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6 Guardia: quando il mare si contempla dall’Alto … Come dire a gente che “va per mare”, che ama il mare, che è familiare col mare – magari a ridosso del Natale come in questo caso – qualcosa che non sia banale e scontato? Ci provo, come ho provato molto spesso a contemplare il mare dall’alto del Santuario della Guardia. Chi è stato quassù, forse ha avuto modo, tra le altre cose, di trovarsi al limitare del grande piazzalone antistante il santuario, al luogo chiamato “osservatorio”. Un posto strategico. Un piccolo manufatto, quasi una terrazza aperta sull’infinito, ti prospetta, con le direzioni della rosa dei venti, una serie di mete lontane cariche di grandi significati per tutti. La vista di quel panorama mozzafiato, ti ammutolisce e non può non farti pensare. E così, anche chi non è familiare col mare, può abbordare i valori della gente di mare. Quali? Provo a pensarne qualcuno: roba che ho trovato spesso nella “gente di mare” … Lo stupore davanti all’immensità, ad esempio.La contemplazione silenziosa di ciò che ai tuoi occhi rimane comunque “mistero”.La coscienza che “mistero”non è sinonimo di irreale, ma solo di una realtà più grande di te e di tutte le tue presunzioni. Il senso dell’incommensurabilità delle dimensioni dell’ampiezza e della profondità e, con queste, della grandezza di quel “piccolo uomo” che siamo, capaci di solcare, cercare, parzialissimamente conoscere e godere di tanta bellezza. Non è, tutto questo, una pallida immagine della vita, del tuo rapporto col mistero di te stesso ( tu stesso incommensurabile e misterioso anche a te medesimo)? Non è questo il parametro giusto – umile e veritiero – del tuo rapporto col divino? E’ allora che ti appare piccina e sciocca presunzione quella che qualche volta hai chiamato “realtà” e “concretezza”. Che sciocco quel: “Se io non vedo non credo” del piccolo ometto che non è capace di guardare al . “Mistero” senza rifiutarlo! “Ovunque il guardo giro – scriveva il grande Metastasio immenso Dio ti vedo Nell’opre tue ti ammiro, ti riconosco in me”. E’ allora, se ci avviciniamo con umiltà al “mistero” di Dio, che ritroviamo, con pari stupore, il senso dell’ampiezza, della profondità, della bellezza del nostro mistero che è solo un piccolo riflesso del mistero insondabile di Dio. In parole povere, pare proprio si debba dire che chi vuol capirci qualcosa in se stesso , non può non sondare il mare di Dio. Perso Dio è perso l’uomo, trovato Dio – gradualmente, a tentoni ( a bracciate come fa il nuotatore delle profondità) – è ritrovata, con crescente entusiasmo, la propria identità più profonda.E - proprio perché questi non rimanessero i termini di un percorso filosofico o intellettualistico solo per pochi - Dio e il suo “Mistero”, “si è fatto uomo ed è venuto ad abitare in mezzo a noi” (Gio. 1,14). Così il “mistero” lo ritroviamo in un semplice “bambino”, nella greppia di un antro/ricovero per animali, in quel di Betlemme in Palestina. E’ roba di oltre duemila anni fa ed è roba di oggi per chi sa affacciarsi con umiltà al “mistero” senza preconcetti. Beato chi ha il coraggio di ritrovare negli occhi di quel bambino l’ampiezza, la grandezza, la profondità del mistero. E’ come quell’immensità profonda che abbiamo visto e vediamo in mare ogni giorno. Il mare, come la Fede, è solo per uomini capaci di contemplazione, di silenzio, di stupore, di entusiasmo . In quel mare e in quel mistero, c’è posto per tutti, c’è … bene per tutti. Nessuno può catturarla – la ricchezza di Dio – solo per sé. Il mare, come il cuore di Dio, come il cuore dell’uomo è così anche fecondo e la fecondità è il segno che non abbiamo sbagliato salire su “quella” barca…. Un augurio natalizio dalla Guardia? Che tutti voi, amici del mare, possiate diventare presto, se già non lo foste, amici di Dio e capaci di grandezze, come Lui. Monsignor Marco GRANARA Rettore del Santuario di N.S. della Guardia 1 www.cgsport.it CG Sport News Dicembre 2011 N° 2

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Guardia: quando il

mare si contempla

dall’Alto …

Come dire a gente che “vaper mare”, che ama ilmare, che è familiare colmare – magari a ridossodel Natale come in questocaso – qualcosa che nonsia banale e scontato? Ciprovo, come ho provatomolto spesso acontemplare il maredall’alto del Santuariodella Guardia. Chi è statoquassù, forse ha avutomodo, tra le altre cose, ditrovarsi al limitare delgrande piazzaloneantistante il santuario, alluogo chiamato“osservatorio”. Un postostrategico. Un piccolomanufatto, quasi unaterrazza apertasull’infinito, ti prospetta,con le direzioni della rosadei venti, una serie dimete lontane cariche digrandi significati pertutti. La vista di quelpanorama mozzafiato, tiammutolisce e non puònon farti pensare. E così,anche chi non è familiarecol mare, può abbordare ivalori della gente di mare.Quali? Provo a pensarnequalcuno: roba che hotrovato spesso nella“gente di mare” … Lo

stupore davantiall’immensità, adesempio.Lacontemplazione silenziosadi ciò che ai tuoi occhirimane comunque“mistero”.La coscienzache “mistero”non èsinonimo di irreale, masolo di una realtà piùgrande di te e di tutte letue presunzioni. Il sensodell’incommensurabilitàdelle dimensionidell’ampiezza e dellaprofondità e, con queste,della grandezza di quel“piccolo uomo” chesiamo, capaci di solcare,cercare,parzialissimamenteconoscere e godere ditanta bellezza. Non è,tutto questo, una pallidaimmagine della vita, deltuo rapporto col misterodi te stesso ( tu stessoincommensurabile emisterioso anche a temedesimo)? Non è questoil parametro giusto –umile e veritiero – del tuorapporto col divino? E’allora che ti apparepiccina e scioccapresunzione quella chequalche volta haichiamato “realtà” e“concretezza”. Chesciocco quel: “Se io nonvedo non credo” delpiccolo ometto che non ècapace di guardare al

. “Mistero” senzarifiutarlo! “Ovunque ilguardo giro – scriveva ilgrande Metastasio –immenso Dio ti vedoNell’opre tue ti ammiro, tiriconosco in me”. E’ allora,se ci avviciniamo conumiltà al “mistero” di Dio,che ritroviamo, con paristupore, il sensodell’ampiezza, dellaprofondità, della bellezzadel nostro mistero che èsolo un piccolo riflessodel mistero insondabile diDio. In parole povere,pare proprio si debba direche chi vuol capirciqualcosa in se stesso ,non può non sondare ilmare di Dio. Perso Dio èperso l’uomo, trovato Dio– gradualmente, a tentoni( a bracciate come fa ilnuotatore delleprofondità) – è ritrovata,con crescenteentusiasmo, la propriaidentità più profonda.E -proprio perché questi nonrimanessero i termini diun percorso filosofico ointellettualistico solo perpochi - Dio e il suo“Mistero”, “si è fatto uomoed è venuto ad abitare inmezzo a noi” (Gio. 1,14).Così il “mistero” loritroviamo in un semplice“bambino”, nella greppiadi un antro/ricovero peranimali, in quel di

Betlemme in Palestina. E’roba di oltre duemila annifa ed è roba di oggi perchi sa affacciarsi conumiltà al “mistero” senzapreconcetti. Beato chi hail coraggio di ritrovarenegli occhi di quelbambino l’ampiezza, lagrandezza, la profonditàdel mistero. E’ comequell’immensità profondache abbiamo visto evediamo in mare ognigiorno. Il mare,come la Fede, è solo peruomini capaci dicontemplazione, disilenzio, di stupore, dientusiasmo . In quelmare e in quel mistero,c’è posto per tutti, c’è …bene per tutti. Nessunopuò catturarla – laricchezza di Dio – solo persé. Il mare, come il cuoredi Dio, come il cuoredell’uomo è così anchefecondo e la fecondità è ilsegno che non abbiamosbagliato salire su“quella” barca….Un augurio natalizio

dalla Guardia?Che tutti voi, amici delmare, possiatediventare presto, se giànon lo foste, amici diDio e capaci digrandezze, come Lui.

Monsignor

Marco GRANARA

Rettore del Santuario diN.S. della Guardia

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CG SPORT NEWS

La sicurezza in

mare

“in mare è l'esperienzasuccessiva al primoapproccio, il confrontocon gli elementi e i nostrilimiti, che ci permette diandare avantinell'apprendimento e diconsolidare la nostraautonomia.Un percorso che iniziacome sempre con i primipassi: quelli compiutidopo un primo contattocon la barca, molte altrevolte attraverso un corsobase, altre volteattraverso un corsopatente nella convinzioneche l'agognata abilitazioneequivalga a saper andarper mare. Convinzionesbagliata!, che nella granparte dei casi comportache i primi passi versol'autonomia sono fattiall'indietro, tornando algrado di mozzo, lasciandoil rango di comandante.”.In queste parole delgrande Nico Caponetto viè la chiave di lettura delpercorso di chi vuolediventare un tribolantedel mare.E' impressionanteconstatare quanto sianodotati di umiltà coloroche, senza ombra didubbio, sono i veri egrandi navigatori delmillennio. Ognuno di noi,passando una cimaall'ormeggio, può avereincrociato gli occhi conun potenziale grandenavigatore. Solosoffermandoci un po' dipiù, nel gustare una birraal bar del porto, si notanogli stessi occhi,distinguendo colui chenavigherà da colui che,spocchioso, declameràsoltanto di averlo fatto.L'umiltà ci aiuta nellaconsapevolezza diacquisire informazioni enon essere mai certi diaver fatto tutto ilpossibile per

scongiurare incidenti.Nella mia esperienzaprofessionale al Ministerodei Trasporti opero con leforze della PoliziaStradale sulle strade edautostrade, nei porti e neivarchi di frontiera neltentativo di esserepartecipe di unariduzione del flagello di6000 vittime all'anno checi colpisce sulle strade.Parimenti sul mare esulle vie interne siverificano emergenze chepossiamo combatteresolo con la formazione,l'informazione e larepressione. Il preziosolavoro della Guardiacostiera nulla può se ilnavigante non conosce.Oggi possiamo parlare distrade del mare e dellevie interne, per ilnumero degli utenti incontinuo aumento e per ilconseguente degrado chene deriva.Da qui possiamocominciare un percorsoprivo di passaggiprecostituiti sullanecessità di saperaffrontare le emergenze inmare.Quando possiamo dire diessere in sicurezza?

Quando sussistonocondizioni di ciò che èprivo di pericoli!Da qui si intuisce comesiano indispensabilicomportamenti e azioniattuati per preveniresituazioni di pericolo.E...Quando possiamo diredi essere in condizioni diemergenza?Quando le circostanzesono imprevedibili!Queste poche domande ciproiettano subito sualcuni concettiindispensabili nellatrattazione dell'argomentoche vogliamo affrontare:

La Sicurezza è

prevenzione.La prevenzione si attuaattraverso l'informazionee la formazione.

L'emergenza è ilfallimento dellaprevenzione Un buonesercizio per noi tribolantidel mare potrebbe esserequello di identificare, tratutte le dotazioni disicurezza, quali sono di. prevenzione e quali diemergenza. “Il mareaspetta l'occasionebuona, resta in agguatocome un coccodrillo e poiinghiotte; non perdonaniente all'uomo, non loama affatto.Il mare è cattivo... mondieu! quanto è cattivo!Come si fa ad amare ilmare se si è realisti ?Perché mitizzare letraversate in solitaria, chesono pericolose, costose einutili? Sfidare il mare,dicono? Solo per la gloriae l'avventura!Quando io sfido il mare, èper strappargli dalle fauciuna vita umana...”La prima volta cheascoltai queste parole di

François Mic, bretone delMaritime Rescue a Brest,ero pronto a vivere ilsogno delle mareebretoni e dei libri dinavigazione da me letti,colmi di eroi navigatorisprezzanti del pericolo;l'immagine che mi vennealla mente, invece, fu unadelle prime volte chesoccorsi una persona cherischiava di affogare inmare, così vulnerabile,così fragile, l'eccitazione ela paura del pericoloincombente, per me e perlui.

Ho capito cosa provano icolleghi della Capitaneriadi Porto quando sono lì ,pronti a salvarti e arischiare la vita di lorostessi in mare, un attimoprima di partire, unattimo prima di calarsi inmare, un attimo prima...e basta.E' rabbia! Per quello! che

si poteva fare e non si èfatto, per quello che sipoteva dire e non si èdetto, per quello che sidoveva sapere e si èignoratoEd è in questo che leggol'urlo contro il vento delcomandante bretone, lasua frustrazione.Imponiamoci di farequesto primo passo,quello della prevenzione,per raggiungere lasicurezza di sapere cosafare per affrontarel'emergenza.

Sergio VIO

Direttore TecnicoMotorizzazione CivileGenova

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CG SPORT NEWS8

LETTERA DEL DIRETTORE

Natale 2011

Cosa dire nel formularegli auguri per il prossimoNatale, senza ripetersi eduscire dallo schema delleabitudini.E’ senza dubbio unagioia poter, a nome del

direttivo CG Sport,

ringraziarVi per la

collaborazione al nostrogiornale

“ CG Sport News ”progetto che si èconcretizzato grazie alvostro aiuto.In verità, sono trascorsiappena tre mesi dallaprima uscita delgiornale, abbiamocostituito un gruppo dilavoro, la redazione deicollaboratori principaliun responsabile allafotografia un grafico edaltri aggiunti dei qualioggi leggiamo il lorocontributo. Abbiamodato voce attraverso inostri articoli a variargomenti, con espertidel settore e non solo.Sperando di aver coltonel segno e di essere inqualche modo utili a chici legge, formulo inqualità di Direttore atutto lo staff, un grandeAugurio per la possibilitàche ci dà di interagirecon gli altri.

Auguro a Voi tutti

ed ai Vostri cari un

sereno Natale.

Sergio Giordano

La Barca

e le Dotazioni

di Sicurezza

Anche se il tema èinteressante come unafilastrocca in armenoantico, se ne imponela conoscenza; per non

infliggere all’amico lettoreil dettaglio dellanormativa (o, almeno, pernon farlo in un’unicasoluzione), inizieròl’esame della questione apiccole dosi.

Cominciamo dallecinture di salvataggio –tecnicamente, “dispositiviindividuali digalleggiamento” -prendendo ad esempio edin concreto la navigazioneentro le 6 miglia, cheriguarda la maggior partedei diportisti.

Il testo ministeriale diriferimento è ancora laCircolare del Ministerodei Trasporti del18.03.2009 - prot. 4866

- ad oggetto “ Impiego a

bordo delle unità da

diporto di dispositivi

individuali di

galleggiamento ”,

reperibile su internet (peruna sintesi delledisposizioni vigenti, vedi

www.guardiacostiera.itIn breve, entro le 6

miglia è obbligatoria unacintura di salvataggio perogni persona a bordo, conle caratteristiche indicatedalla Circolare e quindi,nel caso, per bambini eragazzi il requisitominimo è di 50.N, 100.Nper gli adulti; oltre le 6miglia, i salvagentidevono rispettare i criteridella normativa ISO12402, suddivisa in 10parti, tutte strettamentecorrelate fra loro e chedisciplinano l’interoargomento: per il diporto,almeno 150.N per gliadulti e 75.N perbambini e ragazzi.In caso di dubbio, risultadi utilissimaconsultazione il testo “ IlDiporto Nautico in Italia

Anno 2010 ”,realizzato dalMinistero e diffusonell’ottobre scorso inoccasione del 51°Salone Nautico(reperibile suwww.mit.gov.it).

Saluti a tutti.

Pier Luigi Zanoni

Vivere il mare

in sicurezza

E’ proprio vero, il mondoè bello perché è vario:alla presentazione del“Salone Nautico diGenova 2011” gli standche si occupano di cartenautiche (istituzionali aparte) sono sempremeno.Alcuni giorni fa uncliente mi dice “devoportare una barca inTurchia “, ho le carte suun’altra barca ma per“tracciare la rotta” dellatraversata è bene averlea bordo ed è per questoche le ricomprerò.Questo sia da esempio,c’insegni che lanavigazione deve esserefatta con coscienza,serietà e professionalitàanche per la nautica dadiporto. Ed ecco, primaancora di entrare nellospecifico dell’argomento,che il primo “ostacolo” sipresenta all’orizzonte:come conservo econsulto a bordo lecarte nautiche?Le carte edite dagliIstituti Idrografici ahinoisono dei fogli di circa100 cm x 80 cm e diconseguenza più labarca è piccola, maggioreè il problema diconservarle a bordo,eccezion fatta per le navied i Mega yachts che,pur avendo un cospicuonumero di carte, dispazio a bordo in ognicaso ne hanno asufficienza.Ci sono principalmente

due possibilità (tenutoovviamente conto che lecarte non si devonobagnare, anche seresistenti):1) arrotolarle econservarle in un tuboportacarte: le carte siconservanoperfettamente lisce, peròogni volta bisognasrotolarle, fermarle agliangoli ed il numero otitolo che le identifica,non è sempred’immediata lettura;2) piegarle e conservarlein custodie o contenitoritrasparenti plastificati:in questo caso(piegandole nel modogiusto) lanumerazione/titolo dellacarta è di facile lettura,occupano minor spazioma le pieghe a volte,ostacolano il carteggio.Abbiamo così individuatouna prima zonaimportante della cartanautica, l’angolo (postoin alto o in basso in baseal tipo di carta) nel qualesono riportate lecaratteristiche: numero,tipo e titolo della carta,proiezione, scala,informazioni varie noteed avvertenze; tuttiargomenti di cui avremomodo di trattareampiamente.In questo periodo siamosempre un po’ a cortod’idee, un suggerimento(ovviamente di parte):ricordate, una cartanautica è sempre unregalo gradito per chi vaper mare.Un sincero augurio diBuon Natale.Arrivederci al nuovoanno.

Enrico Fortunati

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4CG SPORT NEWS

BUON

COMPLEANNO

ITALIA

Per la mia generazione ifesteggiamenti per il 150°anniversario dell’ Unitàd’Italia sono un piacevoletuffo nel passato, aibanchi di scuola, quandocorreva l’anno 1961 e sifesteggiavano i 100 annidall’unificazione.Come non ricordare ivalorosi eroi, checontribuirono al piùprestigioso progetto cheuna Nazione possa avere“ l’unità”.Da Giuseppe Garibaldimitico eroe dei duemondi, la memorabileimpresa dei Mille, dallapartenza da Genova allosbarco in Sicilia, perliberare l’Italiameridionale; impresaaffidatogli dal re suconsiglio del Cavour, ciòmi faceva sentireorgogliosa della mia cittàteatro di un eventoimportante che avrebbecambiato la storia.Studiare su quel testoscolastico la biografia diGiuseppe Mazzini Luigenovese doc, politico,rivoluzionario, filosofo,patriota fondatore della“Giovane Italia”promotoredell’unificazione, seppecon i suoi alti idealicoinvolgere donne euomini, alcuni ricordatinei libri di storia altririmasti ignoti ma tuttispinti da grande amoreed altruismo per la nostraPatria.Il conte Camillo Benso diCavour nato in quel diTorino respira fin dapiccolo l’aria di casaSavoia, tanto da divenirenon solo per il Suo rango,ma e soprattutto per leSue capacità, ministro econsigliere di Re VittorioEmanuele II primo re d’Italia di casa Savoia.Sono loro insieme a moltialtri i padri della nostraItalia, che quest’annoabbiamo festeggiato per i

suoi 150 anni e comein ogni compleanno chesi rispetti, credo fossegiusto ricordare chi ciha dato i natali e sentirlia noi vicini, loro esempidi vita ci hanno lasciatoqualcosa da amare erispettare per sempre.Oggi non leggo più i libriscolastici ma ahimè iquotidiani che nonsempre riportano notizieconfortanti, oggi comeallora vi sono donne euomini di buona volontàimpegnati nel Sociale enelle Istituzioni i “nuovieroi” sarannocertamente capaci diguardare al passato percostruire il futuromigliore che meriti,

Auguri Italia.

Gloria Bolognesi

LE VELE: DURATA E

MANUTENZIONE

Quante volte ci siamochiesti quanta vita puòavere la nostra vela?Occorre fare unadistinzionefondamentale prima diiniziare a parlaredell’argomento: inparticolare bisognachiarire cosa sono la“durata massima” e la“durata di prestazione”delle vele.Per durata massimas’intende per quantotempo la vela potràessere utilizzata, cioè ilmomento in cui iltessuto sarà talmentedegradato che sidanneggerà anche seutilizzato in condizionidi venti leggeri. In questicasi si dice che la vela è“cotta”. Per durata di

prestazione si fariferimento invece al tempodurante il quale la velapotrà garantire leprestazioni e lecaratteristiche diprogettazione. Va ricordatoa questo proposito che ilcostruttore velaio stabilisceun range di utilizzo in baseall’intensità del vento che,per le barche da crocierasarà piuttosto ampio,mentre per le barche daregata sarà decisamentepiù ristretto per ovvimotivi.Le vele delle barche dacrociera dovranno avereuna durata massima neltempo con prestazionidiscrete in ogni condizione,mentre le vele da regatadovranno avere ottimeprestazioni in un temporelativamente ridotto.Pertanto il velaio dovràconoscere il tipo di utilizzoche si vorrà fare della vela,le caratteristiche dellabarca e lo scopo che si èprefissato l’armatore, perpoter quindi progettareuna vela che soddisfi leesigenze che lo skipper si èposto.Per quanto riguarda imateriali con cui vengonoprodotte le vele possiamoessenzialmente distinguerlitra quelli per le barche dacrociera, che sononormalmente prodotte in“dicron”, tessuto biancoquando è nuovo, e un po’più scuro con il passare deltempo e tra quelli per lebarche da regata, che sonocostruite con materialilaminati/compositi comepoliestere, kevlar, mylar,carbonio e molti altri.Da quì è interessantecapire quali possono esserele cause di deterioramentoe i modi per prolungare lavita delle nostre vele:Luce solare, raggi uv: perquesto problema occorreràpremurarsi di proteggere ocoprire le vele quando nonvengono utilizzate.Sbattimento efileggiamento: tra imateriali con cui sonostate costruite le vele dacrociera, il dacron è quelloche resiste maggiormenteal fileggiamento in quantola sua costruzione,

l’impiego di resine e lastruttura del tessuto, neimpediscono ildeterioramento, ma colpassare del tempo la velaperde rigidità diventandosempre più elasticaperdendo così la suacapacità di mantenere laforma originaria sottocarico (intensità delvento). Le vele da regataavranno massimaresistenza al carico eminore allo sbattimentoper loro struttura. Perlimitare dettoinconveniente, ognitipologia di vela,occorrerà mantenere laportanza.Usura per sfregamentocontro l’attrezzatura dibordo: questo tipo dicontatto è sistematico ogniqualvolta si effettua unavirata più o meno marcata;per questo motivo le vele, in

corrispondenza deiprincipali punti disfregamento (crocette,sartie,albero, draglie)vengono rinforzate.Umidità: tutte le velesoffrono di questoinconveniente pertantoprima di ripiegarle sarànecessario, per quantopossibile, farle asciugare.L’acqua di mare è piùdannosa di quella dolce.Utilizzo in condizioni oltreil range indicato dalcostruttore: ogni velaviene costruita persopportare un maggiore ominore carico di vento,quindi se utilizzata oltre illimite massimo indicato,la vela si deformariducendo così le suecaratteristiche.Concludendo, direi chedovremo considerare lenostre vele come unMotore Ecologico,pertanto dovremoprendere piccoliaccorgimenti che a voltepotrebbero sembrarciperdite di tempo, perpoter prolungare la vitadelle nostre vele e darcitranquilli veleggiamenti inogni condizione.

De Martini Giacomo

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Storica ricetta ligure,

la buridda: pesce in

“tocchetto” o in

guazzetto.

A Genova la "buridda" è ilpesce tagliato a pezzi ecucinato in umido con l'olio el'aggiunta di pinoli, capperi,funghi e prezzemolo. Questopiatto, un tempo consideratozuppa, viene oggi servito comepiatto unico, dal ricco valorenutritivo e dall'alto tassoproteico. Vediamo allora comepreparare una portata per 6persone:Ingredienti e Dosi:1,5 kg. di pesce assortito[calamari, polpo, seppie, codadi rospo (ranapescatrice),rombo, scorfani,triglie, ecc.].acciughe sfilettate.Mix di carota, cipolla, sedano,pinoli e capperi tritati.2 spicchi di aglio.

Un mazzetto di prezzemolo.5 cucchiai di olio EVO.3 pomodori freschi spellati e

senza semi.30 gr di funghi secchi.Brodo di pesce. Sale e pepe dimulinello. Fettine di paneabbrustolito

Procedimento

Pulite il pesce, diliscate etranciateli a pezzi,conservando anche leteste e la coda.Intanto inuna casseruola - megliose di coccio, come vuolela tradizione - soffriggeteil trito di verdure; appenacomincia a prenderecolore, unite i filetti diacciughe fino a che sisciolgono.A questo puntoaggiungere il pesce.Cuocete il tutto a fiammaleggera, assieme a delfumetto di pesce o, ascelta, ad acqua. Dopo 30minuti di bollore,aggiungete la polpa deipomodori ed i funghisecchi precedentementeammollati in acquatiepida. Mescolatedelicatamente e lasciateproseguire la cottura peraltri 30 minuti. Il sugonon deve essere né troppoliquido né troppo denso.Infine servite il tutto inuna ciotolamonoporzione,

insieme a fettine di paneabbrustolito, prezzemolotritato e un filo di EVOcrudo(La stessa ricettapuò essere utilizzata percucinare anche lostoccafisso, il gronco, ilpalombo e le seppie).

Mario Pellegrini

Mario Pellegrini è nato aNew York (USA) il22 maggio 1961. Hafrequentato la scuolaalberghiera e per lunghianni ha svolto in varienazioni il proprio lavoro,crescendo con costanteprofessionalità, e ciò lo hareso duttile nell'arteculinaria, maturandolunghe e approfonditeesperienze nel campodella ristorazione.I suoi piatti tipicamenteliguri ma anche unacucina semplice esaporita.Il suo motto è il segretoper la buona riuscita diuna ricetta…… l’amorecon cui ci si dedica!

Venduta a blocchetti biancastri “ LA CANFORA “Si estrae soprattutto da un albero “ il Cinnamomun camphora “ presente in Asia orientale e nelle forestedel Borneo “ la Dryobalanops aromatica “.Sottoponendo le foglie e pezzi di legno a vapore acqueo, alla distillazione ricavando un estratto d’acqua eolio poi separati per centrifuga o per pressione.Già nell’ 800 la canfora era diffusa come rimedio contro il colera e alcune malattie diffuse in quel tempoma soprattutto due secoli dopo, per respirare meglio. Le virtù benefiche e la tossicità di questa sostanza.Oggi non più usato nella medicina occidentale ma qualche decennio fa, usato come regolatore cardiacocon effetto stabilizzante sulla pressione del sangue. Oggi usato nella medicina omeopatica e cinese.Nel proseguo……..Le sue proprietà …………………9

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LA CASA DI PESCIALa mia casa di Pescia aveva il tetto aguglia ed era piena di quadri, ad ognimurena ce n’erano appesi almeno due; la cucina era molto spaziosa, conun’enorme cappasanta che aspirava tutti gli odori, in barbo a qualsiasideodorante. Entrando mi soffermavo spesso sulla sogliola, dando un’occhiataall’interno. Ciò non mi impediva ogni volta di picchiare il nasello contro unaspigola. Tutte le finestre davano sul cavedano, lasciando le stanze in ombrinacosì da dover accendere il luccio anche di giorno. Sono molto disordinato… ognitanto faccio una cernia e sgombro una stanza poi ricomincio da capo, senza la6minima remora. Non c’è scampo per la mia razza! Nella mia casa amosoprattutto scrivere, anche se ho fatto soltanto lo squalo elementare; quando hodavanti penna inchiostro e calamaro devo per forza scrivere qualcosa. Sareidiventato un ottimo avvocato perché per ogni vertenza ho sempre un’aringapronta. Il merito è forse di mio nonno, che era longobardo di nascita ma persicodi origine. Faceva il falegname e lavorava tutto il giorno con sega e martello.Ogni sera, prima di dormire, mi raccontava uno storione, gli piacevano molto iracconti di cappa e spada. Egli mi insegnò a guardare le stelle marine con ilcannolicchio, era un brav’uomo, attirava il ferro con la palamita e mi dicevasempre: “ Cosa vuoi che ne seppia di astronomia ? ” Un giorno gli si è slacciatauna carpa ed inciampando si è slogato un polpo e tagliandosi con un ferro pienodi muggine si è preso pure il totano. In breve si è ammalato, forse perchéfumava troppi avanotti: alla fine eravamo sempre in farmacia a comprarequalche pastinaca; era diventato un caviale da laboratorio ed un campionario dimalattittiche: mal di dentice, salmonella successivamente si è ricoperto dicrostacei, ed infine febbre e gronco polmonite. In un baleno, durante unencefalogramma ha sognato un cocchio, poi una triglia ed in un delirio dionnipotenza, una quadriglia che trota e galoppa nella notte; prima di morireriuscì però ad esaudire il suo vero sogno: attraversare Venezia in vongola. Orcamiseria è già passata un’orata, si è fatto tardi! Ho promesso che sarei venuto aprenderti stasera con la mia torpedine blu!

Eugenio Repetto

Sabbia o Roccia

Ok… ci siamo presentatiad un amico, ad unapassione, a qualcosa checi coinvolge… allorafacciamo fisicamente iprimi passi verso di luiche si presenta quasimassaggiandoci i piedicon le sue onde. E’ già quiche notiamo unadifferenza di connessionecon la terra e in qualchemodo i nostri piedi scalzil’avvertono ancora di più:esistono coste di sabbia,a grana fine o grossa ecoste rocciose a volteanche a picco sul mare. Ifenomeni di erosione e

sedimentazione,determinati dalle onde,dalle maree e dallecorrenti marine costiere ein alcuni casi i delta deifiumi con il loro apportodi sedimento sono iresponsabili delle areecostiere sabbiose. Ma nonaddentriamoci tropposulla formazione diqueste aree, cerchiamoinvece di analizzarleintorno al limite fisico traaria e acqua cosariusciamo a scoprire. Adun occhio più attento,soprattutto sui fondalirocciosi, non sfugge ilfatto che la costa cambiain prossimità dell’acqua econtinua a cambiare piùandiamo in profondità

È qui che io possoidentificare quelli che inbiologia marina sichiamano Piani Marini:sopralitoralemesolitorale,infralitorale, ecircalitorale Questiambienti sono statiraggruppati in piani, inquanto presentanocaratteristiche fisicochimiche omogenee ecostanti e sidistinguono sia infondali molli che duri,ma variano digrandezza a secondadel.. profilo terrestre,della limpidezzadell’acqua odel tipo di fondo. Piùnello specifico il piano

sopralitorale è quelpiano Che ècostantementeall’umidità prodottadai movimenti ondosi, ilmesolitorale quel pianoche viene sommersodall’alta marea, madurante la bassa è fuoridall’acqua, l’infralitoraleè il pianocon più vita biologica,ivi compreso ilsubacqueo (cisoffermeremo molto suquesto piano inseguito), Il circalitoraleè un po’ consideratal’ultima spiaggia, vistoanche la sua prevalenzaa fondali molli ed è unpiano dove si trova pocavita.

Massimo Marenco

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Cosa fare se colti

dalla burrasca.

Era successo tuttoall’improvviso, il ventoaveva cominciato asoffiare ululando e lesartie ronzavano, quasianimate.“ L’avevano detto albollettino meteo ” pensò.La pioggia cadeva ascrosci facendo ribollireil mare che l’accoglievabianco di spuma.Ogni poco ilComandante dovevarimettersi il cappucciodella cerata gialla datempesta, ma restavasaldo ed impavido altimone, bagnato fino almidollo.Il freddo penetravaimpietoso finchè sentì dinon potercela fare più,conosceva i pericolidell’ipotermia e lipaventava.Così scese dalla barcaed andò a prendere unacioccolata calda al bardel porticciolo.

L’ipotermiaSappiamo tutti che latemperatura corporea diun essere umano ècostantemente uguale a37°, parliamonaturalmente ditemperatura interna,l’esposizione al freddogeneralmente nondetermina abbassamentidella temperatura degliorgani interni, salvoparticolari condizioni,per esempio una miseda spiaggia sullaMarmolada in gennaiodà ipotermia, così comel’immersione in acquafredda o gelida, cosìcome esporsi conindumenti bagnati oinadeguati al freddo e alvento per un lasso ditempo abbastanzalungo.Si ha ipotermia quandola temperatura internascende a 35 gradi, al di

sotto di questa sogliainizia la zona di pericolo,sotto i 30° il rischio dimorte è quasi certo

Il nostro organismo inuno primo tempo cercadi contrastarel’ipotermia attraversodelle contrazioniinvolontarie dei muscolile quali, essendo lavoromuscolare, generanocalore, questecontrazioni sono ibrividi.Non vanno sottovalutatie assolutamente nonvanno contrastatibevendo alcolici i qualidanno una sensazionedi calore, ma facendodilatare i vasi sanguignicutanei aumentano ladispersione termica conil risultato di unulteriore diminuzionedella temperaturacorporea e quindi conun accelerazionedell’assideramento.Di fronte ad unapersona in evidentestato di ipotermia,pallida e tremante cosafare?Prima di tutto se haindumenti bagnatisostituirli con vestiti e\ocoperte asciutte, in unazona riparata dal vento,possibilmente farle berelentamente dellebevande calde e magariabbracciarla.Il “ calore umano” faràil resto.

E’ intuitivo che lamiglior terapia perl’ipotermia è laprevenzione che siottiene indossando ,nella previsione diesposizione prolungata atemperature rigide,indumenti tecnici,impermeabili edantivento, dellacioccolataautoriscaldantepotrebbe fare ladifferenza fra vivere omorire.

Se poi il meteo fossedavvero proibitivo fatecome il nostroComandante , restate inporto.

Giorgio Valiakas

Il DottoreGiorgio Valiakas

ha conseguito la laureain Medicina pressol’Università di Genova nel1978 e da allora haintrapreso la carrieranella città di Genova enel suo hinterland, ovesvolge la professione, daoltre un trentennio. Lalunga esperienzamaturata in“medicina di famiglia”,grazie anche alladedizione nel sociale, ilcontinuo contatto con lepersone ha evidenziatol’esigenza di una tutelaglobale dell’individuo,non solo da un punto divista medico, ma anchepsicologico.Il raggiungimento diquesto obiettivo di

completa tuteladell’individuo, costituiscela ragionefondamentale dell’operasvolta dal DottoreValiakas, continuando lasua opera, quale socio,nell’AssociazioneSportiva DilettantisticaCG Sport e responsabileCollaboratorePrincipale del periodico “CG Sport News “.

Dott. Valiakas, saràlieto di rispondere aquanti necessitassero dichiarimenti inerenti allanutrizione in barca, statidi sofferenza legati almoto ondoso osemplicemente, il Medicoin barca racconta!

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CG SPORT NEWS

LA VOCE DEI

CONSUMATORI

Lega Consumatori èun’associazione di tuteladei consumatori e degliutenti promossa dalleA.C.L.I. nel 1971,riconosciuta dallaRegione Liguria ed alivello nazionale dalConsiglio Nazionale deiConsumatori ed Utenti(CNCU), istituito presso ilMinistero delle AttivitàProduttive.A Genova è presente inVico Falamonica 1/10(Tel. 010/2530640) con lasua sede, coordinata dalPresidente provincialeGloria Bolognesi, ed offreai consumatori servizi diinformazione, assistenzae consulenza in numerosesettori, tra cui segnaliamoutenze/fatturetelefoniche, bollettederivanti dalla fornituradi gas ed energiaelettrica, garanzie suprodotti difettosi,assicurazioni, banche,viaggi e multiproprietà,trasporti, poste, saldi evendite commerciali,condominio, pubblicitàingannevole, multe.Lo scopo principale dell'attività svolta dallosportello LegaConsumatori consistenell'offrire aiconsumatori, grazie aisuoi esperti, la possibilitàdi risolvere in modoeconomico, rapido ed alivello stragiudiziale lecontroversie sorte conaziende private eamministrazionipubbliche. L’elementosignificativo della LegaConsumatori Genova dasottolineare è la notevolecrescita registrata negliultimi anni (testimoniatada un costanteincremento annuale deltesseramento) raggiuntanon solo grazie alrafforzamento dell'attivitàdi sportello, ma ancheattraverso altri elementi,

quali la riorganizzazionedella sua struttura, leiniziative volte a garantireun servizio di tutela degliutenti moderno e semprepiù rispondente alleesigenze dei cittadini, lapresenza a trasmissioniradiofoniche e televisiveriguardanti leproblematiche segnalatedai consumatori, allacostante partecipazione ariunioni con enti pubblici,quali Regione, Comune,Provincia ed aziendeprivate, afferenti leprincipali tematicheconsumeristiche(trasporti, sanità,turismo, organizzazionegenerale dei servizi,commercio).In merito a quest’ultimoaspetto, ricordiamo che,presso la Camera dicommercio di Genova,Lega Consumatori nellapersona del Segretarioregionale Dott. AlbertoMartorelli è membrodella Commissioneprodotti petroliferi inrappresentanza delleassociazioni liguri deiconsumatori.L'associazione ha inoltrepuntato, come sopraaccennato, a inediteiniziative e attività, comead esempio larealizzazione el'attuazione, grazie al suostaff di volontari, deiprogetti di monitoraggivolti alla verifica dellaqualità dei servizi diigiene urbana e deltrasporto pubblico erogatidalle aziende locali; hainoltre proceduto allasottoscrizione diconvenzioni conimportanti associazionicome l' U.S. Acli Genovae la Fabi Genova(Federazione autonomabancari italiani), al finedi estendere il servizio ditutela dei consumatorianche agli iscritti di talirealtà associative. Infinesono stati realizzati Puntiinformativi per iconsumatori sul territoriogenovese presso i circoli

Acli, ove è possibilericevere informazioni,.chiarimenti e segnalareeventuali disservizi subitiTutto questo viene svolto,come sottolineano iresponsabilidell'associazione, percontribuire a rendere ilconsumatore un soggettoconsapevole dei propridiritti, capace di orientarsi,saper scegliere e diventarepertanto il protagonistastesso del complesso mondoconsumeristico.

Alberto Martorelli

Martorelli Dott. Alberto

si è laureato nel 2002 inGiurisprudenza pressol’Università di Genova.Mediatore civile,segretario provinciale eregionale di legaConsumatori Liguria,Consigliere nazionaleLega Consumatori eConsigliere provincialeAcli di Genova.Ha conseguito il titolo diAmministratore dicondominio a seguito dipartecipazione al Corsoprofessionale

Area Marina

Protetta

di Portofino

Istituita con decreto delMinistero dell'Ambientedel 26 aprile 1999, ha lasua sede a SantaMargherita Ligure. Lagestione è stata affidataad un Comitato di cuifanno parte la Provinciadi Genova, il Comune diCamogli, il Comune diPortofino, il Comune diSanta Margherita Ligure el'Università degli Studi diGenova. Il Promontorio diPortofino è un'areaparticolarmentesuggestiva, sia dal puntodi vista marittimo cheterrestre. Da terra sipossono vedere panoramimozzafiato, che si

estendono per tutta laLiguria, ed in giornateparticolarmente limpidesembra di poter toccare laCorsica con un dito (vistaper esempio dai vecchibunker risalenti allaseconda guerramondiale). La naturadell'area marina è varia ,si possono ammirare,passaggi di cetacei, qualila Stenella, mentre neifondali possiamo vederela Gorgonia, il Corallorosso, praterie diPosidonia Oceanica,Stelle marine, il GrongoPelagico, il Pesceserpente, vari tipi dimeduse, nonché banchid’acciughe. Nella costaemersa troviamo Felci,vari rappresentanti dellamacchia mediterranea,nonché ulivi, castagni, ilmirto, il corbezzolo; percitarne solo alcuni. L'AreaMarina si estende peruna superficie di 346, dicui 18 nella Zona A, 134nella Zona B, 194 nellaZona C è delimitata amare da 11 boe di coloregiallo, recanti la croce diSant'Andrea dotate disegnale luminoso e da 10miragli a terra anch'essicontraddistinti dalla crocedi Sant'Andrea.La Zona A, ricordiamo di"riserva integrale",comprende il tratto dimare da Punta Torretta aPunta del Buco (Caladell'Oro).La Zona B, di "riservagenerale", comprende iltratto di mare dalla Puntadi Portofino, alla Puntadella Chiappa,escludendo il corridoiod’accesso e la rada diS.Fruttuoso.Le Zone C, di "riservaparziale", nell'AMP diPortofino sono due,comprendenti il tratto dimare da Punta Pedale allaPunta di Portofino,escludendo il corridoiod’accesso e la rada diPortofino ed il tratto dimare da Punta della

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APPUNTI DI VIAGGIO

Quasi sempre, al ritornodai miei frequenti viaggiin Africa, la maggior partedi amici e conoscenti mirivolge sempre la stessadomanda: cosa mi spingenel Continente Nero.Ovviamente rispondo cheil motivo sono i safarifotografici, a volteaggiungo che mipiacciono gli spaziimmensi, la naturarigogliosa, i cieli stellati,altre volte che vado adammirare i cieli limpidi ,le albe e i tramontimozzafiato in savana.A tutti, sempre aggiungo,che vado in Africa, oltreche per fotografarli, adimparare dagli animali,proprio così ! ad“imparare”. Ad osservarlibene ci insegnano moltecose, per esempio come lefemmine allevano,insegnano e proteggono iloro cuccioli.A proposito di comeproteggono i cuccioli, Viracconto un episodio acui ho assistito e che miha commosso.Protagonisti mammaghepardo e il suo cucciolodi circa 4 settimane (forsel’unico superstite di unacucciolata più numerosa).Stavo effettuando unsafari nel Ngoro-Ngoro, inTanzania. Erano le primeore del mattino e a untratto nell’erba, pocodistante dalla pista, notaiuna femmina di ghepardocon il cucciolo, mentrequesti giocava con la sualunga coda , lei rimanevaimmobile, rigida, leorecchie tese e lo sguardofisso in una direzione,aveva fiutato il pericolo.Subito anch’io avvistaidue sciacalli dallagualdrappa che si

avvicinavano per insidiareil piccolo, non mipreoccupai, un ghepardonon fa fatica a tenere abada due sciacalli, maspingendo lo sguardo piùavanti, mi accorsi che lafemmina aveva avvistatoun pericolo ben maggiore,si stava avvicinando unaiena maculata, ben piùforte di un ghepardo. Lafemmina in un attimo siattivò, scaccio il piùlontano possibile i duesciacalli poi fattoacquattare il piccolonell’erba si mise ben invista e incominciò adallontanarsi cercando diattirare su di se la iena eportarla fuori zona,essendo in grado almomento giusto discappare godendo dimaggior velocità. Lasituazione era seria condue sciacalli e una iena acui badare, in questi casile probabilità di salvare ilpiccolo sono minime,10/20% al massimo,occorre una grandemamma. Avrei volutointervenire in aiuto delfelino ma nei parchi èseveramente vietatointerferire con la leggedella Natura.Seguii l’evoluzione dellasituazione per un po’ poifui attirato dallacomparsa di unrinoceronte nero e midedicai completamente alui. Per tutto il giornopensai alla vicenda,speravo in una positivasoluzione ma eropessimista. Grande fu lamia gioia, il giornoseguente, quandoincontrai di nuovomamma e figlio sani esalvi e in buona salute eproprio mentre lei stavaoffrendo lo spettacolo diuna caccia catturando

una gazzella e portarlatrionfante al cucciolo cheera rimasto in disparte adosservare e a imparare

Pier Giorgio Leva

Pier Giorgio LEVAè un Fotografonaturalista, da sempreappassionato di fotografiae viaggi. In circa 40 anni,ha visitato molti stati dei5 continenti e il suoarchivio fotograficocomprende alcune decinedi migliaia di fotografie.Ultimamente si dedicaprevalentemente a safarifotografici ( circa 50 ) inKenia e Tanzania.Ha collaborato con ilTouring Club Italiano econ la Provincia diAlessandria, ultimamentecollabora con la SMA (Società Missioni Africane) e con il periodico “ CGSport News “dell’Associazione SportivaDilettantistica “ CG Sport“ come collaboratoreprincipale e responsabilefotografia.

Chiappa a PuntaCannete, escludendo ilcorridoio d’accesso e larada di Porto Pidocchio.

Arrivederci al prossimonumero, dove tratteremodei Siti d’Interesse

Naturalistico, nonché delCristo degli Abissi.

Roberto Ratti

Buon Compleanno a …

PierLuigi Zanoni, 5 dicembreRoberto Ratti, 7 dicembreAlberto Maggiani, 20 dicembre

2012Eugenio Repetto, 1 gennaioGiorgio Valiakas, 31 gennaio

Gino Bonanno, 4 febbraioGian Luigi Sabatino,12 febbraioFrancesca Cesari, 24 febbraio

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SPIAGGE MARE

E

FONDALI PULITI

L’Osservatorio LigurePesca Ambiente, OLPA, incollaborazione con laRegione Liguria daqualche anno monitora lostato di salute delle costeliguri, del mare e deitorrenti coinvolti dalfenomeno dei rifiutiabbandonati.La manifestazione “MarePulito” si svolge durantetutti i fine settimananell’arco dell’estate,presso 30 località ecomuni, a partire da metàGiugno fino a metàSettembre.La campagna “MarePulito” si indirizza aidiportisti e ai bagnanti,arrivando a fare tappa intutti i porti turistici dellaRegione, crescendol’aspetto di conoscenzascientifica e diinformazione, ecoinvolgendoli nelleattività disensibilizzazione sui temidella tutela della qualitàdell’ambiente marino esul problema dei rifiutigalleggianti e del lorosmaltimento a terra.Oltre alla raccolta deirifiuti gli operatori di

“Mare Pulito”, insegnanoo meglio si cerca di fareeducazione ambientaleper far ciò si avvalgonodei disegni creati daAlessandro Murialdooperatore storico di MarePulito che con le suevignette e disegniincuriosisce grandi epiccini.E’ così che nasce latabella dei tempi didegrado dei rifiuti:A fine campagna, ognianno, i risultati vengonoriportati all’Assessoreall’Ambiente dellaRegione Liguria, alresponsabile del SettoreEcosistema Costiero dellaRegione dal DirettoreTecnico di OLPA

RISULTATIGIONHA FONDALI

PULITI 2010Nella stagione 2010 diGIONHA sono stateorganizzate 4 tappe diFondali Puliti: 29-30aprile 2010: Bergeggi; 24-25 maggio 2010: PuntaManara (Riva Trigoso); 4-5 giugno 2010: IsolaGallinara; 6-7 agosto2010: Finale Ligure eLoano.Nelle attività sono staticoinvolti i Comuni, iPescatori professionistilocali, i Diving locali, leCapitanerie di Porto, laCroce Rossa locale.Maggiore attenzionequest’anno è stata data al

recupero delle reti dapesca impigliate suifondali. Le reti arrecanodanni molto ingenti allebiocenosi dei fondali,come testimoniano le fotosubacquee scattate dainostri operatori, epertanto si è scelto dipuntare l’attenzione delleattività di quest’anno suquesto fenomeno. Larimozione delle retinecessita di tempo e diparticolare attenzione daparte degli operatori alfine di non danneggiareulteriormente ilsubstrato; pertanto per losvolgimento delle attivitàsono stati sceltisubacquei professionisti ebiologi.Nel complesso sono statirecuperati circa 1800 kgdi rifiuti, differenziati neiseguenti materiali: 6 retida pesca, copertonid’auto, bottiglie di vetro edi plastica, lenze,materiali metallici e digomma.Circa 550 persone hannopartecipato alla raccoltadei rifiuti sulle spiagge,raccogliendo in totale 374sacchi per 1770 kg dirifiuti.I dati elaborati l’annoscorso hanno evidenziatoche i rifiuti raccolti sonoper la maggior partecostituiti da plastica(38%), metalli (18%) e

altri materiali (15%) comepolistirolo, tessuti, reti emateriali da pesca,elementi dielettrodomestici,vetroresina, ecc.In alcunicasi si è incappati anchein un’inaspettata raccoltapiuttosto pittoresca:I partecipanti all’iniziativaed in particolare allaraccolta dei rifiutiappartengono per lo piùai giovani e giovanissimi:le età maggiormenterappresentate sonocomprese tra i 5 ed i 15anni (79%); buona èl’adesione dei ragazzi conetà compresa tra 15 e 20anni (12%), mentre èmolto scarsa lapartecipazione dei ragazzia partire dai 20 anni(1%).Continuiamo quindila campagna disensibilizzazione dellenuove generazioni, ma lapartecipazione di ogniuno di noi, e un maggiorsenso civico, potràsicuramente portarerisultati eccellenti perarrivare ad avere unlitorale e un mare piùpulito, sano e vivo.

Si ringrazia la Gent.maBiologa MarinaFrancesca Qiudacioluche con l’OLPA hapartecipatoall’organizzazione dellemanifestazioni “MarePulito” e ci hagentilmente fornito i datirelativi alle attività

Luca Carrà

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Dal 1° numero

CG Sport NewsAvete un

” FUORIBORDO ? “Guida pratica per unamanutenzione

“fai da te”…

Avviamento e

controllo motore

Molla di Avviamentomanuale:

Sulla parte superiore delmotore è sistemata unaruota/puleggia chealloggia il cavetto conrelativa maniglia perl’avviamento del motore.Tutto il meccanismo chefa ruotare l’albero motoreetc… è sotto la puleggia,quello che possiamoverificare e mantenere èla parte relativa alcavetto. Controllare chela cordicella (cavetto) siain buono stato, nonsfilacciato o usurato e cheil suoavvolgimento/svolgimentosia libero. Se trovateintoppi ..bisogna cherisolviate il problemaliberando eventualiaccavallamenti....Provvedete a lubrificareopportunamente la partemeccanica in modo che ilmeccanismo sia libero dilavorare liberamente.

Acceleratore :

L’ acceleratore è costituitodalla parte di comandosulla “maniglia” delmotore la quale ruotandoguida un cavetto collegatoal carburatore. Questileverismi e rinvii devonoessere lubrificati econtrollati nella lorocorretta funzionalità. Ciòvuole dire che tutti ifissaggi devono essere inbuono stato così come lacavetteria relativa.In caso di perplessitàsostituire la parteusurata con una nuova,l’acceleratore devefunzionare sempre bene .... immaginate cosa puòaccadere con il bloccoaccelerato durante unamanovra ! La parte“Elettrica” del vostro“fuoribordo” (precedentearticolo) e la sezionerelativa all’avviamento econtrollo del motore èstata controllata,possiamo rimettere tuttoa posto rimontando ilcoperchio-protezione delmotore …se siete staibravi.. non avanzeràneanche un pezzo.Naturalmente, prima dichiudere tutto, avreteavuto cura di pulireaccuratamente tutte leparti del motore … e sevolete proprio essere almassimo dellaaccuratezza, usare uno di

quei prodotti a base di silicone che spruzzerete ,senza esagerare, sulle parti elettriche. Prevengonoegregiamente dall’umidità e preservano tutte leparti in gomma-plastica dall’invecchiamento ,prevenire è meglio che curare.Il fuoribordo, oltre al motore vero e proprio,naturalmente è composto della parte che agisce nelfluido, dove il vostro (e anche il nostro) natante èimmerso … l’acqua del mare, fiume o lago…Insomma per produrre la necessaria propulsione..tutta quella parte ingombrante che si nascondenella parte superiore del “fuoribordo” trasmette ilmovimento all’elica che è la parte finale edessenziale per produrre la spinta che ci permette di

navigare… fintanto c’è benzina !Il proseguo con il 3° numero di CG Sport NewsMarzo 2012.

Gianni Carrà

Quando il Mare da Spettacolo

Impariamo a conoscere il nostro CORE allenandoci in modo funzionale

Allenamenti aerobici,circuiti funzionali, uso diattrezzi o corpo libero?Sono tanti i modi diconcepire e vivere losport, tanti gli approcciche si possono adottare,tanti i mezzi a nostradisposizione nei varicomplessi sportivi eall’aria aperta.Come scegliere, allora, iltipo di allenamento piùadatto alle nostreattitudini personali e allenostre esigenze? Perrispondere a questa

domanda, non dobbiamodimenticare l’importanzache hanno salute eprevenzione nel mondodel fitness e dell’attivitàagonistica: volermigliorare il proprio tonomuscolare, perdendo, senecessario, qualche chilodi grasso, è un obiettivosano se e solo se rientranell’ottica disalvaguardare epotenziare la propriacondizione fisica.Sulla base di talipremesse, intendo

proporre una forma diallenamentomultifunzionale emultiplanare che miriinnanzitutto al rinforzocostante e graduale delCORE, quella fasciacentrale del corpo umanoche comprende tutto ilcomplesso coxo-lombo-pelvico. In realtà lalocalizzazione di tale zonaè più complicata diquanto non si creda inquanto non si identificasoltanto con la cosiddetta“cintura addominale” ma

include al contrario ilretto addominale, gliaddominali obliqui, ildiaframma, il multifido, iltraverso, i muscoliparaspinali, il quadratodei lombi e il pavimentopelvico.Volendo spiegare, inpoche parole, cosa siintende per “allenamentofunzionale”, possiamodescriverlo come quel tipodi allenamento che siadatta agli scheminaturali di movimento(tirare, spingere, saltare,

segue a pag 11

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CG SPORT NEWS12

ruotare, tirare…), chesono alla base dellamaggior parte deimovimenti sportivi, al finedi migliorare determinatequalità condizionali e dicoordinazione.Allenare in manieracorretta il nostro COREpermette miglioriperformance funzionali epuò avere effettialtamente benefici intermini di postura, siaper coloro che non hannodisturbi alla schiena(funzione preventiva), cheper coloro che purtroppone sono soggetti (funzioneterapeutica).Nel primo caso, un “core”forte e allenato aiutainfatti a prevenirel’individuo da eventualiinfortuni e dolori allaschiena dovuti asedentarietà o abitudiniscorrette: è utile eseguire,a corpo libero o conl’ausilio di piccoli attrezzi,una serie di circuiti dinatura funzionale, basatisu forza, resistenza,flessibilità, equilibrio emobilità articolare.Partendo dal presuppostoche non sia il fattore

estetico ad interessarci(lasciamo quindi da parteesercizi di crunch mirati afarsi venire la cosiddetta“tartaruga” sull’addome),il nostro allenamentopunterà a sollecitare estabilizzare i muscoliprofondi del CORE, chefavoriscono la stabilità ele azioni dinamiche delcorpo, sviluppandoreattività e controllo daparte del soggetto. Unesempio è dato dagliesercizi di equilibrio esospensione eseguibili acorpo libero o mediantel’utilizzo di piccoli attrezzidestabilizzanti come la“waterball” (una pallariempita per metàd’acqua), il cui scopo èquello di creare squilibriche l’individuo devecompensare attivandopropriocettivamente lazona del CORE.E se qualcuno si stachiedendo sel’allenamento funzionalesia compatibile con il maldi schiena, intendosottolineare fin da subitol’importanza di allenareefficacemente il proprioCORE anche in questo

caso, non solo perproteggere la colonnavertebrale, ma anche perrinforzare e curare lazona affetta dal disturbo,alleviandone almeno inparte il dolore. Saràquesto ciò di cui mioccuperò nel prossimo

articolo.

Danilo ParodiPersonal Trainer

SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE:

Monsignor Marco GRANARA

Sergio VIO

Alberto MARTORELLI

HANNO COLLABORATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO NUMERO :

Gloria BOLOGNESI

Gianni CARRA’

Luca CARRA’

Giacomo DE MARTINI

Enrico FORTUNATI

Pier Giorgio LEVA

Fabio NAVONE

Danilo PARODI

Mario PELLEGRINI

Roberto RATTI

Eugenio REPETTO

Giorgio VALIAKAS

Massimo MARENCO Pier Luigi ZANONI

SOMMARIO

Pag 1 Guardia: quando il mare si contempla dall’AltoPag 3 La barca e le dotazioni di SicurezzaPag 4 Buon Compleanno ItaliaPag 5 La casa di PesciaPag 6 Cosa fare se colti dalla burrascaPag 7 Area marina protetta di PortofinoPag 9 Spiagge mare e fondali puliti

Pag 2 La Sicurezza in marePag 3 Vivere il mare in sicurezzaPag 4 Storia Ricetta LigurePag 5 Sabbia o RocciaPag 7 La voce dei consumatoriPag 8 Appunti di viaggioPag 10 Il fuoribordoPag 11 Il nostro CORE

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