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Cotta-Verzichelli, Il sistema politico italiano, Il Mulino, 2011Capitolo III. Il sistema dei partiti. Dal pluripartitismo polarizzato all’alternanza bipolare

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Il sistema dei partiti.Dal pluripartitismo polarizzato

all’alternanza bipolare

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• Analizzare lo sviluppo storico dei partiti e dei sistemi partitici in Italia, con particolare riferimento al periodo repubblicano

• Discutere i principali modelli interpretativi del sistema partitico italiano, dalla prima repubblica alla fase di crisi (1992-1994) fino al sistema partitico sviluppatosi nella fase più recente

• Illustrare le principali novità organizzative riscontrabili nei partiti italiani di oggi

Obiettivi del capitolo

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Il primo sistema partitico in Italia (1861-1913)• Sistema dominato da “partiti parlamentari” composti da notabili.• Distanza ideologica relativa tra i due attori parlamentari maggiori

(destra storica e sinistra storica), che con il trasformismo confluiscono in un unico ceto parlamentare di ministeriali.

• Relativa irrilevanza di gruppi di opposizione, anch’essi composti da notabili, ma più distanti dal centro di governo (democratici, radicali, repubblicani) e poi del piccolo partito socialista (che giunge in parlamento alla fine del XIX secolo).

Nel complesso, il primo sistema partitico italiano realizzò la costruzione dello stato unitario assicurando per circa mezzo secolo il mantenimento di una costituzione liberale e una vita parlamentare abbastanza regolare

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Il secondo sistema partitico

• L’emergere dei partiti organizzati di massa (Partito socialista e partito popolare) che nel 1919 (introduzione della proporzionale) ottengono una grande vittoria nel nord. Sconvolge il quadro del sistema dei partiti

• Sconfitta dei liberali e fine del loro dominio• Emergere di partiti sulle ali estreme (nazionalisti e fascisti

a destra, socialisti massimalisti e poi comunisti a sinistra)

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Il terzo sistema partitico Italiano (sistema partitico della prima repubblica: 1948-1992)• Sostanziale stabilità rispetto alla fase 1919-1921: comunisti, socialisti,

laici, democristiani…• Alcuni piccoli partiti nuovi (partito d’azione, Uomo qualunque,

monarchici), che però non si consolideranno• Tuttavia alcuni caratteri distintivi:

a) divisione a sinistra e sorpasso del Pci sul partito socialistab) crescita del partito cattolico, che si afferma come il partito più fortec) riduzione del partito liberale a una posizione di minoranza

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Interpretazioni del sistema partitico della prima repubblica

• Bipartitismo imperfetto (Galli 1966): ruolo predominante dei due principali partiti (Dc e Pci), ma impossibilità, a differenza dei bipartitismi normali, di una alternanza al governo.

• Pluripartitismo polarizzato (Sartori 1976): presenza di due partiti anti-sistema (Pci e Msi), articolato intorno a tre poli, con uno spazio ideologico polarizzato - molto esteso tra estrema sinistra ed estrema destra.

• Pluripartitismo centripeto (Farneti 1983): progressiva riduzione dello spazio ideologico e tendenza del sistema partitico (negli anni ’70); aveva quindi un andamento centripeto, invece che centrifugo.

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Il formato del sistema partitico sino agli anni ‘90

• Fase critica 1975-76, con il Pci oramai vicinissimo alla forza della Dc

• Inserimento di alcuni piccoli partiti (radicali, partiti di estrema sinistra, verdi) tra il 1976 e gli anni ’80, senza grandi mutamenti di sistema

• Differenze territoriali organizzative ed elettorali significative tra i vari partiti

PCIPSI

PRI DC PLI

MSI

PSDI

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M. Cotta e L. Verzichelli: Il Sistema Politico Italiano. Il Mulino 2011

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Il quarto sistema partitico italiano.Presupposti storici

• Dopo il crollo del muro, la fine del Pci: nascono il Pds (poi Ds) e il partito della Rifondazione comunista

• Il successo nella Lega nord nel 1992• I referendum elettorali nel 1991 e 1993• Tangentopoli e l’emergere di un forte conflitto

politica-magistratura

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Il sistema partitico della seconda repubblicaLa fase di formazione (1993-1996)

• Disintegrazione della Dc-Ppi: scissione del Ccd (1993), insuccesso del Ppi nel 1994 e ulteriori scissioni successive

• Scomparsa del Psi e dei partiti laici (1994)• Mancata affermazione del Patto Segni al centro e di Alleanza

Democratica al centro-sinistra (1994) • Mancato recupero di Pds e tenuta di Rc a sinistra (1994)• Trionfo di Forza Italia (1994) e successo dei suoi alleati, Ln e An• Recupero dei partiti del centro sinistra (1996) con ulteriore

frammentazione (Socialisti, Rinnovamento Italiano, Verdi…)

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1. preminenza e persistenza della struttura bipolare di competizione: due larghe alleanze si affrontano e offrono la base per la formazione dei governi. Il Polo di centro si salva nel 2008 (salvo recuperare potenziale nel corso di legislatura)

2. rimane alta la frammentazione: i partiti grandi non espandono il proprio seguito, mentre proliferano le forze minori;

3. relative debolezza dei due partiti maggiori del periodo 1994-2006 . Ds e FI non hanno mai potuto competere da soli nella competizione maggioritaria. Nel 2008 illusione della “vocazione maggioritaria”, ma poi Pd e Pdl mostrano di nuovo il limite del bipartitismo

4. più elevata frammentazione della coalizione di sinistra rispetto a quella di destra.

Processo lungo e difficile di semplificazione del quadro politico. Anche dopo il 2008, nuove spinte verso la frammentazione.

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Il mutare del sistema partitico: recenti sviluppi

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Il mutare della forma partito: recenti sviluppi• Fenomeni comuni a molti partiti: snellimento dei quadri,

cartellizzazione e personalizzazione• Tuttavia i partiti maggiormente organizzati rimangono

fedeli ad alcuni schemi del passato e si presentano ancora come partiti di quadri

• Vari esempi di partito personale. Il caso particolare di FI• Maggiore enfasi sul collegamento con associazionismo e

reti di movimenti • Minore enfasi sulla dimensione ideologica• Introduzione (prima nel centro-sinistra) dello strumento

delle primarie per l’individuazione dei candidati rappresentanti e del leader

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