Corso Giardinaggio - Dispensa Prof Croci Per Iscritti

248
CURA DEI FIORI E ARBUSTI IN GIARDINO REALIZZAZIONE DEL TAPPETO ERBOSO A cura del prof. Paolo CROCI

description

iscritti

Transcript of Corso Giardinaggio - Dispensa Prof Croci Per Iscritti

  • CURA DEI FIORI E ARBUSTI IN GIARDINO

    REALIZZAZIONE DEL TAPPETO ERBOSO

    A cura del prof. Paolo CROCI

  • LE PIANTE IN GIARDINO

    a cura del prof. Paolo CROCI 2

    Con il termine albero si intende una pianta legnosa perenne, capace di svilupparsi in altezza grazie ad un fusto legnoso, detto tronco, che solitamente inizia a ramificarsi a qualche metro dal suolo. L'insieme dei rami e delle foglie determina la chioma che pu avere forme diverse a seconda delle specie e delle condizioni ambientali.

    Gli alberi si distinguono dagli arbusti non per le loro dimensioni ma per la presenza di un tronco nettamente identificabile e privo per un primo tratto di ramificazioni (esistono dei salici - alberi a tutti gli effetti - con portamento strisciante e alti solo pochi centimetri).

    Con il termine arbusto, si soliti indicare una pianta da esterno nella quale presente un tronco legnoso dal quale, vicino al terreno, partono i rami oppure nella quale il tronco non per niente presente. L'altezza di queste piante non supera i 5 metri.

  • Art. 892. Distanze per gli alberi.1. Tre metri per gli alberi di alto fusto. Rispetto alle distanze, si considerano alberi di alto fusto quelli il cui fusto, semplice o diviso in rami, sorge ad altezza notevole, come sono i noci, i castagni, le querce, i pini, i cipressi, gli olmi, i pioppi, i platani e simili.2. Un metro e mezzo per gli alberi di non alto fusto. Sono reputati tali quelli il cui fusto, sorto ad altezza, non superiore a tre metri, si diffonde in rami.3. Mezzo metro per le viti, gli arbusti, siepi vive, le piante da frutto di altezza non maggiore di m 2,50. La distanza deve essere per di un metro, qualora le siepi siano di ontano, di castagno o di altre piante simili che si recidono vicino al ceppo, e di due metri per le piante di robinie. La distanza si misura dalla linea di confine alla basi esterna del tronco dell'albero nel tempi della piantagione, o dalla linea stessa a luogo dove fu fatta la semina. Le distanze anzidette non si devono osservare si sul confine esiste un muro divisorio proprio o comune, purch le piante siano tenute ad altezza che non ecceda la sommit del muro. (Art. 579. Codice Civile del 1865).Il danno che gli alberi possono produrre al vicino deriva dall'ombra dei rami e dalle radici che possono estendersi sottoterra anche per vari metri di lunghezza, provocando uno sfruttamento de terreno e potendo minare le fondazioni del muro di propriet del vicino. Gli alberi che nascono spontaneamente, a una distanza inferiore a quella stabilita, debbono essere estirpati. L'albero, portato per sua natura a superare l'altezza del muro divisorio comune o proprio, pu essere conservato a distanza minore di quella prescritta, quando venissero recisi i rami

    LE PIANTE IN GIARDINO

    a cura del prof. Paolo CROCI 3

  • LE PIANTE IN GIARDINO

    a cura del prof. Paolo CROCI 4

    Art. 894. Alberi a distanza non legale

    II vicino pu esigere che si estirpino gli alberi e le siepi che sono piantati o nascono a distanza minore di quelle indicate dagli articoli precedenti.

    Art. 896. Recisione di rami protesi e di radici

    Quegli sul cui fondo si protendono i rami degli alberi del vicino pu in qualunque tempo costringerlo a tagliarli, e pu egli stesso tagliare le radici che si addentrano nel suo fondo.

    I frutti naturalmente caduti dai rami protesi sul fondo del vicino appartengono al proprietario del fondo su cui sono caduti.

  • 5MESSA A DIMORA DELLE PIANTE

  • POTATURA

    a cura del prof. Paolo CROCI 6

    Gli alberi ornamentali, in generale, non necessitano di periodiche potature, se non in casi particolari, dovuti principalmente a motivi di sicurezza del traffico o delle persone, ed al fatto che molte specie arboree hanno un naturale sviluppo non compatibile con lesiguo spazio a disposizione in ambiente urbano. In questultimo caso la potatura periodica ha lo scopo di contenere le piante entro modelli spaziali artificiali.

    In frutticoltura ed in floricoltura (rose e arbusti) la potatura invece necessaria per motivi ben precisi, volti ad ottenere una produzione di frutta e fiori qualitativamente equilibrata, commerciabile, redditizia.

    A volte si rendono necessari interventi di potatura che sarebbero superflui se limpianto fosse stato progettato e realizzato scegliendo le specie pi adatte e rispettando le esigenze delle singole specie. Infatti, molto spesso le piante sono messe a dimora troppo fitte tra loro e troppo vicine alle case e pertanto, occorre intervenire con potature frequenti per impedire agli alberi di toccare le case.

    Quando si verificano queste condizioni spesso pi conveniente diradare parte delle piante abbattendole o trapiantandole, per dare alle rimanenti la possibilit di svilupparsi in uno spazio maggiore con minori problemi sia di ordine biologico, sia per agevolare chi deve effettuare la manutenzione

  • POTATURA

    a cura del prof. Paolo CROCI 7

    Il sistema naturale di potatura prevede lasportazione di rami completi, siano essi di grandi o piccole dimensioni e non consente in alcun caso la capitozzatura della pianta

    o il taglio effettuato a met di un ramo, qualunque ne sia la dimensione;

    Il taglio corretto sar quindi effettuato in corrispondenza di una biforcazione e sar

    netto e parallelo alla superficie del ramo rimasto in modo da non lasciare monconi.

    Nellasportare i rami cercheremo di ottenere una forma armoniosa e simmetrica, eliminando per prima cosa i rami secchi o rotti, tagliando poi quelli che crescono

    orientati verso il centro della pianta ed i ricacci verticali interni, in ultimo elimineremo

    quelli che ne incrociano altri o che crescono paralleli o troppo ravvicinati tra loro.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 8

  • a cura del prof. Paolo CROCI 9

    LA CAPITOZZATURALa capitozzatura lindiscriminato taglio di branche dellalbero per di ridurre le dimensioni dellalbero e renderlo pi sicuro. La capitozzatura non un metodo praticabile di contenimento e certamente non riduce il pericolo, viceversa, nel lungo periodo, rende un albero pi pericoloso.LA CAPITOZZATURA STRESSA GLI ALBERILa capitozzatura rimuove il 50-100% della chioma di un albero. Le foglie producono lenergia necessaria alla vita delle piante, pertanto un albero improvvisamente defogliato pu temporaneamente morire di fame.La severit della potatura pu innescare un meccanismo di sopravvivenza: la pianta attiva le gemme latenti forzando la rapida crescita di germogli attorno ad ogni taglio (ha bisogno di creare, nel pi breve tempo possibile, una nuova chioma). Se un albero non possiede lenergia di riserva sufficiente a creare rapidamente una nuova chioma rester gravemente danneggiato e rischier di morire.Un albero danneggiato pi vulnerabile ad attacchi di insetti e di malattie: ampie ferite da potatura espongono alburno e durame agli attacchi; la pianta pu non possedere lenergia sufficiente per difendersi chimicamente dalle aggressioni; alcuni insetti sono attratti dai segnali chimici emessi dagli alberi danneggiati.LA CAPITOZZATURA NON FUNZIONASe lo scopo di contenere le dimensioni dellalbero, la capitozzatura non funziona. Un albero deciduo, dopo la capitozzatura, aumenta il tasso di crescita, nel tentativo di rimpiazzare rapidamente la superficie fogliare perduta, necessaria per fornire nutrimento al fusto ed alle radici

    ERRORI DI POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 10

    ERRORI DI POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 11

    POTATURA CONIFERELe conifere non si devono mai potare, se non per pulire il secco. Eppure in giro si osservano decine di Cedrus a cui stata tagliata la punta. Il risultato un bel mozzicone spoglio in alto, accompagnato da tanti bei mozziconi laterali. Un albero capitozzato richiede poi due o tre anni di lavoro per essere riportato alla normalit, perch i lunghi getti disordinati che emetter, dovranno essere "indeboliti" pi volte con tagli mirati sia di potatura verde che invernali. E con un potatore molto abile.

    ERRORI DI POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 12

    TECNICHE DI POTATURASPUNTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 13

    TECNICHE DI POTATURASPERONATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 14

    TECNICHE DI POTATURADIRADAMENTO

  • ATTREZZI

    a cura del prof. Paolo CROCI 15

  • ATTREZZI

    a cura del prof. Paolo CROCI 16

    GLI ATTREZZI

    Le forbici a cesoia richiedono uno sforzo maggiore per eseguire il taglio, in compenso

    tollerano errori e maltrattamenti, le forbici ad incisione richiedono poco sforzo per

    eseguire il taglio ma sono pi delicate.

    Le forbici a cesoia pi note e diffuse sono quelle costruite dalla ditta svizzera Felco

    mentre quelle ad incisione

    I troncarami moderni sono tutti dotati di lama ad incisione e sono in grado di recidere

    rami fino a 50 mm.

    Gli svettatoi sono dotati di manici telescopici grazie ai quali possono raggiungere altezze

    superiori ai cinque metri con una capacit di taglio che pu superare i 40 mm. Sullo

    stesso manico possibile montare un seghetto per tagliare rami di grandi dimensioni.

    Quando il diametro dei rami inferiore a 25 mm, si possono utilizzare le forbici

    telescopiche pi leggere e veloci dello svettatoio.

    I seghetti di concezione moderna, hanno la stradatura interna allo spessore della lama

    che consente loro un taglio preciso e veloce. I seghetti con lama tradizionale non sono

    consigliati per la potatura poich lasciano la superficie del taglio scabrosa con il rischio di

    favorire linsediamento dei funghi e dei batteri.

  • LE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 17

    Come molte altre piante , anche la rosa presenta numerosissime specie e variet che traggono la loro origine in Europa ed Asia e sono particolarmente diffuse nelle zone dellemisfero boreale che presentano un clima temperato e in quelle dellOceano Pacifico. La rosa, a seconda della specie e della variet, pu avere unaltezza che varia dai venti centimetri a molti metri; pu avere uno sviluppo a cespuglio, rampicante, strisciante, ad arbusto a fiori grandi ecc. In genere, questo arbusto, si presenta eretto ma pu avere anche un fusto lungo e flessibile, spiovente verso terra o rampicante, con foglie che si compongono da cinque ad undici pi piccole che presentano margini seghettati, esse sono colore verde di varie gradazioni e possono essere coperte da leggera peluria a seconda della variet.

  • LE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 18

    Variet di rose E possibile distinguere le rose in sei grandi gruppi: rose botaniche, rose antiche, rose moderne ed ibridi di Tea , rose miniatura, rose a cespuglio e rose rampicanti.

  • LE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 19

    Rose botanicheRose a cinque petali da cui si sono originate tutte le altre variet. Esistono sin dai tempi pi remoti, crescono in natura spontaneamente e sono le pi resistenti agli attacchi di crittogame ed insetti. Tra le variet coltivate, che sono pi di 100, si ricorda la Rosa Canina, la Rosa Centifoglia, la Rosa Gallica, la Rosa rugosa. La rosa Canina, molto diffusa in Italia, viene usata per le sue caratteristiche farmaceutiche in infusi, tisane, creme, oli. Sembra infatti che abbia propriet antinfiammatorie e disinfettanti per lapparato digerente. Ha fiori rosa dai petali grandi e non molto profumati. La Rosa Centifoglia utilizzata per la preparazione di essenze per il suo intenso profumo. Ha fiori di color rosa pallido, molte spine e foglie larghe. I petali di Rosa Gallica sono utilizzati per preparare sciroppi e marmellate, ed gli chef pi arditi li utilizzano anche canditi per decorare dolci o a crudo in insalate e macedonie. Ha petali color rosso intenso, aculei uncinati e foglie di media grandezza. La rosa Rugosa, originaria dellAsia, ha un bellissimo colore rosa intenso o bianco candido ed ha 5 petali, sopporta bene il freddo e produce frutti simili al pomodoro ma non commestibili.

  • LE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 20

    Rose anticheSono ibridi antichi di rose botaniche creati spontaneamente o da appassionati, hanno un profumo intenso ed alcune variet sono rarissime e conservate gelosamente in giardini di attenti estimatori. A questo gruppo appartengono oltre alle gi citate rose Gallica, Centifoglia e Rugosa, anche la Rosa Damascena, con fiori a forma di coppa di color rosa pallido e dallintenso profumo; la Rosa Alba, molto resistente, con fiori rosa o bianchi semplici o semi-doppi, coltivata sin dal Medioevo; la Rosa Bourbon, pianta rustica dai fiori grandi con molti petali rosa o bianchi; la Rosa Moschata, con colori molto variabili che vanno dal bianco, giallo, rosa al malva-cremisi e al cremisi-scarlatto, tendente al porpora, con foglie lucide e di color verde intenso.

  • LE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 21

    Rose moderne ed Ibridi di TeaLe rose Tea derivano il loro nome dal fatto che in oriente, dove hanno origine, venivano utilizzate per la preparazione di infusi e the. Oggi sono utilizzate per la creazione di numerosi ibridi e sono diffuse in tutto il mondo. I fiori assumono i colori pi disparati, dal bianco, al rosa al rosso, e gli arbusti hanno molte spine. Tra gli ibridi di Tea, ai quali sono stati dati nomi assai suggestivi, ricordiamo il BlueMoon, la Duke of Windsor, la Madame Butterfly e la Prima Ballerina.Rose miniaturaDerivano dallibridazione di Rosa Chinensis Minima con ibridi di Tea e di Floribunda, sono coltivate sin dal XIX secolo e ne esistono pi di cinquanta variet. Caratteristiche sono le piccole dimensioni degli arbusti che non superano il mezzo metro di altezza, i fiori che vanno dal rosa pallido al rosso intenso e le foglie di color verde chiaro. Tra le variet pi note vi sono la Baby Gold Star, la Cinderella, la Perla de Alcanada e la Sweet Fairy.

  • LE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 22

    Rose a cespuglioDerivano dallibridazione di Rose botaniche con rose antiche, crescono in cespugli di piccole dimensioni, hanno grandi e profumati fiori rossi che si raggruppano sui rami. Molto resistenti, fioriscono in primavera ed hanno unabbondante fioritura. Tra le variet vi sono la Golden Chersonese, la Nevada e la Wilhelm.

  • LE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 23

    Rose rampicanti Dette anche rose sarmentose, sono molto belle per abbellire balconi, pergolati, giardini, oppure per ricoprire tronchi dalbero o colonne, dato il loro colore rosso intenso, giallo, bianco adatto a creare eleganti giochi di sfumature. Sono resistenti e facili da coltivare anche in vaso, perch necessitano di poche cure colturali. Tra le variet si possono annoverare: la Danse du Feu, la Meg, la Pink Perpetue e la Polyantha.

  • IMPIANTO DEL ROSETO

    a cura del prof. Paolo CROCI 24

    Nel procurarsi la pianta di rose da piantare, in funzione del periodo sceglieremo la tipologia da acquistare. Mentre le piante con radici nude o avvolte vengono commercializzate da novembre a marzo, le rose in vaso sono disponibili tutto l'anno. Il periodo indicato per la piantagione - entro certi limi cambia da zona a zona a secondo del relativo clima, esso inizia a fine gennaio per arrivare a fine marzo, nelle zone con clima particolarmente rigido. Se si dispone di un giardino, la prima cosa da fare quella di scegliere il luogo dove piantare la pianta. Le rose vanno piantate possibilmente in un posto ben soleggiato e riparato dal vento. Loperazione deve essere preceduta dalla pulizia del suolo destinato a ricevere le piante, da eventuali precedenti vegetazioni. A secondo della tipologia e della grandezza delle piante, bisogna scavare una buca adeguata, per creare spazio sufficiente alla crescita delle radici. Prima di inserire la pianta di rosa nella buca opportuno realizzare un letto di 4-5 cm di spessore con il miscuglio miscelato a composta e concime organico. Successivamente si ripongono le radici sul letto e si ricoprono con la stessa miscela di terreno. Se si piantano pi piante di rose bisogna lasciare uno spazio sufficiente tra le varie buche, di circa mezzo metro per i rosai ad albero, per arrivare a quasi un metro per le rose rampicanti. La piantagione delle rose rampicanti deve essere eseguita a 30-40 cm dal muro destinato ad ospitarle.

  • IMPIANTO DEL ROSETO

    a cura del prof. Paolo CROCI 25

    Per quanto riguarda la normale e ordinaria manutenzione, almeno una volta allanno (fine marzo/ inizio aprile), bisogna aggiungere al terreno fertilizzante organico o artificiale, ricco di potassio e magnesio, e procedere alla necessaria potatura. Le piante di rose hanno bisogno di essere innaffiate con frequenza e in abbondanza, nonch devono essere protette accuratamente dal gelo. A tal fine, durante le stagioni fredde opportuno coprirle con concime organico o paglia.

    Dovendo piantare rose dove cerano altre rose, necessario sostituire almeno 30 cm di terra oppure lasciare a riposo il terreno per almeno un anno.Il terreno stanco e contaminato dalle tossine emesse delle radici delle rose che vivevano l, che risultano dannose per le nuove rose.

  • IMPIANTO DEL ROSETO

    a cura del prof. Paolo CROCI 26

    TERRENOLe rose tendono a prediligere terreni leggermente acidi ed hanno una chiara preferenza per quelli argillosi ma evitando il ristagno dacqua. Il pH ideale 6,5/7, ma si adattano anche a terreni alcalini.E possibile effettuare aggiunta di terricci sub-acidi

    CONCIMAZIONE DIMPIANTOScavare una buca di diametro di 50 cm e di altrettanta profondit, mettere sul fondo 5/6 kg di letame maturo oppure 0,5/1 kg di stallatico pellettato o in polvere e coprire con terra fino alla profondit giusta per poter posare la rosa. Quindi chiudere la buca con la terra precedentemente scavata con laggiunta di terriccio universale, premere e bagnare bene.

  • IMPIANTO DEL ROSETO

    a cura del prof. Paolo CROCI 27

    POTATURA ED INZAFFARDATURAPrima di piantare le rose a radice nuda, bisogna accorciare i rami a met della loro lunghezza (15-20 cm), poi bisogna spuntare le radici e inzaffardarle, ossia immergerle in una poltiglia composta da acqua, terriccio e ossicloruro di rame.Questa pratica serve ad accellerare la radicazione delle rose

  • IRRIGAZIONE

    a cura del prof. Paolo CROCI 28

    Il fabbisogno di acqua delle rose varia in relazione allandamento climatico. Normalmente per un arbusto di medie dimensioni bastano 12-15 litri di acqua 2 volte alla settimana. Quando la temperatura aumenta bisogna ridurre lintervallo tra una somministrazione e laltra. Le rose devono essere bagnate da sotto, poich lacqua a contatto con le foglie provoca linsorgenza di funghi.Dopo limpianto e durante lattecchimento le rose vanno bagnate a mano.Per quanto riguarda lirrigazione di mantenimento, un ottimo sistema costituito dal tubo gocciolante che viene posizionato ai piedi delle rose e viene azionato da un programmatore elettronico.

    Regole fondamentali

    Una delle regole fondamentali quella di apportare acqua in modo regolare, affinch non ci siano sbalzi tra siccit e apporto eccessivo di acqua. Come abbiamo detto in precedenza, nel periodo estivo e in quello primaverile le innaffiature devono essere pi abbondanti, attenzione per a non esagerare perch anche la rosa teme i ristagni idrici e un eccessivo apporto di acqua potrebbe favorire la comparsa di funghi come Botrytis e Peronosposa, provocando malattie come le muffe, indebolimento della pianta e la mancata apertura e sviluppo di germogli e boccioli. Cosa sarebbe la pianta della rosa senza i suoi meravigliosi e coloratissimi fiori?

  • IRRIGAZIONE

    a cura del prof. Paolo CROCI 29

    Rose in vaso

    Naturalmente anche per le rose coltivate in vaso lacqua un elemento fondamentale che deve essere fornito alla pianta in maniera regolare e nella giusta quantit; appunto questa quantit che, a volte, pu diventare anche un problema: sia troppa sia poca, in alcuni casi, porta allingiallimento delle foglie. E allora che fare? Anche qui dobbiamo seguire delle regole semplici ma ben precise e necessarie. Innanzitutto non dovremo mai fare asciugare completamente il terreno, ma neanche bagnarlo troppo perch, come detto leccesso di acqua pu provocare danni molto gravi. Riguardo alla quantit di acqua necessaria, durante il periodo estivo si potranno innaffiare le rose anche due volte al giorno, mentre negli altri periodi un po meno, in quello invernale pochissimo.

  • CONCIMAZIONE

    a cura del prof. Paolo CROCI 30

    La concimazione ha lo scopo di nutrire le piante per migliorarne ed aumentarne la fioritura.Possiamo distinguere due momenti precisi di concimazione:

    CONCIMAZIONE DIMPIANTO effettuata al momento della messa a dimora delle piante

    CONCIMAZIONE DI PRODUZIONE effettuata regolarmente una o pi volte allanno

    Gli elementi nutritivi di un terreno si distinguono in:

    1) MACROELEMENTI PRINCIPALI:Azoto, Fosforo, Potassio2) MACROELEMENTI SECONDARI:Calcio, Ferro, Magnesio, Zolfo3) MICROELEMENTI:Boro, Manganese, Molibdeno, Rame, Zinco

  • CONCIMAZIONE

    a cura del prof. Paolo CROCI 31

    AZOTO (Simbolo N) la sostanza che serve per laccrescimento delle piante; viene assimilata dal terreno in svariati modi: attraverso la pioggia, mediante la decomposizione organica di parti vegetali presenti sul terreno, con la concimazione sia organica sia minerale fatta dalluomo.La presenza equilibrata di azoto mostra piante di un bel colore verde intenso; quando, invece, lazoto carente le foglie hanno apici e nervature giallastre.Una quantit troppo elevata di azoto pu stimolare eccessivamente la crescita e lo sviluppo di una pianta rendendola meno resistente alle malattie.FOSFORO (Simbolo P) la sostanza che agevola la fioritura e laccrescimento e un miglior sviluppo dellapparato radicale.La carenza di fosforo procura piante stentate con foglie pallide i cui bordi assumono una colorazione rossastra e tendono a seccarsi; la fioritura viene ritardata.POTASSIO (Simbolo K) la sostanza che aiuta le piante a resistere al freddo, alla siccit e allattacco dei parassiti.La carenza di potassio procura ingiallimento e necrotizzazione fogliare oltre che peggioramento nella qualit dei fiori .

  • CONCIMAZIONE

    a cura del prof. Paolo CROCI 32

    FERRO (Simbolo Fe) la sostanza che insieme al magnesio rappresenta un componente principale della molecola della clorofilla; insieme a vari enzimi regola i processi vitali di una pianta.La clorosi (carenza di ferro) si manifesta con la colorazione gialla delle foglie a partire da quelle pi giovani.La carenza di ferro pu essere curata con la somministrazione di appositi prodotti ed reversibile, vale a dire che le foglie da gialle ritornano a colorarsi di verde.MAGNESIO (Simbolo Mg) la sostanza che insieme al ferro rappresenta un elemento essenziale della molecola della clorofilla, molto importante per la fotosintesi clorofilliana (processo di nutrizione delle piante).La carenza di magnesio si manifesta sulle foglie pi vecchie (di solito le basali) che presentano aree decolorate in bianco o in giallo.La carenza di magnesio pu essere curata con una opportuna concimazione ma la decolorazione delle foglie irreversibile vale a dire che le foglie (basali impallidite o ingiallite)non diventeranno pi verdi.RAME (Simbolo Cu)Insieme al ferro partecipa alla produzione della clorofilla oltre che essere un costituente di molti enzimi necessari alla regolazione dei processi vitali della pianta.La carenza di rame si manifesta con macchie ed ingiallimenti fogliari.

  • CONCIMAZIONE

    a cura del prof. Paolo CROCI 33

    CONCIMAZIONE DIMPIANTO

    CONCIMAZIONE DI PRODUZIONE

    Viene eseguita al momento dellimpianto con letame maturo inserendolo nel fondo della buca in misura di 4 Kg per pianta. E importante che non sia direttamente a contatto con le radici

    Viene normalmente eseguita a fine inverno e in autunno ma nelle rose che fioriscono ripetutamente bene eseguirla anche in giugno con concimi chimici complessi a lenta cessione di azoto e possibilmente arricchiti di microelementi

  • POTATUTA DELLE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 34

    Il periodo ideale per operazione di potatura varia un po in funzione del clima in cui ci troviamo, ma generalmente pu andar bene a partire da fine autunno, verso Novembre sino a Febbraio/Marzo.Comunque ad ogni condizione climatica, deve corrispondere un adeguato periodo di intervento.Se il clima freddo e umido come pu esserlo quello del nord Italia, la potatura della rosa va rimandata sino allinizio della primavera, questo per evitare che lintervento di potatura possa sottoporre la pianta al freddo molto rigido quando la ferita dovuta al taglio non ancora ben essiccata.Il taglio dei rametti deve essere sempre netto, come prima cosa accertarsi dunque che le forbici usate per potare siano ben affilate, si devono evitare tagli irregolari o peggio sfilacciati poich potrebbero veicolare malattie o indurre essiccamento del ramo reciso.

  • POTATURA DELLE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 35

    La tecnica di potatura diversa a seconda del portamento delle rose; valgono comunque alcune regole generali:Bisogna sempre tenere presente, inoltre, che la maggior parte delle rose produce i fiori sui rami dell'anno. Per questo motivo, se si pota nel periodo sbagliato, si rischia di compromettere la fioritura della stagione. Ci sono peraltro delle rose che fioriscono sui rami dell'anno prima (es. in genere tutte le rose rampicanti e alcune rose a cespuglio). Queste rose dovranno essere potate appena dopo la fioritura.La maggior parte delle rose innestata. Utilizzando infatti un portainnesto vigoroso si ottiene un apparato radicale meglio sviluppato. Durante la crescita della pianta accade sovente che dalle radici si formino dei polloni (riconoscibili per il diverso fogliame). Anche questi rami producono fiori, ma sono spesso di scarso valore ornamentale e per questo motivo devono essere recisi. Il taglio deve essere netto e radente il punto della radice da cui il ramo spunta. Se il pollone cresce lontano dalla pianta non sufficiente tagliarlo a terra, ma si dovr risalire fino alla radice.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 36

    Rose antiche Per le rose antiche, la pratica della potatura non rappresenta un'operazione strettamente necessaria. Le rose antiche ricadono, infatti, in quel gruppo di piante di tipo informale ad alberello, il cui pregio principale sono la naturalezza e l'aspetto spontaneo irregolare, quasi selvatico. Se si eccettua l'eliminazione delle parti secche e vecchie, le rose antiche non presentano particolari necessita' di potatura; tuttavia, qualche piccolo intervento e' in grado di favorire la produzione di fiori e la salute delle piante. Dopo 3-4 anni dall'impianto, la crescita della pianta puo' essere agevolata mediante l'eliminazione di alcuni rami piu' vecchi, tagliandoli alla base e con la cimatura dei rimanenti. Queste operazioni garantiscono i migliori risultati se eseguite immediatamente dopo la fioritura. Come per le rose moderne tradizionali, i rami laterali delle rose antiche che hanno prodotto fiori, possono essere tagliati durante l'inverno, al fine di ottenere una maggiore produzione di fiori la primavera successiva. Un altro suggerimento e' quello di sfoltire i rami troppo fitti all'interno della pianta e di accorciare quelli troppo lunghi nel caso in cui si corra il rischio di danni provocati dal vento. La moltiplicazione per talea Alcune ma non tutte le varieta' di rosa, possono essere propagate per talea, ottenendo buoni risultati.

    POTATURA DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 37

    Rosai a cespuglio

    Piante giovaniTutte le rose piantate nel periodo invernale si devono potare all'inizio della primavera. Le rose piantate invece in primavera si potano quando si mettono a dimora . Si tagliano tutti i rami danneggiati e quelli che crescono verso l'interno in modo da formare una specie di scodella . Potare sempre in corrispondenza delle gemme rivolte verso l'esterno. Si lasciano circa 3-4 gemme.

    Piante adulteSi potano al massimo i rosai sviluppati poco o male, in modo da farli irrobustire. Con una potatura leggera, infatti, i rami deboli tendono ad allungarsi ancora, indebolendosi ulteriormente. Si potano invece moderatamente quelli vigorosi, in modo che possano sfogare la loro esuberanza nella vegetazione e nella fioritura. Una potatura eccessiva di questi rami, infatti, farebbe crescere un sacco di polloni che toglierebbero linfa ai rami destinati alla fioritura. Eliminare poi tutti i polloni che si sono sviluppati durante l'inverno. Tagliare tutti i rami secchi o danneggiati e quelli vecchi. Come regola generale, devono essere lasciate tre-quattro gemme sui rami pi deboli e cinque-sei gemme sui rami pi robusti. Potare sempre in corrispondenza delle gemme rivolte verso l'esterno.

    POTATURA DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 38

    Rosai ad alberello

    Piante giovani e adulteLe rose ad alberello si potano come i rosai a cespuglio. Tenere comunque presente le caratteristiche delle variet coltivate.

    Piante giovaniLe rose rampicanti devono essere potate lasciando i rami pi robusti (si lasciano cinque o sei gemme) e tagliando i rami pi deboli.Piante adulteCome gi detto, devono essere generalmente potate in estate, dopo la fioritura. Si tagliano i vecchi rami che hanno fiorito pi di una volta. I rami di un anno devono essere accorciati a due-tre gemme. Tagliare in ogni caso tutti i rametti secondari. Eliminare i fiori appassiti e la vegetazione che fosse nata dalle radici della pianta innestata.

    Potare sempre in corrispondenzadelle gemme che crescono verso l'esterno.Tagliare tutti i rami danneggiatie quelli che crescono verso l'internoin modo da formare una sorta di scodella

    POTATURA DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 39

    Rosai in miniatura a cespuglio (polyantha)Piante giovaniTutte le rose piantate nel periodo invernale si devono potare all'inizio della primavera. Le rose piantate invece in primavera si potano quando si mettono a dimora.Il primo anno dopo il rinvaso si taglieranno tutti i rami a tre-cinque gemme secondo la robustezza.Piante adulteEliminare tutti i polloni che si sono sviluppati durante l'inverno. Tagliare tutti i rami secchi e comunque danneggiati. Come regola generale, devono essere lasciate cinque-sei gemme. Potare sempre in corrispondenza delle gemme rivolte verso l'esterno.

    POTATURA DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 40

    Rosai rampicantiPiante giovaniLe rose rampicanti devono essere potate lasciando i rami pi robusti (si lasciano cinque o sei gemme) e tagliando i rami pi deboli.Piante adulteCome gi detto, devono essere generlamente potate in estate, dopo la fioritura. Si tagliano i vecchi rami che hanno fiorito pi di una volta. I rami di un anno devono essere accorciati a due-tre gemme. Tagliare in ogni caso tutti i rametti secondari. Eliminare i fiori appassiti e la vegetazione che fosse nata dalle radici della pianta innestata.

    Rosa rampicante adulta.I rami secondari devono essere tutti potati.Lasciare solo i rami dell'anno pivigorosi e promettenti..

    Rosa rampicante giovane. Deve essere potata asportando o tagliando vigorosamente i rami pi deboli, mentre quelli pi forti vengono accorciati

    POTATURA DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 41

    CIMATURA ROSALa cimatura della rosa quella tecnica con la quale viene asportata la parte superiore di un ramo o fusto e serve per formare la pianta.Lo scopo della cimatura della rosa quello di favorire lo sviluppo delle gemme laterali che di solito vengono inibite dalla gemma principale che si trova in alto. Si possono effettuare due tipi di cimatura:CIMATURA PRECOCE quando il bocciolo fiorale appena formato asportando circa 25 cm di stelo facendo il taglio al di sotto della prima foglia composta da cinque foglioline; in questo modo la pianta di rosa reagisce formando pochi steli. CIMATURA TARDIVA si fa quando il ramo lignificato e la gemma ha le dimensioni di un cece. La cimatura delle rose si effettua allo stesso modo descritto sopra. Con questa seconda cimatura si ottengono getti.

    POTATURA DELLE ROSE

  • LA PROPAGAZIONE DELLE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 42

    Il sistema pi semplice per propagare le rose senz'altro la moltiplicazione per talea, sia perchquesta tecnica facilmente realizzabile anche da un amatore alle prime armi, sia perch pu essere applicata con buoni risultati praticamente a tutte le specie di rosa, dalle specie tipiche alle rose arbustive tradizionali, dalle sarmentose a quelle in miniatura, senza che si verifichino gli inconvenienti legati all'altro grande metodo di moltiplicazione, cio l'innesto. Infatti operare un innesto richiede esperienza ed abilit, tra l'altro, nello scegliere fusti idonei e nel praticare l'incisione nella corteccia. Inoltre, talvolta le piante moltiplicate per innesto possono inselvatichire. In questo caso sotto il punto d'innesto si sono sviluppati germogli, la cui crescita pi veloce rispetto alla parte innestata soprastante. Se questi germogli selvatici prendono il sopravvento causano l'indebolimento e determinano una crescita stentata o persino alla morte della vegetazione superiore, quella sviluppatasi dall'innesto da noi operato.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 43

    LA PROPAGAZIONE DELLE ROSE

    Il periodo migliore per moltiplicare le rose con la tecnica della talea compreso tra le ultime settimane d'agosto e le prime di settembre, anche se alcuni autori sostengono che il periodo di tempo nel quale effettuare le talee si protrae fino ad ottobre, anzi che proprio ottobre il mese pi adatto per la moltiplicazione per talea delle rose. Le talee si prelevano da un ramo semilignificato. Esse devono avere una lunghezza minima compresa tra i 10-15 cm e devono essere abbastanza robuste. E' molto importante rivolgere la nostra attenzione alle modalit con le quali viene effettuato il taglio. Il taglio con il quale vengono preparate le talee deve essere netto e praticato sotto il nodo. Il nodo quella parte del fusto dove troviamo le gemme e le foglie, ed infatti dal nodo che si svilupperanno le radici, una volta che la talea avr attecchito. Le talee, prima di essere impiantate, devono essere private di quasi tutte le foglie, eccetto quelle che si trovano nella parte apicale, che dovranno comunque essere tagliate trasversalmente a meta. Questa operazione permette di ridurre enormemente la traspirazione, ovvero la perdita di liquidi che avviene attraverso le foglie; senza questo artificio la talea si impoverirebbe eccessivamente di liquidi e l'attecchimento potrebbe essere pi difficoltoso. Per ridurre le possibilit di insuccesso consigliabile inoltre trattare le talee con ormoni radicanti. La procedura molto semplice: infatti sufficiente immergere la base delle talee negli ormoni radicanti e procedere immediatamente dopo alla piantagione.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 44

    La piantagione si effettua in contenitori abbastanza profondi perch la talea deve essere interrata per circa 2/3 della sua lunghezza. La piantagione pu essere effettuata indifferentemente in un grande contenitore che ospita un gran numero di talee oppure in vasetti singoli. Le talee dovranno rimanere in questa collocazione dai 12 ai 24 mesi, secondo il grado di sviluppo delle pianticelle. La procedura di espianto sar diversa se le talee sono state coltivate in singoli vasi o insieme in un unico contenitore. Ogni talea che avr attecchito nel proprio vasetto potr essere posta a dimora o collocata in un vaso pi grande direttamente col pane di terra, e non andr incontro ad una crisi di trapianto, dato che l'apparato radicale rimane integro. Questa operazione pu essere effettuata in qualsiasi periodo dell'anno senza alcuna difficolt, appunto perch non viene alterata integrit del pane di terra e delle radici. Invece, quando espiantiamo le talee che hanno attecchito in un unico contenitore, impossibile conservare il pane di terra e l'integrit delle radici a causa del groviglio di radici che si formato nel terreno. Questo il motivo per cui questa operazione dovr essere effettuata necessariamente in inverno, nel periodo di riposo vegetativo.

    LA PROPAGAZIONE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 45

    Il terriccio dove vengono poste le talee di rosa deve possedere requisiti di leggerezza e permeabilit all'acqua. Una composta leggera facilita la radicazione; infatti le radici della pianta penetrano agevolmente in questo substrato mentre un substrato molto compatto rallenterebbe la radicazione e lo sviluppo generale della pianta. Inoltre un substrato leggero facilita la circolazione dell'aria e dell'acqua. La permeabilit all'acqua implica l'assenza di ristagni: l'acqua in eccesso deve defluire via dai fori di scolo del vaso. In un terriccio pesante, ci non si verifica, l'attecchimento delle talee di rosa fortemente pregiudicato, perch si fa concreta la possibilit di marcescenza delle talee. Il terriccio consigliato per le talee di rosa composto da torba e sabbia in parti uguali. Inoltre la torba, avendo un alto potere di assorbimento, assicura alle talee quella umidit necessaria in un periodo stagionale dove le temperature sono molto alte.

    LA PROPAGAZIONE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 46

    Le talee, subito dopo la piantagione, trovano una situazione climatica che non svantaggiosa di per se, ma pu comunque creare loro problemi. L'esposizione alla luce diretta del sole deve essere evitata ponendo il contenitore con le talee in un luogo parzialmente ombreggiato. Questo accorgimento consente di evitare alle talee una eccessiva traspirazione. Infatti esse, non avendo ancora un apparato radicale, non potrebbero assorbire la quantit d'acqua di cui abbisognano, ed esaurirebbero velocemente le sostanze di riserva presenti al loro interno. In queste condizioni lo sforzo richiesto per attecchire sarebbe enorme. L'alta temperatura ambientale che si registra tra la fine di agosto e l'inizio di settembre non oggettivamente un elemento negativo: infatti temperature abbastanza alte facilitano la radicazione delle talee. Per le alte temperature aumentano la possibilit che il terriccio rilasci molta dell'umidit, necessaria alle talee per radicare. Per evitare questo inconveniente sufficiente collocare le talee in un luogo meno esposto ai raggi solari ma sar fondamentale annaffiare le talee molto spesso in modo tale che il terriccio sia costantemente umido.

    LA PROPAGAZIONE DELLE ROSE

  • MALATTIE DELLE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 47

    MALATTIE DELLA ROSA CAUSATE DA FUNGHI

    BOTRITIS CINEREALe foglie della rosa si presentano ricoperte da una caratteristica muffa grigia Questa malattia causata da un fungo, la Botritiscinerea detta anche "muffa grigia" che pu attaccare tutte le parti della pianta.Nel caso pi grave i boccioli fiorali si piegano. talora i petali possono presentare delle piccole macchie brune.Rimedi: poich un fungo molto frequente nelle rose che si manifesta se non si effettuano gli opportuni accorgimenti di disinfezione quando vengono aperte delle ferite nella pianta volontariamente (potatura, ecc.) o involontariamente, bene fare dei trattamenti preventivi oltre che agronomici (eliminazione delle parti colpite dal roseto e fare in modo che nella pianta non ristagni l'acqua) a base di specifici antibotritici quali i Benzimidazoli o i Dicarbossimidici o con fungicidi a pi ampio spettro d'azione quali Diclofuanide, Ttiran ed altri.Dopo la potatura si consiglia di trattare sempre le rose o con l'impiego di Poltiglia bordolese o con i fungicidi indicati sopra.

  • MALATTIE DELLE ROSE

    a cura del prof. Paolo CROCI 48

    TICCHIOLATURALe foglie delle rose si presentano macchiate di nero Questa malattia dovuta ad un fungo la Diplocarponrosae detta "macchia nera". Come conseguenza dell'attacco la pianta di rosa appare defoliata e fortemente indebolita. La malattia si manifesta con numerose macchie sulle foglie da pochi mm a 3 cm, rotondeggianti isolate e via via confluenti di colore viola nerastro. Le foglie colpite alla fine ingialliscono, si accartocciano e cadono prematuramente. La patologia si manifesta anche sui piccioli e sui giovani germogli. Le foglie pi vecchie sono in genere meno sensibili al fungo. Rimedi: come sempre la lotta sia agronomica che chimica: eliminare parti morte della pianta di rosa e dal terreno circostante, evitare i ristagni d'acqua sulla pianta e mantenerla sempre ben aerata. La lotta chimica va effettuata con prodotti quali i Benzimidazoli, Triforine, Clorotalonil, Mancozeb o Maneb. Bisogna ricordare che se non si vuole ricorrere a prodotti chimici ha una certa efficacia anche il trattamento con Bicarbonato di sodio.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 49

    MALATTIE DELLE ROSE

    RUGGINESi manifesta in genere in primavera sui germogli e sui piccioli delle rose: piccole pustule di colore aranciato che provocano la deformazione delle parti colpite. A distanza di un mesetto si osservano nelle parti colpite macchie gialle / rossastre irregolari Rimedi: una prima pratica di lotta consiste nel potare le parti colpite delle rose tempestivamente ed il loro allontanamento dalla pianta e dal terreno.. Se ci non possibile, intervenire d'inverno con prodotti a base di rame in maniera energica o con polisolfuri. Durante il periodo vegetativo o alla schiusa dei boccioli della rosa, si consiglia di effettuare trattamenti con Poltiglia bordolese o Ossicloruri di rame (tenendo comunque presente che i prodotti a base di rame possono macchiare i boccioli e bruciare i petali) o Ditiocarbammati. Molto efficaci sono anche i prodotti sistemici quali Triforine e l'Ossicarbossina. Tenete per presente che questi prodotti vanno prima testati per verificare se la cultivar di rosa che si vuole trattare non sensibile a tali composti chimici.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 50

    OIDIO O MAL BIANCOQuesta malattia provocata da un fungo la Sphaerotheca pannosavar. rosae ed interessa tutte le parti della pianta ma predilige le parti pi tenere. La patina biancastra il micelio del fungo Rimedi: si consiglia in ogni caso di intervenire con prodotti specifici a base di Zolfo, Dinocap, Pirazophos, Propiconazole

    MALATTIE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 51

    PERONOSPORATutte le parti aeree della pianta di rose possono essere attaccate Rimedi: la lotta contro questo parassita deve essere non solo chimica ma possibile impostare anche idonee tecniche colturale che ne limitano l'insorgenza. Infatti, il fungo si sviluppa bene con elevata umidit pertanto opportuno adottare tutti gli accorgimenti per evitare i ristagni idrici . La lotta chimica una volta preventiva con prodotti a base di Diticarbammatied altri si evoluta con l'utilizzo di prodotti sistemici (che entrano in circolo nella pianta) appartenenti al gruppo delle Fenilammidi e del Dimetomorf.

    MALATTIE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 52

    MALATTIE DELLE ROSE CAUSATE DA INSETTI O ACARI

    CICALINASi notano delle macchie chiare sulle foglie e sui germogli delle rose, marmorizzate e sfumate specialmente lungo le nervature e nella parte centrale della foglie ed insetti che saltellanoRimedi: intervenire sulle rose con insetticidi specifici a base di Acefate, Piretro o Diazinone anche se il pi delle volte non opportuno trattare.

    MALATTIE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 53

    AFIDISia sulle foglie che sui germogli della rosa compaiono dei piccoli insetti che saltano e volano. Le foglie, i germogli, i boccioli fiorali risultano deformati e non crescono. Presenza di melata. Se notate sulla pianta di rosa degli insetti che saltellano e volano potrebbe trattarsi di afidi i cosiddetti "pidocchi delle rose" (Macrosiphum rosae L). Osservateli con una lente di ingrandimento e confrontateli con la foto a lato, sono inconfondibili, non ci si pu sbagliare.Rimedi: trattare le rose con antiparassitari specifici facilmente reperibili da un buon vivaista

    MALATTIE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 54

    RAGNETTO ROSSOSe le foglie della rosa iniziano ad ingiallire e successivamente a queste manifestazioni si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo molto probalbilmente in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso e dannoso.Rimedi: aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma (la mancanza di umidit favorisce la loro prolificazione) ed eventualmente, solo nel caso di infestazioni particolarmente gravi, usare un insetticida specifico. Se la pianta non particolarmente grande, si pu anche provare a pulire le foglie della pianta di rosa per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che la pianta delle rose va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone.

    MALATTIE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 55

    MALATTIE DELLA ROSA CAUSATE DA VIRUS

    MOSAICO DELLA ROSALe foglie di rosa si presentano con una sorta di disegno che sembra un mosaico, cloritiche / gialle, maculature anulari, con le nervature pi chiare. Trattasi di un attacco virale. La pi diffusa virosi della rosa dovuta al virus genericamente noto come "Mosaic rose". In genere i fiori della rosa non mostrano decolorazioni ma malformazioni, ritardi nella fioritura, boccioli fiorali pi piccoli della norma. Rimedi: se siamo certi che si tratta di virus (consultate degli esperti), non esiste cura che possa essere fatta in pieno campo. E' necessario asportare le rose colpite ed allontanarle celermente dalle altre piante.

    MALATTIE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 56

    CARENZA DI AZOTOIn caso di carenza di azoto i sintomi principali che la rosa manifesta sono un indebolimento dello sviluppo, foglie con colori giallo-rosso-verde di piccole dimensioni e fiori pi piccoli del normale.

    CARENZA DI FOSFOROLa carenza di fosforo invece provoca un rallentamento della crescita, colore verde scuro delle foglie, radici poco sviluppate e ridotta produzione di fiore.

    CARENZE NUTRIZIONALI DELLE ROSE

    MALATTIE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 57

    CARENZA DI POTASSIOSe noterete che la parte della punta e dei contorni delle foglie della rosa diventano scure, i boccioli e gli steli assumono un colore marrone, si indeboliscono fino ad arrivare alla morte, il problema sar provocato da una carenza di potassio.

    CARENZA DI MAGNESIOAnche la carenza di magnesio pu essere molto dannosa, in questo caso le foglie assumono un colore pi chiaro per poi, col passare del tempo, presentare parti morte con la conseguente caduta precoce. Anche il colore dei fiori risulta meno marcato.

    CARENZA DI CALCIOLa carenza di calcio si manifesta con lingiallimento delle foglie e un rallentamento dello sviluppo della rosa.

    CARENZE NUTRIZIONALI DELLE ROSE

    MALATTIE DELLE ROSE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 58

    CARENZA DI FERROLe foglie pi giovani della rosa presentano delle decolorazioni tra le nervature Questo sintomo molto frequente nei nostri terreni. Trattasi di carenza di Ferro o meglio, il Ferro pu anche essere presente nel terreno ma per diverse ragioni la pianta di rosa non riesce ad assimilarlo: poca aerazione del terreno, eccessi idrici, salinit elevata, eccessi di Mn, Zn, o fosfati, temperature elevate o troppo basse del terreno.Rimedi: somministrare alle rose dei chelati di Ferro alle foglie o al terreno. Ripetere l'operazione nel tempo

    CARENZE NUTRIZIONALI DELLE ROSE

    MALATTIE DELLE ROSE

  • LE ORTENSIE

    a cura del prof. Paolo CROCI 59

    Le Ortensie coltivate pi spesso nei nostri giardini sono l'Hydrangeamacrophylla o l'Hydrangeahortensische, ma una pianta che appartiene ad una famiglia di 80 specie con aspetto diverso, dall'arbustivo al rampicante sempreverdi o a foglie decidue.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 60

    CLIMA E TERRENO

    Le ortensie sono piante generose, forti ed estremamente adattabili. Amano l'ombra, ma crescono bene anche al sole, vivono quasi in ogni tipo di terreno e le uniche due condizioni inderogabili sono un regolare apporto d'acqua ed un buon drenaggio. Una terra grassa e ricca preferibile ad una sabbiosa e povera di humus, che potr comunque andar bene con l'aggiunta di un compost o letame. Le ortensie prediligono terreni acidi. Non temono i rigori dell'inverno e generalmente resistono bene sino ai sei o sette gradi sotto zero.

    LE ORTENSIE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 61

    IMPIANTO DELLE ORTENSIEIl periodo migliore per limpianto ottobre novembre o marzo mescolando torba sub acida a letame maturo.

    IRRIGAZIONENel periodo primaverile-estivo le annaffiature delle ortensie devono essere abbondanti e frequenti, in modo che il substrato sia sempre umido evitando ristagni.E' inoltre consigliabile nebulizzare spesso la chioma (con acqua non calcarea) per creare un ambiente umido congeniale alla pianta, stando per attenti al fatto che un'eccessiva umidit pu favorire lo sviluppo di muffe e parassiti.

    CONCIMAZIONENel periodo primaverile-estivo opportuno concimare la nostra ortensia una volta alla settimana aggiungendo un concime liquido all'acqua d'irrigazione. L'ortensia una pianta che asporta una grande quantit di Potassio. Si calcolato che in media il rapporto di asportazione annuo di N:P.K (Azoto:Fosforo:Potassio) di 1 : 0,7 : 2,3 pertanto consigliabile distribuire un concime che segua questa regola, vale a dire un titolo alto in Potassio.

    LE ORTENSIE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 62

    MOLTIPLICAZIONELe ortensie di propagano per talea. Quando termina la fioritura, si possono prelevare delle talee apicali da rami fioriferi, lunghe circa 10-15 cm.Si raccomanda di tagliare con una lametta o con un coltello affilato per evitare le sfilacciature dei tessuti. Abbiate cura che l'attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti. Dopo aver eliminato le foglie poste pi in basso, si immergere la parte tagliata in una polvere rizogena per favorire la radicazione.Successivamente si sistemano le talee delle vostre ortensie in una composta formata da una parte di terriccio fertile, una di sabbia grossolana.Fate dei buchi con una matita, tanti quante sono le talee fogliari e sistematele come indicato nella foto.

    LE ORTENSIE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 63

    Abbiate cura successivamente di compattare delicatamente il terriccio.La cassetta o il vaso si ricoprono con un foglio di plastica trasparente (o un sacchetto messo a cappuccio) avendo cura di tenere il terriccio sempre leggermente umido (annaffiare sempre senza bagnare la piantina in radicazione con acqua a temperatura ambiente e non calcarea). Ogni giorno togliete la plastica, controllate l'umidit del terreno ed eliminate dalla plastica la condensa. Una volta che iniziano a comparire i primi germogli (dopo circa 40 gg), vuol dire che la talea di ortensia ha radicato. A quel punto si toglie la plastica e si trasferiscono, con lo stesso tipo di terriccio, in piccoli vasi di terracotta (se le avete fatte radicare in cassette) di 10 cm di diametro, che si collocano all'aperto e all'ombra, ma al riparo dal freddo e dalle correnti d'aria.

    LE ORTENSIE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 64

    il colore dei fiori delle ortensie pu cambiare in base al ph del terreno che ospita la pianta: nei terreni pi acidi (con pH compreso fra 5,00 e 5,5) i fiori della gran parte delle variet di ortensie sono blu, mentre in quelli con pH compreso fra 5,5 e 6,5 sono di colore malva o rosso magenta e in quelli pi alcalini (con pH fra 6,5 e 7) sono di colore rosa.Il colore delle piante pu per variare anche in funzione dellutilizzo di alcuni fertilizzanti o dellaggiunta di sali minerali; ne consegue che possiamo noi stessi indurre queste variazioni aggiungendo al terreno le sostanze giuste. Vediamo come:

    Dal rosa al bluSe vogliamo cambiare il colore delle ortensie da rosa a blu ci baster somministrare con lacqua delle bagnature 125-200 grammi di zolfo bagnabile per metro quadrato. Allo stesso scopo utile mischiare al terriccio una certa quantit di torba acida. In alternativa possibile irrigare, nei mesi di marzo, aprile e maggio, con solfato di alluminio (1,5-3 grammi ogni litro di acqua), metodo, questultimo, che permette di ottenere pi velocemente il risultato voluto. Per mantenere il terreno acido utilizzate fertilizzanti a basso contenuto di fosforo e ad elevato tenore di potassio e azoto.

    LE ORTENSIE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 65

    Dal blu al rosaPer cambiare il colore delle ortensie dal blu al rosaoccorre invece aggiungere al terriccio una soluzione di calce spenta (1,5-3 grammi per litro di acqua) o di dolomite (200 grammi per metro quadrato) nei mesi di marzo, aprile e maggio. Attenzione per a non esagerare con le dosi; uneccessiva alcalinit del terreno potrebbe causare clorosi di fiori e foglie.Per mantenere il terreno alcalino utilizzate un fertilizzante ad alto contenuto di azoto.In entrambi i casi gli interventi descritti dovranno sempre interessare il terreno; non bisogna mai spruzzare foglie e fiori con le soluzioni indicate, pena il loro danneggiamento.Quanto detto non vale per per le ortensie di colore bianco, che non possono cambiare colore.

    LE ORTENSIE

  • LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

    a cura del prof. Paolo CROCI 66

    Hydrangea arborescensGrandifloraAltezza: raggiunge circa i 150 centimetriFoglia: verde brillante, ovale, ruvida sul lato superiore, margine seghettatoFioritura: abbondante, da giugno a settembreInfiorescenza: bianco puro, convessa, taglia medio-piccolaOltre alla moltitudine di fiori ed al lungo periodo di fioritura ha il vantaggio di essere molto resistenze, sia al gelo che ai periodi pi asciutti.

    Fiorendo sulla vegetazione dellanno, consente ampi margini di potatura: potature drastiche (20-30 centimetri da terra) daranno cespugli compatti e tondeggianti con fiori globosi di notevoli dimensioni, mentre potature meno severe porteranno ad un cespuglio pi alto, con pi fiori ma pi piccoli.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 67

    Annabelle

    Altezza: raggiunge il 120 centimetri circaFoglia: ovale, sottile e liscia, margine seghettatoFioritura: dalla fine giugno ai primi freddiInfiorescenza: bianca, globosa, grande taglia, giraal verde certosino alla fine dell'estate.Probabilmente la pi bella cultivar di arborescensconosciuta fino ad oggi. Spettacolare per gli enormi fiori tenuti comunque ben eretti dai forti rami, talvolta rossicci. Le dimensioni delle infiorescenze possono essere facilmente controllale con un'adeguata potatura (semplice la regola: minore la potatura, pi piccoli i fiori). Arbusto vigoroso (la distanza tra i nodi pu raggiungere i 20 cm o pi), dal portamento sciolto, necessita di adeguati spazi per mostrarsi in tutto il suo splendore.

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 68

    Hydrangea Paniculata

    Tardiva

    Altezza: intorno ai 200 centimetriFoglia: piccola, ovale, setolosa, margine seghettatoFioritura: dalla fine di luglio ai primi freddiInfiorescenza: paniceli formati da fiori fertili e sterili, concentrati questi ultimi verso la base del panicelo e composti dai quattro sepali bianchi sovrapposti.Hydrangea dalla fioritura molto tarda, tuttavia differente a seconda delle zone e fasce climatiche, che raggiunge l'apice a met settembre e continua, diminuendo, sino ad ottobre. I fiori, bianchi, si colorano di rosa-crema con il procedere della stagione. Sconosciute le origini.

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 69

    GrandifloraAltezza: raggiunge i 300 centimetriFoglia: ovale, verde scuro, seghettatura ai marginiFioritura: da giugno a settembreInfiorescenza: a forma di pannocchia, bianca, si tinge di uno splendido rosa antico verso la fine della fiorituraHydrangea di notevole bellezza proprio per le grandi ed abbondanti infiorescenze a grappoli lunghi anche trenta centimetri, che appaiono formate di soli fiori sterili, composti di quattro sepali sovrapposti e di forma ellittica. In realt la frequente presenza di api intorno a questi ci rivela l'erroneit della prima impressione: ad un esame pi attento non sfuggir infatti l'esistenza di numerosi fiori fertili, anche se celati dagli sterili. Pu essere lasciata crescere come un grosso e vigoroso cespuglio, oppure essere regolarmente potata ottenendo un numero minore di infiorescenze ma di taglia pi grande. Probabilmente la pi popolare tra le paniculate, il rosa antico dei suoi fiori aggiunge un che di prezioso ai colori autunnali dei giardini

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 70

    H.paniculata fa parte del gruppo degli arbusti spoglianti che fioriscono sulla vegetazione dellanno: potandoli allinizio della primavera produrranno getti vigorosi che fioriranno in estate. Condizione essenziale una potatura a fine inverno-inizio primavera, in modo che i rami fioriferi abbiano molto tempo a disposizione per svilupparsi: questa potatura pu consistere semplicemente nel taglio fino a 2-3 gemme dalla base di tutta la vegetazione il che garantir un cespuglio alto fino ad 1 metro con meno infiorescenze di dimensioni pi grandi; in alternativa si pu lasciar crescere unimpalcatura legnosa fino alla altezza desiderata per poi potare la vegetazione in prossimit dellimpalcatura ogni primavera, ottenendo delle forme di allevamento pi alte. Possiamo anche non intervenire assolutamente con la potatura e lasciare la pianta libera di assumere una ampia ed alta forma arbustiva, ma nel tempo larbusto si trasformer in un cespuglio scompigliato e pieno di ramoscelli con conseguente deterioramento della quantit e qualit dei fiori: potremo tuttavia intervenire con la potatura per riordinarlo affidandosi alla notevole versatilit di queste piante.

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 71

    Hydrangea Macrophylla Nana

    PiaAltezza: dai 40 ai 50 centimetri circaFoglia: verde scuro, ovale, margine seghettato, si tinge di rosso-marrone inautunnoFioritura: giugno- settembreInfiorescenza: globosa, rosa brillante.Hydrangea dalle origini sconosciute, tra le pi piccole della specie, molto usata, in roccaglie. I fiori sterili, composti da tre o quattro sepali serrati e sovrapposti, sono ammassati a formare infiorescenze vistose, che costituiscono notevoli macchie di colore. Cos chiamata in onore di Pia de Tolomei, noto personaggio della Divina Commedia.

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 72

    Hydrangea Serrata

    Blue BirdAltezza: raggiunge i 150 centimetriFoglia: ovale, acuminata, margine seghettatoFioritura: continuata, da giugno ad ottobreInfiorescenza: lacecap, sepali interi blu o rosa a seconda dell'acidit o meno del terreno e corimbi di fiori fertili, anch'essi viranti al blu o al lilla.

    Cespuglio originario del Giappone, di media taglia, altamente decorativo, sia per la possibilit di modificarne il colore (attraverso il controllo del ph del terreno) sia per la variopinta "coreografia" offerta dalle foglie, con il loro verde brillante che si tinge di un grazioso rosso-marrone sulla punta. Questa hydrangea, i cui fiori emanano un delicato profumo, predilige le posizioni ombrose.

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 73

    Per quel che riguarda le H.macrophylla e H.serrata, che fioriscono sul legno dellanno precedente, ci si limita ad una ripulitura del secco, alla eliminazione degli steli pi deboli ed alla rimozione dei fiori secchi tagliando sopra lultima coppia di gemme, che sono quelle che porteranno i fiori nella stagione successiva: lopinione comune che il vecchio fiore non andrebbe tolto fino a primavera perch si pensa che esso protegga il nuovo germoglio; tuttavia le lacecap perdono quasi tutti i loro fiori con il gelo invernale.E anche buona abitudine, nelle piante gi di 5 o 6 anni di et, eliminare circa un terzo dei fusti tagliandoli a livello del suolo, scegliendo quelli pi vecchi che generalmente sono pi contorti e molto ramificati: questa potatura serve per promuovere il rinnovo graduale della pianta, per avere infiorescenze pi grandi, per dare pi luce ed aria allinterno, riducendo i rischi di attacchi da parassiti fungini..

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 74

    Hydrangea Quercifolia

    Temiessee CloneAltezza: intorno ai 200 centimetriFoglia: ondulata e lobataFioritura: da agosto a settembre inoltratoInfiorescenza: irregolare, allungata e bombata, composta da numerosi fiori sterili a sepali molto ondulati di color bianco che sfuma in un verde pallido

    Cespuglio originario del Tennessee il cui nome ancora provvisorio, presenta nei primi anni di vita un portamento prostrato per cui consigliabile un tutore. Splendida pianta dalla fioritura copiosa.Fiorendo solo sulle gemme apicali differenziate nella stagione precedente, assolutamente da evitare la potatura nel periodo invernale; se proprio volete contenerle o riformarle, intervenite subito dopo la fioritura (fine luglio).

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 75

    Hydrangea Aspera

    Macrophylla

    Altezza: intorno ai 300 centimetriFoglia: verde scuro, ellittica,margine cigliatoFioritura: giugno-settembreInfiorescenza: convessa, numerosi fiori fertili viola al centrocircondati, appena pi in basso, dagli sterili bianco rosati (lacecap)

    Caratteristico cespuglio con grandi foglie, vellutate su entrambi i lati. Di notevoli dimensioni, sia per l'altezza che per la larghezza, necessita di posizioni ombrose ed ampi spazi, cui conferisce un aspetto

    Queste due specie, entrambe della Sottosezione Asperae, non amano potature severe in inverno, pena la perdita di buona parte della fioritura. Meglio, limitarsi ad una potatura di ripulitura e riordino leggero alla ripresa vegetativa, eliminando soprattutto i rami danneggiati dal freddo invernale.

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 76

    Hydrangea Rampicante

    Petiolaris

    Altezza: in condizioni ottimali raggiunge i 25 metri.Foglia: lucida, ovale, margine seghettato.Fioritura: abbondante da giugno, ma se la stagione particolarmentesecca i fiori non durano molto, normalmente tre settimaneInfiorescenza: di forma irregolare, leggermente bombata, i bianchi fioristerili sono innalzati sopra i fertili color avorio da lunghi peduncoli.Bellissimo rampicante a foglia decidua, robusto, non ha particolari esigenze in fatto di posizione o terreno e supera freddi anche molto intensi. Adatto ai piedi di grandi alberi (tollera anche la piena ombra), pu essere usato come tappezante o contro muri, ai quali aderisce come l'edera con radici aeree. Le infiorescenze, traforate come merletti, si aprono in giugno-luglio tra foglie cuoriformi verde tenero, e persistono a lungo in posizioni di mezza ombra.La manutenzione semplice e spesso si riduce, su esemplari adulti e ben sviluppati, ad uneventuale potatura di contenimento subito dopo la fioritura, che generalmente abbastanza precoce (maggio-giugno).Le potature invernali implicano la rimozione delle gemme a fiore, che la pianta ha differenziato lanno precedente.

    LE ORTENSIEVARIETA E POTATURA

  • MALATTIE DELLE ORTENSIE

    a cura del prof. Paolo CROCI 77

    Malattie fungineMuffa grigiaSintomi: i boccioli non riescono a fiorire; presenza di macchie gialle sulla foglia.Cure: potare le parti attaccate dalla muffa ed utilizzare antifungini specifici reperibili presso i negozi specializzati.Prevenzione: Assicurarsi di avere un buon drenaggio dellacqua e fare attenzione a non bagnare le foglie con lacqua.

    OidioSintomi: presenza di muffa bianca su germogli, foglie, rami.Cure: antifungini a base di zolfo reperibili presso negozi specializzati seguiti a potatura delle parti infette.Prevenzione: fare molta attenzione alla frequenza delle irrigazioni e controllare che il drenaggio dellacqua sia sufficiente.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 78

    Malattie da parassitiAfidiSintomi: presenza di insetti verdi sui boccioli, boccioli che non riescono a fiorire, indebolimento generale della pianta, presenza di melata , sostanza di rifiuto degli afidi, che favorisce la formazione di muffe che si solidificano formando una crosta nera sulle foglie.Cure: si combattono con un antiparassitario specifico acquistabile presso fiorai o negozi specializzati. Dopo il trattamento si lavano via le incrostazioni dalle foglie usando un sapone specifico per piante, reperibile in negozi specializzati.

    Acari e ragnetto rossoSintomi: Le foglie presentano macchie molto piccole di color ruggine e piccole ragnatele tra i rami. Le foglie ingialliscono ed i fiori appaiono danneggiati.Cure: procurarsi un antiparassitario specifico presso fiorai o negozi specializzati e seguire le istruzioni.Prevenzione: fare molta attenzione durante le potature ad evitare di lasciare filamenti sui rami. Utilizzare sempre forbici o cesoie disinfettate e ben affilate e fare tagli netti ed obliqui.

    MALATTIE DELLE ORTENSIE

  • a cura del prof. Paolo CROCI 79

    CARENZE E SQUILIBRI

    Foglie che diventano marroni lungo i margini e tendono ad arricciarsiQuesta sintomatologia indice di annaffiature insufficienti.Rimedi: regolare le annaffiature.

    Ingiallimento pi o meno diffuso tra le nervature delle foglie accompagnato da scarso sviluppo e clorosi dei germogliIn genere dovuto ad un eccesso di calcare nel terreno, che a sua volta impedisce la corretta assimilazione del ferro e del manganese (componenti fondamentali della clorofilla, il pigmento verde delle foglie). Rimedi: opportuno utilizzare dei terricci leggermente acidi (ricchi di torba) e acqua non calcarea; utile somministrare anche del solfato di ferro e manganese o anche dei composti chelanti (che permettono l'assimilazione del ferro) come il Sequestrene.

    MALATTIE DELLE ORTENSIE

  • I GERANI

    a cura del prof. Paolo CROCI 80

    Geranio Zonale:Questa la variet pi diffusa; facilmente riconoscibile in quanto caratterizzata da portamento eretto, fusti tondi e carnosi con foglie grandi e tondeggianti, che presentano al loro interno una zona pi scura, da cui deriva il nome zonale.

    Geranio Edera sempliceQuesta variet molto utilizzata per larredo di balconi e terrazze, proprio perch, anche in condizioni estreme (poca terra, esposizione a sole pieno e frequenza non ottimale delle irrigazioni), essa riesce a darci delle splendide fioriture. Il nome edera da attribuire a due motivi: il primo relativo al portamento pendente che assume la pianta; il secondo, invece, dovuto alla somiglianza della foglia, anche se questa, nel caso del geranio, pi piccola e pi tondeggiante. Le colorazioni classiche sono il rosso, il rosa ed il lilla; ultimamente in commercio ci sono delle variet che hanno il fiore bianco e bianco screziato di rosa. Questo geranio rimane sicuramente una delle piante pi belle e generose per i nostri balconi.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 81

    Geranio Edera doppio:Molto simile a quello semplice, sia per portamento che per esigenze, il Geranio Edera doppio ottenuto con un incrocio tra quello edera semplice e quello zonale. A seconda della variet, si possono trovare piante pi simili a una o allaltra specie. Meno vigoroso delledera semplice, il G. Edera doppio presenta fiori doppi con una gamma di colori veramente vasta; le foglie sono pi carnose e presentano delle zone pi scure come lo zonale.

    Geranio Imperiale:Questo geranio si sviluppa soprattutto in altezza e presenta un portamento eretto, una grande quantit di foglie (molto fitte) ed una fioritura abbondante. I fiori sono molto grossi ed il loro colore varia dal bianco al viola; il fiore , inoltre, screziato e presenta molte sfumature.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 82

    Geranio Odoroso:Queste piante si contraddistinguono per il profumo che emanano; il portamento, che generalmente eretto, non per compatto come nello zonale. La colorazione della foglia dipende dal tipo di variet. La fioritura meno generosa rispetto alle altre specie. Per quanto riguarda le profumazioni possiamo dire che solitamente esse variano dalla menta al limone, ma ultimamente se ne sono state selezionate anche

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 83

    I GERANIEsposizioneTutti i gerani vegetano bene al sole ma le variet imperiali e zonali anche allombra, in zone per molto luminose. Uno dei principali sintomi della mancanza di luce la formazione di una grande quantit di foglie e fusti a discapito della fioritura. Lesposizione va scelta in base alla posizione geografica in cui ci troviamo. Pi esattamente, nelle regioni di montagna lideale lesposizione a sud; nel resto dItalia opportuno, invece, prediligere zone a sud-est, per evitare che il sole del pomeriggio ustioni le foglie. Terreno In commercio ci sono ormai una grande quantit di terricci, pi o meno specifici per gerani. Il terriccio ideale per il geranio composto da un miscuglio di torba bionda e torba bruna, debitamente corrette, per portare il ph del terriccio attorno a 6.2; con laggiunta di argilla, inoltre, si fa in modo che, anche nei periodi pi caldi, la pianta abbia una buona riserva dacqua.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 84

    I GERANI

    VasiI vasi devono essere scelti in relazione al tipo di geranio che andremo a piantare. Per le variet zonali consigliato una vaso che rispetti la forma della pianta, quindi cassette ovali o vasi rotondi; le dimensioni variano in base alla pianta, da un minimo di 16-18 cm di diametro fino a oltre 35 cm per le piante pi grandi. Per le variet pendenti sono consigliate delle cassette che abbiano una profondit di almeno 18-20 cm, le piante andranno collocate a distanza di circa 20 cm le une dalle altre (cassette 40cm 2 gerani, cassette 60cm 3 gerani). Nei vasi penduli, che non devono essere inferiori ai 16 cm, va messa a dimora una sola pianta.

  • a cura del prof. Paolo CROCI 85

    ConcimazioneLa concimazione di base molto importante per il geranio. Le migliori soluzioni derivano da un giusto rapporto tra sostanza organica (humus, letame molto vecchio) e un concime a cessione controllata . E opportuno ripetere la somministrazione di sostanza organica anche a met del ciclo vegetativo, dopo circa 3-4 mesi. La frequenza delle concimazioni liquide fondamentale; per avere dei bei gerani, lideale sarebbe apportare il giusto nutrimento ogni volta che si annaffiano le piante, questo per dare loro una continuit nella crescita e nella fioritura e per evitare il rischio di procurare stress alla pianta a causa di uneccessiva concimazione. E importante, infine, prediligere concimi con una bassa concentrazione dazoto, diluire il concime, in modo che risulti meno concentrato rispetto alle indicazioni riportate sulla confezione, ed aumentare la frequenza delle concimazioni.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 86

    IrrigazioneI gerani sono piante da clima arido e per questo motivo soffrono molto di pi il ristagno idrico che non la siccit; evitare quindi il sottovaso sempre pieno dacqua. Durante il periodo vegetativo irrigare in modo regolare le piante, avendo cura di far asciugare bene la terra tra unirrigazione e laltra. Nel periodo che va da giugno a settembre la frequenza dellirrigazione sar giornaliera e si prediligeranno le ore del mattino. Nel periodo autunnale si sospenderanno le annaffiature.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 87

    Conservare i gerani nel periodo invernale La scelta delle modalit per conservare i gerani va fatta in relazione alla regione nella quale si vive. Al nord le piante devono essere ritirate come segue: sospendere lannaffio e la concimazione 15-20 giorni prima di ritirarli; al momento del ritiro tagliare quasi tutta la parte aerea, per facilitare la formazione di nuovi rami giovani; irrigare saltuariamente avendo cura che il terriccio non sia mai fradicio dacqua. Con linizio della bella stagione, si consiglia di tagliare le radici vecchie e rovinate, cambiare il terriccio, portare le piante allesterno, cominciare a concimare ed irrigare e, dopo 15-20 giorni, spuntare i nuovi germogli ed eliminare i rami vecchi.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 88

    Moltiplicazione Dopo un paio di anni le piante sono ormai esaurite e quindi opportuno sostituire le vecchie con delle piante nuove. La cosa pi semplice quella di andare in un garden a comprarle, anche per cambiare colore e variet. Ma, se siamo affezionati a quel colore o a quel tipo di fiore, si possono ricavare dai vecchi gerani delle talee, che riproducono delle piante uguali a quelle vecchie. Le talee di geranio radicano molto facilmente e le operazioni da effettuare sono semplici: nelle giornate miti, quando la temperatura varia dai 16 gradi ai 24 gradi, prelevare, con una forbice ben affilata, la parte apicale della pianta (la grandezza della talea deve variare tra i 5 e i 15 cm, a seconda della variet del geranio); successivamente eliminare le foglie basali ed immergere la parte del taglio negli ormoni radicanti; collocare, poi, la talea in un terriccio ben drenato e molto leggero, che faciliter la radicazione. E, infine, consigliabile vaporizzare le talee appena piantate con dellacqua, servendosi di uno spruzzino, in modo tale da diminuire levaporazione. Il terriccio dovr essere sempre umido ma mai bagnato; dopo circa 20-30 giorni la piantina pu essere trapiantata.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 89

    MALATTIE FUNGINEMarciume del colletto (Pythium spp.)Questa malattia, che attacca quasi esclusivamente talee o piante molto giovani, dovuta al fungo Pythium che prolifera per leccesso di acqua, per la temperatura del terriccio troppo bassa, per umidit eccessiva o per ristagni di acqua. Si manifesta con una fascia nera alla base del gambo. Intervenire con Propamocarb (Previcur).

    - Muffa grigia (Botrytis cinerea)Questa malattia si manifesta come una muffa grigia che copre varie parti della pianta, ma anche foglie e fiori caduti sul terreno; le foglie presentano macchie a V e lo stelo si necrotizza. Le cause sono la troppa umidit, il drenaggio insufficiente e la mancanza di ventilazione.Evitare lumidit eccessiva sia del terriccio che dellambiente, tenere le piante ben distanziate e, in periodo di concimazioni, dare un concime ricco di potassio e scarso di azoto. Intervenire con prodotti a base di Iprodione.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 90

    MALATTIE FUNGINE- Ruggine (Puccinia pelargoni zonali) Questa malattia attacca esclusivamente i pelargoni zonali e si presenta con macchie gialle sulle foglie che corrispondono, nella pagina inferiore, a punti color ruggine; favorita dalle temperature che si aggirano sui 20 gradi. Si contrasta linfezione tagliando ed eliminando le foglie colpite e irrorando prodotti a base di Bitertonol (Baycor).

    - Marciume basale delle talee (Rhizoctonia solani)Questa malattia favorita da unalta umidit e salinit nel terriccio. La pianta rallenta lo sviluppo, le foglie appassiscono e lo stelo annerisce. Trattare con prodotti a base di Tolciofos-methyl.

    - TracheomicosiQuesta malattia spesso viene confusa con lattacco della cacyreusmarshalli: le foglie della pianta ingialliscono, il geranio deperisce e il fusto si annerisce. Ad attaccare la pianta per non un parassita animale, ma uno vegetale, il Verticillum albo-atrum. Trattare preventivamente con Benomyl e Carbendazim.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 91

    MALATTIE BATTERTICHE

    -Galle (Corynebacterium fascians)Si presentano sotto forma di rigonfiamenti tondeggianti, si possono vedere a livello del terreno ma anche sul fusto dove vi sia stato un taglio o una ferita. Sono i pelargoni zonali ad essere colpiti pi frequentemente da questa patologia. Evitare leccesso di umidit.

    - Batteriosi (Xanthomonas campestris pv pelargonii)Lorigine di questa malattia la diffusione di materiale infetto. Le foglie presentano zone triangolari gialle fra le venature pi grosse, ne deriva un appassimento "ad ombrello" dei bordi fogliari. Il fusto si necrotizza. Eliminare velocemente le piante infette, trattare con prodotti a base di rame.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 92

    INSETTICOCCINIGLIAMacchie brune sulla pagina inferiore delle foglie potrebbero significare che siete in presenza di Cocciniglia ed in particolare della Cocciniglia bruna. Per essere certi, si consiglia di fare uso di una lente di ingrandimento e si osservano. Confrontatele con la foto al lato. Sono caratteristiche, non ci si pu sbagliare. Inoltre se provate a toglierle con un'unghia, vengono via facilmente. Rimedi: toglietele con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o se la pianta grande ed in vaso, potete lavarla con un acqua e sapone neutro strofinando molto delicatamente con una spugna per rimuovere i parassiti, dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone. Per le piante pi grandi e piantate all'aperto, potete usare degli antiparassitari specifici reperibili da un buon vivaista.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 93

    INSETTICOCCINIGLIA FARINOSAMacchie sulla pagina inferiore delle foglie potrebbero significare che siete in presenza di Cocciniglia farinosa. Per essere certi, si consiglia di fare uso di una lente di ingrandimento e si osservano. Confrontatele con la foto al lato. Sono caratteristiche, non ci si pu sbagliare. Inoltre se provate a toglierle con un'unghia, vengono via facilmente. Rimedi: toglietele con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o se la pianta grande ed in vaso, potete lavarla con un acqua e sapone neutro strofinando molto delicatamente con una spugna per rimuovere i parassiti, dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone. Per le piante pi grandi e piantate all'aperto, potete usare degli antiparassitari specifici reperibili da un buon vivaista.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 94

    INSETTIRAGNETTO ROSSOSe le foglie iniziano ad ingiallire e successivamente a queste manifestazioni si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso e dannoso.Rimedi: aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma (la mancanza di umidit favorisce la loro prolificazione) ed eventualmente, solo nel caso di infestazioni particolarmente gravi, usare un insetticida specifico. Se la pianta non particolarmente grande, si pu anche provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone.

    I GERANI

  • a cura del prof. Paolo CROCI 95

    INSETTIAFIDESe notate dei piccoli insettini mobili di colore bianco-giallastro-verdastri siete quasi sicuramente in presenza di afidi o come comunemente sono chiamati "pidocchi". Osservateli con una lente di ingrandimento e confrontateli con la foto a lato, sono inconfondibili, non ci si pu sbagliare.Rimedi: trattare la pianta con antiparassitari specifici facilmente reperibili da un buon vivaista.

    I GERANI

  • LE PIANTE IN GIARDINO

    a cura del prof. Paolo CROCI 96

    Questo tipo di arbusto necessita di un clima mite per essere coltivato all'aperto, poich teme le gelate, soprattutto se prolungate e di forte intensit; quindi nelle zone con inverni molto rigidi le mimose vengono coltivate in vaso o in serra fredda. Necessitano comunque di un buon terreno fresco, ben drenato ma non sassoso o sabbioso; prediligono un buon terriccio universale ricco, mescolato con del concime organico e con piccole quantit di pietra pomice, che garantisce il rapido defluire dell'acqua.Si tratta di un arbusto che in natura raggiunge tranquillamente i 4-5 metri di altezza, quindi gli esemplari coltivati in vaso andranno posti in contenitori ampi e capienti, e potati regolarmente dopo la fioritura, per evitare uno sviluppo eccessivo.Necessitano di annaffiature regolari e frequenti, che mantengano il terreno sempre leggermente umido; quindi da marzo a ottobre le annaffiature saranno molto frequenti, ed intensificheremo la fornitura d'acqua durante i mesi pi caldi dell'anno. Durante i mesi autunnali e invernali invece le annaffiature possono essere quasi nulle, anche se bene controllare il terreno ai piedi della pianta per evitare che rimanga asciutto per periodi di tempo eccessivamente prolungati. Le mimose infatti temono la siccit, dovremo quindi evitare che la pianta rimanga completamente all'asciutto, soprattutto durante i mesi caldi, ma anche in inverno; facciamo particolare attenzione agli esemplari coltivati in vaso, poich il terreno in esso contenuto pu prosciugarsi completamente in un lasso di tempo assai breve.Cure particolariCome detto prima se necessario le mimose vengono potate dopo la fioritura, anche se gli esemplari coltivati in piena terra in genere vengono lasciati crescere senza potature; per quanto riguarda le mimose coltivate in vaso invece una potatura annuale necessaria, per evitare che con l'andare del tempo l'arbusto si svuoti nella parte inferiore del fusto.Queste piante sono abbastanza resistenti alle malattie, ma talvolta vengono attaccate dagli afidi o dagli acari; in genere una vaporizzazione della chioma con acqua e sapone molle pu essere sufficiente a scongiurare la presenza di parassiti.Ricordiamo di arricchire periodicamente il terreno in cui coltiviamo la nostra mimosa; per quanto riguarda le piante poste in piena terra ogni fine inverno spargeremo ai piedi della mimosa del concime organico ben maturo, o anche del concime granulare a lenta cessione, zappando leggermente il substrato. Invece alle mimose coltivate in vaso possiamo fornire del concime per piante da fiore, ogni 12-15 giorni, da marzo a ottobre, mescolato all'acqua delle annaffiature.

    MIMOSA

  • a cura del prof. Paolo CROCI 97

    ACERO PALMATO

    Si tratta di alberi ben adattati alla coltivazione in Italia, prediligono posizioni soleggiate, o semiombreggiate, possibilmente ai piedi di arbusti pi alti, in modo che godano della protezione delle piante pi alte. Non temono il freddo, anche se consigliabile posizionarli in luogo non battuto dal vento.Prediligono terreni ricchi e sciolti, molto ben drenati, senza eccessive richiesti in termini di ph; le giovani piante da poco a dimora necessitano di annaffiature regolari durante la primavera e l'estate, da fornire non appena il terreno sia ben asciutto; evitiamo di annaffiare in inverno, quando la pianta in completo riposo vegetativo,e riprendiamo non appena vediamo gonfiarsi i germogli. Quando il nostro acero a dimora da alcuni anni possiamo aspettarci che si accontenti dell'acqua fornita dalle precipitazioni, anche se il caso di intervenire quando la siccit estiva si prolunga per molti giorni.Non amano particolarmente il caldo molto intenso, asciutto ed afoso, quindi se viviamo in una zona con clima estivo torrido posizioniamo il nostro acero in luogo semiombreggiato, in modo che ogni giorno abbia qualche ora di refrigerio dal caldo.Si coltivano anche in vaso, visto che non producono un apparato radicale cospicuo; ovviamente gli esemplari coltivati in vaso necessiteranno di un poco pi di cure rispetto ai cugini posti in piena terra.Gli aceri palmati sono molto apprezzati anche come bonsai.

    LE PIANTE IN GIARDINO

  • a cura del prof. Paolo CROCI 98

    CORBEZZOLO

    I corbezzoli prediligono pozioni ben soleggiate, soprattutto nelle regioni con inverno rigido; possono sopportare temperature inferiori allo zero, e anche gelate prolungate e di entit abbastanza intensa. Nelle zone dove gli inverni sono veramente molto freddi, in montagna ad esempio, consigliabile proteggerli durante le settimane pi fredde dell'anno, per evitare che il fogliame ed i fiori vengano danneggiati. Questi arbusti necessitano di un buon terriccio fresco, profondo e ricco di materia organica; quindi quando li poniamo a dimora ricordiamo di preparare la buca mescolando al terreno dello stallatico ben maturo, ed anche un pochino di sabbia e del terriccio per piante acidofile; soprattutto se abbiamo un terreno molto argilloso o eccessivamente compatto. Cure colturaliQuesti arbusti sono abbastanza facili da coltivare, soprattutto perch nella nostra penisola vivono anche allo stato selvatico; in giardino pu capitare che non trovino sufficiente spazio per allargare le loro radici, quindi importante controllare che in estate ricevano una buona quantit d'acqua, se le condizioni climatiche sono particolarmente siccitose. Quindi se non piove per almeno 18-25 giorni forniamo all'arbusto gi sviluppato una buona quantit d'acqua, addizionata a del concime per piante verdi. Gli esemplari giovani, da poco posti a dimora, andranno invece annaffiati con maggiore regolarit, da maggio a settembre, ogni 10-15 giorni. Evitiamo per di posizionare il nostro corbezzolo in una zona molto umida o con terreno inzuppato d'acqua.Le potature vanno effettuate con molta attenzione, infatti per tutto l'arco dell'anno la pianta presenta fiori o frutti; quindi se necessario andremo a potare le ramificazioni che non portano fioritura.

    LE PIANTE IN GIARDINO

  • a cura del prof. Paolo CROCI 99

    Generalit: arbusto a foglie caduche originario dell'Asia centro-meridionale, che raggiunge i 150-200 cm di altezza. I fusti sottili hanno portamento eretto, ramificano abbondantemente con il passare degli anni; hanno corteccia verde, che diviene di colore rosso-marrone in inverno, quando la pianta ha gi perso tutte le foglie. Le foglie sono ovali, o lanceolate, di colore verde chiaro; esistono numerose cultivar, anche con foglia variegata, come C. alba elegantissima; in autunno sfoggiano una colorazione accesa, rossa o aranciata. In primavera inoltrata producono grappoli di piccoli fiori bianco-crema, seguiti da bacche di colore bianco o bluastro. I cornus alba producono numerosi succhioni basali, che spesso hanno colorazione pi intensa dei fusti pi vecchi, quindi consigliabile non estirparli tutti.Esposizione: preferisce posizioni soleggiate nei luoghi con estati non troppo calde, altrimenti gradisce luoghi leggermente ombreggiati nelle ore pi calde della giornata. Non teme il freddo invernale.Annaffiature: nel periodo vegetativo, da marzo a ottobre, necessita di abbondanti annaffiature, attendendo comunque che il terreno asciughi tra un'annaffiatura e l'altra, nei mesi freddi le annaffiature possono essere sospese, per permettere alla pianta di entrare in riposo vegetativo. Pu sopportare senza problemi brevi periodi di siccit, soprattutto se la pianta a dimora gi da alcuni anni. In primavera bene interrare del concime organico ai piedi della pianta.Terreno: ama particolarmente i terreni sciolti, fertili e abbastanza drenati, leggermente acidi; nel porlo a dimora bene ricordare di preparare un ampia buca, che va riempita sul fondo con argilla espansa o altro materiale drenante, quindi coprire con un miscuglio di terriccio bilanciato, terriccio di foglie e poca sabbia. In genere comunque i cornus alba dimostrano di potersi sviluppare senza problemi anche nella comune terra da giardino.Moltiplicazione: in primavera o all'inizio dell'estate si possono praticare talee semilegnose; in primavera anche possibile propagare il cornus alba per semina, utilizzando i semi dell'anno precedente.Parassiti e malattie: viene frequentemente colpito dalla cocciniglia e dai ragnetti rossi, pu ammalarsi di mal bianco.

    CORNIOLO

    LE PIANTE IN GIARDINO

  • a cura del prof. Paolo CROCI 100

    AUCUBA JAPONICA

    Esposizione: questa pianta preferisce le posizioni semiombreggiate, e teme i luoghi in pieno sole; non teme il freddo, anche se consigliabile tenerla al riparo dai freddi venti invernali, per evitare che temperature troppo basse rovinino le foglie esterne.Annaffiature: le aucuba sopportano senza problemi brevi periodi di siccit e temono il terreno troppo bagnato, per ottenere una pianta con uno sviluppo rigoglioso bene per annaffiarla con regolarit, soprattutto nel periodo che va da marzo a ottobre. In inverno si consiglia di annaffiare sporadicamente