Cono gelato

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CONO GELATO

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CONO GELATO

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è un contenitore per il gelato di forma conica aperto alla base, spesso fatto di una pasta commestibile (wafer) o biscotto o altre cialde, da impugnare con la parte aperta in alto.

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Viene inventato nel 1903 da un italiano: Italo Marchioni, originario del Cadore, che lo brevettò a Washington D.C.. Si tratta di uno dei prodotti di food design italiani più importanti ed è famoso in tutto il mondo, nei suoi 100 anni di storia ha ricevuto molteplici mutamenti formali testimoniando intere generazioni sociali.

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I primi gelati muniti di ostie di pane vennero confezionati in Italia. Caterina de' Medici attraverso la servitù e i suoi cuochi italiani introdusse le sue ricette in Francia durante il Rinascimento. In Inghilterra invece, sempre ad opera di Italiani, tale tradizione si diffuse solo nel Sedicesimo secolo. Coni in carta o metallo vennero usati in Francia, Germania e Gran Bretagna, durante il XIX secolo, per mangiare il gelato

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La ricetta del "Cornetto con crema" indica che - "i cornetti erano fatti con mandorle e cotti al forno, non premuti tra ferri". Ella inoltre aggiunge - "questi cornetti possono essere riempiti anche con qualsiasi gelato o sorbetto o crema o frutta, e servito a pranzo o a cena". Mrs Marshall fu una influente innovatrice e rese molto popolare il gelato in Gran Bretagna. Pubblicò due libri di ricette specifici sui gelati e brevettò inoltre una macchina per i gelati.

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Il 13 dicembre 1903, Italo Marchioni (1868-1954), italiano residente a New York City, ricevette il brevetto statunitense N. 746971 per l'invenzione del cono gelato che aveva venduto in America sin dal 1896.

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Pare difatti che l'idea nacque da uno stato di necessità dell'italiano, visto che inizialmente il suo gelato veniva servito in bicchieri di vetro. Capitava di frequente che i medesimi non venissero restituiti al gelataio, o che si rompessero accidentalmente scivolando dalle mani dei clienti, comportandogli dunque una piccola perdita di capitale. È attualmente l'inventore più accreditato proprio in virtù di quel brevetto che il medesimo richiese ai primi del Novecento.

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