominciate a dargli il comando LASCIA non appena il cane farà cadere il giocattolo vicino a voi, subito dopo lodatelo e accarezzatelo. Fatelo ripetutamente fino a che il cane non assocerà il gesto di “lasciare la presa” con il comando LASCIA, a quel punto potrete prima dare il comando e poi aspettare che il cane esegua. Usate il suo nome prima di dare il comando così da fargli capire che è un comando rivolto a lui.

Il tipo di gioco che farete con il vostro cane influenzerà direttamente il suo comportamento, un vasto numero di problemi comportamentali riscontrati in cani adulti può essere ricondotto ai giochi, mal giocati da cucciolo. Se il gioco include mordere, inseguire e afferrare oggetti con i denti, dovete essere sicuri, per la vostra sicurezza e per quella dei vostri familiari, che il cane impari allo stesso tempo, i comandi principali di addestramento.

La felice convivenza con un cane è un obiettivo facilmente raggiungibile insegnando al cane l’autocontrollo. Un buon cane e un cane sicuro per la sua famiglia, sta seduto quando vorrebbe saltare, resiste quando vorrebbe afferrare, lascia quando vorrebbe trattenere. Ogni cosa che fai con il tuo cane gli insegna qualcosa, fai perciò attenzione quando giochi con il tuo cucciolo a non assecondare gli atteggiamenti che non vorresti vedere nel tuo cane adulto. I giochi divertenti, per ambedue, sono quelli che pomuovono cooperazione e autocontrollo.

I cuccioli non masticano le tue scarpe nuove perché sono “cattivi”, ma perché quello è il loro

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modo di sperimentare il mondo, esattamente come fanno i bambini piccoli. Durante il periodo della dentizione, i cuccioli di ogni specie sentono il bisogno di mordicchiare per dare sollievo all’irritazione causata dai nuovi denti che stanno spuntando e l’uomo non fa eccezione.

Insegna al tuo cane che i giocattoli sono concessi solo nei momenti in cui sarà calmo e tranquillo, altrimenti apprenderà a tenere sempre un comportamento super eccitato per ottenerli. La regola generale vuole che quando il cane si agita, comincia a saltellare, e gira per casa alla ricerca di cose da masticare o semplicemente fa confusione è il momento di mandarlo a cuccia a riposare. Quando si sarà calmato scegliete il suo giocattolo preferito e se lo volete proprio fare felice giocate con lui.

Consigli utili

Non usate oggetti di casa come scarpe, cinte o giornali per far giocare il vostro cane. Un cane non può capire la differenza tra un paio di scarpe vecchie di 10 anni e l’ultimo acquisto del giorno prima. Inoltre, questo tipo di cose possono essere molto pericolose se ridotte in piccole parti ed ingerite. Limitate il numero dei giochi che date al cane, non ha bisogno di 10 giochi differenti per essere stimolato, 2 sono sufficienti. Avere intorno a sé troppi giochi potrebbe confonderlo su cosa è un giocattolo e cosa non lo è. Non insegnate al vostro cane il gioco “scappa che ti prendo” o altri giochi simili o potreste avere problemi a richiamarlo durante le vostre passeggiate, il cane potrebbe voler continuare a giocare e invitarvi a rincorrerlo senza fine. Non permettete a nessuno, specialmente a bambini, di giocare con il vostro cane se non siete sicuri che abbia imparato a non mordere e a non saltare addosso alle persone. Evitate qualsiasi azione che possa essere presa dal vostro cane come una sfida. Cercate di non stimolarlo troppo, specialmente se è un cucciolo, con giochi come “tira e molla”. Questo tipo di giochi aumentano la dominanza e gli atteggiamenti aggressivi se mal giocati, potrebbero invece essere consigliati con cani molto timidi e remissivi .

A volte i giochi migliori sono i contenitori usa e getta usati, come la bottiglia del latte o i contenitori in plastica di cibi pronti.

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ADDESTRAMENTO CANI - EDUCAZIONE ALL'OBBEDIENZA

10 Regole generali

1. Nessuna tecnica di addestramento potrà essere efficace se prima il vostro cane non vi avrà riconosciuto e pienamente accettato come il capo del suo branco. Il capo branco è colui che decide quando e dove il cane mangia, dorme e gioca, quali luoghi della casa sono preclusi e… l’andatura delle passeggiate!!

2. Cominciate il training da subito, nelle prime settimane o non appena vi rendete conto che il cane reputa la vostra casa un ambiente familiare.

3. Almeno per le prime lezioni, trovate nella casa un ambiente in cui siete sicuri di non essere disturbati e senza distrazioni per il cane. In seguito inserite le lezioni nei

momenti liberi che passate con il cane, ovunque voi siate.

4. Non potete richiedere al vostro cane di stare concentrato ed attento durante una lezione di training per un lungo periodo di tempo. Specialmente se si tratta di un cucciolo, perciò facilmente distraibile, limitatevi ad un massimo di 5 minuti all’inizio, 10 minuti in seguito.

5. Il tono della vostra voce quando impartite un comando deve essere fermo e deciso.

6. Ripetete il comando continuamente e mostrate più volte al vostro cane la posizione corretta da tenere così da poter essere estremamente sicuri che il vostro cane ha perfettamente compreso cosa gli state chiedendo di fare.

7. Quando il cane fa la cosa giusta, anche se per sbaglio, riempitelo di carezze e di premi, il “rinforzo positivo” è la chiave del buon training.

8. Non vi aspettate che il vostro cane impari la lezione in pochi giorni e soprattutto continuate il training nel tempo anche quando sarà perfettamente in grado di eseguire un comando, così da rinforzarlo.

9. Fate in modo che il cane associ il training ad un momento di gioco e di divertimento.

10. E’ bene che tutta la famiglia sia a conoscenza delle tecniche usate e partecipi ad educare il cane all’obbedienza.

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STERILIZZAZIONE CANE - PERCHÉ STERILIZZARE IL VOSTRO CANE NON È UN ATTO DI CRUDELTÀ

Sempre più spesso i veterinari ed il mondo cinofilo in genere, si prodigano per far comprendere ai proprietari di cani l’importanza della sterilizzazione sia nel maschio che nella femmina. Vediamo perché.

La sterilizzazione è una procedura chirurgica che si intraprende nel cane maschio o femmina per evitare la fecondazione. Nel maschio e nella femmina le procedure sono evidentemente diverse e mentre nel cane maschio l’operazione consiste nell’asportazione chirurgica dei testicoli (castrazione), nella femmina consiste nell’asportazione chirurgica delle ovaie ed eventualmente dell’utero (ovariectomia o ovaristerectomia). Entrambe si svolgono in anestesia generale.

Prima di elencare le motivazioni per cui è consigliabile la sterilizzazione del cane, vorrei cercare di sfatare quei tanti miti che circolano e che inesorabilmente continuano a far cadere in errore i proprietari di cani che non si informano adeguatamente.

Non è vero che si dovrebbe permettere al cane di avere almeno una gravidanza, anzi, è meglio sterilizzare il cane il prima possibile.

Non è vero che il cane prenderà peso dopo la sterilizzazione. Quello che succede è che il cane sterilizzato consuma meno calorie, se perciò non si modifica adeguatamente la quantità di cibo assunto, il cane comincerà ad ingrassare.

E’ vero che la sterilizzazione può aumentare la lunghezza e la qualità della vita del vostro cane.

Il motivo principale che porta alla sterilizzazione delle femmine è l’impossibilità del proprietario di prendersi cura delle cucciolate. Quando scopriamo che la nostra amata cagnetta è incinta, l’emozione e la felicità è tanta, non vediamo l’ora di prenderci cura dei suoi cuccioli e di vederla all’opera come “mamma”, ma che succederà dopo?Che farete con quei 6 o 7 cuccioli che non avete posto per ospitare e che non vi potete permettere di mantenere?Quello che succede di solito, è che da subito cercherete dei padroni tra parenti e conoscenti, persone che non hanno mai pensato a prendere un cane ma che saranno allettati dalla tenerezza dei cuccioli, molto probabilmente dopo poco cercheranno a loro volta di trovare un altro proprietario, nella migliore delle ipotesi cresceranno un cane infelice, nella peggiore abbandoneranno il cane per la strada. Se è ancora vostra intenzione non far sterilizzare la vostra femmina, cominciate da subito a cercare proprietari perché la vostra cagnetta potrebbe sfornare cuccioli ogni 6 mesi per almeno 7 o 8 anni. Non credete che sia così difficile per una cane femmina rimanere incinta, qualche minuto al parco mentre parlate con il proprietario di un bel maschio è sufficiente.

Una femmina sterilizzata si risparmierà tutte le problematiche legate alla gravidanza, oltre a tutte le malattie, più o meno gravi, legate all’utero e alle ovaie. Se chi legge è una donna sa a

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cosa mi riferisco ed è cosciente del fatto che la sua cagnetta non sarà sottoposta ad annuali e costose visite di controllo per appurare che tutto è a posto e che nessuna infiammazione è in corso come fa lei in quanto donna.

Sterilizzando la vostra femmina gli risparmierete anche le spiacevoli condizioni fisiche legate alle gravidanze isteriche, come produzione di latte, perdita di appetito e depressione.

La più spiacevole delle conseguenze per quanto riguarda le femmine, se si decide di non sterilizzare è sicuramente una: il tumore alle mammelle e l’incidenza di morte è molto alta. Con la sterilizzazione prepuberale (prima del primo calore), o comunque entro il terzo calore, il rischio si riduce praticamente a zero, ne è infatti considerata l’unica terapia preventiva! Ovviamente, con l’asportazione delle ovaie si elimina anche la possibilità di sviluppo di carcinoma ovarico e di altri tumori dell’organo.

L’incontinenza urinaria che si verifica in una bassa percentuale nelle cagne sterilizzate rappresenta l’unico aspetto negativo di questo intervento chirurgico. Fortunatamente esiste attualmente la possibilità di trattare in modo efficace tale disturbo con un farmaco specifico.

Nei maschi le motivazioni che possono far decidere per la sterilizzazione sono diverse. Oltre che, come nella femmina, eliminare la possibilità di insorgenza di forme tumorali testicolari e ridurre ad una percentuale insignificante l’insorgenza di tumori prostatici, la castrazione incide in maniera significativa sul comportamento aggressivo del vostro cane maschio.

Una sterilizzazione del cane precoce riduce notevolmente l’incidenza di turbe comportamentali nell’adulto, diminuendone l’aggressività. Ciò faciliterà i rapporti del vostro cane con altri cani e a voi proprietari la sua gestione in libertà. Tuttavia bisogna ricordare che il comportamento animale non è dettato da una semplice risposta istintuale a stimoli ormonali, il carattere del cane è dato anche da diversi altri fattori come la capacità di apprendere e di ricordare le esperienze vissute. Sarà quindi di fondamentale importanza sterilizzarlo prima che “impari” comportamenti aggressivi legati alla maturità sessuale ed all’istinto di competizione per la femmina, o potrebbe riprodurli in seguito come ripetizione di comportamenti appresi anche se sterilizzato.

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Vaccinazione del cane

<< Selezione del vaccino per cani e gatti

PROGRAMMA VACCINALE DEL CANE Le vaccinazioni che si eseguono nei cani sono per le seguenti malattie:

- Cimurro: definita anche "malattia di Carrè", è provocato da un virus facente parte del genereMorbillivirus. I soggetti più colpiti sono soprattutto animali giovani, che manifestano sintomi come:febbre, depressione del sensorio (delle funzioni sensitive), laringite e tracheite (infiammazione di laringe e trachea), tosse e, talvolta, broncopolmonite. Inoltre si possono osservare anche vomito ediarrea (per coinvolgimento dell'apparato digerente), modificazioni del comportamento econvulsioni, atassia (alterata coordinazione dei movimenti) e paresi (per interessamento del sistema nervoso);

- Infezioni da CAV-1 e CAV-2: sono due tipi di Adenovirus che provocano rispettivamente il primo l'epatite infettiva del cane, ed il secondo, insieme ad altri

patogeni, la tracheobronchite infettiva o "tosse dei canili". Grazie alle strette correlazioni (somiglianze) antigeniche tra i due virus, la vaccinazione contro CAV-1 di solito risulta essere protettiva anche nei confronti di CAV-2. L'epatite infettiva (malattia di Rubarth) si può riscontrare in animali di tutte le età, anche se risulta essere più grave in quelli giovani. La malattia si manifesta con febbre, guaiti frequenti (che spesso indicano forti dolori addominali del cane), riluttanza al movimento, vomito e diarrea, apatia (distacco, mancata risposta a stimoli), fotofobia (intolleranza alla luce) e, nei cuccioli, morte improvvisa. La laringotracheite infettiva, provocata anche da altri virus o batteri (come il virus della Parainfluenza tipo 2, per il quale si può vaccinare, o Bordetella bronchiseptica) esordisce con una

tosse produttiva (con catarro) o secca, possibili deglutizioni a vuoto e/o scolo nasale;

- Gastroenterite emorragica: responsabile di questa patologia è un Parvovirus (CPV) che ha un ciclo oro-fecale (viene eliminato con le feci, urina, vomito e penetra nell'ospite attraverso la via orale). Una volta ingerito dall'animale si localizza nel suo intestino determinando vomito, diarrea edemorragia intestinale. Nei cani colpiti dalle forme più gravi si può rilevare febbre, shock settico e morte in 3-6 giorni. I cuccioli che nascono da madri non vaccinate e s'infettano prima delle 8 settimane di vita, possono sviluppare una miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) che può portare a morte.In cuccioli nati da madri vaccinate generalmente si esegue una prima vaccinazione a 7-8 settimane d'età con vaccino concentrato per Cimurro e Parvovirus; dopo 21 giorni si

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esegue una seconda vaccinazione per Cimurro e Parvovirus, alla quale si aggiunge anche quella contro l'Adenovirus. Successivamente, dopo 3 settimane (siamo quindi alla tredicesima/quattordicesima settimana di vita del cane) si esegue l'ultimo richiamo per Cimurro, Parvovirus e Adenovirus. Poi vengono fatti richiami annuali.In cuccioli con età superiore alle 12 settimane ed in adulti di cui non si conosce la storia vaccinale, si eseguono due vaccinazioni contro Cimurro, Parvovirus e Adenovirus a distanza di 21 giorni, con, infine, un richiamo all'anno. Altri vaccini che si possono utilizzare in cani che vivono in aree dove la malattia, per cui si vaccina, è endemica (ovvero diffusa) sono rappresentati dai vaccini contro Leptospirosi, infezione da Coronavirus e Rabbia. Gli animali a rischio di contrarre la Leptospirosi (malattia batterica causata da diverse leptospire, tra cui Leptospira canicola e Leptospira icterohemorrhagiae), ovvero soggetti che possono entrare in contatto con cani infetti e/o con ratti portatori, in quanto la malattia si trasmette per morsi, accoppiamenti, ingestione di animali serbatoio (ratto), acqua e cibo contaminati, dovrebbero ricevere due vaccinazioni, partendo dai 3 mesi d'età, e fatte a distanza di tre settimane l'una dall'altra. Successivamente si consigliano richiami semestrali (ogni 6 mesi).Da ricordare che tutti i tipi di leptospire che colpiscono i mammiferi sono potenziali patogeni anche per l'uomo (zoonosi), per cui bisogna prendere le giuste precauzioni.Il Coronavirus provoca una blanda malattia virale gastro-intestinale, spesso solo nei cuccioli, per cui alcuni Autori ritengono che la vaccinazione non sia indicata nei cani adulti.La Rabbia è una malattia virale letale che colpisce quasi tutti i mammiferi (compreso l'uomo) provocata da un Lyssavirus. In Italia la vaccinazione contro questo virus è obbligatoria solo nelle zone a rischio e dettata da ordinanze locali.

Schema vaccinale classico

ETÀ VACCINO

7-8 settimane C P concentrato10-11 settimane C P + A ± L13-14 settimane C P A ± LRichiamo annuale C P ARichiamo ogni 6 mesi per L

C= vaccino contro cimurro;P= vaccino contro parvovirus;A= vaccino contro adenovirus (CAV-1 ± CAV 2);L= vaccino contro leptospira

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Vaccini del cane e del gatto

<< vaccino - vaccinazione

La selezione del vaccino

La selezione dei vaccini ottimali da utilizzare nel cane e nel gatto è complessa.

Sono reperibili molti prodotti per la maggior parte degli agenti infettivi, ma studi

di efficacia che comparino i diversi vaccini non sono generalmente disponibili.

Per di più, non tutti i vaccini per l'ennesima malattia sono paragonabili.

I vaccini sono un tema di discussione continua su riviste e negli incontri di

aggiornamento che costituiscono un'eccellente fonte di informazioni. Non è

necessario che ad ogni cane e ad ogni gatto vengano somministrati tutti i

vaccini disponibili. Bisogna tener presente che essi non sono innocui e privi di

difetti, vanno utilizzati solo quando necessario e si devono prendere in

considerazione i tipi e la via di somministrazione per la malattia in questione.

Occorre che il medico veterinario discuta con il proprietario di ogni singolo

animale sulla valutazione dei benefici, del rischio e del costo prima di stabilire il

protocollo vaccinale adeguato. Facciamo un esempio: il virus della leucemia

felina (FeLV) ha un tempo di sopravvivenza minima al di fuori dell'organismo

ospite, per cui è altamente improbabile che il proprietario possa veicolare il

virus nell'ambiente casalingo; per cui i gatti che vivono esclusivamente in

appartamento hanno bassissime probabilità di venire in contatto con questo

virus. I vaccini possono indurre nel gatto dei sarcomi post-vaccinali (tumori

maligni) dei tessuti molli nell'1‰ dei soggetti. In questo caso, quindi, è più

probabile che il gatto possa manifestare delle reazioni avverse al vaccino, come

il sarcoma vaccinale, piuttosto che ammalarsi di FeLV e pertanto

la vaccinazione risulta dubbiosa.

Prima della somministrazione del prodotto è indispensabile valutare i fattori che

possono interferire sulla capacità di risposta dell'animale nei confronti di un

vaccino o che possono addirittura rendere pericolosa la vaccinazione stessa. In

cani con ipertermia (temperatura corporea elevata, di solito superiore a 39,5°C)

la risposta al vaccino con cimurro (malattia virale) è praticamente nulla; in gatti

immunodepressi (con sistema immunitario meno efficiente), come quelli affetti

dall'immunodeficienza felina (FIV), l'impiego di vaccini vivi attenuati può indurre

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la stessa patologia per cui vengono vaccinati; gattini o cuccioli vaccinati

possono presentare la malattia se l'infezione era già stata contratta e la

vaccinazione è stata fatta nel suo periodo d'incubazione.

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Malattie del fegato nel cane e negli animali

Tra gli animali domestici, il cane rappresenta quello che più di altri va incontro a problemi epatici. In questo contesto dò per assodata la conoscenza delle strutture e delle funzioni intrinseche del fegato, in quanto la sua esposizione e descrizione coprirebbe un capitolo intero. Anche nel caso dei cani, i fattori eziologici sono diversi e ancora non perfettamente conosciuti, come reazioni aivirus, ai farmaci, alla leptospirosi o all'effetto

cumulativo di tossine ambientali. L'alterazione della risposta immune è una caratteristica comune della malattia. Diverse razze di cani sembrano possedere una predisposizione genetica a sviluppare una malattia infiammatoria cronica del fegato.In veterinaria, i casi di tossicità epatica sono quindi molto frequenti. Le alterazioni epatiche che si hanno possono essere multiformi e suddivisibili in base al tipo di lesione, possono essere degenerative e necrotiche; inoltre, si possono avere epatiti croniche

con evoluzione in cirrosi o steatosi.La cirrosi può essere definita come lo stadio finale di una malattia a decorso cronico progressivo e irreversibile del fegato, determinata da cause diverse che possono essere epatiti virali o batteriche, piuttosto che tossine ambientali o farmaci.Un'altra patologia a carico del fegato è la steatosi, cioè un accumulo intracitoplasmatico di lipidi che interessa gli epatociti. Tale accumulo può risultare fisiologico nel caso di gravidanza o allattamento dei ruminanti, o patologico in seguito a tossicosi sia esogena che endogena. In questo caso la fitoterapia può essere un valido aiuto per contrastare, e in qualche modo prevenire, questi problemi a livello epatico, specialmente in cani e gatti anziani, magari colpiti da un certo grado di obesità. Tra i rimedi fitoterapici più utilizzati nel trattamento delle malattie del fegato ricordiamo gli estratti di cardo mariano standardizzati in silimarina, quelli di boldo, curcuma e carciofo; si utilizzano inoltre amminoacidi ad azione detossificante, come la glutammina, la metionina e la N-acetilcisteina, antiossidanti come il selenio, il coenzima Q10, il glutatione e l'acido lipoico, e vitamine importanti per la salute del fegato, come vitamina B6, B12 e colina.

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Filaria nel cane

La filariosi cardiopolmonare nel cane non sembra avere una predilezione di età o di razza; tuttavia sembra che i cani maschi siano colpiti più frequentemente delle femmine. Naturalmente, cani di grossa taglia che generalmente sono abituati a vivere all'aperto, sono più a rischio di cani di piccola taglia che invece vivono in casa. Inoltre, contrariamente a quello che si pensa, la lunghezza del pelo dell'animale non sembra avere molta influenza.Come detto in precedenza, prima che i parassiti della filaria raggiungano la maturità sessuale, e si insedino a livello cardiaco (nel cuore) e delle arterie polmonari, passano svariati mesi. Poi, prima che i parassiti adulti raggiungano un numero tale da provocare dei sintomi evidenti nel cane, trascorre un ulteriore lasso di tempo. Dunque, quando il proprietario nota dei segni di malattia nel proprio animale, questo è stato infestato già da parecchi mesi o anche anni.I cani colpiti da Filaria solitamente vengono divisi in 4 classi sintomatiche (in base ai segni che mostrano), a seconda della gravità dell'infestazione (che corrisponde al numero dei parassiti adulti presenti nelle arterie polmonari e nel cuore, quindi al tempo dell'invasione della Filaria nell'animale):

Classe 1 (forma subclinica o lieve), il cane non ha modificazioni dello stato di salute, si presenta bene, non mostra segni e sintomi di malattia, ma agli esami di laboratorio risulta però positivo al test di ricerca degli antigeni (elementi del parassita che vengono ricercati per identificarlo) della Filaria (in pratica, i parassiti sono presenti ma ancora non provocano danni così grandi da compromettere la salute del cane) ;

Classe 2 (forma moderata), i parassiti della Filaria hanno raggiunto, all'interno delle arterie polmonari e del cuore destro (quella parte del cuore che riceve il sangue venoso e lo "pompa" ai polmoni), dimensioni e numero tali da determinare sintomi quali affaticamento del cane, tosse occasionale, scarso rendimento con dispnea (difficoltà respiratoria) sotto sforzo (ad esempio dopo una corsa o dopo aver giocato), possibili soffi cardiaci (alterazioni della funzionalità delle valvole cardiache) e possibile perdita di peso;

Classe 3 (forma grave), la Filaria ha parassitato l'animale da così tanto tempo da aver raggiunto dimensioni e numero tali da provocare numerosi danni al cuore e alle arterie polmonari, che si possono manifestare con: una scarsa condizione fisica del cane (il quale si presenta anche dimagrito), dispnea o tachipnea (aumento di frequenza del respiro), tosse.anemia (diminuzione dei globuli rossi nel sangue, in quanto la Filaria si nutre delle cellule sanguigne), aumento di volume dell'addome, insufficienza cardiaca destra (scarsa funzionalità), epistassi (perdita di sangue dal naso), alterazioni polmonari e fenomeni tromboembolici (frammenti di parassiti, assieme a trombi - ovvero coaguli di sangue provocati dai parassiti stessi - possono determinare delle occlusioni improvvise di vasi sanguigni);

Classe 4 (sindrome della vena cava), i parassiti della filaria sono così grandi e numerosi da occupare non solo le arterie polmonari e il cuore destro, ma da risalire nell'atrio destro fino alla vena cava (grande vaso che porta sangue al cuore) ostruendola e compromettendo gravemente la vita dell'animale.

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Come prevenire che il nostro cane si ammali di Filaria?

Abbiamo visto in precedenza che questa malattia ha bisogno di due protagonisti per manifestarsi: il parassita Filaria e la zanzara (Culex, Aedes ed Anopheles). In mancanza di uno dei due, perciò, il nostro cane non si può ammalare.A tal proposito, per ridurre la possibilità che l'ospite intermedio (zanzara) venga in contatto col nostro animale (quindi

pungendolo possa trasmettergli la Filaria), si possono utilizzare sostanzerepellenti e impiegare regolarmente degli insetticidi. Bisognerebbe inoltre tenere i cani in posti chiusi (soprattutto di notte quando cominciano ad esserci le zanzare) e, se possibile, utilizzare delle zanzariere.

Filaria nel cane: trattamento

Un altro metodo, più sicuro ed efficace, per evitare che il cane si ammali di Filaria, è quello di trattare costantemente l'animale con delle sostanze che non permettano lo sviluppo del parassita adulto. Questa "terapia microfilaricida", non è unavaccinazione, bensì un trattamento sull'ospite infestato (cane) contro le forme larvali L3 e L4 della Filaria, per evitare che queste diventino adulte e provochino la malattia. Visto che la trasmissione del parassita è limitata ai mesi caldi, in quanto le zanzare compaiono in primavera e scompaiono in autunno, il trattamento di prevenzione sui nostri animali, dovrebbe andare da Aprile a Novembre.La terapia si può incominciare già in animali che abbiano un'età di 6-8 settimane. Esistono, in Italia, diversi prodotti che agiscono sugli stadi larvali (L3-L4) del parassita, provocandone la morte. Essendo sostanze che agiscono sugli stadi larvali della Filaria precedenti a L5, sono efficaci fino al 50°-55° giorno dall'instaurarsi dell'infestazione (penetrazione della Filaria nell'ospite definitivo).I farmaci a disposizione sono:

la Milbemicina ossima (INTERCEPTOR®FLAVOR; MILBEMAX®CANI) data ogni 30 giorni per via orale, cominciando entro 1 mese dalla comparsa delle zanzare e terminando con l'ultima compressa entro 30 giorni dalla loro scomparsa;

la Selamectina (STRONGHOLD), applicata mensilmente, in soluzione spot on, sulla cutealla base del collo, con prima applicazione entro un mese dalla comparsa delle zanzare e l'ultima entro 1 mese dalla loro scomparsa;

la Moxidectina, che si può trovare:

in soluzione spot on (ADVOCATE®), da applicare almeno un mese prima della prevista comparsa delle zanzare, poi mensilmente fino a 30 giorni dalla scomparsa degli insetti;sotto forma di compresse orali (GUARDIAN®), che si iniziano a dare entro un mese dalla comparsa degli ospiti intermedi (zanzare), e si continua, con cadenza mensile, fino al mese successivo la scomparsa delle stesse;

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in soluzione iniettabile (GUARDIAN®SR), che, una volta iniettato per via sottocutanea, entro 30 giorni dalla comparsa delle zanzare, ha un'efficacia che dura per tutta la stagione di rischio della Filaria;

l'Ivermectina (CARDOTEK-30®; CARDOTEK-30®PLUS), sotto forma di tavolette masticabili, si comincia a somministrare, ogni 30 giorni, entro un mese dalla prima esposizione alle zanzare, per terminare con l'ultima dose entro un mese dall'ultima esposizione.

Trattamento del cane ammalato di FilariaSi è già detto più volte che la filariosi cardiopolmonare è una malattia subdola, in quanto si manifesta clinicamente molto tempo dopo la penetrazione del parassita nel nostro animale. A tale scopo, è bene eseguire - in cani che non abbiano mai subìto una profilassi preventiva (misure adottate per impedire la malattia), o in cani che si sospetta siano stati "scoperti" (non protetti) per un certo tempo (ovvero per i quali non si è seguita correttamente la somministrazione dei farmaci nei tempi indicati) - un test per la ricerca degli antigeni (sostanze del parassita) della Filaria. Questo esame, molto semplice e per niente invasivo o doloroso per il nostro cane, si esegue dal Veterinario per poche decine di euro.Nel caso all'animale venga diagnosticata la filariosi cardiopolmonare, si esegue - dopo aver valutato lo stato di salute del cane - la cosiddetta " terapia adulticida", un trattamento che permette di uccidere i parassiti adulti insediati nel cuore e nelle arterie polmonari. Si ricorda, che è estremamente importante la precocità con cui si diagnostica la Filaria nell'animale. A seconda della classe sintomatica in cui si trova il cane (Classe 1, Classe 2, Classe 3 o Classe 4), dipenderà l'impostazione di una terapia adeguata e, soprattutto, la prognosi (previsione di guarigione). Ad esempio un cane appartenente alla Classe 1 avrà buone prospettive di guarigione; uno invece di Classe 4 sarà molto grave, tanto da dover intervenire chirurgicamente per rimuovere i parassiti, senza poi avere molte speranze che esso sopravviva.

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Diabete nel cane

Nella maggior parte dei casi, i cani che soffrono di diabete mellito sono colpiti dalla formainsulinodipendente (IDDM, Insulin-Dependent Diabetis Mellitus), ovvero necessitano di unaterapia insulinica per tutta la vita. I gatti, invece, vengono colpiti prevalentemente dal diabete mellitonon-insulinodipendente (vedi oltre).

Il diabete sembra colpire i cani femmina con una frequenza doppia rispetto ai maschi. L'età media degli animali colpiti si aggira intorno ai 7-8 anni. Ancora oggi, le cause effettive che provocano questa patologia non sono ancora ben chiare, ma è certo che diversi fattori giocano un ruolo scatenante nell'insorgenza del diabete, come: una certa predisposizione genetica del soggetto,pancreatiti (infiammazione del pancreas), ileiti (infiammazione dell'ileo), uso di farmaci diabetogeni (corticosteroidi, adrenalina, glucagone) e, non meno importante, l'obesità.Tutti, o quasi, i proprietari di cani diabetici

giungono dal veterinario perché notano alcune cose che non vanno nel proprio animale, come il fatto che perda peso, anche se sembra più affamato del solito (polifagia), urini molto (poliuria) e beva tanto (polidipsia). Tali segni (classici in corso di diabete), faranno sospettare il veterinario. che approfondirà la possibile diagnosi valutando la glicemia e la glicosuria. I segni clinici, notati del proprietario, e la presenza di iperglicemia persistente con glicosuria valutata dal veterinario, sono sufficienti per diagnosticare nell'animale un diabete mellito.

Trattamento del diabete mellito nel caneDiversamente dai gatti, i cani non manifestano forme di diabete mellito transitorie o reversibili, perché la perdita della funzionalità delle cellule β del pancreas è irreversibile; perciò in questi soggetti la terapia insulinica sarà necessaria per tutta la vita. A questo proposito, generalmente si eseguono due iniezioni giornaliere sottocutanee di insulina, nel tempo e nella dose stabilite dal proprio medico veterinario. Si può impiegare l'insulina registrata per gli animali da compagnia: CANINSULIN®; ma anche quella per uso umano come l'HUMULIN o LANTUS.La terapia insulinica ha lo scopo di normalizzare il più possibile la glicemia (portarla su valori compresi tra 100 e 250 mg/dl) e di eliminare la glicosuria.Oltre alla somministrazione di insulina, la terapia del cane diabetico consta anche di un'adeguata regolazione della dieta, di un continuo esercizio fisico, di un costante controllo dei fenomeni infettivi e/o infiammatori che possono insorgere.La terapia nutrizionale ha la finalità di apportare un appropriato apporto calorico all'animale, cercando di evitare un eccessivo aumento della glicemia, prevenendo ed eventualmente correggendo l'obesità. Adatte a questo scopo sono le diete ricche di fibra:

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EUKANUBA VETERINARY DIETS Weight/Diabetic Control,

PVD-DCO-DIABETES COLITIS® Canine Formula,

VETERINARY DIET CANINE DIABETIC SPECIAL Low Carbohydrate,

VETERINARY DIET CANINE DIGESTIVE LOW FAT,

EUKANUBA VETERINARY DIETS Restricted Calorie,

PRESCRIPTION DIET™ CANINE r/d, PRESCRIPTION DIET™ CANINE w/d,

PVD-OM-OBESITY MANAGEMENT®Canine Formula,

VETERINARY DIET CANINE OBESITY MANAGEMENT, VETERINARY DIET CANINE WEIGHT CONTROL Diabetic 30.

L'esercizio fisico costante (passeggiate o giochi) ha un effetto ipoglicemizzante (abbassa la glicemia) sull'animale. Il movimento, nel cane diabetico, favorisce la perdita di peso, elimina l'insulinoresistenza indotta dall'obesità e promuove il trasporto del glucosio dentro le cellule.Infine, è indispensabile l'identificazione ed il controllo di eventuali patologie concomitanti, che possono indurre un aggravamento del diabete ed interferire con l'attività farmacologica dell'insulina, allo scopo ottimizzare il trattamento del cane.Nel caso non insorgano patologie concomitanti che mettano a repentaglio la sopravvivenza dell'animale, le aspettative di vita di cani affetti da diabete mellito, trattati con terapia insulinica adeguata, sono anche di molti anni.

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Diabete mellito nel cane e nel gatto

Col termine diabete si definisce una condizione morbosa (patologica), caratterizzata da alterazioni del ricambio idrico, che si manifestano con un'eccessiva assunzione di liquidi ed aumentata eliminazione di urina.

I quadri clinici compresi sotto il termine di diabete sono rappresentati fondamentalmente dal: diabete mellito, che è il diabete propriamente detto, dovuto ad una carenza o alterata funzionalità dell'insulina; diabete insipido, causato da una carente o alterata funzionalità dell'ormone anti-diuretico (ADH); diabete steroideo, dato da iperproduzione di glucocorticoidi(cortisolo), provocata da una malattia detta "sindrome di Cushing".

Diabete mellito: un po' di fisiologiaIl diabete mellito è una malattia che ha, come unica causa, l'alterata produzione o funzione dell'insulina.L'insulina è un ormone prodotto dal Pancreas endocrino, che, insieme ad altri composti, è deputata al mantenimento della glicemia (quantità di glucosio nel sangue).Il Pancreas endocrino, presenta vari tipi di cellule tra cui:

1. cellule α deputate alla produzione dell'ormone glucagone, che stimola la produzione di glucosio da parte delle cellule epatiche (del fegato), quindi ha un effetto iperglicemizzante(aumenta la glicemia),

2. cellule β che producono l'insulina, la quale ha un effetto ipoglicemizzante (abbassa la glicemia), perché determina la captazione del glucosio ematico (che si trova nel sangue) da parte delle cellule, e ne inibisce la produzione da parte del fegato.

L'azione sinergica dell'insulina e del glucagone permette perciò di regolare la glicemia, mantenendola su valori fisiologici che vanno da 70 a 110 mg/dl. In poche parole, quando c'è necessità di glucosio (fonte di energia primaria) da parte delle cellule, il glucagone fa sì che questo venga prodotto dal fegato e messo in circolo (aumento glicemia) per poi essere captato dalle cellule, che così lo utilizzano grazie all'insulina (che provoca ipoglicemia).Quando l'animale soffre di diabete mellito, la carenza d'insulina comporta una grossa deficienza di glucosio endocellulare (dentro le cellule), per l'impossibilità delle cellule stesse di incorporare il glucosio che si trova nel sangue. Come conseguenza della carenza di glucosio endocellulare, le cellule innescano tutti quei processi che portano ad una maggiore produzione di glucosio (con anche maggior produzione di glucagone). Si crea così un circolo vizioso in cui le cellule sono sempre più carenti di glucosio ed il sangue ne è sempre più ricco, quindi la glicemia aumenta sempre di più.La mancanza di insulina provoca nella cellula l'attivazione di quei meccanismi che

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portano alla produzione di energia partendo da substrati non glucidici: grassi (il glicerolo incorporato nella molecola dei trigliceridi) e proteine (che determinano perdita di peso dell'animale). Inoltre, c'è polifagia (aumento dell'appetito), perché l'insulina è responsabile anche dell'attivazione del "centro della sazietà", il quale, in assenza di quest'ormone, non viene attivato e perciò induce un appetitocostante, che determina un ulteriore aumento della glicemia.A livello renale, generalmente, il glucosio supera il filtro renale per poi essere riassorbito, sempre dal rene, dal cosiddetto tubulo contorto prossimale. Se le concentrazioni di glucosio nel sangue sono eccessive (marcata iperglicemia), come avviene nel diabete, il rene non riesce più a riassorbire tutto il glucosio, che perciò passa in parte nelle urine (glicosuria). Essendo poi una molecola osmoticamente attiva (richiama acqua), il glucosio impedisce il riassorbimento di acqua da parte del rene, con conseguente poliuria (aumentata emissione di urina). A sua volta, l'eccessiva perdita d'acqua con l'urina, provoca ipotensione (bassa pressione), che, oltre ad avere un effetto negativo su diversi organi, tra cui il rene, stimola l'animale ad assumere molta acqua (polidipsia).Col passare del tempo, occasionalmente in animali che sono sotto terapia, ma soprattutto in quelli in cui il diabete mellito non è stato diagnosticato, quindi non trattato, il quadro clinico si aggrava e insorgono ulteriori complicazioni.La cataratta (opacizzazione del cristallino con perdita della vista) è probabilmente la complicanza più frequente, che insorge in cani affetti da diabete mellito. Le alterazioni del cristallino (parte dell'occhio) avvengono perché la costante iperglicemia determina un accumulo di glucidi nelle lenti (cristallini), che provocano indirettamente una rottura delle fibre delle lenti stesse.La chetoacidosi diabetica (DKA) è forse la complicazione più grave che si possa riscontrare, nella stragrande maggioranza dei casi, in animali in cui s'ignorava fossero affetti da diabete mellito e quindi non sottoposti a una terapia. La carenza prolungata di insulina determina, nel tempo, un maggior utilizzo dei lipidi per produrre energia a scapito dei glucidi. Questo porta alla produzione, poi all'accumulo, dei corpi chetonici in circolo che determinano acidosi metabolica (l'animale soffre di alitosi: alito che sa da acetone). Quando poi i chetoni raggiungono concentrazioni tali da non essere più riassorbiti dal rene, si riversano nelle urine (chetonuria), aumentando la diuresi e l'escrezione di elettroliti (sodio, potassio, magnesio). Le alterazioni metaboliche causate dalla DKA possono seriamente mettere a repentaglio la vita dell'animale.Anche la Neuropatia diabetica è una conseguenza comune in gatti che soffrono di diabete mellito. Sebbene la causa non sia ancora del tutto chiara, questa complicazione insorge con deficit motori (i gatti, mentre camminano, appoggiano i garretti), debolezza, incoordinazione e mancanza di riflessi.Infine, come conseguenza di tutte quelle alterazioni metaboliche provocate da un diabete mellito non trattato, possiamo avere complicazioni come la pancreatite (infiammazione del pancreas),lipidosi epatica (accumulo di lipidi nel fegato), retinopatia (malattia della retina), infezioni batteriche e glomerulonefropatia (patologia del rene).