CORSO DI ESTIMO D 2005/2006 - Università Iuav di Venezia · del giudizio di stima allora il metodo...
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corso di estimo D a.a.2005-2006 Prof. Raffaella Lioce 1
CORSO DI ESTIMO D2005/2006
Principi e teoria estimativa
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Obiettivi e struttura della lezione
Obiettivo: porre le base teoriche dell’estimo classico attraverso ladefinizione di estimo, l’individuazione dei principi e dei procedimentiLa struttura:
Note introduttive e definizioni di estimoConcetto di valoreI principi dell’estimo classicoGli aspetti economici dei beniIl metodo estimativoI procedimenti di stima
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I beni economici
L’utilità dei beni è l’attitudine che gli stessi hanno nel soddisfare ibisogni
I beni hanno il requisito disoddisfare i bisogniEssere acquisibiliEssere disponibili in forma limitata
I beni economici possono essereBeni di consumoBeni indiretti e strumentaliBeni indipenedneti, complementari, surrogabili
I beni economici non tangibili sono definiti serviziLo stesso bene possiede diverse caratteristiche (ad esempio puòessere di consumo e di produzione e surrogabile)
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Alcune definizioni dell’estimo classico
• 1887 Fettarappa: “l’estimo insegna a determinare il valoredel terreno”
• 1921 Bordiga “l’insieme dei metodi per la determinazionedei valori dei beni”
• Primi Del ‘900 Niccoli, Tomasina e Serpieri (ScuolaEconomico- Estimativa): “l’estimo è la scienza del metododi stima”.
• 1947 Medici: “la logica è a fondamento del metodo distima”
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La definizione di Carlo Forte
1977 CARLO FORTE:
“l’estimo è la parte della scienza economica definibile come l’insieme dei principi logici e metodologici che regolano e quindi consentono la motivata, oggettiva e generalmente valida formulazione del giudizio di stima del valore dei beni
economici espresso in moneta”
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Alla base delle definizioni
Oggettività riferimento oggettivo al mercato (escluso valore d’uso)
Validità generale teoria ordinarietà; comportamenti più frequenti
Motivazione esplicitazione dati di base operazioni logiche
Moneta equivalenza tra bene e quantità di moneta (vero per l’estimo classico, oggi si utilizzano anche altri metodi di valutazione che si basano su valori non necessariamente monetari)
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Una definizione più recente
1994 Grillenzoni, Grittani: “l’estimo è una disciplina cheha la finalità di fornire gli strumenti metodologici per lavalutazione dei beni per i quali non sussiste unapprezzamento univoco”
La definizione non esclude le valutazioni non monetarie(beni pubblici) Le scale valutative di tipo nominale (presenza/assenza)ordinale (con unità di misura) cardinale e (quantitativa,monetaria)L’oggetto delle valutazioni sono sia i beni privati (diconsumo, strumentali) sia i beni pubblici (non escludibili,non rivali)
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I principi dell’estimo (i)L’estimo assume a fondamento i seguenti principi⌧ Il valore dipende dallo scopo della stima >>> esiste
una pluralità di valori⌧ La previsione é il carattere immanente della stima⌧ Il prezzo é fondamento del giudizio di stima⌧ Il metodo estimativo é unico ed é basato sulla
comparazione⌧ Il giudizio di stima deve essere oggettivo,
generalmente valido e si basa sul principiodell'ordinarietà:(l’oggettività probabilistica e la validità del giudizio distima si fondano sull’ordinarietà dei dati assunti inrelazione ai comportamenti dei soggetti economici edagli eventi previsti)
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I principi dell’estimo (ii)
Secondo Alemerico Realfonzoil quarto principio è corollario del terzo ed il quinto può essereconsiderato più un presupposto fondamentale dell’estimo più che unsuo principio
I principi dell’estimo possono ridursi ai primi treInfatti se il prezzo, che è espressione del mercato, è alla basedel giudizio di stima allora il metodo estimativo non può chebasarsi che sulla comparazione (il mercato è lo scenario diriferimento per ogni giudizio di stima).Inoltre se il giudizio di stima deve essere oggettivo egeneralmente valido allora l’oggettività probabilistica delgiudizio non può che basarsi sull’analisi e la previsionedell’evoluzione del mercato dominato da comportamenti,eventi e valori ordinari
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Il valore dipende dallo scopo della stima(P1)
Non esiste unicità estimativa del concetto di valoreEsistono più valori dipendenti da altrettanti scopiDalle diverse caratteristiche dei beni economicicorrispondono altrettanti valori di stimaI valori di stima sono determinabili attraverso criteri perciascun valore
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Il valore dipende dalle caratteristiche economiche:i criteri di stima (P1)
Valore del bene con cui il beneoggetto di stima può esseresostituito Vs =Vm,Vk
Valore disurrugazione
Essere surrogabileBene surrogabile
Differenza tra valore del benecomplesso e il valore del beneresiduo meno il valore del beneda stimare Vca=Vm(a+b)-Vmb
Valorecomplementare
Essere complementareBenecomplementare
Differenza tra valore del beneprodotto e dei fattori di produzioneVt(Vmp-Vk)/qn
Valore ditrasformazione
Avere utilità indirettaBene strumentale
Stima dei prezzi di fattoriproduttivi o analisi dei prezzi mediriferiti al mercato delle costruzioni
Valore di costoEssere oggetto diproduzione
Bene producibile
Analisi domanda e offerta di benianaloghi; attualizzazione di redditifuturi
Valore di mercatoDispiegare utilità direttaed essere oggetto dicompravendita
Bene di consumo
criterioValorecaratteristicaAspettoeconomico
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I temi dell’estimo urbanoI problemi che ricorrono nell’estimo urbano – in funzionedegli scopi delle stime – sono inerenti la determinazionedel
Valore di mercato degli immobiliValore di costo di produzione degli immobili
L’estimo classico individua altri tre valori che di fattosono riconducibili ai primi due
Valore di trasformazioneValore complementareValore di surrugazione
Due scuole di pensieroChi oltre ai 5 aspetti economici di base vede l’esistenza di altri aspetti diversi (qualicapitalizzazione dei redditi, costo deprezzato…)Chi riconosce solo due aspetti e riconduce gli altri a procedimenti di stima dei due valore afferentiagli aspetti di base (Valore di mercato e valore di costo) >>> (un bene può essere visto comeoggetto di compravendita e di produzione)
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Valore di mercato VM = f(d;o)
La caratteristica di un bene (un fabbricato, un’area…) didispiegare utilità diretta ed essere oggetto di scambio (di unacompravendita) determina un apprezzamento e quindil’esistenza del valore di mercato del bene stesso.Il valore di mercato è da intendersi quale: rapporto equilibrato tradomanda e offerta ovvero tra una certa quantità di moneta ed ilbene economicoIl criterio di stima quindi si baserà su: analisi della domanda edell’offerta di beni analoghi (o attualizzazione della redditivitànetta attesa dispiegabile dal bene in futuro)Il valore di mercato è il valore che con maggiore probabilità siformerà in una libera compravenditaIl Vm dipende da forma e tipo di mercato (libera concorrenza,monopolio,… dettaglio ingrosso, …)È utilizzato per aste pubbliche, divisioni ereditarie, cauzioni, mutui, valutazioni fiscali,….
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Valore di costo vc= Σfp = k
La caratteristica di un bene di essere oggetto di produzioneimplica l’esistenza del valore di costo.Il valore di costo è da intendersi quale: Somma dei valori dimercato dei singoli fattori produttivi, ovvero somma delle speseche un imprenditore ordinario deve sostenere per produrre ilbene oggetto di stima:
Materiali, manodopera, Capitale (Interessi sul capitale investito..), SpeseGenerali ,Utile di ImpresaCosto del denaro, reintegrazione dei capitali logorati durante il processo diproduzioneRemunerazione di servizi e imposteRetribuzione di figure economiche che partecipano al processo di produzionepromozione e commercializzazione
Si utilizza per valutazioni e preventivi di spesa, redazione di bilanci,stima di danni, ….
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Valore di trasformazione VT=( vmp- fp)La caratteristica di un bene di avere utilità indiretta implical’esistenza del valore di trasformazioneIl valore di trasformazione è da intendersi quale:
Differenza tra il valore di mercato del bene dopo la suatrasformazione e il valore di costo dei beni necessari per latrasformazioneSi applica nei giudizi di convenienza economica; esempio: leristrutturazioniLa trasformazione deve essere tecnicamente fattibile,economicamente conveniente e legalmente ammissibileSi utilizza per esprimere giudizi di convenienza stima di areefabbricabili, stima del valore di mercato per edifici darecuperare
Vt=Vm - K
q n> Vma
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Valore complementare
La caratteristica di un bene di essere complementare implical’esistenza del valore complementare
Deve esserci complementarietà, la parte “staccata” nondeve essere surrogabile, né quella residua avere unmercato
Il valore complementare è da intendersi quale:Differenza tra il Valore di mercato del complesso di beniV(a+m) ed il valore di mercato della parte residua (di tuttigli altri beni Vm che costituiscono il complesso di beni)escluso quello oggetto di stima
Si utilizza nelle stime per espropriazioni parziali, (servitù,…)stima per danni dovuti a limitazione autoritative (valoremancato), stime di miglioramento e per avviamenticommerciali
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Valore di surrogazione vs = vms (vcs)
Se un bene non è direttamente apprezzabile, per la stima dellostesso si procede stimando un bene con questo surrogabileovvero che presenti la medesima utilità e che quindi possaconsiderarsi sostituibile con il bene oggetto di stimaRappresenta il valore di mercato o il costo di produzione del benein grado di sostituire il bene oggetto di stimaSi utilizza per stimare il valore di mercato di beni privi di mercato(monopolio bilaterale); stima di aziende con profitti negativi, ….Può indendersi come:
Costo di riproduzione = costo che sarebbe necessario sostenereattualmente (utilizzando tecniche costruttive contemporanee) perrealizzare il fabbricato, ovvero un fabbricato analogo a quello oggettodi stima e con questo surrogabileCosto di ricostruzione fisica = costo che si dovrebbe sostenere sequando il fabbricato fu realizzato fossero stati vigenti i prezzi attuali
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Previsione e ordinarietà nel giudizio distima (P2)
I prezzi di mercato rappresentano la misura delladisponibilità, dell’utilitàGli approcci estimativi diretti non possono che dedurre ilvalore dagli omologhi prezzi di mercatoLe previsioni estimative si fondano sul presupposto dellapermanenza delle condizioni considerando che i soggettieconomici tengano conto di forze di tipo permanente notee della loro più probabile evoluzione
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Previsione carattere immanente della stima (P2)prezzo fondamento del giudizio(P3), metodounico la comparazione (P4),
DIFFERENZA TRA VALORE E PREZZO:
la previsione è basata su dati storici constatabili ovvero: ogniattribuzione di valore e’ precedente al manifestarsi di un prezzo ed e’preceduta da prezzi che si sono manifestati nel passato:unico strumento metodologico e’⌧ osservazione di esperienze concrete⌧ ricerca di analogie tra beni di prezzo noto e beni da stimare⌧ comparazione tra circostanze passate e presenti l’obiettivo e’ prevedere un valore come probabile conseguenza dicause conosciute in base al presupposto della “permanenza dellecondizioni” il giudizio di stima ha carattere probabilistico e non deterministico
Valore dato ipoteticoPrezzo dato storico
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Natura probabilistica delle stime e unicitàdel metodo: la comparazione (P4)
Il metodo è unico e si basa sulla comparazioneLa previsione, ovvero il giudizio di stima, è unaipotesi realistica di evoluzione del mercatoTecniche statistiche e numerosità dei datidiminuiscono l’incertezza intrinseca della stimaLe condizioni per operare una comparazione sonol’esistenza di un mercato attivo, l’omogeneità deibeni, problematicità della comparazione, (di fatto siriscontrano problematiche quali scarsità di dati,differenziazione delle caratteristiche dei beni)
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Il processo di una stima (la comparazione --P4)
1. Quesito
2. Scopo
3. Scelta dell’aspetto economico
4. Individuazione del procedimento
5. Individuazione e reperimento dei dati elementari
5. Calcoli e giudizio di stima
Rapporti economici tra bene epersone implicate
- sintetico - comparativo- analitico - ricostruttivo
- tecnici- finanziari
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Il principio della permanenza dellecondizioni (P5)
Si ammette che ogni operazione economica si svolgain base a condizioni note al momento di riferimento – dati storiciin base a quanto prevedibile in funzione del possibilecambiamento a seguito dell’azione di forze di tipo permanente(cambiamenti strutturali e non transitorie contingenti)
Dal principio della permanenza delle condizioni segue il postulato dell’invarianza della realta’
Conseguenze:si ipotizza un’economia statica: non si considerano possibilidiscontinuità del mercato (numero di operatori, redditi, tecnologieproduttive)di fatto è la realtà economica ad indicare che ogniapprezzamento del mercato ed ogni previsione si esplicano sullabase delle constatazioni del passato e cognizioni del presente
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Teoria dell’ordinarieta’(p5)Il giudizio di stima deve formularsi in riferimento a quelle circostanzeche con maggiore frequenza si riscontrano nel particolare mercato eparticolare settore produttivo.Dalla teoria dell’ordinarietà consegue l’oggettività del giudizio distima: permanendo le condizioni, se il prezzo medio è anche quellopiù frequente, si può affermare che uno ed uno solo sarà il valoreprevedibile per un bene economico analogo nel medesimo mercato
Intervallo di frequenze
frequenze
Valori fenomeno
Valore modale
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Distribuzioni simmetriche e asimmetriche
F(v)
F Vmo
F Vme
Vmo Vme V
Intervallo di frequenze
frequenze
Valori fenomeno
Valore modaleIn una distribuzionenormale la media coincidecon la moda; in unadistribuzione asimmetricanon coincidono
La moda è il valore più frequente
La mediana è il valore centrale diuna graduatoria (media semplice,pesata, geometrica)
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I procedimenti di stima
Il procedimento di stima è l’ insieme dioperazioni aritmetiche,statiscitche efinanziarie logicamente connesseSi hanno due categorie di procedimenti
I procedimenti di stima diretti – detti sinteticocomparativiI procedimenti di stima indiretti – detti analiticoricostruttivi
Esistono poi dei procedimenti misti (passaggisintetici e analitici)
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Dipendenza del procedimento di stima dal rangodel piano/progetto
.Studi a carattere programmatorio(piani territoriali, Prg)
Piani particolareggiati, Programmi integrati,Progetti architettonici preliminari
Progetti definitivi, esecutivi
PROCEDIMENTI SINTETICO-COMPARATIVI
PROCEDIMENTI ANALITICI
PROCEDIMENTI SINTETICI PROCEDIMENTI MISTI
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Per approfondimenti
Realfonzo A. (1994) Teorie e metodo dell’estimourbano, NIS, Roma (pp15-21)Forte C., De Rossi B. (1974) Principi di economica edi estimo, ETAS Milano (cap 1, cap 3 cap 4 cap 7)Polelli Mario (1997) Trattato di estimo, MaggioloEditore, Rimini (Parte prima)