Corriere della Sera Venerd 22 Agosto 2014 Te mpi liberi agosto 22...Corriere della Sera Venerd 22...

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Corriere della Sera Venerdì 22 Agosto 2014 31 Tempi liberi Viaggi Benessere Food Moda Design Tecnologia Famiglia La ricetta della seduzione Il fisico conta (27%) ma non è determinante, anche se è apprezzata la «tartaruga» di Brad Pitt (24%) e continuano a piacere Johnny Depp (29%), Richard Gere (13%), Luca Argentero e Sean Connery (9%). Ma quando si tratta di uomini «reali» alle donne piace il maschio Fonte: Gillette Organizzato e preciso Tenero e gentile Mai ripetitivo Determinato e decisionista Accomodante e sereno Complicato e avventuroso 43% 18% 12% 8% 8% 5% S e ne va in giro vestito da pre- te. Per la discoteca invece di- venta un fricchettone, con parrucca e giubbotto Harley- Davidson. «Sono un grande bugiardo. Faccio credere che volo e invece è solo un’illu- sione. La menzogna rende la vita più divertente». Arturo Brachetti getta la maschera, anzi le 100 maschere che riesce a cambiare in un solo spettacolo, nella casa torinese creata a sua immagine. «Nulla è ciò che sembra», dice aprendo la porta. Ai lati vecchi manifesti indi- cano la tariffa del «luogo della perdizione». «Sei allergica al gatto?», chiede beffardo men- tre grida «Giù! Vieni giù» alla tigre gigante ac- covacciata sul sofà di velluto rosso. Che per for- tuna resta immobile. «Sono un vampiro, sono vorace, ho sempre vampirizzato anche i miei maestri, Tognazzi e Gaber, con cui ho lavorato, Fellini...». Il balcone, al piano superiore, è af- facciato sul cortile di Palazzo Reale. «Questa era la parte povera, qui stavano i servi», rac- conta indicando i tetti dei palazzi attorno: la Mole Antonelliana, Palazzo Madama, la Chiesa di San Lorenzo. Fa da cicerone nella casa magi- ca. Le porte sono nascoste tra librerie e sagome alla Magritte. «Il bagno è il Tempio del dio Ar- turo ancora vivente con le candele votive finte più belle del mondo». La cu- cina è una caccia al tesoro. Vero o falso? «Dov’è il frigo?», chiede. Tac, tocca una dispensa e, voilà, si apre. Dentro, solo succhi di frutta e un uovo. Lo lancia, cade e rimbalza. I suc- chi sono veri, invece. Perché l’illusionista più famoso del mondo, per mantenere il fisi- co da ragazzino, 66 chili per un metro e 80 cm che gli per- mettono di entrare ed uscire in meno di due secondi dai costumi di King Kong, Rossella O’Hara, Frankenstein, segue un regime rigorosissimo. «La chiamo la dieta della suora: a pranzo petto di pollo ai ferri o uovo so- do e insalata, pesce crudo con spezie o carne al sangue quando cala il buio. Mi concedo qual- che dolcetto e la pasta due volte a mese o quan- do sono in scena». La giornata del «vampiro» Arturo comincia più o meno alle 12 e finisce al- le 5 di mattina quando si decide a cedere al sonno. Mai senza prima aver fatto, verso le due di notte, mezz’ora di ginnastica. «Mi metto in mutande davanti allo specchio. Il sospetto di trippa mi fa superare la pigrizia». Chi è Arturo Brachetti? «Sono un artista che crea un mondo di fantasie teatrali trasforman- dosi, un fantastic-attore. Protagonisti non so- no i testi bensì la fantasia», spiega. «Amo tea- Mille volti Arturo Brachetti nasce 57 anni fa a Torino. Dagli 11 ai 17 anni vive in Se- minario dai Salesia- ni dove apprende i giochi di magia. È entrato nei Guin- ness World Record con meno di 2 se- condi per un cam- bio (250.000 i cam- bi realizzati nella sua carriera). Nel 2014 il Presidente della Repubblica l’ha nominato Commendatore. Da settembre il fanta- stic-attore torna in scena a Parigi (dove esordì, acclamatis- simo, a soli 21 anni) con Comedy Majik Cho. Nel 2015 sarà sui palcoscenici ita- liani con «Brachetti che sorpresa» tralizzare tutto». Una via di fuga che Brachetti usa da ragazzino contro la timidezza che lo at- tanaglia. «Primo di quattro fratelli, mio padre dagli 11 ai 17 anni mi spedì in seminario dai Salesiani. A calcio ero una schiappa, quei gio- chini imparati sul libro di magia che padre Sil- vio Mantelli mi regalò mi riscattavano con gli amici. Ero l’unico a saper doppiare le chiavi. La notte con il cuscino creavo nel letto il cadavere di Arturo e poi scappavo con un amico a bere birra». Sognava di fare il Papa e il regista. «Il Papa perché ha dei costumi bellissimi, il regi- sta perché crea le scene, pensavo guardando in tv Antonello Falqui con cui poi ho avuto l’ono- re di lavorare». Realtà e palcoscenico s’intrec- ciano: «Il 70 per cento della mia vita è finzione. Sono sincero solo sulle cose serie, quando la menzogna cambierebbe il corso degli avveni- menti. Per il resto ritengo che l’illusione sia ne- cessaria. Ognuno di noi ha una realtà parallela, immaginata, con cui si presenta al mondo: la signora che si toglie 10 anni, il tipo che s’inven- ta tre fidanzate, la madre che finge di non sape- re che il figlio è gay mentre lo sanno tutti, l’in- digente che gira con il macchinone». Peter Pan La finzione di Arturo? «È quella di Peter Pan. So benissimo che ho 57 anni. Credo di averne meno. Frequento i 20-30 enni, perché quelli della mia età mi parlano solo di figli e di pro- stata… E vado in discoteca». Non si sente in imbarazzo? «No. A parte che mi travesto. È an- che un modo per non finire taggato su Face- book». Prende l’iPhone e mostra un tipo scar- migliato. «Un tamarro pazzesco. Parrucca e blouson da Easy Ryder usato, perché la finzio- ne, affinché sembri vera, deve essere buttata lì con nonchalance». Sfoglia ancora lo schermo. «Ecco questo è don Lorenzo. Ha la parrucca ru- bata a Belmondo». L’aveva dimenticata nel ca- merino dopo l’«Otello», nel 2000, al teatro Ma- rigny proprio dove Brachetti si è esibito esatta- mente cento anni dopo il debutto di Leopoldo Fregoli, l’uomo lampo. «Con don Lorenzo facciamo scherzi stupidi ma divertenti. Qui sotto casa ci sono le suore in vetrina, come ad Amsterdam. Se ci vado a com- prare le candele vestito normale mi guardano strano, neanche ci facessi la dinamite, se invece entro da don Lorenzo mi fanno il tre per due». Una sola vita lo annoia. «Due o tre sono più in- teressanti. Quando vado a vedere i colleghi mi travesto da filosofo, così evito di andare in ca- merino se lo spettacolo non mi è piaciuto. E se sono obbligato, dico frasi tipo “Quanta ener- gia” (sprecata, penso)». Arturo poetico e go- liardico in scena, nell’intimo com’è? «Sono de- presso. Vivendo a 200 all’ora il corpo si vendi- ca. Vado su Internet, ciondolo, perché sono fondamentalmente pigro. A fine giornata ho i sensi di colpa e penso “non sono nemmeno en- trato nella stanza dello schermo di sabbia a fare un po’ di esercizi di sand art”». Le gambe di Carmen Miranda «Nel 2000 non dormivo più, sono andato da uno psicologo. Mi ha spiegato il problema: a 21 anni avevo già realizzato il mio sogno. Ero arri- vato nei teatri di Parigi, con Béjart che veniva a vedermi. Ero salito sulla vetta della montagna. A questo punto, dicono i saggi, non resta che lasciar diradare le nubi e cercare un’altra mon- tagna». Il futuro spaventa Peter Pan? «È una delle peggiori angosce in questo momento. Mi dicono che ho un’energia straordinaria, ma quanto potrò andare avanti a mostrare le gam- be di Carmen Miranda? Cinque o 6 anni?». Il sogno? «Andare negli Stati Uniti e in Cina ed essere riconosciuto per ciò che ho creato 30 an- ni fa, prima che mi copino tutti. Oggi gli illu- sionisti hanno attrezzature incredibili, ma quasi tutti sono pessimi attori. La cosa più dif- ficile è essere magici anche negli occhi». Ha detto «in scena volo e sogno, è un po’ come fare l’amore». Perché il sesso è così importante per lei? «Sesso e fame hanno contribuito a cambia- re la storia. Ugo Tognazzi mi raccontava che la sua vita è stata mossa da quello. Lo capisco. Fi- no ai 30 anni non mi accettavo fisicamente e conquistare qualcuno era una vittoria che mi riempiva di vitalità. Adesso riscopro l’amore che, però, non è mai gratuità, richiede impe- gno. Sono innamorato ma geneticamente infe- dele. La mia è un’infedeltà confessata. Uno dei pochi casi in cui non mento». © RIPRODUZIONE RISERVATA Citazioni Arturo Brachetti ha una statua di cera a Parigi e una a Montreal: entrambe cambiano costume 1.000 volte al giorno. Lo scrittore Jeffery Deaver lo cita nel libro «L’uomo scomparso» Scherzi Don Lorenzo, uno dei travestimenti con cui Arturo si diverte ad andare in giro. «Ha la parrucca di Jean Paul Belmondo. Andiamo dalle suore a comprar candele» Depresso e pigro Sono depresso. Vivendo a 200 all’ora il corpo si vendica. Vado su Internet, ciondolo: sono un pigro Sonno e sogno Nel 2000 non dormivo più, sono andato da uno psicologo. Il problema? A 21 anni avevo già realizzato il mio sogno Sesso e amore Sono innamorato ma geneticamente infedele. La mia è un’infedeltà confessata. Su questo non mento Vita sul palco Ha 57 anni ma frequenta i trentenni e va in discoteca. Professione? Fantastic-attore Arturo Brachetti «Il 70 % della mia vita è finzione. Sono sincero solo sulle cose serie: la menzogna rende la vita più divertente» di MARIA TERESA VENEZIANI

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    TempiliberiViaggi Benessere Food Moda Design Tecnologia Famiglia

    La ricetta della seduzioneIl fisico conta (27%) ma non è determinante, anche se è apprezzatala «tartaruga» di Brad Pitt (24%) e continuano a piacere Johnny Depp (29%), Richard Gere (13%), Luca Argentero e Sean Connery (9%).Ma quando si tratta di uomini «reali» alle donne piace il maschio

    Font

    e: G

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    te

    Organizzato e preciso

    Tenero e gentile

    Mai ripetitivo

    Determinato e decisionista

    Accomodante e sereno

    Complicato e avventuroso

    43%

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    12%

    8%

    8%

    5%

    Se ne va in giro vestito da pre-te. Per la discoteca invece di-venta un fricchettone, conparrucca e giubbotto Harley-Davidson. «Sono un grandebugiardo. Faccio credere chevolo e invece è solo un’illu-sione. La menzogna rende lavita più divertente». ArturoBrachetti getta la maschera,

    anzi le 100 maschere che riesce a cambiare inun solo spettacolo, nella casa torinese creata asua immagine. «Nulla è ciò che sembra», diceaprendo la porta. Ai lati vecchi manifesti indi-cano la tariffa del «luogo della perdizione».«Sei allergica al gatto?», chiede beffardo men-tre grida «Giù! Vieni giù» alla tigre gigante ac-covacciata sul sofà di velluto rosso. Che per for-tuna resta immobile. «Sono un vampiro, sonovorace, ho sempre vampirizzato anche i miei maestri, Tognazzi e Gaber, con cui ho lavorato,Fellini...». Il balcone, al piano superiore, è af-facciato sul cortile di Palazzo Reale. «Questa era la parte povera, qui stavano i servi», rac-conta indicando i tetti dei palazzi attorno: la Mole Antonelliana, Palazzo Madama, la Chiesadi San Lorenzo. Fa da cicerone nella casa magi-ca. Le porte sono nascoste tra librerie e sagomealla Magritte. «Il bagno è il Tempio del dio Ar-turo ancora vivente con le candele votive fintepiù belle del mondo». La cu-cina è una caccia al tesoro.

    Vero o falso?«Dov’è il frigo?», chiede.

    Tac, tocca una dispensa e,voilà, si apre. Dentro, solosucchi di frutta e un uovo. Lolancia, cade e rimbalza. I suc-chi sono veri, invece. Perchél’illusionista più famoso delmondo, per mantenere il fisi-co da ragazzino, 66 chili perun metro e 80 cm che gli per-mettono di entrare ed uscirein meno di due secondi dai costumi di King Kong, Rossella O’Hara, Frankenstein, segue unregime rigorosissimo. «La chiamo la dieta dellasuora: a pranzo petto di pollo ai ferri o uovo so-do e insalata, pesce crudo con spezie o carne alsangue quando cala il buio. Mi concedo qual-che dolcetto e la pasta due volte a mese o quan-do sono in scena». La giornata del «vampiro»Arturo comincia più o meno alle 12 e finisce al-le 5 di mattina quando si decide a cedere alsonno. Mai senza prima aver fatto, verso le duedi notte, mezz’ora di ginnastica. «Mi metto inmutande davanti allo specchio. Il sospetto ditrippa mi fa superare la pigrizia».

    Chi è Arturo Brachetti? «Sono un artista checrea un mondo di fantasie teatrali trasforman-dosi, un fantastic-attore. Protagonisti non so-no i testi bensì la fantasia», spiega. «Amo tea-

    Mille voltiArturo Brachetti nasce 57 anni fa a Torino. Dagli 11 ai 17 anni vive in Se-minario dai Salesia-ni dove apprende i giochi di magia. È entrato nei Guin-ness World Record con meno di 2 se-condi per un cam-bio (250.000 i cam-bi realizzati nella sua carriera). Nel 2014 il Presidente della Repubblica l’ha nominato Commendatore. Da settembre il fanta-stic-attore torna in scena a Parigi (doveesordì, acclamatis-simo, a soli 21 anni) con Comedy Majik Cho. Nel 2015 sarà sui palcoscenici ita-liani con «Brachetti che sorpresa»

    tralizzare tutto». Una via di fuga che Brachettiusa da ragazzino contro la timidezza che lo at-tanaglia. «Primo di quattro fratelli, mio padredagli 11 ai 17 anni mi spedì in seminario dai Salesiani. A calcio ero una schiappa, quei gio-chini imparati sul libro di magia che padre Sil-vio Mantelli mi regalò mi riscattavano con gliamici. Ero l’unico a saper doppiare le chiavi. Lanotte con il cuscino creavo nel letto il cadaveredi Arturo e poi scappavo con un amico a berebirra». Sognava di fare il Papa e il regista. «IlPapa perché ha dei costumi bellissimi, il regi-sta perché crea le scene, pensavo guardando intv Antonello Falqui con cui poi ho avuto l’ono-re di lavorare». Realtà e palcoscenico s’intrec-ciano: «Il 70 per cento della mia vita è finzione.Sono sincero solo sulle cose serie, quando lamenzogna cambierebbe il corso degli avveni-menti. Per il resto ritengo che l’illusione sia ne-cessaria. Ognuno di noi ha una realtà parallela,immaginata, con cui si presenta al mondo: la signora che si toglie 10 anni, il tipo che s’inven-ta tre fidanzate, la madre che finge di non sape-re che il figlio è gay mentre lo sanno tutti, l’in-digente che gira con il macchinone».

    Peter Pan La finzione di Arturo? «È quella di Peter Pan.

    So benissimo che ho 57 anni. Credo di avernemeno. Frequento i 20-30 enni, perché quelli della mia età mi parlano solo di figli e di pro-stata… E vado in discoteca». Non si sente inimbarazzo? «No. A parte che mi travesto. È an-che un modo per non finire taggato su Face-book». Prende l’iPhone e mostra un tipo scar-migliato. «Un tamarro pazzesco. Parrucca eblouson da Easy Ryder usato, perché la finzio-ne, affinché sembri vera, deve essere buttata lìcon nonchalance». Sfoglia ancora lo schermo.«Ecco questo è don Lorenzo. Ha la parrucca ru-bata a Belmondo». L’aveva dimenticata nel ca-merino dopo l’«Otello», nel 2000, al teatro Ma-rigny proprio dove Brachetti si è esibito esatta-mente cento anni dopo il debutto di LeopoldoFregoli, l’uomo lampo.

    «Con don Lorenzo facciamo scherzi stupidima divertenti. Qui sotto casa ci sono le suore invetrina, come ad Amsterdam. Se ci vado a com-prare le candele vestito normale mi guardanostrano, neanche ci facessi la dinamite, se inveceentro da don Lorenzo mi fanno il tre per due».Una sola vita lo annoia. «Due o tre sono più in-teressanti. Quando vado a vedere i colleghi mitravesto da filosofo, così evito di andare in ca-merino se lo spettacolo non mi è piaciuto. E sesono obbligato, dico frasi tipo “Quanta ener-gia” (sprecata, penso)». Arturo poetico e go-liardico in scena, nell’intimo com’è? «Sono de-presso. Vivendo a 200 all’ora il corpo si vendi-ca. Vado su Internet, ciondolo, perché sonofondamentalmente pigro. A fine giornata ho isensi di colpa e penso “non sono nemmeno en-trato nella stanza dello schermo di sabbia a fare

    un po’ di esercizi di sand art”».

    Le gambe di Carmen Miranda«Nel 2000 non dormivo più, sono andato da

    uno psicologo. Mi ha spiegato il problema: a 21anni avevo già realizzato il mio sogno. Ero arri-vato nei teatri di Parigi, con Béjart che veniva avedermi. Ero salito sulla vetta della montagna.A questo punto, dicono i saggi, non resta che lasciar diradare le nubi e cercare un’altra mon-tagna». Il futuro spaventa Peter Pan? «È unadelle peggiori angosce in questo momento. Midicono che ho un’energia straordinaria, ma quanto potrò andare avanti a mostrare le gam-be di Carmen Miranda? Cinque o 6 anni?». Ilsogno? «Andare negli Stati Uniti e in Cina edessere riconosciuto per ciò che ho creato 30 an-ni fa, prima che mi copino tutti. Oggi gli illu-sionisti hanno attrezzature incredibili, maquasi tutti sono pessimi attori. La cosa più dif-ficile è essere magici anche negli occhi». Hadetto «in scena volo e sogno, è un po’ come farel’amore». Perché il sesso è così importante perlei? «Sesso e fame hanno contribuito a cambia-re la storia. Ugo Tognazzi mi raccontava che lasua vita è stata mossa da quello. Lo capisco. Fi-no ai 30 anni non mi accettavo fisicamente econquistare qualcuno era una vittoria che miriempiva di vitalità. Adesso riscopro l’amoreche, però, non è mai gratuità, richiede impe-gno. Sono innamorato ma geneticamente infe-dele. La mia è un’infedeltà confessata. Uno deipochi casi in cui non mento».

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    CitazioniArturo Brachetti ha una statua di cera a Parigi e una a Montreal: entrambe cambiano costume 1.000 volte al giorno. Lo scrittore Jeffery Deaver lo citanel libro «L’uomo scomparso»

    Scherzi Don Lorenzo, uno dei travestimenti con cui Arturo si diverte ad andare in giro. «Ha la parrucca di Jean Paul Belmondo. Andiamodalle suore a comprar candele»

    Depresso e pigroSono depresso. Vivendo a 200 all’ora il corpo si vendica. Vado su Internet, ciondolo: sono un pigro

    Sonno e sognoNel 2000 non dormivo più, sono andato da uno psicologo. Il problema? A 21 anni avevo già realizzato il mio sogno

    Sesso e amoreSono innamorato ma geneticamente infedele. La mia è un’infedeltà confessata. Su questo non mento

    Vita sul palco Ha 57 anni ma frequenta i trentenni e va in discoteca. Professione? Fantastic-attore

    ArturoBrachetti

    «Il 70 % della mia vitaè finzione. Sono sincero solo sulle cose serie: la menzogna rende la vita più divertente»

    di MARIA TERESA VENEZIANI