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88 CASA NATURALE CASA NATURALE 89 cover story DI MARIA CHIARA VOCI LOW HOUSING L a sintesi è tutta racchiusa in un vocabolo: "low". Una parola che, al tempo dell'abitare sociale 2.0, non è unicamente associata al termine "cost", a indicare un taglio nelle spese di costruzione. Perché a essere "low" negli interventi di housing sociale è, oggi, anche il consumo di risorse per il funzionamento e la gestione degli immobili; la spesa energetica in bolletta a fine mese; l'impatto dell'inquinamento ambientale e acustico; la gestione del tempo, orientata a un nuovo (o forse un antico) modo di concepire il vivere comune, fondato sui valori della condivisione, del mutuo aiuto e della sharing economy. La cultura del vivere sostenibile è entrata a pieno titolo nell'abc di chi progetta o gestisce interventi di edilizia a canone calmierato, destinati a quella fascia - sempre più diffusa - di cittadini che, per ragioni di studio, lavoro o per condizioni di vita generale, non sono in grado di confrontarsi con il libero mercato. Le case sono pensate come luoghi accoglienti, capaci di cullare gli abitanti, certificate sotto l'aspetto energetico e dotate di tecnologia. I nuovi quartieri che nascono sono immaginati come complessi urbani a misura di uomo e di collettività. In tempo di forte crisi economica, il social housing rappresenta l'eccezione, il luogo dove si è continuato a investire, grazie anche al sostegno dei capitali privati. Un laboratorio sul campo dove, per i progettisti, è stato possibile fare innovazione, sperimentare nuovi modelli dell'abitare, studiare forme di ottimizzazione Studentati, residenze e nuovi quartieri di social housing sono oggi laboratori di innovazione e sperimentazione in architettura. L'obiettivo per chi li progetta è dare vita a case belle, confortevoli, green, con costi di costruzione e gestione ridotti e dove la vita si fonda sulla condivisione.

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88 CASA NATURALE CASA NATURALE 89

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DI MARIA CHIARA VOCI

LOW HOUSING

La sintesi è tutta racchiusa in un vocabolo: "low". Una parola che, al tempo dell'abitare sociale 2.0, non

è unicamente associata al termine "cost", a indicare un taglio nelle spese di costruzione. Perché a essere "low" negli interventi di housing sociale è, oggi, anche il consumo di risorse per il funzionamento e la gestione degli immobili; la spesa energetica in bolletta a fine mese; l'impatto dell'inquinamento ambientale e acustico; la gestione del tempo, orientata a un nuovo

(o forse un antico) modo di concepire il vivere comune, fondato sui valori della condivisione, del mutuo aiuto e della sharing economy. La cultura del vivere sostenibile è entrata a pieno titolo nell'abc di chi progetta o gestisce interventi di edilizia a canone calmierato, destinati a quella fascia - sempre più diffusa - di cittadini che, per ragioni di studio, lavoro o per condizioni di vita generale, non sono in grado di confrontarsi con il libero mercato. Le case sono pensate come luoghi accoglienti, capaci di cullare gli abitanti,

certificate sotto l'aspetto energetico e dotate di tecnologia. I nuovi quartieri che nascono sono immaginati come complessi urbani a misura di uomo e di collettività. In tempo di forte crisi economica, il social housing rappresenta l'eccezione, il luogo dove si è continuato a investire, grazie anche al sostegno dei capitali privati. Un laboratorio sul campo dove, per i progettisti, è stato possibile fare innovazione, sperimentare nuovi modelli dell'abitare, studiare forme di ottimizzazione

Studentati, residenze e nuovi quartieri di social housing sono oggi laboratori di innovazione e sperimentazione in architettura. L'obiettivo per chi li progetta è dare vita a case belle, confortevoli, green, con costi di costruzione e gestione ridotti e dove la vita si fonda sulla condivisione.

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degli spazi. Molti sono gli interventi arrivati al traguardo o in via di realizzazione - prioritariamente nel Nord Italia - in questi ultimi mesi. Spinti in gran parte, ma non solo, dalle risorse del Fondo Fia di Cassa Depositi e Prestiti Investimenti Sgr e dal sistema integrato dei fondi locali. Un mix di operazoni di taglio e grandezza completamente diversa: dal piccolo studentato al grande insediamento su un territorio di 900mila metri quadrati. Tutte le operazioni - micro o macro - dimostrano di avere un denominatore comune: la sostenibilità. CONCETTO BASE: LA SOSTENIBILITÀ«Dalla prima sezione del collegio studenti Einaudi di Torino, progettato una quindicina di anni fa, all'ultima, inaugurata nel 2015, in mezzo c'è passata una rivoluzione, in termini di approccio alla sostenibilità - riflette l'architetto e designer torinese Luca Moretto -. Anche allora lo sguardo era rivolto al risparmio energetico. Ma con un'attenzione che si traduceva più che altro nella scelta di impianti efficienti. Oggi, al contrario, la sostenibilità permea ogni aspetto dell'intervento. Dalla decisione di sfruttare la geotermia al modo in cui sono concepiti gli spazi interni. Un tema che, nel caso di una residenza universitaria, si gioca su tre livelli. Quello privato, rivolto al singolo studente; quello comunitario, per la collettività degli ospiti; quello pubblico, del rapporto fra il collegio e la città». Proprio l'attenzione al contesto in cui sono inseriti è uno dei caratteri distintivi degli interventi di social housing e di accoglienza universitaria: sia che sbarchino nel pieno centro di una città, o che s'inseriscano in una periferia, queste operazioni guardano al territorio che le circonda. «Un principio cardine, che pare banale, ma invece è fondante - commenta Paola Delmonte, direttore responsabile Cdp Investimenti Sgr - è costruire senza barriere. Fisiche e architettoniche, ma

anche sociali. Non a caso, nella selezione delle proposte da cofinanziare, uno degli aspetti importanti da tenere a mente è quello della scelta del luogo e del rapporto con il territorio. Lavoriamo per dare vita a complessi aperti, che ricavano valore dal contesto circostante, ad esempio grazie alla presenza di aree verdi o di infrastrutture, e restituiscono ricchezza, in termini di recupero architettonico e servizi».

COMUNE DENOMINATORE: TO SHARE«Il successo di un progetto che ridisegna un'area - spiega Vincenzo Gaglio, l'architetto che ha firmato il quartiere Zoia di Milano, esempio di operazione su larga scala - si misura anche nella capacità di dare vita a nuove forme di collettività e alla condivisione di servizi». Su piccola o grande scala, gli edifici o gli insediamenti di housing sociale sono pensati e nascono per creare nuove comunità. Grande è l'attenzione posta alla dotazione di servizi: per il singolo, ma anche e soprattutto per la collettività. Le funzioni si basano sul principio della sharing economy. Gli spazi per il tempo libero si condividono, i locali lavanderia sono un servizio comune, al posto di un ristorante si fa strada la cucina dei residenti, la palestra è per tutto lo stabile e aperta anche al quartiere.

PAROLA D'ORDINE: IL RIUSO«Alla base di ogni nostro intervento - racconta Elisa Saggiorato, responsabile del programma housing e formazione sociale della Compagnia di San Paolo di Torino - c'è una ricerca profonda per il recupero dell'esistente. Non usiamo nuovo suolo, ma riqualifichiamo fabbricati già costruiti, cercando anche di preservare il ricordo delle funzioni storicamente ospitate nella struttura. Anche per gli arredi valorizziamo il reimpiego di oggetti e materiali di scarto, cui viene a volte assegnata una nuova funzione. Nelle residenze

Luoghi Comuni abbiamo lavorato con il progetto di Galliano Habitat e del Re(f)use lab, laboratorio di social redesign etico ed ecologico, che dà anche lavoro a persone in difficotà. Le ruote di una vecchia bicicletta sono diventate così la nuova e originale testiera di un letto, le cassette della frutta del mercato di Porta Palazzo mensole per i libri, alcuni stock di tessuto di fine serie, pezzi unici per vestire gli ambienti».

OBIETTIVO: L'ACCOGLIENZA«Chi vive in una struttura di housing sociale per un periodo temporaneo, non si deve mai sentire ospite, ma proprietario di casa - spiega Mario Ferretti, amministratore di Sharing, soggetto gestore di residenze e campus -. La capacità di innovazione per l'housing sociale è spesso il frutto della capacità di costruire una visione comune fra chi progetta una struttura e chi sarà chiamato a farla funzionare». Accoglienza e praticità sono la parola d'ordine. «Una delle principali sfide - commentano Giorgio Volpe ed Elena Vincenzi, di Weg Studio di Bologna,

Nelle immagini, il progetto

dello Student Housing di

Harquitectes+Dataae a

Barcellona, che ha vinto

a fine novembre la quinta

edizione del Premio

europeo Ugo Rivolta

progettisti del campus-ostello realizzato nell'ex Ferrhotel - è misurarsi con un'architettura che deve rendere gli spazi il più possibile riconoscibili, pur rivolgendosi a una tipologia di pubblico quanto mai ampia. Da una parte si tratta di regalare una sensazione di radicamento e benessere a chi vive la lontananza o la difficoltà. Dall'altra occorre pensare a spazi il più possibile fluidi, che possano essere utilizzati e intepretati con funzioni diverse dagli abitanti». L'uso delle trasparenze e del colore, non a caso, è un leit motiv che si ritrova in diversi progetti. «Ogni cultura - racconta l'architetto Ubaldo Bossolono - interpretati i colori con valenze profondamente diverse. Usare i cromatismi giusti significa includere, abbattere i confini, guardare a una sostenibilità, che va oltre la semplice efficienza».

Il tema del costruire housing sociale, con un promemoria per chi progetta, a partire anche dal racconto di esperienze già realizzate, è al centro di un volume edito da Mondadori e curato da Giordana Ferri e Luciana Pacucci, con il patrocinio di Fondazione Housing Sociale e Fondazione Cariplo.

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L'insegna sul muro esterno dell'edificio, montata su una pannellatura in alucobond serigrafato, riporta nella texture il motivo di un campo di spighe su sfondo giallo, per ricordare l'antica destinazione del palazzo, che ospitava nel Settecento i magazzini reali del grano. Il Collegio Po di via Maria Vittoria, a Torino, è una delle tre strutture cittadine del Collegio Universitario Einaudi, realtà di accoglienza universitaria dal 1935. Il recupero, firmato dall'architetto Luca Moretto (www.lucamoretto.it), ha ottenuto da poche settimane la certificazione Leed Gold (secondo caso a Torino, dopo il grattacielo Intesa Sanpaolo): l'edificio è stato isolato con un cappotto, sfrutta l'acqua di falda per la climatizzazione, integra pannelli solari termici e fotovoltaici e usa la domotica per garantire il risparmio nell'uso, a partire dall'illuminazione intelligente degli ambienti. All'interno si presenta come un luogo hi-tech, giocato sui colori e sulle superfici trasparenti, che nelle sale comuni hanno una forte valenza simbolica e rappresentano l'abbattimento di ogni genere di barriera. www.collegioeinaudi.it

TINTA E TRASPARENZE HI-TECH

L'ex Ferrhotel di Bologna, in prossimità di una delle nuove uscite della stazione ad alta velocità e in disuso da anni, ha acquistato da settembre una nuova vita. Oggi ospita We Bologna, una struttura di accoglienza, convenzionata con il Comune e che offre 62 camere doppie a studenti e ricercatori e 30 camere quadruple per turisti, dotate di arredi su misura, bagno privato e connessione wi-fi. A firmare il recupero del fabbricato, oggi un coloratissimo smart building certificato in classe A e risanato anche sotto l'aspetto sismico, è stato Weg Studio (www.wegstudio.it) con il contributo tecnico di LendLease e la fondamentale collaborazione di Gastameco, soggetto gestore. L'intervento è stato finanziato dal fondo immobiliare Ersamo, gestito da Fabrica Sgr (e, a sua volta, partecipato al 60% dal FIA - Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da CDP Investimenti SGR ed al 40% dal Fondo Aristotele sottoscritto dall'Inps). Nella struttura oltre alle stanze sono integrati spazi comuni e servizi, fra cui aule studio, una sala cinema e una lavanderia. Anche i prezzi sono accessibii: si va dai 20 euro a notte per l'ostello ai 330 al mese per lo studentato. www.webologna.it

UN EX FERRHOTEL SMART

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Il Campus Monneret, di via Ugo Monneret de Villard a Milano, ha aperto a settembre (inaugurato a novembre) e offre alloggio a prezzi sostenibili a studenti, docenti e lavoratori fuori sede. Ha preso il posto di un vecchio pensionato per ragazzi e lavoratori, storicamente di proprietà della Fondazione Cariplo. Il progetto di riconversione, firmato Studio Goring Straja Architects (www.gasarchitects.com), è stato promosso dalla Fondazione Housing Sociale, in collaborazione con il Comune, in partnership con InvestiRE Sgr e grazie al sostegno economico del Fondo Fia di Cdp Investimenti Sgr. Nella struttura, gestita da In-Domus, sono presenti 137 appartamenti e 268 posti letto, che vengono affittati a prezzi calmierati. l complesso è composto da tre edifici di diverse altezze, uniti da un corpo centrale. Al piano terra sono collocate aule studio e per l'informatica, la palestra, la cucina comune e le zone relax. L'immobile è presidiato 24 ore su 24, oltre ad essere dotato di un sistema avanzato di tvcc con registrazione, al servizio della sicurezza degli ospiti. www.in-domus.it

PER CHI STUDIA E CHI LAVORA

Il gioco di cromatismi, scelto dagli architetti dello studio Bossolono, per imprimere carattere agli esterni e agli interni della struttura, si ispira alle opere futuriste e rappresenta il segno tangibile del melting pot di culture degli abitanti. Il Campus Sanpaolo di Torino è stato inaugurato a ottobre ed è il più grande per dimensioni in Italia. Inserito nel contesto di un quartiere di cui rappresenta un forte punto di rottura e innovazione, è stato realizzato dal fondo immobiliare Erasmo di Fabrica Sgr (partecipato al 60% dal Fia gestito dalla Cdp Investimenti e al 40% dal Fondo Aristotele dell'Inps). Offre 536 posti letto, fra 93 mini appartamenti singoli e doppi, dotati di cucina, 184 camere singole e doppie e una foresteria per i genitori dei ragazzi in visita. Tutti gli spazi sono concepiti per l'aggregazione e l'inclusione sociale: ogni piano ha terrazzi e spazi di socializzazione mentre al piano terra, in mille metri quadrati, trovano posto una cucina comune, la palestra, la lavanderia a gettoni. Ampi i servizi, dal bike sharing alla guardiania 24 ore su 24. www.campussanpaolo.it

CULTURE E COLORI

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Borgo Sostenibile è il progetto in via di completamento a Figino, quartiere storico a ovest di Milano, per la nascita di un complesso immobiliare in classe A, di nuova generazione. L’iniziativa è il frutto di una partnership pubblico-privata, partecipata da diversi soggetti a partire dal Comune, la Fondazione Cariplo, la Fondazione Housing Sociale e InvestiRE Sgr. Il progetto architettonico, frutto di un concorso internazionale, è stato sviluppato da Rsg, Paolo Favole, Enrico Garbin e Francesco Matucci. Il Borgo comprende 323 appartamenti di dimensioni e taglio diverso (in locazione o in locazione con patto di futura vendita), la metà dei quali sono già stati assegnati sono abitati, immersi in un parco. L'offerta residenziale è integrata con servizi, spazi comuni e commerciali, oltre a un cohousing per anziani. Tutti gli alloggi sono pensati con un doppio affaccio: verso la corte, intima, e verso il paesaggio circostante, www.borgosostenibile.it

UN BORGO A MISURALuoghi Comuni è un progetto di housing sociale promosso dalla Compagnia di San Paolo di Torino in collaborazione con l'Ufficio Pio. Le residenze, pensate come una casa temporanea per accogliere, per un periodo da un giorno a 18 mesi, chi sta attraversando un momento di difficoltà, sono attualmente due, collocate in quartieri multiculturali del capoluogo piemontese: Porta Palazzo (la struttura ha aperto i battenti a settembre del 2013) e San Salvario (il taglio del nastro è stato il 3 dicembre scorso). Progettate attraverso il recupero di immobili esistenti, la prima in uno stabile dismesso in via Priocca, ristrutturato su progetto di Pier Matteo Fagnoni (www.fagnoniassociati.it) e la seconda al posto di un istituto educativo delle suore, con un restyling su progetto di Vittorio Jacomussi (www.deferrariarchitetti.it), vincitore del premio Inu-Urbit 2015, le due residenze declinano il concetto di sostenibilità su più fronti: l'efficienza energetica, il riciclo degli arredi, la condivisione degli spazi e del tempo libero, il sostegno sociale. Molte le attività organizzate dai gestori (Kairos e Atypica), aperte anche alla città. www.luoghicomuni.org

UN LUOGO DA CONDIVIDERE

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Non è un intervento di housing sociale, anche se dal social housing media alcune delle modalità con cui è concepito. L'Ecoquartiere di Quattro Passi, nel Comune di Villorba, in provincia di Treviso, nasce dall'iniziativa privata di 8 famiglie che, in collaborazione con l’associazione Pace e Sviluppo, hanno deciso di unirsi per dare vita a un villaggio dove abitare secondo regole condivise e all'interno di uno spazio modellato e costruito ad hoc sui reciproci bisogni, attraverso un percorso di condivisione iniziato già nella fase di progetto. Ad accompagnare i proprietari nell'avventura è stato lo studio Tamassociati di Venezia (www.tamassociati.org). Il quartiere è terminato da poche settimane: oltre alle case ad alte prestazioni energetiche, immerse nel verde, sono state realizzate una casa comune di circa 200 metri quadrati per attività polifunzionali, un portico per le attività in esterno; un’officina per il bricolage; una stanza per gli ospiti; un magazzino alimentare per gli acquisti di gruppo. www.ecoquartierequattropassi.it

ECOQUARTIERE PER 8 FAMIGLIE

Il progetto è nato da un bando, promosso dal Comune di Milano, e dal lavoro delle cooperative Degradi e Solidarnosc, assegnatarie dell'intervento. Nella periferia ovest di Milano, in via Fratelli Zoia, è nato ed è abitato da circa un anno un nuovo complesso, che mixa edilizia a canone convenzionato e sociale, all'insegna dell'integrazione e della sostenibilità. L'intervento si compone di tre edifici, organizzati intorno a una corte centrale, per un totale di 90 alloggi. Il masterplan, così come il progetto architettonico di uno dei tre palazzi e il coordinamento, porta la firma di Vincenzo Gaglio (www.vincenzogaglio.com): le altre due palazzine sono state disegnate rispettivamente da Luca Mangoni e dalla cooperativa Prassicoop. L'intervento è integrato da spazi dedicati a incubatore d'impresa: circa 300 metri quadrati, assegnati a costo moderato, a giovani creativi. Il progetto si caratterizza, inoltre, per l’attenzione ambientale e il risparmio energetico. Gli immobili sono in classe A, dotati di impianto geotermico e fotovoltaico e di riscaldamento radiante a pavimento. www.zoiablog.com

MIX DI QUARTIERE

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Il social village Cascina Merlata, vicino alla Fiera di Rho-Pero, è pensato per dare vita a un habitat metropolitano innovativo, progettato secondo avanzati principi di sostenibilità ambientale. L'intero intervento, in via di realizzazione, si estende su una superficie di circa 900mila metri quadrati ed è promosso da EuroMilano e un pool di soggetti. Il concept del quartiere, oggetto di un concorso di idee, è di Antonio Citterio & Partners, Caputo Partnership e MCA.Primo nucleo già realizzato su iniziativa dal Fondo HS Cascina Merlata, gestito da InvestiRE Sgr, sono le torri dell'ex villaggio dell'Expo 2015, progettate da CZA architetti, C+S Associati, MCA, Teknoarch, B22 e Pura. Le abitazioni, conclusa l'Esposizione, sono in via di riconversione. Oltre alla residenza, nel social village sono previsti una serie di servizi, come una scuola dell’infanzia, una elementare e una media inferiore, due asili nido, spazi pubblici attrezzati, parchi giochi, la storica Cascina Merlata. A completare il progetto anche un centro commerciale e un nuovo Parco urbano. www.cascina-merlata.it

NUOVO HABITAT URBANO

Vivo al Venti è una nuova residenza sociale realizzata a Torino, in un edificio juvarriano, al numero civico 20 di via Milano, a due passi dal Comune e in un’area di cerniera tra il centro, Porta Palazzo e il Quadrilatero romano. Il progetto è promosso dal Fondo Abitare Sostenibile Piemonte (Fasp), gestito da InvestiRe Sgr, in cui confluiscono risorse provenienti dal patrimonio di diverse fondazioni bancarie, con il supporto di Cdp Investimenti Sgr. Il complesso, che offre alloggi in parte destinati alla vendita (30%) e in parte all'affitto (70%) a canone calmierato, è stato ristrutturato su progetto dello Studio 421 (www.studio421.it) con la collaborazione di Arching e dello Studio Surra. Le prime residenze sono già abitate. Il modello abitativo prevede l'organizzazione di attività collettive nella living room comune, per innescare un processo virtuoso e di mutuo aiuto fra gli abitanti, che possono collaborare per far fronte alla risoluzione dei piccoli e grandi problemi del quotidiano. www.vivoalventi.it

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