con la vendita all’ingrosso ai meccanici del manda-€¦ · bici motorizzate, con un rullo che...

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Nato nel 1875, Augusto Cre- monini aveva frequentato la scuola sì e no fino alla quinta elementare. Faceva l’operaio presso un’azienda di San Gio- vanni in Persiceto che produ- ceva cancellate e letti in ferro battuto. Era tuttavia un giovane intra- prendente, che credeva nelle idee del suo tempo - fine ’800 inizio ’900 - un tempo aperto alle conquiste della scien- za e del progresso sociale. Nasce in lui l’idea di lavorare in proprio e si licenzia. Aiutato finanziariamente da alcuni amici, apre una botte- guccia sul Foro Boario (oggi Parco Pettazzoni), di fianco al convento delle Suore Minime dell’Addolorata. Era l’anno 1904. La bicicletta che proprio allora comin- ciava a caratterizzarsi non più come stravaganza mecca- nica ma come mezzo di locomozione, divenne il suo nuovo lavoro. Acquistava i componenti “al grezzo” da un grossista di Bologna e li lavorava nella sua bottega, che era anche un po’ fucina per forgiare metalli. Attizzava il braciere con il mantice a manovella, poi saldava i tubi operando sul ferro rovente, aiutato dalla moglie che reggeva i pezzi. Dalle sue mani sono uscite le prime biciclette che han- no circolato nella nostra città. Ma non bastava costruirle.Verso sera, nel Foro Boario, faceva scuola guida, perché nessuno ancora sapeva anda- re in bicicletta e, per venderle, era indispensabile dare le istruzioni per l’uso. Par di vederlo correre come un dannato accanto agli aspiranti ciclisti: rispettabili borghesi o giovani rampolli di famiglie benestanti. Lo spettacolo doveva sicuramente attirare molti curiosi! La bicicletta, insieme alle prime automobili e all’illumina- zione elettrica, erano il segno dei tempi moderni che avanzavano.Anche a Persice- to, si cominciava ad assapora- re il nuovo secolo che pro- metteva meraviglie. L’attività di Augusto ebbe successo e l’azienda si in- grandì. La sede si trasferì in via Regina Margherita (ora via 4 Novembre), dove tro- varono posto l’esposizione ed il magazzino dei ricambi, con la vendita all’ingrosso ai meccanici del manda- mento ed oltre. In questo periodo nasce il marchio di fab- brica che comprende il pesco del Comune di San Giovanni, ideato e disegnato dal prof. Aldo Gamberini. Negli anni che vanno dal 1939 al 1941 viene costrui- to un nuovo capannone in via Pio IX che avrebbe con- sentito di aumentare la produzione. Contempora- neamente i figli, Alfiero e Bruno, aggiornano la ragio- ne sociale in “Officina Mec- canica Fratelli Cremonini”. Vengono creati due reparti: il primo si occupa della saldatura dei telai con il nuovo sistema. Il secondo, ben isolato, provvede alla verniciatu- ra con essiccazione a mezzo forno elettrico a controllo graduale, a seconda del tipo di vernice. Nello spazio ri- manente, su appositi banchi, si effettuava la preparazione delle ruote e l’assemblaggio finale delle biciclette. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, con al vertice Augusto, l’azienda occupava una ventina di addetti ed aveva ormai una posizione leader nel mercato locale. 10 novembre 1943. I tedeschi arrivarono con un camion e razziarono biciclette, ricambi, gomme, materiale del magazzino.Augusto non resistette a quel saccheggio e si accasciò a terra e morì. Il tempo trascorre, la guerra fi- nisce e la bicicletta torna in au- ge. Le imprese di Coppi e Bar- tali rivelano un’Italia dove le due ruote sono ormai un mezzo alla portata di tutti. Si corre e subito c’è l’ansia di spostarsi in fretta, magari senza pedalare: i primi ciclomotori non sono altro che bici motorizzate, con un rullo che trasmette il moto al- la ruota posteriore. I motori Mosquito, Garelli, Cucciolo Ducati, Itom ecc. arrivano in scatola e vengono applicati alle biciclette. In seguito si costruiscono telai molleggiati più adatti a sopportare il montaggio dei motori, insieme ad un mag- giore confort. È una fase breve che prelude allo sviluppo degli scooter e soprattutto alla rivoluzione dell’automobile. Nel 1952 la società originaria si divide: Bruno con le bici- clette, Alfiero col fi- glio Sergio segue la motorizzazione. Questa scelta ci porta ad intercetta- re il grande succes- so della Vespa. Sarà poi il momento dell’auto come salo- nisti e concessionari Renault. Ma ancora un cam- biamento si profila all’orizzonte perché nel frattempo Bruno si ritira dall’attività. Nel 1983 la svolta e la decisione di Ser- gio di un ritorno alla tradizione ciclistica dell’azienda Cremo- nini. Sono in arrivo novità importanti: il successo dell BMX, la piccola bici per i ragazzi. Il bambino del film ET che vola a cavallo di una BMX, sullo sfondo della luna, è un’imma- gine rimasta nella memoria di tutti. Dall’America arriva la Mountain bike e la bici ha ritrova- to alla grande la sua identità sportiva. Oggi Alessandro gestisce il grande emporio cicli- stico e sportivo tra via Pio IX e Circonvallazio- ne Liberazione, Cremo- nini Bici & Sport Sas. Spetta a lui affrontare la rapida evoluzione del settore, senza dimentica- re la tradizione della no- stra azienda. Augusto Cremonini Augusto Cremonini con i figli Alfiero e Bruno Alfiero Cremonini Sergio Cremonini Sergio e Marisa Sergio Cremonini Sergio e Noemi Matteo Cremonini

Transcript of con la vendita all’ingrosso ai meccanici del manda-€¦ · bici motorizzate, con un rullo che...

Nato nel 1875, Augusto Cre-monini aveva frequentato lascuola sì e no fino alla quintaelementare. Faceva l’operaiopresso un’azienda di San Gio-vanni in Persiceto che produ-ceva cancellate e letti in ferrobattuto.Era tuttavia un giovane intra-prendente, che credeva nelleidee del suo tempo - fine ’800inizio ’900 - un tempo aperto alle conquiste della scien-za e del progresso sociale. Nasce in lui l’idea di lavorarein proprio e si licenzia.Aiutato finanziariamente da alcuni amici, apre una botte-guccia sul Foro Boario (oggi Parco Pettazzoni), di fiancoal convento delle Suore Minime dell’Addolorata.

Era l’anno 1904. La bicicletta che proprio allora comin-ciava a caratterizzarsi non più come stravaganza mecca-nica ma come mezzo di locomozione, divenne il suonuovo lavoro.

Acquistava i componenti “al grezzo” da un grossista diBologna e li lavorava nella sua bottega, che era anche unpo’ fucina per forgiare metalli. Attizzava il braciere conil mantice a manovella, poi saldava i tubi operando sulferro rovente, aiutato dalla moglie che reggeva i pezzi.Dalle sue mani sono uscite le prime biciclette che han-no circolato nella nostra città.

Ma non bastava costruirle.Verso sera, nel Foro Boario,faceva scuola guida, perché nessuno ancora sapeva anda-re in bicicletta e, per venderle, era indispensabile dare leistruzioni per l’uso.Par di vederlo correre come un dannato accanto agliaspiranti ciclisti: rispettabili borghesi o giovani rampollidi famiglie benestanti.Lo spettacolo doveva sicuramente attirare molti curiosi!

La bicicletta, insieme alle prime automobili e all’illumina-zione elettrica, erano il segno dei tempi moderni che

avanzavano. Anche a Persice-to, si cominciava ad assapora-re il nuovo secolo che pro-metteva meraviglie.

L’attività di Augusto ebbesuccesso e l’azienda si in-grandì. La sede si trasferì invia Regina Margherita (oravia 4 Novembre), dove tro-varono posto l’esposizioneed il magazzino dei ricambi,

con la vendita all’ingrosso ai meccanici del manda-mento ed oltre.

In questo periodo nasce il marchio di fab-brica che comprende il pesco del Comunedi San Giovanni, ideato e disegnato dal prof.Aldo Gamberini.

Negli anni che vanno dal1939 al 1941 viene costrui-to un nuovo capannone invia Pio IX che avrebbe con-sentito di aumentare laproduzione. Contempora-neamente i figli, Alfiero eBruno, aggiornano la ragio-ne sociale in “Officina Mec-canica Fratelli Cremonini”.

Vengono creati due reparti:il primo si occupa della saldatura dei telai con il nuovosistema. Il secondo, ben isolato, provvede alla verniciatu-ra con essiccazione a mezzo forno elettrico a controllograduale, a seconda del tipodi vernice. Nello spazio ri-manente, su appositi banchi,si effettuava la preparazionedelle ruote e l’assemblaggiofinale delle biciclette.Alla vigilia della secondaguerra mondiale, con alvertice Augusto, l’aziendaoccupava una ventina diaddetti ed aveva ormaiuna posizione leader nelmercato locale.

10 novembre 1943. I tedeschi arrivarono con un camione razziarono biciclette, ricambi, gomme, materiale delmagazzino.Augusto non resistette a quel saccheggio e siaccasciò a terra e morì.

Il tempo trascorre, la guerra fi-nisce e la bicicletta torna in au-ge. Le imprese di Coppi e Bar-

tali rivelano un’Italia dove le due ruote sono ormai unmezzo alla portata di tutti.Si corre e subito c’è l’ansia di spostarsi in fretta, magarisenza pedalare: i primi ciclomotori non sono altro chebici motorizzate, con un rullo che trasmette il moto al-la ruota posteriore.

I motori Mosquito, Garelli, CuccioloDucati, Itom ecc. arrivano in scatola e vengono applicatialle biciclette.

In seguito si costruiscono telai molleggiati più adatti asopportare il montaggio dei motori, insieme ad un mag-giore confort.È una fase breve che prelude allo sviluppo degli scootere soprattutto alla rivoluzione dell’automobile.

Nel 1952 la societàoriginaria si divide:Bruno con le bici-clette, Alfiero col fi-glio Sergio segue lamotorizzazione.Questa scelta ciporta ad intercetta-re il grande succes-so della Vespa.Sarà poi il momentodell’auto come salo-nisti e concessionariRenault.

Ma ancora un cam-biamento si profilaall’orizzonte perchénel frattempo Brunosi ritira dall’attività.Nel 1983 la svolta ela decisione di Ser-gio di un ritorno allatradizione ciclisticadell’azienda Cremo-nini.

Sono in arrivo novità importanti: il successo dell BMX, lapiccola bici per i ragazzi. Il bambino del film ET che volaa cavallo di una BMX, sullo sfondo della luna, è un’imma-gine rimasta nella memoria di tutti.Dall’America arriva la Mountain bike e la bici ha ritrova-to alla grande la suaidentità sportiva.

Oggi Alessandro gestisceil grande emporio cicli-stico e sportivo tra viaPio IX e Circonvallazio-ne Liberazione, Cremo-nini Bici & Sport Sas.Spetta a lui affrontare larapida evoluzione delsettore, senza dimentica-re la tradizione della no-stra azienda.

Augusto Cremonini

Augusto Cremonini con i figli Alfiero e Bruno

Alfiero Cremonini

Sergio Cremonini Sergio e Marisa Sergio Cremonini

Sergio e Noemi

Matteo Cremonini