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Alberi e arbusti delle Prealpi Luciano Vinco - Gianfranco Caoduro Biodiversity Friend 2

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Alberi e arbustidelle Prealpi

Questa guida è un agile strumento per una rapida identificazione di alberi e arbusti diffusi

dalla pianura ai rilievi prealpini. Le piante sono proposte in ordine alfabetico; la scheda dedicata

a ciascuna specie contiene le foto del fiore, della pianta intera e particolari riguardanti foglie, cortecce e frutti; un testo

sintetico, inoltre, descrive dimensioni, distribuzione, habitat e curiosità. Una guida snella e semplice per l’escursionista e per chi si avvicina all’affascinante mondo della botanica.

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Luciano Vinco - Gianfranco Caoduro

Biodiversity Friend 2

Progetto editoriale: Luciano VincoTesti: Gianfranco Caoduro

Foto: Luciano Vinco(tranne dove diversamente indicato)

Direttore responsabile: Simone Bellini Autorizzazione n. 116753 del 08/06/2006

WBA PROJECT S.r.l.Via Mantovana 90/F - 37137 Verona

World Biodiversity Association onlus è un’Associa-zione no-profit fondata nel 2004 al Museo di Storia Naturale di Verona da un gruppo di naturalisti con il principale obiettivo di studiare e tutelare la biodiver-sità. L’Associazione ha due mission:“Discovering Bio-diversity”, per contribuire attivamente all’inventario della diversità biologica del nostro pianeta attraverso spedizioni naturalistiche negli hot-spots di biodiver-sità, e “Conservation by Education” per affermare il ruolo fondamentale dell’educazione nella conservazio-ne degli ambienti naturali.

I risultati della ricerche sono pubblicati su riviste scientifiche e divulgative: “Memoirs on Biodiversity” “WBA Monographs”, “WBA Handbooks” e “Biodi-versity Friend”. Nel 2010 WBA onlus ha proposto “Biodiversity Friend” la prima certificazione per la sal-vaguardia della biodiversità in agricoltura. Nel 2014 WBA onlus ha trasferito a WBA Project S.r.l., un’im-presa sociale unipersonale, tutte le attività commercia-li, comprese quelle editoriali. WBA è supportata da un Comitato Scientifico formato da docenti universitari, botanici e zoologi.

Per informazioni: World Biodiversity Association onlus

c/o Museo Civico di Storia NaturaleLungadige Porta Vittoria, 9

I-37129 Verona - Italy

www.biodiversityassociation.orgwww.biodiversityfriend.org

E-mail: [email protected] 2421-387X - ISBN 978-88-940945-0-3

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Tutti i diritti sono riservati. I diritti di traduzione, memo-rizzazione elettronica e riproduzione con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i paesi, se non autorizzati dall’editore.

La produzione e la stampa di questo volumenon hanno comportato distruzione di

foreste tropicali e perdite di biodiversità.

È un prodotto “Amico della biodiversità”

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Published by WBA Project Srl © 2015 Verona - Italy

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Nome scientifico: Prunus avium - Fioritura: aprile-maggio

Dimensioni: 30 Diffusione: zone Habitat: prati Curiosità: termin

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Nome scientifico: Prunus avium - Fioritura: aprile-maggio

Dimensioni: 30 Diffusione: zone Habitat: prati Curiosità: termin

GLI AMBIENTI DEGLI ALBERI E DEGLI ARBUSTI DELLE PREALPIGli alberi e gli arbusti descritti in questa pubblicazione vegetano in diversi ambienti delle Prealpi, dalle aree di pianura e collinare alle zone più elevate, sopra i 2000 m di quota. Le formazioni vegetali, arbustive o arboree, nelle quali si possono incontrare sono di seguito brevemente descritte.

Boschi termofili e termo-mesofili Rivestono le aree pedemontane e collinari dal piano fino a 600-700 m di quota. Si tratta di formazioni boschive secondarie, sottoposte in passato ad un’intensa utilizzazione forestale, o che hanno recentemen-te riconquistato terreni in passato adibiti ad attività agro-pastorali. Le specie più caratteristiche di tali

formazioni sono la roverella (Quercus pubescens), l’orniello (Fraxinus ornus), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), l’acero campestre (Acer campestre), lo scotano (Cotinus cog-gygria) e il ciliegio canino (Prunus mahaleb). In alcune zone delle Prealpi l’intervento dell’uomo ha accelerato i processi di ricolonizzazione attraverso rimboschimenti di pino nero austriaco (Pinus nigra ssp. austriaca), specie pioniera e frugale.

Boschi mesofili Si tratta di formazioni forestali che si estendono a quote superiori, fino a 1400 m di quo-ta. In questi boschi di latifoglie mesofile, nella fascia inferiore, assieme al carpino nero (Ostrya carpinifolia), si trovano frequentemente il castagno (Castanea sativa), il rovere (Quercus petraea), il cerro (Quercus cerris) e il tiglio selvatico (Tilia cordata). Nella fascia superiore domina, invece, il faggio (Fagus sylvatica) che tende a formare boschi puri in cui, sporadicamente, compaiono l’acero di monte (Acer pseudoplatanus), il frassino maggiore (Fraxinus excelsior), il sorbo montano (Sorbus aria) e, nelle radure fresche, il pioppo tre-molo (Populus tremula).

Boschi di conifere I paesaggi prealpini di quota sono caratterizzati da una copertura fo-restale in cui le conifere assumono un ruolo importante. Abeti, larici e pini occupano vaste aree della fascia montana superiore, comprese tra i 1000 e i 1900 m di quota (2500 m nelle Alpi occidentali). Nelle Prealpi i boschi di conifere sono costituiti in prevalenza da abete rosso (Picea excelsa) e da larice (Larix decidua), che in formazioni pure o consociati tra loro rivestono buona parte dei versanti. Con minore frequenza si rinviene il pino silvestre (Pinus silvestris) e l’abete bianco (Abies alba), quest’ultimo ormai sporadi-co, penalizzato dalle utilizzazioni eccessive e dai cambiamenti climatici. Peccete, abetine e lariceti rappresentano spesso stadi terminali di successioni ecologiche che tendono al raggiungimento di ecosistemi stabili (fase climax), dove l’equilibrio tra i fattori ecologici è massimo. Formazioni d’alta quotaOltre il limite del bosco, a quote superiori ai 2000 m, si sviluppano formazioni arbustive che per il loro aspetto sono state definite degli “ar-busti contorti”. In queste formazioni la specie più caratteristica è il pino mugo (Pinus mugo), che si alterna a ginepri, ontani, rododendri, salici e mirtilli. Si tratta di ambienti di grande interesse botanico e naturalistico per la loro capacità di ospitare tra le radure e le rupi rocciose un’innumerevole quantità di specie erbacee e comunità animali di assoluto pregio. Non è da trascurare, inoltre, l’importante funzione che tali formazioni rivestono nel mantenimento dell’equilibrio idrogeologico in alta quota.

NOTA: nei testi descrittivi delle piante, le indicazioni fitoterapiche sono for-nite ad esclusivo scopo informativo e didattico; si declina, pertanto, ogni re-sponsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

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LEGENDAPianta mellifera: pianta ricercata da api e altri insetti impollinatori per l’abbondante produzione di nettare.

Pianta tossica: pianta dotata di principi attivi velenosi che possono causare gravi intossicazioni o morte.

Pianta ornamentale: pianta utilizzata a scopo decorativo in parchi e giardini per il pregio dei suoi fiori, frutti o fogliame.

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Caprifolio comune

Nome scientifico: Lonicera caprifolium

Dimensioni: fino a 5 m. Diffusione: Europa, Asia Minore e Caucaso. Habi-tat: regioni litoranee e submontane, boschi caducifogli con suolo calcareo, dal piano a 1200 m di quota. Curiosità: pianta rampicante i cui fiori attrag-gono farfalle notturne e diurne. Le bacche sono tossiche, mentre l’olio è uti-lizzato in aromaterapia. Da foglie e fiori si ricavano sostanze con proprietà antisettiche, antireumatiche, espettoranti e antinfiammatorie.

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Biancospino

Nome scientifico: Crataegus monogyna

Dimensioni: fino 6 m. Diffusione: Europa, Nordafrica, Asia occidentale e America settentrionale. Habitat: boschi e cespugli, con terreni prevalen-temente calcarei, dal piano a 1500 m di quota. Curiosità: il legno chiaro, duro e pesante era apprezzato dagli scultori. L’uso terapeutico risale al XIII secolo; dai fiori si ricavano infusi cardiotonici , ipotensivi, antispasmodici e sedativi.

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Carpino nero

Nome scientifico: Ostrya carpinifolia

Dimensioni: fino a 20 m. Diffusione: originario dalle regioni meridionali orientali e caucasiche, è largamente diffuso in Europa sud-orientale. Habi-tat: ambienti collinari con suoli calcarei, su terreni sciolti e poco umidi, fino a 1200 m di quota. Curiosità: il legno è pesante e compatto, di colore ros-so-bruno, principalmente utilizzato come combustibile; è anche impiegato a scopo ornamentale in parchi, giardini, e alberature stradali.

Castagno europeo

Nome scientifico: Castanea sativa

Dimensioni: fino a 30-35 m. Diffusione: Europa meridionale, dai Pirenei fino al Caucaso e Africa nord-occidentale. Habitat: terreni freschi e ricchi in nu-trienti, da 200 a 800 m di quota. Curiosità: dal tronco un tempo si estraeva il tannino, da utilizzare per la concia delle pelli. Le foglie, oltre alle proprietà astringenti, sono blandamente antisettiche e sedative della tosse. Le piante coltivate per i frutti (marroni) sono selezionate e propagate per innesto.

Cerro - Quercus cerris - Dimensioni: fino a 35 m. Diffusione: Europa cen-tro-meridionale, fino al Mar Nero. Habitat: su suoli sciolti, calcarei o vulcanici, fino a 1000 m di quota. Curiosità: quercia a rapido accrescimento in passato usata nei rimboschimenti, anche per semina diretta. Il legno è duro, pesante e difficilmente lavorabile; un tempo era largamente utilizzato per traversine ferroviarie, ma fornisce anche buona legna da ardere e un ottimo carbone.

Farnia - Quercus robur - Dimensioni: fino a 50 m. Diffusione: Europa, dalla Penisola Iberica al Caucaso e agli Urali. Habitat: su terreni profondi, freschi, argillosi, fino a 1000 m di quota. Curiosità: pianta molto longeva, in tempi preistorici ricopriva, con il Carpino bianco, buona parte delle pianure eu-ropee. Il legno è duro, ma leggero, duraturo e di facile lavorazione; è impiegato per costruzioni, mobili, parquet e doghe per botti.

Leccio - Quercus ilex - Dimensioni: fino a 20 m. Diffusione: circum-me-diterranea, dalla Penisola Iberica all’Anatolia. Habitat: in ambienti termofili su terreni asciutti e sassosi, dal mare a 1000 m di quota. Curiosità: pianta longeva, con legno duro, di difficile lavorazione; è comunque un eccellente combustibile. Il leccio è la principale specie arborea della cosiddetta “macchia mediterranea”, una boscaglia costituita da alberi e arbusti sempreverdi.

Rovere - Quercus petraea - Dimensioni: fino a 40 m. Diffusione: Europa, dai Pirenei al Caucaso. Habitat: su terreni sciolti e drenati, fino a 1500 m di quota. Curiosità: in natura spesso si ibrida con altre querce (es. farnia e roverella) rendendo spesso difficile la determinazione. Il legno è pregiato: più pesante di quello della farnia, ha usi analoghi. Di legno di rovere erano fatte le Caravelle di Colombo, ma il pregio maggiore è legato alla fabbricazione delle botti per l’invecchiamento di vini e acquaviti.

Roverella - Quercus pubescens - Dimensioni: fino a 25 m. Diffusione: Europa meridionale, dai Pirenei al Caucaso. Habitat: specie termofila, su terre-ni calcarei da 200 a 1200 m di quota. Curiosità: il legno è pesante, duro e di difficile lavorabilità; in passato era usato per travi e soprattutto traverse ferro-viarie. Le ghiande dolci erano utilizzate come cibo per i maiali ma, in periodi di carestia, anche per l’alimentazione umana (pane di ghianda).

Il genere Quercus comprende alcune centinaia di specie di-stribuite dalla zona temperata

alla zona tropicale dell’emisfero settentrionale. In Italia sono segnalate una decina di specie, presenti sia in ambienti mediterranei sia sui principali rilievi montuosi. La sistematica del genere è alquanto com-plessa per i frequenti fenomeni di ibridazione, con la comparsa di individui con caratteristiche intermedie.

Querce

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Farnia Quercus robur

Leccio Quercus ilex

Rovere Quercus petraea (Lic. wikimedia commons - pag. 96)

Roverella Quercus pubescens

Cerro Quercus cerris (foto Silvio Scortegagna)

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Scotano

Nome scientifico: Cotinus coggygria

Dimensioni: fino a 3 m. Diffusione: Europa meridionale, Asia centrale. Habi-tat: cresce su rupi e terreni poveri, calcarei, dal piano a 900 m di quota. Cu-riosità: chiamato anche “albero della nebbia” per la caratteristica fioritura. Tutta la pianta è ricca di oli essenziali e di tannini e in passato era utilizzata per la concia delle pelli. Contiene inoltre il glucoside fustina. La corteccia e le foglie essiccate hanno proprietà febbrifughe, astringenti ed emostatiche.

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Sanguinella

Nome scientifico: Cornus sanguinea

Dimensioni: fino a 5 m. Diffusione: Europa Centrale e Asia Minore. Habi-tat: preferisce terreni fertili e freschi ai margine dei prati, dal piano a 1300 m di quota. Curiosità: i frutti non sono commestibili per l’uomo, ma sono mangiati da uccelli e mammiferi. Il contatto con le foglie può provocare irritazioni cutanee e prurito. Dalla corteccia si estrae la dimetilglicina, che possiede proprietà antitrombotiche e anticoagulanti.