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Cronaca, politica attualità e sport della “Perla” Anno III - Periodico gratuito di informazione - web: www.0766news.it - info: [email protected] Settimanale - giorno di uscita: domenica

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Cronaca, politicaattualità e sport

della “Perla”

Anno III - Periodico gratuito di informazione - web: www.0766news.it - info: [email protected]

Settimanale - giorno di uscita: domenica

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2 0766news Domenica 12 Luglio 2015

SommarioMICROCREDITO. ECCO COME FUNZIONA SCONTO SULLA TASI? SÌ, SE ADOTTI UN CANE

ECCO IL CARTELLONE ESTIVO BEACH TOUR SOCCER 2015

A pag.

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A pag.

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LE NOSTRE RUBRICHE

STORIA. LA BELLA GIGOGIN PAGINA 5 PSICOLOGIA. IL NARCISISTA PAGINA 6 DELITTI E MISTERI PAGINA 7 LETTERATURA. IL RE DI SPADE PAGINA 8 CUCINA. IL BACCALÀ PAGINA 9 L’APERITIVO. LA GRANITA PAGINA 10

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La famigerata Tasi, cioè la tassa che anche quest’an-

no dovranno pagare i possessori di case, potrà essere

attenuata se si adotterà un cane.

E’ stata questa la decisione che hanno preso il sin-

daco Roberto Bacheca e il delegato al bilancio Ema-

nuele Minghella, per aiutare chi intende togliere dal

canile un amico a quattro zampe. “Non sono il primo

sindaco in Italia ad aver avuto questa idea – com-

menta il primo cittadino – ma l’ho fatta mia dopo il

convegno “Italia in Comune” a cui ho partecipato

a Cerveteri. Credo che con questo gesto è possibile

ottenere tre risultati contemporaneamente. Dare una

casa ad un cane ospitato in canile, diminuire le spese

di gestione della struttura che li ospita, consentire a

chi adotterà un cane di arrivare anche a non pagare

la Tasi”. Il sindaco, inoltre, ha inserito nella lista di

coloro che potranno beneiciare dello sconto su que-

sta tassa, anche gli anziani.

“Chi ha superato i 65 anni ed ha un Isee inferio-

re ai seimila euro – conclude Bacheca – avrà uno

sconto di 200 euro sul pagamento della tassa”. “In

effetti è così – ribatte il delegato al bilancio Ema-

nuele Minghella – gli Over 65 potranno beneiciare di un’esenzione di 200 euro per chi dovesse pagare

un tributo pari o inferiore a 200 euro ed una detra-

zione sempre di 200 euro per chi dovesse superare

i 201 euro. Per i residenti di Santa Marinella, che

entro il 30 novembre di quest’anno adotteranno un

cane presso il nostro canile municipale – continua il

delegato – avranno gli stessi beneici degli anziani. L’esenzione però sarà possibile applicarla solo alle

prime cento adozioni con priorità in puro ordine cro-

nologico.

L’esenzione potrà essere applicata sulla prima o

sulla seconda rata del tributo rispetto al giorno di

adozione del cane”. “Comunque – conclude il sin-

daco Bacheca – sarà l’amministrazione comunale a

veriicare lo stato di salute dei cani negli anni futuri. Ritengo che questo sia un atto di civiltà verso gli

animali e un aiuto alle famiglie che comunque ave-

vano in mente di adottare un cane”.

3 0766news Domenica 12 Luglio 2015

Micro credito“Riuscire ad aiutare giovani e meno gio-

vani ad ottenere inanziamenti agevola-

ti per la realizzazione delle loro attività

imprenditoriali sul nostro territorio, è

per me fonte di grande soddisfazione”.

A dirlo è il delegato alle inanze Ema-

nuele Minghella riferendosi alla fase

conclusiva relativa al progetto di micro

credito messo a disposizione delle gio-

vani imprese. “Dopo un anno di duro ed

intenso lavoro, inalmente il progetto del micro credito a Santa Marinella è una re-

altà che ha aiutato e continuerà ad aiuta-

re per molto tempo le nuove imprese che

vogliono investire e far crescere il loro

fatturato. Vedere inalmente concretiz-

zato questo progetto, primo in Italia ad

aver effettivamente erogato inanzia-

menti ad attività, è una risposta impor-

tante della nostra città a questo periodo

di crisi economica che stiamo vivendo,

a dispetto di tante amministrazioni che

per anni lo hanno inserito nei loro pro-

grammi elettorali e mai realizzato”. Gra-

zie alle attività congiunte di questi mesi

tra la Banca di Credito Cooperativo di

Roma e la Coopidi, oltre all’Ente Na-

zionale per il Microcredito, il Comune

riuscirà a portare ad un milione di euro

le somme disponibili. “E’ stato possibile

erogare ino ad ora circa 200mila euro su un fondo di 100 mila euro di risorse

pubbliche – dice ancora Minghella – e le

attività sul nostro territorio che ad oggi

stanno usufruendo del inanziamento sono varie. Da una società di service

ad un negozio di abbigliamento, dal bar

alla libreria, dal negozio di rivendita per

il mare e la pesca alla pasticceria, ino ad arrivare ad interventi su serre e il foto-

voltaico per un agriturismo. Ringrazio la

caparbietà del presidente dell’Ente Na-

zionale per il Microcredito l’onorevole

Mario Baccini ed il funzionario Marco

Paoluzzi che hanno reso tutto questo

possibile – continua il delegato - un rin-

graziamento particolare al direttore della

iliale di Santa Marinella Mario Castel-lo che, con lo staff dell’Ente, ha aiutato

e supportato operativamente i cittadini

nella scelta dell’investimento migliore”.

“Un ultimo ringraziamento - conclude

Minghella - è dovuto al Sindaco e a tut-

ta la maggioranza che, in da subito, mi hanno appoggiato ed hanno creduto alla

creazione di questo progetto. Auspico

che il nostro operato sia d’esempio a tut-

te le cittadine del comprensorio, poiché

le enormi dificoltà del sistema bancario nel poter inanziare nuove imprese in fase di start up ed imprese che vogliono

investire, sono un vero e proprio proble-

ma sociale”.

Il delegato alle inanze Emanuele Minghella espone la fase conclusiva del progetto

“Finanziamenti per giovani e meno giovani”

0766news.it 24oreCivitavecchia

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DIR. EDITORIALE Pietro Russo

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FOTO Sergio Dolenz

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La collaborazione a questa rivistaè da considerarsi gratuita

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Anno III - n° 105 del 12 Luglio [email protected]

393.55.84.194

Sconto sulla Tasi? Si, se adotti un caneÈ questa la decisione presa dal sindaco Bacheca e dal delegato al bilancio Minghella per aiutare famiglie ed amici a 4 zampe

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Grande attesa per la 2^ edizione del

“Beach Soccer Tour 2015”, che prende-

rà il via oggi pomeriggio nel bellissimo

impianto collocato allo stabilimento bal-

neare “Il Tirreno” di Santa Severa. Un

evento fortemente voluto dal delegato

allo Sport Stefano Toppi. A questa tappa

internazionale parteciperanno l’Italia, la

Francia, l’Austria e l’Argentina che si

sideranno sulla spiaggia d’oro della fra-

zione santamarinellese, ripresi dalle te-

lecamere di Sky. “E’ stato un piacere tor-

nare a Santa Marinella dopo la fantastica

esperienza dello scorso anno – ha com-

mentato il presidente della Ibf Maurizio

Iorio – una meta perfetta e ricercata per

questa manifestazione così importante

dal punto di vista sportivo e turistico. Di

questo ringrazio l’Amministrazione Co-

munale di Santa Marinella, in particolar

modo nella persona del Sindaco Bache-

ca e del consigliere allo Sport Stefano

Toppi per la disponibilità. Sky sarà una

vetrina molto importante per la città, vi-

ste le numerose ore che dedicherà all’e-

vento, coinvolgendo qualcosa come 25

milioni di spettatori”. “Numeri impor-

tanti – ha aggiunto il consigliere Toppi

– che danno lustro e risalto alla nostra

città. E’ questo l’obiettivo prioritario di

questo evento che abbiamo voluto ripro-

porre anche quest’anno a Santa Severa,

la quale sarà invasa da appassionati del

beach soccer, anche grazie alla presenza

e alla partecipazione di campioni del ca-

libro di Di Livio, Del Vecchio e Tonetto.

Ringrazio per la collaborazione lo stabi-

limento balneare “Il Tirreno”, i Carabi-

nieri di Santa Marinella e Santa Severa,

il Comando di Polizia Locale, la Capi-

taneria di Porto e tutte le associazioni di

Protezione Civile e di assistenza sanita-

ria”. Questo il programma di oggi. Dalle

10.30 triangolare amatoriale, alle 14.30

torneo dei bambini, alle 16.30 incontro

di semiinale tra le Nazionali della Fran-

cia e dell’Argentina, alle 17.30 seconda

semiinale tra l’Italia e l’Austria, seguirà una esibizione di kick boxing e muay

thai con Massimo Brizi. Domani alle

10.30 triangolare amatoriale, alle 14.30

torneo dei bambini, alle 16.30 inale per il 3° e 4° del Tour Beach Soccer ed a se-

guire la inalissima e le premiazioni.

Cultura e spettacoli

4 0766news Domenica 12 Luglio 2015

E’ stato presentato uficialmente dal delegato al tu-

rismo Alessio Marcozzi, il cartellone degli eventi

e delle manifestazione che allieteranno concittadi-

ni, turisti e villeggianti nei mesi di luglio e agosto.

Torna più ricca che mai la rassegna denominata

“Santa Marinella…una Perla d’Estate” con inizia-

tive per tutti i gusti e tutte le età nei luoghi più

suggestivi della città. Un mix tra musica, cultura,

folklore, arte e sport ed altri numerosi eventi. “An-

che quest’anno proponiamo un cartellone ricco di

appuntamenti – commenta il consigliere Marcozzi

– tutti ad ingresso gratuito che accompagneranno

le serate dei residenti e degli ospiti che hanno scel-

to di trascorrere le vacanze a Santa Marinella e a

Santa Severa. Un cartellone che richiama sul terri-

torio un numero considerevole di persone, grazie

agli eventi di qualità che proiettano la città su un

piano internazionale, a cominciare dal Beach Soc-

cer e al Surf Expo, ino al Santa Marinella Film Festival e al Santa Marinella Short Film 2015, per

quanto riguarda il cinema d’autore e poi tantissimi

altri eventi promossi dalle associazioni del terri-

torio, che ringrazio per la disponibilità e per aver

contribuito insieme a noi a rendere speciale e al-

legra anche questa stagione turistica, oltre ovvia-

mente a tutti gli attori e le associazioni impegnate

nella logistica e nelle sicurezza della città, dalla

forze dell’ordine, alla Protezione Civile e a quelle

di assistenza sanitaria, all’uficio turismo del Co-

mune. A me non resta che augurare a tutti un buon

divertimento e un buon soggiorno nella Perla del

Tirreno”. “Sarà una stagione estiva ricca di inizia-

tive – ha aggiunto il Sindaco Roberto Bacheca –

già iniziata a giugno con l’annuale appuntamento

con la Florevent, con la bellissima silata dei Carri Allegorici e che proseguirà ino alla metà di set-tembre. Ringrazio i consiglieri Alessio Marcozzi,

Stefano Toppi e Patrizia Befani per aver promos-

so e messo in piedi questo bellissimo cartellone,

gli ufici comunali preposti e tutte le associazioni della città che hanno contribuito alla realizzazione

degli eventi”.

Gi.Ba.

Presentate uficialmente le manifestazioni, dal delegato al Turismo Alessio Marcozzi

Ecco il cartellone estivoTorna più ricca che mai la rassegna “Santa Marinella... una Perla d’Estate”

Beach Soccer Tour 2015, ci siamoAl via la seconda edizione della kermesse sportiva, promossa dal delegato allo sport Stefano Toppi, presso l’impanto dello stabilimento “Il Tirreno”

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Chissà quante volte abbiamo sentito e canticchiato

la canzone “la bella Gigogin”, ma non tutti sanno

la storia di questa ragazza. Ve la voglio proporre

perché è parte della nostra storia lontana e poi non

di tanto. Il 22 marzo 1848 (siamo alle porte della

1^ Guerra d’Indipendenza), da sotto le barricate a

Porta Tosa a Milano, esce una fanciulla tremante

per il freddo, non per la paura (si combatteva contro

gli Austriaci). E’ vestita con un giubbotto militare,

stivaloni e una larga gonna. E’ bellissima. A chi le

chiede chi sia, risponde “Gigogin”. Gigogin, in dia-

letto piemontese, è il vezzeggiativo di Teresina e

questo nome signiica anche “Italia” nel linguaggio segreto dei patrioti cospiratori per il riscatto della

Patria dal giogo austriaco. Fuggita da un collegio

per accorrere sulle barricate a combattere, riesce ad

arruolarsi in un “battaglione di volontari lombardi”

e a farsi dare vari incarichi di iducia. Un giorno Luciano Manara le afida un messaggio urgente da portare al Colonnello Alessandro La Marmora.

Ella è felice perché potrà vedere e conoscere il

“Fondatore” del Corpo dei bersaglieri. La Marmora

ammira questa ragazza svelta e coraggiosa e la no-

mina “vivandiera” dei bersaglieri.

In quella occasione conosce anche

Goffredo Mameli del quale è innamo-

rata per le sue poesie ardenti e per la

famosa canzone “Il canto degli Italia-

ni” (“Fratelli d’Italia”). Gigogin è ar-

ruolata nel 6° battaglione e svolge le

sue mansioni di dispensatrice di ran-

cio, di infermiera, di confortatrice dei

sofferenti.

Prende parte alla battaglia di Goito (il

“battesimo del fuoco” per i bersaglieri

e cura lei stessa la ferita alla mascel-

la riportata da La Marmora. Gigogin

diviene presto famosa per la sua bel-

lezza, per il suo coraggio e per i suoi

sentimenti patriottici e umani.Per lei

il maestro Paolo Giorza compila una

canzone rimasta celebre e che si inti-

tola proprio così: “La bella Gigogin”.

Una sera Gigogin, mentre si reca ad un appun-

tamento con Goffredo Mameli, si accorge che

questi è pedinato dalla polizia austriaca ed al-

lora, per salvare il suo innamorato, attira su

di sé l’attenzione degli austriaci strappando

manifesti ed inveendo contro di loro. Lei

viene arrestata ma Mameli è salvo. Per la

sua giovane età la fanciulla viene liberata e

ricondotta in collegio. Da qui scrive a Ma-

meli e a Luciano Manara che erano a Roma

a combattere con Garibaldi per la difesa

della Repubblica Romana. La Marmora,

informato della situazione della ragazza,

organizza un “commando” di bersaglie-

ri per rapire la ragazza e condurla al

suo Quartier Generale

(come si vede, i “com-

mando” non sono

una invenzione degli

eserciti moderni ma

La Marmora ne fu

il geniale precurso-

re). La “bella Gi-

gogin” una volta

liberata vorrebbe

raggiungere Ma-

meli nella cam-

pagna romana

ma La Marmora la

dissuade. La notizia

della morte eroica di

Mameli a 21 anni fuori

le mura di Roma get-

ta la Gigogin in un

muto e cupo dolo-

re. Sei anni dopo (1855) muore

in Crimea anche La Marmora e

per la ragazza è un nuovo forte

schianto nell’animo. Si sente

sola, senza i suoi affetti più

cari, pallida e ammalata non

partecipa più alle varie im-

prese militari dei bersaglie-

ri. Ai primi di maggio del 1859 scoppia la 2^ Guerra

d’Indipendenza e la bella Gigogin ripresasi dal suo

dolore, par- te, vivandiera volontaria, per il

f ron te . E’ vista da molti sul

campo di bat-

taglia di San Martino prodigarsi in-

stancabilmente nel portare soccorso ai

feriti, confortare i moribondi, rifornire

di munizioni la prima linea, è vista an-

che incitare un plotone di bersaglieri

all’assalto nel mezzo di un combatti-

mento.Poi, più nulla. Di Gigogin, di

questa ragazza lombarda, ardente e

coraggiosa. che ha così bene rafigura-

to la donna italiana del Risorgimento,

della bella Gigogin non si conosce la

ine. Ma ella è sempre viva nel ricordo con la sua canzone che tutte le passa-

te generazioni e quelle future dei ber-

saglieri hanno cantato e canteranno e

continua ad essere il simbolo lumino-

so di delicati sentimenti e di generosi

impulsi, nell’alone della leggenda.

(a cura di Nicola Toma)

Storia. Ass. Naz. Bersaglieri Civitavecchia

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La storiadella bella Gigogin

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Narciso è un personaggio della mitologia greca e cac-

ciatore, famoso per la sua bellezza. Figlio della ninfa

Liriope e del dio luviale Ceiso, nel mito appare incre-

dibilmente crudele, in quanto disdegna ogni persona

che lo ama. A seguito di una punizione divina, per aver ferito i sentimenti della Ninfa Eco riiutandola, si inna-

mora della sua stessa immagine rilessa in uno specchio d’acqua e muore cadendo nel iume in cui si specchiava. Da allora il iore narciso è simbolo di bellezza senza cuore.E’ facile innamorarsi di un narcisista, lui è spesso simpatico, brillante, cortese, affasci-nante, intelligente e intuitivo. L’uomo narcisista è maestro nell’arte del corteggiamen-

to e sa far sentire una donna unica e speciale, sa farla innamorare col proprio fascino,

così come accade ad Eco nel Mito greco. Gli inizi della storia sono quasi sempre

romantici e passionali: i narcisi sono pieni di sorprese, idee, iniziative e attenzioni. Ma non appena il rapporto si consolida e state cominciando a credere di aver trovato l’uo-

mo perfetto per voi, all’ improvviso e senza una motivazione, lui si raffredda. Tutto cambia, lui inizia a dilazionare gli incontri, diventa spesso scontroso e di cattivo umo-

re, inizia a criticarvi e ad avanzare dei dubbi sui suoi sentimenti, mentre all’inizio si dichiarava innamorato e convinto che voi foste quella giusta. Il narciso si giustiicherà dicendo di aver capito di non volere una storia seria e impegnativa, (quando nei primi tempi diceva l’ esatto contrario), di voler stare da solo. Molte donne, a questo punto, si sentono già troppo coinvolte per tirarsi indietro e accettano una relazione discontinua in cui lui alterna momenti di tenerezza e passione a momenti di freddezza, malumori,

fughe e silenzi e tradimenti. Se lui ritorna, non e’ per amore! I narcisisti però, anche se disinnamorati, non lasciano quasi mai la loro partner ma preferiscono trascinare

anche per molti anni una relazione senza impegno e responsabilità caratterizzata da continue fughe e ritorni. L’errore che molte donne fanno e’ quello di riaccogliere il narciso, sperando ogni volta che sia diverso e convincendosi che se lui torna perchè in fondo “ci tiene” o perché inalmente “ha capito” o ancora perché “cambierà con il mio amore”, ecc..

Triste a dirsi, queste speranze vengono puntualmente disattese! Anche nel caso mi-gliore in cui lui avesse avvertito la mancanza della partner e volesse seriamente ripro-

varci, si tratta di un uomo con una struttura di personalità che lo rende incapace di stare in una relazione. Non appena svanisce l’entusiasmo del ritrovarsi, iniziano di nuovo i dubbi, la noia, il senso del soffocamento che lo portano ad un ulteriore allontana-

mento. Spesso i motivi del suo tornare sono dettati dalla solitudine, dalla mancanza di altre alternative e dal bisogno di conferme dopo che altre esperienze sentimentali non sono andate nel modo auspicato. Nelle relazioni di lunga data, la partner viene spesso percepita come una “base sicura” e vissuta come un sostituto simbolico della igura materna che dà stabilità, che accoglie e che consola. Per tale ragione è indispensabile ma allo stesso tempo poco eccitante e poco desiderata sessualmente, sempre disponi-

bile e per questo sentita come noiosa, scontata e soffocante. Il narcisista tende ad usare le persone e a considerarle come degli oggetti che soddisfano i suoi bisogni. Questo

tipo di narciso starà in una relazione in tanto che può ricavarne qualche vantaggio: sesso, ritorni di immagine e non di rado beneici economici e materiali. Chiaramente la donna candidata ad essere la partner perfetta del narcisista è la dipendente affettiva, di cui ho già parlato in un precedente articolo (sabato 23/05/15 pag. 9). Gli anni passano e l’amore non cresce! Le donne intrappolate in una relazione con un narciso si consolano pensando che se lui continua a tornare signiica che è legato e che prova un sentimento importante anche se non vuole ammetterlo. Purtroppo gli anni passati insieme contano poco o nulla per il narciso che avendo un immagine interna degli altri come negativi e riiutanti e inferiori evita accuratamente ogni attaccamento. Per questa ragione, il suo sentimento verso la sua compagna non cresce con il tempo ma rimane supericiale. Tuttavia, malgrado la mancanza di coinvolgimento, lui con-

tinuerà a tornare in tanto che lei non cambierà le regole del gioco, mettendogli dei li-miti e pretendendo un impegno. Purtroppo se lei commette l’errore di riprovarci, deve sapere che nulla cambierà! Anzi, la sua posizione nella coppia peggiorerà ulteriormen-

te perché ormai lui sa che alla ine lei lo perdona sempre, proprio come farebbe una madre verso il iglio. Questa consapevolezza lo porta a svalutare ulteriormente la sua compagna e stimolerà ulteriori mancanze di rispetto. Se si è cadute più volte in questa dinamica patologica e non si riesce ad uscirne con le proprie forze, è consigliabile farsi

aiutare perché la dipendenza affettiva, oltre a procurare continui fallimenti e sofferen-

ze, può esporre la persona a violenze, abusi, maltrattamenti.

A cura del Dott. Alessandro Spampinato, psicologo e cantautore

Sito Web: www.alessandrospampinato.it

Immagine: Michelangelo Merisi da Caravaggio: Narciso (1594-1596)

Roma, Galleria nazionale d’arte antica.

Psicologia. L’amore è un artista cieco

6 0766news Domenica 12 Luglio 2015

Il narcisistaAmori, fughe, silenzi, distanze e ritorni

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Torino, ore sette del mattino del 18 giu-

gno 1969. Il corpo nudo e senza vita di

una giovane donna viene rinvenuto in

una cunetta a lato della statale Nicheli-

no-Stupinigi, nelle vicinanze dell’ippo-

dromo di Vinovo. Una pattuglia della

Squadra Mobile interviene sul luogo

del ritrovamento. Nelle vicinanze del

cadavere non ci sono documenti o altri

elementi che possano permettere il ri-

conoscimento. Il cadavere ha ancora in-

dosso un orologio da polso e un anello.

Sulla mammella destra ha due piccole

ferite, parallele tra loro. In poche ore la

morta viene identiicata: è Martine Be-

auregard; ha 25 anni; è nata a Parigi; è residente a Torino da alcuni anni e vive in un appartamento con il padre,

la madre e tre sorelle; è una prostituta d’alto bordo. La sua storia sembra quel-

la tipica di tante giovani donne avviate

al mestiere più antico del mondo: a 18 anni d’età incontra un balordo di cui

s’innamora, è psicologicamente dipen-

dente da lui e l’uomo ne approitta per avviarla sul marciapiede per sfruttarla.

La “Parigina”, nome di battaglia della Beauregard, batte nella zona centrale di Torino, dalle parti di Corso Matteotti,

ambiente di caccia sessuale notturna

dei rampolli delle famiglie bene della

città. Le indagini sono coordinate dal

commissario Giuseppe Montesano, co-

mandante della Squadra Mobile, un po-

liziotto esperto ed eficace, con la fac-

cia da attore, gli occhiali da sole scuri

perennemente sul viso e una sigaretta

tra le dita, un uomo che ispirerà perso-

naggi di romanzi e del cinema.

Qual è stata l’ultima persona a vedere viva Martine Beauregard? La testimo-

nianza più vicina al momento del ri-

trovamento del corpo è quella di Car-la Sabbani, una mondana che batteva

nella stessa zona della “Parigina”. La Sabbani racconta ai poliziotti che, ver-

so le 23,30 del 17 giugno, ha visto la

Beauregard salire sulla Fiat 125 bianca di un cliente che non aveva mai visto

prima. Intanto gli inquirenti trovano

il protettore della donna assassinata: è Ugo Goano, 25 anni d’età, famiglia benestante, vita dissennata, denaro

speso a iumi nella vita notturna, va-

gabondando da night a night, una Dino

spyder rosso iammante per correre le strade di Torino. La sera del 17 giugno

ha cenato con Martine Beauregard al ristorante “La Forchetta d’oro”, poi ha accompagnato la ragazza al “lavoro”. Il pappone viene arrestato per ordine del

Giudice Istruttore Nicolò Franco, su richiesta del Pubblico Ministero inca-

ricato, Flavio Toninelli. L’autopsia sulla salma viene effettua-

ta dal professor Aldo De Bernardi, un medico legale di grande esperienza,

che rileva : ora presunta della morte tra le 1,30 e le 2,00 del 18 giugno, come

si desume dal rigor mortis, dalla tem-

peratura del corpo e dallo stato delle

macchie ipostatiche sulla supericie cutanea; presenza di numerose lesioni

supericiali a tipo abrasione o escoria-

zione riconducibili, in ipotesi, a sevi-

zie esercitate sulla vittima; presenza di

ecchimosi sugli arti superiori, come da

afferramento; rilievo di due soluzioni

di continuo, di quattro centimetri cia-

scuna, parallele tra loro, localizzate tra

il quadrante supero interno e supero

esterno della mammella sinistra; qua-

dro obiettivo viscerale riconducibile a

morte asittica, con presenza di tipiche macchie di Tardieu sui foglietti pleu-

rici. In sintesi: Martine Beauregard è stata prima seviziata (forse fustigata),

quindi afferrata con forza agli arti su-

periori e poi soffocata “in seguito a

pressione insistita sulle vie orali”.A questo punto gli ingredienti per l’e-

splosione mediatica del caso ci sono

tutti: l’estate; una giovane e bella fran-

cese, che fa la mondana in una zona

chic di Torino, trovata assassinata; un

giovane protettore vestito con elegan-

za, che gira per la città a bordo di una

lussuosa macchina sportiva; la torbida

vita notturna di una Torino che di gior-

no sembra votata soltanto al lavoro e

agli affari e che di notte si trasforma.

Il caso assume una rilevanza nazionale.

Vengono scritti e pubblicati articoli su

articoli sui principali quotidiani. Il de-

litto trova ampi spazi anche sui rotocal-

chi rosa e sulle riviste settimanali. Ugo

Goano afferma di aver un alibi: quella notte, dopo aver lasciato Martine, è an-

dato dapprima nel locale Don Pepe, in corso Po e poi al Mack One, in piazza

San Carlo. Le testimonianze conferma-

no la presenza di Goano nei due locali,

emerge però il particolare di una tele-

fonata che lo ha raggiunto al Don Pepe attorno all’una di notte e che lo ha fatto

allontanare rapidamente dal locale. Go-

ano, poi, ha fatto la sua ricomparsa al

Mack One attorno alle 2,00.

(segue nella prossimo numero)

L’indagine

7 0766news Domenica 12 Luglio 2015

Il giallo della morte di Martine

Beauregard

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“Basta chiudere gli occhi. È dall’altra parte della vita”.Louis-Ferdinand Céline - Viaggio al ter-

mine della notte

Come fosse l’ultimo uomo sulla terra.

Percorreva le strade buie e deserte della

città alle tre e trenta del mattino, un gior-

no di febbraio, in una provincia italiana.

Il Colonnello Attilio Svevia camminava

stretto nel suo impermeabile blu notte.

Bavero alzato e mani in tasca. La igu-

ra longilinea, il isico asciutto e ancora muscoloso. Aveva compiuto sessant’an-

ni da poco ma lavorava ancora come se

fosse il suo primo giorno nell’Arma. La

copertura di gomma delle sue scarpe di

cuoio non attutiva il rimbombo dei suoi

passi, ampliicato dal silenzio e dalla cas-sa di risonanza degli antichi palazzi tra le

strette vie del centro. Nessuno.

Neanche un netturbino o un’auto di pat-

tuglia, nemmeno della polizia municipa-

le. Nessuno. Come in un romanzo apo-

calittico di ultima generazione, uomini,

donne, animali erano spariti dalla città.

Ma non era stata la pandemia a causare

il deserto delle anime. Il freddo piuttosto,

arrivato nell’ora in cui il sonno è al suo

momento più profondo, aveva scorag-

giato anche i più incalliti nottambuli.

Svevia camminava sentendo la rigidità

della piccola automatica inilata nella cinta dei pantaloni. Le mani in tasca: la

sinistra a riscaldarsi contro l’imbottitura

di lana scozzese, la destra a stringere, tra

le lunghe dita da pianista, una carta da

gioco italiana, il Re di spade: il segno di

Yuri.

Yuri l’inafferrabile, Yuri il soisticato, Yuri la spia russa.

Trentacinque anni di servizio informa-

zioni per Svevia, trentacinque anni di

Yuri in Italia. Quando Yuri aveva capito

che Svevia era il suo cacciatore, aveva

cominciato a far pervenire mazzi di carte

italiane in busta chiusa nella compagnia

carabinieri della sua città natale. Dopo

ogni fatto o accadimento poco chiaro

per l’opinione pubblica, ma chiarissi-

mo per chi frequentava forte Braschi o

il Viminale, ovunque fosse, Svevia ave-

va ricevuto la chiamata del comandante

della locale stazione carabinieri. Sempre

la stessa, negli anni erano cambiati solo

i gradi: “C’è un plico per Lei.” Fino al

grado di capitano aveva aspettato gli ar-

tiicieri, poi le aveva ritirate senza aspet-tare più nessuno. Sapeva cosa contene-

vano quelle buste commerciali con il suo

cognome scritto al normografo in inchio-

stro rosso. Trentanove carte da gioco ita-

liane. A mancare era sempre la stessa: il

dieci di spade. Yuri. Quel 23 Gennaio,

giorno del suo compleanno, Svevia ave-

va ricevuto un plico. Stessa busta. Stesso

inchiostro. Stavolta a casa. Una lettera

e una sola carta. Quella che era sempre

mancata. Amico/ nemico mio, è la prima

e l’ultima lettera che riceverai mai da me.

Sono fuori dal giro. Ormai mi è rimasto

poco da vivere. Un tumore non operabile

è al suo ultimo stadio. Sei mesi o anche

meno. Quello che ho visto in questi ul-

timi anni non mi è piaciuto. Oh, lui ha

fatto tanto per la Russia si, ma sta trat-

tando il nostro popolo come un bambi-

no, di nuovo. Non era in questo che cre-

devo. Il sogno sovietico ci aveva illusi.

La mancanza di democrazia per noi era

solo la temporanea, necessaria, dolorosa

fase prima della promessa della felicità

in terra. Non è mai arrivata. Lui nemme-

no questa illusione ci lascia. Un piccolo

regalo per Te. I due spacciatori morti a

luglio e i trecento chili di coca scompar-

si. Il lavoro è stato fatto da manovalanza

della Sacra Corona. Ma chi ha bruciato i

inanzieri sul tempo è un insospettabile, lo stesso che ha parlato sulla missione

dei carabinieri a Belgrado. Il Maresciallo

Mira è in coma per colpa sua. E’ il Loro

nuovo contatto qui. Il mio, invece, non

lo ha mai scoperto, anche se ci arrivasti

vicino.

Ora si sta godendo la sua pensione di

spia a Varadero. Non mi piace il nuovo

Zar, non mi piacciono più Loro e non mi

piacciono più nemmeno i tipi di Italiano

che tradiscono. Leggevano Marx e Tol-

stoj ai miei tempi, ora, invece, solo gli

estratti conto. So dove scambiano le istru-

zioni, mi inserirò nella catena. Io diven-

terò Loro. Chiederò alla talpa di tenerti

d’occhio e, se necessario, di eliminarti

perché stai lavorando a un’ operazione al

porto. La mia cattura. Gli fornirò pochi

dettagli dell’operazione Italiana. Scrive-

rò che sarete solo due persone: tu e un

uomo del ministero. Nemmeno tu ne co-

nosci l’identità. Lo riconoscerai il gior-

no dell’operazione perché porterà con

sé una copia del bellissimo “Un eroe del

nostro tempo” di Lermontov. A questo

punto il traditore Italiano vorrà eliminare

il funzionario del ministero e poi te. Sono

terrorizzati dall’idea che io possa parlare.

Anche la talpa lo sa. Farei scoprire molte

cosette e, sebbene io non lo conosca, vi

permetterei di arrivare anche alla nostra

attuale spia. La bottiglia di grappa che

lasciasti alla nostra ambasciata di Zaga-

bria, la conservo ancora con cura. Quan-

do sarà giunto il mio momento l’aprirò

e berrò alla Tua salute. Grazie. Sarebbe

stato bello conoscerti ed esserti amico

ma il tempo e la storia non ce lo han-

no concesso. “Questo potrebbe costituire

l’argomento di un nuovo racconto, ma

intanto il nostro è inito.” 1866, Yuri.

A cura di Paolo Tagliaferri

(segue nel prossimo numero)

Il racconto

8 0766news Domenica 12 Luglio 2015

Re di spade

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Il baccalà è un pesce conservato che viene da lonta-

no, dai iordi della Norvegia del Nord, dove i merluz-

zi, nomadi dei mari, come le balene, si radunano in banchi immensi al declinare dell’inverno. Quando il tempo è favorevole migliaia di barche puntano verso questi banchi e aggrediscono questi pesci con reti o coi “palamiti” (lunghissime lenze alle quali sono at-taccati centinaia di ami).Il merluzzo comincia la sua trasformazione in bacca-

là subito dopo essere stato pescato. Con quattro colpi di un afilatissimo coltello i pesci vengono decapitati, sventrati e aperti. Sui battelli più grossi la lavorazione inizia subito dopo con il lavaggio e la salatura. Dalla barche più piccole, invece, come si usava un tempo, i merluzzi vengono portati a riva ogni sera per essere immediatamente lavorati e messi a seccare stesi sulle scogliere (klippisk, è la parola norvegese con la quale si identiica il baccalà, klippe signiica scoglio, roccia, per cui klippisk è il “pesce delle rocce). Oggi questo antico sistema è stato quasi completamente soppian-

tato dai moderni sistemi industriali che con grosse spazzole strappano le scaglie dal dorso, eliminano le parti interne, dopo di che si procede all’essiccamen-

to e alla salagione. Il baccalà è l’alimento costituito dal merluzzo bianco (Gadus morhua), pesce presente nell’Oceano atlantico settentrionale, conservato sotto sale. La salagione ne consente la conservazione per lun-

go tempo, e per questo viene impiegata in da tempi lon-

tanissimi per consentire il trasporto e la consumazione del pesce in luoghi anche molto distanti da quelli d’ori-gine. Sembra che la procedura di salagione del baccalà si debba attribuire ai pescatori baschi che, seguendo i branchi di balene e arrivati al Mare del Nord, si imbatte-

rono in enormi banchi di merluzzo verso l’isola di Ter-ranova e usarono per questo pesce il procedimento di conservazione già da essi usato per la carne di balena. Il baccalà è elemento essenziale di molte cucine popolari, nelle quali il suo utilizzo si alterna a quello dello stocca-

isso che è sempre merluzzo, ma conservato mediante essiccazione. Tanto il baccalà quanto lo stoccaisso, per essere utilizzabili, hanno bisogno di una lunga immer-sione in acqua fredda, che provvede ad eliminare il sale per il primo e a restituire ai tessuti l’originale consisten-

za per il secondo. Non è facile riconoscere il baccalà

migliore, cioè quello che, una volta cotto, sarà morbido, saporito, non ibroso: questo perché, secondo le stagio-

ni e le zone in cui viene pescato, il merluzzo ha qualità differenti, dovute a diversa pastura, a diversi momenti dell’attività riproduttiva ecc. Le informazioni su que-

sti dati sono disponibili per i grossisti (le balle di pesce vendute all’ingrosso hanno marchi differenti secondo le caratteristiche qualitati-

ve), ma non arrivano ino al mercato al dettaglio; in pratica, a certe aree di

mercato tradizionalmente molto attente alla qualità del baccalà vengono desti-nate le partite migliori (in Italia, il mercato d’eccel-lenza è quello di Napoli, a cui vanno i baccalà più selezionati). L’acquirente

al dettaglio non ha molti elementi per distinguere con sicurezza, e deve un po’ idarsi delle competenze e della sincerità del negoziante. Comunque, è bene che il baccalà non sia troppo piccolo (non meno di 40 cm di lunghezza totale), sia piuttosto spesso (3 o più cm nei punti di maggior spessore), sia bianco e non gial-lastro o macchiato (segni di non perfetta pulitura e conservazione), ma non sia troppo bianco (il bianco tipo “bucato” è segno dell’uso di uno sbiancante, di solito anidride solforosa). Il baccalà è anche venduto a iletti e ilettoni (cioè già diliscato): prodotto abba-

stanza buono e di più pratico impiego, che ha la ca-

ratteristica di essere salato meno, quindi bisognoso di una immersione in acqua meno lunga. In certi giorni della settimana, che variano secondo la regione, si può anche trovare il baccalà già bagnato e pronto per l’uso. Normalmente, viene venduto quando è a bagno da almeno 48 ore, quindi privato completamente del sale. In Italia la qualità considerata migliore porta il nome dell’antica capitale norvegese “Bergen”, sede del più grande marcato ittico, ma la qualità più ricer-cata per la sua resa e perché ritenuto meno grasso, è lo stoccaisso denominato “ragno”, cosi chiamato per le nervature che, guardate in controluce, lo fanno asso-

migliare ad una ragnatela. Ma una qualità di baccalà molto apprezzata è anche quella denominata “Gaspe”, perché proviene dalla pesca fatta nella baia di Gaspé, in Canada (Quebec), dove nel 1534 sbarcò Jaques Cartier e vi piantò una croce, prendendo possesso del Canada in nome del re di Francia.

Chef Gianni Bono ci fa conoscere i prodotti di stagione

Baccalà, il pesce che viene da lontano

Ingredieni: 200 gr di farina 00; 2 uova; 200 gr di baccalà ammollato;150 gr di patate; 1 spicchio di aglio; 1 cucchiaio di prezzemolo; 4 cucchiai di olio d’oliva; sale q.b. pepe q.b.; 1 cucchiaio di pinoli; 1 cucchiaio di uva sultanina;150 gr pomodori ciliegino; 200 gr pecorino grattugiato

Preparazione: Preparate la farcia bollendo insieme il baccalà e le patate pelate e tagliate a tocchetti; scolate e mantecate al mixer o nel frullatore con olio, aglio, prezzemolo tritato, sale e pepe.Preparate la pasta per i ravioli impastando farina e uova; dopo averla fatta riposa-

re in frigorifero per 30 minuti, stendetela in uno strato sottile e confezionate dei ravioli con la farcia.Per la salsa, fate rosolare l’aglio con l’olio, unite i pomodorini, i pinoli e l’uva sultanina e cuocete per alcuni minuti con qualche cucchiaio di acqua, sale e pepe; bollite i ravioli in abbondante acqua salata a saltateli in padella con la salsa. Spol-verare con pecorino grattugiato.

RAVIOLI CON BACCALÀ E PATATE

Cucina. Mangia sano con i colori della natura

9 0766news Domenica 12 Luglio 2015

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Ingredieni: 100 cl di acqua naturale; 50 cl di succo di limone; 100gr di

zucchero bianco

Preparazione: Versate in un pentolino a fuoco lento l’acqua ed il succo di

limone. Piano piano aggiungere lo zucchero a caduta.

Far sciogliere lo zucchero e far raffreddare per una quarantina di minuti.

Una volta freddo versare il contenuto in una vaschetta e posizionarla nel freezer

girando il composto ogni 20 minuti per circa 4 ore

Granita al limone di Sicilia

10 0766news Domenica 12 Luglio 2015

L’aperitivo

Il limone è un albero da frutto appar-

tenente al genere Citrus e alla fami-

glia delle Rutaceae. Il nome comune

limone si può riferire tanto alla pianta

quanto al suo frutto. Secondo alcuni

studi genetici, il limone è un antico

ibrido, probabilmente tra il pomelo e il

cedro, ma da secoli è una specie auto-

noma, la quale si riproduce per innesto

e talea. Sebbene le origini del limone

siano incerte, si pensa che i primi luo-

ghi in cui sia cresciuto siano la Cina,

dove veniva coltivato già prima del-

la Dinastia Song (960-1279 d.C.), la

regione indiana dell’Assam e il nord

della Birmania. Secondo alcuni stu-

diosi, gli antichi romani conoscevano

già i limoni. Tale ipotesi è supportata

dalle rafigurazioni di limoni presenti in alcuni mosaici a Cartagine e affre-

schi a Pompei, ma secondo altri stu-

diosi è possibile che gli autori di tali

opere avrebbero semplicemente im-

portato tali agrumi o li avrebbero visti

nei loro paesi di origine. Non ci sono

infatti prove in ambito paleobotanico

oletterario che avvalorino tale ipotesi.

Intorno al 700 d.C. il limone si diffu-

se in Persia, Iraq e Egitto. Dal termine

persiano ومیل, che si pronuncia līmū e indica genericamente gli agrumi, deri-

va il termine “limone”. Le prime de-

scrizioni letterarie del limone si hanno

in scritti arabi del X e XII secolo, ad

opera di Qustus al-Rumi e Ibn Jami’.

Gli alberi di limoni furono utilizzati

inizialmente dagli arabi come piante

ornamentali. In Europa la prima col-

tivazione di limoni è stata avviata in

Sicilia, dopo il X secolo e più tardi a

Genova (a metà del XV secolo).

I limoni compaiono nelle Azzorre nel-

lo stesso periodo, nel 1493, ad opera

Cristoforo Colombo, che portò i semi

del limone ino all’isola di Hispanio-

la. Nel 1747 il medico scozzese James

Lind consigliò l’utilizzo del succo di

limone come cura contro lo scorbu-

to. Nel XIX secolo il limone iniziò

ad essere coltivato intensivamente

in Florida e California. un prodotto

fresco e dissentante dove il made in

Italy può rappresentare un vero iore all’occhiello,basta pensare ai tipici li-

moni Siciliani da dove si ottiene una

delle granite più buone al mondo a

quelli tipici di Sorrento per la realizza-

zione di un altro tipico prodotto Italia-

no : il limoncello.

“Drink Different”

Dalla Sicilia a Sorrento, tipico prodotto made in Italy

Il limone: un frutto beneico e naturaleCristiano Avolio del bar Prima spiaggia ci racconta la storia di questo freschissimo frutto

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Anche nella prima domenica di luglio la Mtb Santa

Marinella-Cicli Montanini ha fatto incetta di altri bei

risultati che hanno reso merito, onore e gloria a tutto

il comparto agonistico ed amatoriale di Stefano Car-

nesecchi che si è fatto ancora trovare sempre pronto

su tutti i tipi di terreni. L’endurance è una disciplina

spesso ritenuta troppo estrema ma costituisce il punto

di forza del team che ha fatto la sua ottima igura a Barbarano Vicentino (Vicenza) in occasione della 6

Ore dei Canonici e 24 Ore della Serenissima.

Il team da otto con Gianfranco Mariuzzo, Lucio Ca-

sagrande, Massimo Folcarelli, Mattia Doro, Mattia

Donà, Manuel Piva, Luca Kogler e Gianluca Girardin

non ha tradito le attese e confermato i pronostici met-

tendo subito una bella ipoteca già dopo la quarta ora

di corsa. Tra i solitari bel settimo posto di Gianluca

Piermattei. Nella versione 6 ore conferme e successi

per Lorenzo Borgi nei solitari così come per il duo

Jeferson Benato e Roberto Ambrosi nella categoria

T2. Al podio è affezionata anche Elisabetta Dani (ter-

za) mentre Claudio Pellegrini non è andato oltre la

quarta posizione. Dopo due prove la classiica gene-

rale dell’Endurance Tour registra la prima posizione

di Borgi e Dani, più la seconda di Pellegrini e anche

della coppia Ambrosi e Benato. Alla 24 Ore del Dra-

go ai Prati di Stroncone (Terni) strepitosa prova di

Armando Mattacchioni nella 6 ore da lui vinta mentre

Renato Remoli si è ritirato. Marco Chaivacci è risul-

tato primo di categoria e quinto assoluto tra i solitari

nonostante il caldo opprimente e per il percorso tutto

sterrato e tutto completamente sotto il sole e con un

prato di oltre 2 km completamente avvallato dove era

impossibile pedalare da seduti. L’èlite Giovanni Gatti

ha dominato in perfetta solitudine il “Trofeo XC di

mountain bike Torre Umberto”, svoltosi nella contra-

da Mastrati di Pratella (Caserta) tra le mura dell’anti-

co Castello di Re Umberto e l’Azienda agricola “Ma-

strati”. Gatti ha fatto subito la selezione andandosi a

prendere il successo davanti a Vincenzo Della Rocca

e al vincitore uscente Luigi Ferritto. La Borgo Bike è

stata una gara di cross country molto originale svolta-

si a Palombara Sabina (Roma) tra vicoli storici, sca-

lette e gallerie medievali illuminate da torce a terra.

Un percorso tecnico e spettacolare dove hanno mes-

so il sigillo Antonella Casale nella categoria master

donna, Gianluca Marinucci tra i master 4 e Massimo

Negossi sul terzo gradino del podio master 5. Tra-

sferta abruzzese sottotono per Mariangela Roncacci

chiamata a difendere il podio ai Sentieri del Sole e dei

Sapori: a Collarmele (L’Aquila), sul percorso medio

della Sentieri dei Lupi, ha messo a dura prova la di-

retta avversaria Laura Sopranzi, poi andata a caccia

della vittoria inale dopo che la stessa Roncacci ha dovuto abbandonare i propositi di vittoria per via di

una foratura.

11 0766news Domenica 12 Luglio 2015

Mountan bike

Il verde-luo Mtb Santa Marinellabrilla alla 24 Ore della Serenissima

Weekend ricco di soddisfazioni per i portacolori del team santamarinellese

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