copertina rassegna stampa - Ance Como · ventare uno spazio di studio e ritrovo. Inoltre, si...

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ASSOCIAZIONE COSTRUTTORI ANCE COMO RASSEGNA STAMPA 18 – 24 marzo 2019

Transcript of copertina rassegna stampa - Ance Como · ventare uno spazio di studio e ritrovo. Inoltre, si...

  • ASSOCIAZIONE COSTRUTTORI ANCE COMO

    RASSEGNA STAMPA

    18 – 24 marzo 2019

  • 8LA PROVINCIA

    LUNEDÌ 18 MARZO 2019

    ANDREA QUADRONI

    L’Insubria cresce eha bisogno di spazi. Con lapartenza del Politecnico daComo, la giovane università,considerati gli iscritti in au-mento, punta ad allargarsi. Amaggior ragione dopo che ilrettore Angelo Tagliabue haposto fra i suoi obiettivi futuriproprio la crescita del polo co-masco, che non deve più sen-tirsi il “cugino povero” dellasede varesina.

    Sistemata la “Manica lun-ga” di Sant’Abbondio e la pa-lazzina dei chimici in via Val-leggio, l’ateneo fa i conti con leprospettive e i nuovi bisogni.

    Arriva il car sharing

    «Innanzitutto – spiega il pro-rettore Stefano Serra Capiz-zano – ci muoviamo in manie-ra sinergica con gli enti locali.La mensa è un’idea da prende-re in considerazione: stiamocompiendo un sondaggio fragli studenti per capire quantosia desiderata. Di sicuro, inte-ressa ai docenti, anche perchéfavorisce l’integrazione fracolleghi ed è un luogo ulterio-re dove scambiare due chiac-chiere informali». Sulla que-

    La città giovane Università e territorio

    L’Insubria chiede spazioE punta su via ValleggioInchiesta. C’è un progetto per rinnovare e ampliare il polo scientificoCaccia ai fondi Cariplo. «Ticosa? Siamo interessati, dialogo con il Comune»

    stione degli spazi, venerdìscorso al Tavolo della compe-titività è stato presentato ilprogetto dell’ateneo per otte-nere i finanziamenti di Fonda-zione Cariplo. L’attenzione siconcentra sulla sede del poloscientifico, collocata in via Ca-stelnuovo e via Valleggio.L’obiettivo è portare a termineinterventi sull’aula magna, almomento inutilizzabile, e sul-l’aula di fronte. destinata a di-

    ventare uno spazio di studio eritrovo.

    Inoltre, si lavorerebbe suiparcheggi a raso (a gennaio so-no cominciati i lavori prepara-tori) e sulla piazza di via Val-leggio, chiudendo il porticocon l’opportunità di creare unbar e mettere una strutturaper eventi come i cinema al-l’aperto. Ci saranno anche lecolonnine per il car sharing ela ricarica elettrica. La zona,quindi, nelle intenzioni del-l’ateneo, diventerebbe unpunto di riferimento per ilquartiere, grazie anche allapresenza di altre realtà forma-tive come il Setificio.

    «Vogliamo sia un luogonuovo, a disposizione di Comoe della sua comunità, dove lepersone possano vivere, ritro-vandosi in un quartiere con lepotenzialità per diventare no-bile – continua Serra Capizza-no – non abbiamo scartato deltutto l’area della Santarella:c’è, ovviamente, da parte no-stra l’interesse a utilizzarel’area e a dare il proprio contri-buto per una destinazione cul-turale. In sinergia con il Co-mune, è necessario però capi-re come intervenire da un

    punto di vista finanziario».Nei mesi scorsi, l’attenzionedell’Insubria sembrava con-centrata su quella zona, alla fi-ne però per gli interventi em-blematici è stata scelta l’areadi via Castelnuovo.

    Gli studenti iscritti a Comosono tremila, in aumento e,con l’arrivo del corso d’Infor-matica, potrebbero crescereancora.

    Via Cavallotti da ristrutturare

    A gennaio, intanto, è nato ilnuovo dipartimento di Scien-ze umane e dell’Innovazioneper il territorio: «Sicuramentesarebbe un’ottima cosa avereuna sede ad hoc per il nuovodipartimento, che arriverà acontare nei prossimi mesitrentasette docenti - spiega ildirettore Paolo Luca Ber-nardini - La struttura di viaOriani è un po’ piccola e man-cano parcheggi: molti profes-sori e amministrativi sono inarrivo da lontano. L’edificio divia Cavallotti, invece, è moltobello, di gran pregio per la cit-tà, con un valore storico e af-fettivo. Però, essendo vecchio,avrebbe bisogno di una ri-strutturazione».

    strali. Inoltre, gli studentidell’ateneo si laureano primadei colleghi italiani (il 61,1per cento nei tempi previstirispetto al 51,1 nazionale) esono soddisfatti dell’espe-rienza universitaria (91,5 percento).

    I programmi completi del-le giornate di orientamentosono disponibili alla paginawww.uninsubria.it/openday;per motivi organizzativi è ne-cessaria l’iscrizione all’even-to, utilizzando il form dispo-nibile alla stessa pagina delsito.

    Gli iscritti totali all’Insu-bria oggi sono oltre undici-mila, di cui tremila a Como.

    Open day in due sedi, con visite ai laboratori di ricercaTempo di open day

    all’Insubria, l’appuntamentoè per sabato prossimo. Le duesedi attendono le future ma-tricole: il chiostro di Sant’Ab-bondio per le aree giuridico-economica e delle scienzeumane e sociali, via Valleggioper quelle scientifico-tecno-logica, sanitaria e sportiva. Cisarà un servizio di bus navet-ta gratuito per collegare ledue sedi.

    Sono previste visite ai la-boratori didattici e di ricer-ca,l’illustrazione delle possi-

    bilità formative dopo la lau-rea triennale e degli sbocchiprofessionali, le testimo-nianze dal mondo del lavoro,vere e proprie lezioni univer-sitarie.

    Nelle due giornate è possi-bile sostenere le prove anti-cipate di verifica della prepa-razione iniziale per i corsi dilaurea in Giurisprudenza,Scienze della mediazione in-terlinguistica e intercultura-le e Scienze del turismo.L’esito positivo della provaconsentirà l’immatricolazio-

    ne senza necessità di ripeter-la.

    È stata anche organizzatala simulazione del test di am-missione per i corsi di laureadell’area medico-sanitaria equella della prova di verificaper economia e manage-ment.

    Dall’indagine Almalaurea2018, emerge che per i laure-ati dell’Insubria il tasso di oc-cupazione Istat a un anno dalcompletamento degli studi èil 66,7 per cento per le laureetriennali e l’84,4 per le magi- Tempo di scelte per gli studenti comaschi

    n «Parcheggi,un punto ristoroe spazi per gli eventiCosì ne guadagnatutto il quartiere»

    n Con il nuovodipartimentoarrivano 37 docentiE via Orianinon basta più

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    SEGUE

  • 9LA PROVINCIA LUNEDÌ 18 MARZO 2019

    Via CavallottiCOMUNE DI COMO Nessun canone

    Sant’Abbondio e Manicalunga COMUNE DI COMO Nessun canone

    Via Valleggio(Anello, Piazza e Cubo) Di proprietà

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    Gli edifici

    Via CastelnuovoPROVINCIA DI COMO Nessun canone

    Via OrianiDi proprietà

    Via Valleggio (Torre)

    Comproprietà Politecnico di Milano

  • 7LA PROVINCIA

    MARTEDÌ 19 MARZO 2019

    vrebbe avvenire: «La Regionedeve andare avanti per non va-nificare il lavoro fatto finora.La risposta della Consulta nonandrà a toccare le fusioni com-pletate e la legge impone le 60camere».

    Certo che un momento im-portante, e anche complesso, èappesantito da questo ennesi-mo nodo all’italiana. Perché dimosse avanti e indietro, dal-l’avvio della riforma cameralevoluta dal Governo Renzi, sen’erano già viste abbastanza.

    Daniele Riva, presidentelecchese, scuote il capo: «Sia-mo comunque due enti pub-blici. Anche se abbiamo lavo-rato molto insieme, non si puòpensare di trovarsi ancora nel-l’incertezza a pochi giorni dal28 marzo». Enti con due conti–aggiunge - partite Iva, condue strutture che pur sonopronte a confluire (parliamodi un centinaio di persone,comprese le aziende speciali),ma tecnicamente i passagginon sono proprio concentra-bili in poche ore.

    Che cosa accadrà dunque?Il sottosegretario regionaleFabrizio Turba - che aveva da-to l’annuncio della firma diFontana venerdì al Tavolo perla competitività - precisa: «Perla pubblicazione sul Burl ci

    «Avvilente essere costante-mente nell’incertezza che unapronuncia giudiziaria possacompromettere o anche solorallentare un percorso così ar-ticolato condiviso e importan-te» commenta anche il presi-dente del consiglio regionaleAlessandro Fermi, che si stainteressando della vicenda.

    Il percorso

    Vicenda che si può vedere intutto il suo contorno surreale,prendendo ad esempio un’al-tra frase di Taborelli: «Mi sen-to preso in giro». Piccolo parti-colare, la pronunciò nel di-cembre del 2017, quando laConsulta era intervenuta con-fermando il nodo sottolineatoda altre ricorrenti: le RegioniToscana, Liguria, Lombardia ePuglia, contro il decreto attua-tivo 219/2016, perché servivaprima l’intesa con la Confe-renza permanente.

    La situazione fu risolta e po-chi giorni prima delle elezioniil ministro Calenda firmò il de-creto. A dicembre, con l’inviodelle nomine dei 33 consiglieridi Como e Lecco in Regione lastrada sembrava in discesa. Lameta vicina, con l’annunciodel 28 marzo. Nelle prossimeore si vedrà e così è oppure èstato un (ennesimo) miraggio.

    MARILENA LUALDI

    Col fiato sospeso, finoall’ultimo. La nascita della Ca-mera di commercio di Como eLecco (programmata per il 28marzo) ieri appariva ancoranel limbo, dopo il colpo di sce-na seguito al decreto firmatovenerdì dal governatore dellaRegione Attilio Fontana. Ov-vero la decisione del Tar sui ri-corsi di altri enti camerali (tracui la lombarda Pavia) di de-mandare la questione allaCorte Costituzionale.

    Ieri giorno di attesa dun-

    que, per capire se il decretocon le nomine dei 33 consiglie-ri sarebbe arrivato, e prima an-cora se fosse stato pubblicatosul Burl. Negativo, in entrambii casi. Dalla Regione fino a ierisera nessuna comunicazioneufficiale in merito.

    Due opzioni

    Il decreto potrebbe andareavanti, considerando che ap-punto Como e Lecco non han-no presentato ricorso, ma giàda due anni si erano messi apreparare la strada insieme.

    Oppure il governatore potreb-be decidere di sospenderne glieffetti: quindi salterebbe laconvocazione del consiglio ca-merale del 28 marzo, quelloche doveva sancire l’insedia-mento vero e proprio del nuo-vo ente.

    Lo sconcerto è generale. Apartire dalle due sedi, comascae lecchese, dove ci si stava pre-parando al grande giorno dopol’annuncio.

    Il presidente della Cameradi Como Ambrogio Taborellinon ha dubbi su ciò che do-

    Due anni fa a Lariofiere il primo simbolico avvio del processo di accorpamento

    Caos sulla CameraFusione con Leccoora ad alto rischioNuovo stop. Decreto congelato dopo la decisione del TarTaborelli sollecita la Regione: «Deve andare avanti»E Riva protesta: «È assurda questa fase di incertezza»

    cerca di privacy, relax, splendidi panorami e cucina raffinata, il tutto supportato dal leggenda-rio servizio di Mandarin Orien-tal», ha dichiarato il General Manager Samuel Porreca.

    Per gli ospiti che desiderinoessere i primi a visitare il nuovo Mandarin Oriental, Lago di Co-mo, il resort ha lanciato il pac-chetto A new Lake Como Expe-rience. A partire da 575 euro a notte, l’offerta include una cola-zione vista lago per due persone,un pranzo o cena di tre portate presso il Bar & Bistrot, l’accesso giornaliero alla spa e uno scontodel 10% su tutti i trattamenti be-nessere.

    Il Mandarin Oriental HotelGroup gestisce attualmente 33 hotel e sei residence in 23 Paesi.

    Sotto la supervisione del-l’executive chef Vincenzo Gua-rino, i ristoranti e bar di Manda-rin Oriental, Lago di Como of-frono una proposta gastronomi-ca basata su piatti della tradizio-ne mediterranea, ispirati ai pro-dotti locali di stagione.

    «Non vediamo l’ora di acco-gliere i nostri primi ospiti al Mandarin Oriental, Lago di Co-mo. Il primo resort in Europa del Gruppo diventerà la destina-zione ideale per viaggiatori in

    le 21 camere, 52 suite e due ville private, oltre all’ottocentesca Villa Roccabruna, cuore del re-sort, e i ristoranti, «creando un’atmosfera moderna ed ele-gante, dallo stile tipicamente italiano e dal sottile fascino orientale».

    Il giardino botanico che cir-conda il resort ospita oltre 50 specie diverse di piante, alberi e fiori. Si deve in questo caso alla paesaggista Patrizia Pozzi la cu-ra di questi spazi.

    HotellerieIl resort di lussoè stato interessatoda un generalerestyling

    Aprirà il 15 aprile il Mandarin Oriental Lago di Co-mo, il resort che il gruppo, leadernell’hotellerie di lusso, ha creatodalla seconda vita del Casta Di-va. Il designer Eric Egan ha cura-to il restyling che ha interessato

    Mandarin Oriental ResortIl 15 aprile l’inaugurazione

    A Blevio il primo resort del gruppo Mandarin in Europa

    vuole qualche giorno dalla fir-ma del decreto. Ma certo que-sta vicenda è un pasticcio, poiper Como e Lecco che hanno laprospettiva di un lago unito edi fare sistema… Esprimo lamia solidarietà a chi lavora aquesto progetto». In questeore i tecnici regionali stannofacendo le valutazioni del ca-so, necessarie a un’eventualedecisione di Fontana.

    n Fermi«Avvilenterallentareun processocondiviso»

    n Il sottosegretarioTurba«Questa vicendaè un grandepasticcio»

    Economia

    Ambrogio Taborelli Daniele Riva

    Alessandro Fermi Fabrizio Turba

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  • 8 EconomiaLA PROVINCIA

    MARTEDÌ 19 MARZO 2019

    frontando la situazione di gen-naio di quest’anno con il mesedi dicembre del 2018, emergeuna contrazione minore del ri-corso alla Cig in Lombardia,nell’ordine di un calo del10.3%. Anche in questo caso, ildato non è omogeneo a livelloregionale, perché la Cassa In-tegrazione cala a Milano, Bre-scia, Lecco, Lodi, Sondrio e Va-rese, mentre aumenta a Berga-mo, Como, Cremona, Manto-va, Pavia.

    Secondo le stime del Rap-porto Uil inoltre, grazie allaCig, in Lombardia, nel mese digennaio 2019, sono stati salvaticirca 14.600 posti di lavoro.

    «I dati sono nel complessopositivi, anche se in alcuni ter-ritori la crisi economica pur-troppo continua a farsi sentiree c’è una sofferenza occupazio-nale che non può non preoccu-pare» commenta Danilo Mar-garitella, segretario generaledella Uil Milano Lombardia.

    Rapporto UilIn Lombardia a gennaio

    calo del 23% sul 2018

    Le province lariane

    in controtendenza

    Cala ad inizio anno inLombardia (ma non in provin-cia di Como), il ricorso allaCassa Integrazione; a confer-marlo è il Primo Rapporto Cig2019 elaborato dalla Uil.

    Nella nostra regione, con-frontando il mese di gennaiodel 2019 con il mese di gennaiodel 2018, il ricorso alla CassaIntegrazione è calato del23.6%. Un dato tendenzialepositivo, ma che non è omoge-neo sul territorio lombardo. LaCig cala infatti nelle provincedi Milano, Bergamo, Brescia,Sondrio e Varese, ma aumentain quelle di Como, Cremona,Lecco, Lodi, Mantova, Pavia.

    Analizzando invece il datocongiunturale, ovvero con-

    Cassa integrazioneDato comasco in crescita

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  • Corriere di Como Martedì 19 Marzo 2019 3

    La Provincia: «Purtroppo non ci sono vie alternative»Il ponte dovrà essere demolito e ricostruito, già avviata la progettazione

    Il ponte dovrà essere demo-lito e ricostruito. L’ammi -nistrazione provinciale hagià avviato la progettazionee si rivarrà poi per tutte lespese sostenute sul respon-sabile del danneggiamento.

    «Un mezzo fuori sagomaha tranciato i cavi delle tra-vi precompresse all’intra -dosso ossia nel punto più de-licato dell’impalcato - hadetto ieri Bruno Tarantola,dirigente del settore Lavoripubblici dell’amministra -zione provinciale di Como,intervenuto sul luogo del-l’incidente - Il camion hadanneggiato quasi tutte letravi per cui il ponte non èpiù agibile». Ma cosa com-porta tutto ciò? «Le opera-

    zioni da compiere sono note-voli - ha spiegato ieri Taran-tola - c’è anzitutto da demo-lire l’impalcato, da rico-struire poi il ponte con lestesse caratteristiche co-struttive, impermeabilizza-re e asfaltare. Infine il col-laudo statico e poi il pontepotrà essere riaperto».

    Intanto, tre mesi di calva-rio. «Veri e propri percorsialternativi purtroppo non cisono - ha ammesso ieri Ta-rantola - in una strada che èla più trafficata della pro-vincia, percorsa quotidiana-mente da tantissimi mezzi,specie commerciali. Ci ren-diamo conto del disagio cuiandrà incontro il territorio,ma non possiamo fare diver-

    samente, la prima cosa è nonfar correre rischi agli utentidella strada».

    E intanto 200 residenti aCarimate sono tagliati fuo-ri: «Non hanno altra via d’u-scita perché proprio ieri Rfidoveva iniziare i lavori per ilsottopasso ferroviario - hadetto il sindaco di CarimateRoberto Allevi - abbiamochiesto di riaprire il passag-gio a livello alla stazione,ma non è facile. Nel frattem-po faremo, in collaborazionecon la Provincia, un bypassper entrare nella viabilitàinterna di un’area privata.Alla fine, quantomeno, lacircolazione per i cittadini oper i mezzi di soccorso avràun collegamento diretto».

    Primo piano Viabilità in ginocchio

    Carimate, ponte danneggiato da un camionNovedratese chiusa per almeno tre mesiIn crisi un asse strategico della viabilità lariana. Pesanti ripercussioni sul traffico

    (a.cam.) Novedratese chiu-sa all’altezza di Carimatedopo che un camion hadanneggiato un ponte. Perle verifiche strutturali èstata chiusa sia la provin-ciale, nel tratto interessa-to, sia la strada sotto ilponte, la via dei Giovi. Pe-santi le ripercussioni sultraffico nella zona, con leforze dell’ordine impegna-te per cercare di ridurre idisagi.

    L’incidente è avvenutoieri mattina. Un mezzo pe-sante da cantiere, transi-tando sotto il ponte ha dan-neggiato visibilmente ilmanufatto, tranciando an-che alcuni ferri dell’arma -tura del ponte. Il condu-cente si è fermato e ha se-gnalato quanto accaduto,attendendo poi l’interven -to di vigili del fuoco e forzedell’ordine.

    Sulla provinciale sonointervenuti gli agenti dellapolizia locale di Carimate,i vigili del fuoco, i carabi-nieri e la polizia stradale. Iltratto di strada interessa-to è stato chiuso al trafficoper permettere ai tecnici diavviare gli accertamentisulla stabilità della strut-tura. Il ponte dovrà essere

    abbattuto e ricostruito e laNovedratese rimarrà chiu-sa almeno 3 mesi.

    Una situazione simile si èverificata già la settimanascorsa a Lurate Caccivio.Un mezzo pesante ha dan-neggiato il ponte di via Ca-rovelli, che sovrasta la pro-vinciale. Il manufatto, permotivi di sicurezza è statochiuso al traffico e al mo-mento la circolazione re-sta vietata, in attesa delle

    verifiche necessarie. Inquesto caso, il camion cheha colpito il ponte non si èfermato e gli agenti dellapolizia locale sono al lavo-ro per cercare di identifica-re il responsabile.

    Sono duecento i residen-ti isolati a Carimate per lachiusura della via dei Giovia causa del danneggiamen-to del ponte. La strada è difatto a fondo cieco perchélo sbocco è chiuso per i la-

    vori di realizzazione delsottopasso ferroviario, chesarebbero dovuti partireproprio questa mattina.

    La via d’uscita studiata,come annunciato dal sin-daco di Carimate RobertoAllevi, è quella di unbypass che sarà realizzatograzie alla collaborazionecon i privati. L’alternativaper i residenti dovrebbe es-sere realizzata entro unpaio di giorni.

    Il casoSono duecentoi residenti isolati:la strada è afondo cieco peril cantiere di unsottopasso

    I commenti

    Strada provincialeNovedratese chiusatotalmente al traffico pernon meno di tre mesi. Èl’esito del sopralluogo deitecnici della Provinciadopo che ieri mattina uncamion con un caricotroppo alto (a sinistra) haseriamente danneggiatoun cavalcavia dellaNovedratese a Carimate (adestra), in corrispondenzadi via dei Giovi, lesionandola parte inferiore del pontee tranciando i ferridell’armatura di cemento(fotoservizio Nassa)

    A destra, tecnici allavoro per i primiinterventi sul pontedanneggiato. Asinistra, le pesantiripercussioni sultraffico nella zona

    Il sindaco di Carimate, Roberto Allevi, giunto sul posto dopo l’incidente

    L’incidenteUn mezzo pesanteda cantiere,transitando sottoil ponte hadanneggiatovisibilmente ilmanufatto, tranciandoanche alcuni ferridell’armatura delponte. Il conducentesi è fermato e hasegnalato quantoaccaduto,attendendo poil’intervento di vigilidel fuoco e forzedell’o rd i n e

    ~Il tecnicoC’è dademolire,ricostruire,rendereimpermeabileil nuovo pontee asfaltare

    ~Il sindacoFaremocon laProvinciaun bypassutilizzandoun’areaprivata

  • 7LA PROVINCIA MERCOLEDÌ 20 MARZO 2019

    COMO

    MARILENA LUALDI

    La casa delle impresefrenata dalla burocrazia: le vi-cissitudini della nuova Came-ra di commercio di Como eLecco sembrano un amarospecchio di quanto accade so-litamente alle aziende stesse.

    Come la Tremezzina

    L’annuncio della firma del de-creto da parte del governatoredella Regione Attilio Fontanaera arrivato lo scorso venerdì.In concomitanza con la deci-sione del Tribunale ammini-strativo regionale sui ricorsi(tra cui quello di Pavia), in re-altà di far decidere la CorteCostituzionale. Con tutto ciòche comporterà in termini ditempo. Fatto sta che, anche sequalche giorno è da mettere inconto per la pubblicazione sulBurl e l’invio sulla posta elet-tronica certificata, il silenziodi questi giorni ha creato qual-che pensiero. A questo puntonon solo organizzativo, vistoche il consiglio era atteso il 28.

    C’è il rischio che il processo,

    Camera bloccatadalla burocrazia«Vicenda assurda»La protesta. Da imprese e sindacati rabbia e sconcertoper l’unione Como-Lecco fermata dalla decisione del Tar«Non si può paralizzare un territorio per un cavillo»

    innescato con la riforma Ren-zi, si blocchi? Como e Lecco(nonostante lo scarso entusia-smo soprattutto nella secondaprovincia) non avevano pre-sentato ricorso.

    Francesco Molteni, presi-dente di Ance Como, sospira:«Anche la nuova Camera dicommercio ha la sua Tremez-zina… Ci eravamo avviati supercorsi condivisi e si pensavaa un atterraggio morbido e se-reno». Atterraggio previstodopo il decollo dei 33 nomi deiconsiglieri lo scorso dicembrein Regione. Settimane di si-lenzio, la decisione annuncia-ta e il ricorso che potrebbe in-durre – tra le ipotesi – a so-spendere gli effetti del decretosull’insediamento del 28 mar-zo.

    «Si introducono attoriesterni – sottolinea ancoraMolteni – che complicano lavita. Quello che sta vivendo laCamera di commercio èl’esempio di ciò che si trovanodi fronte le imprese quotidia-namente. La burocrazia soffo-ca la crescita del Paese». E suquesto fronte, il mondo laria-no ha avuto l’occasione dimandare messaggi compattocontro il blocco delle operepubbliche. Como – e Ance lorimarca – crede nell’impor-tanza di portare a casa l’obiet-tivo, un territorio legato albrand del lago.

    Nel messaggio sulle opere

    risuonava anche a voce deisindacati, Cgil, Cisl e Uil. Cosìoggi i rappresentanti sindacalinon le mandano a dire sulla vi-cenda camerale.

    «Ma è possibile che questoPaese debba fermarsi sempreper dei cavilli? Chiediamo diprivilegiare le necessità delterritorio lariano» dice Fran-cesco Diomaiuta, reggentedella Cisl dei Laghi.

    «C’è un Paese – affermaGiacomo Licata, segretariodella Cgil di Como – che viag-gia a due velocità diverse.Quello reale, dei lavoratori e diun’economia che prova a riu-nirsi attorno a un tavolo perprogrammare lo sviluppo delterritorio. E chi preferisce leaule dei tribunali, non si capi-sce per quale ragione, se nonper mantenere piccoli inte-ressi di bottega o poltrone inpiù».

    Le sinergie possibili

    Il punto è che in questi anniComo e Lecco hanno già ini-ziato a lavorare insieme: «Lapolitica si faccia sentire. Serveuna posizione netta». E se cifosse qualche resistenza rima-sta in parte dei territori a sof-fiare sul fuoco? «Sarebbe an-cora più grave – dice Licata - Sisono spesi tempo, risorse edenergie. Certo che questo è unPaese difficile da cambiare».

    Furibondo anche SalvatoreMonteduro, che tra l’altro gui-

    da la Uil del Lario, quindi delledue province. «E in effetti –osserva - la nuova Camera èun’opportunità per entrambe.Pensiamo solo alle sinergiecon il Politecnico di Lecco perComo, e con ComoNext perLecco. Poi il lago unisce duefronti, che hanno la propriaidentità, valorizzandoli. Eccoperché si dovrebbe andareavanti per una governanceunica, al di là di quello che ac-cadrà con una sentenza dellaConsulta che può mettere indiscussione un decreto mini-steriale, non la logica di volon-tà politica». Monteduro con-testa «la burocrazia che dan-neggia l’economia, un sistemalegislativo farraginoso chemette in discussione semprealcune scelte impostate». Eanche lui sollecita la politica apronunciarsi, perché i due ter-ritori non possono permetter-si l’incertezza.

    «Era la peggiore ipotesi che potes-

    se avvenire». Marco Mazzone,

    presidente della Cdo di Como, è

    sorpreso e preoccupato di fronte

    alla nuova incertezza che si è

    creata. E chiede un’assunzione di

    responsabilità: «Basta dare un’im-

    magine camaleontica di burocra-

    zia, che frena il lavoro comune e

    non rispecchia il Paese reale, tutta

    la realtà produttiva, dalle associa-

    zioni datoriali ai sindacati che si

    sono impegnati insieme».

    Insomma, di fronte a un territorio

    che si mette in gioco, non ha senso

    fermare la partita. Con il fischio di

    inizio già nell’aria: ovvero l’inse-

    diamento del consiglio camerale il

    28 marzo, annunciato venerdì

    scorso ma poi non ancora concre-

    tizzato con la convocazione uffi-

    ciale.

    Di qui l’appello alla politica affin-

    ché non consideri il caso Como-

    Lecco come un problema, bensì

    permetta a questi due enti già

    avviati a un percorso comune nei

    preparativi, di iniziarlo a tutti gli

    effetti.

    Ma se ci fosse ancora qualche

    resistenza, magari non dichiarata

    ufficialmente? «Lavorare insieme

    – risponde Mazzone – aiuta a

    smussare ogni remora. Io spero

    che prevalga il buonsenso e che sia

    al via a questo nuovo corso. Non

    mettendo un nuovo lacciolo, bensì

    dando la possibilità di operare».

    n «Bisognaavanti avantiper creareuna governanceunica»

    Economia

    Giacomo Licata

    Salvatore Monteduro

    Francesco Diomaiuta

    I presidenti di Como e Lecco: Ambrogio Taborelli e Daniele Riva

    Appello alla politica

    Mazzone (CdO) sconfortato«Peggio di così non si poteva»

    Francesco Molteni

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  • Economia 9LA PROVINCIA MERCOLEDÌ 20 MARZO 2019

    dustria; Fabio Porro (PorroSpa, Cucciago) past president.Quest’ultimo si è dimesso loscorso 10 marzo, due mesi pri-ma della scadenza naturaledel mandato. Una scelta, comespiegato dallo stesso Porro, «dettata da indifferibili e im-pellenti impegni imprendito-riali che non mi consentono diproseguire il mandato con latenacia e la disponibilità ditempo sino ad ora profusi econ quello “spirito di servizio”che tale ruolo, in conformità aiprincipi statutari dell’Asso-ciazione, richiede». In questafase di transizione il vice pre-sidente, Claudio Gerosa, stasvolgendo le funzioni di presi-dente pro tempore.

    AssociazioniConfermati i vice uscenti

    Brenna, Gerosa e Pozzi

    Novità, Tettamanti

    e Pizzagalli

    Programma e squa-dra. Prende forma il mandatodi Aram Manoukian al verticedi Unindustria Como. Il Con-siglio generale dell’associa-zione ha approvato il pro-gramma operativo predispo-sto dal presidente designato ela squadra che verranno sotto-posti al voto da parte dei sociin sede di assemblea generale(si svolgerà a Villa Erba il 7maggio).

    Sulla scelta della giunta havinto la linea della continuitàConfermati i tre vice uscenti:Gianluca Brenna (Stamperiadi Lipomo), vicepresidente vi-cario con deleghe su economiad’impresa, società partecipateed alleanze; Claudio Gerosa(Cellografica Gerosa) con de-leghe su relazioni industriali,previdenza, welfare e AntonioPozzi (Roncoroni spa) con de-lega all’education.

    Qualcosa cambia tra i con-siglieri. Rientra Tiberio Tetta-manti, in passato rappresen-tante della piccola industria eora consigliere con deleghe suambiente, territorio e sicurez-za. Un altro ingresso è quellodi Francesco Pizzagalli (Fu-magalli Industrie Alimentari)con delega alla sostenibilità.Conferme invece per SerenaCostantini (Sisme spa) condeleghe a internazionalizza-zione e Unione europea e Ste-fano Poliani (Sdm Energia)con delega all’innovazione.Completano il Consiglio diPresidenza i componenti didiritto già presenti: Viola Ver-ga (Sacco Srl) vice presidentee presidente Gruppo GiovaniImprenditori; Ivano Soliano(Soliani EMC Srl) vice presi-dente e presidente Piccola In-

    Vertice UnindustriaManoukianha scelto la squadra

    struire un’alleanza fra imprese lombarde e ticinesi per guarda-re oltre gli stereotipi divisivi».

    Sul futuro, nell’incontro diieri l’associazione ha affermato fra i punti prioritari l’interesse «su quel che si riuscirà a ottene-re in tema di regionalismo dif-ferenziato e autonomia». E’ un punto, questo, sul quale la Cna ha chiesto alla Regione di non desistere e anche di istituire untavolo per monitorare gli step

    temi di nostro interesse, anche nei volumi di risorse stanziate. E’ tuttavia tempo di presentarenuove priorità».

    «Nell’incontro – affermaBergna – è stata affermata tuttal’importanza delle piccole im-prese. Abbiamo anche affronta-to temi lariani, dalle infrastrut-ture stradali di Lecco e di Comoalle relazioni fra l’Insubria e la Svizzera, su cui abbiamo chie-sto alla Regione di aiutarci a co-

    ne, si è svolto ieri pomeriggio fra la delegazione di Cna Lom-bardia guidata dal presidente Daniele Parolo, e l’assessore re-gionale allo Sviluppo Economi-co Alessandro Mattinzoli.

    Fra le associazioni territo-riali era presente anche una rappresentanza della Cna del Lario con la partecipazione del presidente Enrico Benati, del rappresentante degli impianti-sti Franco Pozzoni e del diretto-re Alberto Bergna in quella che,ci dice il segretario generale della Cna Lombardia, Stefano Binda, «è stata una prima verifi-ca sulle priorità delle imprese. Alla nuova amministrazione – aggiunge – riconosciamo di aver mosso bene i primi passi su

    L’appelloI vertici lariani

    dell’associazione

    hanno incontrato

    l’assessore Mattinzoli

    A un anno dalle ultimeelezioni amministrative e un po’ prima di quelle europee la Cna Lombardia incontra i ver-tici regionali per una verifica suquanto fatto finora dall’ente perle imprese rispetto agli impegniassunti in campagna elettorale,ma anche sulle questioni che restano ancora aperte e per pre-sentare nuove richieste a soste-gno della competitività delle piccole imprese artigiane. L’in-contro, chiesto dall’associazio-

    Danilo Lillia, Alberto Bergna ed Enrico Benati

    di applicazione. Due, in defini-tiva, le richieste di fondo più ur-genti: sbloccare una serie di cantieri aperti su alcuni territo-ri, fra cui, ad esempio, il Lario visto che su Como «come Cna stiamo lavorando sul tema dellamobilità elettrica nel settore nautico, un impegno per il qua-le è stato chiesto all’assessore allo Sviluppo Economico un supporto finanziario per svi-luppare la realizzazione di pro-totipi».

    Inoltre alla Regione vienechiesto di focalizzare maggior-mente le risorse sulle micro e piccole imprese, «perché ven-gono varate misure condivisi-bili ma spesso tagliate sulle me-die e grandi aziende». Si tratta, in pratica, della richiesta di so-stegno alle filiere, organizzate in imprese di ogni dimensione: «È molto importante – aggiun-ge Binda – che quel che si mettea disposizione sia destinato a fi-nanziare un’intera filiera e non solo una parte, finendo magari con l’aiutare Gruppi imprendi-toriali che per dimensioni e ca-pacità economica sarebbero anche in grado di fare da so-li». M. Del.

    Cna al Pirellone«Sbloccarele opere pubbliche»

    Aram Manoukian

    Tiberio Tettamanti

    Francesco Pizzagalli

    vL7lOlmoGwVrlZitfSLwq8enqhAIPI+4C71C4m4rDw4=

  • 10LA PROVINCIA

    MERCOLEDÌ 20 MARZO 2019

    Focus Casa Gli strumenti fiscali

    La casa efficienteè rivalutata del 10%Ecco le agevolazioniResidenziale. Cresce la domanda di abitazioni nuove di classe energetica sempre più altaLo stesso risultato si ottiene con le ristrutturazioni

    COMO

    SIMONE CASIRAGHI

    Un salto di qualità. Fra-zionamento immobiliare, rispar-mio energetico, comfort abitati-vo, rispetto dei limiti acustici, im-patto ambientale dei consumi energetici. Il mercato immobilia-re sta subendo una profonda tra-sformazione non solo dell’offertain termini di qualità. Ma sta fa-cendo i conti con una nuova e piùinformata clientela, molto più at-tenta quando si avvicina all’acqui-sto di una nuova abitazione e, vi-sto la portata dell’investimento da affrontare, non si accontentanemmeno più della classe A, la prima classe di efficienza energe-tica. Per le nuove costruzioni la domanda è diventata molto selet-tiva. Non si parla più di essere inclasse A bensì di “essere in classeA4. Le nuove normative, semprepiù stringenti, hanno portato aduna nuova nomenclatura. Ri-scontriamo così – spiega DanieleVeneri, Pianificazione e Control-lo commesse della società La Du-

    cale, società di sviluppo immobi-liare Tecnocasa - che richiede unacasa almeno in classe A2 con ri-scaldamento a pavimento, raffre-scamento e acqua calda sanitaria.Ed è altrettanto consapevole cheil valore di acquisto sarà più ele-vato di almeno il 10% rispetto a una classe B o ad un usato, com-prendendo che recupererà que-sto maggior esborso iniziale conun basso importo di spese condo-miniali per quanto attiene al ri-scaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria”.

    Conti in tasca prima di tutto,quindi. E facendo un piccolo con-fronto tra una casa nuova in clas-se A1 e una usata in classe G, la differenza de “peso” delle bolletteè immediato: le spese di riscalda-mento, raffrescamento e acqua calda sanitaria si riducono me-diamente del 75%. Questo vuol dire che se il proprietario di unacasa usata in classe G spende 2.000 euro all’anno, lo stesso pro-prietario ne spenderà 500 euro all’anno. La classe energetica si

    calcola infatti in base a quanto combustibile si consuma all’annoper ogni metro quadro di superfi-cie riscaldata. Più la classe è ele-vata e meno energia è necessariaper riscaldare un metro quadrodi abitazione. “E non bisogna di-menticare che “essere in classe A4”, ovvero la più elevata – spiegaVeneri -, non implica solo un ri-sparmio energetico, ma anche unmaggior comfort, in particolareacustico ed un’attenzione parti-colare nella scelta dei materiali dicostruzione”.

    Da qui il dilemma: conviene dipiù acquistare un immobile nuo-vo o ristrutturare in chiave ener-getica la propria abitazione o il proprio appartamento? La dispo-nibilità di pesanti incentivi fiscalidentro il pacchetto degli eco-bo-nus rilancia sicuramente la via degli interventi edilizi: risparmifino al 75% delle spese, recupera-bili in dieci anni, rendono sicura-mente questa via molto competi-tiva anche perché il risparmio sulle bollette è immediato. Sup-

    portato dall’offerta sul mercato diprodotti finanziari, dai nuovi mu-tui alle nuove formule di prestiti,che favoriscono interventi di ri-strutturazione della prima casa.

    Tra le tipologie di nuovi presti-ti è particolarmente interessanteil mutuo ristrutturazione primacasa che consente anche l’accessoa specifiche agevolazioni e detra-zioni fiscali. Vediamole.

    - Mutuo ristrutturazionePartiamo dal mutuo ristruttu-

    razione prima casa: può essere richiesto per finanziare gli inter-venti di ristrutturazione edili-zia o riqualificazione energeti-ca del proprio immobile, sia peri lavori di manutenzione ordina-ria che per quelli di manutenzio-ne straordinaria. Questo tipo dimutuo va da un minimo di 5 anniad un massimo di 30 e può esserea tasso fisso, variabile o misto, alpari dei mutui prima cassa. Comequesti ultimi, inoltre, l’ammonta-re richiesto non può superare l’80% del valore dell’immobile. Prerogativa del mutuo ristruttu-razione prima casa è la possibilitàdi chiedere l’erogazione in un’unica soluzione oppure “a sta-to avanzamento lavori” (Sal).

    - La documentazionePer ottenere dalla banca un

    mutuo per ristrutturare la pro-pria abitazione, oltre alla solita documentazione necessaria, oc-corre raccogliere anche la docu-mentazione, differenziata in baseal tipo di intervento di ristruttu-razione programmato. Per la ma-nutenzione ordinaria: serve un preventivo di spesa redatto dal-l’impresa che effettuerà i lavori oda un professionista abilitato; manutenzione straordinaria: in-sieme al preventivo di spesa serveanche il progetto edilizio unito alla domanda di autorizzazioneedilizia al Comune, oppure la de-nuncia di inizio attività;

    - Detrazione interessiCome per il mutuo prima casa,

    anche per il mutuo ristruttura-

    zione prima casa è prevista la de-trazione nella dichiarazione deiredditi, al 19% e fino a 2.582,25 euro, gli interessi passivi pagati nel corso del periodo di impostadi riferimento. La detrazione è inoltre cumulabile con quella prevista per gli interessi passivirelativi ai mutui ipotecari con-tratti per l’acquisto dell’abitazio-ne principale. La detrazione è possibile però solo se il mutuo viene stipulato nei sei mesi primadell’inizio dei lavori di costruzio-ne o nei 18 mesi successivi; l’im-mobile è adibito ad abitazione principale entro 6 mesi dal termi-ne dei lavori di costruzione; il contratto di mutuo è stipulato dalproprietario dell’immobile.

    - Sconti ristrutturazioniPer il 2019, sono state proroga-

    te le detrazioni fiscali legate alleristrutturazioni edilizie. Dunque,fino al 31 dicembre 2019 sarà an-cora possibile beneficiare della detrazione del 50% per un tettomassimo di spesa ammontante a96.000 euro per gli interventi diristrutturazione edilizia. Il bonusè riservato però solo agli inter-venti di manutenzione ordina-ria per i condomini e agli inter-venti di manutenzione straordi-naria per edifici privati.

    - Ecobonus e Sisma bonusLa detrazione fiscale può inol-

    tre arrivare fino al 65% per le spe-se riguardanti interventi impron-tati al risparmio energetico ed all’efficienza energetica. Altre de-trazioni sono previste per la ridu-zione del rischio sismico per con-domini e strutture abitative pri-vate, con aliquota che va dal 50%all’85% in base al tipo di interven-to effettuato e di quanto si miglio-ra la resistenza antisismica del-l’immobile.

    - Iva agevolataPer i lavori di ristrutturazione

    edilizia negli immobili adibiti adabitazione è inoltre possibile be-neficiare dell’aliquota Iva agevo-lata al 10%.

    Le agevolazioni

    Le detrazioni fiscaliUno sconto fino al 19%

    Diverse opportunità restano per

    chi volesse chiedere finanzia-

    menti agevolati. Per il mutuo ri-

    strutturazione prima casa è previ-

    sta la detrazione nella dichiara-

    zione dei redditi, al 19% e fino a

    2.582,25 euro, gli interessi passi-

    vi pagati nel corso del periodo di

    imposta di riferimento.

    L’Iva è agevolataLa detrazione è agevolata

    Per i lavori di ristrutturazione

    edilizia negli immobili adibiti ad

    abitazione il fisco ha confermato

    alcune agevolazioni, fra cui è pos-

    sibile beneficiare dell’aliquota Iva

    agevolata al 10%.

    Fondo di garanziaL’ultima occasione per il mutuo

    È una forma di garanzia da parte

    dello Stato, concesso ad alcune ca-

    tegorie di contribuenti per accen-

    dere un mutuo ipotecario fino al

    100% del valore dell’immobile,

    per un massimo del 50% della quo-

    ta capitale e fino a 250 mila euro.

    vL7lOlmoGwVrlZitfSLwq8enqhAIPI+4Uvof/GrcCmg=

  • Corriere di Como Mercoledì 20 Marzo 2019 5

    Camera di Commercio, si va avantiLa Regione: nessuno stop al decretoFino a ieri le nomine non erano ancora state notificate

    L’iter della fusione delle Camere di Commercio di Como e Lecco va avanti

    Unindustria Como

    Tutti i nomi della “squadra” di Aram ManoukianIl consiglio generale diUnindustria Como haapprovato lunedì sera ilprogramma proposto dalfuturo presidente AramManoukian e indicato lacomposizione delconsiglio di presidenzache sarà sottoposto alvoto dell’assembleagenerale prevista per il 7maggio. A fianco di

    Manoukian sarannoquindi Gianluca Brenna,vicepresidente vicariocon delega all’economiad’impresa, societàpartecipate e alleanze;Claudio Gerosa,vicepresidente con delegaalle relazioni industriali,previdenza e welfare;Antonio Pozzi,vicepresidente con delega

    alla education; SerenaCostantini, che si occuperàdi internazionalizzazionee Ue; Francesco Pizzagalli(sostenibilità); StefanoPoliani (innovazione,ricerca e sviluppo);Tiberio Tettamanti(ambiente, territorio esicurezza); Viola Verga,Ivano Soliani e FabioPorro (past president).

    Nessuno stop alla fusione trale Camere di Commercio di Co-mo e di Lecco. Nonostante si-no a ieri le nomine del nuovoconsiglio camerale non fosse-ro state notificate, da PalazzoLombardia viene confermatal’ormai imminente pubblica-zione del decreto del presiden-te Attilio Fontana.

    È lo stesso ufficio del gover-natore a ribadire al Corriere diComo che l’iter dell’accorpa -mento va avanti. «Non ci sonomotivi particolari che impon-gono di fermare la procedura»,sottolineano in Regione.

    L’ipotesi di un rinvio era cir-colata già lunedì ed era riferi-ta alla decisione del Tar delLazio sulla fondatezza dellaquestione di legittimità costi-tuzionale sollevata in sede diricorso dalla Camera di Com-mercio di Pavia.

    L’ente camerale pavese ave-va infatti chiesto ai giudiciamministrativi di bloccare lafusione con Mantova e Cremo-na. Allo stesso modo, in altreregioni d’Italia, numerose Ca-mere di Commercio si eranoopposte agli accorpamenti de-cisi per legge da una norma vo-luta dal governo Renzi.

    Tutti questi reclami eranostati unificati al Tar del Lazio,competente per territorio (es-

    sendo stata la norma approva-ta dal Parlamento nazionale).Il 15 marzo, venerdì scorso, ilsottosegretario alla presiden-za della Lombardia, FabrizioTurba, aveva annunciato alTavolo per la competitività lafirma del governatore sul de-creto di nomina del nuovo con-siglio camerale di Como e Lec-co e la contestuale convoca-zione della prima assembleaper il 28 marzo prossimo.

    Sino a ieri, però, come detto,nessuno dei 33 componenti del“parlamentino” di via Pariniha ricevuto copia del decreto.Motivo per cui è iniziata a cir-colare la voce che la Regioneavesse deciso - o quantomenovalutato - di sospendere le no-mine in attesa del giudizio del-la Corte Costituzionale.

    Anche negli uffici comaschidella Camera di Commercio sifaceva notare come la leggesulle fusioni fosse sì vigentema sub judice di una decisionerisolutiva, quella appunto del-la Consulta. Una decisione chein caso di pronuncia di incosti-tuzionalità della norma in esa-me rischia di diventare l’attoconclusivo di un percorso nor-mativo destinato irrimedia-bilmente a restare monco.

    In realtà, almeno per ciò cheriguarda Como e Lecco, la Re-

    gione non ha valutato che fos-se necessario fermare le mac-chine. «Finché non c’è un pro-nunciamento della Corte tut-to continua come prima», èstato detto. Il decreto quindinon si ferma. E già oggi do-vrebbero arrivare le prime no-tifiche ai futuri componentidel consiglio camerale.

    Anche la prima riunione del-lo stesso dovrebbe rimanerefissata per il 28 marzo, nono-stante i tempi stretti per lapreparazione degli atti.

    PRIMO PIANO

    33ConsiglioIl nuovo consigliocamerale di Como eLecco sarà compostoda 33 persone.La maggioranzadei seggiè stata assegnataal raggruppamentocompostoda Unindustria,Confartigianatoe Confcommercio

  • Corriere di Como Mercoledì 20 Marzo 2019 9

    Idee sul futuro dell’area TicosaMolti i progetti “informali”Entro fine mese in giunta la delibera sulla bonifica

    (v.d.) Il futuro dell’area Ticosa inte-ressa molti. Non soltanto dentro ilPalazzo. Sono stati numerosi, in que-ste settimane, gli incontri informaliin cui al Comune sono giunte idee eproposte per il recupero dell’area divia Grandi. Progetti che ovviamentepotranno essere concretizzati sol-tanto nel momento in cui, finita labonifica, il Comune decidesse di pub-blicare un bando in tal senso.

    Probabilmente è ancora troppopresto per fare valutazioni, ma inquesti giorni il sindaco Mario Landri-scina e gli assessori interessati al fu-turo del comparto dell’ex tintostam-peria hanno avuto comunque la pos-sibilità di visionare proposte di ta-glio diverso. Il tratto comune cheunisce le molte idee non può che es-sere la creazione di nuovi parcheggiper la città. Ma non solo. Nell’area c’èla Santarella, la cui trasformazione èlegata alla possibile realizzazione diun museo o alla cessione all’univer -sità come sede di rappresentanza.

    Intanto, va avanti il capitolo boni-fica della ormai famosa “cella 3”, l’a-rea di circa 4.800 metri quadrati die-tro la Santarella, l’unica in attesa di

    essere ripulita dagli inquinanti. Neigiorni scorsi i dettagli dell’operazio -ne erano stati illustrati dall’assesso -re all’ambiente, Marco Galli. Si at-tende ancora il passaggio del proget-to in giunta, dove dovrebbe arrivareentro pochi giorni per evitare che

    possano esserci ritardi già in parten-za rispetto al cronoprogramma.

    Dopo l’approvazione dell’ammini -strazione e il via libera della Provin-cia, nel mese di aprile si terrà la con-ferenza dei servizi e a giugno si apri-ranno le procedure per la gara.

    ProposteIn Comune sono statinumerosi gli incontriinformali con sindacoe assessoriorganizzati per lapresentazione di ideee proposte sull’a re adell’ex tintostamperia.Oltre allarealizzazione delparcheggio si ragionasul destino dellaS a n t a re l l a

    CRONACA

    4.800Cella “3”La bonifica dell’a re adi via Grandi non èstata ancoracompletata.All’appello manca laormai nota cella “3”,dietro la Santarella.La giunta dovrebbeapprovare neiprossimi giorniil progetto dirisanamento

  • 9LA PROVINCIA

    GIOVEDÌ 21 MARZO 2019

    Camera di commercio, adesso è leggeL’annuncio. Il ricorso alla Corte Costituzionale non ferma la pubblicazione del decreto istitutivo dell’entePrima convocazione il 28 marzo. Taborelli: «Scelta coraggiosa, bene così». Riva: «Poco tempo ma ce la faremo»

    COMO

    MARILENA LUALDI

    Le ultime verifiche in Regione martedì, poi il via liberaalla pubblicazione del decreto: così ieri mattina è arrivata la po-sta elettronica certificata con la convocazione del primo consi-glio camerale di Como e Lecco. Confermato anche il giorno: gio-vedì 28 marzo. I tempi per lavo-rarci sono strettissimi, ma ades-so almeno è certezza.

    Era stata annunciata la firmadel decreto da parte del gover-natore Attilio Fontana lo scorso venerdì. Contemporaneamen-te, tuttavia, era arrivata la deci-sione del Tar sulle Camere ricor-renti contro il decre-to governativo (tra cui Pavia), decisionedi mandare tutto nelle mani della Corte costituziona-le. La possibilità di sospendere gli effet-ti del decreto sul nuovo ente di Como e Lecco era concre-ta. La Regione tutta-via ha svolto tutte le verifiche del caso con i tecnici, poi ha deciso di dare il via libera.

    Il provvedimento? «Legittimo»

    «Martedì era riunito il consiglio - spiega il sottosegretario regio-nale Fabrizio Turba, che aveva dato tra l’altro la notizia venerdì scorso al Tavolo per la competi-tività - e poi ci siamo confrontatianche con il presidente Fontanae gli altri colleghi. Per la pubbli-cazione del decreto sul Burl era comunque necessario qualche giorno. Tempo che è stato utile anche per un ulteriore appro-fondimento tecnico». La pro-spettiva di avviare il percorso ca-merale unitario per questi due territori e poi di vedere un giudi-zio della Corte magari capace di

    ribaltare tutto il decreto, insom-ma, poteva impensierire. Soddi-sfazione ha espresso anche il presidente del consiglio regio-nale, Alessandro Fermi: «L’ope-razione riunisce due territori che hanno tantissime ragioni per stare insieme. Sono convin-to che nessuno perderà la pro-pria identità, qui si tratta di su-perare i campanilismi mante-nendo i campanili: unendo le forze, crescerà la possibilità per Como e Lecco di lavorare insie-me su temi importanti e fonda-mentali come il turismo».

    Due anni di confronti

    Anche perché quel lavoro era stato già ampiamen-te impostato. Dueanni di confronti,scambi di informa-zioni, persino studisul futuro dell’eco-nomia lariana da quial 2030. Un centina-io di dipendenti, trale due Camere e leaziende speciali, chegià erano entratinell’ordine delle

    idee di far parte di un unico ente.Ambrogio Taborelli, presi-

    dente della Camera di commer-cio di Como, mostra sollievo e lo-da la Regione : «Ancora una vol-ta la Lombardia ha dimostrato capacità decisionale autonoma. Onore al coraggio di chi in un mondo di imbelli sa farsi carico delle proprie responsabilità. Forse non tutto è perduto, non siamo ancora alla Repubblica delle banane».

    Sollevato anche il collega cheguida l’ente camerale di Lecco, Daniele Riva, e sarà consigliere nella nuova realtà: «Certo i tem-pi sono strettissimi, da qui al 28 marzo abbiamo pochi giorni ma gli uffici stanno predisponendo tutto, pancia a terra».

    Attilio FontanaDaniele Riva (a sinistra) e Ambrogio Taborelli, rispettivamente presidenti delle Camere di commercio di Lecco e di Como ARCHIVIO

    Marco Galimberti in poleper la nuova presidenza

    Giovedì 28 marzo, ore 15: per la prima volta si riunisce il nuovo consiglio camerale di Como e Lecco. E con questo in-sediamento nasce ufficialmentela realtà voluta dal Governo Renzi all’interno della riforma camerale. Riforma combattuta aspramente da molte Camere, tant’è che ci sono ancora dei ri-corsi, come quello di Pavia ma non solo. Como e Lecco non hanno cercato questo matrimo-

    nio, ma hanno fatto di necessità virtù: non raggiungendo appun-to separate la quota di 90mila imprese.

    Il decreto numero 270 del 15marzo è giunto ieri nelle caselle di posta delle associazioni: 33 i consiglieri nominati. Il provve-dimento ricostruisce anche le tappe legislative, con punto cru-ciale il 16 febbraio, quando il mi-nistro Calenda istituì la nuova Camera, a pochi giorni dalle ele-

    zioni nazionali. Con il decreto firmato da Fontana e ora pubbli-cato, si confermano dunque i nominativi inviati da Como e Lecco lo scorso dicembre. E si mette a fuoco il punto all’ordine del giorno di questo consiglio che darà il via alla nuova strada insieme: elezione del presidentedella Camera unica.

    Il nome designato dall’appa-rentamento principale (Confin-dustria, Confcommercio, Con-fartigianato, 22 seggi) è quello diMarco Galimberti. Già presi-dente di Confartigianato Como e vicepresidente uscente del-l’ente camerale comasco. La pri-ma votazione richiede la mag-

    gioranza qualificata, ovvero con l’ok di due terzi dei consiglieri (22). In caso di tetto non rag-giunto, si farebbe un altro tenta-tivo. Se non bastasse, per la terzavotazione sarebbe sufficiente la maggioranza assoluta. E ancora,una quarta votazione richiede-rebbe un ballottaggio tra i due più votati.

    L’indicazione di Galimbertiappare però piuttosto solida. Qualche sorpresa potrebbe av-venire invece più avanti, quandoil neo presidente porterà la squadra da votare in consi-glio.Ma qui ci spingiamo appun-to già più nel tempo.M. Lua.

    Economia

    vL7lOlmoGwVrlZitfSLwq40kdTJGaUNyFetJEolnN/g=

  • 27LA PROVINCIA GIOVEDÌ 21 MARZO 2019

    Il direttore de “La Provincia” Diego Minonzio e il sindaco di Tremezzina Mauro Guerra all’auditorium

    Lago e Valli

    Tremezzina, arriva un altro 5 stelle lussoL’incontro. L’annuncio del sindaco Guerra nella serata-intervista con il direttore de “La Provincia” all’auditorium«Sorgerà a Mezzegra e darà lavoro a 200 persone. Grandi eventi, non basta comprarci. Regolamento in arrivo»

    TREMEZZINA

    MARCO PALUMBO

    L’annuncio del sinda-co Mauro Guerra, l’altra sera, èarrivato a metà della chiacchie-rata ad ampio raggio con il diret-tore de La Provincia, Diego Mi-nonzio, in un auditorium - quel-lo del nuovo polo scolastico di Ossuccio (190 posti) - attento e gremito.

    Il tema trattato in quel mo-mento erano le aree di Tremez-zina che hanno vissuto «una fasedi abbandono e degrado». «Una di queste aree è ad Azzano di Mezzegra, nella zona a lago - spiega il primo cittadino - Zona sulla quale stiamo lavorando in maniera decisa. L’obiettivo è chiudere a stretto giro una con-venzione per far nascere lì un al-bergo cinque stelle lusso, che do-vrebbe portare sul territorio 150-200 posti di lavoro e nel contempo riqualificare l’intero lungolago».

    Dal lago alla Regina

    Notizia di assoluto rilievo que-sta perché Tremezzina andreb-be così ad avere sul proprio terri-torio che va da Ossuccio a Tre-mezzo due cinque stelle lusso, quello citato poc’anzi dal sinda-co Guerra e il Grand Hotel Tre-mezzo, simbolo immortale dellaBelle Epoque e tra le icone del la-go di Como nel mondo.

    L’area in questione, ad Azza-no, va dal lago alla statale Regina(formando anche una strozza-tura venendo da Lenno). Del fu-turo di questa porzione di Tre-mezzina se n’era già parlato anniaddietro. Poi però le varie pro-poste in essere avevano subito un rallentamento.

    Ora questa nuova accelera-zione, che in dote porterà anche la riqualificazione del tratto (pubblico) a lago. Di sicuro quel-lo delle aree dismesse - per varieragioni - è un argomento forte daqui ai prossimi anni.

    L’ex Abb di Lenno

    E in questo contesto, sarà im-portante evitare che a meno di due chilometri da Azzano, ovve-ro in quel di Lenno, «il compen-dio dell’ex Abb, multinazionale che ha lasciato la struttura di Lenno per insediarsi ad Ossuc-cio con un impianto d’avanguar-dia, diventi la nostra Ticosa», per usare le parole del sindaco. Ecosì l’Abbazia dell’Acquafredda, sempre a Lenno, dopo l’addio senza troppe spiegazioni della cooperativa che accoglieva 40 migranti (nessun resort comun-que all’orizzonte).

    Quello che è certo è che Tre-mezzina sta vivendo un boom turistico e di notorierà senza precedenti. Merito delle imma-gini delle Ville - Villa del Balbia-

    nello (bene Fai più visitato d’Ita-lia) e Villa Carlotta - che rimbal-zano in tutto il mondo, ma meri-to anche della vetrina interna-zionale griffata Dolce & Gabba-na (come dimenticare le due notti “da sogno” a Tremezzo il 6 e 7 luglio scorso).

    Ma certo taluni eventi in doteportano anche qualche gratta-capo: è il caso della festa di fidan-zamento indiano da mille e una notte ospitata lo scorso 21 set-tembre a Villa Balbiano a Ossuc-cio, con la Regina in tilt.

    Musiche e fuochi artificiali

    «Stiamo lavorando ad un rego-lamento sugli eventi - fa notare Mauro Guerra -. Vogliamo aver-ne un numero limitato, con tuttele rassicurazioni del caso. Non basta comprarci. E vanno rego-lamentate anche musiche e fuo-chi d’artificio».

    L’obiettivo è destagionalizza-re l’offerta turistica, strizzando l’occhio con ancor più convin-zione (dopo i mugugni di Como)alla Città dei Balocchi. Per fare ciò si sta lavorando per poten-ziare il Lake Como Christmas Light, chiedendo anche alla Na-vigazione uno sforzo comune per dar corso alla Navetta del Centro lago, rivedendo anche tempi e modalità dell’orario estivo. Senza dimenticare il coinvolgimento dei taxi boat. In questo edificio di Azzano di Mezzegra sorgerà il nuovo 5 stelle lusso L’ex Abb a Lenno

    Turismo religiosoCorsa ai fondi Cariploper il Sacro MonteTREMEZZINA

    Non è solo sul futurodella Città dei Balocchi e, inparticolare, sul progetto LakeComo Christmas Light cheTremezzina studia “da gran-de”, considerato che il riferi-mento diretto è rappresentatodal capoluogo, sede storicadella manifestazione natalizia

    che richiama una altissimapartecipazione.

    L’altra sera, il sindaco Mau-ro Guerra ha ufficializzato lapartecipazione in stretta si-nergia con la Diocesi di Comoe il Sacro Monte di Ossuccio(patrimonio dell’Unesco del2003), rappresentato dal ret-tore don Sergio Tettamanti,

    al Bando per i cosiddetti “In-terventi Emblematici” in capoalla Fondazione Cariplo.L’obiettivo è riqualificare unaporzione di compendio sul re-tro del Sacro Monte, creandouna sala polifunzionale.

    A questo si aggiunge la ri-qualificazione di «alcuni ru-stici», di proprietà del Santua-rio, nei quali (una volta risiste-mati) creare un punto di acco-glienza per religiosi, pellegrinie ospiti (a cominciare dal clas-sico ostello per i giovani).

    È un progetto di rilievo, lacui delibera di giunta (di rife-rimento) è stata approvata dalComune di Tremezzina ad ini-zio settimana.

    C’è tempo fino alla fine del

    mese (complice la proroga di30 giorni concessa sul fil di la-na dalla Fondazione Cariplo)per presentare i progetti, che -va ricordato - devono essere«immediatamente finanziabi-li».

    Complessivamente do-vrebbero essere una quindici-na i progetti presentati sul ter-ritorio. Da segnalare che nel2014 Regione Lombardia hastanziato 211 mila euro «pergli interventi di restauro econservazione degli affreschie superfici interne del santua-rio sulla base di un costo com-plessivo di 422 mila euro».

    Interventi ultimati nel giu-gno del 2016. M. Pal.Il pubblico presente alla serata nel nuovo polo scolastico di Ossuccio

    superiore dei lavori pubblici, an-che per evitare eventuali colpi dicoda. «In questa breve fase pro-pedeutica, proseguirà il nostro impegno di confronto con il consiglio per verificare e supe-rare eventuali criticità che do-vessero emergere, al fine di otte-nere un parere finale positivo che consenta di procedere celer-mente all’appalto di quest’ope-ra, sempre più essenziale per la Tremezzina e l’intero Lario», scrivono ancora Ugo Parolo e Mauro Guerra. Era stato il depu-tato lariano di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, a far notare che «il ministro Toninelli ha aggiun-to un passaggio, quello del Con-siglio superiore dei Lavori Pub-blici, che non era obbligatorio». M. Pal.

    del consiglio superiore dei lavoripubblici, al termine dell’incon-tro che si è tenuto a Roma con il presidente Donato Carlea.

    Serve dunque un ultimo sfor-zo e in particolare «toccherà for-malmente agli enti locali e alla Regione sostenere le ragioni di un parere favorevole in assem-blea» il che significa in buona so-stanza che le varie parti in causadovranno tornare nella Capitale(l’11 o il 12 di aprile) per seguire da vicino la seduta del consiglio

    le che, comunque, prevede an-cora due passaggi nel consiglio di amministrazione dell’Anas (approvazione ultima del pro-getto definitivo, visto il surplus di costi lievitati a 380 milioni di euro e via libera al progetto ese-cutivo) e, da ultimo, la pubblica-zione del bando di gara (entro settembre).

    Sono stati il deputato leghistaUgo Parolo e il sindaco di Tre-mezzina Mauro Guerra ieri ad annunciare la data della seduta

    TremezzinaL’ìncontro al consiglio

    dei lavori pubblici

    alla presenza

    di Guerra e Parolo

    Tra l’11 ed il 12 aprile, finalmente, il Consiglio supe-riore dei lavori pubblici discute-rà e delibererà l’atteso parere sulla variante della Tremezzina.

    È l’ultimo “tappo” di naturaburocratica prima del rush fina-

    Variante della Tremezzina«A metà aprile sì al progetto»

    Incroci pericolosi sulla Regina a Colonno

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  • Giovedì 21 Marzo 2019 Corriere di Como2

    Tremezzina, Roma accelera i tempi del parere tecnicoIl Consiglio superiore dei Lavori pubblici deciderà l’11 o il 12 aprile prossimi

    Si lavora per risolvere definitivamente il problema delle strettoie della Tre m e z z i n a

    Un colpo d’acceleratore che potrebbe dav-vero segnare la svolta verso la realizzazio-ne della variante della Tremezzina.

    Il Consiglio superiore dei Lavori pubbli-ci (Cslp) ha confermato ieri la decisione divoler discutere e votare il parere sull’ope -ra pubblica centrolariana nelle sedutedell’11 o 12 aprile prossimi.

    In caso di via libera, l’Anas avrebbe cosìla possibilità di avviare le procedure d’ap -palto e di chiudere entro l’anno l’assegna -zione del cantiere. Le notizie positive so-no giunte direttamente dal sindaco diTremezzina, Mauro Guerra, e dal deputatodella Lega Ugo Parolo, ricevuti, come det-to, ieri nella capitale dal presidente delCslp, Donato Carlea.

    L’incontro - hanno fatto sapere Guerra eParolo in un comunicato diffuso nel pri-mo pomeriggio - è stato molto «positivo ecordiale». Ma soprattutto concreto, e ciòcon ogni probabilità grazie al fatto cheCarlea conoscesse benissimo il territoriocentrolariano.

    In passato, infatti, il presidente del Cslpè stato ingegnere capo del Provveditoratoper le opere pubbliche della Lombardia. Èstato lui a seguire da vicino la costruzionedel carcere del Bassone ad Albate e del va-lico di Brogeda, tanto per fare alcuniesempi. La conoscenza del territorio e lapresa d’atto del problema ha sicuramenteconvinto Carlea ad accelerare l’iter delparere che sarà quindi dato nella primametà di aprile.

    «La riunione di Roma - hanno detto Pa-rolo e Guerra - è stata l’occasione per fare

    il punto sulle procedure. Abbiamo avutomodo di rappresentare al presidente delCslp la necessità della variante, portandocome esempio le criticità che anche inquesti giorni stanno emergendo, e l’ur -genza di procedere con l’appalto dell’ope -ra entro la fine del 2019, al fine di non per-dere le risorse appostate sul bilancio sta-tale». Il sindaco di Tremezzina e il depu-tato del collegio centrolariano hannoquindi preso atto con molta soddisfazionedelle «positive rassicurazioni del presi-dente Carlea che, avocando direttamentea sé il procedimento, ha voluto testimo-niare, nel rispetto delle valutazioni tecni-che e del ruolo dell’intero consiglio, l’at -tenzione e l’importanza che egli stesso at-tribuisce al progetto».

    Dopo molti anni e infinite discussioni, lavariante della Tremezzina sembra avereimboccato l’ultimo miglio. Quello che do-vrebbe portare alla gara di appalto. «In at-tesa che gli enti locali e la Regione ven-gano convocati quali membri di dirittodell’assemblea del Consiglio superiore deiLavori pubblici - hanno aggiunto Guerra eParolo nel comunicato diffuso ieri - inquesta breve fase propedeutica prosegui-rà il nostro impegno di confronto con ilCslp per verificare e superare eventualicriticità che dovessero emergere».

    L’obiettivo è infatti uno solo: «Ottenereun parere finale positivo che permetta diprocedere celermente all’appalto di que-st’opera, sempre più essenziale per la Tre-mezzina e l’intero comprensorio del Lagodi Como».

  • Corriere di Como Giovedì 21 Marzo 2019 3

    Primo piano Viabilità e infrastrutture

    Un nuovo caso a Cantù

    Danneggiatoil sottopassodi via Bengasi

    L’ultimointerventoVigili del fuocoieri mattina in viaBengasi a Cantùdopo il distaccodi alcuni mattonidalla volta delponte sullaferrovia. Nellafoto si notanochiaramente idue solchi lasciaticon tuttaprobabilità dalcassone di unmezzo pesante,transitatononostante i limitidi altezza

    (p.an.) Ancora un problema per unponte a Cantù. Ancora un mezzo pe-sante che, ignorando i divieti, nedanneggia la volta. La situazioneinizia a diventare paradossale per ilterritorio brianzolo. Ieri mattina, ivigili del fuoco sono intervenuti peralcuni mattoni caduti dalla volta delponte della ferrovia in via Bengasi aCantù. Probabilmente i mattoni sisono staccati a seguito dell’impattocausato dal passaggio di un mezzo. Isolchi lasciati sulla volta del pontesono inequivocabili.

    Una squadra di pompieri ha verifi-cato la situazione. Non è stato neces-sario chiudere la strada. Oltre al pon-te di Carimate, i vigili del fuoco era-no intervenuti poco più di un mese faper il distacco di alcuni calcinaccidal ponte di corso Unità d’Italia chesovrasta via Risorgimento, nel pienocentro della Città del Mobile.

    Ponte di Carimate, creato un bypass per i residentiTra una ventina di giorni l’abbattimento della struttura danneggiata

    L’apertura del bypass per i residenti di via ai Giovi (foto Nassa)

    Disagi ridotti, ma soltantoper i residenti di via ai Gio-vi, a Carimate, rimasti iso-lati dopo il danneggiamen-to, lunedì mattina, del pon-te che sovrasta la strada.

    Ieri è stato completato ilbypass, realizzato grazie al-la collaborazione con i pri-vati, che consente di ricolle-gare la zona. La via ai Gioviè già a fondo cieco per i la-vori del sottopasso ferrovia-rio. Per permettere ai circa200 residenti di rompere l’i-solamento è stato dunquecreato un passaggio nellaviabilità interna del deposi-to di automobili confinantecon la strada. Il nuovo col-legamento temporaneo ver-rà utilizzato fino al terminedei lavori per raggiungere iltratto di strada oltre il ca-valcavia danneggiato.

    Per quanto riguarda inve-ce i tempi di ripristino dellaNovedratese, ieri l’ingegne -re Bruno Tarantola, diri-gente del settore Lavori

    pubblici della Provincia diComo, ha spiegato che la de-molizione del ponte avverràfra tre settimane.

    «Potremo procedere conl’abbattimento non appenasaranno pronte le nuovetravi che costituiranno l’os -satura della nuova struttu-ra – ha spiegato – Questo perevitare di lasciare una peri-colosa voragine sulla Nove-dratese, che costituirebbeun pericolo nonostante lasegnalazione dell’interru -zione della strada».

    «Stiamo verificando an-che gli allacciamenti allereti di servizio –ha aggiuntoTarantola – Enel ci ha fattosapere di non avere infra-strutture nel tratto, Tele-com provvederà oggi a spo-stare i cavi. Appena le travisaranno pronte potremoquindi procedere con i lavo-ri, avviati subito perché ab-biamo decretato la proce-dura di somma urgenza».

    A.Cam. La posa delle barriere di new jersey per sbarrare l’accesso alla strada sotto il ponte danneggiato

    IL PRESIDENTE DEGLI INGEGNERI«Nodale il tema delle manutenzioni»Volontè: «Troppe le opere costruite nei decenni passati»

    Scavi di monitoraggio sulla provinciale Novedratese, a Carimate (Nassa)

    Mauro Volontè, presidente del-l’Ordine degli Ingegneri dellaprovincia di Como, ribadisce piùvolte nel corso dell’intervistache il ruolo dell’Ordine non ècommentare aspetti procedura-li e rivendicare competenze incaso di problemi a strutture co-me il ponte dei Lavatoi o altricantieri. Proprio l’Ordine ha pe-rò recentemente firmato unostudio sul ponte Morandi di Ge-nova, teatro del drammaticocrollo dello scorso agosto «perfocalizzare l’attenzione sugliaspetti manutentivi ed evoluti-vi che stanno investendo l’inge -gneria infrastrutturale».

    «Non si può dare la colpa aiponti e a chi li ha progettati tan-ti anni fa – spiega Volontè - lemanutenzioni periodiche sononodali, fondamentali. Anche perquesto, lo scorso ottobre, siamostati chiamati dalla Regione percostituire Lombardia Sicura, lacabina di regia che si occupa delmonitoraggio delle infrastrut-ture, ovvero strade, ponti, galle-rie, ferrovie. Il primo incontrosarà venerdì 29 marzo. Portere-mo naturalmente anche leistanze del territorio comasco».

    La Regione ha riunito a unostesso tavolo i propri tecnici, gliOrdini di ingegneri, geologi e ar-chitetti. Volontè è anche segre-tario della consulta regionaledegli ingegneri e parteciperà pe-riodicamente anche ai tavoliconvocati per diversi settori,dall’energia ai lavori pubblici,dall’ambiente alla viabilità.

    «Il dialogo con l’istituzione èdiventato fondamentale - ag-giunge il presidente degli inge-

    gneri - Il protocollo di collabora-zione tra la nostra consulta re-gionale e tutti gli assessorati èstato firmato a fine gennaio.Questo impegno e “LombardiaSicura” dimostrano come le te-matiche della tutela di chi simuove e vive sul territorio sianotenute in considerazione. LaLombardia è stata la prima re-gione d’Italia ad applicare que-sto sistema, come ha ricono-sciuto anche il ministro delle In-frastrutture Danilo Toninelli».

    «Se si parla di una visione sulfuturo - sottolinea il presidentedell’Ordine degli Ingegneri dellaprovincia di Como - noi siamoper sbloccare i cantieri».

    «Siamo per la Tav, per la Pe-demontana e per la Tangenziale

    di Como naturalmente, ma nona scapito delle manutenzioni -ammonisce Volontè - Abbiamotante opere, anche in provincia,costruite nei decenni scorsi inbase alle tecnologie, agli obiet-tivi e alle normative del periodo.Il traffico di oggi su un ponte, adesempio, aumenta in modo espo-nenziale le sollecitazioni rispet-to ad alcuni decenni fa. Poi, cer-to, in tanti casi ci sono l’incuriae l’errore umano che hanno la lo-ro parte».

    Sulle possibili soluzioni a que-stioni viabilistiche, Volontèconferma la disponibilità a col-laborare a livello territoriale.

    «Noi siamo disponibili - diceancora il presidente - Due anni fala precedente amministrazionecomunale ci chiese pareri sulPiano del traffico di Como. Cisiamo espressi sulla necessità diun interscambio con Trenord incorrispondenza dell’autosiloValmulini, sulla riqualificazio-ne della stazione di Como Borghie la creazione di una navettaGrandate-Como Borghi. Atten-diamo che questi progetti ven-gano realizzati».

    Paolo Annoni

    Mauro Volontè

  • Giovedì 21 Marzo 2019 Corriere di Como4

    Primo piano Economia e territorio

    Nuova Camera di CommercioÈ già battaglia sulla giuntaIeri la notifica ufficiale del decreto di nomina dei consiglieri

    Marco Galimberti

    La nuova Camera di commerciodi Como e Lecco è realtà. Ierimattina la Regione ha notifica-to il decreto di nomina ai 33 con-siglieri che comporranno il par-lamentino dell’ente di via Pari-ni. Confermato anche l’insedia -mento del 28 marzo, alle 15, gior-no in cui sarà eletto il primo pre-sidente della riunificata Came-ra lariana.

    I timori di una sospensione inattesa della sentenza della CorteCostituzionale sulla legittimitàdella norma che ha stabilito gliaccorpamenti forzosi in tuttaItalia sono stati quindi fugati.

    Già ieri, peraltro, come antici-pato dal Corriere di Como, il go-vernatore lombardo Attilio Fon-tana aveva negato che l’iter dellafusione fosse stato sospeso.

    Si parte, quindi. Con un gover-no della nuova Camera affidatoa una maggioranza ampia - 22consiglieri su 33, il 66% - natadall’apparentamento delle as-sociazioni d’impresa più impor-tanti: Confindustria Como eLecco, Confcommercio Como eLecco, Confartigianato Como eLecco e Ance Como e Lecco.

    Il presidente designato è il co-

    masco Marco Galimberti, sino apochi mesi fa presidente di Con-fartigianato Como. Il suo vicesarà Lorenzo Riva, attuale presi-dente di Confindustria Lecco eSondrio. Tutto deciso, quindi?

    Non proprio. I rapporti tra lecomponenti di maggioranza del-le due province non sembranoessere così idilliaci come si vuolfar credere. La settimana scorsagli eletti lecchesi del principaleapparentamento si sono riunitiper stabilire una strategia da se-guire nei prossimi mesi.

    Il problema più urgente ri-guarda la composizione dellagiunta. I posti a disposizione so-no 7, uno dei quali però deve ne-cessariamente andare al rappre-sentante degli agricoltori, il lec-chese Roberto Magni.

    Nella seconda riunione delconsiglio camerale, già fissatadopo il 28 marzo, ciascun consi-gliere avrà a disposizione duevoti. La maggioranza potrà di-sporre quindi di 44 preferenze, 8per ciascuno dei possibili candi-dati. Se gli altri 10 consiglieri, iquali rappresentano in parte unsecondo apparentamento (CnaComo e Lecco, Compagnia delle

    Opere Como e Lecco, Api Lecco,Confesercenti Como e Lecco) ein parte altri settori (credito eassicurazioni, cooperative, sin-dacati, consumatori, liberi pro-fessionisti) trovassero un’inte -sa, potrebbe facilmente elegge-re due componenti della giunta,potendo distribuire i loro 20 votiin modo omogeneo.

    Proprio per questo, alcuni deinuovi consiglieri camerali sonostati avvicinati nei giorni scorsida rappresentanti del raggrup-

    pamento di maggioranza conl’obiettivo di ottenere il soste-gno alla proposta di giunta.

    Gli equilibri tra Como e Leccopassano anche dalla possibilitàdi costruire un esecutivo chenon sia sbilanciato da una parte.La partita è aperta, molto di-penderà anche dalla capacitàdelle “minoranze” di fare squa-dra e di proporre candidatureunitarie e programmi concreti epercorribili.

    Da. C.

    La sede della Camera di Commercio di Como e Lecco, in via Parini (foto Antonio Nassa)

    22MaggioranzaNel nuovo consigliocamerale si è formatauna maggioranzamolto ampia - 22consiglieri su 33,il 66% - natadall’a p p a re n t a m e n t odelle associazionid’i m p re s apiù importantidelle due province

  • 26LA PROVINCIA

    SABATO 23 MARZO 2019

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  • 9LA PROVINCIA

    DOMENICA 24 MARZO 2019

    COMO

    MARILENA LUALDI

    Si è appena affacciata la primavera e non siamo nean-che a metà della strada spinosa che contraddistingue le impre-se: si sta ancora lavorando per pagare lo Stato, perché per i pri-mi sei mesi tutte le entrate van-no in quella direzione. Confarti-gianato, in un convegno, ha fattoil punto sul burofisco: quel mo-stro che preoccupa le imprese. El’esame è sconfortante, rileva il presidente dell’associazione provinciale Roberto Galli.

    Il calendario del terrore

    Del resto, sul calendario di Con-fartigianato Como per quest’an-no la primavera fa fiorire più di 50 scadenze burocratiche o fi-scali. Tre mesi tosti, che si con-cluderanno a giugno con il ver-samento di Imu e Tasi. «Questo è il problema - sottolinea Galli - in un mondo che va verso la sem-plificazione con il digitale, non c’è la minima semplicità nella burocrazia. Meno carta, avanti ilcomputer, dovrebbe migliorare la situazione: invece è il contra-rio. Intanto, il primo dato che non migliora affatto: per i primi sei, sette mesi circa dell’anno la-voriamo per lo Stato».

    E il tempo è avverso da altripunti di vista: per versare tutte leimposte ed eseguire tutti gli adempimenti servono 238 ore all’anno, 79 in più in media ri-spetto agli altri Paesi.

    Artigiani furiosi«La burocraziaè il nostro incubo»Confartigianato. Un convegno tra proposte e protesteGalli: «I primi 7 mesi dell’anno lavoriamo per lo StatoIn un mondo digitale siamo vittime del “burofisco”»

    La risposta poteva essere inparte appunto il digitale, ma nonè così. Perché è il sistema stesso delle tasse, così farraginoso, a impedirlo. Di fronte a un simile stato di cose, Confartigianato hauna certezza: non si possono ef-fettuare interventi spot. La sem-plificazione ha quattro direzionida seguire

    La prima è il riordino in testiunici di tutte le disposizioni fi-scali per tipologia di soggetto. Quindi la stabilità delle disposi-zioni che impongono adempi-menti legati al fisco.

    Un altro elemento importan-te è la non retroattività delle di-sposizioni tributarie.

    Quindi una richiesta mirata,segno di semplificazione evi-dente nella gestione dell’impre-sa: «L’accorpamento dei tributi che fanno riferimento alla me-desima base imponibile, come Imu, Tasi e Irap. Andrebbero riordinati in un’unica tassa, cer-to. Ed è quanto chiediamo per avere un quadro semplice e chiaro per poter gestire le nostreattività. Invece attualmente nonc’è nulla di chiaro».

    Le micro aziende oggi acco-glierebbero con un sospiro di sollievo una diminuzione del ca-rico fiscale, partendo da quella mai digerita Imu sui capannoni.Ma c’è qualcosa di ancora più ur-gente: «Sapere quanto, quando ecome pagare per mettere nel bu-dget. Organizzarsi insomma e programmare l’attività annuale.Questo sì che sarebbe veramen-te utile per le nostre imprese. Al contrario, oggi cambia sempre tutto».

    L’incubo dell’errore

    Mutamenti anche all’ultimo mi-nuto, che mettono in difficoltà leaziende. Così può incombere l’errore, o la dimenticanza, di cuipoi si pagano le conseguenze: al-tro onere a carico.

    Tutto ciò interessa ogni tipodi impresa, ovviamente. Ma per gli artigiani è particolarmente asfissiante per un motivo preci-so: non hanno una struttura taleda poter prevedere una figura che tenga d’occhio soltanto que-sto aspetto.

    «Spesso ad occuparsene èl’amministratore - osserva Galli - o lo stesso lavoratore che passaalcune ore in ufficio, altre nel re-parto di produzione. Perché quindi non possiamo sapere in anticipo, e con sicurezza, quantodobbiamo pagare? Oggi quando lo Stato non ha abbastanza en-trate, ecco che fa un bilancio di correzione. Immaginate se noi facessimo così con i clienti».

    n In Italiaper gli adempimentifiscali serve il triplodel tempo rispetto ad altri Paesi

    Per le imprese artigiane fisco e burocrazia sono anche per quest’anno un incubo ARCHIVIO

    Per le imprese 55 incombenze da oggi fino al prossimo maggio

    A marzo, un finto re-lax: solo nove scadenze da se-guire sono appuntate nel calen-dario di Confartigianato Como per le imprese. Adempimenti legati più che altro all’Iva.

    Ma una rondine non fa pri-mavera nella stagione eterna delle tasse: difatti, ad aprile sa-rà un massacro. Ci sono 29 in-combenze in agguato. Una vie-ne conteggiata persino il Lune-dì dell’Angelo. Che ha puntual-mente il volto di una dichiara-zione legata all’Iva.

    Il giorno record è il 30 perconcludere in bellezza. Dieci

    incombenze si radunano tutte lì. Ma non è che il primo aprile sia uno scherzo: sette scadenzechiamano le piccole imprese.

    Maggio adagio adagio, manon in scioltezza da questo punto di vista. La tregua parzia-le c’è, difatti in questo mese si troveranno “solo” 17 adempi-menti. Non bisogna illudersi, meglio diffidare dei mesi tran-quilli a livello quantitativo, per-ché è la “qualità” che si mette dimezzo. Vero è che il foglio del calendario registra solo tre giorni legati a incombenze bu-rocratiche o fiscali, per otto

    compiti da eseguire. Tra di loro,però c’è l’acconto di Imu e Tasi,quindi non proprio un passag-gio indolore per le piccole aziende.

    Non resta che aspettarel’esplosione dell’estate, consa-pevoli del fatto che anche la temperatura del burofisco sali-rà. Nel solo mese di luglio si su-pereranno non solo i trenta gradi, bensì le trenta scadenze di cui tenere conto nell’ambito della propria attività. Sudando sotto una certezza: neanche in agosto la burocrazia concederàuna vacanza.

    altro: nell’ultimo anno i nostri lavoratori presenti in Canton Ticino sono diminuiti di ben 2700 unità (non accadeva da un decennio). E ancora: i frontalierihanno più volte pagato, in termi-ni di posti di lavoro, le oscillazio-ni di un’economia cantonale chespesso non è riuscita a tenere il passo con quella degli altri Can-toni. Insomma, il dibattito resta più che mai aperto. Segnalazio-ne doverosa infine per il Distret-to del Luganese (circa 15 mila i frontalieri impiegati, per la cro-naca) che grazie agli storici com-parti delle banche e, più in gene-rale, dei servizi finanziari in que-sti dieci anni non ha conosciuto flessioni, salvo qualche rara ec-cezione. Marco Palumbo

    - a dati non troppo incoraggiantiriguardanti i principali compar-ti produttivi del vicino Cantone.

    «L’economia cresce, ma per icittadini ticinesi non vi sono be-nefici - scrive il presidente can-tonale dell’Udc e candidato al Consiglio di Stato, Piero Mar-chesi - Le condizioni economi-che del Cantone dovrebbero permettere la piena occupazio-ne dei residenti. Così non è, in-vece. Arrivano nuove aziende, creano nuovi posti di lavoro, ma vengono in gran parte occupati da lavoratori frontalieri e i tici-nesi stanno invece a guardare».

    Insomma, il freno a mano ti-rato dell’economia ticinese, se-condo l’Udc, avrebbe quale cau-sa scatenante i lavoratori fron-talieri. Eppure i numeri dicono

    mo e dell’Istituto Bak Economi-cs ha detto anche altro e cioè cheun’altra parola d’ordine di que-sto autentico boom dell’econo-mia del vicino Cantone è stata “l’innovazione”, che ha interes-sato in particolare alcuni settori,come quello degli ascensori o dei sistemi d’imballaggio. A due settimane dalle elezioni canto-nali, non potevano mancare le reazioni politiche a questa ven-tata d’entusiasmo, dopo mesi di forte tensione dovuti - in primis

    la più vicina al Canton Ticino. A favorire questo trend positivo è stata la crescita dell’occupazio-ne. Oggi insomma l’economia ti-cinese gode di ottima salute.

    Eppure la Segreteria di Statodell’Economia, non più tardi di una settimana fa, segnalava per il 2019 una diminuzione, per certi versi preoccupante, delle previsioni di crescita del Pil (l’iniziale 1,5% di crescita è statoritoccato ad un modesto 1,1%). Ma lo studio della Camera di Co-

    l’economia ticinese ha avuto ne-gli ultimi dieci anni una «cresci-ta impressionante». Lo dice unostudio presentato ieri, frutto della sinergia tra la Camera di Commercio del Canton Ticino el’istituto Bak Economics di Ba-silea. La crescita, come recita lo studio, è stata «impressionan-te», soprattutto se confrontata con le grandi economie statuni-tensi e dell’Europa occidentale, a cominciare da quella italiana, che per questioni geografiche è

    Oltre confineUno studio rivela il boom

    degli ultimi dieci anni

    Nel 2019 si rallenta

    Udc: «Colpa dei frontalieri»

    Nonostante la picchia-ta del turismo, che ha fatto regi-strare anche lo scorso anno un calo preoccupante alla voce per-nottamenti e nonostante tempi non proprio felici per uno dei comparti clou ovvero l’edilizia,

    «Dieci anni di crescita impressionante»Ma adesso il Canton Ticino tira il freno

    Economia

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