Concorso Hippo

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CONCORSO HIPPO’S- LA SCOPERTA DELL’ITALIA Virgilio parte in seguito alle Cinque giornate e durante il viaggio verso Modena inizia a scrivere un diario per non dimenticare le emozioni provate. DIARIO DI VIRGILIO 2 aprile 1848 “… Partii la notte successiva. Volevo ritrovare Franco a tutti i costi. I soldati del suo gruppo erano già lontani. Non sapevo come arrivare a Modena. In lontananza,appena fuori Firenze, vidi una comitiva confabulare . Mi avvicinai e chiesi chi tra loro dirigesse l’operazione. Mi si pose davanti un uomo alto e imponente,che mi puntò addosso il suo sguardo penetrante. Timidamente chiesi di cosa stessero parlando. Speravo si dirigessero a Nord, verso Milano. Il generale mi scrutò con occhi indagatori prima di rispondermi “Andiamo in soccorso dei Pisani. Gli Austriaci reagiscono, il contrattacco è iniziato”. Sentivo il mio corpo tremare,ero indeciso se tornare indietro al riparo nella casa paterna o soccorrere il mio amico Franco. In un attimo decisi di unirmi alla compagnia. “ Sotto quale generale mi trovo?”. Si presentò come il generale Manfredi. Appresi con i giorni che quell’uomo era burbero e non parlava molto con noi soldati volontari. Durante il giorno marciavamo lungo sentieri tortuosi e impervi, le soste erano rare e brevi. La notte ci accampavamo, ma il rumore degli animali ci spaventava e ci teneva svegli per la maggior parte del tempo. Guardando il cielo mi veniva in mente la mia amata Filomena. Era al sicuro a casa o gli Austriaci erano giunti anche là? Essere amato da lei era l’unico mio obbiettivo…” Nel mentre, a casa di Virgilio, il padre si accorse della sua assenza solo la mattina, quando il figlio non si presentò alla colazione. Iniziò a cercarlo per tutta la casa ma senza alcun successo. Allarmato,dopo aver interamente setacciato l’abitazione, cominciò la ricerca per tutta Firenze e dintorni,chiedendo in giro ai passanti, cercando di ottenere qualche utile informazione. Ma del figlio,probabilmente fuggito nella notte, nessuno sapeva dirgli nulla. Nessuno lo aveva visto. Solo quando ormai era quasi giunta la mezza un locandiere lo fermò mentre vagava per la città. Il ragazzo si era unito a un gruppo di volontari guidati dal generale Manfredi in marcia per Milano. L’avvocato si rincamminò verso casa saturo di rabbia deciso a punire Virgilio non appena

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elaborato della classe 3D dell'Istituto Darsena di Viareggio

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CONCORSO HIPPO’S- LA SCOPERTA DELL’ITALIA

Virgilio parte in seguito alle Cinque giornate e durante il viaggio verso Modena inizia a scrivere un diario per non dimenticare le emozioni provate.

DIARIO DI VIRGILIO 2 aprile 1848“… Partii la notte successiva. Volevo ritrovare Franco a tutti i costi. I soldati del suo gruppo erano già lontani. Non sapevo come arrivare a Modena. In lontananza,appena fuori Firenze, vidi una comitiva confabulare . Mi avvicinai e chiesi chi tra loro dirigesse l’operazione.Mi si pose davanti un uomo alto e imponente,che mi puntò addosso il suo sguardo penetrante. Timidamente chiesi di cosa stessero parlando. Speravo si dirigessero a Nord, verso Milano. Il generale mi scrutò con occhi indagatori prima di rispondermi “Andiamo in soccorso dei Pisani. Gli Austriaci reagiscono, il contrattacco è iniziato”. Sentivo il mio corpo tremare,ero indeciso se tornare indietro al riparo nella casa paterna o soccorrere il mio amico Franco. In un attimo decisi di unirmi alla compagnia. “ Sotto quale generale mi trovo?”. Si presentò come il generale Manfredi. Appresi con i giorni che quell’uomo era burbero e non parlava molto con noi soldati volontari. Durante il giorno marciavamo lungo sentieri tortuosi e impervi, le soste erano rare e brevi. La notte ci accampavamo, ma il rumore degli animali ci spaventava e ci teneva svegli per la maggior parte del tempo. Guardando il cielo mi veniva in mente la mia amata Filomena. Era al sicuro a casa o gli Austriaci erano giunti anche là? Essere amato da lei era l’unico mio obbiettivo…”

Nel mentre, a casa di Virgilio, il padre si accorse della sua assenza solo la mattina, quando il figlio non si presentò alla colazione. Iniziò a cercarlo per tutta la casa ma senza alcun successo. Allarmato,dopo aver interamente setacciato l’abitazione, cominciò la ricerca per tutta Firenze e dintorni,chiedendo in giro ai passanti, cercando di ottenere qualche utile informazione. Ma del figlio,probabilmente fuggito nella notte, nessuno sapeva dirgli nulla. Nessuno lo aveva visto. Solo quando ormai era quasi giunta la mezza un locandiere lo fermò mentre vagava per la città. Il ragazzo si era unito a un gruppo di volontari guidati dal generale Manfredi in marcia per Milano. L’avvocato si rincamminò verso casa saturo di rabbia deciso a punire Virgilio non appena fosse riuscito a riportarlo a Firenze. Avrebbe informato i generali alle frontiere che bloccassero suo figlio il tempo necessario per andarselo a riprendere.

DIARIO DI VIRGILIO 3 aprile 1848

“Ormai siamo arrivati a Modena. Immagino che mio padre abbia dato ordine di non farmi passare la frontiera. Mi sono confidato col generale ed è stato proprio lui a consigliarmi di camuffarmi. Ho tagliato i capelli e per me vedere cadere i miei amati ricci è stata una sofferenza. In cambio ho lasciato crescere la barba. La mia pelle si è abbronzata per le lunghe camminate sotto il sole perciò fino ad adesso nessuno dei generali alla frontiera mi ha riconosciuto. Tuttavia ogni volta che devo oltrepassare un confine ho paura. Adesso che sono arrivato fin qui non posso permettermi che il capriccio di mio padre rovini tutto. Devo trovare Franco. Sento che è vicino. In ogni mio compagno di viaggio rivedo i suoi stessi ideali e i suoi desideri che ormai sono diventati anche i miei.”

DIARIO DI VIRGILIO 7 maggio 1848“Che emozione! Oggi per la prima volta ho combattuto davvero. La paura che mi opprimeva alle frontiere non era niente in confronto a quella che ho provato davanti alla minaccia dell’ arma dell’Austriaco. Non avevo mai combattuto prima . Per lui non è stato difficile disarmarmi . Ho visto il mio fucile scivolarmi tra le dita e caddi a terra. L’Austriaco mi minacciava puntando la sua arma contro il mio volto. All’improvviso ho visto una sciabola uscire dal torace del mio nemico e poi sfilarsi con la stessa facilità con cui l’aveva trapassato. L’uomo davanti a me è caduto. Franco con il suo solito,affascinante sorriso mi ha salutato come se ci fossimo lasciati da poche ore nel corridoio della scuola fiorentina. La sorpresa è stata tale da lasciarmi disteso a terra per qualche secondo, fino a che lui non mi ha teso la mano. Ho sentito per la prima volta dopo settimane il tocco di una mano amica. Ho attraversato mezza Italia solo per rivederlo vivo e munito del suo smagliante sorriso. E’ felice nonostante stia rischiando la vita. Questa guerra è ciò per cui vuole vivere.

Combatterò al suo fianco e a quello di tutti gli altri italiani. Ogni Austriaco caduto è un passo verso la nostra unione. Non ci sarà più né lombardo né toscano,ognuno sarà prima di tutto un italiano.”

Fine

Realizzato da:

Deni Lisa, Giammarino Marco, Incorvaia Gaetano, Manfredi Serena, Sogliano Vincenzo. Istituto- E. JencoClasse- III D