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Age Diversity
Corso: Diversity Management e Cambiamento OrganizzativoUnità: 3
Docente: Marcella Mallen
COSA DICONO I NUMERI
L’IMPATTO SUL MERCATO DEL LAVORO
GENERAZIONI A CONFRONTO
VALORIZZARE IL GENERATION MIX
L’ETA’ IN AZIENDA – ESEMPI DI BUONE PRASSI
Cosa dicono i numeri
Trend socio-demografici
L’analisi dei trend socio-demografici evidenzia un importante cambiamento
nell’equilibrio fra le classi d’età, soprattutto in:
Europa America Giappone
Le ricadute in termini di:
• sostenibilità dei sistemi pensionistici• spesa pubblica nelle aree della salute e della cura della persona• impatto sul lavoro, occupazione e crescita economica• ripercussione sulle imprese in termini di gestione dei lavoratori con età
anagrafica avanzata
Il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione costituisce una componente evidente della tendenza demografica e pone l’Italia sul livello dei paesi dell’Europa continentale.
Più recente è il fenomeno della riduzione del tasso di natalità che risente delle tendenze dei paesi dell’area europea mediterranea.
Ciò ha conseguenze importanti, che obbligano a una strategia chiara nelle politiche sociali e del lavoro.
Si tratta di cambiamenti dell’organizzazione sociale, famigliare ed economica, ma anche di modelli culturali nuovi a cui le scelte di welfare e di intervento sul mercato del lavoro stentano ad adeguarsi.
Scenario
Cosa dicono i numeri
Cosa dicono i numeri
Invecchiamento della popolazione
Allungamento dell’aspettativa di vita
Abbassamento dei tassi di fertilità dei paesi sviluppati
INVECCHIAMENTO DELLA
POPOLAZIONE
Cosa dicono i numeri
I trend in atto
Il tasso di fertilità nei paesi UE-27 è di 1,6 bambini per donna.
In Italia negli anni 70 superava i due figli per donna e nel 2016 si è assestata al 1,34 grazie alla spinta della natalità data dalla popolazione immigrata.
Per mantenere la popolazione costante il tasso dovrebbe raggiungere il valore di 2,1 figli per donna.
Nei Pesi Europei già nel 1990 la popolazione over 60 ha superato quella degli under 15. Questo fenomeno si verificherà a livello mondiale nel 2050.
Cosa dicono i numeri
Qualche numero dal mondo
Oggi la speranza di vita è di oltre 80 anni in 33 paesi
Nel 2050 si prevedono 2 miliardi di sessantenni
Nel 2050 la popolazione over 60 supererà quella degli under 15
Nel 1950 i sessantenni erano 205 milioni e nel 2012 è arrivato a 810 milioni (11,5% della popolazione mondiale)
Cosa dicono i numeri
QUOTA DI GIOVANI E ANZIANI SULLA POPOLAZIONE UE25, 1950-2050
Fonte: Ns. el. Su dati United Nations
L’impatto sul mercato del lavoro
L’OCSE prevede che in Italia nel 2050 vi saranno
1,3 persone a carico di ciascun lavoratore attivo
(tasso di dipendenza economica del 130%)
L’impatto sul mercato del lavoro
Per lungo tempo in Italia, fino alla recente riforma Monti-
Fornero, c’è stato un permanente sottoutilizzo dei
lavoratori anziani rispetto al resto d’Europa.
Le aziende italiane hanno favorito uscita anticipata dal
lavoro per i dipendenti più anziani a causa di peculiarità
strutturali e culturali proprie del caso italiano.
L’impatto sul mercato del lavoro
Per gli effetti della riforma Monti-Fornero del 2011 i
lavoratori dovranno restare obbligatoriamente più a
lungo in attività. Secondo le stime del Cnel nel 2020 le
forze lavoro nella fascia di età tra 57 e 66 anni potranno
essere circa 3,8 milioni con un incremento di 1,7 milioni
di persone rispetto al 2011.
L’impatto sul mercato del lavoro
Impatto sul mercato del lavoro
Invecchiamento e lavoro, i numeri chiave
Tasso di natalità Italia1964 19,7 e 20167,9
Numero di lavoratori attivi in Italia 2016: 23 milioniNumero di pensioni: 21 milioniNumero di pensionati: 16 milioniNumero posti di lavoro scoperti in Germania e UK nel 2030: 10 milioni
Tasso sostituzione lavorativa (20enni versus 65enni)1980: 1,4 – 2030: 0,6
Old age Dependency ratio (persone over 65 versus 15-64)18 nel 1985 – 36 nel 2016 – 50 nel 2030
Età media in Italia1960 28 anni e 2016 46 anni
Occupati fascia d’età 55-64Svezia 73% - Germania e UK 67% - Italia 47%
Dipendenti pubblici in Italia over 6534%
Generazioni a confronto
Generazione Veterani o tradizionale
Generazione Baby Boomers
Generazione X
Generazione Y o Millenials
19251945
19461964
19651981
19822000
Generazione Z1997201020012010
Generazioni a confronto
Generazione Veterani o tradizionale
19251945
Conservativi, rispetto per le regole e autorità
Avversi al rischio e leali verso l’organizzazione
Qualità del proprio lavoro
Formazione d’aula
Stile di apprendimento visivo e uditivo
Generazioni a confronto
Sicuri di sé, meno dipendenti da gerarchie
Ricerca di sicurezza e lavoro come realizzazione personale
Consenso e relazioni interpersonali
Formazione d’aula
Stile di apprendimento visivo e uditivo
Generazione Baby Boomers
19461964
Generazioni a confronto
Individualisti, scettici verso l’autorità
Cambiamento come crescita
Lavoro per obiettivi e work-life balance
Formazione d’aula e blended per sviluppo della leadership
Stile di apprendimento visivo e uditivo
Generazione X19651981
Generazioni a confronto
Relazioni paritarie e informali
Cambiamenti continui
Collaborazione, work-life balance
Formazione on the job, blended, e-learning
Stile di apprendimento tattile
Generazione Y o Millenials
19822000
Generazioni a confronto
Più esperti di Internet
Clima e pianta sono problemi che li riguardano da vicino
La privacy è una cosa seria, preferiscono wapp a facebook
Ai problemi danno una risposta rapida e con più alternative
Prediligono velocità alla precisione
Generazione Z20012010
Generazioni a confronto
Si parla di……
“Generation gap” o conflitto generazionale perché i
drastici cambiamenti nella sfera dell’economia e della società sembrano aver creato forti differenze e spesso barriere tra persone di generazioni diverse.
“Digital gap” tra generazioni creato dalle tecnologie
che escludono e marginalizzano coloro che non dispongono delle abilità o motivazioni necessarie.
Generazioni a confronto
Qualche termine……
Nativi digitali e Immigrati digitali, da una parte
coloro che sono nati e cresciuti in corrispondenza con la diffusione delle tecnologie digitali, dall’altra le persone che quando queste tecnologie si sono diffuse erano adulte.
Marc Prensky (2001)
App Generation per designare una generazione che
sta crescendo e strutturando i propri modelli di interazione e di apprendimento sulle tecnologie e che affronta i problemi attraverso l’uso di applicazioni.
Gardner e Davis (2013)
Generazioni a confronto
Ci sarà un "ponte", che lega le generazioni una
all'altra in quella catena evolutiva che ha portato l'uomo fino ad oggi, e che possa aiutare a trarre valore da queste differenze generazionali..
Generazioni a confronto
Azioni
Mentoring un ruolo fondamentale che svolgono i senior, degliesperti, dei "vecchi saggi": trasmettere il meglio, i "cromosomi"della cultura e delle competenze aziendali, attraverso larelazione di ispirazione e apprendimento esercitata nei confrontidelle giovani generazioni, di manager e di professional.
Reverse Mentoring indica proprio il fatto che ognuno esercita questo ruolo nel proprio ambito di competenza, creando così uno scambio e una crescita reciproca, anche fra vecchie e nuove generazioni.Ma perché accada, occorre conoscerne le basi cognitive e renderla un autentico processo organizzativo, insieme di apprendimento e di business.
Valorizzare il generation mix
Definizione di Generation mix
Il Generation mix può essere definito come la misura in cui un gruppo o un’organizzazione è eterogenea rispetto all’età dei suoi membri.
I ricercatori che si occupano di decision making, sostengono che……….
Valorizzare il generation mix
Generation mix: svantaggi
Aumento dei conflitti generazionali interni al team
Percezione di discriminazione fondata sull’età ha un impatto sulle prestazioni organizzative perché vige la convinzione che la prestazione ottimale del lavoratori sia situata nel range d’età 35-45 anni
Valorizzare il generation mix
Generation mix: vantaggi
Offre una vasta gamma di prospettive, competenze e punti di vista che sono ingredienti fondamentali per il miglioramento della creatività e dell’innovazione
Aumenta la qualità del processo di decisione perché si attinge da una gamma vasta di conoscenze e competenze. Meno evidenti sono i vantaggi nei compiti routinari che non richiedono knowledge sharing tra le persone
Aiuta le imprese a rispecchiare il mercato di riferimento e agevola la comprensione delle preferenze e delle esigenze della clientela
Massimizza il valore della diversità – affidabilità/coscienziosità dei senior
Valorizzare il generation mix
Generation mix: anziani sotto accusa
L’occupazione
totale di
un’economia
non è fissa
Ritardare il ritiro dalla vita attiva riduce l’occupazione dei giovani?
Una teoria
tutta da
smentire:
giovani e anziani
non sono
sostituibili tra
loro sul mercato
del lavoro
Valorizzare il generation mix
Generation mix: ricerche
Molti studi economici mostrano che
nei paesi dove i lavoratori più anziani
sono più attivi, tutti i gruppi di età ne
beneficiano e si creano più posti di
lavoro.
Studi basati su molte fonti – OCSE,
Eurostat, Current Population Survey
dell’U.S. Bureau of Labor Statistics –
arrivano alla conclusione che il
protrarsi della stagione lavorativa dei
soggetti più anziani non produce
perdite di lavoro per i giovani ma ha
l’effetto esattamente opposto.
Valorizzare il generation mix
Gestire l’Age di Diversitysignifica creare una cultura inclusiva e
meritocratica
L’età in azienda - esempi di buone prassi
L’età in azienda - esempi di buone prassi
Nel 1968 ha iniziato a fare l’elettricista.E oggi Enrico Loccioni ha un’azienda concirca 350 dipendenti e una sessantina dimilioni di fatturato.
«Una sartoria tecnologica, in cui ognisistema di misura, controllo, automazioneviene progettato e realizzato su misura peril cliente» da gente con un’età media di 33anni, la gran parte dei quali sono ingegnerie periti.
Anche qui però ci sono degli ‘anziani’, chenon vengono lasciati tranquilli ma coinvoltiin gruppi di lavoro, anche differenti rispettoalle loro mansioni, per contaminare lecompetenze in azienda.
L’età in azienda - esempi di buone prassi
Con la ‘Silver zone’ Loccioni recluta persone di una certa età che hanno voglia di rimettersi in gioco.
Così si va dal manager di fama al contadino che spiega ai figli dei dipendenti come si fa il miele.
Perché l’esperienza è un valore.
Sarà un caso che dal 2002 al 2007 la società che ha sede ad Angeli di Rosora, in provincia di Ancona, ha vinto il premio di miglior luogo di lavoro italiano?
La Silver zone
L’età in azienda - esempi di buone prassi
“D-Age” è un progetto lanciato nel 2102per lo studio delle esigenze eopportunità legate al personaleappartenente a generazioni diverse , conun focus particolare agli over 55 spessodetentori di know how importante perl’andamento della linea produttiva.
L’obiettivo del ‘D-Age’, è di lavoraresull’ergonomia dei posti di lavoro,sviluppando programmi sulla salute,valorizzando l’esperienza delle personealla fine del percorso professionale,favorendo la job rotation e migliorandola gestione di carriera.
“D-Age”
L’età in azienda - esempi di buone prassi
Il programma dell’azienda americana è diretto ailavoratori a ore, che costituiscono l’84% dellaforza lavoro di cui la maggior parte impiegata inlavori fisicamente stancanti negli hotel. Di questiil 43% sono over 45 e il18% over 55.
Le azioni riguardano il Cross-training checomprende la possibilità di essere trasferiti inaltre funzioni e affiancare all’attività abitualeanche attività meno logoranti fisicamente.
Inoltre con il Work Process Redesign vieneripensato il team di lavoro per alcune attività (es.pulizia delle stanze) associando un lavoratore piùgiovane a uno più anziano e dividendo tra lorotempi e responsabilità.
Cross-training e Work Process Redesign
L’età in azienda - esempi di buone prassi
Il programma di mentoring IBM èfinalizzato a favorire iltrasferimento di competenze,esperienze e know how da unagenerazione ad un’altragenerando ricchezza per l’interaorganizzazione.
Il Reverse Mentoring IBMprevede che il mentor sia piùgiovane del suo mente ed abbiaun’anzianità aziendale inferiore,ma possegga spiccate abilitàtecniche e sia in grado dicondividerle.
Reverse Mentoring IBM
L’età in azienda - esempi di buone prassi
Un Care Center Humanitas, a Deventer nella zona di Amsterdam, per far fronte alle elevate spese ha offerto alloggi a studenti universitari in cambio di 30 ore mensili di affiancamento agli ospiti della casa di cura
per insegnare loro a inviare email, utilizzare social media o ancora mantenere contatti con Skype.
Giovani e vecchi insieme
L’età in azienda - esempi di buone prassi
A Cleveland negli Stati Uniti una casa di riposo e comunità di pensionati, ha cominciato già da anni ad accettare studenti dall’Istituto
di Arte e Musica.
Giovani e vecchi insieme
L’età in azienda - esempi di buone prassi
In Italia, a Pisa e Piacenza, case di riposo e asili si sono consorziati per condividere gli spazi e scambiare compagnia, interazione e cura.
Giovani e vecchi insieme
L’età in azienda - esempi di buone prassi
Giovani e vecchi insieme
Tutto quello che vuoi Regia Francesco Bruni