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01 n° 10, gennaio 2010 ZOOM La cicala e la formica CONSIGLI e STRATEGIE per INVESTITORI combATTIVI Fondato e diretto da Salvatore Gaziano RIVISTA IN ABBONAMENTO ORGANIZZARSI LA “RITIRATA” E COSTRUIRSI UNA PENSIONE PER IL FUTURO. DI SCORTA (PERCHÉ L’ASSEGNO DELLA PRE- VIDENZA PUBBLICA NON SARÀ PIÙ SUFFICIENTE) O PER REA- LIZZARE IL PROPRIO STILE DI VITA. CONVERSAZIONE A TUT- TO CAMPO CON GAETANO MEGALE E SERGIO SORGI DI PROGETICA, FRA I MASSIMI ESPERTI ITALIANI DEL CAMPO. “Durante l’estate la formica lavorava duramente, mettendosi da parte le prov- viste per l’inverno. Invece la cicala non faceva altro che cantare tutto il giorno. Poi arrivò l’inverno e la formica ebbe di cui nutrirsi dato che durante l’estate aveva accumulato molto cibo. La cica- la cominciò a sentire i morsi della fa- me, perciò andò dalla formica a chie- derle se poteva darle qualcosa da man- giare. La formica le disse: “io ho lavo- rato duramente per ottenere questo e tu che cosa hai fatto durante l’estate?” “Ho cantato.” rispose la cicala. La for- mica esclamò:”Allora adesso balla!”. Morale: chi nulla mai fa, nulla mai ot- tiene. Questa favola di Esopo, adattata anche da Jean de La Fontaine, ce la ricordia- mo tutti. Ma è bene ogni tanto rilegger- la perché da “grandi” diamo forse co- se troppe per scontate. Dai tempi di Eso- po molte cose sono cambiate ma l’in- segnamento di fare provvista per l’in- verno o per la vecchiaia è maledetta- mente attuale. E chi leggerà l’importan- te inchiesta che MoneyReport ha dedi- cato al tema delle pensioni e della pre- videnza integrativa se ne renderà facil- mente conto. La “mucca” della previdenza pubblica fornirà sempre meno latte (dopo che al- le sue mammelle si sono attaccati per decenni anche molti parassiti) e milio- ni di lavoratori si troveranno fra segue in ultima pagina ›› V ivere senza lavorare. Perché è scoccata l’ora della pensione o semplicemente perchè si è deciso anticipatamente di smettere di lavorare come scelta volontaria o obbligata. “Farnien- te”, come dicono i francesi che dagli italiani hanno importato nella loro lingua questa espres- sione, è una prospettiva che magari terrorizza qualcuno ma che affascina molti. E pochi nel- la vita forse non hanno mai accarezzato questo sogno. Basta vedere anche il recente incredibi- le successo della lotteria Win for Life che come vincita massima propone un assegno mensile di 4000 euro netti per 20 anni. E pazienza se la probabilità di vincere è di una su 3,6 milioni. Come fare con una monetina in 22 lanci suc- cessivi sempre testa o sempre croce. Provateci (gratis) per rendervi conto... Chi cerca la fortuna dovrebbe forse riflettere che è più facile col proprio lavoro o ingegno (un’idea innovativa, un’iniziativa imprendito- riale, un brevetto, un brano o un libro di suc- cesso, un investimento azzeccato...) riuscire a realizzare l’obiettivo di costruirsi una rendita piuttosto che affidarsi alla Dea Bendata. VIVERE DI RENDITA, TUTTO QUELLO CHE BISOGNA SAPERE. VIVERE DI RENDITA, TUTTO QUELLO CHE BISOGNA SAPERE. ›› RISERVATA PERSONALE 23 MILIONI gli occupati in Italia 6 MILIONI i lavoratori autonomi 17 MILIONI i lavoratori dipendenti (compresi i 3,4 del pubblico impiego) 15,5 MILIONI le pensioni erogate nel 2009 dall’Inps 773 EURO al mese è la media degli assegni pensionistici pagati 55.000 (lo 0,39% dei pensionati) coloro che percepiscono oggi dall’Inps una pensione che supera i 3.000 euro al mese

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n° 10, gennaio 2010

ZOOM

La cicala e la formica

CONSIGLI e STRATEGIE per INVESTITORI combATTIVI

Fondato e diretto da Salvatore Gaziano

RIVISTA INABBONAMENTO

ORGANIZZARSI LA “RITIRATA” E COSTRUIRSI UNA PENSIONEPER IL FUTURO. DI SCORTA (PERCHÉ L’ASSEGNO DELLA PRE-VIDENZA PUBBLICA NON SARÀ PIÙ SUFFICIENTE) O PER REA-LIZZARE IL PROPRIO STILE DI VITA. CONVERSAZIONE A TUT-TO CAMPO CON GAETANO MEGALE E SERGIO SORGI DIPROGETICA, FRA I MASSIMI ESPERTI ITALIANI DEL CAMPO.

“Durante l’estate la formica lavoravaduramente, mettendosi da parte le prov-viste per l’inverno. Invece la cicala nonfaceva altro che cantare tutto il giorno.Poi arrivò l’inverno e la formica ebbe dicui nutrirsi dato che durante l’estateaveva accumulato molto cibo. La cica-la cominciò a sentire i morsi della fa-me, perciò andò dalla formica a chie-derle se poteva darle qualcosa da man-giare. La formica le disse: “io ho lavo-rato duramente per ottenere questo etu che cosa hai fatto durante l’estate?”“Ho cantato.” rispose la cicala. La for-mica esclamò:”Allora adesso balla!”.Morale: chi nulla mai fa, nulla mai ot-tiene.Questa favola di Esopo, adattata ancheda Jean de La Fontaine, ce la ricordia-mo tutti. Ma è bene ogni tanto rilegger-la perché da “grandi” diamo forse co-se troppe per scontate. Dai tempi di Eso-po molte cose sono cambiate ma l’in-segnamento di fare provvista per l’in-verno o per la vecchiaia è maledetta-mente attuale. E chi leggerà l’importan-te inchiesta che MoneyReport ha dedi-cato al tema delle pensioni e della pre-videnza integrativa se ne renderà facil-mente conto. La “mucca” della previdenza pubblicafornirà sempre meno latte (dopo che al-le sue mammelle si sono attaccati perdecenni anche molti parassiti) e milio-ni di lavoratori si troveranno fra

segue in ultima pagina ››

V ivere senza lavorare. Perché è scoccata l’oradella pensione o semplicemente perchè si è

deciso anticipatamente di smettere di lavorarecome scelta volontaria o obbligata. “Farnien-te”, come dicono i francesi che dagli italianihanno importato nella loro lingua questa espres-sione, è una prospettiva che magari terrorizzaqualcuno ma che affascina molti. E pochi nel-la vita forse non hanno mai accarezzato questosogno. Basta vedere anche il recente incredibi-le successo della lotteria Win for Life che comevincita massima propone un assegno mensiledi 4000 euro netti per 20 anni. E pazienza se laprobabilità di vincere è di una su 3,6 milioni.Come fare con una monetina in 22 lanci suc-cessivi sempre testa o sempre croce. Provateci(gratis) per rendervi conto...Chi cerca la fortuna dovrebbe forse riflettereche è più facile col proprio lavoro o ingegno(un’idea innovativa, un’iniziativa imprendito-riale, un brevetto, un brano o un libro di suc-cesso, un investimento azzeccato...) riuscire arealizzare l’obiettivo di costruirsi una renditapiuttosto che affidarsi alla Dea Bendata.

VIVEREDI RENDITA,TUTTO QUELLO CHEBISOGNA SAPERE.

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RISE

RVAT

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RSON

ALE

23 MILIONIgli occupati in Italia

6 MILIONIi lavoratoriautonomi

17 MILIONIi lavoratoridipendenti(compresi i 3,4 delpubblico impiego)

15,5 MILIONIle pensioni erogatenel 2009 dall’Inps

773 EUROal mese è la mediadegli assegnipensionistici pagati

55.000 (lo 0,39% deipensionati) coloroche percepisconooggi dall’Inps unapensione chesupera i 3.000 euroal mese

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L’ITALIA È IL PAESE AL MON-DO IN CUI IL TASSO DI IN-VECCHIAMENTO DELLAPOPOLAZIONE È IL PIÙ IN-TENSO E VELOCE, come con-fermato anche dall’OMS (Organiz-zazione Mondiale della Sanità).Il Rapporto Annuale (2002) del-l’Istat ricorda che “l’Italia è oggi ilPaese con l’indice di vecchiaia piùalto del mondo (133 persone di 65anni e oltre ogni 100 persone sottoi 15 anni). Rispetto a soli 30 anni fala quota di popolazione con alme-no 65 anni è aumentata dall’11,3%al 18,5%: quasi un italiano su 5. Neiprossimi 30 anni la medesima quo-ta è destinata a crescere fino a sfio-rare il 30%, quasi un italiano su tre”.E le speranze di un allungamentodella vita media sono ancora eleva-te se la stessa Istat stima che alcunidi noi vivranno fino a 118 anni. Co-me gestire 65 di pensione? Pensaredi affidarsi alla previdenza pubbli-ca è sempre più un’utopia. Il piattopiange... L’Italia spende per le pen-

sioni quasi il doppio rispetto alla me-

dia dei Paesi Ocse: il 14% del Pil ri-spetto al 7,2%. Inoltre le pensioniassorbono quasi il 30% del budgetpubblico contro il 16% medio Oc-se. Spendiamo tanto e male, insom-ma. Facile arguire come nei decen-ni passati (e in parte ancora oggi)sia stata vista dalla classe dirigenteitaliana come una fonte di consensoelettorale (basti ricordare le pensio-ni erogate a chi aveva maturato co-me anzianità fra i dipendenti pubbli-ci 19 anni 6 mesi e un giorno…)

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MA QUANTI SOLDI OCCORRONO PER VIVERE DI RENDITA? E COME FA-RE IN MODO CHE QUESTI SOLDI FRUTTINO LA RENDITA NECESSARIAPER VIVERE SERENAMENTE? Insomma, come investirli per raggiungere questo obiet-tivo? Le soluzioni (anche “precotte”) non mancano: daifondi pensione alle polizze assicurative, dalle azioni alleobbligazioni, dai fondi immobiliari agli Etf.

MA COME INVESTIRLI CORRETTAMENTE E QUALI “SIRENE” EVITARE? Nel mese corrente affrontiamo questo argomento conl’intervento di due dei massimi esperti del settore in Ita-lia, Gaetano Megale e Sergio Sorgi. I fondatori di Proge-tica, una società di consulenza indipendente nata nel 1994che progetta e realizza sistemi e strumenti per istituzionie intermediari del settore assicurativo e finanziario. Due

veri specialisti in materia che hanno preparato per questa

inchiesta una serie di simulazioni che rispondono innanzi-

tutto alla domanda della domande: quanti soldi sono ne-

cessari per vivere di rendita? E come potrebbero essere in-

vestiti come “asset allocation” teorica?

E’ bene sottolineare che nei mercati finanziari si parla distime (che possono essere certo più o meno attendibili)e quindi non vi è alcuna pretesa di risposte definitive ecerte. Ma sicuramente, da quanto emerge da questa in-chiesta, sono molti i suggerimenti, gli spunti di riflessione

e le indicazioni che scaturiscono dalle tabelle pubblicate e

dalla lunga discussione sul tema. Alcuni dati e alcune con-siderazioni sono però difficilmente inoppugnabili. E so-no quelle meno liete per un risparmiatore o lavoratore.“Vivremo più a lungo e pioverà tutto il tempo” dicevaWoody Allen con una delle sue solite battute. L’allunga-mento della vita media è certo una nota positiva ma co-stringe anche a pensare a un capitale di scorta molto piùingente che in passato. All’inizio degli anni ’60 la speran-za di vita media era per un bambino di 67,21 anni men-tre per una bambina di 72,55. Ora un bimbo che nasceoggi ha che una speranza di vita alla nascita di 77,1 anniper gli uomini e a 83 anni per le donne.

VIVERE DI RENDITA, TUTTO QUELLO CHE BISOGNA SAPERE.ZOOM

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Sergio Sorgi

Gaetano Megale

Se fino a pochi anni fa chi andava inpensione poteva contare su oltre l’80%dell’ultimo stipendio, il cambiamento del sistemaprevidenziale significherà per i ventenni,trentenni, quarantenni e in parte cinquantenniun netto calo delle prestazioni pensionistiche

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GIÀ OGGI DIVERSE RICER-CHE STIMANO CHE OLTREUN 25% DELLA POPOLA-ZIONE DOVRÀ CONTINUA-RE BEN OLTRE I 65 ANNIPER POTERSI MANTENEREvisto che solo l’assegno pensionisti-co non sarà assolutamente sufficien-te. Diventa quindi necessario diffe-renziare le forme di tutela previden-ziale, integrando la pensione pubbli-ca con altre forme di investimenti de-stinati a produrre nel futuro una ren-

dita. I giovani, le donne e gli autono-mi sono sicuramente i più penaliz-zati dal sistema contributivo secon-do le simulazioni più attendibili. Lospartiacque è rappresentato dall’an-zianità contributiva al 31 dicembre1995. Chi, a quella data, aveva piùdi 18 anni di contribuiti avrà un vi-talizio calcolato col vecchio sistemaretributivo (nettamente più favore-vole per i singoli e meno per la col-lettività) che si basa sulle ultime re-tribuzioni. Chi non raggiunge-

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dove i criteri economici di sostenibilità era-no qualcosa di fuori luogo, rinviando sempreil più possibile le riforme necessarie.Il mutamento più importante del sistema pre-

videnziale italiano è avvenuto nel 1995 con

la riforma Dini (dal nome del presidente delConsiglio di allora, Lamberto Dini). Conquesta riforma, oltre ad aver innalzato a 35gli anni necessari per l’ottenimento delleprestazioni di anzianità, si è intervenuto sul-l’età pensionabile e, soprattutto, si sono in-trodotti nuovi sistemi per il calcolo delle pre-stazioni. Alcuni dei cambiamenti vitali perla sostenibilità del sistema sono stati ripe-tutamente rinviati e in particolare sono sta-te rimandate le modifiche che avrebberoportato un aumento dell’età di pensiona-mento e una riduzione degli assegni pen-sionistici per tenere conto dell’aumento del-le attese di vita.I progressi della mortalità, unitamente al ca-lo dei livelli di fecondità, hanno determina-to di fatto uno slittamento in avanti della so-glia di ingresso nelle età anziane con con-seguenze esplosive per il sistema previden-ziale pubblico. Se fino a pochi anni fa chiandava in pensione poteva contare su oltrel’80% dell’ultimo stipendio, il cambiamen-to del sistema previdenziale (il modello pre-cedente era evidentemente insostenibile edera simile come funzionamento a una cate-na di Sant’Antonio dove gli ultimi arrivatistaccavano gli assegni per i primi arrivati)significherà per i ventenni, trentenni, qua-rantenni e in parte cinquantenni un nettocalo delle prestazioni pensionistiche. Chepotrebbero arrivare (soprattutto nel caso dilavoratori autonomi) al 25-30% dell’ultimoreddito percepito (si vedano le tabelle pub-blicate). Un brusco cambiamento di scena-

rio che costringe, quindi, moltissimi lavora-

tori a pensare da subito a crearsi una pensio-

ne di scorta adeguata e non solo destinan-do eventualmente ai fondi pensione la pro-pria quota del Tfr. ››

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COSTRUIRSI UN FUTUROSERENO: I CONSIGLI INSINTESI DI MONEYEXPERT.IT

Pensate in tempo al vostro futuroprevidenziale. Prima lo fate meglio è.Fatevi un’idea di quale potrà essere lavostra pensione futura. Saràsufficiente o dovete pensare a come

integrarla? Un check up finanziario è il passo successivo. Su qualepatrimonio potete contare e quanto reddito potrete accantonare neiprossimi anni? Investire al meglio il patrimonio che detenete e ifuturi accantonamenti non è una scelta facile. Ognuno vi fornirà lapropria ricetta. Puntare tutto sulle azioni o sulle obbligazioni? Suifondi pensione o sul fai da te? Sugli immobili o sul risparmiogestito? Cosa e per quanto assicurarsi? Il nostro consiglio è adottareun approccio che tenga conto di tutti gli strumenti per costruire, perciascun risparmiatore, il mix ideale. In base al proprio patrimonio,reddito, età, situazione familiare, propensione al rischio… Gestione passiva o attiva? Si investe col “pilota automatico” inmodo passivo e accada quel che accada… o è meglio adottare unapproccio flessibile e attivo per tenere conto dei mutamenti delmercato? Noi propendiamo decisamente per questa seconda tesi eabbiamo elaborato portafogli azionari, obbligazionari, di fondi o Etfche possono adattarsi alle esigenze di risparmiatori con patrimonida qualche decina di migliaia di euro a qualche milione. Obiettivo:battere il mercato e ottenere nel tempo un rendimento reale positivo.

Se desiderate maggiori informazioni sui servizi diconsulenza finanziaria indipendente diMoneyExpert.it scrivete a:[email protected] telefonate al Numero Verde 800 91-31-24

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GRAFICO 1

UN ALTRO ERRORE FREQUENTE È QUELLO DI PROIETTA-RE I RENDIMENTI STORICI PASSATI: se è vero che nel corso deisecoli passati le azioni hanno garantito il miglior rendimento fra tutte le“asset class” disponibili questo non equivale a darci la certezza che cosìsarà in futuro. La storia dei mercati non si ripete e l’ultimo decennio (chiu-so in negativo) ne è la prova più lampante.Come bene dimostra l’inchiesta pubblicata nelle prossime pagine di Mo-neyReport e lo studio elaborato dagli esperti di Progetica sono veramen-

te tante le variabili di cui occorre tenere conto per pensare con la giusta lun-

gimiranza a crearsi una pensione di scorta per vivere una terza età (o ma-gari seconda) serena. Occorre stimare, infatti, quale sarà la pensione fu-tura e se non è sufficiente (e se non di dispone di un patrimonio vicino ai

6 zeri) come integrarla al meglio, prenden-do delle decisioni finanziarie non sempre fa-cili. Se sulle diagnosi e sulle cure (per af-frontare il problema delle mini pensioni) c’ècomunione di vedute, riguardo le medicineda scegliere, infatti, non c’è concordanza.Ciascuno dice la propria sia sul tipo di stru-menti (fondi pensione, fondi indici o Etf,

va quota 18 ricadrà nel sistema misto, cioè ilretributivo sino al 31 dicembre 1995 e il contri-butivo, che si fonda sui contributi versati duran-te l’intera vita lavorativa per gli anni successivi.Chi invece ha cominciato dopo il 31 dicembre1995 avrà una pensione interamente fondata sulsistema contributivo e allora sarà veramente pe-sante la penalizzazione rispetto ai generosi crite-ri di calcolo del passato.Muoversi in tempo e con una strategia è quindifondamentale per quanto questo “bisogno” è in-credibilmente poco sentito dalla maggior partedella popolazione italiana. Che quando affrontaquesto problema lo fa spesso in modo superfi-ciale, fidandosi spesso con troppa faciloneria deiconsigli (magari molto interessati) di chi gli vuo-le vendere prodotti finanziari-assicurativi (spes-so inadeguati) o di calcoli spesso sbagliati.

RIGUARDO I CALCOLI SEMPLICISTICIUNO DEGLI ERRORI PIÙ DIFFUSI ÈNON TENERE CONTO DELL’INFLAZIO-NE CHE PUÒ PRODURRE EFFETTI CA-TASTROFICI NEL TEMPO. Fra gli errori piùfrequenti che molti risparmiatori fanno, poi, c’èquello di non tenere conto dell’inflazione. Unmostro pericolosissimo per un risparmiatore: ba-sti pensare che un milione di lire del 1979 equi-valgono a poco più di 190.000 lire attuali (me-no di 99 euro). Quindi attenzione a fare i calco-li senza l’oste come spesso fanno invece coloro(e sono tanti fra i risparmiatori) che calcolano irendimenti senza tenere conto di questa variabi-le. Un Titolo di Stato o una obbligazione con una

scadenza medio-lunga che rende il 4% non signi-

fica, infatti, che questo rendimento sarà quello rea-

le che incasseremo.

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IPOTESI DEL CICLO VITALE DI MODIGLIANI

L’economista Franco Modigliani ideò nel lontano 1954 quella chesarebbe poi stata chiamata “teoria del ciclo-vitale”. La teoria, che siprefigge di spiegare l’andamento dei risparmi in funzione dell’etàpiuttosto che del reddito, prevede che al fine di garantirsi lacostituzione di un capitale che permetta di mantenere inalterati iconsumi anche durante il pensionamento, gli individui tendano arisparmiare maggiormente da adulti.

OLTRE ALLE TASSE (oggi il 12,5% ma probabilmente in futuro qualcosadi vicino al 20%) DOVREMMO DEDURRE L’INFLAZIONE ANNUA-LE PER OTTENERE COSÌ IL RENDIMENTO VERO, QUELLO REA-LE. Si rischia, altrimenti, fra qualche decennio di scoprire di avere fatto i con-ti male. E scoprire che il capitale messo da parte non è sufficiente per fare lavita che si immaginava visto che si è nettamente svalutato per effetto dell’au-mento del costo della vita.

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assicurazioni, azioni, obbligazio-ni, immobili, un mix…) che sullo sti-le di investimento (passivo o attivo)ma anche sugli interlocutori a cui af-fidarsi (promotori finanziari, consu-lenti indipendenti, assicuratori, sin-dacalisti…). La nostra opinione al ri-guardo la potete leggere nel nostroVademecum (pubblicato a pagina 3).Ma le considerazioni scambiate congli esperti di Progetica (per quantonon c’è comunione di totale vedutesulle “medicine” da prendere per co-struirsi una rendita) sono molto in-teressanti e crediamo aiutino ciascunlavoratore o investitore a farsi un’ideapiù completa sull’argomento e adadottare le strategie che ritiene piùadatte al proprio profilo e alla pro-pria competenza finanziaria. Fornen-do una pluralità di opinioni che l’in-formazione finanziaria indipenden-te dovrebbe sempre fornire. Perché,come diceva Sherlock Holmes, “DO-PO AVER ELIMINATO L’IM-POSSIBILE CIÒ CHE RESTA,PER IMPROBABILE CHE SIA,DEVE ESSERE LA VERITÀ”.

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Salvatore Gaziano: Per guadagnarsi un futuro di indipendenza è certo ne-cessario saper calcolare oltre che le esigenze future su quali risorse sipotrà contare. Se nel passato sapere a che età e su quale pensione si po-teva contare era tutto sommato un esercizio possibile, oggi le cose si so-no nettamente complicate. E’ cambiato il regime previdenziale (da quel-lo retributivo a quello contributivo) e ogni tot anni vi è qualche novitàsignificativa che lima sempre più il monte pensioni. Se nel passato il si-stema previdenziale era un regno della cuccagna, ora si sta progressi-vamente prendendo atto che non c’è trippa per tutti e le future genera-zioni, o chi ha iniziato a lavorare soprattutto dopo il 1995, ne farannomaggiormente le spese. Uno scenario bruscamente modificato ancheper molti lavoratori visto che il posto fisso è sempre più un ricordo delpassato. E’ normale per molte persone (soprattutto giovani) iniziare co-sì a entrare nel mondo del lavoro tardi e poi iniziare l’attività contribu-tiva obbligatoria in modo “disordinato”. Alternando periodi di lavorodipendente (con versamenti del datore di lavoro all’Inps) con colla- ››

MOLLO TUTTO E VADO A VIVERE FUORI DALL’ITALIA?Il vostro patrimonio vi sembra insufficiente per condurre la vita che desideratein Italia? La vostra pensione futura vi sembra troppo striminzita permantenere, da pensionati, lo stesso tenore di vita dei giorni migliori?Soprattutto nei Paesi anglosassoni il problema è noto ed è stato risolto inmodo radicale. Andando a vivere in località esotiche dove il costo della vita ènettamente inferiore. Si calcola che solo in Gran Bretagna siano oltre 2 milionii sudditi di Sua Maestà che hanno imboccato questa direzione, puntando sulocalità amene o su luoghi dove stabilire il proprio “buen retiro”, magariavviando un’attività collaterale come un bed & breakfast (sul canale 426 diSky, Discovery Travel, ci sono diverse trasmissioni dedicate a raccontare leesperienze di queste coppie spesso con figli al seguito) per integrare il proprioreddito. Non è un’esperienza per tutti quella di andare a vivere in un Paeselontano (la lingua è il primo scoglio e in questo gli inglesi sono certo favoriti)ma se volete sapere nel mondo quali sono i Paesi con il costo della vita piùbasso potete consultare lo studio che ogni anno la banca svizzera UBS(www.ubs.com/1/e/wealthmanagement/wealth_management_research.html )redige su prezzi e salari di 73 città di tutto il mondo. Si scoprirà così chementre un dipendente medio di Zurigo e New York ha bisogno di nove ore dilavoro per acquistare un lettore musicale iPod nano, un lavoratore di Bombaydeve lavorare un mese per comprarlo. Il costo della vita più basso fra i Paesidove si è svolta l’indagine si registra a Kuala Lumpur (Malesia), Manila(Filippine), Delhi e Mumbai (India). L’altra ricerca (che tiene conto di piùvariabili e non solo della costa della vita ma anche di molti altri fattoriugualmente importanti come prezzo degli immobili, cultura, infrastrutture,sistema sanitario, clima, sicurezza) che viene pubblicata ogni anno è quellarealizzata dalla rivista International Living (www.internationalliving.com) .Quali i luoghi nel mondo suggeriti per ritirarsi e vivere di rendita e coniugarequalità e costo della vita? Al primo posto Messico, poi Ecuador, Panama eUruguay. E al 5° posto l’Italia! Il paradiso non è forse così lontano…

curiosità

Le formulemagiche percomprendere il proprio destinoprevidenziale nonesistono. Bisognaaccettare il fatto che anche lapensione pubblica èsoggetta a rischi eche pertanto vastimata di continuo

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Sergio Sorgi: Le recenti rifor-me delle pensioni, ed in parti-colare quella del 3 agosto 2009,hanno reso la pensione futuraincerta sia in termini di impor-to che di tempo. Infatti, da gen-naio di quest’anno è iniziata larevisione periodica automati-ca dei coefficienti di trasfor-mazione prevista dalla riformaProdi nel 2007 mentre dal2015 verrà adeguata automa-ticamente anche l’età pensio-nabile,“indicizzata” al progres-so della longevità dalla rifor-ma “Sacconi” del 2009. Dun-que il futuro è incerto sotto ilprofilo pensionistico e forte-mente modificato sotto il pro-filo del lavoro, sempre più di-scontinuo e flessibile. Ciò pre-messo l’incertezza rende an-cor più necessario stimare lapropria pensione futura e de-finire le modalità più efficien-ti per compensare la perdita direddito attesa con l’ingresso in

pensione. Le formule magiche per comprendere il proprio desti-no previdenziale non esistono; bisogna tuttavia accettare il fattoche anche la pensione pubblica è soggetta a quattro rischi e che per-tanto va stimata di continuo e non vi è certezza di prestazione “exante”. I rischi cui è soggetta la pensione pubblica sono, come ac-cennato, quattro: 1) quello legato alla propria capacità e possibilità

contributiva; 2) quello finanziario, connesso alla crescita del Pil, in

base al quale si rivalutano i contributi versati; 3) quello demografi-

co, connesso all’aumento della vita media, che agisce innalzando le

età pensionabili e abbassando i coefficienti di trasformazione tra

montante e rendita; 4) quello politico, che consiste nella possibilità

di intervenire sui requisiti e sulle modalità contabili in base a priori-

tà via via individuate dai decisori pubblici.

Agire in condizioni di incertezza richiede educazione finanziariae pianificazione.Per il primo versante gli strumenti a disposizione del consumato-re sono i simulatori previdenziali (sul sito del Corriere della Sera,all’indirizzo www.corriere.it/economia/pensionometro è possibilefarsi una idea del proprio futuro previdenziale pubblico).

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borazioni autonome(gestione separata) a cuimagari si integrano ancheforme previdenziali di ba-se ulteriori se si è un libe-ro professionista. Comeprimo passo per conosce-re il proprio futuro previ-denziale (come consiglia-te anche voi) è certo neces-sario un check up sullapropria previdenza di ba-se per poi valutare comeaffiancare la previdenzaintegrativa adatta per leproprie esigenza… Ma co-me può un lavoratore riu-scire autonomamente atracciare un conto sensa-to di quanto gli spetterà fra10, 20 o 30 anni di quantoha accantonato nell’età la-vorativa e versato comecontributi? Un passo indi-spensabile per capire an-che quanto avrà bisognopoi di avere come renditaintegrativa…

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CHI MI DICE QUALE SARA’ LA MIAPENSIONE FUTURA?Con il 2010 l’Inps inizierà ad inviare ai lavoratori ipotesisulla pensione futura (e non solo sui contributieffettivamente versati) che dovrebbero aiutare ilavoratori a capire di che “morte” morire… ovveroquale potrebbe essere l’assegno mensile chepercepiranno quando andranno in pensione. E secondoSergio Sorgi di Progetica si spera che questo calcolotenga conto di tutte le oscillazioni possibili, aiutando ilavoratori a comprendere bene il concetto di rischiodella stima. Per quanto riguarda la pianificazione,invece, la prossima diffusione di comportamenticoerenti con le norme di qualità ISO–UNI 22222 offriràprotezioni al consumatore circa la qualità delle stime edelle analisi offerte dal Pianificatore. Un problema chemolti lavoratori, soprattutto autonomi, hanno è quello dicapire quale sarà la pensione futura visto che lesituazioni complesse sono in costante aumento. Cometrovare un interlocutore adatto in grado di fornire unquadro previdenziale corretto? Secondo GaetanoMegale di Progetica il problema della identificazione diun operatore professionale e qualificato è forse, per ilconsumatore, “il” problema. “A tal proposito –sottolinea Megale - crediamo che l’utilizzo delle Normetecniche di qualità relative al pianificatore finanziariopersonale possa essere l’unica modalità razionale perindividuare un interlocutore affidabile, fornendorisposte chiare, efficaci ed esaurienti”. Questa norma diqualità UNI ISO 22222 (di cui Progetica è statapromotrice in Italia per l’adozione della norma nelcorpo normativo nazionale, ndr) è entrata a far partedel corpo normativo nazionale il 28 maggio 2008 erappresenta l’adozione da parte dell’UNI, Ente NazionaleItaliano di Unificazione, della norma internazionale ISO22222, rilasciata nel dicembre 2005, in seguitoall’attività di una commissione di esperti erappresentanti di 38 Paesi. “La norma - spiega Megale -ha l’obiettivo di definire un parametro di riferimentoglobalmente accettato per tutti coloro che fornisconoun servizio professionale di pianificazione finanziariaeconomica e patrimoniale personale ai propri clienti. Ilservizio di pianificazione, denominato daglianglosassoni “personal financial planning”, consisteessenzialmente nel supportare i clienti nellarealizzazione degli obiettivi di vita propri e dellapropria famiglia, sull’intero ciclo di vita. Così, in sintesi,la norma specifica la metodologia della pianificazionenonché i comportamenti etici, le competenze,l’esperienza professionale richieste agli operatori edescrive i vari metodi di valutazione della conformità,precisando i requisiti applicati a ognuno di essi. Inoltrel’UNI ha prodotto diverse norme domestiche collegatealla UNI ISO 22222. Chi vuol saperne di più puòconsultare il sito: www.iso22222.it››

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Gaziano: Pensare alla necessità di dotar-si di un capitale di “scorta” per il futuroche ci consenta di integrare la previdenzapubblica quando si andrà in pensione è unanecessità assoluta per la maggior parte del-la popolazione. Il vostro studio confermache altrimenti solo chi è milionario puòpensare con relativa tranquillità al momen-to in cui non avrà più entrate derivanti dalproprio lavoro. E la pensione non sarà perla maggior parte delle persone assoluta-mente sufficiente a colmare il distacco chesi creerà fra ultimo stipendio percepito eprima pensione erogata. Quest’ultima po-trebbe essere (se si è iniziato a lavorare nel-l’ultimo decennio o si svolge un’attività au-tonoma) anche il 25-30% dell’ultimo sti-pendio (vedi tabelle a pagina 13) Come spie-gare questa “indifferenza” da parte di mol-ti risparmiatori e lavoratori su un tema co-sì “vitale”?

Sorgi: L’indifferenza verso il futuro ci sembraun tratto della società attuale più che un com-portamento ingenuo dei risparmiatori. Le cau-se della poca sensibilità, in ogni caso, sono mol-teplici e comprendono: 1) la predisposizioneal consumo immediato più che al suo differi-mento; 2) la mancanza di educazione familia-re e civica alla previdenza; 3) la presunzione diuna previdenza pubblica “rassicurante” o diuna privata “sufficiente; 4) la difficoltà di ap-procciare sistemi con numeri di variabili cosìsignificativi (tempi, riforme, fisco, mercati, co-sti ecc); 5) la scarsa attitudine al relativismo ead agire in contesti di incertezza; 6) la difficol-tà di orientarsi in presenza di eccesso di alter-native di scelta; 7) la sfiducia nel mercato del-l’offerta; 8) l’assenza di percezione sui benefi-ci della tempestività (pochi sanno quanto co-sta “non decidere”); 9) la previdenza vissutacome fine della vita e non come inizio di unanuova vita e dunque l’archiviazione del tematra i pensieri “non graditi”; 10) la quasi totalemancanza di iniziative pubbliche di sensibiliz-zazione verso il ciclo di vita e le necessità di re-sponsabilizzazione individuale del secolo XXI.Educare alla pensione, infatti, non significa con-

frontare TFR e Fondi pensione ma creare una

cultura di responsabilizzazione e considerare icittadini adulti, ossia capaci di ricevere comu-nicazioni “complicate” o “delicate” da partedei propri governi.

Gaziano: Nello studio siamo partiti dalla ricerca del capitale necessa-rio per vivere di “rendita”. Nell’ipotesi (spesso più ricorrente) di chi ilpatrimonio non ce l’ha (o è comunque ancora in fase di costituzione)e ha di fronte un orizzonte di 20/30 anni i risultati delle tabelle (vediquelle pubblicate a pagina 13) dimostrano che anche qui le sorpreseper molti risparmiatori possono essere numerose: versare solo quan-to è il massimo deducibile fiscalmente nei fondi pensione come fannoalcuni (5.164 euro) non è certo sufficiente. Certo contano età e sessoma in media potrebbe essere necessario (stimando una durata dei ver-samenti annuali di 25 anni e un rendimento obbligazionario) accanto-nare da subito una cifra di quasi il 50% superiore (circa 600 euro al me-se se si è maschi e un centinaio di euro in più se si donne) per avere poila possibilità di incassare quando si andrà in pensione un assegno in-tegrativo di circa 1000 euro al mese… Cifre importanti se si conside-ra che la busta paga media degli italiani (dichiarata al Fisco...) è di1500 euro al mese circa…

Sorgi: L’arretramento del welfare è un dato difatto e sarebbe dunque bene prenderne coscien-za. I motivi di tale arretramento sono molti e ri-chiederebbero una analisi ad hoc: la globalizza-zione, l’invecchiamento della popolazione, l’af-fermarsi di politiche sociali che ritengono cheil welfare privato offra maggiore efficienza aquello pubblico, l’individualizzazione… L’esi-to di tali processi è una forte diminuzione deisupporti pubblici alla previdenza pensionisti-ca, il che pone un problema pubblico ed unoindividuale. Sul versante pubblico l’equilibrioeconomico dei conti deve essere affiancato dauna forte attenzione sociale. La bassa fertilità,l’invecchiamento della popolazione, l’espulsio-ne dei cinquantenni, il basso tasso di parteci-pazione al lavoro femminile, il costo del lavoro,la fiscalità… richiedono ragionamenti comples-sivi sul modello di società futura molto più ar-ticolati di quelli orientati al solo calcolo dellepensioni. Sul piano individuale, le nuove re-sponsabilità del cittadino devono produrre com-portamenti di consumo più consapevoli. Il fu-turo è diverso dal passato e sarà bene compren-dere che ogni spesa quotidiana ha un impattosull’intero ciclo della vita. Il rapporto tra versa-menti previdenziali e pensioni future è equo;bisogna tuttavia farsi aiutare dal tempo (inizia-re prima possibile), dai mercati (le linee garan-tite a lungo termine mortificano le prestazioni),dal fisco (il risparmio è considerevole). ››

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Il futuro è diverso dal passato e sarà benecomprendereche ogni spesaquotidiana ha un impattosull’intero ciclodella vita

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Gaziano: Farsi una pensione discorta diventa un imperativo nonsolo morale per la maggior partedei lavoratori e risparmiatori, quin-di. Ma esistono più possibilità. Co-struirsi una rendita in maniera au-tonoma tramite l’investimento di-retto in fondi, etf, obbligazioni oazioni oppure delegare questocompito ai fondi pensione azien-dali o privati. Che presentano cer-to qualche vantaggio fiscale ma an-che tanti punti interrogativi se sianalizza il comportamento del ri-sparmio gestito negli ultimi 25 an-ni. Gli studi Mediobanca dimostra-no, infatti, chiaramente che dele-gare ai “massimi esperti” è statoun affare soprattutto per loro... sesi guarda ai rendimenti ottenutidai risparmiatori (nettamente piùbassi dei mercati) e ai ricavi otte-nuti dalle società di gestione. Qualè la vostra posizione al riguardo?

Gaetano Megale: L’autonomia da par-te di un risparmiatore nel costruirsiuna rendita comporta che debba ave-re le competenze e le tecnologie di unconsulente professionale per proget-tare, implementare, monitorare e cor-reggere la sua pianificazione finanzia-ria nel tempo. E’ una possibilità fran-camente irrealistica e probabilmentedissennata. Il problema del risparmia-tore, lo ripeto, è quello di affidarsi adun pianificatore finanziario persona-le che gli consenta di raggiungere ipropri obiettivi. E quindi insisto sulfatto che le norme tecniche di quali-tà, la UNI ISO 22222 e quelle colle-gate, possono essere l’unica strada perstabilire l’equilibrio degli interessi trai consumatori, le fabbriche di prodot-to e gli intermediari che erogano con-sulenza.

Gaziano: Quando eper chi può esserevantaggioso affidar-si in toto per la ge-stione della propriaprevidenza integra-tiva ai fondi pensio-ne? E quando inve-ce (nonostante undiscorso fiscale me-no incentivante) farda soli può essereuna buona idea?

Gaziano: Quando si parla di fondi pensione viene spesso citatol’appeal “fiscale”. Ma mi sembra talvolta utilizzato come un’ar-ma impropria in questi confronti: come lo si dovrebbe valuta-re correttamente?

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Sorgi: La scelta di un fondo pensione piuttosto che diun piano di decumulo “fai da te” non dovrebbe esse-re effettuata in base a considerazioni puramente sog-gettive ma tenendo conto della finalità dei consumipensionistici. La vita di un pensionato è composta daspese di diverso tipo; alcune spese sono essenziali, os-sia devono durare per tutta la vita; altre, invece, sonosecondarie, perché possono cessare senza che questoabbia effetti sulla dignità della vita condotta. I consu-mi essenziali (cibo, vestiario, utenze, trasporti di ba-se, telefonia, sanità) devono essere garantiti da strate-gie vitalizie, tra le quali primeggiano i fondi pensione.I restanti consumi possono essere al centro di strate-gie finanziarie di decumulo, perché un eventuale esau-rimento non metterebbe in crisi la dignità di vita delpensionato. Dunque, più che scegliere tra fondi pen-sione e investimenti bisogna separare gli obiettivi eperseguire due tipi complementari di soluzioni. Perquanto poi riguarda la ripartizione, attualmente è uti-le sapere che circa l’80% dei consumi degli attuali pen-sionati è di tipo essenziale ed il restante 20% seconda-rio. Ognuno dovrebbe analizzare la propria situazio-ne attuale e prospettica ed iniziare a separare il cas-setto dei consumi essenziali (che avrà rendite vitalizieda INPS e Fondi pensione) e quello dei consumi ines-senziali (che possono essere soddisfatti mediante de-cumulo finanziario o utilizzo di affitti da immobili).

Sorgi: La fiscalità applicata ai fondi pensione eviden-zia un deciso risparmio sia in fase di versamento chein fase di percezione della pensione integrativa. Inol-tre, proprio la fiscalità mostra la assoluta inefficienzadel TFR, che nelle nostre simulazioni si dimostra l’uni-ca forma di accantonamento “geneticamente” incapa-ce di mantenere il potere di acquisto delle somme ac-cantonate. Il risparmio fiscale varia per singola perso-na, proprio perché la deducibilità assume pesi maggio-ri o minori in funzione del proprio reddito. Ciò pre-messo, sottoscrivere un fondo pensione “perché” è fi-scalmente agevolato è come accettare un salvagentedurante un naufragio solo se è a metà prezzo. ››

La scelta di un fondo pensione piuttosto che di un piano didecumulo “fai da te” dove essere effettuata tenendo conto della finalitàdei consumi pensionistici“

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Gaziano: Si vive più a lungo e questo potrebbe essere una buona notizia. Ma l’allunga-mento della vita media può anche generare qualche problema finanziario per chi non èstato abbastanza “formica”. Nei calcoli effettuati sulle rendite vitalizie ottenibili grazieall’investimento tramite fondi pensione si utilizzano coefficienti di conversione che po-trebbero mutare (e in peggio) nei prossimi 20 o 30 anni. In pratica oggi si stima che unlavoratore autonomo di 40 anni che investa tramite un portafoglio bilanciato debba ac-cantonare circa 500 euro al mese per ottenere poi una rendita vitalizia di 1.000 euro dal-l’entrata in pensione (65 anni) in poi. Ora le tabelle attuariali in vigore potrebbero, se-condo diversi esperti, cambiare anche profondamente e i 1000 euro mensili diventaresolo 600 o 700 euro. Un ribasso dei coefficienti di conversione del 20-35%! Può in qual-che modo un lavoratore difendersi da questo fenomeno e come?

Sorgi: Il rendimento demografico, ossia ciò che posso attendermi per effetto delle di-namiche di vita, si comporta in maniera assai differente da quello finanziario. Per fa-re un esempio, se si abbassa il rendimento di una attività finanziaria questo comportauna minore attesa di guadagno ma se si abbassano i coefficienti di conversione di unaforma pensionistica questo accade perché si vive di più e dunque la perdita inizialeviene compensata da un maggior periodo di percezione della pensione. Cambia, tut-tavia, la singola rata di pensione percepita e per tale motivo è utile, quando si pianifi-ca la propria integrazione pensionistica, adottare modelli di simulazione che tenganogià in conto il mutamento atteso della durata di vita. Peraltro, le stesse tavole demo-grafiche pubbliche sono, da più di dieci anni, elaborate mediante stime probabilisticheperché la stessa previdenza pubblica ha necessità di capire e monitorare di frequentele condizioni dell’equilibrio economico tra denaro disponibile e pensioni da pagare.Ancora una volta la difesa dall’allungamento della vita consiste nel tenerne conto dasubito, adottando modelli di simulazione prospettici basati su stime probabilistiche enon accontentandosi di simulazioni statiche o prive di referenze scientifiche.

Gaziano: Le tabelle at-tuariali in realtà so-no in regime di libe-ra concorrenza e sesi è a caccia di unarendita vitalizia, sa-rebbero da privilegia-re quelle che offronoi migliori coefficien-ti di conversione omeglio “bloccano”quelle vecchie? Comeindividuarle? E più ingenerale come met-tersi al riparo dal “ri-schio longevità”?

Sorgi: Il mercato della previdenza è così rilevante dal punti di vista del benessere so-ciale che la concorrenza sulle basi demografiche è davvero minima. Gli attuari (i ma-tematici delle popolazioni), infatti, devono accertare l’equilibrio economico del ramolongevità e per fare questo adoperano stime pubbliche. Per questo motivo è bene dif-fidare di coefficienti apparentemente “fuori mercato” perché, non essendo sostenibili,saranno di certo rivisti prima dell’entrata in pensione del sottoscrittore. Attualmentequasi nessuno blocca sin dall’inizio i coefficienti e chi lo fa compensa tale caratteristi-ca recuperando sicurezza in altro modo (ad esempio, non applicando rivalutazioni al-la rendita pensionistica). Un ulteriore problema per il consumatore si ha quando biso-gna valutare quale conversione sia consigliabile: infatti nei famigerati “coefficienti” ècompresa non solo la conversione demografica ma anche un interesse finanziario an-ticipato, che influisce sulla maggiore o minore rivalutazione della rendita durante lapensione. Per essere più semplici, un coefficiente “A”, apparentemente maggiore di unaltro “B”, potrebbe rivelarsi controproducente perché la rendita “A” si rivaluterà me-no della rendita “B”e questo, nel corso del tempo, potrebbe ridurre la capacità del po-tere di acquisto della pensione integrativa “A”. Essendo tali analisi fuori dalla portatadel singolo è bene che il consumatore richieda al proprio Operatore simulazioni pen-sionistiche che vanno ben oltre la prima rendita e che comprendano il tema dell’infla-zione e della rivalutazione attesa. Il tema del mantenimento del potere di acquisto del-la pensione durante la percezione è di assoluta rilevanza. Purtroppo nemmeno i pro-getti esemplificativi obbligatori per i fondi pensione lo hanno ancora affrontato…

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E’ utileadottare modellidi simulazioneche tengano già in conto ilmutamento attesodella durata di vita

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Sorgi: Permettetemi qui una risposta leg-germente provocatoria. L’ISC è un utileindicatore ma dovremmo abituarci ad ana-lizzare non solo il costo ma anche il rap-porto benefici/costi. Come, del resto, fac-ciamo in ogni acquisto della vita quotidia-na. Nel costo di una forma pensionisticaè compreso sia il prodotto che il serviziodi pianificazione previdenziale. Prenden-do spunto dalla domanda, e ipotizzandoun ISC del 3% ed una remunerazione delpianificatore di circa il 50%, è utile capi-re se tale costo è ben dimensionato. A talfine,tuttavia, bisogna anche misurare laquantità di lavoro che è richiesta al piani-ficatore e il versamento medio annuo (quici aiuta la relazione Covip), che è inferio-re a 2.000 euro. Facendo dunque i contiin tasca (per una volta) al Pianificatore,l’attesa di guadagno lordo è pari a 2.000euro *1,5% = 30 euro. Con questi trentaeuro lordi il Pianificatore dovrebbe poterremunerare le seguenti attività: a) cerca-re i clienti (che ahinoi non si attivano an-cora autonomamente per la pianificazio-ne finanziaria e previdenziale); b) andarea fargli visita, probabilmente almeno duevolte perché una visita serve per la sensi-

bilizzazione ed analisi dei dati ed una seconda per la presentazione delle proposte;c) stimare la necessità di integrazione, il che implica analisi dei consumi, della pre-videnza pubblica, di quella privata; d) fare eventuali valutazioni di convenienza suiriscatti di laurea; e) tenere un continuo monitoraggio dell’offerta; f) selezionare, ac-quistare, usare e condividere simulatori; g) leggere e spiegare le circa 130 pagine didocumentazione obbligatoria… e qui ci fermiamo perché se aggiungiamo gli adem-pimenti amministrativi, i questionari di adeguatezza, ecc. probabilmente le aree diattività connesse al servizio di pianificazione previdenziale sono più di venti. Il tut-to senza la certezza che effettivamente il consumatore diventi cliente. Sintetizzan-do gli esiti della remunerazione “parte del prodotto”, il guadagno atteso finché ilservizio è parte del costo del prodotto è davvero avvilente e disincentiva o non con-sente lo sviluppo di una cultura della pianificazione. Il consumatore dovrebbe ini-ziare a chiedersi se è più costoso un prodotto “low cost” inutile o un servizio di qua-lità; se è più costosa una previdenza “scatola nera” priva di analisi delle necessità diintegrazione o un servizio capace di massimizzare il rapporto tra tempo, rischio erendimento su orizzonti temporali così lunghi? Il servizio deve essere fornito ai con-sumatori; ma questo richiede un chiaro orientamento della remunerazione basatosul servizio e una competizione concentrata sul servizio e non sui prodotti. Il resto(indipendenza, numero di prodotti, ISC, ecc.) è molto “di tendenza” ma spesso deltutto secondario in termini di qualità della consulenza.

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Gaziano: Nei fondi pensione unostrumento per valutare i costi diuna gestione è l’ISC (indicatoresintetico di costo). Ci dice quantosi trattiene la società di gestionesu un orizzonte temporale di 2,5,10 o 35 anni ed è facilmente dimo-strabile che un costo elevato (in-torno all’1,5% annuo) sia in gradodi tagliare in maniera sensibile irendimenti finali per l’assicurato.Non è certo il solo valore su cui fa-re un’analisi nella valutazione diun fondo pensione ma certo è undato importante da esaminare vi-sto che è una delle poche cose cer-te… Eppure, soprattutto fra i Pip(piani individuali pensionisistici),non è infrequente trovare compa-gnie che applicano ISC del 2 e an-che del 3%... Valori che possonoanche dimezzare il valore dellarendita futura. Eppure credo chepochissimi risparmiatori conosca-no questo indice o vadano a leg-gerlo nel prospetto obbligatorioche le compagnie devono conse-gnare al sottoscrittore. Ci si fidasempre ciecamente del venditoreanche ai tempi della Mifid e deiprospetti da mille e più pagine?

Gaziano: Nel vostro libro di qualche an-no fa “Kit di Sopravvivenza del Rispar-miatore” (edizioni Il Sole 24 Ore Librie scritto da Gaetano Megale, Flavio Mi-glioli e Sergio Sorgi), uno dei miglioritesti sull’argomento, mi aveva moltodivertito cosa avevate scritto riguardo“errori, miti e credenze nella scelta dei‘migliori’ fondi”. Con la tendenza daparte di addetti ai lavori, giornalisti ovenditori a vendere le performance pas-sate, proponendo in maniera copiosaclassifiche del tipo “i fondi comuni chehanno reso di più negli ultimi anni” conl’assunzione implicita che potranno re-plicare anche in futuro questo compor-tamento.“Purtroppo tale pratica è so-stanzialmente errata e contro produt-tiva. Non si proverà neanche a citarel’enorme mole di ricerche e analisi che,soprattutto dal mondo accademico sta-tunitense, avvertono come non vi siaalcun motivo ragionevole per pensareche le performance realizzate nel pas-sato possano essere buoni indicatoridi quelle future.Anzi, spesso si assisteal fenomeno opposto: maggiore è laperformance storica, più alte sono leprobabilità di ‘correzione’al ribasso...”.Confermi quello che avevi scritto nel2002? Le classifiche sui fondi miglioria 12 o 36 mesi, a 5 stelle o 4 lune sem-brano prendere invece sempre più vi-gore… Come giudicate questo tipo dimetodologia di analisi passata dei mi-gliori gestori? Sono stati fatti dei passiin avanti o il risparmiatore è sempreindietro e ama scrutare i mercati conlo specchietto retrovisore?

Gaetano Megale: Gli studi e le analisi sultema continuano a mostrare che, comples-sivamente, la gestione attiva, al netto deicosti, non performa meglio di una strate-gia passiva. E ciò sia sul versante più squi-sitamente gestionale che su quello consu-lenziale: diversi studi recenti hanno infattimostrato che non vi sono evidenze del-

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la capacità degli operato-ri consulenziali nel creare si-gnificativo valore aggiuntoper i propri clienti. Purtrop-po le “sirene” del prodotto“migliore” continuano ad at-trarre l’attenzione sia deglioperatori che dei risparmia-tori distraendo da ciò che èil tema centrale, la pianifica-zione finanziaria personale,che pone l’accento sull’edu-cation del consumatore, sul-la definizione dei suoi obiet-tivi di vita per priorità e sul-la conseguente organizzazio-ne efficiente delle risorse eco-nomiche e finanziarie. Lapianificazione finanziariapersonale è l’unica manierache io conosca per produr-re ricchezza e benessere peri consumatori e ciò non so-lo rappresenta una offertaconsulenziale realistica maanche consistente in quantosupportata da una grandequantità di analisi e ricercheautorevoli. Per il resto, oc-corrono solo dei buoni pro-dotti per implementarla. Co-me la letteratura indica è suf-ficiente evitare di sottoscri-vere i fondi che sono nellaparte bassa della classifica,ossia quelli che le analisi in-dicano avere una qualchepersistenza nel tempo…

Gaziano: Sempre in questo bel libro un’altra frase mi aveva colpito: “in piùdi 15 anni di lavoro nel settore delle assicurazioni non ci è mai capitatodi avere a che fare con prodotti meravigliosi o miracolosi né con compa-gnie che sapessero moltiplicare il denaro con artifici economici partico-lari. Il ristoratore che regala i pranzi ha vita breve e non può permetter-si di pagare i fornitori…”. Questa vostra considerazione è sempre validanonostante ancora ci sia magari chi crede che c’è qualcuno capace di mol-tiplicargli i soldi con il banale versamento di modesti importi mensili?

Sorgi: La considerazione che ci portava a diffidare di pranzi gratis è più valida che mai.Venia-mo peraltro da anni nei quali i prodotti poco comprensibili, quelli che promettevano “guadagnise il mercato sale ed anche se il mercato scende” hanno mostrato i loro limiti finanziari, assicu-rativi e di servizio. La previdenza è un bisogno sociale di tutti e come tale deve essere scelto ealimentato comprendendo bene ciò che si sta facendo e ciò che ci si può attendere. La pensio-ne non ci sembra richieda ingegnerie finanziarie ma tempo, ottimizzazione dei rendimenti, ver-samenti adeguati e conversioni eque e rassicuranti in termini di mantenimento del potere di ac-quisto. I versamenti ottengono il rendimento dai mercati; la rendita si ottiene dividendo il capi-tale maturato per il numero di anni di vita attesa e usufruendo della certezza di un vitalizio con-trattuale. Il resto è “teatro”, pozioni magiche, giochi di prestigio dai quali staremmo francamen-te alla larga. Se un prodotto non si capisce, è forse meglio evitarlo. Se un Pianificatore appareorientato ai “pranzi gratis”, meglio cambiarlo.

Gaziano: Nelle vostre simu-lazioni e analisi non misembra che prendiatemolto in considerazione ititoli collegati all’inflazio-ne. Fra i pochi che posso-no garantire un rendimen-to reale e che possono benadattarsi a un’ampia fa-scia di risparmiatori conuna propensione al rischiobassa se non nulla. E’ co-sì o parlate soprattutto diEtf e fondi nelle simula-zioni per praticità? E co-me giudicate comunquequesti strumenti?

Gaetano Megale: Sicuramente i titoli inflation linked sonouno strumento adatto per proteggersi e possono essere fi-nalizzati ad obiettivi di investimento a lungo termine e per iquali non si vogliono correre rischi di erosione del capitalecome l’educazione dei figli e i piani di integrazione pensio-nistica.Tuttavia non è possibile affermare con sicurezza chegli strumenti “inflation linked” siano più o meno redditizidei titoli a cedola fissa: la profittabilità dipende dal valoredell’inflazione che si manifesterà nel tempo. Alcune analisistimano intorno ad un 2,25% di inflazione il punto di breakeven oltre al quale è meglio proteggersi dall’inflazione neiprossimi 10 anni comprando strumenti “inflation linked” ri-spetto a quelli con cedola fissa. In merito alle simulazioni ab-biamo naturalmente sviluppato modelli “risk free” per as-solvere agli obiettivi di vita quali l’integrazione pensionisti-ca. Naturalmente tali modelli evidenziano che a fronte dimaggior sicurezza è necessario l’impiego di maggiori risor-se. E’ tutta una questione di trade off tra sicurezza, ammon-tare di risorse necessarie e prestazioni desiderate.

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Non è possibile affermare con sicurezza che gli strumenti “inflationlinked” siano più o meno redditizi dei titoli a cedola fissa: la profittabilitàdipende dal valore dell’inflazione che si manifesterà nel tempo“

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Investire nel futuro solo per pagareoggi meno tasse non è unragionamento del tutto sensato vistoche l’obiettivo primario per moltilavoratori dovrebbe essere quello dipensare prima di tutto a costruirsi unapensione di scorta. Ma così va il mondo(e l’Italia soprattutto) e in effettil’attuale normativa sulla previdenzacomplementare è sicuramente moltoattraente da questo punto di vista perchi vuole abbattere l’imponibile. Se nonsi sono compiuti i 65 anni (maschi) o i60 (femmine) quanto investitoannualmente in maniera volontaria inun fondo pensione aperto (con unlimite massimo di 5.164 euro) potràessere dedotto (ossia sottratto) dalreddito imponibile ai fini del calcoloIrpef.Prendiamo, ad esempio, un soggettoche abbia un reddito lordo di 55.000Euro. In base alle aliquote Irpef, senzaconsiderare alcuna deduzione, il contodi imposte da pagare sarebbe di 17.220euro (il 31,3%). Se si deducono, comela legge consente, i 5.000 euro versatiper il fondo pensione l’imposta Irpefandrà perciò calcolata su 50.000 euro equindi si dovranno pagare 15.320 euro,risparmiando 1900 euro. In altreparole, l’aderente a un fondo pensione,a fronte di un esborso di 5.000 Euro, siè di fatto privato di 3100 Euro dalmomento che i rimanenti 1.900 sonostati compensati da un risparmiosull’imposta. E 5.000 euro èl’accantonamento in risparmioprevidenziale, soldi che si dovrebberoritrovare in futuro magari rivalutati (sispera).Ma cosa succederà quando si passeràall’incasso? Che fiscalità verràapplicata sulla cifra accantonata? E sipotrà poi richiedere il rimborso di tuttoil capitale accantonato?Le prestazioni finali, sia in forma direndita che di capitale, (esclusi icontributi non dedotti, le quote dicontributi eccedenti il limite di

deducibilità e i rendimenti maturatitassati in fase diversamento/maturazione) scontanouna imposizione con aliquota del 15%che si riduce dello 0,30% all’anno perogni anno di permanenza oltre ilquindicesimo, fino ad un’aliquotaminima del 9%. Il regime fiscaleprevisto per le prestazioni finali siapplica anche alle anticipazioni in casodi gravi malattie, riscatto parziale etotale e ai riscatti per premorienzadell’iscritto. Il Fisco si conferma quindigeneroso non solo all’atto dell’ingressoma anche al momento dell’uscita neiconfronti della previdenzacomplementare. Ma attenzione: perregola generale al momento delpensionamento l’iscritto ha il diritto diricevere sotto forma di capitale fino al50% del montante maturato, mentre larestante parte deve essere convertitain rendita. Ovvero un assegno mensile(in base al montante accumulato e allapropria età e sesso applicando icosiddetti ‘coefficienti di conversione’che tengono conto della vita mediadella popolazione italiana) che saràpagato vita natural durante. Per capirela reale entità di questo vitaliziooccorrerà aspettare il momento dellaconversione con tabelle di conversioneche potranno variare da fondo a fondo(e questo aspetto contribuisce certo arendere una scommessa in parte albuio la previdenza complementare) maorientativamente per dare solo un’ideasi può ipotizzare per un maschio di 65anni un coefficiente del 4,58%. Questosignifica in caso di montanteaccumulato di 200.000 euro (ovverocapitale versato + più rendimentirealizzati) la rendita mensile sarà di768 euro al mese.La ‘trasformazione’ del capitale in unarendita avviene applicando i cosiddetti‘coefficienti di conversione’ chetengono conto della vita media dellapopolazione italiana (quindi più siallunga la vita media minore sarà la

rendita) e sono differenziati per età eper sesso. Più alta è l’età alpensionamento maggiore sarà l’entitàdella rendita. E’ possibile ancheriscattare l’intera posizione a scadenzadice la normativa, se “convertendo inrendita il 70% del montante si hadiritto ad una rendita inferiore allametà dell’assegno sociale”, che detto,in modo più semplice e facile avvienequando il montante finale risultainferiore ai 55.000- 60.000 euro.Oggi aderire a un fondo pensione, dalpunto di vista fiscale, è quindi certovantaggioso ma per correttezza è benericrdare che nessuno può dire se nelfuturo lo Stato non cambierà le regoledel gioco. E questo “doping” fiscaleaiuta certamente più i redditi alti chequelli bassi. Inoltre questo è solo unlato della medaglia. Se poi il gestoregestisce male i risparmi accantonati eottiene risultati negativi oltre un certolivello anche il “doping” fiscale nonbasta. Fidarsi dei gestori dei fondipensione alla cieca (soprattuttonell’azionario) non ci sembra quinditroppo sensato visto che nel periodo1984-2008 i risultati realizzatidall’industria dei fondi comuni (e chigestisce i fondi pensione sono sempregli stessi operatori) a fronte di unacrescita dei mercati azionari del+146% per l’Italia (indice Mib) e del+174,7% delle borse mondiali (MsciWorld) hanno prodotto un miserorendimento del +40,1%! Oltre 3 punti direndimento annuo medi in meno chesono serviti a pagare i costi della“baracca”, le reti di vendita e glistipendi dei gestori. In questi 25 anni leazioni saranno state pure un ottimoinvestimento ma non (nella maggiorparte dei casi) per chi si è affidato alrisparmio gestito. Ed è bene quindi (pernon incorrere in sonori delusioni)distinguere fra rendimenti dei mercatie rendimenti del risparmio gestito. Chepossono divergere in modo moltoelevato…

FONDI PENSIONE, IL VERO REGALO LO FA IL FISCO (SEMPRE CHE NON SI PENTA...)

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In questa elaborazione di Progetica realizzata per MoneyExpert si stima la rendita ottenibile dal versamento di 1.000 euro al mese(evidentemente per accantonamenti minori o superiori basterà fare le dovute proporzioni) in un fondo pensione aperto in base a

durata e livello del rischio. In particolare le seguenti tabelle mostrano la stima della prestazione pensionistica complementare per i pro-fili considerati (maschio o femmina 30-40-50enni), a partire da un versamento reale annuo di 1.000 euro.

COME SONO CALCOLATI QUESTI VALORI:

FASE DI VERSAMENTOI versamenti sono di 1.000Û reali annui,con un incremento dell’1% annuo reale.FASE DI ACCUMULOLa composizione delle linee di investimen-to è:- Garantito: garantito 2%- Obbligazionario: 100% obbligazionario- Bilanciato azionario: 40% obbligaziona-rio – 60% azionarioI benchmark usati per le stime sono l’MSCIWorld per l’azionario e il JPM Emu per l’ob-bligazionario.Le stime effettuate si basano su rigorosemetodologie probabilistiche.L’elaborazione degli scenari probabilisticiincorpora differenti fasi di mercato: sia mo-menti di crisi (come quelli del 2008), sia

momenti di crescita. In tal modo il rendi-mento probabilistico, in funzione del livel-lo di stima selezionato, considera tutti i pos-sibili scenari.In particolare, il modello probabilistico adot-tato per le stime si basa su 240 osservazio-ni mensili (20 anni).La serie dei mercati utilizzati per la produ-zione delle stime e degli scenari statistici èottenuta mediante il procedimento Proxyn-tetica®, che consiste nella rielaborazione diserie storiche di performance e dunque nel-la definizione di una nuova serie storica chesintetizza il potenziale di rischio-rendimen-to derivato da un congruo numero di seriestoriche del mercato in analisi, ricavato sudiversi periodi temporali e quindi in diver-se condizioni economico-finanziarie.

In particolare, sono stati presi in conside-razione il livello di probabilità di stima del50% degli scenari: vi sono cioè 50 proba-bilità su 100 di realizzare un risultato supe-riore a quello indicato (risultato atteso).I costi applicati alla previdenza complemen-tare sono stati derivati dai dati medi CO-VIP per i Fondi Aperti, differenziati per du-rata del piano previdenziale.Viene infine considerata la fiscalità in fasedi accumulo,pari all’11%,con recupero del-le minusvalenze.FASE DI EROGAZIONELe prime rendite sono stimate in terminireali, secondo i seguenti parametri :Tavole IPS55* (ISTAT 2005 proiettive)Tasso tecnico di sconto: 0%Costo di conversione in rendita 1.25%

NOTA. L’indice di efficienza rappresenta il rapporto tra la somma delle rendite attese a vita media e la somma di quanto versato. Esso rappresentaquanti euro di pensione sono ottenibili a partire da ogni singolo euro versato. Tutti i valori sono in termini reali, a parità di potere di acquisto.

QUANTO PUÒ VALERE UNA RENDITA DI SCORTA? UN QUARANTENNE CHE VERSA COME PREVIDENZACOMPLEMENTARE PER 25 ANNI 1000 EURO AL MESE POTRÀ INCASSARE A 65 ANNI UNA PENSIONE STI-MATA DAI 1.290 AI 1824 EURO AL MESE. UNA DONNA TRENTENNE CHE VERSA COME PREVIDENZA COM-PLEMENTARE PER 30 ANNI 1000 EURO AL MESE POTRÀ INCASSARE A 60 ANNI UNA PENSIONE STIMATADAI 1.140 AI 1727 EURO AL MESE.

STIMA PRIMA RENDITA INDICE DI EFFICIENZA

E SE ACCANTONASSI 1.000 EURO AL MESE...

ANNO DI GENERE ETÀ DURATA GARANTITO OBBLIGAZIONARIO BILANCIATO GARANTITO OBBLIGAZIONARIO BILANCIATONASCITA PENSIONAMENTO DEL PIANO 2% AZIONARIO 2% AZIONARIO

1980 M 65 35 € 1.876 € 2.860 € 3.049 1,32 2,02 2,15

1970 M 65 25 € 1.290 € 1.743 € 1.824 1,34 1,82 1,90

1960 M 65 15 € 749 € 900 € 924 1,37 1,64 1,69

1980 F 60 30 € 1.140 € 1.635 € 1.727 1,43 2,05 2,16

1970 F 60 20 € 727 € 926 € 960 1,44 1,83 1,90

1960 F 60 10 € 349 € 396 € 404 1,45 1,65 1,68

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* La sigla IPS55 indica le tabelle costruite sulla base degli studi Istat della popolazione italiana per calcolare rendite e pensioni.

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FINALITÀLa seguente analisi nascecon la finalità di individua-re il capitale minimo ne-cessario da investire altempo 0 per ottenere unarendita finanziaria di uncerto ammontare a pote-re di acquisto costante efino a “vita media”.

I DATI DI INPUTPer risolvere un problemadi decumulo finanziario ènecessario definire una se-rie di elementi:✓ l’età di partenza dell’in-vestitore e quindi l’oriz-zonte temporale;✓ il profilo di rischio;✓ l’ammontare della ren-dita.Le soluzioni proposte si ri-feriscono ad un trentenne,un quarantenne e un cin-quantenne. Il termine del-la vita media per ciascunodi questi tre ipotetici inve-stitori, secondo le tavoleIPS55, corrisponde in tut-ti i casi a 86 anni, ne con-segue che la durata dellarendita è rispettivamente di56 anni, 46 anni e 36 anni.

In merito al rischio sono stati ipotizzati tre differenti profili: DIFENSIVO, BILANCIATO e AGGRESSIVO.

Il profilo DIFENSIVO corrispon-de ad un investitore che vuoleridurre la possibilità di subireoscillazioni anche modeste sulcapitale iniziale e non sopportauna perdita massima potenzia-le superiore al 5% all’interno diuno scenario prudenziale che sitraduce in una probabilità delrisultato finale del 93%.

Il profilo BILANCIATO corrispon-de ad un investitore che è in gra-do di sopportare oscillazioni diuna certa entità sul capitale ini-ziale e non sopporta una perdi-ta massima potenziale superio-re al 15% all’interno di uno sce-nario moderatamente difensivoche si traduce in una probabili-tà del risultato finale del 84%.

Il profilo AGGRESSIVO corri-sponde ad un investitore che èin grado di sopportare oscilla-zioni consistenti sul capitale ini-ziale e non sopporta una perdi-ta massima potenziale superio-re al 25% all’interno di uno sce-nario normale che si traduce inuna probabilità del risultato fi-nale del 75%.

ECCO QUANTI SOLDI CI VOGLIONO PER VIVERE DI RENDITA

LO STUDIO REALIZZATO DA PROGETICA

LE SIMULAZIONI CHE CI DICONO COMEREALIZZARE UNA RENDITA FINANZIARIA

L’ammontare della rendita finanziaria è stato fissato pari ad un valore di 36.000 euro l’anno a potere di

acquisto costante.

I RISULTATI DELL’ANALISITutte le simulazioni indicate in questa analisi tengono conto del metodo “life cycle” che, come si evin-ce dai grafici di evoluzione del benchmark, all’avvicinarsi dell’impiego delle risorse incrementano lecomponenti di mercato meno rischiose quali monetario e obbligazionario euro. Infatti, in un model-lo di pianificazione finanziaria, la costruzione del portafoglio deve tener conto del tempo nel quale siprevede di impiegare le risorse per l’acquisto del bene o del servizio desiderato. Quanto più si am-plia l’orizzonte temporale tanto più sarebbe opportuno incrementare in maniera efficiente il rischiodell’investimento per ottenere il risultato target con la minore quantità di risorse. Inoltre è opportu-no, man mano che il tempo passa, ridurre il rischio coerentemente con il tempo rimanente in quan-to ciò consente di proteggere il capitale da eventuali shock dei mercati in prossimità dell’impiego del-le risorse. Questa modalità di variare il profilo di rischio dell’investimento al trascorrere del tempoviene appunto denominata “life cycle”.

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Le risorse necessarie per ottenere una rendita di 36.000 euro annue a potere di acquisto costante, in funzione del profilo di rischio e

dell’età dell’investitore, sono indicate nella seguente tabella:

Dal momento che esiste una proporzionalità tra la rendita e il capitale iniziale è possibile ottenere la seguente tabella che indica quan-

ti euro è necessario versare per avere 1 euro di rendita a potere di acquisto costante fino a “vita media”:

30 enneCAPITALE INIZIALE RENDITA ANNUA STIMATA CUMULO RENDITA STIMATA

DIFENSIVO 1.447.398 (36.000 *56 anni)BILANCIATO 1.376.120 36.000 =AGGRESSIVO 824.213 2.016.000

40 enneCAPITALE INIZIALE RENDITA ANNUA STIMATA CUMULO RENDITA STIMATA

DIFENSIVO 1.269.135 (36.000 *46 anni)BILANCIATO 1.217.186 36.000 =AGGRESSIVO 784.376 1.656.000

50 enneCAPITALE INIZIALE RENDITA ANNUA STIMATA CUMULO RENDITA STIMATA

DIFENSIVO 1.059.915 (36.000 *36 anni)BILANCIATO 1.025.785 36.000 =AGGRESSIVO 720.063 1.296.000

TABELLA 1.1

30 enneCAPITALE INIZIALE RENDITA ANNUA STIMATA CUMULO RENDITA STIMATA

DIFENSIVO 40,21 (1 *56 anni)BILANCIATO 38,23 1 =AGGRESSIVO 22,89 56

40 enneCAPITALE INIZIALE RENDITA ANNUA STIMATA CUMULO RENDITA STIMATA

DIFENSIVO 35,25 (1 *46 anni)BILANCIATO 33,81 1 =AGGRESSIVO 21,79 46

50 enneCAPITALE INIZIALE RENDITA ANNUA STIMATA CUMULO RENDITA STIMATA

DIFENSIVO 29,44 (1 *36 anni)BILANCIATO 28,49 1 =AGGRESSIVO 20,00 36

TABELLA 1.2

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016

Di seguito sono indicati i benchmark ottimi, e relative evoluzioni nel tempo, per ciascuna età e profilo di rischio.

GRAFICO 1.1

GRAFICO 1.2

BENCHMARK DIFENSIVO - 30enne

EVOLUZIONE BENCHMARK LIFE CYCLE DIFENSIVO - 30enne

Un 30enne con ap-proccio difensivopotrebbe ripartirecosì il proprio ca-pitale di partenza(grafico 1.1) e poinel tempo modifi-carlo secondo loschema proposto(grafico 1.2)

GRAFICO 2.1

GRAFICO 2.2

BENCHMARK DIFENSIVO - 40enne

GRAFICO 5.1

BENCHMARK BILANCIATO - 40enne

EVOLUZIONE BENCHMARK LIFE CYCLE DIFENSIVO - 40enne

Un 40enne con ap-proccio difensivopotrebbe ripartirecosì il proprio ca-pitale di partenza(grafico 2.1) e poinel tempo modifi-carlo secondo loschema proposto(grafico 2.2)

Un 40enne con ap-proccio bilanciatopotrebbe ripartirecosì il proprio ca-pitale di partenza(grafico 5.1) e poinel tempo modifi-carlo secondo loschema proposto(grafico 5.2)

ANNI

GRAFICO 3.1

GRAFICO 3.2

BENCHMARK DIFENSIVO - 50enne

EVOLUZIONE BENCHMARK LIFE CYCLE DIFENSIVO - 50enne

Un 50enne con ap-proccio difensivopotrebbe ripartirecosì il proprio ca-pitale di partenza(grafico 3.1) e poinel tempo modifi-carlo secondo loschema proposto(grafico 3.2)

ANNI

ANNI

GRAFICO 5.2

EVOLUZIONE BENCHMARK LIFE CYCLE BILANCIATO - 40enne

ANNI

GRAFICO 4.1

GRAFICO 4.2

BENCHMARK BILANCIATO - 30enne

EVOLUZIONE BENCHMARK LIFE CYCLE BILANCIATO - 30enne

Un 30enne con ap-proccio bilanciatopotrebbe ripartirecosì il proprio ca-pitale di partenza(grafico 4.1) e poinel tempo modifi-carlo secondo loschema proposto(grafico 4.2)

ANNI

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017

GRAFICO 6.1

GRAFICO 6.2

BENCHMARK BILANCIATO - 50enne

EVOLUZIONE BENCHMARK LIFE CYCLE BILANCIATO - 50enne

Un 50enne con ap-proccio bilanciatopotrebbe ripartirecosì il proprio ca-pitale di partenza(grafico 6.1) e poinel tempo modifi-carlo secondo loschema proposto(grafico 6.2)

GRAFICO 7.1

GRAFICO 7.2

BENCHMARK AGGRESSIVO - 30enne

EVOLUZIONE BENCHMARK LIFE CYCLE AGGRESSIVO - 30enne

Un 30enne con ap-proccio aggressi-vo potrebbe ripar-tire così il propriocapitale di parten-za (grafico 7.1) epoi nel tempo mo-dificarlo secondolo schema propo-sto (grafico 7.2)

ANNI

GRAFICO 8.1

GRAFICO 8.2

BENCHMARK AGGRESSIVO - 40enne

EVOLUZIONE BENCHMARK LIFE CYCLE AGGRESSIVO - 40enne

Un 40enne con ap-proccio aggressi-vo potrebbe ripar-tire così il propriocapitale di parten-za (grafico 8.1) epoi nel tempo mo-dificarlo secondolo schema propo-sto (grafico 8.2)

ANNI

ANNI

GRAFICO 9.1

GRAFICO 9.2

BENCHMARK AGGRESSIVO - 50enne

EVOLUZIONE BENCHMARK LIFE CYCLE AGGRESSIVO - 50enne

Un 50enne con ap-proccio aggressi-vo potrebbe ripar-tire così il propriocapitale di parten-za (grafico 9.1) epoi nel tempo mo-dificarlo secondolo schema propo-sto (grafico 9.2)

ANNI

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NOTE METODOLOGICHEIl metodo Monte Carlo è un modello scientifico di stima dellelinee di investimento particolarmente funzionale allo scopo.Il metodo rappresenta essenzialmente una tecnica di simulazio-ne. Fatte alcune assunzioni sulla distribuzione delle performan-ce dei diversi mercati e la correlazione fra gli stessi, il metodoMonte Carlo utilizza questi dati per calcolare una serie di pos-sibili insiemi di valori futuri dei rendimenti dei titoli in portafo-glio. Così è possibile stimare le diverse evoluzioni di un investi-mento facendo ricorso alla produzione di “scenari” oggettivi sta-tistici (sequenze di risultati) attribuendo ad essi delle probabili-tà oggettive di accadimento. La produzione di migliaia di sce-nari e la loro valutazione complessiva può dare utili indicazionicirca l’evoluzione probabilistica dell’investimento. Il futuro an-damento dei singoli mercati non si può quindi prevedere ma lavalutazione complessiva dell’insieme degli scenari può consen-tire la stima dell’evoluzione del fenomeno totale.

ESEMPLIFICAZIONE GRAFICA DEL METODO DI STIMA:

✓ La curva intermedia inferiore rappresenta una stima pru-denziale di una evoluzione moderatamente negativa: la pro-babilità di conseguire almeno i valori che giacciono sulla cur-va è dell’84% ossia l’84% degli scenari cade nella parte su-periore e solo il 16% di essi realizza valori inferiori.

La serie del/i mercati utilizzati per la produzione degli sce-nari statistici è ottenuta mediante il procedimento Proxynte-tica®, brevetto internazionale di Progetica che ha avuto di-versi riconoscimenti, tra i quali quello della Provincia di Mi-lano - Settore attività economiche - 2003. Il metodo è unamodalità innovativa per interpretare ed elaborare i profili dirischio-rendimento dei mercati e delle attività finanziarie mi-gliorando l’accuratezza delle analisi e l’affidabilità delle sti-me statistiche. In termini tecnici, questa metodologia consi-ste nella rielaborazione di serie storiche di performance edunque nella definizione di una nuova serie storica che sin-tetizza il potenziale di rischio-rendimento derivato da un con-gruo numero di serie storiche del mercato in analisi, ricava-to su diversi periodi temporali e quindi in diverse condizio-ni economico-finanziarie.

La base dati è aggiornata al 30 novembre 2009 e gli indici di

mercato utilizzati sono i seguenti:

✓ MONETARIO EURO= JPM CASH 3M EUR

✓ OBBLIG. EMU=JPM EMU

✓ OBBLIG.GLOBALE=100% JPM GLOBAL BOND

✓ BILANCIATO=40% MSCI TR WORLD + 30% JPM EUROPE +

30% JPM CASH 3M EUR

✓ OBBLIG. HIGH YIELD=70% ML GLOBAL HIGH YIELD &

EMERG. MKT PLUS + 30% JPM CASH 3M EUR

✓ AZIONARIO AMERICA=85% MSCI TR NORTH AMERICA +

15% JPM CASH 3M EUR

✓ AZIONARIO EUROPA=85% MSCI TR EUROPA + 15% JPM

CASH 3M EUR

✓ √AZIONARIO GLOBALE=85% MSCI TR WORLD + 15% JPM

CASH 3M EUR

✓ AZIONARIO PACIFICO=85% MSCI TR PACIFIC + 15% JPM

CASH 3M EUR

✓ AZIONARIO PAESI EMERG.=85% MSCI TR EMERGING

MKTS + 15% JPM CASH 3M EUR

Le indicazioni ed i dati della elaborazione non costituisconogaranzia per i risultati futuri. Le analisi, anche se basate suelaborazioni rigorose di dati e su modelli di investimentoquantitativi derivati dalla più qualificata ricerca, hanno unoscopo illustrativo e rispecchiano le valutazioni al momentodella loro elaborazione. Le indicazioni relative al profilo dirischio-rendimento dei mercati sottolineano che si tratta distime statistiche che possono essere effettuate a diversi gra-di di probabilità.

La formalizzazione dell’insieme degli scenari consente di attribui-

re delle probabilità oggettive alla loro evoluzione. Così:

✓ la curva centrale rappresenta l’evoluzione “attesa” dell’inve-stimento al 50% di probabilità in quanto presenta il valore piùprobabile di accadimento: la curva divide esattamente l’insiemedegli scenari statistici in quanto il 50% cade nella parte superio-re e l’altro 50% cade nella parte inferiore;

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Quando si parla di risparmio gestito o di gestio-ne dei propri investimenti spesso il dibattito sisofferma sulla scelta tra una politica di gestio-ne attiva o passiva. In generale si parla di unagestione passiva quando il gestore replica sem-plicemente il benchmark (ovvero l’indice di ri-ferimento del mercato in cui si investe), men-tre la gestione attiva è connotata dal tentativodi batterlo con scelte operative divergenti. Nelcaso di un fondo azionario passivo (oppure unEtf) si replica pedissequamente l’andamento diquel mercato, come un clone. Nel caso di unfondo azionario o di una gestione attiva si mu-terà magari l’esposizioni in azioni, la scelta deititoli da detenere e il peso percentuale da as-segnare e il market timing, ovvero i momenti diacquisto e di vendita con l’obiettivo di fare me-glio del mercato.Le visioni che ci sono dietro questi 2 approccisi rifanno a due visioni contrapposte. Da unaparte ci sono i cultori del value investing (scuo-la nata negli anni ’30 con Benjamin Graham cheè stato il maestro di Warren Buffett e di tanti ge-stori) che pensano di poter sfruttare le irrazio-nali fluttuazioni dei prezzi – prodotte dall’emo-tivo oscillare degli investitori tra euforia e pani-co – identificando a proprio vantaggio le discre-panze tra i prezzi stessi e i “valori” sottostanti.Dall’altra ci sono i sostenitori delle aspettativerazionali e dell’efficienza dei mercati che han-no come “ideologi” Harry Markowitz o BurtonMalkiel (autore del libro “A zonzo per Wall Stre-et, Sperling & Kupfer Editore) che consideranototalmente aleatorio l’andamento dei mercati.E una perdita di tempo, costi ed energia l’inten-zione di batterlo.I sostenitori della gestione attiva reputano quin-di che i prezzi tenderanno ad allinearsi al valo-re “intrinseco” in un futuro non troppo remotomentre i sostenitori della gestione passiva so-

stengono che è meglio concentrarsi sulla pro-pria propensione al rischio per poi replicare l’an-damento dei mercati “stupidamente”, senzaperdere tempo nella ricerca dei titoli o dei mo-menti migliori per acquistare e vendere. E dal-la loro hanno ricerche condotte inizialmente ne-gli Stati Uniti ma che valgono in tutti i mercatiche evidenziano come i fondi a gestione passi-va (i cosiddetti fondi indice da cui sono deriva-ti poi gli Etf) battono nella maggior parte (in mi-sura superiore all’80%) quelli a gestione attiva.Per quanto queste ricerche soffrono spesso diun vizio all’origine visto che analizzano prodot-ti del risparmio gestito (come la maggior partedei fondi d’investimento) che vengono venduticome “attivi” ma che nella realtà non lo sonoaffatto! Gli investitori che preferiscono la gestio-ne passiva evidenziano come nel lungo perio-do l’evoluzione dell’indice ha elevate probabi-lità di battere l’operato dei gestori e inoltre lagestione passiva richiede meno capitale uma-no e, pertanto, l’incidenza dei costi nel lungotermine sarà molto inferiore a quella della ge-stione attiva (facendo sentire il suo peso sulleperformance).Chi ha ragione? E’ giusto dire cheè inutile fare gestione passiva perché i merca-ti sono totalmente imprevedibili e incorporanogià tutte le informazioni a disposizione degli in-vestitori ed è tempo (e denaro) perso cercare difar meglio? Personalmente, per quanto concor-di sul valore aggiunto o nullo di buona parte delrisparmio gestito, trovo comunque troppa ol-tranzista la tesi dell’impossibilità di fare megliodel mercato.Ci sono gestori di fondi,hedge fund,track record di investitori e gestori che dimo-strano il contrario e non solo per poche stagio-ni. Certo, qualche “annata” può andare storta,ma nel medio-lungo periodo questi investitori(e non parliamo solo di Warren Buffett) hannodimostrato che si può battere il mercato e ta-

GESTIONE ATTIVA O PASSIVA?GLI ESPERTI DI PROGETICA CONSIGLIANO LA GESTIONE PASSI-VA. NOI NON SIAMO D’ACCORDO PER QUANTO È VERO CHE MOL-TA GESTIONE VENDUTA COME “ATTIVA” È PURA FUFFA. E SIAMOCONVINTI DEL NOSTRO APPROCCIO FLESSIBILE E ATTIVO GRA-ZIE AI RISULTATI SUPERIORI REALIZZATI IN TANTI ANNI DI ATTIVITÀ.BEN CONSCI CHE NON SARÀ SEMPRE “FESTA”…

La polemica gliare la volatilità. Le generalizzazioni non miconvincono e sono sicuro (e non sono certo ilsolo come dimostra il crescente successo del-la finanza comportamentale) che i mercati nonsono affatto efficienti e la presunta razionalitàdegli investitori (grandi o piccoli) sia una totaleballa.Sono la paura e l’avidità a muovere in mo-do ciclico e potente periodicamente i mercatiche altro non sono che dei catalizzatori di emo-zioni estreme e di comportamenti gregari. C’èqualcosa di razionale ed efficiente in tutto que-sto? Concordo comunque con il pensiero di Pro-getica che un approccio alla gestione attiva (fon-dato a sua volta su modelli fondamentali o quan-titativi) non è per tutti. E che per molti rispar-miatori sia preferibile optare per una sana ge-stione passiva piuttosto che sottoscrivere pro-dotti che di attivo hanno ben poco. Ma soste-nere la superiorità assoluta della gestione pas-siva mi sembra errato. I portafogli azionari diBorsaExpert.it si fondano su una gestione atti-va (basati in buona parte su modelli di analisiquantitativa tradotti in algoritmi in diversi por-tafogli) e in oltre 10 anni hanno dimostrato dipoter battere (e in modo significativo) il merca-to. Tagliando le perdite nelle fasi di più forte ri-basso (perché si diminuiva la componente azio-naria) e incrementandola nelle fasi di ripresaper far correre i profitti. E il risultato non è sta-to solo una netta supremazia del nostro approc-cio rispetto a una gestione passiva in termini diperformance (mentre i mercati azionari sonoperfino arretrati nell’ultimo decennio il rendi-mento medio dei nostri portafogli è stato am-piamente positivo e con rendimenti a 2 zeri) masoprattutto è stata limitata molto la volatilità.Veder oscillare il proprio patrimonio anche del65% non è da tutti e nella mia esperienza unrisparmiatore anche educato con la massimabuona volontà e buona fede da un pianificato-re “efficiente e razionale” difficilmente è in gra-do di mantenere saldi i nervi, senza liquidaretutte le posizioni nel momento magari peggio-re. Un approccio disciplinato e flessibile (comequello che cerchiamo di adottare nelle strate-gie di BorsaExpert.it) ritengo sia una buona al-ternativa a un investimento passivo o fintamen-te attivo. E i risultati finora ci hanno dato ragio-ne. E rispetto al decennio 1999-2009 questanostra “imprudenza” ci ha finora regalato unvantaggio di qualche centinaio di punti percen-tuali rispetto a una gestione passiva. Vedremose anche nei prossimi decenni sapremo ammi-nistrare questo vantaggio. Noi ce lo auguriamo.

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Salvatore Gaziano: L’ipotesi divita media è 86 anni. Intor-no a quella data vi è un’al-ta probabilità che siano“mangiati” sia il capitaleche la rendita?

Sergio Sorgi: Nello studio presenta-to il capitale residuo al compimentodell’ottantaseiesimo anno è pari a ze-ro, in quanto tutta la rendita eroga-ta esaurisce il capitale a disposizio-ne. L’ipotesi di vita media è ottenu-ta utilizzando le tavole di mortalitàIPS55 (tabelle costruite sulla basedegli studi Istat della popolazione ita-liana per calcolare rendite e pensio-ni) che indicano una aspettativa divita complessiva (vissuta più residua)che oscilla tra 85 ed 86 anni per untrentenne, un quarantenne e un cin-quantenne. Questo nel caso dei ma-schi. Per le femmine trenta-cinquan-tenni, invece, l’attesa di vita comples-siva oscilla intorno agli 89-90 anni.Questo significa che ci sono 50 pro-babilità su cento di superare tale etàe che pertanto porre un obiettivo diesaurimento del capitale “a vita me-dia” significa esporsi al rischio di so-pravvivere al proprio reddito nel 50%(e più, dato il continuo allungarsi del-la vita media) dei casi. Un rischio“demografico” francamente poco ac-cettabile. In ogni caso, poiché le at-tese di vita derivano anche dai pro-pri comportamenti, invitiamo i let-tori ad effettuare una simulazione delproprio “rischio di longevità” me-diante il simulatore “chi vuol essercentenario”.

Gaziano:

Comeproteggersiefficacementea un prezzoaccettabile sesi dovessevivere più alungo secondola vostraopinione?

Sorgi: I rischi di lunga vita di norma non si gestisconoda soli ma facendo ricorso alla mutualità, ossia a quellaforma di gestione dei rischi che, mediante la legge deigrandi numeri, tutela il singolo dall’esaurimento del suomontante individuale. Il “prezzo” del trasferimento deirischi è sostanzialmente equo, poiché le tavole demogra-fiche di riferimento sono pubbliche (con pochissime ec-cezioni) ed i costi sono trasparenti. Ciò premesso, il prez-zo dipende anche dalle proprie scelte, ossia dalla capa-cità di cominciare la propria integrazione prima possibi-le, dalla scelta del comparto di investimento più appro-priato, dalla comprensione dei benefici offerti dalle so-luzioni vitalizie in termini di trasferimento del rischio de-mografico di lunga vita.

Gaziano: Come giudicate in generale il mercato assicurativo delle“rendite vitalizie differite”? Una buona soluzione per i rispar-miatori o soprattutto per gli assicuratori?

Sorgi: Il mercato delle rendite vitalizie assicurative “tradizionali” pratica-mente non esiste più. Questo proprio perché il continuo allungamento del-la vita media rende impossibile ad una Compagnia impegnarsi per il futu-ro senza incorrere in rischi (potremmo chiamarle certezze) di futuri defi-cit patrimoniali. Del resto, fissare oggi le conversioni in rendita per unadonna di trenta anni significa mettere in conto di pagare rendite fino al-meno al 2070, con una buona probabilità di dover tenere fede all’impe-gno preso ben oltre il 2100. Quale risparmiatore, dato il continuo allun-gamento della vita, investirebbe i propri soldi in titoli azionari di una Com-pagnia di Assicurazione prospetticamente connotata da rischi patrimonia-li così ingenti? Per questo motivo le Compagnie hanno smesso di propor-re il prodotto “rendita vitalizia”, che peraltro era vantaggiosissimo per i ri-sparmiatori ma che è stato poco acquistato, anche perché, come spesso ac-cade, l’attenzione di chi valutava il prodotto “rendita vitalizia” si concen-trava sui costi e non sul rapporto benefici/costi. I prodotti, infatti, costava-no talora più del 10% e così davvero pochi ebbero l’accortezza di apprez-zare che fissare le tavole demografiche con largo anticipo significava atten-dersi un guadagno molto superiore a quanto eroso dai costi di sottoscri-zione. Per dare un esempio, le rendite vitalizie sottoscritte alla fine deglianni ’80 e che scadono nel prossimo decennio convertiranno il capitale inrendita in base ad una ipotesi di attesa di vita in pensione pari a poco piùdella metà di quella che le statistiche evidenziano per chi va in pensioneoggi. Il che significa che le vecchie e “costose” polizze garantiranno pen-sioni per un valore doppio rispetto al capitale che le genererà…

DOMANDE & RISPOSTERIGUARDANTI LO STUDIO SUL COME COSTRUIRSI UNA RENDITA FINANZIARIA

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Sarai un centenario? Scoprilo qui: www.progetica.it/Tools/ChiVuolEssereCentenario.aspx

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Gaziano: In Italia, peraltro, il mercato delle rendite vita-lizie non è mai decollato e mi risulta che ammonti allo0,7% circa del mercato. Posto di fronte all’alternativa seincassare tutto subito o ottenere una rendita mensile il ri-sparmiatore italiano si butta… sul cash.E’una scelta sem-pre conveniente e come andrebbe invece correttamentevalutata quando ci si trova di fronte a questo bivio?

Sorgi: Le rendite vitalizie in Italia non sono mai decollate. Il tema della lun-ga vita non è infatti al centro di dibattiti pubblici o privati e pertanto nonsi coglie la necessità di avere una tutela per il rischio di sopravvivere al pro-prio reddito. Il mercato dell’offerta, d’altro canto, non propone la renditaperché non ne trae remunerazione (reti distributive) o perché costituisco-no un fortissimo rischio patrimoniale (Compagnie di Assicurazione che,lo rammentiamo, pagano le rendite pensionistiche anche dei Fondi Pen-sione). Dunque si preferisce il capitale. Gli attuali pensionati sono i soliche comprendono il rischio di un capitale in luogo di una rendita, costret-ti a ridurre la qualità della vita mese dopo mese perché il capitale si va esau-rendo e dunque perfettamente consapevoli della necessità di non doversipreoccupare di “quanto si vivrà”. Male esperienze degli altri, si sa, non so-no tesoro di tutti ed in particolar mo-do sono davvero pochi coloro che sipreoccupano di dare consapevolezzaalle nuove generazioni. Il tema è so-ciale, etico, politico ma anche finan-ziario. Se si ipotizza di dover gestire ilproprio capitale con la certezza cheduri “per sempre” bisogna pianifica-re il decumulo (ovvero l’intaccamen-to e lo “smontaggio” del capitale mes-so da parte) non “a vita media”, gran-dezza che lascia il 50% di probabilitàdi essere ancora vivi ma senza un eu-ro, bensì “a vita completa”. Questo si-gnifica ipotizzare d’essere l’ultimo uo-mo/donna in vita della propria gene-razione e concretamente implica por-re la fine del decumulo intorno ai 120anni di età. Un investimento che co-pra tale periodo, a parità di versamen-to annuo e durata e linea di investi-mento rispetto ad un fondo pensionedi pari costo, consente una renditamolto inferiore a quella offerta dal fon-do pensione, perché il singolo pianodi decumulo finanziario deve durarefino a 120 anni mentre le Compagniegestiscono le popolazioni a vita mediagrazie alla mutualità, che consente dipagare chi vive di più con i denari la-sciati in monte da chi vive di meno.

Gaziano: Nella vostra simulazione uti-lizzate il metodo “life cycle”. Unmeccanismo di adattamento delprofilo di rischio all’età del sotto-scrittore di un piano pensione chefa diminuire il rischio dell’investi-mento con l’aumentare dell’età delbeneficiario. Da giovani si consigliadi investire molto in azioni; con l’av-vicinarsi dell’età della pensione sidiventa più prudenti puntando mag-giormente sull’obbligazionario. Unapproccio sensato e che può rivelar-si positivo qualora l’andamento deimercati sia favorevole, determinan-do il consolidamento progressivo deiguadagni. Se invece i mercati scen-dono per molti anni nella fase dimaggior esposizione alle azioni sicorre però il rischio di un consoli-damento progressivo delle perditeche può rivelarsi dannoso. Immagi-no che per voi i vantaggi siano su-periori agli svantaggi…

Gaetano Megale: Il metodo “life cycle” ha inprimo luogo una funzione di effettuare una sti-ma ragionevole delle prestazioni della rendita.Infatti una stima effettuata con il metodo “con-stant mix”, ossia mantenendo la strategia di in-vestimento costante nel tempo può essere ade-guata solo per i modelli di “investment plan-ning” mentre presenta seri problemi nel casodi “financial planning,” ossia quando le risor-se devono essere impiegate per la realizzazio-ne di un obiettivo, come nel nostro caso unarendita periodica. Un esempio servirà a chiari-re il tema. Supponiamo che debba essere defi-nita una strategia di investimento per un obiet-tivo a 10 anni e che risulti efficiente una al-

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Edita da “Il Sole 24Ore” la guida scrittada Sergio Sorgi, uno

dei massimi espertisul tema, per

spiegare il “comefunziona” dei fondi

pensione. Un consulente intasca che spiega

come muoversi in unterreno impervio e

per molti versiancora confuso. ››

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locazione strategica azionaria interna-zionale. La stima delle performance fina-li verrebbe effettuata in ipotesi di constantmix, che significa mantenere tale alloca-zione sull’intero periodo di 10 anni. Sup-poniamo ora che siano trascorsi 7 anni eche con un altro cliente si definisca unobiettivo a 3 anni ed immaginiamo che lastrategia di investimento efficiente sia rap-presentata da una allocazione definita dalmercato obbligazionario euro. A questoproposito ci troveremo nella incompren-sibile situazione di due clienti con un pa-ri orizzonte temporale dall’impiego dellerisorse (3 anni) ma con due allocazionistrategiche differenti: la prima azionariae la seconda obbligazionaria. E ciò sem-plicemente perché il primo ha definito ilsuo piano 7 anni prima! E’ evidente la pa-radossalità di tale situazione. Allora si di-rà che nel primo caso l’allocazione stra-tegica dovrebbe essere modificata di an-no in anno in maniera da essere semprefunzionale ed efficiente rispetto al temporimanente e dunque modificando oppor-tunamente il grado di rischio (in pratica,una strategia “life cycle”). Ebbene, in que-sto caso risulta evidente come la primastima, derivante dall’allocazione aziona-ria constant mix su un orizzonte tempo-rale di 10 anni, sia in realtà una sensibilesovrastima rispetto a quella derivante dauna strategia “life cycle”… Oltre a que-sto motivo il metodo “life cycle” riduce alminimo possibile il rischio di perdita sul-le risorse conferite e sul montante realiz-zato in conseguenza di eventuali shock dimercati in prossimità dell’impiego dellerisorse:anche in questo caso il metodo “li-fe cycle” presenta maggiori vantaggi ver-so il “constant mix”: ad esempio, poichéun crollo dei mercati è equiprobabile siaall’inizio che alla fine di un piano, allorala perdita attesa, in termini assoluti, è mag-giore alla fine del piano (in quanto agiscesul montante) che non all’inizio. Infine,non dobbiamo dimenticare che un pianodeve essere continuamente monitorato neltempo per cui eventuali correttivi, quali ilcambiamento del profilo di rischio delcliente al fine di ottenere una prestazio-ne-obiettivo, possono ristabilire l’equili-brio della pianificazione.

Gaziano: I tre portafogli suggeriti come assetallocation consigliano una diversaripartizione fra azionario e obbligazionariosecondo profili che vanno dal “Difensivo”all’”Aggressivo”. Per replicare questipanieri l’ipotesi è farlo tramite Etf,immagino... E’ un’ipotesi di studio o sieteseguaci convinti dell’investimento passivo?

Megale: I tre portafogli elaborati rap-presentano l’allocazione strategica enaturalmente possono essere imple-mentati sia con Etf che con OICR ov-vero fondi e Sicav. Da un punto di vi-sta tecnico la replica della strategia conEtf è tendenzialmente più efficiente.Altrimenti con gli OICR è necessarioimpegnarsi in modalità di indicizza-zione che consentano di creare porta-fogli multimanager, diversificati in ma-niera efficiente anche in relazione al-le abilità gestionali dei gestori, con lafinalità almeno di recuperare i costimaggiori verso gli Etf ed il gap fisca-le verso la strategia. Se non si hanno adisposizione modelli e tecnologia percontrollare il misfit risk (divergenzadelle componenti di mercato) e l’acti-ve risk (scostamenti dovuti alla com-ponente gestionale) verso la strategia,allora l’impresa può essere davvero dif-ficile. In ogni caso il tema deve essereaffrontato anche sotto il profilo dellaremunerazione del valore della consu-

lenza che viene erogata al cliente. Mispiego meglio. Il confronto tra costi diEtf e OICR non è corretto in funzio-ne di ciò che viene remunerato: nellecommissioni di gestione degli OICRviene infatti remunerata, bundling, an-che la consulenza dell’operatore. Il con-fronto corretto tra Etf e OICR va fat-to scorporando questa componentedal costo dell’OICR. Così, a fronte diun costo medio di gestione degli Etfdi 0,48, verificheremmo che il costodi gestione medio degli OICR, pari adun totale dell’1,30, sottratto il 66% cheviene retrocesso alla struttura distri-butiva, è pari a 0,44, ossia minore diquello degli Etf. Il problema, quindi,è un altro: quale vantaggio consulen-ziale ha il cliente in cambio dello 0,86%annuo che paga? E qui il tema si spo-sta tutto sul valore economico dellaconsulenza erogata. Crediamo che sela consulenza è di “qualità” allora que-sta remunerazione possa essere sen-z’altro equa.

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RENDIMENTONOMINALE REALE

AZIONI 10,4% 7,2%

OBBLIGAZIONI 4,7% 1,7%

LIQUIDITÀ 4,1% 1,0%

INFLAZIONE 3,3% -

UN SECOLO E TRE STRUMENTI

Quanto hanno resoin media all’anno

nel secolo dal 1900al 2000, e rispettoall’inflazione, tre

diversi tipi diinvestimenti

finanziari.

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Gaziano: Chi scrive considera l’investimento in Etf cer-to per un risparmiatore un’ipotesi alternativa (e miglio-re) a una finta gestione attiva offerta da molte società digestioni che di fatto offrono poi fondi passivi con costi so-lo più elevati. Ma credo (e un’esperienza ventennale perora l’ha confermato come suggeriscono i nostri portafo-gli di azioni, fondi o Etf) che si può fare di meglio (e i por-tafogli offerti da BorsaExpert.it e MoneyExpert.it ne so-no la risposta) rispetto a una pura gestione passiva puravendo chiaro che non esiste alcuna “formula magica” ca-pace ogni anno e in tutte le condizioni di far meglio deimercati. Nel tempo metodo e una solida strategia posso-no dare buoni risultati… Sono certo d’accordo che unaquota d’azionario anche elevata possa nel tempo contri-buire a fare la differenza nella costruzione dei rendimen-ti ma avere sempre la “quarta” o “quinta” marcia ingra-nata quando le condizioni dei mercati non lo consentonopuò essere molto pericoloso. Mi vengono in mente i con-sigli nel giugno 2006 di una rivista di consumatori che in-dicava ai propri lettori, con almeno un lasso di tempo di20-25 anni prima di arrivare alla pensione, di investirecompletamente in azioni per ottenere il miglior risultatonel tempo.Vedremo come andrà a finire ma intanto in que-sti 3 anni i lettori di questa rivista hanno visto il propriocapitale scendere anche del 45% e non credo che abbianogiudicato così “saggio” questo consiglio… e non si sianomagari pentiti (nel momento peggiore, naturalmente) diquesta scelta…

Megale: Molte evidenze della letteratura anglosassone, tra lequali quelle delle ricerche di Brinson, convergono sul fatto cheoltre il 90% della variabilità dei risultati nel tempo derivi dallaallocazione strategica e le attività tattiche, quali la selezione de-gli strumenti ed il market timing, sono del tutto residuali e nongenerano un significativo valore aggiunto; anzi, il market timingè la modalità più pericolosa per una gestione efficiente delle ri-sorse: piccoli errori possono produrre nel tempo perdite eleva-tissime. La gestione dei correttivi nel tempo dovrebbe esserefatta all’interno di uno schema di pianificazione finanziaria se-condo un modello nel quale gli impatti sugli obiettivi del clien-te siano quantificati per poi valutare la eventuale necessità dicambiamento del piano e l’elaborazione di strategie alternative,che minimizzino gli scostamenti dagli obiettivi. Proprio comefarebbe un navigatore satellitare a supporto del viaggiatore.

Gaziano: Non sono naturalmente d’accordo (vedi box“Gestione attiva o passiva?”) sulle superiorità “a pre-scindere” delle gestioni passive e sull’inutilità delmarket timing visto che oltre 20 anni di attività per-sonale nel settore (e con risultati reali realizzati inun simile arco di tempo per quanto non garanzia dieguali risultati futuri) mi dicono il contrario. Ovve-ro che è possibile (senza nemmeno grandi abilità oun’operatività complicata) fare meglio del mercato.In ogni caso la vostra è un’opinione più che rispetta-bile e per quanto riguarda il risparmio gestito al 90%condivisibile. Riguardo al vostro studio le simulazio-ni che avete effettuato sono state fatte utilizzando ilmetodo Monte Carlo e non tramite le performancestoriche passate. Un metodo (quello di proiettare nelfuturo le perfomance storiche) invece che ancora og-gi è molto utilizzato da assicuratori, promotori, pseu-do-esperti o apprendisti stregoni finanziari. Molti ri-sparmiatori dovrebbero ben conoscere questo ap-proccio visto che nel passato le compagnie assicu-rative potevano formulare le loro previsioni di ren-dimento su ipotesi molto ottimistiche. Per esempio,proiettando il rendimento passato di anni come il1985 e il 1986 quando i Bot rendevano il 16%... e con-siderando replicabile anche negli anni a venire:“bal-le” statistiche, evidentemente. Nel caso delle vostresimulazioni che differenza ci sarebbe stata se si fos-se scelto di utilizzare come parametro di riferimen-to il rendimento storico dei vari mercati?

Megale: Che la stima delle performance debba essere ef-fettuata utilizzando modelli probabilistici e non determi-nistici è non solo un evidente requisito di qualità della con-sulenza ma anche un obbligo di legge. Infatti la Consobevidenzia, nella delibera n. 16190, che al fine di fornire in-formazioni corrette, chiare e non fuorvianti è necessarioche le stime: a) non debbano basarsi su semplici proiezio-ni di risultati passati; b) debbano basarsi su ipotesi ragio-nevoli supportate da dati obiettivi; c) debbano evidenzia-re che tali previsioni non costituiscono un indicatore affi-dabile dei risultati futuri. Inoltre non avremmo potuto uti-lizzare per la ricerca risultati storici in quanto, per i perio-di di tempo considerati, mancano per diversi mercati lestesse serie storiche…

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E’ importante concentrarsi su una pianificazione finanziariametodologicamente corretta e gestire il rischio dei mercati rigorosamentecon modelli probabilistici che possono consentire una valutazione razionaledel trade off rischio-rendimento per il raggiungimento degli obiettivi di vita

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Gaziano: Vi è da osservare peral-tro, a proposito di rendimenti stori-ci, che quello appena chiuso è statoil decennio peggiore dei mercati de-gli ultimi secoli. Dal 2000 al 2009 l’in-dice azionario S&P 500 ha perso il23,9% (il 2,7% all’anno), l’indice Eu-roStoxx il 34,3% (il 4,1% annuo) men-tre Piazza Affari addirittura il 46,6%(il -6,08% annuo). E vi è una certa“perfidia” da parte del “Dio Merca-to” perché è probabilmente all’iniziodi questo decennio che si è registra-to il massimo afflusso di risparmioverso l’azionario da parte dei rispar-miatori convinti che in questo modopotessero meglio arricchirsi…

Megale: Ma ciò non signifi-ca che tali risultati possanoripetersi… Le cronache sto-riche lasciano il tempo chetrovano. L’importante è con-centrarsi su una pianificazio-ne finanziaria metodologica-mente corretta e gestire il ri-schio dei mercati rigorosa-mente con modelli probabi-listici che, anche se non pos-sono effettuare previsionicorrette, possono consentireuna valutazione razionale deltrade off rischio-rendimen-to per il raggiungimento de-gli obiettivi di vita.

›› Ma di quanto sarà la pensioneaccumulata con gli attuali coefficienti diconversione? Per un uomo di 65 annioccorrerà calcolare moltiplicare ilmontante (capitale più rendimentimaturati) per 4,58% mentre per unadonna di 60 anni per 3,32%. In praticaogni 100.000 euro accumulati sarannoconvertiti in una pensione di 4580 euroall’anno (381,6 al mese) per un uomo e3320 euro all’anno per una donna (276,6al mese). Per ottenere “buste” piùpesanti occorrerà evidentemente averaccumulato un montante (capitali piùinteressi) più elevato, attraversoversamenti più elevati e/o maggiorirendimenti ottenuti dal capitale.

{VIVERE DI RENDITA, TUTTO QUELLO CHE BISOGNA SAPERE.ZO

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CONSULENZA FINANZIARIA E PREVIDENZIALE

«Mi voglio ritirare questo venerdì ma non ho risparmiatoun centesimo. Oggi diventando suo cliente

le offro la chance di diventare una leggenda!»Su concessione di Randy Glasbergen © a www.moneyreport.it

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IL BAROMETRO SUI MERCATI E SULLE AZIONII MERCATI PREPARANO L’ATTACCOCONTINUA LA FASE POSITIVA DEI MERCATI AZIONARI ANCHE SE, COME ERA DA PREVEDERE, LE ULTIMESEDUTE DEL 2009 E LE PRIME DEL NUOVO ANNO SONO STATE CARATTERIZZATE DA VOLUMI MODESTIE VOLATILITA’ IN CALO.

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Imercati azionari hannoespresso nell’ultimo mese

una tendenza ascendente ca-ratterizzata da volumi mode-sti e una volatilità in discesa.Molti hanno approfittato del-le sedute a cavallo del Capo-danno per rimpinguare i pro-pri portafogli e aumentarel’esposizione sull’azionario.Dal punto di vista macroeco-nomico le autorità hanno con-fermato gli ultimi segnali in-coraggianti anche se il tassodi disoccupazione non accen-na a calare e alimenta la pre-occupazione per una ripresa stabile. L’In-dice FTSE All Share del mercato italiano(grafico sottostante), intanto, è tornato aldi sopra dei 24mila punti e tenta l’attac-co ai 25.100 che rappresentano un im-portante livello di Fibonacci. Da questaresistenza il mercato italiano era stato giàrespinto alla metà del mese di ottobre scor-so quando le condizioni sembravano co-munque meno incoraggianti di quelle at-tuali. La violazione di questo livello per-metterebbe la continuazione dell’attualetendenza ascendente con primo obietti-vo i 29mila punti (altro importante livel-lo di Fibonacci). Occhio, quindi, alle im-provvise discese che potrebbero esseregiustificate da coloro che, in un’ottica piùspeculativa, liquidano le loro posizioni inguadagno. Il nostro Barometro, tuttavia,si mantiene stabilmente in positivo e il co-lore verde che predomina sta a significa-re che sono molti i titoli del mercato ita-liano e i comparti europei che secondol’analisi quantitativa mantengono una ten-denza positiva. E i Portafogli di Borsa Ex-pert, che lo utilizzano in maniera più evo-luta e tempestiva, hanno sfruttato anchequest’ultimo periodo per consolidare iguadagni acquisiti soprattutto nella se-conda metà del 2009.

IL FUNZIONAMENTO DEL BAROMETRO: come leggere la tabellaIl problema principe di ogni investitore è quello di scegliere quando è il momento più opportuno per entrare suun titolo azionario, su un indice o su un settore. Ma ancor più importante è sapere quando la fase rialzista deltitolo, del settore o del mercato su cui ha investito si è invertita.A dire il vero ci sono coloro che affermano chela ricerca del “timing” è tempo… perso e che occorrerebbe essere sempre investiti, accada quel che accada,poiché nel lungo periodo (una sorta di “paradiso” degli investitori passivi) si sarà premiati. Non è la nostra fi-losofia poiché se certo non crediamo che sia possibile entrare ai minimi o uscire ai massimi riteniamo che siapossibile (e più furbo) adottare comunque un approccio attivo e flessibile. Da molti anni (e i portafogli diBorsaExpert.it lo dimostrano) reputiamo, infatti, più saggio adeguarci noi ai mercati piuttosto che pensare chei mercati si adeguino ai nostri investimenti. Replicare totalmente i benchmark e “mantenere ad ogni costosempre e comunque le posizioni ci sembra una scelta perdente (e l’andamento dei mercati di questi ultimianni lo sta confermando più di ogni altra cosa) e distruttiva. Che fa solo l’interesse di chi lo consiglia.. Il nostroobiettivo è fare meglio del mercato. Credendo di fare una cosa utile in questa pubblicazione ogni mese pre-sentiamo questa versione semplificata di indicatore di tendenza che può dare una preziosa idea del mercatoe dei titoli o settori “forti” e da privilegiare. Un indicatore che, sulla base dell’andamento dei prezzi dei titoli edei settori indicati in tabella, segnala i momenti in cui è più opportuno rimanere investiti (segnale verde) o neu-trali (segnale rosso) sulle singole posizioni. Gli abbonati ai nostri portafogli di www.borsaexpert.it ricevono in-vece un “Semaforo” ad hoc con segnali giornalieri o settimanali la cui visualizzazione è ugualmente semplicee ancora più immediata (giornaliera o settimanale). Nulla comunque di estremamente complicato o richiedeun trading continuo poiché non crediamo affatto che movimentare la propria posizione in continuazione ac-cresca le possibilità di ricchezza (sicuramente quelle del proprio intermediario): al contrario ! Per correttezzadobbiamo ricordare che questo indicatore (semplificato come quello che proponiamo in queste pagine o piùavanzato come quello che rilasciamo ai nostri abbonati) non è infallibile. Il valore aggiunto di questo “barome-tro” è prima di tutto un contenimento della volatilità. I falsi segnali possono esserci (anche oltre il 50%) mal’esperienza empirica (e i risultati di tutti i nostri portafogli di questi anni lo dimostrano) ci dice che operare constrategia premia nettamente rispetto al non averla e affidarsi agli umori del mercato. Meglio chiudere tanteoperazioni in piccola perdita che mantenere sempre collezionando grandi perdite!

LEGGI LE TABELLE ALLE PAG. 26 E 27

NELLE PAG. 26 E 27 IL BAROMETRO CON TUTTE LE TABELLE

GRAFICO DI FTSE IT ALL SHARE

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026

IL BAROMETRO SUI MERCATI E SULLE AZIONI

A2A

ATLANTIA

AUTOGRILL

BANCA MPS

BANCA POP MI

BANCO POPOLARE

BULGARI

BUZZI UNICEM

ENEL

ENI

FASTWEB

FIAT

FINMECCANICA

FONDIARIA-SAI

GENERALI

GEOX

GR. ED. L'ESPRESSO

IMPREGILO

INTESA SANPAOLO

ITALCEMENTI

LOTTOMATICA

LUXOTTICA

MEDIASET

MEDIOBANCA

MEDIOLANUM

MONDADORI

PARMALAT

PIRELLI&C

PRYSMIAN

SAIPEM

SEAT PG

SNAM RETE GAS

STMICROELECTRONICS

TELECOM ITALIA

TENARIS

TERNA

UBI BANCA

UNICREDIT

UNIPOL

-63,80%

180,89%

-23,57%

-53,08%

-34,30%

-54,15%

-32,42%

9,01%

-43,67%

75,52%

-90,60%

-60,24%

-51,60%

-49,60%

-37,84%

-20,22%*

-79,35%

-90,21%

-20,46%

-10,53%

115,48%

8,06%

-64,66%

-13,63%

-66,36%

-80,67%

-20,57%

-48,03%

-21.47%**

584,93%

-99,05%

82.57%***

-87,51%

-81,00%

689.17%****

65.20%*****

-32,40%

-52,57%

-58,19%

-53,68%

-27,13%

-19,33%

-54,89%

-42,90%

-62,71%

-36,49%

-36,74%

-48,09%

-25,02%

-23,83%

-37,61%

-42,62%

-59,39%

-38,04%

-64,60%

-21,78%

-44,34%

-40,32%

-30,07%

-43,74%

-12,09%

-17,57%

-37,12%

-15,75%

-43,47%

-25,98%

-22,77%

-19,36%

-8,12%

-92,42%

-20,99%

-34,17%

-50,01%

6,78%

7,07%

-44,30%

-58,42%

-51,85%

14-03-08

07-08-09

14-08-09

03-08-07

18-09-09

08-06-07

18-09-09

18-09-09

25-01-08

04-07-08

25-09-09

14-08-09

23-05-08

17-08-07

01-02-08

25-09-09

28-08-09

14-08-09

18-09-09

04-09-09

20-07-07

10-07-09

28-08-09

07-08-09

05-06-09

25-05-07

12-06-09

18-09-09

14-08-09

24-07-09

10-08-07

21-03-08

11-09-09

18-09-09

18-09-09

04-09-09

29-06-07

28-08-09

01-06-07

19,47%

86,55%

45,91%

38,00%

140,08%

44,09%

93,66%

138,42%

12,01%

49,58%

35,28%

117,40%

24,09%

95,71%

19,83%

14,91%

69,32%

-85,17%

53,77%

90,45%

51,84%

97,78%

21,17%

47,96%

-6,31%

-3,99%

3,03%

40,67%

-8,22%

168,95%

-16,08%

5,36%

-28,08%

-12,12%

458,94%

12,62%

33,72%

14,95%

-11,34%

-23,25%

2,13%

20,48%

-7,22%

-1,03%

-15,66%

9,07%

-4,34%

-11,85%

-3,28%

-1,39%

31,93%

-21,57%

-11,20%

-8,71%

-12,80%

55,92%

-17,99%

3,98%

0,49%

0,00%

31,78%

21,61%

-8,89%

17,33%

-18,29%

10,51%

19,34%

-8,22%

18,42%

0,00%

-6,98%

-2,20%

-14,44%

13,59%

9,81%

0,00%

-8,98%

0,00%

AZIONI S&P MIB40 PERFORMANCE PERFORMANCE BAROMETRO DATA IN CUI PERFORMANCE PERFORMANCEDAL GENNAIO 2000 DAL GENNAIO 2008 IL BAROMETRO DAL GENNAIO 2000 DAL GENNAIO 2008

È SCATTATO SEGUENDO SEGUENDOIL BAROMETRO IL BAROMETRO

R

V

V

V

V

VV

V

V

V

V

V

VV

V

VV

VV

R

R

R

R

R

R

V

V

V

VV

V

V

V

V

V

V

R

R

R

* primo giorno di quotazione 2 dicembre 2004** primo giorno di quotazione 3 maggio 2007*** primo giorno di quotazione 7 dicembre 2001**** primo giorno di quotazione 18 dicembre 2002***** primo giorno di quotazione 24 giugno 2004

GLI ULTIMI DATI MACROECONOMICI APPAIONO INCORAGGIANTI E L’INDICE ALL SHARE DEL MERCATOITALIANO NE APPROFITTA PER SALIRE E TENTARE IL NUOVO ATTACCO AI 25.100.

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027

FTSE MIB

EUROSTOXX50

S&P 500 USA

NASDAQ USA

NIKKEI GIAPPONE

SENSEX INDIA

SHENZEN CINA

DAX GERMANIA

BOVESPA BRASILE

RTS RUSSIAN

-43,57%

-50,10%

-22,07%

-54,79%

-42,98%

229,96%

644,91%

-17,99%

301,97%

671,41%

-37,64%

-44,28%

-22,00%

-28,69%

-28,75%

-15,43%

-10,86%

-29,04%

7,58%

-41,24%

03-08-07

25-01-08

11-01-08

18-01-08

17-08-07

04-04-08

22-02-08

08-02-08

25-07-08

25-07-08

58,09%

30,31%

19,50%

33,15%

24,25%

125,56%

193,94%

74,09%

140,10%

234,46%

2,38%

-18,82%

6,69%

6,58%

1,90%

-18,24%

38,67%

-5,82%

14,11%

20,39%

INDICI AZIONARI PERFORMANCE PERFORMANCE BAROMETRO DATA IN CUI PERFORMANCE PERFORMANCEDAL GENNAIO 2000 DAL GENNAIO 2008 IL BAROMETRO DAL GENNAIO 2000 DAL GENNAIO 2008

È SCATTATO SEGUENDO SEGUENDOIL BAROMETRO IL BAROMETRO

V

V

VV

VV

V

VV

V

ESTOXX BANK

ESTOXX OIL&GAS

ESTOXX PHARMA

ESTOXX INDUSTRIAL

ESTOXX TELECOM

ESTOXX RETAIL

ESTOXX TECH

ESTOXX INSURANCE

ESTOXX MEDIA

ESTOXX CONSTRUCTION

ESTOXX AUTO

ESTOXX FOOD&BEVIOUR

ESTOXX CHEMICAL

-32,34%

-0,78%

5,81%

-32,89%

-64,41%

-41,04%

-75,29%

-60,69%

-70,07%

11,88%

-13,83%

35,65%

31,91%

-46,61%

-31,82%

-19,97%

-34,64%

-24,04%

-25,43%

-47,80%

-45,57%

-34,57%

-34,63%

-36,41%

-15,43%

-16,18%

31-08-07

11-07-08

13-07-07

18-01-08

22-02-08

04-01-08

18-01-08

31-08-07

31-08-07

17-08-07

04-01-08

08-02-08

18-07-08

51,21%

29,69%

63,47%

71,21%

-12,80%

-7,66%

-4,98%

74,54%

76,57%

88,06%

19,60%

38,37%

31,19%

5,57%

-4,56%

9,24%

4,31%

-12,68%

4,47%

-16,26%

0,86%

3,07%

8,85%

-14,94%

1,33%

-2,05%

INDICI SETTORIALI PERFORMANCE PERFORMANCE BAROMETRO DATA IN CUI PERFORMANCE PERFORMANCEDAL GENNAIO 2000 DAL GENNAIO 2008 IL BAROMETRO DAL GENNAIO 2000 DAL GENNAIO 2008

È SCATTATO SEGUENDO SEGUENDOIL BAROMETRO IL BAROMETRO

GOLDBRENTCOMMODITIES

300,88%173,71%-6,20%

38,67%-17,03%-12,29%

MATERIE PRIME PERFORMANCE PERFORMANCE DAL GENNAIO 2000 DAL GENNAIO 2008

EONIAEURIBOR 1 meseEURIBOR 3 mesiEURIBOR 6 mesi

0,110%0,470%0,710%

0,990%

TASSI VALORE

1,810%3,190%3,580%3,950%4,050%

TASSI VALORE

EURO/DOLLARO USAEURO/FRANCO SVIZZEROEURO/STERLINAEURO/YEN

42,92%-8,23%45,21%30,32%

-0,48%-10,58%22,59%-17,67%

VALUTE PERFORMANCE PERFORMANCE DAL GENNAIO 2000 DAL GENNAIO 2008

ZONA EUROGERMANIAFRANCIAITALIAUSAREGNO UNITOGIAPPONE

1,29%1,29%1,21%1,53%1,08%1,38%0,16%

2,39%2,39%2,44%2,75%2,57%2,87%0,47%

3,37%3,37%3,56%4,10%3,80%4,08%1,30%

4,09%4,09%4,24%4,83%4,64%4,49%2,26%

MERCATO OBBLIGAZIONARIO (curva dei tassi) 2 anni 5 anni 10 anni 30 anni

ZONA EUROGERMANIAFRANCIAITALIAUSAREGNO UNITOGIAPPONE

3,30%2,60%2,80%3,30%3,80%3,60%1,40%

0,30%0,30%0,10%0,80%

-0,40%2,00%

-1,40%

1,10%0,90%1,10%1,40%1,70%1,70%

-0,90%

TASSO DI INFLAZIONE 2008 2009* 2010*

DATACENTERI DATI FINANZIARI PIÙ IMPORTANTI PER CAPIRE L’ANDAMENTO DEI MERCATI

EONIA: l’Euro OverNight Index Average è iltasso di interesse interbancario a 1 giorno perla zona di euro.EURIBOR: l’Euro Interbank Offered Rate è iltasso medio a cui avvengono le transazioni fi-nanziarie in Euro tra le grandi banche europeee viene sovente utilizzato come indicatore diriferimento per i mutui o i prestiti.IRS: l’Interest Rate Swap è un contratto in cuile controparti si scambiano, a scadenze con-cordate, dei flussi di interessi (uno fisso e l’al-tro variabile), calcolati sullo stesso capitalenominale che non viene mai scambiato. In ba-se a tale contratto le due parti possono modi-ficare la natura del proprio debito senza la ne-cessità di estinguerlo per aprirne uno nuovo.

Zona euroUSAGiapponeSvizzeraRegno Unito

1,00%0,25%0,10%0,50%0,50%

TUS VALORE

TUS: il Tasso Ufficiale di Sconto è il tassocon cui la Banca centrale concede prestiti al-le altre banche.

E' possibile con questa tabella avere un'idea di quanto rendono su base annua i titoli di Stato in base alla scadenza e al Paese Emittente.

* Tas

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IL BAROMETRO SUI MERCATI E SULLE AZIONI

IRS 2 anniIRS 7 anniIRS 10 anniIRS 12 anniIRS 20 anni

V

VV

VV

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V

VV

V

VV

V

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Piazza Affari e i comunicati stampa dellesocietà quotate sulle Borse Europee, laquotazione giornaliera e le performancedei fondi comuni di investimento italianie delle Sicav, i grafici intraday su azioniitaliane, l’elenco dei prezzi e delle quanti-tà eseguiti nella giornata sulle azioni italia-ne, indicatori statistici sui prezzi storici difondi, sicav e azioni (prezzo massimo ul-time 52 settimane, data prezzo massimoultime 52 settimane, prezzo minimo 52settimane, data prezzo minimo 52 setti-mane, variazione percentuale 52 settima-ne) e per i titoli alcuni indicatori di anali-si fondamentale e tecnica (Price/earning,Price/cash flow, Beta e RSI 12 gg.)

PROFILO OVER,PER AVERE IL BOOK Per avere il book a cinque livel-

li, la cosiddetta profondità di mercato, ov-vero le 5 migliori quotazioni denaro e let-tera, che indicano quanto un titolo è liqui-do e scambiato, bisogna pagare 18,00 eu-ro al mese. Con il profilo “Personal“ e“Over“ è possibile pagare delle commis-sioni massime per eseguito (25,00 euro)anche con l’operatività telefonica sulleazioni e obbligazioni italiane sia con il pro-filo “Personal“ sia per il profilo “Over“.

SULLE BORSE ESTERE ILCONTO VA ALLE STELLESe l’operatività sui titoli nostra-

ni è abbastanza a buon mercato, 1,95 permille (con una commissione massima di

19,95 euro) quella sulle borse estere èmolto cara: si paga il 4 per mille (con unacommissione minima di 20,00 euro). Sipuò operare a prezzi da amatore su tuttele principali borse mondiali (Francia, Ger-mania,Austria, Londra, Madrid, Nasdaq,Nyse, Oslo, Portogallo, Parigi, Svizzera).

SUI BOND L’OPERATIVITÀ È LIMITATA

Non si possono comprare le obbligazioniquotate sul mercato Tlx e Otc, dove spes-so si trovano le emissioni più interessanticome rapporto rischio/rendimento. Per leobbligazioni quotate sul Mot e Euromotsi paga l’1,95 per mille con un massimodi 19,95 euro per eseguito. Per i titoli “Per-sonal” o “Over” è prevista una commis-sione massima di 25,00 euro anche se l’or-dine viene passato tramite banca telefoni-ca. Quindi per i clienti che hanno patri-moni di una certa rilevanza e vogliono ac-quistare titoli quotati al Mot e Euromotl’operatività anche via telefono è partico-larmente conveniente.

NO TRADING VIA SMSNon è possibile operare trami-te telefonino ma è possibile ri-

cevere alert sul telefonino quando le quo-tazioni raggiungono un determinato prez-zo, ma solo per i profili “Personal” e“Over”. Per i primi 50 SMS al mese il ser-vizio è gratuito; per gli ulteriori SMS almese si pagano 0.08 euro cadauno.

028

LA PIATTAFORMA DEL MESE@TIME, IL TRADING ON LINE DELLA POPOLARE DI VICEN-ZA, OFFRE BUONE CONDIZIONI SOLO SULLE AZIONI ITA-LIANE. MA SE SI VUOLE IL BOOK A CINQUE LIVELLI O OPE-RARE SUI MERCATI ESTERI, IL CONTO DIVENTA SALATO.

Ripr

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VICENZA, UN TRADING MOLTO POCO POPOLARECon canoni mensili che arrivano fino a

18,00 euro al mese, il trading on linedella Banca Popolare di Vicenza, è uno deipiù cari del mercato.Tre i profili previsti:il “Free”, che ha un canone mensile di ge-stione gratuito, ma offre anche poco, il“Personal” che costa 10,00 euro al mesee l’”Over”, il più costoso: ben 18,00 euroal mese. Per operare via internet occorrepoi pagare altri 12 euro all’anno per la chia-vetta che consente di accedere al sito.

PROFILO FREE,POCO E IN RITARDOChi opta per il profilo senza ca-

none di gestione può visionare le quota-zioni della Borsa italiana ma con un ritar-do di 20 minuti, e sempre in tempo dif-ferito di 15 minuti i grafici intraday del-l’indice S&P MIB, i cambi fra le valute,le quotazioni delle azioni quotate sulleprincipali borse estere e i relativi indici.Inutile dire che non potendo visionare lequotazioni in tempo reale operare in Bor-sa diventa un azzardo quindi chi vuol fa-re trading deve optare per profili più altiche hanno canoni mensili elevati.

PROFILO PERSONAL,NEWS E QUOTAZIONI IN TEMPO REALE

SU PIAZZA AFFARIPer avere le quotazioni in tempo reale bi-sogna pagare 10,00 euro al mese e sceglie-re il profilo “Personal” che offre, oltre aidati di Borsa in tempo reale, le news su

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Le commissioni sulle azioni italiane sono in linea con quelle offerte dagli altri operatori on line: 1,95 per mille (con una com-missione massima di 19,95 euro) se non fosse per i 2,58 euro che si pagano su qualsiasi eseguito. Sulle borse estere inve-

ce l’operatività è totalmente fuori mercato: si paga il 4 per mille per eseguito con una commissione minima di 20,00 euro. Se si voglio-no avere le quotazioni in tempo reale occorre spendere 10,00 euro al mese mentre per avere il book a cinque livelli occorre spendere18,00 euro al mese. In compenso è una delle poche banche che offre la possibilità a chi da gli ordini via telefono di pagare una com-missione massima per eseguito (25,00 euro) sottoscrivendo i profili “Personal” o “Over” che hanno rispettivamente un canone di 10,00euro e di 18,00 euro. Meglio che niente.

029

LA PIATTAFORMA DEL MESE

Questo mese parliamo di Sito internetA chi appartieneQUANTO TI COSTA APRIRE IL CONTO E MANTENERLOQuanto costa aprirloQuanto costa mantenerlo apertoQuanto costa chiuderloSerizi bancariQUANTO COSTA FARE TRADING SU Azioni Italia Azioni estere

Obbligazioni

Future S&P/MIB e DaxFuture Mini S&P/MIBFuture CMECovered Warrant Obbligazioni OTCEtfValutePiani commissionali per i trader più attiviFondi e sicav a disposizioneCosto custodia titoliPossibilità di inserire stop loss e take profitPossibilità di inserire ordini condizionatiAlert via smsPossibilità di inserire ordini dal telefoninoSERVIZI INFORMATIVI PER INVESTIREQuotazioni in tempo realeSchede informative sui titoliQUANTO GUADAGNI SENZA FAR NIENTEQuanto viene remunerata la liquidità lasciata sulcontoPortafoglio RemuneratoSE HAI BISOGNO DI ASSISTENZA

@TIMEwww.atime.itBanca Popolare di Vicenza

GratuitoGratuito il profilo "Free", 10,00 euro per il profilo "Personal" e per il profilo "Over"GratuitoTutti

1,95 per mille con un massimo di 19,95 euro per eseguitoSono negoziabili le azioni quotate su Olanda, Austria, Belgio, Germania, Londra, Madrid, Nyse, Nasdaq, Oslo,Portogallo, Parigi, Svizzera. Su tutte queste piazze si paga il 4 per mille con un minimo di 20,00 euroSono negoziabili solo le obbligazioni quotate al mot e Euromot non quelle quotate su Tlx, Eurotlx e Otc. Sul-le obbligazioni quotate al Mot e Euromot si paga l'1,95 per mille con un massimo di 19,95 euro per eseguitoNon negoziabiliNon negoziabiliNon negoziabili1,95 per mille con un massimo di 19,95 euro per eseguitoÛNon negoziabili1,95 per mille con un massimo di 19,95 euro per eseguitoNon negoziabiliNoNon negoziabili on lineGratuitoNoNoSìNo

Sì ma sono gratuite solo quelle in tempo differitoNo

Dipende dal conto corrente sottoscritto

NoC'è una utilissima chat online e un numero verde

IL NOSTRO GIUDIZIO

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Chi voglia assicurarsi contro il rialzodell’inflazione e ottenere un rendi-

mento reale sul proprio capitale ha daqualche anno a disposizione 6 ETF quo-tati a Piazza Affari che investono in titolidi stato. Questi bond, definiti inflation lin-ked, pagano una cedola maggiorata deltasso di inflazione e offrono quindi un ren-dimento reale utile a chi vuole mantene-re inalterato il potere di acquisto del pro-prio patrimonio.

I FANTASTICI QUATTROQuattro ETF investono sulleobbligazioni legate all’inflazio-

ne emesse da stati sovrani o da entità do-tate di sovranità speciale della zona Euro.Le obbligazioni incluse in questi ETF de-vono essere a tasso fisso e avere un impor-to residuo di almeno 2 miliardi di Euro. Inportafoglio hanno prevalentemente titolidello stato francese (per oltre il 50% delportafoglio). Il 30% del portafoglio di que-sto ETF è investito in titoli di stato italia-ni legati all’inflazione. I titoli di stato tede-schi sono presenti in portafoglio con unaquota del 10% mentre poco meno del 5%del portafoglio è su titoli di stato greci. Lescadenze sono molto lunghe vanno dal2010 al 2040 e i titoli in portafoglio han-no una scadenza media di 10 anni.Lo spread denaro lettera che gli emitten-ti si impegnano a mantenere su questi ETFè abbastanza contenuto lo 0,50% mentrele commissioni di gestione applicate sonodello 0,2%. L’ETF su cui si sono registra-ti più scambi nel periodo gennaio-novem-bre 2009 è il Lyxor ETF Euromts Infla-tion Linked (codice Isin FR0010174292):9270 contratti per un controvalore di 256milioni di euro. Segue come entità degliscambi l’ Ishares Euro Inflation LinkedBond (codice Isin IE00B0M62X26) di cuisono stati scambiati nello stesso periodo2836 contratti per un controvalore di 196

milioni di euro. Poco scambiato il Db X-Trackers Ii Ibx Euro Inflation-Link (co-dice Isin LU0290358224): solo 47 con-tratti per un controvalore di 15 milioni dieuro. L’ultimo nato tra gli ETF che inve-stono su titoli di stato dell’area Euro chepagano tassi di interesse reali è il Xmtch(Ie) On Iboxx Eur Inflation (B) (codiceIsin IE00B3VTQ640) quotato dal 15 ot-tobre 2009.

SCONFIGGERE L’INFLA-ZIONE GLOBALEVi è anche un ETF, il Db X-

Trackers Ii Ibx Glob Inflation-Link (codi-ce Isin LU0290357929) che investe sui piùimportanti mercati di obbligazioni correla-te all’inflazione relativa a stati sovrani o adentità dotate di sovranità speciale (quasi so-vereign) con rating pari ad investment gra-de. Le obbligazioni incluse nell’indice de-vono essere a tasso fisso e avere vita resi-dua di almeno un anno. I titoli di stato Usarappresentano oltre il 43% dei bond dete-nuti da questo ETF. Il 16% del portafoglio

è investito in titoli di stato francesi. Sui ti-toli di stato inglesi è posizionato il 14% men-tre ai titoli di stato italiani è dedicato circail 9% del portafoglio. Sui titoli di stato giap-ponesi è investito oltre il 7% del portafogliomentre titoli di stato svedesi, greci, tede-schi, canadesi sono presenti con quote dicirca il 2%. Il massimo spread denaro let-tera che l’emittente si impegna a mantene-re è lo 0,80. L’ETF ha però ha scambi li-mitati: tra gennaio e novembre 2009 sonostati scambiati 639 contratti per un contro-valore di 21 830 636 euro.

QUELLO CHE NON TUTTIDICONOLimitati gli scambi, ma la quo-

tazione è molto recente, anche sul Xmtch(Ie) On Iboxx Usd Inflation Linked (B)(codice Isin IE00B3VTPS97) che inve-ste sui titoli governativi inflation-linkedemessi negli Stati Uniti. Dal 15 ottobre2009 a novembre 2009 sono stati scam-biati 6 contratti per un controvalore di 2milioni di euro.

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ATTENTI A QUEGLI ETFA CONFRONTO I 6 ETF CHE INVESTONO SU TITOLI COLLEGATI ALL’INFLAZIONE. QUATTRO CONTRO L’IN-FLAZIONE EUROPEA DUE QUELLA AMERICANA. PER CHI VUOLE PUNTARE A UN RENDIMENTO REALE MASAPENDO CHE...

GLI ETF ANTI-INFLAZIONE AI RAGGI X

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aIL NOSTRO GIUDIZIODi tutti gli ETF quotati a Piazza Affari che proteggono gli investitori contro l’in-flazione il più interessante per gli investitori europei è il Lyxor ETF Euromts In-

flation Linked (codice Isin FR0010174292): in quanto secondo le statistiche fornite da bor-sa italiana sono stati scambiati nel periodo gennaio- novembre 2009 9270 contratti per uncontrovalore di 256 milioni di euro. Questo ETF investe su una quindicina di titoli di statoindicizzati all’inflazione emessi da paesi della zona euro. L’investimento in questo ETF vie-ne quindi rivalutato in base all’effettivo tasso di inflazione registrato. Per questo motivoquesta tipologia di investimento è adatta a costituire una parte anche significativa di unportafoglio con finalità previdenziali. Questo non significa però che questo Etf non possascendere (e anche molto) visto che essendo uno strumento che tende ad avere una dura-tion costante (un Etf obbligazionario a differenza di una singola obbligazione non ha sca-denza) nel caso di un improvviso aumento dei tassi potrebbe anche nel breve perdere mol-ti punti percentuali. La durata media dei titoli in portafoglio in questi Etf è, infatti, di circa9-10 anni e pertanto è bene considerare questo aspetto se si vogliono dormire sonni tran-quilli, sapendo a che cosa si può dare incontro se vi è la necessità poi improvvisa di smo-bilitare tutta la posizione e si è sfortunati. Il rischio di tasso di interesse per questi stru-menti non decresce, infatti, nel tempo, proprio perche’ non vi e’ un limite di tempo a cui fa-re rifermento, al contrario della data di scadenza delle obbligazioni.

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INVESTIRE SU CONTI DEPOSITO & DINTORNICOME ORIENTARSI TRA LE VARIE OFFERTE DELLE BANCHE E OTTENERE LA MASSIMA REMUNERAZIO-NE DELLA LIQUIDITÀ (2,37% NETTO ANNUO). STANDO ALLA LARGA DALLE BANCHE TROPPO ATTIVE (NELPRESTARE SOLDI) E A QUELLE TROPPO BRAVE A PUBBLICIZZARE I PROPRI PRODOTTI…

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tre se si vincola il capitale per un anno iltasso offerto è il più alto del mercato: il2,37%. Non è possibile però, con Rendi-max vincolato, interrompere il vincolo pri-ma della scadenza ma è possibile, in com-penso, attivare fino a 10 vincoli con sca-denze diverse. Con Rendimax è infatti pos-sibile vincolare il capitale per un periodoinferiore all’anno (anche solo per un me-se) a tassi molto interessanti. In questo ca-so i rendimenti sono dell’1,93% su baseannua vincolando il capitale per un mese,del 2,04% su base annua vincolando il ca-pitale per tre mesi e del 2,19% su base an-nua vincolando il capitale per sei mesi.

CHEBANCA, PER CHI RICERCALA EXIT STRATEGY

Chi vuole coniugare massimo rendimen-to della liquidità su base annua e mas-

sima solidità dell’istituto proponente, po-tendo comunque interrompere il vincoloprima della scadenza in caso di necessitàpuò sottoscrivere i pronti contro terminea otto mesi di Che Banca (la banca retaildel gruppo Mediobanca, www.chebanca.it)che offrono una remunerazione del 2,36%netto. E’ possibile con Che Banca (a dif-ferenza dei pronti contro termine offertinormalmente dagli istituti di credito) in-terrompere l’investimento prima della sca-denza e in questo caso verrà restituito ilcapitale investito. L’importo minimo percui si può sottoscrivere il pronti contro ter-mine è 5.000 euro. E’ possibile sottoscri-vere i pronti contro termine anche per pe-riodi inferiori (2 e 4 mesi) ma in questocaso i tassi offerti non sono competitivicon le proposte di altri istituti.

LE ALTRE OFFERTE AI RAGGI X

Ma l’offerta a livello di conti di depo-sito non finisce qui.Tra i conti di de-

posito vincolati, dopo Rendimax di Ban-ca Ifis (2,37% netto su base annua) e ipronti contro termine di Che Banca a 8mesi (2,36% netto) le offerte migliori so-no quelle di Santander Time Deposit diBanca Santander (2,19% netto, www.ban-casantander.it), Iwpower di Iwbank (2%netto, www.iwpower.it) e il conto di de-posito vincolato offerto da Che Banca(1,825% netto).Escluso Rendimax, tutti gli altri conti dideposito consentono di interrompere ilvincolo prima di un anno. Che Banca, incaso di interruzione anticipata, non rico-nosce alcun interesse. Santander TimeDeposit riconosce, per il periodo di gia-cenza sul conto, un tasso di interessedell’1,095% netto, ma per rientrare in pos-sesso del capitale occorrono 15 giorni. Iw-power, in caso di interruzione anticipa-ta, offre sul capitale depositato un tassodello 0,73% netto.Da segnalare che è più facile sottoscrive-re Iwpower per chi non è ancora clientedi Iwbank rispetto a chi è già correntistadella banca dal momento che è possibileinvestire su questo conto solo “nuova li-quidità” conferita dopo il 13/11/09, cal-colata come differenza tra bonifici e asse-gni in entrata e in uscita.L’investimento minimo è pari a 30.000euro. E’ possibile interrompere il vincoloprima della scadenza e in questo caso vie-ne riconosciuto il tasso base: attualmentelo 0,73%.

LIQUIDITÀECCO LE OFFERTE MIGLIORI

Per chi non si vuole accontentare dei ren-dimenti offerti dai classici pronti con-

tro termine bancari (0,40% su base annua)o dei BOT (0,8% netto su base annua) iconti di deposito rappresentano un rifugio(più o meno sicuro a seconda delle variebanche che li offrono) per parcheggiare lapropria liquidità. Le offerte di conti di de-posito sono numerose ma non sono tutteuguali: varia da un conto all’altro il tasso direndimento netto offerto, la durata, il capi-tale massimo che si può investire e la soli-dità della banca proponente (di cui diamoun giudizio nelle tabelle seguenti). All’in-terno dei conti di deposito la principale di-stinzione è tra quelli liberi, in cui si può de-cidere lo smobilizzo in qualunque momen-to, e i conti vincolati, la sottoscrizione deiquali richiede un minimo di pianificazionefinanziaria. Orientarsi tra le varie propostedelle banche (Ing Direct, Che Banca, Me-diolanum,Santander,Carige, Iwbank e Ban-ca Ifis) per investire la liquidità in eccessonon è poi così facile visto che, al di là dellecondizioni offerte, occorre valutare la soli-dità dell’istituto proponente e che le condi-zioni offerte non sono poi, in vari casi, co-sì trasparenti.

BANCA IFIS, RENDIMENTO MAX

T ra i conti di deposito liberi e vincolatila banca che offre condizioni molto

competitive per remunerare la liquidità eBanca Ifis. Questa banca, che non è tra lepiù conosciute, offre l’unico conto di de-posito, Rendimax (www.rendimax.it), aper-to sia ai privati sia alle imprese. Se si sce-glie Rendimax libero si può godere di untasso netto del 1,825% su base annua men-

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INVESTIRE SU CONTI DEPOSITO & DINTORNII CONTI DI DEPOSITO LIBERI

Chi non vuole impegnarsi a mantene-re la liquidità su un conto di deposi-

to qualche mese o un anno può optare peri conti di deposito liberi in cui si può de-cidere lo smobilizzo in qualunque mo-mento, senza subire penalizzazioni in ter-mini di rendimento offerto, in caso di di-smissione anticipata.Le migliori offerte in termini di rendimen-to sono quelle di Conto Arancio di IngDirect (www.contoarancio.it), Contocon-to di Banca Carige (www.contoconto.it)e Conto Santander di Banca Santanderper chi parcheggia la liquidità sui rispet-tivi conti di deposito per 3 e 6 mesi(1,825% netto su base annua), mentre perchi lascia per un anno i soldi sul conto leofferte migliori sono attualmente quelle diRendimax di Banca Ifis e Conto Santan-der di Banca Santander (1,825% netto).

ATTENZIONE ALLE OFFERTECIVETTA

Apparentemente interessanti offerte diremunerazione della liquidità sono

quelle offerte da alcuni conti correnti. Co-me Freedom di Banca Mediolanum chedice di offrire “un grande rendimento”: il2,5% netto e gli interessi anticipati. Pecca-to che: l’offerta valga solo per le giacenzesuperiori a 15 mila euro (quindi chi de-posita 30.000 euro otterrà il 2,5% non sututto il capitale in giacenza ma solo sul ca-pitale eccedente i 15.000 euro), che sia va-lida solo fino al 31/03/2010 (quindi perpochi mesi), che per usufruirne si debbasottoscrivere una polizza Mediolanum chenon ha effettivamente costi ma che co-stringe chi apre il conto a dover aspettarealmeno tre mesi per chiuderlo, che il ren-dimento del 2,5% non sia garantito ma di-penda dall’andamento della gestione delfondo Freedom in cui investe la polizza.Mediolanum non riconosce al sottoscrit-tore del conto e della polizza, infatti, untasso minimo di rivalutazione. Ma lo rico-nosce a sé medesima: in caso di rendimen-to positivo della gestione del fondo puòtrattenere ogni tre mesi o il 50% del ren-

dimento stesso o lo 0,50% di tale valore.A titolo di esempio, nel caso in cui il ren-dimento conseguito dal fondo fosse parial 4% la trattenuta potrà arrivare al 2%; nelcaso il rendimento del fondo fosse pari al-lo 0,80% la trattenuta potrà essere dello0,50%. Liberi? Sì, di farsi tosare.

LE MIGLIORI SCELTE

Per chi deve investire fino a 50.000 eu-ro per non più di 6 mesi la migliore

proposta è Conto Conto di Banca Cari-ge perché coniuga elevato rendimento(1,825% su base annua) e solidità dell’isti-tuto proponente. Chi deve investire piùdi 50.000 euro e per più di 6 mesi senzavincolarsi a scadenze predefinite può op-tare per Rendimax di Banca Ifis: il tassoofferto è sempre l’1.825% netto su baseannua e la banca ha indici di solidità fi-nanziaria molto buoni. Per chi può lascia-re parcheggiato il capitale per un anno lenostre preferenze vanno a Rendimax diBanca Ifis (2,37% netto). Per chi deve in-vestire con un orizzonte temporale di 8mesi può optare i pronti contro terminedi Che Banca, la banca retail del gruppoMediobanca (2,36% netto).

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CONTO DELLE MIE BRAME

CONTI DI DEPOSITO

COME FUNZIONA IL FONDOINTERBANCARIO DI TUTELA DEI DEPOSITI

Sono dei conti che si appoggiano al tuo conto corrente tradizionalee possono essere alimentati facendo dei bonifici dal tuo conto cor-rente al conto deposito. Se hai sul conto corrente della liquidità chenon ti serve la puoi versare sul tuo conto deposito per sfruttare ilmaggior tasso di remunerazione che offre. Se hai bisogno di liquidi-tà la prelevi dal conto deposito e la trasferisci sul conto corrente.

PERCHÈ POTRESTI APRIRNE UNOOffrono dei tassi di rendimento della liquidità maggiori non solo diquelli offerti dai conti correnti ma anche dei fondi monetari e dei tito-li obbligazionari a breve termine.

PRONon hanno vincoli di tempo quindi il rendimento che offrono è pertutto il periodo in cui la liquidità giace sul conto. Sono privi di spesedi apertura e chiusura.

CONTROI rendimenti più alti vengono in genere offerti all'inizio e ai nuovi clien-ti per un periodo limitato di tempo (il periodo promozionale) e in alcu-ni casi solo se l'importo depositato non supera una certa cifra. Trascor-sa la promozione i tassi scendono anche se si mantengono in generepiù elevati di quelli offerti dal conto corrente.

ATTENZIONENon sono dei conti correnti quindi non vengono rilasciati strumenti dipagamento (libretto degli assegni, bancomat, carta di credito) nè sipuò ricevere lo stipendio o pagare le bollette.

CHI VALE DI PIÙ?

LEGGI LA TABELLA A PAG. 35

CONTI DI DEPOSITO VINCOLATISono dei conti che si appoggiano al tuo conto corrente e possonoessere da questo alimentati. Se si ha sul conto corrente della liqui-dità che non serve la si versa sul conto deposito se si ha bisogno diliquidità la si trasferisce dal conto deposito al conto corrente.

PERCHÈ SI APRONOOffrono dei tassi di rendimento della liquidità maggiori di quelli of-ferti dai conti correnti.

PROOffrono una remunerazione della liquidità maggiore di quella offertadai conti di deposito. Si sa in anticipo quanto si guadagnerà indipen-demente dalle modifiche ai tassi decise dalla BCE. Sono privi di spe-se di apertura e chiusura.

CONTROPer ottenere questi rendimenti occorre vincolare il capitale investitoper un periodo di tempo predeterminato (3, 6 o 12 mesi).

ATTENZIONENon sono dei conti correnti quindi non viene rilasciato un libretto degliassegni non si possono pagare le bollette non si può ricevere lo stipen-dio su questi conti nè vengono rilasciati bancomat o carte di credito.

LEGGI LA TABELLA A PAG. 36

LEGENDA TABELLE PAG. 35 E 36:

I giudizi forniti sono basati su quanto dichiarato dalle società nei rispet-tivi siti e in base a interviste telefoniche con il personale del call cen-ter. La valutazione fatta da questa rivista sulla bontà del conto o del-l'istituto sono basate sui dati di bilancio consultati e resi pubblici e vo-gliono fornire solo un'opinione indicativa e possono essere soggette an-che a cambiamenti drastici in base all'evolversi del mercato.

Il rendimento viene calcolato su 10.000 europer dare un’idea concreta del ritorno. Eviden-temente per capitali superiori basterà moltipli-care per enne volte il rendimento facendo pe-rò attenzione alle eventuali limitazioni poste aicapitali remunerati col tasso di entrata.

LE CONDIZIONI OFFERTE POSSONO CAM-BIARE ANCHE IMPROVVISAMENTE E SICONSIGLIA DI CONSULTARE I SITI DELLESOCIETA' PER VERIFICARNE L’APPLICA-BILITA’ PRIMA DI SOTTOSCRIVERE QUAL-SIASI PROPOSTA.

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E’ istituito per proteggere i depositi dei correntisti dal fallimento di una banca e rim-borsa fino a un massimo di 103.291,38 euro. Anche ai conti deposito viene aggiun-ta questa tutela. Al Fondo aderiscono tutte le banche italiane ad eccezione di quel-le di credito cooperativo che hanno un proprio Fondo di Garanzia. Per un’analisi piùapprofondita fare riferimento al primo numero di MoneyReport alle pagg. 3 e 4.

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Page 35: CONSIGLI e STRATEGIE per INVESTITORI combATTIVI VIVERE · ingente che in passato.All’inizio degli anni ’60 la speran-za di vita media era per un bambino di 67,21 anni men-tre

035

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Page 36: CONSIGLI e STRATEGIE per INVESTITORI combATTIVI VIVERE · ingente che in passato.All’inizio degli anni ’60 la speran-za di vita media era per un bambino di 67,21 anni men-tre

ESCIMUCCHIO!DAL

MILIONI DI RISPARMIATORI SI AFFIDANO A FONDI E GESTIONI CON RISULTATI CHE CONOSCIAMO BENISSIMO. SEI STUFO DI FARTI TOSARE? ALLORA SCEGLI LA CONSULENZA INDIPENDENTE EPERSONALIZZATA DI MONEY EXPERT.

(questa volta senza brutte sorprese)

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Page 37: CONSIGLI e STRATEGIE per INVESTITORI combATTIVI VIVERE · ingente che in passato.All’inizio degli anni ’60 la speran-za di vita media era per un bambino di 67,21 anni men-tre

Gentile lettore,in effetti nel giugno scorso, recensendo il conto cor-rente ad alta remunerazione lanciato da questa ban-ca (Hyposuperconto), sollevammo qualche dubbio sul-le modalità di funzionamento di quella promozione esull’emittente. Scrivemmo, infatti, allora riguardo que-sto conto (il cui slogan pubblicitario era “dedicato achi vuole la luna”) che ci sembrava certo interessan-te come rendimento promesso (pur se i vincoli mes-si non ci piacevano) ma se proprio da risparmiatorivorremmo la luna… ci piacerebbe prestare i soldi auna banca in migliore salute. I nostri timori si sono ri-velati fondati visto che nelle scorse settimane il go-

verno austriaco, al fine di salvare questo istituto dallabancarotta, ha nazionalizzato Hypo Group Alpe Adriache rappresenta comunque la sesta banca più impor-tante del Paese. Il precedente azionista di maggioran-za (la banca tedesca BayernLB, titolare del 67% del-le quote) ha venduto al governo austriaco la propriapartecipazione alla cifra simbolica di 1 euro, impe-gnandosi a fornire la liquidità necessaria alla bancaaustriaca e rinunciando anche agli 825 milioni di eu-ro in crediti da Hypo Alpe Adria. Un segno evidenteche in fatto di gestione bancaria non esiste alcun pri-mato tedesco (l’ex azionista di maggioranza BayernLbfaceva capo alle Casse di risparmio del Land del-

037

DENARO & LETTERE

Ai miei nipotini ho regalato questo Natale, in unabusta, dei soldi che ho dato ai loro genitori. Ma mi

sarebbe piaciuto aprire un conto o qualcosa che faces-se capire loro l’importanza del risparmio e del fatto chenel tempo il valore può crescere. In banca mi avevanoproposto un conto dedicato ai minori ma non mi è sem-brato molto conveniente. Che alternative consigliate?

Pietro G.

Regalare dei soldi in contanti o in assegni è un’usanza ancoramolto diffusa. E’ vero che quasi tutte le banche offrono oggidei conti dedicati ai minori ma se quello che si cerca è ancheun minimo di rendimento netto (non falcidiato dalle spese ditenuta conto) è meglio quasi sempre starne alla larga. L’opzio-ne più gettonata restano quindi i buoni postali fruttiferi per mi-nori. Questo prodotto di Poste Italiane è stato strutturato pre-vedendo interessi crescenti fino ad un massimo di 18 anni (ov-vero la maggiore età se il buono fruttifero è stato sottoscrittoper un neonato). A sottoscriverlo possono essere i genitori oparenti in genere, amici di famiglia purchè maggiorenni; i pro-dotti possono essere intestati a persone fino (ma non cointe-stati ad adulti) a 16 anni e mezzo di età e all’incasso danno di-ritto al capitale più gli interessi (maturati in almeno 18 mesi).Sono mediamente più convenienti in termini di interessi di unbuono fruttifero ordinario e vengono rimborsati solo al compi-mento dei 18 anni o anticipatamente su autorizzazione del giu-dice tutelare con un taglio minimo di 50 euro e sono esenti dacommissioni e spese varie. Quanto rendono? Di seguito nellatabella può vedere le condizioni di quelli attualmente emessi.Se regala a un neonato un buono fruttifero, in pratica otterràun rendimento del 3,81% lordo (ovvero del 3,33% netto). Perfare un esempio 1.000 euro regalati oggi a un neonato fra 18anni si trasformeranno in 1.803 euro. E’ un rendimento buo-no? Per fare un confronto può prendere come paragone unBtp con scadenza nel 2029 che rende mediamente un 4% net-to. Sicuramente qualcosa di più ma occorre considerare chese si acquista un titolo ci sono anche le spese dei bolli e tenu-ta conto e non potrebbe intestarlo a un minore. In questo ca-so dovrebbe incaricare i genitori di “gestire” questa operazio-

Per i vostri quesiti in tema di finanza personale potete scrivere a [email protected]

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Per Natale ho regalato ai nipotini dei soldi. Ma se avessi voluto regalare qualcosa di piu’ finanziario?“

“”Ho aperto tempo fa un

conto con una banca au-striaca, HYPO ALPE ADRIA, eavevo letto in qualche nume-ro passato di MoneyReportun giudizio non proprio ec-celso sulla solidità di questoistituto. Ho sentito dire in gi-ro ancora recentemente chequesta banca ha qualche pro-blema. E’ vero? C’è da pre-occuparsi?

Alberto Z.

ne. Come alternativa a un Btp potrebbe anche considerazioneuna obbligazione zero coupon (quelle che non staccano cedo-le ma danno tutti gli interessi alla fine). Un esempio? Lo zerocoupon emesso da Comit (ora IntesaSanPaolo) con scadenzail 17/2/2028 (codice Isin IT0001200390). Rende quasi il 5%e quindi 1.000 euro investiti oggi su questo titolo (che è co-munque sempre negoziabile e vale attualmente circa 39,35con rimborso a 100 nel 2028) diventeranno alla fine del pe-riodo circa 2.540 euro. Se l’inflazione fa paura… e si teme chenon possa proteggere abbastanza un titolo a tasso fisso ci so-no poi i titoli indicizzati all’inflazione naturalmente.

SERIE M43 (CONDIZIONI IN VIGORE DAL 1° GENNAIO 2010)

DURATA DELL’INVESTIMENTO (*) TASSO EFFETTIVO LORDO DIRENDIMENTO A SCADENZA

1 anno e 6 mesi 0,83%

2 anni 1,07%

3 anni 1,61%

4 anni 2,00%

5 anni 2,31%

6 anni 2,57%

7 anni 2,79%

8 anni 2,98%

9 anni 3,13%

10 anni 3,27%

11 anni 3,38%

12 anni 3,49%

13 anni 3,57%

14 anni 3,64%

15 anni 3,72%

16 anni 3,75%

17 anni 3,78%

18 anni 3,81%

(*) periodo compreso tra la data di sottoscrizione e la data di compimento del18° anno di età del minore

Ma ci si può fidare delle banche austriache e tedesche? Il caso Hypo AlpeAdria Bank

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EDUCATIONAL

RATING: è un giudizio espresso da al-cune agenzie specializzate su richie-sta degli emittenti (le più importantisono Standard & Poor’s, Moody’s eFitch) sul rischio dei titoli obbligazio-nari da loro emessi.

MOODY’S: agenzia specializzata nell’as-segnare i rating alle imprese. La scaladei rating di Moody’s dal giudizio piùalto di massima sicurezza a quello piùbasso è la seguente: Aaa, Aa1, Aa2, Aa3,A1, A2, A3, Baa1, Baa2, Baa3 (fin qui ilrating è “da investimento”), Ba1, Ba2,Ba3, B1, B2, B3, Caa1, Caa2, Caa3, Ca,C (e questi 11 rating sono “speculati-vi” o “high risk” fino al default).

INVESTMENT GRADE: classe di ratingdel credito assegnato dalle principaliagenzie ai titoli di debito con “creditrating” considerato di qualità da buo-na a molto buona.

CREDIT SPREAD: indica il premio al ri-schio che un’obbligazione paga rispet-to a un titolo privo di rischio (come peresempio il Bund tedesco).IL

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DENARO & LETTERE Per i vostri quesiti in tema di finanza personale potete scrivere a [email protected]

LLOYDS 5.875% scad. 8/7/2014

CODICE ISIN: XS0145620281SCADENZA: 8/7/2014

CEDOLA: 5,875%FREQUENZA CEDOLA: annuale

PREZZO DI RIFERIMENTO AL 29/12/2009: 101RENDIMENTO NETTO AL PREZZO INDICATO DI RIF.: 5%

RATING: Baa3 (Moody’s)MERCATO DOVE È TRATTATO: Euromercato (OTC)GIUDIZIO: Una obbligazione bancaria, con rating investment grade di unemittente che ha appena “riorganizzato” la sua struttura debito/capitale; lascadenza è breve, ma non brevissima, in modo da sfruttare la sostanzio-sa inclinazione della curva dei rendimenti; il confronto con titoli di sta-

to di analoga durata è piuttosto premiante: un BtP di pari scadenza(come quello che scade ad agosto 2014 con cedola 4,25%) ren-

de il 2,7% lordo, meno della metà di questo titolo. Il creditspread (differenza di merito di credito) in basis point

(centesimi di rendimento) è a favore dellaLloyds.

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la Baviera e il Ministro dello Stato della Baviera,Georg Fahrenschoen, ha dichiarato che l’operazione èstata necessaria per “stabilizzare una banca di impor-tanza sistemica”) e che gli effetti negativi del creditofacile, degli investimenti “tossici” e dei mutui subprimenon sono ancora alle spalle. Questo gruppo aveva av-viato negli scorsi anni una presenza capillare nel sud-est Europa con la presenza di filiali in Austria, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Germania, Ungheria, Ita-lia, Macedonia, Montenegro, Serbia, Slovenia e Ucrai-na. Il 2009 è stato un anno eccezionale in cui si sonosucceduti gli interventi a favore del sistema bancario.In Europa la Bce ha concesso 614 miliardi di euro diprestiti a un migliaio di istituti finanziari ma la situazio-ne è ancora problematica per diversi di loro. Hypo Al-pe Adria in Austria è stata nazionalizzata ma diverselandesbanken tedesche (ovvero banche regionali sot-to il controllo dei Landen, cioè degli stati germanici)sono in difficoltà. Come spesso abbiamo scritto su que-ste pagine il rendimento è importante ma non è l’uni-co elemento da considerare nello scegliere un contocorrente remunerato (e per questo motivo ogni mesestiliamo un’analisi delle migliori scelte). Per dormiresonni più tranquilli meglio piuttosto rinunciare a qual-che centesimo di rendimento. E le banche italiane, no-nostante tutto, ci sembrano più trasparenti, solvibili emeno avventate di molte di quelle straniere.

››Salvatore Gaziano, direttore investimenti e amministratore di BorsaExpert. E’ anche giornalista professionista e collabora con diversetestate fra cui Millionaire (di cui è anche direttore editoriale), MilanoFinanza e L’Unione Sarda. In precedenza è stato fra i fondatorinonchè vice-direttore del settimanale Borsa & Finanza e ha fondato ilsito Bluinvest.com E’ autore del libro “Bella la Borsa, peccato quandoscende”, una guida controcorrente alla finanza personale.

Roberta Rossi, consulente finanziario indipendente, titolare del sitoMoneyExpert.it Si occupa da alcuni anni esclusivamente diconsulenza finanziaria personalizzata per assistere investitori privatinella costruzione ottimale e gestione operativa del propriopatrimonio. In precedenza aveva lavorato al sito Soldionline.it comeresponsabile della finanza personale e poi in Bluinvest.com comedirettore operativo e in BorsaExpert.it con lo stesso incarico.

Francesco Pilotti. Laurea in Scienze Economiche e Bancarieconseguita presso l’Università di Siena. Dopo aver collaborato conl’Istituto di Statistica dell’Università di Scienze Economiche eBancarie di Siena in qualità di cultore – ricercatore, ha intrapreso unacarriera nell’analisi economico-finanziaria (frequentando anche uncorso di specializzazione dell’Aiaf) in collaborazione con il Prof.Alessandro Cortesi (docente dell’Università L. Bocconi di Milano) ed ilProf. A. Falini (docente dell’Università C. Cattaneo di Castellanza).

Dopo un’esperienza come analista finanziario presso Bluinvest.com ha assunto inBorsaExpert.it la responsabilità dei sistemi quantitativi e trading system.

A QUESTE DOMANDE HANNO RISPOSTO:

OGNI MESE ESAMINIAMO IN QUESTA RUBRICA UNA OBBLIGAZIONE CHE CI SEMBRA INTERESSANTE COME RAPPORTO RI-SCHIO/RENDIMENTO PER INVESTITORI CON UN PROFILO DI RISCHIO ALTO. CHI FOSSE INTERESSATO A PORTAFOGLI MO-DELLO DI TIPO OBBLIGAZIONARIO (DOVE SEGNALIAMO MENSILMENTE DECINE E DECINE DI TITOLI FRA I PIÙ INTERESSANTISECONDO DIFFERENTI GRADI DI RISCHIO) PUÒ CONSULTARE I NOSTRI SERVIZI SUL SITO WWW.BORSAEXPERT.IT O SCRI-VERCI (UFFICIOSTUDI @BORSAEXPERT.IT) PER MAGGIORI INFORMAZIONI AL RIGUARDO).

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ANCHE I TITOLI CONSIDERATI DIFENSIVI HANNO SUBITO LA CRISI DEGLI ULTIMI ANNI E ATLANTIA IN BOR-SA E’ ARRIVATA A PERDERE DUE TERZI DEL SUO VALORE PRIMA DEL RECUPERO IN CORSO. CHE PO-TREBBE CONTINUARE…

QUESTIONI FONDAMENTALIPIAZZA AFFARI ALLA GRIGLIA

Il dividendo 2009 potrebbe valere un 4% di rendimento. La società quota 13 voltegli utili stimati (un 20% in meno della media del settore) e nel 2010 dovrebbebeneficiare di un incremento tariffario del 2,2%.

GRAFICO DI ATLANTIA

Nata nel 1950 per iniziativa dell’IRI (Istituto per laRicostruzione Industriale), la Società Autostrade

Concessioni e Costruzioni comincia la propria attivitàcon una convenzione con l’Anas attraverso la quale siimpegna a co-finanziare, costruire e gestire l’Autostra-da del Sole tra Milano e Napoli (poi inaugurata nel1964). L’attività prosegue nel tempo portando alla co-stituzione, nel 1982, del Gruppo Autostrade con oltre3 mila km di rete grazie alle quali serve 15 regioni e 60

province italiane. Nel 1999 la Società Autostrade è sta-ta privatizzata.All’IRI, azionista di riferimento dalla na-scita della Società, è subentrato un nucleo stabile diazionisti costituito da una cordata raggruppante Edi-zione Holding, ora Sintonia (gruppo Benetton), Ace-sa (ora Abertis), Fondazione CRT, UniCredito e Assi-curazioni Generali. Nel corso del 2003, da un nuovoassetto organizzativo volto a separare le attività in con-cessione dalle attività non autostradali, nasce Au-

ATLANTIA, NEL 2010 AUMENTA IL CASH GRAZIE ALL’AUMENTO DELLE TARIFFE AUTOSTRADALI

Nonostante sia stato sempre concepito come uno dei titoli più difensivi presenti aPiazza Affari, Atlantia ha subito notevolmente la crisi che si è abbattuta sulla fi-

nanza internazionale negli anni 2007 e 2008. Il titolo in Borsa ha risentito pesante-mente delle vendite ed è arrivato a perdere, nel momento peggiore, il 66,5% del suovalore prima della risalita che ha permesso di tornare al di sopra dei 18 euro con unraddoppio delle quotazioni dai minimi di marzo 2009.

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tostrade per l’Italia, controllata al 100% da Auto-strade. Nel 2007, nell’ambito di un progetto di rior-ganizzazione volto a ridefinire più nettamente il ruo-lo e la missione di Autostrade e di Autostrade perl’Italia, Autostrade assume il nuovo nome Atlantia eil ruolo di holding di partecipazioni specializzata ininfrastrutture, mantenendo il pieno controllo dellasubholding Autostrade per l’Italia, capogruppo ope-rativa nel campo delle infrastrutture in concessione.

La maggior parte del cash a dispo-sizione di Atlantia deriva attual-mente dai circa 4 milioni di viag-giatori, pari all’8% della popola-zione italiana, che transitano ognigiorno sulla rete delle società con-cessionarie controllate, che si esten-de per 3.413 km e che ha la funzio-ne di avvicinare il Paese al baricen-tro socio-economico dell’Europa, as-sicurando un’efficace articolazioneterritoriale e un indispensabile ser-vizio alla mobilità presso le mag-giori aree metropolitane.Tuttavia il Gruppo, tramite società dedicate, operaanche in servizi accessori al core business control-lando società attive nei settori della progettazione,della direzione lavori e del monitoraggio e manuten-zione programmata di opere stradali, nel settore del-le pavimentazioni e manutenzioni stradali, nella com-mercializzazione di spazi e servizi pubblicitari e nel-la gestione di eventi nelle aree di servizio.

Atlantia detiene inoltre il 100% diTowerCo, società che si occupa diprogettazione e realizzazione sul se-dime autostradale di siti attrezzatimultioperatore, idonei ad ospitareantenne ed impianti di telecomuni-cazioni di diversi gestori (tipica-mente radiomobili), oltre che perscopi istituzionali ed aziendali (Iso-radio, sistemi di controllo del traf-fico, etc.).

Anche per Atlantia gli ultimi esercizi sono ri-sultati difficili e c’è stato bisogno di un conte-nimento dei costi per mantenere una redditivi-tà accettabile. Ma il Presidente Gian MariaGros Pietro vede rosa e commenta gli ultimidati di bilancio confermando un incremento de-gli investimenti per il prossimo futuro. Intanto Atlantia ha chiuso i primi 9 mesi del 2009 con ricavi totali inaumento dell’1,6% rispetto allo stesso periodo di un anno fa a 2.687,3milioni di euro. I ricavi netti da pedaggio sono stati pari a 2.207,3milioni di euro (+0,6%) mentre il margine operativo lordo è salitodell’1,4% a 1.711,5 milioni di euro con un’incidenza sui ricavi so-stanzialmente invariata al 63,7%.

Su base omogenea, l’aumento del margine ope-rativo lordo risulta di 19,4 milioni di euro(+1,1%), con un’incidenza sui ricavi pari al61,2% (rispetto al 60,8% dell’analogo perio-do del 2008). Il risultato operativo è sceso del 3,7% a 1.305,8 milioni di euro conuna incidenza sui ricavi pari a 48,6% (51,3% nel primi nove mesi del2008). L’utile netto è calato del 12,8% a 558,2 milioni di euro men-tre l’utile di competenza del Gruppo (581,9 milioni di euro) registrauna riduzione del 7,6%. L’indebitamento finanziario netto del Grup-po al 30 settembre 2009 è pari a 10.190,4 milioni di euro, in aumen-to di 435,6 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2008. ‘’Per l’inte-ro esercizio - commenta ancora Gros Pietro - in assenza di un dete-rioramento del quadro macroeconomico si prefigura un aumento delmargine operativo lordo rispetto all’esercizio 2008 grazie anche a in-terventi di recupero di efficienza operativa attualmente in corso’’.

Intanto il 2010 si è aperto con nuovi aumentitariffari su tutta la rete autostradale italiana.Atlantia, infatti, ha ritoccato le tariffe del 2,4%.Gli aumenti erano già noti ma potrebbero da-re ancora una spinta al recupero del titolo inBorsa.

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QUESTIONI FONDAMENTALIPIAZZA AFFARI ALLA GRIGLIA

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Emanuele Oggioniè gestore azionario di Saint GeorgeCapital Management (gruppoFondiaria Sai), una società di dirittosvizzero con sede a Luganospecializzata nell’asset management.

AMPLIFON, CENERENTOLA PER GLI ANALISTI, VOLA NEL 2009 A PIAZZA AFFARI

UNA RUBRICA CHE OGNI MESE SVELA QUALCOSA DI POCO CONOSCIUTO SUI CONTI AZIENDALI DELLESOCIETÀ QUOTATE O SUI REPORT TALVOLTA “CURIOSI” CHE CIRCOLANO FRA GLI ADDETTI AI LAVORI.

QUELLO CHE GLI ANALISTI NON DICONO

si ravvedeva dell’errore e toglieva il tito-lo… dalla Conviction Sell-list, la lista deititoli assolutamente da vendere! A inizio luglio, mentre Exane confermavail neutral, arrivava un’altra rara raccoman-dazione di acquisto da parte di Citigroup.I commenti dei risultati del primo seme-stre, a inizio agosto, non facevano modifi-care i giudizi neutrali a Mediobanca cherimaneva scettica sul turnaround di Am-plifon in USA, di Equita e di Intermonte,che manteneva il rating underperform. In-tanto il titolo triplicava da inizio anno…Ancora una volta si staccava dal gruppoGoldman Sachs che finalmente si con-vinceva a mettere un buy contarget 3,6 euro (il titolo intan-to era a 2,5 euro). Solo a no-vembre Equita si decideva adalzare a buy il proprio giudi-zio dopo i risultati trimestralimentre Intermonte ribadiva

l’underperform e Mediobanca il neutral.Attualmente il consensus di Bloomberg,che rappresenta le stime e previsioni ef-fettuate da un campione selezionato dianalisti di broker nazionali e internazio-nali che seguono costantemente Ampli-fon, è per 3 buy, 4 neutral e 2 sell, con tar-get medio a 3,2 euro.Nella prima parte del 2009 c’era un soloanalista (Kepler) che aveva costantemen-te un buy (“comprare”) su Amplifon con-fermandosi così uno dei migliori analistisulle small caps. Peccato che per tagli alpersonale sia stato lasciato a casa…

Con la collaborazione di Emanuele Oggioni*

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Amplifon, uno dei titoli migliori dellaBorsa italiana nel 2009 (e presente in

alcuni portafogli di BorsaExpert.it), pas-sato da 0,829 a 3,035 euro (+266%), è sta-to decisamente snobbato l’anno scorso inparticolare dagli analisti dei broker italia-ni e a seguire da quelli esteri. Con il tito-lo vicino ai minimi storici e sotto l’europer azione, nel primo trimestre dell’annosi sprecavano i neutral (Intermonte, Ban-ca Akros, Equita, Mediobanca) e i sell/un-derperform (Chevreux) con consigli divendere il titolo perché avrebbe avuto unaperformance peggiore di Piazza Affari(cresciuta nel 2009 solo del 19,19%). So-lo ad aprile Banca Akros emetteva un pri-mo buy (comprare), mentre Exane rima-neva neutral (farà come Piazza Affari) ea maggio Intermonte abbassava addirittu-ra il rating ad underperform con il titoloche nel frattempo era raddoppiato rag-giungendo i 2 euro. Solo Goldman Sachs

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RISERVATA PERSONALE

qualche anno a misurarsi conmini pensioni. Con importi pa-

ri mediamente dal 30 al 60% dell’ul-tima busta paga. E i lavoratori auto-nomi, quelli a progetto, i commercian-ti saranno quelli che vedranno assot-tigliarsi in modo più drammatico l’as-segno mensile una volta che andran-no in pensione. A essere maggiormen-te penalizzati saranno quelli entratipiù recentemente nel mondo del la-voro mentre chi è vicino alla pensio-ne, naturalmente, assisterà in modopiù limitato alla grande sforbiciata.Pensare a costruirsi una pensione discorta è quindi qualcosa di obbliga-torio per moltissimi lavoratori e perfarlo esistono molte strade. Non cer-to solo i fondi pensione. Occorre met-tere a frutto il patrimonio che si ha erisparmiare. Come facevano i nostripadri e i nostri nonni in tempi in cuiera ancora più difficile. Ma quanto occorre accantonare se giànon si possiede un patrimonio impor-tante? Le risposte che vengono daquesta inchiesta dicono che la que-stione non può essere affrontata controppa approssimazione e poca lun-gimiranza. Per avere 1.000 euro dipensione integrativa fra 25-30 annioccorre da subito accantonare (si sti-ma perché i rendimenti dei mercatinon sono certi) non meno di 650-700euro al mese. Cifre importanti per mol-tissimi lavoratori ma che sono un mo-nito anche per chi ha già da parte uncapitale magari di qualche centinaiadi migliaia di euro e pensa che que-sto sia sufficiente. I dati che scaturi-scono dalle tabelle elaborate da Pro-getica ci dicono invece che per entra-re in zona di “sicurezza” occorre ac-cumulare un capitale nettamentemaggiore, superiore anche al milionedi euro. E confidare nella Borsa in mol-

ti casi se si hanno capitali inferiori.Non decidere di decidere… su comeinvestire il proprio patrimonio con unastrategia definita o disinteressarsi diquesti argomenti non è quindi unascelta molto lungimirante. Mettere latesta sotto la sabbia come fanno glistruzzi non aiuta certo quei risparmia-tori che magari, delusi da cattive espe-rienze finanziarie passate (con fondio gestioni o scelte fai da te), sono“congelati” da anni in attesa che iprezzi dei loro titoli ritornino miraco-losamente ai prezzi di carico.La decisione del ministro del Welfare,Maurizio Sacconi, e del presidente del-l’Inps, Antonio Mastropasqua, di in-viare nei prossimi mesi un fascicolopersonale, simile alla “busta arancio-ne” dei Paesi nordici, che informeràciascun lavoratore sulle risorse ma-turate ai fini pensionistici (indipen-dentemente da quale sia il loro entedi previdenza) potrebbe forse aiutarea prendere coscienza del problema achi di queste cose non si interessa.Dipende certo dalla pubblicità che sidarà a questa iniziativa e il livello diinformativa che sarà fornito. Ed è ar-guibile che fondi pensione e assicu-ratori cercheranno di cavalcare la ti-gre per cercare di vendere così più fa-cilmente le loro soluzioni. Un affareper le loro casse ma non necessaria-mente sempre per tutti i sottoscritto-ri. Chi vuole pensare al proprio futu-ro (e non quello di banche, assicura-zioni e società di gestione) dovrebbefarlo con la propria testa su basi ra-zionali. Con logica e strategia: piani-ficare il proprio futuro finanziario nondovrebbe essere qualcosa da prende-re sotto gamba o decidere in base auno spot o a un venditore molto sim-patico. Che ci racconta solo quello checi vogliamo sentir dire… offrendociprodotti magari inadeguati e costosi.Ma che danno a molti risparmiatori lafalsa illusione di aver affrontato il pro-blema. Purtroppo non risolvendolo…

MoneyReport è un supplemento mensile a BORSAEXPERT, periodico registrato al Tribunale di Milano,numero 652 del 23 novembre 2001. Iscritto al R.O.C.n. 13382 DIRETTORE RESPONSABILE: Salvatore GazianoAUTORI: Salvatore Gaziano, Roberta Rossi, Francesco Pilotti, Mara Dussont, Claudio Grossi,Gregory Mattatia, Gaetano Megale, Emanuele Oggioni,Gianfranco Sajeva, Sergio Sorgi, Vincent Gallo.PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE:Cristina ViganòCONSULENZA TECNICA ED EDITORIALE:Alessandro SeccianiEDITORE: Borsa Expert srl con sedi in Piazza Vetra, 21 - 20123 Milano e Via Matteotti, 21 - 19032 LericiTel. 800.03.15.88 - fax 02 700562002 e-mail: [email protected]

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Finito di scrivere il 13 gennaio 2010

continua da pag. 1

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La cicala e la formica››