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Milano, 8 giugno 2013 - Oreno, 9 giugno 2013 Oreno, Prrocchia San Michele Arcangelo Comunità Pastorale Beata Vergine del Rosario, Vimercate e Burago ordinazione sacerdotale con te, assieme a te verso un’unica meta don Marco Fumagalli Io l’ho amato... gli insegnavo a camminare tenendolo per mano... ero come chi solleva un bimbo alla sua guancia Osea 11,1-4

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Milano, 8 giugno 2013 - Oreno, 9 giugno 2013

Oreno, Prrocchia San Michele ArcangeloComunità Pastorale Beata Vergine del Rosario,

Vimercate e Burago

ordinazione sacerdotalecon te, assieme a te

verso un’unica metadon Marco Fumagalli

Io l’ho amato... gli insegnavo a camminare tenendolo per mano...ero come chi solleva un bimbo alla sua guancia

Osea 11,1-4

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Vocazione.È la parola che dovresti amare di più,perché è il segno di quanto sei importante agli occhi di Dio.È l’indice di gradimento, presso di Lui, della tua fragile vita.Sì, perché, se ti chiama, vuol dire che ti ama.Gli stai a cuore, non c’è dubbio.In una turba sterminata di gente risuona un nome: il tuo.Stupore generale.A te non aveva pensato nessuno. Lui sì!

Più che “vocazione”, sembra una “evocazione”.Evocazione dal nulla.Puoi dire a tutti: “Si è ricordato di me!”.E davanti ai microfoni della storia(e a te sembra nel segreto del tuo cuore)ti affida un compito che solo tu puoi svolgere.Tu e non altri.

Un compito su misura... per Lui.Sì, per Lui, non per te.Più che una missione, sembra una scommessa.Una scommessa sulla tua povertà.Ha scritto “T’amo” sulla roccia;sulla roccia, non sulla sabbia, e accanto ci ha messo il tuo nome.Forse l’ha sognato di notte … nella tua notte!

Perciò puoi dire a tutti:non si è vergognato di me!

Eccomi giunto a pochi giorni dalla mia ordinazione sacerdotale …E che dirti? Tutto ciò che mi ha spinto a questo passo te l’ho già regalato nel mio scritto di settembre, perciò ora parto da un piccolo brano del Vangelo.Perché??? Perché sembra quasi che per ciascuno di noi Dio abbia pensato una parola che ci accompagna; quasi a dire che Dio, nel momento in cui ci ha pensato, ha pensato anche ad una parola tutta per noi!

Più che una missione, è una scommessaEvangelo di MatteoIl regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Avrete notato che questo brano parla di un “uomo” e di un “mercante”. Entrambi sono senza nome. Tutte e due cercano e trovano. E poi vendono, cioè comprendono che quello che hanno è inferiore a quello che trovano. In poche parole hanno il coraggio di liberarsi delle cose che non hanno valore.

Ti ho detto molto poco, ma già ora fermati e interrogati … nella mia vita cosa possiedo di superfluo? E, soprattutto, un tesoro ce l’ho? (serietà nell’affrontare la vita, il lavoro, la scuola, le amicizie, gli impegni, …).E ancora: ho il coraggio di lasciare qualcosa come hanno fatto i due personaggi del vangelo (le mie idee, le mie posizioni, le mie banalità, il mio ego, …)?

Anche io, nella mia adolescenza e giovinezza, più che a voler guardare alla Verità, mi attaccavo alle esteriorità (vestiti, abbronzatura, perfezione, …); ero tentato di raccontare le mie sventure, rivolgendo un’accusa alle cose che vivevo, o meglio agli altri: erano loro che non mi lasciavano guarire (ad esempio le amicizie tradite, …).Questo poteva anche essere vero, ma ciò non toglie che ognuno di noi deve voler scoprire la sua verità con tutte le sue forze, vincendo ogni pigrizia e rassegnazione. So che quando la richiesta che ci viene rivolta è impegnativa, nasce una resistenza - si potrebbe dire - tacita e massiccia in noi.

Chiediti allora: quali sono le mie resistenze? Vedi la pigrizia, il voler fare ciò che si vuole, il non avere nessun limite, il divertimento pieno, … Insomma, spesso nella nostra vita, a qualunque età, non si vuole nessun vincolo.

Consiglio: attento/a alla mancanza di coraggio nell’incontrare te stesso/a! Questo coraggio è necessario ed indispensabile! Parlo per esperienza!Abbi il coraggio di confrontarti con le tue ombre e con la verità che è in te: certo è comodo rimandare, … ma non porta da nessuna parte. I problemi si ripresentano tali e quali anche a distanza di tempo.

Sì, solo con l’apertura ho iniziato ad eliminare le cose inutili e soprattutto tre miei grandi difetti che definisco con una sigla: S.I.P. cioè Superficialità, Istintività e Pigrizia.

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1. Superficialità. Non ero io a decidere, ma la superficialità (dicevo “Fanno tutti così”). Il cuore dominava, agiva in base al piacere. L’intelligenza e la volontà non venivano utilizzati.

2. Istintività. Agivo di impulso senza ragionare e pensare alle conseguenze. Chi comandava era solo il movimento. Facevo quello che mi pareva e piaceva.

3. Pigrizia. Ero come un uomo che viveva sempre sdraiato e non decideva mai: rimandavo sempre le cose che dovevo fare. Il mio slogan preferito era: “Domani inizio, domani mi decido, dopo …, aspetta …”. Non prendevo mai una decisione. Ricordati, invece, che “la panchina vi rovina”, perché l’uomo sdraiato non usa i suoi talenti, in quanto l’ozio domina su tutto.

Prova ad immaginare … davanti alla gioia della mia ordinazione sacerdotale, Gesù sta dicendo anche a te: “Io sono il tuo tesoro? O forse sono quella perla che tu nascondi, che tu rifiuti per i tuoi comodi, per il tuo sport, per il tuo studio, per la tua carriera, per la tua pigrizia, per la tua sofferenza, per il tuo io, … Sono forse quel Gesù che quando ti propongo la mia parola nella Messa domenicale tu non la ascolti, perché chiacchieri o perché arrivi al pelo, o perché non vieni addirittura? Sono forse quel Gesù che tu ricevi come un pezzo di qualsiasi altro cibo? Sono forse quel Gesù proposto dal tuo prete e che tu non ascolti, perché non ti va come persona?”.

E io ti dico … Smettila di pensare di essere al centro dell’universo. Smettila di dare tutto per scontato. Smettila di dire che tutto fa schifo. Il comportamento da avere lo scegli tu e non dipende solo dagli altri!Smettila di dire: “Dio non lo vedo, allora non esiste! Che noia questa catechesi, questa messa, questo oratorio, questa Chiesa!”. Anziché dire così, aiuta Dio! Dio pensa sempre agli altri; perciò aiutalo imparando a fare qualcosa per gli altri.

Quanta sofferenza in me per le delusioni … delusioni soprattutto affettive: oltre ai miei genitori, nessuno più mi diceva “Ti voglio bene”. Sì, la domanda più grande che avevo dentro e che sono certo ognuno di voi ha dentro è questa: come posso raggiungere la gioia? Come posso fare della mia vita, una vita buona?

La risposta è semplice: hai bisogno di punti di riferimento!

Mettiti in gioco! Confrontati! E … fidati di quello che l’altro ti dice mettendo da parte il tuo io. Magari i passi da fare non passano per quella strada che hai in mente tu, ma … fidati!Una immagine può aiutarti … quando inizi un sentiero di montagna, non gusti immediatamente la vetta. Ti devi lasciar condurre … solo successivamente, dopo varie fatiche e stanchezze, gusterai la vetta!

Hai sempre tempo per tutto: per facebook, per la musica, per chiacchierare con gli amici e le amiche, per andare a destra e a sinistra, … ma per te stesso/a? Per entrare in te? Per conoscere i tuoi doni?

In quel caso non ce l’hai mai!!!! Perché??? In fondo in fondo, perché hai paura.

La paura di scoprire chi sei veramente … la paura di non valere niente … la paura di non essere interessante per nessuno … la paura di non meritare di essere amato … Chi si accorge di me? Chi è interessato a me? Come si fa ad amare uno come me? Ecco: la paura di non essere amabili!

O la paura di non riuscire in quello che hai intrapreso (i tuoi studi, il tuo lavoro, i tuoi rapporti, i tuoi incarichi, …), di essere una delusione per tuo papà, per tua mamma, per tuo/a figlio/a, per il tuo/a ragazzo/, … per quelli che si aspettano qualcosa da te … La paura di non farcela a sostenere i ritmi di vita, l’incalzare degli esami, le esigenze del mondo del lavoro, la malattia, la fatica, la vecchiaia, …

La paura di non riuscire, di essere un fallimento, di essere una delusione per chi magari ha contato su di te … E la paura di quei fantasmi che talvolta si risvegliano dentro di te, cioè di tutte quelle cose confuse che hai dentro, quei sensi di colpa, quella impressione di dire che forse quello che è successo è colpa tua, che forse quei peccati che hai commesso sono come un veleno che inaridisce la tua personalità, la tua gioia, …

La paura che la tua storia sia come un macigno che ti impedirà per sempre di correre, di essere contento/a, di essere libero/a … La paura di quei fantasmi che popolano la tua fantasia, che ti dicono: “è colpa tua”, che ti dicono: “Non vali niente” … La paura di dire: “Ma quelli che hanno stima di me, se sapessero cosa penso, cosa faccio … avrebbero forse ribrezzo!”.

Così per vincere le tue paure scappi, riempi le tue giornate di cose, ti rifugi nell’affettività disordinata (soddisfazione personale, rapporti mordi e fuggi, con la scusa che permettono una migliore conoscenza, che ti fanno sentire grande dimenticando tutte le tue negligenze e piccolezze, …) … e così il tempo passa, ma … la solitudine e la paura restano!

E c’è una sola via per vincere tutte le tue paure e le tue solitudini: entrare nella festa di Dio, lasciarsi abbracciare da Lui, accoglierlo mentre ti viene incontro, anzi ti corre incontro. In poche parole: farsi aiutare! Aprire il tuo cuore a qualcuno più grande di te buttando fuori tutto ciò che vela la tua felicità! Altrimenti sei come il gatto che si morde la coda: vedi sempre e solo il tuo punto di vista. E ricorda che … se l’altro ti vuole bene, non ti giudica, bensì … ti accoglie per quello che sei!Te lo ripeto: “Cerca i tuoi punti di riferimento! Confrontati e così sarai sulla strada della piena realizzazione e … della felicità!”.

Tutto questo te lo consegno col cuore in mano, perché la felicità che vivo ora, è proprio il frutto di una apertura, di una fiducia, di una consegna nelle mani di un altro che mi ha donato il suo aiuto! Sì, mi sono fidato e così ho camminato!

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Ci vogliono far credere che amare rende fragili, che star vicini ai sofferenti è da “sfigati” [scusa l’espressione, ma … rendeva bene ;)]. Amico/a, è l’affetto che ci fa vivere! È il sentirci voluti bene che non ci permette di smarrirci. Io ho avuto luce quando sono uscito dal mio recinto, quando ho osato, quando ho accolto la vita degli altri e mi sono lasciato accogliere nella vita degli altri.

Anche tu, nella tua vita avrai tanti sì da dire, ma essi hanno un denominatore comune: la tua vita come bene per l’altro!Se non ti sporchi le mani, e parlo per esperienza, non troverai mai la felicità. Il rimandare non porta a nulla! Basta con le mezze misure! Basta dire: “Non sono capace!”, “Non ce la faccio!”, “Ormai sono fatto così!”. Togli la parola “ormai” dal tuo vocabolario e lascia la parola “ancora, ricomincio”.

Ti faccio una domanda che può apparirti strana … Oggi tu puoi dire di vedere Dio? Oggi tu, uscendo di casa, puoi forse fare due passi con Gesù in carne ed ossa? E io ti dico: Gesù oggi non ha mani né piedi, ma vuole le tue mani e i tuoi piedi per poter camminare ancora accanto all’uomo, lungo le strade di quella terra che anche lui ha attraversato.Significa che devi necessariamente vivere come ha vissuto Lui, ripartire dai suoi gesti di fiducia, umiltà, pazienza, perdono, vicinanza, affetto, … altrimenti non sarai credibile né come uomo, né come donna, … né come cristiano/a! Basta perciò fossilizzarti sul tuo io, essere egoista, indifferente, arrogante, falso/a, voler emergere, …

Vivi la tua vocazione! E tu, giustamente, mi dirai: ma cos’è la vocazione? Rubo le parole ad un profeta, Tonino Bello: la vocazione è una scommessa... sì, una scommessa di Dio! Lui scommette su di te, sulla tua semplice vita e ti ritiene degno di fiducia, ti affida un compito per lui dicendoti: sei importante ai miei occhi, sei degno di stima e ti amo (cfr. Isaia 49).Ecco allora che quando sei abbattuto/a, quando sei a terra, quando pensi che niente ha senso... ti consiglio di ascoltare le parole di Giovanni Paolo I: “In cielo Dio è come se avesse un grande tavolo e su questo tavolo tiene la tua foto. Ti ha sempre in mente e non ti dimentica mai!”.

Certo, Dio non ti dimentica, non ha un orologio che controlla dicendo: “Tempo scaduto, ora vado da un altro”... E tu?... facebook, TV, cellulare, youtube, skype, xbox, play, pc,... quanto tempo per tutto tranne che per Dio!!!Quando passi in Chiesa di solito entri facendo un rapido segno di croce, uno sgorbio di genuflessione e cerchi subito, come un preciso cecchino, il/la tuo/a amico/a. L’hai trovato/a, vai da lui/lei e ti informi degli ultimi scoop della giornata, dei pettegolezzi, … Finito di parlare di queste cose suona la campana per l’inizio della Messa, disturbando la tua conversazione. Finalmente ti siedi per le letture e puoi tornare a parlare ... oppure a pensare ai fatti tuoi. Realistico no? Poi durante l’omelia non parliamone …

Ecco, ti propongo un esercizio diverso. Quando entri in Chiesa saluta il padrone di casa, l’amico che ti aspetta, il fratello che ti cerca. Guarda la croce, il tabernacolo, l’altare... “Sono qui per te, cosa vuoi che ti faccia?”. Interessante... peccato che queste parole non vengono da te, ma da Gesù. Sei in casa sua e Lui ti accoglie: spettacolo! Lasciati raggiungere da questa parola … Gesù è lì per te e tu rispondigli ascoltando quanto ha da dirti, quanto vuole donarti... la Sua amicizia! Pensa alla tua settimana appena trascorsa: al bene compiuto e ricevuto, ai passi falsi, alle cadute, … potrai offrire le tue negatività durante l’atto penitenziale, mentre il positivo insieme al Pane e al Vino al momento dell’offertorio. E così la tua Messa diventa viva … la Messa parla di te!

E ancora, per rendere concreta la tua vita, chiediti: “Quali sono le due/tre cose più importanti della mia vita?”. Se non lo sai, fatti aiutare! Chiedi aiuto! Altrimenti rischi di pensare sempre che le cose importanti siano una vita agiata, il denaro, il divertimento, il sesso, … So che vorresti arrangiarti da solo/a e che per te è difficile non riuscire da solo/a. Ma noi uomini e donne, non siamo veramente felici quando facciamo quello che vogliamo, bensì quando ci sentiamo sostenuti da qualcuno che ci sta accanto e che ci aiuta a camminare.

L’amore dei nostri genitori, quello che ogni giorno ci donano, l’abbraccio di un amico, la carezza di cui abbiamo bisogno, la consolazione di un fratello, il sorriso di chi ci sta accanto... Lì, nei gesti che raggiungono il nostro cuore e ci danno felicità e speranza, ci sono i gesti di Gesù. Nelle parole che ci fanno bene e ci donano speranza e gioia ci sono le parole di Gesù.

Allora prego per te, perché sia sempre l’uomo/la donna del grazie, sempre stupito/a delle meraviglie di Dio; uno/a che crede ed aiuta gli altri a credere.

Prego per te, perché sia l’uomo/la donna delle relazioni profonde, l’uomo/la donna della gratuità, del dono, del servizio, sia sempre umanissimo/a, segno della gioia e dell’eccedenza del Vangelo.

Chiedo al Signore che, ogni giorno, ti dia la forza di ricominciare e di scommettere sulle tue povertà … che ti sproni a ripartire dai suoi gesti, che ti doni occhi ricchi di fede, speranza e amore … uno sguardo profondo, positivo, altruista … uno sguardo che si mette nei panni dell’altro.

E tu non scordarti di pregare per me, perché sappia essere fedele a questa Sua scommessa ;)

don Marco Fumagalli

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Carissimo don Marco, grazie del tuo diventare prete, grazie del tuo coraggio di non essere più tuo, ma di Gesù di Nazareth, del prossimo. Così mi ha in-segnato un mio grande amico e maestro, mons. Renato Corti:

Il diventare prete non ha a che fare con la ge-

nerosità ma con la sequela. Chi diventa prete

non si decide innanzitutto per i fratelli, ma per

il Dio di Gesù Cristo. La motivazione fraterna

non è la più profonda per diventare prete, ma

la fede in Gesù Cristo è il fattore decisivo.

Sarà Gesù Cristo poi a mandarti ai fratelli.

Sì, innanzitutto è per Lui, solo per Lui che ti fai prete. È per questo, innanzitutto per que-sto, che si diventa preti: per Lui, solo per Lui ... Con l’intrattenibile desiderio di racconta-re a ciascuno il Suo volto, il Suo cuore.Lo ripete continuamente il nostro papa Francesco: il cuore della fede è Gesù Cristo, è Lui il centro di tutto.Il motto che la tua classe 2013 ha scelto è: “Annuncerò il Tuo nome ai fratelli” (salmo 22,23). È per questo che ti auguro innanzi-tutto così: lascia che Dio Padre si racconti in te, chi ti incontra incontri la Sua misericor-dia, la Sua forza, la Sua consolazione, la Sua tenerezza. Tenerezza! Quanto ama questo atteggiamento del cuore il nostro nuovo pa-pa! Quante volte ha pronunciato questa pa-rola! È la tenerezza a essere la vera forza, la vera strada che riesce a farci comunicare gli uni con gli altri e a farci capaci di annunciare il Dio di Gesù Cristo.Ti auguro, don Marco, di essere l’uomo dello stupore, un prete “esclamativo”, stupito delle meraviglie di Dio Padre, capace di comunica-re che sei diventato prete per amore, solo per amore, e che resti prete solo per amore.

Il tuo celibato non dia mai l’idea di una as-senza, ma sempre l’idea di una presenza: quella di Dio e degli altri.E... a proposito di altri, sappi che un prete - come dice Jacques Loew - “si è stabilito in una vita senza difese contro il prossimo” … se dici di sì a Dio, sei sempre tu, ma non sei più tuo: sei di un Altro e degli altri. Sappi “gustare” la bellissima compagnia degli uo-mini, che la tua sia una vita dalle mani «fo-rate», larghe e generose nel farsi dono, nello spendersi per la comunità che incontrerai.Per poter vivere così c’è solo una strada: amare la solitudine, il silenzio, la preghiera, stare a lungo in ginocchio e in intimità con il Signore Gesù, davanti alla Croce e all’Euca-restia, lasciarsi amare da Lui …Nel romanzo “Nei panni di Pietro” di Morris West, il protagonista papa Kiril ha questa splendida battuta:

Trovatemi degli uomini!

Trovatemi degli uomini buoni che compren-

dano che cosa significhi amare Dio e amare

i suoi figli.

Trovatemi degli uomini con il fuoco nel cuore

e ai piedi le ali: mandatemeli e io li manderò

in giro a portare amore ai senza-amore e spe-

ranza a coloro che siedono nelle tenebre.

Don Marco, ti auguro dal cuore di essere un prete così, con il fuoco nel cuore e ai piedi le ali. Nei tuoi occhi e nella gioia della tua scelta leggo il profondo desiderio di essere davvero così”! Io pregherò per te, tutti noi pregheremo per te.E intanto dico grazie alla tua mamma Anto-nia e al tuo papà Sergio: tanto di loro è im-presso nel tuo cuore, nelle tue scelte.

il parroco, don Mirko Bellora

Un Prete “esclamativo”Carissimo don Marco,con te ho condiviso quasi interamente il cammino per arrivare al giorno della tua or-dinazione sacerdotale. E’ stata una delle grandi gioie che hanno ca-ratterizzato il mio diventare parroco. Tu avevi appena concluso il primo anno in seminario, iniziavi il ciclo di studi teologici e con te ho vissuto le tappe del lettorato, dell’accolitato, del diaconato, ma anche i momenti di pausa, di ricerca che caratterizzano il tempo del di-scernimento vocazionale.Con te ringrazio Dio per questo suo dono che sei stato tu per me, chiamato ad un ac-compagnamento discreto, dove altri erano protagonisti della tua formazione pastorale e soprattutto spirituale. Davvero un esercizio di Chiesa molto edificante.Ora, diventando presbitero, sarai in comu-nione ancora più stretta, perché non solo ci accomunerà la vocazione e la diaconia, ma anche il servizio della presidenza di una co-munità. Il Vescovo ci chiede di essere suoi collaboratori perché la comunità cristiana cresca nel suo es-sere Chiesa attra-verso la medita-zione della Parola di Dio, la parteci-pazione ai sacra-menti e l’esercizio della carità.

In questo anno della fede ci è stato regalato papa Francesco, che stiamo imparando a co-noscere in fretta perché fin dal primo istan-te ci ha offerto una testimonianza semplice, immediata, forte, inequivocabile di ciò che significa essere cristiano.Nell’omelia ai cardinali il giorno dopo essere stato eletto ha detto:

Quando camminiamo senza la Croce, quan-do edifichiamo senza la Croce e quando con-fessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non disce-poli del Signore. Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di gra-zia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Cro-ce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Cro-cifisso. E così la Chiesa andrà avanti.

Ti auguro di guardare a lui come a un vero maestro, perché tu possa essere di-scepolo di Gesù, strumento di comunione nella Chiesa e buon esempio per tutti coloro che il Signore met-terà sul tuo cammino o tu stesso avvicinerai.

Un abbraccio fraterno, intenso e bello come quello che ci scambiere-mo in Duomo la mattina dell’8 giugno.

don Marco Caraffini

Con te ho condiviso...

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Un sentimento di stuporeStupore. Un sentimento antico e desueto,

oggi spesso travolto dalla tempesta di emo-

zioni più alla moda che ci turbina intorno.

Ma è il sentimento che provo quando vedo

un giovane mettersi al servizio degli altri,

completamente, come sta facendo Marco

in questi giorni, dopo un lungo cammino.

Marco diventa prete. E io mi sorprendo.

Perché farsi prete oggi è più scomodo di un

tempo, è un gesto terribilmente provocato-

rio verso una società che fatica a compren-

dere come ci si possa abbandonare ad un

servizio gratuito, testimonianza di una fede

che arriva a coinvolgere completamente la

tua vita.

Ma è una sorpresa ammirata, la mia.

Carica di rispetto per il coraggio che mani-

festa. Il coraggio di credere che c’è un oriz-

zonte di speranza per tutti, da cercare con

l’aiuto di Qualcuno che ti sorregge e ti spin-

ge e che ha però bisogno delle tue gambe

e delle tue braccia, oltre che del tuo cuore,

per tradurre una fede in gesti d’amore con-

creti e quotidiani.

Una sorpresa che ci spinge anche ad inter-

rogarci sul senso della nostra vita e dei no-

stri impegni di uomini e di cittadini, parte di

una Comunità, che si chiami Oreno, Vimer-

cate, Italia o altro, che dallo stupore e dalla

sorpresa deve trovare alimento per un rin-

novato e gratuito impegno.

E’ il motivo del mio grazie a Marco ed a chi,

oggi, è capace di scelte come la sua.

Un abbraccio e un grazie, don Marco!

Paolo Brambilla

Sindaco di Vimercate

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LA FAMIGLIA

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Mamma e papàSiamo i genitori di Marco e nella nostra semplicità cercheremo di trasmettervi le emozioni che ci hanno accompagnato in questi ultimi anni della nostra vita.L’8 e il 9 giugno 2013, date dell’Ordinazione e della Prima S. Messa di nostro figlio, ripor-tano il nostro pensiero al momento in cui Marco ci ha comunicato il desiderio di an-dare in Se-m i n a r i o : il tumulto di pensieri per la diffi-cile scelta fatta da no-stro figlio si è trasforma-to in noi, con il passare del tempo, in una carica di gio-ia, di forza e di speranza per la vita di Mar-co. Le nostre preoccupazioni sono diventate convinzioni pro-fonde, e l’aiuto della preghiera ci ha portato la tranquillità nel cuore.Gli anni del Seminario sono trascorsi tra ansie e timori, ma, con l’aiuto di Dio, ogni volta che Marco raggiungeva con serenità le tappe verso il suo diventare Sacerdote – vestizione, accolitato, lettorato, diaconato – sentivamo riconfermata la sua Vocazione, e anche noi ci sentivamo pronti, come ge-nitori cristiani, a qualsiasi sacrificio e rinun-cia per lui: in questi anni la nostra Fede si è

arricchita nella speranza e nella gratitudine.Per il grande dono della Vocazione sacerdo-tale ricevuta da Marco, rinnoviamo quoti-dianamente le nostre preghiere al Padre Ce-leste e alla Vergine Maria affinché orientino il nuovo cammino sacerdotale di Marco, lo aiutino a percorrerlo con umiltà e lo sosten-

gano nelle fatiche apostoli-che.Ci siamo sentiti circondati da tanto affetto: parenti, amici, vicini di casa e tut-ta la Comunità di Oreno ci hanno voluto bene e con-traccambiamo con un infi-nito grazie!!!

Vogliamo anche esprime-re un grande sentimento di gratitudine alla Supe-riora Suor Maria, a Suor Maria Grazia, Suor Do-nata e Suor Andreina, per l’affetto e per le loro preghiere.

Un grande grazie lo dedichiamo a Don

Mirko, Don Marco e Don Luigi, che ci hanno sostenuto e aiutato nella Fede.

Preghiamo lo Spirito Santo affinché illumini Marco e tutti i nuovi Sacerdoti, doni loro la forza di essere accoglienti, pronti al servizio, ricchi di misericordia e di umiltà.

Ciao Marco, le nostre preghiere ti guidino sempre sulle strade del Sacerdozio.Ti vogliamo bene

Mamma e Papà

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Dal Vangelo secondo Giovanni, 17, 6

“Ho manifestato il tuo nome agli uomini, che mi hai dati, scelti di mezzo al mondo: erano tuoi e li hai donati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ognuno sceglie il suo cammino e la sua strada. Ognuno crea il suo scopo nella vita. Ognuno per amore compie le sue scelte. Per te, la tua scelta, la ricerca, il compimento sono verso l’Uno che tutto comprende e da cui tutto proviene. Il nostro non sia solo un augurio ma anche una preghiera per essere con te.

Con affetto, i tuoi cugini e zii

Marco, hai desiderato avere sete di essere sacerdo-te, hai avuto coraggio senza avere nemme-no un minimo di guadagno ed hai compiuto il tuo cammino verso il Sacerdozio. Sei come il fuoco nel camino, che riscalda tutta la casa e che porta allegria.

Ancora tanti auguri con tutto il mio cuore.Tommy Maggioni

I tuoi parenti Il lavoroAbbiamo un bel ricordo di Marco : è entrato nella ns. azienda in punta di piedi, con modi educati e gentili, era sempre puntuale!Si è contraddistinto per la sua disponibilità e per una precisione quasi maniacale: quan-do capitava di utilizzare la graffettatrice non appena la appoggiavi un secondo , con l’ in-tenzione di riutilizzarla subito dopo non la trovavi più … Marco l’ aveva già rimessa al suo posto, nel cassetto! Anche i nostri clienti e fornitori si compli-mentavano con me per l’efficienza, la serie-tà e la simpatia che Marco dimostrava con tutti, nel suo lavoro quotidiano.A volte, simpaticamente, cercavo di fargli cambiare idea sul tema della religione : giu-sto per farlo un po’ arrabbiare, ma lui pren-deva le mie provocazioni sul serio e difen-deva a spada tratta tutte le sue convinzioni.

Anche la nostra famiglia si è affezionata a lui e per questo gli abbiamo chiesto di fare da padrino a nostro figlio Lorenzo al Fonte battesimale.Ricordo ancora il giorno in cui mi ha comu-nicato la sua decisione di entrare in semina-rio: fu un momento dal sapore agrodolce, un misto di gioia e dispiacere : gioia per lui e per la sua profonda, sentita e desiderata scelta del suo futuro di cammino spirituale; dispiacere perché mi rendevo conto di per-dere un valido collaboratore.Auguriamo a Marco tutto il bene, la forza e la pazienza necessaria per poter svolgere la sua missione nei migliore dei modi.

Luigi RattiFlavio Lombardi

RAL SNC

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“Ho bisogno delle tue mani per continuare a benedire,Ho bisogno delle tue labbra per continuare a parlare,Ho bisogno del tuo corpo per continuare a soffrire,Ho bisogno del tuo cuore per continuare ad amare,Ho bisogno di te per continuare a salvare,Eccomi, Signore”Carissimi auguri di ogni bene per il servizio di presbitero che svolgerai.

I tuoi vicini

Con don Marco abbiamo sempre avuto un legame molto forte.Mi ricordo che fin da piccolo veniva sempre a cenare a casa nostra: mamma Antonia portava il piatto con la minestra perché lui voleva stare da noi a mangiare. Si divertiva ad aiutarmi a preparare la lavatrice per fare il bucato e mi aiutava a pulire la casa.Con il passare degli anni la sua attenzione verso il prossimo, soprattutto verso gli an-ziani , è andata in crescendo. Ho ancora ben impresso nella memoria questo ricordo.Con noi abitava mia mamma Teresina che era anziana e aveva problemi di vista; mia mamma era molto legata a Marco, per lei era come un nipote e lui veniva sempre a trovarla e con molta pazienza ascoltava tutti i suoi racconti, i suoi ricordi e soprattutto le sue lamentele sugli acciacchi dovuti all’età. In quel periodo soffriva particolarmente di dolori alla spalla ma non ne voleva sapere di mettere la crema: a questo punto Marco si è improvvisato dottore a domicilio e con mol-ta pazienza, la mamma quando voleva sa-peva essere molto cocciuta, l’ha convinta a farsi mettere la crema. Dopo qualche giorno di “visite”, fra una chiacchierata e un po’ di crema il dolore è misteriosamente sparito.

Imelde Colombo

I vicini di casa

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LA CRESCITA

Ho conosciuto Marco Fumagalli quando è venuto alla Scuola Materna (Casa dei bam-bini), cioè all’età di tre anni: arrivava quasi sempre accompagnato dalla mamma, qual-che volta dalla cugina Monica. In quella oc-casione ho conosciuto anche la sua nonna e la sua zia, missionaria.Marco era un bambino buono, sereno, veni-va volentieri a scuola e stava volentieri con tutti: gli piaceva giocare in aula, non amava molto il pallone o correre e amava anche fare il chierichetto, imitava ciò che vedeva fare in Chiesa.Era un bambino tranquillo perciò stava vo-

lentieri in classe a riordinare il materiale e , se c’era bisogno, puliva i tavolini, preparava o riordinava le tavole dopo il pranzo. Veniva a scuola sempre in ordine: ogni giorno il suo grembiulino era pulito e stirato dalla mam-ma, che lo adorava. Marco era il solo figlio a darle tanta gioia e amore perché non aveva fratelli.Auguri a Marco e ai suoi cari.Con affetto e nella preghiera lo ricordo al Si-gnore.

Suor Teresita ZanetteBassano

All’asilo si sta bene

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la scuola Caro Marco,il mio primo ricordo di te, quando avevi sei anni,a scuola, poichè io sono stata una delle tue prime maestre delle elementari, è il tuo affetto per me.Quanti baci mi hai dato con riconoscenza e stima per il mio ruolo così importante, che anch’io svolgevo amorosamente nei vostri riguardi di scolari! Fin da piccolo,eri già così affettuoso, re-sponsabile, preciso, pieno di buona volontà che ora capisco, come tu non avresti potuto altro, già allora, che avere un disegno su di te così grande e impegnativo come quello di diventare Sacerdote, di dedicarti agli altri con tutto te stesso, per il bene di tutti, nel nome del Signore Nostro Gesù Cristo.

Che bello avere questi ricordi e provare an-cora oggi queste sensazioni indescrivibili!E poi, vedo ancora la tua mamma, vicino a te, attenta, indaffarata, delicata come un’ombra sempre al tuo fianco, gentile con tutti. Possa il Signore Dio Nostro essere sempre nel tuo cuore a guidarti, come già faceva quando eri bambino.Anche noi insegnanti apprendiamo tante cose dai nostri alunni e le serbiamo nel no-stro cuore per sempre

con affetto, ti invio un augurio e un bacio

Nadia Nardi Lain

Quando a settembre, ritirando la posta, ho visto una lettera a me indirizzata scritta con una minuscola calligrafia, mi sono chiesta: “Chi sarà mai?”Dopo aver letto “don Marco Fumagalli dia-cono” sono rimasta senza parole: un “mio” alunno che diventa prete...Che emozione!La mia mente è tornata indietro di tanti anni, quando appena entrata in ruolo, mi avevano affidato una classe vivacissima e numerosa: la IIB. Marco era un bambino alto e magro, sempre sorridente e pronto ad aiutare tutti. Ricordo che non amava giochi violenti, ma preferiva passare il tempo libero con gli adulti parlando di tutto: dei libri letti, dei programmi televisivi, della vita quotidiana. Spesso, al-la fine di una conversazione, aggiungeva qualche frase o modo di dire in dialetto (era l’unico della classe che lo parlava). Era bello stare con lui, perchè si potevano fare discor-si da “grandi”.Marco è sempre stato molto disponibile: aiu-tava i compagni, dettava sul diario i compiti agli assenti, riordinava i libri della biblioteca di classe, teneva il conto dei compleanni per preparare i disegni da regalare al festeggia-to....Era, insomma, un po’ il braccio destro dell’insegnante e su di lui si poteva sempre contare. Era anche molto schivo e spesso mi preparava dei bei disegni che metteva di

nascosto sulla cattedra. Non litigava mai e chiudeva le discussioni sempre con un bel sorriso.C’è stato un fatto che conservo molto chiaro in mente e a cui ogni tanto ripenso: un tema dato in quarta elementare. Di solito il lunedì davo un testo libwero, in cui gli alunni rac-contavano qualcosa che era loro successa e che li aveva particolarmente colpiti. Quel lunedì Marco aveva descritto con enfasi che il giorno prima era stata fatta la cerimonia di “investitura” di chierichetto. Aveva scrit-to che era in ginocchio e guardava il fumo dell’incenso salire in alto e anche lui si era immaginato di salire in Paradiso (preludio al suo futuro?). L’emozione che traspariva dal testo era co-sì forte che, ancora adesso, quando sono in chiesa e c’è molto incenso mi viene sponta-neo ripensare a quel tema e al suo autore.Ma veniamo al presente. Vorrei augurare a don Marco di vivere la missione che si è scelto tenendo come punto di riferimento la frase “Sporcarsi le mani”.Eh, già... “Sporcarsi le mani”... Viene in men-te il pittore che dipinge il suo capolavoro o l’artista che dà forma e vita alla materia inerte. Viene in mente Gesù che si sporca le mani, di sabato, per guarire il cieco nato. E infine Dio stesso che “si sporca le mani” per fare l’uomo a sua immagine.Caro don Marco, tu ti sei già messo in gio-co: ora fa’ che chi ti incontra veda in te un fratello che percorre la sua stessa strada, condividendo difficili salite e amene discese, ma con una marcia in più, quella dell’amore incondizionato di Dio che aiuta a scoprire il pezzo di cielo che c’è in ciascuno di noi.

Luciana Bonalumi

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Una benedizioneLa parrocchia di Oreno è veramente bene-detta. Quest’anno festeggia un altro suo giovane che viene ordinato prete, don Mar-co Fumagalli, a soli quattro anni dalla prima messa di don Andrea. Sono i miracoli che il Signore ancora com-pie per la sua Chiesa. Oggi, nell’aridità che ci circonda, sembra un vero miracolo che un giovane decida di consacrare la sua vita al Signore. I miracoli quindi avvengono anco-ra. Sorge lo stupore e la gioia. Stupore per la grazia straordinaria che il Signore ha con-cesso a don Marco, grazia che non rimane riservata a lui ma che si fa dono a tutti, alla sua famiglia, alla comunità parrocchiale e all’intera chiesa di Milano. E la gioia è davve-ro grande, è gioia di tutti, perché un giovane che si fa prete è motivo di gioia e di orgo-glio per l’intero paese. La festa della prima Messa di un giovane prete è festa di tutto il paese, perché tutti si sentono chiamati a condividerne la festa e a gioire per lui, per il grande privilegio di essere stato scelto e per “avercela fatta”.Negli anni della mia permanenza a Oreno don Marco era un piccolo chierichetto fino a divenire un grande cerimoniere, preci-so ed esperto. Ora è passato dal servire la Messa a celebrare la Messa, dal guidare le celebrazioni a presiedere le celebrazioni, a predicare il Vangelo, ad insegnare la Paro-la di Dio al popolo, ad offrire il perdono del Signore, a portare consolazione agli afflitti nel nome del Signore. Pur nella debolezza dell’uomo, nel prete agisce il Signore e il Si-gnore ha bisogno di lui. Ha bisogno delle sue mani, della sua mente, del suo cuore, della sua intera vita per amare tutti e farsi vicino a tutti. La gente vuole il prete “uomo di Dio”

certamente, ma non isolato o lontano dalla gente, anzi, lo vuole amico di tutti e vicino a tutti. Nella vita del prete avviene come nel mistero dell’Incarnazione: Dio si fa presente nell’Uomo Gesù. Così, ancora oggi, Dio si fa vicino e presente nel prete, uomo chiamato da Dio ad essere sua “icona vivente”.Questo è il mio augurio e la mia preghiera per don Marco: possa essere un vero prete come lo vuole il Signore e come lo desidera anche la gente oggi. A conclusione riporto una preghiera di S.Agostino che io avevo scelto per l’imma-ginetta della mia prima Messa e la rinnovo per don Marco: “Ti conceda il Signore per l’aiuto delle nostre preghiere di essere ora e di perseverare fino alla fine come ti deside-rano coloro che ti vogliono bene e come ti desidera Colui che ti ha chiamato a questo servizio”.

don Emilio Giavini

Giovedì ore 16,30Giovedì ore 16.30 giorno di catechismo, ci dividiamo in gruppi e cominciamo il nostro incontro; tema: l’amicizia.Ascoltiamo due canzoni e subito si scatena l’inferno e… Marco in silenzio (a cosa pen-sa?)....Domenica ore 14.30 in oratorio per giocare tutti insieme e… Marco non gioca (come mai?).Ma insomma che cosa dobbiamo fare?Dobbiamo lasciar fare al Signore...Ed eccoti sacerdote. “Mani, prendi queste mie mani, fanne vita, fanne amore, braccia aperte per ricevere chi è solo...”

Caro don Marco che tu possa seguire le orme di Gesù con passione e fede.La Chiesa ha bisogno di menti giovani, cuori semplici pieni d’amore e braccia aperte per accogliere tutti, complimenti e auguri!

TEAM CATECHESI (adesso si dice così!!!) classe 1977.

Patrizia, Alessandra, Dario, Gabriele, Rosetta, Maria Bambina.

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Un arcobaleno di fioriAl nostro caro MarcolinoAl nostro caro Marcolino che ricordiamo quand’era bambinocon la giacchetta sempre perfetta alla domenica alla S. Messa.Quanti ricordi abbiamo nei cuori tra gioie e dolori…I pantaloni sempre da stringere,mai da allargare.E quando ne avevi sempre una,ma crescendo a momenti tocchi la luna.Poi finalmente il Signore ti ha chiamatoe il tuo sguardo è da allora illuminato.La tua fede e la tua allegriaci hanno sempre tenuto compagnia.Quante prove hai superato per dimostrare al Signore che davvero sei il migliore!Fatichi a tacere ma ascoltarti per noi è sempre un piacere.Ed ora inizia per te un nuovo camminoma Lui ti sarà vicino e chi ti incontreràcome noi fortunato sarà.Con te verranno fatte grandi cose, Grazie, auguri e abbracci,

Bambina, Barbara, Elena

E’ stato come veder sbocciare un fiore…Ora quel fiore è “aperto” con i suoi petali colorati per regalare gioia.Grazie di condividere un po’ di questa gioia anche con me.

Graziella

Nell’arcobaleno ci voglio essere anch’io.Vivo di emozioni e questa è “l’emozione”.Grazie, con affetto

Luigia

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La parrocchia di S.Michele, quindi tutta la comunità cristiana di Oreno, nessuno es-cluso, si prepara a vivere un avvenimento di grande importanza per tutti e per ciascuno.Un giovane della parrocchia diventa sacer-dote per il servizio della Chiesa diocesana, dopo un lungo periodo di riflessione e di pre-parazione, accompagnato dalle preghiere, dalle attese e dalla trepidazione dei famil-iari, dei giovani e degli adolescenti di tutte le parrocchie nelle quali è stato animatore ed educatore in questi anni e soprattutto della parrocchia di Cormano, dove esercita il min-istero di Diacono e nella quale vivrà come sacerdote per i prossimi tre anni.Ma è nella comunità di S.Michele in Oreno che in modo speciale si festeggia la com-

pletezza della gioia per questo grande dono di un nuovo sacerdote, cresciuto accanto a ciascuno di voi, nella collaborazione parroc-chiale, nel servizio all’altare, nel predisporre ogni settimana il foglio di comunicazione alle famiglie, nel compito educativo in particolare degli adolescenti e dei giovani in oratorio.La scelta della strada del sacerdozio l’ha condotto su una strada difficile, sostenuto però da una vita spirituale esigente, nutrito dalla preghiera e dalle intercessioni di tutti voi parrocchiani. Nello studio della Teologia don Marco si è attrezzato intellettualmente per conoscere e assimilare i valori della Rivelazione e della Tradizione della Chiesa, per essere un valido e capace maestro nel popolo di Dio che gli verrà affidato.

Un grande donoIl sogno di don Marco si realizza per la sua grande soddisfazione di vedersi realizzato come persona a servizio della Chiesa per la Evangelizzazione di questo momento stori-co in cui vengono richiesti ai ministri della Chiesa notevoli virtù, perché il mondo è di-ventato esigente nei loro confronti.Nello stesso tempo tante altre persone hanno visto crescere e concretizzarsi in loro tante speranze che crescevano di giorno in giorno insieme alle tappe che don Marco raggiungeva e superava in questi anni di Seminario. Penso particolarmente ai geni-tori, ai parenti, agli amici, alle persone che si sono affidati alle sue preghiere; penso ai sacerdoti che l’hanno conosciuto e ac-compagnato in questi anni di maturazione vocazionale, penso alle religiose che hanno

pregato tanto per lui, ai ragazzi che in questi anni a Oreno guardavano a lui come a un tra-guardo di grande significato: in particolare saranno carichi di soddisfazione quanti tra i giovani hanno sperimentato il suo sostegno, il suo insegnamento, la sua amicizia, la sua disponibilità.

A don Marco ormai giunto alla meta tanto desiderata affido il testimone del sacer-dozio che io esercito da 43 anni e lo invito a salire sull’altare della giovinezza dove Cristo l’attende per farne un collaboratore attento e generoso, disponibile e paziente, con lo sguardo sempre rivolto a Cristo Sacerdote e alla Chiesa sua sposa.

don Luigi Brambilla

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Marco, che gioia la tua Ordinazione!È un traguardo meraviglioso e punto di par-tenza promettente! Sorrido al pensiero di come tu abbia ac-compagnato il mio cammino all’Ordinazio-ne e infatti mi sento un po’ in colpa di esser stato meno presente durante il tuo, ma le strade che il Signore traccia sono custodite nella sua buona volontà.La prima immagine chiara ti vede cerimo-niere del gruppo chierichetti di cui ero parte; eravamo cinquanta più o meno, ma quando c’eri tu che insegnavi come preparare le ce-lebrazioni e servirle, ricordo che si ascoltava con attenzione, nonostante qualcuno dei più grandi fosse davvero fuori di testa (in sen-so buono). Ci si divertiva un mondo in quel gruppo e insieme si cresceva. Certo, fatico a riconoscere lì l’inizio della mia strada verso l’Ordinazione, però tu c’eri e – come direbbe don Emilio (e come tuttora mi dice) – alcune cose Dio le ha messe nel nostro cuore fin da piccoli, anche se noi ce ne accorgiamo poi. Se ben ricordo una volta ci hai anche pre-parato alla Messa con il Cardinale (il grande Carlo Maria): quanta emozione. Ricordi lo sguardo severo del cerimoniere del vesco-vo? Mizze, com’eravamo tutti impettiti. Ma ci avevi davvero istruito bene.Ancora sei stato presente, e qui in un modo ben più incisivo, nell’anno che mi ha prepara-to alla Regola di vita (coincisa poi col mio in-gresso in Seminario): che incontri! Preparavi, insieme alla mitica suor Grazia, delle schede e dei libretti invidiabili (quelli sull’affettività poi!); ora, quando preparo gli incontri per la Regola di vita coi miei educatori, sul tavolo ci sono sempre. Sei stato un educatore serio, fermo nella proposta: questo, ricordo, ti dava autorevolezza, anche tra noi che sapevamo

essere davvero scemi quando volevamo. Io in realtà non ero un ottimo educando; co-me ormai molti sanno, mi schermivo sem-pre per evitare di far scoprire il mio segreto. Però, ricordo precisamente come, durante quell’anno, riprendevo con don Luigi i temi delle nostre catechesi in vista dell’ingresso in Seminario. Quell’anno finì con un episodio davvero sin-golare: a settembre la mia Regola di vita la consegnasti tu al cardinale... le regole del Seminario (che poi hai ben conosciuto) fa-cevano già effetto e io non c’ero.Alla fine? Dopo gli anni di Seminario, con la sorpresa del tuo ingresso, ancora presente. E, scherzo del destino, ancora cerimoniere. In realtà molto di più.Hai avuto una gran cura (e so, una gran pa-zienza) nel guidarmi per preparare la Prima Messa; competenza incredibile (che, svelia-molo, in Seminario è rimasta tutta, se non cresciuta), tanto tempo offerto, una cele-brazione meravigliosa.Caro educatore, da prete sarà stupendo; sei messo nella condizione di poter davvero as-somigliare a Gesù, di viverlo e farlo vivere: non c’è esperienza umana che paga come questa. Assomigliare e vivere Gesù tutto in-tero: la sua gioia, il suo ascolto, il suo dolore, il suo farsi prossimo. Gesù vivo e presente nella Chiesa che serviamo e che amiamo.Ti abbraccio, auguri, grazie.

don Andrea

don Marco: per me cerimoniere, educatore e...

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sempre al tuo fianco...

L’Oratorio“La prima cosa che vogliamo dirti è un im-menso GRAZIE!!Grazie perchè con la tua umanità, che ti ha sempre contraddistinto, hai illuminato le scelte e il nostro crescere. Sei stata e sei tuttora una guida fondamentale per affron-tare i problemi di tutti i giorni e gli ostacoli apparentemente insormontabili; mai hai fatto mancare il tuo sostegno grazie a paro-le e pensieri sempre puntuali e appropriati. Il nostro augurio per il tuo Sacerdozio è quello di essere sempre forte e capace di trasmet-tere serenità e conforto a chi ne avrà bisogno e busserà alla tua porta. Credi in te e nelle tue qualità; non perdere mai l’umanità e la voglia di donarti al prossimo che in te cercherà rifugio. Questo è ciò che oggi ti rende unico ed es-senziale.Con immensa stima e affetto

Vale e Vina

“Ognuno di noi deve essere convinto che è nato per iniziare qualcosa che nessun altro può iniziare. Sei creato per un nuovo inizio.”Un giorno eri tu a parlarci così, oggi inve-ce vogliamo rivolgere a te questo messag-gio che in questi anni ci ha dato speranza e consiglio. Questo ci sembra l’augurio più adatto perché davanti ad una nuova par-tenza non si devono guardare né le paure né le responsabilità, ma la cosa essenziale è avere fiducia nell’inizio. Se dovessimo ri-assumere tutto quello che ci hai trasmesso in una sola immagine (non è una cosa faci-le…) forse disegneremmo due mani che si stringono : sulla relazione hai costruito non solo la tua vita, ma anche la nostra crescita. È questa la cosa di cui ti siamo più grati, di esserci stato!! Concludendo, quello che ti auguriamo di tutto cuore è che tu possa consegnare quel-lo che ci hai insegnato a tutte le persone che incontrerai sulla tua strada.Con affetto,

le tue Guide

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Carissimo don Marco, noi catechiste di Oreno ti abbiamo cono-sciuto in vari momenti del tuo cammino verso il sacerdozio: prima come guida in oratorio, come educatore al Grest, poi come testimone di Fede negli incontri con i ragaz-zi più grandi, come uomo al servizio della nostra comunità. Fare catechesi è prima di tutto accogliere, conoscere, “com-patire” e poi testimoniare l’ immensa gioia di aver scoperto che Dio ci ama con tutto sé stesso e far scaturire nei ragazzi il desiderio di an-nunciare a tutti questa Buona Notizia. Nel corso della nostra testimonianza ci trovia-mo spesso a conoscere e condividere le fra-gilità delle famiglie, le loro sofferenze, la dif-ficoltà di educare alla Fede i propri figli. Da questa condivisione, da questa vicinanza nasce il nostro augurio per la tua missione: che tu possa essere sempre padre attento e consolatore, che tu sappia sempre cogliere le fragilità e i turbamenti delle persone che ti saranno affidate. Le tue mani “consacra-te” siano sempre sorgente di consolazione e di perdono, fonte di guarigione e tenerezza; possano sempre preparare intorno a te un banchetto festoso al quale accogliere chi ti circonda con amore disinteressato, perché hai trovato il vero amore nel Padre miseri-cordioso. Le comunità che ti accoglieranno nel tuo ministero aspettano mani generose, le tue mani, per sostenerli ed accompagnar-li nella vita di ogni giorno: quando consacre-rai il Pane ed il Vino ti auguriamo di portare l’ immensa gioia della Comunione con Gesù nei cuori dei tuoi fratelli.

noi catechiste di Oreno

Caro Marco,hai scelto di servire Dio e noi siamo contenti per te! Tu attraverso le tue semplici e inci-sive parole ci indichi la strada con chiarezza e schiettezza. Ci hai fatto capire che non bi-sogna nascondesi dietro una maschera per essere felici, basta essere sé stessi! Sei un esempio per tutti noi!! Ti ringraziamo per la tua presenza costante durante il periodo estivo (..con le tue infradito!!!) e per la testi-monianza che ci hai donato.Buon Cammino!!

I ragazzi della seconda media di Oreno

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Una piacevole sorpresa!ghiera personale. Durante quei giorni abbia-mo spesso pregato insieme, anche con suor Valeria e Salvatore. Ho potuto apprezzare la sua cura per una preghiera curata e distesa, mai sciatta, arricchita con il canto e con la calma di chi sa che lì si gioca il cuore delle giornate. Poi la preghiera comunitaria e in modo particolare la partecipazione all’Euca-restia: sempre attento ad aiutare i ragazzi a pregare bene, ha mostrato di avere già svi-luppato “l’occhio del pastore” che si prende cura delle persone a lui affidate e desidera condurle all’unico grande Pastore… caro don Marco, non perdere mai il gusto per una preghiera curata, distesa e tranquilla: nel-le giornate del prete a volte i ritmi si fanno serrati e il tempo sembra non essere mai sufficiente; ma il tempo della preghiera è sempre l’ossigeno che permette di respira-re, la bussola che permette di capire dove siamo e dove la nostra vita sta navigando, il luogo ove fare verità di noi stessi di fronte al Signore. Raccontava santa Teresa di Calcut-ta che è proprio nelle giornate in cui si sa di non avere tempo, perché si hanno molteplici attività da fare, che occorre intensificare la preghiera, per trovare la forza per affrontare tutto e soprattutto per ribadire con forza per Chi si fa tutto ciò.Un utleriore tratto notevole è la sua pazien-za e calma. Soprattutto nelle gite si faceva spesso carico degli ultimi, dove la fatica si faceva maggiormenete sentire, dove il ritmo era spesso interrotto da pause forzate, do-ve le lamentele rischiavano di rendere meno piacevole la salita. Semplicemente, Marco stava lì insieme: con lui rimanere ultimi era occasione per chiacchierate interessanti e proficue, il peso della salita cedeva il passo al gusto dello stare insieme… caro don Mar-

co, non perdere mai questa attenzione per gli ultimi, per quelli che faticano a tenere il passo, per quelli che rischiano lo scoramen-to, per quelli che hanno bisogno di percepire una mano amica tesa per aiutare, per soste-nere o semplicemente che sta vicino! Coni-nua a vivere quel versetto del profeta Osea che hai scelto come cifra riassuntiva del tuo ingresso nel ministero: «io l’ho amato… gli insegnavo a camminare tenendolo per ma-no… ero come chi solleva un bimbo alla sua guancia!» (Os 11,1-4).E allora, caro don Marco, buon cammino per le strade che il Signore vorrà farti percorrere!

don Marco Pavan

La scorsa estate 2012 è stata ricca di piace-voli sorprese. Nella nostra comunità pasto-rale hanno trascorso l’estate con il relativo servizio pastorale i seminaristi Marco e Sal-vatore, a due punti diversi dell’itinerario se-minaristico. In modo particolare Marco, pri-ma della destinazione da diacono e da prete novello, ha collaborato per l’oratorio estivo a Oreno e per il campeggio, tradizione nata nella parrocchia di santo Stefano e ormai tesoro di tutta Vimercate. Così ho avuto la possibilità di conoscerlo meglio in campeg-gio, durante i turni delle medie e degli ado-lescenti.Mi ha colpito da subito la sua capacità di dia-logo personale con i ragazzi e con gli educa-tori. Ha dedicato tantissimo tempo a colti-vare relazioni vecchie e nuove, sempre con discrezione e tatto. In tutte le occasioni si è presentato con verità ai ragazzi, raccontan-do di sé, dei suoi successi ma anche dei suoi momenti di crisi. In particolare proprio la parola “crisi” è risuonata più volte alle orec-chie dei ragazzi: abituati a interpretare ogni momento di fatica e stallo come la premes-sa di una fine inevitabile e come qualcosa di negativo, sono stati aiutati a reinterpretare alcune crisi esistenziali come una occasio-ne di crescita e quindi come un tempo favo-revole (kairòs) per un salto di qualità nella propria vita. In fondo, raccontando questo, Marco non ha fatto altro che rileggere ciò che il Signore ha fatto nella sua vita... caro don Marco, continua così, a mostrare la tua debolezza e in essa le grandi cose che sem-pre il Signore compie (cf. 2Cor 12, 9: «Ti ba-sta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza»).Un secondo tratto che mi ha colpito è stato la cura della preghiera. Innanzitutto la pre-

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Cosa scriveti!Cosa dirti!Mamma mia, è arrivato il momento di farti gli auguri perché diventi prete! Cosa dirti???

In realtà non c’è molto da dire perché io e te le cose ce le diciamo sempre francamen-te, quando riusciamo a vederci o sentirci... E’ stato sempre così, da quando abbiamo iniziato insieme il cammino come semina-risti. Ci eravamo conosciuti un sabato po-meriggio, ai “non residenti”, quegli incontri in cui giovani si confrontano col seminario per capire se il Signore li chiama davvero a seguirli sulla Sua strada. Quella strada che stava diventando la stessa per entrambi. Ricordo di aver pensato subito, come prima impressione, che ci poteva essere sintonia con una persona come te, da quello che sembravi, e così è stato! La bella persona che da allora ho potuto conoscere si affida definitivamente a Dio mettendosi a disposi-zione perché Lui possa arrivare agli altri: il mio augurio è di rimanere quello che sei, da oggi come prete!

AUGURI e BUON CAMMINO! P.S. Grazie di tutto!

Simone (ormai anch’io don!)

“Ci sono parole semplici, ma così luminose che ravvivano il cuore. Le tue sono fra que-ste. Grazie!” Mentre ti faccio i miei più cari auguri, don Marco, ti vorrei ringraziare per la bellissima testimonianza che hai dato a tutti noi nella scorsa estate, soprattutto in mezzo ai ra-gazzi con cui abbiamo vissuto non soltanto un’esperienza di campeggio, ma momenti di preghiera, laboratori, amicizia, gioia, can-to, dolcetti... Grazie di cuore!Grazie per il dono che fai a Dio, alla Chiesa, alla diocesi. Lascia sempre dietro le spalle le incertezze e le paure che potrai incontrare nel tuo cammino sacer-dotale. Dio ti ha detto “Ho bisogno di te perché il Mio amore si conosca nel mondo”. Auguri per una scelta di vita molto speciale. Con tanto affetto,

Sr. Valeria

Ciao Marco, cosa scriverti… Potrei raccontare tutte le volte che mi hai teso la mano… o semplicemente potrei dirti GRAZIE! Ma penso che siano cose già scrit-te nei nostri cuori… Davvero pensare come ci siamo conosciuti, come ci conosciamo mi riempie il cuore di gioia! Ti auguro con tut-to il cuore di essere un sacerdote secondo il cuore di Dio e, sulla scia del nostro Papa Francesco, continua ad non aver paura di te-stimoniare il Signore con bontà e tenerezza, doti che ti contraddistinguono! Ti auguro di riuscire a far innamorare le tante persone

che ti saranno prossime; contagiale davvero con quell’Amore di Dio che hai sperimentato in prima persona! Ti ringrazio di essermi amico e fratello! Ti ringrazio di esserti lasciato assillare da un “rompi” come me! Ti auguro che la Meta tanto ambita ti sia sempre chiara e ti dia la forza necessaria per non perderla mai di vi-sta! Vorrei lasciarti questa immagine di don Tonino Bello: Cosa significa partecipare al mistero della croce? Peccato che non pos-siamo vedere la croce di Cristo dal di dietro. Ma dietro c’è un posto vuoto. C’è il posto per noi. Essere cristiani significa che davanti è inchiodato Gesù e dietro ci facciamo inchio-dare noi! Come è successo per Maria! Die-tro ci facciamo inchiodare noi! E non abbiate paura! perché non c’è da avere paura! Quan-do viene la tentazione della disperazione ba-sta dare una voce a Gesù che sta dall’altra parte! “Gesù sei qui?” E il Signore risponde: “non avere paura non ti ho abbandonato!”Un forte abbraccio e auguroni ancora!

”battete l’aria, che non siete pratici,prendetelo

come un complimento.Non fate riduzioni sui so-

gni.Non praticate sconti sull’utopia.Se dentro vi

canta un grande amore per Gesù Cristoe vi date

da fare per vivere il Vangelo, la gente si chiederà:

“Ma che cosa si celanegli occhi così pieni di stu-

pore di costoro?”

(mons. Tonino Bello)

Sasà

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Caro don pittore... Sono passati ormai 12 anni dalla prima volta che ci siamo recati a Vimercate, per la con-sulta delle “sentinelle del mattino”: da quel giorno, tante volte ci siamo incontrati per or-ganizzare le catechesi, le serate di preghiera e per mettere in comune sentimenti, progetti e cammini spirituali. Nei nostri incontri ci sia-mo dati un obiettivo: assumere i sentimenti del Figlio, e la stessa passione per il Regno… infatti, a te non bastava fare catechesi ai ra-gazzi, ma sentivi il desiderio di convertire i tuoi sentimenti e le tue emozioni, i tuoi gusti per adattarli a quelli di Cristo. Ti sei impegna-to a “scoprire il senso della vita” , hai cammi-nato sulle orme di Gesù e il tuo apostolato ha brillato con i colori del Vangelo. In ogni istan-te hai sentito che il Padre era all’opera per formarti e che Dio non faceva nulla senza la tua partecipazione. E’ diventato indispensa-bile imparare ad abbandonarsi e ad acquisire

quella libertà interiore che ti ha consentito di lasciarti formare dalla vita e per tutta la vita. Non è un gioco di parole: è piuttosto quella gran saggezza della mente e del cuore tipica di chi ha imparato ad imparare. Sei diventato libero di cogliere in ogni circostanza la mano del Padre. Sei diventato libero: ti sei lasciato toccare, educare, istruire, mettere in crisi, convertire, lasciato plasmare…. La tua vita ha parlato perché il tuo cuore ha ascoltato.Stupendo è stato il tuo cammino di formazio-ne per raggiungere il progetto che Dio aveva pensato per te. Nel discorso della montagna Gesù dichiara “beato chi ha fame e sete… “ Mt. 5,6. Questa è stata la beatitudine che ha sostenuto la scelta della tua vocazione. Per anni sei andato alla scuola di Gesù, che io chiamo “scuola del desiderio” e lì hai perce-pito le sue proposte:Alla scuola del desiderio hai imparato la disciplina del silenzio per po-

ter cogliere i Suoi inviti. Alla scuola del deside-rio, hai appreso l’arte sottile dell’ascolto, hai affinato la sensibilità e l’udito. Alla scuola del desiderio il tatto si è sensibilizzato: da presa aggressiva è diventata carezza, tenero ab-braccio che sostiene.Alla scuola del desiderio l’occhio è diventato penetrante, capace di guardare lontano e di cogliere chi ha bisogno del tuo aiuto.Così pian piano il desiderio ha attraversato il tuo corpo, ti ha cambiato, ti ha educato: sei diventato accogliente e capace di amare in modo concreto, con gesti e parole. La conformazione a Cristo è passata attra-verso un’intensa vita di preghiera, la S. Messa quotidiana, la direzione spirituale mensile, gli esercizi. Don Marco: ora la Chiesa è nelle tue mani. Gesù ti chiede adesso di colorarla con la Sua fantasia. Ogni persona è come un pa-

stello colorato: c’è chi ha un colore allegro e simpatico, c’è quello che brilla d’intelligenza, c’è chi ha i toni forti del coraggio e della gene-rosità e chi quelli tenui della fantasia. Non puoi vivere e lavorare da solo altrimenti la tua vita diventa monocolore: una vita in tin-ta unita. Insieme ai tuoi parrocchiani mettiti a dipingere la comunità con mille colori: in-vesti generosamente nei tuoi pastelli, spendi senza risparmio quanto di buono, di bello hai dentro di te perchè la tua vita sia una pagina ricca dei colori del Vangelo. Prendi da Gesù la forza di dipingere un gran-de arcobaleno dove adulti e bambini, neri e bianchi, si danno la mano per fare un grande girotondo con i colori dell’ Amore, della pace, della giustizia e della collaborazione, Rendi la tua vita apostolica gioiosa: come una pagina piena di colori.

suor Maria, suor Maria Graziasuor Andreina e suor Donata

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Il primo martrimonio! “Domani sarà bellissimo e tu sarai bravissi-mo”, così recitava l’ sms che ti avevo inviato il 19 ottobre 2012! Tutta l’organizzazione del nostro matrimonio è stata pensata tenendo conto del fatto che dovevi esserci tu a ce-lebrarlo…e così siamo arrivati al 20 ottobre 2012.

Il giorno del nostro matrimonio è stata la giornata più bella, emozionante, piena di calore e gioia e dell’affetto di tutti i nostri fa-migliari, amici, colleghi, di tutti coloro che ci sono stati vicini.Noi eravamo agitati e anche in te abbiamo percepito una forte emozione, eri anche tu al tuo primo matrimonio?!!!

Grazie per i preziosi consigli nella scelta del-le letture e del vangelo, grazie per la pazien-za e per i suggerimenti nell’impaginazione del libretto: ma, soprattutto, grazie per tutto il tempo che ci hai dedicato.

Ma il momento che più portiamo nel cuore è la tua bellissima predica – p.s.: aspettia-mo ancora il nostro ombrello rosso – che è piaciuta proprio a tutti! Hai saputo attirare l’attenzione e colpire il cuore di tutti noi con il tuo bellissimo messaggio d’ amore.

Grazie ancora per esserci stato vicino in questo giorno della nostra vita; hai cono-sciuto Franco in un momento per lui molto difficile, gli sei stato vicino e lo hai aiutato a superare i momenti più brutti. Poi sei sta-to al suo fianco nel coronare un momento bellissimo e molto importante della nostra vita!!!

“E’ stato bellissimo e tu sei stato bravissimo”Grazie di cuore!!!

Ilaria & Franco

Amico preteCaro don Marcol’amicizia e la stima che ci lega da dieci anni mi invogliano a esprimere tutte le emozioni che mi hai fatto vivere.La prima emozione mi riporta ai primi, sal-tuari incontri in oratorio la domenica po-meriggio, insieme a mia sorella Suor Maria Grazia. Ho apprezzato il tuo sorriso gioioso e aperto, lo sguardo limpido e l’attenzione che prestavi ai bambini, ai ragazzi o a qual-siasi altra persona si rivolgesse a te. Questi doni di umanità, semplicità e disponibilità sono riconoscibili in te e diverse persone me l’hanno confermato.

Una seconda emozione mi ricorda Monza, e l’ ospedale, dove hai accompagnato più e più volte mia sorella a trovare mio marito. La vicinanza di mia sorella mi ha fatto sentire sicura e quindi ancora adesso te ne ringra-zio. I giorni passavano con tante incognite ma la tua presenza rispettosa - spesso ti trovavo all’uscita della rianimazione - il tuo essere vicino a me e ai miei figli, mi hanno sempre dato la forza di sperare e di non ce-dere. E questa “carica” l’ho sempre letta nei tuoi occhi … fino alla fine.Era veramente una “presenza rispettosa” perché restavi discretamente in silenzio - e penso che stessi pregando – visto che già in te era maturata la vocazione di diventare prete, quel percorso che si realizzerà a giu-gno 2013 con la Prima Messa.La lettera di condoglianze che mi avevi spe-dito la conservo ancora come una reliquia: l’ ho letta e riletta e ogni volta diventavo mo-ralmente sempre più forte, la mia fede cre-sceva e il tuo sostegno mi ha aiutata a elabo-rare il mio lutto, grazie anche alla stupenda amicizia che si è creata fra le nostre famiglie.

Infine, faccio un salto indietro al 2004 per rivivere un momento felice: il matrimonio di mia figlia Ilaria. Anche per questa ceri-monia hai dato la tua disponibilità ed il tuo impegno perché il giorno più bello della vita di mia figlia diventasse qualcosa di indimen-ticabile: grazie.

Grazie per la tua amicizia, grazie per la sen-sibilità che mi hai trasmesso, grazie anche ai tuoi genitori, per i quali nutro grande af-fetto, che ti hanno insegnato l’Amore per il prossimo.

La tua amica laica ti pensa, ti stima e prega per te affinché lo Spirito Santo ti illumini e ti protegga.

Ciao amico preteTeresita

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IL CAMMINO DI FEDE

“L’augurio è che tu possa sempre più ap-passionarti ad ogni forma di povertà, an-che quella più nascosta, che incontrerai nel ministero. Congratulazioni, don Davide”

don Davide Chiaramella

Angola 2006

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Dalla Sacra con amore…dai giovani di Cesano MadernoE’ ormai passato qualche anno da quando tra di noi, giovani dell’oratorio della Sacra, desiderosi di scoprire quale seminarista fos-se arrivato per darci una mano con l’orato-rio, sei spuntato tu!Eri molto diverso da come ti avevamo pen-sato: giovane, alto alto e magro magro! ...e molto diverso dagli altri seminaristi che ti avevano preceduto (tutti piuttosto in carne e col fisico tipico dell’immaginario comune di un sacerdote!) Abbiamo però capito subi-to quanta forza e quanta passione c’erano in te. Proprio perché così giovane e vicino a noi per età, ci hai saputo trasmettere in modo diretto e vivace una Fede che c’entra con la vita, e quanto questa avventura sia interes-sante e affascinante, soprattutto per noi gio-vani! Ti diciamo GRAZIE Marco, per aver abbattuto da subito quel muro di “riverenza” che c’è tra chi non si conosce, e per averci testimoniato da subito che chi ama Gesù è come se si conoscesse da sempre, che abiti alla Sacra o che viva in Africa!

…e dai meno giovaniCaro don Marco, non ci sono parole per esprimerti il nostro GRAZIE per la tua testi-monianza di fede, per il bene che hai voluto ai nostri figli, per la tua presenza attenta e amorevole nella nostra comunità della Sa-cra. Tutti noi abbiamo goduto i frutti del tuo essere giovane seminarista, della forza della tua Fede e della caparbietà della tua voca-zione ad ogni costo, perché solo così avresti potuto raggiungere la vera felicità.Tutte noi abbiamo sofferto insieme a te i

momenti più difficili di questo cammino, e proprio per questo oggi comprendiamo e condividiamo la potenza di questa tua gran-de gioia. Sarai sempre nel nostro nel cuore, caro Marco, e ti auguriamo di conservare sempre questa forza per essere un grande testimone dell’Amore di Cristo.Ti vogliamo un gran bene, caro don! Il nostro augurio trova le parole in questo canto brasiliano, che ti dedichiamo:“Dio solo può dare la fede; tu però puoi dare la tua testimonianza.Dio solo può dare la speranza; tu, però, puoi infondere fiducia nei tuoi fra-telli.Dio solo può dare l’amore; tu, però, puoi insegnare all’altro ad amare.Dio solo può dare la pace; tu, però, puoi seminare l’unione.Dio solo può dare la forza; tu, però, puoi dare sostegno ad uno scorag-giato.Dio solo è la via; tu, però, puoi indicarla agli altri.Dio solo è la luce; tu, però, puoi farla brillare agli occhi di tutti.Dio solo è la vita; tu, però puoi far rinascere negli altri il desi-derio di vivere.Dio solo basta a se stesso;Egli però, ha deciso di contare su di te!”

un prete per la chiesa, un prete per il mondoOgni volta che un giovane decide d’esse-re prete, la sua parrocchia si veste a festa: ghirlande e fiori di carta, luminarie e strisce colorate, manifesti e scritte ben augurali. In chiesa tutto viene preparato: le processioni, le celebrazioni, i discorsi, le poesie, la corale e tutto il resto. Caro don Marco, in occasione della tua ordinazione e della tua prima messa, sarà così anche da te. Tante persone si sono at-tivate per preparare la tua festa, dedicando tempo ed energie, denaro e passione: tutta questa partecipazione diventi per te l’augu-rio più vero, per noi una consapevolezza più grande.Tu diventerai prete, ministro della Parola di Dio. L’impegno della tua gente ti infonda il coraggio di non banalizzare mai la Parola che devi annunciare. Ti aiuti a non salire sull’al-tare a predicare solo per gli altri, ma a parla-re prima di tutto per te stesso. Ti ricordi che nella Bibbia ci sono parole di fuoco: contro l’ingiustizia, il razzismo, le scelte di comodo, lo sfruttamento degli altri. Ti rammenti che la sua parola non può essere, innanzi tutto, una consolazione spirituale a buon merca-to, per gente che scambia la fede per una scorciatoia in vista del raggiungimento (o del mantenimento) del benessere, della vita comoda, di una sicurezza contro malattie, sfortune e incidenti vari… “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cam-mino…”: è una luce, la sua parola, che invita a crescere, a convertirsi, a maturare…Tu diventerai prete, ministro dei Sacramenti. L’impegno della tua gente ti induca a non di-venire mai un mestierante, ripetitore vuoto di gesti vuoti, consacratore inutile d’inutili

particole. Ti spinga a trasformarti in quello che celebri, come Cristo sulla croce diven-ne l’Eucarestia che aveva istituito nel segno, il giorno prima. Ti porti a essere il perdono che distribuirai nella confessione, la conso-lazione che recherai con l’olio degli infermi, la vita senza fine che donerai con il battesi-mo. Ti convinca che il sacramento che resta celebrazione liturgica, non è più efficace di un po’ di pioggia sul vetro, mentre quello che diventa esistenza sa rinnovare la vita, rido-nare speranza, accendere l’amore che si do-na. “Fate questo in memoria di me…”: è una memoria, il suo sacramento, che impegna in prima persona a farsi prossimo, a condivide-re, a perdonare… Tu diventerai prete, ministro della Parola e dei Sacramenti. L’impegno della tua gente ti affidi la forza della sua Parola e la potenza dei suoi Sacramenti per risvegliare noi, tuoi fratelli e sorelle, dal torpore sempre in ag-guato. Quel torpore che ci spinge a delega-re a te, prete, la responsabilità che l’essere cristiani tutti interpella. Quel torpore che ci fa pensare a te come un chiamato specia-le, portandoci a dimenticare l’unica vera vocazione che tutti abbiamo ricevuto nel battesimo. Quel torpore che si annida nelle preghiere lontane dall’impegno, nelle messe indifferenti a chi soffre, nelle fede che svico-la dalla lotta.Grazie, caro don Marco. Per il tuo coraggio che genera coraggio. Per la tua fede che ge-nera fede. Per la tua capacità di scegliere che genera capacità di scegliere. Grazie, di cuore.

La fraternità dei Cappuccini di Oreno

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MoltiplicazioniSi cerca per la chiesa un uomo...Carissimo don Marco,sono il sacerdote più anziano della nostra comunità Orenese ed è grande la mia gioia nel vedere in te un sacerdote diocesano nel-la freschezza delle energie giovanili e dello zelo per la Chiesa del Signore!A te dedico la mia preghiera e l’ augurio che credo più bello : un sacerdozio fedele, co-stante ed esemplare per il bene delle comu-nità alle quali sarai destinato. Sii uomo sem-pre di Dio per il bene dei fratelli, edificante per pietà e bontà.Voglio lasciarti anche una riflessione di don Primo Mazzolari, che penso utilissima per il tuo sacerdozio e per la riflessione dei fedeli che la leggeranno:

“Si cerca per la chiesa un uomocapace di rinascere nello Spirito

ogni giorno.Si cerca per la chiesa un uomo

senza paura del domanisenza paura dell’ oggi,

senza complessi del passato.Si cerca per la chiesa un uomo

Che non abbia paura di cambiare,che non cambi per cambiare,

che non parli per parlare.Si cerca per al chiesa un uomo

Capace di vivere insieme agli altridi lavorare insieme,

di ridere insieme,di amare insieme,

di sognare insieme.Si cerca per la chiesa un uomo

capace di perderesenza sentirsi distrutto,

di mettersi in dubbiosenza perdere la fede,

di portare pace dove c’è

l’ inquietudinee inquietudine dove c’è pace.

Si cerca per la chiesa un uomoChe sappia usare le mani

Per benedireE indicare la strada da seguire.Si cerca per la chiesa un uomo

Senza molti mezziMa con molto da fare,

un uomo che nella crisinon cerchi altro lavoro,

ma come meglio lavorare.Si cerca per la chiesa un uomo

Che trovi la sua libertàNel vivere, nel servire,

e non nel fare quello che vuole.Si cerca per la chiesa un uomo

Capace di morire per lei,ma ancora di più

capace di vivere per la chiesa,un uomo capace di diventare

ministro di Cristo, profeta di Dio,un uomo che parli con la sua vita.

Si cerca per la chiesa un uomo.”

Di cuore ti rinnovo auguri cordialissimie tante preghiere

don Luigi Meda

Carissimo don Marco,io purtroppo non ti ho incontrato tante volte, quindi la conoscenza e l’amicizia tra noi non sono state molto forti, però sento di esserti molto vicino in questa tappa importante nel-la tua vita di uomo, di cristiano e di presbite-ro. Dio ti ha amato da sempre e la sua Parola in te ha avuto un’accoglienza e una risonan-za particolare, per questo ti sei messo in cammino con Lui. Lungo questa strada hai incontrato tante persone: dai tuoi familiari ai preti, dai giovani alle coppie di sposi, dai pic-coli ai poveri e tu hai saputo “farti prossimo” a ciascuno di loro.Questa pomeriggio, tornando dal carcere e prendendo la posta, ho trovato con mera-viglia una lettera con il mio nome scritto in grande. Ho pensato subito a qualche pubbli-cità che mi fosse stata inviata e invece, una volta aperta, con sorpresa mi sono reso conto

che si trattava del simpatico annuncio della tua ordinazione sacerdotale e dei tuoi primi impegni e incontri da “prete ambrosiano”. Ho visto poi il lungo elenco di nomi riguar-danti le persone “ che hanno contribuito a comporre la sinfonia della tua vita e a forgia-re la tua umanità” che risulta così davvero ricca e variopinta. La prima domanda che mi sono fatto é stata: “Ma come ha fatto a ricor-darsi i nomi di così tante persone? e che fati-ca a non perderne di vista neanche una!”... e subito mi sono ricordato di un racconto che ho ripetuto ai miei fratelli carcerati nei giorni scorsi proprio riguardante il “dividersi” fra così tante persone. Una madre racconta:Ero andata con il mio bambino di due anni a trovare la nonna.Mentre eravamo lì, é arrivato l’uomo del ne-gozio ‘cibi pronti’ a portarle il pranzo.Dopo avermi fatto i complimenti per il bambino, l’uomo ha aggiunto che aveva otto figli.“Otto figli!”, ho esclamato. “Voglio tanto bene al mio bambino che non posso im-maginare di dividere questo amore per otto.”L’ uomo del negozio mi ha risposto:“L’amore non si divide: ...si moltiplica!” Che il Signore Gesù moltiplichi in te il suo Amore per tutti. Un fraterno abbraccio

don Silvano

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Chi sarà?Quando si riceve la notizia che in parrocchia sarà presente un seminarista per un anno intero, si desta immediatamente la curiosi-tà delle persone: “Chi sarà?” “Come si chia-ma?” “Da dove arriva?” “Quanti anni ha?” “Sarà simpatico?”E anche con Marco è stato così, ma… è bastato il primo incontro durante la festa dell’oratorio nel settembre 2009 per farci capire che quell’anno per noi sarebbe stato diverso…In lui abbiamo trovato un amico sincero, il fratello maggiore che tutti vorremmo avere, un sicuro punto di riferimento con cui con-frontarci e confidarci sempre con la certez-za che sarebbe riuscito a chiarirci le idee, a farci capire le cose che contano veramente.Tutto questo perché Marco, dietro la sua fre-sca semplicità e il suo modo scherzoso da

ragazzino, nasconde una qualità molto im-portante: sa entrare nella vita delle persone “in punta di piedi”.Infatti, senza forzare mai nessuno ad aprir-si, è sempre riuscito a trovare il tempo per ognuno di noi, ad ascoltarci con attenzione e a farci sentire unici. Ha saputo conquistare la fiducia e l’affetto sincero di tanti, giovani e meno giovani, per questo da allora in par-rocchia quando si dice “il Marco” non c’è ne-anche bisogno di chiedere di chi si parla: “il Marco” è solo lui!Augurandoci che questo suo grande dono possa restare immutato nel tempo, gli sia-mo vicini in questo giorno importante con un grande sincero e affettuoso abbraccio.

Alessandro MottaParrocchia Gesù Crocifisso

Ravello di Parabiago

La chiesa, una storia d’amoreCaro Marco,non è facile scrivere un pensiero persona-le per questo momento così importante ed emozionante. Sono tante le cose da dire e poche le parole che riescono ad esprimerle. Sarebbe tutto più semplice con un gesto: un gesto di amore, di affetto, di simpatia, di vicinanza, di gratitudine come la splendida immagine che hai scelto per questo giorno: due mani che si stringono in un simbolo di amore, di comunione, di pace. Un abbraccio, una carezza, un ba-cio... Gesti che tu compi spesso e che tra-smettono alle persone che incontri la tua convinzione più profonda: la Chiesa, di cui diventi ministro, è una storia d’amore! La storia d’amore più grande, più bella e più gratuita; la storia di un amore che dona tutto, anche la vita. A te devo questo: la scoperta dell’amore che abita la mia vita e la sostiene ogni giorno, dell’amore che è l’unica certez-za su cui si può contare e che passa attraver-so incontri, parole, gesti, affetti.

Ora ti auguro di continuare ad annunciare questo amore a tutti coloro che incontrerai sul tuo cammino, questo amore che si rende presente ancora nel pane spezzato, nella Pa-rola proclamata, nel perdono donato, e che dona la certezza di non essere mai soli. Questo amore che dona speranza a chi è nelle tenebre, che fa rialzare chi è caduto, che asciuga le la-crime di chi soffre ed è capace di diradare le tenebre che tentano di offuscare la luce. E ogni gesto d’amore sarà come una nuova pennellata sullo splen-dido quadro della tua vita!

Un abbraccio forte per questo giorno speciale!

Lorenzo (Parabiago)

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PARTENDO DAL SACERDOzIO

Vestizione 13 settembre 2009

Lettorato 27 febbraio 2010

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MilanoDiaconato 29 settembre 2012

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OrenoDiaconato 30 settembre

2012

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venerdì 5 ottobre 2012Se penso al primo incontro con don Marco Fumagalli sorrido immediatamente ….Venerdì 5 ottobre 2012 : più o meno ore 14, siamo a Brusuglio. Come sacerdoti e religiose della Comunità Pastorale “Visitazione di Maria Vergine” di Cormano ci eravamo ritrovati per andare dal Cardinale Scola, in Arcivescovado, a Milano. Obiettivo : conoscere il nuovo diacono de-stinato alle nostre parrocchie. Con noi c’era anche don Tommaso Giannuzzi, diacono ap-partenente canonicamente alla parrocchia di S. Vincenzo, che aspettava di conoscere la sua destinazione. Ci è sembrato bello far venire anche lui per sapere dove sarebbe stato destinato.Mentre aspettavamo l’ autobus si avvicina a noi una persona. È un compagno di Tomma-so. Si presenta come don Marco Fumagalli. Piacere! Scambiate due parole scopriamo che …. il nostro diacono!Durante il viaggio verso la Curia siamo sor-presi ed anche un po’ increduli : ci rimane sempre il sospetto che si tratti di uno scher-zo …. Intanto don Marco ci spiega perché, proba-bilmente, sarà proprio lui la persona “atte-sa”.L’Arcivescovo confermerà poco più tardi, pubblicamente, in udienza generale, che Marco aveva ragione.Questo piacevole esordio è subito contra-stato dall’incidente stradale di don Claudio, solo 22 ore più tardi. Tutti noi precipitiamo in uno stato di grave apprensione per le sue condizioni di salute e per la nostra situazio-ne pastorale ora seriamente “precaria” (ave-vamo appena salutato suor Angela, suor Moira e don Massimo, che non erano stati sostituiti : adesso don Claudio in ospedale,

per almeno tre mesi!). Appena arrivato don Marco Fumagalli è stato subito all’altezza della situazione e si è generosamente mes-so al servizio di qualsiasi necessità della no-stra Comunità Pastorale : è vero che non era un ragazzino (don Marco è nato il 7 gennaio 1977) ma era comunque un neofita.Eccolo, quindi, all’opera: c’era da fare cate-chismo? Don Marco si occupava della cate-chesi. C’era bisogno di predicare? Ecco don Marco a predicare. C’erano i malati che aspettavano l’ Eucare-stia? Don Marco portava l’ Eucarestia ai ma-lati. C’erano le Benedizioni alle famiglie per Na-tale? Don Marco girava per le vie del paese, a lui ancora sconosciute, e portava a tutti la Buona Notizia dell’Incarnazione. C’erano da programmare le attività di cate-chesi per i ragazzi? E don Marco si mette d’ impegno e scolta, conosce, propone. E via così per tanti altri servizi nella Comunità.Ricordo anche con piacere i momenti di fra-ternità: dalle cene insieme agli altri preti/suore ai primi inviti a casa delle famiglie, alle pizzate/serate con i giovani.E non ultimi, i momenti di fede: la preghie-ra al mattino e alla sera con il sottoscritto e/o gli altri sacerdoti e suore, i momenti di scambio della fede, i confronti sulla vita ec-clesiale della nostra diocesi e della Chiesa universale.Tutto questo mi fa comprendere quanto la presenza di don Marco sia un DONO per tut-ti noi. Oggi come oggi la crisi vocazionale si fa sempre più sentire. Ma forse non è tanto il numero di vocazioni di speciale consacra-zione ciò che può far paura. Non importa se

oggi ci sono meno preti …. Ola scommessa odierna (e don Marco sta dimostrando di sa-perla vincere! ) sta nelle virtù spirituali del pastore, nell’umanità del consacrato, nella sua capacità di essere contemplativo e in ascolto di Dio e della Chiesa. Oggi non è tan-to la capacità organizzativa, né l’essere bril-lanti o sempre capaci di affrontare qualsiasi situazione quello che manca: queste cose sono tutte utili, ma non sono lo specifico del sacerdozio. No, il discepolo di Gesù non è un Superman della Chiesa! Il Pastore del giorno d’oggi deve essere soprattutto un credente, deve essere innanzitutto uno che aiuta gli altri ad incontrare Gesù con la povertà del-la sua persona, ma anche con la forza del dono di Dio riposto in lui. Oggi il sacerdote è una persona che cammina con gli altri, nelle contraddizioni del nostro tempo, figlio an-che lui di questo stesso tempo. Questo è il prete. Questa è la persona che ha bisogno la gente, al di là di tutte le legittime richieste di soddisfacimento dei propri bisogni. Tutto questo è bello, infinitamente bello. Tut-to questo appartiene alla verità del sacerdo-zio e quindi è autentico. Il ministero così as-sume i lineamenti del rispetto della persona e, contemporaneamente, della presenza di Gesù! Benvenuto quindi nel ministero sacerdo-tale, don Marco! Sarà ricco di croce e di momenti di rinnegamento di sé. Ci saranno tante sconfitte e spesso non riuscirai a tro-vare il bandolo della matassa della tua vita e di quella degli altri. Ti sembrerà, a volte, di esserti addirittura perso nella vita! Ma la grandezza della tua vocazione sta proprio in questo: ritrovare la tua vita dopo averla persa, ritrovare il centuplo delle relazioni do-po averle abbandonate, sentire la ricchezza

del sacerdozio quando si avverte che tutto il bene realizzato è solo frutto della potenza di Dio, di cui tu ti sarai fatto strumento fedele e obbediente.Benvenuto nella nostra Comunità Pastorale di Cormano, don Marco! La tua famiglia ti ha generato e il tuo oratorio di origine ti ha fatto crescere. Hai vissuto fin da giovane i doni e le miserie della Chiesa. Eppure tu oggi sei in mezzo a noi, che ti accogliamo con Amicizia e Fede. Ti accompagnamo in questo tuo “di-ventare” sacerdote, sicuri che una parte del cammino della tua vita saremo proprio noi. Ti affidiamo, insieme agli altri preti, suore e laici impegnati, il futuro spirituale dei nostri ragazzi, con la disponibilità a cercare insie-me le strade nuove del Vangelo nella Chiesa di oggi.Ti auguriamo che il dono di Dio riposto mi-steriosamente in te possa portare frutti di amore per Cristo. E ti promettiamo una preghiera tutti i giorni al Signore e a Maria, affinché tu sia sempre il primo a fare la volontà di Dio.In Cristo

don Marco Borghiparroco di CormanoComunità Pastorale

“Visitazione di Maria Vergine”

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Carissimo don Marco,partecipo con gioia alla festa della tua or-dinazione sacerdotale con il cuore pieno di riconoscenza per un dono immeritato, ma rinnovato e custodito quotidianamente dal Signore in questi miei primi 20 anni di mi-nistero. Sono felice di essere presbitero del Signore nonostante le mie fragilità, le mie resistenze e - perché no? - le mie cadute. Ti accorgerai come ben presto il Signore, dopo il giusto idealismo dei primi tempi, ti condur-rà a gustare con Lui la realtà della sua Pa-squa che è gioia per il dono di sé, gioia che si farà umile piegarsi sui piedi dei fratelli che Gesù vorrà metterti accanto. Un dono che potrai rinnovare presiedendo alla celebra-zione quotidiana dell’Eucarestia. Sono certo che proverai anche tu la consolazione e la forza di sentirti sostenuto in una missione che non ti sei data e che nel suo procedere ci apre ad orizzonti di fecondità e di ricchezza insperata. Sono gli orizzonti del Regno, nel quale potrai già trovare il centuplo promes-so “a chiunque avrà lasciato casa, fratello e sorelle …” per farsi un tutt’uno con il Tesoro scoperto!Il primo augurio che faccio a te - e un po’ faccio ancora a me stesso - è quello di spe-rimentare la forza che la croce portata in comunione con Gesù sprigiona nella vita di ogni credente, quando viene accolta con obbedienza e docilità. E’ un augurio che è giusto estendere a tutte le persone a noi care e che con noi ricercano nella Pasqua di Gesù il senso per dare speranza alle fatiche del credere e del vivere secondo il Vangelo.

Un secondo augurio che ti faccio - e ci fac-ciamo - è quello di potere camminare sem-pre in questa Chiesa così bella che abbiamo imparato a scoprire in questi anni. In senso più stretto, attraverso la prima collaborazio-ne, che ci fa sentire davvero tutti utili (ma nessuno indispensabile) all’interno della Comunità. In senso più ampio, vivendo la ricchezza di un Concilio - il “Vaticano II” - i cui frutti stiamo incominciando ad assapo-rare in pienezza e sapendo di poter cammi-nare “appoggiandoci sulle spalle” di Pastori che sono stati e sono autentici giganti nel cammino della fede.Un ultimo augurio vogliamo (e dobbiamo!) scambiarlo vicendevolmente con tutta la comunità dei credenti, riconoscendo nelle reciproche vocazioni (maschili e femminili, di cui la nostra comunità e la Chiesa intera sono ricche) la vera forza che ci porterà, nell’unità delle nostre diversità, a testimo-niare la bellezza e la varietà del corpo vivo del Signore.Chiedo al Signore che attraverso la tua ordi-nazione sacerdotale ciascuno possa risco-prire il mistero grande della presenza viva del Risorto che si rinnova nel sacrificio eu-caristico, attraverso la nostra umile e dedita presenza di sacerdoti nel corpo vivo di una Comunità unita dalla Fede e dall’amore per Lui.Buon cammino!

don Claudio Dell’OrtoComunità Pastorale

“Visitazione di Maria Vergine”

Saluti da Cormano...“Il tuo ministero sacerdotale è uno stru-mento d’amore nelle mani del Signore. Ti giunga di tutto cuore il più fervido augurio affinché tu possa continuare con la stessa forza a prestare la tua opera al servizio di Dio e del prossimo. E che Dio ti renda giu-dizioso e sereno per affrontare bene il tuo cammino per il bene di tutti.”

suor Maricel

Page 32: con te, ordinazione sacerdotale assieme a te don Marco ... · Ha scritto “T’amo” sulla roccia; sulla roccia, non sulla sabbia, e accanto ci ha messo il tuo nome. Forse l’ha

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... e anche da Brusuglio!Bella notizia, don Marco Parroco comunica che un diacono tra quelli ordinati il 29 set-tembre in Duomo, sarà destinato ad arrivare nella nostra comunità pastorale.Infatti il 5 ottobre insieme ad altri ragazzi va-do ad accoglierlo nell’oratorio di Brusuglio.Ho subito pensato che sarebbe stato un pre-te come tanti altri, che non avrebbe portato nessun cambiamento nella mia vita…invece ho dovuto ricredermi.Capisce molte cose su noi giovani dando an-che consigli.In maniera indiretta ti fa capire quale potreb-be essere la soluzione ad un problemafamigliare, o con gli amici. E’ attento, riesce a capire anche le cose che non si vogliono dire o le preoccupazioni senza che tu gliele spieghi.Dedica tanto tempo a noi giovani. Ci fa prega-re sempre in modo diverso, come per esem-pio nei martedì di avvento e quaresima alle 6.30!!!L’augurio è che continui su questa strada, per avvicinare più giovani alla chiesa.Sono contento che dopo l’ordinazione rimar-rà ancora in mezzo a noi!Buon cammino!!!

Filippo

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La vita è l’arte dell’incontro, e quanti incontri nella tua storia...

don Alberto Capra don Alberto Marsiglio don Alberto Torriani don Alessio Mauri don Andrea Mellera don Andrea Citterio Aldo, Carla e Claudia Citterio don Angelo Zorloni don Antonio Bertolaso don Carlo

Bosco don Claudio Dell’Orto Lucia don Davide Milanesi don Davide Chiaramella don Enrico Parolari don Ezio Bisello Regina don Fabrizio Vismara don Federico Galliussi don Giorgio Spada don Giuseppe

Mare don Guido Villa Assunta don Marcello Grassi don Marco Borghi Borghi Renato e Anna don Marco Caraffini Caraffini Franco, Carla e Augusta don Marco Pavan don Massimiliano Scandroglio e famiglia

Scandroglio Sergio e Rosanna don Mirko Bellora don Peppino Maffi don Roberto De Stefani Suor Barbara Famiglia De Stefani don Silvano don Simone Seppi Seppi Marco, Alba e Ada don Stefano Borri don

Franco Trezzi don Giuseppe Massaro don Massimo don Luigi Stucchi don Franco don Michele don Silvio don Giuseppe Ponzini don Roberto don Gianni Radice don Luigi Meda don Luigi Brambilla e Anna don

Raimondo Savoldi e Anna don Angelo Calloni Cesare Bandera don Vittorio de Paoli don Giuseppe Como don Flavio Riva Padre Gianluigi don Luca Damiani don Ugo Lorenzi Frati di Oreno don Silvano Brambilla

don Silvano Bonfanti Padre Giovanni Maria Frigerio comunità cistercense don Alfredo Maggioni don Claudio Maggioni don Osvaldo Riccobelli don Giovanni Sala don Renzo Mazzola don Zaccaria Bonalumi

don Paolo Selmi don Franco Santambrogio don Luciano Angaroni don Adriano Castagna don Augusto Egah don Filippo Dotti don Andrea Tonon don Marco Fusi suor M. Grazia suor Maria suor Andreina suor

Donata suor Teresita Zanetta Lazzarini Sr. Claudia Teresa Benedetta Suor Valeria Misani sr. Giuseppina Fumagalli suor Lina Landrini sr. Candida Scola sr. Virgilia Bramanti Sr. Emiliana sr. Michela Comunità

delle Suore di Brusuglio Comunità delle Suore di Ospitaletto Mamma e Papà Nonna Maria Zia Ornella Zio Pio, zia Delia e Luca Zii Silvano e Pinuccia Zii Giancarlo e Elsa Graziano, Betty, Riccardo e Tommy Zii

Silvano e Elisa Rosalba ed Emanuele Dario Giovanni Gabrici Gabrici Nicoletta e Simone Gabrici Paola, Marco e Susanna Ada e Aurelio Andrea e Monica Massimo e Lorena Zia Carla Angelo e Nunzia Andrea

Anastasi Daniele Mapelli Salvatore Colao Battaglion Daniele Moda Matteo Wijetunga Asiri Andrea Damiani Felici Stefano Mazza Massimiliano Croci Patrizio Simone Maggioni Carrozzo Andrea Riva Fabio

Bottan Riccardo Cascio Matteo Isidoro Andrea Lorenzo Motta Motta Marcello, Marinella e Alessandro Alberto Ravagnani Poldo Famiglia Stillitani Francesco Ruggy Giulia Ruggio Giulia Famiglia Ruggieri Erika

Langio Zanetto Marco e Matteo Vina e Vale Gaia, Giulia, Osvaldo, Matteo Vale Stucchi Sala Marta, Margherita e genitori Elisa Biffi Cece Lety Villa Felice e Marilena Sala Antonio e Alessandra Andrea, Isabella e

Famiglia Guido e Elisa Giulia, Mariagrazia e Gianfranco Fellini Silvia Malpezzi Ceci e Bre Ronchi Mauro e famiglia Pessina Marco Soldà Claudio e Famiglia Jacopo Pellegatta Sedini Marco e famiglia Tommy Magni

Pizzagalli Claudio, Marco e Laura Roberta e “la sua primavera” Enrica Daniele Tocco Stefano Ambra Dell’Acqua Diana Bestetti Federica e Tommaso Brioschi Antonio Cacciato Lara e Luca Lion Gabriele Banfi

Elisa e Angelo Lino, Paola, Margherita e Benedetta Marcello e Giulia Marilina Mattia Balconi e Famiglia Martina e Loris Ramona Peppino, Luisa, Carola e Erika Carlo Jacobellis Giuse Mauri Giovanni, Mariangela

e Lorenzo Graziella Piazza Monica Eccher e famiglia Renata Eccher Massimo Eccher e famiglia Laura Negri Bianca Marco Citterio e Rossella Lorenzo Zucchi Marco, Mita, Lucrezia e Ludovica Elena Cerizza Ale

Landini Andrea Citterio Teo Reda Schiavello Annalisa Angela e Alberta Corbellini Pelliccioli Alessandro Stefano Passoni Carola Galbussera Xavier Cruz Marica Spinelli Limonta Filippo e Chiara Mattia Mambretti

Gaia Gloria Rossi e famiglia Bea Cantù Marina Passoni Masha Golovina Daniela d’Antonio Oggioni Enrico, Elena, Filippo e Irene Filiali Alessandro Cavalleri Paolo, Franca, Alice, Marco e Mattia Santarpino

Lorenzo e Alessandro Margherita Meda Matteo Mariotti Elisa Biffi Marina Boni Peppino Villa e Famiglia Lorenzo Riva Tagliabue Matteo Clara Brenna Graziella e Ambrogio Luisa, Paolo, Marco e Luca Luisa e

Guerrino Brambilla Alfredo, Mary, Chicca e Stefania Rosa e Maria Tambone Imelde e Mario Adelio e famiglia Felice e Mariarosa Marco Confalonieri e Elena Zii Angelo e Angela Massimo e Antonella Antonella

e Walter Meda Mariangela Besana Alessandro e Lucia Cantù Giulia Fumagalli Calva Paolo, Eleonora, Nicolò e Samuele Luigi e Luigina Ilaria e Franco Ferruccio e Paola Teresita, Massimo e Ruggero Ciavattini

Mauro, Elena, Simone e Lisa Laura Crippa Roberta Montaguti Roberta Martucci e famiglia Valcamonica Fausto e Carmen Antonio Falconieri Antonella Bonfanti Paola Sala Lissoni Claudio, Alessandra, Gaia e

Anna Giorgia Limonta Cisci Laura Letizia Mauri e famiglia Rina Martinelli Rovelli Alberto, Nicoletta e famiglia Davide Nicolussi Carluccio Sala Stefano, Bambina e Achille Elena, Giulia e Renato Elena, Stefano,

Francesco e Pietro Luigi Sala e Elisa Laura, Costante e Vittoria Cesarina Claudia, Matteo e Martino Mariuccia Brambilla Passoni Bruno e Antonia Marica e Fausto Andrea, Elena e Ilaria Bambina e Barbara

Giuseppe, Franca, Samuele e Imelde Adriana Frigerio Mariarosa Frigerio Carlo, Rosanna, Matteo e Elisa Gigi, Rita, Lollo e Anna Anna Cavallo Luisa, Alessandro e Matteo Giuliana, Terenzio, Lollo e Chiara Enrico

Colnaghi Iolena, Giancarlo e Giulia Maria Rita Nicla e Mauro Nava Giovanna e Famiglia Rita Michele e Jose Stefanini Angelo e Ornella Elena Valente e famiglia Maurizio e Pinuccia Moretti Giulio e Fernanda

Cavalleri Felicita Varisco Maggioni Umberto e Carla Jolanda Ardenti Maurizio, Morena e famiglia Donato Nicola, Gisella e Emanuele Baragetti Marco e famiglia Nicoletta e Fabrizio Pironti Samuele Giuli Chiara

Rosolen Daniele Curcio Chiara Pirotta Matteo Matteo Residori Maino Matteo e Famiglia Francesco, Raffaele, Massimo e Cristina Gemma e Bruno Ste e Ale Goffredo Thomas Ilaria e Famiglia Antonella e famiglia

Milena e famiglia Clara Fede Fossati Gadda Francesca Matteo Seco e Ila Martina Squarzoni Silvia Marta e Famiglia Eloisa e Famiglia Meme Stephanie e Famiglia Dodo e Famiglia Carola Elisabetta Longoni

e Famiglia Simone, Laura e Denise Giorgia e Famiglia Silvia Padula Mirko Bosetto Simone Crippa Vitto Emanuele e Andrea Mariani Frigatti Daniele Marco Boffi Suor Giusy Fra Minuti e famiglia Silvia Pini e

famiglia Famiglia Evi Luisa Daniela e Nicolò Stefano e Ilaria Marta Licata e Famiglia Clavo Maria, Angelo e Famiglia Barbara Alessio Mazzak Annalisa Falbo e Filippo Giuliano Buscaino Cascella Marco Jennifer

Cappellini Ivan Triddico Elisa Fasolato Alex Andriotta Alessandra Vitale Dario Celibato Teo Cappellini Lina Di Condio e Carmine Lidia Gio e Anna Doretta Rocco Rosanna Martinicco Silvio Del Vecchio Viola

Loredana Bonino Benzio Padre Leo Padre Guglielmo Padre Giacomo Panceri Andrea e Giuditta Fumagalli Bruno Mandelli Enrica ed Eugenio Flavio Lombardi e famiglia Nora e Luciano Luciana Bonalumi Lameri

Donatella e Famiglia Lameri Patrizia e Famiglia Graziella Luigia Brioschi Luciano e Angela Giorgio e Angela Brambilla Ruggiu Roberta Luisa Massaro Perazzolo Luca, Matteo e Famiglia Famiglia Borghi Sergio

Pasquale Marco Ferrari e Camilla Famiglia Gerosa Alberti Chiara e Michel Alberti Elena e Daniel Elisa Giacomo Mangano Alberti Beatrice, Anna e Enrico Mattia Cigognani Ilaria Aldeghi Max Walker Mariangela,

Luigi, Alexia Sala Paolo Pioltelli Simone Clementi Arnaldo Villa Pierino Fumagalli Roberto Corradini Lorenzo e Luisa Marchesi Silvia Signorelli Paolo Brambilla Ennio Luca Rago Redaelli FrancoBetty Comini

caro don infradito ... buona continuazione !

Page 34: con te, ordinazione sacerdotale assieme a te don Marco ... · Ha scritto “T’amo” sulla roccia; sulla roccia, non sulla sabbia, e accanto ci ha messo il tuo nome. Forse l’ha

“Hai voluto renderci partecipi

della tua vita e hai contribuito

a comporre la sinfonia della nostra vita e a forgiare

la nostra umanità…”grazie per l’esempio e buona vita caro Marco,

ops don Marco!

Claudia, Letizia, Luisa, Maria Laura, Martina e Mita

Raccontare la tua storia ci ha permesso di fare nostre le tue parole