Cordone di Staminali: Ciò che ha nutrito una vita … ed Errori congeniti del metabolismo Sono in...

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Ascoli Piceno 29 - 30 Settembre 2012 Dott. ssa Barbara Tonnarelli Un Cordone di Staminali: Ciò che ha nutrito una vita può ancora dare la vita

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Ascoli Piceno 29 - 30 Settembre 2012 Dott.ssa Barbara Tonnarelli

Un Cordone di Staminali: Ciò che ha nutrito una vita

può ancora dare la vita

Regione Marche

Dipartimento Regionale di Medicina Trasfusionale

Dipartimento Regionale di Medicina Trasfusionale

Titolo e Delibera

Registro regionale

dei donatori di midollo osseo

Ancona

AN01

Titolo e Delibera

Registro regionale

dei donatori di midollo osseo

Ancona

AN01

individua nell’Unità Operativa di

Medicina Trasfusionale dell’Azienda

ospedaliera-universitaria “Ospedali

Riuniti di Ancona” la Banca regionale

per la conservazione di sangue da

cordone ombelicale

Direttore: Dott. Antonio Iacone

Responsabile Medico: Dott.ssa Tiziana Bonfini

La Banca SCO della Regione Abruzzo si fa garante della formazione e

dell’aggiornamento continuo del personale sanitario che opera nel programma di

raccolta affinché possa acquisire l’indispensabile accreditamento, per le

funzioni svolte, come da standard internazionali

Dipartimento Regionale Interaziendale di

Medicina Trasfusionale

Raccolta SCO

definizione del

programma

accreditamento

delle strutture

sanitarie

promozione

della donazione

3 passaggi fondamentali

• dove • quando • come • risorse

Il Sangue Placentare

Al termine del parto, dopo che il cordone ombelicale è stato reciso, nei vasi placentari e cordonali residua una quota di sangue, generalmente considerata prodotto di scarto.

Nel 1974 è stata segnalata nel sangue placentare o sangue da cordone ombelicale la presenza di Cellule Staminali Emopoietiche, simili a quelle che si trovano nel midollo osseo degli adulti deputate alla formazione degli elementi fondamentali del nostro sangue: globuli rossi, globuli bianchi e le piastrine.

Studi successivi, condotti da un gruppo di ricercatori statunitensi, hanno quindi prospettato la possibilità di raccogliere il sangue placentare come fonte di cellule staminali emopoietiche per uso clinico ai fini di trapianto, in alternativa al Midollo Osseo.

Questo ha consentito il rapido sviluppo dei programmi di donazione e bancaggio del sangue placentare offrendo, pertanto, maggiori opportunità di cura a quei pazienti in attesa di trapianto, che non sono in grado di reperire un donatore compatibile nei Registri Internazionali di Midollo Osseo.

È indispensabile, quindi, per aumentare la disponibilità di sangue da cordone ombelicale e per garantire in maniera assoluta la qualità e l'idoneità del materiale raccolto, sviluppare sistemi standardizzati di prelievo, lavorazione e conservazione in apposite strutture .

Per questo motivo sono state realizzate nel mondo banche cellulari con lo

scopo preciso di conservare questo materiale prezioso e razionalizzarne

l’uso clinico.

DEDICATA:

Unità per

trapianto allogenico da

donatore correlato (familiare)

SOLIDARISTICA:

Unità per trapianto allogenico da donatore non

correlato (registro donatori)

Donazione Pubblica

Donazione Dedicata

• raccolta e conservazione per uso familiare tra consanguinei di primo grado con patologia in atto al momento della raccolta o patologia pregressa

• raccolta e conservazione per uso dedicato in famiglie a rischio di avere ulteriori figli affetti da malattie genetiche trasmissibili

Donazione Dedicata

L’utilizzo terapeutico

Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche

rappresenta la terapia di elezione di numerose

patologie EMATOLOGICHE e NON EMATOLOGICHE

indipendentemente dalla sorgente, midollo osseo,

sangue periferico mobilizzato, sangue cordonale

Patologie Ematologiche: Leucemie, Linfomi, Gravi

Anemie (Talassemia Major, Anemia di Fanconi)

Patologie Non Ematologiche: Tumori solidi, Deficit

immunitari ed Errori congeniti del metabolismo

Sono in corso di studio, innovative applicazioni terapeutiche che riguardano la “Plasticità” delle Cellule Staminali, particolarmente spiccata nelle cellule di Sangue placentare.

Tali strategie di cura necessitano, al momento, di più approfonditi studi sperimentali e di validazione clinica.

L’utilizzo terapeutico

Vantaggi

DONATORE

oAssenza di rischi legati a procedure invasive.

o Opportunità e Soddisfazione di compiere un GRANDE GESTO DI SOLIDARIETA’!!

RICEVENTE

o Pronta disponibilità alla richiesta.

o Rappresentanza di minoranze etniche emergenti.

o Minor rischio di malattie infettive trasmissibili.

o Minor restrizione nel grado di compatibilità del Sistema Antigenico Leucocitario HLA.

o Minor rischio di gravi reazioni immunologiche post-trapianto.

Limiti o Il Sangue Placentare presenta il limite di uno scarso

contenuto di cellule staminali emopoietiche che ne condiziona l’utilizzo a pazienti prevalentemente pediatrici.

o La soglia cellulare minima per il bancaggio delle unità di Sangue Placentare è di 1 miliardo e 300 milioni di Cellule Staminali Emopoietiche in un volume di ~ 100/150 ml.

o La dose terapeutica minima che si definisce la dose di cellule nucleate necessaria per la ricostituzione emopoietica del ricevente è pari a 20 milioni di Cellule Staminali Emopoietiche per ogni Kg di peso del ricevente.

o Tempi di ricostituzione più lunghi nel ricevente.

Il

programma

operativo

Arruolamento

Informazione della donatrice

Arruolamento

Richiesta consenso informato

Prelievi materni Raccolta di sangue placentare

Tipizzazione Validazione biologica

Congelamento Allestimento di banche parallele

Quarantena

Controlli a 6/12 mesi

Validazione definitiva dell'unità

Informazione della donatrice

Arruolamento

Richiesta consenso informato

Prelievi materni Raccolta di sangue placentare

Tipizzazione Validazione biologica

Congelamento Allestimento di banche parallele

Quarantena

Controlli a 6/12 mesi

Validazione definitiva dell'unità

Informazione della donatrice

L’informazione alla donatrice deve essere effettuata da personale adeguatamente addestrato e qualificato in occasione dei Corsi di preparazione al parto, dei controlli ambulatoriali e/o al momento del ricovero.

Le informazioni circa la donazione del sangue placentare vengono fornite alle gestanti dal personale sanitario delle Unità Operative di Medicina Trasfusionale, di Ostetricia e Ginecologia della Regione Marche e dai volontari dell'associazione ADISCO.

Informazione della donatrice

Per poter effettuare la raccolta è necessario ottenere il consenso informato della coppia donatrice.

Gli operatori sanitari raccolgono una accurata storia clinica della coppia per escludere patologie familiari ereditarie eventualmente trasmissibili col sangue placentare.

È altrettanto importante escludere patologie della gravidanza e del parto, che rendano il prelievo controindicato.

Dichiarazione della coppia

Consenso all’inserimento dell’unità nella Banca per uso di trapianto allogenico;

Consenso all’inserimento dei dati in forma anonima in un archivio;

Consenso all’utilizzo dell’unità a scopo di ricerca;

Questionario anamnestico

Fornire notizie sullo stato di salute proprio e del neonato dopo 6/12 mesi.

Criteri di esclusione alla donazione

CLINICI a carico dei genitori e/o familiari

OSTETRICI e NEONATALI

• Infezioni da virus; (dell’immunodeficienza acquisita, dell’epatite B ed epatite C);

• Neoplasie e patologie autoimmunitarie

• Patologie a trasmissione sessuale (Sifilide);

• Condizioni di vita sessuali a rischio di contrarre e trasmettere infezioni virali.

• Gestazione di durata inferiore a 37 settimane;

• Presenza di febbre della gestante superiore ai 38°C al momento del parto;

• Rottura delle membrane avvenuta da oltre 12 ore prima del parto;

• Sofferenza fetale al momento del parto;

• Malattia Emolitica del Neonato (MEN);

• Malformazioni congenite o patologie ereditarie note a carico del Neonato.

Raccolta del sangue placentare

La raccolta viene eseguita da personale addestrato secondo metodiche standard, mediante apposite sacche monouso dotate di sistemi a circuito chiuso per il campionamento, che assicura l'integrità della sacca e la sterilità del prodotto.

Il prelievo del sangue del cordone ombelicale è un'operazione semplice e rapida, che non procura alcun rischio o sofferenza né al neonato né alla madre.

Tutte le figure professionali coinvolte nella procedura di raccolta ( l’ostetrica, il medico di sala parto o il personale sanitario della banca) devono essere adeguatamente addestrate con un training teorico-pratico.

Raccolta del sangue placentare

congelamento dell'unità entro le 48 ore dalla raccolta;

volume della raccolta non inferiore ai 60ml e soprattutto un numero di cellule nucleate totali > 1,3 x 109;

corretta identificazione dell'unità e dei campioni correlati;

controlli microbiologici di sterilità per valutare l’assenza di contaminazione da parte di microrganismi patogeni;

Dopo la Raccolta, le Unità di Sangue Placentare devono essere immediatamente trasportate presso i laboratori della Banca dove vengono effettuate le indagini necessarie per verificare l’idoneità a scopo terapeutico.

Bancaggio del sangue placentare

Le unità di SCO non idonee al bancaggio possono essere

utilizzate per programmi di ricerca, previa presentazione

alla Banca e approvazione del relativo progetto.

Tipizzazione e validazione biologica

Aliquote di sangue vengono inviate al

Centro di Tipizzazione Tissutale per la

caratterizzazione del sistema antigenico

HLA.

Congelamento Le unità che rispecchiano i criteri di bancabilità, vengono sottoposte ad un processo di concentrazione cellulare per centrifugazione, che consente di abbattere i volumi delle unità eliminando la maggior parte dei globuli rossi e del plasma. L'abbattimento dei volumi permette, inoltre, di risparmiare notevolmente gli spazi freddi necessari allo stoccaggio a lungo termine dei prodotti criopreservati.

Congelamento L’unità di sangue placentare viene successivamente congelata in vapori di azoto liquido in un congelatore a discesa programmata della temperatura (-1°C/minuto) e poi stoccata a -196°C in modo tale da garantire le condizioni ottimali per una conservazione a lungo termine (almeno 10 anni).

Allestimento di banche parallele

Per ogni unità criopreservata, vengono allestiti archivi dei materiali biologici nelle banche parallele necessari per lo stoccaggio di campioni di siero, cellule, DNA materno e cordonale, per l'esecuzione di test microbiologici di conferma, eventuali test genetici e test non previsti dalla attuale normativa, necessari per il rilascio dell'unità.

Quarantena

L’unità di Sangue Placentare viene conservata in appositi criocongelatori a -196°C.

La sua disponibilità per uso trapiantologico è possibile solo dopo un periodo minimo di 6-12 mesi (QUARANTENA), quando la donna, dopo essersi sottoposta ad un primo prelievo al momento del parto, si deve sottoporre ad un secondo prelievo per escludere ogni eventualità di rischio infettivo non evidente al momento della nascita.

Dopo il periodo di quarantena, le unità vengono validate definitivamente e restano,

pertanto, conservate a lungo termine in contenitori ad azoto liquido a temperature

bassissime (-196°C).

Controllo a 6-12 mesi

conservazione autologa

Le cellule staminali sono mie e me le tengo

Le cellule staminali sono mie e me le tengo

... ha emanato delle raccomandazioni relative all’uso appropriato delle cellule staminali del sangue di cordone ombelicale

“In merito alla conservazione ad uso autologo si ritiene doveroso sottolineare che al momento non esistono evidenze scientifiche consolidate a sostegno della reale utilità di tale pratica e, pertanto, mancano i presupposti per considerare la stessa appropriata”

“una prestazione sanitaria è appropriata se è basata su evidenze scientifiche che scaturiscono dai risultati di rigorosi studi clinici i cui risultati siano preferibilmente dimostrati e ripetibili a livello nazionale ed internazionale; al momento esistono evidenze scientifiche solo per l’uso allogenico”

“l’uso delle cellule staminali emopoietiche da cordone autologo in caso di malattie noeplastiche o genetiche non rappresenta la migliore opzione terapeutica, dal momento che, le cellule del sangue cordonale potrebbero essere già portatrici dei markers della malattia, anche se questa non è ancora evidente;”

“il rischio stimato che un bambino possa sviluppare una patologia per la quale vi sia la necessità di effettuare un trapianto prima del 10° anno di vita è di circa 1:25.000. Questa bassa probabilità non giustifica un programma di conservazione autologa anche perchè l’evidenze relative agli indici di rilascio delle unità donate dimostrano che, in caso di necessità, la probabilità di ritrovare il proprio cordone in banca è del 97-98%”

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!!

“Tutto ciò che non viene donato è perduto” D. Lapierre