Conferenza Stampa Colacem CDR

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Galatina, 17 settembre 2010-09-16

Informazioni per una scelta più consapevole

Spesso la scelta di utilizzare i rifiuti in cementeria viene osteggiata sulla base di informazioni scorrette e dalla semplicistica equazione cementeria = inceneritore. Per questo motivo Colacem ha voluto elencare le più comuni argomentazioni contro l’utilizzo dei rifiuti in cementeria, affiancando risposte tecniche e circostanziate, che permettano di affrontare il problema dello smaltimento dei rifiuti con maggior consapevolezza e nel rispetto dell’ambiente.

Argomenti usati contro l’utilizzo dei rifiuti in cementeria

Informazioni corrette sull’utilizzo dei rifiuti in cementeria

L'utilizzo dei rifiuti in cementeria è in conflitto con gli sforzi che singoli e collettività fanno - per ridurre la quantità dei rifiuti;- per consolidare la raccolta differenziata e il successivo recupero e riciclaggio dei rifiuti.

La co-utilizzazione dei rifiuti in cementeria rispetta completamente la gerarchia dei rifiuti stabilita a livello comunitario, che vede al primo posto la minimizzazione della quantità di rifiuti prodotti; al secondo posto la differenziazione e successiva lavorazione per il riuso e il riciclaggio, al terzo posto il recupero di materia e di energia e all'ultimo posto lo smaltimento in discarica. L'utilizzo in cementeria è una delle soluzioni possibili immediatamente prima dello smaltimento in discarica, una volta superate le valorizzazioni più nobili. Le cementerie rappresentano per la collettività una soluzione ambientalmente compatibile e un'opportunità di recupero e valorizzazione di quei rifiuti che non possono più essere riciclati o riutilizzati. Si tratta di una soluzione in linea le politiche ambientali della EU e con gli accordi internazionali di riferimento, e in particolare con le Convenzioni di Basilea e di Stoccolma.

RIUTILIZZO COME MATERIE PRIME-SECONDERIUTILIZZO COME MATERIE PRIME-SECONDE

Si usano rifiuti industriali pericolosi I rifiuti e residui industriali utilizzati nelle cementerie appartengono per la maggior parte alle categorie di rifiuti classificati come NON PERICOLOSI (CDR, PFU, tutte le tipologie del recupero di materia). Gli unici rifiuti classificati come PERICOLOSI utilizzati sono gli oli usati (assoggettati comunque al regime dei NON PERICOLOSI in caso di sostituzione termica fino al 40 %) e i solventi.

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La qualità del cemento prodotto è più scadente

Tutto il cemento prodotto in EU deve rispondere ad un determinato standard di qualità (UNI - EN197-1) pertanto le proprietà meccaniche devono essere sempre garantite. Un cemento non conforme a tali standard non può essere commercializzato in EU. Vengono eseguiti controlli periodici di conformità del cemento sia interni che da parte di enti indipendenti (ITC- CNR). Il cemento prodotto co-utilizzando rifiuti è uguale al cemento prodotto in modo tradizionale (ha le stesse caratteristiche e proprietà).

Il cemento prodotto con i rifiuti è inquinato e può essere dannoso per la salute

Il calcestruzzo è un materiale inerte, quindi non rilascia nessuno dei suoi componenti in atmosfera o nell’ambiente circostante. E' un prodotto regolarmente dotato di marchio CE, non dannoso per la salute.

CO-INCENERIMENTOCO-INCENERIMENTO

Si può bruciare qualsiasi tipo di rifiuti (anche le ecoballe napoletane)

L’attività delle cementerie è produrre cemento non smaltire rifiuti. Possono essere co-inceneriti solo rifiuti che hanno determinate caratteristiche. Una di queste è che devono essere asciutti (devono essere essiccati) altrimenti il forno non raggiunge le temperature necessarie a produrre cemento.

Aumentano le emissioni di CO2 L'utilizzo di rifiuti in parziale sostituzione dei combustibili fossili riduce le emissioni globali di CO2 perché:1. se non fossero utilizzati in cementeria i rifiuti

dovrebbero essere o inceneriti o smaltiti in discarica, con la conseguenza che le emissioni dovute alla produzione tradizionale del cemento si aggiungerebbero alle emissioni dovute allo smaltimento finale dei rifiuti;

2. il contenuto in biomassa dei combustibili alternativi utilizzati consente una riduzione delle emissioni di CO2 in termini di emissioni evitate. Infatti, qualsiasi biomassa se non utilizzata va incontro a distruzione naturale per autocombustione con conseguente emissione di CO2 in quantità uguali al processo industriale di combustione. Perciò queste quantità di CO2 emessa sono considerate neutrali e non climalteranti sia che si producano in natura sia che si producano in processi industriali;

3. l’utilizzo di combustibili alternativi rende meno inquinanti i forni da cemento perché riduce le emissioni di CO2 dello 0,4% delle emissioni totali per ogni punto percentuale di sostituzione termica (si può arrivare al 50% di sostituzione termica e al 25% di abbattimento delle emissioni).

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Aumentano le emissioni di diossine La temperatura raggiunta nei forni (oltre 1400°), il tempo di residenza dei gas nei forni (oltre 2 secondi), il grado di turbolenza garantiscono la distruzione pressoché completa dei composti organici pericolosi (ad esempio le diossine). I dati sperimentali dimostrano percentuali di abbattimento superiori al 99.9999%.

Aumentano le emissioni di NOx L’utilizzo di combustibili alternativi consente la riduzione delle emissioni ostacolando lo svolgimento delle reazioni che portano alla formazione degli NOx.

Il forno da cemento inquina come un inceneritore

Un inceneritore produce rifiuti solidi come le ceneri e le scorie che rappresentano circa il 20-25% dei rifiuti in ingresso. Le cementerie no. Le temperature raggiunte da un inceneritore sono più basse di quelle raggiunte dai forni da cemento, con la conseguenza che per evitare la formazione di diossine l’inceneritore deve dotarsi di una camera di post-combustione dotata di bruciatore ausiliario (con elevati costi di investimento). Questo non è necessario nel forno da cemento.

Ulteriori argomenti a favore:• Le cementerie sono impianti industriali “pesanti”. In quanto tali soggette a normative

stringenti e controlli da parte delle autorità preposte. Per utilizzare rifiuti hanno bisogno di ulteriori autorizzazioni. Per ottenerle devono rimodernare gli impianti e introdurre il controllo “in continuo” delle emissioni (le emissioni vengono controllate 24 ore su 24 e i dati vengono inviati alle Arpa di competenza).

• I rifiuti devono avere caratteristiche specifiche per essere utilizzati, perciò devono provenire da fonti certe e risultare di qualità nota e costante (tracciabilità dei rifiuti).

Che ci guadagnano i cementieri?• Abbattere il costo dell’energia. Le cementerie sono imprese fortemente energivore, la

bolletta energetica è pari al 40% del costo totale di produzione del comparto. • Ricorrere meno alle materie prime di origine naturale perché i rifiuti utilizzabili come

materie prime-seconde costano molto meno dell’estrazione da cave e miniere sia in termini economici sia in termini di consenso sociale.

Norme che regolano la materia

La materia è regolata dalle direttive europee recepite in Italia con interpretazioni generalmente più restrittive di quelle adottate da altri paesi europei.Le cementerie sono soggette al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (Dir IPPC - D.Lgs.vo 59/05) da parte delle Autorità competenti (Regioni/Province). Il coincenerimento di rifiuti è normato dal DL 133/05 e dal D.Lgs.vo 152/06 che impongono severi limiti emissivi.Il recupero di materia e di energia dai rifiuti in procedura semplifcata è regolato dai DM 5/2/98.Questi due usi sono ritenuti dalle istituzioni europee delle best practice (BREF).sia per ridurre l’impatto ambientale delle cementerie, sia per contribuire a risolvere in modo efficiente il problema dei rifiuti.La Direttiva 2008/98/CE sancisce che il recupero di materie e di energia è una soluzione da preferirsi allo smaltimento in discarica.

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Approfondimenti sono disponibili sul sito web:www.aitec-ambiente.org

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Galatina 17 settembre 2010

Nota stampa

I RIFIUTI IN CEMENTERIA

Per ridurre la bolletta energetica, per abbassare le emissioniper liberare le discariche

La gestione dei rifiuti è un problema che riguarda tutti: i cittadini, il sistema economico e industriale, la politica. Dalla cattiva gestione dei rifiuti dipende una buona parte del degrado delle nostre città (Napoli, Palermo, ecc), dell’inquinamento delle acque e del terreno, dell’emissione di gas serra, dell’illegalità.Eppure l’Europa ha stabilito delle regole che ci possono aiutare a passare da un ciclo dannoso a un ciclo virtuoso dei rifiuti. Molti Paesi europei e alcune località italiane le stanno mettendo in pratica. Ma di che si tratta?

1. Ridurre la quantità di rifiuti prodotti: meno imballaggi, più processi di produzione che riducono e che rendono utilizzabili gli scarti di lavorazioni, ecc.

2. Riuso e riciclo delle materie: più raccolta differenziata che consente il successivo trattamento e recupero dei rifiuti.

3. Recupero di energia: quello che non si può più recuperare viene trattato e trasformato in combustibile (CDR) da utilizzare prima di tutto in impianti industriali già esistenti il cui ciclo produttivo garantisca le minori ricadute possibili sull’ambiente e sulla salute.

I forni da cemento sono tra gli impianti industriali più adatti ad entrare nel ciclo del recupero di materie e di energia dai rifiuti.

COSA SI PUÒ UTILIZZARE IN CEMENTERIA

I rifiuti e i residui che possono essere utilizzati in cementeria sono tantissimi e provengono:! dalla raccolta differenziata domestica, ! dalla spazzatura delle strade delle nostre città, ! dalla depurazione delle acque fognarie,! dalle industrie meccaniche, metallurgiche, siderurgiche, alimentari, dalle

raffinerie, dalle centrali termoelettriche dalle costruzioni e perfino dagli inceneritori di rifiuti.

Tutti questi rifiuti per essere utilizzati nei forni da cemento devono rispondere ad alcune caratteristiche, ad esempio quelli di provenienza domestica devono essere completamente asciutti, quelli di provenienza industriale non devono contenere alcuni composti chimici. In altre parole i rifiuti devono provenire da fonti certe e devono essere di qualità nota e costante (tracciabilità dei rifiuti). Queste precauzioni servono a garantire la qualità del prodotto cemento e il rispetto dell’ambiente.

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BENEFICI

• RECUPERARE ENERGIA DA UNA FONTE (PURTROPPO) RINNOVABILE E RIDURRE LA BOLLETTA ENERGETICA riducendo il consumo di combustibili fossili già scarsi in natura e per la maggior parte di importazione estera.

• RIDURRE LE EMISSIONI DI CO2. Sia quelle delle cementerie perché i combustibili derivati dai rifiuti producono meno emissioni rispetto ai combustibili fossili, sia le emissioni totali perché l’utilizzo in cementeria si sostituisce almeno in parte alla termodistruzione. Dove possibile, insomma, non si aggiungerebbe un altro camino industriale.

• RIDURRE IL VOLUME DI RIFIUTI E RESIDUI da avviare allo smaltimento finale in discarica con abbattimento delle emissioni gassose.

• DISTRUGGERE LE MOLECOLE INQUINANTI (AD ESEMPIO LE DIOSSINE) grazie alle elevate temperature (oltre 1.400 C°) raggiunte dai forni e al processo di produzione del cemento.

• NON PRODURRE ULTERIORI RIFIUTI INDUSTRIALI. La cementeria è il luogo di un recupero veramente totale e sicuro: differisce dagli altri processi industriali (compreso l’incenerimento e la termovalorizzazione) proprio perché non produce a sua volta residui da smaltire, anche questi ultimi infatti vengono reintrodotti nella lavorazione.

• COSTITUIRE UN VANTAGGIO ECONOMICO PER IL SETTORE CEMENTO. Grazie ai rifiuti le cementerie possono ridurre:· i costi di approvvigionamento di energia, · i costi legati all’attuazione del protocollo di Kyoto. Emettendo meno CO2

devono comprare meno quote di emissione sul mercato.

QUALCHE DATO

Nel 2008 nelle cementerie italiane 280.000 tonnellate di combustibile da rifiuti hanno sostituito 220.000 tonnellate di combustibili fossili (petrolio, pet coke, ecc), generando una riduzione di emissioni di CO2 nel settore cemento di 320.000 tonnellate. Sostituendo il 6% di energia non rinnovabile con energia da rifiuti si è prodotta una diminuzione del 3% di emissioni.

Gli impianti italiani possono fare molto di più: a parità di cemento prodotto si può arrivare a sostituire 2.000.000 di tonnellate l’anno di combustibili fossili, pari al 50% di energia consumata, ottenendo una diminuzione delle emissioni di CO2 di 2.700.000 tonnellate l’anno pari al 25% del settore cemento.

SECONDO LE ISTITUZIONI EUROPEE

Il recupero di materie e di energia dai rifiuti e residui è classificato dalle istituzioni Europee, come una delle migliori tecniche disponibili per ridurre l’impatto del settore cemento. Il co-incenerimento nei forni da cemento non presenta infatti alcun rischio aggiuntivo per l’ambiente. Lo dimostrano i controlli effettuati sulle cementerie italiane che utilizzano combustibili alternativi in parziale sostituzione dei combustibili fossili tradizionali. Lo dimostra anche la scelta compiuta da Paesi europei generalmente considerati molto avanzati riguardo l’attenzione per l’ambiente. In

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Germania, Svizzera, Norvegia, Austria si arriva a percentuali di sostituzione di circa il 50%. L’unica cementeria in funzione in Olanda ha sostituito nel 2008 oltre il 90% dei combustibili fossili tradizionali con combustibili da rifiuti.Gli impianti italiani, riconosciuti come i migliori d’Europa, sono i più idonei a realizzare recuperi percentualmente significativi di rifiuti e residui, e non avrebbero difficoltà a colmare il divario rispetto alla media europea.

SECONDO LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE

LEGAMBIENTE ( Rapporto Ambiente Italia 2009): “L’esperienza di altri Paesi e dell’Italia, conferma che le materie alternative, tra cui il CDR, sono un ottimo combustibile in sostituzione di fonti fossili importanti. Sebbene come regola generale la combustione dei rifiuti sia una potenziale fonte di diossine, i forni da cemento possiedono caratteristiche speciali che consentono di evitare la loro formazione.”

WWF (studio “A blueprint for a climate friendly cement industry” presentato a Poznan durante la Conferenza sul clima, novembre 2008): “Le possibilità di ridurre l’impronta del carbonio nel settore del cemento sono molteplici. Un grosso potenziale di riduzione delle emissioni si trova anche nella possibilità di integrare progressivamente l’utilizzo delle biomasse come combustibili per le fornaci.”

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