Corso di Semiotica · 2020. 7. 30. · rendere sistematica la ricerca semiotica: • Scuole...
Transcript of Corso di Semiotica · 2020. 7. 30. · rendere sistematica la ricerca semiotica: • Scuole...
• S. Gensini (2014), Manuale di Semiotica, Roma: Carocci.
• Orario di ricevimento: lunedì e martedì dalle 12h alle 13h, terzo piano, stanza 311
Che cos’è la semiotica?
• Dal greco semeîon, «segno», e semeiotikós, «relativo ai segni»
• Se per segno intendiamo qualcosa che esprime o rinvia a qualcos’altro, sembra tramato tutto il nostro vivere …
... … …
• Attribuire sostanza e valore di segno a esperienze le più diverse, lasciandone galleggiare il senso nella nostra coscienza e nei comportamenti che ne dipendono
• La semiotica affonda le sue radici nell’antichità greca e, in particolare, nel sapere medico
• La necessità di delineare i contorni di una vera e propria disciplina scientifica con questo nome è stata sostenuta, nella seconda metà dell’Ottocento, dal filosofo americano Charles Sanders Pierce (1839-1914) e, nel primo decennio del Novecento, dal glottologo svizzero Ferdinand de Saussure (1857-1913) nel corso di linguistica generale (1916, 1922)
Un po’ di storia …
• William Morris (1901-1979), Louis Hjelmslev (1899-1965), Roman Jakobson (1896-1982)
• Solo all’inizio degli anni sessanta si è cominciato a rendere sistematica la ricerca semiotica: • Scuole parigine di Roland Barthes (1915-1980) e di
Algirdas J. Greimas (1917-1922) • Scuola russa di Jurij Lotman (1922-1993) e Boris
Uspenskij • Scuola bolognese di Umberto Eco (1932-2016) • Scuola ginevrina e romana dei postsaussuriani di Luis
Prieto (1926-1996) e Tullio De Mauro (1932-2017) • Thomas Sebeok (1920-2001)
Un po’ di storia …
Margaret Mead, cit. in Sebeok, 1979: 32
Che cos’è un segno?
• Nel Medioevo, la Scolastica definisce un segno come «qualcosa che sta per qualcos’altro» (aliquid stat pro aliquo): una relazione di rinvio tra (A), un evento materialmente percepibile, e (B), qualcos’altro, percepibile dai sensi oppure solo afferrabile dalla mente, che però si rende accessibile unicamente grazie a quell’evento
• A=espressione, B= contenuto: un segno è per definizione un’entità a due piani (biplanare) fatta di un’espressione e di un contenuto
Segno
• La Logica di Port-Royal (1662) distingue fra: • segni naturali (una macchia sulla pelle, il fumo,
ecc.) e segni artificiali (prodotti dall’intervento umano e/o di altre specie viventi)
• Pierce definisce i segni naturali come INDICI, per
cui qualcosa rappresenta qualcos’altro in virtù di una connessione reale esistente fra i due dati
Indice vs. Segno
• Non si dà indice senza un’attiva opera di interpretazione della sua natura fisica in relazione:
• alle circostanze date • all’esperienza culturale pregressa
• Fumo
Indice vs. Segno
• L’indizio è ogni genere di variazione dello stato fisico, indipendentemente dal fatto che vi sia o no una connessione attuale fra il segno e ciò cui esso rinvia. In tal senso ogni indice è un indizio, ma non ogni indizio è un indice.
Indizi
• Sono prodotti da esseri viventi, umani o altre specie animali, con l’aggiunta – importante – di tutti i sistemi inventati dagli uomini con la finalità specifica di assolvere una funzione comunicativa (segnaletiche, sistemi di allarme, ecc.)
• intenzionalità: i segni sono realizzati secondo le regole previste da un codice (le lingue, i linguaggi degli animali, ecc.)
• sistema di segni: quelli nei quali non occorre l’applicazione di un codice dall’esterno perché le potenzialità semiotiche si rivelino (le lingue sono sistemi naturali, in quanto dipendono da una facoltà innata negli umani, e sono insieme storico-naturali, in quanto vengono imparate con l’inserimento in un qualche tessuto familiare, sociale, nazionale
Caratteristiche del segno
Che cos’è un codice?
• Un segno è un segno solo se corrisponde alle caratteristiche del codice che lo genera
• Casa = codice italiano • Amistad = codice spagnolo • Ritoro = codice ?
• Un codice è un insieme di istruzioni e ci permette di: • Riconoscere un segno come segno di quel sistema semiotico • Produrre altri segni con le stesse caratteristiche morfologiche • Circoscrivere i segni estranei al proprio sistema • Stabilire, nell’ambito dei segni previsti dal sistema, le
corrispondenze fra elementi espressivi ed elementi di contenuto • Indicare le modalità di combinazione dei segni fra di loro
• Perché si abbia segno non basta dire che qualcosa sta per qualcos’altro, ma occorre aggiungere che si ha segno quando “qualcosa sta per qualcos’altro per qualcuno in certe circostanze (relazione “tetradica”, a quattro variabili)
• Agostino (Sermo 293, 3, cit. in Vecchio, 1994, p.97):
Qualcosa in più sul segno …
• Saussure (1972, p. 21):
Qualcosa in più sul segno …
• Secondo Agostino e Saussure, il segno scambiato fra mittente e destinatario è un’entità a due facce: una fisica e una mentale • Agostino ritiene che la controparte mentale della voce
sia solo il significato (il pensiero verrebbe colato dentro una forma fonica)
• Saussure spiega che prima di associarsi a un significato, la voce articolata in parole viene analizzata dal cervello nella sua immagine acustica ovvero in un’immagine mentale della voce articolata
Qualcosa in più sul segno …
• Secondo Saussure il segno linguistico si scinde in due distinte realtà: quella della comunicazione immediata, nella quale osserviamo determinati segnali fisicamente percepibili, prodotti oralmente o per iscritto, fatti di un supporto materiale e di un senso; e quella psichica o mentale, sottostante alle diverse realizzazioni individuali, nella quale il segno si configura come un’entità bifacciale composta da un’immagine acustica (significante) e un concetto (significato). È solo grazie alla mediazione del secondo piano, quello mentale, che i segni si rendono comprensibili
Qualcosa in più sul segno …
• Il piano materiale o della “parole” è il regno delle differenze individuali, il piano mentale o della lingua (‘sistema’) è il regno di quel che è condiviso da una stessa comunità
Qualcosa in più sul segno …