Corso di formazione DDAI – Dott.ssa Negri Ramona – Ufficio di Piano Lodi LAMBIENTE SCOLASTICO I...

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L’AMBIENTE SCOLASTICO L’AMBIENTE SCOLASTICO I bambini con DDAI spesso hanno una scarsa capacità di prevedere le conseguenze, necessarie per prendere delle decisioni. Gli insegnanti possono intervenire aiutando il bambino a prevedere le conseguenze di certi eventi prima di agire adottando queste strategie: - offrire informazioni di ritorno al bambino - instaurare delle routine - stabilire delle regole

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L’AMBIENTE SCOLASTICOL’AMBIENTE SCOLASTICO

I bambini con DDAI spesso hanno una scarsa capacità di prevedere le conseguenze, necessarie per prendere delle decisioni.

Gli insegnanti possono intervenire aiutando ilbambino a prevedere le conseguenze di certieventi prima di agire adottando questestrategie:- offrire informazioni di ritorno al bambino- instaurare delle routine- stabilire delle regole

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COME ORGANIZZARE LA CLASSECOME ORGANIZZARE LA CLASSE

I BANCHI: possono essere disposti in vari modi,ognuno con pregi e difetti cosa tenere in considerazione:

• si vede il bambino dalla cattedra? • si può raggiungere facilmente?.• lo sguardo insegnante-bambino è facilitato?• vicino a lui ci sono dei compagni? • dove sono collocate le finestre?• ogni bambino quanti compagni osserva dal suo

posto?

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POSSIBILI DISTRATTORIPOSSIBILI DISTRATTORI

• Cartelloni;• cestino;• porta;• finestre;• orologio;• compagni vivaci;• armadi/librerie;• tavolo con del materiale disposto sopra.

Questi elementi non possono essere eliminati, mapossono essere tenuti in considerazione perdeterminare la giusta collocazione di ogni bambino.

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LE ROUTINELE ROUTINEPiù il bambino diventa capace di prevedere cosa l’ambiente si aspetta da lui, maggiore è la possibilità che cerchi di soddisfarne le richieste.

Maggiore è il numero di routine migliore è il comportamento del bambino.

È utile fare un inventario delle routine della propriaclasse e rendere esplicite anche quelle impliciteperché in tal modo sono facilmente rispettabilianche da parte del bambino con DDAI.

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Esempi routineEsempi routine• ingresso in classe a un’ora fissa, tutti gli

alunni insieme;• routine di inizio lezione (controllo

materiale necessario per la lezione, verificare che tutti abbiano il quaderno dei compiti……);

• presentazione delle attività previste per la giornata, comprensiva dei tempi di lavoro;

• pause concordate, meglio se sempre alla stessa ora;

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• attività durante la ricreazione o in palestra stabilite a priori (vincolarle ai giorni della settimana: lunedì mosca cieca, martedì palla avvelenata……);

• dettatura dei compiti ad orario stabilito, meglio se non negli ultimi cinque minuti perché non si può verificare se il bambino ha compreso e segnato tutte le consegne;

• routine di saluti e di uscita a fine lezione.

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LE REGOLELE REGOLE

Per essere efficaci devono:

- essere condivise; - essere discusse con i bambini e

definirle con loro.

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Caratteristiche delle regoleCaratteristiche delle regole

• Proposizioni positive e non divieti;• Semplici, espresse chiaramente;• Descrivere le azioni in modo operativo;• Specifiche per le diverse situazioni• Utilizzare simboli pittorici colorati;• Poche (3-4 per i bambini; 5-6 per gli

adolescenti) ed espresse in modo sintetico;

• Scritte su un cartellone..

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CARTELLONE MENO EFFICACE

CARTELLONE PIU’ EFFICACE

1.Non si deve parlare senza aver alzato la

2.mano per chiedere la parola.

3.Non si corre nei corridoi durante la ricreazione.

4.Per uscire si deve essere in fila per due e aspettare che tutti siano pronti.

5.Bisogna aver cura delle piante della classe.

1.Quando vuoi parlare, ricordati di alzare la mano.

2.Cammina lentamente.

3.Preparati in fila al suono della campanella.

4.Si esce tutti in fila per due.

5.Ricordati di bagnare le piante.

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I TEMPI DI LAVOROI TEMPI DI LAVORO

Il bambino con DDAI non sono molto capaci nel farestime reali sui tempi, sulle quantità, sulle grandezze e sulledifficoltà.

Aiutare questi bambini a lavorare con tempi stabiliti

Per abituare i bambini si può inizialmente discutere con loroquali sono i tempi e le difficoltà del lavoro loro proposto eaffiancare anche simboli pittorici che ritraggano queste duevariabili.

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IL MATERIALEIL MATERIALEIl bambino con DDAI ha enormi difficoltà nell’organizzazionedel proprio materiale scolastico

In questo caso è necessario agire sulle sue capacità diorganizzazione e pianificazione, così facendo si interrompono icomportamento di disturbo (lamentarsi per assenza materiale,chiederlo ai compagni) e si aumentano quelli che si possonogratificare.

Si può creare in classe un cartellone dei materiali necessari a livello generale e all’inizio dell’anno è possibile creare unoschema con il materiale necessario per ogni materia da poterapporre sul diario

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Per risolvere questo problema si può Per risolvere questo problema si può adottare una procedura specificaadottare una procedura specifica

• Impostare con il bambino un accordo basato su un sistema a punti o su uno schema di gratificazione da riconvertire in premi materiali o privilegi o come costo della risposta(vedremo più avanti come metterle in atto)

• preparare schede ritagliabili con piccole illustrazioni del materiale, uguali a quelle usate nei cartelloni;

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• a un’ora prestabilita della mattinata: far leggere il cartellone delle materie per il giorno dopo alla classe, fare elencare il materiale necessario per il lavoro in ogni materia, chiedere di incollare sul diario per il giorno dopo le figurine del materiale scolastico individuato;

• ogni mattina, all’inizio della lezione, o in un altro momento, verificare la presenza del materiale e applicare la procedura di gratificazione (se il bambino ha raggiunto il criterio stabilito) o di costo della risposta (se il bambino non è stato in grado di mantenere gli impegni presi con l’insegnante).

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ORGANIZZARE IL LAVORO ORGANIZZARE IL LAVORO SCOLASTICOSCOLASTICO

• Stabilire i punti di forza e di debolezza del bambino.

• È molto più facile trovare comportamenti inadeguati dei bambini con DDAI rispetto a quelli positivi.

• I punti di forza sono invece la base su cui lavorare per cercare di bilanciare o addirittura recuperare le difficoltà e i comportamenti non corretti che possiamo definire punti di debolezza del bambino.

• È quindi utile stilare un elenco dei punti di forza e di debolezza del bambino con DDAI.

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PUNTI DEBOLIPUNTI DEBOLI1 – Difficoltà a mantenere l’attenzione nel tempoTale difficoltà è determinata sia dalla capacità di gestirel’attenzione sostenuta, dalla motivazione a svolgere consuccesso il compito e dal livello di interesse suscitato da taleattività.Per il bambino con DDAI ciò che incide maggiormentenell’esecuzione del compito è proprio la durata del tempoattentivo.

Come è meglio agire:- spezzettare i compiti lunghi, in periodi più brevi perpermettergli di ricaricarsi;- proporre procedure diverse all’interno della stessa attività(leggi metà del testo, poi sottolinea, rispondi alle domandedella prima parte, pausa, passare alla seconda parte).

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2 – difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne.Molti errori di svolgimento sono dovuti a scarsa attenzione.

Come procedere:• far rileggere ad un alunno la consegna;• chiedere di spiegare con proprie parole cosa bisogna fare;• costruire un piano di azione per punti.• La comprensione delle consegne può essere fatta insieme

alla stima del tempo e delle difficoltà del compito.

3 – impulsività e scarsa pianificazioneGeneralmente il bambino con DDAI inizia lo svolgimento delleattività senza pianificare ciò che deve fare.

Come procedere:• l’insegnante può stabilire quando è il momento per iniziare

il lavoro, prima di tale permesso non è consentito procedere;

• adottare procedure fisse di pianificazione (fig. 8.2).

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4 – procedure di controllo poco efficaciIl bambino con DDAI ha spesso difficoltà nelcontrollare il proprio livello attentivo e lacorrettezza del suo lavoro.

Come procedere per il controllo dell’attenzione:• il bambino può usare un timer;• può segnare sul quaderno quando si accorge da

solo di essersi distratto e ricontrollare il lavoro al di sopra del segno;

• può fare un segno sul quaderno quando si accorge di essere distratto nel momento in cui l’insegnante utilizza un segnale concordato in precedenza;

• per agire sulla correttezza si può adottare al strategia della “caccia all’errore” al termine della prova.

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TEMPO LIBERO E SITUAZIONI TRANSITORIETEMPO LIBERO E SITUAZIONI TRANSITORIE

La situazione influenza il comportamento del bambino

Tutte le situazioni poco definite (ricreazione, cambioinsegnante, passaggio da un luogo all’altro……) possonomettere il bambino con DDAI in difficoltà nel gestire il propriocomportamento.

Come intervenire: usando regole e attività strutturate e che quindi siano prevedibili.

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DURANTE L’INTERVALLODURANTE L’INTERVALLOÈ’ possibile definire un cartellone delle regole specifico perquesto ambito o inserire nelle regole della classe (sempreconcordate con i bambini, una formulazione breve e con undisegno esplicativo) un paio di voci riferite ad esso.

Non vietiamo la possibilità di muoversi e anche correreeventualmente, lo si può fare permettendo loro giochiorganizzati e stabiliti precedentemente.

Non poniamo come punizione il fatto che il bambino stiaseduto o faccia attività curriculari nel momento dell’intervallo.

Finita l’attività è bene prevedere un momento di recupero

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TEMPO LIBERO DOPO LA MENSATEMPO LIBERO DOPO LA MENSA

Si può organizzare con i bambini la “banca dei giochi” (un tabellone, una scatola con i nomi dei giochi……) con un elenco di tutte le attività che loro conoscono o con situazioni ludiche da loro inventate, vista anche la durate di tale momento.

Questa soluzione permette:- di avere idea dei gruppi di gioco che si formano e di quali richiedono eventualmente maggiore supervisione durante

l’attività, - dà all’insegnante anche l’occasione di verificare che non ci

sono bambini che non vengono coinvolti nei giochi dei gruppi, coordinando semmai in modo attivo l’annessione a un gruppetto del compagno escluso.

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PASSAGGIO DA UN LUOGO PASSAGGIO DA UN LUOGO ALL’ALTROALL’ALTRO

Stabilire poche regole e calibrare itempi necessari alla preparazione delpassaggio a un altro luogo ricordandoagli alunni, prima di uscire, quali sonole regole da rispettare.

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INIZIO E FINE DELLE LEZIONIINIZIO E FINE DELLE LEZIONIMeglio iniziare le lezioni quando tutti ibambini sono arrivati.

Per quanto riguarda la fine meglioanticipare di 5 minuti la chiusura dellalezione per evitare di far fare tutto difretta ai bimbi.

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MENSAMENSA

Alcune volte può essere un momento didifficile gestione anche in questo casopossono essere adottate delle strategie:• attribuzione di ruoli specifici;• adottare un sistema di gratificazione per i

comportamenti migliori: ”premio mensa”;• oppure inserire tale contesto negli accordi

presi con il singolo bambino a livello di un contratto comportamentale.

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I COMPITI E LE LEZIONII COMPITI E LE LEZIONISpesso i bambini con DDAI non svolgono tutti i compiti pervari motivi (poca motivazione, non riescono a scriverli tutti, osono scritti in modo impreciso……)

Come fare?• dettare i compiti in un momento stabilito;• formulare consegne chiare e alla sua portata;• verificare che il bambino stia scrivendo le consegne;• chiedere a qualche alunno di ripetere le consegne;• gratificarlo con premi secondo un accordo tra le parti;• non punirlo per eventuali carenze, ma esortarlo a fare

attenzione.

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LA LEZIONE EFFICACELA LEZIONE EFFICACEDurante il tempo scolastico, anche le caratteristiche della

lezione possonofavorire, o sfavorire il manifestarsi di un adeguato livello

dell’attenzione.

Alcuni suggerimenti:• seguire l’ordine degli argomenti dato all’inizio della mattina;• usare tempi di lavoro corretti, non troppo lunghi;• presentare l’argomento in modo stimolante, con figure,

audiovisivi, stimoli colorati, ponendo ai bambini degli interrogativi;

• ricordare che le domande rendono i bambini attivi, quindi più motivati e che se fatte utilizzando i loro nomi catturano di certo la loro attenzione;

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• strutturare il più possibile i compiti, rendendo esplicite le procedure utili per il loro svolgimento;

• usare un tono di voce variato, vivace;• alternare compiti attivi, che

richiedono al bambino di agire, e compiti passivi quali ad esempio l’ascolto di una spiegazione;

• favorire la partecipazione attiva secondo le regole di comportamento condivise

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Per il bambino con DDAI:• accorciare i tempi di lavoro, quando possibile

spezzettando con brevi pause un lavoro lungo;• ricorrere spesso al canale visivo, a stimoli

colorati, a “segnali” concordati con il bambino, sia verbali che gestuali o visivi;

• far ripetere al bambino le informazioni rilevanti contenute in un testo, in una spiegazione o in una consegna, in special modo quando si ritiene che fosse contento;

• chiarire i tempi di lavoro, il grado di difficoltà del compito, i materiali utili al suo svolgimento;

• verificare che tutto sia predisposto prima che i bambini inizino a svolgere la consegna.

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LE GARELE GARE

I bambini con DDAI e quelli con DAS, possono percepire tale impostazione come una sottolineatura delle proprie difficoltà, reagendo in modo passivo (bloccandosi, non svolgendo il compito……) o in modo attivo (rifiutandosi apertamente, diventando aggressivi…).

Sarebbe meglio proporre delle gare in ambitiin cui i bambini con difficoltà possano dimostrare leloro abilità per aumentare la loro percezione diefficacia.

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LA DIDATTICALA DIDATTICAL’apprendimento cooperativo permette:

- di raggiungere gli obiettivi di apprendimento stabiliti;

- di favorire una maggiore interazione all’interno del gruppo dei pari;

- una maggiore empatia e un’accresciuta autostima;

- miglioramenti nella qualità dell’interazione verbale e della prossimità fisica.

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IL COMPUTERIL COMPUTERSi è rilevato un mezzo utile perché intrinsecamente molto motivante:• è a colori;• le attività prevedono musica e grafica;• permette una “autogestione” rispetto alla proposta didattica.

Quali criteri seguire:• seguire sessioni individuali con la supervisione dell’adulto che

garantisce la correttezza dell’operato e la possibilità di fornire suggerimenti e gratifiche al bambino. Tale presenza è fondamentale per migliorare l’orientamento al compito.

• Utilizzo di qualsiasi software didattico che preveda a) correttezza della prestazione, b) flessibilità nella programmazione (livelli di difficoltà); c) possibilità di modificare il ritmo di presentazione degli stimoli;

• Possono essere coinvolte tutte le attività sia quelle curriculari che non specifiche.

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IL COINVOLGIMENTO DELLA IL COINVOLGIMENTO DELLA CLASSECLASSE

Tre sono le modalità di coinvolgimentodella classe:

• il tutoring;• l’apprendimento cooperativo;• la lezione tenuta dal bambino.

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IL TUTORINGIL TUTORINGÈ una modalità collaborativa diapprendimento che favorisce le interazioni fra compagni stimolando anche gli scambi verbali e la prossimità fisica.

Si basa sull’assegnazione a una coppia di bambini di due ruoli:• il tutee: l’allievo, colui che riceve l’insegnamento;

• il tutor: l’insegnante, colui che spiega.

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I VANTAGGI per il TUTOR e I VANTAGGI per il TUTOR e per il TUTEEper il TUTEE

Il tutor: per insegnare correttamente rivede e consolida leproprie acquisizioni, colma lacune, individua nuovi significati eriformula le proprie conoscenze in base alle richiestedell’insegnamento, in sintesi assimila meglio i concetti.

Il tutee: apprende in modo individualizzato in termini di percorsi e di ritmi, ottenendo continui feedback sulla propria prestazione e indicazioni utili in caso di difficoltà, che vengonoImmediatamente evidenziate e affrontate in termini didattici.

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I VANTAGGI DEL PROCESSOI VANTAGGI DEL PROCESSO

1) permette di sfruttare la risorsa dei compagni;2) percorso individualizzato;3) permette di dare un feedback continuo sulle performance del

bambino;4) permette di ottenere un alto livello di soddisfazione durante il

lavoro;5) la modalità di lavoro può essere utilizzata su diversi argomenti;6) migliora le funzioni sociali del bambino; la collaborazione e

l’autostima;7) il beneficio si ottiene sia sul bambino con minori abilità che su

quello dotato;8) permette di imparare abilità sociali: come iniziare una

conversazione, individuare un argomento di comune interesse, gratificare l’altro sia per il suo operato che per l’impegno.

Le ricerche hanno dimostrato che le acquisizioni realizzate con talemetodica erano superiori a quelle realizzate con le tradizionali lezionifrontali tenute dagli insegnanti o con altre tecniche di insegnamento.

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PERCHE’ E’ EFFICACE:PERCHE’ E’ EFFICACE:• Implica un apprendimento attivo;

• c’è un immediato controllo della prestazione;

• si utilizzano materiali di lavoro adeguati all’effettivo livello di apprendimento del bambino.

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UN PROGRAMMA DI UN PROGRAMMA DI TUTORINGTUTORING

a) L’insegnante seleziona un ambito di apprendimento a cui applicare la procedura;

b) gli studenti della classe vengono associati a coppie;c) prima di iniziare le vere sedute di tutoring vengono

impiegati 3 – 4 incontri di 20 – 30 minuti per chiarire: cosa è il tutoring, quali procedure utilizza, qual è l’atteggiamento da tenere da parte del tutor, quali sono i modi per determinare i progressi del tutee, quali sono le modalità di gratificazione;

d) la cadenza delle sedute di tutoring e la durata (20-30 minuti);

e) il tutor ha una lista di compiti o di stimoli inerenti l’argomento scelto, che viene proposta punto per punto al tutee, il quale risponde oralmente e ha la possibilità di guadagnare dei punti se dire la risposta corretta;

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f) in caso di risposta errata, il tutor fornisce quella corretta e invita il tutee ad esercitarsi, dando a sua volta la risposta giusta;

g) dopo 10-15 minuti i due alunni si scambiano i ruoli;

h) l’insegnante supervisiona il lavoro, fornendo aiuti e assegnando punti aggiuntivi alle coppie che lavorano correttamente;

i) finita la sessione, i punti guadagnati in ogni coppia vengono registrati dall’insegnante, che deve gratificare le coppie in base all’impegno dimostrato.

Con bambini con DDAI non sempre il tutoring puòavere carattere reciproco, ma più bambini possonofungere da loro tutor, ciò ha evidenziato effettibenefici notevoli.

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L’APPRENDIMENTO L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO.COOPERATIVO.

È un metodo di insegnamento cheprevede di unire gli alunni in piccoligruppi e che, attraverso lacooperazione, si propone dimassimizzare il loro apprendimento ele loro abilità sociali.

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LE CARATTERISTICHE DEL LE CARATTERISTICHE DEL GRUPPOGRUPPO

• interdipendenza positiva: • responsabilità individuale: • interazione costruttiva diretta:• abilità sociali: • valutazione del gruppo.

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Elementi intrinseciElementi intrinseci• l’aspetto motivazionale: il bambino è

più motivato rispetto ad un lavoro individuale;

• l’aspetto sociale: il bambino si sente parte di un gruppo;

• l’aspetto cognitivo: le diverse capacità sono messe a confronto e si valorizzano a vicenda.

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I VANTAGGI DEL PROCESSOI VANTAGGI DEL PROCESSO• valorizza le differenze individuali;• insegna abilità sociali;• allena le abilità sociali;• migliora la qualità dei rapporti fra i pari;• invita i compagni ad aiutare il bambino con DDAI nell’autoregolazione;• aggira la tendenza a sviluppare un comportamento

oppositivo;• permette una parziale autogestione delle modalità di

lavoro;• migliora le abilità di autovalutazione dei risultati;• non stigmatizza la rilevazione di competenze diverse,

stimolando il gruppo a collaborare per colmare i vuoti di conoscenza;

• fornisce ruoli specifici e ben definiti;• assegna responsabilità al singolo.

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LA LEZIONE TENUTA DAL BAMBINOLA LEZIONE TENUTA DAL BAMBINO Fornire al bambino con problemi comportamentali od altre difficoltà di ricoprire il ruolo di insegnamento può influire in modo significativo sul senso di autoefficacia del bambino migliorandone contemporaneamente la posizione sociale.

Il bambino ha l’occasione di cambiare immagine ai propri occhi e agli occhi degli altri, dimostrando di saper affrontare in modo competente un compito importante e mettendo in luceaspetti positivi del suo comportamento.

È bene verificare che il bambino sia in grado di affrontare il compito soprattutto da un punto di vista emotivo.

Si può pensare di strutturare in maniera sistematica il lavoro.

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L’argomento può avere carattere curriculare, esperienziale o riguardare ambiti extrascolastici di interesse per il bambino.

È fondamentale che la tematica sia scelta in collaborazione con il bambino lasciandolo libero di esprimere le proprie preferenze.

È importante prevedere gli eventuali problemi di gestione della classe rispetto alla lezione tenuta dal bambino.

Ipotizzare l’applicazione di tale metodologia secondo una tempistica regolare in modo da permettere a tutti i membri della classe di rivestire il ruolo di insegnante.

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COSA DEVE FARE L’INSEGNANTECOSA DEVE FARE L’INSEGNANTE

• Concordare un argomento di interesse per il bambino e la classe;

• prevedere tempi e modalità espositive;• supervisionare il progetto offrendo spazi e

tempi specifici e aiutando il bambino della fase di progettazione;

• rivedere i materiali preparati;• concordare regole di comportamento da

tenere al momento della presentazione;• fornire aiuti e suggerimenti al bambino;• valorizzare l’impegno e gratificarlo.