Comunità montana notizie

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Il presidente Luciana Serri fra i dubbi che riguardano l’oggi e le prospettive per il futuro della Comunità Montana e degli enti locali in genere “Per la Comunità Montana si apre un periodo di grandi sfide” L’EDITORIALE S arà un anno molto dif- ficile, il 2012. Un anno che sarà condizionato dai problemi finanziari che atta- nagliano tutti gli enti locali e nel quale si prospettano grandi cambiamenti, allo stato attua- le ancora non completamente definiti, per quanto riguarda il riordino delle amministrazio- ni locali. Le manovre disposte prima dal Governo Berlusco- ni, poi dal Governo Monti, hanno provocato oggettive difficoltà nella stesura dei bi- lanci per l’anno in corso e, in pratica, nessuna amministrazione pubblica è riuscita ad approvare il proprio stru- mento finanziario nei tempi usuali. In questo quadro, suscita ulteriore preoccu- pazione il fatto che, dal 2013, anche i Comuni con una popolazione superiore ai 1001 abitanti dovranno sottostare al patto di stabi- lità, un vincolo che creerà altri ostacoli e una quasi impossibilità di program- mare investimenti. A questo quadro, decisamente poco incoraggiante, si aggiungo- no altre incertezze. È in atto un profonda riorganizzazio- ne delle amministrazioni locali, che dovrebbe prevedere il superamento delle Province, mentre esiste già l’obbligo, prorogato al 2013, per i Comuni con meno di 3.000 abi- tanti di gestire buona parte delle loro funzioni in forma associata. Si parla di pilastri fondamentali dell’attività delle varie municipalità, come, ad esempio, i servizi sociali e sco- lastici, quelli amministrativi e quelli di polizia municipale. In questa ottica, la Comunità Montana, diventerà sempre più importante e sarà necessariamente investita di nuove funzioni. Diventerà, in pratica, una vera e propria Unione di Comuni, attraverso la quale fornire ai cittadini servizi sempre più qualificati, per ottenere sì un miglior coordina- mento e una migliore razionalizzazione, ma senza dimenti- care una capillare presenza sul territorio e senza prevedere forme di accentramento, che potrebbero creare disagi alla popolazione. I Comuni che fanno parte della Comunità Montana, già da tempo hanno intrapreso un proficuo cammino sulla strada della gestione unitaria dei servizi. Pochi mesi fa, otto di essi hanno dato vita, in forma definitiva, al Corpo Unico di Po- lizia Municipale del Frignano, mentre ora è aperto il tavolo dei Sindaci per far partire il progetto di gestione associata dei servizi sociali. Sarà un percorso lungo, ma che, con sen- so di responsabilità, sono sicura che troverà uno sbocco positivo. L’ente che presiedo, in questo periodo delicato, ma stimolante, della propria vita, dovrà farsi trovare pron- to a raccogliere le sfide che si prospettano e, nello stesso tempo, esercitare una costante opera di informazione pres- so i cittadini, per tenerli al corrente delle novità che via via si concretizzeranno e del ruolo sempre più determinante che la Comunità Montana assumerà. Luciana Serri Presidente della Comunità Montana del Frignano Lo sviluppo dei servizi di Hera prende la forma della Comunità Montana in un progetto unico per tutto il Frignano. Si parte con la raccolta differenziata C OMUNITÀ M ONTANA PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ MONTANA DEL FRIGNANO E AZIENDA UNITÀ SANITARIA LOCALE DI MODENA DISTRETTO N° 5 DI PAVULLO NOTIZIE N° 1/2012 In arrivo una montagna di progetti: l’Appennino diventa “smart “ A ccompagnare l’e- voluzione del ter - ritorio montano sviluppando i ser - vizi ambientali, idrici ed energetici in una prospet- tiva sostenibile e valoriz- zando le vocazioni locali. È questa l’estrema sintesi dei tanti progetti che nei prossimi mesi interesse- ranno il Frignano. La Co- munità Montana, insieme alla Provincia di Modena e a Hera, sta studiando un nuo- vo approccio per cucire sul- le specificità dell’Appennino l’insieme dei servizi gestiti dalla Multiutility: ambiente, acqua, gas ed elettricità. Un approccio smart (dall’ingle- se: intelligente), appunto, perché vuole adattare il si- stema di gestione alle reali esigenze locali. L’esempio più significativo di questo approccio smart è rappresentato dalle reti elettriche. Il recente svilup- po della generazione diffusa (impianti a fonti rinnovabili come fotovoltaico, eolico e altri) ha dettato un nuovo paradigma nella distribu- zione dell’energia elettrica: le smart grid. Le infrastrut- ture di distribuzione stan- no subendo un processo di riconversione, poiché erano state concepite per traspor - tare l’energia elettrica da un punto di generazione a tanti di consumo e non per sostenere le sollecitazioni in ingresso provenienti da tan- ti punti. In questo campo, Hera sta già realizzando va- ri progetti, anche nell’area dell’Appennino. Il primo terreno sul quale sarà però testata la collabo- razione tra Comunità Mon- tana, Provincia di Modena e Hera è quello dell’ambiente. I tecnici stanno, infatti, la- vorando a un progetto per il potenziamento dei servizi per la raccolta differenziata in una prospettiva d’area vasta, che è rappresentata in questo caso dal Frigna- no. Sarà una vera e propria svolta nella gestione rifiuti, per portare in primo piano la differenziata, aumentan- do il recupero di materiali e offrendo un servizio efficien- te e in grado di garantire a tutti i cittadini e i turisti un adeguato accesso ai servizi. L’approccio progettuale adottato da Hera si chiama Smart Waste System (siste- ma smart per la gestione ri- fiuti). Lo sviluppo di questo sistema integrato prevede il potenziamento di tutti i servizi di raccolta su ambiti territoriali, adottando le mi- gliori tecnologie e soluzioni organizzative per garantire efficacia ed efficienza. Un’e- voluzione che potrà avere successo soprattutto nel Frignano, dove lo sviluppo della differenziata è un tema che oggi si pone con parti- colare rilievo. Il progetto è ora allo studio dei tecnici e si lavorerà su tutti i meto- di di raccolta. È previsto il porta a porta per le aree più lontane dai centri abitati, il potenziamento delle rac- colta stradali nelle aree ur - bane, con nuovi sistemi per selezionare e ridurre i rifiuti non recuperabili, e la pro- mozione del compostaggio domestico e delle stazioni ecologiche. Il lavoro della Comunità Montana con la Provincia di Modena e Hera non ha, però, il solo obiettivo di migliorare i servizi. Que- sta partnership si propo- ne come un nuovo modo di operare in sinergia tra amministrazioni e gestori dei servizi. Realizzare aree smart, infatti, non significa solo porsi il problema del- la sostenibilità, ma saper valorizzare e promuovere il territorio nei suoi aspetti ambientali e paesaggistici e, come nel caso del Frignano, nella sua vocazione turisti- ca.

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Periodico informativo della Comunità montana del Frignano di Modena

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Il presidente Luciana Serri fra i dubbi che riguardano l’oggi e le prospettive per il futuro della Comunità Montanae degli enti localiin genere

“Per la Comunità Montana si apre un periodo di grandi sfide”

L’EDITORIALE

Sarà un anno molto dif-ficile, il 2012. Un anno che sarà condizionato dai

problemi finanziari che atta-nagliano tutti gli enti locali e nel quale si prospettano grandi cambiamenti, allo stato attua-le ancora non completamente definiti, per quanto riguarda il riordino delle amministrazio-ni locali. Le manovre disposte prima dal Governo Berlusco-ni, poi dal Governo Monti, hanno provocato oggettive difficoltà nella stesura dei bi-lanci per l’anno in corso e, in pratica, nessuna amministrazione pubblica è riuscita ad

approvare il proprio stru-mento finanziario nei tempi usuali. In questo quadro, suscita ulteriore preoccu-pazione il fatto che, dal 2013, anche i Comuni con una popolazione superiore ai 1001 abitanti dovranno sottostare al patto di stabi-lità, un vincolo che creerà altri ostacoli e una quasi impossibilità di program-mare investimenti. A questo quadro, decisamente poco incoraggiante, si aggiungo-

no altre incertezze. È in atto un profonda riorganizzazio-ne delle amministrazioni locali, che dovrebbe prevedere il superamento delle Province, mentre esiste già l’obbligo, prorogato al 2013, per i Comuni con meno di 3.000 abi-tanti di gestire buona parte delle loro funzioni in forma associata. Si parla di pilastri fondamentali dell’attività delle varie municipalità, come, ad esempio, i servizi sociali e sco-lastici, quelli amministrativi e quelli di polizia municipale. In questa ottica, la Comunità Montana, diventerà sempre più importante e sarà necessariamente investita di nuove funzioni. Diventerà, in pratica, una vera e propria Unione di Comuni, attraverso la quale fornire ai cittadini servizi sempre più qualificati, per ottenere sì un miglior coordina-mento e una migliore razionalizzazione, ma senza dimenti-care una capillare presenza sul territorio e senza prevedere forme di accentramento, che potrebbero creare disagi alla popolazione.I Comuni che fanno parte della Comunità Montana, già da tempo hanno intrapreso un proficuo cammino sulla strada della gestione unitaria dei servizi. Pochi mesi fa, otto di essi hanno dato vita, in forma definitiva, al Corpo Unico di Po-lizia Municipale del Frignano, mentre ora è aperto il tavolo dei Sindaci per far partire il progetto di gestione associata dei servizi sociali. Sarà un percorso lungo, ma che, con sen-so di responsabilità, sono sicura che troverà uno sbocco positivo. L’ente che presiedo, in questo periodo delicato, ma stimolante, della propria vita, dovrà farsi trovare pron-to a raccogliere le sfide che si prospettano e, nello stesso tempo, esercitare una costante opera di informazione pres-so i cittadini, per tenerli al corrente delle novità che via via si concretizzeranno e del ruolo sempre più determinante che la Comunità Montana assumerà.

Luciana SerriPresidente della Comunità Montana del Frignano

Lo sviluppo dei servizi di Hera prende la forma della Comunità Montana in un progetto unico per tutto il Frignano. Si parte con la raccolta differenziata

COMUNITÀMONTANAPERIODICO DI INFORMAZIONE DELLA COMUNITÀ MONTANADEL FRIGNANO E AZIENDA UNITÀ SANITARIA LOCALE DI MODENA DISTRETTO N° 5 DI PAVULLO NOTIZIE

N° 1/2012

In arrivo una montagna di progetti: l’Appennino diventa “smart “

Accompagnare l’e-voluzione del ter-ritorio montano sviluppando i ser-

vizi ambientali, idrici ed energetici in una prospet-tiva sostenibile e valoriz-zando le vocazioni locali. È questa l’estrema sintesi dei tanti progetti che nei prossimi mesi interesse-ranno il Frignano. La Co-

munità Montana, insieme alla Provincia di Modena e a Hera, sta studiando un nuo-vo approccio per cucire sul-le specificità dell’Appennino l’insieme dei servizi gestiti dalla Multiutility: ambiente, acqua, gas ed elettricità. Un approccio smart (dall’ingle-se: intelligente), appunto, perché vuole adattare il si-stema di gestione alle reali esigenze locali.L’esempio più significativo di questo approccio smart è rappresentato dalle reti elettriche. Il recente svilup-po della generazione diffusa (impianti a fonti rinnovabili come fotovoltaico, eolico e altri) ha dettato un nuovo paradigma nella distribu-zione dell’energia elettrica: le smart grid. Le infrastrut-ture di distribuzione stan-no subendo un processo di riconversione, poiché erano state concepite per traspor-tare l’energia elettrica da un punto di generazione a tanti di consumo e non per sostenere le sollecitazioni in ingresso provenienti da tan-ti punti. In questo campo, Hera sta già realizzando va-ri progetti, anche nell’area

dell’Appennino.Il primo terreno sul quale sarà però testata la collabo-razione tra Comunità Mon-tana, Provincia di Modena e Hera è quello dell’ambiente. I tecnici stanno, infatti, la-vorando a un progetto per il potenziamento dei servizi per la raccolta differenziata in una prospettiva d’area vasta, che è rappresentata in questo caso dal Frigna-no. Sarà una vera e propria svolta nella gestione rifiuti, per portare in primo piano la differenziata, aumentan-do il recupero di materiali e offrendo un servizio efficien-te e in grado di garantire a tutti i cittadini e i turisti un adeguato accesso ai servizi.L’approccio progettuale adottato da Hera si chiama Smart Waste System (siste-ma smart per la gestione ri-fiuti). Lo sviluppo di questo sistema integrato prevede il potenziamento di tutti i servizi di raccolta su ambiti territoriali, adottando le mi-gliori tecnologie e soluzioni organizzative per garantire efficacia ed efficienza. Un’e-voluzione che potrà avere successo soprattutto nel

Frignano, dove lo sviluppo della differenziata è un tema che oggi si pone con parti-colare rilievo. Il progetto è ora allo studio dei tecnici e si lavorerà su tutti i meto-di di raccolta. È previsto il porta a porta per le aree più lontane dai centri abitati, il potenziamento delle rac-colta stradali nelle aree ur-bane, con nuovi sistemi per selezionare e ridurre i rifiuti non recuperabili, e la pro-mozione del compostaggio domestico e delle stazioni ecologiche.Il lavoro della Comunità Montana con la Provincia di Modena e Hera non ha, però, il solo obiettivo di migliorare i servizi. Que-sta partnership si propo-ne come un nuovo modo di operare in sinergia tra amministrazioni e gestori dei servizi. Realizzare aree smart, infatti, non significa solo porsi il problema del-la sostenibilità, ma saper valorizzare e promuovere il territorio nei suoi aspetti ambientali e paesaggistici e, come nel caso del Frignano, nella sua vocazione turisti-ca.

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Tutti insieme per la protezione civileSi è svolta, il 10 e

11 marzo a La-ma Mocogno, la quarta edizione del

Campo Formativo di Pro-tezione Civile, rivolta agli studenti delle qunte classi delle scuole superiori Ca-vazzi/Sorbelli e Marconi. Il successo del progetto, deriva dall’impegno dei tanti volontari che, grazie al supporto di Comunità Montana del Frignano, Comune di Pavullo, Co-mune di Lama Mocogno, Istituti Scolastici, e Centro di Servizi per il Volonta-riato, si sono adoperati per avvicinare i giovani al mondo della protezione civile. Sono stati oltre 200 i giovani coinvolti, per un totale di 13 classi, che

La pubblica amministrazione digitaleLa Comunità Monta-

na del Frignano, as-sieme agli Enti locali della nostra regione,

partecipa alle iniziative di informatizzazione della Pubblica Amministrazione secondo le previsioni del Codice dell Amministra-zione Digitale e del Piano Telematico Regionale. A tale scopo è entrata a far parte già dal 2007 del-la Community Network della Regione Emilia Ro-magna, e sta realizzando numerosi progetti volti alla semplificazione delle procedure e all’abbatti-mento dei relativi costi.L’obiettivo da raggiungere è sia interno, come servizio rivolto ai comuni mem-bri che difficilmente po-trebbero individualmente affrontare le problema-tiche legate al passaggio alla gestione digitale del-le procedure, sia esterno, rivolto ai cittadini e alle imprese che troveranno d’ora in poi sempre mag-giori possibilità per acce-dere ai servizi della P.A. attraverso il web o piat-taforme automatizzate. Il primo passo è stato quindi quello di implementare il S.I.A. (Servizio Informa-tico Associato) e il S.I.T. (Servizio Informativo Ter-ritoriale) della Comunità Montana predisponendo le infrastrutture hardwa-re e software necessarie per poter gestire i dati dei comuni e i relativi flussi. I passi in avanti nella digita-lizzazione delle procedure comportano dei significa-

tivi risvolti economici. Un piccolo esempio rende l’idea: la spesa postale complessiva sostenuta dalla Comunità Montanla nel 2010 è stata di circa 9 mila euro mentre nel 2011 è scesa a 6 mila. Ed è facile prevedere che questo dato, molto significativo, (-30 %) venga ulteriormente migliorato nel 2012. I servizi che la Comunità Montana oggi può offrire ai Comuni e ai cittadini sono diversi. Ecco una panoramica completa.Per quanto riguarda i servizi volti ai cittadini e alle impre-se si segnalano:FEDERA – E’ il primo pas-so per dialogare digitalmente con la P.A. di tutta la Regio-ne Emilia Romagna; l’utente si può abilitare via internet sul sito https://federa.lepida.it , presso gli sportelli co-munali e dei vari Enti Locali ricevendo le credenziali per accedere ai servizi della P.A. digitale;PAYER – E’ un sistema di pagamento online rivolto ai cittadini, alle imprese e in ge-nerale a tutti gli utenti degli Enti Locali. Obiettivo di Pa-yER è rendere disponibile a tutti gli Enti locali un servizio di pagamento, indipendente-mente dalla loro dimensione e dal proprio livello di infor-matizzazione.Le funzioni di pagamento sono messe a disposizione dell’utente attraverso un’in-terfaccia semplice e versatile.Attualmente sono disponibili i seguenti servizi di pagamen-to online:1) Sportello Unico Attività Produttive Comunità Mon-tana2) Contravvenzioni al Codice della Strada (Tutti i comuni)

3) Spese scolastiche (Lama Mocogno, Montecreto, Po-linago) 4) Servizi cimiteriali (Lama Mocogno, Montecreto, Po-linago)5) Tarsu (Lama Mocogno, Montecreto, Polinago)6) P a g a m e n t i spontanei (Lama Mocogno, Montecre-to)7) Certificati, ICI, ICP, San-zioni, Tosap (Montecreto)Per usufruire dei sistemi di pagamento automatici oc-corre autenticarsi attraverso FedERa, servizio di gestione identità digitali. La pagina dei servizi PayER è raggiun-gibile via web all’indirizzo https://payer.lepida.it.Moka PSC – E’ un’applica-zione di prossima realizza-zione per la visualizzazione e la consultazione dei dati dei PSC (Piani Strutturali Comu-nali).SPORTELLO CATASTALEQuesto servizio, anche se non facente parte dei proget-ti della Community Network regionale, è comunquefruibile in gran parte grazie alle risorse della rete telema-tica.Questo Sportello catastale, unico nel suo genere in Italia, funziona grazie alla proficua collaborazione tra Agenzia del Territorio, Comunità Montana del Frignano e Co-mune di Pavullo nel Frigna-no. Lo Sportello catastale rappresenta un’importante opportunità per i professio-nisti del settore, per i citta-dini e per le associazioni di categoria locali, di avere a portata di mano servizi fino-ra disponibili solo a Modena. L’attuale “Sportello Catasta-le decentrato del Frignano” è

aperto a tutti i cittadini, liberi professionisti, studi notarili e legali, agenzie immobiliari ecc…. presenti sul territorio della Comunità Montana del Frignano.Tra i servizi rivolti ai Comuni si segnalanoSUR (Strumenti Urbanistici). La soluzione offre un sistema integrato che consente la ge-stione del Piano Urbanistico Comunale rispondente ai requisiti della L.R. 20/2000. Il sistema, oltre a rispondere alle esigenze interne di ge-stione ed evoluzione del Pia-no, garantisce gli interscambi informatizzati con gli altri livelli della pianificazione (Regione, Province, Comuni, Comunità Montane, Unione di Comuni, Associazioni In-tercomunali) garantendo la pubblicazione del piano ver-so gli utenti professionisti e i cittadini tramite internet.SIGMA TER (Sistemi Inte-grati catastali e Geografici per il Monitoraggio Ammi-nistrativo del Territorio) -L’infrastruttura del sistema SIGMA TER prevede un am-pio set di servizi che rendono possibile l’interscambio dei dati catastali fra Enti Locali e Agenzia del Territorio, ne consentono l’integrazione con altre banche dati terri-toriali e permettono l’eroga-zione di servizi a cittadini, professionisti ed imprese.SigmaTer pertanto ha creato un’infrastruttura per l’inter-scambio e l’integrazione di informazioni catastali e ter-ritoriali e sviluppato un am-pio set di servizi a supporto della gestione del territorio e della fiscalità locale. I servizi di SigmaTer sono accessibili solo dalle Pubbliche ammini-

strazioni dell’Emilia-Roma-gna raggiunte da Lepida, la rete regionale a banda larga.ACI (Anagrafe Comu-nale degli immobili). Dal punto di vista dei dati l’A-nagrafe Comunale degli Immobili integra in modo coerente un set di informa-zioni, quelle certificate da procedimenti amministrativi, relative agli immobili prove-nienti da: Agenzia del Terri-torio, Pratiche Edilizie, S.I.T. e Toponomastica. Il compito principale dell’Anagrafe Co-munale degliImmobili è quello di consoli-dare in un punto centralizzato all’interno dell’Amministra-zione Comunale informazio-ni certificate relativamente ai beni immobiliari del territo-rio comunale. Dal punto di vista amministrativo è con-cettualmente analoga all’a-nagrafe della popolazione.ACSOR (Anagrafe Sogget-ti/ Oggetti/Relazioni). Ana-grafe “estesa” composta da Soggetti, Oggetti (Unità Immobiliari, Terreni, etc.), e loro interazioni, che inte-gra e bonifica ulteriormente le banche dati già presenti nell’Amministrazione, fo-tografando in modo consi-stente la situazione esistente. Ha come proprio obiettivo strategico quello di fornire una visione unica e di rife-rimento della realtà territo-riale in termini di soggetti, oggetti e relazioni tra i me-desimi, a partire da cono-scenze distribuite in altri sistemi informativi comunali e extra comunali (Anagrafe Tributaria dell’Agenzia delle Entrate, Agenzia del Territo-rio, ENEL, INFOCAMERE, ecc.).

ACI e ACSOR costituiran-no le banche dati e i sistemi utilizzati dai comuni ai fini del recupero fiscale. Si stan-no affidando i servizi relativi al dispiegamento di ACSOR con una previsione di prima implementazione nel giugno 2012.DBTR (Database Topogra-fico Regionale). Sistema di gestione e fruizione del Da-tabase Topografico Regiona-le, il DBTR è la base dati che organizza, secondo logiche di sistema informativo geo-grafico moderno, i contenuti tipici di una cartografia to-pografica tecnica alle grandi scale (geometrie, georeferen-ziazione, attributi), una serie di strati geografici vettoriali funzionali quali i reticoli flu-viale e stradale, la georeferen-ziazione di toponomastica, della numerazione civica e di altre informazioni territoriali di interesse generale, sull’in-tero territorio regionale e nel continuo territoriale.Il DBTR costituisce il nucleo portante del sistema infor-mativo geografico regionale a supporto delle attività di pianificazione e di gestio-ne del territorio, i cui utenti sono non solamente gli Enti locali ma anche i professio-nisti, le imprese e i cittadini che devono disporre di dati topografici ed interagire con la P.A..ICAR-ER - E’ l’infrastruttu-ra di cooperazione applicati-va che permette lo scambio di informazioni tra Enti loca-li diversi in formato digitale, realizzando la circolarità e la interoperabilità dei dati della PA, attraverso un Sistema di Pubblica Connettività stan-dardizzato e certificato.

hanno partecipato a momen-ti di sensibilizzazione in au-la con i volontari, durante i quali hanno potuto conosce-re che cosa fa e come opera la protezione civile.Alla fine dell’incontro di due ore per classe, è stata offerta la possibilità di partecipare al campo formativo.Le adesioni sono andate ol-tre le aspettative: sono stati, infatti, 66 i giovani parteci-panti, tra i quali 45 pavullesi. Il campo ha poi confermato la prevalenza femminile: dei 66 partecipanti più della me-tà erano ragazze- Il campo si è dimostrato anche un luogo di forte integrazione tra cul-ture diverse in quanto più del 15% dei giovani provengono da altre nazioni.Infine, circa il 30% dei giova-ni intervistati, alla fine delle due giornate, ha manifestato

l’intenzione di proseguire, dopo la maturità, a parte-cipare nella vita delle asso-ciazioni che operano nella protezione civile.I volontari auspicano che questo dato trovi conferma il quanto il ricambio genera-zionale diventa, sempre più, una necessità. Le attività proposte sono state impegna-tive e coinvolgenti ed hanno riguardato: il rischio idrau-lico, l’antincendio boschivo, l’avvistamento dispersi, le ra-diocomunicazioni e il soccor-so sanitario. In tutte queste attività più di 50 volontari hanno affiancato gli studenti, spiegando loro cosa fare e, soprattutto, cosa non fare.Da sottolineare che al termi-ne dell’esperienza i volontari, gli operatori degli enti locali e gli istituti scolastici hanno subito iniziato alla prossima

edizione del campo, poiché questo tipo di iniziative, fa-voriscono la creazione di una cittadinanza consapevole dei rischi che si possono correre e dotata di competenze per fronteggiarli. La rete promotrice del pro-getto ringrazia il mondo della scuola, gli studenti e i docenti che hanno dato un forte contribuito al successo del campo.I soggetti promotori: Avap Pavullo, Avap Lama Mo-cogno, Avap Montecreto, Avap Fiumalbo, Avap Ser-ramazzoni, Avap Sestola, Misericordia di Pievepelago, Guardie Giurate Ecologiche Volontarie, Consulta Pro-vinciale del Volontariato per la Protezione Civile, Asso-ciazione Nazionale Alpini, Gruppo Comunale Volonta-ri Protezione Civile Pavullo,

Uma - nuovo servizio in Comunità MontanaContinua a crescere il numero degli utenti del servizio Uma (Utenti macchine agricole) per l’accesso al carburante agri-colo in seguito all’accordo tra la Provincia di Modena e la Comunità Montana del Frignano stilato nel 2010 e voluto in particolare dall’assessore all’Agricoltura e qualità del territorio rurale Gian Domenico Tomei e dalla presidente Luciana Serri. Gli utenti del servizio sono infatti passati dai circa cento del 2010, ai 208 del 2011 fino ad arrivare ai 258 già registrati nel 2012, alla fine del mese di marzo. Aver reso più agevoli le domande da parte degli interessati residenti all’interno della Comunità montana e il diffon-dersi della notizia tra gli agricoltori hanno contribuito a far crescere il numero degli utenti. L’attività è svolta presso l’ufficio di via Giardini,15 previo appuntamento e il servi-zio è stato condiviso con la Comunità Montana.

Comunità Montana del Fri-gnano, Comune di Pavullo, Comune di Lama Mocogno,

Centro di Servizi per il Vo-lontariato Sportello del Fri-gnano.

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Nell’anno 2012 verranno aperti numerosi can-tieri di lavo-

ro per adeguare le sedi territoriali del Distretto sanitario alle nuove nor-mative antincendio.Saranno infatti interes-sate dai lavori di ade-guamento le seguenti sedi :

Le sedi del Distretto sanitario adeguate alle norme antincendio

Polinago, arte in centro storico

A Polinago l’arte è, letteralmente, in piazza. In segui-to al Premio Arte

2011 infatti con la conclu-sione di un workshop ha

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permesso al cen-tro appenninico di abbellirsi con autentiche opere d’arte che sono rimaste per le vie del centro. I pan-nelli completati

dagli artisti sono diventati patrimonio comune. L’ini-ziativa ha visto un centinaio di pittori - parecchi anche di ambito internazionale - in-

viare la loro personale interpretazione del te-ma ‘Cimone - Sguardi ed emozioni’ con un bozzetto realizzato con qualunque tecni-ca, con tanto di nota biografica.Ed è così che si sono imparate a conoscere

anche interessanti personali-tà spagnole, rumene, croate, persino iraniane e indonesia-ne, che hanno sentito il fasci-no dell’appuntamento.Tradotto nella stragrande maggioranza dei casi con opere di altissimo livello, che hanno dato un bel daffare all’autorevole giuria - com-

posta da personaggi d’ecce-zione come Michele Fuoco - chiamata a sceglierne sol-tanto dieci, che sono diven-tate pannelli di vetroresina di 200 per 300 cm, realizzati esclusivamente con la tecnica del colore acrilico, fissati con emulsione contro gli agenti atmosferici.

• il Centro Disabili di Viale Martiri 59 e la Residenza e il Centro diurno psichiatri-ci di via Corsini a Pavullo;• la sede distrettuale di via Ferrari 2 a Pievepelago• la sede distrettuale e la RSA di via Sabbatini a Fa-nano• la sede della Continuità Assistenziale a SestolaL’accantieramento e la re-alizzazione dei lavori di tipo edilizio ed impianti-stico occuperanno molti

mesi dell’anno,ma non de-termineranno la chiusura dei servizi collocati negli immobili: potranno crearsi alcuni disagi per gli utenti,

di cui ci si scusa, collegati in particolare alla modifi-ca degli accessi alle sedi e dei percorsi interni di cui sarà data idonea informa-

zione.Si tratta di un grande im-pegno ,anche economico, da parte dell’Azienda USL di Modena per rendere

adeguate e sicure, per i cit-tadini e per il personale, le proprie sedi di erogazione di servizi sanitari sul terri-torio.

Rinnovato il Comitato Consultivo Misto del Distretto di Pavullo

In data 1° Dicembre 2011 è stato rin-novato il Comitato Consultivo Misto

organismo costituito in maggioranza da membri eletti dalle associazioni di tutela e volontariato presenti sul territorio provinciale, da rappre-sentanti dell’ Azienda USL, dei medici di fa-miglia e da un rappre-sentante dei sindaci del territorio di competen-za.

Questa la nuova compo-sizione:Antonio Bandini (CU-PLA) Maurizio Bortola-

ni (SPI_CGIL) Ada Tebaldi (FNP-CISL) Nunziato Ca-pone (AVIS) Andrea Iori (AVAP) Gianluca Grazio-li (LILT-La nostra voce) Liliana Mercati (AVO) Antonio Parenti (ADMO-ASEOP) Franca Chierici (MMG) Maria Pia Biondi (Direttore del Distretto) Andrea Donati (Direttore Stabilimento Ospedaliero) Mariangela Cecere (URP) Claudio Casini (Dip.Sani-tà Pubblica) Giorgio Cioni (Direttore UO Medicina) Giuseppe Melchiorri (UIT Ospedale) Rita Ricci (UIT territoriale) Milena Chio-di (Assessore Sanità/Socia-le Comune Pavullo).

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La comunità del Fri-gnano è abituata ad alzare gli occhi al cielo ed ammirare

ciò che li rappresenta più di ogni altra cosa: il Mon-te Cimone; la vetta più alta dell’Appennino settentrio-nale che, proprio per questa caratteristica geografica, ospita dal 1937 il Centro Aeronautica Militare di Montagna (CAMM). Era il 1° settembre del 1937 quando l’aviere scelto No-tarianni trasmise il primo bollettino meteorologico dal Monte Cimone, dando inizio ad una serie storica di dati meteorologici che dura da settantacinque anni e che fu interrotta solamente nel periodo della seconda guerra mondiale. Questa immensa quantità di dati prodotti (ogni anno al Cen-tro vengono misurati oltre 150000 parametri meteo-

75 anni per l’Osservatorio del CimoneIl 16 maggio festeggiato questa importante ricorrenza

Con l’inizio della stagione vegetativa sono riprese a rit-mo estremamente

sostenuto le segnalazioni riguardanti la presenza del

La vespa cinese del castagno

Durante l’inverno 2008/2009 il territorio del Frignano fu colpito da un periodo di piogge persistenti che provocarono danni alle strut-ture (terreni e fabbricati) ed infrastrutture

agricole (strade ed acquedotti). La Comunità Monta-na e la Provincia di Modena, attivarono le procedure per il riconoscimento della calamità naturale ed il con-seguente trasferimento di fondi per il ripristino delle strutture ed infrastrutture danneggiate previsti dalla Legge n. 102/2004 che istituisce il fondo di solidarietà nazionale in agricoltura. Alla fine del 2009 il Ministro per le Politiche Agricole e Forestali ha riconosciuto lo stato di calamità naturale alla Regione Emilia Roma-gna aprendo la possibilità alle aziende agricole danneg-giate di presentare richiesta alla Comunità Montana per i danni subiti.Nel Giugno 2011 sono stati trasferiti alla Comuni-tà montana dalla Regione Emilia Romagna circa 1.1 Milioni di Euro per il ripristino delle strutture e circa 350.000 Euro per il ripristino delle infrastrutture. So-no in corso le attività tecniche per la corresponsione degli aiuti. In particolare per le strutture è stata appro-vata la graduatoria delle domande presentate ed a bre-ve le aziende finanziabili saranno messe in condizioni di iniziare i lavori di ripristino.

Dissesto idrogeologico,oltre 1 milione dalla Regione

cinipide del castagno sul terri-torio della Comunità Monta-na del Frignano.L’infestazione, i cui primi casi sono stati segnalati in Piemonte nel 2002, interessa ormai tutta la regione Emilia Romagna e l’intero arco ap-

penninico nazionale, in ma-niera sempre più evidente. Le segnalazioni pervenute al Servizio Forestazione e Am-biente dell’Ente da parte dei cittadini hanno subito un incremento “esponenziale” quest’anno rispetto al biennio precedente: eviden-temente la prolifera-zione del parassita, forse anche a causa di un inverno parti-colarmente mite, è aumentata anche più del normale.Si sottolinea che, al momento non è da-to conoscere nessun altro rimedio chimi-co o meccanico per combattere, ridurre o ostacolare il paras-sita.Purtroppo l’intensità dell’infestazione continuerà ancora a crescere per alcuni anni, in attesa che il paras-sitoide (Torymus sinensis), antagonista naturale del ci-nipide, si moltiplichi e si dif-fonda sufficientemente per contenerlo sotto la soglia di danno. In effetti, avendo una sola generazione all’anno, la dif-fusione del parassitoide ri-chiederà ancora alcuni anni perché diventi efficace; anche il cinipide presenta una sola generazione ma è arrivato al-

cuni anni prima e, in quanto specie esotica, non ha trovato antagonisti naturali nel nuo-vo ambiente. Anche quest’anno prosegui-ranno i lanci del parassitoide, in particolare nei territori in cui l’arrivo del cinipide è più

recente. Le segnalazioni che sono fino ad ora pervenute hanno permesso di meglio orientare le nuove introduzio-ni del Torymus sinensis.La grave situazione è attual-mente sotto il controllo del Servizio Fitosanitario della Regione che, compatibilmen-te con le grosse difficoltà di riproduzione e diffusione del parassitoide, sta comun-que continuando l’attività di distribuzione del Torymus sinensis sul territorio appen-ninico.

rologici) è un grande patrimo-nio per l’umanità in quanto solo attraverso lo studio di questi dati raccolti in molti anni è possibile capire il clima del nostro pianeta e soprat-tutto in quale direzione sta andando. Per permettere tutto ciò in vetta al Monte Cimone ci sono persone dell’Arma Az-zurra che ogni giorno sfidano il freddo, il ghiaccio, il vento e la neve per raccogliere, con la maggiore qualità possibile, questi dati per metterli poi a disposizione della comunità scientifica al fine di migliorare le teorie in campo climatico e meteorologico. Il migliora-mento tecnologico apportato al Centro, assieme alla col-laborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, che è ospitato presso alcuni loca-li dell’osservatorio dell’A.M., ha indotto l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ad insignire l’Osservatorio di Monte Cimone della qualifica di “stazione globale”, un rico-noscimento dato solo ad altre 26 stazioni nel mondo e nes-suna di esse in Italia. La po-sizione del Monte Cimone è stata una componente impor-tante per l’assegnazione di ta-le riconoscimento, in quanto

permette di fare delle misure sullo stato di salute dell’atmo-sfera che risultano valide per l’intero pianeta. Basti pensare al fatto che i dati della con-centrazione di anidride carbo-nica misurati al CAMM sono

confrontabili con quelli regi-strati nella stazione di Mauna Loa nelle Hawaii, distante migliaia di chilometri. Per tale motivo la comunità scientifi-ca che lavora nel campo dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale vede l’Osservatorio del Cimone come stazione fondamentale di riferimento. Il 75° anniversario è un pas-so importante nella storia di un Ente ed è per questo che il CAMM ha voluto festeggiare questa ricorrenza nel modo migliore possibile, inauguran-

do un osservatorio comple-tamente rinnovato sia da un punto tecnologico che esteti-co. L’evento, che si è tenuto il 16 maggio scorso in vetta al Monte Cimone, è stato un av-venimento unico ed irripetibi-

le in quanto si sono incontrati i vertici del Servizio Meteoro-logico dell’A.M., rappresen-tati dal Generale di Squadra Aerea Carlo Magrassi, con le più importanti cariche isti-tuzionali della Provincia di Modena e del territorio del Frignano. Una manifestazione che è andata oltre il suo valo-re istituzionale, confermando e rafforzando il legame che c’è tra l’Aeronautica Militare e il tessuto sociale ed istitu-zionale del territorio. Questo pensiero è stato colto piena-mente nell’intervento del Ge-

nerale Magrassi che, sebbene novizio del Cimone, si è reso immediatamente conto delle sinergie e del legame forte tra l’Arma Azzurra ed il territorio stesso; un legame che bisogna rendere ancora più saldo nel futuro per garantire, in un pe-riodo difficile per il Paese, alla stazione di Monte Cimone di rimanere una eccellenza ed un patrimonio per tutti e di cui andare fieri nel mondo. Que-sto risultato è stato raggiunto in 75 anni di storia, in cui si sono susseguite persone che basavano il loro lavoro sul sa-crificio, l’impegno ed il corag-gio. Basta ricordare i portatori che trasportavano a piedi vi-veri e strumenti da Sestola fino in vetta al Cimone (uno dei quali il novantaseienne Battista Quattrini era presen-te alla ceri-monia), o il Colonnello Ottavio Vit-tori uno dei più impor-tanti studio-si della fisica dell’Atmo-sfera del XX secolo. L’evento del 16 maggio

ha dimostrato una volta an-cora che la realtà del Frignano è un modello da esportare per capacità, spirito di collabo-razione, dedizione al lavoro e sensibilità verso argomenti di natura ambientale. Probabil-mente vivere immersi in un ambiente a stretto contatto con la natura ed in condizioni climatiche spesso difficili aiu-ta ad essere uniti per superare tutte le difficoltà ed essere più sensibili alla tematica che più ci sta a cuore e cioè la salute del nostro pianeta. Tanti au-guri al CAMM per i suoi 75 anni con la speranza di costru-ire un futuro ancora ricco di soddisfazioni insieme a tutti voi cittadini del Frignano.

Comandante MaggioreAttilio Di Diodato

Nella cartina che segue (fonte Servizio fitosanitario regiona-le) sono indicati i punti in cui sono stati effettuati i cosid-detti “lanci” del Torymus si-nensis: 15 complessivamente nel territorio della Comunità Montana del Frignano.

La comunità Montana del Frignano, in costante con-tatto con il Servizio Fi-t o s a n i t a r i o regionale, ha organizzato per l’8 giugno un incontro pubblico alla presenza dei tecnici e ri-cercatori del Servizio al fine di illustrare ai

castanicoltori locali la situa-zione relativamente alla dif-fusione del parassita ed alle misure messe in atto per con-trastarlo.Purtroppo si tratta di una lotta impari: la vespa cinese infatti gode di un vantaggio di alcuni anni nelle diffusione sul territorio rispetto al tori-mus, di recente introduzione e di difficile riproduzione in vi-tro. Non sono poche infatti le difficoltà per i ricercatori nel-la riproduzione in laboratorio del parassitoide e neppure la

sua distribuzione, oltre alle ovvie difficoltà di adattamen-to degli esemplari distribuiti.Per questo motivo la Comu-nità Montana, da decenni impegnata nella tutela della castanicoltura locale attraver-so il sostengo ai castanicoltori con finanziamenti volti preva-lentemente al miglioramento dei castagneti con interventi selvicolturali (potature, inne-sti ecc.), ha negli ultimi due anni impegnato la proprie risorse (20.000,00 euro) nella lotta fitosanitaria ai parassiti del castagno in collaborazio-ne con il GAL Antico Frigna-no ed in coordinamento con lo stesso servizio Fitosanita-rio. Considerata però la difficoltà e la specialità richie-sta nell’intervento contro la vespa cinese, d’accordo con il servizio Fitosanitario ci si è concentrati sulla lotta biolo-gica alla Cydia del Castagno parassita che, nonostante le preoccupanti notizie riguar-danti il Dryocosmus kuriphi-lus del castagno, è ancora oggi più preoccupante e temi-bile del parassita “asiatico”.Intervenendo sulla Cydia, si è infatti pensato di tamponare la perdita della produzione “risparmiata” dalla Vespa, impegnando col GAL le or-mai poche risorse finanziarie disponibili.

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Agricoltura: le misure legate al lattiero-caseario

Finanziamenti per il comparto latte

L’utilizzo della me-todologia operativa “approccio di filiera” risponde pienamente

al soddisfacimento della sfi-da Health Check “Ristrut-turazione del settore lattiero - caseario”. A tal fine alle risorse speci-ficatamente destinate alla suddetta sfida - a valere sulla Misura 121 - sono state affiancate risorse “or-dinarie” su ulteriori Misure dell’Asse. In questo modo si intende sostenere in manie-ra più incisiva processi di ri-organizzazione e stimolare, al contempo, l’aggregazione dei produttori, presupposto fondamentale per il soste-gno della competitività delle imprese e la creazione di mi-gliori relazioni di mercato.Non ci sono spese pubbli-che sulla Consulenza Azien-dale (codice di misura 114)Nel caso di imprese agrico-le di base che effettuano la trasformazione della mate-ria prima quale attività con-nessa ai sensi dell’articolo 1 comma 1 del D. Lgs. 18 marzo 2001 n. 228 e suc-cessive modifiche ed inte-grazioni detto quantitativo è riferito al prodotto finito ceduto ai fini della successi-va commercializzazione;Il progetto di filiera deve:svilupparsi nell’ambito

della filiera lattiero - casea-ria, latte bovino distinta nei comparti produttivi del Set-tore lattiero-caseario (latte bovino) - Comparto formaggi stagionati a Denominazione d’Origine Protetta (Parmigia-no Reggiano, Grana Pada-no, Provolone) e nel Settore lattiero-caseario (latte bovino) - Comparto latte alimentare e latticini freschi.Inoltre deve: essere finalizza-to al raggiungimento di uno o più dei fabbisogni specifici individuati a livello di P.S.R., nell’ambito della sfida Health Check “Ristrutturazione del settore lattiero - caseario”; avere una dimensione di spesa complessiva superiore ad una soglia.Un singolo soggetto in qualità di “beneficiario diretto” può partecipare ad un unico “pro-getto di filiera” e può presen-tare una sola domanda con riferimento a ciascuna Misu-ra/Azione. Natura degli aiuti:Gli aiuti sono corrisposti qua-li contributi a copertura par-ziale dei costi sostenuti per la realizzazione delle singole operazioni/interventi che co-stituiscono il progetto di filie-ra, con le intensità definite nei singoli Programmi Operativi di Misura quali indicati al precedente punto 6. e - per ciò che riguarda la Misura 121, la Misura 123 Azione 1, la Misura 124 - approvati con-testualmente al presente Pro-gramma Operativo.Gli aiuti non sono cumulabili con altri contributi pubblici a qualsiasi titolo disposti, fatti salvi gli specifici casi previsti

dal P.S.R. e definiti nei singoli Programmi Operativi di Mi-sura/Azione. Importi minimi e massimi: i limiti minimi e massimi di spesa ammissibile ad aiuto del progetto di filiera sono fissati rispettivamente in 500.000,00 Euro ed in 6 milioni di EuroSi specifica inoltre che il soste-gno attivato nell’ambito della sfida Health Check “Ristrut-turazione del settore lattiero caseario” individua - a livello di PSR - i seguenti fabbisogni prioritari:• investimenti afferenti la fase di allevamento e raccolta fina-lizzati alla razionalizzazione dei cicli produttivi ed all’ab-battimento dei costi;• investimenti finalizzati ad aumentare la quota di valore aggiunto delle produzioni;• investimenti destinati ad au-mentare gli standard qualitati-vi del latte e dei suoi derivati.Ne consegue che i progetti di filiera dovranno essere incen-trati su queste tematiche, che comportano - in particolare per le misure ad investimento - una classificazione puntuale dei singoli interventi/opera-zioni.Misura 121 investimenti am-missibili:- interventi per la realizza-zione, il miglioramento/po-tenziamento delle strutture zootecniche (stalle);- interventi per la realizzazio-ne/potenziamento di strutture e l’acquisizione di tecnologie finalizzate alla trasformazio-ne del prodotto aziendale (in imprese di produzione di base che trasformino direttamente quale “attività connessa” al-

meno 10.000 q.li latte/anno);- interventi per il miglioramen-to delle produzioni foraggere o di altre colture a destina-zione zootecnica, purché con-nesse ad un totale reimpiego aziendale (es. macchine per fienagione, essiccatoi, struttu-re specifiche dedicate alla con-servazione del prodotto, ecc.).Gli interventi per il miglio-ramento delle produzioni foraggere o di altre colture a destinazione zootecnica pos-sono essere attuati anche da aziende agricole di base - prive di attività zootecnica diretta - che conferiscono totalmente detti prodotti a stalle sociali cui sono associate.Specifica esclusione per inter-venti generici (es. trattori, ma-gazzini macchine ed attrezzi ecc.) e/o non funzionali ad un processo innovativo azienda-le;Misura 123 sono ammissi-bili investimenti specifici in impianti di trasformazione, stagionatura, confezionamen-to, con specifica esclusione di interventi generici non fun-zionali ad un processo inno-vativo aziendale e/o riferiti a sottoprodotti.Misure 111 Azione 1 e 124 sono ammissibili operazioni che - in funzione della valuta-zione di merito - risultino coe-renti con i fabbisogni riportati al punto 11.. Queste misure sono oggetto di domande presentate nell’am-bito di avvisi pubblici di com-petenza territoriale, legati alla modalità operativa “approc-cio individuale” e nell’ambi-to del presente Programma Operativo in modalità “filie-

ra”, pena la decadenza delle istanze presentate a valere su entrambe le modalità. Il comparato produttivo del Settore lattiero-caseario (latte bovino) - Comparto formaggi stagionati a Denominazione d’Origine Protetta (Parmigia-no Reggiano, Grana Padano, Provolone) dispone di 4 im-prese e 14 ULU.Il peso percentuale della spesa ammissibile per investimenti relativa alle operazioni/inter-venti afferenti la Misura 121 rispetto alla spesa ammissibile complessiva del progetto di fi-liera pari almeno al 40%:Il bando relativo alle misure sopra descritte è scaduto il 15 aprile 2012. Ora gli Enti Delegati si appresteranno ad eseguire tutte le operazioni istruttorie previste dalla nor-mativa al fine di metter in

condizione la Regione Emi-lia Romagna di approvare la graduatoria dei progetti e de-finire quali andranno a finan-ziamento essendo le risorse stanziate non sufficienti a co-prire il fabbisogno richiesto. La graduatoria verrà appro-vata in Ottobre 2012.Dall’analisi dei primi dati per-venuti risulta che a fronte di una disponibilità finanziaria a bando di circa 20 Miliioni di Euro, sono pervenute ri-chieste di contributo per un totale (Regionale) di circa 68 Milioni di Euro di cui circa 15 Milioni richiesta in Provin-cia di Modena e gli atri dalle provincie di Parma, Reggio Emilia, Piacenza e Bologna. La Provincia di Modena rap-presenta il territorio con la maggior richiesta di finanzia-menti.

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Macello di Lama Mocogno,il bando per la nuova gestione

La Comunità Montana del Frignano ha in uso, tramite comodato gratuito dal Comune di Lama Mocogno, la struttura ubicata nel territorio del Comune suddetto – Via per Palagano n. 51 ed adibita a macello interco-

munale. La struttura oggetto della concessione comprende due corpi di fabbrica, di cui uno destinato a macello e l’altro a stalla con annessa area cortiliva di mq. 2973 circa. Il ma-cello è costituito da cinque vani principali (sala di macella-zione, tripperia, sala sfascio, ufficio e zona carico), quattro celle frigorifere e tre locali accessori (locale personale, depo-sito e servizi igienici). La stalla, con annessa concimaia co-perta, è costituita da due vani, di cui uno destinato a stalla e uno a ripostiglio; sul fronte principale è inoltre ubicata la cella frigorifera per materiale a rischio specifico (MRS).La struttura è dotata di un sistema di depurazione costituito da una vasca di disoleazione aerata (degrassatore) e da una vasca di accumulo ed equalizzazione dei liquami ospitante anche il sistema di sollevamento delle acque reflue. Nei primi mesi dell’anno è stata pubblicata la gara pubblica per l’assegnazione della gestione del servizio di macellazio-ne. Si sono appena concluse le operazioni di affidamento alla ditta vincitrice. Il contratto per la nuova gestione avrà una durata di quattro anni. A breve sarà attivo anche il servi-zio di macellazione della selvaggina cacciata nel territorio. Questo progetto viene portato avanti con la collaborazione della USL e degli ATC competenti. Il Consiglio della Comu-nità Montana ha già modificato il regolamento inserendo tra le attività che si possono effettuare presso il macello anche quella di macellazione della selvaggina.

La Comunità Monta-na del Frignano ha inteso sfruttare la recente normativa

che prevede incentivi per la produzione di energia pulita ritenendola un’im-portante opportunità.Innanzitutto si contribuirà alla riduzione di emissione di gas serra ed inquinanti nell’atmosfera; verran-no sfruttate superfici non utilizzate altrimenti e si garantirà all’Ente, grazie alle tariffe incentivanti del Conto Energia, un flusso di liquidità in entrata per i prossimi 20 anni.Un rallentamento nell’av-vio dei lavori si ha avuto qualche giorno dopo la presentazione del progetto esecutivo con l’uscita del cosiddetto decreto Ronchi che di fatto aveva soppres-so gli incentivi governativi.Il D.M. 5 maggio 2011 ha fortunatamente ripristi-

Inaugurati due impianti fotovoltaici di complessivi 47.04 Kwp installati sulle coperture dei fabbricati del canile intercomunale in località Corla, presso Pavullo nel Frignano

Fotovoltaico sopra il canilenato il sistema incentivante, cosa che ha consentito di riav-viare il progetto. Per questio-ni di ubicazione dei fabbricati adibiti a canile comprensoria-le è risultato necessario suddi-videre in due l’impianto che risulta, pertanto, costituito da una prima installazione aven-te potenza nominale pari a 28.800 kW e da una seconda installazione avente potenza nominale 18.240 kW e quindi per complessivi 47.040 kW.Sono stati quindi installati complessivamente 196 mo-duli fotovoltaici che occupa-no una superficie pari a poco meno di 324 mq e che per-mettono una produzione an-nuale di circa 54.000 KW/h.Gli impianti sono ubicati sulle coperture dei fabbricati adi-biti a canile comprensoriale,

sfruttate pertanto come su-perficie utile per l’installazio-ne dei pannelli fotovoltaici.La realizzazione degli impian-ti fotovoltaici previsti dal pre-sente intervento consentono, ai fini di una valorizzazione economica, di sommare i be-nefici derivanti sia dagli incen-tivi sulla produzione (Conto Energia) che dalla vendita dell’energia prodotta (cessio-

ne totale).L’intero progetto è finanziato in parte con fondi di bilancio e in parte con un mutuo quin-decennale alla Cassa Depositi e Prestiti.Dai calcoli effettuati sarà da prevedersi, prudenzialmente, il pareggio delle spese soste-nute intorno all’8° anno di esercizio. I lavori sono stati completati a fine 2011 ed en-trambi gli impianti sono in produzione già dal 29 dicem-bre 2011.In data 21 aprile 2012 è sta-to organizzato un convegno presso la sede della Comunità Montana sul tema delle ener-gie rinnovabili e del fotovol-taico, con la partecipazione di illustri rappresentanti delle Istituzioni e del mondo della ricerca; il Dr. Fabrizio Ra-

gazzi, Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena, ha introdotto l’ar-gomento “Energie alternative e sviluppo sostenibile – Fo-tovoltaico”, mentre il Prof. Giacomo Bizzarri, Università degli Studi di Ferrara, ha dis-sertato sul tema“Prospettive sullo sviluppo della energia “italiana” in Italia”.Di notevole interesse l’in-

tervento introduttivo del Presidente della Comunità Montana Luciana Serri, le va-lutazioni dell’Assessore pro-vinciale Stefano Vaccari e le comunicazioni dell’Assessore regionale Giancarlo Muzza-relli relative alle evoluzioni normative in materia.Durante la giornata ci si è poi recati presso il Canile per inaugurare ufficialmente gli impianti fotovoltaici, con il taglio del nastro da parte del Presidente della Comu-nità Montana Luciana Serri, dell’Assessore regionale Gian-carlo Muzzarelli, dell’As-sessore provinciale Stefano Vaccari e la partecipazione degli Amministratori della Comunità Montana e dei Co-muni membri.Durante il convegno sono sta-

ti discussi i punti salienti relativi al decreto Conto Energia, attual-mente giunto alla quarta edizione, e allla prossima emanazione del 5° Conto Ener-gia, già licenzia-to dal Ministro dello Sviluppo Economico e dal Ministro dell’Ambiente ed

in attesa del parere delle re-gioni.Il nuovo decreto contingen-ta gli incentivi per una spesa massima di 100 milioni di euro a semestre, assegnati tramite iscrizione a registri; si riprende quindi lo schema già introdotto dal quarto Conto Energia, con la differenza di non limitare tale procedura ai soli grandi impianti ma esten-

Imparare facendo con “Simulimpresa”

Nell’Istituto Scolasti-co Cavazzi Sorbelli inizia una nuova avventura di didat-

tica: la Simulimpresa, adot-tata da anni ormai in più di 400 scuole italiane e in qua-si 4000 europee, è co-ordinata in Italia dalla Centrale di Simulazio-ne di Ferrara. La sua funzione principale è quella di rivoluziona-re le metodologie di insegnamento, fornire strumenti per la rimo-tivazione degli studen-ti e creare ambienti e situazioni idonei allo sviluppo delle com-petenze. L’indirizzo Servizi Commerciali dell’Istituto Professionale ha avviato quest’anno nel-

le classi prime, proseguirà poi in tutte le classi dell’in-dirizzo, questa nuova metodologia didattica com-patibile con il nuovo Profilo in uscita del Diplomato del settore economico, assicu-rando ottimi risultati di ap-prendimento difficilmente raggiungibili attraverso la

tradizionale didattica d’au-la. In un’aula-laboratorio

del tutto simile agli uffici di una azienda reale, gli studenti attraverso il prin-cipio del learning by doing e dell’apprendimento colla-borativo saranno portati a riconsiderare il loro modo di studiare e a comprendere che solo il lavoro integrato di tutti assicurerà il succes-

so formativo. La fase ini-ziale del progetto prevede

la costituzione dell’impresa simulata e quindi la scelta di un partner, un’impresa reale, nel caso del Cavaz-zi/Sorbelli la INCO srl di Montebonello e la Sorgen-te srl di Barigazzo, con uno scambio continuo di infor-mazioni, sulla contabilità, sui listini, sull’organizzazio-ne, sulle strategie di mercato e sulle politiche commerciali intraprese. Le imprese si-mulate sono collegate tra di loro dalla rete internaziona-le EUROPEAN, European Pratic Entetprises Network, l’associazione che stabili-sce gli standard normativi per praticare il commercio a livello europeo; inoltre, si preoccupano di garantire tutti i servizi amministrati-vi e di rappresentare, nella simulazione, le banche, lo Stato, le assicurazioni, la Poste e di altri enti.

dendola praticamente a tutti. Il quinto Conto Energia in-dividua un totale di cinque semestri a partire dalla data di applicazione del decreto stesso; per ciascuno di essi so-no ammessi alle tariffe incen-tivanti impianti fotovoltaici per un costo annuo indicati-vo di 80 milioni (ulteriori 10 milioni rispettivamente ad impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative e ad impianti fotovoltaici a

concentrazione). In altri termini, il nuovo Con-to energia erogherà un totale di 500 milioni di euro nell’ar-co di due anni e mezzo. Il quinto Conto energia vin-cola la sua applicazione al raggiungimento del costo cumulato annuo degli incen-tivi pari a 6 miliardi di euro. Sarà l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas a stabilire con delibera la data esatta di raggiungimento di tale costo.

Due importanti provvedimenti sono in procinto di essere approvati dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna. Si tratta della proposta di legge fatta dalla Giunta Regionale

per i Consorzi di Bonifica. L’art. 3 afferma un principio importante per i territori montani e precisamente che la contribuenza di bonifica pagata dai cittadini che hanno immobili ricadenti in aree classificate montane debba essere destinata ad interventi di difesa del suolo degli stessi territori di montagna. Analogo provvedimento pre-sentato dalla Giunta Regionale è la proposta delle linee guida (la cui adozione è prevista dalla Legge Regionale n. 23/11) relativa alla gestione delle aree sottese ai baci-ni idrici che alimentano i sistemi di prelievo delle acque superficiali e sotterranee del territorio montano e delle aree di salvaguardia. Le linee guida prevedono che una percentuale dell’1,2 dei costi operativi del Servizio Idrico Integrato venga destinata alla manutenzione di queste zone montane in cui si forma l’acqua. L’Associazione Nazionale Comuni Montani (UNCEM), pur plauden-do l’approvazione di provvedimenti tanto attesi, chiede di integrare l’art. 3 al fine di disporre che gli interventi di difesa del suolo siano comunque sempre concordati con le Amministrazioni comunali e chiede altresì di in-crementare la percentuale di destinazione dei costi ope-rativi fissata all’1,2% portandola al 1,5%. Entrambi i provvedimenti porteranno alla montagna risorse preziose da finalizzare alla manutenzione e difesa del suolo.

Novità in Regione suiConsorzi di Bonifica

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Dai primi mesi del 2010 è piena-mente operativa, presso la Sede

della Comunità Montana del Frignano, la “Struttu-ra Tecnica Per la Riduzio-ne del Rischio Sismico”. Questa Struttura è stata istituita in base ad appo-sita convenzione sotto-scritta da tutti gli undici Comuni membri.Questa Struttura esegue i controlli sulle costruzio-ni, disciplinati dal Titolo IV della legge regionale n. 19/2008 “Norme per la Riduzione del Rischio Sismico”.

Già dal 2010è attiva,presso la Comunità Montanadel Frignano

Alla fine di marzo, il geometra Italo Natillo, referente tecnico dell’uffi-

cio decentrato del catasto, ha raggiunto la pensione. Natillo, conosciutissimo a Pavullo e in tutto il Frigna-no per le sue doti umane e professionali, fu uno degli artefici della realizzazione prima e dell’apertura poi, dello sportello di Pavullo, unico esempio in Italia di servizio decentrato catasta-le, e si è sempre adoperato

Italo Natillo va in pensione

Direttore responsabile: Giancarlo CappelliniCoordinatore di redazione: Paolo SeghedoniRedazione: Andrea Cavallini, Milena Savani, Marcella Caluzzi, Eleonora Tranchini, Luca BeltramiProgetto grafico e impaginazione: MediaMoFotografie: MediaMo, Archivio Comunità Montana, Foto ManfrediniStampa: Tipografia SEL, CremonaChiuso in redazione il 5 marzo 2012 - Stampato in 17.000 copiePer la pubblicità su Comunità Montana Notizie contattaMediaMo snc - [email protected] - www.mediamo.net - Tel 059.350.269 - fax 059.347.326

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In base alla normativa na-zionale e regionale vigente in materia sismica, è necessario sottoporre a controllo le pra-tiche edilizie attraverso due diverse procedure: - l’autorizzazione preventiva;- il deposito del progetto strutturale.Tutto il territorio nazionale è classificato Sismico, con 4 diversi livelli di pericolosità. Per quanto attiene alla Co-munità Montana solamente Pievepelago è classificato in zona sismica 2 (media si-smicità) mentre tutti gli altri ricadono in zona 3 (bassa si-smicità). In zona 2 è sempre prevista l’autorizzazione sismica pre-ventiva.In zona 3 i progetti struttu-rali sono di norma soggetti a deposito prima dell’inizio dei lavori; l’autorizzazione sismica preventiva è prevista solamente per le seguenti ti-pologie di opere ed interven-ti:a) interventi edilizi in abitati dichiarati ‘da consolidare’;b) progetti presentati a se-guito di accertamento di

violazione delle norme anti-sismiche;c) interventi relativi ad edifici di interesse strategico;d) sopraelevazioni di edifici esistenti.La Struttura Tecnica per la Riduzione del Rischio Sismi-co è composta da un team multidisciplinare in grado, ciascuno per le proprie com-petenze, di esprimere valuta-zioni sugli aspetti geologici, geotecnici e strutturali at-tinenti il comportamento

delle co-struzioni in zo-na sismica, secondo quanto dettato dalle Norme Tecni-che per le Costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008.Inoltre la Struttura Tecnica per la Riduzione del Rischio Sismico, al fine di assicurare il supporto tecnico per la pre-

Struttura tecnica per la riduzionedel rischio sismico

disposizione degli elaborati tecnici progettuali a corredo delle istanze, in via prelimi-nare e su richiesta degli inte-ressati, fornisce chiarimenti ed indicazioni sull’applica-zione delle norme tecniche per le costruzioni. Ad oggi il

numero delle pratiche trat-tate ammonta a 151 con un tempo medio di rilascio delle autorizzazioni di 41 giorni.

affinché imprese e privati cittadini avessero la migliore assistenza durante il disbri-go di pratiche spesso com-plicate. A lui, durante una piccola festa di commiato, il Sindaco di Pavullo Ro-

mano Canovi e il Presiden-te della Comunità Montana del Frignano Luciana Serri, hanno consegnato due rico-noscimenti, insieme alla gra-titudine per l’efficace lavoro svolto.

Emergenza terremoto

L’emergenza terremoto coinvolge anche il Frignano. Il territorio sta partecipando, grazie ai volontari del Frignano che sono in prima linea. E come enti locali messi a disposizione dipendenti. Per esempio polizia

municipale, tecnici, dipendenti di Comunità Montana e comuni membri sono impegnati per il primo soccorso. Per disponibilità diverse è opportuno prendere contatto con le istituzioni locali per un coordinamento preciso. E’ attivo poi un conto corrente per raccogliere risorse da devolvere alle persone colpite dal terremoto: intestazione “Provincia di Modena Interventi di solidarietà”, codice Iban IT 52 M 02008 12930 000003398693, indicare la causale “terremo-to maggio 2012”.

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A Giuseppe Ghirardini la guida di Ostetricia e Ginecologia, a Raffaele Sansone la direzione di Radiologia

Rafforzare la co l laboraz io -ne per favorire l ’ integrazione

tra ospedali e i profes-sionisti che vi lavorano e mantenere elevata la qualità delle prestazioni così come gli standard di sicurezza: è uno de-gli impegni assunti nel PAL, il Piano Attuativo Locale approvato all’u-

Presso l’ospedale di Pavullo due nuovi direttori di unità operativananimità dalla Conferenza territoriale sociale e sanita-ria della Provincia di Mo-dena, lo scorso 14 ottobre e che sta progressivamente trovando applicazione.Un esempio concreto arriva da Pavullo dove da qualche settimana sono pienamente operativi due nuovi diret-tori di Unità Operativa. Si tratta di Giuseppe Ghirar-dini al quale è stata affida-ta la guida di Ostetricia e Ginecologia e di Raffaele Sansone che ha assunto la direzione della Radiologia.La nomina di Ghirardini, che ricopre già un analogo incarico a Sassuolo, ha l’o-biettivo di rafforzare la col-laborazione fra le strutture della rete materno-infantile dell’area Sud e contribuirà a garantire più sicurezza ai pazienti e maggiore profes-sionalità agli operatori, an-che attraverso una stretta collaborazione del punto

nascita di Pavullo con le altre unità operative della rete assistenziale e in par-ticolar modo con Sassuolo, individuato come ospedale di riferimento per l’area Sud della nostra provincia.Altrettanto importante è la nomina di Sansone che va così arricchire l’espe-rienza dei professionisti che lavorano a Pavullo. In particolare, tra le qua-lità del professionista di origini campane, vanno sottolineate la pluriennale esperienza e l’attitudine a sviluppare livelli elevati di integrazione con gli interlo-cutori istituzionali e profes-sionali, unita alla capacità di apportare contributi in-novativi nel modello orga-nizzativo.“Si tratta di due eccellenti professionisti che stanno già portando un positivo contributo alla struttura di Pavullo, sia sul fronte

dell’integrazione della rete, sia attraverso il coinvolgi-mento dei loro colleghi” ha detto il direttore generale dell’Azienda Usl di Mode-na, Giuseppe Caroli. “Al-largando l’orizzonte credo che si possa sottolineare come in questo caso l’inte-grazione, anche tra aziende differenti, si sta concreta-mente realizzando”.Giuseppe Ghirardini, 60 anni, è laureato in Me-dicina e Chirurgia ed è specialista in Ostetricia e Ginecologia, in Patologia della Riproduzione Umana e in Oncologia.Inizia la sua carriera come assistente medico nel 1982 presso la Divisione di Oste-tricia e Ginecologia dell’O-spedale di Montecchio Emilia dove ha ricoperto diversi incarichi e dove ha lavorato fino al 1996.Dal maggio 1996 ad apri-le 2002 è stato dirigente

medico di secondo livello presso l’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Guastal-la e da giugno 1999 alla fine del 2000 ha ricoperto l’incarico di Direttore del Dipartimento Materno-In-fantile dell’Azienda USL di Reggio Emilia.Arriva all’Ospedale di Sassuolo nell’aprile 2002 come direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, incarico che mantiene a tutt’oggi e do-ve è stato anche nominato direttore del Dipartimento Materno-Infantile.Raffaele Sansone, 56 an-ni, è laureato in Medicina e Chirurgia e specialista in Radiologia diagnostica e in Radioterapia oncolo-gica. Inizia la sua carriera nel 1986 come assistente radiologo nell’Ospedale di Carpi, per poi trasferir-si nel 1988 presso l’Ospe-

dale di Sassuolo, dove si è occupato di radiologia tradizionale, in particola-re di diagnostica toracica, di senologia, radiologia oncologica e neuroradio-logia. Nel 2002 si è trasfe-rito presso l’Ospedale S. Agostino-Estense di Mode-na, dove ha contribuito a incrementare le prestazioni mammografiche e Tac, in particolare di Angio Tac, collaborando con la chirur-gia vascolare. È stato professore a con-tratto presso la Scuola di specializzazione di Geria-tria dell’Università di Mo-dena e relatore in diversi seminari di chirurgia va-scolare e senologia. Dall’1 gennaio 2012 è di-rettore facente funzione dell’Unità operativa di Ra-diologia e Radiologia d’Ur-genza del Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense di Mo-dena.