Corso di Floriterapia - Seconda Parte

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APPROCCIO FLORITERAPICO ALLE PATOLOGIE PSICHIATRICHE AMBULATORIALI (2) Dr. Luigi Di Tommaso Le Essenze Floreali Australiane L’Australia è il primo continente al mondo in termini di estensione. Questo enorme continente offre un’enorme varietà di piante fra le più antiche del mondo.

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I fiori australiani sfoggiano colori sgargianti, strepitosa bellezza ed affascinante forma e crescono in un continente incontaminato e dotato di una enorme carica energetica.L’uso dei fiori a scopo terapeutico vanta in Australia origini antichissime. Gli aborigeni australiani, infatti, ottenevano gli effetti benefici di un'essenza floreale mangiando il fiore intero. L'essenza, in forma di rugiada potenziata dal sole, veniva infatti consumata con il fiore stesso contenente le proprietà nutritive.

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APPROCCIO FLORITERAPICOALLE

PATOLOGIE PSICHIATRICHEAMBULATORIALI (2)

Dr. Luigi Di Tommaso

Le Essenze Floreali Australiane

L’Australia è il primo continente al mondo in termini di estensione. Questoenorme continente offre un’enorme varietà di piante fra le più antiche delmondo.

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I fiori australiani sfoggiano colori sgargianti, strepitosa bellezza ed affascinanteforma e crescono in un continente incontaminato e dotato di una enorme caricaenergetica.L’uso dei fiori a scopo terapeutico vanta in Australia origini antichissime. Gliaborigeni australiani, infatti, ottenevano gli effetti benefici di un'essenza florealemangiando il fiore intero. L'essenza, in forma di rugiada potenziata dal sole,veniva infatti consumata con il fiore stesso contenente le proprietà nutritive.Spesso gli aborigeni non distinguevano tra la pianta e il fiore e, semplicemente, limangiavano entrambi. Altre volte, sceglievano il fiore per il suo gusto,soprattutto se era fortemente mielato, mentre se una specie non eracommestibile si sedevano su un tappeto di fiori per assorbirne le vibrazioniterapeutiche.Presso il popolo dei Nyoongah dell'Australia sud-occidentale, i mobarn owadinyoongahri, capi e guaritori di quel popolo, officiano cerimonie di guarigionedurante le quali il malato viene fatto sdraiare in una buca con le pareti rivestitedi carboni ardenti ricoperti di terra. Su di lui si spargono poi acqua e fiori e sidispone una pelle di canguro.

Nel corso di questa sorta di sauna, la persona acquisiva nuova forza dai fiori: chiaveva paura riceva il dono del coraggio, chi era in preda all'ira quello della pace,chi era vittima della malattia quello della salute.Secondo le leggende aborigene, infatti, i fiori hanno i colori dello Spirito creatore,il Waugal o Serpente Arcobaleno che, penetrando nei ghiacci che coprivano ilmondo, consentì alla Donna Sole di scioglierli con il suo calore.Molti fiori sono, come altri aspetti della cultura aborigena, costellati da leggende:in particolare al meraviglioso fiore del waratah (Telopeae Speciosissima) sonolegate moltissime leggende che parlano della sua creazione o delle sue proprietà.Come nacque il waratah?Tanto tempo fa viveva una bellissima donna aborigena che si chiamava Krubi.Abitava con la sua tribù nella Burragorang Valley. Krubi si era confezionata unosplendido e particolarissimo mantello realizzato con le rosse pelli del wallaby delle rocce e ornato con le creste rosse del cacatua gang-gang. Non c'era nulladi più bello al mondo del suo mantello.Krubi era innamorata di un giovane della tribù e ogni giorno, da un'altura,attendeva che ritornasse dalla caccia con i suoi compagni. Sulla via del ritorno ilgiovane avvistava il mantello di Krubi, ed era ciò che più desiderava vedere.Una sera Krubi si turbò profondamente, perché apprese che gli uomini sarebberoandati in battaglia contro un' altra tribù aborigena, che aveva varcato i confinidella loro terra.

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Il giorno successivo si recò nuovamente al dirupo di arenaria, ad attendere il suoamato. Da lì poteva udire le urla e le grida della battaglia e fu poi salutata daiguerrieri esausti sulla via del ritorno. Il suo amato, però, non era con loro.Attese sul dirupo per sette giorni, sperando che ritornasse, e durante tutto queltempo le sue lacrime formarono rivoli sull' arenaria. Dalle sue lacrime nacqueronuove piante: la Boronia e il Bush Fuchsia.Al settimo giorno, andò sul campo di battaglia, ma non trovò alcuna traccia delgiovane guerriero. Krubi ritornò allora sul dirupo di arenaria e volle morire.Mentre il suo spirito attraversava una fenditura nell' arenaria, ne scaturì la piùbella pianta australiana, con un fusto diritto e forte.

Era di una bellezza perfetta, proprio come l'uomo per il quale Krubi era morta. Lefoglie erano seghettate e appuntite come una lancia. Il fiore rosso splendentenon aveva pari e, come il rosso mantello di Krubi, si vedeva da molto lontano. Partendo da questi presupposti culturali alla fine degli anni 70 nasce laFloriterapia Austrialiana.Questa si sviluppa in due filoni distinti e separati:

LIVING ESSENCES OF AUSTRALIAAUSTRALIAN BUSH FLOWER ESSENCES

Le Living Essences of Australia Queste essenze sono state repertorizzate a partire dal 1977 da VasudevaBarnao, affiancato dal 1983 dalla moglie Kadambii.La maggior parte di queste essenze provengono da fiori caratteristici delle regionisud occidentali dell'Australia, ricchissime di flora selvatica. Il kit completo ècostituito da 84 essenze, ma sono disponibili molti kit specifici che raggruppanole essenze in base alle problematiche che sono in grado di risolvere. I Barnaocercano di fondere nei loro prodotti i principi guida della floriterapia di Bach e letradizioni millenarie degli aborigeni australiani. Il popolo dei Nyoongah, peresempio, utilizza fin dalla notte dei tempi medicamenti simili agli attuali rimedifloreali.Il metodo impiegato per la produzione di alcune delle Living Essences of Australiaè differente da quello tradizionale: durante una intervista, Vasueda Barnao harivelato che è possibile preparare le essenze dal fiore vivo, senza che vi siadiluizione e scambio di materia tra l'acqua e il fiore, ma soltanto trasferimento di"vibrazioni energetiche".Ma la caratteristica più innovativa di questa scuola australiana è l’integrazionetra floriterapia ed agopuntura. La tecnica consiste nell'applicare le essenze suipunti auricolari e si rivela particolarmente efficace per i disturbi da stress,sindrome premestruale e fenomeni di dipendenza.Le essenze floreali australiane di questa collezione si sono rivelate

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particolarmente efficaci nella terapia del dolore: sembra che le statisticheconfermino che alcuni rimedi funzionino bene quanto la morfina, senza peròpresentarne gli effetti collaterali. Gli Australian Bush Flower Essences I fiori della prateria australiana, il bush, sono stati oggetto degli studi delnaturopata australiano Ian White e della moglie Karen, che ne hanno tratto unacollezione di essenze denominata Australian Bush Flower Essences.I 61 rimedi di cui è composta sono preparati con la flora spontanea di una dellezone più ricche di tutto il pianeta, secondo i principi della floriterapia e delletradizioni locali ed impiegando il metodo di Bach.Lo stesso White definisce le proprie essenze come "catalizzatori per risolverestati emozionali negativi e per sviluppare abilità intuitive".Le indicazioni riguardano la crescita personale, la valorizzazione delle potenzialitàpersonali, la tristezza, la debolezza, lo stress, i problemi di sfiducia edinterpersonali. Indicazioni specifiche sono i problemi connessi alla sessualità edalla capacità di concentrazione e meditazione.

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I DISTURBI DELL’UMORE La tristezza è un’emozione comunemente provata in seguito a perdite, delusionio insuccessi. La depressione, invece, è una condizione patologica caratterizzataprincipalmente da un’alterazione dell’umore e da perdita di interesse o piacere.Circa il 10% delle assenze dal lavoro è dovuto ai sintomi della depressione,mentre il 50% dei pazienti depressi non viene diagnosticato.Secondo il WHO la depressione è la 2° causa di invalidità nella popolazionegenerale.La vulnerabilità delle giovani generazioni sembra aumentata, probabilmente perl'influenza di più fattori: uso di sostanze, dieta e cambiamenti occorsi nellastruttura familiare, sociale e occupazionale, uniti al generale incrementodell'urbanizzazione.L'aspetto comunque più allarmante è che per tutti, il rischio di ammalarsi è

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aumentato durante tutto l'arco del XX secolo.Generalmente chi soffre di depressione mostra un umore depresso, unamarcata tristezza quasi quotidiana e tende a non riuscire più a provare lostesso piacere nelle attività che provava prima.Le persone che soffrono di depressione, si sentono sempre giù, l’umore ed ipensieri sono sempre negativi. Sembra che presentino un vero e proprio doloredi vivere, che li porta non riuscire a godersi più nulla.Chi soffre di depressione può soffrirne in modo ACUTO (cioè presenta delle fasidi depressione molto acute ed improvvise, che magari tendono a scomparire da

sole o con una terapia) oppure soffrirne costantemente, anche se in formaleggera, con alcuni improvvisi momenti di peggioramento . DIAGNOSI Il primo elemento diagnostico è, come in tutte le patologie, quello anamnestico.Nella storia dl paziente depresso compaiono sempre i seguenti sintomi: a) Anedonia-incapacità di provare piacere.b) Allontanamento dagli amici e dalla famiglia.c) Assenza di motivazioni, ridotta tolleranza alle frustrazioni.d) Segni vegetativi:

Perdita della libido.Perdita di peso e anoressia.Aumento di peso e iperfagia.Scarsa energia; facile affaticabilità.Anomalie del ciclo mestruale.Precoce risveglio mattutino (insonnia tardiva);Variazioni dei sintomi nell'arco della giornata (peggiorano almattino).

e) Stipsi.f) Secchezza delle fauci.g) Cefalea.Un altro elemento diagnostico importante è l’ESAME DELLE CONDIZIONIMENTALI.Nel paziente depresso troviamo:Aspetto generale e comportamento: rallentamento o agitazione psicomotoria,scarsi contatti oculari, aspetto triste, atteggiamento abbattuto, scarsa curadell'aspetto personaleAffettività: coartata, intensa.Umore: depresso, irritabile, frustrato, triste.Linguaggio: scarsa o nessuna spontaneità, monosillabico, lunghe pause, tonobasso, monotono.Contenuto del pensiero: preoccupazioni ossessive; sentimenti generalizzati didisperazione, inutilità e colpa; preoccupazioni relative alla salute del corpo;indecisione; povertà del contenuto; allucinazioni e deliri; scarsa spontaneità.Sensorio: distraibilità, difficoltà di concentrazione, lamentele, relative a deficit dimemoria, evidente disorientamento; pensiero astratto alterato.Introspezione/capacità di giudizio: compromissione dovuta a distorsioni cognitivedi indegnità personale. CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DELL’UMORE

Disturbo depressivo maggiore (DDM)

Disturbo distimico

Depressione reattiva o reazione depressiva

1.2.3.4.5.6.

7.

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Disturbi bipolari

Disturbo bipolare IDisturbo bipolare IIDisturbo bipolare a cicli rapidiDisturbo ciciclotimico

Disturbo depressivo maggiore (DDM) Noto anche come depressione unipolare e disturbo unipolare, si tratta di undisturbo depressivo episodico grave.I sintomi devono essere presenti per almeno due settimane e rappresentanouna modificazione rispetto al funzionamento precedente. Più comune nelledonne che negli uomini (2:1).Età media di esordio 40 anni, ma può manifestarsi ad ogni età.I sintomi sono:

Umore depressoMancanza di interessePerdita di pesoInsonnia/IpersonniaRallentamento psicomotorioFaticabilitàSentimenti di autosvalutazioneRidotta capacità di concentrazioneIdee suicide

Disturbo distimico Meno grave del DDM, è più comune e cronico nelle donne.Esordio insidioso.Si manifesta più spesso con storia di stress cronico o perdite improvvise; spessocoesiste con altri disturbi psichiatrici, ad esempio abuso di sostanze, disturbi dipersonalità e DOC.I sintomi sono:

Scarso appetito, iperfagia Disturbi del sonnoFacile affaticabilitàScarsa autostimaRidotta capacità di concentrazione Difficoltà nel prendere decisioniSentimenti di disperazione.

Depressione reattiva o reazione depressiva Si ha quando i sintomi sono legati ad un evento scatenante (lutto, stresselevato).Si tratta di un fenomeno senza caratteri cronici (sintomi per meno di due mesi). Depressione ansiosaCaratterizzata da:

depressione del tono dell’umore ansia accentuatairrequietezza motoriatendenza ad autocompiangersipessimismo e sentimenti di incapacità ed inutilitàmancanza di energia e affaticabilità

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1.2.3.4.5.6.7.8.9.

1.2.3.4.5.6.7.

1.2.3.4.5.6.

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insonnia irritabilità ed apprensivitàdisturbi della concentrazione

FLORITERAPIA DEI DISTURBI DEPRESSIVI MINORI

Bluebell (Blocchi emozionali) Boab (Schemi di pensiero negativi) Five corners (Scarsa autostima) Kapok bush (Apatia)Southern cross (Autocommiserazione)Sunshine wattle (Sfiducia nel futuro)Tall Yellow Top (Depressione)Waratah (Disperazione profonda)

SINDROME DA STANCHEZZA CRONICATutti noi abbiamo dei periodi di stanchezza, solitamente transitoria, dovuti acause conosciute come per esempio lo stress o il superlavoro, questa stanchezzatuttavia migliora con il riposo e non dà troppa preoccupazione. Circa un quarto dei pazienti che consultano il medico lamentano una stanchezzaprolungata, cronica, che dura da molto tempo.LA SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA (Chronic Fatigue Syndrome) è undisturbo dalle origine ancora oscure, caratterizzato da:stanchezza prolungata e debilitante,e da multipli sintomi non specifici. CRITERI DIAGNOSTICII sintomi per definizione si protraggono per minimo per 6 mesi, ma spesso nellarealtà per anni.Una stanchezza cronica persistente per almeno sei mesi che non é alleviata dalriposo, che si esecerba con piccoli sforzi, e che provoca una sostanziale riduzionedei livelli precedenti delle attività occupazionali, sociali o personaliDevono essere presenti quattro o più dei seguenti sintomi, anche questi presentiper almeno sei mesi:

disturbi della memoria;faringite;dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari;dolori muscolari e delle articolazioni;cefalea;sonno non ristoratore;debolezza post esercizio fisico.

CRITERI DI ESCLUSIONE

Malattie oncologicheMalattie autoimmuni/ reumatologicheInfezioniPatologie infiammatorie cronicheMalattie neuromuscolariPatologie endocrineTossicodipendenzaPatologie croniche

FLORITERAPIA DELLA SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA

BANKSIA ROBUR MACROCARPAOLD MAN BANKSIAILLAWARRA FLAME TREE

I DISTURBI DEL SONNO

7.8.9.

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Il sonno è un fenomeno naturale e biologico a carattere periodico durante ilquale si verifica una perdita di coscienza e la riduzione o la sospensione parzialedel funzionamento dei centri nervosi con la conseguente diminuzione delle variefunzioni organiche.Gli esseri umani hanno al loro interno una sorta di orologio biologico cheinfluenza alcuni processi fisiologici e che condiziona le ore di veglia e quelle disonno.Il funzionamento di questo orologio corrisponde al ciclo circadiano, il quale regolaattraverso l'azione di messaggeri chimici e nervosi i processi organici cheavvengono ogni giorno nel nostro corpo. Il nostro orologio biologico determina anche l'alternanza dei periodi di sonno e diveglia con un intervallo piuttosto regolare e costante all'interno del ritmocircadiano, a meno che intervengano alcuni fattori che dall'esterno possonocondizionarne in parte il funzionamento.

Il termine REM deriva dal fatto che durante tale fase gli occhi si muovono conmovimenti ritmici rapidi (dall'inglese rapid eye movements = movimenti oculariveloci). In questa fase, che si verifica normalmente 4 o 5 volte per notte, si fanno sognimolto intensi. Il termine sonno paradosso deriva dal fatto che l'elevata attività celebrale e irapidi movimenti oculari che caratterizzano questa fase sono in contrasto con ilgrado di generale rilassamento muscolareDurante la notte si verificano diversi cicli del sonno della durata di 90-100minuti caratterizzati dal passaggio attraverso vari stadi del sonno e la fase REM.

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Le fasi di sonno REM, della durata di circa 15 minuti, sono caratterizzate dasogni intensi e da movimenti oculari ritmici e rapidi. Nel corso della nottediminuiscono progressivamente le fasi di sonno profondo e aumentano di duratae di intensità le fasi REM. QUANTO BISOGNA DORMIRE Non è possibile stabilire una durata del sonno ottimale.Importante è la qualità del sonno piuttosto che la quantità che varia secondo leesigenze personali.E' comunque noto che il fabbisogno di sonno diminuisce con l'età.

CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI DEL SONNO Il termine "insonnia" deriva dal latino insomnia che significa letteralmente"mancanza di sogni".Nel linguaggio comune esso indica una durata del sonno insufficiente e/o unacontinuità del sonno alterata da risvegli.Non sempre ad un disturbo percepito soggettivamente corrispondano differenzedalle stesse caratteristiche in soggetti che non lamentano alcun disturbo; per cuinella definizione di insonnia va tenuto conto di un livelloobiettivabile, che fa riferimento alla difficoltà ad addormentarsi e a mantenereuna continuità del sonno,soggettivo, che si riferisce ad una insoddisfacente qualità del sonno. L'insonnia rappresenta senza dubbio il disturbo del sonno più frequente.Ricerche epidemiologiche hanno evidenziato come circa un terzo dellapopolazione adulta del mondo occidentale soffre di insonnia, metà dei qualipresentano un'insonnia cronica.Da un punto di vista clinico distinguiamo:

INSONNIE PRIMARIEINSONNIE SECONDARIEPARASONNIE

1.2.3.

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INSONNIE PRIMARIE Insonnia psicofisiologicaL'insonnia psicofisiologica è una forma di insonnia dipendente da fattori genericidi stress che portano ad una alterazione del sonno notturno.Il termine "psicofisiologica" indica che il disturbo del sonno è indotto da unagenerica tensione emotiva in assenza di altri problemi psicopatologici o di ordinementale. Le persone che presentano questo disturbo lamentano non solodifficoltà nell'addormentamento notturno e nella continuità del sonno, ma ancheun'incapacità a dormire durante il giorno.La pessima qualità del sonno notturno determina disagi e malessere diurno, manon necessariamente sonnolenza.Tra le cause più frequenti sono certamente da registrare gli eventi consideratinegativi (scomparsa di una persona cara, licenziamento, difficoltà economiche),pur non essendo da escludere la reazione ad eventi considerati positivi.Un'altra causa tipica consiste nel dormire in ambienti nuovi e sconosciuti. Una variante dell’insonnia psicofisiologica è:L'insonnia psicofisiologica persistente è un disturbo che è conseguente a duefattori che si influenzano reciprocamente nel rendere persistente il disturbo:una tensione-ansia cronica somatizzataun condizionamento negativo del sonno. INSONNIE PRIMARIEInsonnia da errata percezione del sonno (pseudo-insonnia) Questa insonnia corrisponde alla percezione soggettiva di un disturbo del sonnosenza apparenti reperti di alterazione oggettiva.I soggetti riferiscono di dormire poco, di avere un sonno poco ristorativo oaddirittura di non dormire affatto, mentre l'osservazione del partner di letto, o laregistrazione polisonnografica nei laboratori del sonno riportano caratteristichedel sonno apparentemente normali. INSONNIE PRIMARIEInsonnia idiomatica L'insonnia idiopatica corrisponde all'incapacità di avere un sonno soddisfacente,in a causa di un'inadeguata regolazione del sistema sonno-veglia.Tale disturbo è persistente e interferisce notevolmente con la qualità della vitadel paziente, determinando uno stato di cronica deprivazione di sonno erisultando spesso incompatibile con un'occupazione stabile. INSONNIE SECONDARIESono usualmente definite secondarie le insonnie per le quali è identificata lacausa del disturbo e, in genere, se adeguatamente trattate, evolvono in risultatipositivi.

Insonnia da inadeguata igiene del sonnoSindrome da "sonno insufficiente"Insonnia da altitudineInsonnia da assunzione di cibo/bevandeInsonnia da allergie alimentariInsonnia associata a disturbi psichiatriciMovimenti periodici del sonnoSindrome delle "gambe senza riposo"Insonnia da farmaciInsonnia da alterazioni del ritmo sonno-vegliaSindrome da ritmo sonno-veglia irregolare

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Sindrome da volo transmeridiano (jet lag syndrome)Sindrome dei turnisti

INSONNIE SECONDARIEInsonnia da inadeguata igiene del sonno Nella classificazione dell'American Sleep Disorders (ASD) questa forma diinsonnia viene indicata come un'insonnia infantile consistente in difficoltà diaddormentarsi, risvegli notturni e una generale disorganizzazione del ritmosonno-veglia.Il problema si instaura in conseguenza di una incapacità dei genitori diorganizzare momenti precisi lungo le 24 ore per le varie attività e, in particolare,per il sonno.Questa forma di insonnia secondaria riveste però una notevole importanza nelcaso dell'adulto.Infatti ad un'inadeguata igiene del sonno possono essere ascritti unapercentuale elevata di tutti i disturbi del sonno.Cause:

orari di sonno irregolarieccessiva differenza tra il sonno infrasettimanale e quello del week enduso eccessivo di caffeina, alcol, nicotinacarico eccessivo di stress, al lavoro e a casadiscussioni a lettoproblemi legati ad un'insoddisfacente o, al contrario, assai intensa,sessualitàfrustrazione per non riuscire a dormireruminazioni a lettosforzarsi di dormirelavorare sino ad appena prima di andare a lettoinadeguatezza del letto in cui si dormeproblemi legati alle condizioni della camera da letto

INSONNIE SECONDARIEInsonnia da farmaci E' uno dei capitoli più "delicati" che riguardano i disturbi del sonno, per quantoriguarda

la natura iatrogena di alcuni disturbi del sonnola gamma differenziata di effetti sulla struttura del sonno da parte didiverse sostanzel'insufficienza o parzialità (spesso non casuale) delle conoscenze ariguardo.

Fra i farmaci che possono indurre insonnia ricordiamo:Ipnotici (benzodiazepine, barbiturici) AlcoolAnfetamineCocainaCaffeina, teina, teofillinaBroncodilatatoriDecongestionantiIpotensiviFarmaci antiaritmicil-dopaAntiepiletticiIntossicazione da metalli pesanti

INSONNIE SECONDARIESindrome da volo transmeridiano (jet lag syndrome)

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E' un disturbo conseguente a rapidi spostamenti in località con un fuso orariodiverso da quello abituale. E' un disturbo in sempre maggiore diffusione in parallelo all'estensione dei voliaerei di lunga durata e consiste in una difficoltà ad iniziare e mantenere il sonno,una minore durata dello stesso, difficoltà di concentrazione diurna, affaticabilità edisturbi viscero-vegetativi. PARASONNIERappresentano un insieme di fenomeni clinici che non presentano una relazionespecifica con i meccanismi della veglia, del sonno REM e del sonno NREM, mache trovano la loro espressione indesiderata durante il sonno.In relazione al coinvolgimento del sistema muscolare scheletrico o del sistemanervoso autonomico, si possono distinguere inparasonnie motorieparasonnie autonomiche

Risvegli confusionaliSonnambulismoPavor nocturnusMovimenti ritmici del sonnoSussulti ipniciSonniloquioCrampi notturniSogni a contenuto terrificoParalisi ipnagogicaErezione dolorosa nel sonnoDisfagia parossistica notturna

FLORITERAPIA DEI DISTURBI DEL SONNO

I DISTURBI SESSUALI PSICOGENI

SESSUALITÀ E COMPORTAMENTO SESSUALE La sessualità è espressione fondamentale dell'essere umano, è un fenomenocomplesso che vede coinvolte influenze psicologiche, biologiche e culturali.Non si può ridurre alla dimensione genitale del sesso, ma comprende una vastagamma di opzioni, come pure di sensazioni ed emozioni. La sessualità è cosìanche gioco, relazione, comunicazione, scambio di piacere, momento privilegiatodell'intimità. E' partendo da quest'ultima che la sessualità può organizzarsi nelmodo più utile alla dimensione emozionale ed affettiva della coppia. Si tratta di

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un comportamento che ha molto a che fare con gli istinti e con la libertà o lacensura che essi hanno subito nel corso dell'evoluzione psicologica e sessuale diogni individuo.Espressione della sessualità è parte anche la masturbazione. Esperienza dipreparazione alla sua versione relazionale, costituisce un atteggiamento chetestimonia una buona relazione con il proprio corpo, con il piacere e con unprogetto sessuale più completo.

Oltre all'interesse, al desiderio e al piacere che possono essere considerati la basepsicologica della risposta erotica umana, la sessualità può arricchirsi del mondocaleidoscopico dell'immaginario, che, per la sua energia e forza propulsiva, puòessere considerato una vera e propria zona erogena intrapsichica che fa parte, apieno titolo, del vasto repertorio della sessualità.

IL COMPORTAMENTO SESSUALE Si tratta di un comportamento che ha una modulazione nell'arco di tutta la vitadi un individuo. Ne qualifica l'intensità delle relazioni. Interferisce con il suobenessere o malessere psicologico, quando non direttamente conl'organizzazione di tratti o di strutture psicopatologiche. Fattori biologiciL'attività sessuale deve essere considerata come l'espressione finale di unmeccanismo in cui sono coinvolti molti organi e apparati, date le complesserelazioni tra sistema nervoso centrale, sistema nervoso autonomo, sistemaendocrino, sistema nervoso periferico e organi genitali.Le ricerche sulla neurotrasmissione hanno dimostrato che i neurotrasmettitorimaggiormente coinvolti nella sessualità sono la dopamina (con funzionestimolante) e la serotonina (con funzione inibente).Le connessioni tra i neurotrasmettitori e gli ormoni, in particolare quelli ipofisarie ipotalamici, influenzano il comportamento sessuale grazie ai loro "releasingfactors":GnRH, che libera FSH e LH a livello ipofisario, ACTH e sistema degli oppioidi endogeni. Fattori psicologici e socialiL'osservazione dei complessi meccanismi biologici che definiscono ilcomportamento sessuale e che determinano la risposta sessuale non dà ragione,di per sé, della multifattorialità che determina questo comportamento. Sonocoinvolti infatti anche fattori di ordine psicologico, psicodimanico e cognitivo,oltre a quelli etici, normativi e al contesto socioculturale.

FISIOLOGIA DELLA RISPOSTA SESSUALE I primi studiosi che hanno compiuto uno studio sistematico sulla fisiologia dellarisposta sessuale sono stati Williams H. Masters (ginecologo) e Virginia E.Johnson (psicologa) nella Washington University School of Medicine a partire dal1954.Le loro ricerche hanno aperto l’orizzonte anche verso la classificazione precisa dei

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disturbi della sessualità. Con una sperimentazione su migliaia di soggetti sani e con disfunzioni, singoli ein coppia, i due ricercatori americani hanno potuto definire le fasi della rispostasessuale. Le fasi della risposta sessualeL'insieme dei fenomeni fisici e psichici che avvengono nel corpo umano inseguito ad uno stimolo erotico viene definito "ciclo di risposta sessuale" ecomprende 4 fasi:eccitamentoplateauorgasmorisoluzione

Fisiologia del desiderio sessualeIl desiderio sessuale è una fase fondamentale nel rapporto. Perché questa fasesia attiva, il cervello deve produrre in quantità un neurotrasmettitore, ladopamina, che sollecita il desiderio e si deve rallentare la produzione dellasostanza che lo inibisce: la serotonina. Occorre per questo uscire dall’anestesiaemotiva, tanto che si ha anche una riduzione della produzione di endorfine daparte dell’ipotalamo. Contemporaneamente aumenta la produzione di unamolecola che regola il sistema ormonale riproduttivo: il GnRH. Perché tutto ciò si svolga adeguatamente è necessario che il cervelloemozionale, chiamato sistema limbico, abbia dato il “via libera” di fronte adun’emozione con connotazione erotica. La risposta sessualeVediamo cosa accade esattamente nel corpo di un uomo e di una donna durantel'attività sessuale. Possiamo suddividere la risposta sessuale maschile efemminile in cinque fasi successive: • la fase dell'eccitamento, caratterizzata dall'insorgenza di sensazioni erotiche edal raggiungimento dell'erezione negli uomini e della lubrificazione vaginale nelledonne.Nel maschio il pene presenta una erezione, lo scroto si ispessisce, la saccascotale si appiattisce e si indurisce mentre i testicoli cominciano a salire a causadell'accorciarsi del funicolo spermatico. A livello generale c'è una risposta fisica divasocongestione (il sangue si concentra in alcune zone del corpo) e miotonia; ilrespiro si appesantisce, il ritmo cardiaco e la pressione del sangue aumentano.Anche nella donna ci sono miotonia e vasocongestione, sia a livello dei genitaliche a livello generale; le mammelle si gonfiano e si verifica un'erezione deicapezzoli. A livello locale l'eccitamento femminile provoca lubrificazione vaginale. • la fase del plateauSe la stimolazione continua si entra in una nuova fase. Ora il livello dieccitazione diventa sempre più elevato e aumenta progressivamente il battitocardiaco, la pressione del sangue, il respiro e la tensione muscolare. Anche il

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flusso del sangue aumenta, producendo nell'uomo un ulteriore ingrossamentodel pene e dei testicoli che possono aumentare fino al 50% oltre le lorodimensioni normali; nella donna invece la vagina si dilata e il clitoride ruotaverso l'alto di 180% ritraendosi. • la fase dell'orgasmoL'orgasmo consiste nella liberazione di tutta la tensione sessuale accumulatadurante le fasi precedenti e provoca molte modificazioni fisiologiche. In realtànessuno sa con certezza come il sistema nervoso o i sistemi biochimiciinneschino il riflesso dell'orgasmo; quel che è certo è che sia i fattori chepsicologici giocano un ruolo importante.Nell'uomo l'orgasmo coincide con l'eiaculazione provocata da contrazioni ritmichedell'uretra e dei muscoli alla base del pene. Le prime contrazioni sono più potentie ravvicinate, mentre le altre sono più deboli e distanziate. Durante questa fasesi verificano anche contrazioni dello sfintere anale e dei muscoli del pavimentopelvico.Anche nella donna l'orgasmo è caratterizzato da contrazioni ritmiche dei muscolivaginali e del perineo. • la fase della risoluzioneLe reazioni fisiolgiche locali progressivamente scompaiono e si ristabilisce lasituazione iniziale. Il corpo torna ad uno stato rilassato e privo di eccitazione. Ilsangue che riempiva gli organi genitali drena rapidamente e questi ritornano allostato di riposo. Anche il respiro, il battito cardiaco e la pressione sanguignaritornano ai livelli normali. • la fase refrattariaLe fasi del ciclo della risposta sessuale sono simili negli uomini e nelle donne, conun'eccezione: subito dopo l'orgasmo e le fase di risoluzione l'uomo entra nelcosiddetto periodo "refrattario". In questo lasso di tempo nessuna stimolazionepotrà produrre un ulteriore orgasmo; Nei ragazzi più giovani il periodo refrattariodura solitamente pochi minuti mentre negli uomini più anziani può durarealcune ore o anche giorni. Le donne, diversamente dagli uomini, non hanno unvero e proprio periodo refrattario ed è per questo che possono raggiungerediversi orgasmi in successione.

I DISTURBI SESSUALI PSICOGENI Per disfunzioni sessuali si intendono quei disturbi che ostacolano o impediscono ilrapporto sessuale. La difficoltà nel pieno compimento del rapporto sessuale creauna forte frustrazione associata spesso ad ansia da prestazione, poichél'efficienza sessuale è uno degli elementi che concorrono alla costruzione di unasoddisfacente immagine di se.Dal punto di vista tecnico, possiamo dividere i disturbi sessuali in tre categoriedistinte:

disfunzioni sessuali vere e propriedeviazioni del desiderio sessualedisturbi dell'identità di genere

I disturbi sessuali possono essere dovuti a cause organiche, cause psicologiche oda entrambe; l'analisi dei fattori che li hanno prodotti ci consente di affrontare ilproblema in modo specifico e quindi di risolverlo.Tra le cause psicologiche più comunemente riscontrate nella eziologia delledisfunzioni sessuali troviamo schemi mentali disfunzionali (solitamenteragionamenti erronei, pensieri irrazionali, immagini distorte, aspettativeirrealistiche), emozioni assenti, o troppo intense,e comportamenti disadattatividella persona.

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DISFUNZIONI SESSUALI

DISTURBI DEL DESIDERIO SESSUALEQuesta categeria è caratterizzata dall'inibizione della fase appetitivi e/o deicambiamenti psicologici che caratterizzano il ciclo completo di risposta sessuale. Disturbo da desiderio sessuale ipoattivoSi manifesta con la mancanza di interesse per il sesso e l'assenza di unamotivazione spontanea verso l'attività sessuale. L'individuo che presenta unacarenza di desiderio appare "asessuale" e si comporta come se i centri sessualidel cervello fossero "bloccati".

Non manifesta interesse per la sessualità e, se si presenta un'occasione erotica,non ne approfitta. La caduta del desiderio, in alcuni casi, non coinvolge lanormale risposta sessuale. Si può avere una valida erezione e anche unorgasmo, ma ogni esperienza sessuale viene vissuta in modo meccanico, senzaprovare piacere.Questo sintomo può manifestarsi, secondo i casi, nella masturbazione, con lapartner fissa o con qualunque tipo di pratica e partner sessuale.Possibili cause. Le cause individuali sono svariate e possono comprendere:convinzioni religiose, fobie specifiche sessuali, il timore di perdere il controllosooto la spinta degli impulsi sessuali, la paura della gravidanza ecc.

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Disturbo da avversione sessualeAlcune persone sviluppano un rifiuto fobico delle sensazioni erotiche e/o dialcune attività legate al sesso. In alcuni casi la risposta fobica è totale rispetto alsesso, per cui si prova panico e repulsione in conseguenza di sensazioni, pensieri,sentimenti o situazioni di natura sessuale ed erotica; in altri casi la risposta èrisposta fobica è limitata e riguarda aspetti specifici: l'atto della penetrazione, lamasturbazione, il bacio, le carezze, l'atto di spogliarsi, il guardare i genitali delpropri o del partner, essere toccati in determinate parti del corpo ecc.

Queste persone vanno incontro a forti stati ansiosi e a veri e prorpi attacchi dipanico nelle situazioni che risvegliano la loro reazione fobica. Di solito, provanoanche un'ansia anticipatoria e cercano di evitare a qualsiasi costo ognicomportamento che possa condurre alla situazione sessuale che li spaventa.Altre persone pur riuscendo a sopportare la situazione la trovano estremamentepenosa. DISTURBI DELL'ECCITAMENTO SESSUALE Disturbo dell'eccitamento sessuale femminile

Il disturbo si manifesta come incapacità di raggiungere o mantenere, fino alcompletamento dell'attività sessuale, un adeguata lubrificazione. Spesso ledonne che soffrono di questo disturbo hanno difficoltà a rispondere a uno stimoloerotico che esse stesse giudicano adeguato.La persona affetta da disturbo dell'eccitazione riesce a provare desideriosessuale. L'inibizione scatta nel momento in cui deve passare all'azione. Tra lepossibili cause troviamo problematiche legate alla relazione di coppia oall'atteggiamento della paziente verso la sessualità in generale. Nella coppiapossono esserci conflitti che producono nella donna ansia, rigidità e disagio.Questo disturbo può essere legato anche alle modificazioni psicofisiche causatedalla menopausa, spesso accompagnata da una mancanza di lubrificazionevaginale di tipo psicosessuale.

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Disturbo maschile dell'erezioneIl termine "disfunzione erettile" si riferisce a tutte quelle situazioni in cui, puressendo vivo e presente il desiderio sessuale, si verifica la costante incapacità araggiungere e/o mantenere l'erezione completa.

Si parla quindi di disfunzione erettile non solo di fronte all'assenza di erezione,ma anche di fronte ad un'erezione così fugace da non permettere al soggetto diportare al termine il rapporto sessuale. Il fenomeno deve essere di tiporicorrente e non episodico. L'erezione può essere completa all'inizio e scomparireprima del rapporto; può essere così debole da non permettere l'introduzione delpene in vagina, se non con l'aiuto delle mani; a volte può essere più duratura escomparire prima che il soggetto raggiunga l'orgasmo; infine il pene puòrimanere per tutto il rapporto in uno stato semirigido tale da non permettereaffatto la penetrazione.L'orgasmo può avvenire comunque a pene flaccido o semirigido perchè nondipende dal grado di erezione del pene ma dallo stato di eccitazione del paziente.La disfunzione erettile può essere presente fin dalla prima volta che il pazientetenta di fare l'amore oppure manifestarsi in seguito a uno stress, a una crisi oall'età avanzata. DISTURBI DELL'ORGASMO Disturbi dell'orgasmo femminileQuesto disturbo si presenta come l'assenza dell'orgasmo in una donna connormale fase di eccitamento nel corso del rapporto sessuale. Si parla dianorgaslia primaria quando la donna non ha mai raggiunto l'orgasmo, né dasola, né con il partner utilizzando qualsiasi tecnica di stimolazione, e secondariaquando il disturbo si presenta con un certo momento nella vita del pazienteoppure se la difficoltà è limitata solo a certe tecniche di stimolazione. All'origine di una situazione di anorgasmia spesso vi è l'effetto inibitorio dell'ansiadurante il rapporto sessuale, ansia che può essere dovuta a paure sessuali, adun rapporto non adeguato con il partner, al timore di perdere il controllo.Parlando di orgasmo femminile è utile un chiarimento: la dicotomia tra l'orgasmovaginale (coitale) e clitorideo non ha motivo di esistere in quantofisiologicamente anche l'orgasmo vaginale è prodotto dalla stimolazione delclitoride.

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Pur esistendo una certa percentuale di donne psicologicamente efisiologicamente sane che non sono in grado di raggiungere l'orgasmo attraversomovimenti coitali ma solo attraverso la stimolazione del clitoride, non si puòparlare in questo caso di anorgasmia. Disturbo dell'orgasmo maschile o eiaculazione ritardataL'eiaculazione ritardata è un'inibizione specifica del riflesso eiaculatorio.L'erezione in questi uomini è normale, ma essi non sono in grado di eiaculare oincontrano grande difficoltà nel farlo, anche se hanno il desiderio di avereun'orgasmo.Esistono varie frome di eiaculazione ritardata. Si va dall'episodio isolato in cui ildisturbo si verifica solo in alcune situazioni particolarmente ansiogene allesituazioni più gravi in cui un uomo non ha mai provato un'orgasmo. tra questidue estremi c'è tutta una serie di forme intermedie, la più comune delle quali èquella dell'uomo che non riesce ad avere un'eiaculazione durante lapenetrazione, ma solo attraverso la masturbazione. Eiaculazione precoceL'eiaculazione si definisce precoce quando si verifica prima che la persona lodesideri. In questo caso manca un ragionevole controllo volontariodell'eiaculazione e dell'orgasmo.

Il punto centrale è proprio l'assenza di controllo sul riflesso eiaculatorio e non ladurata del rapporto: c'è precocità solo quando l'orgasmo interviene di riflesso enon può essere controllato o evitato volontariamente dal soggetto. Il fattore"rapidità", invece, dipende dal contesto culturale e non può essere consideratodeterminante per la diagnosi.La persona non riesce a tollerare l'eccitazione erotica e questo produce

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un'accelerazione della risposta sessuale e dell'orgasmo. Egli, inoltre, non ha lapercezione delle sensazioni che anticipano l'orgasmo e, pertanto, non lo riesce acontrollare.Può manifestarsi, secondo i casi, con qualunque tipo di partner, solo con lapartner abituale o in tutti i tipi di attività sessuale, compresa la masturbazione.Ci sono diverse ipotesi circa l'origine psicologica del disturbo: un condizionamentoavvenuto durante le prime esperienze sessuali, spesso vissute con ansia enervosismo, oppure incapacità da parte di chi ne soffre di percepire il propriolivello di eccitazione. DISTURBI DA DOLORE SESSUALE DispareuniaÈ presente sia nell'uomo che nella donna e si manifesta attraverso unpersistente e continuo dolore genitale nel corso o dopo un rapporto sessuale.Nella donna non è dovuto esclusivamente a mancanza di lubrificazione o avaginismo, mentre nell'uomo non sempre è dovuto a cause fisiche. VaginismoÈ un disturbo tipicamente femminile e consiste nella contrazione dei muscolivaginali che impedisce la penetrazione da parte dell'uomo. È spesso causa disituazioni spiacevoli come i "matrimoni bianchi" o "non consumati".Spesso in queste coppie c'è un'ottima intesa e il disturbo non impedisce tutti glialtri giochi sessuali che non comprendono la penetrazione.

Tale disturbo viene considerato una fobia sessuale. Diagnosticamente le fobierientrano tra i disturbi d'ansia e consistono in una forma particolare di paura noncontrollata, sproporzionata rispetto alla situazione e caratterizzatadall'evitamento della situazione temuta. Nel caso particolare delle fobie sessualila paura eccessiva provoca una risposta di esitamento ed è strettamenteconnessa all'ansia anticipatoria. DEVIAZIONI DEL DESIDERIO SESSUALEIl termine "parafilia" e' stato introdotto dall'Oms per indicare quelle che untempo erano definite "perversioni sessuali". Da esse l'Oms ha depennato circa30 anni fa l'omosessualità (che di fatto e' solo una delle possibili varianti delcomportamento affettivo e sociale dell'essere umano). Letteralmente il terminesignifica che l'impulso erotico/sessuale e' rivolto ad un soggetto in qualche mododistorto.Posto che nuclei di fantasie sessuali "perverse" sono presenti in moltissimiindividui sani da ogni punto di vista, il DSM-IV definisce le caratteristicheessenziali di una parafilia come: un insieme organizzato di fantasie, impulsi o comportamenti ricorrenti edintensamente eccitanti sessualmente che riguardano:

oggetti inanimati•

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la sofferenza o l'umiliazione di se' stessi o del partnerpersone non consenzienti o bambini

Tali fenomeni devono manifestarsi continuativamente per almeno sei mesi. Tra le parafilie sono incluse:Esibizionismo (esposizione dei genitali alla vista altrui),Feticismo (attrazione per oggetti inanimati o singole parti del corpo),Fretteurismo (toccare o sfregarsi contro una persona non consenziente),Pedofilia (focalizzazione dell'interesse sessuale su bambini prepuberi),Masochismo (ricevere umiliazioni o sofferenze dal partner),Sadismo (infliggere umiliazioni o sofferenze al partner),Travestitismo (indossare indumenti tipici del sesso opposto)Voyeurismo (spiare attività sessuali altrui). TRATTAMENTO FLORITERAPICO

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I DISTURBI D’ANSIA I disturbi di ansia sono i più comuni, o i più frequenti fra i disordini mentali.Comprendono un gruppo di manifestazioni che includono l' ansia estrema opatologica, così come la depressione dell'umore e/o la facile impressionabilità.L' ansia, che può essere intesa come la controparte patologica del timorenormale, è caratterizzata dalla disorganizzazione dell' umore, così come delpensare, del comportarsi e delle correlate attività fisiologiche. CLASSIFICAZIONE (DSM IV-R)

Disturbo di Panico Senza Agorafobia Disturbo di Panico Con AgorafobiaAgorafobia Senza Anamnesi di D. P.Fobia SpecificaFobia SocialeDisturbo Ossessivo-CompulsivoDisturbo Post-traumatico da Stress Disturbo Acuto da StressDisturbo d'Ansia GeneralizzatoDisturbo d'Ansia Dovuto a…Disturbo d'Ansia Indotto da SostanzeDisturbo d'Ansia NAS

ATTACCO DI PANICOUn periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro (o più) deiseguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picconel giro di 10 minuti:

palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia sudorazionetremori fini o a grandi scossedispnea o sensazione di soffocamentosensazione di asfissiadolore o fastidio al pettonausea o disturbi addominalisensazioni di sbandamento, di instabilità

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derealizzazione o depersonalizzazionepaura di perdere il controllo o di impazzirepaura di morireparestesiebrividi o vampate di calore.

ANSIAIl termine «ansia» è di uso quotidiano, tanto da essere di frequente impiegatoper indicare un vasto numero di stati emotivi che non sempre coincidono con ciòche a livello scientifico si intende con questo termineL’ansia è uno stato di attesa apprensiva, con anticipazione di eventi negativi maldefiniti verso i quali il soggetto si sente indifeso e impotente.In condizioni normali, l’ansia costituisce una reazione di difesa dell’organismo,volta ad anticipare la percezione del pericolo prima che questo sia chiaramenteidentificato.L’ansia è un sintomo comune e normale di fronte a situazioni traumatiche.L’ansia diviene patologica quando esiste sproporzione tra la portata dello stimoloansiogeno esterno e l’ampiezza dell’effetto emotivo risultante oppure quando lostimolo ansiogeno è collegato a una situazione di per sé niente affatto pericolosa.L'ansia si caratterizza per la presenza sia di sintomi psichici che di sintomi fisici:

apprensioneirrequietezza ed impazienzasenso di paura e previsione di pericoloaffaticabilitàdistraibilitàdifficoltà a concentrarsidisturbi della memoriainsonniairrequietezza motoriatremoripalpitazionisenso d'oppressione toracicasenso di mancanza d'ariasenso di vertiginesudorazionebocca seccaaffaticabilità fisicanodo alla golanauseaanoressiadisturbi gastro-intestinalipollachiuriacefalea tensionale

DEPERSONALIZZAZIONELa Depersonalizzazione è un’alterazioni della coscienza dell'Io.Nella accezione più seguita il concetto di depersonalizzazione è inteso come laesperienza di distacco e di estraneità, vissuta dal soggetto, nei confronti dellapropria interiorità psichica, del proprio corpo, del mondo esterno, come se siincrinasse la naturale articolazione dell'Io verso questi tre poli.A seconda che il soggetto avverta come estraneo il suo Io psichico, il suo corpo ola percezione del mondo esterno, si parla rispettivamente di: Depersonalizzazione autopsichicaIl soggetto si sente cambiato, diverso, impersonale e vago.Il sentimento della esistenza si affievolisce e giunge a gradi estremi dialterazione senza peraltro mai annullarsi del tutto:"la negazione dell'esistenza presuppone sempre una esperienza di esserci più omeno oscura" (Schneider).Viene vissuta l'esperienza per cui la propria vita psichica o alcuni aspetti di essa

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evocano un sentimento di estraneità e di non appartenenza all'Io.Si associa un colorito affettivo spiacevole, per lo più ansioso e non di rado ilsoggetto manifesta il timore di impazzire. Depersonalizzazione somatopsichicaIndica un sentimento di estraneità del proprio corpo (Sè fisico) o di parti di esso.Il corpo o parti di esso sono esperiti come distaccati, estraniati dal resto del Sè,non più appartenenti all'Io.Questa esperienza può accompagnarsi a sensazioni di cambiamento o ditrasformazione (di volume, di forma, di numero) degli organi. Depersonalizzazione allopsichica o derealizzazione E’ l'ambiente a divenire estraneo, irreale, non più familiare per l'individuo. La persona che li sperimenta riferisce spesso frasi di questo genere:"Mi sembra di comportarmi come un automa“"E' come se fossi in trance ma facessi normalmente tutte le cose quotidiane“"E' come se una parte di me, del mio pensiero, fosse assente”La ricorrenza, in tali descrizioni, del "Mi sembra" e del "Come se..." è tipica di chivive uno stato di ansia "dispercettiva" (che altera le percezioni) e cerca didescriverlo. PAURALa paura è un'emozione che coinvolge l'organismo nella sua globalità e vieneattivata da una particolare situazione stimolo circoscritta.Questa situazione di paura porta, da un lato a stati di tensione somatica edagitazione (aumento del ritmo cardiaco, sudorazione, piloerezione etc.), dall'altroa difficoltà propriamente psicologiche quali una disorganizzazione cognitivaemotiva, come ad esempio il ricordare eventi del passato, o difficoltà a collegarepensieri ed idee.E' utile una distinzione tra paura ed ansia che vengono generalmente distinte inbase al tipo di stimoli che sono in grado di provocare.Mentre l'ansia è una sensazione sgradevole crescente senza un'apparente edefinita situazione stimolo, la paura viene provocata da una situazione bendefinita, esempio "un cane ringhioso che insegue una persona". AGORAFOBIASensazione d’ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbedifficile (o imbarazzante) allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibileaiuto. I timori agorafobici riguardano tipicamente situazioni caratteristiche cheincludono essere fuori casa da soli; essere in mezzo alla folla o in coda; essere suun ponte e il viaggiare in autobus, treno o automobile.Le situazioni vengono evitate (per es., gli spostamenti vengono ridotti) oppuresopportate con molto disagio o con l'ansia, o viene richiesta la presenza di uncompagno. FLORITERAPIA DELL’ATTACCO DI PANICO

Angelswords CroweaDog rose of wild forceFringed violetGrey spider flowerBilly goat plumSundewWaratah

DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA

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Considerato come una categoria residua fino a qualche anno fa, il Disturbod'Ansia Generalizzato (GAD) è entrato a pieno titolo tra le patologiepsichiatriche solo recentemente ed è caratterizzato dalla presenza di ansiapersistente ad andamento cronico.L'attesa apprensiva (tensione psichica, preoccupazione) con anticipazionepessimistica di eventi disastrosi per sé o per i propri familiari rappresenta ilsintomo cardine del disturbo, a cui si accompagnano sintomi collegati multipli .L'ansia e la preoccupazione sono associate:

Irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelleFacile affaticabilitàDifficoltà a concentrarsi o vuoti di memoriaIrritabilitàTensione muscolareAlterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno osonno inquieto e insoddisfacente).

I pazienti affetti da questo disturbo appaiono cronicamente ansiosi ed apprensivi,versano in uno stato di eccessiva preoccupazione per le circostanze quotidianeche comporta una condizione di allarme ed ipervigilanza tale da rendere la vita"impossibile“. «Non posso più accendere il televisore, si sentono tante brutte notizie, ho lasensazione che possano capitare anche a me».«Mi riesce difficile anche uscire, devo fare uno sforzo notevole per non pensare amio figlio che è a scuola, potrebbe succedergli qualcosa»«Sono terrorizzato ogni qualvolta sento la sirena di un'ambulanza, penso chepossa essere successo qualcosa di terribile ad un mio familiare». FLORITERAPIA DELL’ANSIA E DELLO STRESS

Crowea Black-eyed susanBoroniaBottlebrushBush fuchsia Jacaranda

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO Ossessioni o compulsioniIn qualche momento nel corso del disturbo la persona ha riconosciuto che leossessioni o le compulsioni sono eccessive o irragionevoli.Le ossessioni o compulsioni causano disagio marcato, fanno consumare tempo(più di 1 ora al giorno) o interferiscono significativamente con le normaliabitudini della persona, con il funzionamento lavorativo o con le attività orelazioni sociali usuali.Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di unacondizione medica generale. OSSESSIONE:

pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualchemomento nel corso del disturbo, come intrusivi o inappropriati e checausano ansia o disagio marcatii pensieri, gli impulsi, o le immagini non sono semplicemente eccessivepreoccupazioni per i problemi della vita realela persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi oimmagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azionila persona riconosce che i pensieri, gli impulsi, o le immagini ossessivi

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sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall' esterno comenell'inserzione del pensiero).

COMPULSIONI

comportamenti ripetitivi (per es., lavarsi le mani, riordinare, controllare)o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parolementalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto inrisposta ad un' ossessione o secondo regole che devono essere applicaterigidamentei comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre ildisagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; comunquequesti comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modorealistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire,oppure sono chiaramente eccessivi.

FLORITERAPIA DEI D.O.C.

AngelswordsBoroniaFringed violet SundewCrowea

I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE I disturbi del comportamento alimentare colpiscono circa 8-10 ragazze su 100nella fascia di età tra i 12 e i 25 anni.Negli ultimi anni sono nettamente aumentati e colpiscono ogni strato sociale.Anche il rinvenimento di forme tardive, cioè in persone con più di 25 anni, non èpiù un'eccezione.

ANORESSIA NERVOSASi può dire che esistono tante forme di anoressia quante sono le pazienti.Secondo il DSM IV si possono individuare dei criteri comuni essenziali per poterasserire che si tratta di anoressia nervosa.

Rifiuto di mantenere un peso normale generalmente al di sotto dell'85%rispetto a quello previsto in rapporto all'altezza e all'età. È importantesottolineare che il peso viene mantenuto al di sotto di quello normale inmodo volontario e con notevoli sforzi da parte del soggetto.

Intensa paura di aumentare il peso e di perdere il controllo, anche se si èal di sotto dei valori normali, a tal punto che anche un aumento di pochi

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etti può provocare profondo disagio e angoscia.

Non viene ammessa nessuna preoccupazione per il sottopeso. La formadel corpo, la distribuzione del grasso diventano la fonte primaria del lorostato di inquietudine, sino al punto che tutta l'esistenza e ilcomportamento del soggetto ne vengono pesantemente influenzati. Percui l'umore, l'autostima dipendono direttamente dal peso.

Assenza di almeno 3 cicli mestruali consecutivi (amonorrea) dovutifisiologicamente al sottopeso.

Si distinguono due sottotipi di anoressia:

ANORESSIA DI TIPO RESTRITTIVOÈ la forma classica in cui la ragazza o il ragazzo, ponendosi come obiettivoprincipale quello di mangiare il meno possibile, mette in atto comportamenti ditipo restrittivo, cioè: elimina via via sempre più alimenti, salta i pasti, praticaattività fisica in eccesso col preciso scopo di bruciare calorie. Tutto questo permantenere il sottopeso che è divenuto l'unico vero grande valore dell'esistenza. ANORESSIA CON ABBUFFATE E CONDOTTE ELIMINATORIELa giovane si abbuffa di cibo, ma poi lo elimina volontariamente con vomitoautoindotto e uso eccessivo di lassativi e diuretici nel tentativo di controllare ilproprio peso. Come si può comprendere, ogni azione, ogni pensiero di un'anoressica sonodovuti al contrasto tra l'impulso fisiologico ad aumentare di peso e il desiderio diessere magre o, per meglio dire, sottopeso.Lo scontro tra un'esigenza naturale e il desiderio di controllarla non è semplice, elo sforzo necessario per vincere questa battaglia quotidiana è così imponente chenon lascia assolutamente tempo per dedicarsi ad altre cose.Tutto quello che circonda la ragazza in questi momenti (i genitori, gli amici ecc.)passa in secondo piano, assume un valore secondario e irrilevante.Non è facile entrare in questo mondo chiuso e ostinato, ed è vano ogni tentativodi portare alla ragione la giovane, di farle notare che ha un aspetto sofferente,scheletrico, che sta rischiando la vita.Ne sanno qualcosa i familiari coinvolti in questa malattia, che si vedonoimpotenti a modificare pur di pochissimo l'atteggiamento della figlia.Sembra ovvio chiedersi perché queste ragazze non si rendano conto della lorocondizione. Perché siano così ossessionate dal peso e dall'aspetto da mettere arepentaglio la loro stessa vita.Non è facile rispondere a questa domanda, ma per capire bisogna andare oltrel'apparenza, iniziando a osservarle dentro.Infatti un esame superficiale può indurre gravi errori di interpretazione,inducendo a banalizzare il problema e a iniziare con le ragazze una sterile guerracondotta sul peso, sul corpo, sul cibo, che può provocare solo disperazione esenso di impotenza.Così, se vogliamo comprendere l'anoressia, dobbiamo intendere la suamanifestazione esteriore come una risposta a un profondo disagio interno, che siestinguerà solo con la graduale modificazione dei meccanismi psicologici che locausano.La prima indicazione per i familiari sarà pertanto quella di non insistere sul peso,sul corpo, sul cibo. L'anoressia può dunque essere vista come una lotta quotidiana tra un bisognofisiologico essenziale di nutrimento e un desiderio psicologico di magrezzaestrema per affermare se stesse.Attorno a questo scontro ruota tutto il comportamento della paziente: daquando si sveglia alla mattina, per tutto il giorno e anche di notte ha fame, unafame che si fa sempre più intensa e irresistibile quanto più la ragazza si presenta

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emaciata.La risposta a questo forte bisogno naturale - che si manifesta con continuipensieri al cibo e sogni a occhi aperti di dolciumi - deve essere altrettanto forte,eseguita con ossessività e dovizia di particolari, altrimenti la fame può avere ilsopravvento. PRIMA FASEInizialmente le fatiche dovute alla restrizione alimentare vengono "rinforzate"dai genitori, dai parenti e dagli amici, e ciò procura una grande gratificazione esoddisfazione personale, soprattutto se il disagio e la sofferenza di partenzaerano considerevoli.In un secondo momento lo stress e le fatiche della restrizione vengono sostituitida un maggior senso di energia e da un generale stato di benessere. Questo èun meccanismo biologico essenziale per la conservazione della specie.

SECONDA FASEQuando termina lo stato di benessere dovuto alla perdita di peso, la mente vienevia via invasa da pensieri ossessivi riguardanti il cibo.Tale desiderio di nutrirsi è così intenso che la persona diventa sensibile a ogniodore, profumo e stimolo riguardante il cibo, e tutto il resto viene messo insecondo piano.Nasce così la paura di ingrassare e di perdere il controllo, e in effetti il rischio diabbuffate esiste, e per questo in tale fase si accentuano i rituali ossessivi e leregole rigide.L'umore diviene depresso, irritabile, ansioso, e genitori e parenti che circondanola ragazza cominciano a criticarla con insistenza. TERZA FASESi accentuano sempre più le emozioni negative; vengono anche compromesse lefunzioni delle attività mentali superiori come la concentrazione, la memoria, lacapacità di giudizio critico.Se nella seconda fase è ancora possibile studiare e ottenere buoni risultati ascuola, in questa ci si trova nell'impossibilità di seguire una normale attività siascolastica che lavorativa.Quando la perdita di peso è particolarmente accentuata, l'iperattività vieneincrementata.Frequenti sono inoltre i disturbi del sonno. Infine, per una percentuale di ragazze che vanno incontro alla morte, nei mesiche precedono questo tragico evento scompare l'ossessione per il cibo e compareun profondo stato di depressione e di astenia.A questo punto le capacità logiche e critiche sono a tal punto compromesse chela ragazza non si rende più conto di cosa sta succedendo, e solo se obbligata efisicamente costretta a mangiare è possibile un recupero, pena la morte. E' opinione diffusa che , nell'ambito dei DCA, la pratica del vomito appartengaall'universo della bulimia, più che a quello dell'anoressia.In realtà non è così.Il vomito nell'anoressia ha delle radici molto più profonde che nella bulimia, haun significato simbolico ed un travaglio emotivo che va ben oltre quello dellabulimia.Nella bulimia, infatti, il vomito è una pratica "compensatoria" delle abbuffate, èsempre conseguente all'alimentazione.Chi vomita in anoressia, invece, solo in una piccola percentuale di casi lo fa percompensare gli effetti di un pasto.Per molte ragazze anoressiche vomitare è un'abitudine, assai più silenziosa chenella bulimia, e soprattutto assai più comune di quanto il senso comune nonpensi.Le condotte eliminatorie nell'anoressia rientrano infatti nella dinamica del sensodi colpa che sottende il disturbo.

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Nell'anoressia nervosa vomitare significa essenzialmente punirsi, nonnecessariamente per un pasto meno "sacrificato" del solito; molto più spesso ilbisogno di punirsi scatta tutte le volte in cui ci si sente in colpa per un'azione oper un pensiero, ogni qual volta ci si senta responsabili per non aver tenuto fedeal patto di "impeccabilità" che ogni ragazza anoressica stipula segretamente conla bilancia.Per questa ragione il vomito in anoressia può avvenire indistintamente astomaco pieno o a stomaco vuoto, ed anzi questa seconda condizione è tanto piùfrequente quanto più il vomito simbolizza l'autopunizione.Se questa pratica ha delle conseguenze assai dannose per l'organismo, ne haalmeno altrettante sulle psiche.Vomitare a stomaco vuoto significa infatti per lo più rimettere succhi gastrici, ilpiù delle volte causando delle lacerazioni all'esofago, a causa della maggioreintensità dello sforzo che bisogna esercitare per indurlo, con conseguentiemorragie, che possono raggiungere entità anche notevoli.Se, da un lato, il sangue è una conseguenza "meccanica" del gesto attraversocui ci si provoca il vomito, dall'altro lato sul versante psichico, per la ragazzaanoressica "vomitare sangue" significa avere la prova tangibile di "essersi punitaabbastanza"; la vista del sangue, il terrore che questo genera, costituisce latestimonianza che la punizione è stata sufficientemente cruenta,sufficientemente all'altezza della colpa commessa.Questo meccanismo si inserisce in un ciclo di rinforzi, secondo cui vomitarediventa una valvola di sfogo sempre più frequente, una strada sempre piùbattuta, e da cui sempre più difficilmente si riesce a venir fuori. Perché il cibo diventa l'oggetto centrale in questa malattia?Che significati nasconde il digiuno dell'anoressica e la divorazione bulimica?Per cercare di rispondere a queste domande, pensiamo al pianto di un bambino.Quando un bambino piange, non lo fa solo perché ha fame, o meglio, con ilpianto non domanda a chi si occupa di lui di dargli solo il cibo che placa la suafame.Nel pianto il bambino chiede anche la soddisfazione di un bisogno diverso daquello della nutrizione ma altrettanto vitale: quello di essere amato.Il piccolo dell'uomo ha come bisogno fondamentale quello di essere amato.Il bambino desidera che l'adulto, la madre, gli comunichi la sua presenzaattenta, amorevole, capace di dargli la sensazione vera di essere amato, diessere importante ed unico per lui.L'adulto deve essere capace di dare tutti e due questi oggetti, senza scambiareuno con l'altro.Se al pianto del bambino l'adulto risponde solo cercando di soddisfare la fame dicibo, dando cioè solo il suo seno, trascura gravemente l'altra parte delladomanda, quella che chiede l'amore.

Nutrire non è amare.Prendersi veramente cura di un bambino significa perciò essere in grado di dareinsieme al nutrimento anche l'amore.Sotto questa luce, possiamo pensare l'anoressia e la bulimia come unmessaggio.Lo sciopero della fame dell'anoressica ha il senso di essere un messaggio rivoltoall'Altro attraverso il corpo.Questo messaggio esprime senza parole, ma attraverso il digiuno e la magrezzadel corpo, un desiderio della persona anoressica profondo e frustrato: quello diessere trattato non solo come un tubo digerente, che si può riempire di cibo finoa colmarlo, ma come un soggetto che vuole essere amato.L'anoressia è una forma di protesta per il modo con cui è stato trascurato,violato, dimenticato, il desiderio d'amore. BULIMIA NERVOSA La bulimia, o con un termine più tecnico la bulimia nervosa, è un disturbo

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alimentare caratterizzato da episodi di abbuffate seguiti di solito dacomportamenti compensatori.Le abbuffate consistono tipicamente nel mangiare grandi quantità di cibo, spessoad alto contenuto calorico. In genere questo viene fatto in segreto e puòcontinuare per anni senza che gli altri se ne accorgano.Il comportamento compensatorio utilizzato più frequentemente è il vomitoautoindotto, ma possono esservi anche abuso di lassativi e di diuretici, digiuno eattività fisica eccessiva.Lo scopo di questo comportamento è di "neutralizzare" l'abbuffata.È un tentativo di alleviare il senso di colpa provocato dall'abbuffata e diminimizzare ogni aumento di peso che si potrebbe verificare di conseguenza.Il comportamento compensatorio probabilmente è più distruttivo dell'abbuffataper due ragioni:

ha un maggior numero di pericoli fisici e medicilegittima l'abbuffata; cioè il comportamento compensatorio, neutralizzandol'abbuffata, aumenta la probabilità che questa in futuro si verifichi dinuovo.

La gamma dei comportamenti può variare di molto da persona a persona. Mentre alcune delle pazienti si abbuffano e ricorrono a questi comportamenti dicompenso parecchie volte al giorno, altre lo fanno solo saltuariamente.Varia anche ciò che si intende per abbuffata. Per una persona l'abbuffatapotrebbe equivalere a cinquemila calorie di cibi dolci, mentre per l'altra potrebbevoler dire mangiare qualsiasi cibo che non sia a basso contenuto calorico.Allo stesso modo anche il comportamento compensatorio può presentarsi sottoparecchie forme. Sebbene la maggior parte delle persone bulimiche si autoinducail vomito, alcune vomitano raramente o non vomitano mai.Altre possono combinare più metodi di compenso, il vomito e l'abuso di lassativio il digiuno, l'attività fisica eccessiva e l'abuso di diuretici.La differenza fondamentale tra chi si alimenta normalmente e le bulimicheriguarda l'intensità delle risposte emotive che la persona bulimica dà prima,durante e dopo l'alimentazione.Cioè, chi mangia normalmente di regola non si sente oltremodo ansioso,spaventato, colpevole o privo di controllo nei confronti dell'alimentazione.PERCHE’?La bulimia ha tre componenti:

il comportamento alimentare e compensatorio, o componentecomportamentale;il modo in cui le persone bulimiche pensano a se stesse e al loro mondo, ocomponente cognitiva;il modo in cui le bulimiche gestiscono le proprie emozioni, o componenteemotiva.

Il passo più importante per capire la bulimia è rendersi conto che le abbuffate e icomportamenti compensatori vengono usati per gestire le emozioni sgradevoli.Ciascuno di noi sa per esperienza che se sta abbastanza male farà di tutto persentirsi meglio.Le persone bulimiche hanno trovato che abbuffarsi e ricorrere ai comportamenticompensatori può momentaneamente distrarle dalla loro sofferenza.Sfortunatamente, poiché le abbuffate e i comportamenti compensatori sono solodistrazioni, è inevitabile che questi sentimenti riemergano, rendendo necessariulteriori abbuffate e comportamenti compensatori.Quali sono le difficoltà psicologiche della bulimica ?

Forte preoccupazione per il ciboMolte bulimiche riferiscono che passano fino al 95 per cento delle ore in cuisono sveglie a pensare cosa mangiare, quando mangiare, dove mangiare,come abbuffarsi senza farsi scoprire, dove vomitare, come e se usarediuretici, lassativi o pillole dimagranti, quando fare attività fisica e quandodigiunare o stare a dieta.Ricerca continua di una forma e di un peso idealiPurtroppo la bulimica attribuisce in maniera molto riduttiva al termine

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"ideale" il significato di magro e perfetto.È convinta di poter essere felice soltanto se è magra a sufficienza daraggiungere la forma perfetta.Questa ricerca, già di per sé illusoria, è ulteriormente complicata dal fattoche non può diventare magra (perfetta) "a sufficienza".Inoltre, questo concentrarsi su una forma fisica irrealistica le impedisce divivere la sua vita. Bassa autostimaTra le bulimiche è diffuso un senso generale di scarsa autostima.La bulimica vede poche cose in cui è brava e poi svaluta le poche abilità,capacità o attitudini che è disposta ad ammettere di possedere.Le qualità o i risultati positivi vengono attribuiti alla fortuna o a qualchealtra forza esterna.La scarsa autostima contribuisce alla bulimia che, a sua volta, confermaulteriormente il basso senso di autostima della bulimica.

Scarso senso di autocontrolloUno dei problemi di cui soffrono molte bulimiche è quello definito comemancanza di controllo degli impulsi.Cioè, per loro è difficile controllare gli impulsi o i bisogni.In parte questo è dovuto ad una limitata tolleranza alla frustrazione eall'ansia.L'abbuffarsi è soltanto un altro impulso che hanno difficoltà a controllare.

Depressione, rabbia e ansiaCi sono molti sentimenti, nascosti e non, che la bulimica puòsperimentare.In genere il più comune è la depressione, ma può trattarsi di rabbia, ansiao altri sentimenti spiacevoli o di una combinazione qualsiasi di emozioni.

Pensiero assolutisticoIl pensiero assolutistico è a volte chiamato pensiero tutto-o-nulla, oppurebianco-o-nero.Si tratta del modo in cui la bulimica concettualizza il suo mondo.Vede i comportamenti, i fatti e le circostanze come tutti buoni o tutticattivi; e, soprattutto, vede se stessa come grassa o magra, di solitograssa. Per la bulimica non esiste una via di mezzo.

Difficoltà ad esprimere le emozioni in modo direttoLa maggior parte delle bulimiche non ha mai imparato come esprimeredirettamente le proprie emozioni.Inoltre, molte temono che queste possano sfuggire al controllo o dispiacerea persone che per loro sono importanti.Le bulimiche usano il mangiare come mezzo per distrarsi (proteggersi) daisentimenti.

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