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MAGAZINECRL
MAGGIO2020
... e molto altro ancora!
IN QUESTO NUMERO:
Anno 2 – N. 3 Maggio 2020 – Magazine on line gratuitoRedazione: Maddalena Crivelli, Giuseppe Sciascia
La parola al Presidente Bellondi
Giuseppe Rizzi: il punto dall’U�cio Gare
L’intervista: Andrea Pecchia
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Alberto Bellondi non ha certezze da offrire sui tempi di ripresa dell’attività del basket lombardo senior e giovanile. Il presidente della FIP regionale esprime l’auspicio che la stagione 2020/21 possa iniziare come al solito ad ottobre, ma per il momento si tratta solo di un – condivisibile – auspicio. In assenza di disposizioni certe per tempi e modi del ritorno in campo – sia a livello nazionale che
regionale – il CRL ragiona però su aspetti diversi che riguardano principalmente la sostenibilità dell’atti-
vità senior in ottica futura. Il presidente del
comitato di via Piranesi punta principalmen-
te su questo concetto nell’ambito dei ragio-
namenti sul futuro del nostro basket:
«Oggi come oggi non abbiamo certezze per
quanto riguarda i tempi e le modalità della ri-
presa dell’attività. Sarebbe bello riprendere
gli allenamenti a settembre e l’attività agoni-
stica ad ottobre, ma in questo momento non
siamo in grado di fornire date sicure; servirà
attendere almeno la fine di maggio per le in-
dicazioni del Governo. A tutti noi piacerebbe
tornare in palestra nelle tempistiche abituali
con le quali la stagione agonistica riprende
ogni anno: sarebbe anche un segnale di ritor-
no alla normalità. Ma la ripartenza non può
prescindere dalla riapertura delle scuole, e
Farsi trovare pronti alla ripartenza
La parola al Presidente Alberto Bellondi
PRESIDENTE
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anche in quel caso bisognerà capire con quali tempistiche e modalità per verificare come e quando alle-
narsi, soprattutto con le giovanili. Quel che possiamo fare invece è ragionare per tempo e con la dovuta
lucidità sul futuro dei campionati, partendo da una serie di ipotesi che vorremmo formulare alle nostre
società senior».
Se la FIP lombarda non può far altro che aspettare le indicazioni del Governo in merito alla riapertura
degli impianti per allenamenti e partite, ha invece ampia facoltà di entrare nel merito dell’ossatura dei
campionati 2020/21 per consentire alle società di scegliere quale sarà il livello adatto alle loro possibilità.
«La nostra idea è quella di for-
mulare alcune ipotesi di format
dei campionati senior specifi-
cando i costi per parametri e
altri aspetti di ogni categoria. E
poi lasciare che siano le nostre
società a decidere in funzione
delle loro possibilità quella che
considereranno l’opzione più
adatta alle loro risorse e ai loro
programmi. Ad oggi nessuno
può prevedere con esattezza
l’impatto economico dell’e-
mergenza coronavirus, ma mai
come quest’anno sarà impor-
tante che ogni società scelga la
sua collocazione facendo mas-
sima attenzione alla sostenibi-
lità economica».
Dunque il presidente Bellon-
di sta predisponendo alcune
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opzioni legate ai costi di partecipazione alle principali categorie senior, che in funzione delle possibilità
messe a disposizione dal CRL potranno evidenziare una preferenza in grado di indirizzare le scelte della
Lombardia sul format dei campionati.
«Le ipotesi che stiamo studiando prevedono che entro fine maggio o al massimo i primi di giugno si possa
garantire un quadro dei costi delle varie categorie senior, dalla B alla C Gold alla C Silver, di modo che
ognuno possa farsi un’idea in funzione delle regole d’ingaggio. Oppure l’alternativa è quella di ipotizzare
una C unica con i costi della Silver: il nostro obiettivo è quello di mettere a disposizione delle società un
ampio ventaglio di soluzioni tra le quali scegliere la più adeguata alle rispettive possibilità. Ovviamente
nessuno vuol tarpare le ali alle ambizioni dei club lombardi, però più che la categoria da disputare l’aspet-
to principale è legato alla possibilità di rispettare gli impegni in base al budget disponibile».
L’esortazione del presidente del CRL è quella indirizzata verso la sostenibilità economica di qualsiasi scel-
ta sarà portata avanti dalle varie società:
«Lasceremo ampia facoltà di riposizionamento anche nell’ottica di una stagione nella quale la cancellazio-
ne da parte della FIP nazionale dei costi di riaffiliazione ed iscrizione dà ulteriore facoltà di scelta senza
vincoli. Ovviamente non sono nella posizione per obbligare nessuno: la mia è una esortazione a sfruttare
questo momento di difficoltà generale e trasformarla nell’opportunità di scegliere il livello più adatto alle
proprie possibilità economiche ed organizzative per la ripartenza».
Il presidente Bellondi conclude infine con un appello alle società affinché questa situazione del tutto stra-
ordinaria sia vissuta con la consapevolezza di dover programmare un futuro che poggi su basi solide:
«Confido nel buon senso dei dirigenti nel mettere a punto una programmazione oculata e soprattutto
garantita dalle opportune coperture economiche. Giusto nutrire ambizioni, a patto che lo si faccia in ma-
niera oculata e con la coscienza delle proprie possibilità in termini di mezzi, impianti ed organizzazione.
In questo momento così particolare, attendendo che giungano quelle indicazioni indispensabili per capire
quando e in quale modo potremo tornare in campo, bisogna che i presidenti sappiano scegliere con lungi-
miranza le strategie future da seguire per garantirsi una prosecuzione durevole dell’attività dei rispettivi
club. Ciascuno deve avere la capacità di valutare bene le proprie possibilità e scegliere la categoria più
adeguata ad esse».
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Giuseppe Rizzi riapre il libro dei ricordi per la fase iniziale dell’emergenza co-ronavirus che ormai oltre due mesi fa ha investito anche il basket lombardo. Il vicepre-
sidente del CRL e responsabile dell’Ufficio Gare
rammenta così le febbrili ore del primo weeekend
dell’era Covid-19 quando furono congelati i cam-
pionati a partire dal 23 febbraio:
«Ormai sono trascorsi più di due mesi da quel we-
ekend di fine febbraio nel quale venimmo a con-
tatto con l’emergenza coronavirus. Sono stati
giorni di lavoro febbrile, a partire dal pomeriggio
di venerdì 21 febbraio al sabato nel quale dall’area
del lodigiano si stava estendendo verso Cremona
e Pavia. Giornate dai ritmi di lavoro estenuanti che
ci hanno però permesso di rinviare rapidamente le
partite del sabato di tutte le squadre che non se la
sentivano di giocare. La primissima critica era re-
lativa al fatto che si erano disputate una cinquan-
tina di partite il sabato e poi si era fermato il turno
alla domenica. Poi la situazione si è evoluta in un
modo nel quale nessuno poteva immaginare...».
Sotto questo aspetto il CRL ha saputo cogliere
tempestivamente il senso di urgenza del problema
e fermato la macchina dei campionati regionali se-
nior e giovanili senza far correre rischi ai tesserati:
«L’Ufficio Gare, di concerto con il presidente Bel-
Lombardia tempestiva nel salvagaurdare il basket regionale
Il punto dall’Ufficio Gare
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londi, si è mosso con estrema tempestività per
fermare tutta l’attività nel momento in cui l’emer-
genza era all’inizio. Se la Lombardia è stata tra-
volta da quello che è stato poi ribattezzato come
uno tsunami, nel nostro piccolo il basket lombar-
do è stato messo in sicurezza senza correre rischi.
Ben venga questa decisione presa rapidamente:
a nostra conoscenza non abbiamo avuto notizia
di atleti contagiati, di sicuro non per motivi legati
al basket regionale che si è fermato in blocco tra
venerdì 21 e sabato 22 febbraio».
Al momento della sospensione temporanea nes-
suno poteva immaginare che sarebbero state le
ultime partite del 2019/20 poi neutralizzato dalla
FIP nazionale:
«L’emergenza ha assunto proporzioni inimmagi-
nabili in poco tempo e il blocco è diventato l’u-
nica soluzione praticabile. Nei primi giorni della
sospensione, quando lo stop veniva prorogato
di settimana in settimana, le società chiedevano
notizie per capire l’evoluzione della situazione,
prima per capire se si poteva riprendere l’attivi-
tà. Passati i primi 15 giorni, quando era chiaro che
non era più il caso di pensare al basket giocato, le
richieste erano quelle di un immediato intervento
di FIP relativamente a proposte future. In tal sen-
so una proposta c’è stata, ma ancora oggi non ab-
biamo certezze sui tempi di ripresa dell’attività...».
In tal senso la situazione si presenta ancora ric-
ca di incognite, a partire dalle regole di ingaggio
sull’utilizzo degli impianti sportivi per allenamen-
ti e partite che dovranno arrivare dal Governo:
«La tranquillità dal punto di vista sanitario an-
cora non c’è e gli scenari sono ancora non chiari.
Dipenderà molto da quello che verrà deciso per
la scuola, partendo dagli eventuali utilizzi pome-
ridiani delle strutture e delle relative palestre:
bisognerà capire la possibilità di utilizzo, e prima
ancora il grado di priorità che sarà affidato allo
sport. Il basket regionale non può prescindere
dalle palestre scolastiche: lo abbiamo toccato
con mano nelle prime settimane dell’emergenza,
quando il Ministro dello Sport aveva autorizzato
gli allenamenti a porte chiuse, subito però osteg-
giato dai vari sindaci o dai dirigenti scolastici per
l’utilizzo delle strutture di competenza dei Co-
muni, delle scuole o privati».
E dunque l’Ufficio Gare ad oggi non può formula-
re ipotesi relative ai tempi di ritorno in campo per
senior e giovanili:
«Siamo alla finestra per capire prima di tutto
quando e poi come si potrà riprendere. Si è par-
lato molto delle porte chiuse, che i campionati
nazionali assolutamente rifiutano: tutti ragiona-
menti da valutare nelle prossime settimane alla
luce di disposizioni dal Governo che ancora non
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sono arrivate. Chiaro che la scuola avrà la priorità, in ogni caso i problemi, dalla situazione economica
delle famiglie all’eventuale remora di inviare i ragazzi in palestra, saranno tanti».
L’unica possibilità è attuare ragionamenti in funzione di quelli che potrebbero essere gli scenari futuri:
«Il tempo per ragionare ad ampio raggio ci sarebbe, ad oggi però ci sono troppe variabili incerte su tem-
pi e modalità del ritorno in campo. Al di là degli aspetti pratici sull’organizzazione dei campionati sui
quali stiamo riflettendo, mi auguro che non accadano nuovi focolai di contagio anche circoscritti con
incidenza, oltre che sulla vita locale, sui campionati del prossimo anno. Ecco perché, più piccoli saranno
i gironi su base geografica anche per ridurre i costi di trasferta, più facile sarà governarli ragionando in
funzione di questa eventualità».
Sostenibilità economica come prima priorità anche in sede di programmazione dei campionati è la ri-
cetta indicata da Rizzi:
«Campionati giovanili interregionali come l’Under 18 Eccellenza o l’Under 16 con seconda fase interre-
gionale da marzo diventeranno problematici, ridurre fonti di costo sarà una priorità per tutti. Qualche
presidente ha chiesto di tornare a livello regionale alle vecchie formule evitando gironi Top con trasfer-
te lunghe, in linea di principio la sostenibilità economica dovrà essere la base per qualsiasi decisione».
Dunque per ora si può soltanto navigare a vista e preparare diversi piani in funzione di quelle che saran-
no le indicazioni a livello sanitario:
«Ora come ora non abbiamo certezze, tra le ipotesi c’è anche quella di partire un po’ più tardi per evita-
re le porte chiuse, ma dobbiamo aspettare le disposizioni che Governo e CONI dovranno fornirci. Nes-
suna decisione è stata ancora presa, dunque le soluzioni organizzative andranno stabilite in funzione
delle modalità e delle scadenze che verranno fornite dagli organi preposti. Possiamo solo formulare
ipotesi che vengono costantemente rimodellate o adattate a quello che succederà: dobbiamo farci tro-
vare pronti con tutte le possibili soluzioni, pronti ad adottare quella più adatta al quadro generale che
si comporrà ma che oggi è confuso».
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L’INTERVISTA
Intervista a Andrea Pecchia
Andrea Pecchia racconta la sua esperienza da giocatore professionista temporaneamente sen-za pallone nell’era del lockdown. L’ala nativa di Segrate che ha trascorso la sua intera carriera in Lombardia – primi passi nel vivaio di San Donato, poi tutta la trafila giovanile all’Olimpia Milano partecipando anche alle attività del CRL con le classiche “Giornate Azzurre” nell’edizione 2013
prima dello sbarco senior a Treviglio – e nel 2019/20 è stato un pilastro della sorprendente Cantù gua-
dagnandosi anche una chiamata in azzurro a febbraio poi saltata per un infortunio ad una caviglia. Pec-
chia, classe 1997, ci racconta la sua routine quotidiana a quasi due mesi dalla notizia della sospensione
della serie A poi neutralizzata ai primi di aprile:
«All’inizio è stato difficile: mi è dispiaciuta molto la notizia della sospensione del campionato perché
stava arrivando il momento più bello della stagione che decideva i destini di un campionato. Cantù era
in una via di mezzo tra playoff e retrocessione, a 4 punti di distanza da entrambe, ed eravamo pronti
per il rush finale. Con tutto quello che è accaduto dopo era però la decisione più giusta da prendere in
questo particolare periodo storico. Personalmente cerco di tenermi in forma: ho preso attrezzi ed ela-
stici dalla sala pesi, in casa ho anche la cyclette e seguo un programma stilato dal preparatore atletico
di Cantù. È chiaro che non è come allenarsi due volte al giorno nella settimana tipo, ma provo a mante-
nere una condizione accettabile. Il pallone? Lo prendo in mano ogni tanto per ricordare come è fatto e
palleggio in casa o contro il muro, ma non ho a disposizione un canestro».
L’ala di Cantù ricorda ancora le ore febbrili tra la sera del 7 marzo, quando la sua squadra preparava an-
cora il derby a porte chiuse contro Cremona, e la notizia della sospensione della mattina di domenica 8:
«La routine abituale è cambiata completamente in un attimo: nel periodo dell’anno di piena attività ci
sono ritmi ed abitudini di allenamento consolidati e radicati, preparandosi per arrivare alla partita di
Pecchia ai tempi del lockdown: allenamenti in casa e basket parlato
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domenica. Tutto è stato stravolto per il
Covid-19: già il sabato sera c’era sento-
re della possibile interruzione quando
erano arrivate le notizie dei ritorni a
casa di Treviso e Brindisi da Pesaro e
Venezia. Poi quando è arrivata la no-
tizia la domenica mattina è cambiato
tutto, e per me è molto strano vivere
le domeniche in famiglia anziché pre-
pararmi per la partita così come ave-
vo sempre fatto negli ultimi 4 anni di
basket senior. Sto bene comunque, si scoprono nuove cose da fare, ma è un cambio completo di modo
di vivere...».
Pecchia non ha potuto coronare con l’ultimo terzo della regular season una stagione da protagonista
nella quale all’esordio in serie A ha totalizzato 7,7 punti e 4,6 rimbalzi di media, guadagnandosi anche le
attenzioni di Meo Sacchetti in azzurro:
«Ero abbastanza soddisfatto della mia annata, e stavo preparandomi a rientrare dopo aver dovuto sal-
tare per un infortunio ad una caviglia l’esordio in Nazionale A. Dovevo rientrare il 29 febbraio contro
Sassari nella partita che era stata rimandata, ed ero prontissimo a tornare in campo con Cremona, pur-
troppo non c’è stata l’occasione...».
In questo periodo di lockdown generalizzato l’unico modo per rimanere a contatto con il basket sono le
numerosissime iniziative via social network che diverse società lombarde hanno organizzato per tene-
re i contatti con tifosi e ragazzi delle giovanili, alle quali Pecchia partecipa quasi a ciclo continuo:
«Sono iniziative belle e coinvolgenti, alle quali partecipo molto volentieri: lo ha fatto la Lega Basket ma
anche tante società piccole e grandi, più vari siti, con l’obiettivo di fare compagnia per qualche ora ai ti-
fosi che vivono di basket. Purtroppo è l’unico modo in cui si può tenere alto l’interesse per la pallacane-
stro: in campo non ci si può andare, in palestra neppure, questa invece è l’opportunità di parlare del no-
stro sport. Finché non si può tornare al basket giocato, quello parlato almeno mantiene l’entusiasmo».
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Prematuro parlare di ritorno in campo e di modalità di disputa della prossima stagione, ma l’ala di Cantù
auspica di evitare le porte chiuse ai tifosi per la ripresa dell’attività:
«La vedo dura: a me non è mai capitato di giocare una partita senza pubblico, ma molte società dipen-
dono dall’incasso delle gare di campionato, e le porte chiuse sarebbero un danno economico pesante.
Inoltre per un giocatore mancherebbe completamente quell’adrenalina e quell’atmosfera che crea il
pubblico e fa capire che sei dentro la partita. Poi se l’unica soluzione possibile sarà questa si farà in
questo modo, però se fosse possibile aspettare qualche mese per riavere il pubblico sarebbe forse pre-
feribile. Oggi non riesco ad immaginarmi quattromila persone attaccate dentro ad un palazzetto che
cantano e tifano, o anche semplicemente noi che giochiamo con l’abituale intensità. La soluzione defini-
tiva sarebbe quella del vaccino, in alternativa dovremo imparare a convivere con questo virus e magari
anziché far entrare quattromila persone lasciare accesso a mille ben distanziati....».
Di sicuro il basket, che è per antonomasia sport di contatto, si presta ben poco al concetto di distanzia-
mento sociale che oggi è alla base di ogni ragionamento:
«Sinceramente nel momento in cui si potrà tornare in palestra andrò e giocherò con l’intensità e il pia-
cere di sempre, senza remore particolari. Ovvio che si farà più attenzione a determinate cose, magari a
battere un cinque o ad abbracciare un compagno: sono situazioni che vengono istintive ma ora magari
ci pensi su due volte...».
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Nel basket, come nella vita, la grandezza del cuore vale più della taglia fisica. La storia di Weilun Zhao, 14enne playmaker delle giovanili della Pallacanestro Varese che ha vestito ripetutamen-te la maglia della Lombardia nei tornei per rappresentative regionali – nel 2018 al Bulgheroni e poi nel 2019 al Memorial Fabbri, ne è l’esempio più calzante. Il giovane atleta varesino ha dimostrato
tutta la sua capacità empatica ed il suo senso civico con un gesto oltremodo significativo nel periodo più
virulento dell’emergenza coronavirus. Riavvolgiamo il nastro ai giorni della paura dell’ultima decade
di marzo, con l’indice dei contagi e il numero delle vittime ancora altissimo nella fase iniziale del lock-
down. All’atleta del 2005, di chiara origine cinese ma varesino di nascita e residenza, arriva dalla nonna
di Pechino un pacco contenente uno stock di mascherine FPP2, tra le più “performanti” per protegger-
si dai droplets che rap-
presentano il maggior
fattore di contagio. Ma
Zhao sceglie di non far-
ne uso, mettendole a
disposizione dei resi-
denti del condominio
dove abita insieme alla
famiglia – imprenditori
di origine cinese che la-
vorano in Italia da una
ventina d’anni – visto
Il grande cuore del piccolo Zhao
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CRL Magazine - Maggio 2020 12
che la sua attività divisa
tra la frequentazione del
liceo scientifico Galileo
Ferraris e gli allenamen-
ti e le partite della sua
squadra Under 15 della
Pallacanestro Varese è
stata bloccata già da fine
febbraio. Così il giovane
varesino prende carta e
penna e scrive un mes-
saggio - su carta intesta-
ta della Pallacanestro Varese, per dare un tocco a spicchi - esposto alla bacheca condominiale: «Cari
condomini, mia nonna mi ha spedito qualche ma-
scherina da Pechino: siccome io resto a casa, pen-
so che qualcuno ne abbia più bisogno di me, per
andare al lavoro o fare la spesa: chi ne ha bisogno
le prenda pure», allegando anche le istruzioni per
l’uso in 4 punti dei preziosi dispositivi di sicurez-
za in un periodo nel quale le mascherine erano
risorsa rarissima. La chiosa finale - “Prendiamoci
cura di noi stessi” con l’hashtag #insiemecelafa-
remo accompagnato dalla bandiera tricolore - è
un messaggio che contiene speranza e fiducia, le
stesse sensazioni che suscita questa storia...
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CRL Magazine - Maggio 2020 13
A cura del Prof. Andrea Molina*
In questo periodo di fermo dei campionati e dell’attività sportiva a tutti i livelli, molti giocatori mi chiedono consigli su come organizzare gli esercizi e l’attività fisica a casa.Ecco allora che da queste richieste è nata l’idea di questo articolo: presentare quelli che secondo me sono i migliori 5 (+1) esercizi che il giocatore di pallacanestro può fare in casa senza grandi attrezzi.
Non è stato facile fare la selezione di questi esercizi, anche perché sono un grande sostenitore dei lavo-
ri individualizzati. Sono infatti del parere che far fare un esercizio ad un atleta è come fargli indossare
un abito confezionato su misura. Come un sarto stringe e allarga un abito, allo stesso modo un prepara-
tore deve scegliere ed adattare un esercizio in base alle caratteristiche individuali dell’atleta.
Ho cercato quindi di scegliere quelli che secondo me sono gli esercizi fondamentali che possono essere
facilmente adattabili ai nostri atleti. Anche per questo motivo ho inserito l’esercizio (+1); un esercizio
che va ad integrare e completare i primi 5 soprattutto rivolto ai giovani. In questi esercizi ho cercato
di inserire anche delle variabili che possono essere considerate delle progressioni rispetto all’esercizio
base.
Questo approccio, che io chiamo “minimalista”, prevede esercizi a corpo libero con pochi attrezzi che
permettono però di raggiungere il massimo risultato.
Chiaramente non manca il pallone e in quest’ottica anche il pavimento o una parete può essere consi-
derato un attrezzo.
Ogni esercizio ha come obiettivo il miglioramento o lo sviluppo di una specifica capacità fondamentale
per il giocatore di pallacanestro. L’obiettivo ultimo è migliorare la funzionalità attraverso lo sviluppo
della forza, della mobilità e della stabilità.
Buon Lavoro!!
I migliori 5(+1) esercizi per il giocatore di basket da fare a casa
TIME OUT - L’angolo del coach
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CRL Magazine - Maggio 2020 14
1-Single Leg StanceObiettivo: miglioramento del controllo neuromotorio
Questo esercizio migliora quello che volgarmente chiamiamo “equilibrio” e che potremmo definire la
condizione per la quale un corpo conserva un determinato assetto da fermo o in movimento compen-
sando le forze che si esercitano su di esso. Questo meccanismo è possibile solo attraverso una continua
attivazione del controllo neuro-muscolare, vale a dire la risposta motoria alle informazioni sensoriali
che arrivano dalle varie parti del corpo, come ad esempio attraverso la componente visiva, vestibola-
re o quella propriocettiva (percezione e controllo delle singole articolazioni). Attraverso il controllo
neuromotorio, i muscoli agiscono sinergicamente per stabilizzare il corpo prima, e poi per svolgere un
preciso compito motorio, ad esempio correre con una situazione di contatto (stabilizzazione dinamica).
In particolare, questo esercizio stimola una componente molto importante nel basket che è il riflesso
oculo-spinale-vestibolare.
Esecuzione: Parti scalzo dalla posizione eretta, con il piede destro a terra e il sinistro leggermente pie-
gato e staccato da terra (Fig. 1A). Le braccia sono distese davanti al corpo con il pallone in mano. Da
questa posizione ruota lentamente la testa a sinistra e a destra mantenendo lo sguardo e gli occhi fissi
sul pallone (Fig. 1B). Mantieni questa posizione per 10 secondi e fai 3 serie per gamba.
Variante: Fai lo stesso esercizio ma il movimento della testa è su e giù sempre mantenendo lo sguardo
sul pallone.
Fig. 1A Fig. 1B
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CRL Magazine - Maggio 2020 15
2- Ankle MobilizationObiettivo: mobilità caviglie
La caviglia è -assieme al ginocchio- l’articolazione maggiormente colpita da infortuni nella pallacane-
stro. Molto spesso le distorsioni di caviglia vengono trascurate e non recuperate appieno provocando a
lungo termine delle limitazioni di mobilità soprattutto in dorsiflessione. Queste con l’andare del tempo
creano squilibri e schemi motori alterati che limitano la funzionalità del giocatore. Questo esercizio
permette di migliorare il range di mobilità attiva della dorsiflessione di caviglia migliorando l’articolari-
tà e la fluidità dell’articolazione.
Esecuzione: Posizionati davanti a una parete in posizione dell’arciere con il ginocchio sx a terra e con
la punta del piede destro a circa 5/10 centimetri dalla parete (Fig. 2A). Da questa posizione fai dei mo-
vimenti ritmati di avanzamento del ginocchio destro verso il muro in modo da flettere ed estendere la
tibia sul piede e allungando la parte (Fig.2B). Ripeti l’esercizio per 10/15 per volta e poi ripeti dall’altra
gamba.
Variante: oltre a mobilizzare la caviglia in direzione antero-posteriore è fondamentale mobilizzarla an-
che nelle altre direzioni in particolare in diagonale sinistra e diagonale destra. Per fare questo porta il
ginocchio leggermente in fuori e in dentro di pochi centimetri, in modo alternato.
Fig. 2A Fig. 2B
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3- Inverted HamstringObiettivo: stabilità e mobilità anche
In questo esercizio è di fondamentale importanza che il movimento di estensione del corpo avvenga
solo con l’articolazione dell’anca e non con la flessione della colonna vertebrale. I muscoli maggiormen-
te coinvolti sono il grande gluteo e i bicipiti femorali. In particolare, i muscoli ischio-crurali della gamba
d’appoggio, fanno o un lavoro in eccentrico per controllare l’avanzamento e le rotazioni del ginocchio
durante l’estensione d’anca. Per questo motivo l’esercizio ha una forte componente preabilitativa.
Esecuzione: parti dalla posizione eretta in equilibrio sulla gamba destra e la gamba sx leggermente
staccata da terra. Le braccia sono vicine al corpo col pallone in mano (Fig. 3A). Da questa posizione flet-
titi in avanti mantenendo la posizione di neutralità della colonna. In contemporanea, distendi la gamba
sinistra tesa verso dietro. Mantieni la posizione di allineamento tra la colonna, il bacino e la gamba di-
stesa (Fig. 3B). Ritorna poi alla posizione di partenza. Ripeti l’operazione per 10 ripetizioni e poi cambia
gamba.
Variante: Puoi eseguire l’esercizio con una palla medica di 2/3 kg.
Fig. 3A Fig. 3B
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4- Scivolamenti con elasticoObiettivo: rinforzo medio gluteo
Il medio gluteo è un muscolo strategico per il migliorare i movimenti laterali come ad esempio gli scivo-
lamenti difensivi. Questo esercizio permette di rinforzare questo muscolo che è importante anche per
la stabilità laterale dell’anca e di tutto l’arto inferiore fino alla caviglia. L’uso dell’elastico aiuta anche a
prevenire il movimento in valgismo (rotazione interna) del ginocchio. Inoltre, è un esercizio fortemente
correlato con la posizione fondamentale e i movimenti difensivi.
Esecuzione: Parti dalla posizione di minisquat; con i piedi leggermente più aperti rispetto alle spalle
e con le ginocchia flesse, il busto leggermente in avanti e l’elastico in tensione attorno alle ginocchia.
Le braccia sono aperte (Fig. 4A). Da questa posizione fai un passo laterale di circa 30 cm con la gamba
sinistra (Fig. 4B). Fai tre passi a sinistra e 3 passi a destra per 4 volte.
Variante: puoi fare l’esercizio con il passo il diagonale avanti o diagonale dietro.
Fig. 4A Fig. 4B
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5- Bird Dog con bacchettaObiettivo: allenamento del Core
Questo esercizio è utile per rafforzare tutta la muscolatura del core in particolare del gluteo, dell’ad-
dominale traverso, del dorso e delle spalle. Con l’utilizzo della bacchetta l’attenzione è spostata sul
miglioramento del controllo del corpo ed eliminare i compensi del bacino e le rotazioni della colonna
lombare che sono estremamente negative per la tenuta del core.
Esecuzione: parti dalla posizione di quadrupedia con le ginocchia e le mani appoggiate a terra su di una
superficie morbida tipo materassino e la bacchetta appoggiata sulle anche, appena sopra i glutei. Da
questa posizione, espirando, estendi la gamba destra tesa verso dietro, fino a portare il tallone alla stes-
sa altezza delle anche. Mantieni questa posizione per 5 secondi senza far muovere o cadere la bacchet-
ta. Adesso inspira e torna alla posizione iniziale e ripeti con l’altra gamba. Fai 3 serie da 6 ripetizioni
per gamba.
Variante: una volta raggiunto il controllo del movimento con questa posizione e possibile aumentare
l’intensità dell’esercizio sollevando in contemporanea gamba e il braccio opposto verso l’alto.
(Disegno Molina/Siviglia)
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BONUS: Thoracic Spine RotationObiettivo: Mobilità toracica
I nostri giocatori, soprattutto a livello giovanile, sono bloccati a livello toracico. Questo è dovuto a vari
fattori: la crescita non uniforme, le cattive posture caratteristiche della vita moderna e gli atteggia-
menti cifotici caratteristici dell’adolescenza. Per evitare tutto questo, gli esercizi di mobilizzazione del
tratto dorsale sono da inserire in tutti gli allenamenti. Con questo esercizio si migliora la mobilità delle
scapole e di conseguenza del dorso.
Esecuzione: parti dalla posizione di quadrupedia con le braccia leggermente distese in avanti. Porta la
mano sinistra dietro la testa con il gomito in fuori. Da questa posizione ruota il gomito inverso dietro
in modo da sentire l’allungamento a livello della colonna. Mantieni per 3 secondi e torna alla pozione di
partenza. Ripeti per 10 volte per lato
Variante: puoi eseguire l’esercizio con la gamba opposta distesa in fuori. In questo modo si allunga an-
che l’adduttore della gamba opposta con uno schema incrociato.
(Disegno Siviglia/Molina)
*Il Prof. Andrea Molina è un Preparatore Fisico e Osteopata. Collabora da più di dieci anni con il Settore Squadre Nazionali Gio-vanili. PFT della Lombardia, attualmente è il preparatore fisico (PF) della Nazionale U17. L’anno scorso ha seguito sempre come PF la Nazionale U16 medaglia di bronzo ai Campionati Europei di Udine. È formatore e docente Nazionale e collabora con lo staff didattico federale come docente e conferenziere.
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Di Paolo Povia, CT della Costa d’Avorio al Mondiale 2019
Era il 5 febbraio 2018 ed io ero, ebbene sì, lo ammetto, sul divano. Non avevo ancora deciso qua-le partita di Eurolega guardare e questa indecisione mi stava quasi per far perdere la possibilità di vederla sul grande schermo della televisione perché a breve mia moglie, che qualche giorno prima si era rotta un ginocchio, e quindi sempre molto presente in area “divano” mi avrebbe proposto
sicuramente di guardare un episodio di una serie televisiva …
Da sempre sono affascinato dalla fotografia, mi spiego meglio, non da quella “classica”…ma la fotografia
“mentale”, quella che immortala il momento nei ricordi. Mi piace ricordare nei minimi dettagli ”l’imma-
gine” in cui mi è successo qualcosa di significativo.
Era il 5 febbraio 2018, non vedrò né una partita di Eurolega né un episodio di una serie TV, sono circa le
21:30 e mi arriva la telefonata “mondiale”.
Ismael N’Diaye era uno degli stranieri dei Rivie-
ra Lakers di Vevey, squadra di serie A Svizzera
che stavo allenando nella stagione 2017/18.
Classico giocatore fedele al proprio coach e alle
sue idee, grande lavoratore con discreta cono-
scenza delle situazioni ma con un tiro, diciamo
… preoccupante, cosa che, scoprii solo più tardi,
accomuna la maggior parte dei giocatori di for-
mazione (e/o origine) ivoriana.
Entrambi eravamo arrivati la stagione prece-
dente e per lui sarebbe stata, quella 2017/18,
l’ultima prima di lasciare il basket giocato.
Il mio mondiale inaspettato
TIME OUT - L’angolo del coach
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In realtà per me la stagione era già terminata poco
prima di Natale ( come si dice … non avevo mangia-
to il panettone ), quando, più o meno… di comune
accordo ci si era separati per risultati diciamo non
eccellenti … ma mai avrei immaginato, che grazie
ad un inizio di stagione “rivedibile” avrei parteci-
pato al top degli eventi cestistici dietro forse solo
ai Giochi Olimpici.
Ismael era per tutti gli Ivoriani “Capi”, ossia il capi-
tano storico della nazionale Ivoriana dal 2008 al
2016 e, abbandonata la nazionale da giocatore si
accingeva a ricoprire il ruolo di Team Manager pri-
ma, e General Manager un anno più tardi.
La telefonata fu breve: “Coach, siamo al 5 febbraio
e il 23 (sì… 18 giorni dopo) giochiamo la prima par-
tita di qualificazione ai mondiali 2019, cerchiamo
un allenatore. Io ho pensato a te e se sei d’accordo
ne parlo con il presidente …”.
Prima finestra in Mozambico, febbraio 2018. Se-
conda in Senegal, giugno 2018. Terza in Nigeria,
settembre 2018. Quarta e ultima in Costa d’Avo-
rio, febbraio 2019.
Non voglio elencare risultati, statistiche e grandi
rimonte che ci hanno portato alla qualificazione
perché, anche se degne di qualche prova sopra le
righe, sembrerebbe un cerimoniale al mio (ottimo
per alcuni, normale per altri) lavoro che, in fin dei
conti, è lo stesso che faccio da oramai parecchi
anni, ma vorrei in poche righe, provare a far capire
cosa significa arrivare ad un risultato tale con una
nazionale africana.
Voli aerei persi, giocatori non tesserati in tempo
perché il funzionario statale ha “dimenticato” di
rinnovare il passaporto dei giocatori stessi. Staff
tecnico, io e il mio vice Luca, che ha avuto il corag-
gio di seguirmi, ma ancor di più di non abbando-
narmi, “imprigionati” all’aeroporto di Lagos, sono
solo qualche aneddoto “divertente” (ora che lo sto
raccontando ovviamente … ma sul momento un
po’ meno …) che mi hanno accompagnato nel cam-
mino verso il mondiale.
Mondiale che in nessun momento ho sentito mio
prima degli ultimi 10 secondi dell’ultima partita
contro il Mali ad Abidjan.
Mondiale che mi ha portato, ovviamente, in di-
mensioni sconosciute ed inesplorate prima nella
mia carriera.
Mondiale che mi ha regalato emozioni di ogni tipo,
illusioni e disillusioni.
Mondiale che mi ha fatto riflettere profondamen-
te su concetti come rispetto e lealtà, percepiti in
modo “diverso” in Africa piuttosto che in Europa.
Mondiale che mi ha fatto conoscere la cucina Ivo-
riana, una delle più buone d’Africa.
Mondiale che mi ha dato la possibilità di compren-
dere, almeno in parte, la cultura e la mentalità che
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accompagna un paese africano a competizioni di
questo livello.
Mondiale arrivato per i miei 40 anni, si dice, l’età
migliore per un uomo, ma soprattutto mondiale
che ha fatto rinascere in me la convinzione che,
in questo micro-mondo lasciatemelo dire… un po’
“avaro” di gratitudine, alla fine qualcosa ti torna
indietro.
Ed eccomi lì, nel tunnel che porta al campo della
Cadillac Arena di Pechino qualche minuto prima
dell’ingresso, per giocare la nostra prima partita
proprio contro i padroni di casa.
Inutile negarlo, inutile cercare di non fare il senti-
mentale, inutile tentare di rendere questo artico-
lo originale e accattivante a tutti i costi… in quel
momento, come storia che si rispetti, anche se può
sembrare banale, ho ripercorso nella mia testa
tutta il mio rapporto con la pallacanestro.
Ed ecco la “fotografia” di quando dicevo ai miei ge-
nitori che volevo fare l’allenatore e vivere di palla-
canestro e loro (e non solo), con aria incredula, ma
allo stesso tempo inteneriti dalla mia ingenuità e
da questo mio sogno impossibile mi dicevano: “si,
va bene… ma come lavoro? cosa vuoi fare??”.
Ripenso ai miei primi passi all’Ebro Milano, alla
chiamata dell’allora Scavolini Pesaro, alla mia pri-
ma stagione in un campionato senior in Forti e Li-
beri, e poi la decisione di espatriare (o esiliare…?)
in Svizzera… ripenso a tutti i “sacrifici” fatti per la
pallacanestro anche se poi non si possono chiama-
re tali… perché quando si ama qualcuno o qualco-
sa questa definizione non fa parte del proprio vo-
cabolario.
Ed infine, senza negarlo, ripenso al “grande ballo”
al quale, nonostante tutto, abbiamo meritato di
essere invitati… quell’invito che mi ha permesso,
in fase di preparazione alla competizione, di ascol-
tare l’inno nazionale con davanti le maglie azzur-
re del mio paese (Italia-Costa d’Avorio, 30 luglio
2018, Trento), che mi ha permesso di giocare con-
tro la squadra che poi vincerà il titolo mondiale
guidata da uno dei più grandi allenatori italiani di
sempre (Spagna-Costa d’Avorio, 7 agosto 2019,
Malaga), che mi ha permesso di incrociare un’ec-
cellenza come Yao Ming al risorante, in ascen-
sore, nei corridoi dell’hotel di Pechino decine di
volte, che mi ha fatto chiacchierare con Marcello
Lippi ed il suo staff (tutto rigorosamente italiano
) nell’hotel di Guangzhou, che ha permesso a tut-
ti i miei giocatori (da quello con carriera più che
decorosa al giovane Abraham, che a 18 anni, dal
quartiere Cocody di Abdijan si ritrova essere sullo
stesso campo di Marc Gasol) di arricchirsi di emo-
zioni e ricordi difficili da spiegare.
Forse il nostro abito non era il più adatto per par-
tecipare al ballo, ma l’invito era nelle nostre mani e
nessuno poteva toglierci la sensazione di esserne
fieri.
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Maputo, 23 febbraio 2018: prima partita ufficiale di qualificazioni, perdiamo 66-53 proprio contro il Mozam-
bico (differenza canestri ribaltata fortunatamente nella seconda finestra).
Io prendo “contatto” con la squadra solo il giorno prima direttamente in loco… presenti tra i 12 solo 4 che poi
saranno con me al mondiale un anno e mezzo dopo, gli altri 8, giocatori locali o di campionati minori, hanno
servito la patria da bravi soldati e ancora oggi hanno il mio piu grande rispetto e la mia gratitudine.
Questo è il punto dal quale è cominciato il nostro viaggio verso la World Cup 2019 e, come ogni viaggio che
si rispetti, per quanto la meta sia una tra le più ambite da qualsiasi addetto ai lavori, di per sé, da sola, non mi
avrebbe lasciato il mare di emozioni, speranze e motivazioni come lo ha fatto legandola al cammino che mi ha
portato fino a lei.
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Cari lettori un affettuoso saluto a tutti. Bambine e bambini, istruttrici ed istruttori, genitori e nonni, nessuno di noi si aspettava di es-ser costretto, per un’emergenza tanto grave, in così breve tempo, a riprogrammare le proprie attività di vita quotidiana.
In un mondo in cui la parola d’ordine, per evidenti ragioni di tutela della vita, è “lockdown”, proviamo,
come siamo abituati noi del minibasket, a pensare differente, a stimolare un “pensiero divergente”.
Al fine di evitare equivoci chiarisco, preliminarmente, che, al momento, “stare a casa” è un obbligo mo-
rale ancor prima che giuridico.
Muovendoci, quindi, negli spazi utilizzabili (le nostre case) e con l’aiuto della tecnologia (che permette
di rimanere in contatto) proviamo a considerare le opportunità che il contesto ci consente di esplorare.
Lo stare a casa come
occasione differen-
te e nuova di mette-
re in gioco la nostra
fantasia e quella
dei nostri bambini.
Questo è uno dei
momenti in cui as-
sume valore con-
creto e significativo
il concetto di com-
petenza.
Minibasket fatto in casa
MISURA 5 - Minibasket e scuola
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È il momento di spendere le nostre conoscenze ed abilità in
una cornice differente. A tal riguardo il Responsabile Tecni-
co Nazionale Maurizio Cremonini ha pensato ad una serie di
iniziative che coinvolgono lo Staff Nazionale, a diversi livelli,
e sono indirizzate ai bambini, alle famiglie ed agli istruttori.
Nel sito web ufficiale della FIP settore Minibasket (http://
www.fip.it/minibasket/) sono stati inseriti dei video dedica-
ti ai bambini agli istruttori ed alle famiglie, degli approfon-
dimenti ad opera dei Professori Lucio Bortolussi e Guido
Marcangeli, e delle iniziative, pensate in un’ottica di inter-
scambio, con le varie componenti del mondo minibasket
(bambini, famiglie istruttori); inoltre è stata creata una se-
zione apposita denominata “Il minibasket al tempo del coronavirus – Lo staff tecnico risponde”.
Si tratta di una grande opportunità per “uscire di casa” rimanendo in casa. Rettifico. Abbiamo la pos-
sibilità di allargare la nostra casa e muoverci in uno spazio molto più ampio, con le nostre idee, con la
nostra fantasia, con le nostre conoscenze. È un momento storico in cui le persone competenti possono
realmente fare la differenza. Un momento in cui il necessario distanziamento sociale deve spingerci a
ripensare, almeno temporaneamente, a forme di comunicazione efficace orientate a mantenere vive le
nostre relazioni ed i nostri interessi e passioni.
È il momento di prenderci cura gli uni degli altri. È il momento della comunicazione “divergente”. Quella
comunicazione in grado di trasformare parole di sofferenza in parole d’amore.
Possiamo e dobbiamo “dare respiro”, “dare aria” ai nostri confronti, ai nostri dubbi, alle nostre volontà
di approfondimento. È il momento della “contaminazione”. Quella bella, quella buona. La contaminazio-
ne che ha sempre contraddistinto la famiglia del Minibasket. La contaminazione delle idee. Abbiamo
bisogno di una potente “carica virale” ed energetica che, muovendosi dall’alto verso il basso e dal basso
verso l’alto, ci accompagni in nuovi percorsi di confronto e condivisione.
Mai come adesso ognuno di noi ha bisogno di una casa più grande in cui muovere il proprio corpo e
soprattutto la propria mente. Mai come adesso ognuno di noi ha bisogno di sentirsi vivo a casa propria.
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Questa casa, aperta a tutti, è la casa del Minibasket, pronta ad accogliere e raccogliere, a tutti i livelli, le
nuove sfide proposte dalla vita. Mai come oggi il minibasket è vita, il Minibasket è per la vita.
Ecco le pagine ufficiali FIP dedicate al minibasket:Sito ufficiale http://www.fip.it/minibasket/
Facebook https://www.facebook.com/FIPufficiale?ref=hl
Instagram https://www.instagram.com/italbasket/
Twitter https://twitter.com/Italbasket
Youtube https://www.youtube.com/channel/UCO3X_p17nBiRAqLzqCnKk0A
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La Commissione Regionale CIA della Lombardia, vista la positiva esperienza della precedente stagione sportiva, ha riproposto anche quest’anno un progetto di alta qualificazione denomi-nato “Progetto 2004” e riservato ai migliori prospetti del Settore Giovanile arbitrale lombardo.Questa attività si inserisce nel contesto delle attività formative di potenziamento e miglioramento dei
giovani tesserati CIA ed è stata appositamente riservata ai tesserati nati nell’anno 2004.
Su segnalazione dei Delegati Provinciali CIA, sono stati convocati i seguenti tredici arbitri: Filippo Bra-
ga (Pavia), Mattia Caremi (Lecco), Giovanni Castagna (Mantova), Samuele De Luca (Brescia), Giulio Di
Donato (Monza e Brianza), Jacopo Lancini (Varese), Mario Mormile (Brescia), Giovanni Negri (Pavia),
Francesco Patrizi (Varese), Alessio Siviglia (Varese), Jacopo Stucchi (Monza e Brianza), Pietro Vantini
L’attività degli arbitri lombardi prima e durante l’emergenza sanitaria COVID-19
PALLA A DUE - Mondo CIA
Progetto 2004 Milano 25 Gennaio 2020
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(Milano) e Alessandro Villa (Carugo).
Lo Staff tecnico a cui il CIA Regionale ha affidato
la responsabilità della gestione del Progetto 2004
è composto dagli Istruttori Mattia Martellosio
(Istruttore Regionale Settore Giovanile, respon-
sabile), Cristian Fusardi (Brescia), Riccardo Giudi-
ci (Bergamo) e Simone Gurrera (Pavia).
Il Progetto ha avuto ufficialmente inizio a fine
gennaio e il calendario prevedeva cinque incontri
itineranti in palestra organizzati nelle province di
Milano, Brescia e Varese al fine garantire quanto
più possibile una corretta dislocazione a livello lo-
gistico per favorire la partecipazione dalle diverse
zone di provenienza.
Durante gli incontri in palestra, i partecipanti
hanno svolto esercizi sulle segnalazioni e sulla
meccanica arbitrale e sono stati approfonditi i
fondamentali dell’arbitraggio. Una seconda parte
di ciascun incontro è invece stata dedicata ad af-
frontare specifici argomenti del regolamento tec-
nico ed esecutivo, anche con il supporto di video e
slides.
Tutto quanto illustrato ai giovani arbitri nei vari
incontri in palestra è stato poi messo in pratica nel
corso di apposite gare amichevoli, organizzate al
fine di dare un riscontro ancora più pratico e con-
creto agli insegnamenti teorici.
Sfortunatamente, l’emergenza sanitaria che ha
colpito tutto il pianeta ha visto l’interruzione an-
ticipata dell’attività del Progetto 2004 che pre-
vedeva la partecipazione di tutti i tesserati ad un
torneo pasquale di categoria giovanile che si sa-
rebbe dovuto tenere a Sportilia, Santa Sofia (Forlì
Cesena): questo momento sarebbe stato estre-
mamente utile sia per consolidare ulteriormente
le conoscenze teoriche, sia per permettere ai gio-
vani arbitri di trascorrere parecchi giorni insieme,
divertendosi arbitrando, conoscendosi e facendo
gruppo.
Interrotta anzitempo l’attività sul campo, non è
certo venuto meno l’entusiasmo e la passione di
questo gruppo di ragazzi, la cui formazione è stata
comunque portata avanti dagli Istruttori grazie ad
una numerosa serie di incontri virtuali, tenuti at-
traverso i vari strumenti che le nuove tecnologie
mettono a disposizione.
La Commissione Regionale CIA, che ha seguito il
Progetto passo dopo passo partecipando a diversi
momenti in palestra e virtuali, ha approvato il ca-
lendario proposto dagli Istruttori che prevede due
incontri on-line alla settimana, fino a inizio mag-
gio: sabato lezione tecnica con video e mercoledì
quiz con domande inerenti la lezione del sabato
precedente. I risultati dei quiz fanno ottenere dei
punti a ciascun partecipante e concorrono a for-
mare una classifica generale di merito. Nel corso
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degli incontri virtuali sono addirittura stati svolti due allenamenti atletici, dopo la lezione tecnica del
sabato, coordinati da un preparatore atletico qualificato.
Alle diverse lezioni virtuali hanno partecipato come prestigiosi ospiti e formatori, collaborando alla
crescita tecnica dei giovani arbitri, Guido Saibene, RTT della Regione Lombardia, Maurizio Biggi arbitro
di serie A e Responsabile Nazionale del Settore Giovanile e Sergio Borroni Istruttore dell’Organo Tec-
nico di LegaDue nonché Commissioner FIBA e Technical Delegate per la Champions League.
L’attività del Settore Giovanile arbitrale della Lombardia è proseguita anche in tempi di pandemia coin-
volgendo tutti i protagonisti: gli Istruttori responsabili provinciali del Settore giovanile arbitrale si sono
incontrati virtualmente con la Commissione Regionale CIA e l’Istruttore Regionale Mattia Martellosio
lo scorso 15 Aprile per valutare quanto svolto da inizio emergenza e definire eventuali ulteriori attività,
da tenersi sempre per il tramite delle moderne tecnologie.
Infine, gli arbitri del Settore Giovanile della Lombardia stanno partecipando alla REFEREE JR CUP, un
torneo virtuale organizzato a livello nazionale che si svolge attraverso la piattaforma Zoom, nato per
aggregare i ragazzi in questo difficile momento e per coinvolgere tutte le componenti del mondo federale.
Progetto 2004 Varese 22 Febbraio 2020
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Tutte le Regioni si sfidano in gare che vertono sul regolamento e che vedono coinvolti giovani tesse-
rati, i loro Istruttori Regionali e Provinciali e anche le Commissioni Regionali CIA, con una presenza
di supporto per rafforzare l’idea di gruppo, ancora più importante per il nostro movimento in questo
frangente.
Per quanto riguarda invece il Progetto Regionale U15Ecc/C Femminile, che ricordiamo coinvolge oltre
30 arbitri, anche appartenenti al Settore Giovanile, l’Istruttore responsabile Roberto Corbari ha pro-
posto, nelle ultime sei settimane, un quiz settimanale a riposta aperta così da stimolare la ricerca della
soluzione sia consultando le varie fonti regolamentari, sia confrontandosi fra tesserati, in modo da of-
frire la possibilità di dialogo tecnico e di risposte “di gruppo”. La Commissione Regionale CIA e l’Istrut-
tore dedicato hanno incontrato virtualmente il gruppo attraverso la piattaforma Zoom il 30 Aprile.
La scelta di un solo quesito settimanale è stata fatta in modo da non gravare sulle incombenze della di-
dattica scolastica da remoto, già implementata da scuole ed università in questo complicato momento.
A livello di arbitri delle categorie 5^ e 4^ (Serie D e Serie C), l’Istruttore Regionale Fabio Facchini, an-
che in collaborazione con istruttori di altre regioni, ha proposto una serie di quiz e situazioni video
attraverso la piattaforma Kahoot, come utile strumento per allenarsi restando a casa; alcune di queste
attività hanno coinvolto anche agli Osservatori Regionali Arbitri.
Nelle varie province svariate sono state e saranno le offerte formative a distanza organizzate da De-
legati Provinciali CIA e dagli Istruttori, sempre attraverso i più avanzati strumenti tecnologici: quiz,
video-quiz, visione gare, giochi formativi e chi più ne ha più ne metta, il tutto per mantenere allenata la
mente, ripassare i regolamenti e mantenere vivo lo spirito di gruppo anche all’interno dei vari gruppi
arbitri provinciali.
A livello di mantenimento della forma fisica sono stati suggeriti semplici programmi di esercizi che pos-
sono comodamente essere svolti a casa, sul balcone o in giardino.
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Non è stato meno operativo il settore Ufficiali di Campo della Lombardia che, con l’Istruttrice Regionale
Maria Cristina Brandi, ha proposto dapprima una serie di domande su situazioni tecniche e chiarimenti
FIBA, soprannominate “Quarantena quiz” e poi ha organizzato una serie di quattro lezioni on-line nel
mese di aprile, su vari argomenti: gli ufficiali di campo nazionali sono stati suddivisi in quattro gruppi
e in ciascun gruppo erano presenti anche gli Istruttori Provinciali in modo che, al termine dell’attività
potessero utilizzare i medesimi argomenti per svolgere formazione nelle rispettive realtà provinciali
con gli ufficiali di campo appartenenti alle liste regionali.
Progetto 2004 Stagione sportiva 2019_2020
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