Creare l’effetto CHE GUEVARA (detto anche effetto STENCIL ... · Applicando questa Regolazione si...

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Creare l’effetto CHE GUEVARA (detto anche effetto STENCIL) in Photoshop e Illustrator -versione Adobe Suite CS5 - per utenti esperti - (realizzato da Rino Ruscio - art director) (effetto finale realizzato in PHOTOSHOP) (effetto finale realizzato in ILLUSTRATOR) PREMESSA L’effetto che rappresento in questo tutorial viene definito in diversi modi, io preferisco chiamarlo EFFETTO AL TRATTO. In grafica la definizione al tratto significa che l’immagine ha colori netti, senza sfuma- ture e senza passaggi di tonalità fra un colore e l’altro. La fotografia che negli anni ha riscosso maggior successo con questo effetto grafico fu la foto del Che, fu la prima e venne stampata su diversi supporti, dai giornali alle ban- diere alle magliette, rappresentando negli ‘60 l’icona della libertà e della rivoluzione in tutto il mondo. Molti poi hanno copiato tale tecnica, ma se si vuole richiamare e ricordare l’effetto, an- cora oggi si dice appunto EFFETTO CHE GUEVARA. In questo tutorial spiegherò come realizzare una fotografia (con sfumature) in un dise- gno al tratto. Ho preso come esempio una fotografia di un noto attore americano, Paul Neuwman (fig.3), “rubata” in internet. Come si può notare ho inserito, sopra, due esempi dell’immagine con l’effetto finale, uno in PHOTOSHOP e l’altro in ILLUSTRATOR. A prima vista sembrano uguali, ma esiste una sostanziale differenza che spiegherò nel capitolo riguardante il passaggio in ILLUSTRATOR.

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Creare l’effetto CHE GUEVARA (detto anche effetto STENCIL) in Photoshop e Illustrator -versione Adobe Suite CS5

- per utenti esperti -(realizzato da Rino Ruscio - art director)

(effetto finale realizzato in PHOTOSHOP) (effetto finale realizzato in ILLUSTRATOR)

PREMESSAL’effetto che rappresento in questo tutorial viene definito in diversi modi, io preferisco chiamarlo EFFETTO AL TRATTO. In grafica la definizione al tratto significa che l’immagine ha colori netti, senza sfuma-ture e senza passaggi di tonalità fra un colore e l’altro.La fotografia che negli anni ha riscosso maggior successo con questo effetto grafico fu la foto del Che, fu la prima e venne stampata su diversi supporti, dai giornali alle ban-diere alle magliette, rappresentando negli ‘60 l’icona della libertà e della rivoluzione in tutto il mondo. Molti poi hanno copiato tale tecnica, ma se si vuole richiamare e ricordare l’effetto, an-cora oggi si dice appunto EFFETTO CHE GUEVARA.In questo tutorial spiegherò come realizzare una fotografia (con sfumature) in un dise-gno al tratto. Ho preso come esempio una fotografia di un noto attore americano, Paul Neuwman (fig.3), “rubata” in internet. Come si può notare ho inserito, sopra, due esempi dell’immagine con l’effetto finale, uno in PHOTOSHOP e l’altro in ILLUSTRATOR. A prima vista sembrano uguali, ma esiste una sostanziale differenza che spiegherò nel capitolo riguardante il passaggio in ILLUSTRATOR.

(fig. 3)

REALIZZAZIONEDopo aver aperto la foto in PHOTOSHOP duplico il livello, questo, non mi stancherò mai dirlo, per non “distruggere” l’immagine originale preservandola dalle regolazioni e dagli altri effetti che andrò ad applicare sull’immagine stessa (fig.4).

(fig. 4)

Al livello sfondo copia applico il livello di regolazione Bianco e nero dall’icona (NUOVO LIVELLO DI RIEMPIMENTO O DI REGOLAZIONE) posizionata sotto alla finestra LIVELLI (fig.5).

(fi g. 5)

Nota: A mio parere la dicitura Bianco e nero è errata, avrebbero dovuto tradurla in Scala di grigi.

Dopo avere convertito il livello in Bianco e nero (scala di grigi) (fi g. 6)...

(fi g. 6)...applico un nuovo livello di Regolazione, questa volta Livelli (fi g. 7).

Nota: attenzione a non confondere la dicitura della regolazione Livelli, con i Livelli dell’immagine

(fi g. 7)

Con questa regolazione, agendo sul cursore (vedi freccia fi g.8), rendo i bianchi della foto più bianchi possibili, eliminando qualsiasi “sporco” e rendo i neri più intensi.

(fi g. 8)Nel regolare il cursore dei bianchi, dei neri e dei grigi (quello centrale) devo stare atten-to a non perdere il dettaglio degli elementi chiave dell’immagine (occhi, naso e bocca). A questo punto, già si incomincia ad intravedere l’effetto, anche se non è ancora quello che desidero applicare.Ora applico un ulteriore livello di REGOLAZIONE>Soglia (freccia inferiore a sinistra fi g. 9); nella palette livelli si crea un nuovo livello di regolazione Soglia 1 (freccia in alto a dx fi g. 9).

(fi g. 9)

Applicando questa Regolazione si aprirà la finestra corrispettiva “Soglia”; porto il cur-sore a destra per aumentare il PUNTO di SOGLIA (fig. 10). In questo caso l’ho portato a 165.

(fig. 10)

Non tutte le immagini sono uguali, per cui il PUNTO SOGLIA va aumentato in base a quello che si vuole ottenere. Ricordate però che se si porta il cursore a destra si au-mentano i dettagli del nero, se lo si porta invece a sinistra si perdono questi dettagli (fig.11).

(fig. 11)

Bene, a questo punto l’immagine sarebbe pronta, ma ho un piccolo problema...ricordate che ho scaricato l’immagine di Paul Newman da Internet, quindi, la risoluzione di questa immagine risulterà troppo bassa per poter realizzare qualsiasi cosa in modo apprezzabile. Andiamo a dare un’occhiata alle dimensioni dell’immagine (fig.12)...

(fig. 12)

...difatti, come temevo, l’immagine ha una risoluzione di 72 pixel/pollice e una di-mensione in cm di 6,49 di larghezza e di 8,53 di altezza; dando un’occhiata al volto dell’attore, vedo che è tutto “pixellato” e i contorni sono “scalettati”, tipico effetto di un’immagine a bassissima risoluzione. Il mio scopo finale è quello di stampare questa immagine su una maglietta, le misure dovranno essere almeno di 20 cm in altezza e la larghezza in proporzione. Per permettere un’ingrandimento dell’immagine a queste proporzioni, l’unica soluzione è quella di “vettorializzarla”; ecco spiegato il motivo del passaggio in ILLUSTRATOR come accennavo all’inizio di questo tutorial. Ora vedremo come rendere l’immagine in vettoriale.

Diamo un’occhiata alla palette dei livelli, abbiamo 5 livelli, 2 con l’immagine e 3 di re-golazione (fig. 13).

(fig. 13)

Per continuare il nostro lavoro dobbiamo unire il livello Sfondo copia con i tre livelli di regolazione. Ho due soluzioni per fare questa “unione”:

la prima: (fi g. 14)- tolgo la visualizzazione al livello Sfondo (cliccando sull’icona dell’occhio posizionata a sinistra del livello - freccia rossa), - apro la fi nestra a comparsa (cliccando in alto a destra della palette livelli - freccia verde) e - clicco su Unisci visibili (freccia blu)

(fi g. 14)

I livelli visibili diventano un unico livello - (fig. 15)

(fig. 15)

la seconda: (fig. 16) - dalla palette Livelli, seleziono il primo livello più in alto,

(fig. 16)

- poi premo i tasti cmd+alt+shift+e (MAC).Sopra il livello selezionato ne appare un altro che “somma” in uno unico tutti livelli vi-sibili, compresi quelli di regolazione, senza eliminarli (fig.17).

(fig. 17)

La differenza delle due opzioni è sostanziale:- con la prima i livelli vengono uniti in uno unico. Se volessi cambiare delle regolazioni applicate, non potrei più farlo;- con la seconda, invece, i livelli vengo uniti senza eliminarli, creandone uno nuovo con la somma di tutti quelli sottostanti. Se volessi cambiare una o più regolazioni applicate precedentemente lo potrei fare tranquillamente; prima elimino il livello unico prece-dentemente creato, applica la nuova regolazione, e poi rifaccio l’operazione della crea-zione del livello unico (cmd+alt+shift+e).A questo punto, tenendo selezionato il livello “unico” superiore, creo una selezione dell’intera immagine, la copio e la incollo in un nuovo file (fig. 18).

(fig. 18)Bene il lavoro in Photoshop è terminato; salvo, chiudo il file e apro Illustrator.

IN ILLUSTRATOR

Creo un nuovo documento in formato A4, ora devo inserire il mio file creato in Pho-toshop: dal menù File>Inserisci (fig. 19)...

(fig. 19)

... e inserisco il documento che ho chiamato: newman_bn.tif (fig. 20).

(fig. 20)

Seleziono l’immagine appena inserita con lo strumento selezione, dal menù Oggetto>Ricalco dinamico>Opzioni di ricalco (fig. 21)

(fig. 21)

Si aprirà la finestra Opzioni di ricalco (fig. 22)

(fig. 22)

Diamo un’occhiata alle varie opzioni (fig. 23).Innanzitutto vi suggerisco di sistemare la finestra Opzioni di ricalco in modo che ab-biate sott’occhio l’immagine ben visibile.Prima di aprire la finestra delle Opzioni di ricalco, ingrandite la visualizzazione dell’im-magine con lo strumento Lente d’ingrandimento, in modo di avere ben visibili i vari cambiamenti subiti dalle opzioni che applicheremo (fig. 23).Come prima azione, attiviamo l’opzione Anteprima (fig. 23 freccia rossa); attivando questa opzione ogni applicazione che andremo ad impostare sarà visualizzata in tempo reale sull’immagine, facendocene vedere l’immediato cambiamento e dandoci così la possibilità di aumentare o diminuire i vari parametri dell’applicazione stessa. Portiamo il menù a tendina su Bianco e nero (fig. 23 freccia verde) e applichiamo un livello Soglia (fig.23 freccia blu) che non cambi troppo i “connotati” alla nostra imma-gine. In questo caso ho scelto un livello di soglia pari a 128.Ricordiamoci che l’immagine è un’immagine raster, quindi formata da pixel; questi pixel, specialmente nei contorni, creano un effetto “scalettato” perciò, utilizzando l’op-zione Sfocatura (fig.23 freccia arancione), potremo diminuire questo effetto donando ai bordi un contorno “arrotondato”.L’opzione Sfocatura deve essere calibrata coerentemente con l’opzione Ricampiona (fig. 23 freccia azzurra) con la quale posso per l’appunto “ricampionare” l’immagine, aumentando i pixel con cui è formata.In questo caso la nostra immagine ha una risoluzione di 72 pixel/pollice, quindi agen-do sul relativo cursore ho portato al massimo il livello dei pixel consentito dalla scala dell’opzione Ricampiona, che è di 600, mentre ho impostato la Sfocatura a 5 px.Con le impostazioni che ho inserito in questa finestra si può constatare che l’immagine non ha perso i dettagli originali e che i contorni hanno subito un miglioramento da “sca-lettato” ad “arrotondato”.Potrei riternermi soddisfatto ma ho un’ultima opzione da attivare, la Corrispondenza tracciato (fig. 23 freccia nera); con questa opzione diminuisco il fattore angolo dei vari pixel che verranno trasformati in tracciato vettoriale. Le altre opzioni le lascio inaltera-te, perchè nel nostro caso non ci aiuterebbero più di tanto a migliorare la vettorializ-zazione dell’immagine.

(fig. 23)

Nella fig. 24 vediamo i vari valori inseriti nelle rispettive opzioni che ho spiegato e vi-sualizziamo la nostra immagine come risulterà dopo aver dato l’ok cliccando sul pulsan-te Ricalca (freccia gialla) posizionato in alto a destra della finestra.

(fig. 24)

A questo punto devo eseguire un’ultima operazione per “fissare” sull’immagine l’effetto che ho applicato. Seleziono la “figura” e dal menù Oggetto clicco su Espandi (fig. 25).

(fig. 25)

Nota: ricordate che il file originale che ho inserito nel mio documento di Illustrator non subirà nessuna variazione, rimarrà sempre in versione bitmap cioè a pixel, apribile e modificabile in Photoshop.

Nella figura 26 si visualizzano i vari punti di ancoraggio dell’immagine tipici di un disegno vettoriale i quali, volendo, sono modificabili singolarmente come in ogni forma realizzata in Illustrator. Questa immagine così trasformata può essere ingrandita quanto si vuole, anche grande come la parete di una stanza, senza perdere nessun dettaglio e senza “dipendere” dalla risuluzione dell’immagine; questo perchè un’immagine vettoriale non ha risolu-zione in quanto è formata da tracciati vettoriali e non da pixel.

(fig. 26)

Ora facciamo un paragone visivo di un particolare ingrandito tra le due immagini, quella in bitmap (a pixel) e quella vettoriale appena realizzata (fig. 27). I può notare a sinistra l’immagine non vettoriale realizzata in Photoshop, a destra la stessa immagine dopo aver subito la “vettorializzazione” in Illustrator)

(fig. 27)

A questo punto ho la mia immagine di Paul Newman in vettoriale e posso mandare il file a chi mi stampa le magliette per la realizzazione (fig. 28).

(fig. 28)

Se adesso io volessi stampare una bandiera, uno stendardo o un pannello da applicare sulla facciata di una casa, è sufficente che indichi le misure al fornitore e questo non fa altro che ingrandire l’immagine vettoriale che ho usato per la maglietta nella misura più idonea, senza che questa perda la risoluzione perchè non è assolutamente “legata” a nessuna risoluzione.

Nota: il passaggio e la preparazione del file in Photoshop l’ho fatto solo per chi non ha a disposizione Illustrator e inoltre per sottolineare la “sinergia” tra i due programmi. Avrei potuto realizzare direttamente l’immagine vettoriale usando solo ed esclusi-vamnete Illustrator, partendo dall’immagine originale “rubata “ in Internet, dando le giuste opzioni nella trasformazione Ricalco dinamico che abbiamo visto nel corso di questo tutorial.