Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci...

28
M A G A Z I N E N.4

Transcript of Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci...

Page 1: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

M A G A Z I N E

N.4

Page 2: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

PRIMO PIANO

CONCORSO FOTOGRAFICO INFORMAGIOVANIECCOCI QUA! 4/5

SPORT E TEMPO LIBERO

NON C’È SOLO LA MAGLIA ROSA 6SCIVOLANDO SUL BIANCO 7UN’ESTATE IN DIVISA 8…SUHL ARRIVO! 9INTERCULTURA, CUCINA TAI A CASA MIA! 10/11GIOCHI DI RUOLO 12/13

LEGGERE, VEDERE, ASCOLTARE

QUELLI DEL ROCK TARGATO TRAVEDONA MONATE 14GOOD VIBRATION RITMO IN LEVARE 15UN GIOVANE AUTORE TROVA LAVORO 16PREMIO CHIARA GIOVANI: FERMATI E ASCOLTA 17GRINDHOUSE 18CHORUS LINE ARRIVA IN VALLE OLONA 19MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE 20/21G I O C H I 22MILANO A. BRANDELLI 23

SCUOLA & CO

ESAMI DI RIPARAZIONE? FACCIAMO CHIAREZZA 24CONSULTA PROVINCIALE DEGLI STUDENTI,QUESTA SCONOSCIUTA 25GIOVANI E PARTECIPAZIONE.ESPERIENZE A CONFRONTO 26/27

N U M E R O 4 - F E B B R A I O 2 0 0 8

Immagine in copertina: Autore: Marco Moretti - Titolo: Technologik - Commento: Viviamo nell’era della tecnologia, circondati da molti must come il cellulare, l’iPod, internet e la TV. Tocca proprio a noi tenere a galla i veri valori, senza farci risucchiare del tutto in questo mondo virtuale.

REDAZIONE:Ilaria AntonicelliMarco BonagliaFederico CastanoVilmos CattaneoClaudia CeolinStefano CrociGlenda GiussaniJulian HoxhaiGiorgio MacchiFrancesco Mugnani Rosanna Tenti

HANNO PARTECIPATO: Sara BellingheriAbraham BertolettiAlessio MinaValentina MeloniChiara PonzelliniLuca TorchianaKanthavel Pasupathipillai

HANNO COLLABORATO:Provincia di Varese - Coordinamento InformaGiovaniProvincia di Varese - Settore ComunicazioneInformaGiovani del Comune di Varese

CONSULENZA TECNICA DI COMUNICAZIONE E GRAFICA:esprithb - MilanoSTAMPA:Emmevi Grafi ca - VareseEDITORE:Provincia di VareseDIRETTORERESPONSABILE:Mauro Carabelli

Registrazione del Tribunale di Varese n.923 del 4 dicembre 2007

Page 3: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

Dopo quasi un anno, eccoci qua, siamo tornati.Scusate questa pausa di rifl essione, ma abbiamo dovuto ripensare alla nostra struttura per renderla sempre più capillare su tutto il territorio della provincia.Non è facile mettere insieme un magazine come questo, che cerca, speriamo con successo, di dare voce a tutti i ragazzi che ritengono di avere qualcosa da dire, o meglio da scrivere, ai loro “colleghi” di tutta la provincia.Saremmo certamente molto più effi cienti se assoldassimo cinque o sei navigati professionisti mercenari della penna e li schiavizzassimo per sfornare un numero al mese, diventeremmo come una di quelle riviste patinate che potete leggere nell’anticamera del dentista, o in questo caso della presidenza, ma soprattutto verremmo meno al dovere di offrire un magazine capace di incanalare il reale punto di vista di chi il mondo dei giovani,e la scuola in particolare, la vive sulla propria pelle.Noi ce la mettiamo tutta, ma abbiamo bisogno che sempre più ragazzi si uniscano a noi, quindi fatevi avanti senza paura, non importa se siete di quelli che lo farebbero solo per il punto in più di credito formativo, o se invece siete dei Montanelli in erba, la porta per diventare collaboratori dell’IG Magazine è aperta a tutti.Tornando a noi, vi ricorderete del concorso fotografi co che abbiamo lanciato l’anno scorso, è stato un vero successo e non escludiamo di ripeterlo anche quest’anno, per il momento vi lanciamo l’idea di inventare un seguito per lo stralcio del libro Milano A. Brandelli che abbiamo pubblicato a pagina 23, e già che ci siete andatevi a leggere anche il romanzo originale, può essere una valida alternativa a una serata di coma cerebrale davanti al serale di Amici di Maria De Filippi.Siamo stati già troppo lunghi.... quindi salutiamo quei quattro coraggiosi che sono arrivati in fondo all’edi-toriale e vi auguriamo buona lettura. Il Coordinamento Provinciale InformaGiovani

EDITORIALE

3

InformaGiovani Magazine... e 4

Page 4: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

n questa sede ci sembra giusto soffer-marci soprattutto sui criteri che sono stati utilizzati per eleggere i vincitori. La giuria era composta da due fotografi , Carlo Meazza ed Alberto Bertoluzzi,

un esperto di comunicazione e responsabi-le dello stesso settore per la Provincia di Va-rese, Mauro Carabelli, la Dirigente Marina Rossignoli, l’Assessore Rienzo Azzi ed un rappresentante della Consulta Studentesca Provinciale, Pietro Limido.Prima della premiazione, i giurati ci han-no spiegato che la richiesta di questo con-corso non era una semplice fotografi a ma una “foto che facesse comunicazione”, un concept, all’immagine doveva infatti esse-re associata una frase come commento. È stata valutata, inoltre, la differenza fra fo-tografi a occasionale e fotografi a studiata, l’espressività e l’originalità delle opere e infi ne (anche i giurati sono umani) il gusto personale.Questo lavoro ha portato a selezionare le foto premiate: sette vincitori per ciascuna categoria, Senior e Junior.Al termine della premiazione abbiamo inseguito i vincitori (chi era fuggito nel parco, chi in bagno, chi alla ricerca di un buffet, chi continuava a fare foto…) e abbiamo raggiunto i primi classifi cati delle due categorie: Pietro Bricchi per la Senior e Samuel Salamone per la Junior. Per en-

trambi era la prima volta che partecipava-no ad un concorso fotografi co ed erano piuttosto emozionati. Samuel si è lascia-to andare a un’esternazione entusiasta: “Sono contentissimo di aver vinto perché alcuni compagni di classe continuavano a svalutarmi e a non credere nel mio lavoro. Guarda caso, io ho vinto e quelle stesse persone non sono nemmeno arrivate fra i premiati!”. Pietro, futuro architetto, un po’ più timidamente ci ha detto che non ha in-tenzione di fermarsi qua e che non gli di-spiacerebbe partecipare ad altri concorsi: “A livello nazionale ce ne sono due che mi ispirano: uno sui viaggi internazionali, “Architettura nel mondo”, e uno per creare un concept su un vino di Imperia, “Vino, luci ed ombre”. Sempre come passione, però: non credo che la fotografi a possa diventare il mio lavoro esclusivo”.Entrambe le fotografi e erano state elabo-rate e modifi cate con le nuove tecnologie. Abbiamo chiesto ai vincitori se questa sarà la nuova frontiera dell’immagine o se ri-marrà anche l’immediatezza della foto scattata al momento: Pietro ci ha detto che dipende dal contesto e da quello che viene richiesto, mentre Samuel ha voluto sottoli-neare che la foto scattata con le vecchie macchine è sempre bellissima ma sicco-me sta studiando queste nuove tecniche a scuola ha voluto metterle in pratica.

ECCOCI QUA!Servizio di Francesco Mugnani e Ilaria Antonicelli

I

Certo non potevamo mancare proprio noi della redazione IG Magazine alla premiazione del concorso fotografi co lanciato dal Coordinamento Provinciale InformaGiovani; avete partecipato in molti al concorso (127 in totale, per 313 foto in concorso) e quel giorno a Villa Recalcati c’eravate davvero tutti. Molti i premiati e molti i premi, se volete consultare l’elenco completo potete trovare più informazioni al link http://www.provincia.va.it/sociali.htm

4

Page 5: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

In questa pagina potete ammirare le due foto vincitrici, ma presto potrete vedere anche le altre fi naliste: la mostra delle foto sta infatti girando per la provincia di Varese in varie occasioni.

1° classifi cato SENIORBRICCHI PIETROTitolo della foto: “My Dream”

CONCORSO

5

1° classifi cato JUNIORSALAMONE SAMUELTitolo della foto: “Sommerso da”

I particolari sono ancora top

secret, ma tenetevi pronti:

sembra che il Coordinamento

Provinciale InformaGiovani

stia per lanciare un nuovo

concorso fotografico!

Page 6: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

er scoprirne di più abbiamo incontrato Davide Cardillo, quindicenne di Germi-gnaga che da anni è appassionato di sport estremi in mountain bike. Davide è arrivato con il casco in testa, in sella alla sua bici, e ha

estratto dallo zaino rivi-ste e ritagli di giornale pieni di immagini di bikers, salti e acrobazie per darci una panora-mica di questo mondo.

Come sono nati questi sport?Negli anni ‘80 in America, da un gruppo di ragazzi che si divertiva a imitare con le mountain bike le evoluzioni dei motociclisti. Successivamente le bici sono state modifi cate, con l’aggiunta di sospensioni anteriori e posteriori, e perfezionate a livello tecno-logico. Negli anni seguenti si sono così sviluppate diverse discipline tra cui DownHill, Freeride, Four cross (4X) e altre.

Che tipo di preparazione è necessaria per questi sport?Personalmente ho cominciato con la BMX (bicicletta

da cross) e con il passare del tempo mi sono appassionato al DownHill.

Per farlo sono necessarie basi

di Trial e Dirt jumping (salti tra dune e osta-coli naturali). In questa disciplina l’allenamento non basta: per fare un buon salto

occorro-no ore di studio e valu-tazione, è fonda-mentale la progettazione.

Quali sono le diffi coltà per chi pratica questo sport?Il problema fondamentale per noi bikers della pro-vincia è che non ci sono molte piste o bike-park nelle vicinanze; io giro per i boschi della mia zona e mi ero anche fatto un piccolo circuito. Purtroppo questo è uno sport poco praticato, quin-di devo allenarmi quasi sempre da solo. Le uniche squadre importanti che conosco sono lontane, nella zona di Milano.

Ti piacerebbe farlo professionalmente?Si, ma come ho già detto mancano gli spazi per allenarsi e le squadre.

NON C’È SOLO LAMAGLIA ROSA

Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci

P

Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata e con potenti freni idraulici, proprio come quelli delle moto; musica nelle orecchie e una discesa “a cannone”. Questi sono gli ingredienti del DownHill, una corsa a tempo su discese, sentieri o percorsi fuoristrada.

6

Da alcuni anni a questa parte il

proprietario del Mania Bike Shop, un

negozio di biciclette “da salto”, si è

impegnato in accordo con il Comune

di Bisuschio alla costruzione e al

mantenimento di un bike-park molto

attrezzato, e alla messa in sicurezza

di numerosi sentieri di montagna

opportunamente allestiti con rampe e

salti per praticare DownHill.

PER SAPERNE DI PIÙ…www.konaworld.com/index_ita.htm

il sito della Kona, una delle principali case costruttrici di bici da Freeride e DownHill

www.maniabike.itweb page dedicata al bike park

di Bisuschio

Tra gli sport estremi praticati dai bikers esistono anche:Freeride, competizioni in cui si valuta lo stile e la diffi coltà dei salti e delle acrobazie;Dirt jumping, salti da una duna all’altra;Four cross (4X), l’equivalente dello snowboard cross, praticato da cinque atleti.

Page 7: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

SPORT ESTREMI

7

IG ha intervistato per voi Giorgio Ciancaleoni della Nazionale Italiana.

Da quanto pratichi questo sport? Cosa ti ha stimolato ad andare avanti in questi anni?Faccio snowboard da quando ho 9 anni. Prima ero uno sciatore, ma dopo aver provato la tavola non ne ho più potuto fare a meno! La cosa che mi stimola di più è pensare che un giorno potrei essere un professionista: la possibilità di vivere facendo ciò che più amo nella vita mi dà la forza per andare avanti e impegnarmi ogni giorno di più. Quali sono le principali diffi coltà che hai incontrato?Il mio sport è molto pericoloso e bisogna mettere in preventivo qualche infortunio. Io ho già una bella lista di ossa rotte: frattura scomposta di un braccio, lussazione alla spalla, microfrattura al-l’osso sacro, traumi cranici e per ultimo l’infortu-nio da cui mi sto ancora riprendendo, la frattura del malleolo.

Hai riscontrato un problema di spazi, come accade ad esempio per lo skate?Quello degli spazi è un problema ricorrente anche per noi snowboarder, infatti in Italia gli snowpark

scarseggiano, e quelli che ci sono non sempre consentono di allenarsi in maniera giusta.

Dove lo pratichi di solito? A Livigno o Cervinia, quando non sono in giro per l’Europa a fare gare o photoshooting; quest’estate inoltre sono stato in Nuova Zelanda per allenarmi con la nazionale italiana. Raccontaci della tua esperienza con la nazionale italiana…Della nazionale facciamo parte io, Manuel Pie-tropoli, un altro ragazzo giovane, Giacomo Krat-ter, IV alle olimpiadi di Salt Lake City, e Stefano Munari. Ci spingiamo a vicenda a fare sempre di più e il nostro allenatore Roberto Moresi, una fi gura importante per lo snowboarding italiano, riesce sempre a darci i consigli giusti per migliorare.

Fai parte di qualche team?Oltre a far parte della nazionale italiana di snowboard - disciplina freestyle - sono nel Team BURTON, che è anche il mio sponsor. Cosa consigli a chi vuole imparare lo snowboard?Non demoralizzatevi se le prime volte non riuscite a stare in piedi, all’inizio capita a tutti!

SCIVOLANDOSUL BIANCOBIANCO

Servizio di Giorgio Macchi

Nato tra le montagne innevate degli Stati Uniti, sulla scia di altri sport da tavola come il surf e lo skateboard, oggi lo snowboard è praticato ovunque nelle sue due categorie: freestyle e snowboard alpino. La prima è la più diffusa perché offre una grande sensazione di libertà. Attacchi e tavole specifi che permettono di fare acrobazie su apposite strutture all’interno di uno snowpark, come i salti e i pipe, o andare fuori pista, alla ricerca di neve fresca e percorsi non ancora battuti. In questa disciplina non esistono regole e la libertà di espressione è davvero infi nita.

Page 8: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

Servizio di Luca Torchiana

8

UN’ESTATEIN DIVISA

TEMPO LIBERO

“La collaborazione con le Forze Armate è stata intesa come ausilio nella formazione di cittadini che difendono la pace partendo da valori di libertà, onore, dignità, amicizia, spirito di dedizione e sacrificio, impegno sociale e lotta contro le prepotenze in difesa dei più deboli. L’importante è che in un mondo dove i valori sono in crisi voi ragazzi possiate ritrovare la voglia di impegnarvi (in qualunque ambito) per costruire un mondo migliore”.

Queste le parole dell’Assessore allo Sport e al Marketing Territoriale del Comune di Gallarate Gianni Sparacia in occasione della quinta edizio-ne di Avventure in Divisa, un campo estivo che dal 2003 coinvolge per tre settimane decine di adolescenti del territorio gallaratese.Il campo, organizzato dall’Assessorato alla Cultura e Tempo Libero del Comune di Gallarate insieme al 2° Deposito Centrale dell’Aeronautica Militare, ha riscosso notevole successo tra i giovani grazie al costante ed intenso impegno dei responsabili. Le attività proposte spaziano dall’ambito cultura-le-educativo a quello ludico-sportivo, e vengono combinate con i valori e i fondamenti del mondo militare. Così sport e cultura permettono di alimen-tare ideali come onore, amicizia, coraggio, lavoro di squadra e rispetto. Quest’iniziativa rappresenta un’opportunità per avvicinare i giovani a un contesto che viene er-roneamente associato quasi solo al fi ne bellico. Non a caso vengono proposti incontri con la Pro-tezione Civile, la Croce Rossa e i corpi di Polizia aeroportuale e di frontiera, oltre alla visita della caserma Ugo Mara, base NATO in Italia e chia-ro esempio di collaborazione a scopo pacifi co tra più nazioni. Ma non vi preoccupate: nessuna for-malità come “Sull’attenti!” o “Sissignore signore!”; al contrario i tutor, che fanno parte del personale della caserma, sono sempre disponibili ed accom-

pagnano i ragazzi in ogni attività, dall’uscita in piscina al corso di guida sicura, dalla danza Hip-Hop al laboratorio di scienza e tecnologia orga-nizzato insieme al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

IG Magazine ha intervistato per voi il maresciallo Michele Mauro, uno dei tutor dell’iniziativa Avven-ture in Divisa.

Cosa pensi che lasci questa esperienza ai ragazzi al termine delle tre settimane?Sicuramente è un’esperienza che riempie tantissi-mo perché dà modo di conoscere varie realtà gio-vanili: diverse età e condizioni sociali si mettono a confronto, di conseguenza attraverso il campo i ragazzi hanno modo di arricchirsi sia sul piano culturale che morale e umano. Inoltre abbiamo pro-grammato diverse gite, attraverso cui cerchiamo di fornire una conoscenza di base di tutte le realtà che ruotano intorno alla provincia di Varese.

Perchè un campo estivo in una caserma? Il motivo principale è essenzialmente logistico, risulta infatti particolarmente vantaggioso poter usufruire delle strutture presenti in caserma: la mensa, il circolo, le palestre e le sale didattiche attrezzate.

Che rapporto si crea alla fi ne del campo tra te e i ragazzi?Personalmente lo considero un rapporto stupendo e unico, diffi cile anche da descrivere. Durante la festa di chiusura spesso non riesco a trattenere le lacrime, proprio perché sono tre settimane vissute alla grande: si fanno esperienze di ogni genere ed è tantissimo quello che ricevo dal gruppo dei ra-gazzi, che per quindici giorni mi trasportano nella loro realtà quotidiana.

Page 9: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

9

anno scorso è stato proposto agli alunni della nostra scuola uno scambio indi-viduale con la Germania organizzato dall’uffi cio Lingue e Stage all’estero del Canton Ticino. Quando la mia in-segnante di tedesco ha portato l’avviso in classe la proposta sembrava qualco-

sa di favolesco, avventuroso e, a dirla tutta, un po’ angosciante. Sulla carta cinque settimane appaiono tante, quasi un’eternità, anche se posso assicurare che, una volta trascorse, sembrano volate via in un

secondo.

Dopo aver consegnato il mio dossier personale, l’attesa

della risposta da parte del-l’organizzazione è stata estenuante. Quando alla fi ne mi è stato recapitato il dossier della mia part-ner tedesca, non potevo credere ai miei occhi!

L’ho subito aperto e letto tutto d’un fi ato: l’avventura teutonica era ap-

pena incominciata.

Il gruppo svizzero-italiano è partito il 26 agosto da Orio al Serio alla volta di Lipsia. All’aeroporto di Halle ci aspettavano già da tempo quelle che sareb-bero state le nostre famiglie per il mese successivo; il viaggio verso Suhl, città di 43.000 abitanti nel Sud della Turingia, sembrava non fi nire mai. Una volta rotto il ghiaccio, però, la mia famiglia tedesca e la mia partner sono state fantastiche e sono riuscite a farmi sentire sempre a mio agio.

Frequentare la scuola in Germania è qualcosa di veramente strano per noi italiani (e non mi riferisco solo al fatto che i bagni sono asettici e forniti di una scorta inesauribile di carta igienica!). Ci sono molte più materie, ma anche più pause: due ogni due ore più una per il pranzo. La scuola è molto organizzata ed effi ciente; i libri di testo vengono forniti gratuita-mente a patto che lo studente li restituisca in uno sta-to decoroso a fi ne anno e le famiglie sono obbligate a comprare solo gli eserciziari.

Unica nota dolente è il Wandertag, da me sopran-nominato “giornata del suicidio collettivo”. Trattasi di un giorno in cui non c’è regolare lezione, e ogni classe deve organizzare escursioni, brevi gite o par-tecipare ad attività sportive.

… e il cibo? Mi sono trovata molto bene, anche se la cucina tedesca ha spesso sapori un po’ più mar-cati dei nostri e fa uso di molte salse. Vi consiglio di cuore di diffi dare da tutti i cibi che rechino un qual si voglia segno di italianità: o sono meschinamente fa-sulli, o sono adattati ai gusti tedeschi. È meglio man-giare qualcosa di tipico, che la pasta col ketchup!

Suhl è una città molto graziosa, con le caratteristi-che case a graticcio e lo Steinweg, la via pedonale del centro storico con tipici edifi ci in stile rococò.

Durante i weekend ho avuto modo di fare diverse gite ed escursioni. Abbiamo visitato Erfurt con il suo Duomo e i suoi negozi; Weimar, patria della cultura tedesca; il cam-po di concentramento di Buchenwald e il mo-numento commemorati-vo delle vittime del lager, poco distante dalla città.

Partire per tornare a casa non è stato facile, ma a consolarci c’erano i nostri partner, che ci hanno seguito nel viaggio di ritorno. Lo scambio è stato infatti reciproco, quindi i sette studenti che ci hanno ospitato in Germania sono stati a loro volta nostri ospiti in Italia e in Ticino.

Anche loro hanno frequentato la scuola con noi e visitato le nostre zone; molti hanno avuto inoltre l’op-portunità di metter su qualche chiletto, apprezzando particolarmente le nostre lasagne!

Ora che lo scambio si è concluso resterò in contatto con la mia partner, nella speranza di poter al più presto ritrovare le persone, i luoghi e le atmosfere che hanno reso questa esperienza unica e fantastica.

…SUHL ARRIVO!Il racconto di Sara, di ritorno da uno scambio scolastico tra Germania e Canton Ticino

Municipio e Waffenschmied-Denkmal, simbolo della città

Steinweg

L’

MOBILITÀ INTERNAZIONALEServizio di Sara Bellingheri

Page 10: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

I programmi di studio all’estero favoriscono lo scam-bio tra i popoli, contribuendo a promuovere il dialo-go tra culture differenti. Per partecipare ad un programma di studio all’estero è necessario superare test attitudinali e seguire corsi di preparazione specifi ci. A chi preferisce restare in Italia, Intercultura offre la possibilità di ospitare uno studente straniero; anche in questo caso vengono organizzati dei corsi per prepararsi all’arrivo del

“nuovo fratello”. Nella provincia di Varese ogni anno vengono ospitati numerosi studenti provenienti da diverse parti del mondo, sia per pro-grammi annuali che per periodi più brevi.Intercultura, presente su tutto il territorio italiano, a Varese ha sede presso l’oratorio di San Vittore.

INTERCULTURA, CUCINA TAI A CASA MIA!Intercultura è una società ONLUS, nata nel 1955, che promuove e organizza scambi culturali. Ogni anno 1500 ragazzi italiani vengono ospitati a studiare in scuole straniere, e altrettanti giovani arrivano in Italia da ogni parte del mondo.

Servizio di Rosanna Tenti

Intercultura offre l’opportunità di diventare

cittadini del mondo, crescere scoprendo nuove usanze e

culture.

10

Page 11: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

IG Magazine ha intervistato Paengsuda, una ragaz-za tailandese ospitata dalla nostra redattrice Rosy, Beixi, una ragazza cinese, e Lara, di ritorno da un programma semestrale in Australia.

1. Perchè hai deciso di partire?Paengsuda: Mia sorella ha trascorso un anno al-l’estero, in Russia, e anche a me sarebbe piaciuto vivere la stessa esperienza per scoprire una cultura completamente nuova.Beixi: Ho sentito di questo programma nella mia scuola e mi è sembrato molto interessante. Lara: Ho deciso di partire quando ho sentito la ne-cessità di confrontarmi con una cultura diversa dalla mia, per fare un’esperienza nuova, per migliorare il mio inglese e per mettermi in gioco.

2. Quali differenze hai trovato tra le due culture?P: Il rapporto tra maschi e femmine: ad esempio in Tailandia un ragazzo e una ragazza non stanno mai in giro insieme e a scuola alcuni insegnanti non vogliono nemmeno che un ragazzo e una ragazza stiano in banco vicini.B: In Italia è tutto molto diverso dalla cultura cinese, per questo all’inizio non è stato facile!L: Gli australiani sono un popolo abituato a vedere sempre il lato positivo delle cose, ad aiutarsi a vicen-da, ad andare oltre l’apparenza e la superfi cialità, e soprattutto ad accettare le persone per quello che sono.

3. E i due sistemi scolastici? In che cosa sono differenti? P: In Tailandia si va a scuola cinque giorni la settima-na, dalle 8.10 di mattina alle 16.20 del pomeriggio. Prima di ogni lezione si canta l’inno nazionale e si prega. Dopo la scuola pratichiamo attività sportive o facciamo i compiti. Al venerdì i ragazzi fanno le-zioni militari e noi ragazze stiamo a casa o usciamo insieme.B: In Cina la scuola comincia alle 7 di mattina e fi nisce alle 5 del pomerig-gio, abbiamo tanti compiti da fare. L’atteggiamento degli studenti è molto diverso: in Cina si cerca sempre di fare bella fi gura, mentre in Italia non è necessariamente così. L: Nella scuola australiana gli argo-menti vengono trattati in modo meno approfondito, le verifi che e le inter-rogazioni sono meno frequenti, ma

questo non vuol dire che la scuola in Australia sia più superfi ciale. Viene infatti dato ampio spazio ad attività che in Italia pas-sano in secondo piano: l’informatica, le ricerche interdisciplinari, le discus-sioni in classe, lo sport. In generale, la scuola austra-liana si sofferma maggiormen-te su attività di tipo pratico.

4. Come sono i ragazzi del paese che hai visitato rispetto al tuo?P: Per i ragazzi tailandesi la moda e le marche non sono così importanti, perché a scuola portiamo la divisa. B: Dei ragazzi italiani mi ha colpito soprattutto che sono belli, e anche bravi cuochi. L: In Italia i ragazzi dedicano la maggior parte del tempo alla scuola, che è molto impegnativa; in Austra-lia invece molti ragazzi cercano di rendersi economi-camente indipendenti dai genitori svolgendo al termi-ne delle lezioni lavoretti di vario tipo (es.: camerieri, commessi...). Dopo la scuola ed il lavoro ci si svaga, facendo surf o andando in spiaggia con gli amici. Allo studio viene invece destinata qualche ora dopo cena.

5. La tua famiglia è diversa da quella che ti ha ospitato?P: Non c’è molta differenza tra la mia famiglia e la famiglia che mi ospita, ci sono però usanze diverse.B: Ci sono tante differenze tra la famiglia che mi ospita e la mia famiglia: qui io ho due sorel-le, mentre in Cina sono fi glia unica perché esi-ste una legge che impedisce di avere più fi gli.In Italia si vive meglio che in Cina: nel mio paese c’è una grande competizione tra le persone per il lavoro, per mangiare e per vivere. È una vita molto dura.L: All’interno della famiglia ospitante ho riscontra-

to diverse novità, ad esempio l’uso della TV è molto limitato perché la maggior parte della giornata viene vissuta all’aria aperta; si mangiano spesso piatti appartenenti a diverse culture, dato che l’Australia è un paese multietnico; ho inoltre notato che i ragazzi australiani sono gene-ralmente più indipendenti dai geni-tori rispetto a quelli italiani.

MOBILITÀ INTERNAZIONALE

“In Australia ho scoperto una realtà totalmente nuova, di cui mi sono letteralmente innamorata. Ora non faccio che pensare a quel paese che mi ha cambiato la vita, che mi ha fatto crescere.” (Lara)

11

Page 12: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

Abbiamo scambiato due chiacchiere con Samuel, presidente dell’associazio-ne Valludica, e con Pie-rantonio, socio fondatore nonché storico appassio-

nato di GDR.

Samuel, parlaci un po’ della vostra

associazione...S: Valludica nasce nel

2001 da un grup-po di appassionati

che con il tempo ha avvertito la necessità di ge-

stire uno spazio nel quale si potesse

giocare, incontrare nuovi amici e orga-

nizzare iniziative ludi-co-culturali.

L’associazione può contare oggi sul soste-gno di una trentina di iscritti dai 14 ai 45 anni e ha sede a Cuvio, nei locali della Pro-Loco, dove i giocatori si riuniscono tutti i martedì dalle 21:00 in avanti.

Valludica è aperta a tutti?S: Sì, non è obbligatorio as-

sociarsi per poter giocare. Generalmente versa la quota associativa solo chi vuole partecipare attiva-mente alle iniziative e dare un contributo concreto alla ludoteca.

Avete un sito internet? Esistono siti interessanti sui giochi di ruolo?S: Sì, il nostro sito è www.valludica.it; in rete esi-stono centinaia di siti che parlano di GDR, perché quasi tutte le associazioni ludiche ne hanno uno.

È presente in Italia una lega o una federazione che riunisce tutti i giocatori sparsi sul territorio nazionale?S: No, hanno tentato spesso di costituirne una, ma senza successo.

Da quanti anni esistono i GDR?P: I GDR esistono ormai da più di trent’anni; il pri-mo, Dungeons & Dragons, nacque come evoluzione di un wargame, un gioco strategico basato sulla si-mulazione di uno scontro tra eserciti. Gli ideatori de-cisero di tralasciare le grandi battaglie per concentrarsi maggiormente sul singolo personag-gio ed aumentare la componente in-terpretativa, pra-ticamente assente nei wargames.

GIOCHI DIRUOLO

Servizio di Abraham Bertoletti

Valludica è una nota associazione della provincia di Varese che si occupa di giochi di ruolo, da tavolo e di tutto ciò che ruota intorno all’universo ludico.

12

Abbiamo incontrato i ragazzi dell’associazione Valludica per chiarirci un po’ le idee su cosa siano i Giochi di Ruolo. Loro ci hanno catapultato in pochi minuti nella loro dimensione, ed ecco tutta la redazione coinvolta in vari Giochi di Ruolo: chi è diventato un nano obeso, chi un chierico, chi una

spia… per più di due ore siamo stati rapiti dal vortice ludico, poi però ci siamo ripresi e li abbiamo anche intervistati!

Page 13: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

TEMPO LIBERO

13

Pierantonio, tu come hai cominciato?P: Cominciai nei primi anni ottanta, precisamente nel 1983. All’epoca in Italia era molto diffi cile sco-prire forme alternative di intrattenimento, infatti fu un amico francese a farmi conoscere i GDR. Oggi invece, soprattutto grazie a internet, è molto più fa-cile trovare altri appassionati.

Qual è la differenza tra il GDR live e quello tradizionale, giocato al tavolo?S: Nel GDR al tavolo l’aspetto interpretativo si limita al discorso diretto, mentre le azioni vengono descrit-te dal giocatore e dal Master. Nel live, invece, non è suffi ciente dire “il mio Personaggio Giocante si ar-rampica su un albero”, ma bisogna farlo realmente. Si potrebbe dire che il live si avvicina maggiormen-te ad una rappresentazione teatrale, pur rimanendo una pratica ludica.

Nel GDR live è presente la fi gura del Master?P: Certo. Anzi, essendo coinvolte un gran numero di persone, durante una sessione live sono necessari più di un Master; vi sono inoltre degli Arbitri di Gio-co che coordinano le azioni dei partecipanti.

Dove si svolge un live? In una grande area o in uno spazio limitato?P: Dipende, di solito un live ad ambientazione fan-tasy necessita di grandi spazi aperti, boschi e prati; altri, ad esempio Vampiri, che sono basati principal-mente sul dialogo, possono svolgersi anche in ville o altri luoghi chiusi.

Per diventare Master cosa bisogna fare?P: Bisogna semplicemente studiare il regolamento presente sui manuali, il resto viene da sé con l’espe-rienza.

Quali qualità deve avere un buon Master?P: Una buona capacità d’improvvisazione e molta fantasia: i giocatori spesso si allontanano dalla trac-cia originale, spetta dunque al Master assecondarli e, eventualmente, ricondurli al punto di partenza.

Il Master ha già in mente tutta la storia?P: Prepara in precedenza una sorta di canovaccio il cui sviluppo è però aperto ad ogni tipo di modifi ca. Mi è capitato spesso di vedere un diverso fi nale di un’Avventura che avevo scritto, i giocatori l’avevano reso migliore!

Qualcuno riesce a guadagnarsi da vivere attraverso i GDR?P: È molto diffi cile, solo le grandi case editrici spe-cializzate riescono ad avere guadagni suffi cienti.

Un’ultima curiosità, chi confeziona i costumi per i live?P: I giocatori stessi, con tanta pazienza, ago e fi lo!

Che cos’e un Gioco di Ruolo (GDR)?Si tratta di inventare una storia, nella quale ogni giocatore fa la parte di un personaggio. Non servono supporti tecnologici particolari, bastano uno o due manuali contenenti il regolamento, una matita, una scheda e una manciata di dadi.

La conduzione del gioco è affidata al Master, una sorta di narratore/arbitro. Egli ha il compito di preparare un’Avventura che i giocatori vivranno nei panni dei Personaggi Giocanti che decideranno di interpretare.

Il Master descrive tutto ciò che accade, mentre i giocatori riuniti intorno al tavolo cercano di visualizzare quanto raccontato loro. Il Master ha inoltre il compito di dar voce a tutti i personaggi che popolano il mondo da lui creato; questi si chiamano Personaggi Non Giocanti e interagiscono con quelli impersonati dagli altri partecipanti al gioco.

I dialoghi si svolgono tutti in forma diretta, mentre le azioni vengono semplicemente descritte e il loro buon esito è generalmente affidato alla sorte, cioè al lancio del dado.

Durante la creazione del personaggio i giocatori, oltre a tirare i dadi che determineranno le caratteristiche dei loro eroi, potranno anche deciderne il sesso, la razza, la professione o classe e il background.

È importante sottolineare il grande contributo apportato dai giocatori allo sviluppo dell’Avventura. Essi, infatti, avendo totale libertà di azione, hanno la possibilità di modificare il corso degli eventi ed arricchire così la trama originale.

Esistono moltissime varianti di GDR, che si differenziano per il tipo di ambientazione (fantasy, horror, fantascientifica, noir, etc...) e per sistema di gioco (con o senza i dadi, al tavolo o live).

Page 14: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

Per scoprire qualcosa in più sul Festival del Rock, negli scorsi mesi, abbiamo intervistato il presidente dei 21028: Luigi Giunti, per tutti Gigi, il Pres.

Ma esattamente come è organizzato questo festival?G: La prima cosa da fare è ottenere i nu-merosissimi permessi necessari; a quel pun-to… non siamo neppure all’inizio! Segue infatti un lungo iter burocratico che ci tiene sulle spine quasi fi no alla vigilia della festa. Nel frattempo si devono trovare sponsor e fornitori, assegnare incarichi agli iscritti, e poi la spina piu’ dolorosa: chi suona?

Come avviene la selezione gruppi?G: Sono i soci che propongono i gruppi di rilievo in base alle proprie conoscenze (non siamo ancora riusciti a far venire i Metallica e Vasco!). Le altre band vengo-no selezionate da una scrupolosissima commissione interna che ascolta e valuta le diverse demo pervenute: ognuno ascolta singolarmente tutti i gruppi e attribuisce a ciascuno un punteggio che va da 4 a 10. Le band possono anche essere minorenni, l’unica regola è che non devono suonare cover di altri gruppi, ma solo musica ori-ginale.

Come mai è stato chiamato festival ?G: Perché festival ricorda la celebre manifesta-zione televisiva, anche se qui non c’è nessuna pre-

miazione. Nonostante il nome “Festival del Rock”, la musica proposta non è solo rock, ma spazia dal reggae allo ska, al blues, etc... Nei cambi grup-po invece la scelta musicale è affi data a un dj.

Il nome di qualche gruppo che ha suonato nelle scorse edizioni?G: Sul palco del Festival hanno suonato decine di va-lide formazioni musicali di innumerevoli generi, tra tutti ricordiamo il famoso Alberto Camerini nella edizione del 2003; i Persiana Jones e i Derozer in quella del 2004; Bassistinti, Porno Riviste nel 2001; artisti di musica etnica come Kristian Vivo con i Fari-sa Tam Tam nel 2002.; inoltre, accogliendo anche idee più recenti come soundsystems, artisti all’avanguardia come i Co3Jungleofun.

QUELLI DEL ROCKTARGATO TRAVEDONA MONATEDa circa una quindicina d’anni a Travedona Monate si ripete una delle feste Rock più famose in provincia di Varese: il Festival del Rock. Questa manifestazione, giunta ormai alla XIV edizione, è nata come una festa quasi privata al “Cristo degli Alpini”, organizzata dai volontari dell’associazione “i ventunozeroventotto”. Già dalle prime edizioni il Festival ha ottenuto un’altissima partecipazione, con un pubblico di circa 5.000 persone a sera.

L’associazione giovanile travedonese “iventunozeroventotto”, con sede in via Largo V Alpini a Travedona, è nata per creare un punto d’incontro e socializzazione per i giovani di Travedona Monate (ben accetti sono anche giovani provenienti da altre zone del varesotto) con la finalità di organizzare eventi in cui potersi in primis divertire, valorizzando allo stesso tempo il territorio e, in caso di proventi, fare della beneficenza. Con i soldi guadagnati negli anni passati, ad esempio, si è contribuito a ristrutturare un piccolo teatro.

SE VOLETE DARE UNA MANO

NELL’ORGANIZZAZIONE

DELLE PROSSIME EDIZIONI DEL

FESTIVAL E DIVERTIRVI INSIEME AI

RAGAZZI DELL’ASSOCIAZIONE,

BASTA VISITARE IL SITO

www.i21028.org

E PRENDERE CONTATTO CON

I GIOVANI TRAVEDONESI!14

Servizio di Claudia Ceolin

Page 15: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

Abbiamo incontrato Bunna, cantante e leader del gruppo, a Varese in occasione di una conferenza sulla musica e i giovani, e ne abbiamo approfi ttato per fargli qualche domanda.

Come è cambiato il pubblico del reggae dal vostro primo concerto ad oggi?B: Fino a dieci, quindici anni fa era un pubblico molto di nicchia, solo un ristretto numero di persone ascoltava musica reggae. Ora invece il pubblico è più vario, c’è stato anche un passaggio generazio-nale: oltre ai trentenni che ci seguono da anni sono sempre più numerosi anche i sedicenni.

La musica ora è diventata il tuo lavoro, questo ha tolto qualcosa alla passione iniziale?B: Il divertimento è lo stesso, è cambiato solo il rap-porto con i soldi: ora si guadagna di più, e questo non sempre è un vantaggio.

Quanto è cambiato il vostro stile musicale e quanto infl uisce l’elettronica nei vostri pezzi?B: Ogni nostro disco cerca di essere innovativo ri-spetto al precedente; in questo senso l’elettronica è d’aiuto perché permette di rinnovare il reggae senza stravolgerlo. In questi ultimi anni l’elettronica è stata sempre più presente anche nel reggae europeo e in quello giamaicano, credo che la tecnologia aiuti la musica e che non si debba essere fanatici del puri-smo a tutti i costi, perché altrimenti si è limitati nelle proprie possibilità espressive.

Fai parte degli Africa Unite ormai da parecchi anni, è diffi cile restare uniti per così tanto tempo?

B: È molto diffi cile. È necessario essere tolleranti e comunque ci deve essere una certa affi nità a livello umano, altrimenti non ce la si fa!

A che punto è il progetto Bluebeaters?B: Il progetto è nato per il puro divertimento di suonare, fare cover del repertorio reggae-ska, rocksteady degli anni ‘60 e non solo. Io suono il basso (Giuliano Palma è alla voce) e questo mi crea meno stress, c’è meno tensione a stare nelle retro-vie. Il limite del progetto è che tutti suoniamo anche in altri gruppi ed è quindi diffi cile far coincidere gli impegni, così riusciamo a trovare solo poche date per esibirci insieme.

Secondo te, un gruppo che ha iniziato a suonare da poco quando capisce che è giunto il momento di esibirsi in pubblico?B: L’approccio giusto è quello di osare anche se non ci si sente pronti al 100%: sarà il pubblico a dare il ritorno necessario per crescere e migliorare musicalmente.

Qual è il concerto perfetto?B: È quello in cui tutti hanno il sorriso, sia chi suona che il pubblico!

GOODVIBRATIONEra il lontano 1981, anno della prematura scomparsa di Bob Marley, quando nella provincia torinese nascevano i paladini del reggae Made in Italy: gli Africa Unite.

RITMO IN LEVARE

Il nome “Africa Unite” si rifà proprio al titolo di un pezzo di Bob Marley, icona della musica giamaicana.

MUSICAServizio di Julian Hoxhai

15

Page 16: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

ensieri, parole, sogni: ecco ciò che riempie la mente ed il cuore di tantissi-mi giovani. Ma quanti hanno il corag-gio di mostrare a tutti ciò che sentono e come vedono il mondo? Grazie alla Radio di Saronno abbiamo avuto la possibilità di conoscere Giorgio Fonta-

na, scrittore emergente e ospite di una puntata di “Nonsologiovani”. Con molta determinazione, co-raggio e con un pizzico di fortuna questo giovane saronnese è riuscito a coronare in parte il suo sogno pubblicando il romanzo “Buoni propositi per l’anno nuovo”. Ripercorrendo brevemente la vita di Giorgio possia-mo dire che si sviluppa tra lavori precari, viaggi al-l’estero e parole, parole, parole. Frasi su carta, frasi sul monitor del pc, penna prestata a Linus, Nazione

Indiana, Eleanore Ri-gby. Quindi una forte passione per i libri, ma anche per la musica e per i viaggi. Proprio da questi viag-gi nasce l’ispirazione per il suo romanzo, condensato di realtà e immaginazione. L’idea di questo libro nasce, infatti, da un lungo periodo trascorso in Francia, a Montpellier, e da un capodanno a Bologna: sullo sfondo

di quest’ultima città si snoda l’intera vicenda che raccon-ta la storia di un’amicizia impossibile tra un giovane bolognese e un italo-fran-cese, nata per situazioni casuali e in un brevissimo arco di tempo, la notte di capodanno. Le diversità dei due personaggi e il tentativo di far collidere questi due vissuti rendono il romanzo in-trigante, ma con un fi nale amaro e indefi nito. Un libro movimentato quindi, con il chiaro intento di trasmettere un messaggio. Laureato in fi losofi a, Giorgio vuole raccontarci il mondo dal suo punto di vista perché scrivere, per lui, è meraviglioso e sconvolgente. Questo non è il suo primo romanzo ma il sesto; degli altri però preferisce non parlare perché rappresentano il suo passato e le varie sperimentazioni nella scrittura. Nonostante il raggiungimento del suo obiettivo e lo “shock da pubblicazione” Giorgio rimane un ragaz-zo umile e con i piedi per terra, consapevole che la strada da percorrere è ancora lunga. Alla domanda “Quali sono i tuoi buoni propositi?” ci svela che spera di ottenere una borsa di studio per Malta e soprattutto di migliorarsi come scritto-re per riuscire a far ridere il lettore in modo non banale. Auguriamo dunque tantissima fortuna a questo gio-vane intraprendente scrittore e a tutti quelli che, come lui, desiderano comunicare al mondo i propri pensieri e i propri sogni.

UN GIOVANE AUTORETROVA LAVORO

Servizio di Valentina Meloni

P

16

Pubblicato il libro “Buoni propositi per l’anno nuovo”, il lavoro del giovane saronnese Giorgio Fontana.

Page 17: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

CULTURA

IG Magazine ha intervistato Erika Demartis, seconda classifi cata dell’edizione 2007 con “No, nessuna lacrima”.

Cosa ti ha spinto a partecipare al concorso?Mi ha incoraggiato una collega di mia madre che faceva parte della giuria popolare.

La storia che narri è autobiografi ca?Si, quella del racconto è una vicenda autobiografi -ca. Ho tratto l’ispirazione dal mio vissuto: mio padre è scomparso nel 2005.

Cosa provi mentre scrivi?Quando scrivo ascolto sempre musica, e le emozio-ni che provo dipendono anche da questo. Oltre alla musica è importante il luogo in cui mi trovo e le persone che ho intorno. Questo racconto però l’ho scritto in camera, da sola.

Hai letto gli altri racconti?Li ho letti, anche quelli degli anni passati. Alcuni mi sono molto piaciuti, come “Il mostro” della ragaz-za di Cagliari, altri invece mi sono sembrati un po’ scontati.

Quali sono i tuoi generi e autori preferiti? Leggo soprattutto le opere a metà tra racconto e ro-manzo e le storie fantastiche. Per quanto riguarda gli scrittori contemporanei apprezzo molto France-sca Lia Block e Stephenie Meyer. Tra i classici: Sto-ker, Baudelaire, Wilde e Verlaine.

Come deve essere per te un’opera letteraria?Un racconto è importante che sia scorrevole e sem-plice. Ogni tanto bisogna utilizzare un linguaggio forbito, ma sempre attraverso la semplicità, in modo che ciò che si scrive sia davvero comprensibile.

Cosa ne pensi del Premio Chiara?Credo che sia una buona possibilità per rende-re pubblici i racconti di ragazzi che hanno scelto di scrivere, anche se si è limitati da alcune regole come il tema da seguire e lo spazio ristretto.

PREMIO CHIARA GIOVANI:FERMATI E ASCOLTATantissimi giovani hanno partecipato all’ultima edizione del Premio Chiara Giovani, sul tema “Fermati e ascolta”, vinta da Paolo Colombo con il racconto “Una storia malata”.

Se anche voi volete partecipare alla prossima edizione del concorso tenete d’occhio il sito www.ilfestivaldelracconto.it/premiochiara/

17

Il Premio Chiara Giovani è un concorso letterario

rivolto ai ragazzi dai 15 ai 25 anni italiani e della

Svizzera italiana promosso dall’Associazione Amici di

Piero Chiara con il sostegno della Provincia di Varese,

della Regione Lombardia, del Consiglio di Stato della

Repubblica e Cantone Ticino e di enti pubblici e privati.

Ai giovani è richiesto di scrivere un racconto su un

tema specifico; i racconti vengono poi esaminati da una

giuria letteraria, che ha il compito di selezionare trenta

racconti, e una popolare, che tra questi trenta individua

il vincitore e i finalisti.

Servizio di Glenda Giussani, Marco Bonaglia, Antonella Alippi

Page 18: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

on è forse la violenza, se non a un primo livello di lettura, né la vendetta evocata e poi compiuta, il tema pro-fondo di questo racconto di Quentin Tarantino, ma l’ossessione per il corpo femminile. Nell’intreccio dei leitmotiv

- i piedi, il sedere: i segni della vita e del suo ap-peal erotico - nell’insistenza quasi barocca con cui descrive lo strazio dei corpi distrutti, Tarantino si ri-vela uno dei grandi osservatori, anzi uno dei grandi analisti, di quella terra di nessuno che è la provincia americana. Il regista torna a giocare abilmente con gli stereotipi del suo cinema e ci propone il suo tipico inventario di situazioni: lunghi dialoghi, una certa dose di vio-lenza, alcool e droga. Situazioni un po’ tirate per

le lunghe, forse, ma con l’arrivo di Stuntman Mike il fi lm riprende ritmo. Coperto di cicatrici ma refratta-rio all’alcool pur se abituale frequentatore del bar di Warren - lo stesso Quentin Tarantino - è lui il prota-gonista di questa prima tranche, divisa in due parti abbastanza esplicitamente attraverso un trucco di montaggio fatto di pellicola rovinata e sonoro saltel-lante, che offre un pretesto per citazioni e omaggi tarantiniani più o meno espliciti. Molti i rimandi a generi e tempi andati, richiamati più di una volta da jingle tipici dei telefi lm americani, sottolineati da una colonna sonora che paga più di un debito alla tradizione poliziesca italiana tanto amata dal regi-sta di Knoxville Tennessee. Il fi lm, seppur meno action e splatter del previsto, non vi farà di certo annoiare.

GRINDHOUSEServizio di Vilmos Cattaneo

N

Anni ’80. Tre ragazze, facili e certe della loro avvenenza, si aggirano per Austin, Texas, ignare della terribile minaccia che incombe su di loro: un astuto e micidiale stuntman le sta pedinando in attesa di condurre un “gioco macabro” con loro. Una strage cervellotica e immotivata, come quelle di cui si legge sulle pagine di cronaca.

18

Page 19: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

CULTURA

rendendo spunto dal famoso musical è nata l’idea di creare l’omonimo concorso Chorus Line: le ballerine e i ballerini che si esibiscono durante la serata per aggiudi-carsi il primo posto creano uno spettacolo unico nel suo genere: tanti giovani riuniti su un unico palcoscenico, abiti, musiche e tec-niche differenti accomunati da una stessa

passione, la danza.Il concorso - organizzato dal Progetto Giovani di Gorla Maggiore Gruppo Spazio Zero - è giunto or-mai alla sua quarta edizione, prevista per giugno 2008.La partecipazione è gratuita e aperta a tutte le per-sone che abbiano voglia di dimostrare le proprie doti artistiche su un palcoscenico. Non è necessario essere un professionista, nè saper ballare a tutti i costi: chiunque voglia esibirsi recitando, suonando, cantando è il benvenuto sul palco di Chorus Line. L’importante è volersi divertire conoscendo altri ra-

gazzi che hanno la passione dello spettacolo.Ciò che rende questo evento davve-ro unico è proprio il desiderio degli organizzatori di creare momenti di aggregazione per ragazzi della stessa età. Tutte le persone che pas-sano per il palcoscenico di Chorus Line hanno infatti meno di 25 anni. Per la prima volta nel 2008 il con-corso sarà aperto anche a ragazzi più grandi con la categoria specia-le relativa ai balli latino-americani, riservata ai giovani tra i 18 e i 30 anni.Per la danza moderna, classica, hip-hop, jazz e funky i partecipanti potranno candidarsi in due diver-se categorie: Team (composto da almeno 3 persone e massimo 10) e Individuale. Dalla scorsa edizio-ne, chi si presenta per la categoria individuale concorre per il “Premio Sara” in onore di Sara Ferro, partecipante alla pri-ma edizione del concorso deceduta in un tragico incidente il 6 gennaio 2007.Il concorso Chorus Line farà tappa in tutti i Comuni della Valle Olona: la prima edizione si è svolta a Gorla Maggiore, la seconda a Solbiate Olona, la terza a Olgiate Olona.Il gruppo Spazio Zero sta già lavorando perla realizzazione della quarta edizione, per infor-mazioni sul concorso potete scrivere all’indirizzo:[email protected].

CHORUS LINEARRIVA IN VALLE OLONA

P Chorus Line va in scena per la prima volta nel 1975 allo Shubert Theatre di New York. L’ambientazione è quella di un teatro di Broadway dove alcuni giovani pieni di speranze stanno facendo dei provini per un lavoro come ballerini di fila in un musical.L’audizione diventa così lo spettacolo vero e proprio.

Presente sul territorio da circa 6 anni, il gruppo Spazio Zero è composto da oltre venti ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 23 anni, la maggior parte dei quali risiede nel Comune di Gorla Maggiore.Obiettivo del gruppo è favorire l’aggregazione giovanile attraverso feste, tornei sportivi, gite, mercatini e momenti culturali aperti a tutti.L’attività del gruppo è sempre stata supportata dall’Amministrazione Comunale di Gorla Maggiore.Spazio Zero si riunisce tutti i mercoledì, dalle ore 18:30 alle 20:30, presso la Sala Comunale – Ex Videoteca del Comune di Gorla Maggiore in Piazza Martiri.Per informazioni sugli eventi organizzati da Spazio Zero potete contattare l’InformaGiovani di Gorla Maggiore, tel. 0331/614801, e-mail: [email protected]. 19

Servizio di Chiara Ponzellini

Page 20: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

Noi di IG Magazine abbiamo incontrato Michelan-gelo Consiglio, valente attore nonché uno degli sto-rici fondatori dell’associa-zione culturale “I Plateali”. L’associazione organizza a Varese match d’improvvisa-zione e stage di avviamento a questa attività.Abbiamo fatto qualche do-manda a Michelangelo per chiarirci un po’ le idee:

Come si svolge una gara di improvvisazione?M.C: L’arbitro assegna un titolo e stabilisce la catego-ria (ad esempio fi lm giallo o soap opera). Da questo momento le squadre hanno 20 secondi per consultarsi, prima che un giocatore per ogni squadra inizi ad improv-visare. Si creano storie e possono intervenire tutti e cinque gli attori che compongo-no il team, fi no a quando l’arbitro non fi schia la fi ne. Nello spettacolo

non viene utilizzata nessuna scenografi a, solo com-ponenti immaginarie che, una volta portate sulla

scena dagli attori, non devono essere dimenti-cate. La dimenticanza di oggetti è appunto uno dei falli più ricor-renti; l’arbitro fi schia inoltre fallo se gli attori vanno fuori tema rispet-to al titolo assegnato. Al termine, è il pubblico a decretare la squadra vincitrice attraverso un cartellino bicolore.

Quanto può durare una storia?M.C: Questo viene sta-bilito dall’arbitro nel momento in cui assegna

il titolo. Un gara di improvvisazione si svolge in due tempi da 45 mi-nuti l’uno, come nell’hockey. Di solito in un ma-

tch si mettono in scena circa una decina di improv-visazioni.

MATCH DIIMPROVVISAZIONETEATRALE

MA COS’È UN MATCH D’IMPROVVISAZIONE TEATRALE?È una forma di teatro che consiste in una sfida tra due squadre di attori. L’ambiente scenografico del match è simile a quello dell’hockey, con maglie da gioco e patinoire, due squadre che si contendono la vittoria a colpi di battuta per un totale di 90 minuti, gestite da un arbitro che segnala i falli e gli errori tecnici.

Anno 1977, Robert Gravel e Yvon Leduc creano una nuova forma di spettacolo: il match di improvvisazione teatrale. Nato in via sperimentale, il match viene trasmesso per sette anni in diretta televisiva in Canada, diventa un fenomeno nazionale e si diffonde poi nel mondo a macchia d’olio. In Italia i match arrivano nel 1989 a Firenze, dove si disputa il primo campionato nazionale.

Servizio di Glenda Giussani, Francesco Mugnani, Marco Bonaglia

20

Page 21: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

Perché l’improvvisazione è poco conosciuta fra i giovani?M.C: Purtroppo in Italia i match non vengono tra-smessi in televisione, sono quindi le varie associa-zioni presenti sul territorio a promuovere l’improvvi-sazione teatrale; a Varese, ad esempio, “I Plateali” è attiva dal 2000. Penso che il modo migliore per farci conoscere sia quello di fare spettacoli e proporre lezioni di im-provvisazione; siamo anche in internet, con il nostro sito www.plateali.it.

Da dove provengono gli attori?M.C: Da un corso che teniamo ogni anno per in-segnare l’improvvisazione. In realtà non è corretto dire insegnare, perché improvvisare signifi ca allena-re e sviluppare qualcosa che abbiamo già dentro di noi. Chi di voi da bambino non ha mai creato delle storie? L’improvvisazione consiste semplicemente nel richiamare queste cose. E’ puro divertimento, è lasciarsi andare. Non è necessario avere alle spalle esperienze tea-trali: recitare teatro classico e fare improvvisazione sono infatti due cose completamente diverse.

Dove tenete i corsi?M.C: Siamo dei vagabondi nelle sale comunali di Varese: fortunatamente ogni anno riusciamo ad otte-nere “la Piramide” e poi, di volta in volta, troviamo sale per due o tre sere alla settimana.

Qual è la tua storia nell’improvvisazione?M.C: Ho iniziato tanti anni fa con un corso tenuto da un’attrice francese. Dopo alcuni anni lei è tornata in Francia e io non sapevo più a chi rivolgermi. Poi ho saputo del corso organizzato dall’associazione nazionale che gestisce i match di improvvisazione: ho fatto il corso di due anni e, contemporaneamen-te, ho partecipato al corso di teatro classico. Ora recito e insegno.

Parlaci della vostra associazione…M.C: Si chiama “I Plateali”, mentre Somsart è il teatro dove abbiamo tenuto la maggior parte dei nostri spettacoli e dove continuiamo a proporre i match. Quest’anno stiamo cercando di presentare match anche in posti diversi, per cercare di farci conoscere ulteriormente. Saremo dunque anche a Laveno e Gallarate.

TEATRO

21

Cronaca di un pomeriggio improvvisatoPiramide delle Bustecche, Varese: noi inviati di IG Magazine ci siamo dati appuntamento con un attore dell’associazione“I Plateali”, per un pomeriggio speciale: Michelangelo ci ha portati nel mondo dell’improvvisazione teatrale facendoci provare alcune delle attività che fanno solitamente gli attori per allenarsi.

Abbiamo cominciato con un esercizio per la memoria. Ognuno ha detto il proprio nome e fatto il gesto che più descriveva la sua persona, a turno abbiamo poi dovuto ripetere il nome e il gesto di tutti gli altri: impossibile! Successivamente ci siamo dedicati all’attenzione, simulando di passarci un’energia immaginaria attraverso gesti e suoni. Altri allenamenti, poi abbiamo tentato la prima forma di improvvisazione; in fila, il primo ha iniziato a inventare un racconto che gli altri hanno dovuto continuare. Il risultato è stato un intreccio contorto fatto di omicidi di gatti, Babbi Natale fuori dalle righe, sogni, tombini e tappeti bianchi.

Infine siamo giunti alla messa in scena di una vera storia improvvisata. Il nostro maestro ci ha divisi in due squadre e ci ha assegnato un titolo; a quel punto, in 20 secondi, abbiamo dovuto decidere chi mettere in scena per primo e il ruolo che doveva interpretare. Il resto è venuto da solo. Ne sono risultate storie improbabili di jazzisti ubriachi intenzionati a rivendicare in un’agenzia di viaggi un passato misterioso contenuto in una valigia di cartone, che un losco malvivente voleva rubare. Peggio ancora, due Cleopatre che hanno deciso di sfidarsi in una gara di cucina per avere il potere. Chi avesse preparato il pollo migliore sarebbe diventata regina. Chi ha vinto? Il pollo, naturalmente!

Improvvisare è estraniarsi da una realtà possibile ed essere qualcun altro, pur facendo una cosa che facciamo tutti i giorni. Si, perché ogni giorno è un improvvisazione. Quando parliamo improvvisiamo, camminando improvvisiamo, mangiando improvvisiamo: non sappiamo mai quale maccherone metteremo in bocca per primo!

Quindi non resta che portare in teatro un’arte naturale alla portata di tutti, per far divertire gli altri e noi stessi. Perché non avete idea di quanto ci siamo divertiti in quel pomeriggio in cui, facendo una cosa di tutti i giorni, non eravamo quelli di sempre.

Page 22: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

G I O C H IG I O C H IROMPICAPO DEI 4 CAPPELLI In un paese dell’America del sud, quattro uomini sono condannati a morte. Viene però data loro una possibilità per salvarsi la vita. Ognuno di loro porta un cappello: viene detto a loro che due indossano un cappello bianco, e due nero, ma nessuno di loro sa di quale colore è il proprio cap-pello. Per complicare le cose, vengono bloccati al suolo, uno dietro l’altro in fi la indiana in modo tale che è impossibile per loro voltarsi. Tra A e B è eretto un muro oltre il quale non è possibile vede-re. Il boia spiega a loro che per essere graziati basta che in 5 minuti uno di loro indovini il colore del proprio cappello. Se però sbaglia tutti e quattro saranno imme-diatamente giustiziati. È’ vietato parlare tra loro e scambiarsi qualsiasi tipo di in-formazione. Dopo un minuto uno dei quattro condan-nati risponde salvando la vita a tutti. Sapresti dire quale dei quattro risponde esattamente e perché è così certo della sua deduzione? Non ci sono trabocchetti (non c’è, ad esempio, uno specchio sul muro o altre cose strane). Non esiste alcun elemento esterno che li possa aiutare a rispondere né alcun mezzo per comunicare. In de-fi nitiva, A e B non possono vedere altro che la facciata del muro che sta davanti a loro , C può vedere il cappello di B, e D può vedere quelli di B e C.

CRUCIVERBA

CRUCIVERBA ROMPICAPO

SUDOKU

22

…continua la storia…Leggi qua... e dai sfogo

alla tua fantasia!!

Ti invitiamo a proseguire il racconto a pagina 23 e

ad inviarlo alla nostra e-mail [email protected]

Tra le varie proposte checi arriveranno ne sarà scelta una,

che verrà pubblicatasul prossimo numero.

ORIZZONTALI 1 Avvicinato per difetto o per eccesso12 Ha Ba per simbolo13 Popolo nomade del Sahara14 Fu condannato a Nicea nel 32515 Quinto mese dell’anno16 Cattiva17 La città dei Sassi19 Il Tantalio20 Lanciare21 Tra Giovanni e Michelis22 Fanno parte della musica23 Moneta giapponese24 Tipici del Polo Nord25 Se è di libri non dà energia26 A Grosseto vende macchine agricole27 Colpo fatto al giornale28 Lo è un brano musicale

VERTICALI 1 Azienda che rielabora carrozzerie 2 Fa l’indiano povero 3 Prima…del poeta 4 Uno è grande 5 Un tipo di farina 6 Lavorano nei Ministeri 7 Antiche misure terriere 8 Secche 9 Serve per respirare10 Il nome di Teocoli11 Oggi è solo a metà15 Si agitano nei ritmi sudamericani17 Al di sotto di questo non si va18 Salsa piccante20 La schedina con le corse21 Un Alain del cinema22 Desiderio è uno dei suoi nomi23 Millecento in lettere24 È detto anche gigaro25 Per ora si chiama così26 Avanti Cristo in Inghilterra27 Giornalista RAI

Page 23: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

CULTURA

La pioggia gli oscurava la vista. Cominciava ad avere il fi atone.Si precipitò giù dalle scale e non timbrò nemmeno il biglietto.Il tizio della metropolitana cercò di dire qualche cosa, ma lui era già sulla banchina e aveva ac-chiappato la metro al volo.Direzione Duomo.Non aveva più fi ato e l’acqua della pioggia che gli colava dai capelli gli fi niva in bocca e ogni tanto lo faceva tossire. Era a quarantacinque gradi, con le mani sulle ginocchia e il culo appoggiato alle porte della metro.Tutti lo guardavano come se avesse la lebbra, ma non gliene fregava un cazzo.Doveva riprendersi dalla corsa, perché a Duomo gliene sarebbe toccata una ancora più lunga.ROVERETO.Non c’era un posto a sedere e l’umidità della car-rozza lo faceva sudare come un maiale d’agosto sull’Autosole. Aveva fretta e non stava recuperando il fi ato.PASTEUR. Voleva levarsi la giacca, ma poi avrebbe perso troppo tempo per rimettersela e tempo non ne ave-va. Aveva fretta e il fi ato era ancora grosso.LORETO.A Loreto scende sempre un mucchio di gente, a quell’ora soprattutto studenti, ma ne sale altrettanta e lui fu travolto dal fl usso di carne umana. Aveva fretta ed era disorientato.LIMA.Due tizi lo guardavano fi sso, forse temevano che fosse un terrorista e che si sarebbe fatto saltare in aria di lì a poco. Voleva mandarli affanculo, ma aveva fretta e non poteva permettersi intoppi.PORTA VENEZIA.Il fi ato era quasi regolare. Si tirò in piedi e si asciu-gò la fronte. Poco a poco stava recuperando lucidi-tà e si stava facendo il suo fi lm nella testa. Aveva fretta e sperava di fare in tempo.PALESTRO.Cazzo non scendeva nessuno. Ora stava quasi bene e si avvicinò alle porte. Aveva fretta e fra due fermate avrebbe iniziato a correre di nuovo.SAN BABILA.Scesero tutti. Andavano a fare shopping in centro nonostante la pioggia. Aveva fretta e non si sedette.DUOMO.Le porte si aprirono e diede un paio di gomitate alle

persone che stavano ai lati pronte a salire. Non si scusò. Aveva fretta e doveva tenere il fi ato.Fece le scale a due a due e dribblò come il miglior Maradona due controllori che erano stati avvisati dal tizio dell’ATM.Saltò i tornelli a mo’ di olio Cuore e corse più ve-locemente che poteva su per le scale che davano sull’ala sinistra del Duomo.Si voltò un paio di volte e vide che i due controllori avevano desistito. Sicuramente ce n’erano due per ogni stazione. O forse no. Ma lui aveva fretta e non poteva fermarsi a chiedere spiegazioni.Pioveva forse anche più peso di prima. Guardò nervoso l’orologio. Tre meno venti. Doveva correre.Attraversò la piazza che era tutto sommato libera. Con la pioggia almeno non c’erano i piccioni. Arrivò sul marciapiede di via Mazzini. Aveva fretta, doveva attraversare ed era rosso. Passò lo stesso e rischiò di fi nire sotto un tram.Entrò in via Torino e scivolò su di una grata di area-zione della metropolitana. Aveva fretta e si rialzò. Non smadonnò nemmeno, avrebbe avuto bisogno di tutti i santi del paradiso.Corse per tutta via Torino come un ossesso, non riusciva più a distinguere il sudore dalla pioggia e quando respirava a bocca aperta rischiava di affogare.Incornò un tipo che usciva dal McDonald’s e gli fece cadere il sacchetto. Que-sto non si incazzò, si girò e rientrò nel ristorante.McDonald’s li drogava tutti così. Lui però aveva fretta e non poteva fare polemica. Doveva correre e basta.Al Bar delle Tre-Marie pre-se leggermente a sinistra ed incominciò a vedere le Colonne di San Lorenzo. Forse era un miraggio e lui era già morto. Però pio-veva e i miraggi vengono solo nel deserto dove non piove mai. Non raggiunse le Colonne, perché l’ingresso al parco delle Basiliche era sulla sinistra della grossa chiesa, prima del sagrato.

MILANO A. BRANDELLIdi Andrea Ferrari, eclissi editrice, 2007 (pp. 223-226)

23

Page 24: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

tudenti italiani, essere promossi - già da quest’anno - risulterà più impegnativo del solito. Il Ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha infatti deciso di ripri-stinare i cosiddetti “esami di riparazione” di settembre, determinanti per stabilire la promozione degli alunni risultati insuffi -

cienti in qualche materia.Se con la riforma Moratti il recupero dei debiti for-mativi non era indispensabile per decretare la pro-mozione di uno studente, ora invece anche in caso di una sola insuffi cienza sarà necessario superare un vero e proprio esame, pena un anno in più tra i banchi e, a casa, l’ira funesta dei genitori.Fioroni ha sottoscritto il decreto il 3 ottobre 2007, apponendo una fi rma che ha scatenato dubbi e po-lemiche nel mondo della scuola. Non sono mancate le proteste degli studenti, che in 300.000 hanno sfi lato per le vie di 130 città italiane. Ribellione stu-dentesca o paura di non farcela, di fatto il decreto è comunque entrato in vigore. Oltre a organizzare l’esame di settembre, da svolgersi non oltre la data di inizio delle nuove lezioni, la scuola dovrà assiste-re i ragazzi programmando corsi di recupero duran-te l’anno scolastico, coinvolgendo insegnanti interni o soggetti esterni. Chi a giugno leggerà una o più insuffi cienze nella propria pagella sarà avvisato dal

consiglio di classe e invitato “caldamente” a parte-cipare ai corsi estivi per il recupero del debito, che dovranno terminare non oltre il 31 agosto.In Italia il 42% degli studenti viene promosso con debiti e, dato ancora più preoccupante, solo uno su quattro li recupera. Per evitare che una o più lacune compromettano l’intera preparazione di un ragaz-zo, per facilitare l’apprendimento del programma e soprattutto per riportare serietà nello studio, Fioroni ha stabilito questa piccola ma decisiva modifi ca del sistema scolastico.Noi ragazzi possiamo lamentarci pensando alle ore di fatica e ai sacrifi ci che ci attendono nelle nostre camere, ma non dobbiamo sottovalutare la grande occasione che ogni giorno ci viene offerta nelle aule degli istituti ai quali siamo iscritti. L’istruzione è ciò che può fare la differenza: la conoscenza permette di capire e trascorrere in modo più intenso le nostre vite. Perché questa frase noiosa e fi losofeggiante? Per incoraggiarvi, per suggerire che non tutto è per-duto, per trasmettere l’opinione che un’ora in più di responsabilità può evitarci la tensione di un esame a settembre. Molto, molto meglio fi nire l’anno tranquil-li, gustarsi l’estate con gli amici, sentirsi in pace con la propria coscienza e magari, presi da un eccesso di buona volontà, dedicare due minuti ai compiti delle vacanze.

ESAMIDI RIPARAZIONE?

FACCIAMOCHIAREZZA

Servizio di Marco Bonaglia

S

24

Page 25: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

SCUOLA

Eccomi qua, al bar della scuola a parlare con Ales-sio Mina, Presidente della Consulta Provinciale, del-le nuove sfi de e dei nuovi obiettivi della CPS (Con-sulta Provinciale degli Studenti).All’improvviso, proprio nel mezzo della conversa-zione, un ragazzo si avvicina e ci chiede che co-s’è la Consulta. Io e Alessio abbiamo chiarito i suoi dubbi e perplessità, e lo stesso vorremmo fare per voi attraverso IG Magazine; abbiamo infatti riscon-trato che la maggioranza degli studenti delle scuole superiori non sa nemmeno cosa sia la CPS e quale sia il suo ruolo.

La Consulta Provinciale è un organo di rappresen-tanza studentesca a livello provinciale. I rappresen-tanti delle consulte rappresentano gli studenti della propria scuola a livello provinciale e nazionale; la Consulta è inoltre il mezzo di comunicazione con il Coordinamento Provinciale (ex Provveditorato) e il Ministero della Pubblica Istruzione. I rappresentanti che vengono eletti nelle scuole si riu-niscono circa una volta al mese in occasione delle assemblee plenarie. In queste assemblee si confron-

tano i problemi delle diverse scuole della provincia e si fanno proposte per iniziative che interessino gli studenti. Uno degli obiettivi della nuova presi-denza della CPS è quello di avvicinare gli studenti alla Consulta stessa; i rappresentanti di ogni scuola dovrebbero infatti portare in assemblea plenaria le esigenze concrete degli studenti.Durante la prima assemblea viene eletto il Consiglio di Presidenza (giunta) che è formato da Presidente, Vice-presidente, Segretario e membri del Consiglio. La giunta si incontra una volta ogni tre settimane, per discutere e deliberare le proposte dell’assem-blea plenaria. Se avete idee, problemi legati alla scuola o propo-ste interessanti, non abbiate paura di esprimerle ai vostri rappresentanti: è loro il compito di portarle in assemblea.

CONSULTA PROVINCIALEDEGLI STUDENTI,QUESTA SCONOSCIUTA

Servizio di Giorgio Macchi e Alessio Mina

Gli obiettivi della CSP per quest’anno:- Rendere più partecipi gli studenti e far sentire loro la

vicinanza della Consulta;

- Affrontare il problema del caro libri;

- Riproporre come l’anno scorso un incontro con Don Mazzi;

- Affrontare il problema dei trasporti pubblici, che spesso con la loro rete non servono certe aree della provincia, e proporre degli abbonamenti agevolati per gli studenti;

- Creare un sito web della Consulta gestito dagli studenti;

- Organizzare la festa di fine anno per le scuole, in collaborazione con l’InformaGiovani di Varese, coinvolgendo maggiormente anche le scuole della provincia. 25

Page 26: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

GIOVANI EPARTECIPAZIONEESPERIENZE A CONFRONTO

Servizio di Federico Castano

Da parte dei giovani c’è sempre voglia di collaborare alla realizzazione di progetti utili per il resto della comunità. In questo articolo presentiamo tre progetti sviluppati e portati avanti da ragazzi della provincia di Varese su iniziativa dei loro comuni di residenza, in particolare il progetto “Coordinamento dei gruppi giovanili” di Sesto Calende, “Sviluppo e Cittadinanza attiva” del Comune di Varese e “Liberamente Giovani” del Comune di Marnate.

Il Comune di Marnate ha lanciato un concorso de-dicato a tutti gli adolescenti residenti nel Comune, nati tra 1989 e 1994, per realizzare – in gruppi di almeno cinque persone - progetti dedicati ai giovani del territorio.Abbiamo chiesto qualche informazione in più a Noemi Lana, che ha partecipato all’iniziativa.“A Marnate non c’era nulla per i giovani e non si sa-peva bene come occupare il tempo, così il Comune ha invitato i ragazzi a partecipare a una festa dopo la quale io e gli altri presenti abbiamo deciso di dividerci in gruppi di lavoro per pensare a progetti concreti su queste aree tematiche: Noi e il luogo in cui viviamo, progetti che valorizzino il territorio dal punto di vista ambientale; Noi e gli altri, progetti di conoscenza e scambio culturale con ragazzi coetanei apparte-nenti a culture locali o a naziona-lità diverse, progetti di confronto intergenerazionali; Modi nuovi di stare insieme, eventi sportivi, feste, cinema, musica, teatro; Noi e la nostra voglia di cresce-re, progetti che promuovano la rifl essione sugli stili di consumo, i comportamenti a rischio e le mode degli adolescenti.Abbiamo lavorato intensamente

fi no al 15 novembre, termine ultimo per la presenta-zione dei progetti, e presto sapremo quali verranno realizzati. Fra i diversi gruppi c’è stata una reale competizio-ne, perché il Comune fi nanzierà solamente i proget-ti migliori”.I termini del concorso sono scaduti e la commissione giudicatrice nel frattempo ha fatto il suo lavoro.Sicuramente tra i risultati positivi di questa espe-rienza c’è stata la “partecipazione” concreta dei ragazzi - otto progetti per circa 40 partecipanti - e poi le idee originali e diverse; tra queste sono sta-ti scelti i 3 progetti “premiati” (“Marnate in festa” gare e tornei per l’estate; “Straneolimpiadi” ripro-posizione di giochi “tradizionali; “Ambientamici”

interventi per la valorizzazione ed il recupero di una tratta ferroviaria della Valle Olona... ), ma anche idee sui pipistrelli, rafting, 2 giorni di musica con gruppi locali, ecc.Ma il bello è che l’amministrazio-ne ha intenzione di REALIZZARE TUTTI I PROGETTI PRESENTATI, anche quelli non arrivati per pri-mi... bisognerà avere solo un po’ di pazienza. Un vero esempio di dare ascolto ai giovani…

“LIBERA-MENTE GIOVANI” - MARNATE

26

Concorso per giovani volontari!E se per te fare partecipazione è fare esperienza di volontariato, ti segnaliamo il concorso “Giovani nel volontariato 2008”! Il concorso, promosso dal Cesvov, è rivolto ai ragazzi tra i 14 ed i 25 anni e scade il 31 marzo.Tutti i dettagli li trovi sul sitowww.cesvov.it/giovaninelvolontariato.asp

Page 27: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

PARTECIPAZIONE

Un anno di lavoro, di fatica e di duro sacrifi cio ha portato alla creazione di questo progetto, a cui io stesso ho partecipato in prima persona, promosso dalla coordinatrice dell’InformaGiovani di Vare-se Elena Emilitri in collaborazione con lo sportello “Scuola e Volontariato” provinciale.Il progetto è nato con lo scopo di evidenziare le esi-genze dei giovani residenti nel Comune di Varese e fare delle proposte concrete da presentare al nostro Sindaco Attilio. Dopo mesi di rifl essione, io e il resto del mio team abbiamo plasmato tre proposte: - ampliamento dei mezzi di trasporto in determinate fasce orarie, soprattutto serali, per raggiungere il centro città;

- creazione di una Young Card con reali agevola-zioni pensate per i giovani come ad esempio sconti per entrate al cinema, sconti in bar, locali, centri sportivi, eccetera;- destinazione di una struttura polivalente come spa-zio per i giovani dove organizzare mostre d’arte, cineforum, concerti, corsi per il tempo libero, in col-laborazione con il Comune di Varese.Al termine abbiamo presentato questi progetti al Sindaco, durante un’apposita conferenza stampa, e ora siamo in attesa di conoscere i prossimi svi-luppi.

Una sera, su quel ramo del fi ume Ticino, ci siamo ritro-vati in una stanza del Comune per un simpatico ape-ritivo insieme ad alcuni ragazzi del Coordinamento e all’Assessore alle Politiche Giovanili. Ecco qualche nome: Valerio Todeschini, Matteo Colombo e Leonar-do Alessandri con l’Assessore Mario Varalli ed il re-sponsabile delle politiche giovanili Massimo Tappari.Abbiamo cercato di scoprire qualcosa di più sul Coordinamento dei gruppi giovanili (o consulta) e abbiamo scoperto che è nato con lo scopo di far incontrare i vari gruppi giovanili di Sesto (Agesci, Giovani Comunisti, Gruppo Culturale 6° raggio, Skaters, Writers, Linux Var, i Ragazzi dell’Oratorio, gli studenti del Dalla Chiesa e altri).

Dopo essersi conosciuti hanno deciso di organizza-re anche qualcosa insieme, oltre agli aperitivi, e ne sono usciti così la festa del 25 aprile e la giornata della memoria, nonchè una delegazione speciale che ha partecipato ad alcuni convegni sulle politi-che giovanili. E ora? L’idea è quella di continuare a lavorare insieme per cercare di risolvere i più diffusi pro-blemi con i quali i giovani di Sesto si devono confrontare e realizzare quante più iniziative possibili.Ringraziamo tutti loro della disponibilità e della sim-patia, ma soprattutto: in bocca al lupo per il vostro progetto!

“COORDINAMENTO DEI GRUPPI GIOVANILI” - SESTO CALENDE

“SVILUPPO CITTADINANZA ATTIVA” - VARESE

27

Page 28: Copertina N.4 (Nera)...MAGLIA ROSA Servizio di Francesco Mugnani, Ilaria Antonicelli, Stefano Croci P Casco, guanti, occhiali, protezioni; una bici dalla linea futuristica, biammortizzata

Se vuoi cercare di vedere le cose in modo diverso dagli altri...Se vuoi cimentarti in nuove avventure insieme ai tuoi compagni di ogni giorno...

Se la tua penna è più veloce della tua lingua o la tua macchina fotografica è più veloce del tuo occhio...

IG Magazine ti offre l’opportunità di entrare a far parte della redazione, esprimendo così la tua opinione in prima persona.

Per saperne di più, fai un salto all’InformaGiovani più vicino!

DIVENTA GIORNALISTA CON IG MAGAZINE

Provincia di VareseAssessorato al Lavoro e Politiche GiovaniliCoordinamento Provinciale InformaGiovaniVia Valverde, 2 - 21100 Varese Tel.: 0332 252 677 - [email protected]