COMUNITA’ MONTANA VALLE IMAGNA · 2.5 Le litologie delle Argilliti di Riva di Solto in Valle...
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Valle Imagna Provincia di Bergamo
COMUNITA’ MONTANA VALLE IMAGNA
PROVINCIA DI BERGAMO
PROGETTO DI VA
VALLE BRUNONE
PIANO
LORIZZAZIONE DEL MONUMENTO NATURALE
SITO IN COMUNE DI BERBENNO
DI GESTIONE
a cura di dott. arch. Marco Offredi
dott. Marco Riva dott. ssa Federica Vitali
Settembre 2003
Valle Imagna Provincia di Bergamo
INDICE 1. INTRODUZIONE GENERALE AL PIANO DI GESTIONE pag. 5
1.1 Cenni Storici pag. 6
1.1.1 Premessa pag. 7
1.1.2 Le grotte pag. 12
1.1.3 La scoperta della fonte e la sua attivazione pag. 14
1.1.4 I poteri curativi dell’acqua termale pag. 15
1.1.5 L’uso dei bagni pag. 15
Bibliografia pag. 17
2. RELAZIONE GEOLOGICA PALEONTOLOGICA pag. 18
2.1 Scopi, materiali e metodi di lavoro pag. 19
2.2 Inquadramento geografico dell’area di studio pag. 20
2.3 Inquadramento geologico generale pag. 21
2.4 Genesi delle Argilliti di Riva di Solto pag. 26
2.4.1 Il contesto ambientale pag. 26
2.4.2 La fauna pag. 27
2.4.3 Interpretazioni paleoecologiche pag. 29
2.5 Le litologie delle Argilliti di Riva di Solto in Valle Brunone pag. 30
2.6 Osservazioni geologico strutturali pag. 32
2.7 Osservazioni morfologiche pag. 35
2.8 Le fonti sulfuree pag. 39
2.9 Introduzione alle schede delle emergenze geologiche pag. 43
2.10 Introduzione alle schede delle emergenze paleontologiche pag. 45
Bibliografia pag. 46
3. RELAZIONE NATURALISTICA pag.48
3.1 Introduzione pag. 49
3.2 Inquadramento geografico pag. 50
3.3 Inquadramento climatico pag. 53
3.4 Inquadramento podologico pag. 55
3.5 Inquadramento botanico pag. 56
3.5.1 Vegetazione in Lombardia pag. 56
3.5.1.1 Il piano basale pag. 56
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3.5.1.2 Il piano montano pag. 60
3.5.1.3 Il piano culminale pag. 60
3.6 La vegetazione della Valle Imagna pag. 62
3.7 Studio botanico della Valle Brunone pag. 63
3.7.1 Materiali e metodi pag. 63
3.7.2 Formazioni arboree pag. 66
3.7.3 Formazioni arbustive pag. 78
3.7.4 Formazioni erbacee pag. 83
3.7.5 Prati ed aree di neoformazioni pag. 84
3.7.6 I castagneti pag. 85
3.7.7 Le coltivazioni di conifere pag. 87
3.7.8 Le specie esotiche pag. 88
3.7.9 Piante officinalis pag. 89
3.9.10 Specie protette pag. 91
3.9.11 Specie di flora protetta di cui è vietata la raccolta (…) pag. 95
3.7.12 Elenco flogistico delle specie della Valle Brunone pag. 99
3.8 Studio faunistico della Valle Brunone pag. 105
3.8.1 Elenco faunistico pag. 105
3.8.2 Rettili pag. 105
3.8.3 Anfibi pag. 109
3.8.4 Mammiferi pag. 112
3.8.5 Uccelli pag. 117
3.9 Elenco foto pag. 128
Bibliografia pag. 136
4 RELAZIONE ARCHITETTONICA pag. 140
4.1 Inquadramento storico generale pag. 141
4.2 L’architettura rurale pag. 145
4.3 Tipologia edilizia pag. 149
4.3.1 Le murature pag. 149
4.3.2 Le fondazioni pag. 152
4.3.3 Le murature cantonali pag. 152
4.3.4 L’involto pag. 152
4.3.5 I tramezzi interni pag. 153
4.3.6 L’intonacatura pag. 154
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4.3.7 Le solette pag. 154
4.3.8 La pavimentazione pag. 155
4.3.9 Le coperture in piöde pag. 155
4.3.10 Il tetto pag. 156
4.3.11 Contorni e apertura di facciata pag. 157
4.3.12 Percorsi pedonali e muri di contenimento pag. 159
4.4 Catalogazione degli edifici, manufatti e terrazzamenti all’interno (…) pag. 161
Bibliografia pag.162
5 PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI pag. 163
5.1 Attività e servizi del monumento pag. 164
5.1.1 Interventi di promozione pag. 165
5.1.2 Attività didattiche e turistiche pag. 166
5.1.2.1.1 Proposte didattiche per le scuole pag. 167
5.1.3 Approfondimento delle ricerche scientifiche pag.168
5.1.4 Interventi propedeutiche all’avvio delle attività pag.169
5.1.5 Tutela pag. 170
5.2 Proposte d’intervento pag. 171
5.2.1 Azioni materiali pag. 171
5.2.2 Azioni immateriali pag. 174
5.3 Piano finanziario pag. 175
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1. INTRODUZIONE
GENERALE AL PIANO DI GESTIONE
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1.1 CENNI STORICI
Presso la Biblioteca Angelo Maj di Bergamo è conservata un’interessante pubblicazione dal titolo: “ La Fonte alcalino-solforosa di Berbenno al Ponte
Giurino in Valle Imagna”. a cura del Dott.Prof. Paolo Porro con scritti del Prof.Antonio Stoppani, edito a Bergamo dalla Tipo.Lit. Gaffuri e Gatti nel 1884.
L’opuscolo veniva distribuito gratuitamente agli ospiti che allora potevano
soggiornare nell’Albergo Villa di Ponte Giurino e rappresentava un’utile guida
contenente diverse informazioni: dalla descrizione botanica a quella geologica dei
luoghi; le gite ed escursioni offerte; i benefici per la salute ottenuti attraverso
l’insufflazione delle acque sulfuree in particolare per la cura di bronchiti ed
enfisemi polmonari.
L’autore si spinge poi in una breve descrizione storica dei luoghi soffermandosi
in particolare alle vicende legate alla Brembilla vecchia (ora parte del territorio dei
comuni di Berbenno e Capizzone).
Ci è sembrato opportuno riportare in forma integrale alcuni passi della
pubblicazione e ciò per meglio evidenziare come negli anni i luoghi non sono
sostanzialmente mutati anzi hanno mantenuto la loro integrità ambientale in modo
particolare la Valle Brunone oggetto del presente studio.
Scriveva nel 1884 il Prof. Paolo Porro a proposito della frazione di Ponte Giurino
del comune di Berbenno:
“ Ponte Giurino non è indicato neppure sulla carta dello Stato maggiore
austriaco…Eppure è un sito così bello. Bello, dico, come stazione, per godervi il
prospetto della Vallimagna e come punto di partenza per piacevoli escursioni.
Pigliate una carta di Lombardia e troverete Vallimagna nella provincia di Bergamo,
col suo confluente nel Brembo, su per giù a cinque miglia dalla città fra levante e
tramontana dove la via maestra taglia il fiume, passando dalla destra sulla
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sinistra,là, quasi nel cuore della valle, ad un chilometro circa dal ponte vi è un
albergo di buon augurio: più avanti una farmacia; dei mulini giù basso; qualche
casetta più su…infine Ponte Giurino. Se fosse in Lapponia o in seno alle steppe
della Russia, le carte lo segnerebbero come una grande città: nella popolosa
Lombardia è un luoghicciolo, che appena comincia a far capolino nel rumoroso
regno della fama per le sue fonti solforose, sorelle ed emule delle celebri fonti di
S.Omobono”.
Segue la descrizione dei luoghi che conducono alle fonti lungo un comodo
sentiero ombroso costeggiato da rupi poste ad anfiteatro ed un fitto bosco. Il Porro
non lesina di soffermarsi sulla bellezza di Ponte Giurino e sull’incantevole
panorama che dalla finestra del suo alloggio poteva scorgere :
“ …vedevo ritte di fronte le brulle vette dell’Albenza, sorrette da pareti verticali di
nudi strati calcarei, quasi da ciclopico muraglione. Le sue fondamenta si celano
sotto i colli prativi, sparsi più in basso do folte macchie di castagni, di noci, di
querce, che sempre più si allargano, si addensano, si fondono in una sola
boscaglia di vari aspetti, fino al breve piano ove serpeggia l’Imagna….Spingendo
lo sguardo su a destra, verso il fondo valle, scorgevo una gola angusta, nera,
profonda, troppo più piccola della Via Mala, ma più pittoresca”.
1.1.1 Premessa
“Chi esce dall’Albergo Villa e fa un duecento passi sulla postale che sale a
S.Omobono, giunge ad un viottolo che si adima alla valletta che ha il nome del
fondatore dei Certosini…la viottola provveduta all’imboccatura di un cartello
indicatore, tutt’altro che pretenzioso, risale il corso di un’acquicella limpida,
tributaria dell’Imagna, ed ha caratteri eminentemente romantici…Il sentiero corre
tra boschi di avellani e di cornioli offrendo una passeggiata fresca ed ombrosa…e
ampia messe di ciclamini e di fragole, di nocciole e di corniole. Dopo di aver
attraversato due volte su rustici ponticelli il limpido rivo e di aver scontrati
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numerosi curanti - si giunge ove - scaturisce la polla più ricca dell’acqua sulfurea,
il cui odore caratteristico fa motto al naso ad una ragguardevole distanza. Ma di
queste polle ce ne sono parecchie, una anzi riparata da un casotto in muratura ha
decisissimo sapore ferruginoso.
Né fa difetto un luogo in cui star al coperto in caso di cattivo tempo, giacché in
fondo al piazzale …..è costruita una capace sala….che offre però sempre sicura
ospitalità e ricetto ai beventi”.
Il Prof.Porro prosegue ancora nella descrizione dei luoghi particolarmente ameni
per la presenza delle acque limpide del torrente e l’ombra di rigogliose piante.
Sottolinea gli effetti benefici che l’acqua produce “…sui nervi e sui visceri
malati…”.
Viene altresì sottolineato come “…..La numerosa colonia dei curanti non soffre
mai difetto di passatempi e di distrazioni. Alla mancanza del bigliardo suppliscono
esuberantemente le boccie, le carte, la dama, gli scacchi e i giuochi innocenti a cui
prendon parte, senza distinzione di sesso, d’età e di professione tutti gli ospiti del
Villa. E questi si riuniscono ancora lieti e garruli ora in un bosco, ora in una fresca
valletta, ora in un prato ombroso a merendare e a novellare “.
Non manca una accorata descrizione sulle possibilità offerte da Ponte Giurino
quale punto di partenza per interessanti escursioni nei paesi vicini sino a spingersi
ai piedi del Monte Resegone ove presta il suo uffizio un giovane curato”…dalle
atletiche membra e dal cuor e dal cuor d’oro..”.
Dunque Ponte Giurino è “…centro di escursioni piacevolissime e interessanti.
Geologi, botanici, entomologi, pittori e passeggiatori possono trovar qui di che
sbizzarrirsi a loro talento.” Citando il Prof.Antonio Stoppani vengono ricordate
alcune note mete quali la grotta del santuario della Cornabusa, la Caverna del
Daina e le sue stalattiti, la Tomba dei Polacchi, tutte escursioni con un alto
contenuto di interesse artistico e scientifico.
Vengono descritte alcune escursioni di interesse storico ed alpinistico.
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“….voglio accennare ad una gita che ha valore alpinistico e storico, quello cioè
che da Ponte Giurino si può fare agevolmente a piedi o a cavallo al Monte Ubione,
che vestito di folte boscaglie erge la sua cima acuminata, tricuspidale tra Almenno
S.Salvatore e Strozza. Al suo piede, dalla parte di mezzodì confluiscono le acque
dell’Imagna e del Brembo. In una delle più alte vette di questo monte nel X secolo,
Attone Leuco, conte e signore di Almenno, innalzava un munitissimo castello.
Verso la metà del XIV secolo il castello era venuto in proprietà di Enguerardo
Dalmasano, ghibellino prepotente e feroce, padre a un Bertramo, che le cronache
dicono avesse sposato una gentildonna di nome Costanza. La frazione guelfa
aveva allora il maggior numero di partigiani dell’Imagna, e la ghibellina nella
Brembilla, di cui era capoluogo Clanezzo…”
Il Porro riporta alcune passi tratti da scritti dello storico G.Barbieri il quale così
descrive le vicende legate al castello del Monte Ubione:
“….il rapace Enguerardo stando in questo castello disegnava nella Valle i luoghi
a cui portare assalto, e scendeva quindi ruinoso con sue masnade come
irreparabile torrente, recando incendio e ruina. Andavano sconfortati al tutto gli
abitanti dell’Imagna, poiché non avevano valida difesa da opporre alla prepotente
possa del loro odiato vicino, poiché questo luogo del Dalmasano era forte per
natura, che gli aveva posto a baluardo i due fiumi Brembo ed Imagna, ed isolato e
minaccioso quale appariva in quel culmine, circondato dalle due valli Brembilla ed
Imagna, veniva considerato dagli abitatori della sottoposta vallata, che lo
contemplavano da lungi, come un nido invincibile di umani avvoltoi, da onde
rapaci uscivano piombando inaspettatamente a capitanare la gente nelle zuffe che
coi propinqui valligiani perpetuamente ingaggiavano ed in special modo con quelli
della Valle Imagna. Imperocché gli uomini della Brembilla soverchiavano in forze i
loro vicini, e con depredazioni continue li danneggiavano. Essi erano vigorosi,
armigeri, arditissimi, ed avevano valorosi capi nelle famiglie potenti che
dimoravano nella Valle. Nel secolo seguente i valligiani della Brembilla
continuarono a commettere sui vicini paesi le più crudeli rappresaglie. Vedendo
quelli della Valle Imagna che continuamente erano danneggiati in ogni modo e
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nella vita e nelle sostanze ed anco con incendi delle loro proprietà per parte del
Brembillesi, ricorsero all’appoggio di Pinamonte di Cà Pizzone, che trovavasi frate
nel convento di Pontida. Questi, animato da sentimenti di nobile vendetta, si recò
tosto a Capizzone. Quivi raccolse a sua disposizione gran numero di prodi
valligiani, e raccoltili intorno a sé, segretamente avvisarono ai modi di combattere
uniti e con efficacia i nemici, e statuirono i segni e l’appostamento, attendendo
l’istante propizio in cui i ghibellini fossero discesi nella lor valle, essendo vano
presumere di assalirli nella rocca d’Ubione o nei castelli della Brembilla, ove erano
troppo vantaggiosamente difesi. Né andò guari che a far paga l’aspettazione dei
guelfi, il vecchio Enguerardo, come un leone che sempre avido di prede mal giace
inoperoso nel covo, medita di condor sue genti sino al Boschereccio Mazzoleni,
terra interna della valle Imagna. Vegliarono attente le scolte di Pinamente, sì che
mai da Clanezzo o dal forte d’Ubione durante il giorno e nelle ore notturne
drappello alcuno muoveva il passo, senza ch’egli ne avesse pronta novella.
Venuta la sera del giorno 5 aprile 1372, fu recato l’avviso che molti armati di
varie parti della Brembilla avevano salito l’Ubione ed erano stati accolti nella
rocca. Previde Pinamonte qualche ostile disegno del Dalmasano, e quindi mandò
pronti avvertimenti, onde i suoi fossero parati all’evento. Un’ora prima della
mezzanotte ecco splender un fuoco sulle vette di Val Nera; tosto gli rispose al di là
della Valle un altro fuoco sulle rupi di Bedulita, ed un terzo ne appare ben presto
tra i macigni della Corna-busa. Tutta l’Imagna ha conosciuti i segnali. I Ghibellini
della Brembilla, usciti dalla rocca, scendono intanto guidati da Enguerardo ed
entrano nella valle Imagna, giungono al torrente, lo varcano e procedono
confidenti e sicuri. Intanto quelli dell’Imagna, prese le armi, abbandonano le case
e, per diversi sentieri, rapidi e guardinghi, nell’oscurità, convengono da ogni banda
nel luogo prefisso, che è là dove il fiume Imagna rompe fragoroso fra gli eretti
scogli di Cepino, cioè vicino alla contrada che ora dicesi Mojo di Sellino. Quivi li
attende Pinamonte, e vedendo che la masnada brembillese teneva la volta a
Mazzoleni, deliberò di assalirli al loro retrocedere. Quivi sul far dell’alba,
Pinamonte co’ suoi trovò i Brembillesi che retrocedevano da Mazzoleni che
avevano abbruciato, e succedette un’accanita zuffa con Enguerardo e suoi
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seguaci, e ben presto tutto l’irto piano apparve ricoperto di sangue, di morenti e di
estinti. Il ferreo braccio di Pinamonte operò prodigi di valore, e Dalmasano ebbe
una clamorosa disfatta, e svergognato si rifugiò ancora nel suo castello. Poco
dopo il Pinamonte co’ suoi fece l’assalto dell’abborrito Clanezzo, e superatolo
salirono la montagna ed entrarono nel castello, ove il Pinamonte ferì mortalmente
il Dalmasano, ad onta che la sua nuova Costanza a calde lacrime ne implorasse la
sua vita.
Stanco il Veneto Governo, di cui era suddita la terra bergamasco, delle sfrenate
scelleratezze dei Brembillesi, ordinò che in un dato giorno dovessero presentarsi
all’Ufficio comunale di Bergamo tutti i capi di casa della provincia, e quindi venne il
giorno anco per quelli della Brembilla. Ivi giunti questi ultimi, fece imprigionare tutti
i capi della medesima, in numero di 18, ed ordinava che fossero cacciati via tutti
gli abitanti della Brembilla, e fece smantellare, distruggere ed incendiare tutti i
villaggi, con special decreto che quella terra non fosse più abitata per cento anni.
In tre giorni tutto fu distrutto, ed al sole del giorno 7 gennaio 1443 più non restava,
di quella popolosa vallata, che le immense ruine ed un mucchio di cenere, e per
molti e molti anni non si vedevano in quel luogo che pastori a pascolare col loro
gregge pecorino e caprino. Il Governo veneto cedette questo territorio al general
Colleoni, che lo diede ad altri enfiteusi. Quindi passò nelle mani delle tre sorelle
Pei retti, e dopo, dividendosi e sminuzzandosi in molte altre parti, restò però
ancora una considerevole possidenza alla famiglia del conte Petrobelli, che aveva
la Seresola, alla famiglia Cucchi, che avea una gran parte della Brembilla vecchia,
e la famiglia Feltrami, che aveva Clanezzo con l’annesso monte Ubione, che paga
ancor oggigiorno un’enfiteusi annuale alla signorile famiglia Frizioni, tutti e tre di
Bergamo” .
Segue infine un’accurata descrizione del ponte di Clanezzo, nel luogo dove il
torrente Imagna confluisce nel Brembo, e dell’attiguo castello. Alla fine dell’800,
secondo quanto riportato dal Prof. Porro erano ancora ben visibili sulla sommità
del monte Ubione le tracce dell’antico castello distrutto. Si poteva scorgere
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l’impianto del fabbricato che era a pianta quadrata irregolare con possenti mura ed
una torre posta su un lato.
L’ingresso doveva sorgere sul lato nord-est mediante un ponte levatoio.
Ma se questo rappresentava un baluardo ben connotato e visibile altri esempi di
fortificazione si potevano scorgere all’interno della valle ( alcuni edifici a torre sono
ancora oggi discretamente conservati in particolare a Strozza e Rota Imagna).
1.1.2 Le grotte
Il Porro cede la parola allo Stoppani il quale scriveva nella sua opera “Il Bel
Paese” :
“ …con quegli strati di calcare sono letti di conchiglie marine e tante altre cose,
perché io ho percorsa la Vallimagna per lungo e per largo: ho salito quasi tutti i
suoi gioghi, varcati i suoi valichi. Quante ricchezze per lo studioso della natura! Ma
aspettate invece di viaggiare a cielo aperto, viaggeremo sotterra…..perché quella
bellissima valle vanta un mondo sotterraneo. Io non conosco altro luogo in
Lombardia, ove in sì breve spazio, si celino tante caverne”.
Il diffuso carsismo presente in Valle ed oggetto in questi anni di vari studi,
ricerche e tesi di laurea stimolarono già alla fine dell’800 l’interesse di geologi e
naturalisti.
L’abate Antonio Stoppani che soggiornò per un certo periodo a Ponte Giurino da
una descrizione accurata delle tre principali grotte che allora stimolavano
l’interesse non solo dei ricercatori ma anche di numerosi curiosi.
La più famosa, e certamente la più visitata ancora oggi per il Santuario che vi è
stato ricavato, è quella chiamata “Corna-busa” (oggi Conabusa) dal dialetto pietra
cava.
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Partendo la Ponte Giurino si saliva lungo l’allora strada maestra sino a Cepino (
Frazione di Sant’Omobono) e lungo un ripido sentiero – faticoso a chiocciola –
costellato di edicole religiose si giungeva al Santuario Mariano. Il Porro dichiara il
suo, ma anche di altri visitatori, che scoprono come la chiesa sia ricavata in una
grotta definendola come “una bella novità architettonica”.
La cavità è costituita da grossi e compatti strati calcari, sovrapposti con breve
inclinazione, che vanno a formare la facciata e le pareti interne
Un grosso banco calcareo forma una sorta di grande architrave che va a
sostenere l’intero soffitto.
L’Abate Stoppani così descrive la grotta:
“Il geologo del resto non ci trova altro lassù che una semplice caverna. Io credo
formata al modo stesso di quasi tutte le caverne calcaree. Essa non è altro infatti
che parte d’una vasta spianata della montagna. L’abbondante stillicidio anzi le
vere sorgive, che si scorgono in fondo alla caverna, dietro l’altare, condotto ad arte
a formare un bel getto perenne a modo di fontana saliente sull’ingresso dell’antro,
possono considerarsi come indizi d’una crepatura che s’interna, Dio sa quanto,
nella montagna, e ne raccoglie lo stillicidio. Ma la crepatura non appare evidente
nell’altro stesso. Nell’atto che la montagna si spaccava da cima a fondo una
porzione degli strati superiori della sinistra, e rimase, come dissi, a modo di soffitta
sul vano che ne risultò”.
Le altre due grotte descritte dallo Stoppani sono ubicate nel comune di Rota
Imagna, quella chiamata del Daina (dal nome del suo scopritore) e quella più nota
dei Polacchi recentemente acquisita dal comune.
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1.1.3 La scoperta della fonte e la sua attivazione
Nel 1850 il medico Luigi Pellegrini scopriva la fonte minerale posta nella frazione
di Ponte Giurino del comune di Berbenno.
In breve venne aperta al pubblico anche grazie all’interessamento del chimico
Lorenzo terni. Parecchi medici del tempo ne descrissero le proprietà curative
pubblicando sulla Gazzetta medica italiana i risultati delle prove eseguite.
Eminenti riconoscimenti vennero espressi da nomi famosi come: Stoppani, Orsi,
Brugnoli, Gilberti ed altri.
Pubblicando nel 1870 un raffronto sulle analisi effettuate sulle diverse acque
solforose saline della Valle Imagna il dr. Regazzoni così descriveva i caratteri fisici
della Fonte di Ponte Giurino.
Raccolta in un bicchiere, l’acqua si presenta limpida con numerose e brillanti
bollicine di gas acido carbonico, che si sprigionano e screpolano alla superficie, e
ciò più celermente se si imprime una scossa nel vaso; durante la massima
effervescenza delle bollicine l’acqua appare leggermente torbida e sembra quasi
che, queste dissipate, essa non riacquisti la primitiva lucentezza.
L’odore è di uova fracide, sensibile anche a ragguardevole distanza,
sensibilissimo poi se l’acqua si scuote in un bicchiere con la mano sovrapposta, o
in una bottiglia.
Il sapore è leggermente solforoso, alcalino, fresco.
La sua temperatura fra l’estate e l’inverno varia fra +6 e +12 gradi e nella fase di
zampillo è più leggera dell’acqua distillata.
La quantità d’acqua che scaturiva era di 60 litri all’ora e nessuna variazione al
modificarsi delle stagioni venne rilevata o accertata.
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A seguito di alcuni sopralluoghi da parte dello Stoppani e di alcuni altri studiosi
vennero eseguiti opportuni lavori di captazione nei scisti marnosi e la portata della
fonte fu aumentata a 70 litri di acqua all’ora.
1.1.4 I poteri curativi dell’acqua termale
Le acque minerali solforose della Fonte di Ponte Giurino risultarono efficaci
specialmente nella cura di malattie croniche della pelle, in particolare per ammalati
a livello linfatico o che abbiano pelle secca e ruvida.
L’eczema, l’impetiggine cronica, la psoriasi, la lebbra volgare, il prurito erano
malattie che potevano trovare validi rimedi attraverso abluzioni con l’acqua
sulfurea della Fonte.
Altre malattie quali coliche epatiche, dispepsia acida, torpori di stomaco,
anoressia, reumatismi cronici, gotta potevano trovare un valido rimedio.
Il dott.Pellegrini pubblicava nel 1854 i risultati clinici di ben 18 casi curati e
guariti dai poteri delle acque solforose della fonte Brunoniana.
Nello stesso periodo il dott.Cavalieri di Milano confermava gli ottimi risultati
ottenuti in casi di gastro-entero-metrite.
Anche l’Ospedale di Bergamo coronava con successo numerosi casi clinici
curati con le acque di Ponte Giurino.
1.1.5 L’uso dei bagni
L’acqua solforosa salina che sgorgava dalla fonte veniva raccolta presso la
risorgiva in una cisterna e da qui poi trasportata presso l’Albergo Villa (ora
Ippocastano) dove veniva riversata in apposite vasche.
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Alle abluzioni seguiva l’ingestione di acqua solforosa che ne integrava la cura.
Il bagno doveva essere fatto dopo 4 o 5 ore dal pranzo in acqua tiepida (27°C –
30°C) per circa un’ora. L’asciugatura del corpo veniva fatta con panni caldi ed un
riposo di un’ora a letto seguito da una passeggiata.
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BIBLIOGRAFIA Dott. Prof. Porro Paolo, (1884). La Fonte Alcalino Solforosa di Berbenno al Ponte Giurino in Valle Imagna (Provincia di Bergamo). Stabilimento topo-lit. Gaffuri e Gatti, Bergamo.
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2. RELAZIONE
GEOLOGICA PALEONTOLOGICA
dott. ssa Federica Vitali
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2.1. SCOPI, MATERIALI E METODI DI LAVORO
Il presente studio geologico della Valle Brunone, situata in località Ponte
Giurino, è atto a evidenziare le emergenze geologiche e paleontologiche dell’area
in esame, in vista di una possibile fruizione futura da parte di pubblico del
Monumento Naturale ivi istituito.
Tale scopo è stato perseguito tramite il rilevamento geologico nella valle degli
affioramenti situati a livello dei sentieri ed a livello di tutto il tratto di fondo valle
lungo il torrente Brunone.
Utilizzando carte in scala 1:2.000 della Val Brunone, nella prima fase del lavoro
si è proceduto a mappare, in collaborazione con il dott. Offredi ed il dott. Riva, i
sentieri più facilmente percorribili, sull’intera superficie dell’area in esame. In
seguito il rilevamento geologico sul terreno, eseguito utilizzando carte in scala
1:1.000, ha consentito la raccolta dei dati geologici, strutturali, morfologici, idrici,
nonché un’adeguata documentazione fotografica dello stato di fatto.
Per il rilevamento sono stati utilizzati come strumenti: bussola Suunto ed
altimetro, ai fini di cartografare posizione e giacitura degli strati considerati.
Il rilevamento ha consentito di compilare le seguenti carte tematiche:
Carta geologica degli affioramenti (scala 1:2.000), dove sono stati
cartografati i principali affioramenti della Valle Brunone a livello dei sentieri
e del fondovalle lungo il torrente Brunone; ove sono rappresentate tutte le
emergenze geologiche.
Carta paleontologica (in scala 1:2.000), dove sono rappresentate le aree di
pertinenza paleontologica da tutelare.
La rielaborazione dei dati raccolti sul terreno ha consentito di redigere schede
tecniche delle emergenze, correlate da relativa documentazione fotografica.
Sono stati inoltre prodotti profili ortogonali alla valle, in scala 1:2.000, allo scopo
di meglio evidenziare i potenziali dislivelli morfologici che i fruitori del parco
dovranno affrontare.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 19
Valle Imagna Provincia di Bergamo
2.2. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO DELL’AREA DI STUDIO
Il Monumento Naturale della Valle Brunone è situato in Valle Imagna, provincia
di Bergamo, all’interno del territorio comunale di Berbenno, poco distante dalla
località Ponte Giurino. L’area comprende il medio e basso corso del torrente
Brunone ed i suoi affluenti sulla destra e sulla sinistra idrografica, è quindi
delimitata a valle dal corso del torrente stesso, mentre lateralmente dalle isoipse
370 m s.l.m. e 550 m s.l.m., occupa circa 2 Km2.
Stralcio dalla carta 1:25.000 della Valle Imagna.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 20
Valle Imagna Provincia di Bergamo
2.3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE
L’area indagata in questo studio è parte della successione della “Zona
Lombarda” (fig.2.3 a), che affiora tra il lago di Lugano e quello di Garda.
Al di sopra delle formazioni carbonifero permiane inferiori delle fasi finali
erciniche e a luoghi direttamente sul basamento metamorfico ercinico, la
successione del ciclo alpino inizia con i conglomerati porfirici e le arenarie rosso
violacee di ambiente continentale del Verrucano Lombardo (Permiano superiore).
Nel Triassico inferiore abbiamo la formazione marina costiera del Servino che
passa verso l’alto a dolomie gessifere evaporitiche. Con il Triassico medio
cominciano a prevalere le formazioni carbonate, abbiamo infatti i calcari grigi e
neri e le calcareniti micacee con interstrati marnosi del Calcare di Angolo, Calcare
di Prezzo, Calcare di Camorelli e la Dolomia dell’Albiga nell’Anisico, la potente
successione (900 m) di calcari di piattaforma in grossi banchi del Calcare di Esino
con episodi sommatali sopratidali (Calcare Rosso, Formazione di Breno).
Eteropiche al Calcare di Esino, deposte in bracci di mare intrapiattaforma più o
meno ampi e profondi, abbiamo le formazioni calcareo detritiche o detritiche del
Calcare di Buchenstein, la Formazione di Wengen e l’Argillite di Lozio.
Il Gruppo del Raibl del Carnico è rappresentato da calcari, marne, carniole,
dolomie, argilliti, arenarie tufacee e talora tufi, di spessore relativamente grande
ritenuti indicativi di ambiente poco profondo, spesso lagunare o addirittura
continentale; vi vengono distinte diverse unità a rango di formazione: il Calcare
Metallifero Bergamasco (con mineralizzazioni a fluorite, barite e solfuri di Zn e Pb
che riempiono cavità carsiche) e la Formazione di Gorno.
Nel Norico la sedimentazione si fa più uniforme con la deposizione della
Dolomia Principale, potente ed apparentemente monotona successione dolomitica
di piattaforma, stratificata e non, deposta in ambienti deposizionali che si
sostituiscono arealmente e si alternano nel tempo (piattaforma interna, laguna,
fondali anossici, piattaforma marginale, facies biocostruite e solchi
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 21
Valle Imagna Provincia di Bergamo
intrapiattaforma); gli spessori di questa successione arrivano fino a 1.200-1.500 m.
Vi vengono distinte diverse facies: brecce basali, dolomie scure fetide, brecce di
scarpata, dolomie zonate. A luoghi la parte alta della Dolomia Principale è
sostituita da una formazione calcarea, il Calcare di Zorzino, deposto in solchi
intrapiattaforma con fondali anossici legati al rifting triassico che prelude
all’annegamento della piattaforma.
Il Retico lombardo presenta notevole variabilità di spessori, il valore massimo
supera i 2.000 m; è caratterizzato da due unità l’Argillite di Riva di Solto,
caratterizzata da faune impoverite e specializzate e deposta da un braccio di mare
circondato da piattaforme calcaree con acque scarsamente ossigenate, e il
Calcare di Zu, con faune ben sviluppate e varie di mare aperto e ben ossigenato.
Un gruppo di formazioni, in parte eteropiche, è posto tra il Retico superiore ed il
Lias; si tratta della Dolomia a Concodon, del Calcare di Zandobbio e della Corna.
Quest’ultima Formazione di aspetto massiccio è presente soprattutto nella parte
orientale della zona, viene chiamata Botticino dai cavatori dai quali viene
ampiamente utilizzata come pietra da taglio.
Il Lias è rappresentato da calcari marnosi scuri di origine torbiditica con
intercalazioni argillose e liste di selce, il Medolo (=Calcari Selciferi Lombardi); vi si
trovano intercalati in prossimità della zona varesotto-luganese brecce e blocchi
della successione triassica e liassica asportati dalle zone di alto occidentali e
sedimentati nelle aree bacinali instauratesi nella zona lombarda: tra il Lago
Maggiore e quello di Como si sviluppano nel Lias in due aree adiacenti due
profondi bacini regolati da sistemi di faglie ad andamento meridiano indicati come
Bacino di Campo dei Fiori e Bacino di Monte Generoso. I depositi pelagici profondi
testimoniano il primo collasso del margine passivo in conseguenza dell’apertura
della Neotetide; l’annegamento della piattaforma carbonatica viene così collocato
per l’area lombarda all’Hettagiano medio-superiore.
A tetto del Medolo sono presenti a luoghi marne e argille grigio-scure anossiche
(Formazione di Sogno). La parte superiore del Lias ed inferiore del Dogger
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 22
Valle Imagna Provincia di Bergamo
(Toarciano, Aaleniano) è rappresentata dal Rosso Ammonitico Lombardo, calcari
marnosi nodulari fasciati da marne rosse, bioturbate.
Il Dogger ed il Malm sono in genere estremamente condensati in pochi metri di
spessore di radiolariti, marne silicee e calcari pelagici che costituiscono il Selcifero
Lombardo (= Radiolariti + Rosso ad Aptici + Formazione di Prabione).
Nella parte alta del Giurassico (Titonico) ha inizio la sedimentazione della
Maiolica, calcilutiti bianche con lenti di selce, che si estende cronologicamente per
buona parte del Cretacico inferiore (Barremiano).
Ai calcari selciferi della Maiolica segue un’altra Formazione pelagica, quella
della Scaglia Lombarda costituita da marne e calcari marnosi tipicamente colorati
in vari colori o in rosso (Scaglia variegata, Scaglia Rossa, Scaglia Cinerea); alla
base viene distinta ad occidente un’unità marnosa anossica con torbiditi pelagiche
il Sass de la Luna (Albiano-Turoniano). L’intervallo cronologico si estende fino
all’Eocene medio.
Eteropico in parte al Sass de la Luna ed alle Scaglie cretacee abbiamo il Flysch
Lombardo (Flysch di Bergamo, Arenarie di Sarnico e Formazione di Pontida) che
copre l’intervallo Turoniano-Campaniano. Si Tratta di torbiditi arenaceo-
conglomeratiche e marnoso-calcaree in facies di conoide sottomarina interna
collegate verso nord a sorgenti di clasti localizzate all’interno del dominio
austroalpino, rappresenta il primo consistente apporto terrigeno nell’area; il suo
spessore, oltre i 2.000 metri, testimonia una notevole subsidenza che ha portato al
formarsi di una fossa colmata da attivi apporti torbiditici.
Al di sopra del flysch troviamo ancora livelli in facies di Scaglia, seguiti da
Calcari nummulitici il cui tetto è compreso nell’Eocene medio.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 23
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Fig.2.3a. Colonna stratigrafica rappresentante la Successione Lombarda.
Piano di G
estione del Monumento Naturale Valle Brunone 24Valle Imagna Provincia di Bergamo
Fig.2.3b. Diagramma dei rapporti stratigrafici tra successioni triassiche lombarde
(da Jadoul e Rossi, in Castellarin e Vai, 1982)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 25
Valle Imagna Provincia di Bergamo
2.4. GENESI DELLE ARGILLITI DI RIVA DI SOLTO
2.4.1 Il contesto ambientale
Nella successione sopra descritta è compresa la Formazione delle Argilliti di
Riva di Solto che interessa l’intera area indagata. La parte bassa di questa
formazione, comprende litologie altamente fossilifere che hanno fatto del Parco
Naturale della Valle Brunone un sito paleontologico di rilevanza mondiale per la
straordinaria varietà di fossili ivi ritrovati. Si rende necessario allora conoscere le
condizioni ambientali e climatiche che hanno permesso il compimento dei processi
di fossilizzazione.
Nella successione studiata, il momento di massima fossilizzazione e di massimo
accumulo di carbone organico coincise con un’importante fase trasgressiva. Lo
sviluppo di questa stessa trasgressione portò importanti cambiamenti ambientali.
Nella maggior parte della regione Lombardia, ma anche in altre aree alpine, si
ebbe un generale e progressivo innalzamento del livello del mare. Le piattaforme
carbonatiche e le scogliere subirono diversi stress ecologici ed infine furono
sommerse fin sotto la zona eufotica. Durante questo periodo, il bacino era
caratterizzato probabilmente da acque ricche in nutrienti, con salinità ridotta. Un
temporaneo incremento della concentrazione di nutrienti organici fu probabilmente
prodotto da una momentanea interruzione della stratificazione delle acque marine.
Nelle coeve rocce ricche in carbone organico si registra inoltre un importante
influsso di materiale organico continentale, questo suggerisce un incremento di
apporti di nutrienti continentali.
Correlazioni precise tra le successioni bacinali e di piattaforma sono spesso
difficili, ma è chiaro che molte aree di piattaforma carbonatica subirono un
annegamento, con conseguente formazione di piccole isole emergenti e pianure di
marea, e l’apertura di lagune subtidali, ricche di fauna a pelecipodi (megalodonti e
conchodon). Nelle aree intrapiattaforma si svilupparono inoltre ambienti
scarsamente ossigenati, con carenza di bioturbazioni. Le piattaforme carbonatiche
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 26
Valle Imagna Provincia di Bergamo
dell’epoca generalmente avevano assenza di veri e propri margini
d’accrescimento, invece nelle zone dove dominava un regime di tempesta si
svilupparono banchi oolitici e bioclastici. Dopo la trasgressione, durante
l’evoluzione in acque basse della regione Lombardia, le rampe, costituite da
materiale fangoso, erano dominate da regimi di tempesta che permise un loro
progressivo sviluppo, permettendo collegamenti tra il bacino e le parti di
piattaforma rimase emerse. Queste rampe erano caratterizzate da sedimentazione
terrigeno-carbonatica. L’ossigenazione locale, sulla scarpata, andava
probabilmente scemando all’approfondirsi delle acque. Queste aree erano si
pensa fossero colonizzate da una fauna poco diversificata di molluschi, spesso
però molto ricca di individui. Una fauna simile anche nella sua monotonia,
dominata da pelecipodi filtratori (nucule, rhaetivicule) e coproliti di crostacei
limivori, si riscontra anche negli ambienti a bassa energia che si erano formati a
livello dei paleoalti intrabacinali sopra descritti. Le piatte culminazioni degli alti
carbonatici sussistettero in questo periodo in assenza di sedimentazione, e solo
un sottile suolo si formò in dette aree. Le scarpate di tali alti carbonatici furono
ricoperte progressivamente di fanghi argillitici, tuttavia rimase un’importante
instabilità gravitazionale testimoniata da depositi di debris-flow argillitici e isolati
slumping, strutture queste che caratterizzano importanti livelli fossiliferi (Ponte
Giurino). La depressione sul fondo era caratterizzata da condizioni anossiche. Le
porzioni bacinali, comunque, delle successioni argillose mancano generalmente di
fauna indigena.
2.4.2 La fauna
La fauna è preservata in distinti livelli non bioturbati, all’interno della porzione
trasgressiva inferiore della successione argillitica (Membro inferiore delle Argilliti di
Riva di Solto). Gli organismi furono preservati nelle depressioni scarsamente
ossigenate dovute alla precedente paleogeografia interamente carbonatica. Le più
importanti località fossilifere, conosciute fin’ora, sono localizzate nella Lombardia
centrale (Provincia di Bergamo, specialmente Ponte Giurino). Questi livelli
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 27
Valle Imagna Provincia di Bergamo
fossiliferi sono dominati da piccoli pesci pholidophori e da crostacei (decapodi e
thylacocephali) che costituiscono la frazione più abbondante di fauna. I livelli
argillitici hanno inoltre preservato alcuni organismi a corpo molle come alcuni rari
anellidi e meduse. Sono stati inoltre ritrovati diversi insetti terrestri tuttora oggetto
di studio al Museo di Scienze Naturali “Enrico Caffi” di Bergamo.
I crostacei si sono rivelati in quantità rilevanti. La fauna di decapodi comprende
poche specie nelle associazioni sottostanti mentre qui, i decapodi, risultano
abbondanti e diversificati.
Solo pochi generi (Palaeodusa, Glaessnericaris, e Archaeopalinurus) sono
presenti con le medesime specie in entrambi i livelli stratigrafici. Anche queste
forme mostrano una grande differenza nella frequenza. Il gamberetto Palaeodusa
è spesso abbondante nelle successioni carbonatiche, ma risulta essere
abbastanza raro nei livelli più giovani; al contrario il crostaceo astracide
Glaessnericaris è raro nei livelli fossiliferi più antichi, ma è abbondante nelle unità
argillose. Solo la piccola e spinosa aragosta Archaeopalinurus risulta essere
comune in entrambi i livelli stratigrafici. Le due faune a decapodi mostrano grandi
differenze ecologiche. Laddove le forme natanti dominavano sulla più vecchia
fauna a decapodi, prevalevano le forme bentoniche. Per esempio nella principale
località fossilifera (Ponte Giurino) le specie bentoniche (astracidi e palinuri)
rappresentano circa i tre quarti della fauna decapode; oltretutto la grande
maggioranza delle specie natanti (penaeidi e carideani) consiste principalmente di
forme bentoniche. I crostacei bentonici thylacocephali, nei livelli argillitici dell’unità
più antica, sono numericamente più abbondanti ma meno diversificati (nelle
Argilliti di Riva di Solto si rinviene un solo genere: Atropicaris). I Crostacei isopodi
sono rari anche in quest’unità. Nelle associazioni più giovani non sono stati
rinvenuti né coralli né brachiopodi o echinodermi.
Questi depositi argillitici mostrano una fauna di vertebrati più impoverita rispetto
quella della fase più antica. I pesci sono principalmente rappresentati da piccoli
pholidophori. La diversità tassonomica delle associazioni di pesci è in linea
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 28
Valle Imagna Provincia di Bergamo
generale abbastanza ridotta. I rettili sono rappresentati da rare forme volanti
scoperte recentemente.
2.4.3 Interpretazioni paleoecologiche
I cambiamenti importanti che sono stati registrati dai detti livelli fossiliferi,
avvennero in un corto intervallo di tempo geologico e riflettono, in ultima analisi,
modificazioni ecologiche legate ad un clima marino trasgressivo. Questa
trasgressione era combinata con l’annegamento delle scogliere attive ed una netta
riduzione nella produzione di carbonati. La riduzione della salinità marina,
l’incremento della torbidità delle acque e dell’eccesso di nutrienti, probabilmente
giocarono un ruolo importante nell’alto decremento di carbonati. Ampie aree
passarono a condizioni afotiche, mentre si andavano espandendo i fondali marini
composti da morbidi sedimenti argillosi.
L’evoluzione ad acque più profonde e la morte delle scogliere resistenti alle
onde, spiegano la relativa mancanza di vertebrati terrestri. Crostacei bentonici e
organismi filtratori ben si adattarono a quest’ambiente poco ossigenato e ricco di
nutrienti che si era sviluppato dopo la trasgressione.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 29
Valle Imagna Provincia di Bergamo
2.5. LE LITOLOGIE DELLE ARGILLITI DI RIVA DI SOLTO IN VALLE BRUNONE
Il rilevamento condotto nella Valle Brunone ha evidenziato la presenza delle
litologie tipiche della Formazione delle Argilliti di Riva di Solto, nella fattispecie:
1. Rocce argillitiche: si tratta di rocce sedimentarie clastiche a grana
finissima (classe delle lutiti), che contengono almeno il 50% di minerali
argillosi. Sono rocce fissili (si suddividono in foglietti paralleli), fragili allo stato
asciutto, formanti masse plastiche con l’acqua, per queste loro caratteristiche
risultano facilmente alterabili dagli agenti atmosferici. L’ambiente anossico di
sedimentazione ne determina la caratteristica colorazione nera. Risultano a
tratti sottilmente stratificate o laminate.
2. Argille marnose: le marne sono rocce sedimentarie formate da una
mescolanza di calcari ed argille. Nella valle Brunone si riscontrano spesso
termini di passaggio quali appunto le argille marnose che hanno un contenuto
in argilla compreso tra il 65 ed il 95% (fig.2.5a). Esse risultano meno dure e
tenaci dei calcari, d’altra parte sono meno plastiche, e non così facilmente
erodibili, rispetto alle argille. Hanno grana fine, sono allappanti sulla lingua e
sviluppano effervescenza con acido cloridrico diluito (al 10%), il grado di
effervescenza varia a seconda del contenuto di calcare. Hanno aspetto
terroso e conservano stratificazioni e laminazioni. Alla frattura fresca hanno
colore nero mentre la patina esterna della roccia è chiara (biancastra, grigia,
giallastra, azzurrognola).
3. Calcari marnosi: un altro termine di passaggio riscontrato nella valle, ha
un contenuto in argilla compreso tra il 5 ed il 35% (fig.2.5a). Risultano poco
erodibili e poco plastiche. L’effervescenza all’acido cloridrico diluito è
maggiore delle argille marnose a causa del più alto contenuto in calcare. La
stratificazione può essere decimetrica e più raramente metrica, sono sempre
alternati a livelli di argilliti nere fissili o argilliti marnose.
4. Calcari micritici: di molto subordinati rispetto alle litologie sopra descritte,
sono rocce calcaree a grana finissima criptocristallina, con cristalli di
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 30
Valle Imagna Provincia di Bergamo
diametro inferiore a 5 micron. Il colore è grigio chiaro con alterazione
biancastra, l’aspetto è di massicci banconi.
Un’ulteriore litologia, non trascurabile, che si ritrova sovente lungo il torrente
Brunone e lungo il corso dei suoi principali affluenti è il “Travertino” o come viene
spesso impropriamente chiamato “Tufo Calcareo”. Il travertino è una roccia
sedimentaria calcarea continentale di precipitazione chimica, con struttura
concrezionata, più o meno vacuolare, di colore grigio o bianco giallognolo. I
travertini si depositano in prossimità di emergenze di alcune sorgenti, e nei corsi
d’acqua poco profondi in piccole cascate (precipitazione dei carbonati attivata
dalla turbolenza, con perdita di CO2), secondo la reazione chimica:
Ca (HCO3)2 CO2 + H2O +CaCO3
L’aspetto carvenoso è dovuto alla scomparsa per decomposizione, dei
frammenti vegetali incrostati di carbonati. Alcuni travertini conservano impronte
di foglie. Nella valle si possono osservare diversi salti morfologici, con piccole e
medie cascate, dove si verifica la deposizione di travertino che viene chiamato in
questo caso di neoformazione.
Piano di Gestione del Monumento
Fig.2.5a. Nomi che indicano le roccemiste
Naturale Valle Brunone 31
Valle Imagna Provincia di Bergamo
2.6. OSSERVAZIONI GEOLOGICO STRUTTURALI
Gli strati geologici che compongono la Valle Brunone si collocano in un’area
tettonicamente poco disturbata, o interessata da blandi piegamenti, gli strati hanno
un andamento compreso tra ENE e ESE. Nel corso dello studio dell’area in esame
non sono state rilevati elementi strutturali di rilievo come faglie o pieghe che
interessassero l’interezza del monumento naturale, tuttavia sono emerse strutture
a livello locale.
Ricordando la genesi delle Argilliti di Riva di Solto (paragrafo 2.4 del presente
lavoro) vediamo come questa formazione si sia depositata a livello di un paleoalto,
nel momento in cui era in atto l’annegamento delle piattaforme carbonatiche
durante il Retico, i fenomeni gravitativi che interessarono i fanghi argillitici ivi
depositatisi si riconoscono oggi nelle convoluzioni (fig.6a) e negli slumping
(fig.6b,c) che interessano principalmente le argilliti nere fissili e marnose presenti
in Valle Brunone.
Convoluzioni: altrimenti dette laminazioni convolute, sono avvolgimenti laminari
all’interno di uno strato siltoso o pelitico, dovuto al suo scivolamento sul fondo,
allo stato di sedimento mobile impregnato di acqua. Si possono notare in
dettaglio piccole “antiformi” serrate, separate da “sinformi” con più ampio
raggio di curvatura, talora a ventaglio o a cipolla, talora strozzate in masse
sferoidali indipendenti dette pseudonoduli.
Fig.2.6a Convoluzioni.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 32
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Slumping: fenomeno subacqueo di scivolamento in massa di sedimenti ancora
impregnati di acqua (scivolamento o colamento sedimentario), che dà origine a
pieghe o a brecce intraformazionali. Sebbene i meccanismi genetici siano
ancora poco conosciuti, sembra che per la sua formazione siano necessarie
pendenze piuttosto consistenti. Sono tipiche, in questo genere di corpi franati,
le pieghe smembrate, isolate in matrice caotica o accatastate, spesso coricate
o ridotte alle sole cerniere. La variabilità di orientamento (direzioni assiali e
vergenza) è un fatto caratteristico delle pieghe gravitative, le quali,
interessando solo uno spessore limitato e superficiale di sedimento, si formano
in condizioni di scarso o nullo confinamento, sia laterale che verticale.
Fig.2.6b Formazione di uno slumping.
Fig.2.6c Slumping
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 33
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Pieghe: deformazione tettonica che risulta dalla flessione o dalla torsione di
masse rocciose. Negli strati delle argilliti di Riva di Solto si rinvengono sovente
blandi piegamenti a scala decimetrica, più raramente metrica.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 34
Valle Imagna Provincia di Bergamo
2.7. OSSERVAZIONI MORFOLOGICHE
Il Monumento Naturale della Valle Brunone è ubicato in corrispondenza del
piccolo bacino idrografico dell’omonimo torrente. La morfologia della valle risulta
quindi influenzata dal regime idrico del corpo d’acqua che l’attraversa, infatti si
tratta di un corso d’acqua dal breve ed impetuoso percorso, caratterizzato da una
discreta pendenza del profilo e, di conseguenza, da un’elevata capacità di
erosione e di trasporto, nonché da un regime alquanto irregolare determinato dal
fattore climatico. La forma della valle risulterà quindi una caratteristica “V” stretta
con fianchi molto scoscesi. L’inclinazione degli strati delle Argilliti di Riva di Solto,
suborizzontale, enfatizza ulteriormente questo fattore, creando a volte pareti
verticali, mentre le litologie presenti, estremamente friabili e deteriorabili,
depositano spesse coltri colluviali che diminuiscono a tratti la pendenza dei fianchi
della valle.
Vi sono dunque diversi elementi morfologici, osservabili sul terreno, che
rispecchiano il modellamento del paesaggio operato dal torrente Brunone,
modellamento influenzato anche dal tipo di litologie nonché dall’inclinazione degli
strati.
ELEMENTI MORFOLOGICI:
Erosione torrentizia: la forza dell’acqua, abbinata all’entità ed alla quantità del
carico di fondo trasportato dal corso d’acqua durante gli eventi di piena,
provoca sbancamenti dell’alveo (osservabili nella valletta formata dall’affluente
sinistro del Brunone – che arriva a Villa Baracchi) ed erosione delle sponde.
Occlusioni di alveo: dovute ad eventi franosi, osservate nella parte alta della
valle sopra la casa “del Salice”.
Meandri: nei tratti pianeggianti in cui scorre il torrente, ed il suo affluente di
sinistra, si creano delle sinuosità arrotondate all’interno delle quali avviene la
deposizione di materiale alluvionale (fig.2.7a).
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 35
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Alluvi
del to
Forre
all’ero
molto
Marm
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Casc
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linear
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Sorge
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possi
P
Fig.2.7a Schematizzazione di un meandro
oni attuali: depositi ghiaiosi debolmente sabbiosi osservabili nel tratto alto
rrente Brunone.
: stretti approfondimenti dell’alveo, che si incassa nella roccia, dovuti
sione meccanica delle acque (in valle Brunone se ne rinvengono solo di
piccole).
itte: cavità subsferoidali, scavate nel letto roccioso di un corso d’acqua
oto turbinoso della stessa e dai ciottoli trasportati dalla corrente.
ate: piccoli e medi salti morfologici impostati sulla roccia e dovuti al
o grado di erosione delle litologie che li compongono rispetto a quelle
tanti.
vi: il ruscellamento delle acque superficiali può incanalarsi in depressioni
renziali che danno luogo a veri e propri impluvi. L’acqua scorre in detti
vi solo durante piogge eccezionali. Essi possono comportare erosioni
i accelerate con conseguente trasporto di materiale detritico nel torrente
ne.
nti: le diverse litologie delle Argilliti di Riva di Solto presentano diversi
di permeabilità, in corrispondenza di soglie impermeabili è dunque
bile la venuta a giorno delle acque sotterranee (fig.2.7b).
iano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 36
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Fig.2.7b Sorgente d’acqua in corrispondenza di una soglia impermeabile. (SP= Soglia di Permeabilità)
Smottamenti: frane di scivolamento o colamento di terreni impregnati d’acqua,
per definizione tipicche dei terreni argillosi. Si possono osservare soprattutto
nella valle dell’affluente sinistro del Brunone, hanno estensione limitata
(fig.2.7c).
Fig.2.7c. Schematizzazione di uno smottamento.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 37
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Orli di scarpata morfologica: la particolare inclinazione degli strati,
suborizzontale, dà origine a bruschi cambiamenti di pendenza, alti anche
decine di metri.
Decorticamenti superficiali: in tutta la valle, dopo le piogge estive (anno 2003),
si sono verificate piccole interruzioni del suolo dovute a sradicamenti di alberi o
piccole erosioni.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 38
Valle Imagna Provincia di Bergamo
2.8. LE FONTI SULFUREE
Una delle peculiarità principali della valle Brunone è la presenza di fonti
sulfuree, presenti d'altronde in diverse località della Valle Imagna. Si ritrovano
infatti diversi documenti storici che attestano l’importanza di questo fenomeno
idrogeologico. Il più importante tra questi è il “Bel Paese” (1876) di Antonio
Stoppani, uno dei più autorevoli naturalisti dell’800, che così racconta le fonti della
valle Brunone:
“…«E qual’è», domandò Giannina, «la più bella delle valli lombarde?». «La più
bella?…Io direi che la più bella è quella che ho visitata per ultima. (…) La Valle
Imagna. Non sai che l’anno scorso ho passato una parte dell’estate a Ponte
Giurino. (…) Ponte Giurino non si mostra nemmeno sulla gran carta dello Stato
maggiore austriaco, o almeno non vi si trova al suo posto. Eppure è un sito così
bello! Bello, dico,come stazione per godervi il prospetto della Valle Imagna, e
come punto di partenza per piacevoli escursioni. (…) nella popolosa Lombardia è
un loghicciolo, che appena comincia a far capolino nel rumoroso regno della fama
per le sue fonti solforose, sorelle ed emule delle celebri fonti di Sant’Omobono,
che sgorgano in fondo alla valle. Ma di acque cotali, che là si dicono tanto più
buone quanto sono più puzzolenti, voi non volete saperne. Invano vi descriverei il
capace e comodo alloggio, il sentiero che conduce alle fonti difeso da ombre
impenetrabili al sole di agosto, le rupi ad anfiteatro, e il bosco ove i beventi
alternano i lunghi sorsi colle ciarle, coi passeggi,coi giochi… Belle cose! Ma l’idea
di quell’acqua ve le attossica tutte. E pensare quanto tesoro di sovrumana pietà la
natura nascose in seno a quelle fonti di sì diversa natura, disseminate in tutte le
regioni del globo, spregiate per tanti secoli, ora rintracciate e raccolte con cura
così gelosa! Forse facendole così disgustose e nauseanti, volle la natura, maestra
in virtù tanto sapiente, insegnarci che di solito una cosa è tanto più salutare
quanto meno diletta! »”
Le tanto benefiche proprietà furono poi descritte da altri illustri uomini di scienza
dell’800, tra questi ricordiamo: Dott. Giuseppe Barbieri, “Delle acque minerali
sulfuree della Valle Imagna” (1863); Dott. Giuseppe Pellegrini, “Acque Minerali di
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 39
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Sant’Omobono in Valle Imagna”; Dott. Luigi Pellegrini, medico condotto, “Breve
cenno sulle acque solforose-saline di Val Brunone di Berbenno in Valle Imagna”
(1854); Dott. Luigi Ragazzoni, “Dell’acqua solforoso-alcalina di Val Brunone
Berbenno”; Giuseppe Pasta, protofisico di Bergamo e socio di varie accademie,
“Acque minerali del Bergamasco”.
Il processo che porta alla formazione di queste acque sulfuree è abbastanza
complesso. Le acque scaturiscono dalle rocce ricche in sostanze organiche delle
Argilliti di Riva di Solto, in cui sono abbondantemente presenti solfuri, tra cui la
pirite (FeS2); dalla loro ossidazione derivano i solfati che vengono disciolti
nell’acqua delle sorgenti. Batteri “solfatoriduttori”, che vivono in colonie, sono in
grado di ridurre i solfati, presenti nelle acque, in acido solfidrico, attraverso
reazioni esotermiche con conseguente sviluppo di calore; altri batteri, chiamati
“solfobatteri”, ossidano infine l’acido solfidrico con liberazione di zolfo.
Sono denominate “acque sulfuree” le acque che possiedono quantità pari o
superiore ad 1 mg di H2S (acido solfidrico) per litro. In questo tipo di acque lo zolfo
si trova in forma bivalente, a differenza delle solfate dove è esavalente. L’idrogeno
solforato può trovarsi in soluzione libero o combinato in base all’equilibrio:
H2S H+ + S-
Il pH è determinante perché l’equilibrio sia spostato in una delle due direzioni: se
la soluzione è acida si sposta verso sinistra liberando gas, se è alcalina prevarrà
invece la quota dissociata. In Italia le acque minerali sulfuree hanno sempre pH <
8, le fonti della Valle Brunone inoltre sono alcaline.
Le acque sulfuree possono contenere, oltre ai composti dello zolfo bivalente,
anche altri elementi in quantità apprezzabile come: solfati, anidride carbonica,
cloruri e sodio, ioduri e bromuri, bicarbonato, calcio, ecc.
Data la tossicità cellulare dell’ H2S solo i solfobatteri ed altre specie di
microrganismi possono vivere nelle acque sulfuree. I solfobatteri sono in grado di
ossidare l’anidride solforosa a zolfo ed in seguito ad acido solforico, per poi ridurre
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 40
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i solfati a solfuri. In genere quest’ultimo processo avviene a temperature di 37°C
circa. Colonie di solfobatteri, alghe azzurre e protozoi possono dare origine in
prossimità della sorgente, ed in particolari condizioni di temperatura ed
illuminazione, a complesse vegetazioni denominate “muffe”. Il termine in realtà è
improprio in quanto le alghe prevalgono nettamente e sono costituite soprattutto
da Leptotricee, Oscillarie, Beggiatoe e Bacteriacee. Se le vegetazioni sono
particolarmente rigogliose, i blocchi di muffe, denominati “placente”, possono
essere utilizzati in terapia per applicazioni esterne come i fanghi.
Le acque sulfuree sono tra le più studiate tra le acque minerali, di conseguenza
si ha una vasta conoscenza delle azioni biologiche che, a dispetto del tipico odore
di uova marce, le hanno rese utili come agenti curativi fin dai tempi dei romani (V
secolo a.c.). I composti sulfurei vengono assorbiti dall’organismo sia con
metodiche crenoterapiche interne (bibita, aerosol, irrigazioni, ecc.) che esterne
(fango, bagno, ecc.). In ogni caso la via elettiva di eliminazione dell’H2S è il
polmone ed esiste inoltre uno spiccato organotropismo per le strutture articolari.
Questo spiega l’indicazione in terapia delle patologie di questi distretti corporei.
L’assorbimento attraverso la cute, le mucose delle vie respiratorie, vaginali ed
apparato gastroenterico è stato ampiamente documentato.
Le azioni biologiche terapeutiche sono dunque innumerevoli, di seguito una
breve elencazione:
Azione sul sistema neurovegetativo
Azione sui meccanismi di difesa ed antinfiammatoria
Azione antitossica
Azione sul fegato
Azione sulla muscolatura liscia e sulla secrezione digestiva
Azione sulle mucose e sul muco
Azione sull’apparato locomotore
Azione sulla cute
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Azione antisettica
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2.9. INTRODUZIONE ALLE SCHEDE DELLE EMERGENZE GEOLOGICHE
Per la compilazione delle schede delle emergenze geologiche della Valle
Brunone si è proceduto secondo il seguente protocollo:
1. Ogni scheda riporta delle indicazioni generiche quali le prime elencate: data
del rilevamento, nome del compilatore, tipo di emergenza, quota a cui è
avvenuto il rilevamento.
2. Ad ogni emergenza è stata assegnata una sigla. La prima lettera di ogni sigla è
riferita alla suddivisione della valle in tre parti. Parte “C”, ossia la valletta
formata dall’affluente sinistro del Brunone, che arriva sino a Villa Baracchi.
Parte “B”, la parte bassa della Valle Brunone, sino alla forra situata sopra le
sorgenti sulfuree. Parte “A”, la parte alta della valle sino ai confini più a nord.
Dopo la prima lettera è stato assegnato un numero arbitrario. L’ultima parte
della sigla dà indicazioni sul tipo di emergenza che si sta descrivendo: L
(litologica); S (strutturale); M (morfologica); P (paleontologica); I (idrica); PN
(panoramica). Si avranno dunque sigle come C1L.
3. Viene poi descritta la litologia, secondo quanto spiegato nel paragrafo 2.5 del
presente lavoro, oppure il tipo di emergenza, secondo quanto spiegato nei
paragrafi 2.6 e 2.7 del presente lavoro.
4. Relativamente alle schede delle emergenze litologiche, viene determinata la
giacitura degli strati (laddove è risultato possibile), annotando: immersione
rispetto al nord geografico, indica la direzione in cui una superficie geologica si
immerge con la massima pendenza; inclinazione in gradi sessagesimali, indica
l’angolo compreso tra la superficie geologica ed un piano orizzontale.
5. Eventuale contenuto fossilifero dell’affioramento, indicato con una scelta tra si
e no.
6. Estensione dell’affioramento.
7. Stato di fatto (quando necessario).
8. Sviluppo (quando necessario).
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9. Possibilità di essere raggiunto, espressa con un valore da 0 a 5, dove lo zero
sta ad indicare l’impossibilità di essere raggiunto, mentre il cinque estrema
facilità dovuta anche a sentieri già percorribili.
10. Possibilità di essere raggiunto da disabili. Espressa con un valore da 0 a 5.
Con il termine disabili si intendono: disabili (anche in carrozzella), bambini ed
anziani. Lo zero sta ad indicare l’impossibilità di raggiungere il sito, il cinque
l’estrema facilità dovuta anche a sentieri già percorribili.
11. Potenzialità didattiche, espresse con un valore da 0 a 5, dove lo zero sta ad
indicare potenzialità nulle, il cinque ottime possibilità.
12. Note.
13. Foto, ad ogni reperto fotografico dello stato di fatto è stata assegnata una sigla
fittizia.
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2.10. INTRODUZIONE ALLE SCHEDE DELLE EMERGENZE GEOLOGICHE
Per la compilazione delle schede delle emergenze paleontologiche della Valle
Brunone si è proceduto secondo il seguente protocollo:
1. Ogni scheda riporta delle indicazioni generiche quali le prime elencate: data
del rilevamento, nome del compilatore
2. . Ad ogni emergenza è stata assegnata una sigla. La prima lettera è una “P”
(paleontologica) seguita in alcuni casi dalla lettera “A” nel caso che l’emergenz
paleontologica abbia alta rilevanza, di seguito un numero progressivo
arbitrario.
3. Specificazione del tipo di rilevanza: alta oppure bassa.
4. Estensione dell’area.
5. Descrizione del contenuto fossilifero.
6. Stato di fatto.
7. Sviluppo.
8. Messa in sicurezza del sito, espressa con un valore da 0 a 5, dove lo 0 sta ad
indicare la non necessità di porre il sito in sicurezza, il cinque sarà indicativo
della necessità di prendere misure di prevenzione a che i fruitori possano
godere del bene in sicurezza.
9. Visibilità.
10. Controllo e bonifica, espressa con un valore da 0 a 5, dove lo 0 sta ad indicare
la non necessità di controllare che tra materiale franato dall’affioramento vi
siano reperti fossili, il cinque sarà indicativo della necessità di compiere
quest’operazione.
11. Avvistamenti di ricerche clandestine, segni di scasso dell’affioramento.
12. Toponimi storici locali.
13. Note.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 45
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BIBLIOGRAFIA
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SITI WEB CONSULTATI
www.benessere.com
www.salentopoint.com
www.dolomiti.it
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3. RELAZIONE
NATURALISTICA dott. Marco Riva
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3.1 INTRODUZIONE
Con la presente relazione si vuole fare una descrizione naturalistica esauriente
del Monumento Naturale della Val Brunone, che prenda in considerazione sia
aspetti botanici sia quelli faunistici.
La grande risorsa paleontologica della Val Brunone ha permesso che divenisse
Monumento Naturale; nello stesso tempo essa offre spunti naturalistici molo
interessanti che verranno dettagliatamente analizzati nelle seguenti pagine.
La relazione è stata scritta con l’obbiettivo di dare alla Valle una diversa chiave
di lettura, evidenziando le caratteristiche ambientali che in essa sono presenti e
che meritano di essere recuperate per un equilibrato ecosistema vallivo, per ciò
che hanno rappresentato nel passato e per le future potenzialità in particolare per
il tempo libero e la didattica.
Lo studio ha comportato uscite sul campo per un periodo annuale in modo da
poter identificare le varie fioriture e osservare le presenze faunistiche.
Per le informazioni riguardanti il passato della Valle e gli faunistici si è resa
necessaria la consultazione di frequentatori abituali, gente del posto e cacciatori
esperti che hanno saputo dare un importante contributo alla stesura di questo
scritto.E’ stato inoltre opportuno consultare la bibliografia disponibile per verificare
le potenzialità faunistiche e vegetazionali dell’area e le specie presenti nel resto
della Valle Imagna.
Si vogliono inoltre fornire gli argomenti naturalistici indispensabili per l’edizione
di materiale informativo e divulgativo, sul quale strutturare escursioni guidate,
lezioni, pannelli descrittivi, volantini e tutto ciò che porta alla conoscenza del
paesaggio “natura”. Nell’anno di studio sono state scattate fotografie di vari
ambienti caratteristici di alcune piante e animali della Valle, con lo scopo di
documentare e arricchire l’archivio fotografico che in futuro servirà per produrre
materiale informativo e di promozione.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 49
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3.2 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
Il Monumento Naturale Valle Brunone è situato in Valle Imagna, all'interno del
territorio comunale di Berbenno, poco distante dalla frazione di Ponte Giurino. Il
toponimo Brunone deriva dal nome dell'affluente del torrente Imagna che
attraversa la valletta. La valle è conosciuta dalla popolazione locale come
“Scanarola”, probabilmente dalla sua morfologia e profilo a “V” che ricorda la
classica forma del canale.
La Valle dista da Bergamo circa 20Km ed è raggiungibile con la strada
provinciale che attraversa il fondo della Valle Imagna, percorribile in circa 30/40
minuti.
Tra le Valli Bergamasche, la Valle Imagna non è stata interessata dai fenomeni
di erosione glaciale del Quaternario, infatti la sua morfologia non presenta indizi
dell’erosione dei ghiacciai, ma risulta contraddistinta da un profilo V, provocato
dall’erosione del torrente Imagna. La Valle Imagna è simile ad una ellisse con
l’asse maggiore disposto in direzione Nord-ovest e Sud-Est ed ha una superficie di
70 Kmq. Il Resegone che culmina a m 1875 nel M. Serrada, la chiude con le sue
propaggini a Nord-Ovest separandola dalla provincia di Lecco. Va notato
l’andamento mediamente più elevato del lato occidentale e settentrionale rispetto
a quello orientale che è facilmente collegabile con la Val Brembilla.
L’orientamento generale NW-SE, l’ubicazione del monte più elevato al margine
settentrionale e la morfologia complessiva determinano un soleggiamento
abbastanza diffuso con conseguenti vantaggi per la popolazione e le colture; il
versante idrografico sinistro e l’alta valle risultano tuttavia in posizione meglio
esposta.
Il versante destro idrografico è costituito dalla cresta del Monte Albenza dove
sono presenti una serie di ripiani strutturali.
La Val Brunone è circondata da centri abitati che vengono qui di seguito
descritti. Salendo verso N-E il primo centro abitato è Carpeno (486 m) detto anche
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“Bel Coster” per la sua buona posizione panoramica. Qui è presente, proprio in
costa, la celebre Villa Baracchi, da poco ristrutturata e una serie di abitazioni degli
anni 20-30, che si collegano più in alto con la frazione di Cà Passero.
Proseguendo lungo il confine del Monumento naturale, lungo la strada carrabile,
s’incontra Cà Salvi (480 m) detta anche “casa dei Tomasel” oppure “Campo del
Pedro” (Salvi I. 2003). Sotto questa abitazione è presente la più vecchia abetaia
della Val Brunone, piantata all’incirca 40 anni fa, che ha subito danni ingenti dalla
recente tromba d’aria del luglio 2003. Questo è il punto più alto della valletta
laterale della Val Brunone, interessata da un piccolo torrente sorgivo che ha
origine appena sotto Cà Salvi. Questa valletta è di difficile percorribilità ma di
grande interesse naturalistico e geologico (deposizioni calcari del torrente);
mancano infatti dei veri e propri sentieri che la percorrono nel fondo valle. Per
poter accedervi bisogna scendere da Cà Salvi o partire dal campo sportivo, muniti
di scarponi da trekking.
Proseguendo verso nord si incontra la frazione di Cà Passero (540 m) che
domina la vallata, ed il nucleo abitativo di Cà Berardi, (551 m) dal quale, mediante
una strada carrabile, è possibile raggiungere il fondovalle. All’apice del
Monumento si trovano le case di Pradegoldi e Prato del Sole (530 m) che
segnano il confine superiore dell’area interessata.
Il versante idrografico destro è meno interessato dalla presenza di centri abitati;
dal campo sportivo salendo in direzione N-E al di fuori del confine si incontrano le
case di Cà Pasano (440 m), proseguendo si trovano altre piccole cascine e stalle.
Il torrente Brunone, nel tratto del Monumento Naturale, è alimentato da 16
affluenti secondari di differente portata( 8 dal versante sinistro e 8 dal destro) Nei
periodi di secca molti di questi sono asciutti, ma ciò nonostante il torrente Brunone
vanta costantemente una discreta presenza d’acqua.
Il campo sportivo si trova ad un’altezza di 365 metri s.l.m. mentre il punto più
alto dell’area interessata si trova a 526 metri s.l.m. evidenziando un’escursione
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altimetrica di 161metri. In senso trasversale rispetto alla valle, è possibile
imbattersi in strapiombi di 20-30 metri.
Per accedere al Monumento Naturale si può usufruire dell’entrata principale, dal
campo sportivo di Ponte Giurino, dove è prevista la messa in opera di un centro
accoglienza visitatori e dove vi è un’ampia possibilità di parcheggio. Dal centro
abitato di Cà Berardi, dalla Villa Baracchi e dal cantro abitato di Carpeno ( Bel
coster ) raggiungibile percorrendo la strada che porta a Berbenno; e infine da
Pradegoldi e Prato del Sole in cima al Monumento.
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3.3 INQUADRAMENTO CLIMATICO
La Valle Imagna quindi anche il monumento della Val Brunone presenta nel
complesso i caratteri del regime pluviometrico sub-litoraneo alpino con un
massimo principale in primavera e un secondo in autunno mentre il minimo
corrisponde ai mesi invernali.
In primavera si ha un massimo delle precipitazioni equivalente a 200 mm nel
mese di maggio mentre in inverno di 40 mm nel mese di gennaio; durante tutto
l’anno si registrano circa 1250 mm annui (stazione di Rota Fuori, C.Bertuletti).
Le scarse precipitazioni invernali sono riconducibili all’influenza degli anticicloni
freddi che persistono per lunghi periodi sulle nostre regioni, mentre la piovosità
estiva è spesso associata a fenomeni temporaleschi dovuti al riscaldamento del
suolo e al contemporaneo afflusso di aria fredda dalle valli.
Con una certa frequenza si verifica un afflusso di correnti d’aria instabile dalla
pianura Padana, che risalendo verso la Valle Imagna, provoca precipitazioni di
natura orografica. Durante la primavera, i periodi di maggior piovosità sono
associati alle correnti umide sciroccali provenienti dal bacino mediterraneo, mentre
in autunno a queste precipitazioni si aggiungono quelle dovute alle perturbazioni di
origine atlantica.
Durante l’anno 2003 si è verificata una forte riduzione delle precipitazioni che ha
causato non pochi disagi alla popolazione del comune di Berbenno e di tutta la
Valle Imagna, a seguito delle interruzioni alternate della fornitura idrica civile. La
vegetazione igrofila e quella sensibile alla carenza idrica ha subito un forte
anticipo stagionale, vale a dire ingiallimento e caduta precoce della copertura
fogliare. E’ da segnalare, sempre nel 2003, un forte fenomeno temporalesco,(20-
luglio 2003), che ha provocato abbattimenti e sradicamenti di alberi, in particolar
modo di abeti posti sulle creste dei rilievi, querce centenarie e sollevamento di
alcuni tetti di case vecchie.
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La portata del sistema fluviale è in relazione all’andamento delle precipitazioni. Gli
affioramenti idrici principali della valle Imagna hanno origine ai limiti delle
formazioni delle argilliti e i soprastanti calcari (sorgenti di Locatello, Corna,
Berbenno, Capizzone). Il torrente Brunone ha origine infatti da delle sorgenti poste
a nord-est del Monumento Naturale.
In Valle Imagna sono presenti anche affioramenti collegati con la Dolomia
principale e i fenomeni carsici. Mentre in Val Brunone, dove sono presenti le
argilliti di Riva Solto e calcari, il fenomeno carsico è scarsamente rappresentato.
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3.4 INQUADRAMENTO PEDOLOGICO
La distribuzione della vegetazione è in stretta relazione con la composizione del
suolo.
Durante lo studio del parco sono stati effettuati 5 prelievi di suolo e misurazione
della profondità in vari punti della Valle. Tale verifica non è stata svolta in modo
approfondito (analisi chimica, suddivisione in orizzonti, etc.), sia per la disponibilità
di tempo, sia per l’interesse dello studio, ma ciò ha permesso di dare indicazioni
sulle condizioni pedologiche della Valle.
Si tratta per lo più di terreni eluvio-colluviali a prevalente componente argillosa-
limosa, con permeabilità da media a scarsa; in corrispondenza dei tratti
pianeggianti dei torrenti (Brunone e nella valletta laterale destra) sono frequenti
riporti terrosi di varia granulometria e di rapida evoluzione morfologica.
La Valle è collocata nella formazione geologica delle Argilliti di Riva di Solto
(rocce nerastre sottilmente stratificate), caratterizzata dall’abbondanza di
affioramenti idrici sorgivi. In uno studio precedente (G. Agliardi, 1996) sono state
segnalate ben 12 sorgenti sparse in tutta la valle; ciò denota un buon livello di
disponibilità idrica della zona. La folta copertura vegetale e l’inclinazione dei
versanti collaborano a mantenere un buon grado di umidità nel fondo valle.
Gran parte della Val Brunone è sottoposta a vincolo idrogeologico ed è
classificata come “area a prevalente morfologia gravitativa”. Gran parte del
territorio è influenzato soprattutto da diffuse azioni erosive, frane, smottamenti,
accumulo di detrito, soliflusso, caduta di massi e questo spiega in parte la ridotta
presenza di abitazioni.
Non è difficile osservare in Valle fenomeni di soliflusso, evidenziati dal
portamento inclinato delle piante, che sembra tendano ad adagiarsi verso valle.
Questo si vede bene sul versante destro della Val Brunone e sinistro della valletta
laterale (sotto la villa Baracchi), dove sono frequenti piccole frane di recente
formazione.
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3.5 INQUADRAMENTO BOTANICO
3.5.1 Vegetazione in lombardia
Per poter conoscere e comprendere la vegetazione della Val Brunone è
indispensabile fare riferimento ad un quadro più ampio, ponendo l’attenzione sulle
formazioni che si trovano in Lombardia. Sarà così possibile dedurre e quindi
motivare la presenza di tutte le variegate forme vegetali che caratterizzano questa
valle.
La Valle Imagna fa parte di quel complesso alpino conosciuto come le Prealpi
Orobiche Lombarde che, dal punto di vista botanico, viene distinto in tre
fondamentali piani altitudinali: (GIACOMINI V., 1943; TOMASELLI R.,1970)
- il piano basale
- il piano montano
- il piano culminale
In ogni piano sono presenti sotto-unità vegetazionali che si distinguono per la
differente composizione floristica. Oggi, a causa della presenza umana e quindi
del susseguirsi di interventi di sostituzione, distruzione e alterazione, è difficile
riscontrare comunità vegetali naturali.
La Valle Imagna, e con essa la Val Brunone, sono inserite all’interno del piano
basale; lo confermano sia le quote altimetriche dei luoghi, sia la vegetazione
presente nell’area studiata.
3.5.1.1 Il piano basale
Si contraddistingue per le formazioni forestali di querce caducifoglie e si estende
dall’alta Pianura Padana fino ad una altezza di circa 800 metri. In questa fascia
sono presenti i seguenti tipi di formazioni (Andreis C.) :
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Querco-carpineto e carpineto
In questa categoria sono comprese quelle formazioni in cui è presente il carpino
bianco accompagnato dalla farnia o, più raramente, dalla rovere o in cui il carpino
bianco è in ogni caso la specie dominante. In questa categoria possiamo
distinguere:
-querco-carpineti della bassa pianura
-querco-carpineti dell’alta pianura
-querco-carpineti collinari di rovere/farnia
-carpineto con ostria
I querco-carpineti si trovano nella regione planiziale e avanalpica, mentre i
carpinteti sono presenti in quella esalpica centro orientale esterna. Tali formazioni
occupano substrati prevalentemente sciolti, ma il querco-carpineto collinare di
rovere e/o farnia e il carpineto con ostria si collocano soprattutto sui substrati
carbonatici e arenaceo-marnosi (Valle Imagna); la quota è sempre limitata, dato
che difficilmente si superano i 600 m. sul livello del mare. La vegetazione
potenziale della Val Brunone rientra nella formazione di querce-carpineto con
frassini, aceri e tigli.
Querceti
In Lombardia la categoria dei querceti è sicuramente quella più articolata e
controversa. In essa si fanno rientrare quelle formazioni in cui le querce
dovrebbero essere le specie dominanti; questo naturalmente non avviene spesso,
a causa dell’eccessivo sfruttamento antropico fatto in passato e dalla
competizione con altre specie, più rustiche e “veloci” nel subentrare in territori
abbandonati dall’agricoltura.
Grossolanamente i querceti si possono distinguere in base ai substrati che
occupano: querceti dei substrati sciolti e querceti dei substrati carbonatici.
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In Val Brunone la Farnia è una delle specie nobili presenti e vanta una costante
distribuzione, seppure non domini quantitativamente.
Orno-ostrieti
Questa categoria comprende quelle formazioni in cui prevale il carpino nero o in
ogni modo dove il carpino nero è dominante,accompagnato per lo più dall’orniello.
Possiamodistinguere i seguenti sottotipi:
-Orno-ostrieto primitivo ( di forra, di rupe, di falda freatica)
-Orno ostrieto tipico
L’orno-ostrieto tipico si diversifica in quanto spesso ospita, a seconda dei casi,
varietà di leccio, cerro, faggio, pino silvestre, carpino bianco e tigli. In Lombardia,
gli orno-ostrieti sono formazioni presenti esclusivamente su substrati carbonatici,
anche se può capitare di trovare il carpino nero su altri tipi di substrati. L’orno-
ostrieto tipico predilige substrati calcarei e dolomitici massicci, calcarei alterabili e
arenaceo-marnosi, si adatta a vari gradienti di pendenza lo si trova in zone di
medio versante, su forme dolci e ondulate ed in impluvi. In Val Brunone l’orniello è
scarsamente rappresentato così come il carpino nero è superato dal carpino
bianco che predomina in quasi tutta la valle.
Aceri-frassineti e aceri-tiglieti
In queste formazioni prevalgono il frassino maggiore o l’acero di monte, o più
raramente il tiglio. Si tratta per lo più di fito-associazioni miste, con almeno una
delle tre specie principali a cui si aggiungono altre latifoglie. E’ tuttavia possibile in
alcuni casi riscontrare formazioni pure delle tre specie citate. Queste formazioni si
possono distinguere in:
-Aceri-frassineti con ostria
-Aceri-frassineti tipici
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-Aceri-frassineti con faggio
-Aceri-frassineti con ontano bianco
-Aceri-tiglieti
Per quanto riguarda la formazione di acero-frassineto tipico è bene ricordare che
in tale consorzio possono far parte altre latifoglie, quali l’agrifoglio, il carpino
bianco, l’ontano verde, la rovere e il tiglio. Mentre per la formazione di aceri-
frassineto con faggio si può aggiungere il tiglio come specie accompagnatrice.
Gli aceri-frassineti e gli aceri-tiglieti, formazioni diffuse in Europa Centrale, solo
recentemente stanno assumendo una notevole importanza territoriale anche nel
versante meridionale delle Alpi. Infatti esse tendono ad occupare i terreni agricoli
abbandonati favoriti dalla loro elevata capacità di insediarsi in nuovi territori e dalle
condizioni edafiche e climatiche che trovano in queste aree. Così queste
formazioni relativamente giovani si stanno diffondendo in modo massiccio,
soprattutto in molte vallate, dove l’espansione antropica si è arrestata.
L’acero-frassineto con ostria predilige substrati calcarei e dolomitici massicci,
arenaceo-marnosi e scistosi. La ceduazione può favorire una maggiore diffusione
del carpino nero.
L’acero-frassineto tipico, il più diffuso in Valle Imagna, predilige invece substrati
sciolti, terrigeno-scistosi ma si adatta bene anche si substrati arenaceo-marnosi,
su calcari e su dolomitici masssici.
Nel passato, l’acero-frassineto tipico, è stato interessato alla coltivazione del
castagno in quanto questa pianta si adattava molto bene alle condizione edafiche
e climatiche proprie della formazione autoctona.
Con la sospensione della ceduazione, la tendenza naturale di questa formazione è
quella di un aumento del frassino che nelle fasi di ricolonizzazione tende a
prevalere o ad essere esclusivo.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 59
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In Val Brunone, infatti, si può riscontrare un cospicuo numero di tigli spesso
accompagnati da aceri e frassini. Queste piante trovano in Valle le condizioni
ideali per la loro crescita; infatti esse si sviluppano su substrati calcareo-marnosi e
su pendii investiti da correnti umide e in ambienti di forra; è frequente la loro
presenza nei pressi dei piccoli corsi d’acqua o ruscelli come il torrente Brunone,
che contribuiscono a mantenere un’elevata umidità. Si tratta in ogni modo di
formazioni ancora giovani, poco conosciute dal punto di vista selvicolturale, non
essendo ancora maturata una tradizione della loro gestione.
Altra formazione di particolare interesse e molto diffusa in Valle è l’acero-
frassineto con ontani che si dispongono sui bassi versanti, nei pressi dell’alveo
fluviale, prediligendo substrati sciolti e terrigeno-scistosi.
Faggeta submontana dei substrati carbonati
La faggeta si distribuisce prevalentemente su calcari e dolomitici massicci, a una
altitudine superiore ai 700 metri: la Val Brunone non rientra in questo tipo di
formazione. In Valle Imagna i faggi si trovano alle pendici del Resegone, nella
parte alta del versante idrografico destro, insieme a betulle e carpini.
3.5.1.2 Il piano montano
E’ individuato: nel primo orizzonte più basso, dalla dominanza di piante sciafile
delle quali il più rappresentativo è il faggio, e nelle formazioni di conifere, delle
quali l’albero tipico di riferimento è l’abete rosso. E’ da segnalare la presenza in
Val Brunone di abetine coltivate dell’età di circa 30-40 anni.
3.5.1.3.Il piano sommatale
Si caratterizza inizialmente da uno strato arbustivo con mirtillo, rododendro,
ginepro, pino montano e ontano verde per poi dare spazio a pascoli con estese
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 60
Valle Imagna Provincia di Bergamo
formazioni di varie ciperacee quali Carex sempervirens, Carex firma e Nardus
striata.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 61
Valle Imagna Provincia di Bergamo
3.6 LA VEGETAZIONE DELLA VALLE IMAGNA
La dislocazione delle zone boscose in Valle Imagna è in relazione con le
caratteristiche del suolo e quindi del substrato roccioso, con l’altitudine e
l’esposizione solare. Originariamente la Valle era ricoperta da una folta copertura
boschiva, ma l’insistente presenza umana ha ridotto l’estensione della
vegetazione sostituendola con il paesaggio agrario. Fra queste superfici, quelle a
vocazione agraria sono state interessate per secoli da colture come i castagneti
da frutto, prati erborati, vigneti, seminativi, prati permanenti produttivi; mentre
quelle più ad alta quota sono state destinate a prati, prati pascoli, pascoli.
La comunità vegetazionale più frequente in valle è un bosco ceduo misto che
può essere indicato come carpineto meso-termofilo o come bosco misto di
latifoglie meso-termofile di Carpinus betullus con Frassinus excelsior, Acer
pseudoplatanus, specie quest’ultima che sottolinea bene le condizioni ecologiche
di discreta freschezza.
In corrispondenza del versante idrografico sinistro predomina il “ceduo misto”
con carpini, frassini, ornielli, farnie e rovere, aceri, tigli e ontani nei fondovalle,
mentre in corrispondenza del versante destro oltre al ceduo misto appaiono nelle
zone esposte a E o a NE e più in alta quota, formazioni pure di betulle (Bedulita,
Roncola, Costa) e le faggete ( Costa, sopra la Roncola, ai piedi del Resegone).
Le formazioni vegetali della Valle Imagna corrispondono a consorzi misti di
specie riscontrabili nella fascia prealpina lombarda, la loro distribuzione varia a
seconda delle condizioni pedologiche, di umidità e dagli interventi ti taglio che si
sono susseguiti negli anni passati.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 62
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3.7 STUDIO BOTANICO DELLA VALLE BRUNONE
3.7.1 Materiali e metodi
Nel presente capitolo si prefigge di descrivere l’ambiente vegetale del
Monumento naturale della Val Brunone, di dare rilievo alle specie interessanti e di
fornire ai futuri fruitori del Monumento le chiavi di lettura per leggere il paesaggio
naturale.
Durante lo studio sono state condotte ricerche di rilevamento sul campo dal
mese di febbraio fino a circa metà settembre. L’attività di prelievo, censimento e
identificazione è avvenuta con una periodicità di circa due settimane, così da poter
garantire la presenza di nuove fioriture. Per effettuare un censimento completo
della vegetazione della si è reso necessario attendere la fioritura di una buona
parte delle piante presenti. Nel caso di specie protette, il prelievo è stato nullo, per
cui tutte le operazioni di identificazione sono state fatte sul campo, direttamente
sugli esemplari vivi. Oltre alla compilazione dell’elenco floristico si è ritenuto
necessario ricorrere, per la vegetazione arborea e arbustiva, al semplice
censimento dei tipi fisionomici dominanti. Grazie alla consultazione del materiale
bibliografico disponibile e alle conoscenze sulle fitoassociazioni, è stato possibile
rendere completo l’elenco floristico, colmando le lacune che uno studio sul campo
può avere.
Sono state censite un totale di 125 piante, delle quali 25 classificate come
arboree, 14 arbustive e 86 erbacee. Alcune piante presenti in elenco, pur non
essendo state campionate, sono state incluse nell’elenco perché presenti nella
carta della vegetazione potenziale. Tenuto conto dei riferimenti fitosociologici, i
prelievi si sono svolti tenuto conto dei differenti ambienti naturali (bosco misto,
margini boschivi, zone umide, forre, etc.) e di quelli di influenza antropica (prati da
sfalcio, castagneti,sentieri etc.. ). Nonostante le ridotte dimensioni della Val
Brunone, si è optato per un campionamento sistematico per zone, in quanto la
discontinuità delle formazioni non permetteva una precisa individuazione su carta.
Tale campionamento ha previsto la scelta di 38 punti disposti secondo un criterio
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 63
Valle Imagna Provincia di Bergamo
di equa distribuzione; si è provveduto per ogni zona alla compilazione di “schede
campione” che specificassero le presenze floristiche, alcune caratteristiche
morfolociche (quota, inclinazione, esposizione etc.) e la superficie-campione in
m2 di volta in volta considerata. Tali schede riportano:
- numero della stazione (N°):
- quota media della superficie considerata: espressa in metri s.l.m
- pendenza media: in percentuale
- esposizione: N-E, S-O….
- presenza o meno degli affioramenti rocciosi
- profondità del suolo (misurata solo in determinati casi)
- copertura fogliare: intesa come disponibilità di luce nel sottobosco;
quantitativamente espressa come: notevole, media , scarsa
- superficie rilevata: vale a dire l’area in m2 dove sono state censite le specie
vegetali
- disponibilità idrica: presenza o meno di torrenti o risorgive che denotano un
determinato assetto floristico.
In ogni scheda sono riportati i settori descriventi gli strati vegetazionali, quello
arboreo (>3 m), arbustivo (3m<1m) ed erbaceo (<1m).
Si è preso nota della tipologia forestale più attinente, del diametro e dell’altezza
media delle piante arboree, la presenza di piante decedute e non ancora rimosse,
e dell’eventuale presenza di ceppaie. Gli indici utilizzati per la stima della
copertura vegetale della superficie di una singola specie sono i seguenti, secondo
le indicazioni di Braun-Blanquet modificate da Pignatti e adattate dal sottoscritto
per la Valle studiata:
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 64
Valle Imagna Provincia di Bergamo
3 =>60%; 2 =20-40%; 1 =5-20%; + = < al 5%;
SCHEDA CAMPIONAMENTO
N°
quota (m)
pendenza media (..°)
esposizione
affioramenti rocciosi (densità)
profondità suolo (cm)
copertura fogliare (%)
superfice rilevata (mq)
disponib. idrica
STRATO ARBOREO
tipologia forestale
densità (%)
diametro medio (cm)
altezza media (m)
presenza piante decedute si no
STRATO ARBUSTIVO
densità (%)
altezza media (m)
ceppaie (densità)
STRATO ERBACEO
densità (%)
altezza media (cm)
piante igrofile si no
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 65
Valle Imagna Provincia di Bergamo
3.7.2 Formazioni arboree
La formazione boschiva presente in Valle Brunone è governata a ceduo come in
gran parte dei territori circostanti, dove si provvede al taglio con una frequenza
media di 30-40 anni. Come già accennato siamo all’interno di una formazione
costituita prevalentemente da Carpinus betullus, Fraxinus excelsior, Acer
pseudoplatanus, Acer campestre, Tilia cordata, Alnus incana. Mentre il carpino è
diffuso costantemente in tutta la Valle, nel fondo Valle predominano piante a
substrato umido come l’ontano, il frassino, il tiglio, l’olmo; sul medio versante
invece sono diffuse la farnia, gli aceri, i castagni i frassini e altre specie
accessorie. In base alla densità di vegetazione si può dividere la Valle in due
porzioni: la parte bassa della Valle è caratterizzata da un bosco a media densità
(5/6 piante ogni 25 m2) mentre nella parte alta c’è una densità boschiva molto più
consistente, soprattutto quella del sottobosco (10/18 piante in 25 m2).
Foto: vegetazione arborea di fondo Valle
In Val Brunone le essenze arboree più rappresentative sono rappresentate da:
Carpinus betullus, Acer pseudoplatanus, Acer campestre, Castanea sativa,
Fraxinus excelsior, Alnus incana, Robinia pseudoacacia, Quercus robur, Quercus
pubescens, Picea abies, Tilia cordata, mentre sono presenti, ma in quantità
minore: Alnus glutinosa, , Fraxinus ornus, Jungla regia, Ostrya carpinifolia, Pinus
cembra, Pinus strobus, Populus tremula, Prunus avium, Sorbus aria, Tilia
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 66
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platyphyllos, Ulmus campestris, Ulmus glabra.
Si propone una breve descrizione delle specie arboree maggiormente presenti
nell’area di studio:
FRAXINUS EXCELSIOR, Frassino comune, Sin. Ital.: frassine, frassino europeo.,
Fam.: Oleacee.
Pianta molto diffusa in Val Brunone, sia nel fondo valle che nella parte alta della
Valle; infatti si adatta bene ai suoli freschi, profondi e ricchi, come pure i climi
umidi. Resiste a temperature molto basse ed è comune nelle zone montagnose.
Non tollera i terreni silicei troppo acidi né una forte insolazione, e sopporta male i
forti calori e i lunghi periodi di siccità. La sua longevità oscilla fra i 100 e i 150 anni.
Durante la grandinata di fine agosto 2003 il frassino è stata la pianta che ha perso
la maggior parte della copertura fogliare, a causa della fragilità dei rametti che si
sono facilmente spezzati. Patologia: I giovani getti possono essere scortecciati
dai calabroni. La specie si mostra sensibile ad alcuni parassiti: mosaico delle
foglie, cancro batterico, bozzacchioni, Phomopsis, zeuzera, Cerambyx cerdo, vari
bruchi, diversi polipori e cantaridi che si nutrono delle foglie. Questa specie può
essere utilizzata come albero per filari, parchi e viali. Il legno del frassino comune
è resistente alla flessione e agli urti, è ampiamente utilizzato: impalcature,
falegnameria, ebanisteria, fabbricazione di parti di armi, botti, panieri e
fabbricazione di numerosi altri oggetti, specialmente manici per utensili. I rametti
con le foglie servono da foraggio per il bestiame (alberi capitozzati). Pianta
medicinale (lassativa, diuretica; attiva la traspirazione e facilita la digestione).
ROBINIA PSEUDOACACIA, Robinia, Sin. itai.: Falsa acacia, gaggia, falsa
gaggia., Fam.: Leguminose.
Specie introdotta in Francia (e un po' dovunque in Europa, Italia compresa)
all'inizio dei XVII secolo dall'America e che si è diffusa nella zona climatica della
vite e degli allevamenti di bestiame: pare che non superi i 1000 m di altitudine
salvo casi climatici particolari. Rustica, si adatta a tutti i suoli. E’ vulnerabile ai
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 67
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venti violenti avendo un legno molto fragile. Emette vigorosi polloni dopo i tagli. I
vecchi esemplari sono quasi privi di spine. In Valle Imagna la robinia, grazie alla
sua forte adattabilità e al rapido sviluppo è molto diffusa ai margini delle strade, e
nei boschi di neo-formazione; in Val Brunone non è molto diffusa, si trova al
margine dell’unico sentiero carrabile che collega il campo sportivo e il versante
sinistro della valle; la si trova in consorzio con il frassino, carpino e acero montano
su suoli non eccessivamente umidi. E’ una pianta molto longeva (circa 400 anni);
si moltiplica per seme, poloni e innesti per le cultivar. Patologia: Questa specie
presenta frequentemente sui rami ammassi di rametti anormali: I bozzacchionì.
vischio, oidio, alterazioni del legno del cuore, cancri e deperimenti, infezioni critto-
gamiche dei rametti, mosaico. La robinia fornisce un legno di buona qualità,
utilizzato per fabbricare pavimenti, pali per recinzioni, picchetti, strutture,
coperture, utensili da cucina, mobili e oggetti vari. Pianta medicinale (emetica,
lassativa, antispasmodica) e mellifera di primaria importanza. Le foglie si
scompongono facilmente. Durante il lungo periodo di siccità nell’estate 2003, la
robinia ha subito un forte ingiallimento e caduta anticipata delle foglie, sia in Val
Brunone che in tutta la Bergamasca. Esistono numerose varietà ornamentali.
Specie affini: R. viscosa, R. hispida e Sophara japanica.
ACER PSEUDOPLATANUS, Acero di montagna, Sin. lat.: Acer montanum.,Sin.
Ital.: Acero sicomoro, acero fico., Fam.: Aceracee.
L’acero di montagna è una delle piante più rappresentative della Val Brunone, la si
può trovare in suoli fertili e freschi nelle zone limitrofe ai torrenti, ma si spinge
anche sul medio versante insieme alle specie colonizzanti; teme la siccità e il
calore; con la sua chioma arrotondata può raggiungere anche i 40 m. Sopporta i
grandi freddi. Longevità: fino a 600 anni. Moltiplicazione per seme. Patologia:
Malattia delle macchie nere delle foglie, malattia della fumaggine che determina la
morte della pianta dopo la desquamazione della corteccia, tracheomicosi
dell'alburno, polipori sulle ferite. Sopporta male la potatura drastica. E’ considerata
un’essenza forestale nobile, dal legno di buona qualità per falegnameria, intarsio,
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 68
Valle Imagna Provincia di Bergamo
ebanisteria e fabbricazione di strumenti musicali, ma è ottima come legno da
ardere. Specie mellifera. Specie affini: A. platanoides, A. opaIus.
ACER CAMPESTRE, Acero campestre,Sin. ital.: Orno, acero, acero oppio,
testuccio, Fam.: Aceracee,
Pianta con altezza massima di 20 m. con chioma globulosa è comune su terreni
calcari e terreni limosi. Tollera i suoli secchi e climi caldi. In Val Brunone è
frequente come pianta di piccole dimensioni e raramente supera i 15 metri di
altezza. Ha una longevità fino a 200 anni. Si moltiplica per seme. Patologia: viene
colpito dalla Vuilleminia comedens e dal Rhytisma acerinum, quest'ultimo
responsabile delle croste nere della foglie. Possiede un legno duro e omogeneo
utilizzato per fabbricare piccoli oggetti. Buono per ardere. I fiori danno un miele
apprezzato. Specie affine: A. monspessulanum
TILIA CORDATA, Tiglio selvatico, Sin. lat.: Tilia silvestris., Sin. Ital.: Tiglio dei
boschi., Fam.: Tigliacee
Anche il tiglio selvatico è molto frequente in Val Brunone, raggiunge anche i 30
metri di altezza; preferisce i suoli calcarei freschi. Lo si trova spesso abbinato al
frassino, e all’acero di montagna. E’ considerata una delle piante più longeve, può
infatti raggiungere in alcuni casi i 2000 anni. Si moltiplica via seme, propaggine,
margotte e innesti. Rigetta dalla ceppaia. Patologia: Fumaggini, verticilliosi,
seccume delle foglie (Nectrica) , antracnosi, defogliazione, afidi, poilpori. Grazie
alla sua resistenza all'inquinamento è usato come albero per parchi e viali.
Possiede fiori melliferi. E’ utilizzato in ambito farmaceutico (calmante, diuretico)
Legno usato in falegnameria, liuteria, utensileria in legno, ebanisteria e scultura.
TILIA X EUROPAEA, Tiglio europeo, Sin. lat.: Tilia X vulgaris, Tilia intermedia.,
Sin. Ital.: Tiglio comune, tiglio d'Olanda., Fam.: Tigliacee.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 69
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Questa pianta appare sporadicamente in Valle Brunone, in quanto le condizioni
podologiche dell’area interessata non soddisfano appieno le sue esigenze di
sviluppo. E’ spesso utilizzata come albero per parchi e viali, dal portamento
maestoso. Fogliame denso. Legno biancastro, tenero, usato in falegnameria per
interni e per fabbricare pianoforti e oggetti vari. Pianta mellifera con proprietà
medicinali (specialmente come calmante). Patologia: Fumaggini, afidi, gaile,
verticilliosi, defogliazione, polipori.Specie affine: T. cordata.
ULMUS CARPINIFOLIA, Olmo campestre, Sin. lat.: Ulmus campestris, Ulmus
nitens, Ulmus minor., Fam.: Ulmacee.
Albero non frequente in Valle ma che appare in piccoli gruppetti in condizioni sub-
spontanee è una specie calcicola comune nei terreni secchi ma che preferisce i
substrati freschi. Non la si incontra nei terreni sabbiosi acidi. Longevità di 400-500
anni. Moltiplicazione per seme, talee e polloni. Patologia: albero molto sensibile
alla grafiosi delle ulmacee, dovuta a un fungo microscopico diffuso dagli insetti.
Questa malattia, nota anche come malattia olandese dell'olmo, imperversa
dall'inizio del secolo e finora nessun rimedio è riuscito a debellarla. Verticillosi, vari
polipori, scolitidi, galerucella del fogliame. Possiede un legno di ottima qualità,
bruno-marrone, con bella screziature. È’ utilizzato in ebanisteria, falegnameria; il
legno è altresi usato per ardere. Specie affini: U. americana, U. giabra, U. iaevis.
ULMUS GLABRA , Olmo montano, Sin. Iat.: UImus montana, U. scabra, Sin. Ital.:
olmo bianco, olmo riccio, Fam.: Ulmacee.
Pianta poco frequente all’interno dei confini del parco della Val Brunone, ma più
diffusa dell’olmo campestre, soprattutto ai margini del torrente Brunone e di alcuni
suoi affluenti. Esige suoli freschi e ricchi e una elevata umidità atmosferica.
Longevità: 80-100 anni. Moltiplicazione per seme e talee. Patologia: Grafiosi delle
ulmacee, verticilliosi, vari polipori, scolitidi, galerucella del fogliame. Il suo legno è
poco apprezzato (falegnameria). Numerose varietà sono coltivate come
ornamentali. Specie affine: U. carpinifolia.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 70
Valle Imagna Provincia di Bergamo
ULMUS LAEVIS, Olmo bianco, Sin. lat.: Ulmus effusa. ,Sin. Ital.: Olmo diffuso.
Fam.: Ulmacee.
In Val Brunone l’olmo bianco è il più diffuso tra gli olmi, ma non raggiunge la
distribuzione delle altre piante come il frassino, l’acero montano, il tiglio, la farnia,
etc. Questa pianta cresce sui substrati freschi o umidi, lungo i versanti umidi e
presso alcune sorgenti. Longevità: 80-100 anni. Moltiplicazione per seme e talee.
Patologia: Grafiosi delle ulmacee, verticilliosi, poliporo squamoso o vari funghi
lignivori, mosaico o galerucella dell'olmo, scolitidi. E’ usato come legno da ardere.
Dalla corteccia si estrae tannino. Specie affini: U. americana, U. carpinifolia.
JUGLANS REGIA , Noce comune, Fam.: Juglandacee
Il noce ha trovato un notevole sviluppo in Valle Imagna come pianta da frutto, ma
in Val Brunone è relativamente poco abbondate e solo in esemplari isolati;
colonizza spontaneamente i prati abbandonati. Predilige infatti ambienti ben
soleggiati con terreni calcarei glomerulosi, ben drenati. Non tollera i suoli sabbiosi
acidi. Teme i grandi freddi e le gelate primaverili. Longevità: 300 anni.
Moltiplicazione per seme, talee e innesti. Patologia: è sensibile all'ArmiIIariella
mellea, ai polipori a squame e aculeati. E’ un’essenza coltivata per i suoi frutti
eduli da cui si traggono: olio, liquori, tinture (colla di noce). Legno di grande valore
(ebanisteria, falegnameria, intarsio, oggetti vari ecc.). Specie affine: J. X
intermedia.
QUERCUS ROBUR, Farnia, Sin. Iat.: Quercus peduncolata, Sin. Ital.: Quercia
peduncolata, eschio, Fam.: Fagacee.
La farnia è una delle piante nobili che caratterizza la Val Brunone; non ricopre
superficie elevate ma è presente in modo pressoché costante in tutto il territorio
studiato, soprattutto nel medio e alto versante. Alcuni esemplari raggiungono
anche i 40 metri di altezza. E’ una specie rustica che si sviluppa nei suoi freschi e
ricchi, ove fornisce prodotti di notevole valore. Si nota comunemente anche nei
substrati secchi, sabbiosi e aridi ma vi vegeta male. Frequente sulle sabbie molto
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 71
Valle Imagna Provincia di Bergamo
acide. È la quercia più diffusa In Italia, Francia e in quasi tutte le regioni
dell'Europa centro-settentrionale. Longevità: da 400 ai 2000 anni. Moltiplicazione
per seme e talee. Va segnalato che durante la tempesta di vento del 20 luglio
2003, oltre agli abeti rossi sulle creste, molte farnie sono state sradicate dal
terreno.
Studi recenti sulle caratteristiche genetiche delle querce (BACILIERI, 1993) hanno
evidenziato una frequente ibridazione tra le specie di farnia e rovere. Le specie
ascrivibili alla farnia le troviamo in aree pianeggianti o collinari dove vi sia una
costante disponibilità idrica, mentre quelle più vicine alla rovere le troviamo su i
rilievi o i versanti meno ricchi di acqua e spesso acidificati. Patologie: sensibile
aIl'oidio (Microsphaera quercina), ai funghi lignivori fra cui molti polipori,
aII'Armmilarielia mellea, alla Collybia fusipes, alle galle dovute a insetti (Cinipidi),
alla processionaria delle querce, alla Lymantria dispar e al bombice bruno, alla
tortrice verde e alla malattia dell'inchiostro.
La farnia è un’importante specie forestale che fornisce un legname di grande
valore (tranciatura, sfogliatura) utilizzato in ebanisteria e falegnameria. Dalla
corteccia si estraggono tannini. Le foglie hanno proprietà astringenti ed
emostatiche. Specie da molto tempo coltivata per la produzione delle sue grosse
ghiande destinate a nutrire i suini. Legno utilizzato per fabbricare numerosi
prodotti: doghe, scalinate, pavimenti, palchetti, letti, scale trasportabili, traversine
ecc.
Specie affini: Quercus petraea, Q. frainetto, Q. canariensis.
QUERCUS PUBESCENS, Roverella, Sin. lat.: Quercus lanuginosa, Sin. Ital.:
Quercia pubescente, Fam.: Fagacee.
Oltre alla farnia è presente anche la roverella soprattutto nella parte alta della
Vale. Si tratta di una quercia termofila che preferisce i terreni calcarei ben esposti;
la si trova lungo in quasi tutto i versante meridionale delle Alpi, sull'Appennino, in
Sardegna e nel Nord della Francia: si adatta a tutti i suoli. Longevità di almeno 500
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 72
Valle Imagna Provincia di Bergamo
anni. Si moltiplica per seme. Patologia: Sensibile al cancro corticale del castagno,
ai funghi lignivori, fra cui parecchi polipori, e all'oidio. La roverella è la classica
quercia coltivata nelle tartufaie; le piante vengono micorizzate per il suddetto
scopo. E’ sfruttata per segheria, legno da ardere e per fare carbone di legno.
Specie affine: Q. pyrenaica.
CASTANEA SATIVA, Castagno, Sin. lat.: Castanea vesca, Fam.: Fagacee
Il castagno è storicamente conosciuta in tutta la Valle Imagna come pianta da
frutto; la sua coltivazione è ormai cessata, restano comunque molti esemplari
distribuiti anche in Val Brunone, lo si trova sia sul medio versante destro che
sinistro in quantità variabili. E’ da segnalare un grosso esemplare di castagno sul
medio versante sinistro, a margini del sentiero che prosegue in costa.
Si tratta di una specie calcifuga e termofila, molto longeva: circa 1000 anni. Si
moltiplica per seme, polloni e innesti. Rigetta abbondantemente dalle ceppaie.
Patologia: Sensibile al mosaico fogliare, al bombice bruno, alla malattia
dell'inchiostro dei tronchi, del colletto e delle radici, al cancro corticale dei rami
maggiori e dei ramoscelli, all'Armilariella melIea che ne altera le radici e a vari
polipori lignivori (Laetiporus sulphureus, Fistulina hepatica, la commestibile lingua
di bue), Daedaleopsis tricolor, Schizophyllum comune.
La sua utilità consiste nella produzione di frutti commestibili, le castagne. Il legno è
utilizzato per far travature da carpenteria pavimenti, paletti, mobili, manici per
utensili, botti. In certe occasioni è utilizzata come specie forestale spesso tenuta a
ceduo e talora coltivata nei frutteti.
CARPINUS BETULUS, Carpino comune, Sin. ital.: Carpino bianco.
Fam.:Corilacee.
E’ senza dubbio la pianta più diffusa in Va Brunone, presente in qualsiasi tipo di
terreno, a cui si associano altre piante come l’acero montano e campestre, il
frassino, il tiglio silvestre, l’ontano bianco. E’ presente in minor quantità lungo i
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 73
Valle Imagna Provincia di Bergamo
margini dei torrenti e sui terreni umidi dove viene sostituito in parte dall’ontano, da
frassino e dall’acero montano. Essendo coltivato a bosco ceduo, si possono
riscontrare fasce di età differenti, comunque non oltre i 60 anni e con altezze
inferiori ai 20 metri. Sono frequenti rigetti rigorosi dalle ceppaie.
Il carpino comune è specie rustica che non sopporta i suoIi troppo acidi ne troppo
umidi. Può avere una longevità superiore ai 150 anni. Si moltiplica per seme.
Patologia: i vecchi esemplari sono portatori di funghi lignivori, si ha alterazione del
legno dovuta a Poria. Alcuni parassiti fogliari poco dannosi. Cancro europeo.
Il carpino ha un buon legno da ardere. Viene usato per la costruzione di piccoli
oggetti, strumenti di precisione, manici di utensili. Specie frequentemente utilizzata
per costituire siepi da potare.
Specie affine: C. caroliniana.
OSTRYA CARPINIFOLIA, Carpino nero, Sin. ital.: Carpinella, carpino italiano,
carpino rosso. Fam.: Corilacee.
In Val Brunone il carpino nero è presente in misura minore rispetto al carpino
comune. E’ una specie meridionale che sopporta bene gli inverni rigidi dell'italia e
della Francia. Esige una buona umidità atmosferica. Suoli freschi, calcarei,
marnosi e limosi. Longevità: 100-150 anni. Moltiplicazione per seme.
Patologia: Non presenta nemici importanti da segnalare.
Legno con le stesse qualità di quello dei carpino comune.
Specie affini: O. virginiana, Carpinus betulus.
CORYLUS AVELLANA, Nocciuolo, Sin. ital.: Avellano. Fam.: Corilacee.
Il nocciolo è diffuso soprattutto nel medio versante del Monumento naturale, su
terreni non troppo umidi, e colonizza volentieri i prati abbandonati con una discreta
insolazione; non supera i 5 metri di altezza. Si tratta di una specie rustica atta a
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 74
Valle Imagna Provincia di Bergamo
sopportare tutti i terreni, fatta eccezione per i substrati troppo acidi. Longevità: 5O
anni. Si moltiplica per semi, propaggini e innesti. Si rinnova per mezzo di polloni.
Patologia: Verme delle nocciuole, mal bianco del fogliame.
Il suo legno è utile per la fabbricazione di manici di utensili, canestri. I suoi frutti
Sono commestibili (numerose varietà coltivate per i loro frutti più voluminosi
rispetto a quelli delle piante selvatiche).
Specie affine: C. colurna.
ALNUS INCANA, Ontano bianco, Sin. lat. AInus pubescens. Sin. tal.: Verna
bianca. Fam.: Betulacee.
Essenza molo diffusa in valle soprattutto sui terreni umidi nei pressi dei torrenti;
dove raggiunge la sua altezza massima, circa 15-20 metri. E’ una classica specie
montana che resistente al freddo. Pur essendo una pianta igrofila non tollera i
ristagni di acqua. Non sopporta i calcari secchi e caldi. Longevità: 50-100 anni. Si
riproduce per seme e propaggini.
Patologia: Bolle e perforazioni del fogliame, polipori sulle ferite.
L’ontano bianco è spesso utilizzato per fissare i terreni delle sponde dei torrenti e
dei coni di deiezione; adatta per bonificare le zone danneggiate Pianta atta a
migliorare il terreno grazie ai suoi noduli radicali fissatori di azoto.
Specie affini: A. viridis e A. rubra.
ALNUS GLUTINOSA, Ontano nero, Sin. Ital.: Ontano glutinoso, verna. Fem.:
Betulacee.
L'ontano nero si incontra soprattutto lungo le sponde del torrente Brunone e del
torrente della valletta laterale in substrati costantemente freschi insieme all'olmo,
al frassino e agli aceri. Longevità: 100-150 anni. Moltiplicazione per seme, talee e
propaggini. L’ontano nero è un’essenza che non conosce malattie gravi, fatta
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 75
Valle Imagna Provincia di Bergamo
eccezione per gli attacchi dovuti all'Armillariella mellea che gli può essere fatale.
Le ferite, specialmente quelle da tagli intempestivi, favoriscono l'attecchimento del
polipori, agenti dell'imputridimento del legno; Oidio, macchie fogliari e bolle. La
crisomela dell'ontano, insetto defogliatore, può causare danni notevoli a carico del
fogliame. Il legno, molto colorato al taglio, arancione-rossastro, può sostituire
quello del ciliegio.
Specie affini: A. viridis, A. incana.
POPULUS TREMULOIDES, Pioppo falso tremolo, Sin. Ital.: Falso tremolo.
Fam.:Salicacee.
Il pioppo tremolo non è molto diffuso in Valle se non sul medio versante sinistro
dove si trovano alcuni esemplari in un’area circoscritta dove sono stati
probabilmente introdotti.
Preferisce i suoli profondi, freschi e ricchi. Vive circa 100 anni. Si riproduce per
seme, polloni e talee. Patologia: saperde, capnodi, Poeclionata, larve lignivore e
foglicole, macchie delle foglie dovute a funghi, ruggini dovute a Melampsora,
cancro causato da Hypoxylon.
PICEA ABIES, Abete rosso comune, Sin. lat.: Picea excelsa, Sin. Ital.: Albero di
Natale, peccio, abete di Norvegia.Fam.: Pinacee
Come già accennato, in Val Brunone si trovano numerose abetine piantate circa
20-30 anni fa dalla forestale o da gente del luogo che immigrati in Svizzera hanno
portato in Valle questa pratica forestale (I.Salvi; 2003). Le abetine principali sono
quelle sotto la villa Baracchi e in corrispondenza del Bel Coster (la più vecchia),
sul versante destro a circa metà valle e in prossimità dell’apice del parco, sotto
Pradegoldi.
Durante la tempesta del 20 luglio 2003, molti esemplari di abeti, quelli maggior
esposti sulle creste, sono stati piegati e molti hanno subito fratture irreversibili.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 76
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Tale fenomeno pur essendo stato drastico, può permettere l’introduzione nelle
abetine di specie nobili così da spezzare la continuità di questo tipo di coltura.
L’abetina, infatti, pur fornendo un habitat ideale per scoiattoli e ghiri non permette
lo sviluppo di un sottobosco variegato e riduce drasticamente la biodiversità
vegetale. Sarebbe utile incentivare la frammentazione di tale coltura, con tagli
mirati che permettano l’inserimento di specie nobili autoctone.
L’abete rosso è una specie montana, rustica, a sviluppo lento nei climi secchi e
caldi. Si adatta a tutti i terreni. Alle basse altitudini i giovani soggetti sono sensibili
alle gelate tardive. Moltiplicazione per seme.
Patologie possibili: molto sensibile alla malattia dell'anello dovuta al poliporo della
betulla (cuore rosso) e alla cocciniglia dell'abete rosso. Inoltre P. abies ospita il
grande punteruolo del pino, il Nematus dell'abete rosso, l'Armillariella melIea,
l'Herpotrichia nigra.
L’abete rosso è un’importante essenza forestale in tutta Europa. Numerose sono
le sue utilizzazioni: ebanisteria, falegnameria, industria della carta, liuteria,
carpenteria, paleria.
Specie affine: P. orientalis.
PINUS STROBUS, Pino strobo, Sin. ital.: Strobo, pino di Weymouth. Fam.:
Pinacee.
In Val Brunone questa conifera è concentrata solo in aree ristrette (versante
destro), dove è stata piantata circa 30 anni fa.
Preferisce terreni ricchi e freschi, ma si adatta ai suoli poveri e ingrati, fatta
eccezione per quelli troppo argillosi, pesanti e troppo umidi. Specie piuttosto
calcifuga. Sopporta la siccità e il freddo. Può vivere in alti piani ombreggiati.
Longevità: 200 anni circa. Moltiplicazione per seme.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 77
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Patologia: È sensibile al rosso crittogamico degli aghi, alla ruggine vescicolosa dei
pini a 5 aghi e alla malattia delle strie rosse delle foglie.
Utilità: Bella specie ornamentale. Essenza forestale importante, molto impiegata
per rimboschimento in Italia settentrionale. Legno facile da lavorare, ma poco
resistente, usato in falegnameria, cassetteria, compensati e soprattutto per trarne
pasta da carta.
Specie affini: P. wallichiana.
PINUS CEMBRA, Pino cembro, Sin. Ital.: Pino delle Alpi, cembro, cirmolo.
Fam.:Pinacee.
Pino della fascia subalpina, presente fra i 1500 e i 2500 m di altitudine, molto
resistente alle condizioni più rigide e perciò noto anche col nome di guardiano dei
ghiacciai. Rustico in pianura ma poco presente. Sviluppo lento. Longevità
superiore ai 500 anni. Moltiplicazione per seme.
Patologia: Rosso crittogamico degli aghi, ruggine vescicolosa dei pini a 5 aghi.
Utilità: Specie forestale d'altitudine, che fornisce un legno di buona qualità
utilizzato nella fabbricazione di mobili, sculture, costruzioni varie. I grossi semi,
commestibili, sono impiegati in confetteria e pasticceria.
Specie affine: P. peuce.
3.7.2 Formazioni arbustive
La presenza delle specie arbustive varia a seconda della posizione in Valle;
nella parte alta è facile riscontrare un’elevata densità di sottobosco, che in alcuni
casi è impenetrabile, mentre sul medio versante e nel fondo valle si fa molto più
rado.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 78
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Le specie arbustive più diffuse: Corylus avellana, Crataegus monogyna, Cornus
sanguinea, Cornus mas, Ilex aquifolium, Rhamnus frangula, Ruscus aculeatus,
Sambucus nigra, Eunymus europaeus, Clemantis vitalba; e compaiono in modo
accessorio: Cratagegus oxyacantha, Ligustrum vulgare, Rosa arvensis, Celtis
australis.
Si propone una descrizione delle specie arbustive presenti in Valle:
SAMBUCUS NIGRA, Sambuco nero, Sin. ital.: Sambuco comune. Fam.:
Caprifogliacee.
Specie propagata dall'uomo, che gradisce le posizioni fresche: siepi, cespugli,
sponde (talora invadente). In Val Brunone la si trova spesso nelle aree di
neoformazione. Longevità: circa 50 anni. Moltiplicazione per seme e talee.
Descrizione: Alt. mass.: 8 m. Chioma ampia e cima arrotondata. Foglie opposte,
composte di 5-7 foglioline ovali e seghettate. Lembo verde scuro e glabro, salvo
che sulla pagina inferiore lungo le nervature. Emana odore sgradevole se
stropicciato. Gemme coniche, molto divaricate rispetto ai rami. Fiori piccoli, bianchi
(maggio-giugno), fortemente odorosi, riuniti in corimbi espansi, ombrelliformi. Frutti
globulosi neri e brillanti, succosi, maturi in settembre. Corteccia grigia verdastra,
che si fessura in creste sugherose, bianco giallastre. Presenza di abbondante
midollo bianco all'interno dei rami giovani.
Patologia: Mosaico del fogliame, afidi, Armillariella mellea.
UtIlità: Specie qua e là coltivata per le sue proprietà terapeutiche e i suoi numerosi
usi nella medicina popolare (lassativo, emostatico, diuretico).
Specie affine: S. racemasa.
CORNUS SANGUINEA, Sanguinello, Sin. itai.: Olivo di Normandia, sanguinella.
Fam.: Coriacee
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 79
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Pianta arbustiva presente in gran parte del monumento naturale, alto 1-4 ma
sovente in densi cespi, preferisce i suoli calcarei e alluvionali possibilmente in
piena luce. Sopporta i grandi freddi. Longevità: circa 30 anni. Si riproduce per
seme, divisione dei cespi e polloni.
Le foglie sono rose dalle larve dell'Argus verde. Può ospitare il Phellinus nigricans.
I legno è utilizzato in cesteria e per foggiare manici di utensili, spiedi e talora per
fare polvere da caccia. Dai frutti si estraeva un olio per illuminazione (lucignoli).
Pianta medicinale tossica.
Specie affine: C. mas.
CORNUS MAS, Corniolo. Fam.: Coriacee
Arbusto diffuso nell’area di studio, distribuita maggiormente in suoli rocciosi,
secchi e calcarei; sopporta i grandi freddi e ed molto longeva ( alcuni secoli).
Si distingue dal sanguinello per l’emissione di fiori gialli, riuniti in ombrelle che
sbocciano da gruppi di boccioli globulosi (Febbraio-marzo), prima della emissione
delle foglie.
E’ utilizzata come pianta ornamentale, per legno duro, a grana fine, rossastro,
molto resistente (manici di utensili, scale, pezzi per ingranaggi e per lavorazione al
tornio). Frutti commestibilI: confetture e acquavite, e freschi come dessert. Pianta
medicinale (febbrifuga, astringente) e mellifera.
Specie affine: C. sanguinea.
CRATAEGUS MONOGYNA, Biancospino, Sin. lat.: Crataegus oxyacantha var.
monogyna, Sin. ital.: Ciriegiuoli. Fam.: Rosacee
Specie rustica, presente in Val Brunone nello strato arbustivo, soprattutto sul
medio versante; è assente nel suoli troppo acidi. Longevità: 500 anni.
Moltiplicazione per seme e innesti.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 80
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Patologia: Specie sensibile al fuoco batterico e al vischio.
Viene coltivato sia Isolato sia in siepi vive (fiori abbondanti olezzanti). Legno bruno
rosso e duro. Frutti ricchi di vitamina C, che possono essere consumati in
confetture e gelatine. Pianta medicinale (calmante e febbrifugo).
Specie affine: C. oxyacantha.
RHAMNUS CATHARTICUS, Spino cervino, Sin. tal.: Ramno purgative. Fam.:
Ramnacee.
Arbusto presente in quantità limita in Val Brunone; preferisce i suoli calcarei, sia
secchi sia umidi. Resiste a lunghi periodi di siccità e ai grandi freddi. Longevità:
circa 100 anni. Moltiplicazione per seme.
Patologia: Variegatura bianca, cocciniglie.
Viene utilizzata per siepi spinose. Possiede n legno bruno-rossastro, omogeneo e
duro (per tornitura, intarsio, fabbricazione di bastoni). Frutti usati in tintoria e
pittura. Pianta medicinale, i frutti e la corteccia sono purgativi drastici.
ILEX AQUIFOLIUM, Agrifoglio, Sin. lat.: Aquifolium vulgare., Sin. ital.: Alloro
spinoso, aquifoglio. Fam.: Aquifogliacee
Specie rustica che si adatta a tutti i suoli non eccessivamente calcarei. Preferisce
una posizione ombreggiata e fresca nelle regioni calde e piena luce altrove. Pianta
longeva più di 200 anni. Moltiplicazione per seme, talee, margotte e innesti per le
cultivar.
Patologia: Variegatura infettiva delle foglie, minatrice dell'agrifoglio, marciume
radicale.
Albero ornamentale per siepi potate. Legno utilizzato in ebanisteria, intarsio e per
la fabbricazione di piccoli oggetti. Pianta medicinale (febbrifuga, diuretica,
emetica) e mellifera. Resiste all'inquinamento
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 81
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RHAMNUS FRANGULA, Frangola, Sin. lat.: Frangula alnus, Sin. ItaI.: Ontano
nero, legno nero. Fam.: amnacee
Specie comune nei terreni umidi argillosi, torbosi e per lo più acidi, è diffusa lungo
il margine del torrente Brunone e degli affluenti secondari; indifferente al clima. Ha
una longevità di circa 30-50 anni. Rinnovamento delle ramificazioni partendo da
numerosi polloni. Moltiplicazione per seme e polloni.
Patologia: alcuni polipori.
Arbusto che può costituire siepi nelle regioni umide. Legno omogeneo, rossastro,
era diffuso l’uso nell'industria dei panieri e per preparare la polvere da caccia e il
carbone di legno. Carboncini da disegno, sostegni per piante. Pianta mellifera e
medicinale (purgativa, combatte la scabbia).
EUONYMUS EUROPAEUS, Fusaggine, Sin. ital.: Berretto da prete, corallini.
Fam.: Celastracee
Preferisce i suoli calcarei freschi, limosi, ghiaiosi secchi. Longevità: circa 50 anni.
Moltiplicazione per seme.Si sviluppa altrettanto bene sia alla luce sia in posizione
ombreggiata. In Val Brunone è molto diffusa nel sottobosco con scarsa presenza
di luce. Longevità: 80-100 anni. Moltiplicazione per seme, talee e margotte.
Patologia: Oidio, afidi, iponomeuta.
Arbusto ornamentale: siepi, masse cespugliose, il legno entra nella fabbricazione
di vari piccoli oggetti. Carboncini da disegno. Frutti velenosi, purgativi ed emetici, il
tegumento dei semi si utilizza per preparare una tintura usata per colorare i
cosiddetti cuoi marocchini. Conta numerose varietà ornamentali.
CELTIS AUSTRALIS, Bagolaro, Sin. Ital.: Spaccasassi, parlaro, loto egizio. Fam.:
Ulmacee.
Il bagolaro è una termofila che gradisce i climi caldi e i suoli calcarei e rupestri.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 82
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In Val Brunone la si può trovare sul medio versante, anche in condizioni di luce
critica. Cresce bene in condizioni più fresche, ma teme i suoli troppo umidi e gli
inverni rigidi, almeno durante il periodo giovanile. Longevità: 500-600 anni.
Moltiplicazione per seme, talee e innesti.
Patologia: Marciume del legno causato da polipori. È soggetto a una virosi che ne
ingiallisce le foglie senza però provocare la morte della pianta.
Il suo legno è usato spesso per la falegnameria (manici di utensili, bastoni, raggi
per ruote di carri, manici per fruste). I rami con le foglie servono come foraggio per
il bestiame. Specie medicinale (contro le dissenteria). Radici e corteccia
forniscono una tintura gialla.
Specie affine: C. occidentalis.
3.7.4 Formazioni erbacee
In Val Brunone sono presenti una grande varietà di specie erbacee; iniziando dalle
erbacee presenti nel bosco misto si è reso necessario suddividerle per la tipologia
ambientale che occupano secondo un criterio fitosociologico considerando le
formazioni arboree che esse accompagnano.
Le tipologie individuate sono:
- Zone boschive con substrato umido: nei pressi dei torrenti, con scarsa
illuminazione insieme a ontano bianco, acero montano, frassino e carpino
troviamo: Tussilago fanfara, Equisetum arvense, Phyllitis scolopendium,
Pteridium aquilinum, Galantus nuivalis, Helleborus viridis, Hepatica nobilis e
muschi per i quali non si è ricorsi all’identificazione.
- Zone boschive di medio versante: con media-scarsa illuminazione sottobosco
più o meno rado, in consorzi a base di carpino, frassino, farnia, aceri montano
e campestre, tiglio troviamo le seguenti specie erbacee: Allium oleraceum,
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Ciclamen europaeum, Convallaria majalis, Eriythronium dens-canis, Hedera
helix, Galantus nuivalis, Helleborus niger, Helleborus viridis, Hepatica nobilis,
Poligonatum multiflorum, Primula vulgaris, Tussilago farfara.
- Ai margini del bosco misto: insieme e carpino, frassino, farnia, aceri
(montano e campestre) e tiglio sono presenti: Aliara petiolata, Anemone
nemorosa, Aruncus dioicus (questa specie si trova spesso ai margini delle
abetine), Cytisus scoparius, Colutea arborescens, Crocus albiflorus,
Fragaria viridis, Geranium robertianum, Hedera helix, Hepatica nobilis,
Helleborus niger, Hepatica nobilis, Melittis melissophyllum, Narcisus
poeticus, Primula vulgaris, Rubus idaeus, Salvia glutinosa, Silene
vulgaris, Vincetoxum hirudinaria.
3.7.5 Prati e aree di neoformazione
I tipi di prati più diffusi in Val Brunone sono il pascolo in abbandono e i prati a
sfalcio semi-abbandonati. L’abbandono della pratiche di sfalcio ha fatto si che
queste formazioni si arricchissero di specie nuove e quindi si instaurasse un
nuovo ciclo evolutivo che porta al bosco. Sulle cartine della vegetazione è
possibile localizzarli precisamente, infatti i prati si trovano sempre dove è presente
una cascina o una stalla, a ragione della funzione colturale o di pascolo che
avevano in passato.
In base alla tipologia individuata si propone un elenco delle essenze erbacee in
esse presenti:
- Boschi di neo-formazione: insieme a giovani esemplari di robinia, sambuco,
biancospino, carpini, cornioli, aceri, frassino troviamo: Aegopodium podagraria,
Bellis perennis, Cytisus scoparius, Cynosurus cristatus, Dactylis glomerata,
Daucus carota, Festuca pratensis, Fragaria viridis, Geranium robertianum,
Hedera helix, Lamium album, Lotus corniculatus, Pastinaca sativa, Silene
vulgaris, Rubus idaeu, Vincetoxum hirudinaria.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 84
Valle Imagna Provincia di Bergamo
- Prati da sfalcio: esistono all’interno dei confini del parco ma soprattutto al di
fuori, prati in cui si procede allo sfalcio delle erbe per la fienagione; in essi
troviamo le essenze tipiche di questa forma di coltura che tuttavia resta poco
diffusa all’interno del Monumento. Tra le graminacee più diffuse vanno
ricordate: Avenula pubescens, Bromus racemosus, Cynosurus cristatus,
Dactylis glomerata, Festuca pratensis, Festuca rubra, Holcus lanatus, Poa
pratensis, a cui si associano le fioriture di: Bellis perennis, Conium maculatum,
Geranium pratense, Leucanthemum vulgare, Lotus corniculatus, Medicago
sativa, Plantago lanceolata, Trifolium pratense, Trifolium repens, Taraxacum
officinale e tra le ombrellifere: Aegopodium podagraria, Angelica sylvestris,
Daucus carota, Pastinaca sativa.
- Margini dei sentieri e di percorsi carrabili: le piante di queste zone, quando
non vi sono alberature, vengono sottoposte a intensa luminosità, inoltre il
drenaggio dell’acqua piovana è molto rapido; sono essenze spesso perenni,
fornite di stoloni adattate a condizioni di frequente calpestio. Tra esse
ricordiamo: Aegopodium podagraria, Aruncus dioicus, Centaurea jacea,
Daucus carota, Fragaria viridis, Lamium album, Leucanthemum vulgare,
Medicago sativa, Melittis melissophyllum, Myosotis selvatica, Oenthera
biennis, Plantago lanceolata, Potentilla reptans, Silene vulgaris, Taraxacum
officinale. A queste specie se ne aggiungono altre provenienti dagli ambienti
circostanti, in formazioni effimere la cui composizione dipende dalla struttura
del substrato.
3.7-6 I castagneti
La diffusione del castagno in Val Brunone è di origine antropica e rispecchia il
grande utilizzo, in passato, per scopi alimentari, per la produzione di paleria e
legna da ardere. Castanea sativa è presente in Val Brunone sul medio versante
sinistro e nella parte alta del Monumento, lo si può trovare anche sul medio
versante destro; tuttavia in entrambi i casi, in proporzioni molto differenti con le
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 85
Valle Imagna Provincia di Bergamo
altre specie arboree, da pochi individui a popolamenti quasi puri. La specie è infatti
in grado di sopportare un ampio intervallo di valori di piovosità, non tollera suoli
troppo umidi, infatti è praticamente assente lungo il corso del torrente Brunone;
gradisce buona esposizione e suolo acido, mentre è sfavorita da elevati tenori di
calcio.
Le aree in cui la densità dei castagni è alta o dove si uniscono ad altre specie
arboree, si discostano dalle condizioni di naturalità anche nei casi in cui la
struttura si presenti matura.
In questo studio, ai fini dell'inquadramento generale, i boschi in cui il castagno
prevale sono stati interpretati attribuendo un peso maggiore alle specie in grado di
esprimere condizioni potenziali naturali della Val Brunone. L'evoluzione spontanea
del castagneto è diretta verso i boschi naturali precedentemente descritti,
attraverso fasi di progressivo regresso del castagno. La specie ha perso molto
dell'interesse economico riscosso in passato e, quindi, è destinata divenire
marginale o addirittura a soccombere di fronte alla competizione di specie
autoctone o con capacità colonizzante maggiore.
Il declino dell'agricoltura ha portato al regresso dei castagneti e, spesso, i grandi
esemplari, sono stati inglobati nel bosco misto. E’ da segnalare a tal proposito un
grande castagno sul medio versante sinistro, segnalato in cartigrafia.
E’ dimostrano che un tempo queste tipologie erano molto diffuse e tipiche del
paesaggio della Valle Imagna, pertanto è auspicabile un piano di intervento per la
loro salvaguardia non solo per motivi naturalistici ma anche storici.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 86
Valle Imagna Provincia di Bergamo
3.7.7 Le coltivazioni di conifere
Molte aree della Val Brunone sono state rimboscate con conifere, soprattutto
con Picea excelsa ma anche con Larix decidua e Pinus silvestris, Pinus strobus.
La coltivazione di queste piante risale a non più di 50 anni fa a seguito di una
politica forestale ampiamente sostenuta dagli enti pubblici e condivisa dalla
popolazione del luogo. L’abete rosso è sicuramente la specie più diffusa, grazie
alla notevole capacità d’acclimatamento dovuta all’ampia ecologia ed alla rapida
crescita.
All’interno dei confino del Monumento ci sono tre abetine che meritano di essere
citate; si trovano a quote differenti e hanno età differente.
La prima si trova in corris
anche al di fuori del Monum
Piano di Gestione d
Foto: abetina dei Cà Salvi
pondenza del Bel Coster (Villa Baracchi) e prosegue
ento; è la più vecchia e vanta di esemplari alti 30 metri
el Monumento Naturale Valle Brunone 87
Valle Imagna Provincia di Bergamo
e con tronchi con diametro fino a 70 cm. E’ presente a nord-ovest un gruppo di
esemplari di Larix decidua.
La seconda abetina la troviamo salendo di quota e si trova in corrispondenza del
versante idrografico destro; è più giovane e sono presenti molti esemplari di Pinus
silvestris, Pinus strobus.
A cavallo del confine superiore del Monumento, nei pressi di Pradegoldi, su un
versante molto inclinato si trova un’abetina di circa 30-40 anni; la presenza di
piante di sottobosco, pur essendo limitata come in tutti i boschi di conifere, è
maggiore rispetto alle altre due abetine. La flora del sottobosco di queste conifere
non è costituita da specie esclusive di tali comunità ma, in genere, da specie dei
boschi potenziali di tali comunità, sebbene in proporzioni molto modificate e
povere rispetto alle condizioni maturali. Lo strato arbustivo è presente ai margini
delle abetine o dove ci sia uno spiraglio di luce.
Tenendo conto che i boschi di conifere, oltre a non essere autoctone, riducono
drasticamente la biodiversità sarebbe opportuno effettuare dei tagli di apertura che
spezzino la continuità ombrosa di queste piante così da permettere la crescita di
specie nobili come la quercia o altre piante del luogo.
Nonostante questa considerazione di aspetto conservazionistico, è importante
mantenere le abetine, per permettere ai futuri frequentatori del Parco di usufruire
di una maggior variabilità di habitat.
3.7.8 Le specie esotiche
La presenza di specie alloctone in Val Brunone, oltre al caso dell’abete rosso e
delle specie di pini, si può considerare relativamente esigua.
Le specie alloctone presenti sono la robinia, fitolacca, allianto e altre, si possono
considerare esotiche le specie come il castagno, il noce in quanto coltivate in
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 88
Valle Imagna Provincia di Bergamo
passato per motivi di alimentazione. Lungo il versante sinistro esiste un nucleo di
pioppi tremoli, con molta probabilità piantati, dall’uomo.
La robinia si trova in zone dove è stato più intenso il rimaneggiamento antropico:
nelle fasce disboscate di neo-formazione, vicino a abitazioni, cave prati
abbandonati etc.. spesso accompagnata da Acer pseudoplatanus (acero di
monte), Sambucus nigra (sambuco), Fraxinus ornus o Fraxinus excelsior,
Crataegus monogyna (biancospino), Romex crispus (rovo), Jungla regia (noce).
Esemplari di fitolacca sono molto rari, esistono alcuni casi nei pressi di un prato
da sfalcio sul medio versante sinistro (stazione B17). L’allianto, all’interno del
Monumento, è praticamente assente se non nei pressi delle strade e di alcune
abitazioni.
3.7.9 Piante officinalis
In Val Brunone, tra le specie fino ad ora elencate, sono presenti molte specie i
cui principi attivi le rendono utili all’uomo; queste piante in passato erano molto
utilizzate sia per scopi alimentari che medicinali (tisane, infusi, decotti ecc). Oggi
sembra essere tornata la “moda” delle piante officinalis e lo testimonia il continuo
fiorire di libri e manuali che le trattano. Sembra opportuno, quindi citare alcune
delle piante officinalis presenti in Valle, senza entrare nello specifico e negli effetti
curanti che esse procurano
Uno studio più approfondito di queste piante può essere utile per svolgere
attività didattiche, sia per le scuole che per una utenza più adulta: questo elenco
ha la funzione di citarne la presenza nell’area interessata e di auspicarne possibili
e interessanti approfondimenti.
Va ricordato infine che molte di queste sono protette e ne è vietata la raccolta.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 89
Valle Imagna Provincia di Bergamo
NOME VOLGARE NOME SCIENTIFICO
Ilex aquifolium agrifoglio
Taraxacum officinale tarassaco comune
Salvia pratensis salvia pratense
Rubus idaeus lampone/rovo
Helleborus niger elleboro bianco
Helleborus viridis elleboro verde
Fraxinus ornus orniello
Potentilla tormentilla tormentilla
Cornus mas corniolo maschio
Lamium album falsa ortica bianca
Rhamnus frangula frangola comune
Phytolacca decandra fitolacca
Convallaria majalis mughetto
Cratagegus oxyacantha biancospino selvatico
Tilia cordata tiglio selvatico
Tussilago farfara tossilagine comune
Phyllitis scolopendium lingua cervina
Hedera helix edera
Hepatica nobilis erba trinità
Anemone nemorosa anemone di bosco
Castanea sativa castagno
Plantago lanceolata piantaggine maggiore
Ruscus aculeatus pungitopo
Sambucus nigra sambuco comune
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Equisetum arvense equiseto dei campi
Urtica dioica ortica
Jungla regia noce
Conium maculatum cicuta maggiore
Pervinca major pervinca maggiore
Poligonatum multiflorum sigillo di re salomone
Aquilegia vulgaris aquilegia comune
Ranunculus arvensis ranuncolo
3.7.10 Specie protette
Nel seguente paragrafo vengono segnalate le specie protette secondo la
deliberazione della Giunta Regionale n. 18438 del 26 settembre 1978 e
successive modifiche; Legge Regionale 27 luglio 1977 n. 33 (Manuale G.E. V.,
Regione Lombardia; 1998)
Elenco delle specie di flora spontanea in lombardia
(Deliberazione della giunta regionale del 26 settembre n. 18438, modificata e
integrata dalla d.g.r. 27 giugno 1996, n. 15217 e dalla d.g.r. 29 aprile 1997, n.
27984). Le specie segnalate con il simbolo …* presenti in Val Brunone.
-Adiantum capillus-veneris L. (capelvenere)
-Allium insubricum (aglio di Lombardia)
-Anemone L., tutte le specie (anemone)*
-Aqullegia L. tutte le specie (aquilegia)
-Armeria alpina Willd. (armeria alpina, spillone alpino)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 91
Valle Imagna Provincia di Bergamo
-Arunculus dioicus, (barba di capra) tranne in prov. di BG, BS, CR, MN.
-Asphodelus albus (asfodelo bianco)
-Campanula , tutte le specie (campanula)*
-Clematis alpina L., (clematide alpina, atragene alpina)
-Convallaria majalis L. (mughetto)*
-Cyclamen purpurascens (ciclamino)*
-Daphne L., tutte le specie (dafne)*
-Dryas octopetala L. (camedrio alpino)
-Dianthus L., tutte le specie (garofano)*
-Eriophorum L., tutte le specie (pennacchi, erioforo)
-Eritrichium nanum L. (non-ti-scordar-di-me nano, eritrichio)*
-Erythronium dens-canis L. (dente di cane)*
-Fritillaria L., tutte le specie (fritillaria, meleagride)
-Galanthus nivalis L. (bucaneve)*-Gentiana L., tutte le specie (genziana)*
-Gladiolus L., tutte le specie (gladiolo)
-Helleborus niger L. (rosa di natale, elleboro bianco)*
-Ilex aquifolium L. (agrifoglio)*
-lris L., tutte le specie (iris, giaggiolo)*
-Leontopodium alpinum (stella alpina)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 92
Valle Imagna Provincia di Bergamo
-Leucojum aestivum L. (campanellino maggiore, campanellino estivo)
-Leucojum vernum L (campanellino comune, campanellino di primavera)
-Lilium L., tutte le specie (giglio)
-Linnaea borealis L. (linnea)
-Matteuccia struthiopteris L. (felce piuma di struzzo)
-Narcissus poeticus L. (narciso)*
-Nuphar lutea L. (ninfea gialla, nannufero)
-Nymphaea alba L. (ninfea comune)
-Orchidaceae, tutte le specie (orchidee) *
-Osmunda regalis L. (felce regale, felce florida)
-Paeonia officinalis L. (peonia)
-Physoplexis comosa L. (raponzolo chiomoso)
-Polemonium caeruleum L. (valeriana greca)
-Primula L., tutte le specie a fiore rosso (primule a fiore rosso)
-Primula auricula L. (primula orecchia d'orso)
-Pulsatilla Mill., tutte le specie (pulsatilla)
-Rhododendron ferrugineum L. (rododendro ferrugineo)
-Rhododendron hirsutum L. (rododendro irsuto)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 93
Valle Imagna Provincia di Bergamo
-Rhodothamnus chamaecistus L. (rododendro nano, rododendro cistino)
-Ruscus aculeatus L. (pungitopo)*
-Saxifraga L., tutte le specie (sassifraga)
-Sempervivum L., tutte le specie (semprevivo)
-Silene elisabethae (siIene della viceregina)
-Typha L, tutte le specie (lisca)
-Viola calcarata L. (viola calcarata)
-Viola dubyana (viola di Duby)
Sono da considerarsi protetti anche i seguenti frutti del sottobosco:
-Fragaria vesca L. (fragola di bosco)*
-Rubus idaeus L. (lampone)*
-Vaccinium myrtillus L. (mirtillo nero)
-Vaccinium uliginosum L. (mirtillo blu)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 94
Valle Imagna Provincia di Bergamo
3.7.11 Specie di flora protetta di cui e’ vietata la raccolta in provincia di Bergamo.
Si è reso necessario ma, soprattutto utile, segnalare le specie medicinali,
aromatiche o da profumo che possono essere raccolte, quando non siano
comprese tra quelle protette, da chi è in possesso di una autorizzazione rilasciata
dal Sindaco.
Nel presente elenco sono comprese le specie non rilevate in Val Brunone.
Secondo il decreto del presidente della giunta provinciale del 24 maggio 1979, n.
14718 in provincia di Bergamo è vietata la raccolta delle seguenti specie:
-Anemone narcissifolia L. (anemone narcisina)
-Aquilegia alpina L. (aquilegia alpina, aquilegia maggiore)
-Aquilegia einseleana (aquilegia di Einsele)
-Aquilegia thalictrifolia (aquilegia a foglie di pigamo)
-Clematis alpina L. Mill. (clematide alpina, atragene alpina)
-Daphne L., tutte le specie (dafne)*
-Erythronium dens-canis L. (dente di cane)*
-Fritillaria L., tutte le specie (fritillaria, meleagride)
-Gentiana L., tutte le specie (genziana)
-Helleborus niger L. (rosa di natale, elleboro bianco)*
-llex aquifolium L. (agrifoglio)*
-Leontopodium alpinum (stella alpina)
-Lillum L., tutte le specie (giglio)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 95
Valle Imagna Provincia di Bergamo
-Narcissus poeticus L. (narciso)*
-Nigritella Rich., tutte le specie (nigritella)
-Nuphar lutea L. (ninfea gialla, nannufero)
-Nymphaea alba L. (ninfea comune)
-Paeonia officinalls L. (peonia)
-Primula L., tutte le specie a fiore rosso (primule a fiore rosso)
-Primula auricula L. (primula orecchia d'orso)
-Pulsatilla alpina L. (pulsatilla alpina)
-Pulsatilla montana (pulsatilla comune)
-Rhododendron L., tutte le specie (rododendro)
-Ruscus aculeatus L. (pungitopo)*
-Sempervivum L., tutte le specie (semprevivo)
-Silene ellisabethae Jan (siIene della viceregina)
-Typha L., tutte le specie (lisca)
PIANTE AROMATICHE E MEDICINALI A RACCOLTA LIMITATA
-Aconitum napellus L. (Aconito)
-Arnica montana L. (Arnica)
-Artemisia vulgaris L. (Artemisia)
-Antemisia absinthium L. (Assenzio maggiore)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 96
Valle Imagna Provincia di Bergamo
-Lappa major (Bardana)
-Atropa belladonna L. (Belladonna)
-Bryonia diolca Jacq. (Brjonja)
-Acorus calamus L. (Calamo aromatico)
-Matricaria chamomilla L.(Camomilla comune)*
-Carbenia benedicta (Cardosanto)
-Erythraea centaurium (Centaurea minore)
-Conium maculatum L.(Cicuta maggiore)*
-Colchicum autumnale L. (CoIchico)
-Solanum dulcamara L. (Dulcamara)
-Helleborus niger (Elleboro bianco)*
-Inula helenium L (Enula campana)
-Tussilago fadara L. (Farfara)*
-Oenanthe phellandrium L. (Fellandrio)
-Rhamnus frangula L. (Frangula)*
-Artemisia mutellina Vill. (Genepi)
-Gentiana lutea L. (Genziana)
-Hyosciamus niger L. (Giusquiamo)
-Peucedanum ostruthium L. (Imperatoria)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 97
Valle Imagna Provincia di Bergamo
-Hyssopus officinalis L. (Issopo)
-Achillea moschata Wulf. (Iva)
-Lycopodium cIavatum L. (Licopodio)
-Dictamnus albus L. (Limonella)
-Melissa officinalis L. (Melissa)
-Pinus pumilio Haenke (Pino mugo)*
-Teucrium montanum L. (Polio montano)
-Juniperus sabina L. (Sabina)
-Saponaria officinalis L. (Saponaria)
-Rhamnus cathartica L. (Spincervino)*
-Datura stramonium L. (Stramonio)
-Tanacetum vulgare L. (Tanaceto)
-Taraxacum officinale, (Tarassaco)*
-Tilia species, (Tiglio)*
-Thymus vulgaris L. (Timo volgare)
-Valeriana officinalis L. (Valeriana)*
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 98
Valle Imagna Provincia di Bergamo
3.7.12 Elenco floristico delle specie presenti in val brunone
Si propone un elenco delle specie botaniche censite in Val Brunone e ritenute
potenzialmente presenti; viene segnalato, inoltre il luogo di raccolta e, in alcuni
casi, il periodo di fioritura.
Note:
- il simbolo § sta ad indicare che la specie è tipica della fitoassociazione del
carpineto
- la sigla “gr.” e “ombr.” Indica rispettivamente : graminacea e ombrellifera
ARBOREE
NOME SCIENTIFICO NOME VOLGARE
Acer pseudoplatanus acero di montagna
Acer campestre acero oppio
Alnus incana ontano bianco
Alnus glutinosa ontano comune
Carpinus betullus carpino comune
Castanea sativa castagno
Fraxinus excelsior frassino maggiore
Fraxinus ornus orniello
Larix decidua larice
Jungla regia noce
Robinia pseudiacacia robinia
Ostrya carpinifolia carpino nero
Quercus robur farnia
Quercus pubescens roverella
Picea abies/excelsa abete rosso
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 99
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Pinus cembra pino cembro
Pinus pumilo pino mugo
Pinus strobus pino strobo
Populus tremula pioppo tremoulo
Prunus avium cigliegio
Sorbus aucuparia sorbo degli ucellatori
Sorbus aria sorbo montano
Tilia cordata tiglio selvatico
Tilia platyphyllos tiglio comune
Ulmus campestris olmo comune
Ulmus glabra olmo di montagna
ARBUSTIVE
NOME SCIENTIFICO NOME VOLGARE
Celtis australis bagolaro
Clemantis vitalba clemantide vitalba
Corylus avellana nocciolo
Crataegus monogyna biancospino comune
Cratagegus oxyacantha biancospino selvatico
Cornus sanguinea corniolo sanguinello
Cornus mas corniolo maschio
Eunymus europaeus fusaggine
Ilex aquifolium agrifoglio
Ligustrum vulgare ligustro
Rhamnus frangula frangola comune
Rosa arvensis rosa selvatica
Ruscus aculeatus pungitopo
Sambucus nigra sambuco comune
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 100
Valle Imagna Provincia di Bergamo
NOME SCIENTIFICO NOME VOLGARE MESE LUOGO
Achillea millefolium millefoglio prato
Aegopodium podagraria girardina silvestre sentiero
Ajuga reptans iva comune maggio prato
Aliara petiolata aliara comune maggio bosco/margini
Allium oleraceum § aglio selvatico maggio bosco
Allium ursinum aglio orsino bosco
Anemone nemorosa anemone di bosco bosco/margini
Angelica sylvestris angelica selvatica prato
Aquilegia vulgaris §* aquilegia comune margini
Aruncus dioicus barba di capra bosco/abetina
Asarum auropaeaum § baccaro comune bosco
Avenula pubescens gr avena pubescente prato
Bellis perennis pratolina comune prato
Betonica officinalis §* erba betonica margini
Brachypodium sylvaticum § gram paleo silvestre bosco
Bromus racemosus gr forasacco palustre prato
Calendula arvensis §* calendula prato
Centaurea jacea fiordaliso stoppone prato/sentiero
Ciclamen europaeum ciclamino agosto bosco
Cynosurus cristatus gr covetta dei prati prato
Cytisus scoparius ginestra dei carbonai margini
Colutea arborescens vesicaria margini
Coronilla emerus § cornetta dondolina margini
Conium maculatum cicuta maggiore prato
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 101
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Convallaria majalis mughetto boschi
Crocus albiflorus crocus alpino marzo bosco/margini
Cruciata glabra Crociata bosco
Dactylis glomerata gr erba mazzolina prato
Daphne mezereum §* fiore di stecco bosco
Daucus carota carota maggio prato/senieri
Equisetum arvense equiseto dei campi torrenti
Erigeron acris caespica acre prato
Eriythronium dens-canis dente di cane marzo bosco
Eunymus europaeus §* fusaria comune bosco
Festuca pratensis gr festuca dei prati prato
Festuca rubra gr festuca rossa prato
Fragaria viridis fragola verde margini
Galantus nivalis bucaneve bosco
Geranium pratense geranio dei prati maggio prato
Geranium robertianum geranio di S. Roberto maggio prato/margine
Hedera helix § edera bosco/rocce
Helianthenum nummularium §* eliantemo maggiore prati
Helleborus niger elleboro bianco marzo bosco
Helleborus viridis elleboro verde marzo bosco
Hepatica nobilis erba trinità marzo bosco
Holcus lanatus gr bambagione pubescente
Knautia arvensis §* ambretta comune
Lamium album falsa ortica bianca sentieri/margine
Leucanthemum vulgare margherita tetraploide maggio prato/sentiero
Leucojum bernum §* campanella comune margini/prato
Linum catarticum** lino purgativo maggio prato
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 102
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Lonicera xylosteum § caprifoglio peloso bosco
Lotus corniculatus ginestrino maggio prato
Matricaria chamomilla camomilla comune prato
Medicago sativa erba medica prato
Melica nutans gram § melica delle faggete bosco/margini
Melittis melissophyllum § erba limone comune bosco/margine
Myosotis sylvatica nontiscordardimé prato/sentiero
Narcisus poeticus narciso selvatico marzo margini
Pastinaca sativa pastinaca comune giugno prato
Pervinca major pervinca maggiore bosco
Phyllitis scolopendium lingua cervina torrenti
Phyteuma orbiculare §* raponzolo orbiculare
Phytolacca decandra fitolacca prato/margini
Pimpinella major tragoselino maggiore
Plantago lanceolata piantaggine maggiore sentieri
Poa pratensis gr fienarola dei prati prato
Poligonatum multiflorum sigillo di re salomone bosco
Potentilla alba §* cinquefoglia bianca
Potentilla tormentilla §* tormentilla
Potentilla reptans cinquefoglia prato/margini
Prenanthes purpurea § lattuga montana bosco
Primula vulgaris § primula comune marzo bosco/marg/prato
Pteridium aquilinum felce acquilina zone umide
Pulmonaria officinalis § polmonaria maggiore bosco
Ranunculus arvensis ranuncolo margini
Rubus idaeus § lampone/rovo margini/prati.abb
Rumex crispus romice crespo maggio prato
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 103
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Salvia glutinosa § salvia viscosa bosco/margini
Salvia pratensis salvia pratense prato
Scilla bifola §* scilla silvetris
Silene vulgaris silene rigonfia maggio prato/margini
Sisymbrium officinale erba cornacchia prato
Tamus communis §* tamaro bosco
Taraxacum officinale tarassaco comune prato
Tussilago farfara tossilagine comune marzo torrente/bosco
Trifolium campestre trifoglio campestre prato
Trifolium pratense trifoglio pratense prato
Urtica dioica ortica prat/margini
Vinca minor §* pervinca minore bosco
Vincetoxum hirudinaria vincetossico comune giugno bosco/marg.
Viola odorata viola mammola bosco
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 104
Valle Imagna Provincia di Bergamo
3.8 ASPETTI FAUNISTICI
3.8.1 Elenco faunistico
Per realizzare l’elenco faunistico della Val Brunone si è reso effettuare
escursioni sul campo, prelievi di campioni di escrementi, segnalazioni di tracce e
in molti casi di osservazioni dirette della fauna del luogo.
Si è reso molto utile intervistare gli abitanti e cacciatori del luogo che attraverso
le loro segnalazioni hanno permesso di rendere attendibile questo studio, che
tuttavia necessita un approfondimento soprattutto per quanto riguarda la
distribuzione e la densità di tale fauna.
Nel caso in cui non si hanno avuto segnalazioni ne dal sottoscritto ne da altre
persone si è reso necessaria la consultazione della bibliografia disponibile, le carte
delle vocazioni faunistiche per verificare la potenzialità dell’areale studiato.
3.8.2 Rettili
La Valle Imagna ospita una discreta varietà di rettili, gia segnalati da studi
precedenti. La Val Brunone è molto umida e con un’abbondante copertura
fogliare. I rettili avvistati si trovavano in zone ben esposte, nelle aree di neo-
formazione e nei pressi delle cascine dove è abbondante la presenza di pietre e
ciottoli.
Nei pressi del confine superiore del Monumento, sopra Prato del Sole è
presente una area ricca di pietrame (conosciuta dalla popolazione locale come
Caraine) ben esposta al sole e che ospita le condizioni ideali per serpenti e sauri.
Molti di quelli segnalati qui di seguito sono stati avvistati in questa zona, e si è
ritenuto considerarli facenti parte dell’elenco faunistico della Val Brunone. Per altri
rettili descritti invece, si ipotizza la loro presenza in seguito alla consultazione della
carta di distribuzione.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 105
Valle Imagna Provincia di Bergamo
SERPENTI
-Coluber viridiflavus (biacco)
Serpente diffuso in buona parte dell’Europa settentrionale, è stato segnalato in
studi sulla fauna Valdimagnina (Maconi G.e Bugada G. 1988), e ci sono state
segnalazioni in Val Brunone. Si trova in un’ampia varietà di ambienti
principalmente asciutti e ricchi di vegetazione, quali declivi rocciosi isolati, margini
di boschi, macchie, zone cespugliose e ruderi. Si trova fino a 1500 metri di altezza
ed è spesso numeroso; singoli individui stanno spesso in un areale molto ristretto.
Si nutre di piccoli rettili, uccelli, uova, nidiacei, rane. Abitudini diurne.
-Elaphe longissima (saettone)
La Valle Imagna e quindi la Val Brunone rientra nell’areale di distribuzione del
saettone; nonostante non ci siano state segnalazioni, si ipotizza che sia presente
all’interno del Monumento.In Lombardia lo si può incontrare fino ai 1800 metri
s.l.m., solitamente in zone aride come boschi aperti, soleggiati, asciutti, nella
vegetazione cespugliosa ma anche su vecchi muri e ruderi.
-Natrix natrix (biscia dal collare)
La Valle Imagna è all’interno dell’areale di distribuzione di questo serpente, che
vive in ambienti umidi e vicino all’acqua. A differenza di altre Natrix (N.maura,
N.tessellata), N.natrix è meno acquatica e può adattarsi alla mancanza di veri e
propri bacini di acqua ferma. Non ci sono state segnalazioni certe della sua
presenza, ma si può ipotizzare che il basso corso del fiume Brunone, possa
essere un suo habitat idoneo.
-Coronella austriaca (colubro liscio)
Colubro molto diffuso in tutta Europa, si trova dal livello del mare fino a oltre i
1800 metri dove tende ad essere montana. Per quanto concerne la Val Brunone
va segnalato che è stato rinvenuto un esemplare deceduto per investimento
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 106
Valle Imagna Provincia di Bergamo
stradale lungo la strada che da Capassero porta a Berbenno. Serpente diurno e
piuttosto riservato che risiede in vari ambienti soleggiati e aridi (pietraia sopra il
confine del Monumento). Si trova anche, ma raramente, in ambienti umidi. Si nutre
prevalentemente di lucertole e di orbettini. Specie ovovivipara.
-Vipera berus (marasso)
Si trova in gran parte dell’Europa estendendo il suo areale a nord fino a oltre il
Circolo Artico e a sud fino alla Spagna Nord-occidentale. Serpente dal siero
velenoso è ben conosciuto in Valle Imagna; lo si trova in una grande varietà di
ambienti come boschi aperti, in radure, margini boschivi ma anche in aree umide.
Si nutre di piccoli mammiferi e di altri rettili, come lucertole e orbettini. Il suo veleno
è piuttosto potente, sebbene i suoi morsi non siano così pericolosi come quelli di
V.aspis.
-Vipera aspis (vipera comune)
Vipera diffusa in gran parte d’Europa è conosciuta per il suo potente veleno che
può essere letale per l’uomo. Tendenzialmente diurna può avere abitudini
notturne quando il clima lo permette. Spesso si trova in ambienti aridi,
specialmente pendii aperti e asciutti ma si spinge fino alle zone umide. In Val
Brunone è certa la sua presenza.
SAURI
-Lacerta viridis (ramarro)
Distribuito in buona parte dell’Europa, in Valle è stato avvistato un esemplare
nei pressi del confine superiore del Monumento (Pietraia, Riva M. 2003). Si trova
tipicamente in aree con densa vegetazione e buona esposizione al sole o nei
pressi, per esempio in boschi aperti, lungo i margini o nei roveti. A sud dell’area di
distribuzione, è spesso confinata ad ambienti umidi o a zone montuose, dove può
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 107
Valle Imagna Provincia di Bergamo
spingersi oltre i 1800 metri. Si nutre di invertebrati ma anche di frutti, uova e
nidiacei e piccoli uccelli.
-Lacerta vivipara (lucertola vivipara)
Presente in gran parte d’Europa, è assente in Scandinavia artica, Inghilterra e
Irlanda e nell’area mediterranea. In Valle Imagna è moltodiffusa; è stata
segnalata in varie occasioni e documentata in studi sulla fauna della Valle (Maconi
G.e Bugada G. 1988). Lucertola essenzialmente del suolo, necessita di un
ambiente particolarmente umido. Tipicamente rilevabile nell’erba o nella
vegetazione erbacea fitta. In Lombardia la si può osservare in boschi aperti, lungo
i margini dei boschi. La Lacerta vivipara da alla luce piccoli completamente
sviluppati.
-Podarcis sicula (lucertola campestre)
Diffusa in Italia, presenta molteplici varietà; in Valle magna è presente la varietà
tipica del nord Italia (disegno a strisce). Non si hanno avuto segnalazioni precise
sulla sua presenza in Val Brunone; in ogni caso l’area di studio presenta le
condizione per il suo sviluppo.
-Anguis ragilis (orbettino)
Sauro molto diffuso in Lombardia, si trova in quasi tutto il continente europeo. In
Val Brunone sono stato osservati alcuni esemplari nei pressi di cascine in aree
non troppo esposte al sole (prima cascina sul versante sinistro idrografico, Riva M.
2003). Infatti l’orbettino preferisce habitat ricchi di vegetazione e piuttosto umidi
ma è rinvenibile anche in pascoli, lungo le siepi e sui terrapieni. Ha abitudini
crepuscolari e per scovarlo di giorno è necessario sollevare massi, fogliame pietre
piatte sotto i quali trova rifugio e si termoregola.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 108
Valle Imagna Provincia di Bergamo
3.8.3 Anfibi
La Val Brunone è un’area relativamente umidità e con una presenza costante di
acqua nel torrente; questo crea le condizioni ideali per lo sviluppo di alcuni anfibi.
Nonostante questo mancano delle vere e proprie pozze di acqua ferma; questo
rende meno probabile la presenza di alcune specie che invece necessitano di tali
condizioni per poter deporre le uova e svolgere alcune delle funzioni vitali.
Verranno qui di seguito descritte alcune specie di anfibi potenzialmente
frequentatrici della Valle; alcune, di cui si conosce la presenza certa, verranno
trattate in modo più approfondito.
foto: esemplare adulto di Rana temporaria
URODELI
-Salamandra salamandra (salamandra pezzata)
I Distribuzione: Europa centrale, meridionale e orientale; Africa nordorientale e
parte dell'Asia sudorientale. In Val Brunone è certamente la specie di anfibi più
osservata, in quanto già dal mese di febbraio, sono presenti nei torrenti (Brunone
e valletta laterale) i giova girini. Sono stati osservati esemplari adulti nella valletta
laterale. Solitamente si trova soprattutto nelle foreste, in zone collinose o
montuose (fino a 200 m a sud dell'areale, ma è più comune al di sotto degli 800 m
nelle Alpi). Quasi esclusivamente terragnola di ambienti umidi e raramente
rinvenibile in zone lontane dall'acqua. Strettamente notturna, di giorno si incontra
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 109
Valle Imagna Provincia di Bergamo
frequentemente dopo la pioggia. Si muove molto lentamente. raramente si nutre a
una distanza superiore a qualche metro dal suo rifugio diurno. Eccezionalmente
può essere acquatica alle alte quote. È protetta da un'abbondante secrezione
tossica della cute che irrita la bocca e gli occhi dei predatori: i colori brillanti del
corpo hanno funzione di avvertimento. I piccoli possono venire alla luce
completamente sviluppati alle alte quote e nella maggior parte della penisola
iberica.
-Tritus cristatus ( tritone crestato)
Anfibio diffuso in quasi tutta Europa; lo si può trovare in acqua anche tutto
l’anno, sebbene in molte parti della sua distribuzione, divenga terragnolo al di fuori
della stagione degli amori. La sua presenza in Val Brunone oggi è incerta, in
quanto predilige le acque ferme.
-Tritus vulgaris (tritone punteggiato)
La Valle Imagna e quindi la Val Brunone rientrano nell’areale di distribuzione di
questo anfibio. Ha abitudini più terragnole degli altri tritoni, lo si può trovare in aree
boscose non troppo ombreggiate. Non si hanno segnalazioni certe, ma è
potenzialmente presente.
ANURI
-Bombina variegata (ululone dal ventre giallo)
Diffuso in gran parte dell’Europa meridionale e centrale; in Val Brunone era
sicuramente presenta 20 fa (Salvi I. 2003), attualmente non si ha la certezza che
sia presente all’interno del Monumento; resta il fatto che la Val Brunone ospita le
condizioni per il suo sviluppo. Prevalentemente diurno sebbene spesso attivo
anche di notte, vive in una varietà di ambienti acquatici di solito poco profondi: rive
di fiumi, pozze, piccole sorgenti e perfino nei solchi di pozzanghere.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 110
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Essenzialmente acquatico e spesso socievole, molti si possono trovare insieme in
piccoli specchi d'acqua. Rospo vivace,
-Bufo bufo (rospo comune)
E’ il rospo sicuramente più diffuso in tutta la Lombardia, si trova nella maggior
parte d’Europa ad eccezione di qualche area (Irlanda, Corsica, Sardegna, Baleari,
Malta, Creta). Si trova in una grande varietà di ambienti, spesso piuttosto asciutti.
Prevalentemente notturno, si nasconde durante il giorno in un rifugio abituale ed
esce al crepuscolo. Per la riproduzione necessita di acque ferme, pozze. La sua
presenza in Valle è stata segnalata per l’osservazione di un esemplare (Riva M.;
aprile 2003) ma non per le ovature.
-Bufo viridis (rospo smeraldino)
La Valle Imagna e quindi la Val Brunone rientrano nell’areale di distribuzione di
questo anfibio. Non si hanno segnalazioni ne di individui ne di ovature, ma è
potenzialmente presente.
-Hyla arborea (raganella)
La Valle Imagna e quindi la Val Brunone ospitano le condizioni di sviluppo di
questo anfibio; quindi potenzialmente è presente. Non si hanno segnalazioni certe
della sua presenza all’interno dei confini del Monumento Naturale.
-Rana temporaria (rana rossa)
Molto diffusa in gran parte dell’Europa, è stata avvistata in Val Brunone (valletta
laterale, nei pressi del piccolo torrente; Riva M.; 2003). Principalmente terragnola
spesso si trova in acqua solo durante la stagione riproduttiva o lo svernamento.
Abita una gran varietà di ambienti e può essere incontrata in qualsiasi luogo umido
eccettuate le zone perennemente ghiacciate. Tendenzialmente evita le pianure e
si trova spesso ad alte quote anche fino al limite delle nevi. Segnalato esemplare
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 111
Valle Imagna Provincia di Bergamo
adulto (valletta laterale, vedere foto), ovature e girini in una pozza del torrente
Brunone (Riva M. 2003).
-Rana dalmatina (rana agile)
Rana molto diffusa in tutta Europa; in Val Brunone si segnala la presenza
(osservate le ovature; Riva M. 2003). Si trova in boschi umidi, prati paludosi etc.
di solito in ambienti molto umidi.
3.8.4 Mammiferi
Per censire questa classe di animali sono state fatti segnalazioni di vario tipo:
osservazioni dirette, raccolta di escrementi, segnalazioni di orme e tracce e
testimonianze verbali di gente del luogo e cacciatori.
ARYTIODACTYLA
-Capreolus capreolus (capriolo)
In Valle Imagna il capriolo è presente, discretamente diffuso, e viene esercitata il
prelievo venatorio di selezione; Cervide ruminante di piccole medie dimensioni (il
maschio è lungo circa 1 m e alto 75 cm ), ha corna brevi poco ramificate e pelame
di colore bruno-rossiccio che, negli esemplari giovani, presenta delle macchioline
chiare. E’ diffuso in gran parte d’Europa e Asia settentrionale; nelle nostre regioni
ha una buona diffusione, nei suoi confronti viene esercitata la caccia di selezione
(anche in Val Brunone). Sono state avvistate escrezioni, erba pressata per il
riposo (stazione B15; Riva M.; 2003). La sua presenza in Valle è confermata da
cacciatori del luogo (Salvi I., Gotti G.; 2003)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 112
Valle Imagna Provincia di Bergamo
RODENTIA
-Myoxus glis (ghiro)
Roditore lungo circa 16 cm più 13 di coda, dalla pelliccia girgia con parti inferiori
bianche. Buon saltatore e arrampicatore, vive in buona parte dei boschi lombardi;
ha abitudini crepuscolari e notturne e si nutre di semi, frutta, uova, insetti e piccoli
uccelli. Subisce un prolungato letargo. In Val Brunone è presente nei pressi dei
boschi di conifere; tracce di nutrizione (pigne mangiate) lo confermano (Riva M.;
2003).
-Sciurus vulgaris (scoiattolo)
Roditore ottimo arrampicatore con zampe posteriori atte al salto; lungo 25 cm
più 20 di coda, ha pelliccia fulva e abita i boschi di gran parte dell’Eurasia, si nutre
di semi, uova, nidiacei ecc. In Val Brunone sono molto diffusi i segni e le tracce
che questo animale lascia (Riva M.; 2003), come i gusci delle nocciole spezzati a
metà o irregolarmente spaccati, oppure le pigne di abete rosso con le scaglie
strappate in modo regolare e uniforme.
-Apodemus sylvaticus (topo selvatico)
Ratto lungo circa 15-20 cm, diffuso in buona parte della Lombardia, si nutre di
piccoli frutti, uova, insetti, lombrichi: in Valle sono molto diffusi le nocciole con un
foro circolare, testimonianza certa della sua presenza.
-Rattus rattus (ratto nero)
Conosciuto anche come Ratto comune è lungo circa 20 cm con 22 cm di coda;
Con abitudini gregarie, ha una dieta onnivora e sono assai voraci. Non si hanno
segnalazioni ma in Valle è potenzialmente presente.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 113
Valle Imagna Provincia di Bergamo
INSECTIVORA
-Talpa europea (talpa)
Insettivo dal corpo tozzo (lungo circa 17 cm) ha una pelliccia scura e lucida,
naso nudo, zampe provviste di robusti unghielli, atti a scavare. Ha vista ridotta e
odorato molto sviluppato. Vive in galerie scavate in terreni sofici e ricchi di
lombrichi, insetti e larve. In Italia è diffusa soprattutto al Nord. In Valle Imagna è
presente pressoché ovunque e la sua presenza è segnalata dai cumuli di terra che
lascia nei prati. In Val Brunone è stata rinvenuta una talpa deceduta in
corrispondenza dell’imbocco della valletta laterale (Riva M. 2003), e nei pressi di
una prato su versate sinistro sono presenti cumuli di terra che testimoniano a sua
presenza.
-Erinaceus europeus (riccio europeo)
Roditore molto diffuso, lungo circa 20-25 cm, ricoperto da aculei spinosi, ha
abitudini notturne, si nutre di insetti e piccoli frutti.Nei pressi delle strade limitrofe al
Parco sono stati avvistati alcuni esemplari di riccio investiti dalle macchine in
transito. (2000/03, Riva M.). La Val Brunone è nell’areale di distribuzione dei
seguenti roditori: Sorex araneus (toporagno comune)Sorex minutus (toporagno
nano), Crocidura leucodon (crocidura ventrebianco), Crocidura suaveolens
(crocidura minore). Nonostante non si abbiano avuto segnalazioni certe, si può
ritenere che esse siano presenti in Valle.
LAGOMORPHA
-Lepus eurpaeus (lepre)
In Val Brunone la lepre è presente; è stata segnalata da alcuni cacciatori che ne
effettuavano il prelievo venatorio; escrementi di lepre sono state rilevati in Valle
(Riva M.; 2003). Roditore dei leporidi con corpo allungato (ca 65 cm), lunghe
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 114
Valle Imagna Provincia di Bergamo
orecchie, zampe posteriori molto più lunghe di quelle anteriori; mantello bruno-
giallastro folto e morbido. Si nutre di vegetali e vive in boschi e campi in gran parte
della Lombardia; molto prolifica, partorisce piccoli già ricoperti di pelo e in grado di
correre.
CARNIVORA
-Martes foina (faina)
Carnivoro dei mustelidi, con pelliccia bruno-griagiastra e macchia bianca alla
gola è lunga circa 70 cm di cui 25 di coda. Ha abitudini crepuscolari e notturne, si
ciba di uova, topi, uccelli. La faina è stata segnalata due volte nel 2003 lungo la
strada che porta a Berbenno: un esemplare adulto, dopo la villa Baracchi (Riva
M.luglio, 2003), e un giovane esemplare morto, investito da una macchina, nel
tratto dopo Capassero (Gotti G. agosto, 2003). Inoltre sono stati osservati
escrementi in varie zone del Monumento (Riva M.; 2003).E’ diffusa nelle aree
boscose di buona parte delle prealpi Bergamasche.
-Vulpes vulpes(volpe)
Canide presente in Valle (Gotti G., Salvi I.2003), lungo circa 65 cm più 40 cm di
coda, dalla pelliccia fulva (parti inferiori bianche) molto folta, morbida; corpo e
muso allungati, orecchie a punta, coda con apice bianco. Abile cacciatrice, si nutre
di piccoli di mammiferi, uccelli, uova, frutti e bacche. Abita le zone boscose e di
notte è stata avvistata nei pressi di centri abitati in cerca di cibo. In Valle sono stati
avvistai segni di escrezioni (Riva M.; 2003).
-Marte martes (martora)
E’ stata vista in località “Balude” (Berbenno) negli anni ottanta; non si
conoscono altre segnalazioni. Carnivoro con corpo snello e pelame bruno-
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 115
Valle Imagna Provincia di Bergamo
giallognolo, con una macchia più chiara sul petto. Vive nei boschi, dove da la
caccia a scoiattoli, ghiri, lepri e uccelli. Potenzialmente presente in Valle.
-Mustela nivalis (donnola)
Mustelide carnivoro lungo circa 25 cm, con corpo allugato, arti brevi, pelame
bruno-rossiccio, bianco nelle parti inferiori. Vive solitamente in prati, campi e
boschi radi. Si ciba di piccoli mammiferi, ratti, gallinacei e altri uccelli e uova. Ha
abitudini notturne. Nei pressi della Val Brunone è stata avvista una tana con
cuccioli in località “Gorlongo” (sotto Berbenno) nel 2002 e in boschi vicino a
Blello nel 2001 (Gotti. G.). Avvistate escrezioni in Valle (Riva M.; 2003)
-Meles meles (Tasso)
Mustelide lungo circa 60 cm più 15 cm di coda, con pelliccia folta grigia e
superiormente percorsa da una fascia bianca e nera; muso appuntito e zampe
anteriori munite di unghielli scavatori. Ha abitudini crepuscolari e notturne, in Val
Brunone ne sono stati avvistati alcuni esemplari in orari serali; è possibile pensare
che la tana si all’interno del confine del monumento (Salvi I. 2003). In Valle è
presente, ma non si sa quanti esemplari (Salvi I. 2003); Avvistate escrezioni in
Valle (Riva M.; 2003); nel 1997 è stato segnalato un esemplare investito nei pressi
della località di Ceresola (Gotti G.; 2003).
CHIROTTERA e ITTIOFAUNA
Per quanto concerne i chirotteri e l’ittiofauna del torrente Brunone, non
disponendo di documentazioni e dati rilevanti, si è preferito omettere la parte
dedicata a questi animali.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 116
Valle Imagna Provincia di Bergamo
3.8.5 Uccelli
Di seguito vengono elencate, con relativo commento, le specie ritenute
nidificanti o probabili come tali, stanziali e quelle di passo, che frequentano
abitualmente l’areale della Val Brunone. Per tali osservazioni sull’avifauna della
zona mi sono servito dei dati raccolti nel 2001 e 2002 da Roberto Rota (Comunità
Montana della Valle Imagna),che ha censito esemplari di passo presso la
stazione di prelievo “Roccolo degli Zois“ (Comune di Blello), delle testimonianze
di tre cacciatori nonché conoscitori esperti della zona (Gotti G., Riva L., Salvi I.) e
delle segnalazioni del sottoscritto.
Nella seguente descrizione si vogliono dare informazioni per inquadrare la
specie dal punto di vista della distribuzione, dell’habitat ideale e della sua
alimentazione; per i caratteri descrittivi, morfologia e identificazione si rimanda a
testi e manuali specialistici.
Averla piccola (Lanius collurio)
Specie nidificante migratrice (Riva L.; 2003), diffusa in gran parte d’Europa e
Asia; sverna nell’Africa tropicale e meridionale. Vive nei pressi dei filari alberati,
boschetti e in zone incolte; si nutre di insetti.
Averla capirossa (Lanius senator)
Specie nidificante e migratrice (Riva L.; 2003); è distribuita in Europa
meridionale, Africa nord-occidentale, Asia minore; sverna nell’Africa occidentale
tropicale. Vive in terreni aperti e asciutti, raramente nei grandi boschi, la si può
trovare in Val Brunone ma non oltre i 700-800 metri di altitudine. Si nutre
prevalentemente di insetti.
Balia nera (Ficedula Hipoleuca ; passeriforme, muscicapidi)
Specie migratrice, si trova in Europa settentrionale e centrale, Siberia
occidentale, Africa Nord-occidentale, sverna in Africa tropicale.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 117
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Diffusa nei boschi cedui spesso vicino all’acqua, ma anche nei boschi di
conifere. Si nutre di insetti: ditteri, lepidotteri, emitteri e loro larve, ortotteri,
coleotteri, millipedi e qualche mollusco.
Beccafico (Sylvia borin; passeriforme, silividi)
Specie migratrice, distribuita in gran parte dell’Europa (tranne le zone più
meridionali), in Siberia occidentale; migra nell’Africa tropicale e meridionale. Vive
in boschi misti con abbondante sottobosco; si nutre di insetti, larve, frutti e bacche
d’autunno. Si riproduce verso fine maggio e i primi di giugno.
Capinera (Sylvia atricapilla; passeriforme, silividi)
Specie migratrice e nidificante nelle nostre zone; La sua distribuzione ricopre
gran parte dell’Europa, Africa settentrionale e Asia minore. Sverna in Africa e in
Europa meridionale. Predilige i boschi e le radure con fitto sottobosco, rovi, e con
alberi sempreverdi. Si nutre di insetti, frutti e bacche.
Cardellino (Carduelis carduelis)
Stanziale e nidificante in Valle Imagna (Riva L. e Gotti G.; 2003), è diffuso in
Europa Africa nord-occidentale e Asia occidentale; le popolazioni più settentrionali
migrano verso sud durante l’inverno. Si nutre di semi ma anche di insetti.
Cesena (Turdus pilaris, passeriforme, turdidi)
Specie migratrice, si trova dall’Europa settentrionale all’Asia settentrionale.
Sverna nell’Europa occidentale e meridionale, ma talvolta anche sul luogo di
nidificazione. Il suo habitat preferito sono i boschi di betulle e pini, abeti rossi
vicino a prati aperti. Sverna in aperta campagna dove si nutre di bacche, ma
anche di insetti, ragni e vermi.
Cincia bigia (Parus palustris, passeriforme, paridi)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 118
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Specie locale; diffusa in Europa settentrionale, centrale e occidentale e
Inghilterra; predilige boschi di querce, boschi cedui e si adatta sia a zone umide
che secche. Si nutre di principalmente di insetti: coleotteri, imenotteri e loro larve;
bacche di frassino e di agrifoglio.
Cincia mora (Parus ater, passeriforme, paridi)
Specie migratrice e nidificante (Gotti G.; 2003) diffusa in Europa, Asia, Africa
nordoccidentale. Predilige boschi di conifere e misti. Si nutre di semi di conifere e
di altri alberi, cereali e insetti.
Cinciallegra (Parus major, passeriforme, paridi)
Specie locale, sverna nel luogo di nidificazione; è molto diffusa in Europa ma
anche in Asia e Africa nordoccidentale; predilige boschi misti, giardini e siepi. Si
nutre soprattutto di insetti: afidi,coleotteri, piccole farfalle e molluschi ma anche
sostanze vegetali come semi, erbe, cereali e piccoli frutti.
Cinciarella (Parus caeruleus, passeriforme, paridi)
Specie locale, sverna nel luogo di nidificazione. Diffusa in Europa, Asia minore,
Africa nordoccidentale, vive in boschi misti, siepi e giardini. Si nutre di insetti,
larve, piccoli frutti.
Civetta (Athene noctua, strigiformi, strigidi)
Specie stanziale ma anche migratrice (Gotti G.; 2003); diffusa nelle zone
temperate e meridionali d’Europa, dell’Africa settentrionale e in Asia, dalle coste
mediterranee fino a quelle pacifiche della Siberia e verso il sud dell’Arabia.
Predilige ambiente di aperta campagna, si nutre di piccoli roditori, uccelli, rettili,
insetti e lombrichi.
Codibugnolo (Aegithalos caudatus, , passeriforme, paridi)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 119
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Specie locale, verna nel luogo di nidificazione; si trova in Europa, Asia. Predilige
boschi e fitti boschetti sia giovani che da taglio; anche d’inverno vive nei boschi. Si
nutre principalmente di piccoli insetti, pidocchi delle piante, bruchi, coleotteri ma
anche ragni e altri invertebrati.
Codirosso (Phenicurus phoenicurus, passeriforme, turdidi)
Specie migratrice, sverna in Africa e in Arabia, fuori dal confine del Monumento
sono state segnalate delle nidificazioni (Gotti G.; 2003). Diffusa in Europa
occidentale e centrale, Nord Africa, Siberia, Asia minore e Vicino Oriente.
Abitualmente nidifica in boschi cedui, parchi, mentre in inverno vive in terreni
cespugliosi e giardini. Si nutre essenzialmente d’insetti.
Colombaccio (Columba palumbus)
Specie stanziale in Valle (Riva L.; 2003), distribuita in Europa, ad eccezione
delle zone più settentrionali, Asia occidentale e meridionale, Africa occidentale.
Può essere stanziale o di passo, in Val Brunone è stanziale. Vive in zone più o
meno alberate dove vi siano boschi, boschetti ma anche piantagioni. Si nutre di
sostanze vegetali come semi, frutti, bacche e occasionalmente vermi e insetti.
Crociere (Loxia curvirostra, passeriforme, fringillidi)
Specie migratore, nidificante (Gotti G.) Specie diffusa in Europa, Asia, Africa
nordoccidentale, America settentrionale e meridionale. Predilige boschi e
piantagioni di conifere, soprattutto abeti, ma anche larici e pini. Si nutre di semi di
abeti, pini e larici, ma anche di semi, di frutta, semi di biancospini, d’edera,
pidocchi delle piante, bruchi, piccoli scarafaggi.
Cuculo (Cuculus canorus, cuculiformi, cuculidi)
Specie nidificante e migratore; sverna in Africa tropicale e meridionale distribuito
in Europa, Asia, Africa. Nel periodi delle cove vive in boschi e terreni cespugliosi,
oppure in terreni aperti e privi di alberi. Sverna per lo più in terreni cespugliosi. Si
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 120
Valle Imagna Provincia di Bergamo
nutre essenzialmente di insetti. E’ un uccello parassita e depone le uova in nidi di
altre specie. In Valle è stato più volte segnalato (Riva M.; 2000/2003)
Fagiano (Phasianus colchicus, galliformi, fasianidi)
Specie locale di cui si ha documentazione fotografica nei pressi delle sorgenti
sulfuree; è diffusa in quasi tutta Europa, a eccezione dell’Islanda, della
Scandinavia settentrionale, penisola iberica sudoccidentale, dell’Italia meridionale
e insulare e Grecia meridionale. E’originario dell’Asia paleartica meridionale.
Predilige zone boscose o parzialmente coltivate, colline con querce, castagne e
abeti, ma lo si trova spesso in aperta campagna in filari, campi umidi con giunchi e
cannetiLa sua dieta è molto varia: ghiande, nocciole, bacche, semi, foglie di una
vasta varietà di piante, cereali, legumi e insetti vari. Negli ultimi 20 anni il fagiano
è oggetto di numerosi ripopolamenti a scopo venatorio; gli esemplari allevati e poi
immessi in natura sono spesso inadatti alle condizioni selvatiche.
Fioraccino (Phasianus colchicus, passeriforme, silividi)
Specie migratrice, il fioraccino è diffuso in Europa centrale e occidentale,
Mediterraneo e sue isole occidentali, Nord-Africa. Preferisce un habitat con
vegetazione bassa, marcite, zone umide, ma si trova anche in parchi spesso vicini
a zone abitate. Si nutre di piccoli insetti e loro uova, afidi, ma anche ragni e loro
uova.
Fringuello (Fringilla coelebs, passeriforme, fringillidi)
Specie migratrice e stanziale; diffusa in Europa, Asia, Africa nordoccidentale. Le
popolazione settentrionali (Valle Imagna) svernano nella zona mediterranea.
Predilige boschi misti, zone coltivate spesso abitate, sia in pianura che in
montagna. Si nutre di sostanze vegetali (75%) vale a dire di semi di erbe e alberi;
predilige semi oleosi o ancora molli e la polpa di alcuni frutti.
Frosone (Coccothraustes coccothraustes, passeriforme, fringillidi)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 121
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Specie migratrice; è diffusa in Europa occidentale fino al Giappone
settentrionale, a sud fino all’Asia minore, Caucaso, Iran settentrionale e
Afghanistan settentrionale. Vive in boschi misti, parchi e frutteti; si nutre di una
gran varietà di alimenti quali: noci, mandorle, noccioli di ciliegie, olive, susine,
bacche di biancospino e non disdegna giovani germogli, verdura tenera e gli
insetti.
Gheppio (Falco tinnunculus, falconiformi, falconidi)
Specie migratrice e nidificante. Diffuso in gran parte d’Europa, si sposta dalle
zone settentrionali in quelle centrali e occidentali, ma anche nelle regioni
mediterranee e in Africa. Vive in vari ambienti, dai terreni coltivati a quelli aperti,
nei pressi di paludi e stagni, sulle colline e coste rocciose.
Gufo (Asio otus, strigiformi, strigidi)
Può essere stanziale, di passo o migratore. E’ diffuso in Europa, Asia centrale,
compie notevoli spostamenti verso ovest e sud-ovest. Predilige foreste di conifere
ma si adatta molto bene ai boschi misti. Si nutre di piccoli mammiferi, uccelli e
insetti. Nei pressi di Berbenno (Via Europa) nel 2002 è stato segnalato un nido
vicino a delle abitazioni (Gotti G.; 2003).
Lucherino (Carduelis spinus, , passeriforme, fringillidi)
Specie migratrice. E’ diffusa in Europa, Siberia occidentale, Asia minore e
orientale; sverna nell’Europa occidentale, nell’Africa nord-occidentale, nell’Asia
centro-meridionale. Predilige boschi a ontani, a conifere e betulle. Si nutre
soprattutto di semi di conifere e di olmi.
Lui' piccolo (Phylloscopus collybita, passeriforme, silividi)
Specie migratrice, nidificante possibile; diffuso in Europa occidentale e centrale,
si spine fino in Asia e isole Canarie. Sverna in Africa settentrionale, nel
Mediterraneo orientale, nell’Asia occidentale, Arabia e nell’India. Nidifica in boschi
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 122
Valle Imagna Provincia di Bergamo
sempreverdi o boschetti cedui, con ricco sottobosco; sverna in zone aperte. Si
nutre di larve, ragni, insetti.
Merlo (Turdus merula, passeriforme, turdidi)
Specie nidificante certo, migratore, sedentario; è diffuso in gran parte d’Europa
ad eccezione delle regioni più settentrionali, in Asia minore, e Africa nord-
occidentale. Predilige boschi con sottoboschi fitti, giardini ma anche zone coltivate.
Si nutre di sostanze animali e vegetali: frutta, bacche, semi, insetti, vermi,
coleotteri, lepidotteri, molluschi.
Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus)
Specie diffusa in Europa, in Asia minore e Asia Centrale, sverna nel luogo di
nidificazione, in Valle Imagna è stanziale (Riva L.; 2003). Vive presso le acque
molto correnti e fiumi, sulle rive basse dei laghi, in collina e in montagna; d’inverno
raggiunge occasionalmente le coste. Si nutre principalmente di sostanze animali.
Nocciolaia (Nucifraga caryocatactes, passeriforme, corvide)
Specie migratrice; è diffusa nelle zone montuose dell’Europa e dell’Asia in
corrispondenza di foreste di conifere e foreste miste. Al di fuori del periodo
riproduttivo può trovarsi in altri ambienti, quali le foreste decidue. Si nutre di semi
di conifere, ma anche bacche, semi, piccoli uccelli.
Peppola (Fringilla montifringila, passeriforme, fringillidi)
Specie migratrice ma anche nidificante (nido vicino a Caberardi, Gotti G.; 2003);
è diffusa in Europa, Asia settentrionale, sverna nelle zone meridionali del suo
areale, in boschi di betulle e nei terreni coltivati; nidifica tra le betulle e le conifere,
generalmente negli spiazzi e nei boschi. Durante l’inverno si nutre di semi di erbe,
grano, frumento, bacche; nelle altre stagioni, larve di lepidotteri e insetti con cui
sono nutriti anche i piccoli.
Pettirosso (Erithacus rubecula, passeriforme, turgidi)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 123
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Specie potenzialmente sedentario, migratore, nidificante, ed erratico d’inverno
E’ diffuso in gran parte d’Europa, in Asia minore, può svernare nelle zone del
Sahara, Egitto, Iran, e Iraq. Nidifica per lo più in foreste ricche di sottobosco,
anche tra le conifere ma anche tra le abitazioni. Si nutre principalmente di insetti.
Picchio muratore (Sitta europea, passeriforme, sittidi)
Specie nidificante; diffuso in Europa, Asia nord-occidentale, Africa nord-
occidentale. Prediligi habitat con vecchi alberi cedui nei boschi. Si nutre
soprattutto di insetti ma anche di semi. A qualche chilometro dai confine del parco
è stato segnalato un picchio muratore (Gotti G.2003).
Picchio nero (Dryocopos martius, piciforme, picidi)
Potenziale nidificante, sedentario, distribuito in tutta la regione paleartica,
Europa orientale e con qualche apparizione in Spagna, Francia; manca in Africa
settentrionale dove pare nidificasse quando esistevano i boschi. Predilige foreste
di conifere mature nelle regioni settentrionali o in montagna, ma si adatta anche a
boschi purché maturi. Si nutre di insetti del legno, e delle loro larve, ma anche di
formiche e vermi. A Berbenno segnalata la sua presenza in località Foppo (Gotti
G.; 2003).
Rampichino (Certhia brachydactyla, passeriforme, certidi)
Specie migratrice qui nidificante (Riva L. e Gotti G.; 2003); diffusa in Europa,
Africa nord-occidentale, Asia minore. La si può trovare in boschi cedui, giardini
alberati, frutteti e parchi, si nutre principalmente di sostanze animali come afidi,
coleotteri, imenotteri, ditteri e larve,, bruchi e piccoli molluschi. Semi in genere in
piccola quantità.
Passera scopaiola (Prunella modularis, passeriforme, prunellide)
Specie migratrice; diffusa in Europa settentrionale e centrale, Asia minore;
sverna sul luogo di nidificazione. Nel periodo della riproduzione vive in ambienti
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 124
Valle Imagna Provincia di Bergamo
abbastanza vari come giardini, boschi con fitto sottobosco, cataste di legna e
siepi. Si nutre in inverni di semi mentre nelle altre stagioni predilige insetti, ragni e
vermi.
Piro piro piccolo (Tringa hypoleucus, caradriforme, scolopacide)
Specie potenzialmente nidificante, migratrice è diffuso in Europa, Asia e sverna
nella zona mediterranea e in Africa, eccezionalmente nell’Europa occidentale.
Nidifica di preferenza presso fiumi con corrente rapida, torrenti e laghi. Si nutre di
aracnidi, molluschi, crostacei e vermi.
Poiana (Buteo buteo, falconiforme, accipitride)
Specie migratrice ma nei pressi del monumento naturale è sedentaria; diffusa in
Europa escluse le zone settentrionali, in Asia e nelle isole atlantiche. Nella
stagione della riproduzione frequenta colline scarsamente alberate, zone
montuose e coste rocciose, in altri periodi si sposta in terreni alberati con terreno
aperto. Si nutre principalmente di uccelli, mammiferi e rettili. In Valle sono stanziali
due esemplari, più volte osservati (Riva M.; 2003)
Prispolone (Anthus trivialis, passeriforme, motacillide)
Specie migratrice, diffusa in Europa, Asia; sverna in Africa a sud del Sahara e
nell’Asia settentrionale. I suo habitat naturale sono le lande e le torbiere, radure di
boschi con alberi sparsi e cespugli, terreni secchi e soleggiati; in montagna si
spinge fino ai 2000 metri. Si nutre soprattutto di insetti.
Regolo (Regulus regulus, passeriforme, silvide)
Specie migratrice e svernante; diffuso in Europa ad eccezione delle zone più
meridionali e settentrionali, Asia paleartica e Azzorre. Si trova in boschi di conifere
e misti; d’inverno anche nel sottobosco, lungo le siepi e nei parchi. Si nutre di uova
e larve d’insetti, crisalidi e bozzoli.
Smeriglio (Falco columbarius, falconiforme, falconide)
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 125
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Specie migratrice diffusa in Europa settentrionale, Asia centrale, America
settentrionale; i nidificanti nell’Europa settentrionale svernano nelle zone
mediterranee, nell’Europa centrale e in Africa settentrionale. Nidifica nei terreni
paludosi, colline, e dune costiere. Si nutre di piccoli mammiferi, uccelli e insetti.
Spaviere (Accipiter nisus, falconiforme, accipitride)
Specie migratrice ma sverna sovente anche nei luoghi di nidificazione; diffusa in
gran parte d’Europa a accezione delle zone più a settentrione, in Asia paleartica e
Africa nord-occidenale. Predilige boschi fitti, particolarmente di conifere ma anche
misti e zone coltivate. Si nutre principalmente di uccelli o di piccoli presi dai nidi,
piccoli mammiferi, insetti e anche sostanze vegetali. Eccezionalmente le rane. La
sua presenza in Valle può essere occasionale.
Scricciolo (Troglodytes troglodytes, passeriforme, trogloditide)
Specie migratrice, svernante, e potenzialmente sedentario. Diffuso in Europa,
Asia, Africa, nord-occidentale,America settentrionale; può svernare sul luogo di
nidificazione. Vive nei pressi di cespugli, terreni coltivati, nei pressi dei corsi
d’acqua, e nei boschi misti. Si nutre di insetti, ragni, semi.
Stiaccino (Saxicola rubetra, passeriforme, turdidi)
Specie migratrice, sverna in Africa tropicale è diffuso in gran parte d’Europa,
Asia minore settentrionale. Nidifica in terreni aperti con pochi cespugli sparsi,
vicino a paludi e stagni.
Succiacapre (Caprimulgus europaeus, caprimulgiforme caprimulgide)
Specie migratrice la cui presenza in Valle può essere occasionale; sono stati
osservati esemplari nei pressi di Fuipiano e a Blello (Rota R.) sverna in Africa
orientale e meridionale; è diffusa in Europa tranne le zone più settentrionali, in
Asia, in Africa nord-occidentale. Nidifica in boschi decidui o di conifere, in radure,
lande e terreni aridi; sverna in terreni cespugliosi. Si nutre di insetti predati al volo.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 126
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Tordo sassello (Turdus iliacus, passeriforme, turgidi)
Specie migratrice, sverna in Europa centrale e meridionale e in Asia sud
Occidentale e nelle isole Britanniche; è diffusa in Europa settentrionale, verso est,
la Siberia, fino al lago Bajkal. Nidifica nei boschi e sberna nei prati aperti. Si nutre
di vermi, molluschi, insetti e bacche.
Tordo bottaccio (Turdus philomelos, passeriforme, turgidi)
Specie migratrice; è diffuso in Europa e si sposta verso est, attraverso la Siberia
occidentale, fino ai territori del lago Bajkal, e in Asia minore. Predilige macchie
boscate con sottobosco, giardini, siepi e boschetti preferibilmente vicino a luoghi
abitati. Si nutre di vermi e molluschi, insetti ma anche di frutta e semi.
Verdone (Cardueli chloris)
Specie stanziale e nidificante (Riva L. e Gotti G.; 2003). Diffusa in Europa, Asia,
Africa Nord-occidentale . Solitamente sverna nel luogo di nidificazione ma le
popolazioni più settentrionali, durante l’inverno, nell’Europa centrale e occidentale
e nella zona mediterranea. Vive in parchi e campagne alberate ma anche nei
pressi cespuglieti, giardini. Si nutre soprattutto di semi.
Zigolo mucciato (Emberiza cia, passeriforme, emberizide)
Specie migratrice diffuso in Europa meridionale, Africa nord-occidenale e Asia
paleartica meridionale. Predilige ambienti come fianchi rocciosi delle montagne,
spesso su alberi e cespugli ma raramente nelle folte foreste. Si nutre
principalmente di semi ma anche di vermi e insetti.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 127
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3.9 ELENCO FOTO (all’interno del CD: cartella FOTONATUR)
FOTO AMBIENTI
- a1: affioramento roccioso nel fondo valle, stazione B22
- a2: vista superiore della cascata, stazione B28, in corrispondenza del bivio
- a3: torrente Brunone prima della stazione B7 (forra)
- a4: lavatoio sulla strada di Ca Berardi
- a5: valletta laterale, zona abetone, staz. L4
- a6: sentiero in costa, staz. B15
- a7: ritrovamento di un pesce fossile (G. Gervasutti )
- a8: ritrovamento di un pesce fossile (G. Gervasutti )
- a9: tratto del torrente Brunone tra staz. B22 e B12 (Vitali e Gervasutti)
- a10: vista panoramica dalla cascina in staz. B3 (area didattica)
- a11: area sorgenti solfuree
- a12: affluente secondario del torrente Brunone, prima di B7
- a13: forra, stazione B7 vista da sotto
- a14: casa del Salice, staz. B24
- a15: affluente secondario del torrente Brunone
- a16: sorgenti solfuree viste dall’alto
- a17: sorgenti solfuree visione frontale
- a18: travertino ricoperto da muschi, prima della forra, sotto staz. B7
- a19: cascata del torrente Brunone tra B7 e B22
- a20, a21, a22: tratto del torrente Brunone tra B7 e B22
- a23: sorgenti solfuree viste dall’alto
- a24: sorgenti solfuree visione frontale
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Valle Imagna Provincia di Bergamo
- a25: casa del Salice, staz. B24
- a26: prato della villa Baracchi (Bel Coster)
- a27: madonnina sulla strada di Ca Berardi
- a28: cascata sorgenti solfuree
- a29: sorgenti solfuree visione frontale
- a30: sorgenti solfuree viste dall’alto (foto B/N)
- a31: sorgenti solfuree vista laterale (foto B/N)
- a32: cascata di travertino, Bivio, staz. B28
- a33: affioramento calcareo, staz. B2
- a34: composizione fotografica, strato arboreo e arbustivo
FOTO AMBIENTI INVERNO
- ai1: abetina di Cà Salvi, stazione L6
- ai1*: abetina di Cà Salvi, stazione L6
- ai6: abetina, visione dal basso
- ai7: torrente in valletta laterale nei pressi dell’abetina L6
- ai8: abetina di Cà Salvi, stazione L6
- ai9: sifone acqua sorgica, staz. B11
- ai11: cartello della Provoncia (A.T.C.) staz. L1
- ai12: campo sportivo di Ponte Giurino
- ai13: cascata torrente Brunone prima della staz. B7
- ai14: forra, presenza di ghiaccio, staz. B7
- ai15: seconda cascata di travertino nella valletta laterale
- ai16: valletta laterale tra stazione B7 e B22
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 129
Valle Imagna Provincia di Bergamo
- ai17: forra, staz. B7
- ai20: cascata torrente Brunone prima della staz. B7
- ai21: croce tra sorgenti e forra
- ai22: sottobosco fiorito
- ai23: tratto del torrente Brunone tra sorgenti e forra
- ai24: tratto del torrente Brunone, casa del Salice staz. B24
- ai25: tratto del torrente Brunone, tra sorgenti e forra
- ai26: tratto del torrente Brunone, tra sorgenti e forra
- ai28: affioramento calcareo con stalattiti di acqua ghiacciata
- ai29: ghiaccio in Val Brunone
- ai30: affioramento calcareo con stalattiti di acqua ghiacciata
- ai32: affioramento calcareo e stalattiti di acqua ghiacciata
- ai33: tratto del torrente Brunone, casa del Salice staz. B24
- ai34: affioramento calcareo con stalattiti di acqua ghiacciata ( st.B2)
- ai35: cascata di ghiaccio e muschi ( casa del Salice)
- ai36: affioramento calcareo con stalattiti di acqua ghiacciata ( st.B2)
- ai38: imbocco della valletta laterale
- ai39: ghiaccio in Val Brunone
- ai42: sorgenti solfuree visione frontale
- ai43: : sorgenti solfuree viste dall’alto (foto B/N)
- ai44: sorgenti solfuree vista laterale (foto B/N)
- ai46: cascata di travertino, Bivio, stazione B28
- ai48: affioramento con ghiaccio
- ai49: valletta laterale
- ai50: stazione L1, visione generale
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 130
Valle Imagna Provincia di Bergamo
- ai51: valletta laterale
FOTO PANORAMICHE
- bed.1: visione panoramica della Val Brunone da Bedulita
- bed.2: visione panoramica della Val Brunone da Bedulita
- bed.3: visione panoramica della Val Brunone da Bedulita
- bed.4: visione panoramica della Val Brunone da Bedulita
- bed.5: bosco misto della Val Brunone visto da Bedulita
- berb.1: Berbenno visto da Valcava
- berb2: Berbenno visto da Valcava
- panoramImagna: panoramica della Valle Imagna
- torrbrun: foto-composizione che ritrae il torrente Brunone
- prad.1: la Val Brunone vista da Pradegoldi
- prad.2: la Val Brunone vista da Prato del sole
- prad.3: la Val Brunone vista da Prato del sole
- prad.4: la Val Brunone vista da Prato del sole
- prad.5: la Val Brunone vista da Pradegoldi
- prad.6: la Val Brunone vista da Pradegoldi
- prad.7: la Val Brunone vista da Pradegoldi
- val.1: Berbenno e la Val Brunone visti da Valcava
- val.2: panoramica da Valcava
- val.3: panoramica da Valcava
- val.4: panoramica da Valcava
- val.5: la Val Brunone vista da Valcava
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 131
Valle Imagna Provincia di Bergamo
- val.6: panoramica da Valcava
- val.7: panoramica da Valcava (Berbenno)
- val.8: Berbenno e la Val Brunone visti da Valcava
- val.9: Berbenno e la Val Brunone visti da Valcava
- val.10: panoramica da Valcava
- val.11: panoramica da Valcava
- val.12: panoramica da Costa Imagna
- val.13: panoramica da Costa Imagna
- val.14: panoramica da Valcava
FOTO ZOOLOGIA
- z1: coccinella, prato di Ca Berardi
- z2: coccinella
- z3: coleottero su ranuncolo
- z4: insetti (identificaz. incerta)
- z5: coleottero su ranuncolo
- z6: insetti (identificaz. incerta)
- z7: gambero d’acqua dolce
- z8: gambero d’acqua dolce
- z9: gambero d’acqua dolce
- z10: girino di Salamandra salamandra
- z11: girino di Salamandra salamandra
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 132
Valle Imagna Provincia di Bergamo
- z12: girino di Salamandra salamandra
- z13: girini di rana temporaria
- z14: girini di rana temporaria
- z15: girini di rana temporaria
- z16: girino di Salamandra salamandra
- z17: coleotteri in riproduzione
- z18: insetto nel prato sotto Ca Berardi
- z19: emittero
- z20: emittero su graminacea
- z21: limaccia (valletta laterale)
- z22: limaccia (valletta laterale)
- z23: rana temporaria (valletta laterale)
- z24: rana temporaria (valletta laterale)
- z25: rana temporaria (valletta laterale)
- z26: rana temporaria (valletta laterale)
- z27: rana temporaria (valletta laterale)
- z28: Talpa europaea (valletta laterale)
- z29: Talpa europaea (valletta laterale)
- z30: teschio di Capreolus capreolus, capriolo (staz. B15)
- z31: Phasianus colchicus (fagiano, stazione B3)
- z32: : Phasianus colchicus (fagiano, stazione B3)
- z33: girino di Salamandra salamandra (foto B/N)
- z34: girino di Salamandra salamandra (foto B/N)
- z36: girino di Salamandra salamandra
- z37: penna di Phasianus colchicus
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 133
Valle Imagna Provincia di Bergamo
- z38: resti di alimentazione di Sciurus vulgaris (scoiattolo)
- z39: poni ai confine del Monumento (Prato del sole)
- z40: traccia di alimentazione di mammifero carnivoro
- z42: trota (?) nel torrente Brunone
- z43: trota (?) nel torrente Brunone
- z44: ovature di rana agile
FOTO BOTANICA
- bo01: sottobosco in Val Brunone (stazione B23)
- bo02: Poligonatum multiflorum (Sigillo di re Salomone)
- bo03: strato arboreo (frassini e ontani) stazione L3
- bo04: strato arboreo (frassini e ontani) stazione B22
- bo05: ontani
- bo06: vegetazione erbacea nei pressi del torrente della valletta laterale
- bo07: ontani
- bo08: pianta deceduta con mischi e felci, valletta laterale
- bo09: composita (Cirsium vulgare) stazione L2
- bo10: composita (Cirsium vulgare) stazione L2
- bo11: composita (Cirsium vulgare) stazione L2
- bo12: Rosa arvensis
- bo13: Poligonatum multiflorum (Sigillo di re Salomone)
- bo14: vegetazione nei pressi del torrente ai margini della stazione L1
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 134
Valle Imagna Provincia di Bergamo
- bo15: apice di Picea excelsa
- bo16: Fragaria vesca (fragola comune)
- bo17: fiore di Composita
- bo18: Trifolium pratense
- bo19: Equisetum arvense (equiseto, stazione B24, casa del Salice)
- bo20: Lamium album
- bo21: Phyllitis scolopendium con spore (lingia cervina)
- bo22: Tarassacum afficinalis
- bo23: Fragaria vesca (fragola comune)
- bo24: Leucantheum vulgare (margherita tetraploide)
- bo25: Daucus carota
- bo26: Salvia pratensis (salvia comune)
- bo27: Lotus cornicultaus (ginestrino)
- bo28: Salvia pratensis (salvia comune)
- bo29: Graminacea
- bo30: Ranunculus repens (ranuncolo strisciante)
- bo31: Geranium robertanium
- bo33: Hepatica nobilis
- bo34: Hepatica nobilis
- bo35: Primula vulgaris
- bo36: Hepatica nobilis
- bot14: muschi
- bot15: Helleborus niger
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 135
Valle Imagna Provincia di Bergamo
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TOURING CLUB ITALIANO: “Guida alle piante d’Italia e d’Europa, 1990.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 139
Valle Imagna Provincia di Bergamo
4. RELAZIONE
ARCHITETTONICA dott. arch. Marco Offredi
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 140
Valle Imagna Provincia di Bergamo
4.1 INQUADRAMENTO STORICO GENERALE
Per delineare un quadro della consistenza numerica della popolazione
valdimagnina, si può fare riferimento alla famosa relazione di Giovanni De Lezze
secondo cui, alla fine del secolo XVI, la Valle comprendeva 960 fochi, 4647
persone (anime), delle quali erano considerate utili alle diverse attività solo 980.
Gli altri erano vecchi, donne e bambini. Vi erano inoltre 90 soldati e 44 galeotti
sparsi nei diversi comuni. Interessante anche il numero degli animali.- 208 fra
vacche da latte, manze e buoi, 140 tra muli e cavalli e circa 1400 pecore.
Importanti erano anche i collegamenti che, tramite passi, scendevano in
Valsassina, sul territorio di Lecco e in Val d'Erve, come quelli denominati Porta di
Brumano (1324 m), Bocca d'Erve (1200 m) e Morterone (1534 m).
Il decentramento dell'area può certamente aver facilitato la conservazione degli
elementi caratteristici molto più che in altre zone, ma la dequalificazione possiede
cause molto più sottili e preoccupanti.
Già negli anni Ottanta veniva segnalata la sparizione di molte delle antiche
costruzioni in pietra, quei manufatti che per secoli hanno assunto un ruolo di
architettura per antonomasia, dando vita ad uno stile riconoscibile solo in quelle
zone: muri di pietra e tetti di piöde.
La casa veniva costruita con materiali del luogo, evitando il loro lungo e faticoso
trasporto con impegno di tutta la famiglia e del parentado; una solidarietà che poi
veniva ripetuta anche per altri membri senza nulla domandare in cambio se non il
vitto. Occhi attenti possono ancora riscoprire le depressioni costituite dalle ex cave
di come, ossia pietre calcaree dure, richieste tuttora da molte località della
Lombardia.
Queste forme insediative personalizzate hanno dato così origine ad una
organizzazione puntiforme del territorio, con il caratteristico termine "Cà"' seguito
dal patronimico (Ca' Passero, Ca' Previtali), come è anche dimostrato nelle zone
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 141
Valle Imagna Provincia di Bergamo
confinanti dall'alta Valle San Martino fino allo sbocco dell'Isola. Nuclei abbarbícati,
uniti gli uni agli altri a testimonianza di una perenne solidarietà familiare, come gli
stessi materiali da costruzione: l'ambiente è perciò l'espressione solenne di una
società, tutto all'opposto di oggi, dove a gruppi umani disgregati corrispondono
altrettanti esempi di aree urbane polverizzate, invivibili e già fatiscenti, nonostante
siano di recente costruzione.
Il caso più evidente è Arnosto, definito uno dei più suggestivi nuclei della Valle,
al tempo della Serenissima il paese costituiva un centro importante, con la
dogana, i servizi amministrativi e di controllo, la fontana e la chiesa.
Da questa zona, posta a mille metri di altitudine, si gode una vista
impareggiabile: nelle belle giornate si scorge il profilo degli Appennini, quelle
creste che gli antichi abitatori locali decisero di considerare la loro nuova méta,
conquistando altri orizzonti e aprendosi ad altre esperienze territoriali. In Arnosto
ritroviamo le caratteristiche costruzioni col tetto a spioventi, suddivise in nuclei e
disposte ad altezze diverse per rispettare l'andamento del terreno. All'interno, al
piano terra, un atrio, la cucina, la cantina e un piccolo ripostiglio; ai piani superiori
erano invece ubicate le camere, preservate così dall'umidità e dagli sbalzi di
temperatura troppo repentini.
In queste case presero forma i primi laboratori artigianali per la lavorazione del
legno e del ferro, quest'ultimo acquistato a Lecco per produrre i famosi chiodi che
facevano concorrenza alla Valsassina.
Passeggiando tra queste strade, nel silenzio più assoluto, sembrano ancora
oggi udirsi i rumori dei mantelli sulle incudini, lo scalpitio degli zoccoli sul selciato
delle ere e il chiacchiericcio della guarnigione veneta, presente dal 1428 al 1727,
che risiedeva nel palazzo della Dogana.
C'è da sottolineare che alcuni aspetti tipologici delle antiche costruzioni . proprie
della Valle Imagna, si ritrovano anche in altre zone concomitanti. E' il caso dei
famosi tetti, eseguiti in lastre calcaree molto spesse, a differenza di quelle in
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 142
Valle Imagna Provincia di Bergamo
ardesia della Valle Brembana. A Quindicina, come a Morteruccio, paesi della Val
Taleggio sulla mulattiera per Baciamorti, le piöde sono state sovrapposte, quasi
impilate, fornendo l'aspetto caratteristica del tetto appuntito, come quelli di Arnosto
o di Corna, arrivando alle pendici del Monte Valcava, fino a Carenno.
Purtroppo ormai poco si è salvato e risulta difficile risalire all'omogeneità di
questa presenza umana che si manifesta solo tramite le opere del vissuto e del
costruito, senza lasciare traccia negli archivi documentari.
Erano l'isolamento delle aree e la diffìcoltà di accesso che servivano da
deterrente alle contaminazioni esterne. Si pensi che la Valle Imagna aveva una
sola strada a fondovalle, cordone ombelicale tra montagna e pianura.
Ritornando alla architettura locale della zona, vanno segnalate quelle
caratteristiche porte rastremate verso il basso dei fienili. La loro diffusione è
propria della Valcava, della Valle Taleggio, della Valle Imagna colla Valle del Riso
in Val Seriana.
Molti si sono cimentati nel tentativo di spiegare il significato di un apertura così
anomala rispetto alla normale e ormai consolidata sezione rettangolare.
Il rapporto con i fienili sembrava indicare la necessità di appoggiare la gerla di
fieno agli stipiti rientranti per poi scaricarlo all'interno L'apertura superiore
maggiore facilitava il passaggio del gerlo, mentre quella inferiore, più stretta,
permetteva di fare passare solamente le gambe del contadino. Le spiegazioni più
comuni di queste soluzioni venivano così riassunte: facilità di contrastare pesi
notevoli Scaricando la gerla senza doverla togliere ogni volta dalle spalle durante il
trasporto del fieno nel fienile;contenimento termico degli ambienti per far entrare
meno aria;barriera contro l'ingresso nel fienile di animali come muli, cavalli e
mucche per salvaguardare il prezioso raccolto.
La creazione di una sagoma a T, così anomala, ha comportato sicuramente
complesse riflessioni di tipo esecutivo, con aggiunte di incastri utilizzando masselli
di castagno non regolari, fatti poco consoni alle comunità povere.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 143
Valle Imagna Provincia di Bergamo
La presenza così circoscritta di questo tipo di apertura suggerìsce una
tradizione limitata a queste zone all'interno di una comunità autarchica, come lo
sono state quelle citate in precedenza.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 144
Valle Imagna Provincia di Bergamo
4.2 L’ARCHITETTURA RURALE
PREMESSA
All’interno della Valle Brunone sono stati censiti un limitato numero di edifici,
parte dei quali in avanzato stato di degrado o con supperfettazioni e pertanto non
possono esaurire il tema della tipologia costruttiva tipica di quest’area geografica;
si è quindi analizzata un’area più vasta del territorio della Valle imagna, alla ricerca
di quelle tipologie edilizie che possano rappresentare i punti di riferimento per
un’analisi sull’architettura rurale all’interno della Valle Brunone.
Una attenzione in particolare va data alle singole abitazioni. In particolare sono
entità legate sia all’alpeggio che al ricovero degli animali da latte o rifugio per le
famiglie. Sono situati quasi tutti nel versante settentrionale più esposti al sole e
possono avere subito nel corso dei secoli delle modificazioni sostanziali. Ci sono
casi nella vicina Valsassina e in Valle Imagna che risalenti al seicento si sono
trasformati da dimore permanenti ad alpeggi per l’abbandono degli abitanti degli
stessi, una volta spostati nel vicino centro.
Il problema della Valle Imagna poi è singolare. Ogni elemento concorre a creare
ipotesi, stupore, rimandi ancestrali, anomalie critiche e storiche. Questa zona di
confine è una conca pressoché integra e, per le asperità naturali che la
contraddistinguono, ha conservato fino a pochi anni fa tutti gli ingredienti per
rivelarsi fucina di studi antropologici.
Nella Valle Imagna i processi storici sono unificati dagli aspetti sostanziali del
territorio e possono riportarsi a comune denominatore in alcune manifestazioni
umane, come il costruito. Nell'alta Valle San Martino, ad esempio, esistono nuclei
rurali di collina completamente inusitati, scambiati genericamente per cascine".
Accomunati da una tipologia chiusa e compatta, risultano essere insediamenti
derivanti dalla disposizione di castellieri celto-gallici, posti come controllo
puntiforme del primo territorio antropizzato; la dislocazione a valle dei percorsi ha
favorito il mantenimento nel tempo delle loro caratteristiche. Non a caso, la zona
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 145
Valle Imagna Provincia di Bergamo
compresa tra Sant'Agostino d'Adda, la Riviera di Pontida e Palazzago confina con
una vasta area della Terra d'Imagna, soggetta ad antichi e assai frequentati passi
individuati nel Monte Tesoro (1432 m), nel Monte Albenza (1418 m) e nel Monte
Linzone (1392 m).
Ma per trovare maggiori conferme agli influssi di queste ataviche presenze
basterebbe ricordare le costruzioni che si dispongono lungo i fianchi scoscesi e
aridi della Valcava, case e fienili che costellano l'arco montano di Carenno, tramite
i rapporti intensi e l'occupazione delle zone alte del territorio facilitati dal
consolidato Passo del Pertus (pertugio) (1193 m), fino a La Passata (1244 m) che
metteva in collegamento la zona alta della Valle Imagna con Erve.
Queste case in pietra, compatte, raccolte a grappoli nelle zone più impervie, con
i caratteristici tetti in lastre di pietra calcarea a falde fortemente inclinate,
contrastano nettamente con le costruzioni appena sottostanti, quelle che fanno
chiaramente parte di un altro adattamento stanziale, quello lacustre, meno severo,
più blando, manifestazione di più culture sovrapposte e meno evidenti nelle loro
scelte funzionali.
Entriamo qui in un discorso molto complesso che dovrebbe coinvolgere aspetti
sociali più ampi come quelli legati alla pregnante presenza di una cultura celtica
non ancora del tutto considerata a fondo e alle conseguenti difficoltà incontrate dal
Cristianesimo, rispetto ad altre culture, nell'essere assimilato nelle nostre zone.
Questa cultura, ormai sfuggita al controllo storiografico Ufficiale, è stata non
molto tempofa riscontrata nella zona dell'appennino tosco-emiliano e in prossimità
del Passo della Cisa, limite estremo di migrazioni che unificarono un vasto
territorio.
Sono proprio gli insediamenti umani a darci queste conferme. Ecco così
apparire ancora le caratteristiche costruzioni col tetto a spiovente, costituito da
piöde, le stesse della Valle Imagna, stessi i modelli degli aggregati, i materiali edili
e i dimensionamenti.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 146
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Purtroppo la distrazione di un individuo dissennato e senza dignità ha lasciato
deperire questo patrimonio.
Questi residui antropici ci ricordano il Galles, la Scozia gaelica, la penetrazione
dei monaci vagantes irlandesi e dei gruppi che li seguirono in una nuova
colonizzazione e che li vide portare nelle nostre zone il culto di Brigida of Kildare,
abitare i monasteri più importanti come quello di San Pietro al Monte di Civate,
perfezionando poi con San Colombano la stessa autoctona struttura benedettina.
La presenza a Bobbio di San Colombano non è stata certo casuale, ma
relazionata ad una tradizione locale di cultura celtica ormai dimostrata.
Corsi e ricorsi perciò, sacche culturali rimaste pressoché immutate nei secoli o
andate a perdersi per sempre.
La vicenda ricorda la zona al tempo dei primi insediamenti Longobardi in Italia,
provenienti intorno al 568 dalla Pannonia.
Ecco riapparire anche l'etimo originario della nostra Valle, l'antica Waldimania,
probabile sedime del nominativo Waldman ", in ricordo di un funzionario
governativo dei re alla corte longobarda di Almenno. La presenza amministrativa
di questo popolo nella zona risale al 584, quando viene eletto re Autari, sposo di
Teodolinda, che ottiene il possesso della corte di Lemina con tutta la parte destra
della Valle fino ai passi intermedi del Resegone. La zona acquisterà sempre più
importanza sotto il Vicariato di Almenno che comprendeva anche Palazzago,
confinante a monte con il territorio valdimagnino.
Zona complessa, articolata, che cominciava dai confini del milanese verso
tramontana, con Brumano in territorio di Lecco, diviso dai monti anticamente
chiamati Porcarola e Pianca, sino al Grassello. Sono ancora visibili le tracce dei
confini di pietra lavorati detti "termini" che segnavano lo spartiacque tra le due
realtà politiche, quella veneta e quella ambrosiana.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 147
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Nel Cinquecento venivano assegnati 14 comuni con tutte le loro contrade. Tutti
potevano utilizzare le terre della Comunità per il pascolo degli animali, a differenza
della confinante Valle San Martino, costituita da vari centri in conflitto tra loro.
Si raccoglievano biade, castagne, noci, fieno e si produceva anche il vino, a
beneficio però di alcune zone ben limitate. La ricchezza di questa Valle
contrastava invece con scarse risorse della terra. Infatti l'agricoltura fu sempre
integrata dall'artigianato della lana, che forniva materia prima ai bergamaschi e
agli stessi milanesi.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 148
Valle Imagna Provincia di Bergamo
4.3 LA TIPOLOGIA EDILIZIA
4.3.1 Le murature
I paramenti murari venivano realizzati in pietra naturale, grossolanamente
lavorata e costituita prevalentemente da conci calcarei allettati con dei leganti
poveri come argilla o malta di calce. La malta era costituita da una miscela di
calce e sabbia. La sabbia veniva scavata nelle vicinanze dei cantiere, ma si
trattava, solitamente, di terriccio mescolato a ghiaia più che di sabbia vera e
propria, tanto è vero che il colore bianco sporco o giallastro della malta utilizzata
negli allettamenti e per l'intonacatura è una conseguenza anche di ciò.
La particolare colorazione dei muri intonacati è un elemento fortemente
caratterizzante, e insieme al colore e alla pezzatura delle pietre è, come si può
immaginare, variabile da luogo a luogo. Come anche la cura e la perizia nella
posa in opera variano da un posto all'altro.
Scelto il luogo, deciso l'orientamento dell'asse di colmo, l'accesso principale e
secondario, si eseguivano le fondazioni, mediamente profonde 50-80 cm, oppure,
dove era presente, ci si appoggiava direttamente sulla roccia affiorante.
Le pietre, una volta terminate quelle reperibili nei prati e nei campi, venivano
raccolte presso piccole frane locali dette caravine oppure cavate direttamente
dalle rocce; il trasporto avveniva con il gerlo. Raggiunto il cantiere si procedeva
alla suddivisione in base alla grandezza. Al momento della messa in opera,
venivano sommariamente lavorate e squadrate e il livellamento dei corsi veniva
raggiunto con scaglie di sasso ricoperte da calce oppure da uno strato di argilla o
terra setacciata. I conci, dato lo spessore dei muri portanti (60-1 00 cm), venivano
posti in opera da due persone contemporaneamente, uno all'interno e uno
all'esterno.
Un muro realizzato completamente a secco richiedeva naturalmente una scelta
e una lavorazione più accurata dei singoli elementi oltre che una maggiore perizia
nella messa in opera.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 149
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Le caratteristiche strutturali sono simili per tutte le tipologie: muri perimetrali
portanti in pietra e strutture orizzontali in legno per tutti i piani. Meno frequenti ma
comunque presenti in un certo numero i casi con piano terra voltato. Inoltre in
alcune località i fabbricati sono disposti a gradoni, come fossero case a schiera
condividendo tra di loro il muro che dà a valle ciò consente un notevole risparmio
di pietre e di lavoro. Il paramento del piano terreno, dove è situata la stalla,
interrotto solamente dall'accesso e dalle piccole finestre o feritoie necessarie
all'illuminazione e all'areazione va praticamente a costituire un monoblocco; i
paramenti dei piani superiori invece, "svuotati" dalle caratteristiche e ampie
aperture necessarie all'aerazione dei fienili, dal punto di vista strutturale, si
comportano quasi come dei pilastri. Infatti la sezione muraria destinata a
sopportare il carico dei tetto e del secondo piano, si riduce in alcuni tratti anche a
1-1,5 metri per 0,5 di spessore e perdue piani e mezzo di altezza, in quanto
spesso l'apertura giunge fino al tetto.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 150
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 151
Valle Imagna Provincia di Bergamo
4.3.2 Le fondazioni
La scelta del luogo in cui edificare un fabbricato rurale avveniva in base a diversi
criteri, come l'esposizione solare, la vicinanza dell'acqua, la possibilità di trovare
un terreno compatto o della roccia su cui poggiare la costruzione. Tutti questi
fattori dovevano però sottostare ad un principio primario che era quello di sottrarre
il meno possibile al prato o al bosco da cui questi uomini traevano il loro
sostentamento. Quindi il luogo su cui costruire non era il più bello o il più comodo
ma era quella parte meno produttiva.
Per lo scavo delle fondazioni bisognava scendere fino a 70-80 cm e più di
profondità. La fondazione non veniva fatta, riempiendo casualmente lo scavo, ma
era sempre una vera muratura di 20 o 40 cm più larga di quella in elevazione.
4.3.3 Le murature cantonali
I muri cantonali hanno la funzione di irrigidire la scatola muraria rendendo
solidali tra di loro i paramenti all'altezza dell'angolo: in tal modo si contrastano le
forze che porterebbero al loro ribaltamento.
È una parte molto delicata e necessita di particolare cura nella disposizione e
nella scelta del materiale da costruzione: elementi monolitici di grosse dimensioni
lunghi e stretti venivano disposti alternativamente con il lato maggiore sul lato
gronda e sul lato frontale.
4.3.4 L'involto
Solitamente le strutture orizzontali venivano realizzate con la classica struttura
lignea di travi e assito, ma non sono infrequenti i casi in cui il primo piano è
costituito da una volta in pietra.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 152
Valle Imagna Provincia di Bergamo
L'elevata pendenza del terreno o al limite la necessità di avere un locale fresco
da utilizzare come cantina giustificavano questa opera molto dispendiosa e di
complessa realizzazione.
4.3.5 I tramezzi interni
I tramezzi interni delle dimore permanenti erano costituiti da una struttura lignea
di montanti verticali piuttosto ravvicinati. Il tutto viene poi ricoperto con rinzaffi di
malta ottenendo alla fine una superficie bianca e liscia. La leggerezza è un
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 153
Valle Imagna Provincia di Bergamo
requisito indispensabile nelle vecchie case rurali in quanto i solai in legno non
sono in grado di sopportare carichi eccessivi.
Il fienile della Cà invece non aveva suddivisioni interne vere e proprie, spesso si
ha solo una delimitazione dei diversi spazi funzionari attraverso dei graticci lignei
utilizzati anche per appendere gli attrezzi o per l'essicazione dei cereali.
Le suddivisioni interne del piano terra, dove ci sono stalle, erano semplicemente
costituite da murature di minore spessore.
4.3.6 L'intonacatura
L'intonacatura dei fabbricati veniva realizzata al momento della edificazione con
della calce ricavata da cave locali. Essa veniva applicata alla superficie muraria
raso pietra o con uno spessore di 1-2 cm, a seconda della zona e dell'uso a cui
era destinato il fabbricato: civile abitazione o alpeggio.
4.3.7 Le solette
Le strutture orizzontali, come è stato già accennato, erano costituite da una
struttura lignea di travi poste mediamente ad un interesse su cui poggiava
direttamente l'assito. Le luci medie delle solette sono di 3-4 metri.
Se i tronchi costituenti le travi del tetto venivano generalmente lasciate tonde, i
solai erano solitamente costituti da travi squadrate per permettere all'assito di
appoggiare in modo ottimale.
In entrambi i casi comunque esse sono ammorsate direttamente nella muratura
e la sezione del tronco è visibile dall'estemo; a volte per facilitare la posa in opera
delle travi veniva posto nella mezzeria della muratura o verso l'interno un legno
chiamato piane, su cui le travi poggiavano.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 154
Valle Imagna Provincia di Bergamo
4.3.8 La pavimentazione
La pavimentazione è variabile a seconda del tipo di fabbricato:
Nei fienili si utilizzavano assi di notevole larghezza, con uno spessore di 6-7 cm,
che appoggiano direttamente sulle travi. Tra di esse vi possono essere degli
interstizi anche di diversi centimetri, pertanto non sono solidali tra di loro,
l'interesse tra le travi è mediamente 50 - 60 cm.
Solamente in un'area del fienile detta ère, cioè l'aia dove si trebbiavano i cereali,
il pavimento veniva realizzato con una certa cura, accostando perfettamente le
assi le une alle altre, e realizzando degli incastri.
Le stalle non avevano pavimentazione e si faceva il letto con foglie di castano.
Negli alpeggi la pavimentazione è costituita con lastre di pietra appoggiate al
suolo.
4.3.9 Le coperture in piöde
Escludendo le fasce della bassa e media montagna il tetto in piöde ha
rappresentato fino a non molti anni fa, se non si considera la copertura con
scàndole di legno, l'unico metodo impiegato per la copertura sia dei rustici che
delle case di abitazione nelle montagne lombarde.
Per quanto riguarda la localizzazione delle zone in cui viene adottata la
copertura in piöde viene da sè che il primo fattore da considerare è la presenza o
meno di rocce adatte alla fondazione delle scaglie pietrose.
Per quanto riguarda le ardesie inoltre bisogna fare una distinzione: ci sono le
ardesie vere e proprie come i micascisti fogliosi, argilloscisti periniani diffuse nelle
zone di Branzi, Carona, Pescarzo. Hanno la caratteristica di sfogliarsi in lastre
molto sottili e di spessore abbastanza uniforme consentendo la chiodatura
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 155
Valle Imagna Provincia di Bergamo
nell'assito del tetto e quindi pendenze delle falde dell'ordine dei 30'; e poi ci sono
gli gneiss, più grossolani, di notevole spessore e peso.
4.3.10 Il tetto
Il materiale di copertura con le pesanti lastre calcaree, era una scelta obbligata
da cui non si poteva prescindere, che condizionava determinandole in modo
decisivo le caratteristiche costruttive e strutturali dei tetto.
Dato il notevole spessore e dimensioni le piode non potevano essere ancorate
al tetto mediante chiodatura e la loro stabilità era assicurata dall'attrito con l'assito
e le altre piode.
L'enorme carico delle piode, che possiamo calcolare sui 400 Kg al m2 sommato
al carico accidentale della neve doveva quindi essere contrastato da un sistema di
travi e puntoni davvero poderoso. A questo scopo si utilizzavano i grossi tronchi di
castagno che in alcuni casi raggiungevano i 50 a 80 cm di diametro. La struttura
del tetto è estremamente semplice e si ripete con straordinaria costanza in tutti gli
alpeggi: doppia falda con trave di colmo e trave di cordolo, e i puntoni che
appoggiano direttamente sulla piane. Se le falde sono superiori ai 4 metri veniva
inserito il rompitratta o térzèra anche se non vi è una regola fissa.
I puntoni, costituiti da tronchi di minore diametro (1 5-20 cm), erano posti a
distanza piuttosto ravvicinata (50-70 cm) e sopra di essi veniva posto l'assito, più o
meno fitto, a seconda dei casi, e costituito da tavole di larghezza variabile da 10 a
40 cm. 1 tronchi utilizzati per il tetto non venivano quasi mai squadrati.
Terminato il fissaggio dell'assito si dava inizio alla posa delle piode partendo
naturalmente dalla gronda e poi via via sovrapponendo parzialmente tutte le lastre
fino a giungere al colmo. Le piode di gronda erano di solito selezionate tra quelle
di maggiori dimensioni e poi fissate alla struttura del tetto tramite dei ganci in ferro
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 156
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che impedivano lo scivolamento. Al primo corso di piode infatti erano appoggiate e
incastrate tutte quelle successive.
Le piede avevano dimensioni e forme estremamente variabili: mediamente 50
per 60 cm di lato con spessore di 5 cm ma non è raro trovare elementi lapidei di
un metro di lunghezza e spessore prossimo ai dieci centimetri.
4.3.11 Contorni e apertura di facciata
Si intendono elemnti lapidei lavorati su tutta la superficie e d’angolo che
delimitano le aperture di facciata, siano esse delle finestre o dei portali. Negli
edifici rurali sono costituiti da blocchi sagomati sagomati a spacco, utilizzati anche
per i voltini. Realizzati in pietra calcaree tipo Zu, subiscono nel tempo un
ridimensionamento di sagoma fino ad arrivare ad una loro lavorazione più
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 157
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dettagliata (martellinatura, bugnatura) nel cinquecento, fino all’ottocento. Nei casi
di edifici più importanti vengono inseriti anche elemnti in arenaria non locale. Nel
caso di fienili e delle stallette le aperture sono ridotte al minimo.
Nella zona sottostante del tetto per il ricambio d’aria, arrivano a dimensionare
40x30 cm.
Alcuni esempi di contorni in pieta realizzati in edifici rurali della Valle
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 158
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4.3 12 Percorsi pedonali e muri di contenimento
Gli itinerari che si sono individuati utilizzano per lo più tracciati già presenti . Si
prevedono quindi opere necessarie al loro adeguamento.
Tali interventi consistono in lavori di sistemazione del fondo dei sentieri che, a
seconda della loro tipologia, potranno essere in rizzada, in stabilizzato e calcestre,
in terra stabilizzata o semplicemente in terra battuta come per i sentieri
escursionistici, con opere di gradinamento in legno e pietrame per i tratti pedonali
più ripidi.
Sono previsti lavori di consolidamento delle scarpate laterali con muretti a secco
in pietra locale o con sistemi di ingegneria naturalistica . Sono previsti anche
piccoli lavori di scavo e di scorticamento per il ripristino del fondo dei sentieri o per
la ricostruzione di qualche tratto.
Di una certa importanza è anche la realizzazione di attrezzature necessarie per
consentire la fruizione turistica dei sentieri. In particolare è prevista la creazione di
barriere protettive in legno, l’installazione della segnaletica direzionale e
informativa ( bacheche, tabelloni, totem informativi, ecc ) e la posa o realizzazione
di attrezzature per la sosta .
I materiali utilizzati sono in prevalenza il legno naturale e la dove necessario
pietra locale
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Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 160
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4.4 CATALOGAZIONE DEGLI EDIFICI, MANUFATTI E TERRAZZAMENTI ALL’INTERNO DELLA VALLE BRUNONE
Nell’ “allegato al Piano di Gestione” sono riportate le schede sul censiento dei
manufatti edilizi (emergenze architettoniche ) rilevati all’interno della Valle ritenuti
di maggior rilievo per le loro peculiarità architettoniche.
Le emergenze architettoniche sono suddivise in:
1. C.n. edifici
2. D.n. manufatti
3. E.n. muri a secco
Ogni manufatto è stato individuato catastalmente (ove possibile) e analizzato
secondo le caratteristiche tipologiche e tecnologiche; si è infine riportato lo
schema tipologico e si è attribuito un giuduzio generale sullo stato di
conservazione e possibilità di recupero.
Si è in fine attribuito il grado di possibilità di messa in sicurezza su una scala 1-
5.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 161
Valle Imagna Provincia di Bergamo
BIBLIOGRAFIA AA. VV. Il Partimonio riconosciuto. Censimento dei beni storico-architettonici, ed. Bolis, Bergamo, 1990; AA. VV Valle Imagna, ed. Bolis, Bergamo, 1982; Il Parco dei Colli di Bergamo. Introduzione alla conoscenza del territorio. A cura di Lelio Pagani. Bergamo, 1986; Restauri 1984-1989. Repertorio. A cura di Ornella Previstali. Bergamo, 1990; Pietra su Pietra, Manuale repertorio dei principali particolari costruttivi riguardanti i manufatti lapidei in uso, a cura di Eugenio Guglielmi e Marco Offredi, 1999; AA.VV Recupero dell’architettura spontanea: indicazioni progettuali e normative, Università degli Studi di Pavia, 2001.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 162
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5. PROGRAMMAZIONE
DEGLI INTERVENTI dott. arch. Marco Offredi dott. Marco Riva dott. ssa Federica Vitali
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 163
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5.1 ATTIVITA’ E SERVIZI DEL MONUMENTO NATURALE
A pieno regime il Monumento Naturale della Valle Brunone dovrà offrire quei
servizi che permettano la diffusione di una cultura del territorio e delle sue
peculiarità paleontologiche, naturalistiche e architettonica in una visione eco-
sostenibile.
Si dovrà focalizzare l’azione sui servizi integrati di valorizzazione, educazione e
formazione, rivolti a diverse tipologie di fruitori quali la comunità locale, la scuola,
le famiglie, nell’ottica di inserire il Monumento Naturale in un sistema di Parchi che
preveda un bacino di utenza sia regionale che nazionale.
I servizi sopra proposti saranno finalizzati ad incrementare le potenzialità
ambientali, culturali, turistiche ed economiche della Valle Imagna, proponendo una
modalità di fruizione sostenibile del territorio.
Grazie a percorsi di formazione diversificati sarà possibile alimentare
opportunità di coesione tra la Comunità Montana della Valle Imagna e il Museo di
Scienze Naturali “E. Caffi” di Bergamo. La finalità ultima sarà quella di dar vita a
un Ente, che sia incluso nel sistema dei Parchi paleonotologici Triassici della
Provincia di Bergamo, e che interagisca con i sistemi museali della Comunità
Europea.
La presenza di tale risorsa paleontologica e ambientale, rilevante sia negli
aspetti scientifici che naturalistici, incrementerà l’afflusso turistico recando
prestigio e notorietà all’intera Valle che, per la sua particolare posizione
geografica, potrà facilmente raccogliere fruitori sia dalla provincia di Bergamo che
di Milano.
Per quanto concerne gli aspetti scientifico-paleontologici la Valle Brunone gode,
già da diversi anni, di fama internazionale, per la quantità di fossili in essa
rinvenuti e per la loro unicità ed eccellente conservazione.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 164
Valle Imagna Provincia di Bergamo
Il Monumento Naturale della Valle Brunone, una volta attivato a pieno regime,
offrirà, oltre ad escursioni non organizzate, una serie dettagliata di servizi di
promozione e di attività didattiche.
5.1.1 Interventi di promozione
L’Ente gestore dovrà farsi carico di azioni di promozione e divulgazione
all’esterno e all’interno del proprio territorio per rendere visibile il Monumento e
permettergli di svolgere la propria funzione di bene collettivo.
A questo scopo si realizzeranno i seguenti interventi:
Logo: tramite concorso pubblico creazione di un logo del Monumento
Naturale della Val Brunone, che ne rappresenti sinteticamente le
peculiarità e sia di facile riconoscimento.
Sito internet: creazione di un sito Web che raccolga tutti i contenuti
(informazioni pratiche, storia, fotografie, didattica, eventi, stage e
workshop estivi) e che sia sincronizzato con i siti del Museo di Scienze
Naturali “ E. Caffi” di Bergamo e del Parco Paleontologico di Cene
(sistema dei Parchi Paleontologici Triassici).
Creazione di materiale informativo cartaceo come volantini, brossure,
manifesti.
Coinvolgimento dei mass-media (stampa, giornali, televisioni, radio ecc.)
-Promozione delle attività didattiche tramite il contatto diretto con le
scuole.
Partecipazione a progetti comunitari per inserirsi in un netwok di parchi
naturali europei.
La Valle Imagna ha delle notevoli potenzialità turistiche poco valorizzate
consistenti in un ricco patrimonio naturalistico e architettonico quali la
sede della ex dogana Veneta in comune di Fuipiano (in alta Valle), il
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 165
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centro di documentazione museale di Cà Berizzi (media Valle ), il Centro
denominato Antenna europea del Romanico ad Almenno S Bartolomeo
(bassa Valle), oltre a innumerevoli siti speleologici (circa 130) e al monte
Resegone. Il Monumento Naturale della Valle Brunone si può inserire in
questo contesto favorendo lo sviluppo del sistema ecomuseale del
territorio.
5.1.2 Attività didattiche e turistiche
La Valle, come un grande laboratorio all’aperto, potrà ospitare attività didattiche
a tutti i livelli: per la popolazione locale, per il sistema scolastico sia provinciale
che regionale (elementari, medie e superiori) e per avventori occasionali.
Si vuole riportare in questa sede un’elencazione di attività possibili:
Didattica per le scuole: corsi ed escursioni guidate all’interno del Parco
(vedere paragrafo successivo).
Workshop e seminari naturalistici estivi: durante il periodo estivo si
propone l’organizzazione di momenti ludico-formativi, della durata di una
settimana, da attuarsi in cascine attrezzate con possibilità di vitto e
alloggio. Le tematiche proposte riguarderanno la gestione dei parchi, la
protezione e la salvaguardia di flora e fauna, stage di fotografia
naturalistica, stage di disegno naturalistico, corsi di orientamento, corsi di
rilevamento, la cartografia di un ambiente naturale, birdwatching etc.
Paleo parco: per avvicinare i più giovani al mondo della paleontologia si
allestirà un’area deputata ad attività ludico ricreative. Tale progetto sarà
avviato nell’ottica di riproporre, secondo una didattica specifica, il lavoro
di campo dei paleontologi
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 166
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Corsi di formazione professionali: formazione di docenti e operatori attivi
nel settore dell’educazione e dell’ambiente, anche attraverso l’ausilio di
nuove tecnologie (formazione a distanza).
Seminari paleontologici: organizzazione di eventi scientifico-specialistici
sulle varie tematiche del settore.
A supporto di tutte le attività organizzate è indispensabile avviare un
piano di ricerca scientifica che preveda l’analisi e lo studio degli aspetti
paleontologici e naturalistici avvalendosi della collaborazione del Museo
di Scienze Naturali “E. Caffi” di Bergamo.
5.1.2.1 Proposte didattiche per le scuole
All’interno del progetto di valorizzazione della Valle Brunone, la didattica
scolastica svolge un ruolo molto importante per la fruibilità del Monumento
Naturale.
La Valle offre molteplici opportunità didattiche in quanto ospita tre degli aspetti
naturalistici di collettivo interesse, che nelle scuole si affrontano costantemente: la
geologia, la paleontologia e le scienze (zoologia e botanica). La presenza delle
sorgenti sulfuree, di stalle e vecchie cascine, permette oltre modo di fare degli
approfondimenti storci e culturali sulle abitudini della gente del luogo in passato.
In quest’ambito si potranno inserire attività che che siano in grado di:
Valorizzare l'ambiente (la Val Brunone: dagli aspetti paleontologici,
naturalistici, geologici e storici).
Fornire gli stimoli per far cogliere i "segni" della natura e saperli
interpretare dal punto di vista storico e naturalistico.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 167
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Promuovere uno stile di vita basato sul rispetto per la natura,
sottolineando che è un bene unico ed esclusivo, da conservare e da
proteggere.
Proporre un'esperienza vissuta nella natura, che possa sviluppare il
senso pratico, manuale e le capacità percettive dell'utente
(laboratori, escursioni, osservazioni, descrizioni e compilazione di
schede guidate).
Far rivivere esperienze di scienziati naturalisti attraverso attività di
laboratorio (simulazione-partecipativa).
Promuovere l’apprendimento utilizzando un linguaggio adatto alla
fascia di età dell'utente, mantenendo a seconda dei casi un codice
idoneo al fine che si vuole raggiungere (ludico, scientifico,ecc...).
Tutto ciò si potrà ottenere programmando una serie di attività didattiche per
fasce di età diverse (elementari, medie e superiori) e proponendo degli interventi
didattici in forma di "pacchetto" (lezioni, laboratori ed escursioni in connessione tra
di loro).
5.1.3 Approfondimenti delle ricerche scientifiche
Lo studio preliminare naturalistico e geo-paleontologico proposto ha evidenziato
le caratteristiche salienti e generali del Monumento, si ritiene necessaria una
prosecuzione delle ricerche scientifiche di approfondimento che completi la
conoscenza di tutti gli aspetti ivi riscontrati. L’Ente gestore potrà a questo scopo
farsi carico della coordinazione e della gestione di un programma che preveda un
piano di ricerca di dettaglio dei seguenti aspetti:
Ricerche geo-paleontologiche
• Carta geologica di dettaglio
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 168
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• Carta delle aclività
• Carta geomorfologica dei processi in atto
• Studio strutturale di dettaglio
• Analisi delle acque del torrente e delle sorgenti solfuree
Ricerche faunistiche e botaniche
• Carta delle distribuzioni e densità dei vertebrati presenti nel Monumento
(censimenti e monitoraggi per eventuali ripopolamenti e reintroduzioni).
• Monitoraggio degli invertebrati di maggior interesse.
• Gestione di un programma di osservazione e controllo dei processi
faunistici in atto.
• Studi vegetazionali di dettaglio, con particolare riferimento alle specie
erbacee protette e a quelle autoctone di maggior prestigio.
• Censimento dettagliato delle specie vegetali esotiche, nell’ottica di
mantenere lo status vegetazionale originario.
5.1.4 Interventi propedeutici all’avvio delle attività
Per la concretizzazione di tutte le attività previste e per la gestione del
Monumento Naturale Valle Brunone, è indispensabile la realizzazione dei
seguentio interventi:
Allestimento del “Centro Visitatori” situato al piano superiore della sede
della Polisportiva Pontegiurinese, da effettuarsi mediante un’apposita
convenzione tra Ente gestore e l’associazione sportiva stessa.
Acquisto recupero e allestimento dell’area in corrispondenza alla fonte
sulfurea.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 169
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Area didattica: acquisto, recupero e allestimento dell’area, situata su
medio versante (sinistra idrografica del Torrente Brunone) comprendente
tre piccoli edifici, finalizzata alla realizzazione di attività didattiche e ludico
ricreative (paleo-parco).
Recupero ed allestimento di una serie di percorsi tematici, corredati da
cartellonistica.
Realizzazione di aree di sosta lungo i percorsi sopra citati, nei punti
ritenuti di maggior rilevanza.
5.1.3 Tutela
La ricchezza del Monumento Naturale Valle Brunone consiste principalmente
nel suo patrimonio paleontologico e naturalistico, pertanto ogni azione dovrà
fondarsi sui principi dell’eco-sostenibilità, garantendone la fruibilità e la
conservazione al tempo stesso. Ogni attività correlata alla fruizione dell’area è
stata sottoposta ad apposita regolamentazione.
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 170
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5.2. INTERVENTI DA REALIZZARE
5.2.1 Azioni materiali
1) ACQUISIZIONE DI AREE: per garantire la tutela delle aree paleontologiche ad
alta rilevanza, per l’avvio delle attività didattiche e la valorizzazione del casello
delle fonti sulfuree è necessario acquisire le aree come meglio specificato nelle
tavole allegate al Piano di Gestione. Per una superficie totale di circa 10,05 ha.
€ 150.000,00.
2) ADEGUAMENTO DEI PERCORSI: progetto, recupero e sistemazione dei tratti
di sentiero attualmente di difficile percorribilità, inclusa la realizzazione delle
passerelle necessarie (per permettre il guado del torrente e dei suoi affluenti),
secondo le priorità di intervento specificate nella tavola n°11. Per un totale
complessivo di € 1.680.000,00 suddivisi indicativamente come di seguito:
• Percorso 1 € 260.000,00
• Percorso 2 € 120.000,00
• Percorso 3 € 20.000,00
• Percorso 4 € 10.000,00
• Percorso 5 € 180.000,00
• Percorso 6 € 75.000,00
• Percorso 7 € 300.000,00
• Percorso 8 € 180.000,00
• Percorso 9 € 150.000,00
• Percorso accesso 1 € 35.000,00
• Percorso accesso 2 € 130.000,00
• Realizzazione di cartografia di dettaglio dei sentieri censiti nel Piano di
Gestione € 20.000,00
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• Manutenzione ordinaria della restante parte dei percorsi € 200.000,00
Gli interventi di cui sopra sono riferiti alla sistemazione complessiva di tutti i
percorsi individuati e rappresentati nelle tavole allegate al presente Piano di
Gestione; tuttavia, considerata l’ingente somma necessaria al compimento di tutti
gli interventi, si ritiene opportuno suddividere, l’importo sopra citato, in due lotti di
intervento (lotto I: € 840.000,00, lotto II: € 840.000,00). Nel presente Piano di
Gesione triennale si prevede la realizzazione del lotto 1 di intervento, rimandando
al successivo piano di gestione triennale la realizzazione del secondo lotto.
3) REALIZZAZIONE AREE DI SOSTA: per agevolare la fruizione del Monumento
Naturale è indispensabile il progetto e l’allestimento di numero 10 piazzole di
sosta grandi e di numero 8 aree di sosta piccole. Le prime attrezzate di
panche, tavoli e cestini, le seconde di panche.
€ 15.200,00
4) VALORIZZAZIONE DELLE FONTI SULFUREE: progetto ed intervento di
recupero del casello delle fonti con la realizzazione di un piccolo stramazzo.
€ 22.000,00
5) INTERVENTO PER LA REALIZZAZIONE DELL’AREA DIDATTICA (LOTTO I):
progetto ed intervento di recupero della struttura dei tre edifici all’interno
dell’area didattica.
€ 240.000,00
6) INTERVENTO PER LA REALIZZAZIONE DELL’AREA DIDATTICA (LOTTO II):
progetto e realizzazione di opere di completamento delle strutture da adibire
alla didattica ed al paleo-parco, a seguito delle risultanze del progetto di utilizzo
delle stesse.
€ 90.000,00
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 172
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7) INTERVENTO PER LA REALIZZAZIONE DEL CENTRO VISITATORI:
progettazione e realizzazione delle opere di finitura necessarie al
funzionamento dei locali da adibire a centro visitatori.
€ 55.000,00
8) ALLESTIMENTO DI ARREDI E ATTREZZATURE DELL’AREA DIDATTICA: a
seguito della sistamezione dei tre edifici all’interno dell’area didattica, si
provvederà all’acquisto delle attrezzature e degli arredi necessari per la messa
in funzione dell’area didattica e del paleo-parco.
€ 45.000,00
9) ALLESTIMENTO DI ARREDI E ATTREZZATURE DEL CENTRO VISITATORI:
successivamente al completamento delle opere di finitura dei locali
dell’immobile di proprietà della Polisportiva Giurinense, si provvederà
all’acquisto delle attrezzature e degli arredi necessari per la messa in funzione
del centro visitatori.
€ 70.000,00
10) CARTELLONISTICA: progettazione, realizzazione ed allestimento della
cartellonistica didattica ed informativa, da posizionarsi all’interno del
Monumento Naturale.
€ 35.000,00
11) STAZIONE ORNITOLOGICA: cerazione di una postazione al’interno del
Monumento Naturale.
€15.000,00
12) INTERVENTI FORESTALI: attualmente molte aree del parco si trovano in una
situazione di abbandono ulteriormente aggravata dal fenomeno temporalesco
avvenuto in loco il 20/07/2003, è necessaria quindi un’opera di taglio e
asportazione delle piante abbattute. Vanno inoltre effettuati tagli di
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 173
Valle Imagna Provincia di Bergamo
frammentazione nelle coltivazioni di conifere (abetine) per favorire lo sviluppo
di specie autoctone.
€ 90.000,00
5.2.2 Azioni immateriali
1) APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI delle ricerche faunistiche e botaniche
unitamente ad approfondimenti scientifici delle ricerche geo-paleontologiche
come specificato nel paragrafo 5.1.3
€ 40.000,00
2) La realizzazione dell’ATTIVITA’ DIDATTICA e del PALEO-PARCO all’interno
del territorio necessita progetto riguardante l’ideazione e la gestione di tale
servizio.
€ 25.000,00
3) ATTIVITÀ DI PROMOZIONE: azioni di divulgazione e promozione all’esterno e
all’interno del territorio, come specificato dal paragrafo 5.1.1.
€ 16.600,00
Piano di Gestione del Monumento Naturale Valle Brunone 174
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5.4 PIANO FINANZIARIO TRIENNALE
TABELLA n° 1:
PIANO FINANZIARIO TRIENNALE SUDDIVISO PER ANNUALITA’
ANNO
INTERVENTO 2004 2005 2006
INTERVENTI MATERIALI 5,2,1,1 AQUISIZIONE DI AREE € 150.000,00
5,2,1,2 RECUPERO PERCORSI E PASSERELLE LOTTO 1 € 280.000,00 € 280.000,00 € 280.000,00
5,2,1,3 REALIZZAZIONE AREE DI SOSTA
€ 5.000,00 € 5.000,00 € 5.200,00
5,2,1,4 VALORIZZAZIONE DELL FONTI SULFUREE
€ 22.000,00
5,2,1,5 AREA DIDATTICA LOTTO I
€ 240.000,00
5,2,1,6
AREA DIDATTICA LOTTO II € 45.000,00 € 45.000,00
5,2,1,7
OP. DI FINITURA CENTRO VISITATORI € 55.000,00
5,2,1,8
ALLESTIMENTO ARREDI E ATTREZZATURE AREA DIDATTICA
€ 30.000,00 € 15.000,00
5,2,1,9
ALLESTIMENTO ARREDI E ATTREZZATURE CENTRO VISITATORI
€ 70.000,00 5,2,1,10 CARTELLONISTICA € 15.000,00 € 10.000,00 € 10.000,00 5,2,1,11 STAZIONE ORNITOLOGICA € 15.000,00 5,2,1,12 INTERVENTI FORESTALI € 30.000,00 € 30.000,00 € 30.000,00
INTERVENTI IMMATERIALI
5,2,2,1
APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI
€ 10.000,00 € 10.000,00 € 20.000,00 5,2,2,2 PROGETTO ATT. DID. E PALEOP. € 25.000,00
5,2,2,3 INTERVENTI DI PROMOZIONE
€ 8.000,00 € 8.000,00 TOTALE
€ 852.00,00
€ 513.00,00
€ 383.200,00
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