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CORPO ALCHEMICO Il corpo umano è il luogo di trasformazioni alchemiche per eccellenza; dalla sua costituzione alla sua forma, il corpo rivela il legame indissolubile con l'universo di cui è lo specchio. Le sostanze che lo compongono, gli umori, sono la trasposizione sul piano biologico degli elementi costitutivi dell'universo. Ogni suo organo, ogni singola membra, ha una corrispondenza nel quadro astrale; ogni funzione legata alla vita del Corpo è in risonanza con l'universo. Il corpo è dunque luogo di simboli, metafore, significati cosmogonici, è un carniere di segni decifrabili attraverso il vocabolario alchemico. Le "stagioni" del corpo rispecchiano la scansione dell'anno solare, dalla nascita alla morte l'uomo vive in rapporto al movimento astrale. Il corpo alchemico è luogo di continue trasformazioni, è specchio delle mutazioni che avvengono nel macrocosmo, ogni sua secrezione, umore, sostanza sono in risonanza con gli elementi costitutivi dell'universo. Sangue, bile, flegma, atrabile nella loro composizione, nei loro rapporti proporzionali generano i diversi temperamenti umani, i caratteri, le diverse tipologie fisiognomiche. Le analogie tra microcosmo e macrocosmo sono costantemente presenti nei principi fondamentali della pratica alchemica: coagulazione-soluzione corrispondono al ritmo universale dell'involuzione-evoluzione, al ritmo vitale inspirazione-espirazione, morte-nascita. Il processo alchimistico può essere considerato come un'estensione e accelerazione Jean, Pol e Herman de Linbourg, L'uomo zodiacale, 1416 ca., dal manoscritto francese Les Très Riches Heures du Duc de Berrj Musée Condé, Chantilly

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CORPO ALCHEMICO

Il corpo umano è il luogo di trasformazioni alchemiche per eccellenza; dalla sua costituzione alla sua forma, il corpo rivela il legame indissolubile con l'universo di cui è lo specchio. Le sostanze che lo compongono, gli umori, sono la trasposizione sul piano biologico degli elementi costitutivi dell'universo. Ogni suo organo, ogni singola membra, ha una corrispondenza nel quadro astrale; ogni funzione legata alla vita delCorpo è in risonanza con l'universo. Il corpo è dunque luogo di simboli, metafore, significati cosmogonici, è un carniere di segni decifrabili attraverso il vocabolario alchemico. Le "stagioni" del corpo rispecchiano la scansione dell'anno solare, dalla nascita alla morte l'uomo vive in rapporto al movimento astrale. Il corpo alchemico è luogo di continue trasformazioni, è specchio delle mutazioni che avvengono nel macrocosmo, ogni sua secrezione, umore, sostanza sono in risonanza con gli elementi costitutivi dell'universo. Sangue, bile, flegma, atrabile nella loro composizione, nei loro rapporti proporzionali generano i diversi temperamenti umani, i caratteri, le diverse tipologie fisiognomiche. Le analogie tra microcosmo e macrocosmo sono costantemente presenti nei principi fondamentali della pratica alchemica: coagulazione-soluzione corrispondono al ritmo universale dell'involuzione-evoluzione, al ritmo vitale inspirazione-espirazione, morte-nascita. Il processo alchimistico può essere considerato come un'estensione e accelerazione

Jean, Pol e Herman de Linbourg, L'uomo zodiacale, 1416 ca., dal manoscritto francese

Les Très Riches Heures du Duc de BerrjMusée Condé, Chantilly

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della generazione naturale: è l’azione propriamente sessuale dello zolfo sul mercurio che dà origine ai minerali nella matrice terrestre. Il simbolismo alchemico ricorre al corpo umano, attingendovi le metafore per il proprio linguaggio allusivo, misterioso. La simbologia racchiusa nel linguaggio alchemico richiama fortemente i temi della sessualità; gli strumenti della pratica sono metafore della sessualità corporea ( alambicco/utero, aquila/femmina, athanor/organo sessuale maschile, cucurbita/organo sessuale femminile, leone/il maschio).Le immagini legate alla sessualità sono onnipresenti.

a b

c d

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1. "Conjunctio"Rosarium philosophorum, 1550

2. Aurora consurgens, fine XIV sec.

Gli strumenti utilizzati dagli alchimisti sono un esempio esaustivo della loro ricca attività immaginativa, in essi si nota la proiezione dei contenuti simbolici di carattere erotico.a. Il serpente mercuriale e l'utero b. La bacinella materna o "tartaruga"c. Copula di due vasi da distillazione d. Apparato di distillazione concepito come un'idra a sette teste

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Le figure 1 e 2 sono esempi esaustivi. Il coito tra Sole e Luna, Re e Regina, Azoth e Terra avviene nel fondo della provetta, mentre il parto si compirà nell'umidità dell'alambicco, in una sorta di ambiente uterino. L'autore di un famoso trattato della fine del XIV secolo, l'Aurora consurgens, paragona la crescita del lapis (pietra filosofale) allo sviluppo dell'embrione nel ventre materno. (fig. 2) Il liquido amniotico che esce dalla donna simboleggia la tintura bianca o lunare che precede il rosso solare, così come alla perdita delle acque succede la fase attiva ed infine espulsiva del parto, caratterizzata dalla perdita di sangue.L’uovo filosofico è chiuso nel crogiolo come l’uovo del mondo o Embrione d’oro nella caverna cosmica. La fusione degli ingredienti nel crogiolo rappresenta, in Cina come in Occidente, il ritorno alla indifferenziazione primordiale, il ritorno alla matrice, allo stato di embrione. Il processo alchemico può essere considerato una sorta di genesi in provetta, una sintesi tra macro e microcosmo. L'alchimista segue i processi naturali cercando di abbreviarne i tempi di gestazione.L’alchimia esige una conoscenza della materia: una conoscenza più che una scienza. Alla base dell'alchimia materiale e spirituale vi è la conoscenza dei principi naturali fondata su una teoria delle relazioni piuttosto che su una analisi fisico-chimica, biologica, scientifica e razionale. Linguaggio e logica sono per esse di natura simbolica.

"I quattro Elementi generano lo sperma per volontà di Dio e immaginazione della Natura. Come infatti lo sperma dell'uomo ha il centro o vaso del suo seme nei reni, così i quattro Elementi con moto incessante (dovunque secondo la propria qualità) proiettano lo sperma nel centro della terra, dove è digerito e per mezzo del movimento viene emesso fuori. Il centro della terra è un luogo vuoto dove nulla può riposare; i quattro Elementi proiettano le loro qualità nel Fuoricentro (per così dire) cioè nel margine e circonferenza del centro. Come l'uomo emette il suo seme nell'utero della donna, nel quale non resta nulla del seme perchè la matrice – dopo averne accolta la parte dovuta – emette fuori il resto, lo stesso accade nel centro della terra: cosicché la forza Magnetica della parte di un luogo qualsiasi attrae a sé ciò che le è conveniente per partorire e il resto lo espelle fuori in pietre ed altri escrementi. Infatti tutte le cose hanno origine da quella fonte e niente in tutto il mondo nasce se non per suo mezzo. Ad esempio, supponiamo di avere su una tavola piana un recipiente d'acqua posto nel mezzo, con intorno varie sostanze e vari colori, come sale, ecc., uno separato dall'altro. Versando l'acqua in mezzo la vedrai scorrere e mentre il rivolo che prende il color rosso è reso rosso da questo colore, se scorre nel sale prenderà il sapore di sale e così per le altre cose: non è l'acqua a cambiare i luoghi, ma è la diversità dei luoghi a cambiare l'acqua. Similmente il seme o sperma, proiettato dai quattro Elementi nel centro della terra, dal centro passa nei vari luoghi e le cose sono naturate secondo la Natura del luogo. Se arriva ad un luogo puro dell'acqua o della terra, ne viene una cosa pura."1

Il mistero della gestazione, del parto, nel repertorio iconografico alchemico è riccamente rappresentato da immagini esplicite.Le figure che seguono sono un esempio esaustivo.

1 Il Cosmopolita, Il nuovo Lume chimico. Trattato sul Mercurio, Trattato sullo Zolfo, Trattato sul Sale, seconda metà del XVII sec., in La Biblioteca degli Alchimisti, Itinerario alchemico attraverso i testi dei veri sapienti scelti e tradotti da Sabina e Rosario Piccolini, Franco Muzzio Editore, Padova 1996, pag. 234

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Cordone fallico di un albero universaleMiscellanea d'Alchimia, Italia, XV sec. Feto e placenta

"Perché come il bambino è nutrito nel ventre della madre col suo nutrimento naturale per mezzo del sangue mestruale, così la nostra pietra deve essere moltiplicata e crescere in quantità e qualità più forti, perché deve essere nutrita del suo grasso e della propria natura e sostanza; questo è ciò che i filosofi hanno tenuto totalmente nascosto e celato come il più gran segreto."2

2 Basilio Valentino, Pratica con le dodici chiavi e appendice sulla grande pietra degli antichi sapienti, tr. it. a cura di Sabina e Rosario Piccolini, in La Biblioteca degli Alchimisti, Franco Muzzio Editore, Padova 1990, pag. 148

Nella quarta visione di Hildegard von Bingen (1098-1179), alla santa appare "un chiarore immenso che fiammeggiava come se provenisse da innumerevoli occhi e proiettava i suoi vertici in direzione dei quattro punti cardinali". Si tratta dell'onniscienza di Dio, nel cui centro "compare un altro chiarore, simile all'aurora che brilla con lampi purpurei". Da questa matrice celeste deriva il globo infuocato dell'anima che dà vita all'embrione nel grembo materno.Alla santa compaiono anche figure recanti in mano vasi d'argilla contenenti tipi di formaggio grasso fermentato. Quest'immagine è una metafora dei semi degli uomini con le loro diverse disposizioni.

Hildegard von Bingen, Scivias (Codice Rupertsberg), XII sec.

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La famosa Tavola di smeraldo enuncia in uno stile ermetico gli assiomi fondamentali: ogni opposizione si ordina in funzione della contrapposizione fondamentale maschio-femmina; la Grande Opera è l’unione dell’elemento maschile zolfo con quello femminile mercurio. Tutti gli autori forniscono similitudini assunti dal linguaggio dell’unione e della generazione.

4La tavola di smeraldo (datata oggi tra il VI e VIII sec. D. C.)in una incisione contenuta in Amphitheatrum sapientiae aeternae, H. Khunrath, Hannover, 1608.A lato il testo della leggendaria Tabula smaragdina

I diversi sistemi di operazioni si riassumono tutti nella celebre formula solve et coagula che si potrebbe tradurre “purifica e integra”. Essa si applica sia all’evoluzione del mondo oggettivo che a quella del mondo soggettivo, della

L'alchimista segue, nella sua opera, i processi della natura abbreviandone i tempi di gestazione.In quest'immagine la Natura esorta l'alchimista errante ad abbandonare la pratica della chimica meccanica da laboratorio per intraprendere la via alchemica.

L'albero simboleggia il processo alchimistico che si sviluppa da tre radici: minerale, vegetale e sensibile.Mediante prolungata cottura il germe originario di ogni metallo, vegetale e animale viene suddiviso nei quattro elementi che lo compongono e sublimato fino ad ottenere il l'elisir, l'oro vegetale rappresentato dal fiore in alto.

Ricordiamo, per un ulteriore approfondimento, il saggio di Carl Gustav Jung, L'albero filosofico, in C. G. Jung, Opere, vol. XIII, Studi sull'alchimia, Boringhieri, Torino 1988,cap. 8, pp.278-367

Miniatura diJjean PerréalPittore della corte di Margherita d'Austria1516

È vero senza menzogna, certo e verissimo. / Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in baso per fare i miracoli della cosa una. / E poiché tutte le cose sono e provengono da una, per la meditazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento. / Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il vento l'ha portata nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice ./ Il Padre di tutto, il Telesma di tutto il mondo è qui. La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in terra. / Separerai la terra dal fuoco, il sottile dallo spesso, dolcemente e con grande industria. / Sale dalla Terra al cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza dalle cose superiori e inferiori. / Con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e per mezzo di ciò l'oscurità fuggirà da te. / È la forza forte di ogni forza, poiché essa vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. / Così è stato creato il mondo. / Da ciò saranno e deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui. / È perciò che sono stato chiamato Hermes Trismegisto, avendo io le tre parti della filosofia di tutto il mondo.

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personalità in via di autoperfezionamento. Trovare la Pietra filosofale significa scoprire l’Assoluto, possedere la conoscenza perfetta (Gnosi). Il lavoro dell’alchimista passa attraverso operazioni di trasmutazione e trasformazione della materia secondo metodi che emulano i cicli naturali. Attraverso la conoscenza della Natura si può penetrare il mistero della creazione; attraverso la ritualità metaforica della pratica alchemica l’alchimista si ricongiunge all’Essere supremo creatore dell’universo. L’intero cosmo è un insieme di elementi in perenne relazione tra loro; l’uomo, creatura vicina all’immagine divina, è sottoposta alle stesse leggi che governano il creato.

Corpo umorale“Il mondo è in primo luogo l’insieme di tutte le cose nate dal Cielo e dalla Terra(...).D’altra parte, però, in senso mistico, esso è opportunamente rappresentato come uomo. E come l’uno si forma a partire dai quattro elementi, l’altro è caratterizzato dai quattro temperamenti.” Isidoro di Siviglia, 560-636, De natura rerum

I quattro elementi, nella tradizione aristotelica, si distinguono l'uno dall'altro per le loro "qualità". Le quattro qualità primarie sono il fluido o umido, il secco, il caldo e il freddo. Ogni elemento possiede due delle quattro qualità primarie, mentre le altre due assenti sono i contrari che non possono essere accoppiati. Da ciò deriva di conseguenza che caldo e secco = fuoco, caldo e fluido (o umido) = aria, freddo e fluido = acqua, freddo e secco = terra. In ciascun elemento una qualità predomina sull'altra: nella terra il secco, nell'acqua il freddo, nell'aria il fluido, nel fuoco il caldo.La trasmutazione di un elemento nell'altro, conseguenza di questa teoria, può avvenire attraverso le qualità in comune. Perciò il fuoco può divenire aria grazie al calore, l'aria può divenire acqua per mezzo del fluido, l'acqua può divenire terra per mezzo del freddo. Inoltre due elementi possono diventare un terzo eliminando una qualità da ciascuno: togliendo il secco e il freddo, fuoco e acqua possono diventare aria; togliendo il caldo e l'umido gli stessi elementi possono dare origine alla terra.

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Isidoro di Siviglia, De natura rerum, manoscritto, IX sec.

Isidoro di Siviglia, nel VI secolo, integrò alle dottrine dei padri della Chiesa le tradizioni dei filosofi antichi. In particolare la dottrina empedoclea dei quattro elementi (V sec.a. C.), il pensiero di Aristotele riguardo le qualità e l'intercambiabilità degli elementi e la dottrina ippocratica dei quattro umori corporei e i relativi temperamenti. le quattro figure rappresentano le stagioni entro le quali ruotano i dodici mesi. Sul piano microcosmico corrispondono ad esse i quattro temperamenti umani: Autunno – melanconia, terra, bile neraEstate – collera, fuoco, bile giallaPrimavera – sanguigno, aria, sangue Inverno – flemmatico, acqua, flegma,

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Forma umana divina.

La teoria degli elementi, fondamento della teoria umorale, ha come padre teorico Empedocle d'Agrigento che attribuì al numero quattro, già venerato dai pitagorici come numero perfetto, anche un contenuto "psichico". Così i quattro elementi sono le radici eterne dalla cui combinazione originano tutte le cose del creato. Alla base della loro combinazione sono le due forze cosmiche dell'Amore (congiunzione) e dell'Odio o Discordia (separazione). La visione cosmologica di Empedocle è alla base del pensiero ermetico che vede l'intero universo animato fondamentalmente da due correnti di Simpatia e Antipatia.3

L'intera corporeità dell'uomo viene pensata entro la teoria degli elementi nella fisiologia antica intorno all'inizio del IV secolo a.C., raggiungendo la sistemazione più completa e coerente nell'opera intitolata Natura dell'uomo (databile tra il 410 e il 400 a. C.) attribuita al genero di Ippocrate, Polibo. I quattro elementi rielaborati in chiave biologica si "trasformano" nei quattro umori. Essi costituiscono la natura del corpo umano e dal loro equilibrio dipende lo stato di salute o di malattia di quest'ultimo. Essi sono il sangue, la flegma, la bile gialla e la bile nera. Come gli elementi anche gli umori sono definiti da una coppia di qualità il cui equilibrio varia a

3 Cfr. Patrizia Magli, Il volto e l'anima. Fisiognomica e passioni, Studi Bompiani, Milano 1996, pag. 52

A destra, L. Thurneysser, Quinta essentia, 1574A sinistra, Robert Fludd, Utriusque cosmi I, Oppenheim, 1617Frontespizio del primo volume della Storia dei due cosmi. Nell'anello più interno si trovano i quattro umori o temperamenti umani in corrispondenza ai quattro elementi. Nel cerchio più esterno il macrocosmo tolemaico, di cui l'uomo è immagine speculare. Il cerchio nero al centro, dietro alla figura umana, simboleggia la melanconia saturnina, corrisponde il limite esterno del macrocosmo, per l'intervento di Chronos-Saturno, che dipana il filo del grande anno.

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seconda delle stagioni, che corrispondono alle quattro età dell'uomo, ai quattro temperamenti.

Quadro orientativo di possibili corrispondenze tra elementi naturali, qualità, umori, stagioni, temperamenti, età dell'uomo e organi del corpo secondo il sistema di relazioni indicate da Galeno, specialmente nelle opere Quod animi mores corporis temperamenta sequantur e De temperamentis.*

Lo schema a lato è tratto da Il volto e l'anima, di Patrizia Magli (op. cit.) e rappresenta un ottimo sistema di riferimento anche per la comprensione di alcuni cicli pittorici, per esempio l'opera dedicata alle stagioni e agli elementi realizzata da Arcimboldo durante il suo incarico presso la corte absburgica della città europea alchemica per eccellenza: Praga.

*Galeno, Opere scelte, a cura diI. Garofano e M. Vegetti, Torino, UTET 1978

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Nell'opera di Polibo si traccia sistematicamente il modello tassonomico dei tipi umani, la teoria degli umori crea un'insieme di disposizioni psichiche permanenti. Ricordiamo che una prima classificazione è presente nei lavori biologici di Aristotele, in particolare nel celebre trattato sul melanconico nei Problemata, attribuito da sempre al filosofo. In questo caso la predominanza di un umore, la bile nera o atrabile, genera un particolare carattere umano, favorendo inclinazioni e attitudini legate al temperamento melanconici. "Ricapitolando, dunque: essendo diversa l'azione dell'atrabile, che può essere assai fredda e assai calda, diversi sono anche gli atrabiliari; poiché fra gli elementi che ci costituiscono il caldo e il freddo hanno la maggior influenza sul carattere, l'atrabile possiede una notevole capacità di formare la psiche determinando l'appartenenza categoriale di ognuno di noi, come il vino quando in quantità maggiore o minore si mescola nel corpo; entrambi, il vino e l'atrabile, contengono aria; poiché è possibile che questa diversità sia ben dosata, raggiungendo uno stato ottimale, cioè una composizione calda e poi di nuovo fredda, secondo le esigenze, o viceversa, proprio in virtù del suo eccesso, tutti gli atrabiliari – i "melanconici" – sono persone eccezionali non per malattia ma per natura."4

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4Aristotele, La "melanconia dell'uomo di genio, (Aristoteles, Problemata 30,1) a cura di Carlo Angelino ed Enrica Salvaneschi, Il melangolo, Genova 1981, pag. 27

8 Goosen van Vreeswijk, De Goude Leeuw, Amsterdam, 1676 Crono-Saturno, figlio di Urano e Gea, evirò il padre con una falce donata dalla stessa madre. Divenne il re dell’età dell’oro ma avendogli pronosticato la morte per mano di uno dei suoi figli egli prese a divorarli neonati. La moglie Rea decise così di nascondere l’ultimo nato, Zeus, e consegnò all’ignaro marito una pietra avvolte da fasce. Dopo aver ingerito una bevanda preparata dalla moglie e dal figlio, Saturno vomitò ciò che aveva ingoiato, restituendo alla luce i figli. Al mito di Crono-Saturno è collegato il temperamento melanconico; ad il pianeta Saturno, freddo e secco per la lontananza dal Sole, corrisponde il piombo, metallo freddo e pesante, e la bile nera, sostanza umorale composta dalle qualità freddo e secco, capace come il piombo di alta conduzione termica9 De Alchimia, Leida, 1526I metalli, in quest’immagine raffigurati come bambini, vengono mangiati e digeriti da Saturno. Concluso il processo digestivo (solutio e putrefaccio) vengono vomitati per essere purificati in un bagno mercuriale e preparati alle nozze chimiche, Giove insieme a Latona produrrà Apollo: l’oro.

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Come si è già detto lo squilibrio degli umori corporei genera la malattia, la cura, nella medicina ippocratica, ma anche poi per secoli futuri, consiste nel riequilibrio. Il corpo umorale infatti mostra la malattia attraverso secrezioni abnormi, emorragie, muco o catarro, vomito, urine e feci variamente pigmentate, sudore, manifestazioni delle patologie in atto: "In questa fase pre-anatomica della medicina, il corpo è dunque considerato come una scatola nera, di cui sono noti (quasi soltanto) gli ingressi e le uscite".5

Lo schema tetraumorale genera il concetto terapeutico secondo il quale ogni malattia viene curata con il suo contrario contraria contrariis curantur. Per cui un eccesso di calore viene curato con medicamenti perfrigeranti oppure un eccesso di umidità con cibi e medicamenti essiccanti.6 L'anamnesi ippocratica conserva a tutt'oggi un certo fascino:"Allo scopo di determinare la natura dello squilibrio umorale alla base di un certo processo morboso, era necessario guardare oltre i sintomi ovvi per cercare prove oggettive degli effetti prodotti. A questo fine, si mise a punto un tipo di esame fisico altamente sofisticato, in cui il medico, con l'uso accorto dei cinque sensi, cercava le manifestazioni del disturbo nascosto. È affascinante leggere qualche anamnesi ippocratica, con la sua descrizione delle variazioni di temperatura, colore, espressione facciale, tipo di respirazione, postura corporea, pelle, capelli, unghie e, profilo addominale, e una miriade di altri indizi che i migliori diagnosi di oggi continuano a cercare nel corso di un accurato controllo. (…) gli ippocratici assaggiavano sangue e urina, e non esitavano a fare altrettanto con secrezioni epidermiche, cerume, muco nasale, espettorato e pus. Annusavano feci e annotavano accuratamente le viscosità del sudore. Nessuna emissione e nessun prodotto delle funzioni organiche del paziente sfuggiva alla loro attenta analisi."7 Dall’organizzazione anatomica alla struttura mentale il corpo è in stretta risonanza con il macrocosmo; gli umori, le loro trasmutazioni, sono subordinate ai movimenti astrali, concezione della natura umana che avrà una lunga storia: “Gli umori sono in ebollizione ed aumentano come aumenta la luce sul corpo della luna. Il cervello aumenta nei crani come l’acqua nei fiumi i quali hanno un aumento e una diminuzione (N.335)”8

Dunque l’anima è sottoposta alle variazioni umorali essendo in rapporto con le qualità che li compongono. Essa stessa è per Aristotele sostanza secondo la forma e Galeno identifica la forma con il temperamento krasis, mescolanza delle quattro qualità calore, freddo, secco, umido. Gli stoici ritenevano che la costituzione dell’anima pneuma fosse una sostanza sottile, volatile, “più umido e freddo quello della natura, più secco e caldo quello dell’anima. 5 Mario Vegetti, Ippocratica medicina, in Dizionario di storia della salute, a cura di Giorgio Cosmacini, Giuseppe Gaudenzi, Roberto Satolli, Einaudi, Torino 1996, pag. 3106 Cfr. Giorgio Cosmacini, L'arte lunga. Storia della medicina dall'antichità a oggi, Laterza, Bari 2001, pp. 64-707 Sherwin B. Nuland, I figli di Ippocrate. Storia della medicina, dagli antichi greci ai trapianti d'organo, Mondadori, Milano 1992, pag. 218 Henri de Mondeville, in E. Nicaise, Chirurgie de Mai^tre Henri de Mondeville (1306-1320) versione in lingua moderna, Parigi 1983, citato da Marie-Christine Pouchelle, Corpo e chirurgia all’apogeo del medioevo, Il melangolo, Genova 1990, pag.194

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In questo modo il pneuma è una certa materia propria dell’anima, e la forma della materia è un certo temperamento della sostanza aerea e ignea che avviene nella dovuta proporzione…”9 Dunque le facoltà dell’anima seguono il temperamento dei corpi. Secondo Galeno troppi sono gli argomenti, dall’ubriachezza alla febbre, che ne sottolineano la dipendenza dal corpo, perciò non è possibile pensare che possa esistere ragione senza cervello, coraggio senza cuore o desiderio senza fegato.10 Virtù giudizio e intelligenza dipendono dal temperamento dei corpi e questo a sua volta dipende dalla formazione (sangue materno in fase embrionale), dall’alimentazione dall’educazione. La diagnosi e cura dell’anima, delle sue espressioni patologiche, è secondo Galeno prerogativa del medico.

Charles Le Brun Eugen Bleuer, Trattato di psichiatriaExpressions des passions de l’ame, La TristesseIl temperamento melanconico, nella tradizione letteraria e nel relativo repertorio iconografico, corrisponde ad un tipo fisiognomico che resterà praticamente immutato nei secoli

"Se attingerai con le tue mani il sangue che si rapprende agli orli della piaga, dove fondo s'immerse il dardo, nero di fiele d'Idra, avrai l'incantamento, sai, per il cuore d'Eracle, che mai egli, vedendo un'altra donna, l'ami più di te sola."11

9 Galeno, Le passioni dell’anima, Opere morali, a cura di Martino Menghi e Mario Vegetti, Marsilio Editori, Venezia 1984, pag. 10510 Le tre parti dell’anima hanno infatti un supporto somatico: il cervello per quella razionale, il cuore per quella irascibile o emotiva, il fegato per quella concupiscibile o desiderante. Galeno sostituisce ai visceri platonici il fegato come organo-sede dell’anima desiderante, ciò in relazione all’anatomofisiologia del sistema venoso.11 Sofocle, Le Trachinie, 572-577

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La concezione magica del mondo di Agrippa di Nettesheim (1486-1535), che ha La concezione magica del mondo di Agrippa di Nettesheim (1486-1535), che ha lasciato le sue tracce anche nelle opere di Dürer, è improntata alle dottrine lasciato le sue tracce anche nelle opere di Dürer, è improntata alle dottrine gnostiche di Hermes Trismegisto, diffuse al tempo nella traduzione di Marsilio gnostiche di Hermes Trismegisto, diffuse al tempo nella traduzione di Marsilio Ficino.Ficino.

Secondo tali dottrine, non solo l’uomo è stato creato a immagine di Dio, bensì ne ha ricevuto anche l’onnipotenza. Agrippa liberò l’uomo dalla rappresentazione del cosmo a gradini e lo pose al centro del creato.“Solo l’uomo ha l’onore di aver parte in tutto (...) Egli è partecipe della materia con la sua soggettività; degli elementi con il suo quadruplice corpo; del regno vegetale con la sua energia vegetativa; del regno animale per la vita dei sensi; del regno dei cieli per il suo spirito etereo (...); di quello degli angeli per la sua saggezza; di Dio per la somma di tutti questi motivi (...) e come Dio è onnisciente, così anche l’uomo può conoscere tutto il conoscibile.” De occulta philosophia, in: Agrippa, Die magischen Werke, ed. Wiesbaden, 1988L’uomo è anche in grado di guidare gli influssi astrali con la forza della propria volontà; iniziato alle forme di conoscenza superiori, egli può entrare nei misteriosi segreti della creazione. Paradossalmente la soluzione di ogni enigma è contenuto nel suo Corpo, origine e fine, specchio del cosmo.“L’uomo, quale più bella e compiuta opera di Dio, ha una costituzione fisica più armoniosa delle altre creature e racchiude tutti i numeri, le misure, i pesi, i movimenti e gli elementi (...) dentro di sè, e tutto, in lui, capolavoro sublime, raggiunge la perfezione.” Agrippa di Nettesheim, De occulta philosophiaOgni membra del corpo umano corrisponde, nell’archetipo divino, a un disegno celeste, a una stella; gli umori del suo corpo corrispondono agli elementi della natura ( flemma-acqua, sangue-aria, bile gialla-fuoco, bile nera-terra ).La testa rappresenta lo spirito nel suo manifestarsi, in relazione al corpo che è una manifestazione della materia. Secondo Platone, per la sua forma a sfera, essa è paragonabile all’universo. Essa è un microcosmo. Nella testa avviene la seconda metamorfosi alchemica, quella forse più straordinaria, la trasformazione dell’Essere.La storia dell’iconografia della melanconia ( vd. Melencolia I, Dürer ) sottolinea questa simbologia nella posa della testa inclinata, appoggiata al pugno chiuso della mano.Il collo rappresenta la comunicazione dell’anima con il corpo; esso è anche tronco da dove si sviluppano le fronde dell’albero.Ogni singola parte del corpo umano, simbolicamente letta, si presta a numerose riflessioni circa il gioco delle corrispondenze micro-macrocosmo.A questo punto è giusto sottolineare le analogie esistenti tra diverse culture a proposito delle teorie sull’uomo cosmico. Nei progetti, per esempio, della costruzione di edifici sacri, tornano schemi di misurazione dello spazio architettonico desunte dalle proporzioni corporee. Schemi religiosi di costruzione di templi, secondo la suddivisione del Pantheon induista, hanno come modello l’archetipo umano dell’universo. Osservando le immagini note di progetti per l’edificazioni di basiliche

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cristiane secondo le proporzioni umane, troviamo una radice comune. In molti casi le dottrine dell’armonia pitagorica si uniscono a speculazioni ermetico-cabalistiche.“Gli antichi hanno suddiviso, secondo la forma del corpo umano, anche templi ed edifici pubblici (...) e tutto il resto, così come Dio attribuisce la simmetria del corpo umano all’intero macchinario del mondo.” Agrippa di Nettesheim, De occulta philosophia.L’uomo tocca i tre livelli cosmici: quello terrestre con i piedi, l’atmosfera con il busto, quello celeste con la testa. Egli partecipa ai tre regni, minerale, vegetale, animale. Con il suo spirito entra in rapporto con la divinità. Gli umori corporali e le qualità elementari dell’uomo sono in relazione con lo zodiaco.Nell’opera monumentale di Robert Fludd Storia dei due cosmi, pubblicata in cinque volumi tra il 1617 e il 1621, le illustrazioni realizzate da Bry Matthäus Merian su indicazioni di Fludd, mostrano, in alcune immagini, l’influenza dei dodici segni zodiacali e dei sette pianeti sul corpo umano e le relazioni tra essi.Lo Zodiaco rappresenta un ciclo completo per eccellenza e ciascuno dei suoi segni esprime una fase evolutiva. Ad ogni segno zodiacale corrisponde una parte del corpo. Ogni fase del processo alchimistico corrisponde ad un segno zodiacale. Il ciclo celeste è in relazione al ciclo alchemico e all’uomo. Ogni cosa si trasforma armonicamente.

Fino alla prima metà del XVI secolo, quando furono praticate le prime sistematiche dissezioni di cadaveri, nel campo della fisiologia umana dominavano le teorie del medico greco Galeno, basate sulle speculazioni aristoteliche. Secondo Galeno lo “spirito naturale” che attraverso il nutrimento giunge nel sangue passa per il fegato.Per questo nelle sue diagnosi, oltre che sulla minzione, si basava sul controllo del polso. Gli “spiriti vitali” del sangue, che risiedono nel ventricolo sinistro del cuore, vengono trasportati al cervello tramite lo pneuma, il “soffio spirituale” presente nello “spirito animale”. Galeno ignorava la circolazione sanguigna, perciò il sangue passerebbe da un ventricolo all’altro attraverso pori invisibili.

Sette sono i minerali..gli alchimisti, invece, intendono dimostrare che ve n’è uno solo, e cioè l’oro: perché questo è perfetto, mentre gli altri sei sono ancora sulla via del perfezionamento, per diventare oro. E affermano inoltre che questi sei sono malati, e che le malattie consentono loro di purificarli per diversi aspetti, perché è da questi che estraggono l’oro e a questi conferiscono colore, peso e consistenza dell’oro nel fuoco.

Peder Månssons, Bergbuch, XV sec, in Otto Johannsen, Peder Månssons Schriften, Berlino, 1941

La Sagesse des anciens, XVIII sec

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Anche Fludd, con la concezione dell’assorbimento dello Spirito Santo attraverso il sistema circolatorio e della accumulazione di questo nel ventricolo sinistro del cuore e nel cervello, si muove ancora in un orizzonte di pensiero galeniano.Sapere ermetico, religioso e anatomico si fondano in una visione unica. Come per il corpo, così per la psiche l’alchimia metallica si applica punto per punto alla lavorazione del sentire e del pensare.Johan Georg Gichtel commenta nel testo della Theosophia practica (1696) la figura dell’uomo caduto “che conosce soltanto il sole esteriore” ed è alla mercè dell’equilibrio fra la bile e i succhi gastrici che a ogni momento si può alterare, disseccando o diluendo l’umido radicale del corpo, nonchè dell’aria settemplice o spirito del mondo, che lo nutre e lo dirige.La rigenerazione potrà avvenire se l’aria o spirito del mondo diventerà uno strumento dell’anima di fuoco, si sottometterà alla “Vergine della luce di vita” o dell’aria o spirito celeste o Tintura di luce (il fermento alchemico).In una figura è rappresentato l’uomo caduto nella spirale settenaria del peccato. Dall’orgoglio o Saturno che domina la mente, in luogo dello Spirito Santo, si passa alla Luna che regge il sesso, a Giove che regge le reni e il volto, come avarizia invece che come ragione e intelletto, a Mercurio che regge i polmoni e, stringendosi la spirale, trapassando dalla collera all’invidia, a Marte e Venere (che domina il fegato) e infine al Sole come amor proprio. Questo è un Sole puramente esteriore: “il corpo terrestre crede di servirsi della luce del Sole, ma in realtà opera fuori del corpo in maniera diabolica”, poichè non ravvisa il Sole interiore profondo. Se questo si fa emergere, esso genera una opposta spirale settenaria, tingendo di sè la vita esteriore, poichè esso è Tintura celeste. L’uomo deve farlo emergere dentro di sè come un buon artigiano: invertirà così la Spirale. Da questa complicata descrizione appare comunque evidente che nel corpo avvengono processi di trasformazione alchemica;

Il Padre battezza con il fuoco, il Figlio con l’amore.Il suo sangue celeste trasforma l’ira in amore

Jacob Böhme, TeosophischeWerke, Amsterdam 1682

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umori in relazioni con le attitudini del corpo e dello spirito sono anche, attraverso la volontà, in contatto con la Spirito universale: la Salvezza dell’anima è nelle “mani” dell’uomo.“Sulle cose all’interno dell’uomo:l’arte (l’alchimia) viene anche paragonata agli organi principali del corpo umano, e in particolare: il raffreddamento dell’acqua (phlegma) al cervello, il riscaldamento del fuoco (detto cholera) al cuore, l’umidità dell’aria (detta sanguinea) al fegato e la melanconia alle membra del corpo (...).Ma la quinta forza non è nè calda nè fredda, nè umida nè secca (...) bensì è detta unicamente “vita”, la quale riunisce le altre quattro e dona a esse una vita superiore e perfetta.” Aurora consurgens, Il trattato, inizio XVI secolo

“Ma che cos’è, e com’è fatta la vita di tutte le cose nella loro particolarità?Ebbene, si sappia che essa non è altro che un’essenza spirituale, una cosa invisibile e incomprensibile, uno spirito e una cosa spirituale.” Paracelso, De natura rerum,1537

L’OPERALa base dell’alchimia è l’opera (opus). Questa consiste di una parte pratica, la vera e propria operatio, che dobbiamo immaginare come una serie di esperimenti con corpi chimici. Descrivere il processo alchemico, trovando una logica conseguenziale, è un’impresa assai ardua visto che gli alchimisti scrivevano in un modo oscuro.La profonda oscurità che copre il processo alchimistico deriva dall’interesse dell’alchimista, oltre che per l’aspetto chimico, per le trasformazioni psichiche alle quali ognuno darà nomenclature diverse. Il metodo alchemico è, psicologicamente parlando, il metodo della sconfinata amplificazione. ( Jung )L’amplificatio è sempre indicata quando si tratti di un’esperienza oscura, i cui vaghi accenni devono essere dilatati e ampliati in un contesto psicologico. Questa amplificatio forma la seconda parte dell’opera e viene intesa dall’alchimista come theoria. Nell’alchimia antica, nota all’Occidente, i frammenti ermetici penetrarono soprattutto attraverso gli originali scritti arabi. Un contatto diretto col Corpus hermeticum fu possibile soltanto nella seconda metà del XV sec., cioè quando

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Marsilio Ficino tradusse in latino il manoscritto greco del Corpus hermeticum, giunto in Italia dalla Macedonia. Il mercurio sta all’inizio e alla fine dell’opera: esso è il divino Ermete alato che si manifesta nella materia, il metallo fluido, l’argento vivo, il metallo androgino dal quale gli altri metalli si sono generati, l’essere iniziale ermafrodito che poi si scinde nella classica coppia fratello-sorella e si riunisce poi nella coniunctio per ricomparire alla fine nella figura raggiante del lumen novum del Lapis. Esso è metallo eppure è liquido, è materia eppure spirito. Gli alchimisti cercano la pietra miracolosa contenente un’essenza pneumatica per ricavarne la materia capace di penetrare tutti i corpi (perchèessa è lo spirito che è penetrato nella pietra) e di trasformare mediante trascolorazione tutti i metalli vili in metalli nobili.Sono fondamentalmente quattro le operazioni che vanno simbolicamente interpretate in cui si realizzano le trasformazioni o trasmutazioni. 1. Purificazione del soggetto, la sua dissoluzione nella putrefazione finchè ne resta solo l’essere universale, una nuova solidificazione e infine una nuova combinazione sotto il dominio dell’essere più puro. (Nigredo)2. Volatilizzazione o sublimazione; corrisponde al colore bianco della materia interamente purificata; segue la distillazione. (Albedo)3. Congiunzione, le nozze chimiche tra gli elementi rinati dai processi precedenti, corrisponde al rosso, è l’unione degli opposti, coesistenza pacifica dei contrari. (Rubedo)4. Infine vi è la sublimazione che corrisponde all’oro, al colore del sole la cui luce illumina di nuova conoscenza l’alchimista. LA PIETRA FILOSOFALE.Attraverso stadi della materia che segnano il suo passaggio nei vari elementi ( terra/ putrefatio, acqua/soluzione, fuoco/ distillazione, aria/sublimazione ) si otterrà via via una perfezione sempre maggiore. Brevemente cercheremo di schematizzare il processo alchimistico: MATERIA PRIMA (ha caratteristiche esterne comuni a tutti i minerali; trasmuterà in pietra filosofale)DEVE ESSERE FISSATA ( questa fase incomincia sotto il segno dell’ariete )VIENE UNITA ALL’AGENTE PRIMO E/O ALL’IGNIS INNATURALIS (sale pre parato con cremor tartaro e acido)VIENE IL TUTTO RINCHIUSO NELL’UOVO FILOSOFICO E L’UOVO É POSTO NELLA FORNACE DELL’ATHANOR

MATERIA PRIMA + AGENTE PRIMO( Flamel scrive che questi due elementi esposti al calore si danno la morte e dalla putrefazione perdono le loro forme naturali per prenderne di nuove e migliori)NIGREDOAPPARE IL CIELO STELLATO (fine della nigredo; come apparve il cielo di Betlemme ai pastori )APPARE L’UMIDITÁ METALLICA E VOLATILE DI MERCURIO DEI SAGGI(attraversa l’aria alchemica, riceve dall’alto le influenze celesti e ricade sublimata sulla nuova terra che riemergerà)

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L’UMIDO CEDE AL SECCO, COAGULAZIONE ED ESSICAZIONESTADIO CODA DI PAVONEALBEDOGli ardori del RE ROSSO, zolfo dei saggi, compare nel ventre di Iside, si unirà al mercurio dei filosofiROSA ALBAMATRIMONIO TRA RE E REGINAIl re si unisce nel fuoco segreto dell’amore con la reginaZOLFO ROSSO FISSA IL BIANCO MERCURIORUBEDO Nasce la pietra filosofale

1. CALCINAZIONE ARIETE CAPO2. CONGELAZIONE TORO GOLA3. FISSAZIONE GEMELLI ARTI SUPERIORI4. SOLUZIONE CANCRO MAMMELLE, CUORE5. DIGESTIONE LEONE STOMACO6. DISTILLAZIONE VERGINE VENTRE7. SUBLIMAZIONE BILANCIA RENI, LOMBI8. SEPARAZIONE SCORPIONE GENITALI9. CERAZIONE SAGITTARIO COSCE10. FERMENTAZIONE CAPRICORNO GINOCCHIA11. MOLTIPLICAZIONE ACQUARIO POLPACCI12. PROIEZIONE PESCI PIEDI

corrispondenze metalli-pianeti:ORO-SOLE ARGENTO-LUNA RAME-VENERE FERRO-MARTE MERCURIO-MERCURIO STAGNO-SATURNO PIOMBO-GIOVE

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In un’altra opera, Mundus subterraneus, Amsterdam 1682, A. Kircher, attraverso un’immagine, ci illustra le corrispondenze tra micro e macrocosmo seguendo le teorie della tradizione platonico-ermetica. Il mondo è descritto come organismo vivente caratterizzato da processi metabolici. Kircher fa corrispondere il cuore al Sole, il cervello alla Luna, il fegato a Giove, la milza a Saturno, ai reni Venere, ai polmoni Mercurio e allo stomaco la Terra. “ Le arterie rappresentano i fiumi, la vescica il mare. I sette organi principali corrispondono ai sette corpi metallici, le gambe alle cave di pietra, la carne alle terre, i capelli all’erba”.

P.S. La presente dispensa, a cura di Prof. Laura Tonani, realizzata per uso strettamente didattico, offre solo alcuni spunti di riflessione. Il tema verrà approfondito in sede seminariale

Tobias Cohn, Maaseh Tobiyyah, 1707 A. Kircher, Mundus subterraneus, Amsterdam, 1682

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Suggerimenti bibliograficiBachelard G., Psicanalisi delle acque, purificazione morte e rinascita, Edizioni di red./studio, Como 1987Burckhardt T., Alchimia, Ed. Guanda, Milano 1981Butor M., L’alchimia e il suo linguaggio, in “Repertorio”, Ed. Il Saggiatore, Milano 1951 Calvesi M., Duchamp invisibile, Roma, 1975Camporesi P., Il sugo della vita. Simbolismo e magia del sangue, Garzanti, Milano 1997Camporesi P., Le officine dei sensi, Garzanti, Milano 1985Canseliet E., L'Alchimia, Ed. Mediterranee, Roma 2003Carbonelli G., Sulle fonti della chimica e dell’alchimia in Italia, Ed. Istituto Serono, Roma 1925Evola J., La tradizione ermetica, Ed. Mediterranee, Roma 1971Fabricius J., L'Alchimia, l'Arte Regia nel simbolismo medievale, Edizioni Mediterranee, Roma 1997Flamel N., Il libro delle figure geroglifiche, Ed. Mediterranee, Roma 1978Fulcanelli, Il mistero delle cattedrali, Ed. Mediterranee, Roma 1972Fulcanelli, Le dimore filosofali, Ed. Mediterranee, Roma 1973La Porta G., Il ritorno della grande madre, il Saggiatore, Milano 1997Menghi M., Vegetti M. (a cura di), Galeno, Le passioni e gli errori dell’anima, Marsilio Editori, Venezia 1984Jung C.G., Psicologia e alchimia, Ed. Boringhieri, Milano 1960Pauwels L. e Bergier J.: Il mattino dei maghi, Mondadori Milano 1965Pernety A. J. : Dizionario mito-ermetico, Ed. Phoenix, Genova 1980Pouchelle M.C.,Corpo e chirurgia all’apogeo del medioevo, Il melangolo, Genova 1990Piccolini R. e S.: La Biblioteca degli Alchimisti, F. Muzzio Editore, Padova 1996Read J., Dall’alchimia alla chimica, Ed. Longanesi, Milano 1960Roob A., Il museo ermetico. Alchimia e Mistica, Ed. Taschen, Köln 1997Saxl F., La fede negli astri, Boringhieri, Torino 1985Sherwin B. Nuland, I figli di Ippocrate. Storia della medicina, dagli antichi greci ai trapianti d'organo, Mondadori, Milano 1992Starobinski J., Storia della medicina, Enciclopedia illustrata delle scienze e delle invenzioni, vol. 6, U. Mursia & C. Editore, Milano 1964Zolla E., Le meraviglie della natura, Ed. Marsilio, Venezia 1991