COPIA OMAGGIO Gualtiero Marchesi, cittadino illustre di zona 4...Editore: Associazione culturale...

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, William Porzio, Francesco Pustorino, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Camilla Boca, Giulia Costa, Giovanni Minici, Donatella Pavan, Gianni Pola, Alberto Raimondi, Fabrizio Ternelli. Tiratura 16.500 copie. COPIA OMAGGIO Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini anno XVIII, numero 154, marzo 2014 ® ® ATHOS Nelle pagine interne: La nuova stazione Forlanini pag. 7 Carlo Squillante, ovvero dell’Umorismo pag. 9 Un blog al nostro servizio pag. 5 Qui si restaurano antichi strumenti scientifici pag. 10 Sandro Bajni, scrittore, commediografo... pag.6 Decisamente noir A Milano piove, il cielo è basso e dal finestrino del tram si vede solo il proprio riflesso. Il tempo adatto per le conversazioni e, per noi, delle interviste. En- triamo nel posto che ci è stato indicato e dopo qualche mi- nuto di attesa cominciamo l’intervista. E mentre par- liamo con il nostro intervi- stato mi sembra di vivere due conversazioni: una con il Grande Marchesi, Chef pluri- stellato e plurionorato nel suo elegante locale “Il Marche- sino” di fianco alla Scala di Milano; l’altra con il signor Gualtiero davanti ad una tazza di the e tre biscotti mentre ri- corda, come tutti gli uomini fanno. Penso che di lui sia già stato scritto tutto, di Marchesi intendo. La biografia, la filo- sofia, l’arte, i periodi artistici, l’alta classe... Come un clas- sico, un mito, un’icona degna di entrare nei libri. Sicura- mente un maestro, di quelli che insegnano sempre anche con la sola presenza, di quelli che ispirano, uno dei Grandi. Forse però non tutto è stato detto di Gualtiero, rispettabile signore che si lamenta del tempo e dei tempi, nato a Mi- lano e cresciuto nella nostra zona, dove è diventato il gran- de Gualtiero Marchesi. Gual- tiero è milanese ed internazio- nale, chef e artista poliedrico sempre a caccia di nuove idee, sempre ispirato, sempre curio- so. La sua cucina, «e ne ho in- ventate tante di cucine, dalla cucina meno cucina alla cuci- na totale passando per la cuci- na ri-creativa e tante altre», è difficile da riassumere: è pura arte. Ma dove e come ha comincia- to a imparare il mestiere? «Ho imparato facendo. I miei geni- tori possedevano un locale chiamato “Al mercato” che dava su via Bezzecca, la zona del vecchio mercato ortofrut- ticolo. “Al mercato” era un al- bergo, un bar, una tavola calda e un ristorante. I miei genitori avevano ben trentatre stanze negli anni Trenta, ma durante la guerra l’albergo è stato espropriato dall’annonaria per- ché aveva bisogno di uffici. Fi- nita la guerra torna in conces- sione alla mia famiglia ed io, finiti gli studi in Svizzera, ho iniziato a lavorare lì. Erano gli anni ’57 ’58 e ho lavorato “Al mercato” fino alla mia parten- za per Parigi nel 1967». I dettagli, si sa, svaniscono ma rimane impressa la passione: «è stato, penso, il periodo più bello della mia vita. Facevo una grande cucina moderna in una trattoria di semi periferia». Gualtiero Marchesi, cittadino illustre di zona 4 Manca ancora un mese, ma noi ci stiamo già preparando, perché quest’anno partecipia- mo anche noi! In collaborazione con il Comi- tato soci coop di PiazzaLodi, stiamo infatti lavorando alla realizzazione di una mostra fo- tografica degli oggetti di de- sign realizzati dalle vecchie (e non solo) aziende della nostra zona: ricordate Lesa, Geloso, Ferrania, Lagomarsino…..? Sono solo alcune delle fabbri- che di cui abbiamo raccontato la storia nel libro “Storie indu- striali. Passato e presente nel sud est di Milano” e che hanno prodotto oggetti di avanguar- dia, anche dal punto di vista del design, per l’epoca. Le fo- tografie della mostra sono di Rita Cigolini, dello studio fo- tografico ad hoc, rigorosamen- te in zona 4! Non solo foto, saranno anche in mostra in appositi espositori molti di quegli oggetti, che ci faranno tornare indietro nel tempo di almeno 40-50 anni, dei veri gioiellini! La mostra sarà allestita al pri- mo piano del Centro commer- ciale PiazzaLodi e sarà inserita in un circuito zonale promosso da Frigoriferi Milanesi, me- diante la realizzazione di una piantina della zona 4 dedicata all’evento, che troverete anche all’interno del numero di apri- le di QUATTRO. Aspettatevi quindi una bella sorpresa in aprile! Incominciamo a prepararci al Fuorisalone! L a tormentata vicenda della scuola primaria di viale Puglie è stata ancora una volta oggetto di un confronto in Consiglio di Zo- na, durante una seduta della Commissione Educazione il 19 febbraio scorso con la par- tecipazione dell’Assessore ai Lavori pubblici Maria Carme- la Rozza e dell’Assessore al- l’Educazione Francesco Cap- pelli. Alcuni punti fermi adesso ci sono: dopo la prima verifica fatta su tutti gli edifici comu- nali da parte di una società specializzata che aveva indi- viduato una presenza di amianto tale da rendere neces- saria la chiusu- ra della scuola, dopo una “controperi- zia” fatta ese- guire da un gruppo di ge- nitori che non rilevava una presenza po- tenzialmente pericolosa, do- po infine gli ultimi controlli fatti eseguire dalla ASL da parte del Co- mune di Milano, la scelta fi- nale è ora quella di mettere in sicurezza l’edificio. Questo avverrà non più mediante l’ab- battimento e la ricostruzione dell’edificio, le cui strutture portanti non sono ammalorate, ma mediante il mantenimento delle stesse e la ristrutturazio- ne del resto dell’edificio. L’impegno preso è quello di procedere speditamente, inse- rendo l’opera nel bilancio del 2014, facendo tutti i passi ne- cessari (progettazione, pratiche edilizie, ecc…) per poter ini- ziare i lavori nel 2015 e resti- tuire la scuola al quartiere nel- l’anno scolastico 2017/2018. Alla luce delle scelte edilizie, l’altro impegno preso è che a partire dall’anno scolastico 2014/2015 la sede di via Oglio 20, attualmente in uso alla scuola primaria e parzialmente al Centro Territoriale Perma- nente (che anch’esso ha subito un restringimento ed uno spo- stamento dei propri spazi per le attività didattiche), sarà uti- lizzata esclusivamente dalla primaria, superando quindi il principale disagio sofferto dai bambini, ovvero i tre turni di mensa. Dal prossimo anno scolastico il CTP avrà una nuova sede, all’interno di una riorganizza- zione di questo servizio per giovani e adulti, che vedrà un cambio di nome, CPA Centro per Adulti, ed un dirigente sco- lastico autonomo. A questo proposito, sono già iniziati gli incontri con i docenti per pre- sentare loro alcune ipotesi di nuova collocazione. Anche la scuola primaria di via Polesine ha vissuto questo anno con notevoli difficoltà lo- gistiche e organizzative dovute alle coabitazioni forzate con il Centro Orientamento del Co- mune, per cui il Consiglio di Zona 4 ha chiesto di reperire una sede idonea anche per le attività del Centro Orienta- mento. Tutti si augurano che il prossimo anno scolastico inizi regolarmente per tutti, in sedi adeguate per rispondere alle domande educative di tutti gli studenti, siano essi bambini o adulti. CLS La scuola di viale Puglie e le scelte fatte segue a pag. 3 Foto by luxuo.it

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail [email protected] Sito internet: www.quattronet.itVideoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari. Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Luca Cecchelli, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, WilliamPorzio, Francesco Pustorino, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Valentina Bertoli, Camilla Boca, Giulia Costa, Giovanni Minici, Donatella Pavan, Gianni Pola,Alberto Raimondi, Fabrizio Ternelli. Tiratura 16.500 copie. COPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

anno XVIII, numero 154, marzo 2014

® ®

ATHOS

Nellepagineinterne:

La nuova stazione Forlanini

pag. 7

Carlo Squillante,ovvero dell’Umorismo

pag. 9

Un blog al nostro servizio

pag. 5

Qui si restauranoantichi strumentiscientifici

pag. 10

Sandro Bajni, scrittore, commediografo...

pag.6

Decisamente noir

AMilano piove, il cieloè basso e dal finestrinodel tram si vede solo il

proprio riflesso. Il tempoadatto per le conversazioni e,per noi, delle interviste. En-triamo nel posto che ci è statoindicato e dopo qualche mi-nuto di attesa cominciamol’intervista. E mentre par-

liamo con il nostro intervi-stato mi sembra di vivere dueconversazioni: una con ilGrande Marchesi, Chef pluri-stellato e plurionorato nel suoelegante locale “Il Marche-sino” di fianco alla Scala diMilano; l’altra con il signorGualtiero davanti ad una tazza

di the e tre biscotti mentre ri-corda, come tutti gli uominifanno. Penso che di lui sia giàstato scritto tutto, di Marchesiintendo. La biografia, la filo-sofia, l’arte, i periodi artistici,l’alta classe... Come un clas-sico, un mito, un’icona degnadi entrare nei libri. Sicura-mente un maestro, di quelli

che insegnano sempre anchecon la sola presenza, di quelliche ispirano, uno dei Grandi. Forse però non tutto è statodetto di Gualtiero, rispettabilesignore che si lamenta deltempo e dei tempi, nato a Mi-lano e cresciuto nella nostrazona, dove è diventato il gran-

de Gualtiero Marchesi. Gual-tiero è milanese ed internazio-nale, chef e artista poliedricosempre a caccia di nuove idee,sempre ispirato, sempre curio-so. La sua cucina, «e ne ho in-ventate tante di cucine, dallacucina meno cucina alla cuci-na totale passando per la cuci-na ri-creativa e tante altre», èdifficile da riassumere: è puraarte. Ma dove e come ha comincia-to a imparare il mestiere? «Hoimparato facendo. I miei geni-tori possedevano un localechiamato “Al mercato” chedava su via Bezzecca, la zonadel vecchio mercato ortofrut-ticolo. “Al mercato” era un al-bergo, un bar, una tavola caldae un ristorante. I miei genitoriavevano ben trentatre stanzenegli anni Trenta, ma durantela guerra l’albergo è statoespropriato dall’annonaria per-ché aveva bisogno di uffici. Fi-nita la guerra torna in conces-sione alla mia famiglia ed io,finiti gli studi in Svizzera, hoiniziato a lavorare lì. Erano glianni ’57 ’58 e ho lavorato “Almercato” fino alla mia parten-za per Parigi nel 1967». I dettagli, si sa, svaniscono marimane impressa la passione:«è stato, penso, il periodo piùbello della mia vita. Facevouna grande cucina moderna inuna trattoria di semi periferia».

Gualtiero Marchesi, cittadino illustre di zona 4

Manca ancora un mese, manoi ci stiamo già preparando,perché quest’anno partecipia-mo anche noi!In collaborazione con il Comi-tato soci coop di PiazzaLodi,stiamo infatti lavorando allarealizzazione di una mostra fo-tografica degli oggetti di de-sign realizzati dalle vecchie (enon solo) aziende della nostrazona: ricordate Lesa, Geloso,Ferrania, Lagomarsino…..?Sono solo alcune delle fabbri-che di cui abbiamo raccontatola storia nel libro “Storie indu-striali. Passato e presente nelsud est di Milano” e che hanno

prodotto oggetti di avanguar-dia, anche dal punto di vistadel design, per l’epoca. Le fo-tografie della mostra sono diRita Cigolini, dello studio fo-tografico ad hoc, rigorosamen-te in zona 4!

Non solo foto, saranno anchein mostra in appositi espositorimolti di quegli oggetti, che cifaranno tornare indietro neltempo di almeno 40-50 anni,dei veri gioiellini!La mostra sarà allestita al pri-mo piano del Centro commer-ciale PiazzaLodi e sarà inseritain un circuito zonale promossoda Frigoriferi Milanesi, me-diante la realizzazione di unapiantina della zona 4 dedicataall’evento, che troverete ancheall’interno del numero di apri-le di QUATTRO.Aspettatevi quindi una bellasorpresa in aprile!

Incominciamo a prepararci al Fuorisalone!

L a tormentata vicendadella scuola primariadi viale Puglie è stata

ancora una volta oggetto di unconfronto in Consiglio di Zo-na, durante una seduta dellaCommissione Educazione il19 febbraio scorso con la par-tecipazione dell’Assessore aiLavori pubblici Maria Carme-la Rozza e dell’Assessore al-l’Educazione Francesco Cap-pelli.Alcuni punti fermi adesso cisono: dopo la prima verificafatta su tutti gli edifici comu-nali da parte diuna societàspecializzatache aveva indi-viduato unapresenza diamianto tale darendere neces-saria la chiusu-ra della scuola,dopo una“controperi-zia” fatta ese-guire da ungruppo di ge-nitori che nonrilevava unapresenza po-tenzialmentepericolosa, do-po infine gliultimi controllifatti eseguiredalla ASL daparte del Co-mune di Milano, la scelta fi-nale è ora quella di mettere insicurezza l’edificio. Questoavverrà non più mediante l’ab-battimento e la ricostruzionedell’edificio, le cui struttureportanti non sono ammalorate,ma mediante il mantenimentodelle stesse e la ristrutturazio-ne del resto dell’edificio.L’impegno preso è quello di

procedere speditamente, inse-rendo l’opera nel bilancio del2014, facendo tutti i passi ne-cessari (progettazione, praticheedilizie, ecc…) per poter ini-ziare i lavori nel 2015 e resti-tuire la scuola al quartiere nel-l’anno scolastico 2017/2018.Alla luce delle scelte edilizie,l’altro impegno preso è che apartire dall’anno scolastico2014/2015 la sede di via Oglio20, attualmente in uso allascuola primaria e parzialmenteal Centro Territoriale Perma-nente (che anch’esso ha subito

un restringimento ed uno spo-stamento dei propri spazi perle attività didattiche), sarà uti-lizzata esclusivamente dallaprimaria, superando quindi ilprincipale disagio sofferto daibambini, ovvero i tre turni dimensa.Dal prossimo anno scolasticoil CTP avrà una nuova sede,all’interno di una riorganizza-

zione di questo servizio pergiovani e adulti, che vedrà uncambio di nome, CPA Centroper Adulti, ed un dirigente sco-lastico autonomo. A questoproposito, sono già iniziati gliincontri con i docenti per pre-sentare loro alcune ipotesi dinuova collocazione. Anche la scuola primaria divia Polesine ha vissuto questoanno con notevoli difficoltà lo-gistiche e organizzative dovutealle coabitazioni forzate con ilCentro Orientamento del Co-mune, per cui il Consiglio di

Zona 4 ha chiesto di reperireuna sede idonea anche per leattività del Centro Orienta-mento. Tutti si augurano cheil prossimo anno scolasticoinizi regolarmente per tutti, insedi adeguate per risponderealle domande educative di tuttigli studenti, siano essi bambinio adulti.

CLS

La scuola di viale Puglie e le scelte fatte

segue a pag. 3

Foto by luxuo.it

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2 marzo 2014

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Ancora Gilera

A seguito dell'articolo apparso lo scorso mese, una nostra lettriceci ha inviato questa immagine storica, scattata nel giardino della

villa di Arcore, dove sono fotografati (da sinistra) Giuseppe Gi-lera, la moglie, un parente, la figlia Gigliola e il marito nel giornodel loro sposalizio. Un grazie alla signora Liliana.

Il mio saluto a Ponte Lambro

A giugno scorso avevosalutato molti di voi conla promessa di rivedercia dicembre o a gennaio2014, al termine dellamia maternità: tali eranogli accordi presi con lanuova gestione del Cen-tro Giovani. Di fatto, altermine del mio conge-do, ho scoperto, conamara sorpresa, che gli

stessi avevano scelto di non reintegrarmi nel Servizio, nel qualelavoravo come educatrice da quasi 10 anni. Ho cercato di ri-chiedere un mio reintegro con ogni mezzo, ma invano. Mi ritrovooggi impossibilitata a riprendere servizio presso il Centro Giovanie dunque volevo approfittare di questo spazio per rendere unsincero e affettuoso saluto a tutti i ragazzi e le famiglie del quar-tiere che ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere in questiquasi 10 anni. Vi ringrazio per avere condiviso insieme a mequesto percorso, per aver contribuito a trasformare il CentroGiovani in un luogo accogliente e prezioso: sono orgogliosa dellavoro svolto in questi anni ed il merito è soprattutto vostro,della fiducia che avete scelto di riporre nei miei confronti e versoil Servizio. Un saluto particolare a Katia, Gianni, Ago, Cristian,Lucia, Jessica, Davide, Mattia, Ivonne, Dano, Vichy, Anna, Bep-pe, Simone, Kalil, Samuel, Alessio, Rossella, Jerry, Edo, Gabo,Stefano, Gianluca, Vincenzo, Gabri, Cristina, Gaetano, Ilenia,Ale, Marco… e a tutti i ragazzi, alcuni dei quali ormai cresciuti,che ho incontrato in questi anni. Un grazie a tutte famiglie chehanno scelto di condividere le proprie storie, un sincero e affet-

tuoso ringraziamento a don Ago, colonna portante del quartieree punto di riferimento. Un plauso a tutte le persone che hannocontribuito a rendere questa mia esperienza unica e piena di si-gnificato: Ponte Lambro rimarrà sempre nei miei ricordi comeuna comunità piena di risorse, viva e capace di risollevarsi dasé. Grazie e ancora CIAO!! Stefania Giuliani

Mensa di guerra e dopo

Molti lettori ricorderanno gli articoli apparsi su QUATTRO ri-guardanti le mense che durante la guerra e negli anni successivierano state aperte in zona. Sfogliando un interessantissimo librodell’Istituto Golgi Redaelli, che ringraziamo anticipatamenteper la concessione alla pubblicazione della foto, abbiamo trovato

l’immagine di una di queste mense, che pur appena fuori zona4 merita di essere citata. Si trovava alla fine di viale Majno; lacasa bianca sullo sfondo esiste ancora, quasi in piazzale Oberdan.Come si vede era “sponsorizzata” da una nota casa di aperitivi,fu aperta dal 18 gennaio1948 fino al 1958 con prezzi calmieratiper chi non era iscritto all’Eca, mentre per questi ultimi la som-ministrazione dei pasti era gratuita. S.B.

Fuori di tesi

La Casa per la Pace ha avuto l’incarico dal Consiglio di Zona4 di offrire a giovani laureati l’opportunità di presentare pub-blicamente la propria tesi di laurea. Si cercano quindi giovani

laureati della zona o giovani lau-reati non residenti ma che abbianofatto una tesi sulla zona (ad esem-pio: storia della zona, architetturadelle cascine, ecc…) o su impor-tanti tematiche sociali (non violen-za, ecologia, intercultura, legalità,ecc..).Le tesi saranno presentate nelle se-

guenti date: 9 aprile, 21 maggio, 18 giugno. Presso la sala delConsiglio di Zona 4, alle ore 20,30Per info e contatti: [email protected]

Segnalazione

Gentile redazione,alla confluenza fra via Carbonera e via Ortigara è stato recen-temente posto un nuovo cartello stradale. Resta la domanda: il

cartello serve ad evitare che i ciclisti vadano a sbattere controla balaustra oppure la balaustra è la protezione di ultima istanzaper i ciclisti distratti? Mah! R.R.

Arti marziali al Corvetto

Lo Z.N.K.R., “Scuola di Arti Marziali Orientali e Formazione

Guerriera”, da oltre trent’anni opera nella zona 4, promuovendoe partecipando ad iniziative in collaborazione con il Consigliodi Zona, la Biblioteca di quartiere, le Associazioni dei commer-cianti.Quest’anno, sotto l’egida del CdZ4 e della cooperativa “la Stra-da”, la Scuola Z.N.K.R. è, dai primi di febbraio, presente condue corsi, del tutto gratuiti, di “Kenpo – Arti Marziali”, il venerdìpomeriggio, presso la sede della Cooperativa medesima, in viaPiazzetta 2, zona Corvetto.I corsi si rivolgono a bambini/ragazzi/adolescenti di famiglie incarico ai servizi sociali di zona, con lo scopo di aiutare i ragazzia capire l’importanza delle relazioni accettandone anche le ca-ratteristiche conflittuali - queste ultime vissute non come impe-dimento ma come ulteriore possibilità di arricchimento e con-fronto - e di stimolare l’integrazione e la prevenzione a un pos-sibile decadimento progressivo nel tessuto sociale, perché nonsfoci verso una solitudine rassegnata quando non ostile.Lo Z.N.K.R., del tutto gratuitamente e in forma volontaria, mettea disposizione lo staff docente, guidato dall’insegnante CelsoMaffi, il coordinamento con il personale della Cooperativa graziealla dottoressa Monica Gasparini, e il materiale (guantoni, ca-schetti, colpitori, ecc…) necessario alla pratica marziale.Da febbraio a giugno, al Corvetto, si danza l’arte del combattereper educarsi a crescere!!Per saperne di più sullo Z.N.K.R., www.znkr.it/; per saperne dipiù sul Sensei, www.tizianosantambrogio.it/

Z.N.K.R.

via Simone D’Orsenigo 3

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3marzo 2014

Via Cadore 30 – tel 02 55010524Viale Piave 21 - tel 02 39680044www.dogninimilano.it

PERCHÉ NOI NON COLORIAMO...DIPINGIAMO!!!

A pranzo, ci racconta, andavano i lavoratori(«gli italiani sono e saranno sempre un po-polo da trattoria») e alla sera Marchesi con-fessa: «ho avuto la più bella clientela delmondo, da me passavano tutti gli artisti egli intellettuali, da Lucio Fontana a Gio-vanni Testori, da Mino Monicelli a Fede-rico Fellini. Ho dei bellissimi ricordi diquegli anni e di quella vita». Da una trat-toria di zona 4 Marchesi ha coltivato l’artedella semplicità, dell’apprezzare e cono-scere la materia («gli chef devono andarea fare la spesa. Solo così ti vengono le ideeper creare»), del rispetto. Dopo che Marchesi si è sforzato di farcicogliere la radice della sua straordinarietàci intratteniamo con Gualtiero, discorrendodi viaggi, dei suoi 52 anni di matrimonio,della sua famiglia artistica, di ciò che i gio-vani e meno giovani dovrebbero fare e dibuche nelle strade. È parlando con Gual-tiero che si può capire come sia potuto di-ventare Gualtiero Marchesi, un artista della“semplicità”.

Luca Solesin

Gualtiero Marchesi, cittadino illustre di zona 4

Il libro sui Mercati generaliche abbiamo pubblicato loscorso dicembre ci sta dan-

do molte soddisfazioni! Gliappassionati di storia di Milanohanno trovato un nuovo libroe realtà poco conosciute, tan-tissimi residenti di zona vi han-no ritrovato ricordi e immagini.“Mio nonno era macellaio”, “Imiei zii avevano un magazzinoal vecchio mercato”, “Mio pa-pà aveva un negozio di verdurae andava tutte le mattine al ver-ziere”. Ricordi familiari riaf-fiorati per l’uscita del libro.Uno di questi è stato partico-larmente speciale per noi! Ciha telefonato Gualtiero Mar-chesi, che viene peraltro citatonel nostro libro, che aveva ri-cevuto in regalo dalla signoraAnna il libro e voleva sapereda noi chi era l’Anna! SignoraAnna, può farsi riconoscere daMarchesi?Comunque, abbiamo approfit-tato della telefonata per chie-dergli una intervista (che avetevisto in prima pagina), in par-ticolare sui suoi ricordi giova-nili legati all’albergo-ristorantedel padre in viaBezzecca, alloStallazzo.Rimanendo incampo culina-rio, siamo statianche contattatidai proprietaridella Trattoriadel nuovo ma-cello di via Lom-broso che hannotrovato nel libro una foto del1928 dove si vede svettare laloro casa, unico edificio in viaLombroso oltre al mercato deipolli e, un po’ arretrata, alla Ca-scina Mancatutto. Gestori del-

la trattoria dal 1959, anche lorohanno tante cose da raccontar-ci, e la loro intervista uscirà nelmese di aprile.C’è poi un altro aspetto che cipiace sottolineare: la soddisfa-zione che i nostri “testimoni”hanno avuto nel vedere valo-rizzato il loro lavoro, un lavoroduro, faticoso, che ti impone difare una vita “sfasata” rispettoa quella della tua famiglia, odei tuoi amici. Un lavoro sco-

nosciuto ai più, ma chegarantisce alla cittàmolti dei propri rifor-nimenti alimentari. Enoi siamo contenti diaver portato all’ester-no delle tettoie e deipunti vendita squarcidi queste vite.Ricordiamo infine ipunti vendita del li-bro: presso la reda-

zione di QUATTRO, vialeUmbria 58 (ingresso in via En-nio), presso Il Libraccio di viaArconati 16, di via Santa Teclae di via Candiani; LibreriaHoepli, via Hoepli 5; Libreria

Del Convegno, via Lomellina35; Libreria di quartiere, vialePiceno 1; Libreria Centofiori,piazzale Dateo 5; Libreria Scal-dapensieri, via Don Bosco; Mi-lano Libri, via Verdi 2; Carto-leria Montenero, via Bergamo2; edicole di via Caroncini, viaCadore 30, piazza Salgari.

Le tante facce del librosui Mercati generali

Un padiglione dell’ortomercato oggi. Foto di Rita Cigolini

Sul cancello dell’ingresso del vecchio mercato difrutta e verdura all’angolo fra corso XXII Marzo evia Cadore, si può notare l’insegna “ALBERGOMERCATO a 50 metri”.

Sono in programma una se-rie di conferenze con pre-sentazione del libro e pro-iezioni di immagini, pro-mosse dalla Biblioteche rio-nali di Milano; questo il ca-lendario:19 marzo ore 18.00Biblioteca Calvairate4 aprile ore 18.00Biblioteca Fra Cristoforo11 aprile ore 18.00Biblioteca Niguarda9 maggio ore 18.30Biblioteca Oglio22 maggio ore 18.15Biblioteca Vigentina

Interverranno StefaniaAleni e Giovanni Chiara

No gestore, no Centro sportivo, in quel di Porta Vittoria

Il lettore medio, ma in verità anche un lettoreattento, in generale non presta molta attenzioneai vari avvisi pubblici da parte di enti locali oaltri enti. Ce ne è uno però che interessa inparticolare la nostra zona e i nostri lettori, datoche si tratta della ricerca di un Soggetto inte-ressato alla gestione del complesso sportivoche dovrebbe sorgere al di là dell’interventodi Porta Vittoria, su viale Molise. Ricordiamoche precedenti contatti non avevano poi avutoseguito, anche per l’impegno e la sostenibilitàeconomica del progetto. Ecco dunque pubbli-cato sui quotidiani il seguente:AVVISO PER L’ATTIVAZIONE DI UN’INDA-GINE ESPLORATIVA FINALIZZATA ALL’AC-QUISIZIONE DI MANIFESTAZIONI D’INTE-RESSE CONTENENTI SOLUZIONI PER LASPECIFICA DESTINAZIONE E PER LA GE-STIONE DI UN CENTRO SPORTIVO DA REA-LIZZARE, QUALE STANDARD QUALITATI-

VO, NELL’UNITA’ DI COORDINAMENTOUCP5 DEL PROGRAMMA INTEGRATO D’IN-TERVENTO PORTA VITTORIA, IN MILANO.L’indagine è attivata dalla società Porta VittoriaS.p.A. quale soggetto attuatore del PII Vittoriaconvenzionato con il Comune di Milano.Nell’avviso si specifica che sull’area interessatadi circa 24mila metri quadrati, il vigente PianoAttuativo prevede la realizzazione di un com-plesso sportivo che dovrà essere progettato erealizzato dalla Società Porta Vittoria e chepotrà essere gestito o dalla società stessa o tra-mite altra Società specializzata quale propriopartner per un periodo di durata variabile frai 30 e i 50 anni. L’Avviso, dunque, è finalizzatoalla ricerca di soggetti interessati alla gestionedel complesso sportivo. Gli interessati dovran-no richiedere il testo integrale dell’avviso al-l’indirizzo e mail [email protected] Chi si offre?

segue da pag. 1

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4 marzo 2014

Se la Storia riesce a volte ad ap-parire buffa non è perché lo siadavvero, ma per il modo in cui

ne vengono trasmesse le vicende. Perfare un esempio, generazioni di stu-denti, immersi nella melassa del pa-triottismo costi quel che costi, hannoappreso che la sera del 30 marzo1282, al vespro, i siciliani hanno scrit-to una fulgida pagina di storia patriainsorgendo contro la dominazionefranco-angioina, infiammati dall’ol-traggio patito da una dama di Palermoche si stava recando a messa con ilmarito. Ecco come, con dissacranteironia, descrive l’episodio quel grandenarratore che è stato Vittorio G. Ros-si:“La Rivoluzione del Pizzicotto partivada una grande ragione ideale: un sol-dato francese aveva pizzicato il sederea una giovane sposa siciliana, ma ac-canto alla giovane sposa sicilianac’era il suo altrettanto giovane marito,e il soldato francese pizzicante avevainspiegabilmente trascurato il piccoloparticolare di quella presenza. I fran-cesi sono sempre galanti, ma i sicilianisono molto gelosi delle loro donne edell’onore connesso con esse; e poiin quel caso specifico c’era il fatto vi-sibile, materiale, sperimentalmenteverificabile del pizzicotto sul sedere.”Pizzicotto o, come invece pare, per-quisizione troppo intima fra le vestidella signora, il suo autore, che si

chiamava Drouet, ne è uscitomorto ammazzato, trafitto dalmarito della dama. E’ sul dopoche calano le nebbie dell’equi-voco.Palermo non era una città qua-lunque: Federico II

(1194-1250), nipote delBarbarossa, ne aveva fat-to la capitale di un regnoorganizzato, che altro be-nessere avrebbe avuto seil sovrano non fosse statoper anni costretto a difen-derlo dall’ostilità di unpapato che da sempre al-tro non faceva che con-trastare qualsiasi formadi potere che non fosse ilproprio, nel caso specifi-co ispirando ogni sorta diribellione contro il potereimperiale degli Hohen-staufen, che per renderepiù agevole la cosa veni-vano con sistematicitàscomunicati.Federico II era un perso-naggio complesso, aman-te delle arti, egli stessopoeta e scrittore, magna-nimo e insieme crudeledi una crudeltà forse piùfiglia dei tempi che dellasua reale indole di nordi-co disincantato, innamo-rato di quella penisolarissosa dove pure era na-to, a Jesi, in un accampa-mento militare, partorito da una Co-stanza d’Altavilla già in là con gli annierede dei dominatori normanni. LaSicilia rappresentava il cuore del suo

regno, e la Puglia il suo gioiello, comedicono le tante testimonianze disse-minate su questi territori.Lui morto, era toccato ai figli CorradoIV e Manfredi preservare la sua opera.Deceduto di malaria il primo, fu Man-

fredi a cercare di contrastare il papato,che era riuscito a scatenargli control’esercito di Carlo d’Angiò, fratellodel re di Francia Luigi IX. Manfredi

affrontò il nemico a Benevento(1266), venne sconfitto e cadde in bat-taglia. Due anni dopo l’Angiò, cheaveva portato la capitale del regno aNapoli decretando perciò la decadenzadi Palermo, catturò l’ultimo degli Ho-

henstaufen, l’appena se-dicenne Corradino, e lofece decapitare sullaPiazza del Mercato.Ma se questi Hohenstau-fen erano legati all’Italiasentendosene chi poco echi del tutto parte, Carlod’Angiò la consideravaterra di conquista conqui-stata, e tale prese a trat-tarla, mandando in malo-ra l’amministrazione, lefinanze e le opere pubbli-che lasciate da FedericoII. I soldati francesi lafacevano da padroni, el’episodio del “Vespro”altro non fu che l’ultimodei tanti soprusi che lapopolazione sicilianaaveva dovuto subire.Ammazzati quanti piùangioini possibile, sta-nandoli casa per casa e,per riconoscerli, impo-nendo loro di dire “cice-ri”, cioè ceci, passando afil di spada chi invece di-ceva “siseri”, alla france-se, i siciliani si trovaronoa dover fronteggiare lareazione di Carlo d’An-

giò. La ribellione, sfociata in guerra,trovò il proprio eroe in Ruggero diLauria, ma il suo epilogo sarebbe statotragico senza l’appello rivolto dai capi

rivoluzionari al re d’Aragona, Pietro,marito di Costanza, figlia di quelManfredi caduto a Benevento e perciònipote di Federico II; in pratica, e quista il buffo, offrendosi a un altro stra-niero, con tanti saluti per la fulgidapagina di storia patria. La guerra che ne seguì fu un guazza-buglio politico e militare, cui nonmancarono parentesi di ridicolo, qualila sfida a singolar tenzone fatta dalsettantenne Carlo d’Angiò a Pietrod’Aragona, peraltro già con prontezzascomunicato dal papa di turno. Ilduello non ebbe ovviamente luogo, ein capo a poco i contendenti morironodi altra morte, lasciando la soluzionedella questione siciliana agli eredi, equelli aragonesi, divisi da profonderivalità, anche se vittoriosi sul camposi impegnarono a restituire ai francesil’isola alla morte del momentaneo so-vrano Federico d’Aragona, il tuttosancito nel 1302 dalla “Pace di Cal-tabellotta”, che con tali premesse duròquel che poteva durare, cioè poco. Diplomazie ed eserciti, infatti, prose-guirono la diatriba fino al 1372, quan-do, ormai perduta la memoria delladama pizzicata, gli aragonesi ebberodefinitivamente la meglio, con i sici-liani, spettatori ampiamente pagantiin vite umane, relegati a comparse diquel “crogiuolo politico” che è semprestata l’isola fino ai nostri giorni. Ladifferenza sta nel fatto che in passatoerano gli altri a decidere chi dovessegovernarli, mentre adesso decidonoda soli, con i risultati che tutti possonovedere.

Giovanni Chiara

I “VESPRI SICILIANI”: IL PIZZICOTTO CHE HA FATTO CAMBIARE PADRONE ALLA SICILIA

ATHOS

storie di storia

Un lettore scrive: “Ho fatto uno stranosogno. Ero a letto con mia mogliequando mi sono svegliato e mi sono

trovato sull’altro fianco una ragazza che avevofrequentato tempo fa. Le ho chiesto di andar-sene per l’evidente imbarazzo che avrebbecreato se mia moglie si fosse svegliata. Nel so-gno si è alzata dal letto, si è messa la vestagliasul corpo nudo ed è uscita in punta di piedicome accade nelle classiche vignette su maritoe moglie.Vorrei precisare che non vedo questa personanella realtà da venti anni e non ho mai avutomodo di incontrarla o di parlare di lei in tempi

recenti. Cosa significa il tutto, anche alla lucedel fatto che la storia è finita male e verso dilei nutro solo rancore?”Un sogno di questo tipo non può essere consi-derato avulso dalla persona che l’ha fatto. Bi-sognerebbe avere accanto la persona per poterlerivolgere delle domande, conoscere la sua vitaattuale, e i sogni che hanno preceduto quest’ul-timo. Artemidoro di Daldi, che è ricordato comela più grande autorità dell’antichità in materiadi sogni, già nel 135-200 d.C. interpretava i so-gni con alcuni principi che sono validi a tut-t’oggi: -Si deve conoscere la storia del sognatore, non-

ché il suo stato attuale.-Si deve conoscere il carattere del sogna-tore, persino i suoi stati d’animo passeggeridevono essere presi in considerazione.-Si devono possedere tutti i suoi sogni, nonsi devono interpretare sogni isolati.Fatta questa premessa, il sogno in oggettoci presenta un’immagine: l’uomo si trova inmezzo ad una situazione di questo tipo, su unfianco c’è la moglie, sull’altro la donna cheaveva frequentato vent’anni fa. Si può proporreal lettore una riflessione: Al momento attualedella sua vita, nei giorni precedenti il sogno,quali sensazioni, quali pensieri anche fugaci

ha vissuto, che possono aver contribuito a for-mare la scena onirica, prelevando dall’incon-scio ricordi del suo passato?

Dottoressa Camilla BocaPsicologa-Psicoterapeuta

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uando si parla di unacittà come Milano c’èuna comune tendenza asuddividerla in zone ben

definite dal tipo di gente che viabita e le frequenta, dai locali edai negozi che le rendono vive,dall’architettura degli edifici chele compongono. E allora sappia-mo tutti che il mondo “posh”della moda e del design si muo-ve tra Brera e il centro, tra Sem-pione e corso Como. Se invecevogliamo cercare la scena alter-nativa e spaccati della Milano

che fu dobbiamo visitare i Na-vigli, la Stazione Centrale o ilquartiere Isola. Per uscire da unavisione un po’ rigida della que-stione e per ampliare la nostraconoscenza della città, prova avenirci in soccorso Annalisa,che, con l’aiuto di Valentina e al-tre cinque ragazze, ha aperto unblog su un quartiere da (ri)sco-prire e che incidentalmente stanel cuore di zona 4: Calvairate.«Si chiama Calvairatesburgh edè nato ad agosto del 2013. E’ possibile consultare il blogvero e proprio (calvairate-sburgh.tumblr.com) oppure unodei vari social network su cui

siamo presenti con lo stesso no-me, quindi Facebook, Twitter oInstagram».Di Annalisa mi colpisce l’entu-siasmo nel parlare del progettoe della zona, forse corroboratodalla recente maternità e dall’in-dole estroversa che infatti l’haspinta ad occuparsi di PR e co-municazione per un’azienda dimoda. «Io sono nata in zona emio papà è di via degli Etruschi.Anche se poi ho vissuto altroveper qualche anno, ho sempremantenuto con orgoglio una ca-

sa qua e un legame con il terri-torio. Tornata da Bassano delGrappa per la nascita di mia fi-glia non ho avuto dubbi sullascelta del quartiere, che ritengoancora ricco di folklore, pocointaccato dalla modernità me-tropolitana, in cui è possibiletrovare una dimensione umana.Se volessi potrei girare tranquil-lamente in ciabatte senza sen-tirmi a disagio»Mentre mi domando che cosaspinge sette ragazze (“tutte don-ne perché solitamente siamo piùintraprendenti”) ad investiretempo ed energia in un curiosoprogetto di questo tipo, Annalisa

anticipa la risposta.«Il blog è nato da unlato come alternati-va ironica a chi esi-bisce sempre l’or-goglio di vivere suiNavigli o in Porta Ve-nezia, dall’altro per pro-vare a valorizzare una zona acui siamo tutte legate, un curio-so mix tra centro e periferia. Daanni si dice che sarà presto ri-valutata, rinnovata, ma a noipiace così. Non esistono a Mi-lano altri quartieri tanto vicini

al Duomo e nello stesso tempocosì meravigliosamente deca-denti».Curiosando per il blog si perce-pisce una gran passione unita adun lodevole spirito di servizio.«In effetti ci sembra di essere an-che utili agli abitanti di Calvai-rate, vogliamo risvegliare unospirito di cittadinanza attiva.Mettiamo in contatto gente, dia-mo utili indicazioni, segnaliamoeventi. Abbiamo persino dato vi-ta alla ‘Loggia di Calvairate-sburgh’, un forum che fa da net-work, che incentiva il ‘social nei-ghborhood’, riavvicina la gentedel territorio e la fa interagire.

Senza riti di iniziazionetra incappucciati, laLoggia permette co-munque di scambiarsiannunci, informazioni,

favori e servizi . Solita-mente quando si vive un

quartiere lo si usa e basta,noi invece vogliamo provare adarricchire e valorizzare il postoin cui stiamo».Lo staff di Calvairatesburgh siriunisce tutti i lunedì mattina acolazione in un posto diverso econ gran divertimento pianifica

la programmazione settimanale,cercando di fornire almeno uncontenuto nuovo al giorno. «Cisono realtà molto belle qui, ame ad esempio piacciono moltoil ristorante/bocciofila ‘U Barbain via Decembrio, il cineforumLattanzio, persino il mercatoComunale di viale Umbria».Concludiamo la chiacchierata eAnnalisa lascia davvero la sen-sazione di una donna innamo-rata del suo piccolo e insolitopezzo di città. «Sono bravi tuttia trovare la bellezza in ciò cheè oggettivamente bello. Qui vacercata e riscoperta».

Alberto Raimondi

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modo di sapere con precisione dove rivolgervi per comprareprofumi, detersivi sfusi e cartucce rigenerate. Saprete dove an-dare per liberarvi di quel videogioco che non vi serve più odove portare gli abiti dismessi o che non vi vanno più bene. Epoi, ancora, saprete dove riparare la lampada, il materasso, latapparella, la collana o il maglione bucato. Quanto al recupero

dei materiali esausti vogliamo potervi informare su chi ritirale pile, a chi far riferimento per lampadine a basso consumo,tappi di plastica, di sughero e così via. Fanno parte della nostra squadra anche enti ed istituzioni: ilcomplesso scolastico di Colletta e Monte Velino che (oltre adaver vinto le Energiadi) raccoglie tappi di plastica, ma anchel’Associazione “La nostra comunità onlus” che li ritira, la par-rocchia di via Lattanzio che raccoglie gli abiti usati, la CoopLiberazione di via Lomellina 14 che ritira materiali esausti.Vi terremo aggiornati! D.P.

Mappa rifiuti zero in zona 4:la rete delle attività virtuose

Q

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Un blog al nostro servizioIntervista ad Annalisa del blog Calvairatesburgh

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In un libro dove ti rac-conti, inizi dicendo«Prima del mio avven-

tato inizio». Che cosa inten-devi dire?«Perché venire alla luce è sem-pre un rischio. Se sia stato unbene o un male non lo so. An-che per gli altri, ovviamente».Con questa risposta che già de-nota l’ironia che si trova inmolte delle sue produzioni let-terarie, inizia l’incontro conSandro Baijni, altro “personag-gio“ scovato in Zona 4. Natoin quel di Sannazzaro de’ Bur-gundi «un po’ di anni fa» è no-to come autore di numerosi li-bri, di poesie, aforismi, com-medie, per aver tradotto dalfrancese Molière e Feydeaux,assieme ad altri scrittori fran-cesi, e soprattutto, cosa che haincuriosito il vostro cronista,per aver commentato impor-tanti testi in milanese. Lo incontro nella sua casa, ov-viamente piena di volumi, e traun assaggio di un fresco bian-co dell’Oltrepo’ e l’altro, siracconta.Quando nasce lo scrittore?«Premetto che mi sono laurea-to in medicina perché ai mieitempi dall’istituto tecnico nonpotevo che passare a una fa-coltà scientifica, altrimentiavrei fatto lettere. Comunqueper arrivare alla laurea mi sonomantenuto facendo traduzionidal francese, e il passaggio allascrittura è stato breve. Il primolavoro fu un atto unico chenon si classificò al concorsogiovani di Ca’ Foscari (fu rap-presentato lo stesso perchépiacque ndr)ma l’anno suc-cessivo vinsi ilprimo premiocon Gli alberie la città, mes-so in scena ad-dirittura al Ge-rolamo».Da lì si sonoaperte le por-te del succes-so.«Piano, primaho preso lalaurea da me-dico, ma mistava stretta.Forte della mia esperienza, laGarzanti mi offrì di tradurgliMolière e in seguito Adelphimi fece tradurre due volumisugli scritti di Feydeaux». Intanto Sandro va avanti ascrivere, anche in modo pole-mico e satirico.Satirico, polemico. Come tidefiniresti?«Un po’-lemico e un po’-no; iprimi spettacoli erano satirici,

anche un po’ di sinistra, controil malcostume e i ricchi, e miprocurarono qualche grattaca-po con la censura di allora».La produzione di Baijni inclu-de testi per cabaret (anche que-sti con problemi di censurandr) recitati al Gerolamo e unacommedia portata sul palco-scenico nel ’65 dal grandeMazzarella. Nel frattempo in-segna al Filodrammatici teatrodel ‘700 francese e inglese,

studia musica,si diletta anco-ra a suonare ilflauto, e ovvia-mente si ap-passiona alteatro che fre-quenta: «Oggici vado pocoperché, anchese conosco latrama, l’etànon mi fa sen-tire bene le pa-role». Conti-nua a scriverecon una produ-zione molto

ampia nel corso degli anni 60e 70 con diverse opere recitateda attori italiani tra i qualispicca quell’icona che fu TinoBuazzelli, che porta sul palcoMefistovalzer, che Sandro con-sidera il testo che gli ha datomaggiori soddisfazioni. «È lastoria – racconta Baijni – deldiavolo in crisi perché non ar-rivano più anime dannate.Manda un diavoletto sulla Ter-

ra, il quale gli riferisce che ilmondo è sì corrotto, quanto epiù di prima, ma la gente nonlo sa. La gente fa delle cosema non si rende conto di quel-lo che fa, non ha la consape-volezza del reato. Infatti ri-spondono cosa c’è di Male? Diconseguenza non possono rag-giungere Mefistofele».Com’è la letteratura moder-na?«La leggo poco, ci saranno deibuoni testi, ma non mi stimolala letteratura di oggi. Preferi-sco i classici. Sto leggendomolti autori francesi che nonavevo mai letto ed Eftamerondi Margherita di Navarra infrancese primitivo».Come mai il milanese neituoi scritti?«Mi piaceva la lingua: allascuola Giusti, in macerie perun bombardamento, lo sentivoparlare dai figli di operai, lat-tai, salumieri e sono stati loroi miei maestri. Iniziato in sen-so filologico, come se in fran-cese mi fossi occupato del pro-venzale. Ho scritto dei versi,un po’ di tutto».Ecco allora venti monologhidi Shakespeare, Amleto &compagni all’ombra del Duo-mo, tradotti in maniera lingui-sticamente esatta, utilizzandovoci e frasi della lingua mene-ghina di antica tradizione, avolte inconsuete ma moltoespressive. Ritroviamo Giu-lietta e Romeo e Il mercantedi Venezia, Macbeth e Otello

passando per Amleto e altripersonaggi dello scrittore in-glese.Prima però arrivò…?«Stori liber del gran liber, gio-cato sul significato di libro elibero. Storie bibliche raccon-tate liberamente in milanesecon testo in italiano a fronte.Mi sembrava un argomento in-teressante, molti libri classiciispirano, ti mettono in gioco».Un excursus nell’Antico testa-mento, con una traduzione for-se un po’ più libera rispetto aShakespeare, ma che rende co-munque il senso dell’originalee in alcuni passi si nota unBaijni ironico aiutato dal dia-letto che smitizza in un certosenso i fatti adattandoli alla re-altà del momento. «Leggi Da-vide e Betsabea ad esempio»- mi consiglia Sandro.La poesia milanese odierna?«La seguo un po’. Di poeti nesono rimasti pochi: Loi fa cosediverse, inventa il milaneseche non esiste, lo ha inventatoe scritto in maniera filologica-mente scorretta».Sandro abita in corso XXIIMarzo, prima in via Calvi e dagiovane in Paolo Sarpi, nonancora “cinese”. «Il mercoledìandavo, era vicino, all’Arenaa vedere allenarsi l’Inter diMeazza. Ti racconto un episo-dio. Finito l’allenamento, i gio-catori tornavano a casa intram, mica come adesso con imacchinoni, e chiesi a Meazzadi farmi l’autografo. Lui miguardò e disse”Se te fè adesscunt el me autografo? Te vet acumprà el buter? Questo ti dàla sensazione della relativitàdelle cose».Cosa fai da grande?«Scrivo ancora per divertimen-to. Ultimamente ho fatto unostudio sui poemetti di Raiberti,quello sul gatto è un capola-voro, uno scrittore che forsemi assomiglia; un po’ ironico,con un umorismo inglese chene fece una mosca bianca nellaletteratura italiana. Sono fer-mo, anche se spesso scrivo co-se nuove che mi vengono inmente. Considerazioni cheporto su carta. Poi mi godomio nipote. Molto bravo ascuola. Fa lo scientifico».Allora farà il medico?«Ho proprio paura di sì».

Sergio Biagini

Da Ipogrammi

I deperibili di quae i combusti di làanche nei cimiteri si fala raccolta differenziata

Sandro Baijni, scrittore, commediografo,poeta, traduttore meno che medico

Incontro con uno scrittore che in milanese ha commentato…«Questa tavola è mia, e anche questa». Così il nostro amicoRomano Rizzato detto Sergio si ritrova cicerone al WOWMuseo del fumetto, dove fino al 23 marzo è aperta la mostra“Cento matite per Pinocchio”. Con Romano ci addentriamonello spazio dedicato al personaggio di Collodi per capire me-glio da un esperto e profondo conoscitore di Pinocchio certesfumature che un visitatore anche attento non sempre coglie.

Cento matite, ma ognuna dal tratto personale.«Esatto, tutto è lasciato alla libertà di chi rimane suggestionatoe prende la sua piega precisa, non lineare magari con il testostesso. Io per abitudine mi sono legato ad essere il più vicinopossibile alle parole del testo. C’è chi invece si serve meno diquesto input. Innocenti, per esempio, si è rifatto al Pinocchiodi Chiostri e quindi il pupazzetto è simile, ma con la visione diuna Toscana particolare. Del mio dicono “un gli è mia toscano”.Ho preso spunto da mio nipote che da piccolo camminava inmodo strano muovendo le gambe e le braccia molto rigide. Midissi: questo è il mio Pinocchio».Interessante ascoltare il “Maestro” commentare i pannelli espo-sitivi, uno per ogni capitolo del racconto, ripercorrendone lastoria. A testimonianza di ciò i libri: moltissimi e in tante linguetra le quali l’arabo e una versione in veneziano. Ai disegni e ailibri si accompagnano filmati, memorabilia, vecchi film in super8, dischi a 45 giri o vinili con le musiche dei film con Pinocchioprotagonista, su tutti quello con Manfredi-Geppetto.

Ogni artista ha un suo modo di disegnare Pinocchio.«La mia idea è che si debba essere il più possibile realistici.L’attenzione ai particolari è una questione di carattere, unascelta di chi disegna. Guarda, questo entra più nei dettagli, que-

sto invece addirittura è caricaturale. Si è liberi; ognuno è libero.Ti faccio un esempio: i capelli. Pinocchio mi ha sempre datol’idea che non avesse capelli né orecchie. I capelli io li incidonel disegno, ma non ha le orecchie».Al contrario di molte “matite” che gli hanno ricoperto la testadi una chioma fluente, lo hanno disegnato con una frangettasotto “il cappelluccio di mollica di pane” o, come fa notare Ser-gio, il Pinocchio di Disney che sembra un ragazzino tiroleseda come è vestito, con le braghette di pelle e le bretelle. Sergioribadisce un altro concetto. L’esatta interpretazione da dare aipersonaggi, Mangiafuoco in primis, che quasi tutti interpretanocome lo descrive Carlo Collodi: drammatico, con la barba lungache camminando calpesta con i piedi. Del libro di Collodi non ci sono solo edizioni della storia ori-ginale: troviamo anche libri che escono dallo schema: Pinocchioin vacanza, su una rombante auto, o Pinocchio e i suoi fratelli,fino al Pinocchio a Venezia in dialetto lagunare. «C’è un libroin russo dove Pinocchio – precisa il nostro Cicerone – non ètoscano ma napoletano. Questo ti dà l’idea di come ognunoveda il personaggio e lo interpreti».

Che idea ti sei fatto di questa mostra?«Mi piace la divisione in capitoli del libro, ognuna con le illu-strazioni più significative. Una mostra ben fatta, ben curata, èstata una sorpresa anche perché trovo interessante un confrontodi autonomie interpretative dei diversi autori. Molto esausti-va».

Un’ultima domanda: pescecane o balena? In quale boccafinisce il povero burattino?«Collodi dice pescecane, nella memoria travisata venne definitobalena. Nelle caricature che erano ad una mostra ce n’era unadove Pinocchio diceva: “Ho sbagliato balena”. Il rappresentatoera Andreotti. La balena ha i fanoni. Io ho fatto il pescecane,ma per salvarmi uno squalo balena. E per finire ti racconto unaneddoto chi mi riguarda. Un errore gigantesco fatto in una edi-zione di Pinocchio. Non avevo fatto ancora illustrazioni di ani-mali e ho disegnato un tonno con le squame. E il libro vennestampato così».

S. B.

Vedere una mostra con gli occhi di un artista

Sandro Bajini

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Gli incontri del gruppo ABC per chi si prende cura di persone con demenza

AAgli inizi degli anni’50, a Milano ci fu unagrande innovazione

nel trasporto urbano: la circo-lare filoviaria.Fino ad allora, infatti, la CEaveva coperto solo un trattodell’ampia cerchia di viali, no-ta come “circonvallazione del-le regioni”, che ormai conte-neva la città (che anzi comin-ciava in quegli anni a debor-dare).Nel 1950 quindi si contavanosui vialoni quattro li-nee filoviarie, di cuidue accoppiate: la 90e la 91, infatti, per-correvano l’interacerchia, transitando,nella nostra zona,dalle seguenti vie (apartire da piazzaleLodi andando in sen-so antiorario): vialeUmbria, via Tertul-liano, via Caroncini, via Cara-belli, viale Molise, piazzaleMartini, viale Umbria, corsoXXII Marzo (il sottopasso diviale Mugello era infatti in co-struzione), viale Campania, epoi un tragitto simile a quelloodierno (ricordo che la lineadi numero pari circolava al-l’interno, quindi in senso ora-rio); la linea 92 invece si so-vrapponeva sulla tratta dapiazzale Lodi a viale Certosa,mentre la linea 93 partiva da

piazzale Loreto e percorrevail lato nord fino a piazzale Lot-to, non transitando quindi nellanostra zona.Sempre a proposito di circola-ri, tranviarie questa volta, ri-cordo che sui viali dei Bastionicircolavano le due coppie29/30 e 25/26: entrambe per-correvano i viali di competen-za della nostra zona (MonteNero e Premuda), ma mentreil 29/30 percorreva l’interacerchia, il 25/26, detto Inter-

stazionale, congiungeva la Sta-zione Centrale alla Stazione diPorta Genova.Per concludere il discorso sul-le circolari, in quegli anni lalinea della Cerchia dei Navigli,detta CD/CS, ossia circolaredestra e circolare sinsitra, ave-va preso il nome che avrebbetenuto per decenni, ossia96/97.Quanto alle linee radiali chetransitavano nella nostra zona,l’inizio del nuovo decennio

aveva portato solo variazioniminime: l’autobus ID avevaprolungato la sua percorrenzaverso il centro, e faceva oracapolinea in piazza 5 Giornate;similmente, la linea M prove-niente da Lambrate aveva pro-lungato il suo tragitto dal ca-polinea all’Ortica fino a piaz-zale Susa, percorrendo le vieMarescalchi e Argonne; la li-nea R, invece, aveva limitatoil suo percorso e non arrivavapiù in piazzale Medaglie

d’Oro ma si fermavain piazzale Corvetto,da dove partivanoben tre linee perpiazzale Medaglied’Oro (13, 20 e 22).Per quanto riguarda ipercorsi tranviari, in-vece, la linea 24 ave-va prolungato il suotragitto e da viale Ar-gonne, invece di

chiudere davanti alla chiesadei Santi Nereo e Achilleo, tra-mite le vie Aselli e Amadeo sidirigeva al capolinea sito al-l’altezza di via San Benigno econdiviso con la linea 28, cheperò non transitava nelle no-stre strade in quanto congiun-geva l’Ortica con piazzale Ti-rana passando a nord della no-stra zona. In quegli anni, infi-ne, si iniziò a parlare in con-creto di un nuovo mezzo ditrasporto: la metropolitana.

Il trasporto pubblico locale in zona 4 - XVIIA cura della Fondazione Milano Policroma - Testo di Riccardo Tammaro

Dopo le presentazioni sulla metropoli-tana 4, con alti e bassi, il 25 febbraio èstato il momento della presentazione

della stazione ferroviaria Forlanini. Que-st'opera oggi strettamente legata alla nuovametropolitana, nasce come progetto a se stantequalche anno prima. Come già anticipato negli scorsi numeri la nuo-va fermata servirà sia il passante che la linea dicintura, ovvero sia le linee S5 e S6, rispettiva-mente da Varese e Novara per Treviglio, e la li-nea S9 da Albairate a Saronno. Questa stazione,congiuntamente alla tratta verso l'aeroporto diLinate della MM4, nei progetti, servirà a im-mettere dall'aerostazione alla rete ferroviariaverso il sito dell'Expo. Al di là di questo ormaibreve orizzonte, questa fermata costituirà unpiccolo hub utile ad un quartiere oggi sprovvistodi mezzi di trasporto rapidi. La stazione avrà tre banchine, una per il pas-sante in direzione nord, affiancata a via Ardigò,una centrale per il passante direzione sud e lacintura (S9) direzione nord e la terza, dedicataalla linea di cintura direzione sud. Un muro se-parerà la stazione dalla terza coppia di binaridedicata ai treni merci. La stazione sarà servita da due sottopassi, de-nominati nord e sud. Il sottopasso nord sarà

quello principale e collegherà la stazione dellalinea 4 alle tre banchine e al futuro sottopassoverso via Gatto. Questo sottopasso sarà prov-

visto di ascensoriutili anche al tra-sporto di biciclet-te, e, infatti, il sot-topasso servirà dasede per una futu-ra pista ciclabile.Il sottopasso nordsarà dotato di solescale e non con-sentirà l'attraver-samento completodella ferrovia; inquesto caso la sca-la di accesso allabanchina lato cen-tro città, saràesterna e collocatanel marciapiede divia Ardigò. La sta-zione non saràpurtroppo presi-diata, come preve-de la prassi dettatadalle Ferrovie del-lo Stato, e tutti icontrolli e le chiu-sure saranno tele-comandati. Nella presentazio-

ne è stata anche chiarita la situazione che ri-guarda la possibilità di traversare tutto il rilevatoferroviario, alto circa 7 metri sul livello dellastrada, per congiungere l'area urbanizzata di viaMezzofanti con l'area esterna di via Gatto, e ilparco Forlanini. Tutto dipenderà dalla sistema-zione di un area denominata "interclusa" che sitrova tra le ferrovie locali e i quattro binari delleferrovie per Bologna e Genova. In quest'areaconfluirà il sotto-passo nord e già èraggiungibile gra-zie ad un sotto-passo esistente sindal tempo dellacostruzione dellanuova cintura (an-ni '30). Soloquando verrà de-ciso il futuro diquest'area o delparcheggio di in-terscambio di viaGatto, sarà possi-bile permettere ilsottopassaggiocompleto della ferrovia.Per quanto riguarda le fasi di cantiere, sarannodue: la prima coinvolgerà anche la via Ardigò,per creare la nuova fognatura e le prime partidei sottopassi. Questa fase durerà fino all'estatedi quest'anno. Successivamente il cantiere in-teresserà le restanti aree: l'area in comune con

la metropolitana 4, l'area della ferrovia e l'areadegli uffici tecnici installati su via Gatto. Questafase si concluderà entro aprile 2015 e coincideràcon la fine dei lavori. Durante la seconda faseverranno spostati leggermente i binari e com-pletati i sottopassi, inizieranno poi le opere sugliimpianti e l'allestimento della stazione e dellepensiline.Il consorzio che ha ottenuto l'appalto, dal valore

di circa 9 milionidi euro, ha pro-messo l'immi-nente apertura diun sito informa-tivo (www.me-troforlanini.it)sul quale si potràvedere l'avanza-mento dei lavorisia attraverso fo-to che, probabil-mente, tramiteuna webcam, ol-tre che permette-re un contatto di-retto per chiedere

informazioni. Il cantiere sarà monitorato dallaMetropolitana Milanese e seguirà tutti i proto-colli per la tutela del suolo e delle condizioniambientali; continui monitoraggi saranno ef-fettuati nel cantiere e il costruttore ha confer-mato, ad esempio, l'uso di soli mezzi Euro 5.

Giovanni Minici

Una nuova stazione ferroviaria per il quartiere Forlanini

L’area Via Ardigò oggi

Il nodo ferroviario. Da sinistra le linee di: Passante, cintura, merci, Ge-nova, Bologna

Accesso alla nuova stazione: via Ardigò domani

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8 marzo 2014

L’isola di QUATTRO

A volte succede: ci si scopre capaci e desiderosi di svolgere unaprofessione mentre la si sta sperimentando. E poi, ci si ritrova ariflettere su dinamiche e regole che mutano alla velocità dellaluce, e chiedono prepotentemente di assecondarle o di scansarsi. Questo mese L’Isola di QUATTRO vi porta a conoscere due talenti

del giornalismo, Martina Zanghì, redattrice del gruppo editorialeEjournal, e Alessandro Rovellini, direttore del quotidiano onlineMilano Today. Entrambi hanno iniziato le rispettive avventureprofessionale in modo quasi casuale (ma esiste, poi, il caso?) ehanno saputo cogliere di petto tutte le occasioni che si sono pre-

sentate loro davanti, trovando il modo di distinguersi e farsi strada. Ci siamo interrogati insieme sul futuro della professione di gior-nalista e quello che è emerso è davvero interessante. Buona let-tura!

Fra. Bar. e Sim. Bra.

Intervista a Martina Zanghì “Giornalista? No, Web Editor”

Link, teaser, SEO: la nuova lingua del giornalismo contemporaneo

A cura della Redazione giovani – Per raccontare la vostra storia giovane: [email protected]

Ci trovate sul blog http://isoladiquattro.wordpress.com - Ci trovate anche su Facebook: www.facebook.com/isoladiquattro

Alessandro, qual è stata la tuaformazione professionale?«Non sono uno di quelli chevoleva fare il giornalista dabambino… però ho sempreamato scrivere, quindi è statonaturale prendere in conside-razione anche questo settore.Mentre studiavo comunicazio-

ne allo IULM cercavo un la-voro soddisfacente che potessisvolgere al meglio delle miecapacità, così durante la spe-cialistica in editoria ho iniziatoa collaborare con La Libertà,storico quotidiano di Piacenza,la mia città. Come ogni buoncollaboratore mi sono occupa-to di tutto, dallo sport alla cro-naca nera. Devo molto allacronaca nera nella mia forma-zione professionale: mi ha abi-tuato a scrivere senza interpre-tare troppo, educandomi a unostile il più possibile oggettivo».

Da La Libertà a Milano To-day: come sei diventato di-rettore?«Citynews, società editrice og-gi specializzata nell'informa-zione locale on-line, circaquattro anni fa si interessò allarealizzazione di versioni webdi alcuni quotidiani locali. Lasede organizzativa nacque aRoma; poco dopo la propostaarrivò anche nella mia città do-ve venne fondato Il Piacenzaper il quale cominciai a lavo-rare con collaborazioni a pezzofinché nel 2010 mi fu propostoda Roma di coordinare la na-scente testata di Milano, Mila-no Today: a 26 anni avevo giàun contratto a tempo determi-nato. In due anni e mezzo Mi-lano Today ha decuplicato iltraffico web andando oltre lepiù rosee aspettative, determi-

nando la fortuna di questo me-stiere: io sono un web editor,mansione sì affine al giornali-sta ma professionalmente di-versa».

Che cosa significa essere unweb editor rispetto a un gior-nalista classico?

«Il web editor lavora solo supc e crea contenuti a partire dafacebook e i social: ogni 40minuti bisogna creare post checatturino l’attenzione dei visi-tatori e li indirizzino al nostrosito. È un mestiere che per cer-ti versi si sta ancora inventan-do, attraverso l’aggiornamentonell’uso delle tecniche di co-municazione (link e teaser). Inredazione siamo in tre, coadiu-vati da altri collaboratori: tuttii giorni abbiamo turni spalmatidalle 8 del mattino fino alle 22;rimaniamo scoperti solo du-rante la notte perché fisica-mente dormiamo, ma nonchiudiamo mai...»

Quanto è cambiato il mododi fare giornalismo alla lucedei social e delle nuove tec-niche di comunicazione? «Il web ha aperto una nuovafrontiera del giornalismo ba-sata sulla citazione: oggi ognitestata può avere la stessa no-tizia nel giro di 30 secondi percui la credibilità e l’intelligen-za di un giornalista in rete simisura dalla prontezza di citarenotizie riportate da altri colle-ghi e giornali, in modo da po-terle offrire anche ai propri let-tori. Molti esponenti della tra-dizione cartacea ci rimettonoproprio ignorando questo pro-cedimento perché, vivendo an-cora sul retaggio di scoop oesclusive, si rifiutano di citare

notizie già date da un concor-rente a nome di una presuntaetica assolutamente insensatain rete… Il lato positivo delweb è proprio l’immediatezza:in pochi secondi puoi saperecosa succede dall’altra partedel mondo, vantaggio impen-sabile col cartaceo; per contro

il lato negativo è l’incontrol-labilità di certe non-notizie, lecosiddette bufale».

Cosa offre Milano Today ri-spetto alle altre testate mila-nesi?«Il web e i social sono “vetri-ne”, ma non basta citare indif-ferentemente: le citazioni de-vono essere in linea con l’iden-tità del giornale. Noi offriamopiù spazio alla cronaca nera diquartiere, che ripaga molto:così siamo arrivati a ben50.000 visualizzazioni».

Come vedi il futuro del gior-nalismo sul web?«Non si può prevedere il futu-ro: per ora si va in questa di-rezione e la si sfrutta, tanto piùin periodi di crisi dove a mag-gior ragione bisogna reinven-tarsi e declinarsi continuamen-te alla nuova realtà. Tutto pas-sa, è un processo inevitabile:tra 10 anni, quando insegnere-mo ai giovani “come si fa gior-nalismo oggi”, sembreremo di-nosauri».

Le qualità del giornalista(web) perfetto ?«Rispondo con la famosissimadefinizione del genio dal filmAmici Miei: “fantasia, intuizio-ne, precisione e velocità d’ese-cuzione”».

Luca Cecchelli

Martina, laureata in artivisive all’IstitutoUniversitario di Ar-

chitettura di Venezia – IUAV,è approdata al mondo del gior-nalismo in modo quasi inaspet-tato. Ce lo racconta lei stessa,ripercorrendo la sua esperienzae parlando di ciò di cui si oc-cupa attualmente.

Qual è stata la tua formazio-ne?«Come spesso accade, il per-corso lavorativo che si intra-prende non è quello che si eraimmaginato perse stessi. E così èstato anche perme. Ho frequen-tato il liceo clas-sico e mi sonolaureata in arti vi-sive. La mia in-tenzione inizialeera quella di oc-cuparmi di artecontemporanea,di letteratura,di… non avevole idee chiare, loconfesso! In unprimo momentoho lavorato allaBiennale di Vene-zia e al PremioArte Laguna.Complici questeesperienze, la miapassione per l’ar-te contemporaneasi è rafforzata.Tuttavia non sa-pevo come farfruttare questimiei interessi».

Quando hai cominciato ascrivere e come hai capitoche la carriera giornalisticaavrebbe potuto essere la tuastrada?«Ho scoperto di essere una“giornalista a mia insaputa”.Fin da piccola ho sempre scrit-to storie, racconti, diari, recen-sioni e articoli. In realtà, nonho mai smesso di scrivere!Certo è che non mi ero resaconto di poterlo fare “per dav-vero”, come una scelta effetti-va. Vedevo la scrittura comeun’attività parallela, soprattuttoperché provenivo da un am-biente diverso e mi considera-vo un’outsider».

Quali sono state le tue espe-

rienze fino ad ora e di cosa tioccupi attualmente?«Dopo la laurea mi sono tra-sferita da Venezia a Milano,dove ho fatto la mia primaesperienza per il quotidianoonline Milano Mentelocale. Èin questa redazione che homosso i primissimi passi nelmondo del giornalismo e, gra-zie alla coordinatrice LorenzaDelucchi che mi ha trasmessola sua passione, ho aperto gliocchi (e il cuore) e ho capitoche avrebbe potuto essere ilmio futuro. Ed ecco come so-

no arrivata dove sono ora. Perlo più mi occupo di bellezza.Sono la Beauty Editor di Bel-la.it e de IlGiornaledellusso.it.Scrivo per Ejournal, un’azien-da che mi ha dato l’opportunitàdi crescere e di fare quello chemi piace. Mi hanno dato fidu-cia e molta autonomia. Trattoanche altri argomenti, sono infase “esplorativa” e cerco didiversificare sempre».

Scrivi per testate online e haiscritto per riviste cartacee?Quali sono le differenze perun giornalista?«Scrivo per il web ogni giorno,ma ho anche fatto parte dellaredazione di settimanali emensili offline. Ci sono mol-

tissime differenze nelle tempi-stiche, ma soprattutto nel mo-do di riportare la notizia. Perle testate online è molto im-portante l’utilizzo di un lin-guaggio immediato e SEO-oriented (SEO è l’acronimo di"Search Engine Optimization”.Lo scopo è di massimizzare larilevanza del sito web a cui sifa riferimento sui motori di ri-cerca per aumentare gli utentiche vi accedono - ndr). I gior-nali cartacei permettono, inve-ce, un maggior approfondi-mento e una ricerca più attenta

delle immagi-ni».

A proposito diweb, gestiscianche il blog“TheWishlistDiary”«Sì, The Wi-shlist Diary èun diario in cuiraccolgo espe-rienze, novitàriguardo bel-lezza, moda,viaggi, libri emusica. È unpiccolo spaziotutto mio, cheraccoglie lemie passioni».

Quali sono iritmi di lavo-ro di una gio-vane giornali-sta e quali leeffettive possi-bilità di car-riera?«Premetto che

considero il mio lavoro un me-stiere “privilegiato”. Dettoquesto devo riconoscere chenon ho orari fissi. È il bello eil brutto di ciò che faccio. Nonsi può prevedere esattamentecosa accadrà, bisogna lasciarsisorprendere ed essere pronti ecuriosi. Per quanto riguarda lepossibilità di carriera, non pos-so dare nulla per certo, lo sco-prirò strada facendo. Penso pe-rò che sia importante focaliz-zare tutta l’energia sui propriobiettivi e investire sui propritalenti. Questo è anche il con-siglio che mi sento di dare achi vorrà intraprendere la miastessa strada».

Valentina Bertoli

Redazione di MilanoToday

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9marzo 2014

Romolo Corona è stato, nel pano-rama musicale italiano, un autoremolto prolifico per la quantità di

materiale composto durante la sua car-riera. Dalle canzoni alle partiture per ope-rette, ai brani per orchestre o bande conun genere musicale che si può definireleggero, ma in ogni modo non privo diimportanza anche per i successi e le nu-merose rappresentazioni che sono statedate delle sue opere o la riproduzionedelle sue composizioni.Il “maestro” Corona nasce il 19 settembre1893 e a trentadue anni fonda la Casa edi-trice musicale Pierrot con sede in un ne-gozio in via Francesco Sforza 1 a Milano.Nel tempo l’attività si ampliaallargandosi ad altri set-tori sempre in ambi-to musicale: forni-ture teatrali, co-stumi a nolo,pur prose-guendo nellastesure di al-tre composi-zioni musi-cali. Nel frat-tempo sposaCornelia Ca-vallotti, di ori-gini piemontesi,e, siamo nel 1932,trasferisce la sede e gliuffici in via Spartaco 27, inuna elegante casa d’epoca do-ve occupa un vasto ammez-zato fronte strada.La produzione di titoli si fa

sempre più ampia compren-dendo anche molti libri, parti-ture per orchestre da eseguirecon strumenti a fiato, ad arcocome anche per pianoforte ostrumenti a percussione. Unadelle sue prime opere nascenel 1921, La Sfinge, caratte-rizzata dallo one-step, generemusicale in voga in quel pe-riodo. Seguono molti altri titoliquali Il canto delle sirene, Lagondola azzurra, Fior di loto,La ragazza ungherese, Zurika,un’operetta zingaresca per ra-gazzi.

I pezzi musicali di Corona siadattano ai tempi e alle

mode musicali invoga nel tempo: moderato

slow, beguine e bolero, maanche fox trot, valzer len-ti o musette e cha chacha.Le sue operette sonorappresentate un po’dovunque in Italia ri-scuotendo molto spessosuccessi lusinghieri e

ancora in tempi molto re-centi, attorno agli anni ’90

dello scorso secolo, si hanotizia di spettacoli messi in

scena da piccole compagnie coni testi scritti da Corona.La storia della Editrice Pierrot,

come ideata dal Corona, termina nel 1965quando Romolo muore e la casa editricePierrot passa nelle mani, come da lascito

testamentario, diNella Gambazza,una sua affezio-nata collaboratri-ce che, come re-cita il testamen-to, è beneficiariaanche della casae del conto cor-rente “per l’aiutomorale che miha sostenuto neimomenti criticidella mia attivi-tà”. La Editrice Pier-rot prosegue an-cora per un de-cennio la propria

attività, che si allarga includendo la foto-riproduzione e lavori in fotolito e non ul-timo la stampa di dischi. Il nome più noto che ha prodotto un 45giri nel 1977 con la Pierrot è quello diGuido Lamberti, in arte Ugolino, dal titoloSiam rimasti fregati; quell’Ugolino cheebbe una certa notorietà di pubblico conla sua prima canzone Ma che bella gior-nata. Ancora pochi anni e poi negli Anni ottan-ta, per il mercato che spazza via i minoriin questo settore come in molte altre at-tività non più in grado di reggere la con-correnza, e per il gusto del pubblico checambia rapidamente, per la Casa EditricePierrot si spengono le ultime note e calail sipario.

Sergio Biagini

La necessità aguzza l’ingegnoPuò sembrare un corvo nero immortalato dal fortunato fotografodi passaggio, invece è un elegante corvo in ferro battuto, extra-large, utilizzato da alcuni residenti di via Spartaco che, avendoappena rifatto facciata e balconi, ci tengono giustamente a pre-servarli da piccioni che li utilizzano in maniera “impropria”.Un esempio magari da seguire.

PierrotNon il personaggio della commedia italiana, ma l'avventura di Romolo Corona librettista, autore musicale, creatore di operette

Il terzo incontro col mondodel fumetto, in tour conAthos, mi porta a cono-

scere Carlo Squillante, autoredalla multiforme attività, siain ambito pubblicitario sianella produzione di disegni etesti umoristici per numerosetestate di quotidiani e perio-dici. Ci accoglie nella sua casaornata alle pareti da numerosetestimonianze d’arte del No-vecento. E’ pronto per noi un

caffè caldo fatto con la tradi-zionale caffettiera napoletanae l’incontro diventa subitocordiale. Athos, giocando d’anticipo, ri-corda la capacità affabulatoriae di intrattenimento dell’ami-co, nonché le iniziative da luisostenute per creare un pontetra gli autori di vignette attra-verso l’Associazione nazionaleumoristi, ANU, virtuale, per-ché priva di sede-iscrizioni-sta-tuto, e virtuosa, “in quanto noiumoristi …non siamo poi ma-le”. Per l’associazione è statol’organizzatore e l’animatoredel FestiValtravaglia dell’ArteLeggera sul Lago Maggioredal 1999 al 2007.Le parole di Carlo Squillantecominciano a scorrere, pren-dono da lontano il tema dellanostra intervista che ha comefine quello di conoscere l’ori-

gine della sua vena creativa ele caratteristiche del suo dise-gno.Carlo Squillante è nato a Na-poli da una famiglia numerosa.La madre si occupava dei settefigli con particolare attenzionealla loro formazione scolastica.Era un modo di provvedere lo-ro, tenendo conto degli equili-bri e delle necessità familiaripresenti e future, per poi, comedice Carlo, occuparsi del figlio

successivo. L’am-biente è quello viva-ce della Napoli chedeve inventarsi qual-cosa, per rispondereal clichet, alle imma-gini pittografiche, delnapoletano che si ar-rangia ma che poitrova la propria stra-da e realizza le pro-prie aspirazioni. Trai fatti curiosi che ciracconta ci sono leserate al mare con lamamma e lo zio, mi-litare di carriera, cheal ritorno dai campidi lavoro nazisti incui era stato interna-

to, organizza un concorso perMiss Caramella, la più belladello stabilimento, eletta in ba-se al numero di caramelle rac-colte nel grembo delle madrida parenti, amici e aspiranti fi-danzati. Erano serate di giocoe di mamme ansiose, si fa perdire, di far vincere le loro figliein una competizione all’ultimo“sentimento”.A sedici anni ha già un nomed’arte per le riviste scolastiche,Gancio, personaggio dellaWalt Disney dal ciuffo ribelle,e manda vignette alla FratelliFabbri Editore. Inizia quindi acreare giochi con le lettere del-l’alfabeto graficamente dispo-ste in immagini, che erano statimolto apprezzati da Dino Buz-zati e acquistati dalla EditriceElmo. All’università, si laurea in Giu-risprudenza, trova amici con

cui la naturale attitudine al-l’umoristico si incontra con ilpalcoscenico nelle forme deisiparietti e delle commedie go-liardiche dai numerosi sottin-tesi, dei canti fescennini, versilicenziosi di origine popolareche venivano recitati prevalen-temente in occasioni private.L’ambiente, gli studi, l’espe-rienza dei testi teatrali e lascrittura di versi: abbiamoquanto basta per comprenderela particolare inclinazione diCarlo Squillante, “l’anima -come ci dice - che sgomitava”sulla strada di una vita regolaredi lavoro. Nel 1967, trasferitosi a Milano,diventa manager di varie so-cietà per il marketing pubbli-citario, a stretto contatto, quin-di, con i creativi delle agenziea cui darà un personale contri-buto di idee, disegni e battute.Fin dalle prime parole CarloSquillante ha voluto precisarela sua appartenenza al generedegli umoristi, che si distingueda quello dei disegnatori di fu-

metti anche se casualmente luistesso ha disegnato fumetti.L’umorismo, ci spiega, è unmodo paradossale di vedere ilmondo, di entrare nelle perso-ne e nelle situazioni e, soprat-tutto, nel linguaggio della gen-te. L’occhio dell’umorista an-dando al di là delle compor-tamenti convenzionali fissa,congela nel disegno gli aspettiumani più nascosti, con imme-diatezza, in modo folgorante.Athos, per esempio, sa essereun maestro del genere, e saportare alle conseguenze estre-me la rappresentazione umo-ristica secondo il gusto del-l’umor nero di origine nordica,come avviene nella ballerinasviscerata, che fa la spaccata,“spaccata” letteralmente indue con tutte le interiora chesi spargono sul pavimento.Per quanto lo riguarda, invece,la definizione più appropriatagli viene da Thomas Carlyle:l’umorismo esprime “la sim-patia per la vita vista dalla par-te delle cuciture”. Allora infi-

nite sono le occasioni per “ri-voltare l’abito”, e sorridere.Tra le collaborazioni citiamoquelle note a tutti della Setti-mana Enigmistica, Topolino edel Corriere dei Piccoli del1975-78, per cui crea il perso-naggio di Gennarino Tarantellaraccontato in versi ottonari,primo personaggio meridiona-le della testata. Dura ancora a distanza di quasitrent’anni la collaborazionecon la Smemoranda, miticaagenda dei nostri ragazzi. Quiil gioco di parole dà origine al-la rubrica lo Stupidario, o me-glio ancora alle “svocabolate”,nuovo modo di leggere il vo-cabolario e interpretare le pa-role, che mediante slittamentisemantici producono altri si-gnificati possibili, o semplice-mente straniati: alice, il pesceche si meraviglia; avvoltoio,un uccello avvolgibile, e via diseguito.Quando poi nasce la vignetta,il disegno si adatta senza rego-le e in mille modi al suo con-tenuto, non appartiene di fattoad alcuna scuola grafica. An-che nel disegno Carlo Squil-lante si definisce ondivago madistingue tra un tratto tondeg-giante caricato umoristicamen-te, e il personaggio di Pulci-nella in cui il tratto diventafluido, schizzettato, quasi tie-polesco. Ci disegna questi ca-

ratteri rapidamente a matita,come gli viene in quel momen-to, con l’aquilone di Pulcinellae il Vesuvio sullo sfondo.Poi si divaga: si parla di Alicenel paese delle meraviglie edelle illustrazioni inglesi efrancesi del romanzo. Della viafrancigena e delle chiese mi-cheline, dei Lanzi e di Giovan-ni dalle Bande Nere. Dellacommedia dell’arte e delle ma-schere, Arlecchino e Pulcinel-la. Si cita lo scrittore irlandeseLaurence Sterne, che nel ro-manzo Vita e opinioni di Tri-stram Shandy (1760-1767) tra-sporta il lettore in un viaggiofatto di associazioni di idee, dirimandi e rinvii, di paginebianche e pagine nere, in cuiil protagonista appare e scom-pare in soli due capitoli dei no-ve volumi scritti. Athos per QUATTRO chiedea Carlo Squillante una sua fotoe Carlo risponde: “Come lavuoi, straniata?” No, per favo-re, solo una foto normale. Vedremo infatti il suo modoleggermente caricaturale ditrattare le foto, e il ritrattinoche offre per il nostro giornale. Chiudendo il registratore midice: mi raccomando, nessunadefinizione.Grazie a Carlo per la cortesiae la grande disponibilità.

Vanda Aleni

Carlo Squillante, ovvero dell’Umorismo

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10 marzo 2014

Se Galileo o Schiaparellioggi vivessero in Zona4, per riparare i loro te-

lescopi si rivolgerebbero al-l’ARASS, l’associazione chesi occupa del restauro di anti-chi strumenti scientifici, ospi-tata in via Piranesi 10 presso iFrigoriferi Milanesi. È qui che incontro Nello Pao-lucci, il direttore, per farmiraccontare le finalità di questaOnlus attiva dagli anni ’90 conil supporto di un gruppo dipensionati che si erano unitiper riportare alle loro funzionistrumenti scientifici di ogni ge-nere. Quelli delle aule di fisicao chimica di molti istituti mi-lanesi, ma anche antichi oro-logi a cui far riprendere a bat-tere le ore, o telescopi che peril tempo e a volte per l’incurianon avevano più il piacere dirivolgere le loro lenti al cielostellato.«Il mio interesse è scattatoquando ho visto molti apparec-chi scientifici usati nell’azien-da dove lavoravo, cambiati an-che se ancora in buono stato.Mi sono detto perché non ri-metterli a posto, in modo chealtri ne possano fruire? Perchénon restaurarli? Questo è av-venuto al momento del miopensionamento: ho chiestoall’Osservatorio di Brera seavessero gradito una collabo-razione gratuita per il restaurodi alcuni loro oggetti e loro so-no stati ben contenti di ciò.Dapprima mi sono occupato dirimettere a posto il fondo car-tografico (a Brera sono con-servati i dati meteo della Lom-bardia dall’800 ndr) e in segui-to, avendo nel frattempo im-parato dagli artigiani intorno aBrera - falegnami, ebanisti,orologiai, tornitori, fabbri -tantissimi trucchi del mestiere,mi sono messo a riportare infunzione i loro strumenti».Nello lavora per Brera fino al1998 con l’aiuto dell’amicoDomenico Gellera, appassio-nato di ottica e astronomia, edi altri volontari; poi, sulla ba-se di una nuova legge sulleOnlus (che potevano occuparsinon più solo di persone ma an-che di cultura ndr) fonda ArassBrera e inizia a lavorare esclu-sivamente per enti pubblici co-me scuole, comuni, enti statali.Un inizio in salita, lui e Dome-nico anticipano un bel po’ diquattrini per acquistare gli stru-menti per lavorare, ma che pia-

no piano dà loro grandi soddi-sfazioni. I soci, tutti volontarie pensionati per statuto, au-mentano e le capacità di ognu-no di essi vengono messe a di-sposizione per riportare al fun-zionamento ogni tipo di appa-recchio.Qual è stato il primo stru-mento “aggiustato”?«Un tubo, un tubo ottico o te-lescopio riflettore (l’immaginearriva all’oculare riflessa daspecchi, mentre nel rifrattorela visione è diretta ndr) del1811 al quale seguono stru-menti di ottica e meteorolo-gia».Quali sono i vostri scopi

principali?«Il recupero, restauro e valo-rizzazione del patrimonio sto-rico e scientifico di enti pub-blici; la diffusione della culturascientifica, per la quale utiliz-ziamo il nostro giornalino, einfine la formazione dei gio-vani all’apprendimento delletecniche di restauro».E quando si parla di giovani lenote si fanno dolenti: essendouna Onlus non possono garan-tire presalari e spesso giovaniimpiegati part time se ne sonoandati, a malincuore molti, peruna occupazione certa. Unacosa che all’estero, puntualizzaNello, non accade: lo Stato

mette i soldi e i giovani pos-sono crearsi un lavoro. «Quida noi manca lo Stato» – dicePaolucci. E di riflesso manca-no i soldi, aggiungiamo.Contributi?«Nemmeno a parlarne. Nonabbiamo mai ottenuto nessuntipo di erogazione a vario tito-lo. Viviamo con i contributi,che sono rimborsi spese, deglienti con i quali lavoriamo. NéComune, né Provincia, né Re-gione ci danno aiuti».Per fortuna molti, con cogni-zioni specifiche per questo ge-nere di lavoro, hanno cono-sciuto ARASS e sono entrati afarne parte, e a tutt’oggi sono

31 a Milano i tecnici che con-tribuiscono a portare avanti unlavoro così particolare. Il pri-mo “grande” lavoro risale al1989: il restauro del telescopiodella Specola di Brera, che da-gli anni ’50 era al Museo dellascienza, e la sua ricollocazionea Merate dove avvengono leosservazioni astronomiche or-mai impossibili a Milano perl’inquinamento luminoso. Nonsolo telescopi, ma strumentimeteo, nautici, medici, di fisi-ca, meccanica, ottica sono pas-sati sui tavoli dell’ARASS perriprendere vita con il contribu-to di tutti: dagli specialisti dimeccanica fine a quelli di ot-

tica per arrivare ai soffiatori divetro.Se manca un pezzo?«Se manca un pezzo o bisognarifarne uno danneggiato e in-servibile, ci documentiamo inbase ai progetti originali e, semancano, con foto. Spessochiedendo all’estero a chi pos-siede uno strumento uguale aquello che dobbiamo ripara-re».Lavorate anche per l’estero?«No, siamo vincolati con entiitaliani ma i contatti con altriPaesi avvengono solo per con-sulenze. Nel 2013 siamo statichiamati dalla Specola vatica-na di Castelgandolfo per il re-

stauro di due telescopi. Siamoancora in alto mare: aspettia-mo che il Ministero del Com-mercio con l’estero ci dia pa-rere sulla questione Iva da ap-plicare o meno essendo il Va-ticano uno Stato estero. La di-mostrazione di come la buro-crazia fiscale sia lenta e inat-tendibile» – conclude amara-mente Nello.Nel 2000 ARASS “deve” cam-biare sede. I locali di Brera so-no “fuorilegge” per motivi disicurezza e di altre norme so-praggiunte riguardanti il lavoroe ARASS cerca una nuova ca-sa. Viene chiesto al Comuneuno spazio al Castello, ma dei

lavori ne impediscono la di-sponibilità, nelle scuole nem-meno, per problemi di logisticae di assicurazione. Grazie a unarticolo apparso sul Corrierela situazione si sblocca: la fa-miglia Cabassi, che sta risiste-mando il Palazzo del ghiaccio,si prende a cuore il problemadi ARASS e mette loro a di-sposizione un laboratorio com-pletamente a norma dove oggil’associazione svolge il suo in-credibile ed appassionante la-voro. Senza pagare una lira diaffitto perché Cabassi ha capi-to l’importanza di questo grup-po e del lavoro che esso svol-ge.

Il lavoro che vi ha dato piùsoddisfazione?«Il restauro dell’orologio dellatorre di piazza dei Signori aPadova. Distrutto dai venezianidurante la conquista di Padova,venne rifatto in epoca succes-siva, per tenersi buoni i pado-vani, e nemmeno bene. Hafunzionato fino agli anni ’80.Siamo intervenuti smontando-lo fino all’ultima vite e fattofunzionare. Abbiamo rimessoin funzione gli oculi che se-gnavano le ore e i minuti e an-che quelli che indicavano ilgiorno e il mese. Quest’ultimoveniva cambiato a mano men-tre ora è automatico. Pensi che

volevano usare allo scopo unproiettore elettronico, ma laSovrintendenza di Venezia haimposto che il cambio fossemeccanico e così con pesi,contrappesi, molle, ingranaggialla fine siamo riusciti nell’in-tento. Posso anche dire chequesto orologio è stato il pezzopiù bello che abbiamo mai ri-messo in funzione».Quanti apparecchi sono pas-sati su questi banchi?«Diecimila circa. Le scuole so-no quelle che danno maggiorlavoro. A Milano, Berchet,Manzoni, Parini, Beccaria, Vir-gilio ci hanno dato migliaia distrumenti dei loro laboratori.Un grosso lavoro lo abbiamofatto con l’istituto Cattaneo,l’unica volta che abbiamo avu-to un contributo dalla Cariplodi 20 mila euro. Ne abbiamospesi altrettanti e di più».Una curiosità è il restauro deglistrumenti meteo del Ministerodell’Agricoltura: fino al 1928infatti questo ente era prepostoalla divulgazione dei bollettini,utili per le semine e i vari mo-menti legati al lavoro dei cam-pi, prima che l’Aeronautica losostituisse. Circa 800 pezzi og-gi fanno parte di un percorsomuseale. L’ultima opera diARASS è stata la rimessa “anuovo” del telescopio riflettoredel collegio Alberoni di Pia-cenza. Tra poco sarà riportatonella sua sede e utilizzato dagliastronomi piacentini per orga-nizzare serate e conferenze.L’ultima domanda è la stessache le è stata rivolta di recen-te in una intervista su unquotidiano: se dovesse aggiu-stare lo Stato?«Rispondo alla stessa maniera.Bisogna ripartire dalla base,ognuno deve rendersi conto difare il proprio dovere. Come imeccanismi di un orologio. Eallora lo Stato si raddrizzerà».Restaurare i vecchi mecca-nismi non serve?«No, sono troppo deteriorati,non sono in grado di risponde-re alle esigenze».

Sergio Biagini

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Riparare, conservare, restaurareInteressante viaggio nel laboratorio dove antichi strumenti scientifici

rivivono grazie alle sapienti mani di un gruppo di appassionati

Nello Paolucci controlla il meccanismo di carica di un an-tico orologio austriaco

Tecnici ebanisti riassemblano il frontale di un orologio an-tico

Visione d’insieme del laboratorio ARASS Telescopio: le parti chiare sono quelle rifatte in base ai disegni originali

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11marzo 2014

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Un trasferimento inopportuno

Un comunicato stampa del conigliere Marco Cormio, Presidentedella Commissione Politiche Sociali del Consiglio comunale, in-forma che l‘ASL Città di Milano ha chiuso il 12 febbraio scorsoil punto fragilità anziani di via Fantoli 7, trasferendolo nella lontanae disagevole sede di via Oglio 18 e creando disagi e difficoltà adutenti e operatori. Nel comunicato si legge che “Questa sceltapriva un territorio come quello dei quartieri Ponte Lambro, Un-gheria, Mecenate e Forlanini di un punto di riferimento impor-tantissimo per gli anziani fragili di questa zona. Disagi e difficoltàad operare anche per operatori dei servizi e del volontariato pre-sente sul territorio che seguono le centinaia di anziani assistiti inquesti quartieri”. Il consigliere inoltre ha chiesto al Direttore Ge-nerale Walter Locatelli di congelare questo trasferimento e di av-viare un confronto forte con l’Assessore alle Politiche SocialiPierfrancesco Majorino per avviare il lavoro di individuazione dispazi comunali in zona viale Ungheria dove unificare il lavorodegli operatori ASL e del Comune di Milano, migliorando l’offertadi prestazioni ai cittadini.

Il Carnevale alle porte

Quest’anno la Festa della donna coincide con il “sabato grasso”del Carnevale ambrosiano, per cui le donne che vogliono festeg-giare entrambe le feste potrebbero magari avere bisogno di un bel

costume a prezzipossibilmente ac-cessibili! Abbiamoscoperto un luogoche fa per loro: purpresente da moltianni, adesso hacambiato gestionee look, nelle manidi giovani donne;una nuova start updi cui la nostra Re-

dazione giovani si occuperà in modo più approfondito prossima-mente. Ma essendo il carnevale alle porte, ve la segnaliamo subito:La Lory Costumi teatrali in via Muratori 46/1.

Ci hanno rotto

Vedere i muri di Wow, il museo del fumetto in viale Campania,è veramente deprimente. Nessun rispetto nemmeno per un edificioche ospita uno spazio interamente dedicato ad un genere che do-

vrebbe interessare ed appassionare un pubblico giovanile. Maevidentemente per gli imbrattatori di professione non fa nes-suna differenza! A quando individuarne qualcuno e fargli ripagare il danno?

Anziani e territorio: due progettimolto interessanti

Dalla collaborazione tra il Comune di Milano e la CooperativaPro.Ges. sono nati due interessanti progetti che hanno sedepresso la RSA “Casa per Coniugi” di via dei Cinquecento 19(zona Corvetto-Gabrio Rosa). Il primo si chiama Anziani più Coinvolti & più Sicuri e consiste in un programma di assistenza domiciliare cultu-ralmente innovativa, dotata di tecnologia avanzata e monitorataa distanza. L’obiettivo è l’incremento della sicurezza psico-fisica dell’Anziano fragile o con disabilità, favorendone lapermanenza presso il proprio domicilio e affrontando insiemel’evoluzione dei suoi stessi bisogni. Le figure tutor si affian-cano all’Anziano e agiscono con lui mettendo in campo sem-plici azioni di supporto della vita quotidiana (ad esempio, in-formazione ed educazione a comportamenti adeguati nellavita quotidiana, collaborazione con i Medici di Medicina Ge-nerale (MMG, ex Medici di Base) per la gestione aggiornatadel proprio profilo medico-sanitario, collaborazione con lamedicina d’urgenza sul tema del Salvavita, ecc…)L’adesione è gratuita. Responsabile del progetto è la dottoressaStefania Zazzi del Comune di Milano, che si può contattareai seguenti recapiti: [email protected] – Tel.02.88463047Per aderire al progetto telefonare presso RSA “Casa per Co-niugi”, via dei Cinquecento 19 al n. 02 5392964 il martedì eil giovedì dalle 14.30 alle 20.00.

Il secondo progetto è la costituzione in ogni zona del CPAA - Centro di Psicologia per l’Anziano e per l’Alzhei-merI CPAA si rivolgono agli Anziani che vivono un calo dell’umo-re, un periodo di difficoltà affettiva o cognitiva a causa di pro-blemi legati a questo momento dell’esistenza; ai Famigliariche necessitano di informazioni, accompagnamento e/o so-stegno legati alla relazione o all’assistenza prestata all’Anziano. Oltre alla psicologa è presente la figura professionale dellopsichiatra, che consente la presa in carico dell’Anziano anchesotto il profilo medico specialistico, contribuendo alla diagnosie al monitoraggio delle demenze e degli altri quadri patologiciche richiedono tale intervento.Altri compiti del Centro sono la consulenza psicologica – va-lutazioni cliniche e psicometriche di screening, consulenza esupporto ai Famigliari e all’Anziano, monitoraggio e rivalu-tazione; la consulenza psico-geriatrica - analisi della domandae attività di consulenza diagnostica; l’orientamento delle esi-genze di aiuto; il contributo alla definizione di programmi per-sonalizzati in connessione con altri servizi:Le prestazioni sono gratuite. Per informazioni e appuntamentitelefonare al CPAA di Zona 4presso RSA “Casa per Coniugi”, via dei Cinquecento 19 alnumero 340 8620279 il giovedì dalle 9.00 alle 15.00.

Ultimi mesi?

La costruzione in via Anfossi 25/A del nuovo edificio da adibire

a Centro socio educativo per handicappati e ad uffici è ripresa.Iniziata nel 2011, ha subito delle interruzioni, ma l’assessoreai Lavori Pubblici ha garantito il termine dei lavori entro il2014. Speriamo che sia la volta buona, e che i ragazzi ora ospi-tati in viale Puglie possano trovare qui una sede più idonea.

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12 marzo 2014

Il quartiere di Ponte Lam-bro riserva sempre qualchesorpresa. A volte sono state

sorprese negative, ma ultima-mente sono sorprese positive.Dall’abbattimento dell’eco-mostro alla creazione di unnuovo giardino di quartiere;dai progetti di riqualificazioneche si stannomuovendo lun-go il fiumeLambro, fino alpensare di con-nettere il quar-tiere al restodella città gra-zie a piste cicla-bili. Insommadelle prospetti-ve di medio te-mine assoluta-mente interes-santi. Ma inte-ressante è statoanche scoprire, durante alcunisopralluoghi lungo il Lambro,che esistono aree residuali na-turali dove l’uomo, per varimotivi, non ha avuto modo diaccedere negli ultimi anni eche hanno sviluppato un pro-prio ecosistema. E’ qui che lafa da padrona la poiana comu-ne (Buteo buteo). Beh, “comu-ne” forse da altre parti, co-munque in questo territorionon è difficile vederla veleg-giare, o posizionata come una

attenta vedetta sulla cima diun alto pioppo. La poiana è unrapace diurno della famigliaAccipitridae tipico di Europae Asia dove vive senza proble-mi in diversi ambienti, viste lescarse esigenze ecologiche.Generalmente predilige forestee boschi, altre volte coltivi e

aree umide. Lepoiane sono netta-mente più grandidelle cornacchie,altri rappresentan-ti della fauna avi-cola locale, e han-no un’aperturaalare che varia frai 100 e i 125 cm.Hanno un piu-maggio variabile,g e n e r a l m e n t emarrone scurocon una bandapettorale bianca,

ma alcuni individui possonoessere anche quasi totalmentebianchi. Catturano piccoli ani-mali a terra, generalmentemammiferi e all’occorrenza siaccontentano di carogne. Bene. Fatta la loro conoscenzasappiate che a Ponte Lambro,muniti di un buon binocolo edi pazienza, non vi sarà diffi-cile distinguerle mentre fannolo spirito santo o magari cala-no in picchiata su una preda.Dunque buona osservazione.

Poiane nel cuore (quasi) di MilanoS i sa che da piccoli si im-

parano cose con più fa-cilità e, attraverso il gio-

co, è ancora più facile appren-dere. L’associazione culturale“Alice in città”, nata nel 2005,con sede in via Tommei 8 e af-filiata con “Arciragazzi”, pun-ta proprio a questo. Infatti, or-ganizza campi estivi in linguainglese per bambini e ragazzitra i 5 e gli 11 anni con inse-gnanti madrelingua provenien-ti da paesi anglosassoni chestanno per lo più terminando iloro percorsi universitari perl’insegnamento e la formazio-ne primaria. Insieme ad attivitàsportive e ricreative, durante

la giornata propongono ai pic-coli attività svolte interamentein lingua inglese favorendo untipo di didattica innovativa chepunta ad attivare tutti i canalisensoriali in modo da generareun’esperienza di apprendimen-to totale che veicola e fissa icontenuti linguistici e cogniti-vi. L’obiettivo è quello di pro-muovere l’incontro tra culturediverse e l’apprendimento del-la lingua inglese e per farlo almeglio l’associazione si occu-pa anche della selezione delpersonale anglofono che gui-derà poi le attività propostenelle scuole e della sua forma-zione attraverso corsi in cui si

discutono, tra le tante cose, an-che le strategie di accoglienzae di approccio ai bambini, lerelazioni con i genitori, il li-vello di conoscenza della lin-gua inglese dei bimbi e la con-divisione degli obiettivi didat-tici. L’associazione, poi, mettein contatto i tutor con famiglieospitanti, trovando loro un al-loggio per la durata del proget-to e ha creato anche partner-ship e convenzioni con alcuneuniversità italiane ed estere perprodurre possibilità di tirocinioe stage per glistudenti che col-laborano con lo-ro.Durante l’annoscolastico, inoltre,l’associazioneculturale “Alicein città” proponeanche un percor-so di apprendimento della lin-gua inglese attraverso la par-tecipazione in classe, in com-presenza con la maestra, di unassistente linguistico madre-lingua inglese per alcune oresettimanali. Questo è il Pro-getto LENS (Learning EnglishWith Native Speakers) attivatoper l’anno scolastico 2013-2014 nelle scuole Morosini eTommaso Grossi, scuola capo-fila del progetto Lens, in en-trambe le sedi di via Collettae via Monte Velino.L’associazione propone attivitàanche per le scuole d’infanziacon il Progetto KLA (Kinder-

gartens Linguistic Assistants)e secondarie di primo grado,ma non ci sono attività similiattive nella nostra zona. Invece, sul territorio della zona4, quest’estate a giugno per tresettimane sarà attivato il pro-getto Summer City Camp, uncampo estivo completamentein lingua inglese che si svolgenei locali delle scuole primarieMorosini in via Morosini eCinque Giornate in viale Mu-gello; a settembre, invece, par-tirà il progetto Beautiful set-

tembre presso lascuola TommasoGrossi nella sededi via Monte Ve-lino e ancora pres-so gli istituti sco-lastici CinqueGiornate e Moro-sini, in continuitàcon le attività

svolte a giugno, durante i qualii bambini imparano, giocando,a dialogare in lingua inglese.C’è da tenere presente che tut-te le attività sono coordinateda personale italiano e super-visionato dai membri dell’as-sociazione in un continuo dia-logo tra le parti.Per qualsiasi informazione, èpossibile consultare il sito in-ternet www.aliceincitta.org ocontattare direttamente l’asso-ciazione allo 0249792134 ovia mail all’indirizzo [email protected].

Laura Misani

A tutto… inglese con “Alice in città”

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Siamo giunti così al ter-mine del nostro viaggio,dove sono state descritte

le principali fonti energeticheche nel corso dei millennisono state ricavate dai quattroelementi che la filosofia de-clina nella materia: l’acqua,l’aria, il fuoco, la terra. Fontiche hanno accompagnatol’evoluzione dell’uomo e chein un qualche modo, come ab-biamo visto, hanno avuto rife-rimenti con la Zona 4. Ora varicordato che da oltre due se-coli i ritmi della nostra esi-stenza quotidiana sonoscanditi dalla presenza edall’utilizzo dell’elettricità;quando viene a mancaresiamo in crisi. Energia otte-nuta dalla trasformazione diquelle fonti primarie che, inprospettiva, sono però pros-sime all’esaurimento, masono anche causa dell’inqui-namento del nostro pianeta. Alla ricerca di “carburanti” al-ternativi, possibilmente “puli-ti”, da cui ottenere elettricità,ecco comparire sulla scenal’idrogeno (simbolo atomicoH) che viene ad affiancarsi allafonti energetiche naturali e rin-novabili note. Le attuali pos-sibilità di applicazione del-l’idrogeno sono la generazionestazionaria di energia e l’ap-plicazione mobile, ossia suitrasporti. Per restare fedeli al target diquesta “collana” pubblicata suQUATTRO, esamineremoquesta seconda applicazione,poco nota e che è proprio dicasa, nel vicino deposito auto-mobilistico ATM di San Do-nato in via Marignano. Oltre all’impiego da più di undecennio in campo aerospazia-le, la ricerca si è particolar-mente attivata nello studio e

nelle applicazioni per veicolileggeri (automobili) e pesanti(autobus) con innumerevolivantaggi in termini di rispar-mio energetico e salvaguardiaambientale. Il cuore del siste-ma è la cosiddetta “cella acombustibile” che coniuga giàin sé un processo elettrico fa-vorito dalla presenza di un pro-dotto che partecipa a una tra-sformazione. Vediamo di capirne il funzio-namento. La prima cella acombustibile fu realizzatanell’anno 1839 dall’ingleseWilliam Grove che, rifacendo-si all’esperienza di AlessandroVolta, la chiamò "pila voltaicaa gas". Si trattava di una piladel tipo ad acido solforico marestò di fatto una curiosità dilaboratorio anche se in seguitosi continuò a produrre elettri-cità con altri metodi. Il termine"fuel cell" (cella a combustibi-le) fu coniato nell’anno 1889da Ludwing Mond e CharlesLanger, che tentarono di co-struire il primo meccanismopratico che impiegava aria egas ricavato dal carbone, conelettrodi catalizzatori di plati-no. La prima applicazione riu-

scita fu quella provata dall’in-gegnere Francis Bacon nell’an-no 1932. La strada era apertae la ricerca, oltre a perfeziona-re metodi e materiali, dovevarisolvere il problema di mette-re a disposizione potenza suf-ficiente (chilowatt) per utilizzidi interesse commerciale. Dopo vari tentativi ci pensò laNASA, l’ente spaziale ameri-cano, che, abbandonati i siste-mi che facevano uso di rischio-

si reattori nucleari, di pesantibatterie di accumulatori e diingombranti celle fotovoltai-che, mise a punto questa tec-nologia diffondendone poi iprincipi di funzionamento.All’interno di una fuel cell en-trano, compressi, un combu-stibile (idrogeno) e un ossidan-te (l’ossigeno presente nel-l’aria) che reagendo chimica-mente (si chiama elettrolisi in-versa) provocano la scissione

del carburante in molecole diidrogeno (H2) e ossigeno(O2). La molecola di idrogenosi separa in protoni (carica po-sitiva) e in elettroni (carica ne-gativa) sull’anodo: i protoniriescono a passare attraversouna speciale membrana poli-merica (detta PEM, Proton Ex-change Membrane, membranaa scambio protonico) per rag-giungere il catodo (dove rea-giscono con l’ossigeno), men-tre gli elettroni, per raggiun-gerlo, sono costretti a transitarein un circuito esterno (adesempio gli avvolgimenti di unmotore), producendo così ilnoto flusso di corrente. Daquesto processo si ottengonocosì energia elettrica, acqua evapore. Poiché la corrente pro-dotta da una “pila” è di tipocontinua, è necessaria la pre-senza di un sistema elettronico(chiamato inverter) che la tra-sforma in corrente alternata,così da alimentare i modernimotori elettrici polifase utiliz-zati nella moderna trazione. Questo sommariamente è

quanto si verifica sui tre auto-bus (numerati 2000-2001-2002) dell’ATM entrati in ser-vizio sulla linea 84 nel corsodel 2012 e rimessati nel depo-sito di San Donato. Essi fannoparte di un progetto europeosostenuto con contributi UE,ATM, Regione Lombardia,Comune di Milano per unasperimentazione su strada delladurata di cinque anni. Sono au-tobus costruiti dalla Mercedes,modello Citaro Fuel Cell Hy-brid, con otto serbatoi specialidove è immagazzinato l’idro-geno alla pressione di 350 bar(se si vuole, 345,42 atmosfe-re), consentendogli una auto-nomia di circa 300 chilometri. Sempre in questo deposito èstato montato un modernissi-mo impianto per la produzionedell’idrogeno della società Lin-de (simile a quelli presenti aBrugg in Svizzera e a Bressa-none) dove i tre mezzi possonodirettamente rifornirsi, così co-me avviene per il tradizionaleautobus che “fa gasolio”, conla differenza che il primo usaspeciali bombole ad alta pres-sione montate sul tetto, il se-condo usa un normale serba-toio montato sotto il telaio, co-me nelle nostre autovetture. A proposito di “impatto zero”e di sostenibilità va ricordatoche sul tetto di questo depositoun impianto fotovoltaico con-sente di produrre energia peralimentare parzialmente la li-nea 3 della metropolitana, conuna riduzione di CO2 non im-messa in atmosfera di circa185 tonnellate all’anno e sonostati posati 270 metri quadratidi pannelli solari termici perprodurre l’acqua calda sanita-ria a disposizione del personaledipendente.

Gianni Pola

DALL’ACQUA ALL’IDROGENO/7L’idrogeno

Autobus 84, modello Citaro Fuel Cell Hybrid

Rubrica a cura di Lorenzo Baio

CURIOSI PER

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13marzo 2014

II meteorologi più attendi-bili delle nostre città sono

i venditori ambulanti di om-brelli. Se quando esci di casac’è un sole abbagliante maall’entrata della metropolitanainciampi in un ragazzo chestende una stuoia e sistema inbell’ordine ombrellini di tuttii colori, puoi essere certo che

quando uscirai all’aperto saraitravolto dalla furia degli ele-menti. E comprerai per cinqueeuro l’ennesimo ombrello ci-nese che butterai dopo duetemporali.Ma già dal suo nome (dal lati-no ombra) è chiaro che la fun-zione, diciamo storica, di que-sto oggetto era quella di ripa-rare dal sole e non dalla piog-gia.Non si sa quale popolo lo in-ventò, certo nacque in Asia,Cina o India, e fin dall’iniziofu paramento del potere sia re-ligioso che laico. L’uso del-l’ombrello era concesso soloal re, in Persia. Solo ai nobili

in Egitto e all’imperatore inCina. Ancora oggi è simbolodi autorità in molti Paesi afri-cani, così come nelle funzionireligiose nei Paesi occidentaliprima dell‘arrivo di Papa Fran-cesco! Fino al Settecento era un og-getto per ricchi e potenti e ve-niva portato da un servo come

distintivo onorifico. Eraun oggetto realizzato amano da artigiani artisticon tessuti preziosi, ric-co di ricami e pietre. Ilpopolo usava, per ripa-rarsi dalla pioggia, cap-pucci, mantelli, sacchidi iuta, che si intrideva-no di acqua e appesan-tivano gli indumenti,provocando malanni, al-lora, mortali.E’ solo dall’Ottocentoche l’ombrello diventaun democratico oggettodi moda che si abbina aicolori del vestito e della

borsa delle signore eleganti,sempre però come parasole,minuscolo e civettuolo, quasiun ventaglio con il manico. Lasvolta avviene alla metà del-l’Ottocento quando l’ombrelloviene adottato anche dagli uo-mini non per mantenere un in-carnato perlaceo ma, più viril-mente, per ripararsi dalla piog-gia.Anche per l’ombrello il sorge-re della civiltà industriale deigrandi numeri cambia il mer-cato e l’artigiano deve lasciareil posto alla produzione in se-rie. Ci perde il lato artistico maci guadagna l’aspetto praticocon l’uso di materiali più ido-

nei all’uso: tessuti plastificati,dimensioni e disegni più pro-tettivi, bastoni più manegge-voli.Resiste fino a circa trenta annifa in alcune zone d’Italia, spe-cialmente nel Nord e in parti-colare intorno a Brescia e al la-go Maggiore (a Cignese,Ver-bania, c‘è il Museo, unico almondo, dell‘Ombrello e delParasole), la figura dell’om-brellaio-riparatore itineranteche si spingeva in Piemonte eLombardia proponendosi agran voce alle donne di casacome aggiustatore di manicigiocando su doppi sensi nontroppo raffinati ma efficaci, ti-pici degli artigiani di strada. E’ curioso come l’ombrello siapresente nella storia dell’uomonon solo per la sua funzioneprecipua: da arma di difesa perle donne, come The Daily Mir-ror proponeva seriamente nel1902, ad arma politica di offe-sa nelle celeberrime vignette

di Altan, da fiabesco paraca-dute per Mary Poppins a co-protagonista in famose sequen-ze cinematografiche. Certo anche in que-sto settore “la Cinaè vicina”: prezzistracciati, qualità“non pervenuta“,niente regole di si-curezza, marchicontraffatti ma an-che sempre maggio-re consapevolezzada parte del clientedel vecchio detto“chi più paga, menopaga”. Paradossalmente lacrisi, colpendo ilconsumismo selvag-gio che per anni ciha fatto riempire lacasa di oggetti da buttare, hariabilitato l’oggetto di qualitàche dura nel tempo.Un esempio in questo settoreè la storia della Fabbrica Om-

brelli Maglia Francesco di viaRipamonti a Milano che operadal 1876. Come si può leggerenel loro sito “Da sempre e an-

cora oggi la ditta Maglia ri-spetta la filosofia del lavoroben eseguito e perpetua la ma-nifattura artigianale e l’anticaperizia manuale, utilizzandosolo materiali in ottone, legnoe ferro; la produzione non è inserie, ogni fase è compiuta al-l’interno della ditta e si creal’ombrello a misura di clientesoddisfacendo ogni desideriodi perfezione e di raffinata ese-cuzione”. “L’esportazione -prosegue - oggi copre più del60% del fatturato e si indirizzaoltre che ai Paesi Europei, agliStati Uniti e al Giappone”.E poi Ombrelli Lanzetti cheproduce ombrelli a Milano dal1848 e che “si è specializzatanella produzione e nella com-mercializzazione in tutto ilmondo delle più importantigriffes internazionali“. E an-

cora Piemme Ombrelli, societàa carattere familiare fondatanel 1949 “che affianca alla tra-dizionale attività di produzione

e distribuzione inItalia, quella inEstremo Oriente, inparticolare in Cina,presso fornitori qua-lificati e sottopostiad un continuo e at-tento controllo diqualità“. O comeOmbrelli Verri cheha un esperienza diquasi un secolo siaper gli ombrelli“griffati” sia pubbli-citari e che ”ha ar-ricchito la sua gam-ma, selezionando ifornitori asiatici chepiù soddisfano le

esigenze di qualità del prodottofinito“. Via internet, poi, potete acqui-stare l’ombrello “antivento”con disegno aerodinamico re-sistente al vento da 100 km/h.:“[email protected] “ Vedereper credere!L’ombrellaio che ripara gli om-brelli è invece scomparso daMilano e quasi mai chi li pro-duce è disponibile a farlo perun privato (su richiesta, perombrelli importanti e se si tro-vano i pezzi di ricambio, daMaglia e Lanzetti, per esem-pio). Ce n’era uno in corso Lo-di ma ormai il suo telefonosuona a vuoto. Come al solito,se conoscete o se siete un arti-giano che ripara ombrelli inzona 4 o almeno a Milano, fa-tevi sentire.

Francesco Tosi

Artigiani di ieri, imprenditori di oggi/7

L’ombrello da paramento sacro a oggetto funzionale

Ad alcuni mesi di di-stanza dall’aperturadel Centro di Emer-

genza Sociale di via Lombro-so, si è tenuta lo scorso 27gennaio una riunione in Con-siglio di zona 4 per fare un po’il punto della situazione e cer-care di capire se e quali risul-tati stia avendo questo proget-to. Riportiamo alcune infor-mazioni e dati forniti dalla dot-toressa Alessandra De Bernar-dis, membro dello staff del-l’assessorato alla Sicurezza eCoesione sociale, nella suapresentazione, per dare unquadro oggettivo della situa-zione. Premettiamo che la ge-stione del Centro, inizialmenteassegnata alla Fondazione Ar-ca, è stata poi affidata con ban-do all’ATI (Associazione Tem-poranea di Imprese) tra Con-sorzio Farsi Prossimo, Fonda-zione Casa della Carità, Fon-dazione Somaschi, con un co-sto annuo di gestione di circa460.000 €. Il coordinamentoè affidato alla Protezione civilee c’è una presenza costantedella Polizia Locale.Nel Centro di Emergenza So-ciale di via Lombroso dal 19aprile al 31 dicembre 2013, so-no state accolte 244 persone(nel primo periodo presso ilcentro di via Barzaghi); attual-mente sono presenti al Centro150 persone.Svolgono una attività lavora-tiva continuativa 18 persone,2 sono appena stati assunti atempo determinato, e 3 sonoin borsa lavoro.

Particolarmente delicato il pro-blema dei minori: nel periodoche va da aprile a dicembre2013 al C.E.S. sono stati ac-colti in totale 79 minori; al 31dicembre ne erano presenti 61.Per quanto riguarda il loro in-serimento scolastico: 2 minorisono stati iscritti ad un nidod’infanzia; 18 (su 24) sono sta-ti iscritti alla scuola d’infanzia,14 minori frequentano le scuo-le primarie, 10 minori, accolticon le loro famiglie il 25 no-vembre, erano in fase di iscri-zione a fine gennaio; 3 minorifrequentano le scuole secon-darie di primo grado e 2 lescuole secondarie di zona.Sono anche previste una seriedi attività territoriali per minorie adulti: 16 ragazzi partecipa-no a laboratori o attività spor-tive offerte da realtà della zo-na, 8 adulti, dei quali 4 donne,frequentano un corso di italia-no.Fanno parte del progetto anchele azioni per l’accompagna-mento socio-abitativo versol’autonomia; queste consistonoin percorsi di tipo diverso,quali il trasferimento pressounità abitative comunitarie(strutture con camere per sin-gola famiglia ma con servizi ecucine comuni); unità abitativeper singola famiglia in strut-ture del terzo settore; autoco-struzione/Villaggio; rientro ac-compagnato nello Stato di pro-venienza; accesso alla EdiliziaResidenziale Pubblica secondola normativa in vigore (ovverosenza corsie preferenziali).

Alla presentazione sono segui-ti numerosi interventi anchecritici da parte del pubblico edei consiglieri d’opposizione;particolarmente interessantel’intervento di Giorgio Sarto,volontario Caritas Unità pasto-rale Forlanini (che per la suaattività ha ricevuto la Meda-glia d’oro del Comune di Mi-lano lo scorso 7 dicembre) cheha testimoniato da un lato ledifficoltà che si incontrano nelpercorso intrapreso per l’inte-grazione, dall’altro l’impor-tanza di fare tutto quanto pos-sibile per ottenere qualche ri-sultato sui piccoli numeri. S.A.

Il Centro di via Lombroso: prime valutazioni

NARCOTICI ANONIMI

PUÒ AIUTARTI!www.na-italia.org

Narcotici Anonimi è un’As-sociazione composta da uo-

mini e donne per iquali le droghe era-no divenute il pro-blema principale.Ci incontriamo re-

golarmente per aiu-tarci a rimanere puliti. Non costa niente appartene-re a Narcotici Anonimi, nesei membro quando decididi esserlo.Gruppo Il Polo, c/o PoloFerrara di Piazzale Ferrara.Lunedì ore 21.00 – Giovedìore 19.00.

Page 14: COPIA OMAGGIO Gualtiero Marchesi, cittadino illustre di zona 4...Editore: Associazione culturale QUATTRO.Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria

CINEFORUM OSCARVia Lattanzio 58

Le proiezioni si tengono il lunedì pomeriggioalle ore 15.15 e la sera alle ore 21.0010 marzo: TUTTI I SANTI GIORNIdi Paolo Virzì17 marzo: BIANCA COME IL LATTE, ROSSACOME IL SANGUEdi Giacomo Campiotti24 marzo: LA CUOCA DEL PRESIDENTEdi Christian Vincent7 aprile: IL SOSPETTOdi Thomas VinterbergIl costo dell’abbonamento per 20 film è di €70,00 – biglietto singolo € 5,00

CINETEATRO DELFINOVia Dalmazia 11

CINEMACAFFE’: prima di ogni proiezioniverranno offerti caffè e assaggi di dolceProiezioni alle ore 20.45 - ingresso 5,00 €10 marzo: ZORAN, IL MIO NIPOTE SCEMOdi Matteo Oleotto17 marzo: VIA CASTELLANA BANDIERA di Emma Dante24 febbraio: LA MAFIA UCCIDE SOLOD’ESTATEdi Pif

CINEMA IN CASCINACascina Cuccagna, via Muratori

10 marzo: IL GRANDE SONNO di Howard Hawks17 marzo: IL LUNGO ADDIO di Robert Altman 24 marzo: MARLOWE IL POLIZIOTTO PRIVATO di Dick Richards31 marzo: MARLOWE, OMICIDIO A POODLESPRINGS di Bob RafelsonInizio ore 21.15, ingresso a offerta libera

CERDI KALA YOGAvia Tito Livio 23 - info 3475715024 Karta

Purkh Kaur

Mercoledì 19 marzo ore 05-07

Ingresso a offerta liberaSadhana Acquariana: la pratica dello yogaprima dell’alba.Contatti: [email protected]; sito web:www.kundaliniflow.com.

IACPVia F. Burlamacchi 11 - Tel 02 537220

[email protected]

I GIOVEDI DEI GENITORI

E’ prevista una quota di iscrizione unica di€15 che consente di avere accesso a tutte leiniziative IACP dell’anno in corso e che con-sente di usufruire di una consultazione gra-tuita allo sportello genitori

Giovedì 13 marzo ore 20.45

Genitori per sempre: salvaguardare la genitorialità quando ci si separa Dottoressa Chiara Lazzari e dottoressa NadiaDe Pieri

ASSOCIAZIONE DHYANALOMBARDIA

Via Comelico 44 - Tel. 02 [email protected]

sabato 8 e domenica 30 marzo dalle 10 alle 12

DORMIRE SERENI? UN SOGNO… CHE PUÒ DIVENIRE REALTÀ!Gli incontri saranno tenuti dalla dottoressaMaria Sole Gulinelli, Psicologa. Seminarigratuiti sull'insonnia: è prevista la sola quotad’iscrizione all’Associazione di 10 euro. E’ necessaria la prenotazione.

14 marzo 2014

VISITA ALLA STORICA FABBRICA CAMPARI IN SESTO SAN GIOVANNI

Partenza: ore 16,00 davanti Ipercoop P.za Lodi – h.16,10 Via Rogoredo ang.FeltrinelliOre 17 inizio visita guidata nella storica Fabbrica

Quota partecipazione soci coop atl € 10,00 (la quota comprende a/r bus - assicurazione)

La visita si effettuerà solo al raggiungimento minimo di 25 partecipanti Prenotazioni e pagamento: Uff. soci Ipercoop P.za Lodi tel.02.54045324 - Uff. soci Via Freikofel 7

Dopo un inverno piovo-so non sappiamo comesarà la primavera, ma

di sicuro, a Milano, si annun-cia una precoce e variegatafioritura di iniziative culturali.È la “Primavera di Milano”,appunto: una manifestazionedell’Assessorato alla culturadedicata alla città e ai perso-naggi dell’arte e della lettera-tura che hanno contribuito al-l’identità milanese e alla no-torietà della metropoli lombar-da in tutto il mondo. Da marzo a giugno sono inprogramma spettacoli teatrali,mostre, concerti, performanceartistiche, letture pubbliche,proiezioni cinematografiche ealtro in molti luoghi della cul-tura cittadina - a cominciareda Palazzo Reale - per coin-volgere negli eventi il maggiornumero possibile di persone. Anche il Sistema BibliotecarioUrbano ospita un gran numerodi iniziative. Sono previsti no-ve eventi tematici, suddivisi insessantatré appuntamenti pro-grammati in ventuno bibliote-che, alle quali si aggiungonotre sedi esterne. Un palinsesto

ricchissimo e vario che si in-serisce in quello dell’interamanifestazione. Per quanto riguarda le attivitànelle biblioteche (il calendarioè all’indirizzo www.comune.mi-lano.it/biblioteche) citiamo solo“Milano amica”, un ciclo di in-contri su Vittorio Sereni e suiquartieri della città in cui il poe-ta è vissuto e ha lavorato dal1932 al 1983; “MemoMi”, unprogetto che racconta la vita aMilano con video, interviste, te-stimonianze degli abitanti;“L’immaginazione divertente”,un vivace ricordo di Oreste delBuono, scrittore, giornalista, cri-tico, noto anche per aver direttola famosa rivista “Linus”; “Apasseggio per Milano in com-pagnia di Savinio”, un percorsoguidato nei luoghi cari al famo-so letterato, pittore e musicista. All’interno dell’iniziativa“Sguardi sulla città”, nelle bi-blioteche della nostra zona (al-la “Calvairate” il 19 marzo,ore 18; alla “Oglio” il 5 mag-gio, ore 18.30) sarà presentatoil volume fotografico “Storiae storie dei mercati generali aMilano”, a cura di Stefania

Aleni e Vito Redaelli. Il testo è frutto delle accuratericerche dei vari autori, chehanno scandagliato la docu-mentazione disponibile sull’ar-gomento. Particolarmente riu-scita è l’ampia scelta del ma-teriale iconografico: fotografiestoriche e attuali, disegni, vec-chi progetti. L’opera propone un’interes-sante panoramica sulla storiadei mercati generali milanesi,molti dei quali, ormai, vivonosolo nelle cronache tra la finedell’Ottocento e tutto il Nove-cento, e nei ricordi dei menogiovani, oltre che nelle bellepagine di questa pubblicazio-ne. Un libro per chi ha qualchenostalgia del passato, quindi,ma soprattutto un raffrontocon la realtà odierna, uno stru-mento di conoscenza per chiama davvero la città. Il volume sarà presentato an-che alla Biblioteca Fra Cristo-foro (4 aprile, ore 18), alla“Niguarda” (11 aprile, ore 18)e alla “Vigentina” (22 maggio,ore 18.15).

Fabrizio Ternelli

La “Primavera di Milano” è già in arrivoUno straordinario calendario di occasioni per conoscere

meglio la città sulle orme di illustri personaggi

Adesso frequento la pri-ma media e mi trovomolto bene: i compa-

gni sono davvero fantastici!Invece alle elementari, inun'altra scuola, ho trascorsoanni difficili per via di alcunicompagni bulli che mi insul-tavano, mi chiamavano “nana”(rispetto a loro ero uno scric-ciolo indifeso) e arrivavanopersino a picchiarmi ripetuta-mente. Tutto questo, ovvio, al-l'insaputa della maestra e avolte anche degli altri compa-gni (i bulli sono vigliacchi efalsi!). Il bullismo non è solomaschile, infatti nel gruppoc'era anche una bambina. Co-me quasi tutte le “bulle”, leinon mi picchiava, ma mi face-va soffrire con le parole, ten-tando di isolarmi e di mettermiin cattiva luce. Per esempio,diceva ad alcune compagneche ero cattiva, che pensavosolo a me stessa e addiritturache le facevo male apposta,quando invece non l'ho maisfiorata neppure con un dito.I momenti peggiori per meerano senza dubbio gli inter-valli nel salone, il ritorno ascuola dopo le vacanze, so-prattutto dopo quelle estive, lelezioni di Scienze Motorie. Gli

intervalli perché i bulli, appro-fittando della confusione, miinseguivano per picchiarmi eoffendermi; il ritorno dalle va-canze perché era come un pu-gno nello stomaco doverli ri-vedere; le lezioni di ScienzeMotorie perché non sono maistata una cima in Ginnastica emi prendevano in giro sghi-gnazzando. Sono rimasta cosìferita da questo loro atteggia-mento, che ancora adesso misento in ansia quando la miaprof di Educazione Fisica ci fagiocare a pallavolo, a basket,ci dice di correre, di eseguiregli addominali ed altri eserciziginnici. A questo punto vi chiederetecome mai non ho cambiatoscuola. Per non lasciare lamaestra, a cui ho voluto benesin dalla prima elementare. Se qualcuno di voi vive espe-rienze simili alle mie, mi per-metto di dare alcuni consigli:1. Prima di tutto confidatevicon i vostri genitori, in modoche possano confortarvi, darvidelle dritte e parlare eventual-mente con gli insegnanti. Lamamma, anche a nome del pa-pà, ha parlato più volte con lamaestra e io mi sono sentitaappoggiata e incoraggiata a

farmi valere, anche se, pur-troppo, la situazione non ècambiata di molto.1) Mostratevi forti e sereni. Ibulli sono contenti e infieri-scono se vedono le loro vitti-me piangere. Io non ho maipianto a scuola, anzi, cercavodi rispondere agli insulti e homostrato le lacrime sempre esolo ai miei genitori.2) Coltivate le vostre amicizie,sono importanti. In classe ave-vo qualche amica con cui par-lare e giocare e ho sempreavuto tanti amici anche al difuori dell'ambiente scolastico.3) Non tormentatevi chieden-dovi: “Perché ce l'hanno conme?”. I bulli hanno semplice-mente bisogno di qualcuno sucui sfogare la loro solitudinee le loro piccole e grandi invi-die.Che cosa mi è rimasto di tuttociò? Sicuramente rabbia eamarezza, ma non solo... Hoanche imparato a difendermi,ad essere più forte (nonostanteabbia ancora delle paure), aodiare la falsità, la prepotenza,le violenze fisiche e verbali. E'proprio vero, tutti hanno qual-cosa da insegnare nella vita,persino i bulli.

Giulia Costa

Bulli in classe: che fare?

GIOVEDI 20 MARZO 2014

F ermatevi un secondo (egià qui la metà dei let-tori avrà voltato pagina

o chiuso il giornale) e fateviuna semplice domanda: cherapporto avete con il tempo? Questione spinosa, soprattuttoin una società come la nostra. Che sogno sarebbe avere a di-sposizione minuti,ore o giorni, senzasapere di precisocome trascorrerli(o per meglio direspenderli!, essendodiventato il tempola nostra più caramerce di scambio),senza cioè averegià sulle spalle unalista di doveri e in-trattenimenti prontia invaderci.Proprio a partire daqueste riflessioninasce lo spettacolo“Del piacere e delbisogno del tempolibero. Ovvero,scherzo in un attosul tema del tempolibero”, scritto nel2013 dall’attrice li-gure Cristina Casti-gliola e che verràriproposto a Mila-no sabato 8 marzo,alle ore 18.30, inoccasione del-l’inaugurazionedella mostra “Bam-bine Terribili”presso WOW Mu-seo del Fumetto (viale Cam-pania 12).Sulla scena, la portavoce di unsindacato immaginario “pro-tempo libero” ripercorrerà ilmodo in cui la nostra società

ha suddiviso, tra lavoro e sva-go, la porzione di tempo di-sponibile per ogni individuo,proponendo con ironia abitu-dini attuali e alternative, e con-frontandosi faccia a faccia coni ritmi frenetici della giornatadi una povera impiegata, chevedremo coinvolta nel raccon-

to acceso della sua testimo-nianza. Come spiega CristinaCastigliola, «questa conferen-za-spettacolo, ambientata inun mondo surreale, è una ri-flessione vivace e anticonfor-

mista sul tema del rapporto tradue sfere essenziali della no-stra vita. Lo spazio teatrale di-venta dunque il luogo in cuicondividere la necessità di tro-vare un equilibrio tra il biso-gno di lavorare e la tutela deglispazi personali, con l’obiettivodi interrogarci sul nostro be-

nessere e sul benessere dellerelazioni con gli altri, generatiappunto da un sano rapportocon il tempo».

Francesca Barocco

L’8 marzo al WOW con “Bambine Terribili” e uno spettacolo di Cristina Castigliola

CINEFORUM EVENTI VARI

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15marzo 2014

PACTA.DEI TEATRI TEATRO OSCAR

Via Lattanzio 58 – tel. 02 36503740

Dal 12 al 16 marzo

LA FINZIONE DELLA VITA - Tv, sex & familydi Giovanni Antonucci - Regia Francesco Bran-chettiIl 18 marzo

GLI SCAVALCAMONTAGNE Testo e regia di Marco M. Pernich I centocin-quanta anni dell’Italia unita.Dal 19 al 23 marzo

UNA QUESTIONE DI VITA E DI MORTE – Veglia perE.E.di e con Luca Radaelli - Accompagnamento mu-siche e canto Marco BelcastroCon il prezioso contributo di Beppino Englaro edel suo libro Eluana. La libertà e la vita26 marzo

DER EINGEBILDETE KRANKE – Il malato immagi-nariospettacolo in tedesco - da Molière - Regia di FrankRadueg30 marzo

CANTAU TEATROPiccola rassegna musicale a cura di QuindiQuan-do, con Giuliano Dottori, Claudio Sanfilippo, ToniMelillo.

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - tel. 02 59995206

www.teatrofrancoparenti.it

25 febbraio - 9 marzo Sala Grande IL DON GIOVANNI di e con Filippo Timi e con Umberto Petranca,Alexandr Styker, Lucia Mascino, Marina Rocco,Elena Lietti, Roberto Laureri, Matteo De Blasio,Fulvio Accogli 5 - 23 marzo Sala 3 PEPERONI DIFFICILI (la verità chiede diessere conosciuta)di Rosario Lisma con Anna Della Rosa, Ugo Gia-comazzi, Rosario Lisma, Andrea Narsi - regia Ro-sario Lisma 5 - 16 marzo Sala AcomeA Produzione Casa degli Alfieri IDENTITÀ di e con Marco Baliani e Maria Maglietta 11 - 19 marzo

SONO SOLTANTO ANIMALI di Luciano Colavero e Federico Olivetti con An-tonio Tintis - regia Luciano Colavero 23 marzo - 6 aprile Sala Grande Produzione Teatro Franco Parenti GLI INNAMORATI di Carlo Goldoni con Matteo De Blasio, RobertoLaureri, Elena Lietti, Alberto Mancioppi, UmbertoPetranca, Marina Rocco, Roberta Rovelli - regiadi Andrée Ruth Shammah 25 marzo - 6 aprile Sala 3 SACCARINA da un’idea di Silvia Giulia Mendola - testo di Da-vide Carnevali

SPAZIO TERTULLIANOVia Tertulliano 68 - tel 02 49472369

www.spaziotertulliano.it

5 - 16 marzo

LA BI(G)SBETICA DOMATA19 - 23 marzo

L’ AFFAIRE PICPUS26 marzo - 6 aprile

APOCALYPSE WOW!

Da mercoledì a sabato ore 21.00 – domenica ore16.30

CINEMA TEATRO DELFINOVia Dalmazia 11 tel. 340 1030062

13 - 23 marzo ore 21.00

domenica ore 15.30 - Chiusura lunedì 17 e martedì 18Il Mecenate presenta:FRANKENSTEIN da Mary Shelley - Regia di Federico M. Zanandrea

26 marzo - 6 aprile ore 21.00

domenica ore 16.00 Chiusura lunedì 30 e martedì1 aprileAILOVIU Sei perfetto, adesso cambia! Con Paola Della Pasqua, Marisa Della Pasqua,Roberto Recchia e Luca Sandri. Regia di Vito Mo-linari

TEATRO SILVESTRIANUMVia Maffei 29 - Tel. 02 5455615

www.teatrosilvestrianum.it

Sabato 8 marzo ore 20.45

Compagnia LE MUSE MATTEGABBIA DI MATTEtratto dal lavoro teatrale“Chiamatemi pure pro-fessore” di Luciano Lunghi - regia di Noemi Bi-garellaSabato 22 marzo ore 20.45

Compagnia IL PALCACCIOUNA PRIMULA AD ELSINORdi Alfredo Balducci - regia di Gabriele Bussolot-tiSabato 5 aprile ore 20.45

Compagnia TEATRO SFERALA MANDRAGOLAdi N. Machiavelli - regia di M. Polvara

IL POLITEATROViale Lucania 18 – Tel. 02.84140790

Sabato 15 marzo ore 21.00

IL VIOLINISTA SUL TETTORegia di Paolo Pignero- Compagnia Teatrale “Gliamici di Jacky” - GenovaDomenica 6 aprile ore 16.00

LA PAROLA AI GIURATIDi Reginald Rose - Regia di Gustavo La Volpe -Compagnia Teatrale “Ass. Multiverso” – Milano

Gennaro D’Avanzo presenta21-22-23-28-29-30 marzo

ANDANDO VIVENDOSpettacolo musicale di Saule Kilaite - con la per-former violinista Saule Kilaite e The Invisible Or-chestra

TEATRO L’ARCACorso XXII Marzo 23

Sabato 22 marzo alle ore 21.00

LA GABBIA (FIGLIA DI NOTAIO)di Stefano Massini, con Federica Fabiani, Vincen-za Pastore, regia Renato SartiUna scrittrice di successo va a trovare la figlia,ex-brigatista, in prigioneVenerdì 26 marzo ore 21.00

IO ODIO I TALENT SHOWcon Mario Luzzatto Fegiz – regia di Maurizio Co-lombiDomenica 30 marzo alle ore 15.15

L’ABITO MAGICO – LA VITA IN FATTORIAFiaba musicale con Ensamble - I suoni narranti

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63

tel. 02 55181377

Fino al 16 marzo

Lella Costa e Paolo CalabresiNUDA PROPRIETA’di Lidia Ravera - Regia di Emanuela GiordanoDa mercoledì 19 a domenica 30 marzo

MENECMI OVVERO I DUE GEMELLIdi Tito Maccio Plauto nella rielaborazione di TatoRusso - Regia di Livio Galassi

TIEFFE TEATRO MENOTTIVia Ciro Menotti 11 - tel. 02 36592544 –

www.tieffeteatro.it

Fino al 9 marzo

SIK SIK, L’ARTEFICE MAGICO di Eduardo De Filippo con Benedetto Casillo, Ro-berto Del Gaudio, Marco Manchisi, Aida Talliente- regia Pierpaolo Sepe

11-23 marzo

ALICEda Lewis Carroll con Romina Mondello, SalvatoreRancatore, Odette Piscitelli, Federica Rosellini -regia Matteo Tarasco25-29 marzo

IL FLAUTO MAGICOopera in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart -direzione artistica Mario Tronco

MILANO CLASSICAPalazzina Liberty

STAGIONE DA CAMERA

Domenica 9 marzo ore 11.00

IL CLARINETTO E LA VOCEMusiche di Carlo Galante, Vaughan Williams,Franz SchubertPatrizia Polia sopranoDenis Zanchetta clarinettoIn collaborazione con il Festival LiederiadiDomenica 23 marzo ore 11.00

“COME UN GRANDE DIAMANTE”(Maisky sulle Suites di Bach per Violoncello)Musiche di Johann Sebastian Bach, Paul Hinde-mith, Max RegerGiovanni Scaglione violoncelloDomenica 6 aprile ore 11.00

VOCI DI DONNEClaude Debussy, La Damoiselle élueEmmanuel Chabrier, La SulamiteCantate per soprano, mezzosoprano, coro femmi-nile e pianoforteMirko Guadagnini tenore

STAGIONE ORCHESTRALEDomenica 30 marzo ore 11.00

UN GIOVANISSIMO PRODIGIO DEL VIOLINO (per la prima volta a Milano) - Musiche di LeosJanacek, Ernst von Dohnányi, Maurice Ravel, Di-mitri ShostakovichElisso Gogibedashvili violinoOrchestra da Camera Milano ClassicaRobert Bokor direttore

TEATRO LA SCALA DELLA VITAVia Piolti de Bianchi 47 / ang. C.so Plebisciti.

Tel. 02.6363.3353

MUSICA D’ARPADomenica 16 marzo ore 19.00

ARPE APERTELa Versatilità dell'Arpa - Concerto del Corso an-nuale del Mo Lincoln Almada

OTTAVANOTAvia Marco Bruto 24 – tel. 02 89658114

www.ottavanota.org

8 marzo ore 21.00

Auditorium Ottavanota, via Marco Bruto 24Trio Classico di Milano al femminile Il Trio Classico di Milano presenta due pagine delrepertorio romantico tutte al femminile.Due trii per pianoforte, violino e violoncello delledue più celebri compositrici della storia della mu-sica. Donne rimaste nell’ombra dei più celebratifamiliari: di Clara Josephine Wieck Schumann

(moglie del compositore Robert Schumann) verràsuonato il Trio in sol minore op. 17, mentre diFanny Hensel Mendelssohn (sorella di FelixMendelssohn Bartholdy) sarà eseguito il Trio inre minore op. 11.Al pianoforte Keiko Hitomi Tomizawa, al violon-cello Ina Schluter e al violino Massimo De Biasio.Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti

TEATROASSOCIAZIONE E’-VENTO

7 marzo 2014 ore 17.00

Carnevale in Biblioteca Calvairate

per bambini dai 4 anni in su (e i loro accompa-gnatori): costruzione di maschere della tradizionecon l’utilizzo di materiali poveri e riciclati. E inol-tre, giochi e narrazione di una fiaba di carnevalein cui gli stessi bambini potranno rappresentare ivari personaggi.Ingresso libero

TEATRO OSCARDANZATEATRO

Via Lattanzio 58 – tel. 02 5455511

Domenica 16 marzo ore 10.30

TUTTI SUL PALCO!Il palcoscenico segreto - Ingresso gratuito – etàdai 4 anniSabato 22 marzo ore 16.00

Lunedì 24 marzo ore 10.00

Teatro Oscar – Danza TeatroNON RIESCO A DORMIRE!Regia Gabriella Foletto, con Vera Di Marco, Ce-cilia Gaipa, Erica Magagnato, Andrea Mittero,Marta Penati, Claudia Russo - Dai 5 ai 10 anniLunedì 31 marzo ore 10.00

DON QUIJOTE – EL CABALLERO CONTRALOS MOLINOS DE VIENTOspettacolo in lingua spagnola, di e con FedericaSassaroli - Scuola secondaria di primo gradoLunedì 7 aprile ore 10.00

PINOCCHIO IN SOFFITTAdi e con Elisa Carnelli, Laura Mercadante, Raffa-ella Perrotta - Scuola primaria

TEATRO GIANNI E COSETTA COLLATEATRO SILVESTRIANUM

Via A. Maffei 29

domenica 6 e domenica 13 aprile ore 16.30

PETER PANdi James Matthew Barrie

TEATRO FRANCO PARENTIVia Pier Lombardo 14 - tel. 02 59995206

Domenica 9 marzo ore 15 Sala AcomeAFROLLOdi Marco Baliani e Mario Bianchi, dai 6 anniSabato 22 marzo ore 15 Sala AcomeASTORIE IN VIAGGIOLettura teatrale animata con Debora Virello - Età4/7 anni

TEATRO LA SCALA DELLA VITA

Via Piolti De’ Bianchi, 47

Domenica 9 marzo ore 16.30

MolletteTeatro inISOLA VAGABONDAUno spettacolo di Attori & Pupazzi, ispirato dalracconto di Jacques Prévert “Le Isole Passeggere”,di e con Sonia Gobbi e Lodovico Pieropan - Età4/9 anni – Ingresso 7 euroDomenica 23 e 30 marzo 2014 ore 16.30

Il Sipario dei BambiniLA PORTA NELL'ARIA Uno spettacolo di Patrizia Caduto con StefanoBernini e Tiziana Colombo - Età 4/10 anni – In-gresso 7 euroDomenica 16 marzo ore 16.30

Barbara Forneron inMACCHIA BIANCAEtà 4/11 anni – Ingresso 7 euro

MUSICA

PER I BAMBINI

Page 16: COPIA OMAGGIO Gualtiero Marchesi, cittadino illustre di zona 4...Editore: Associazione culturale QUATTRO.Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria

16 marzo 2014

EVENTI C.A.C.M

Centro Artistico Culturale Milanese - VialeLucania 18

Collettiva di Pittura, scultura e ceramica:8 MARZO FESTA DELLA DONNAInaugurazione sabato 8 marzo ore 16.30. Lamostra si protrarrà fino al 16 marzo e sarà apertanei giorni di sabato e domenica dalle ore 15 allaore 18.30.

LIBRERIA DEL CONVEGNOVia Lomellina 35

DOMENICHE D’AUTORE –Incontri di filo-sofia a cura di Carlo Sini e Florinda Cambria Domenica 9 marzo ore 11

Dante. Il suono dell’invisibileCarlo Sini: percorsi nella Divina Commedia

LA CASA DI VETROVia Luisa Sanfelice 3

www.lacasadivetro.com

Fino al 18 aprile

UNA GUERRA EPOCALE Il primo conflitto mondiale nelle immagini degliarchivi inglesi, francesi e tedeschi gestiti in Italiada Tips Images / Heritage / Topfoto / MaryEvans / Rue Des Archives / Süddeutsche Zei-tung / Sspl Ingresso libero. Orari: dalle 14.30 alle 19.30 -Chiusa il giovedì e la domenica - Chiusura stra-ordinaria 15 marzo e 12 aprile

NONAME SPACEVia Don Bosco 24 –via Breno 1- MM3 BRENTA

Fino al 13 marzo

INNERSKATINGIn mostra le storie di spazi urbani e metropolifotografate da Michele Pesce e rielaborate dallostreet artist Demon

BIBLIOTECA CALVAIRATE Via Ciceri Visconti 1

12 marzo ore 18.00

READING SUL TEMA DELL’ABUSO a cura di METI Associazione per la Tutela degliAbusati: un incontro/reading per informare esensibilizzare le persone sul tema dell’abusoperpetrato ai danni di bambini e adulti

FRIGORIFERI MILANESIVia Piranesi 10

sabato 8 marzo ore 20.30 - 22.30

Philo: Cantando alla luce della tua ombra.Pensieri al femminile in compagnia di Etty Hil-lesum Per celebrare l’8 marzo, un incontro dedicatoa Etty Hillesum, una conversazione aperta adonne e uomini. Ingresso libero. Con DomitillaMelloni.lunedì 10 marzo ore 17.00 - 19.00

Philo: Laboratorio di pratica e progettazionefilosofica per educatori e insegnantiCon Maria Rosa Del Buono, Mario Mapelli,Rita Militello e Simona Alberti. Ingresso libero. Per informazioni [email protected]. giovedì 13 marzo ore 21.00 - 23.00

Philo: Presentazione del libro di Chandra Can-diani "La bambina pugile ovvero la precisionedell’amore" (Einaudi 2013). Ne parleranno con l'autrice Laura Becatti, LauraBosio, Nicole Janigro, Domitilla Melloni. In-gresso libero.Venerdì 14 marzo ore 19.00

Marcos y Marcos e Progetto Frigoriferi MilanesiRIGA 34 LE SCARPE DI VAN GOGHLe scarpe di Van Gogh diventano il filo con-duttore del dibattito filosofico sul rapporto traarte e filosofia. Partecipano il filosofo MassimoCacciari insieme a Riccardo Panattoni e Elio

Grazioli, curatori del volume. Successivi appuntamenti: 17 marzo Riga 13 Primo Levi con Marco Bel-politi24 marzo Riga 32 John Berger con Maria Na-dotti31 marzo Riga 19 Constantin Brancusi conElio Grazioli, 7 aprile Riga 31 Furio Jesi con Enrico Maneragiovedì 20 marzo ore 20.30 - 23.00

Philo: Il “Libro Rosso” di C.G. Jung incontrail cinema:la Grande Guerraprima serata di seminario con Andrea Arrighie Mario Mapelli. Costo del seminario in due se-rate 20 euro. Iscrizione entro il 13 marzo 2014. venerdì 21 marzo dalle ore 9.30

AIM- associazione italiana per la mindfulness:Mindfulness – maniaPotenzialità, meriti, limiti, travisamenti e bana-lizzazioni delle applicazioni cliniche e psico-sociali delle pratiche di consapevolezza! Ingres-so libero fino a esaurimento posti.

OFFICINA DELLA MUSICA DI MILANO

CONSIGLIO DI ZONA 4

5° rassegna Biblio-Note,Biblioteca Calvairate, via Ciceri Visconti 121 marzo ore 18.15

Parole e musica si incontrano - ContaminazioniTRANS-BAROCCO ELETTRICOmusiche di Corelli, Haendel, Dettori, GenesisUgo Martelli, violinoVincenzo Culotta, pianoforteGiovanni Dettori, basso elettrico

SPAZIO LABORATORIO HAJECH LICEO ARTISTICO DI BRERA

Via Hajech 27 - Tel. 02 713443

Fino all’11 marzo

STUDIO AZZURRONel ricordo e nello spirito creativo di Paolo RosaDa lunedì a venerdì ore 9.30/14.30 –15.00/17.30 Sabato ore 9.30-12.30 (ingressovia Hajech, 27)

CENTRO CULTURALE INSIEMEVia dei Cinquecento 1

15 marzo ore 20.45

UN PALCO ALL’OPERALA FANCIULLA DEL WESTdi Giacomo Puccini

FAI – LA CAVALLERIZZAvia Foldi 2

Martedì 18 marzo ore 18.30

Una casa-barca firmata dallo Studio BBPR: laVelarca sul lago di Como. Storia, architetturae designIncontro con Francesco Soletti.

GRUPPO ARTISTICO FORLANINI MONLUÈ

15 marzo

Mostra del Gruppo Artistico Forlanini MonluèCOLORI E MUSICA Presso i locali dell’Associazione Ottavanota invia Marco Bruto 24

OTMA EDIZIONI

16 marzo al Polo Ferrara, piazza Ferrara 2PREMIO “EMOZIONI POETICHE” Le poesie premiate e quelle ritenute meritevolidi segnalazione dalla Giuria del Premio verran-no pubblicate nell’Agenda dei poeti.

WOW SPAZIO FUMETTOViale Campania 12

Fino al 16 marzo

GIPI: unastoria, unamostraIn mostra le pagine dipinte dall’autore di “Una-storia”, il primo fumetto a essere candidato alPremio Oscar. Ingresso libero.Fino al 23 marzo

100 matite per PINOCCHIOil mito di Pinocchio raccontato in 130 anni diimmaginario, illustrazione e fumetto. Ingresso5 euro (ridotto 3 euro)8-22 marzo

BAMBINE TERRIBILI Inaugurazione ore 18.30Personaggi del mondo della letteratura disegna-ta, italiana e internazionale, da Mafalda (chequest’anno compie cinquant’anni) a Lucy (lasorella di Linus, amica di Charlie Brown), daPiccola Eva (per anni personaggio fisso del set-timanale Monello) a Lisa Simpson, dalla bra-siliana Monica alla nostra Stefi. Nell’ambito di “Bambine terribili” spettacoloteatrale “Del piacere e del bisogno del tempolibero” realizzato dalle autrici ed attrici CristinaCastigliola e Paui Galli. Uno “scherzo” in unatto che invita a riflettere sulla qualità e stili divita delle donne e sulla necessità di trovare unequilibrio tra vita lavorativa e difesa del proprio“tempo liberato”. Ingresso gratuito

TEATRO CARCANOCorso di Porta Romana 63

Lunedì 31 marzo ore 20.30

La Lombardia tra nuova criminalità e vecchiacorruzione: che fare?

TEATRO FRANCO PARENTIvia Pierlombardo 14

Classici, che passione!Mercoledì 2 aprile ore 18

In occasione di GLI INNAMORATI di CarloGoldoniMassimo Recalcati: Della nevrosi in amore Info: Ufficio Attività culturali 02.59995252;[email protected]. Biglietti In-tero € 3 Ingresso gratuito con biglietto deglispettacoli per abbonati TFP e per scuole/uni-versità

CENTRO CULTURALE ANTONIANUMCorso XXII Marzo 59/A

15 marzo ore 15.30

Premiazioni dei partecipanti alla XIV edizionedel Concorso letterario (Poesia e narrativa)2013: Omaggio ad Aldo Ghiacci (1933-2012)

GRUPPO ARCHEOLOGICO MILANESE

Corso Lodi 8C - tel. 02 796372 mail [email protected]

Conferenze:Martedì 11 marzo ore 18.30

Federico Colombo: Turchia archeologicaGiovedì 27 marzo ore 17.30

Roberto Alberti: le Metamorfosi o L’Asinod’oro. Un allegoria del destino dell’uomo

ASSOCIAZIONE ITALIA RUSSIA

Via Cadore 16 tel. 02 8056122 www.associazioneitaliarussia.it

6 marzo - 4 aprile

I GIRASOLI DI TAZIO SECCHIAROLI - URSS 1969Mostra di 50 scatti in bianco e nero e a coloridel famoso fotografo, a testimonianza di unmondo e una società scomparsi. Orari: dal lunedì al venerdì 10.00 – 21.00 Sabato 10.00 – 12.00

ASSOCIAZIONE NESTOREc/o Società Umanitaria, via San Barnaba 48

tel 02 57968324

dal 25 marzo al 13 maggio, tutti i martedì

dalle 10.00 alle 13.00

LABORATORIO DI NARRAZIONE AUTOBIOGRAFICASei incontri settimanali, condotti dalla dottoressaStefania Freddo, psicopedagogista e formatricedell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.Per i non soci Nestore è necessario versare laquota di iscrizione 2014 di € 50,00 più il costodel "Laboratorio" di € 75,00.

LO SPAZIOViale Corsica 58 - [email protected]

cell 366 1432427

Incontri gratuitiTutti i mercoledì di marzo ore 19

FIT CAMP per allenarti in compagniaTutti i giovedì di marzo ore 19

RUN4FUN Per iniziare a correre da zero km.....a10 km.

CASCINA CUCCAGNAvia Cuccagna 2, ang. via Muratori

I laboratori per bambiniCrea e Mangia! Assaggi di cultura contadinalunedì 10 marzo dalle 16.30 alle 18.30

IL PROFUMO ECOLOGICO FAI-DA-TELaboratorio di profumi naturali per ambienti acura di Hierba-Buenalunedì 24 marzo dalle 16.30 alle 18.30

FACCIAMO LA MOZZARELLALaboratorio di filatura della mozzarella di bufalaa cura dell’Azienda Agricola CasarottiEtà consigliata: dai 6 agli 11 anni, bambini ac-compagnati. Quota di partecipazione: 5 euro -3 euro con Tessera Sostenitore Cascina Cucca-gna. Numero partecipanti: 15/20 bambiniPer informazioni e iscrizioni: [email protected]

ARCI METROMONDO www.metromondo.it - [email protected]

Sabato 22 marzo ore 11

Milàn l’è un gran Milàn, tour di conoscenzadella cittàTour Morivione-Vigentino. Ritrovo in via Ri-pamonti alla fermata del tram Ripamonti-Serio.Percorso lungo la Roggia Vettabbia e introdu-zione alla storia e alle leggende del quartiereMorivione - Pranzo al bistrot Lilla - Percorsolungo via Verro e scoperta dei suoi vecchi ne-gozi - Visita a via Campazzino e al Circolo deicollezionisti - Scoperta del quartiere Vigentino- Visita al tempio buddista e a una vecchia ca-scina - Aperitivo in serataInfo ed iscrizioni via e-mail a [email protected] telefonando ai nr 0289159168 / 3896986350

CIRCOLO CULTURALE IL DIBATTITO

CRSC TULIPANOVia Calvi 31

8-22 marzoMostra di pittura al femminileLA DONNA NEL MONDO E NELL’ARTELe opere esposte saranno prevalentementerealizzate dalle pittrici che frequentano icorsi di Belle Arti al Cral del Comune diMilano.

L’inaugurazione si terrà l’8 marzo alle15.30La mostra sarà presentata da Edoardo Papa,esperto d’arteAlle pittrici partecipanti il circolo culturale“IL DIBATTITO” offrirà una mimosa, sim-bolo della festa. Ci saranno momenti d mu-sica e di intrattenimento che allieteranno ilpomeriggio culturale.