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Cooperazione sociale e Comuni per l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per uno sviluppo del capitale sociale nel bellunese a cura di Paolo Vallese

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Cooperazione sociale e Comuni

per l’inserimento lavorativo

dei soggetti svantaggiati

per uno sviluppo del capitale sociale

nel bellunese

a cura di

Paolo Vallese

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La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Articolo 4 della Costituzione Italiana

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Abbiamo trascorso tre giorni in montagna, ospiti di un rifugio,

insieme al presidente della “Metàlogos S.C.” per un percorso di

formazione Outdoor sul tema : “il territorio come luogo dello

sviluppo”.

Alla domanda posta ai quadri dirigenti della Cadore S.C.S. su quali

fossero gli scopi aziendali è arrivata questa risposta condivisa: siamo un soggetto sociale attivo nel territorio, concepito

tra il 2006-2008. Assumiamo lo stesso ruolo socio economico della tradizione cooperativa fondato sulla ricchezza della

persona, sul valore della conoscenza, come risorse immateriali in questa nuova modernità. Scopo sociale è la crescita

reciproca e il sostegno dell’individuo, promuovendo l’ottica di rete. Agiamo per il bene-essere, nel territorio e nella

comunità con trasparenza, equità e responsabilità, in un mercato aperto, in una logica di collaborazione multilivello.

L’economia sociale è oggi, insieme alla economia di mercato, una delle due gambe necessarie per tornare a produrre

bene-essere (ricchezza, lavoro, senso). Non si tratta di riproporre 80 anni dopo un ritorno al new deal, a un nuovo

compromesso keynesiano oggi impossibile (non ci sono buche da riempire con il lavoro dei disoccupati e non c’e

un’industria pesante e manifatturiera da impiantare), si tratta piuttosto di individuare nella “produzione immateriale” e

nella “conoscenza” i punti di forza su cui fare leva. L’innovazione nei prodotti e nei processi che solo l’individuo è in

grado di immaginare, la costruzione di coesione sociale nei territori, sono le concrete pratiche da introdurre in un

modello economico che attraversa una crisi sistemica da tutti riconosciuta.

Non ci sono compiti da ripartire tra l’impresa, la società e la politica. È l’insieme della dimensione territoriale che

operando in rete può cercare la strada per rifare con altri strumenti e altre prospettive quello che già, dopo il disastro

del Vajont, il nostro territorio montano ha saputo costruire.

Per misurarci con questa sfida servono forti valori di riferimento. Gli ultimi due secoli ci hanno abituato, anche a costo

di tragici errori, a misurarci con il concreto significato di valori fondativi come la “liberta” di intraprendere e la

“uguaglianza” realizzata dal welfare. E. Morin ci ricordava che :”la sola libertà distrugge l’uguaglianza e corrompe la

fraternità, l’uguaglianza imposta distrugge la libertà senza rivalutare la fraternità, solo la fraternità può contribuire alle

altre due”. Le incognite, le incertezze, le risposte mancanti, che oggi ci troviamo ad affrontare ci costringono a misurarci

con il terzo valore che la modernità occidentale aveva individuato e che per troppo tempo abbiamo trascurato.

Dobbiamo cominciare ad imparare come si fa economia, come si sta nel mondo glocale attraverso la “fraternità”. Una

fraternità non proclamata ma praticata, attraverso una economia del “noi” e non dell’ “io”, attraverso un utilizzo

riproducibile e non dissipativo delle risorse umane e ambientali.

È con questo spirito che le tre cooperative sociali di inserimento lavorativo della provincia presentano la ricerca sui

bilanci degli Enti locali bellunesi. Proponiamo alla politica locale e alla impresa locale, di co-progettare insieme più

coesione nel territorio e più innovazione nelle attività economiche.

Norberto Bobbio così ci ammoniva: “coloro che affermano che il mondo andrà sempre così come è andato sinora

contribuiscono a far sì che la loro previsione si avveri”.

Claudio Agnoli

Presidente di Cadore S.C.S.

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Lavorare nel sociale vuol dire sempre più spesso far fronte ad emergenze nuove e

diversificate, dare risposte immediate e flessibili a richieste di aiuto che mutano

nel tempo e per le quali risulta di vitale importanza riuscire a “fare qualcosa”

nell’immediato.

Il ruolo dell’inserimento lavorativo si è così modificato nel tempo ed oggi più che

mai assume un valore fondamentale ed essenziale non solo per la riabilitazione della persona ma anche per le

amministrazioni locali che della persona si fanno carico.

In nodo cruciale è trasformare i problemi in opportunità: la persona in difficoltà che, opportunamente indirizzata e

supervisionata, trova occupazione all’interno del territorio di appartenenza; la società che deve impegnarsi affinché

questo diventi possibile sempre più e sfruttando al meglio risorse economiche ed umane.

Abbandonare un’ottica di assistenzialismo ed entrare in una logica di offerta di un’opportunità attraverso la quale la

persona può rimettersi in gioco dimostrando il proprio valore personale contribuendo così fattivamente al proprio

percorso riabilitativo.

Diventa perciò importante, attraverso una collaborazione fattiva con le Amministrazioni, cercare di codificare una

metodologia di lavoro e di collaborazione, già in atto con molti Comuni, che permetta l’inserimento lavorativo

all’interno di commesse di lavoro affidate dal Comune stesso alle cooperative sociali.

Ciò permette non solo di snellire i tempi di intervento ma di avere una metodologia di intervento efficace e condivisa, in

molte realtà già in atto e che da tempo sta dando i propri frutti.

Acquisire uno schema di riferimento operativo permette:

- un risparmio sui tempi di attivazione

- un’ottimizzazione delle risorse da impiegare, sia economiche che umane (avere chiaro fin dall’inizio chi fa

cosa risparmia tempo e ore lavorative)

- la possibilità di avere nell’immediato un prospetto di costi e benefici

- la possibilità di avere velocemente a disposizione dati adeguati per monitorare i risultati raggiunti e

operare eventuali implementazioni

Francesco Scandolo

Presidente di La Via

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La legge 381/1991 compie 20 anni ed ancora stiamo dibattendo sul ruolo

delle cooperative sociali di inserimento lavorativo come se i risultati ottenuti

non fossero abbastanza eloquenti. In questi anni, le cooperative sociali di inserimento lavorativo hanno dovuto

costruirsi due tipi di professionalità. Una professionalità “sociale” per poter definire progetti individuali di integrazione

socio-lavorativa per le persone prese in carico, ed una professionalità legata alla specifica attività in cui si realizza

l’inserimento al lavoro.

La sfida è stata soprattutto quella di riuscire a crescere professionalmente per poter svolgere con soddisfazione del

committente l’attività commerciale. È stato necessario diventare imprenditori a tutto tondo, competere nel mercato

con la fornitura di un prodotto apprezzabile nel rapporto prezzo/qualità.

Quello che dobbiamo riaffermare è il valore del prodotto sociale che il legislatore ha voluto considerare per sancire un

percorso di “favore” derogando dalle normali procedure di appalto per gli affidamenti sotto soglia comunitaria.

Lo dobbiamo riaffermare in questa fase di difficoltà economica con ancora maggior forza perché l’area dello svantaggio

a cui siamo chiamati a rispondere si è notevolmente allargata a nuove povertà, alle quali vogliamo dare concrete

opportunità.

Chiediamo di essere sostenuti in questo da chi gestisce la cosa pubblica; che ci troverà sempre disponibili e partecipi.

Franco Rui

Presidente di Lavoro Associato

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Sommario

Introduzione ........................................................................................................................................................ 9

Comuni bellunesi tra crisi finanziaria e opportunità offerte della cooperazione sociale .................................... 10

I – L’inserimento lavorativo come misura di qualità del sistema di welfare locale ................................................ 11

L’integrazione necessaria per fare sistema ............................................................................................................. 11

Quanto i Comuni bellunesi affidano all’esterno? ................................................................................................... 12

I trasferimenti monetari diretti: una soluzione? ..................................................................................................... 13

La spesa per il welfare e il ruolo dei trasferimenti: un approfondimento ............................................................. 14

Sostituire l’assistenzialismo con un progetto di autonomia ................................................................................... 16

II – La partnership fra Enti locali e cooperative di tipo B ...................................................................................... 19

La creazione di nuovo valore .................................................................................................................................. 19

Ri-orientare risorse ................................................................................................................................................. 20

Il valore sociale ........................................................................................................................................................ 21

Il valore economico ................................................................................................................................................. 22

Un gioco a somma positiva ..................................................................................................................................... 23

III - Criticità e opportunità per la partnership ...................................................................................................... 25

Co-progettare le politiche per l’inserimento lavorativo ......................................................................................... 25

I fattori critici per il successo della partnership ...................................................................................................... 26

I vincoli dell’ordinamento ....................................................................................................................................... 27

Una “road map” verso un’alleanza strategica ........................................................................................................ 28

Appendice ...................................................................................................................................................... 32

Distribuzione della spesa corrente per macroaree di servizi e per tipologia d’intervento: uno strumento per una

programmazione strategica partecipata e consapevole......................................................................................... 32

Bibliografia .................................................................................................................................................... 55

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Introduzione Il lavoro qui presentato intende sostenere lo sviluppo di un’alleanza strategica tra

Enti locali e cooperative sociali (di tipo B, come definite dalla legge 381 del 1991)

finalizzate all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, nell’ottica di

prefigurare delle soluzioni innovative e percorribili, anche nel breve periodo, sia

dal punto di vista economico che organizzativo.

Gli Enti locali, a fronte della pesante stretta finanziaria, peraltro destinata a

durare, si trovano nella necessità di ripensare le proprie politiche oltre i confini

amministrativi del singolo Comune e in collaborazione con altri soggetti, in

un’ottica di governance che attivi nuove potenzialità nel sistema. La prima ipotesi

di ricerca è stata, quindi, portare ad evidenza gli spazi potenziali di azione offerti

da una lettura complessiva della situazione territoriale, attraverso l’analisi di

alcuni aspetti fondamentali della finanza pubblica locale.

Successivamente ci si è concentrati sulle opportunità di creazione di valore per il

territorio qualora, sia i Comuni che gli altri soggetti del privato sociale, si

dimostrino capaci di instaurare percorsi di partenariato che portino ad una

migliore gestione delle risorse disponibili sul territorio e ad una maggior efficacia

delle politiche sociali a tutela dei bisogni e per la promozione della cittadinanza

delle persone.

Nel bellunese appare possibile un rafforzamento del sistema solidaristico,

attraverso un parziale ri-orientamento della spesa pubblica locale ed investendo

sulla disponibilità reciproca di Istituzioni e cooperative sociali di tipo B a co-

progettare un vero accompagnamento all’autonomia dei cittadini svantaggiati e

più vulnerabili, come misura della volontà pubblica di inclusione sociale. Un

welfare, quindi, non visto in accezione assistenzialistica ma come ‘bene comune’,

stimolo ad uno sviluppo economico di qualità e valore aggiunto per il bene-essere

dei cittadini. In un’ottica di coordinamento e di integrazione, tutti gli attori del

welfare locale (istituzionali, sociali, civici, associativi) possono e debbono trovare il

protagonismo necessario per rispondere con responsabilità alle domande nuove

che provengono dal territorio. Non esistono impedimenti di carattere normativo o

gestionale insuperabili; ciò che serve, nel rispetto rigoroso delle normative vigenti,

è una precisa volontà di superare le inerzie, laddove ci sono, e le diffidenze

reciproche.

In altre parole servono innovazione e condivisione strategica, e gli strumenti per

monitorare nel tempo l’efficacia delle sperimentazioni, praticando così le

previsioni della Legge Quadro per la realizzazione del sistema integrato di

interventi e servizi sociali (Legge 8 novembre 2000 n. 328) che richiama tutti i

soggetti non solo ad una razionalizzazione dell’esistente, ma a farsi costruttori del

capitale sociale del Paese.

Un territorio vive di istituzioni e di politiche, ma anche di cura, intelligenza e reti

solidali tra cittadini, attraverso cui dà attuazione concreta ai princìpi che la Carta

Costituzionale richiama nei suoi primi articoli: favorendo l’adempimento dei

doveri inderogabili di solidarietà (art. 2) e garantendo la promozione della libertà

e dell’uguaglianza delle persone (art. 3), attraverso l’attuazione del diritto al

lavoro (art. 4) anche -soprattutto- per le persone più deboli o svantaggiate.

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Comuni bellunesi tra crisi finanziaria e opportunità

offerte della cooperazione sociale

La sfida di offrire un’opportunità di reddito e di partecipazione attiva alla

società, attraverso il lavoro, a quei soggetti che si trovano in una posizione

di svantaggio sociale costituisce la misura della volontà di inclusione sociale

e dell’idea di welfare che ispira i soggetti socio-politici di un territorio. Tale

sfida, perseguita esplicitamente dalle cooperative sociali di tipo B, trova

nelle Amministrazioni pubbliche il partner decisivo per promuovere progetti

efficaci di inserimento lavorativo.

In particolare, gli Enti locali possono svolgere un ruolo determinante nel

territorio per offrire committenza e, quindi, le risorse indispensabili alla

sostenibilità del ciclo virtuoso dell’inserimento lavorativo per soggetti

altrimenti esclusi dal mercato del lavoro.

La grave stretta finanziaria alla quale sono sottoposti, ormai da diversi anni,

gli Enti locali mette a rischio la possibilità di trovare nelle Amministrazioni il

soggetto privilegiato per questo tipo di progettualità. I Comuni veneti, che

già si posizionano ai livelli più bassi di un ipotetica classifica nazionale per

quanto riguarda i trasferimenti dallo Stato, hanno visto ridursi

drasticamente le risorse economiche a disposizione, senza adeguati e

credibili sistemi di riequilibrio finanziario né cambiamenti significativi dal

punto di vista del sistema dell’offerta dei servizi.

A fronte di una sempre maggiore rigidità dei bilanci, anche le risorse a

disposizione per la copertura dei fabbisogni oggetto del nostro studio

risultano sempre più compromesse. Inoltre, la necessità di “fare cassa” e

l’urgenza di attuare drastici risparmi ha spesso comportato nel singolo

Comune una qualche replica dei tagli attuati dai livelli di governo superiore.

Lo stillicidio delle restrizioni rende tale processo a cascata sempre più cieco;

e diventa improcrastinabile una ri-progettazione, sulla base di una visione

strategica di medio periodo, dell’intervento dei vari soggetti - pubblici,

privato-sociali ed associativi - a proposito di welfare e di sviluppo locali.

E’ proprio nella difficoltà del momento che chi ha responsabilità verso il

bene comune deve trovare gli stimoli necessari e le strategie adeguate per

integrare le energie e sviluppare un disegno che metta a sistema tutte le

risorse disponibili sul territorio. E questo riguarda sia chi offre soluzioni e

progetti di inserimento lavorativo sia chi ha la responsabilità di alimentare,

attraverso la domanda di servizi, un circuito virtuoso che rimane tale solo a

condizione che si creda realmente nelle sue potenzialità innovative e nel

vantaggio che porta alla collettività.

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I – L’inserimento lavorativo come

misura di qualità del sistema di

welfare locale

L’integrazione necessaria per fare sistema

La consistenza e le potenzialità della cooperazione sociale vanno viste

necessariamente in un’ottica di sinergia fra diversi soggetti. Anche la

possibilità di sviluppare economie e sistemi di coordinamento fra più Enti

locali è presente, ma, spesso, viene relegata ad un ambito di architettura

istituzionale; approccio che non mette in evidenza l’importanza che riveste

l’azione delle Amministrazioni comunali nel tessuto dell’economia locale

della qualità del welfare.

Con questo lavoro ci si propone di valorizzare le informazioni a disposizione

di NOBEL (nuovo osservatorio sui bilanci degli Enti locali, promosso e

gestito dal 1998 presso l’Ires Veneto) al fine di considerare l’impatto

economico nella provincia di Belluno della richiesta di servizi esterni da

parte dei (69) Comuni, con un duplice intento:

- rendere disponibili agli interlocutori della cooperazione sociale,

sulla base di dati economici, informazioni utili sugli spazi all’interno

dei quali programmare le proprie attività;

- rappresentare la dimensione dell’impatto economico degli Enti

locali, prospettando l’utilità e la convenienza di processi di

integrazione e collaborazione fra amministrazioni dello stesso

territorio con le realtà del privato sociale.

La cooperazione sociale, spesso, sviluppa la propria iniziativa e alimenta la

riflessione sul proprio futuro senza la disponibilità di informazioni accurate,

tanto complessive quanto puntuali, relative alla domanda di servizi da parte

del committente pubblico. D’altra parte i Comuni tardano a guadagnare la

consapevolezza di essere fra i principali attori economici sul territorio e di

dover partecipare attivamente ad una strategia di sviluppo.

La sfida, lanciata da alcuni protagonisti della cooperazione sociale nel

bellunese, è di cercare di dimostrare alcune delle opportunità nel fare

sistema ed impegnarsi, loro per prime, a collaborare offrendo soluzioni

capaci di coniugare sostenibilità economica e una migliore risposta ai

fabbisogni sociali attraverso la partecipazione degli interlocutori sociali del

territorio.

L’obiettivo esplicito è quello di impiegare al meglio le risorse disponibili

senza e mettere a repentaglio le imprese del mercato sociale, che si

assumono la responsabilità di accompagnare i soggetti più deboli in

percorsi di inserimento lavorativo, oltre l’ottica di costoso e spesso meno

appropriato assistenzialismo

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Quanto i Comuni bellunesi affidano all’esterno?

Per proporre una prima stima di quanto valga la domanda di servizi esterni

da parte degli Enti locali e quali siano i margini all’interno dei quali

strutturare l’offerta da parte del mondo della cooperazione sociale,

tracciamo un profilo dell’orientamento produttivo dei Comuni bellunesi.

Pur sapendo che le scelte relative a determinati settori sono fortemente

condizionate da specifiche normative (regolamentazioni imposte a livello

europeo, nazionale e regionale), non possiamo non considerare l’influenza

esercitata dal singolo contesto territoriale, in termini di orientamento

produttivo, culturale e amministrativo, sui diversi modelli di servizio che nel

tempo sono andati strutturandosi localmente.

Ci si è concentrati su alcune voci del Bilancio particolarmente significative,

quali la spesa per il personale, quella per l’acquisto di servizi e, infine, quella

relativa ai trasferimenti. Il senso della spesa per il personale, ai fini del

nostro lavoro, è intuitivo, negli altri due casi è opportuno approfondirne il

significato. La spesa per servizi si riferisce ai servizi che un Amministrazione

acquisisce da soggetti terzi e di cui si avvale al fine di adempiere alle proprie

funzioni; i trasferimenti rappresentano tutti i trasferimenti monetari diretti

o indiretti (se il trasferimento transita per attori intermedi) verso i soggetti

destinatari delle politiche sociali.

L’analisi della spesa corrente relativa ai servizi - accorpati per macroaree, e

articolati per interventi1 - consente di rendere visibili, seppure in prima

approssimazione, le formule gestionali prevalenti adottate dai Comuni per

l’erogazione dei servizi:

- in economia, laddove risulti una maggiore incidenza

dell’intervento relativo alla spesa per “personale” dipendente

dell’ente;

- mediante acquisto di servizi da terzi, in presenza di un’elevata

incidenza del ricorso ad affidamenti ed appalti per “prestazioni di

servizi”;

- mediante sussidi e contributi, quando prevale la voce

“trasferimenti”; è opportuno a tale riguardo specificare che i

trasferimenti giungono ai cittadini o in via diretta (trasferimenti

verso le famiglie) o in via indiretta tramite altre istituzioni, ad

esempio le organizzazioni non profit.

1 L’analisi delle spese per interventi valuta l’incidenza percentuale delle spese relative ai

fattori produttivi. L’intervento è una voce della classificazione della spesa iscritta a bilancio e

contraddistingue la tipologia e l’uso dei fattori produttivi. Attraverso questo tipo di analisi si

rende disponibile all’interlocutore una lettura di come la macchina comunale opera nel

raggiungimento dei propri obbiettivi.

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I 69 Comuni Bellunesi, nel 2009, impegnano complessivamente 186,3 Mil €

in spesa corrente per il funzionamento e l’erogazione dei propri servizi. Di

questi, il 30 % è utilizzato per pagare gli stipendi al personale in servizio.

Tabella 1.1 Distribuzione della spesa corrente dei Comuni della provincia di Belluno per tipologia di intervento (Anno 2009).

Personale

(%)

Prestazioni

di servizi (%)

Trasferimenti

(%)

Somma Prestazioni di

servizi + Trasferimenti

(€)

Totale spesa

corrente (€)

Comuni Prov. Belluno 30% 40% 13% 99.299.055€ 186.347.403€

Personale

(%)

Prestazioni

di servizi (%)

Trasferimenti

(%)

Somma Prestazioni di

servizi + Trasferimenti

(€)

Totale spesa

corrente (€)

Comuni Prov. Belluno 30% 40% 13% 99.299.055€ 186.347.403€

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Più della metà (53%) della spesa complessiva di questi Enti è destinata

all’acquisto da soggetti terzi di prestazioni di servizio o è trasferita a

istituzioni private o pubbliche che perseguono attività utili agli scopi che si

prefiggono i Comuni o direttamente ai cittadini come contributo

economico.

Ammonta complessivamente a 99,3 Mil € la spesa esternalizzata o

distribuita per trasferimenti nel territorio bellunese da parte dei Comuni.

Queste risorse sono impegnate per l’acquisto di tutti i servizi strumentali

allo svolgimento delle funzioni dell’Ente o nella delega ad altre

Amministrazioni, enti, aziende pubbliche al fine di provvedere al

soddisfacimento dei bisogni del territorio. All’interno di questo ammontare,

fra gli altri impegni di spesa, trovano spazio anche quelli relativi alla

remunerazione di convenzioni, affidamenti e appalti assegnati alle

cooperative sociali di tipo B per progetti di inserimento di lavoratori

svantaggiati.

I trasferimenti monetari diretti: una soluzione?

Analizzando nel dettaglio la spesa per trasferimenti, possiamo suddividerla

in tre principali categorie in base ai diversi destinatari dell’erogazione:

- spesa per trasferimenti a imprese, aziende di pubblici servizi e

consorzi. Sono considerate in questa categoria le imprese private, le

imprese controllate dal Comune (municipalizzate, speciali,

consortili, società per azioni), i consorzi fra enti pubblici e privati.

Sono comprese inoltre le IPAB ed altre organizzazioni similari che

svolgono la loro attività in rapporto di convenzione.

- spesa per trasferimenti a famiglie e istituzioni senza scopo di lucro.

Sono considerate istituzioni senza scopo di lucro le Associazioni

riconosciute e non, le Fondazioni, le Casse mutue, gli Enti di

beneficenza, le Opere Pie e le Società di mutuo soccorso, nonché le

altre istituzioni private (con o senza personalità giuridica) a

condizione che non si finanzino in prevalenza con i ricavi della

vendita di servizi2.

2 Sono escluse le IPAB ed altre organizzazioni simili che svolgono la loro attività in

rapporto di convenzione, le quali rientrano tra le imprese

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- spesa per trasferimenti ad Enti ed altre Amministrazioni pubbliche.

Principalmente si tratta di trasferimenti alle ULSS, aziende sanitarie

e ospedaliere, oppure destinati ad altri Comuni, Unioni di Comuni,

Comunità montane e altri Enti territoriali

Tabella 1.2 Distribuzione della spesa corrente per trasferimenti dei Comuni della provincia di Belluno per tipologia di destinatario (Anno 2009).

Spesa complessiva per trasferimenti per destinatario, di cui € 25.057.019 100%

Spesa per trasferimenti a imprese, aziende di pubblici servizi e consorzi 4.472.338€ 18%

Trasferimenti ad altri soggetti (famiglie e istituzioni senza scopo di lucro) 8.571.981€ 34%

Spesa per trasferimenti ad Enti, Amministrazioni Pubbliche 12.012.701€ 48%

Spesa complessiva per trasferimenti per destinatario, di cui € 25.057.019 100%

Spesa per trasferimenti a imprese, aziende di pubblici servizi e consorzi 4.472.338€ 18%

Trasferimenti ad altri soggetti (famiglie e istituzioni senza scopo di lucro) 8.571.981€ 34%

Spesa per trasferimenti ad Enti, Amministrazioni Pubbliche 12.012.701€ 48% Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Come si vedrà meglio in seguito, riportando il dettaglio della spesa per

welfare e per le erogazioni economiche, i trasferimenti a famiglie ed

istituzioni senza scopo di lucro rappresentano una fetta consistente

dell’intero ammontare: circa 8,6 Mil € (il 34% dei trasferimenti). Attraverso

queste risorse il Comune finanzia e sostiene una quota dei fabbisogni sociali

del territorio, sovvenzionando direttamente attività di beneficienza

pubblica o famiglie ed individui bisognosi di sostegno al reddito.

Il Comune, prima delle altre Istituzioni territoriali e nazionali, detiene un

responsabilità diretta e svolge, quindi, un ruolo decisivo nella definizione e

nel soddisfacimento dei bisogni sociali. Sappiamo però che l’estrema

frammentazione istituzionale ed amministrativa esistente a Belluno ed il

sottofinanziamento del sistema di protezione sociale, in particolare di

quello comunale, rendono arduo tale compito. Tanto più importante

diventano l’analisi accurata dei nuovi bisogni e delle nuove vulnerabilità

emergenti nel territorio - moltiplicati dalla crisi economica globale che pesa

particolarmente sulla montagna veneta- e la capacità programmatoria degli

Enti preposti.

La spesa per il welfare e il ruolo dei trasferimenti: un

approfondimento

La spesa per il finanziamento dei servizi e per il sostegno del welfare dei

Comuni bellunesi nel 2009 ammonta a 39,7 Mil €. La parte più rilevante è

rappresentata dall’acquisto all’esterno di prestazioni di servizi (il 45%): tale

modalità rappresenta l’orientamento prevalente di molte Amministrazioni

che, alle prese con i sempre più stringenti vincoli di spesa e con il

contemporaneo aumento dei bisogni sociali, scelgono decisamente di

esternalizzare la gestione di interi segmenti di servizi. Tale scelta non è

priva di conseguenze, perché richiama la necessita di attivare, da parte del

committente pubblico, un modello di coinvolgimento dei vari interlocutori

nella co-progettazione, nella definizione degli standard e nel controllo

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effettivo del servizio; se mancano tali presupposti, ci si limita a reagire ad

emergenze di carattere economico e non si promuove un modello di

welfare più efficiente ed efficace.

Tabella 1.3 Distribuzione della spesa corrente per welfare dei Comuni della provincia di Belluno per tipologia di intervento (Anno 2009).

Macroarea e relativi Servizi PersonalePrestazioni di

serviziTrasferimenti Altro

Totale spesa

corrente

17% 45% 29% 9% 100%

€ 6.846.389 € 17.690.748 € 11.510.095 € 3.652.279 € 39.699.511

Scuola materna 19% 31% 28% 21% € 3.524.842

Assistenza scolastica, trasporto e

refezione19% 56% 11% 13% € 7.329.300

Asili nido, servizi per l'infanzia e per i

minori44% 32% 20% 4% € 2.159.146

Servizi di prevenzione e riabilitazione 0% 5% 88% 7% € 916.047

Strutture residenziali e di ricovero

per anziani26% 61% 1% 12% € 12.717.286

Assistenza, beneficenza pubblica e

servizi diversi alla persona4% 30% 64% 2% € 12.966.112

Edilizia residenziale pubblica locale 0% 30% 57% 13% € 86.778

WELFARE

Macroarea e relativi Servizi PersonalePrestazioni di

serviziTrasferimenti Altro

Totale spesa

corrente

17% 45% 29% 9% 100%

€ 6.846.389 € 17.690.748 € 11.510.095 € 3.652.279 € 39.699.511

Scuola materna 19% 31% 28% 21% € 3.524.842

Assistenza scolastica, trasporto e

refezione19% 56% 11% 13% € 7.329.300

Asili nido, servizi per l'infanzia e per i

minori44% 32% 20% 4% € 2.159.146

Servizi di prevenzione e riabilitazione 0% 5% 88% 7% € 916.047

Strutture residenziali e di ricovero

per anziani26% 61% 1% 12% € 12.717.286

Assistenza, beneficenza pubblica e

servizi diversi alla persona4% 30% 64% 2% € 12.966.112

Edilizia residenziale pubblica locale 0% 30% 57% 13% € 86.778

WELFARE

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Il 29% della spesa per servizi del welfare (11,5 Mil €) viene impegnato in

trasferimenti monetari, in particolare in attività di assistenza e beneficienza

pubblica e servizi diversi alla persona (il 64% del totale della spesa del

servizio, pari a 8,3 Mil €).

Parte rilevante di queste risorse vengano trasferite ai soggetti erogatori del

sistema di offerta dei servizi sociali sul territorio, in particolare ULSS e

distretti socio-sanitari e altri soggetti convenzionati; la quota rimanente

rappresenta quanto viene erogato direttamente a individui, famiglie o

soggetti del terzo settore coinvolti nel sistema del welfare locale.

I dati iscritti nei bilanci comunali, relativi agli impegni di competenza di

spesa corrente per l’anno 2009, possono essere integrati e aggiornati, per

quanto riguarda la dimensione dei trasferimenti e dei contributi economici,

con le risultanze espresse dai conti della tesoreria e raccolte attraverso la

banca dati SIOPE3.

I due codici che codificano le spese degli Enti locali relativi ai Trasferimenti

correnti a famiglie ed ai Trasferimenti correnti a istituzioni sociali private

(rispettivamente codici S1581 e S1582) riportano i flussi di cassa aggiornati.

3 Gestito dalla Ragioneria Generale dello Stato presso il Ministero dell’economia, il SIOPE

(Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici), è un sistema di rilevazione

telematica degli incassi e dei pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le amministrazioni

pubbliche

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16

Le cifre riportate, pur scontando ancora alcune certificano con un

sufficiente grado di attendibilità i flussi di cassa in uscita per queste due

tipologie di spesa. Semplificando, si tratta del prospetto di quanto

effettivamente risulta già pagato ed erogato nel corso, che diventa la

migliore rappresentazione di quanto effettivamente le amministrazioni

hanno immesso nel ciclo economico locale.

Tabella 1.4 Ammontare della spesa rilevata dal conto della tesoreria dei Comuni della provincia di Belluno per erogazione di trasferimenti correnti a famiglie e ad istituzioni sociali private (Anno 2010).

Ammontare erogazioni e

contributi a famiglie

(trasferimenti correnti)

(€)

Ammontare erogazioni a

istituzioni sociali private

(trasferimenti correnti)

(€)

Totale erogazioni (€)

2.460.336€ 2.075.262€ 4.535.598€

Comuni Prov. Belluno

Ammontare erogazioni e

contributi a famiglie

(trasferimenti correnti)

(€)

Ammontare erogazioni a

istituzioni sociali private

(trasferimenti correnti)

(€)

Totale erogazioni (€)

2.460.336€ 2.075.262€ 4.535.598€

Comuni Prov. Belluno

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ragioneria Generale dello Stato

Nello scorso anno, i Comuni Bellunesi hanno erogato pagamenti per

contributi correnti a famiglie e istituzioni sociali private per complessivi 4,5

Mil € (i trasferimenti correnti erogati ad altri Enti ammontano ad altri 3,6

Mil €).

Si tratta di cifre che sottostimano l’effettivo impegno sostenuto dalle

Amministrazioni per sostenere famiglie ed istituzioni sociali, in primo luogo

perché si tratta di dati relativi ai flussi di cassa (in spesa), che non

considerano le dinamiche del ciclo finanziario delle amministrazioni

pubbliche (potrebbero essere qui inseriti anche parte degli impegni relativi

all’anno precedente o, viceversa, non comparire parte della spesa

impegnata nel 2010 ma ancora da erogare), inoltre non sono comprese le

quote relative alla compartecipazione al finanziamento dei servizi.

Pur in assenza di un’analisi di congruità fra risorse impiegate e fabbisogni da

soddisfare, è comunque possibile affermare che una porzione di questa

spesa potrebbe essere resa maggiormente produttiva ed efficace se, fosse a

tutti gli effetti ricompresa in un progetto territoriale di empowerment degli

individui, finalizzato al loro inserimento lavorativo, e che quindi superasse

la logica assistenziale.

Sostituire l’assistenzialismo con un progetto di autonomia

Sempre sulla scorta dei dati SIOPE, si riporta di seguito l’ammontare relativo alla spesa per servizi ausiliari, spese di pulizia e global service4. Merita di evidenziare questi dati perché legati alla tipicità del servizio e del mercato delle cooperative sociali di tipo B.

4 Codici gestionali 1314 e 1338. Sono solo 4 i Comuni che hanno attivi contratti di

global service in provincia di Belluno per un ammontare di 36 mila euro.

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17

Tabella 1.5 Ammontare della spesa, rilevata dal conto della tesoreria, dei Comuni della provincia di Belluno per acquisto di servizi ausiliari, spese di pulizia e global service (Anno 2010).

Comune

Ammontare per

servizi ausiliari, spese

di pulizia e global

service (€)

AGORDO 1.512€

ALANO DI PIAVE 264€

ALLEGHE 92.551€

ARSIE' 20.974€

AURONZO DI CADORE 15.404€

BELLUNO 235.003€

CALALZO DI CADORE 406€

CANALE D'AGORDO 122€

CESIOMAGGIORE 9.580€

CHIES D'ALPAGO 29.240€

CIBIANA DI CADORE 3.738€

COLLE SANTA LUCIA 668€

CORTINA D'AMPEZZO 191.013€

DANTA DI CADORE 6.310€

DOMEGGE DI CADORE 6.701€

FALCADE 15.710€

FARRA D'ALPAGO 9.193€

FELTRE 54.438€

FONZASO 541€

FORNO DI ZOLDO 125.853€

GOSALDO 4.679€

LA VALLE AGORDINA 5.265€

LAMON 6.153€

LENTIAI 34.748€

LIMANA 43.580€

LONGARONE 1.050€

Comune

Ammontare per

servizi ausiliari, spese

di pulizia e global

service (€)

AGORDO 1.512€

ALANO DI PIAVE 264€

ALLEGHE 92.551€

ARSIE' 20.974€

AURONZO DI CADORE 15.404€

BELLUNO 235.003€

CALALZO DI CADORE 406€

CANALE D'AGORDO 122€

CESIOMAGGIORE 9.580€

CHIES D'ALPAGO 29.240€

CIBIANA DI CADORE 3.738€

COLLE SANTA LUCIA 668€

CORTINA D'AMPEZZO 191.013€

DANTA DI CADORE 6.310€

DOMEGGE DI CADORE 6.701€

FALCADE 15.710€

FARRA D'ALPAGO 9.193€

FELTRE 54.438€

FONZASO 541€

FORNO DI ZOLDO 125.853€

GOSALDO 4.679€

LA VALLE AGORDINA 5.265€

LAMON 6.153€

LENTIAI 34.748€

LIMANA 43.580€

LONGARONE 1.050€

Comune

Ammontare per

servizi ausiliari, spese

di pulizia e global

service (€)

LORENZAGO DI CADORE 14.318€

LOZZO DI CADORE 5.787€

MEL 47.412€

OSPITALE DI CADORE 2.545€

PEDAVENA 15.543€

PERAROLO DI CADORE 4.955€

PIEVE D'ALPAGO 13.048€

PIEVE DI CADORE 19.948€

PONTE NELLE ALPI 151.085€

PUOS D'ALPAGO 8.293€

ROCCA PIETORE 6.659€

SAN VITO DI CADORE 3.928€

SANTA GIUSTINA 26.255€

SEDICO 12.992€

SELVA DI CADORE 207€

SEREN DEL GRAPPA 12.179€

SOSPIROLO 4.766€

SOVERZENE 3.260€

TAIBON AGORDINO 5.782€

TRICHIANA 12.456€

VALLE DI CADORE 10.368€

VAS 11.690€

VODO CADORE 25.536€

VOLTAGO AGORDINO 2.515€

ZOLDO ALTO 6.911€

ZOPPE' DI CADORE 2.880€

Comune

Ammontare per

servizi ausiliari, spese

di pulizia e global

service (€)

LORENZAGO DI CADORE 14.318€

LOZZO DI CADORE 5.787€

MEL 47.412€

OSPITALE DI CADORE 2.545€

PEDAVENA 15.543€

PERAROLO DI CADORE 4.955€

PIEVE D'ALPAGO 13.048€

PIEVE DI CADORE 19.948€

PONTE NELLE ALPI 151.085€

PUOS D'ALPAGO 8.293€

ROCCA PIETORE 6.659€

SAN VITO DI CADORE 3.928€

SANTA GIUSTINA 26.255€

SEDICO 12.992€

SELVA DI CADORE 207€

SEREN DEL GRAPPA 12.179€

SOSPIROLO 4.766€

SOVERZENE 3.260€

TAIBON AGORDINO 5.782€

TRICHIANA 12.456€

VALLE DI CADORE 10.368€

VAS 11.690€

VODO CADORE 25.536€

VOLTAGO AGORDINO 2.515€

ZOLDO ALTO 6.911€

ZOPPE' DI CADORE 2.880€

Comuni Prov. Belluno 1.346.011€ Comuni Prov. Belluno 1.346.011€

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ragioneria Generale dello Stato

La spesa complessiva erogata per questa tipologia di servizi acquistati all’esterno ammonta a 1,34 Mil € nel 2010. Ricordiamo sempre che tali dati scontano il fatto di essere riferiti alle dinamiche finanziarie delle pubbliche Amministrazioni e alle peculiarità del ciclo di pagamento proprio di ogni singolo contratto. Ipotizzando empiricamente che solo una quota relativa ad un terzo di tale

spesa (pari a 448,6 mila €) venga riservata a progetti di inserimento

lavorativo, destinato a soggetti vulnerabili o, in particolare, a soggetti presi

in carico dai servizi comunali come casi sociali, si può legittimamente

sostenere che la ri-progettazione nella distribuzione delle risorse disponibili

permetterebbe a questi soggetti di uscire dal ciclo puramente

assistenzialistico del mero trasferimento monetario e di conquistarsi una

prospettiva di vita basata su un reddito percepito; e all’Ente di disporre di

risorse aggiuntive da ricollocare verso altre tipologie di interventi o altri

bisogni.

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18

La scelta di portare ad evidenza la dimensione economica complessiva degli

interventi a livello provinciale consente di superare l’impostazione oggi

prevalente che si risolve in rapporti bilaterali fra singolo Comune e una

singola impresa sociale e ci restituisce la convenzione che vi sono margini

concreti di ridefinizione del sistema del welfare locale.

A fronte di una significativa dinamicità delle imprese sociali del territorio e

di qualche primo tentativo di integrazione, si riscontra da parte delle

Amministrazioni locali una ritrosia e una incapacità operativa a ragionare in

termini di sistema complessivo. Le peculiarità poi del territorio bellunese –

dispersione abitativa e difficoltà logistiche- e il sovrapporsi di competenze e

deleghe tra troppi soggetti - Comuni, Comunità montane, Consorzi,

Provincia e ULSS – impediscono di fatto la definizione di un progetto

complessivo e lungimirante. Appare urgente, in altre parole, un

cambiamento di prospettiva. Una programmazione attenta alle nuove sfide,

sia in termini di efficienza economica che di risposte appropriate ai bisogni,

potrebbe moltiplicare le opportunità e aprire una nuova stagione per il

modello di welfare.

La ricerca ha voluto analizzare i bilanci di tutti i 69 Comuni bellunesi. I dati

economici complessivi, restituendo un prospettiva più ampia,

accompagnano i vari protagonisti nel ripensamento dell’esistente e

nell’individuazione di spazi e strumenti concreti per dare efficienza al

sistema e ritrovare nel welfare un fattore decisivo per la qualità dello

sviluppo locale.

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19

II – La partnership fra Enti locali e

cooperative di tipo B

La creazione di nuovo valore

Aver identificato e reso trasparente, dai dati di bilancio, il valore della

domanda potenziale di servizi da parte delle Amministrazioni pubbliche è

propedeutico ad una riflessione più ampia relativa alle opportunità di una

politica, diffusa sul territorio ed integrata tra i vari soggetti, che dia efficacia

all’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati. E’ necessario elaborare

e dare forma concreta ad un modello di collaborazione fra Ente locale e

mondo della cooperazione che espliciti chiaramente i vantaggi di carattere

economico e sociale nello sviluppo di un’economia sociale locale che

apporti valore al territorio.

Soprattutto in una fase di crisi mondiale che si riverbera con particolare

veemenza fra le famiglie e le Istituzioni della montagna veneta, la

prospettiva di una progettualità che parte dal basso, e che si fonda sulle

opportunità di riscatto di chi è più vulnerabile, apporta un enorme valore

alle potenzialità dell’intervento pubblico. Serve disporre di strumenti che,

definendo soluzioni innovative e condivise tra i soggetti istituzionali e il

terzo settore, potenzino un’offerta di servizi cronicamente insufficiente e

superino l’approccio assistenzialistico, che fronteggia situazioni di fragilità

sociale con trasferimenti monetari e servizi di beneficienza pubblica.

In un contesto di risorse destinate ad essere scarse nel medio periodo, è

indispensabile valorizzare al massimo le diverse e molteplici risorse -

economiche, imprenditoriali, relazionali- disponibili ed attivabili nel

territorio.

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20

Ri-orientare risorse

Nella prima parte di questo lavoro si sono evidenziati solo i margini

economici per poter alimentare un circuito virtuoso di sostituzione degli

interventi di carattere assistenziale (servizi e trasferimenti) con interventi

attivi nello sviluppo locale tramite i progetti di inserimento lavorativo.

Peraltro, orientarsi verso politiche integrate che coinvolgano la

cooperazione sociale presenta altri vantaggi per le Amministrazioni

pubbliche e la comunità locale.

Tabella 2.1 I valori generati a favore degli Enti locali con il coinvolgimento istituzionale delle cooperative per progetti di inserimento lavorativo.

Nello schema sopra riportato, vengono sintetizzati quali sono le

opportunità di generazione di valore mediante un rapporto più integrato fra

Istituzioni e attori locali della cooperazione sociale di tipo B.

VA

LOR

E S

OC

IALE

V

ALO

RE

EC

ON

OM

ICO

(R

ISP

AR

MIO

)

PARTNERSHIP ISTITUZIONI – COOPERATIVE TIPO B

Fornitura ed esecuzione di servizi per il committente

Attività di accompagnamento all’autonomia a soggetti deboli

o svantaggiati (progetti individuali mirati)

Identificazione e copertura fabbisogni (talvolta inespressi o non suff. presidiati nel caso di

categorie deboli)

Effetto correttivo su mercato del lavoro ed economia locale

(anti-dumping)

Ri-orientamento strategico della spesa corrente mediante la sostituzione di interventi a

carattere assistenziale (trasferimenti) verso progetti di

consolidamento autonomia e reddito

+ Orientamento della spesa per acquisto servizi verso realtà

che creano valore sociale (prestazioni di servizi e

mercato della cooperazione sociale)

Risparmio per minor carico sui servizi socio-sanitari, e

miglioramento qualitativo con inserimento lavorativo

Incremento dell’economia locale e delle relative entrate

(anche al netto degli sgravi fiscali garantiti)

Capacità attrattiva: fonti ulteriori di finanziamento e coinvolgimento altri attori

(contesto multi-stakeholders)

Maggiori risorse a disposizione per il finanziamento delle

politiche comunali

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21

Il valore sociale

Bisogna anzitutto affermare che i sempre più stringenti vincoli di bilancio

incentiveranno le Amministrazioni ad esternalizzare ulteriormente la

gestione dei servizi, con il rischio di attivare una perversa rincorsa al ribasso

nelle gare. Già oggi, con la connivenza di alcuni soggetti del mondo della

cooperazione, si alimenta un sistema che sin dalla definizione della

(in)sostenibilità finanziaria delle operazioni, ha come effetto obbligato

quello di riverberarsi direttamente sul livello dei salari e sui diritti di chi, in

mancanza di altre opportunità, per questi soggetti lavora. L’effetto

paradossale è quello di incentivare situazioni di sfruttamento,

determinando condizioni di lavoro e di reddito che si ripercuotono nel

tessuto economico e sociale locale (minor reddito e protezione sociale

significa anche diminuzione dei consumi e minor autonomia reale dei

soggetti).

L’intervento di attori che condividono un progetto di sviluppo della

comunità e che esplicitano un patto di ‘fiducia’ e di reciprocità,

costituirebbe una garanzia per prevenire tali distorsioni.

La natura e la dimensione etica dell’impresa sociale sono quindi fattori

strategici per la riuscita e la qualità di una partnership istituzionale:

- costituisce un patrimonio relazionale e di reciprocità fra attori che,

inverando un rapporto di fiducia, amplia gli spazi di collaborazione

locali e limita la penetrazione di cooperative spurie, del tutto

scollegate dalle specificità del territorio bellunese, e sicuramente

meno allenate ad interpretarne i fabbisogni e ad attivarne le

potenzialità;

- la natura non profit, la dimensione numerica, la composizione degli

organi societari (con la possibilità di coinvolgere direttamente Enti

locali e altri attori del welfare) e la responsabilità sociale nei

confronti del territorio, sono garanzia di un rapporto corretto nei

confronti dei lavoratori e prevengono l’insorgere di fenomeni

distorsivi nel mercato locale;

- l’intensità del rapporto con il territorio coinvolge gli interlocutori

anche in direzione della tutela dei beni comuni ambientali, culturali

e relazionali tipici di uno specifico contesto territoriale, ben oltre

approcci retorici alla responsabilità sociale d’impresa elaborati da

interlocutori estranei per natura e/o provenienza.

L’impresa sociale, quindi, agisce localmente a favore di una maggiore

coesione sociale, oltre a garantire il raggiungimento degli obiettivi operativi

definiti dall’Ente pubblico, mediante l’apporto di competenze e strumenti

propri dell’impresa che completano ed integrano in termini di economicità,

flessibilità ed efficienza organizzativa l’attività svolta dalla Pubblica

Amministrazione. Inoltre, la natura giuridica e la mission di queste

cooperative, è ispirata dalla volontaria rinuncia alla generazione di profitto

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d’impresa per investire a favore di un’attività che coinvolge sia soggetti (già)

seguiti dall’intervento pubblico che individui poco tutelati dal circuito dei

servizi e degli interventi assistenziali.

Si tratta di un intenso lavoro di accompagnamento all’autonomia (non solo

economica), svolto da figure di alto profilo professionale che debbono

integrarsi ed interagire con le istituzioni del welfare locale. Queste ultime,

infatti, per scarsità di risorse e per cultura organizzativa, non sempre sono

in condizione di garantire a soggetti svantaggiati percorsi individuali di

emancipazione e di inserimento ricchi di relazionalità.

Il valore economico

La collaborazione fra Ente locale e cooperativa di tipo B genera ulteriori

esternalità positive a favore delle Amministrazioni pubbliche coinvolte.

Oltre a liberare risorse - sostituendo i trasferimenti economici con reddito

percepito derivante da prestazioni - collocare in contesto lavorativo un

cittadino svantaggiato comporta una riduzione della spesa sostenuta dagli

Enti locali (e dalle altre istituzioni del welfare) per interventi socio-

assistenziali ad esso indirizzati; con la conseguente possibilità di indirizzare

le risorse risparmiate verso altri bisogni.

Va considerato il fatto che, oltre ai soggetti svantaggiati che, prima della

presa in carico da parte delle cooperative, erano utenti di servizi sociali e

sanitari, le cooperative di tipo B diventano punto di riferimento anche per

molti altri individui che difficilmente trovano risposte effettive nella rete dei

servizi territoriali. Volutamente, sin qui si è sempre fatto riferimento

unicamente a quei soggetti che, qualora il loro svantaggio sia certificato

dall’autorità competente, sono individuati specificatamente dalla legge e

giustificano regimi agevolati. Le cooperative sociali, invece, rispondono

anche ad una molteplicità di individui che per biografia o per contingenti

difficoltà di carattere sociale, relazionale o economico, vivono un contesto

di forte vulnerabilità. Anche in questo caso i Comuni sono in prima linea a

fronteggiare vere e proprie emergenze che si scaricano sui loro servizi

sociali (quando non bussano direttamente ai Sindaci). Gli effetti della crisi

economica sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto in un mercato del lavoro

poco strutturato e con pochi margini di re-inserimento produttivo come

quello della montagna veneta: aumento secco di disoccupati, specie per

profili anagraficamente e/o professionalmente difficili da riassorbire.

Questi soggetti, come altri individui portatori di disagio sociale, trovano nei

progetti delle cooperative l’unica opportunità di rientrare nel ciclo

produttivo e, soprattutto, di viversi come parte attiva della comunità.

Va ancora sottolineato che l’individuazione della cooperativa sociale come

partner strategico delle politiche comunali comporta altri vantaggi di

carattere finanziario tali da garantire sostenibilità e convenienza ad

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interventi orientati alla costruzione di un sistema locale dell’inserimento

lavorativo pubblico:

- le agevolazioni di natura fiscale e previdenziale, nonché creditizio e

finanziario, riservate alla cooperativa sociale, si tramutano in

risparmi economici per l’Ente che decide di avvalersi delle loro

prestazioni. Fra le convenienze si debbono considerare anche i

contributi economici attivati dal pubblico per il sostegno

dell’occupazione e che sono attivabili grazie alla realizzazione di

progetti di inserimento lavorativo. Fatta salva la protezione del

reddito delle persone svantaggiate, consentono un abbassamento

dei costi aziendali e la conseguente sostenibilità economica.

E’ bene ribadire che, per la loro natura non profit, le cooperative

sociali di tipo B sono tenute a reinvestire gli eventuali margini nella

propria struttura, e quindi a migliorare efficienza ed efficacia della

propria programmazione.

- Alle cooperative di tipo B con un maggiore radicamento nel

territorio, come imprese fornitrici di servizi e come nodo attivo

della rete del welfare locale, va riconosciuto un ruolo

fondamentale di soggetto aggregatore e promotore di alleanze,

capaci di attirare il contributo professionale e relazionale, ma anche

economico di una molteplicità di interlocutori istituzionali e della

società civile. Basti pensare alla competenza sviluppata nella

diversificazione delle fonti di finanziamento a sostegno dei propri

progetti, partecipando ad esempio a bandi pubblici (europei,

nazionali, regionali, provinciali) difficilmente intercettati dalle

Amministrazioni locali e per i quali codeste relazioni risultano

indispensabili. Inoltre, vi sono diversi esempi in cui la rete di

rapporti attivata è fattore di successo per dar impulso ad iniziative

integrate che coinvolgono associazioni di categoria e altri soggetti

del terzo settore.

Queste attività favoriscono il rafforzamento del capitale sociale del

territorio ed innescano processi moltiplicatori di risorse e, quindi,

delle opportunità di tutela delle persone più deboli.

Un gioco a somma positiva

Uno studio condotto su un campione di dodici cooperative sociali bresciane

(E.Chiaf 2010) ha provato a descrivere quale sia il “risparmio garantito alla

Pubblica Amministrazione in funzione dell’inserimento di soggetti

normalmente esclusi dal mercato del lavoro e che a causa di specifici

svantaggi sarebbero, altrimenti, supportati da interventi pubblici di tipo

oneroso”; qual è, cioè, il rapporto costo/beneficio dal punto di vista del

valore economico prodotto a favore della Pubblica Amministrazione in

termini di saldo degli introiti fiscali e, soprattutto, in termini di risparmio

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24

per il sistema di servizi socio-assistenziali. Il risultato, come stima

prudenziale, è un saldo positivo di circa 7.700 €/anno per ciascun soggetto

svantaggiato che trova occupazione e reddito.

Circa il 7% di tale risparmio sarebbe imputabile all’effetto del maggiore

valore economico prodotto dall’azienda e delle relative entrate fiscali, già

scontate degli incentivi, contributi e sgravi fiscali erogati.

La quota parte rimanente del risparmio per la PA, quindi il 93%, è

attribuibile all’effetto dei minori oneri in capo alle Amministrazioni che

erogano servizi socio-sanitari e assistenziali, parzialmente o integralmente

sostituiti dall’intervento occupazionale e di accompagnamento svolto dalla

cooperativa.

Nella tabella di seguito, si riporta il saldo per tipologia di svantaggio. Tabella 2.2 Il risparmio garantito per la PA, mediante la realizzazione di progetti di inserimento lavorativo (segmentazione per tipologia di svantaggio).

invalidisoggeti con disagio

psichiatricodipendenza minori

soggetti con pene

alternative a detenzione

Risparmio per categoria debole o svantaggiata

4.797€ 12.178€ 5.049€ 10.856€ 7.963€

Moltiplicando il risparmio per il numero si persone inserite si ottengono valori decisamente significativi, che si trasformano in ricchezza per l’economia locale. I servizi ai quali tali categorie si rivolgono sono tipicamente a scarsa componente di integrazione sanitaria e coinvolgono in maniera diretta e pesante il sistema di offerta comunale; peraltro, nella tabella non sono comprese tutte le categorie svantaggiate a cui le cooperative offrono inserimento lavorativo. Possiamo quindi ipotizzare che la proposta sostenuta in questo studio vedrebbe attivarsi un risparmio davvero significativo a favore dei bilanci degli Enti locali.

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25

III - Criticità e opportunità per la

partnership

Co-progettare le politiche per l’inserimento lavorativo

L’importanza di dare forma concreta al principio di sussidiarietà orizzontale,

tutelato e promosso nel nostro ordinamento, richiama gli Enti locali a

riconoscere il ruolo dei soggetti della cooperazione sociale nella

programmazione, organizzazione e gestione del sistema di welfare locale. Il

principio di sussidiarietà non deve essere interpretato solo mediante la

realizzazione di un sistema di welfare mix nella produzione ed erogazione

dei servizi, piuttosto deve intendersi come l’opportunità per la creazione di

capitale sociale e di beni comuni.

Occorre dimostrare la fattibilità operativa di un percorso che, identificati

alcuni scogli da superare, moltiplichi le opportunità dell’inserimento

lavorativo pubblico di soggetti svantaggiati, co-gestite tramite politiche

territoriali di partnership fra cooperative di tipo B ed Enti locali.

Anzitutto, l’integrazione è possibile solo comprendendo che l’affermazione

concreta dei diritti di cittadinanza e il supporto alle fasce più deboli della

popolazione, passa anche attraverso la condivisione di politiche di sviluppo

che interpretino al meglio le potenzialità offerte da un modello di economia

sociale locale.

Aprire a questo nuovo modello di collaborazione, fino a renderlo un pilastro

del welfare locale, passa necessariamente attraverso il coinvolgimento dei

vari attori istituzionali che devono definire le politiche pubbliche locali per

l’inserimento lavorativo (Comune e sistema locale dei servizi sociali,

Provincia mediante gli Uffici per l’impiego, ULSS e rete dei servizi socio-

sanitari…), il privato sociale e, non va dimenticato, il mondo associativo. Per

consolidare e rendere sistema l’intero processo di collaborazione fra

Istituzioni e cooperazione sociale, serve che le istanze rappresentate (e

rappresentative) vengano riconosciute nelle sedi di programmazione,

legittimate politicamente e, attraverso un metodo trasparente, si dia

fattibilità a questo tipo di programmazione partecipata.

Parimenti è necessario il consolidamento di prassi operative che configurino

un modello politico-amministrativo e modalità gestionali condivisi e

replicabili.

Diventa quindi ineludibile interrogarsi sui modi più appropriati, dal punto di

vista giuridico, economico ed organizzativo, per attivare percorsi e modelli

operativi funzionali al raggiungimento dello scopo.

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26

Preliminarmente è necessario che le diverse culture organizzative delle due

parti non entrino in conflitto ma si sappiano integrare, facendosi carico

delle altrui esigenze al fine di integrare una soluzione condivisa ed

operativamente percorribile. Ad esempio, le cooperative devono accettare

prassi, modalità e tempistiche proprie della macchina pubblica, sapendole

affrontare con metodo pro-attivo e, soprattutto, in piena trasparenza, per

legittimare e garantire credibilità ad una relazione privilegiata fra partner

pubblici e privati. Le parti pubbliche, dal canto loro, devono allenarsi ad una

collaborazione che chiede flessibilità e dinamismo.

I fattori critici per il successo della partnership

Individuato l’ambito ottimale nel quale dar vita ad una partnership

istituzionale effettiva (è possibile ipotizzarla a livello di singolo Comune, di

Comunità montana, di Conferenza dei Sindaci, di Distretto ULSS, etc…),

occorre stipulare alleanze basate sul riconoscimento delle prerogative

reciproche e dar vita ad Accordi formali ( ad esempio, un Protocollo d’intesa

ex L. 241/90) che rappresentino lo strumento di natura politica mediante il

quale si legittima un rapporto progettuale condiviso ed organizzato.

Molti sono gli aspetti che possono condurre al fallimento dei tentativi nella

formulazione di proposte di integrazione fra realtà a pubbliche e realtà del

privato sociale. I fattori critici da presidiare, risiedono in ragioni di diverso

carattere ma possono essere riassunte principalmente in tre tipologie:

- quelli di natura politico/culturale, quando viene meno la

comunanza di intenti e la volontà di confronto o prevalgono riserve

e scetticismi, quando non veri e propri pregiudizi, che inficiano alla

radice la collaborazione fra organizzazioni con natura o

orientamenti politico/culturali diversi. In questo caso sarà

necessario rimettere a fuoco l’interesse reciproco e ri-verificare la

disponibilità effettiva a tradurre in azioni concrete gli impegni che si

sottoscrivono;

- quelli di natura economico/finanziaria, quando le ristrettezze dei

bilanci paiono lasciare poco spazio all’attivazione di progetti, specie

se orientati sul medio-lungo periodo, sottraendo così slancio ad

iniziative che necessitano di seria programmazione e l’adozione di

un solido orientamento strategico delle politiche pubbliche. Il

presente lavoro intende mettere in discussione tale prospettiva, ed

incoraggia gli organi politico-amministrativi competenti ad

individuare spazi effettivi di ri-orientamento delle risorse a

disposizione;

- infine, quelli di natura burocratico/professionale, quando, pur in

presenza di una manifesta volontà politica di recepire le istanze di

un’alleanza strategica con attori del privato sociale, l’impegno di

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Giunte ed Amministrazioni si confronta con un apparato

burocratico poco propenso ad operare in termini organizzativi non

consueti al fine di concretizzare le opportunità previste

dall’ordinamento. Talvolta, chi, negli Enti locali, è chiamato a

predisporre la realizzazione di opere o l’affidamento di servizi, non

essendo sempre afferente all’area funzionale dei servizi sociali,

potrebbe mancare di predisposizione e motivazione all’adozione di

strumenti che prevedono valutazioni di carattere sociale. In questo

caso è necessario garantire la comunicazione fra diverse aree

operative ed offrire stimoli alla macchina sia con un indirizzo

politico chiaro sia mediante la diffusione di pratiche operative

innovative.

I vincoli dell’ordinamento

La legge quadro dell’8 Novembre 1991, numero 381/91, ha definito con

chiarezza lo status giuridico delle cooperative sociali, distinguendo fra

cooperative sociali di tipo A (alle quali è affidata la gestione di servizi a

carattere socio-sanitario ed educativo) e di tipo B (finalizzate

all’inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio sociale). Il

legislatore aveva previsto che queste ultime potessero essere agevolate nel

perseguimento del loro oggetto sociale, attraverso l’applicazione di

deroghe nelle procedure ad evidenza pubblica per la fornitura di servizi, in

modo da garantirne congrue condizioni di accesso.

Con il recepimento delle sollecitazioni poste in essere dalla normativa

europea e dai principi comunitari in materia di acquisto di beni e servizi da

parte delle pubbliche amministrazioni, venne fatta una distinzione fra

forniture superiori o inferiori per importi alla soglia comunitaria

(attualmente 193.000 euro5).

Successivamente la Legge numero 52 del febbraio del 1996, modifica

l’articolo 5 della Legge 381/91 prevedendo l’inserimento di clausole sociali

nelle gare sopra soglia e la possibilità di affidamento diretto tramite

convenzione con le cooperative di tipo B nei casi in cui l’importo sia

inferiore alla soglia comunitaria stabilita.

I contratti, quindi, con importo inferiore ai 193.000 euro (salvo clausole

stabilite dalla normativa regionale) possono essere legittimamente affidati

attraverso procedure non competitive, fermo restando il rispetto dei

principi di trasparenza, di pari condizioni ed economicità propri di ogni

procedimento amministrativo.

Le opportunità offerte dalla facoltà di stabilire clausole sociali per forniture

dal valore superiore alla soglia comunitaria e, soprattutto, di derogare

5 Per gli appalti pubblici di forniture e di servizi: aggiudicati da amministrazioni

aggiudicatrici diverse dalle autorità governative centrali.

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28

attivando procedure riservate, al di sotto di tale soglia, mancano di essere

pienamente e opportunamente colte dalle Amministrazioni locali. Sono

ancora rari i casi nei quali, all’interno degli strumenti della programmazione

sociale, siano stati riconosciuti e previsti gli spazi per la co-progettazione

(pubblico-privato sociale) di interventi per l’inserimento lavorativo, i quali

legittimerebbero a pieno affidamenti diretti alle cooperative di tipo B della

rete sociale locale. Tali opportunità (promosse dalla normativa nazionale e

regionale sui servizi sociali e per l’inserimento lavorativo), garantirebbero

una maggiore integrazione fra istituzioni ed altri attori sociali del territorio,

offrendo flessibilità e sostenibilità ad un welfare moderno, incentrato sulla

collaborazione come fattore determinante per il miglioramento qualitativo

e dell’appropriatezza dell’intervento sociale.

Fatta questa premessa, appare evidente che nel perseguimento degli

interessi dell’Ente, l’acquisto di servizi forniti da cooperative sociali di tipo B

e la valutazione delle offerte da queste proposte, non deve limitarsi ad una

valutazione di carattere meramente economico, ma deve saper valorizzare

la componente qualitativa e programmatica che ogni singolo progetto offre.

Le garanzie sul tipo di relazione con l’utente, sull’attività sociale ed il chiaro

riferimento alla qualità dell’intervento nel suo complesso, diventano il vero

parametro per una valutazione adeguatamente ponderata dell’offerta

proposta dalla cooperativa sociale. L’Ente dovrebbe essere in grado, come

riportato nel precedente capitolo, di riconoscere e perseguire la soluzione

che apporta maggiore valore sociale, oltre che economico.

Il fulcro per la massimizzazione di tale valore risiede nelle capacità delle

cooperative nel predisporre progetti aderenti necessità del territorio e nella

disponibilità vera dell’Amministrazione e, quindi, in un rapporto di co-

programmazione e co-progettazione che può, in quanto tale, derogare alla

concorrenza e al vincolo della sola offerta economicamente più

vantaggiosa.

Una “road map” verso un’alleanza strategica

Una volta chiarito che gli Enti locali possono individuare nelle cooperative

sociali di tipo B un soggetto privilegiato per adempiere alla funzione di

promozione sociale delle persone svantaggiate, tramite una politica attiva

di inserimento lavorativo, e che esistono le possibilità e gli strumenti, anche

giuridici, per valorizzare un processo di progettazione condivisa, appare

opportuno ribadire gli spazi per dare attuazione a tale impegno.

Il primo passo è indubbiamente la maggiore consapevolezza degli attori

istituzionali e delle stesse cooperative delle opportunità di un sistema

territoriale di offerta, valutato nel suo complesso. Questo, oltre a mettere

in luce le opportunità e i margini di azione dei diversi soggetti, mira a

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favorire la riconoscibilità degli interlocutori e qualificare le istanze locali

nell’adozione di impegni formali delle parti.

Tale coinvolgimento può essere ottenuto mediante la stipula di un

protocollo di intesa su proposta degli attori istituzionali o su proposta delle

realtà della cooperazione sociale di tipo B. L’accordo, vincolerebbe

politicamente le parti a verificare la disponibilità reciproca ad instaurare un

modello condiviso per il ricorso a procedure contrattuali di acquisizione di

servizi che tengano conto del valore aggiunto che i progetti di inserimento

lavorativo possono apportare. Il Protocollo potrebbe essere sottoscritto dal

singolo Comune o da più Amministrazioni (per esempio quelle appartenenti

alla stessa Comunità Montana oppure in sede di redazione dei Piani di

Zona, luogo nel quale si concerta la programmazione del sistema di welfare

locale anche con gli altri soggetti del terzo settore).

In tali atti rientrerebbe l’enunciazione dei princìpi sui quali stabilire:

- i presupposti di carattere sociale ed economico nei i quali i soggetti

riconoscono l’utilità di un’alleanza fra Ente/i locale/i e cooperative

di tipo B;

- quali sono i soggetti ed i requisiti necessari per poter accedere a

partnership pubblico-privato per la co-progettazione di iniziative

per l’inserimento lavorativo tramite la fornitura di servizi

all’Amministrazione locale;

- l’individuazione delle tipologie di servizi, delle caratteristiche

fondamentali dei progetti e delle opzioni contrattualistiche

normativamente previste che l’Amministrazione si impegna a

favorire tramite acquisto di servizi che hanno una determinata

componente di forza lavoro protagonista di inserimento lavorativo;

- l’impegno a garantire eventuali soglie minime di fornitura di servizi

nel corso dell’anno;

- l’adozione di tutti gli atti amministrativi, ritenuti opportuni, per la

promozione e la regolamentazione delle procedure per

l’inserimento lavorativo di persone deboli e svantaggiate;

Dal Protocollo d’intesa, se opportunamente supportato dalle motivazioni

dei partecipanti, possono trarre origine orientamenti ed azioni che

vincolino l’ente al recepimento dei princìpi enunciati quali:

- il recepimento di atti di indirizzo del Consiglio alla Giunta comunale

o della Giunta stessa per l’adozione di misure e la codificazione di

procedure atte a favorire l’inserimento lavorativo di soggetti

svantaggiati o deboli tramite co-progettazione;

- l’approvazione di atti politici (come una deliberazione del Consiglio

Comunale) che impegni i rappresentanti dei Comuni nelle Aziende

partecipate a recepire in azioni lo spirito dei protocolli sottoscritti e

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di eventuali ulteriori atti normativi ed amministrativi proposti

dall’Amministrazione;

- l’approvazione di delibere attraverso cui individuare le tipologie di

contratto da riservare alla cooperazione sociale di tipo B o la

definizione di clausole sociali e linee guida per determinate

categorie di contratti di fornitura di servizi e/o, la realizzazione di

opere pubbliche, vincolando gli Uffici interessati (tramite

l’approvazione del Piano esecutivo di gestione) al raggiungimento di

obiettivi di risutltato che tengano anche conto dell’inserimento

lavorativo di stabilite quote di soggetti svantaggiati o deboli;

- la redazione e l’approvazione di un Regolamento comunale che

sancisca le modalità di effettuazione delle procedure di

affidamento delle forniture di beni e servizi attraverso l’inserimento

lavorativo di soggetti svantaggiati o deboli

Il Regolamento si presta ad essere lo strumento privilegiato per l’adozione

concreta e il recepimento della volontà politica di promuovere iniziative per

l’inserimento lavorativo. Questo, oltre a specificare dettagliatamente le

peculiarità che l’Ente vuole tutelare e definire tramite il recepimento dei

principi enunciati nel Protocollo d’intesa, può prevedere:

- soglie minime dell’importo complessivo degli affidamenti a terzi per

beni e servizi del Comune da destinare a contratti che prevedano,

nell’ambito dell’affidamento l’impiego di persone svantaggiate in

misura determinante o significativa, con l’affidamento a

cooperative sociali di tipo B; ciò che si tratti di procedure sia al di

sopra che al di sotto della soglia comunitaria;

- i criteri di valutazione tecnica, economica ma anche sociale dei

progetti presentati e nelle gare di appalto;

- la definizione qualitativa e quantitativa dei soggetti che possono

partecipare all’aggiudicazione degli affidamenti;

- la numerosità e la tipologia di soggetti svantaggiati da inserire, le

modalità organizzative del lavoro, gli obbiettivi da raggiungere, le

mansioni e le condizioni contrattuali dei lavoratori inseriti;

- le metodologie di reclutamento e di accompagnamento dei

soggetti;

- i criteri di valutazione del progetto individuale di

accompagnamento ed inserimento;

- la garanzia di ri-assunzione dei soggetti svantaggiati in caso di

subentro da parte di altra impresa;

- i criteri per effettuare un adeguato monitoraggio della qualità degli

interventi di inserimento lavorativo effettuati ma anche della

qualità delle forniture acquisite e del rispetto delle procedure poste

in essere;

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Si tratta di un elenco non esaustivo delle possibilità che un Regolamento

comunale può prevedere iscritte al suo interno, ma risulta sufficiente allo

scopo di segnalare questo come uno degli strumenti ottimali per il

raggiungimento degli obbiettivi prefissati.

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Appendice

Distribuzione della spesa corrente per macroaree di servizi e per

tipologia d’intervento: uno strumento per una programmazione

strategica partecipata e consapevole

In questa sezione riportiamo i dati relativi ai bilanci delle singole realtà

comunali, riclassificati secondo l’elaborazione dell’Osservatorio NOBEL di

Ires Veneto. Lo scopo è quello di fornire uno strumento informativo utile

alla valutazione degli spazi e dei margini operativi per le imprese sociali sul

territorio. L’utilizzo condiviso dei dati contabili dei bilanci comunali crea

valore aggiunto nella relazione fra Ente pubblico e privato sociale, perché

supera, almeno in parte, l’asimmetria informativa dovuta alla difficoltà di

reperimento e lettura dei dati, e consente ai vari attori di avere una visione,

puntuale e complessiva insieme, delle grandezze in gioco, che stanno poi

alla base delle scelte politiche delle Amministrazioni.

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L’analisi per interventi, come detto in precedenza, mette in luce l’orientamento produttivo dei Comuni. Le risorse finanziarie impiegate per affidare all’esterno la gestione di servizi, tra cui quelli relativi alle attività svolte dalle cooperative sociali, viene ricompresa nella voce prestazioni di servizi. Per ogni Comune si possono misurare, seppur per approssimazione, quali siano le potenzialità di intervento, a fronte di una situazione finanziaria più o meno rigida e consolidata. Ben 54 amministrazioni su 69 acquistano servizi per una spesa superiore al 30% della propria spesa corrente e per ben 24 di queste la soglia si innalza e supera il 40%. La spesa complessiva dei Comuni bellunesi per prestazioni di servizi ammonta a 66,3 Mil €, mentre quella per trasferimenti si assesta su 23,7 Mil €.

Comune Personale

(%)

Prestazioni

di servizi (%)

Trasferimenti

(%)

Somma Prestazioni di

servizi + Trasferimenti

(€)

Totale spesa

corrente (€)

AGORDO 32% 41% 14% 1.776.368€ 3.239.253€

ALANO DI PIAVE 28% 44% 12% 1.000.957€ 1.777.895€

ALLEGHE 25% 46% 8% 1.185.464€ 2.203.686€

ARSIE' 29% 45% 11% 964.229€ 1.722.884€

AURONZO DI CADORE 18% 47% 16% 3.312.702€ 5.271.430€

BELLUNO 35% 47% 7% 14.068.787€ 26.471.320€

BORCA DI CADORE 30% 41% 17% 777.280€ 1.343.531€

CALALZO DI CADORE 26% 48% 13% 1.331.018€ 2.192.126€

CANALE D'AGORDO 29% 28% 7% 636.841€ 1.808.607€

CASTELLAVAZZO 22% 35% 24% 652.906€ 1.108.632€

CENCENIGHE AGORDINO 32% 44% 12% 604.213€ 1.090.408€

CESIOMAGGIORE 32% 39% 12% 1.124.222€ 2.214.383€

CHIES D'ALPAGO 28% 14% 17% 524.487€ 1.702.424€

CIBIANA DI CADORE 37% 25% 18% 255.154€ 594.468€

COLLE SANTA LUCIA 37% 29% 15% 247.824€ 564.177€

COMELICO SUPERIORE 33% 43% 7% 917.248€ 1.865.510€

CORTINA D'AMPEZZO 22% 41% 26% 11.718.304€ 17.457.259€

DANTA 31% 34% 17% 304.912€ 598.335€

DOMEGGE DI CADORE 29% 27% 27% 912.142€ 1.701.736€

FALCADE 30% 36% 7% 1.167.208€ 2.666.455€

FARRA D'ALPAGO 26% 46% 12% 1.460.177€ 2.540.164€

FELTRE 35% 33% 14% 7.063.737€ 14.883.284€

FONZASO 33% 40% 11% 992.859€ 1.965.844€

FORNO DI ZOLDO 23% 62% 4% 2.409.734€ 3.645.871€

GOSALDO 36% 39% 11% 386.654€ 776.890€

LA VALLE AGORDINA 38% 33% 10% 397.623€ 920.326€

LAMON 37% 29% 11% 714.131€ 1.804.514€

LENTIAI 30% 43% 8% 1.019.659€ 2.026.028€

LIMANA 23% 48% 7% 2.875.137€ 5.267.635€

LIVINALLONGO DEL COL DI

LANA40% 39% 6% 1.313.332€ 2.934.266€

LONGARONE 32% 49% 4% 3.943.351€ 7.423.260€

LORENZAGO DI CADORE 31% 28% 26% 392.728€ 727.272€

LOZZO DI CADORE 32% 32% 10% 474.850€ 1.131.766€

MEL 28% 33% 18% 1.638.803€ 3.172.760€

OSPITALE DI CADORE 28% 22% 17% 163.447€ 419.860€

PEDAVENA 27% 36% 21% 1.401.288€ 2.449.330€

PERAROLO DI CADORE 34% 36% 8% 242.069€ 539.505€

PIEVE D'ALPAGO 26% 23% 18% 855.948€ 2.119.911€

PIEVE DI CADORE 29% 44% 11% 2.466.493€ 4.536.185€

PONTE NELLE ALPI 41% 39% 9% 3.392.948€ 7.028.540€

PUOS D'ALPAGO 35% 40% 14% 738.328€ 1.360.968€

QUERO 9% 44% 33% 1.327.624€ 1.709.469€

RIVAMONTE AGORDINO 39% 22% 18% 231.377€ 584.507€

ROCCA PIETORE 31% 41% 9% 881.854€ 1.742.280€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 34% 38% 13% 426.733€ 830.117€

SAN NICOLO' DI COMELICO 22% 27% 16% 394.862€ 925.307€

SAN PIETRO DI CADORE 31% 29% 20% 596.695€ 1.212.711€

SAN TOMASO AGORDINO 36% 35% 11% 339.280€ 734.346€

SAN VITO DI CADORE 24% 47% 14% 1.308.097€ 2.145.866€

SANTA GIUSTINA 26% 50% 12% 1.886.098€ 3.057.158€

SANTO STEFANO DI CADORE 28% 37% 10% 884.872€ 1.879.742€

SAPPADA 19% 35% 17% 1.232.002€ 2.369.521€

SEDICO 30% 36% 18% 2.311.760€ 4.269.833€

SELVA DI CADORE 31% 22% 20% 513.885€ 1.211.766€

SEREN DEL GRAPPA 31% 35% 18% 695.591€ 1.318.453€

SOSPIROLO 37% 27% 22% 910.167€ 1.846.615€

SOVERZENE 25% 33% 26% 318.585€ 535.345€

SOVRAMONTE 36% 31% 13% 448.911€ 1.029.203€

TAIBON AGORDINO 32% 39% 10% 540.101€ 1.096.900€

TAMBRE 30% 24% 27% 738.308€ 1.460.042€

TRICHIANA 32% 32% 14% 1.650.071€ 3.574.463€

VALLADA AGORDINA 41% 35% 9% 250.254€ 570.726€

VALLE DI CADORE 30% 39% 11% 763.493€ 1.516.166€

VAS 20% 40% 17% 440.132€ 773.859€

VIGO DI CADORE 35% 31% 14% 626.585€ 1.385.108€

VODO CADORE 28% 43% 15% 514.945€ 890.658€

VOLTAGO AGORDINO 35% 32% 14% 330.763€ 715.515€

ZOLDO ALTO 30% 25% 28% 781.243€ 1.464.658€

ZOPPE' DI CADORE 25% 37% 19% 129.205€ 228.371€

Comuni Prov. Belluno 30% 40% 13% 99.299.055€ 186.347.403€

Tabella A.1 Distribuzione della spesa corrente per singolo Comune e per tipologia di intervento (Anno 2009)

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SEREN DEL GRAPPA

ROCCA PIETORE

LORENZAGO DI CADORE

DANTA

SAN PIETRO DI CADORE

SELVA DI CADORE

CENCENIGHE AGORDINO

LONGARONE

AGORDO

TAIBON AGORDINO

CESIOMAGGIORE

LOZZO DI CADORE

TRICHIANA

COMELICO SUPERIORE

FONZASO

PERAROLO DI CADORE

SAN GREGORIO NELLE ALPI

PUOS D'ALPAGO

BELLUNO

VOLTAGO AGORDINO

VIGO DI CADORE

FELTRE

GOSALDO

SOVRAMONTE

SAN TOMASO AGORDINO

LAMON

COLLE SANTA LUCIA

CIBIANA DI CADORE

SOSPIROLO

LA VALLE AGORDINA

RIVAMONTE AGORDINO

LIVINALLONGO DEL COL DI LANA

PONTE NELLE ALPI

VALLADA AGORDINA

Personale Prestazioni di servizi Trasferimenti

Graf. A.1.1 Distribuzione della spesa corrente per singolo Comune e per tipologia di intervento (Anno 2009) – Val %, per ordine di incidenza

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35

9%

18%

19%

20%

22%

22%

22%

23%

23%

24%

25%

25%

25%

26%

26%

26%

26%

27%

28%

28%

28%

28%

28%

28%

29%

29%

29%

29%

30%

30%

30%

30%

30%

30%

30%

44%

47%

35%

40%

41%

27%

35%

48%

62%

47%

37%

33%

46%

46%

23%

48%

50%

36%

37%

14%

43%

22%

33%

44%

28%

44%

27%

45%

36%

25%

36%

43%

39%

24%

41%

33%

16%

17%

17%

26%

16%

24%

7%

4%

14%

19%

26%

8%

12%

18%

13%

12%

21%

10%

17%

15%

17%

18%

12%

7%

11%

27%

11%

18%

28%

7%

8%

11%

27%

17%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

QUERO

AURONZO DI CADORE

SAPPADA

VAS

CORTINA D'AMPEZZO

SAN NICOLO' DI COMELICO

CASTELLAVAZZO

LIMANA

FORNO DI ZOLDO

SAN VITO DI CADORE

ZOPPE' DI CADORE

SOVERZENE

ALLEGHE

FARRA D'ALPAGO

PIEVE D'ALPAGO

CALALZO DI CADORE

SANTA GIUSTINA

PEDAVENA

SANTO STEFANO DI CADORE

CHIES D'ALPAGO

VODO CADORE

OSPITALE DI CADORE

MEL

ALANO DI PIAVE

CANALE D'AGORDO

PIEVE DI CADORE

DOMEGGE DI CADORE

ARSIE'

SEDICO

ZOLDO ALTO

FALCADE

LENTIAI

VALLE DI CADORE

TAMBRE

BORCA DI CADORE

Personale Prestazioni di servizi Trasferimenti

Graf. A.1.2 Distribuzione della spesa corrente per singolo Comune e per tipologia di intervento (Anno 2009) – Val %, per ordine di incidenza

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36

La tabella riporta

l’ammontare dei

trasferimenti monetari per

due delle tipologie di

destinatari: famiglie ed

istituzioni sociali private.

Si tratta di gran parte dei

contributi che gli Enti

mettono in campo per il

sostentamento delle famiglie

con problematiche

economiche e delle

istituzioni private che

svolgono attività sociali nel

territorio.

Tabella A.2 Distribuzione della spesa corrente per singolo Comune eper tipologia di trasferimenti (dati SIOPE Anno 2010)

Fonte: Ns. elaborazione su dati

Ragioneria Generale dello Stato

Comune

Ammontare erogazioni

e contributi a famiglie

(trasferimenti correnti)

(€)

Ammontare erogazioni

a istituzioni sociali

private (trasferimenti

correnti)

(€)

Totale erogazioni

(€)

AGORDO 31.290€ 94.022€ 125.312€

ALANO DI PIAVE 42.434€ 42.434€

ALLEGHE 5.114€ 17.078€ 22.192€

AURONZO DI CADORE 160.909€ 200€ 161.109€

BELLUNO 243.277€ 243.277€

BORCA DI CADORE 76.247€ 65.640€ 141.887€

CALALZO DI CADORE 25.928€ 13.840€ 39.767€

CANALE D'AGORDO 1.642€ 1.642€

CASTELLAVAZZO 17.781€ 17.781€

CENCENIGHE AGORDINO 5.675€ 10.663€ 16.338€

CESIOMAGGIORE 30.624€ 3.500€ 34.124€

CHIES D'ALPAGO 3.264€ 2.350€ 5.614€

CIBIANA DI CADORE 8.406€ 8.406€

COLLE SANTA LUCIA 3.665€ 3.665€

COMELICO SUPERIORE 44.834€ 44.834€

CORTINA D'AMPEZZO 332.594€ 1.043.476€ 1.376.070€

DANTA DI CADORE 17.732€ 7.456€ 25.188€

DOMEGGE DI CADORE 3.797€ 9.756€ 13.553€

FALCADE 4.079€ 12.135€ 16.213€

FARRA D'ALPAGO 43.304€ 39.150€ 82.454€

FELTRE 127.513€ 500€ 128.013€

FONZASO 23.888€ 21.635€ 45.523€

FORNO DI ZOLDO 8.694€ 8.694€

GOSALDO 343€ 1.519€ 1.861€

LA VALLE AGORDINA 12.100€ 12.100€

LAMON 40.604€ 40.604€

LENTIAI 23.090€ 23.090€

LIMANA 45.551€ 28.961€ 74.511€

LIVINALLONGO DEL COL DI L. 13.392€ 13.392€

LONGARONE 64.712€ 24.086€ 88.799€

LORENZAGO DI CADORE 1.728€ 1.728€

LOZZO DI CADORE 1.418€ 24.094€ 25.511€

MEL 76.580€ 50.943€ 127.523€

OSPITALE DI CADORE 2.081€ 1.400€ 3.481€

PEDAVENA 23.570€ 6.300€ 29.870€

PERAROLO DI CADORE 1.070€ 1.070€

PIEVE D'ALPAGO 6.952€ 25.638€ 32.590€

PIEVE DI CADORE 77.124€ 19.383€ 96.507€

PONTE NELLE ALPI 174.671€ 25.623€ 200.294€

PUOS D'ALPAGO 7.385€ 34.010€ 41.395€

QUERO 14.315€ 1.180€ 15.495€

RIVAMONTE AGORDINO 3.381€ 700€ 4.081€

ROCCA PIETORE 39.963€ 2.000€ 41.963€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 4.038€ 20.321€ 24.359€

SAN NICOLO' DI COMELICO 19.942€ 8.544€ 28.486€

SAN PIETRO DI CADORE 51.951€ 51.951€

SAN TOMASO AGORDINO 731€ 731€

SAN VITO DI CADORE 30.367€ 106.263€ 136.631€

SANTA GIUSTINA 38.589€ 36.350€ 74.939€

SANTO STEFANO DI CADORE 37.534€ 37.534€

SAPPADA 37.198€ 21.800€ 58.998€

SEDICO 172.128€ 2.143€ 174.271€

SELVA DI CADORE 2.149€ 2.149€

SEREN DEL GRAPPA 21.857€ 59.453€ 81.310€

SOSPIROLO 28.107€ 6.570€ 34.677€

SOVERZENE 36.788€ 4.999€ 41.787€

SOVRAMONTE 34.768€ 1.400€ 36.168€

TAIBON AGORDINO 27.127€ 13.116€ 40.242€

TAMBRE 1.081€ 31.500€ 32.581€

TRICHIANA 62.550€ 14.346€ 76.896€

VALLADA AGORDINA 390€ 250€ 640€

VALLE DI CADORE 21.682€ 6.000€ 27.682€

VAS 3.791€ 15.494€ 19.285€

VIGO DI CADORE 10.725€ 36.736€ 47.461€

VODO CADORE 431€ 14.678€ 15.110€

VOLTAGO AGORDINO 660€ 2.800€ 3.460€

ZOLDO ALTO 4.559€ 4.559€

ZOPPE' DI CADORE 2.133€ 1.600€ 3.733€

Comuni Prov. Belluno 2.460.336€ 2.075.262€ 4.535.598€

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37

Si propone in questa sezione del Rappporto, al fine di rendere maggiormente fruibili le

informazioni sui singoli Comuni, una diversa rappresentazione della spesa, abbandonando

la classificazione articolata per funzioni e servizi adottata dallo schema del certificato di

bilancio consuntivo. La strutturazione in dodici funzioni (così come da bilancio comunale)

si traduce in una eccessiva segmentazione dell’agire delle Amministrazioni; si propone

quindi una classificazione articolata in otto macroaree, che consentono di misurare meglio

i principali ambiti di intervento dell’Ente locale.

Ecco l’elenco e la descrizione delle otto macroaree.

1) Organi istituzionali, partecipazione e decentramento SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO

2) Segreteria generale, personale e organizzazione SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO

3) Gestione economica, finanziaria, programmazione,

provveditorato e controllo di gestioneSERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO

4) Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali SERVIZI ISTITUZIONALI *

5) Gestione dei beni demaniali e patrimoniali TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

6) Ufficio tecnico SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO **

7) Anagrafe, stato civile, elettorale, leva e servizio

statistico

SERVIZI ISTITUZIONALI

8) Altri servizi generali SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO

1) Uffici giudiziari SICUREZZA E GIUSTIZIA

2) Casa circondariale e altri servizi SICUREZZA E GIUSTIZIA

1) Polizia municipale SICUREZZA E GIUSTIZIA

2) Polizia commerciale SICUREZZA E GIUSTIZIA

3) Polizia amministrativa SICUREZZA E GIUSTIZIA

1) Scuola materna WELFARE

2) Istruzione elementare SERVIZI ISTITUZIONALI ***

3) Istruzione media SERVIZI ISTITUZIONALI ***

4) Istruzione secondaria superiore SERVIZI ISTITUZIONALI ***

5) Assistenza scolastica, trasporto, refezione e altri servizi WELFARE

1) Biblioteche, musei e pinacoteche CULTRA E TEMPO LIBERO

2) Teatri, attività culturali e servizi diversi nel settore

culturale

CULTRA E TEMPO LIBERO

1) Piscine comunali CULTRA E TEMPO LIBERO

2) Stadio comunale, palazzo dello sport ed altri CULTRA E TEMPO LIBERO

3) Manifestazioni diverse nel settore sportivo e ricreativo CULTRA E TEMPO LIBERO

1) Servizi turistici ECONOMIA COMUNALE

2) Manifestazioni turistiche ECONOMIA COMUNALE

1) Viabilità, circolazione stradale e servizi connessi TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

2) Illuminazione pubblica e servizi connessi TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

3) Trasporti pubblici locali e servizi connessi RETI, SERVIZI PUBBLICI ED INFRASTRUTTURE

1) Urbanistica e gestione del territorio TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

2) Edilizia residenziale pubblica locale e piani di edilizia

economico-popolareWELFARE ****

3) Servizi di protezione civile TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

4) Servizio idrico integrato RETI, SERVIZI PUBBLICI ED INFRASTRUTTURE

5) Servizio smaltimento rifiuti RETI, SERVIZI PUBBLICI ED INFRASTRUTTURE

6) Parchi e servizi per la tutela ambientale del verde, altri

servizi relativi al territorio ed all'ambiente

TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

1) Asili nido, servizi per l'infanzia e per i minori WELFARE

2) Servizi di prevenzione e riabilitazione WELFARE

3) Strutture residenziali e ricovero per anziani WELFARE

4) Assistenza, beneficienza pubblica e servizi diversi alla

personaWELFARE

5) Servizio necroscopico e cimiteriale SERVIZI ISTITUZIONALI

1) Affissioni e pubblicità ECONOMIA COMUNALE

2) Fiere, mercati e servizi connessi ECONOMIA COMUNALE

3) Mattatoio e servizi connessi ECONOMIA COMUNALE

4) Sevizi relativi all'industria ECONOMIA COMUNALE

5) Servizi relativi al commercio ECONOMIA COMUNALE

6) Servizi relativi all'artigianato ECONOMIA COMUNALE

7) Servizi relativi all'agricoltura ECONOMIA COMUNALE

1) Distribuzione gas ECONOMIA COMUNALE

2) Centrale del latte ECONOMIA COMUNALE

3) Distribuzione energia elettrica ECONOMIA COMUNALE

4) Teleriscaldamento ECONOMIA COMUNALE

5) Farmacie ECONOMIA COMUNALE

6) Altri servizi produttivi ECONOMIA COMUNALE

Nel X Rapporto Nobel (2009) il servizio era col locato nella macroarea:

Classificazione delle Spese per Funzioni e Servizi,

secondo il DPR 194/96

Riclassificazione della voci della Spesa per

MACROAREE, XI Rapporto Nobel (2010)

1) Funzioni generali

di amministrazione,

di gestione e

controllo

2) Funzioni relative

alla giustizia

3) Funzioni di polizia

locale

4) Funzioni di

istruzione pubblica

9) Funzioni

riguardanti la

gestione del

territorio e

dell'ambiente

10) Funzioni nel

settore sociale

11) Funzioni nel

campo dello sviluppo

economico

12) Funzioni relative

a servizi produttivi

5) Funzioni relative

alla cultura

6) Funzioni nel

settore sportivo e

ricreativo impianti

7) Funzioni nel

campo turistico

8) Funzioni nel

campo della viabilità

e dei trasporti

1) Organi istituzionali, partecipazione e decentramento SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO

2) Segreteria generale, personale e organizzazione SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO

3) Gestione economica, finanziaria, programmazione,

provveditorato e controllo di gestioneSERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO

4) Gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali SERVIZI ISTITUZIONALI *

5) Gestione dei beni demaniali e patrimoniali TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

6) Ufficio tecnico SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO **

7) Anagrafe, stato civile, elettorale, leva e servizio

statistico

SERVIZI ISTITUZIONALI

8) Altri servizi generali SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINSITRATIVO

1) Uffici giudiziari SICUREZZA E GIUSTIZIA

2) Casa circondariale e altri servizi SICUREZZA E GIUSTIZIA

1) Polizia municipale SICUREZZA E GIUSTIZIA

2) Polizia commerciale SICUREZZA E GIUSTIZIA

3) Polizia amministrativa SICUREZZA E GIUSTIZIA

1) Scuola materna WELFARE

2) Istruzione elementare SERVIZI ISTITUZIONALI ***

3) Istruzione media SERVIZI ISTITUZIONALI ***

4) Istruzione secondaria superiore SERVIZI ISTITUZIONALI ***

5) Assistenza scolastica, trasporto, refezione e altri servizi WELFARE

1) Biblioteche, musei e pinacoteche CULTRA E TEMPO LIBERO

2) Teatri, attività culturali e servizi diversi nel settore

culturale

CULTRA E TEMPO LIBERO

1) Piscine comunali CULTRA E TEMPO LIBERO

2) Stadio comunale, palazzo dello sport ed altri CULTRA E TEMPO LIBERO

3) Manifestazioni diverse nel settore sportivo e ricreativo CULTRA E TEMPO LIBERO

1) Servizi turistici ECONOMIA COMUNALE

2) Manifestazioni turistiche ECONOMIA COMUNALE

1) Viabilità, circolazione stradale e servizi connessi TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

2) Illuminazione pubblica e servizi connessi TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

3) Trasporti pubblici locali e servizi connessi RETI, SERVIZI PUBBLICI ED INFRASTRUTTURE

1) Urbanistica e gestione del territorio TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

2) Edilizia residenziale pubblica locale e piani di edilizia

economico-popolareWELFARE ****

3) Servizi di protezione civile TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

4) Servizio idrico integrato RETI, SERVIZI PUBBLICI ED INFRASTRUTTURE

5) Servizio smaltimento rifiuti RETI, SERVIZI PUBBLICI ED INFRASTRUTTURE

6) Parchi e servizi per la tutela ambientale del verde, altri

servizi relativi al territorio ed all'ambiente

TERRITORIO AMBIENTE E MOBILITA'

1) Asili nido, servizi per l'infanzia e per i minori WELFARE

2) Servizi di prevenzione e riabilitazione WELFARE

3) Strutture residenziali e ricovero per anziani WELFARE

4) Assistenza, beneficienza pubblica e servizi diversi alla

personaWELFARE

5) Servizio necroscopico e cimiteriale SERVIZI ISTITUZIONALI

1) Affissioni e pubblicità ECONOMIA COMUNALE

2) Fiere, mercati e servizi connessi ECONOMIA COMUNALE

3) Mattatoio e servizi connessi ECONOMIA COMUNALE

4) Sevizi relativi all'industria ECONOMIA COMUNALE

5) Servizi relativi al commercio ECONOMIA COMUNALE

6) Servizi relativi all'artigianato ECONOMIA COMUNALE

7) Servizi relativi all'agricoltura ECONOMIA COMUNALE

1) Distribuzione gas ECONOMIA COMUNALE

2) Centrale del latte ECONOMIA COMUNALE

3) Distribuzione energia elettrica ECONOMIA COMUNALE

4) Teleriscaldamento ECONOMIA COMUNALE

5) Farmacie ECONOMIA COMUNALE

6) Altri servizi produttivi ECONOMIA COMUNALE

Nel X Rapporto Nobel (2009) il servizio era col locato nella macroarea:

Classificazione delle Spese per Funzioni e Servizi,

secondo il DPR 194/96

Riclassificazione della voci della Spesa per

MACROAREE, XI Rapporto Nobel (2010)

1) Funzioni generali

di amministrazione,

di gestione e

controllo

2) Funzioni relative

alla giustizia

3) Funzioni di polizia

locale

4) Funzioni di

istruzione pubblica

9) Funzioni

riguardanti la

gestione del

territorio e

dell'ambiente

10) Funzioni nel

settore sociale

11) Funzioni nel

campo dello sviluppo

economico

12) Funzioni relative

a servizi produttivi

5) Funzioni relative

alla cultura

6) Funzioni nel

settore sportivo e

ricreativo impianti

7) Funzioni nel

campo turistico

8) Funzioni nel

campo della viabilità

e dei trasporti

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38

SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO AMMINISTRATIVO

Sono i servizi che consentono il regolare funzionamento dal punto di vista

organizzativo della “macchina” comunale. I servizi compresi in questo aggregato

sono quelli della funzioni generali di amministrazione, di gestione e controllo

(tranne l’Anagrafe e i servizi demografici).

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO

AMMINISTRATIVO55% 26% 4% 14% € 49.304.764,00

Organi istituzionali, partecipazione e

decentramento9% 76% 9% 7% € 4.382.159,00

Segreteria generale, personale e

organizzazione64% 21% 4% 11% € 18.418.590,00

Gestione economica, finanziaria e

programmazione70% 14% 3% 13% € 5.479.936,00

Ufficio tecnico 76% 13% 0% 11% € 10.638.346,00

Altri servizi generali 30% 35% 8% 28% € 10.385.733,00

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

SERVIZI PER IL FUNZIONAMENTO

AMMINISTRATIVO55% 26% 4% 14% € 49.304.764,00

Organi istituzionali, partecipazione e

decentramento9% 76% 9% 7% € 4.382.159,00

Segreteria generale, personale e

organizzazione64% 21% 4% 11% € 18.418.590,00

Gestione economica, finanziaria e

programmazione70% 14% 3% 13% € 5.479.936,00

Ufficio tecnico 76% 13% 0% 11% € 10.638.346,00

Altri servizi generali 30% 35% 8% 28% € 10.385.733,00

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Tabella A.3 Distribuzione della spesa corrente complessiva dei Comuni bellunesi per macroarea e per intervento (Anno 2009)

Comune Pop.

Servizi per il

funzionamento

amministrativo

di cui :

Organi istituzionali,

partecipazione e

decentramento di

cui :

Segreteria generale,

personale e

organizzazione

Gestione economica,

finanziaria,

programmazione,

provveditorato e

controllo di gestione

Ufficio tecnico Altri servizi generali

AGORDO 4.235 384.575€ 39.013€ 118.311€ 88.690€ 84.049€ 54.512€

ALANO DI PIAVE 3.034 167.242€ 24.780€ 111.380€ -€ -€ 31.082€

ALLEGHE 1.362 205.372€ 39.566€ 6.924€ 82€ 13.125€ 145.675€

ARSIE' 2.633 180.729€ 4.939€ 173.158€ -€ -€ 2.632€

AURONZO DI CADORE 3.584 260.320€ 72.473€ 127.182€ -€ 14.585€ 46.080€

BELLUNO 36.509 1.847.280€ 376.843€ 562.273€ 255.352€ 444.335€ 208.477€

BORCA DI CADORE 817 254.728€ 25.675€ 69.194€ 3.412€ 23.802€ 132.645€

CALALZO DI CADORE 2.306 122.873€ 35.692€ 17.824€ -€ 2.625€ 66.732€

CANALE D'AGORDO 1.209 145.076€ 38.029€ 64.835€ 14.885€ 7.417€ 19.910€

CASTELLAVAZZO 1.658 196.090€ 45.556€ 44.333€ -€ 32.500€ 73.701€

CENCENIGHE AGORDINO 1.489 132.520€ 28.004€ 69.416€ -€ 25.100€ 10.000€

CESIOMAGGIORE 4.152 267.116€ 70.460€ 151.954€ 139€ 44.563€ -€

CHIES D'ALPAGO 1.463 169.244€ 47.860€ 62.564€ 1.701€ 21.600€ 35.519€

CIBIANA DI CADORE 441 45.209€ 17.578€ 9.524€ 1.223€ 1.136€ 15.748€

COLLE SANTA LUCIA 409 90.617€ 18.978€ 25.936€ -€ 324€ 45.379€

COMELICO SUPERIORE 2.368 120.025€ 32.901€ 86.524€ -€ 600€ -€

CORTINA D'AMPEZZO 6.112 1.094.142€ 153.795€ 440.499€ 68.404€ 60.179€ 371.265€

DANTA 512 85.388€ 21.129€ 41.239€ -€ 9.053€ 13.967€

DOMEGGE DI CADORE 2.606 163.787€ 64.247€ 87.925€ 300€ 10.550€ 765€

FALCADE 2.112 191.223€ 45.809€ 38.905€ 6.712€ 29.662€ 70.135€

FARRA D'ALPAGO 2.840 266.642€ 35.557€ 581€ 23.894€ 25.959€ 180.651€

FELTRE 20.688 733.963€ 271.523€ 207.682€ 100.682€ 53.200€ 100.876€

FONZASO 3.359 120.404€ 51.975€ 36.864€ 1.870€ 280€ 29.415€

FORNO DI ZOLDO 2.635 249.094€ 32.820€ 5.168€ 12.684€ 25.772€ 172.650€

GOSALDO 767 82.993€ 24.781€ 6.408€ 76€ 6.573€ 45.155€

LA VALLE AGORDINA 1.176 108.166€ 26.027€ 24.500€ 20.880€ 1.396€ 35.363€

LAMON 3.194 98.850€ 48.330€ 11.686€ 8.128€ 1.403€ 29.303€

LENTIAI 3.018 218.960€ 53.218€ 38.262€ 16.174€ 15.058€ 96.248€

LIMANA 4.929 185.602€ 39.003€ 22.670€ 12.496€ 1.636€ 109.797€

LIVINALLONGO DEL COL DI L. 1.418 184.976€ 49.628€ 17.922€ 5.759€ 1.267€ 110.400€

LONGARONE 4.073 444.661€ 105.467€ 216.532€ -€ 2.222€ 120.440€

LORENZAGO DI CADORE 592 103.591€ 34.768€ 18.977€ 26.586€ 4.565€ 18.695€

LOZZO DI CADORE 1.571 48.321€ 21.484€ 18.893€ -€ 4.075€ 3.869€

MEL 6.272 288.690€ 73.139€ 35.679€ 7.885€ 8.013€ 163.974€

OSPITALE DI CADORE 348 106.066€ 28.151€ 51.093€ -€ 24.546€ 2.276€

PEDAVENA 4.486 172.597€ 49.819€ 17.888€ 93.914€ 10.638€ 338€

PERAROLO DI CADORE 369 93.350€ 20.931€ 27.529€ 3.208€ 31.873€ 9.809€

PIEVE D'ALPAGO 2.020 150.136€ 45.246€ 16.163€ 10.930€ 7.933€ 69.864€

PIEVE DI CADORE 4.068 189.832€ 45.886€ 15.754€ 5.851€ 5.941€ 116.400€

PONTE NELLE ALPI 8.521 426.945€ 101.211€ 62.544€ 19.062€ 21.813€ 222.315€

PUOS D'ALPAGO 2.460 140.522€ 34.383€ 9.153€ 1.730€ 9.300€ 85.956€

QUERO 2.519 549.543€ 319.475€ 119.152€ 96€ 12.620€ 98.200€

RIVAMONTE AGORDINO 685 86.227€ 16.454€ 37.089€ 4.403€ 16.770€ 11.511€

ROCCA PIETORE 1.338 149.949€ 29.226€ 20.396€ 1.969€ 25.555€ 72.803€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 1.638 96.883€ 24.453€ 71.530€ -€ -€ 900€

SAN NICOLO' DI COMELICO 411 92.328€ 26.287€ 18.145€ -€ 42.176€ 5.720€

SAN PIETRO DI CADORE 1.770 107.256€ 40.915€ 61.741€ -€ 4.000€ 600€

SAN TOMASO AGORDINO 727 120.094€ 46.464€ 68.568€ 2.320€ 2.102€ 640€

SAN VITO DI CADORE 1.862 206.918€ 31.249€ 8.708€ 20.785€ 3.818€ 142.358€

SANTA GIUSTINA 6.795 315.736€ 119.025€ 23.301€ 8.980€ 7.600€ 156.830€

SANTO STEFANO DI CADORE 2.708 132.861€ 39.290€ 87.448€ 3.623€ 2.500€ -€

SAPPADA 1.317 160.716€ 41.160€ 77.200€ 8.070€ 24.000€ 10.286€

SEDICO 9.734 218.521€ 42.577€ 33.328€ 5.998€ 3.900€ 132.718€

SELVA DI CADORE 518 178.239€ 29.582€ 125.364€ 8.482€ 8.577€ 6.234€

SEREN DEL GRAPPA 2.657 131.956€ 36.838€ 84.449€ -€ 10.256€ 413€

SOSPIROLO 3.244 185.057€ 56.954€ 14.455€ 80€ 1.653€ 111.915€

SOVERZENE 425 179.480€ 21.700€ 38.181€ 421€ 19.952€ 99.226€

SOVRAMONTE 1.577 92.460€ 23.512€ 16.159€ -€ 13.405€ 39.384€

TAIBON AGORDINO 1.819 119.917€ 29.998€ 79.759€ 4.880€ 5.280€ -€

TAMBRE 1.443 201.412€ 59.816€ -€ 9.798€ 1.936€ 129.862€

TRICHIANA 4.774 286.170€ 80.119€ 122.488€ 10.652€ 3.732€ 69.179€

VALLADA AGORDINA 519 52.705€ 12.791€ 2.905€ 1.845€ 3.480€ 31.684€

VALLE DI CADORE 2.082 161.217€ 31.446€ 113.770€ 10.422€ 4.968€ 611€

VAS 858 176.874€ 27.902€ 53.960€ -€ 19.024€ 75.988€

VIGO DI CADORE 1.581 154.275€ 35.660€ 42.773€ -€ 26.312€ 49.530€

VODO CADORE 899 136.400€ 21.238€ 56.008€ 2.676€ 43.173€ 13.305€

VOLTAGO AGORDINO 972 80.991€ 18.924€ 28.467€ 3.813€ 5.797€ 23.990€

ZOLDO ALTO 1.074 228.285€ 38.298€ 102.063€ 22€ 34.389€ 53.513€

ZOPPE' DI CADORE 265 52.872€ 6.722€ 8.432€ 217€ 15.271€ 22.230€

Comuni Prov. Belluno 214.026 15.193.259€ 3.704.749€ 4.687.687€ 922.261€ 1.450.914€ 4.427.648€

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39

Tabella A.4 Distribuzione della spesa corrente dei singoli Comuni suddivisa per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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40

SERVIZI ISTITUZIONALI

Sono servizi erogati alla cittadinanza tutta, a supporto dell’attività di

pianificazione o che svolgono funzioni fondamentali di competenza del Comune:

ufficio tecnico, anagrafe, gli altri servizi demografici ed il servizio necroscopico

cimiteriale.

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

SERVIZI ISTITUZIONALI 34% 32% 8% 26% € 14.702.289,00

Gestione delle entrate tributarie e

servizi fiscali37% 27% 11% 25% € 3.067.515,00

Anagrafe, stato civile, elettorale e leva 87% 4% 2% 7% € 3.765.271,00

Istruzione elementare 0% 49% 6% 44% € 3.076.988,00

Istruzione media 2% 54% 13% 31% € 2.466.146,00

Istruzione secondaria superiore 0% 31% 67% 2% € 365.853,00

Servizio necroscopico e cimiteriale 24% 37% 1% 38% € 1.960.516,00

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

SERVIZI ISTITUZIONALI 34% 32% 8% 26% € 14.702.289,00

Gestione delle entrate tributarie e

servizi fiscali37% 27% 11% 25% € 3.067.515,00

Anagrafe, stato civile, elettorale e leva 87% 4% 2% 7% € 3.765.271,00

Istruzione elementare 0% 49% 6% 44% € 3.076.988,00

Istruzione media 2% 54% 13% 31% € 2.466.146,00

Istruzione secondaria superiore 0% 31% 67% 2% € 365.853,00

Servizio necroscopico e cimiteriale 24% 37% 1% 38% € 1.960.516,00

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Tabella A.5 Distribuzione della spesa corrente complessiva dei Comuni bellunesi per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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41

Comune Pop.

Servizi

istituzionali

di cui :

Gestione delle

entrate tributarie e

servizi fiscali

Anagrafe, stato

civile, elettorale, leva

e servizio statistico

Istruzione

elementareIstruzione media

Istruzione

secondaria

superiore

Servizio

necroscopico e

cimiteriale

AGORDO 4.235 137.088€ 17.222€ 4.200€ 39.033€ 76.410€ -€ 223€

ALANO DI PIAVE 3.034 49.000€ -€ 1.000€ 23.800€ 24.200€ -€ -€

ALLEGHE 1.362 79.345€ 12.278€ 577€ 8.509€ 57.981€ -€ -€

ARSIE' 2.633 10.959€ -€ 10.959€ -€ -€ -€ -€

AURONZO DI CADORE 3.584 107.874€ 23.894€ 5.818€ 8.625€ 22.250€ 15.097€ 32.190€

BELLUNO 36.509 524.319€ 40.909€ 36.805€ 145.459€ 191.310€ -€ 109.836€

BORCA DI CADORE 817 47.648€ 9.000€ 890€ 25.258€ 12.500€ -€ -€

CALALZO DI CADORE 2.306 56.279€ 3.350€ 2.367€ 25.980€ 17.135€ -€ 7.447€

CANALE D'AGORDO 1.209 40.951€ 18.170€ 532€ 3.807€ 8.070€ -€ 10.372€

CASTELLAVAZZO 1.658 27.761€ 2.500€ 1.100€ 7.161€ 12.000€ -€ 5.000€

CENCENIGHE AGORDINO 1.489 56.838€ 8.000€ -€ 1.338€ 47.000€ -€ 500€

CESIOMAGGIORE 4.152 124.573€ 10.486€ 1.500€ 26.200€ 49.100€ -€ 37.287€

CHIES D'ALPAGO 1.463 21.207€ 10.650€ 648€ 6.133€ 2.152€ -€ 1.624€

CIBIANA DI CADORE 441 13.726€ 1.220€ 8.653€ 2.100€ 1.000€ -€ 753€

COLLE SANTA LUCIA 409 29.887€ 6.483€ 177€ 7.289€ 15.438€ -€ 500€

COMELICO SUPERIORE 2.368 25.298€ 8.757€ 2.150€ 6.199€ 7.334€ -€ 858€

CORTINA D'AMPEZZO 6.112 347.528€ 164.930€ 15.938€ 68.397€ 67.465€ 21.500€ 9.298€

DANTA 512 17.130€ 5.143€ 5.348€ 2.782€ 206€ -€ 3.651€

DOMEGGE DI CADORE 2.606 76.280€ 5.720€ 8.572€ 25.099€ 17.206€ 3.000€ 16.683€

FALCADE 2.112 83.472€ 50.477€ 927€ 11.782€ 19.000€ -€ 1.286€

FARRA D'ALPAGO 2.840 78.931€ 6.365€ 971€ 24.189€ 36.861€ -€ 10.545€

FELTRE 20.688 674.707€ 118.334€ 9.190€ 156.100€ 91.131€ 280.952€ 19.000€

FONZASO 3.359 86.519€ 1.953€ 1.033€ 45.435€ 32.000€ -€ 6.098€

FORNO DI ZOLDO 2.635 141.350€ 14.000€ 1.314€ 55.157€ 52.042€ -€ 18.837€

GOSALDO 767 4.342€ -€ 425€ 1.820€ 2.097€ -€ -€

LA VALLE AGORDINA 1.176 33.997€ 10.296€ 1.592€ 9.764€ 9.105€ -€ 3.240€

LAMON 3.194 38.124€ 18.416€ 1.300€ 7.000€ 11.408€ -€ -€

LENTIAI 3.018 82.876€ 25.100€ 606€ 43.055€ 12.115€ -€ 2.000€

LIMANA 4.929 76.079€ 6.000€ 2.997€ 30.184€ 36.898€ -€ -€

LIVINALLONGO DEL COL DI L. 1.418 14.768€ 3.663€ 524€ 4.911€ 4.866€ -€ 804€

LONGARONE 4.073 93.481€ 4.543€ 1.940€ 18.813€ 67.185€ -€ 1.000€

LORENZAGO DI CADORE 592 11.753€ 3.650€ 740€ -€ 4.046€ 1.600€ 1.717€

LOZZO DI CADORE 1.571 52.484€ -€ 984€ 22.000€ 26.000€ -€ 3.500€

MEL 6.272 243.425€ 31.300€ 4.261€ 81.440€ 74.047€ -€ 52.377€

OSPITALE DI CADORE 348 4.764€ 4.300€ -€ -€ -€ -€ 464€

PEDAVENA 4.486 162.732€ 38.676€ 1.803€ 42.000€ 52.877€ -€ 27.376€

PERAROLO DI CADORE 369 7.910€ 2.598€ 4.471€ -€ -€ 117€ 724€

PIEVE D'ALPAGO 2.020 141.082€ 53.319€ 766€ 68.762€ 17.846€ -€ 389€

PIEVE DI CADORE 4.068 166.340€ 25.007€ 13.059€ 34.376€ 35.018€ 9.370€ 49.510€

PONTE NELLE ALPI 8.521 132.066€ 19.276€ 33.085€ 58.505€ 5.700€ -€ 15.500€

PUOS D'ALPAGO 2.460 54.487€ 15.536€ 1.006€ 2.909€ 34.327€ -€ 709€

QUERO 2.519 82.811€ 14.000€ -€ 29.198€ 31.152€ -€ 8.461€

RIVAMONTE AGORDINO 685 9.251€ 3.452€ 15€ 1.553€ 4.231€ -€ -€

ROCCA PIETORE 1.338 54.235€ 16.000€ 3.635€ 8.553€ 24.801€ -€ 1.246€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 1.638 71.894€ 1.600€ 300€ 56.365€ -€ -€ 13.629€

SAN NICOLO' DI COMELICO 411 6.019€ -€ 294€ 5.127€ 298€ -€ 300€

SAN PIETRO DI CADORE 1.770 21.800€ 500€ -€ 7.700€ 13.600€ -€ -€

SAN TOMASO AGORDINO 727 10.464€ 7.564€ -€ 2.900€ -€ -€ -€

SAN VITO DI CADORE 1.862 137.396€ 16.839€ 2.142€ 32.873€ 61.854€ 3.000€ 20.688€

SANTA GIUSTINA 6.795 215.171€ 67.000€ 3.365€ 59.690€ 25.116€ -€ 60.000€

SANTO STEFANO DI CADORE 2.708 26.800€ 11.000€ 300€ 3.500€ 12.000€ -€ -€

SAPPADA 1.317 42.940€ 7.600€ 2.690€ 8.500€ 3.000€ 13.500€ 7.650€

SEDICO 9.734 275.226€ 56.830€ 4.359€ 106.950€ 62.687€ -€ 44.400€

SELVA DI CADORE 518 28.926€ 8.885€ 204€ 4.400€ 15.437€ -€ -€

SEREN DEL GRAPPA 2.657 64.461€ -€ 880€ 38.917€ 22.850€ -€ 1.814€

SOSPIROLO 3.244 128.255€ 27.600€ -€ 65.155€ -€ -€ 35.500€

SOVERZENE 425 6.372€ 5.726€ 346€ -€ -€ -€ 300€

SOVRAMONTE 1.577 32.844€ 17.207€ 262€ 15.375€ -€ -€ -€

TAIBON AGORDINO 1.819 24.741€ 2.031€ 601€ 6.756€ 14.100€ 269€ 984€

TAMBRE 1.443 726€ -€ -€ -€ -€ -€ 726€

TRICHIANA 4.774 137.585€ 6.000€ 4.049€ 57.044€ 38.962€ -€ 31.530€

VALLADA AGORDINA 519 15.399€ 7.500€ 463€ 2.112€ 4.897€ -€ 427€

VALLE DI CADORE 2.082 37.440€ 11.400€ 3.500€ 3.300€ 6.500€ 2.000€ 10.740€

VAS 858 11.158€ 7.235€ -€ -€ -€ -€ 3.923€

VIGO DI CADORE 1.581 60.889€ 15.000€ 2.000€ 5.618€ 17.000€ 6.325€ 14.946€

VODO CADORE 899 36.422€ -€ 1.150€ 25.000€ 8.000€ 2.272€ -€

VOLTAGO AGORDINO 972 14.847€ -€ 1.298€ 2.904€ 10.645€ -€ -€

ZOLDO ALTO 1.074 87.772€ 40.500€ 484€ 6.706€ 15.900€ -€ 24.182€

ZOPPE' DI CADORE 265 15.839€ 4.162€ 184€ 1.441€ 3.500€ -€ 6.552€

Comuni Prov. Belluno 214.026 5.837.063€ 1.157.152€ 222.749€ 1.709.008€ 1.649.856€ 359.002€ 739.296€

Tabella A.6 Distribuzione della spesa corrente dei singoli Comuni suddivisa per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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42

SICUREZZA E GIUSTIZIA

All’interno di questa area sono compresi tutti i servizi delle funzioni di polizia

locale e delle funzioni relative alla giustizia.

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

SICUREZZA E GIUSTIZIA 73% 12% 6% 8% € 6.843.860,00

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

SICUREZZA E GIUSTIZIA 73% 12% 6% 8% € 6.843.860,00

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Tabella A.7 Distribuzione della spesa corrente complessiva dei Comuni Bellunesi per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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43

Tabella A.8 Distribuzione della spesa corrente dei singoli Comuni suddivisa per macroarea e per intervento (Anno 2009)

Comune Pop.

Sicurezza e

giustizia

di cui :

Uffici giudiziariCasa circondariale e

altri serviziPolizia municipale Polizia commerciale

Polizia

amministrativa

AGORDO 4.235 3.600€ 3.148€ -€ 452€ -€ -€

ALANO DI PIAVE 3.034 4.248€ -€ -€ 4.248€ -€ -€

ALLEGHE 1.362 -€ -€ -€ -€ -€ -€

ARSIE' 2.633 -€ -€ -€ -€ -€ -€

AURONZO DI CADORE 3.584 27.889€ -€ -€ 27.889€ -€ -€

BELLUNO 36.509 401.141€ 280.083€ -€ 121.058€ -€ -€

BORCA DI CADORE 817 -€ -€ -€ -€ -€ -€

CALALZO DI CADORE 2.306 108.001€ -€ -€ 108.001€ -€ -€

CANALE D'AGORDO 1.209 -€ -€ -€ -€ -€ -€

CASTELLAVAZZO 1.658 17.400€ -€ -€ 17.400€ -€ -€

CENCENIGHE AGORDINO 1.489 3.050€ -€ -€ 3.050€ -€ -€

CESIOMAGGIORE 4.152 4.741€ -€ -€ 4.741€ -€ -€

CHIES D'ALPAGO 1.463 501€ -€ -€ 501€ -€ -€

CIBIANA DI CADORE 441 -€ -€ -€ -€ -€ -€

COLLE SANTA LUCIA 409 -€ -€ -€ -€ -€ -€

COMELICO SUPERIORE 2.368 185€ -€ -€ 185€ -€ -€

CORTINA D'AMPEZZO 6.112 131.900€ 19.936€ -€ 111.964€ -€ -€

DANTA 512 585€ -€ -€ 585€ -€ -€

DOMEGGE DI CADORE 2.606 29.957€ -€ -€ 29.957€ -€ -€

FALCADE 2.112 980€ -€ -€ 980€ -€ -€

FARRA D'ALPAGO 2.840 41.718€ -€ -€ 41.718€ -€ -€

FELTRE 20.688 62.220€ 17.560€ -€ 44.660€ -€ -€

FONZASO 3.359 -€ -€ -€ -€ -€ -€

FORNO DI ZOLDO 2.635 3.051€ -€ -€ 3.051€ -€ -€

GOSALDO 767 -€ -€ -€ -€ -€ -€

LA VALLE AGORDINA 1.176 -€ -€ -€ -€ -€ -€

LAMON 3.194 9.074€ -€ -€ 6.474€ 2.600€ -€

LENTIAI 3.018 2.853€ -€ -€ 2.853€ -€ -€

LIMANA 4.929 1.308€ -€ -€ 1.308€ -€ -€

LIVINALLONGO DEL COL DI L. 1.418 10.117€ -€ -€ 10.117€ -€ -€

LONGARONE 4.073 4.497€ -€ -€ 4.497€ -€ -€

LORENZAGO DI CADORE 592 -€ -€ -€ -€ -€ -€

LOZZO DI CADORE 1.571 517€ -€ -€ 517€ -€ -€

MEL 6.272 10.438€ -€ -€ 10.438€ -€ -€

OSPITALE DI CADORE 348 -€ -€ -€ -€ -€ -€

PEDAVENA 4.486 4.790€ -€ -€ 4.790€ -€ -€

PERAROLO DI CADORE 369 4.000€ -€ -€ 4.000€ -€ -€

PIEVE D'ALPAGO 2.020 684€ -€ -€ 684€ -€ -€

PIEVE DI CADORE 4.068 270.383€ 24.518€ -€ 245.865€ -€ -€

PONTE NELLE ALPI 8.521 11.031€ -€ -€ 11.031€ -€ -€

PUOS D'ALPAGO 2.460 20.404€ -€ -€ 20.404€ -€ -€

QUERO 2.519 -€ -€ -€ -€ -€ -€

RIVAMONTE AGORDINO 685 -€ -€ -€ -€ -€ -€

ROCCA PIETORE 1.338 852€ -€ -€ 852€ -€ -€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 1.638 -€ -€ -€ -€ -€ -€

SAN NICOLO' DI COMELICO 411 11€ -€ -€ 11€ -€ -€

SAN PIETRO DI CADORE 1.770 -€ -€ -€ -€ -€ -€

SAN TOMASO AGORDINO 727 738€ -€ -€ 738€ -€ -€

SAN VITO DI CADORE 1.862 1.589€ -€ -€ 1.589€ -€ -€

SANTA GIUSTINA 6.795 11.121€ -€ -€ 11.121€ -€ -€

SANTO STEFANO DI CADORE 2.708 1.650€ -€ -€ 1.650€ -€ -€

SAPPADA 1.317 7.700€ -€ -€ 7.700€ -€ -€

SEDICO 9.734 2.245€ -€ -€ 2.245€ -€ -€

SELVA DI CADORE 518 300€ -€ -€ -€ -€ 300€

SEREN DEL GRAPPA 2.657 1.051€ -€ -€ 1.051€ -€ -€

SOSPIROLO 3.244 14.032€ -€ -€ 14.032€ -€ -€

SOVERZENE 425 15.580€ -€ -€ 15.580€ -€ -€

SOVRAMONTE 1.577 18€ -€ -€ 18€ -€ -€

TAIBON AGORDINO 1.819 732€ -€ -€ 732€ -€ -€

TAMBRE 1.443 251€ -€ -€ 251€ -€ -€

TRICHIANA 4.774 2.277€ -€ -€ 2.277€ -€ -€

VALLADA AGORDINA 519 162€ -€ -€ 162€ -€ -€

VALLE DI CADORE 2.082 -€ -€ -€ -€ -€ -€

VAS 858 -€ -€ -€ -€ -€ -€

VIGO DI CADORE 1.581 8.000€ -€ -€ 8.000€ -€ -€

VODO CADORE 899 -€ -€ -€ -€ -€ -€

VOLTAGO AGORDINO 972 129€ -€ -€ 129€ -€ -€

ZOLDO ALTO 1.074 845€ -€ -€ 845€ -€ -€

ZOPPE' DI CADORE 265 -€ -€ -€ -€ -€ -€

Comuni Prov. Belluno 214.026 1.260.546€ 345.245€ -€ 912.401€ 2.600€ 300€

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44

TERRITORIO, AMBIENTE E MOBILITÀ

Questa macroarea rappresenta le attività che i Comuni svolgono per la gestione e

tutela del territorio e della viabilità comunale; sono presenti inoltre i servizi che

afferiscono alla gestione e cura del patrimonio comunale e del paesaggio.

Appartengono a questo aggregato i servizi delle funzioni nel campo della viabilità

e dei trasporti (escluso il servizio dei trasporti pubblici locali) e delle funzioni

riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente (escluso il servizio idrico

integrato e il servizio smaltimento rifiuti).

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

TERRITORIO, AMBIENTE E MOBILITA' 28% 40% 3% 29% € 33.430.989,00

Gestione dei beni demaniali e

patrimoniali13% 43% 2% 43% € 5.518.859,00

Viabilità, circolazione stradale e servizi

connessi32% 34% 1% 34% € 16.152.650,00

Illuminazione pubblica e servizi

connessi10% 72% 0% 18% € 5.318.157,00

Urbanistica e gestione del territorio 63% 21% 3% 13% € 3.961.562,00

Servizio di protezione civile 3% 27% 45% 25% € 457.768,00

Parchi e servizi per la tutela ambientale 25% 44% 16% 15% € 2.021.993,00

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

TERRITORIO, AMBIENTE E MOBILITA' 28% 40% 3% 29% € 33.430.989,00

Gestione dei beni demaniali e

patrimoniali13% 43% 2% 43% € 5.518.859,00

Viabilità, circolazione stradale e servizi

connessi32% 34% 1% 34% € 16.152.650,00

Illuminazione pubblica e servizi

connessi10% 72% 0% 18% € 5.318.157,00

Urbanistica e gestione del territorio 63% 21% 3% 13% € 3.961.562,00

Servizio di protezione civile 3% 27% 45% 25% € 457.768,00

Parchi e servizi per la tutela ambientale 25% 44% 16% 15% € 2.021.993,00

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Tabella A.9 Distribuzione della spesa corrente complessiva dei Comuni Bellunesi per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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45

Comune Pop.

Territorio

ambiente e

mobilità

di cui :

Gestione dei beni

demaniali e

patrimoniali

Viabilità,

circolazione stradale

e servizi connessi

Illuminazione

pubblica e servizi

connessi

Urbanistica e

gestione del

territorio

Servizio di

protezione civile

Parchi e servizi per la

tutela ambientale

AGORDO 4.235 184.967€ 64.252€ 58.000€ 57.347€ -€ 5.368€ -€

ALANO DI PIAVE 3.034 148.029€ 11.448€ 19.185€ 62.128€ 4.760€ 5.240€ 45.268€

ALLEGHE 1.362 287.264€ 37.778€ 134.444€ 70.853€ 2.587€ 11.235€ 30.367€

ARSIE' 2.633 400.477€ -€ -€ -€ 400.477€ -€ -€

AURONZO DI CADORE 3.584 629.418€ 127.990€ 272.326€ 139.536€ -€ 1.457€ 88.109€

BELLUNO 36.509 2.777.067€ 218.835€ 1.675.928€ 454.603€ 108.114€ 19.000€ 300.587€

BORCA DI CADORE 817 137.566€ 31.858€ 7.429€ 29.591€ -€ 68.688€ -€

CALALZO DI CADORE 2.306 151.181€ 11.433€ 89.262€ 49.986€ -€ 500€ -€

CANALE D'AGORDO 1.209 192.591€ 12.579€ 93.145€ 44.504€ 22.902€ 2.143€ 17.318€

CASTELLAVAZZO 1.658 105.943€ 16.300€ 31.303€ 47.500€ 1.000€ 4.840€ 5.000€

CENCENIGHE AGORDINO 1.489 99.437€ 26.000€ 36.782€ 33.000€ -€ -€ 3.655€

CESIOMAGGIORE 4.152 84.750€ -€ 34.000€ 45.900€ 500€ 600€ 3.750€

CHIES D'ALPAGO 1.463 71.610€ 12.364€ 20.095€ 24.508€ -€ 13.443€ 1.200€

CIBIANA DI CADORE 441 73.123€ 12.067€ 39.016€ 22.040€ -€ -€ -€

COLLE SANTA LUCIA 409 48.370€ 7.150€ 24.793€ 11.000€ -€ 5.427€ -€

COMELICO SUPERIORE 2.368 238.499€ 25.000€ 147.287€ 59.962€ -€ -€ 6.250€

CORTINA D'AMPEZZO 6.112 775.037€ 452.455€ 94.567€ 204.450€ 20.731€ -€ 2.834€

DANTA 512 53.943€ 11.171€ 21.272€ 14.500€ -€ -€ 7.000€

DOMEGGE DI CADORE 2.606 170.515€ 15.672€ 71.168€ 64.875€ 18.800€ -€ -€

FALCADE 2.112 201.207€ 27.721€ 60.130€ 86.641€ 11.242€ 5.864€ 9.609€

FARRA D'ALPAGO 2.840 211.147€ 939€ 86.583€ 94.840€ 700€ 370€ 27.715€

FELTRE 20.688 550.214€ 124.900€ 334.568€ 8.000€ 26.434€ 6.413€ 49.899€

FONZASO 3.359 140.826€ 37.750€ -€ -€ 86.376€ -€ 16.700€

FORNO DI ZOLDO 2.635 211.415€ -€ 105.099€ 64.241€ -€ 5.635€ 36.440€

GOSALDO 767 82.650€ 7.101€ 41.622€ 30.960€ -€ 1.003€ 1.964€

LA VALLE AGORDINA 1.176 53.039€ 5.587€ 4.569€ 35.500€ 5.893€ 1.490€ -€

LAMON 3.194 169.157€ 72.011€ 40.266€ 39.000€ 5.000€ 1.880€ 11.000€

LENTIAI 3.018 162.906€ 14.875€ 58.859€ 60.000€ -€ 10.200€ 18.972€

LIMANA 4.929 138.687€ 2.026€ 81.655€ 30.609€ 20.114€ 2.783€ 1.500€

LIVINALLONGO DEL COL DI L. 1.418 181.301€ 26.225€ 48.143€ 36.103€ -€ 7.714€ 63.116€

LONGARONE 4.073 512.560€ 127.021€ 183.589€ 162.000€ 15.523€ 16.717€ 7.710€

LORENZAGO DI CADORE 592 108.578€ 20.027€ 34.656€ 22.161€ -€ -€ 31.734€

LOZZO DI CADORE 1.571 108.087€ 22.969€ 31.542€ 43.289€ -€ -€ 10.287€

MEL 6.272 247.111€ 12.900€ 111.743€ 88.268€ -€ 2.200€ 32.000€

OSPITALE DI CADORE 348 7.764€ 6.816€ -€ -€ 600€ 348€ -€

PEDAVENA 4.486 187.406€ 55.672€ 70.652€ 53.931€ 4.560€ 1.391€ 1.200€

PERAROLO DI CADORE 369 82.420€ 19.747€ 1.950€ 28.990€ -€ -€ 31.733€

PIEVE D'ALPAGO 2.020 116.587€ 4.334€ 52.165€ 57.958€ -€ 2.130€ -€

PIEVE DI CADORE 4.068 233.360€ 51.129€ 54.318€ 87.784€ 21.811€ 1.963€ 16.355€

PONTE NELLE ALPI 8.521 284.424€ 57.176€ 66.545€ 84.293€ 24.314€ 9.000€ 43.096€

PUOS D'ALPAGO 2.460 80.206€ 37€ 36.090€ 35.593€ 800€ 4.200€ 3.486€

QUERO 2.519 155.151€ 68.175€ 24.946€ 43.904€ 2.744€ -€ 15.382€

RIVAMONTE AGORDINO 685 34.565€ 9.080€ -€ 23.284€ 2.201€ -€ -€

ROCCA PIETORE 1.338 242.301€ 18.454€ 110.941€ 79.362€ 12.000€ 7.334€ 14.210€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 1.638 42.284€ 17.500€ 24.000€ -€ -€ 508€ 276€

SAN NICOLO' DI COMELICO 411 160.874€ -€ 45.721€ 16.465€ 13.739€ -€ 84.949€

SAN PIETRO DI CADORE 1.770 201.499€ 27.799€ 90.000€ 81.500€ 200€ -€ 2.000€

SAN TOMASO AGORDINO 727 57.782€ 4.863€ 12.086€ 38.899€ -€ 934€ 1.000€

SAN VITO DI CADORE 1.862 244.112€ 117.445€ 45.084€ 79.029€ -€ -€ 2.554€

SANTA GIUSTINA 6.795 228.743€ 39.033€ 87.104€ 85.000€ -€ 17.106€ 500€

SANTO STEFANO DI CADORE 2.708 285.369€ 43.132€ 91.200€ 99.000€ -€ 47.037€ 5.000€

SAPPADA 1.317 215.542€ 9.500€ 102.542€ 49.000€ 35.000€ 11.300€ 8.200€

SEDICO 9.734 284.822€ 7.700€ 91.963€ 115.000€ 9.421€ 7.000€ 53.738€

SELVA DI CADORE 518 86.095€ 17.744€ 37.216€ 29.644€ -€ 1.491€ -€

SEREN DEL GRAPPA 2.657 116.320€ 47.374€ 24.446€ 29.500€ 14.500€ 500€ -€

SOSPIROLO 3.244 117.406€ 1.239€ 28.028€ 39.629€ -€ 5.596€ 42.914€

SOVERZENE 425 31.366€ 6.108€ 747€ 12.500€ 9.286€ 1.425€ 1.300€

SOVRAMONTE 1.577 75.009€ 4.164€ 32.999€ 27.031€ -€ 494€ 10.321€

TAIBON AGORDINO 1.819 65.292€ 3.156€ 24.052€ 35.687€ 90€ 2.307€ -€

TAMBRE 1.443 128.546€ 410€ 47.586€ 60.498€ 20.052€ -€ -€

TRICHIANA 4.774 199.000€ 86.190€ 61.755€ 39.649€ 1.710€ 685€ 9.011€

VALLADA AGORDINA 519 45.663€ 10.450€ 15.814€ 17.200€ -€ 1.137€ 1.062€

VALLE DI CADORE 2.082 141.018€ 55.933€ 36.911€ 48.000€ 174€ -€ -€

VAS 858 34.013€ 5.569€ -€ 28.444€ -€ -€ -€

VIGO DI CADORE 1.581 82.158€ -€ 27.774€ 48.000€ -€ 154€ 6.230€

VODO CADORE 899 128.147€ 4.000€ 59.947€ 40.000€ 24.200€ -€ -€

VOLTAGO AGORDINO 972 66.104€ 17.866€ 15.085€ 25.500€ 1.928€ 2.220€ 3.505€

ZOLDO ALTO 1.074 153.983€ 37.036€ 64.500€ 36.226€ 333€ 2.590€ 13.298€

ZOPPE' DI CADORE 265 26.334€ 7.045€ 13.184€ 5.470€ -€ 635€ -€

Comuni Prov. Belluno 214.026 14.350.337€ 2.458.280€ 5.590.377€ 3.819.865€ 950.816€ 329.695€ 1.201.304€

Tabella A.10 Distribuzione della spesa corrente dei singoli Comuni suddivisa per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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46

CULTURA E TEMPO LIBERO

Sono compresi tutti i servizi, fondamentali nel determinare il livello della qualità

della vita, che sono compresi nelle funzioni relative alla cultura e nelle funzioni del

settore sportivo e ricreativo.

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

CULTURA E TEMPO LIBERO 12% 36% 35% 17% € 11.360.218,00

Biblioteche, musei e pinacoteche 40% 44% 2% 15% € 2.179.810,00

Teatri, attività culturali e servizi diversi

nel settore culturale7% 60% 24% 8% € 2.993.566,00

Piscine comunali 0% 77% 19% 4% € 198.186,00

Stadio comunale, palazzo dello sport

ed altri impianti3% 36% 19% 42% € 3.241.155,00

Manifestazioni diverse nel settore

sportivo e ricreativo4% 1% 94% 1% € 2.747.501,00

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

CULTURA E TEMPO LIBERO 12% 36% 35% 17% € 11.360.218,00

Biblioteche, musei e pinacoteche 40% 44% 2% 15% € 2.179.810,00

Teatri, attività culturali e servizi diversi

nel settore culturale7% 60% 24% 8% € 2.993.566,00

Piscine comunali 0% 77% 19% 4% € 198.186,00

Stadio comunale, palazzo dello sport

ed altri impianti3% 36% 19% 42% € 3.241.155,00

Manifestazioni diverse nel settore

sportivo e ricreativo4% 1% 94% 1% € 2.747.501,00

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Tabella A.11 Distribuzione della spesa corrente complessiva dei Comuni Bellunesi per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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47

Comune Pop.

Cultura e

tempo libero

di cui :

Biblioteche, musei e

pinacoteche

Teatri, attività

culturali e servizi

diversi nel settore

culturale

Piscine comunali

Stadio comunale,

palazzo dello sport

ed altri impianti

Manifestazioni

diverse nel settore

sportivo e ricreativo

AGORDO 4.235 117.214€ 33.403€ 31.552€ 17.259€ 27.000€ 8.000€

ALANO DI PIAVE 3.034 86.597€ 20.400€ 13.411€ -€ 41.900€ 10.886€

ALLEGHE 1.362 208.594€ -€ 14.525€ 1.233€ 192.836€ -€

ARSIE' 2.633 35.856€ -€ 24.889€ -€ 10.967€ -€

AURONZO DI CADORE 3.584 456.876€ 11.743€ 202.994€ 10.219€ 183.398€ 48.522€

BELLUNO 36.509 1.597.256€ 290.705€ 1.097.934€ -€ 208.617€ -€

BORCA DI CADORE 817 24.185€ -€ 19.329€ -€ 1.356€ 3.500€

CALALZO DI CADORE 2.306 15.564€ 2.526€ 3.692€ -€ 9.000€ 346€

CANALE D'AGORDO 1.209 18.679€ -€ 16.054€ 1.589€ 1.036€ -€

CASTELLAVAZZO 1.658 20.162€ 5.000€ 12.444€ -€ 2.718€ -€

CENCENIGHE AGORDINO 1.489 20.159€ -€ -€ -€ 3.200€ 16.959€

CESIOMAGGIORE 4.152 52.454€ 31.453€ 8.100€ -€ -€ 12.901€

CHIES D'ALPAGO 1.463 3.816€ 2.255€ -€ -€ 1.561€ -€

CIBIANA DI CADORE 441 14.149€ 759€ 9.763€ -€ 3.627€ -€

COLLE SANTA LUCIA 409 3.402€ 3.000€ 402€ -€ -€ -€

COMELICO SUPERIORE 2.368 8.057€ 1.057€ -€ -€ -€ 7.000€

CORTINA D'AMPEZZO 6.112 2.582.075€ 5.410€ 359.665€ -€ -€ 2.217.000€

DANTA 512 4.531€ -€ 3.825€ -€ 706€ -€

DOMEGGE DI CADORE 2.606 69.804€ -€ 6.695€ -€ 63.109€ -€

FALCADE 2.112 23.918€ 500€ -€ 1.923€ 12.495€ 9.000€

FARRA D'ALPAGO 2.840 82.809€ 11.878€ 21.660€ -€ 5.871€ 43.400€

FELTRE 20.688 679.059€ 269.960€ 99.470€ 4.500€ 272.600€ 32.529€

FONZASO 3.359 24.317€ -€ 1.500€ -€ -€ 22.817€

FORNO DI ZOLDO 2.635 33.479€ 23.383€ 2.046€ -€ 4.050€ 4.000€

GOSALDO 767 12.007€ -€ -€ -€ 1.257€ 10.750€

LA VALLE AGORDINA 1.176 5.948€ 4.112€ 800€ 1.036€ -€ -€

LAMON 3.194 31.902€ 10.764€ 1.760€ -€ 17.908€ 1.470€

LENTIAI 3.018 51.489€ 11.554€ 8.350€ -€ 11.269€ 20.316€

LIMANA 4.929 39.934€ -€ 22.707€ -€ 12.569€ 4.658€

LIVINALLONGO DEL COL DI L. 1.418 30.152€ -€ 27.200€ -€ 2.952€ -€

LONGARONE 4.073 208.504€ 14.954€ 33.744€ -€ 144.106€ 15.700€

LORENZAGO DI CADORE 592 3.671€ -€ -€ -€ 3.671€ -€

LOZZO DI CADORE 1.571 31.482€ -€ 22.482€ -€ 9.000€ -€

MEL 6.272 98.342€ 14.335€ 36.638€ -€ 19.759€ 27.610€

OSPITALE DI CADORE 348 3.761€ -€ -€ -€ 3.761€ -€

PEDAVENA 4.486 55.778€ 8.164€ 11.040€ 19.568€ 17.006€ -€

PERAROLO DI CADORE 369 1.100€ -€ -€ -€ 1.100€ -€

PIEVE D'ALPAGO 2.020 93.743€ 73.050€ 12.541€ -€ 1.487€ 6.665€

PIEVE DI CADORE 4.068 161.013€ -€ 24.071€ 64.861€ 67.719€ 4.362€

PONTE NELLE ALPI 8.521 209.181€ 14.830€ 68.701€ -€ 112.250€ 13.400€

PUOS D'ALPAGO 2.460 28.088€ 1.388€ 17.857€ -€ 3.593€ 5.250€

QUERO 2.519 24.251€ -€ 10.552€ -€ 13.699€ -€

RIVAMONTE AGORDINO 685 1.517€ -€ 425€ -€ 592€ 500€

ROCCA PIETORE 1.338 4.927€ -€ 500€ -€ 695€ 3.732€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 1.638 13.271€ 4.000€ 2.532€ -€ 6.739€ -€

SAN NICOLO' DI COMELICO 411 5.550€ -€ 2.550€ -€ -€ 3.000€

SAN PIETRO DI CADORE 1.770 -€ -€ -€ -€ -€ -€

SAN TOMASO AGORDINO 727 9.690€ -€ 5.950€ -€ -€ 3.740€

SAN VITO DI CADORE 1.862 20.099€ 1.469€ 12.559€ -€ 6.071€ -€

SANTA GIUSTINA 6.795 150.462€ 25.692€ 33.671€ 68.444€ 11.664€ 10.991€

SANTO STEFANO DI CADORE 2.708 22.500€ 2.000€ 8.500€ -€ 12.000€ -€

SAPPADA 1.317 101.621€ 40.159€ 37.262€ -€ 16.200€ 8.000€

SEDICO 9.734 179.467€ 3.500€ 74.377€ -€ 101.590€ -€

SELVA DI CADORE 518 15.315€ 10.857€ -€ -€ -€ 4.458€

SEREN DEL GRAPPA 2.657 29.598€ 9.108€ -€ -€ 20.490€ -€

SOSPIROLO 3.244 50.090€ 3.216€ 14.056€ -€ 31.718€ 1.100€

SOVERZENE 425 4.904€ -€ 4.904€ -€ -€ -€

SOVRAMONTE 1.577 16.080€ -€ 10.280€ -€ 5.800€ -€

TAIBON AGORDINO 1.819 21.713€ -€ 4.390€ -€ 7.744€ 9.579€

TAMBRE 1.443 38.808€ -€ 7.251€ -€ 31.557€ -€

TRICHIANA 4.774 58.806€ 4.985€ 22.863€ -€ 30.563€ 395€

VALLADA AGORDINA 519 7.402€ -€ 5.000€ -€ 2.402€ -€

VALLE DI CADORE 2.082 15.982€ -€ 3.000€ -€ 1.000€ 11.982€

VAS 858 22.272€ 16.000€ -€ -€ 6.272€ -€

VIGO DI CADORE 1.581 10.956€ 4.792€ 2.738€ -€ 1.026€ 2.400€

VODO CADORE 899 2.500€ -€ 2.500€ -€ -€ -€

VOLTAGO AGORDINO 972 924€ 86€ -€ -€ 838€ -€

ZOLDO ALTO 1.074 10.926€ 250€ 8.576€ -€ -€ 2.100€

ZOPPE' DI CADORE 265 7.844€ -€ 7.844€ -€ -€ -€

Comuni Prov. Belluno 214.026 8.096.582€ 992.697€ 2.520.121€ 190.632€ 1.784.114€ 2.609.018€

Tabella A.12 Distribuzione della spesa corrente dei singoli Comuni bellunesi suddivisa per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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48

WELFARE

In questa macroarea sono rappresentati i servizi sociali raggruppati nella funzione

10 (settore sociale), ad esclusione del servizio necroscopico e cimiteriale, assieme

agli intreventi relativi all’assistenza scolastica, alla scuola materna e all’edilizia

residenziale pubblica.

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

WELFARE 17% 45% 29% 9% € 39.699.511,00

Scuola materna 19% 31% 28% 21% € 3.524.842,00

Assistenza scolastica, trasporto e

refezione19% 56% 11% 13% € 7.329.300,00

Asili nido, servizi per l'infanzia e per i

minori44% 32% 20% 4% € 2.159.146,00

Servizi di prevenzione e riabilitazione 0% 5% 88% 7% € 916.047,00

Strutture residenziali e di ricovero per

anziani26% 61% 1% 12% € 12.717.286,00

Assistenza, beneficenza pubblica e

servizi diversi alla persona4% 30% 64% 2% € 12.966.112,00

Edilizia residenziale pubblica locale 0% 30% 57% 13% € 86.778,00

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

WELFARE 17% 45% 29% 9% € 39.699.511,00

Scuola materna 19% 31% 28% 21% € 3.524.842,00

Assistenza scolastica, trasporto e

refezione19% 56% 11% 13% € 7.329.300,00

Asili nido, servizi per l'infanzia e per i

minori44% 32% 20% 4% € 2.159.146,00

Servizi di prevenzione e riabilitazione 0% 5% 88% 7% € 916.047,00

Strutture residenziali e di ricovero per

anziani26% 61% 1% 12% € 12.717.286,00

Assistenza, beneficenza pubblica e

servizi diversi alla persona4% 30% 64% 2% € 12.966.112,00

Edilizia residenziale pubblica locale 0% 30% 57% 13% € 86.778,00

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Tabella A.13 Distribuzione della spesa corrente complessiva dei Comuni bellunesi per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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49

Comune Pop.Welfare

di cui :Scuola materna

Assistenza

scolastica,

trasporto, refezione

e altri servizi

Asili nido, servizi per

l'infanzia e per i

minori

Servizi di

prevenzione e

riabilitazione

Strutture residenziali

e di ricovero per

anziani

Assistenza,

beneficenza

pubblica e servizi

diversi alla persona

Edilizia residenziale

pubblica e locale e

piani di edilizia

economica-popolare

AGORDO 4.235 417.748€ 89.932€ 139.256€ 10.999€ 139.204€ -€ 35.857€ 2.500€

ALANO DI PIAVE 3.034 291.942€ 37.429€ 100.641€ 3.375€ -€ -€ 150.497€ -€

ALLEGHE 1.362 106.125€ 29.004€ 18.073€ 9.013€ -€ 3.011€ 47.024€ -€

ARSIE' 2.633 318.448€ -€ 98.063€ -€ -€ -€ 220.385€ -€

AURONZO DI CADORE 3.584 437.583€ 114.711€ 51.749€ 775€ -€ -€ 270.348€ -€

BELLUNO 36.509 4.590.909€ 269.007€ 1.068.847€ 109.072€ -€ -€ 3.143.983€ -€

BORCA DI CADORE 817 90.787€ 4.500€ 9.546€ 44.303€ -€ -€ 32.438€ -€

CALALZO DI CADORE 2.306 532.940€ 38.248€ 6.307€ 154€ -€ 396.131€ 92.100€ -€

CANALE D'AGORDO 1.209 74.413€ -€ 21.412€ 2.385€ -€ -€ 50.616€ -€

CASTELLAVAZZO 1.658 171.735€ 45.847€ 10.679€ 320€ -€ 11.000€ 103.389€ 500€

CENCENIGHE AGORDINO 1.489 97.694€ 32.200€ -€ 618€ -€ -€ 61.276€ 3.600€

CESIOMAGGIORE 4.152 328.165€ 76.900€ 36.862€ 3.488€ 6.000€ 30.000€ 174.915€ -€

CHIES D'ALPAGO 1.463 121.890€ 8.966€ 53.110€ -€ -€ -€ 59.814€ -€

CIBIANA DI CADORE 441 39.248€ 2.690€ 5.840€ 29€ 109€ -€ 30.580€ -€

COLLE SANTA LUCIA 409 35.949€ 16.500€ 4.369€ 78€ -€ -€ 15.002€ -€

COMELICO SUPERIORE 2.368 121.604€ 1.381€ 10.535€ 217€ -€ -€ 109.471€ -€

CORTINA D'AMPEZZO 6.112 2.513.695€ 168.766€ 28.236€ 187.909€ -€ 1.331.555€ 776.011€ 21.218€

DANTA 512 85.985€ -€ 3.842€ 100€ 16.198€ -€ 65.845€ -€

DOMEGGE DI CADORE 2.606 129.108€ 16.101€ 3.285€ 250€ -€ 8.806€ 100.666€ -€

FALCADE 2.112 201.390€ 38.194€ 21.263€ 40.218€ -€ 24.252€ 77.463€ -€

FARRA D'ALPAGO 2.840 526.097€ 184.812€ 64.146€ 75.454€ -€ -€ 201.685€ -€

FELTRE 20.688 1.683.914€ 96.700€ 368.618€ 151.542€ 8.150€ 51.868€ 1.007.036€ -€

FONZASO 3.359 299.997€ 23.000€ 74.270€ -€ -€ -€ 202.088€ 639€

FORNO DI ZOLDO 2.635 1.526.088€ -€ 34.924€ 2.654€ -€ 1.368.186€ 120.324€ -€

GOSALDO 767 97.105€ 1.165€ 24.660€ 65€ 6.100€ -€ 64.879€ 236€

LA VALLE AGORDINA 1.176 68.154€ 10.000€ 12.438€ -€ -€ -€ 45.716€ -€

LAMON 3.194 165.878€ -€ 34.464€ 213€ 4.785€ 6.500€ 119.916€ -€

LENTIAI 3.018 243.074€ 18.000€ 76.347€ 201€ -€ 962€ 147.564€ -€

LIMANA 4.929 2.045.912€ 42.592€ 93.892€ -€ 101.510€ 1.684.292€ 123.626€ -€

LIVINALLONGO DEL COL DI L. 1.418 600.417€ 4.450€ 43.248€ 114€ -€ 496.239€ 56.366€ -€

LONGARONE 4.073 2.035.187€ 57.430€ 76.690€ 152.387€ -€ 1.310.552€ 418.120€ 20.008€

LORENZAGO DI CADORE 592 66.979€ -€ 31.054€ -€ 31.362€ 2.263€ 2.300€ -€

LOZZO DI CADORE 1.571 75.959€ 20.094€ 1.000€ -€ -€ -€ 54.865€ -€

MEL 6.272 682.538€ 21.469€ 145.948€ 21.474€ 145.144€ -€ 344.503€ 4.000€

OSPITALE DI CADORE 348 33.811€ -€ 17.800€ 23€ 7.134€ -€ 7.954€ 900€

PEDAVENA 4.486 401.879€ 14.000€ 218.006€ 817€ -€ -€ 169.056€ -€

PERAROLO DI CADORE 369 14.056€ -€ 2.002€ -€ 9.083€ -€ 2.971€ -€

PIEVE D'ALPAGO 2.020 114.651€ 9.050€ 20.792€ 250€ -€ -€ 81.725€ 2.834€

PIEVE DI CADORE 4.068 763.100€ 27.793€ 26.312€ 30.071€ -€ 522.000€ 156.924€ -€

PONTE NELLE ALPI 8.521 1.474.664€ 150.945€ 101.892€ 32.000€ -€ 556.964€ 632.863€ -€

PUOS D'ALPAGO 2.460 209.591€ 15.910€ 76.596€ 300€ -€ -€ 114.603€ 2.182€

QUERO 2.519 213.652€ 12.001€ 106.230€ 320€ -€ -€ 95.101€ -€

RIVAMONTE AGORDINO 685 54.934€ 5.919€ 17.943€ 100€ 500€ -€ 30.285€ 187€

ROCCA PIETORE 1.338 106.379€ 3.205€ 36.221€ 1.785€ -€ 3.104€ 62.064€ -€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 1.638 81.250€ 22.991€ 3.136€ 2.000€ -€ -€ 53.123€ -€

SAN NICOLO' DI COMELICO 411 80.098€ 25.332€ 10.459€ 27€ -€ -€ 44.280€ -€

SAN PIETRO DI CADORE 1.770 121.008€ 8.000€ 23.500€ 260€ 53.000€ -€ 36.248€ -€

SAN TOMASO AGORDINO 727 50.503€ -€ 24.036€ 1.586€ -€ -€ 24.881€ -€

SAN VITO DI CADORE 1.862 151.843€ 50.000€ 3.511€ 14.112€ 68.996€ 9.421€ 5.803€ -€

SANTA GIUSTINA 6.795 469.902€ 25.272€ 179.523€ 500€ 211.890€ 29.892€ 20.299€ 2.526€

SANTO STEFANO DI CADORE 2.708 192.000€ 5.000€ 28.500€ 25.000€ -€ -€ 133.000€ 500€

SAPPADA 1.317 288.783€ 44.000€ 21.685€ 38.500€ -€ -€ 183.598€ 1.000€

SEDICO 9.734 1.303.259€ 57.754€ 588.989€ 95.318€ 6.000€ 1.733€ 549.007€ 4.458€

SELVA DI CADORE 518 48.629€ 1.206€ 29.642€ 100€ -€ -€ 17.681€ -€

SEREN DEL GRAPPA 2.657 172.703€ 20.000€ 11.872€ 500€ -€ -€ 139.886€ 445€

SOSPIROLO 3.244 207.567€ -€ 65.425€ -€ 4.500€ -€ 134.171€ 3.471€

SOVERZENE 425 48.394€ -€ 26.467€ 100€ -€ -€ 21.827€ -€

SOVRAMONTE 1.577 130.531€ -€ 36.442€ 210€ -€ -€ 93.879€ -€

TAIBON AGORDINO 1.819 118.891€ 4.656€ 37.048€ 151€ -€ -€ 76.599€ 437€

TAMBRE 1.443 138.822€ -€ 42.329€ -€ -€ -€ 96.493€ -€

TRICHIANA 4.774 731.346€ 72.169€ 311.258€ -€ 25.945€ 49.582€ 268.932€ 3.460€

VALLADA AGORDINA 519 59.457€ -€ 31.219€ 2.035€ -€ -€ 26.203€ -€

VALLE DI CADORE 2.082 159.711€ 21.000€ 14.297€ 37.517€ -€ -€ 86.897€ -€

VAS 858 76.021€ 12.646€ 32.872€ 3.673€ -€ -€ 26.830€ -€

VIGO DI CADORE 1.581 135.307€ 8.219€ 8.411€ -€ -€ -€ 118.677€ -€

VODO CADORE 899 70.267€ 7.300€ 870€ 175€ -€ -€ 61.922€ -€

VOLTAGO AGORDINO 972 67.419€ 999€ 23.177€ 65€ -€ -€ 43.178€ -€

ZOLDO ALTO 1.074 74.708€ 10.000€ 3.479€ 4.842€ -€ -€ 56.387€ -€

ZOPPE' DI CADORE 265 11.050€ 1.000€ -€ 23€ 5.167€ 265€ 4.595€ -€

Comuni Prov. Belluno 214.026 29.200.843€ 2.106.455€ 4.955.555€ 1.109.767€ 850.777€ 7.898.578€ 12.204.610€ 75.101€

Tabella A.14 Distribuzione della spesa corrente dei singoli Comuni suddivisa per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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50

RETI ED INFRASTRUTTURE

Questo aggregato raccoglie tutti i servizi a carattere economico che vengono

generalmente gestiti a rete (spesso esternee autonome rispetto alla macchina

comunale), caratterizzati da un elevato livello di “infrastrutturazione”: i trasporti

pubblici locali, il ciclo idrico integrato e lo smaltimento dei rifiuti.

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

RETI, SERVIZI PUBBLICI ED

INFRASTRUTTURE3% 75% 13% 9% € 25.313.136,00

Trasporti pubblici locali e servizi

connessi0% 75% 25% 0% € 4.100.683,00

Servizio idrico integrato 8% 11% 1% 80% € 2.335.290,00

Servizio smaltimento rifiuti 3% 83% 12% 2% € 18.877.163,00

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

RETI, SERVIZI PUBBLICI ED

INFRASTRUTTURE3% 75% 13% 9% € 25.313.136,00

Trasporti pubblici locali e servizi

connessi0% 75% 25% 0% € 4.100.683,00

Servizio idrico integrato 8% 11% 1% 80% € 2.335.290,00

Servizio smaltimento rifiuti 3% 83% 12% 2% € 18.877.163,00

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Tabella A.15 Distribuzione della spesa corrente complessiva dei Comuni bellunesi per macroarea e per intervento (Anno 2009)

Page 51: Cooperazione sociale e Comuni per l’inserimento lavorativo ...cadorescs.com/wp-content/uploads/2012/05/cooperazione-e-comuni.pdf · metodologia di lavoro e di collaborazione, già

51

Tabella A.16 Distribuzione della spesa corrente dei singoli Comuni suddivisa per macroarea e per intervento (Anno 2009)

Comune Pop.

Reti, servizi

pubblici ed

infrastrutture

di cui :

Trasporti pubblici

locali e servizi

connessi

Servizio idrico

integrato

Servizio smaltimento

rifiuti

AGORDO 4.235 521.176€ 300€ -€ 520.876€

ALANO DI PIAVE 3.034 253.899€ -€ 15.700€ 238.199€

ALLEGHE 1.362 252.099€ -€ 2.705€ 249.394€

ARSIE' 2.633 -€ -€ -€ -€

AURONZO DI CADORE 3.584 829.715€ 139.437€ -€ 690.278€

BELLUNO 36.509 2.253.880€ 2.224.244€ 500€ 29.136€

BORCA DI CADORE 817 187.031€ -€ -€ 187.031€

CALALZO DI CADORE 2.306 335.101€ -€ -€ 335.101€

CANALE D'AGORDO 1.209 141.401€ -€ -€ 141.401€

CASTELLAVAZZO 1.658 105.080€ -€ 81€ 104.999€

CENCENIGHE AGORDINO 1.489 194.515€ -€ -€ 194.515€

CESIOMAGGIORE 4.152 244.073€ -€ 251€ 243.822€

CHIES D'ALPAGO 1.463 131.856€ -€ 1.430€ 130.426€

CIBIANA DI CADORE 441 69.699€ -€ -€ 69.699€

COLLE SANTA LUCIA 409 36.542€ 3.000€ 747€ 32.795€

COMELICO SUPERIORE 2.368 402.067€ -€ -€ 402.067€

CORTINA D'AMPEZZO 6.112 3.206.241€ 779.843€ 500€ 2.425.898€

DANTA 512 52.150€ -€ -€ 52.150€

DOMEGGE DI CADORE 2.606 270.691€ -€ -€ 270.691€

FALCADE 2.112 417.245€ 17.209€ 5.875€ 394.161€

FARRA D'ALPAGO 2.840 241.740€ 5.060€ -€ 236.680€

FELTRE 20.688 2.379.096€ 496.902€ -€ 1.882.194€

FONZASO 3.359 313.999€ -€ -€ 313.999€

FORNO DI ZOLDO 2.635 242.757€ -€ -€ 242.757€

GOSALDO 767 107.317€ -€ -€ 107.317€

LA VALLE AGORDINA 1.176 125.969€ -€ -€ 125.969€

LAMON 3.194 174.410€ -€ -€ 174.410€

LENTIAI 3.018 251.499€ -€ -€ 251.499€

LIMANA 4.929 323.514€ -€ -€ 323.514€

LIVINALLONGO DEL COL DI L. 1.418 255.905€ 11.271€ -€ 244.634€

LONGARONE 4.073 643.153€ 176.614€ -€ 466.539€

LORENZAGO DI CADORE 592 93.876€ -€ 23.247€ 70.629€

LOZZO DI CADORE 1.571 158.000€ -€ -€ 158.000€

MEL 6.272 63.269€ 61.020€ -€ 2.249€

OSPITALE DI CADORE 348 281€ -€ -€ 281€

PEDAVENA 4.486 396.333€ 18.000€ 3.212€ 375.121€

PERAROLO DI CADORE 369 37.083€ -€ -€ 37.083€

PIEVE D'ALPAGO 2.020 230.265€ 12.000€ 697€ 217.568€

PIEVE DI CADORE 4.068 661.289€ 118.493€ 212€ 542.584€

PONTE NELLE ALPI 8.521 834.258€ -€ 2.730€ 831.528€

PUOS D'ALPAGO 2.460 200.470€ -€ -€ 200.470€

QUERO 2.519 235.226€ -€ 42.614€ 192.612€

RIVAMONTE AGORDINO 685 44.883€ -€ -€ 44.883€

ROCCA PIETORE 1.338 265.955€ 4.956€ 500€ 260.499€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 1.638 118.200€ -€ -€ 118.200€

SAN NICOLO' DI COMELICO 411 49.982€ -€ 29.476€ 20.506€

SAN PIETRO DI CADORE 1.770 145.132€ -€ 4.500€ 140.632€

SAN TOMASO AGORDINO 727 90.009€ -€ 500€ 89.509€

SAN VITO DI CADORE 1.862 485.447€ 13.400€ 77.110€ 394.937€

SANTA GIUSTINA 6.795 462.168€ -€ 1.000€ 461.168€

SANTO STEFANO DI CADORE 2.708 213.761€ -€ 9.000€ 204.761€

SAPPADA 1.317 193.500€ -€ -€ 193.500€

SEDICO 9.734 35.712€ -€ 250€ 35.462€

SELVA DI CADORE 518 151.111€ -€ -€ 151.111€

SEREN DEL GRAPPA 2.657 177.802€ -€ -€ 177.802€

SOSPIROLO 3.244 207.760€ -€ -€ 207.760€

SOVERZENE 425 32.489€ -€ -€ 32.489€

SOVRAMONTE 1.577 98.969€ -€ -€ 98.969€

TAIBON AGORDINO 1.819 185.665€ -€ -€ 185.665€

TAMBRE 1.443 221.993€ -€ -€ 221.993€

TRICHIANA 4.774 191.402€ -€ -€ 191.402€

VALLADA AGORDINA 519 67.766€ 2.300€ -€ 65.466€

VALLE DI CADORE 2.082 226.837€ -€ 4.837€ 222.000€

VAS 858 119.794€ -€ 27.887€ 91.907€

VIGO DI CADORE 1.581 150.000€ -€ -€ 150.000€

VODO CADORE 899 141.209€ -€ 4.410€ 136.799€

VOLTAGO AGORDINO 972 100.349€ -€ -€ 100.349€

ZOLDO ALTO 1.074 196.183€ -€ -€ 196.183€

ZOPPE' DI CADORE 265 14.166€ -€ -€ 14.166€

Comuni Prov. Belluno 214.026 22.262.414€ 4.084.049€ 259.971€ 17.918.394€

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52

ECONOMIA COMUNALE

In questa macroarea trovano collocazione tutti i servizi delle funzioni nel campo

dello sviluppo economico e delle funzioni relative ai servizi produttivi. Si tratta di

attività di supporto al tessuto economico territoriale e di produzione di beni e

servizi in settori che, un tempo, vedevano gli Enti come attori economici primari.

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

ECONOMIA COMUNALE 11% 26% 29% 34% € 5.692.642,00

Funzioni nel campo turistico 0% 39% 41% 19% € 3.130.477,00

Funzioni nel campo dello sviluppo

economico42% 10% 28% 20% € 1.147.842,00

Funzioni relative a servizi produttivi 11% 10% 1% 79% € 1.414.321,00

Macroarea e relativi Servizi Personale (%) Prestazioni di

servizi (%)

Trasferimenti

(%) Altro (%)

Totale spesa

corrente (€)

ECONOMIA COMUNALE 11% 26% 29% 34% € 5.692.642,00

Funzioni nel campo turistico 0% 39% 41% 19% € 3.130.477,00

Funzioni nel campo dello sviluppo

economico42% 10% 28% 20% € 1.147.842,00

Funzioni relative a servizi produttivi 11% 10% 1% 79% € 1.414.321,00

Fonte: Ns. elaborazione su dati Ministero dell’Interno

Tabella A.17 Distribuzione della spesa corrente complessiva dei Comuni bellunesi per macroarea e per intervento (Anno 2009)

Page 53: Cooperazione sociale e Comuni per l’inserimento lavorativo ...cadorescs.com/wp-content/uploads/2012/05/cooperazione-e-comuni.pdf · metodologia di lavoro e di collaborazione, già

53

Comune Pop.

Economia

comunale

di cui :

Funzioni nel campo

turistico

Funzioni nel campo

dello sviluppo

economico

Funzioni relative a

servizi produttivi

AGORDO 4.235 10.000€ -€ 10.000€ -€

ALANO DI PIAVE 3.034 -€ -€ -€ -€

ALLEGHE 1.362 46.665€ 32.044€ -€ 14.621€

ARSIE' 2.633 17.760€ 17.760€ -€ -€

AURONZO DI CADORE 3.584 563.027€ 563.027€ -€ -€

BELLUNO 36.509 76.935€ 42.404€ 34.531€ -€

BORCA DI CADORE 817 35.335€ 35.335€ -€ -€

CALALZO DI CADORE 2.306 9.079€ 9.079€ -€ -€

CANALE D'AGORDO 1.209 23.730€ 17.826€ -€ 5.904€

CASTELLAVAZZO 1.658 8.735€ 600€ 8.135€ -€

CENCENIGHE AGORDINO 1.489 -€ -€ -€ -€

CESIOMAGGIORE 4.152 18.350€ 7.450€ 7.900€ 3.000€

CHIES D'ALPAGO 1.463 4.363€ 550€ -€ 3.813€

CIBIANA DI CADORE 441 -€ -€ -€ -€

COLLE SANTA LUCIA 409 3.057€ 3.057€ -€ -€

COMELICO SUPERIORE 2.368 1.513€ 1.513€ -€ -€

CORTINA D'AMPEZZO 6.112 1.067.686€ 821.996€ 174.710€ 70.980€

DANTA 512 5.200€ 4.890€ -€ 310€

DOMEGGE DI CADORE 2.606 2.000€ 2.000€ -€ -€

FALCADE 2.112 47.773€ 47.544€ 229€ -€

FARRA D'ALPAGO 2.840 11.093€ 10.260€ 833€ -€

FELTRE 20.688 300.564€ 296.064€ 4.500€ -€

FONZASO 3.359 6.797€ -€ 6.797€ -€

FORNO DI ZOLDO 2.635 2.500€ 2.500€ -€ -€

GOSALDO 767 240€ 240€ -€ -€

LA VALLE AGORDINA 1.176 2.350€ 2.350€ -€ -€

LAMON 3.194 26.736€ 13.788€ 9.241€ 3.707€

LENTIAI 3.018 6.002€ 372€ 3.000€ 2.630€

LIMANA 4.929 64.101€ 44.659€ 19.442€ -€

LIVINALLONGO DEL COL DI L. 1.418 35.696€ 17.576€ 18.120€ -€

LONGARONE 4.073 1.308€ -€ 1.308€ -€

LORENZAGO DI CADORE 592 4.280€ 4.280€ -€ -€

LOZZO DI CADORE 1.571 -€ -€ -€ -€

MEL 6.272 4.990€ 4.260€ 730€ -€

OSPITALE DI CADORE 348 7.000€ -€ 7.000€ -€

PEDAVENA 4.486 19.773€ 8.428€ 11.345€ -€

PERAROLO DI CADORE 369 2.150€ 2.000€ 150€ -€

PIEVE D'ALPAGO 2.020 8.800€ 1.350€ 3.354€ 4.096€

PIEVE DI CADORE 4.068 21.176€ 5.580€ 15.596€ -€

PONTE NELLE ALPI 8.521 20.379€ -€ 20.379€ -€

PUOS D'ALPAGO 2.460 4.560€ 4.430€ 130€ -€

QUERO 2.519 66.990€ 58.252€ 7.440€ 1.298€

RIVAMONTE AGORDINO 685 -€ -€ -€ -€

ROCCA PIETORE 1.338 57.256€ 57.256€ -€ -€

SAN GREGORIO NELLE ALPI 1.638 2.951€ -€ 2.951€ -€

SAN NICOLO' DI COMELICO 411 -€ -€ -€ -€

SAN PIETRO DI CADORE 1.770 -€ -€ -€ -€

SAN TOMASO AGORDINO 727 -€ -€ -€ -€

SAN VITO DI CADORE 1.862 60.693€ 60.693€ -€ -€

SANTA GIUSTINA 6.795 32.795€ -€ 32.795€ -€

SANTO STEFANO DI CADORE 2.708 9.931€ 9.931€ -€ -€

SAPPADA 1.317 221.200€ 206.200€ 15.000€ -€

SEDICO 9.734 12.508€ -€ 4.000€ 8.508€

SELVA DI CADORE 518 5.270€ 5.270€ -€ -€

SEREN DEL GRAPPA 2.657 1.700€ -€ 1.700€ -€

SOSPIROLO 3.244 -€ -€ -€ -€

SOVERZENE 425 -€ -€ -€ -€

SOVRAMONTE 1.577 3.000€ 3.000€ -€ -€

TAIBON AGORDINO 1.819 3.150€ 2.050€ 1.100€ -€

TAMBRE 1.443 7.750€ 7.750€ -€ -€

TRICHIANA 4.774 43.485€ 12.932€ 12.000€ 18.553€

VALLADA AGORDINA 519 1.700€ 1.700€ -€ -€

VALLE DI CADORE 2.082 21.288€ 21.288€ -€ -€

VAS 858 -€ -€ -€ -€

VIGO DI CADORE 1.581 25.000€ 25.000€ -€ -€

VODO CADORE 899 -€ -€ -€ -€

VOLTAGO AGORDINO 972 -€ -€ -€ -€

ZOLDO ALTO 1.074 28.541€ 19.100€ -€ 9.441€

ZOPPE' DI CADORE 265 1.100€ 1.100€ -€ -€

Comuni Prov. Belluno 214.026 3.098.011€ 2.516.734€ 434.416€ 146.861€

Tabella A.18 Distribuzione della spesa corrente dei singoli Comuni suddivisa per macroarea e per intervento (Anno 2009)

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54

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