COMUNITA’ D’ACCOGLIENZA “LA NOSTRA CASA” · PDF fileLa Comunità...

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COMUNITA’ D’ACCOGLIENZA “LA NOSTRA CASA” L’inizio dell’avventura è ben collocato nel tempo. Era il 28 gennaio 2006 quando le associazioni Vita Insieme e UNITALSI di Bari, raccogliendo il pressante ed accorato invito di don Gianni De Robertis, organizzarono presso la Scuola Media Michelangelo un convegno sul tema dei servizi residenziali per persone diversamente abili nella nostra città. Era il periodo in cui, accanto alla Chiesa San Marcello, si sarebbe dovuto edificare un centro diurno per persone diversamente abili e la locale comunità parrocchiale, già dall’anno precedente, volendo sentirsi direttamente coinvolta in questo progetto, si stava interrogando su quale tipo di servizio necessitava il territorio e su quale tipo di contributo gli stessi parrocchiani avrebbero potuto dare nella risoluzione dei tanti problemi che affliggevano le famiglie. Al convegno era presente don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità Nazionale di Capodarco, grande maestro e punto di riferimento per molti di noi, con il quale già da qualche anno prima alcuni volontari dell’associazione Vita Insieme erano venuti in contatto. Al termine del proprio intervento, don Vinicio, con la sua proverbiale schiettezza, lanciava la provocazione: “Ora basta con le parole, bisogna passare ai fatti; se davvero le necessità sono quelle che mi avete raccontato, occorre muoversi, cominciando dai piccoli passi. Non avete più scusanti!”. Le parole di don Vinicio furono una frustata per tutti noi e, così, cominciammo a guardarci intorno, mettendo insieme le idee e le persone giuste, uniti dalla consapevolezza di dover dare delle risposte urgenti, in modo competente e professionale, senza alimentare facili illusioni, ma senza neppure venir meno a quella che era in realtà la nostra vera vocazione. Il resto avvenne nella tarda primavera dello stesso anno 2006. Alcuni di noi, di ritorno da un pellegrinaggio a Lourdes con l’Unitalsi di Bari, chiusi in uno scompartimento del “treno bianco”, si interrogavano per l’ennesima volta sul futuro che, una volta tornati a casa, si prospettava davanti a molti degli amici disabili, soprattutto di coloro che, con l’inesorabile avanzare dell’età, rischiavano di rimanere soli o, quanto meno, privi di adeguata assistenza familiare. Fu così che, aiutati dalla mano Celeste, tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007, i “cinque dello scompartimento” iniziarono a contattare amici, vecchi e nuovi, delle due associazioni d’origine, trovando terreno fertile e, soprattutto, molta disponibilità ad intraprendere un cammino lungo ed impegnativo, scommettendo sulle professionalità, sull’impegno e sulla storia personale di ciascuno. La vocazione di molti di noi stava diventando una vera e propria missione. Nel marzo del 2007, quindi, si formalizzava la costituzione dell’Associazione UNITINSIEME, che già dal nome voleva dare l’idea dell’unione dei gruppi promotori, volontari ed operatori, facenti parte dell’UNITALSI di Vita Insieme. UNITINSIEME nasce così con il preciso scopo di realizzare nella città di Bari una Comunità di Accoglienza, consistente in Centro Diurno Socio-Educativo Riabilitativo e in Comunità Residenziale Socio-Riabilitativa (c.d. Dopo di Noi), per persone diversamente abili prive di validi riferimenti familiari ed in situazione di disagio sociale, nell’intento di rispondere fattivamente ad un reale e conclamato bisogno presente sul territorio. Sin dalla sua nascita, l’associazione UNITINSIEME avvia una proficua collaborazione con don Vinicio Albanesi, che si concretizza nell’affiliazione della stessa Associazione alla Rete Nazionale delle Comunità di Capodarco. 1

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Page 1: COMUNITA’ D’ACCOGLIENZA “LA NOSTRA CASA” · PDF fileLa Comunità assicura un elevato grado di assistenza, nonché prestazioni riabilitative e sanitarie, finalizzate alla crescita

COMUNITA’ D’ACCOGLIENZA “LA NOSTRA CASA” L’inizio dell’avventura è ben collocato nel tempo. Era il 28 gennaio 2006 quando le associazioni Vita Insieme e UNITALSI di Bari, raccogliendo il pressante ed accorato invito di don Gianni De Robertis, organizzarono presso la Scuola Media Michelangelo un convegno sul tema dei servizi residenziali per persone diversamente abili nella nostra città. Era il periodo in cui, accanto alla Chiesa San Marcello, si sarebbe dovuto edificare un centro diurno per persone diversamente abili e la locale comunità parrocchiale, già dall’anno precedente, volendo sentirsi direttamente coinvolta in questo progetto, si stava interrogando su quale tipo di servizio necessitava il territorio e su quale tipo di contributo gli stessi parrocchiani avrebbero potuto dare nella risoluzione dei tanti problemi che affliggevano le famiglie. Al convegno era presente don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità Nazionale di Capodarco, grande maestro e punto di riferimento per molti di noi, con il quale già da qualche anno prima alcuni volontari dell’associazione Vita Insieme erano venuti in contatto. Al termine del proprio intervento, don Vinicio, con la sua proverbiale schiettezza, lanciava la provocazione: “Ora basta con le parole, bisogna passare ai fatti; se davvero le necessità sono quelle che mi avete raccontato, occorre muoversi, cominciando dai piccoli passi. Non avete più scusanti!”. Le parole di don Vinicio furono una frustata per tutti noi e, così, cominciammo a guardarci intorno, mettendo insieme le idee e le persone giuste, uniti dalla consapevolezza di dover dare delle risposte urgenti, in modo competente e professionale, senza alimentare facili illusioni, ma senza neppure venir meno a quella che era in realtà la nostra vera vocazione.Il resto avvenne nella tarda primavera dello stesso anno 2006. Alcuni di noi, di ritorno da un pellegrinaggio a Lourdes con l’Unitalsi di Bari, chiusi in uno scompartimento del “treno bianco”, si interrogavano per l’ennesima volta sul futuro che, una volta tornati a casa, si prospettava davanti a molti degli amici disabili, soprattutto di coloro che, con l’inesorabile avanzare dell’età, rischiavano di rimanere soli o, quanto meno, privi di adeguata assistenza familiare. Fu così che, aiutati dalla mano Celeste, tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007, i “cinque dello scompartimento” iniziarono a contattare amici, vecchi e nuovi, delle due associazioni d’origine, trovando terreno fertile e, soprattutto, molta disponibilità ad intraprendere un cammino lungo ed impegnativo, scommettendo sulle professionalità, sull’impegno e sulla storia personale di ciascuno. La vocazione di molti di noi stava diventando una vera e propria missione.Nel marzo del 2007, quindi, si formalizzava la costituzione dell’Associazione UNITINSIEME, che già dal nome voleva dare l’idea dell’unione dei gruppi promotori, volontari ed operatori, facenti parte dell’UNITALSI di Vita Insieme. UNITINSIEME nasce così con il preciso scopo di realizzare nella città di Bari una Comunità di Accoglienza, consistente in Centro Diurno Socio-Educativo Riabilitativo e in Comunità Residenziale Socio-Riabilitativa (c.d. Dopo di Noi), per persone diversamente abili prive di validi riferimenti familiari ed in situazione di disagio sociale, nell’intento di rispondere fattivamente ad un reale e conclamato bisogno presente sul territorio.Sin dalla sua nascita, l’associazione UNITINSIEME avvia una proficua collaborazione con don Vinicio Albanesi, che si concretizza nell’affiliazione della stessa Associazione alla Rete Nazionale delle Comunità di Capodarco. 1

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Nel gennaio 2009 l’amministrazione comunale di Bari, a seguito di regolare Avviso Pubblico, assegnava all’associazione UNITINSIEME una struttura da destinare a sede della Comunità di Accoglienza; l’immobile, ubicato in Bari alla via Bruno Buozzi, già sede della Scuola Materna ed Elementare STANIC, necessitava tuttavia di importanti lavori di ristrutturazione ed adeguamento ammontanti a complessivi € 556.800,00.Nell’ottobre 2009, quindi, UNITINSIEME, in Associazione Temporanea di Scopo con la Comunità Capodarco di Roma, partecipa con il progetto “La Nostra Casa” all’Avviso Pubblico della Regione Puglia per la concessione dei fondi europei per la infrastrutturazione sociale, nell’ambito del Programma Operativo FESR Puglia 2007-2013. Ad ottobre 2010 la Regione Puglia, selezionando il progetto “La Nostra Casa” fra tutte le proposte finanziabili, assegnava all’Associazione Temporanea di Scopo Capodarco di Roma / Unitinsieme di Bari un contributo economico pari al 40% del costo totale delle opere di ristrutturazione dell’immobile, rimanendo, quindi, a carico della medesima Associazione, il restante 60% della spesa complessiva.A metà ottobre 2011, grazie alla concessione della prima parte del contributo riconosciuto dalla Regione Puglia, i lavori di ristrutturazione dell’immobile hanno avuto finalmente inizio. L’edificio in oggetto, in fase di ristrutturazione, ospiterà quindi la Comunità di Accoglienza “La Nostra Casa”, consistente in un Centro Diurno Socio-Educativo e Riabilitativo rivolto a persone con disabilità fisico-intellettiva di grado medio-lieve, e in una Comunità Socio Riabilitativa (Dopo di Noi), destinata a persone disabili privi del sostegno familiare ed idonea a garantire il “Dopo di Noi” per disabili fisici. Comunità socio-riabilitativa.La Comunità socio-riabilitativa, secondo l’art. 57 del Regolamento n. 4/2007 della Regione Puglia, è una struttura residenziale socio-assistenziale a carattere comunitario destinata a soggetti in età compresa tra i 18 e i 64 anni, in situazione di handicap fisico, privi del sostegno familiare o per i quali la permanenza nel nucleo familiare sia temporaneamente o definitivamente impossibile o contrastante con il progetto individuale. La Comunità è destinata ad ospitare fino ad un massimo di 20 persone ed è suddivisa in più moduli, a seconda delle caratteristiche di omogeneità per macrotipologia di handicap e per classe di età; è finalizzata a garantire una vita quotidiana significativa, sicura e soddisfacente a persone maggiorenni in situazione di compromissione funzionale, con limitata autonomia.La Comunità non si caratterizza esclusivamente come soluzione in caso di mancato supporto della famiglia, ma anche come strumento che possa aiutare la persona disabile, che ne abbia desiderio, nel perseguimento di una scelta indipendente di autonomia personale. La Comunità, perciò, è una abitazione dove la gestione degli spazi, dei tempi e l’organizzazione sono riservate e stabilite con le persone e per le persone ospiti; alcune attività possono essere svolte, a seconda delle potenzialità individuali, dai singoli ospiti, allo scopo di favorire il riconoscimento e la valorizzazione di ognuno, creando in tal modo un ambiente il più possibile caratterizzato da familiarità e da “normalità”. La Comunità si configura come la casa idonea a garantire il “Dopo di Noi” per disabili gravi senza il necessario supporto familiare e, per questo, verrà assicurato il giusto raccordo con i servizi territoriali per l’inserimento socio lavorativo e per il tutoraggio dei percorsi di autonomia e indipendenza economica. 2

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La Comunità assicura un elevato grado di assistenza, nonché prestazioni riabilitative e sanitarie, finalizzate alla crescita evolutiva delle persone; attuerà interventi mirati e personalizzati per lo sviluppo dell’autonomia personale e sociale e l’acquisizione e il mantenimento di capacità comportamentali ed affettivo-relazionali.La struttura è costituita: da camere da letto doppie, ognuna di esse dotate di servizio igienico attrezzato per la non autosufficienza e di condizionatore d’aria; sala da pranzo e una cucina attrezzata; uno spazio destinato alle attività giornaliere ed al tempo libero; spazi per socializzazione; uno spazio esterno attrezzato.La Comunità è una realtà cui un crescente numero di famiglie decide, dopo lunghe e tormentate riflessioni, di appoggiarsi, affidando la cura e l'intervento pedagogico nei confronti del proprio caro a persone qualificate nell'ambito di una struttura residenziale. La Comunità si configura, dunque, quale opera indispensabile per la cura, l’integrazione e il recupero delle persone disabili, ponendosi i seguenti obiettivi specifici:

● favorire la permanenza delle persone nel luogo di origine, permettendo di mantenere un rapporto con la propria cultura, il proprio ambiente, la propria rete di relazione ed i servizi del territorio;

● realizzare interventi con forte connotazione educativa finalizzati a mantenere attive nelle persone le abilità già acquisite, nonché ad implementare le abilità sociali e relazionali ed il livello di autonomia personale;

● realizzare interventi flessibili ed individualizzati in considerazione della storia personale, degli stili di vita e delle esigenze di ciascun ospite;

● offrire una risposta di tipo residenziale fruibile dal comune di Bari e dai comuni circostanti;

● evitare l’istituzionalizzazione e l’allontanamento dal territorio di origine di persone disabili.

La novità di questo servizio di Comunità risiede nella capacità di far convivere in modo vincente e sinergico due modelli che, tra loro spesso contrapposti, hanno il medesimo obiettivo: migliorare e garantire il benessere sociale e personale della persona disabile. Si tratta, quindi, del modello sociale, più attento ai bisogni di integrazione sociale e al clima educativo, e del modello abilitativo, più attento invece alle componenti d'intervento finalizzate al miglioramento delle abilità personali. Centro diurno socio-educativo e riabilitativo. Il centro diurno socio-educativo e riabilitativo, in relazione con la comunità socio-riabilitativa, è una struttura socio-assistenziale a ciclo diurno finalizzata al mantenimento e al recupero dei livelli di autonomia della persona, con l’obiettivo di ricercare una migliore qualità della vita della persona.Il Centro è destinato a soggetti diversamente abili, anche psico-sensoriali, con notevole compromissione delle autonomie funzionali, che hanno superato l’età dell’obbligo scolastico e che necessitano di prestazioni riabilitative di carattere socio-sanitario.Il Centro accoglierà fino a 30 utenti e pianificherà le attività in base alle esigenze dell’utenza, assicurando l’apertura per almeno otto ore al giorno, per cinque giorni a settimana; tutte le attività sono aperte al territorio e organizzate attivando le risorse della comunità locale. Il Centro si pone come struttura di appoggio e sollievo alla famiglia, offrendo spazi educativi, riabilitativi, assistenziali, ricreativi e favorendo l'integrazione sociale degli utenti nel territorio di appartenenza. Il Centro organizzerà: attività educative indirizzate 3

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all’autonomia, attività di socializzazione ed animazione; attività espressive, psico-motorie e ludiche; attività culturali e di formazione; prestazioni sociosanitarie e riabilitative eventualmente richieste per utenti con disabilità psico-sensoriali, o con patologie psichiatriche stabilizzate.Il Centro, inoltre, assicurerà l’assistenza nell’espletamento delle attività e delle funzioni quotidiane anche attraverso prestazioni a carattere assistenziale (igiene personale), nonché la somministrazione dei pasti, in relazioni agli orari di apertura; il centro diurno socio-educativo assicurerà l’erogabilità delle prestazioni riabilitative, nel rispetto del modello organizzativo del Servizio sanitario regionale. Il Centro si configura come spazio aggregato alla Comunità Socio-Educativa e Riabilitativa, fermi restando gli specifici requisiti previsti per ciascuna struttura. La struttura prevede: congrui spazi destinati alle attività, non inferiori a complessivi 250 mq per 30 utenti, inclusi i servizi igienici e le zone ad uso collettivo; zone ad uso collettivo, suddivisibili anche attraverso elementi mobili, per il ristoro, le attività di socializzazione e ludico-motorie con possibilità di svolgimento di attività individualizzate; una zona riposo distinta dagli spazi destinati alle attività; autonomi spazi destinati alla preparazione e alla somministrazione dei pasti, in caso di erogazione del servizio; spazio amministrativo; servizi igienici attrezzati; 3 bagni per ricettività fino a 30 utenti, di cui uno riservato in rapporto alla ricettività preventiva uomini/donne; un servizio igienico per il personale. Risultati attesi dalla realizzazione del progetto “La Nostra Casa”. L’impatto sociale dell’iniziativa promossa dall’Associazione Unitinsieme è estremamente rilevante, soprattutto con riferimento al tema del cosiddetto “Dopo di noi”. La vita media delle persone con disabilità si è infatti allungata e con ciò aumenta il numero di persone disabili che sopravvive ai soggetti, di norma i genitori, che si fanno carico del loro accudimento. Tuttavia, il problema della disabilità in età adulta non riceve una risposta istituzionale strutturata, a causa della debolezza della programmazione e della scarsità delle risorse. In quest’ottica, l’Associazione Unitinsieme colma un vuoto realizzando una struttura di accoglienza che consente di fornire prospettive alle famiglie di persone disabili, aiutandole a pensare le strategie di gestione del “dopo” anche prima che si manifesti la crisi della capacità di cura, favorendo il raggiungimento dell’autonomia possibile da parte delle persone con disabilità. Il modello di intervento prescelto ha, quale caratteristica fondamentale, la centralità del ruolo della famiglia nell’individuazione e nell’adozione di piani di presa in carico individualizzati che mirano ad ottenere la migliore qualità di vita per le persone accolte. Gli interventi posti in essere nella Comunità socio-riabilitativa e nel Centro Diurno serviranno a migliorare nelle persone disabili la conoscenza del sé, ad aumentare le capacità relazionali, a sviluppare le autonomie di base, personali e sociali, a favorire lo sviluppo ed il mantenimento delle abilità residue e potenziali. La Comunità d’Accoglienza “La Nostra Casa” avrà un rilevante impatto sociale, soprattutto sotto il profilo qualitativo. Con la realizzazione di tale progetto l’Associazione Unitinsieme intende rafforzare la cultura civica e solidale su scala sia di quartiere che cittadina, attraverso il rafforzamento delle relazioni tra le associazioni, le famiglie, le istituzioni ed i privati, nonché attraverso l’incremento della sensibilità attorno ai temi dell’accoglienza, della solidarietà e dell’integrazione. L’intervento dell’Associazione Unitinsieme si propone come progetto pilota sul territorio barese di Comunità socio-riabilitativa e Centro Diurno di eccellenza e, pertanto, replicabile 4

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e trasferibile - sotto il profilo del know-how e della gestione - in altre realtà del territorio provinciale e regionale.

Giuseppe Muolo

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