COMUNITÀ VICINA AL MONDO DEL LAVOROLa sinergia tra parrocchie e associazioni sul tema del lavo-ro...

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1 LA PAROLA DELL’ARCIPRETE LA PAROLA DELL’ARCIPRETE mons. Bruno Stenco C COMUNITÀ VICINA AL MONDO DEL LAVORO Cari lettori del bollettino, nell’anno del Giubileo della Misericordia, la nostra parroc- chia è chiamata a dare segni di speranza, a ri- accendere la fi- ducia. Il nostro Con- siglio pastorale sta preparando la «Settimana della comunità» 2016-2017 e la riflessione si è soffermata su due versetti degli Atti degli apo- stoli che descrivono il sentimen- to che il popolo avvertiva cre- scere osservando come viveva la comunità dei primi credenti cristiani. «Godendo il favore di tutto il popolo» dice il versetto 47 del capitolo 2 degli Atti degli aposto- li. «Tutti i credenti – si dice nel capitolo 2 degli Atti degli apo- stoli stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le divi- devano con tutti, secondo il biso- gno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insie- me nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prende- vano cibo con le- tizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo». Nel capitolo 8 degli Atti degli apostoli ci si ri- ferisce alla predicazione dell’a- postolo Filippo e nel versetto 8 si dice: «E vi fu grande gioia in quella città» «Filippo, sceso in una città del- la Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Fi- lippo sentendolo parlare e veden- do i miracoli che egli compiva. Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati. E vi fu grande Giorgio DE CHIRICO, Gesú, divin lavora- tore (1956)

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LA PAROLA DELL’ARCIPRETELA PAROLA DELL’ARCIPRETE

mons. Bruno Stenco

C

COMUNITÀ VICINAAL MONDO DEL LAVORO

Cari lettori del bollettino, nell’anno del Giubileo della Misericordia, la nostra parroc-chia è chiamata a dare segni di speranza, a ri-accendere la fi-ducia.

Il nostro Con-siglio pastorale sta preparando la «Settimana della comunità» 2016-2017 e la riflessione si è soffermata su due versetti degli Atti degli apo-stoli che descrivono il sentimen-to che il popolo avvertiva cre-scere osservando come viveva la comunità dei primi credenti cristiani.

«Godendo il favore di tutto il popolo» dice il versetto 47 del capitolo 2 degli Atti degli aposto-li.

«Tutti i credenti – si dice nel capitolo 2 degli Atti degli apo-stoli – stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano

le loro proprietà e sostanze e le divi-devano con tutti, secondo il biso-gno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insie-me nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prende-vano cibo con le-tizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo».

Nel capitolo 8 degli Atti degli apostoli ci si ri-

ferisce alla predicazione dell’a-postolo Filippo e nel versetto 8 si dice: «E vi fu grande gioia in quella città»

«Filippo, sceso in una città del-la Samaria, cominciò a predicare loro il Cristo. E le folle prestavano ascolto unanimi alle parole di Fi-lippo sentendolo parlare e veden-do i miracoli che egli compiva. Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida e molti paralitici e storpi furono risanati. E vi fu grande

Giorgio DE CHIRICO, Gesú, divin lavora-tore (1956)

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gioia in quella città».Dedicheremo la «Settimana

della Comunità» alla lode di Dio riconoscendo innanzitutto il dono della comunione tra noi e della fraternità solidale che na-sce dalla sua chiamata. Ci chie-deremo come la nostra comu-nità parrocchiale possa contri-buire a suscitare speranza nelle persone e nella realtà cittadina. Soprattutto là dove maggior-mente si dispera e prevalgono i motivi di sofferenza e di preoc-cupazione.

TESTIMONI DI SPERANZA NEL MONDO DEL LAVORO

Un aspetto sociale che getta

un’ombra di insicurezza e di disagio diffuso è quello che ri-guarda il mondo del lavoro. Di fronte al permanere di difficol-tà produttive contrassegnate da indici negativi di crescita, aumenta la situazione di preca-rietà non solo di casi fisiologici di emergenza, ma di un’intera generazione, quella giovanile, e ci sono segnali diffusi di im-poverimento della classe media. Questa situazione, in mancanza di prospettive certe di crescita richiede una nuova mentalità, una nuova cultura del welfare e tocca anche le forze morali e spirituali della persona e delle comunità.

Certamente non compete alla comunità della Chiesa in quanto

tale offrire soluzioni in un cam-po tanto complesso. Si tratta di aiutare a capire come essere adulti nella fede, costruttori di un mondo di pace, portatori di fiducia e speranza, in particola-re nel tempo e nel luogo di lavo-ro. Di interpellare chi opera da cristiano nel mondo del lavoro. Se dunque, come sembra pur-troppo inevitabile, nei prossimi anni andremo progressivamen-te impoverendoci, che effetto avrà questo sul nostro modo di vivere, sui sistemi di welfare, sui rapporti all’interno delle nostre società? Per essere piú precisi: se il processo di riduzione del-le risorse si compie nei prossi-mi anni sotto l’egemonia della cultura individualistica, lo sce-nario futuro sarà quello di un aumento della tensione sociale. Noi, come comunità cristiana, possiamo fare qualcosa per evi-tare di cadere in questo pericolo e promuovere un prospettiva di-versa.

QUALCHE PROSPETTIVADI IMPEGNO

«Non abbiamo ricette pronte» dichiarano i Vescovi del Trive-neto nella nota pastorale del 15 aprile 2015 «Il lavoro in tempo di cambiamenti. La Chiesa vicina», ma offrono qualche spunto che mi auguro possa essere raccolto anche da noi.- Le nostre comunità cristiane

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possono e debbono essere luo-ghi dove si ascolta, si appro-fondisce e si annuncia il Van-gelo del lavoro, espresso nella tradizione del pensiero sociale cristiano. Luoghi dove si educa al lavoro e ai suoi valori fon-damentali, alle sue dimensioni umane e cristiane, al suo senso profondo.

- Le comunità possono e debbo-no trovare il coraggio per spe-rimentare nuove forme di vici-nanza ai giovani, a coloro che non sono occupati, né in istru-zione o formazione, né in un lavoro e neppure nella ricerca di esso.

- In particolare su queste ulti-me prospettive di impegno, un grande ruolo dovrebbe essere ri-trovato dalle associazioni laica-li. La sinergia tra parrocchie e associazioni sul tema del lavo-ro può mostrare il volto di una Chiesa vicina a questa genera-zione di giovani.

NEL CONTESTO DELLA«SETTIMANA DELLACOMUNITÀ 2016-2017»

In collaborazione con le ACLI e coinvolgendo amministrazione e operatori del settore, si stanno organizzando alcuni incontri. - Riprenderemo il tema già pro-

posto lo scorso anno «Welfare, lavoro, povertà». Cercheremo di impostare una riflessione che vada al di là di una pro-

spettiva puramente assisten-ziale. C’è infatti la necessità di trovare vie nuove, capaci non solo di rispondere a dei bisogni, ma anche di creare comunità solidali, relazione costruttive e positive, percorsi di emancipazione veri, ricadu-te positive e benefici per tut-ti. Non c’è solo da distribuire aiuti a chi si trova in difficoltà, ma c’è da riflettere su un nuo-vo modo di intendere il welfare per rispondere agli urti della crisi. Occorre non solo curare, ma prendersi cura.

- Cercheremo di approfondire la situazione della disoccupa-zione degli over-cinquantenni ossia il caso di quei lavoratori ultracinquantenni che, sotto la pressione di un mercato del lavoro sempre piú competitivo e limitato, sono maggiormente esposti ai rischi di una disoc-cupazione generalizzata.Infine dedicheremo un incon-

tro al tema della disoccupazione giovanile. Sul tema del lavoro, infatti, i giovani rischiano oggi di essere le vere vittime incolpe-voli. Ammiriamo la loro capa-cità di adattamento, il loro di-sincanto, la consapevolezza con cui affrontano un mercato del lavoro sempre piú flessibile; ma riteniamo che vada ascoltato il richiamo a farsi carico di una si-tuazione che rischia di compro-mettere il presente e il futuro di un’intera generazione.

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SOTTO IL PRÒNAO DEL DUOMOSOTTO IL PRÒNAO DEL DUOMO

Questo è l’ultimo bollettino dell’annata. Dopo le ferie estive ini-zierà ad ottobre la nuova serie con una copertina diversa, ma il soggetto è sempre lo stesso: il nostro Duomo.

A fine mese, il 29 giugno, la ricor-renza di san Pietro, festeggiato as-sieme a san Paolo apostolo, titolari della nostra parrocchia; il 15 agosto la festività della Madonna Assun-ta nella chiesa di Sant’Antonio abate: Messa solenne alla 11 e processione pomeridiana.

In occasione della festa di santa Rita da Cascia, come ogni anno, la chiesa di Sant’Antonio abate era mol-to affollata: tanti fedeli e profumo di molte rose colorate. È un segno evi-dente della devozione verso la «San-ta dell’impossibile», la santa del dolo-re, con cui si santificò, di quel dolore di cui è piena di vita di ognuno. La devozione verso santa Rita è iniziata ed è proseguita con le monache di clausura del monastero agostiniano, fondato a Schio nel 1492, l’anno in

cui Cristoforo Colombo, volendo andare verso le Indie, utilizzando una rotta diversa, scoprí per caso l’Ame-rica. Le monache non ci sono piú, ma rimane la devozione a santa Rita.

***Il Papa raccomanda spesso una

Chiesa povera, in alternativa alla ten-denza del mondo verso la ricchezza, la potenza. È la povertà volontaria.

Castità, povertà, obbedienza, sono i fondamenti della vita religiosa. I preti fanno la promessa al Vescovo, i religiosi il voto solenne: è la povertà affettiva ed effettiva, per restare di-staccati dai beni temporali. In alcu-ne comunità la proprietà appartiene solo all’ordine o alla congregazione, mai al singolo religioso.

Ma povertà non significa vendere le chiese, gli oratori, le scuole private, le struttura utili all’azione pastorale. E chi acquisterebbe una chiesa? Gli islamici potrebbero essere interessa-ti all’acquisto, per farne una moschea, com’è già capitato a Gerusalemme e altrove. Per non perdere la loro iden-tità, gli italiani non dovrebbero diser-tare le chiese cristiane.

Inoltre non bisogna essere avari né troppo parsimoniosi nel culto verso Dio. Quando una donna versò il pre-zioso profumo sulla sua testa, Gesú disse ai presenti scandalizzati per lo spreco, «lasciatela in pace, questa

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donna ha fatto un’opera buona verso di me».

Pertanto la povertà si riferisce so-prattutto alla vita del clero, affinché non sia sfarzosa, a quella dei fedeli cristiani, perché non siano troppo ricchi, avari, spreconi, insensibili ver-so chi ha bisogno. Povertà in senso cristiano non significa dunque vende-re gli edifici di culto, costruiti con il sacrificio dei nostri padri, e confinare la chiesa e il culto divino in una ba-racca, ma sobrietà di vita.

***In Italia siamo sempre in clima

elettorale. Ora sono le consulta-zioni politiche, ora quelle regionali, ora le comunali, ora il referendum. In ogni caso preferisco vivere in un paese in cui i cittadini sono chiamati regolarmente alle urne!

Ma è anche faticoso vivere in mez-zo ai litigi e talora agli sproloqui dei politicanti: ognuno è sicuro di avere ragione, anche quando dice bugie macroscopiche: il torto è sempre degli altri, e tutti si rinfacciano accu-se spesso immotivate. A me sembra potenzialmente pericoloso l’uomo che si ritiene giusto, perfetto, sapien-te, garante della verità e dell’onestà. Ancor piú quando costui è un poli-ticante.

In realtà nessuno ha la bacchetta magica per risolvere i problemi, spes-so annosi, sedimentati, complessi: non basta la buona volontà, occorrono

le capacità, la preparazione, la com-petenza e la forza di restare onesti, senza mai mescolare il tornaconto personale con gli interessi pubblici.

Assistiamo invece ad una lotta con-tinua tra partiti, ma anche all’interno dei partiti.

Non riesco a seguire con attenzio-ne i programmi televisivi dei politici che si parlano addosso, anche perché ad ogni battuta o panzana dell’orato-re di turno, il pubblico applaude ru-morosamente, a prescindere dalla va-lidità delle affermazioni, e ciò impedi-sce a chi è di fronte al televisore di capire bene il dialogo. Esasperato da quella confusione, cerco un canale di sport, ma senza pensare agli stipendi stratosferici dei calciatori, altrimenti chiudo l’elettrodomestico televisivo e leggo un libro.

***Sono tornati in Italia i due militari

della marina italiana che avreb-bero sparato in un’azione di antipira-teria contro una barca di pescatori indiani. Sono passati quattro anni da quando accaddero i fatti e la magi-stratura indiana non ha neppure ini-ziato il processo, né precisato i capi d’imputazione. Quindi non si dica piú che la magistratura italiana è la piú lenta del mondo.

***Un iman dell’ISIS, sloveno, uno

specialista del terrore, ha soggiorna-to nel Veneto per fare opera di reclu-

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tatore tra i bellunesi. È stato arresta-to all’estero, ma la procura di Venezia ha chiesto l’estradizione in Italia. For-se è convinta che la giustizia italiana sia piú rapida e fattiva.

***Secondo i precetti religiosi mao-

mettani, ogni buon Musulmano do-vrebbe conoscere a memoria il Co-rano, il quale consta di 114 capitoli, 6.236 versetti per un totale di 77.639 parole.

***Che dire degli sbarchi continui

sulle coste della nostra Italietta? me-glio non dire! Da quando sono state bloccate le vie di terra verso i paesi europei, si è spalancata ancor piú la via d’acqua a sud, la pancia debole dell’Europa. E i profughi non fuggono solo dalle guerre. Fuggono e spera-no di arrivare nel paese dei balocchi. Che fare? L’Italia non potrebbe chiu-dere chilometri di coste neppure se lo volesse: nessuno potrebbe farlo con i fatti, ma solo dirlo con le chiac-chiere della propaganda politica.

Sono anni che gli sbarchi continua-no, con qualsiasi governo, di destra e di sinistra. E l’Italia, piccola e sem-pre piú povera, rimane sola, mentre l’Europa guarda, fa proclami, dice bravi agli italiani. Francia, Inghilterra, Austria hanno chiuso le frontiere, mentre nessuno degli Stati europei cerca di risolvere un problema quasi mondiale, almeno a livello europeo.

Qualcuno, che tuttavia non ospita i profughi in casa, proclama una sua verità: gli sbarchi massicci sono un affare per l’Italia che li salva, li ospita, li veste, li nutre. A me non sembra un affare, perché sono ormai trop-po numerosi per la piccola Italia, ap-partengono a civiltà assai diverse, e quindi determinano uno squilibrio sociale; ma forse non sono in grado di capire le ragioni degli altri. Sono certo invece che sia un affare d’oro per gli scafisti, che appartengono ad una potente organizzazione mondia-le, la quale si arricchisce sulla pelle dei poveracci.

***Un vecchio negoziante genove-

se sta per morire, circondato dalla numerosa famiglia e dai parenti piú stretti.

È ancora in grado di capire quanto sta accadendo intorno, fa un cenno con la mano e subito la moglie fedele accorre e gli chiede: che cosa vuoi?

«C’è mio fratello Giancarlo?» chie-de il morente con un sottile filo di voce e parlando a fatica.

«Sí, c’è, caro». «E mio figlio Anto-nio?». «C’è, caro». «E Luigi?» «C’è anche lui, caro»-

«E Maria?» «C’è, caro». «E la Teresi-na» «C’è pure lei, caro, sta’ tranquillo, sono tutti qui con te».

«Ma allora, chi è che bada al nego-zio?»

IL DIRETTOREGiuseppe Piazza

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DDurante il catechismo svolto a palazzo Boschetti, le classi quarte e quinte per il Giubileo hanno pre-parato diversi lavori, che sono serviti ad allestire una piccola esposizione, gustata a fine anno dagli autori medesimi. Lo scopo è stato quello di par-cellizzare un argomento piuttosto ampio per poi gustarlo alla fine nella sua globalità (senza trascu-rare altri temi di catechismo). In riferimento alla «misericordia» cosa si poteva ammirare?• C’era un grande puzzle raffigurante l’icona del

Giubileo.• Attraverso disegni e lavori incollati su cartelloni è

stato evidenziato l’argomento «misericordia» in merito alle parabole di Gesú (la pecorella smarrita, la dracma perduta, il buon samaritano).

• Alcune illustrazioni trovate e poi incollate hanno fatto riferimento alle azioni di misericordia di Gesú. («l’incontro con Zaccheo» «l’episodio dell’adultera», «la chiamata di Matteo», «la guarigione del paraliti-co»…)• Le opere di misericordia corporale da attuare per es-sere «misericordiosi come il Padre» sono state messe

in evidenza incollando e commentando le pagine del calendario parrocchiale.• Le opere di misericordia spirituale, invece, sono state rappresentate con due

cartelloni vivaci e colorati grazie ad un buon lavoro di gruppo.• Interessanti sono stati gli eleborati sulla misericordia scaturiti dalla osserva-

zione e dal commento di alcune opere d’arte (l’Annunciazione, il Buon Samari-tano, il Figliol Prodigo, Il ricco e il povero.)

CATECHISMO

UNA MOSTRA SUL GIUBILEOCATECHISMO

UNA MOSTRA SUL GIUBILEOLe catechiste

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• L’originalità finale è stata la bella tavolata che richiamava l’ultima cena: in ogni piatto c’era la fotocopia di qualche salmo sulla «misericordia» per sottoline-are che questo tema è riscontrabile nel Vecchio Testamento, e non solo nel Nuovo.

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LLunedí 29 febbraio 2016 alle ore 20.30 presso palazzo Boschetti si è riunito il Consiglio pastorale parroc-chiale della parrocchia di San Pie-tro apostolo di Schio, convocato con avviso dell’Arciprete del 22 febbraio 2016, per discutere il seguente ordine del giorno: 1. approvazione del verbale della riu-

nione del 28 gennaio 2016 (Regola-mento, art. 17);

2. esame e approvazione del conto consuntivo dell’anno 2015 (Regola-mento, art. 5.2);

3. comunicazioni dell’Arciprete; 4. pellegrinaggio parrocchiale per

l’Anno giubilare della Misericordia;5. festa di san Pietro 2016;6. proposte per lo svolgimento della

«settimana della comunità» 2016.Per la discussione del secondo pun-

to all’ordine del giorno è presente Giuliano Tacchini, componente del passato Consiglio per gli affari eco-nomici.

Alle ore 20.40, prima di passare alla discussione dell’ordine del giorno il Parroco-presidente invita tutti alla preghiera, poi la Moderatrice dichia-ra aperta la seduta.

All’inizio della seduta i votanti sono 18. Come da Regolamento del Consi-glio pastorale parrocchiale (articolo 17), per la validità delle decisioni è necessaria la metà piú uno dei voti validamente espressi (pari a 10).

1. Si passa al primo punto all’ordi-ne del giorno: «approvazione del verbale della riunione del 28 gen-naio 2016». Il verbale della riunio-ne precedente, predisposto dal se-gretario, era stato inviato a tutti i consiglieri. Non essendoci osser-vazioni o richieste di correzione, il verbale è approvato all’unanimità.

2. Si passa al secondo punto all’or-dine del giorno «esame e approva-zione del conto consuntivo dell’an-no 2015 (Regolamento, art. 5.2)». L’Arciprete ricorda che il nuovo Consiglio per gli affari economici ha osservato che il bilancio doveva essere approvato dal precedente consiglio. Questo spiega la ragione per cui alla riunione di questa sera è stato invitato Giuliano Tacchini, componente del passato Consiglio. Tacchini presenta i dati quali poi saranno pubblicati nel «Bolletti-no» parrocchiale. A fronte della presentazione esclusivamente ora-le, don Alberto chiede che la vol-ta prossima si invii il conto con-suntivo in anticipo o lo si proietti. Tanto Allais quanto Alessandri concordano con la richiesta che non fa altro che ribadire quanto si era fatto presente lo scorso anno. Montanari osserva che il bilancio ci fu spedito in un secondo tempo. Alessandri ribatte che per vota-re il bilancio, bisogna conoscerlo

CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALESINTESI DEL VERBALE29 FEBBRAIO 2016

CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALESINTESI DEL VERBALE29 FEBBRAIO 2016

Giorgio Zacchello

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prima. Don Alberto non entra nel merito delle cifre proposte, ma sarebbe stato bello evidenziare le spese per la formazione, quelle pa-storali, perché cosí si può valutare la vitalità della parrocchia, anche se esse possono apparire una per-dita economica, ma fotografano la vita della comunità. Tacchini ribatte che si possono cambia-re le voci, basta che il Consiglio lo richieda e dà conto anche del bilancio di San Vincenzo e della Caritas. Montanari chiede infor-mazioni sullo stato patrimoniale della parrocchia. Tacchini rispon-de che il nostro non è un bilancio vero e proprio ma una gestione amministrativa di cassa. Allais osserva che il Consiglio pastora-le parrocchiale ha il compito di dare le direttive sull’uso pastora-le dei beni e pertanto spetta a lui valutare l’uso del patrimonio dal punto di vista pastorale. Tacchini se il Consiglio lo vuole, tutti i dati sono pronti. Montanari suggerisce che il Consiglio per gli affari eco-nomici dia dei suggerimenti su cui decidere. Allais confessa di avere una visione opposta. Per lei, prima il Consiglio pastorale parrocchia-le sceglie i criteri, poi il Consiglio per gli affari economici esegue. Chiede pertanto che il prossimo Consiglio valuti questa situazione. Tacchini propone di consegna-re l’elenco delle proprietà e il loro stato attuale. Arciprete tuttavia fa presente la difficoltà di avere una visione complessiva degli immobi-li della parrocchia: il solo elenco è poco chiaro. Don Alberto ricorda che il Consiglio pastorale parroc-chiale non deve occuparsi della ge-

stione, ma di altro. Arciprete per permettere un esame piú tranquil-lo del bilancio, propone che la sua votazione sia rinviata all’11 aprile, occasione nella quale si potranno proiettare alcune slide con il bilan-cio. La proposta è approvata all’u-nanimità.

3. Si passa alla discussione del terzo punto all’ordine del giorno «co-municazioni dell’Arciprete». L’Ar-ciprete comunica che lo scorso 18 febbraio i sacerdoti di Schio si sono trovati con il Vicario genera-le della diocesi e con il direttore dell’ufficio di coordinamento del-la pastorale della Diocesi perché è intenzione della diocesi iniziare un cammino verso l’unità pastorale delle parrocchie di Schio. Per que-sto motivo si è progettato un incon-tro dei tre Consigli pastorali delle parrocchie di San Pietro, Santa Croce e Santissima Trinità che si terrà il prossimo 17 marzo a San-tissima Trinità alle ore 20.30. Tutte le decisioni tuttavia saranno rimes-se alla valutazione del Vescovo.

4. Si passa al quarto punto all’ordine del giorno «pellegrinaggio parroc-chiale per l’Anno giubilare della Misericordia». Don Alberto, che era stato incaricato di studiare con i giovani sul pellegrinaggio, ri-corda che sarebbe bello pensare a una proposta comune, a piedi per i giovani e con il pullman per gli al-tri. Riguardo alla data si è pensato che il pellegrinaggio apra la setti-mana della comunità e pertanto lo si deve collocare a settembre, perché se si andasse troppo avanti, si rischierebbe di trovare giornate poco propizie. La proposta per-tanto è di fissarlo al 25 settembre:

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è una domenica. Nell’organizzare il pellegrinaggio si devono pensa-re ad alcune soste formative, ma la domenica è difficile stabilirle. Giunti ai piedi di Monte Berico, si procederebbe tutti a piedi per il santuario dove sarà celebrata la santa Messa. Riguardo la settima-na, poi, la si potrebbe continuare con una serie di incontri formati-vi per gruppi, senza prevedere un incontro comune. Bertoldi osserva che, a suo parere, la data scelta è troppo vicina alla data di Cammi-nando con Bakhita e ciò potreb-be influenzare la partecipazione. Maddalena esclude che ci siano interferenze tra le due manifesta-zioni.La proposta di pellegrinaggio è ap-provata all’unanimità e cosí pure quella della settimana.

5. Si passa al quinto punto all’ordi-ne del giorno «festa di san Pietro 2016».Arciprete ricorda che quest’anno il 25 giugno è in programma l’ordi-nazione sacerdotale di cinque dia-coni salesiani. Don Alberto comu-nica che l’ordinazione deve essere spostata alle 16.45, visto che, da un incontro con le autorità comu-nali, si è scoperto che il 25 giugno è prevista una gara ciclistica che occuperà il centro fino alle 16.30. Dopo la celebrazione in Duomo, che sarà presieduta dal Cardinale arcivescovo di Santiago del Cile, la festa si trasferirà all’Oratorio sa-lesiano. Arciprete: per la festa di san Pietro il 26 giugno ci sarà un concerto in duomo con l’orchestra «Città di Vicenza», diretta da Giu-liano Fracasso, con un program-ma diverso dallo scorso anno. La

festa a parco Boschetti si svilup-perà dal 25 sera al 29. Si cercherà di evitare una sovrapposizione. Dal Maso chiede quale sia il co-sto del concerto. Tacchini ricorda quanto ricavato lo scorso anno. Comunica anche che si sta cercan-do un palco per permettere ai gio-vani di proporre una rappresen-tazione. Arciprete ricorda che il gruppo che anima la festa a palaz-zo Boschetti si è già unito una vol-ta, ma ci sono state delle assenze. Se tuttavia il gruppo non è unito, è difficile andare avanti. Ritorna poi all’aspetto pastorale, visto che lo scorso anno alla messa celebrata dal Vescovo non c’erano i ragazzi. Chiede se quest’anno sarà possibi-le fare diversamente, ma è chiaro che la presenza dei giovani esigerà un loro coinvolgimento tanto nella messa, quanto a palazzo Boschet-ti. Rodighiero ricorda che ci sono state delle proposte, ma ancora l’impegno è limitato. Prima di tut-to si deve chiarire l’obiettivo che vogliamo raggiungere. Don Alber-to ricorda che i ragazzi del GREST provengono da varie parti e taluni non sono cristiani. Bisogna orga-nizzare bene la celebrazione, de-cidendo sulla base di che cosa si vuole fare. Dopo una discussione a piú voci e a tratti aspra, Arciprete propone una soluzione di equili-brio. Si può progettare un incon-tro del Vescovo con i ragazzi che potrebbe tenersi al pomeriggio del 29 giugno, dopo il pranzo comuni-tario.

Alle ore 23, dopo la recita di una preghiera e la benedizione, la seduta è tolta.

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DDurante il mese di maggio, gra-zie alla disponibilità di alcune persone della nostra comunità, è stato recitato il santo Rosario nel Capitello di fra Matteo (zona Ressecco Vecchia); nel Capitello S. Chiara (Via S. Chiara); e nel Capitello di Via della Fonte. Alla preghiera sono stati invitati in modo particolare i bambini per la Carovana Mariana che si svol-geva ogni mercoledí con ritrovo nel piazzale del convento alle ore 19.45 per raggiungere gli stessi capitelli.

S. ROSARIO E LA CAROVANA MARIANAS. ROSARIO E LA CAROVANA MARIANA

Nelle giornate in cui il tempo è stato inclemente, i bambini si sono fermati in convento dove, come mostrano le foto che pubbli-chiamo, hanno potuto ugualmen-te vivere il momento del rosario.

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Chiara B.

PQuale parola dire e ridire alla fine di un anno di cammino insie-me? Grazie.

Cosí nel weekend del 30 aprile e 1° maggio tutto il gruppo ADS dell’oratorio, dai piú piccoli ai piú grandi, ha raggiunto Caorle per vivere la Festa del Grazie, due giornate per condividere la gioia e

la gratitudine per questo anno tra-scorso insieme che ci ha visto cre-scere sempre piú come gruppo.

Nella giornata di sabato, in riva al mare, i ragazzi con gli anima-tori hanno giocato in allegria e riflettuto ripercorrendo il cammi-no fatto insieme in questo anno: i momenti vissuti, gli impegni

FESTA DEL GRAZIEFESTA DEL GRAZIE

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presi, i passi in avanti. Prima del-la buonanotte abbiamo deciso di fermarci un po’ in silenzio per la preghiera, un momento per rin-graziare Gesú soprattutto per questo anno vissuto con gli amici e con Lui.

La domenica i genitori e le fami-glie ci hanno raggiunto per cele-brare insieme la messa e pranzare con noi: una bella occasione per condividere il proprio ringrazia-mento per i doni ricevuti quest’an-no, per condividere la gioia della festa e un piatto di pasta!

I ringraziamenti sono stati tanti: ai bambini, ai ragazzi e ai giovani che portano vita dentro e fuori l’o-ratorio; agli animatori che si do-nano per i piú piccoli; ai salesia-ni che accompagnano, guidano,

amano e servono la comunità; ai genitori che si mettono in gioco e al servizio per i figli loro e di al-tri e a tutti coloro che anche nel piccolo rendono il nostro oratorio ciò che è e che camminano con noi per rendere la nostra comuni-tà sempre piú grande e forte.

Sono stati giorni di festa all’inse-gna dell’allegria che piaceva tanto a don Bosco, momenti semplici vissuti con intensità e fede ma, so-prattutto, insieme.

Sono stati giorni in cui ci siamo ricordati a vicenda il valore e la bellezza della parola «grazie», una parola che troppo spesso dimenti-chiamo e sottovalutiamo, una pa-rola che, insieme a «per favore» e «scusa», anche il Papa ci esorta a dire e ridire.

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CORPUS DOMINICORPUS DOMINI

Domenica 29 maggio, festa del Corpus Domini è stata una giornata partico-larmente festosa. La messa in Duomo ha visto la presenza dei ragazzi del catechismo e dei loro genitori, per rin-graziare Dio dell’anno trascorso, poi si è mossa la tradizionale processione, che, quest’anno, si è conclusa all’ora-torio salesiano. Numerosi sono stati i fedeli che hanno partecipato, fra cui molti ragazzi.

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Il 21 e 22 di maggio la comunità romena si e riunita a Villa Maria a Bosco di Tretto per partecipare all’evento organizzato dal centro pastorale per romeni per pregare e stare insieme. L’attività è iniziata il 21 di maggio alle ore 14 e a visto il coinvolgimento di circa quaranta famiglie. Dopo la preghiera, culminata nella celebrazione della santa messa nel parco, la festa è continuata con i giochi per i bambini e momenti conviviali all’aperto.

NOTIZIE DELLA COMUNITÀ ROMENANOTIZIE DELLA COMUNITÀ ROMENA

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MADRE LUISA ARLOTTIMADRE LUISA ARLOTTI

LLa suora canossiana Luisa Ar-lotti, nata a Belluno nel 1904 e morta in Valpantena nel 1988, era, non la superiora della comu-nità, ma la direttrice dell’Asilo Rossi, al tempo in cui fui allievo per tre anni. I genitori mi aveva-no iscritto anche alla prima clas-se della scuola elementare priva-ta con la maestra suor Luigina, proprio perché l’attiguo rifugio antiaereo garantiva una mag-giore sicurezza per noi bambini. Perciò conobbi abbastanza bene madre Luisa, un personaggio di rilievo, di cui è uscita recen-temente una monografia a cura di Ugo De Grandis. Ho letto con interesse la biografia da cui ho appreso qualche aspetto a me sconosciuto. Lei non ci parlava mai della sua famiglia, solo un paio di volte aveva accennato al fratellino: diceva che glielo ricor-davo. Tuttavia il mio ricordo, pur sempre di un bambino di sette anni, è talora un po’ diverso da come appare nella recente pub-blicazione.

Sono andato a trovarla piú vol-te quando, vecchia e ammalata, viveva a Casa Caritas. Ma ave-vo notato che non aveva piú lo sguardo vivo di quand’ero bam-bino e i suoi ricordi sembravano un po’ appannati, filtrati e condi-zionati dalla vecchiaia, dalla ma-

lattia e dall’esperienza dolorosa del dopoguerra, anche da parte della sua congregazione religio-sa, in cui esiste, tra gli altri, il voto dell’ obbedienza.

Stima ed affetto mi legavano a madre Luisa; da bambino mi ave-va trattato con bontà e indulgen-za, anche quando ero irrequieto: mi chiamava «vento». Ricordo bene la bontà, la generosità e l’autorevolezza di madre Luisa, lo sguardo penetrante dietro gli occhiali cerchiati d’oro, la capa-cità di comandare con dignitoso equilibrio, con il sorriso, mai con prepotenza, senza alzare la voce.

Perciò sarei propenso ad affer-mare che madre Luisa, canossia-na e infermiera, non possa defi-nirsi tout court partigiana. Sono convinto che avrebbe aiutato chiunque avesse avuto bisogno di aiuto e fosse stato in perico-lo di vita. Aveva nascosto anche qualche aviatore degli alleati, uno dei quali mio padre traspor-tò altrove in auto per venire in-contro ad una preghiera di ma-dre Luisa. Conobbi questo fatto quando ebbi l’occasione di ascol-tare, dietro alla porta, mia madre che rimproverava il papà di aver compiuto un’azione assai perico-losa. Se i tedeschi l’avessero colto sul fatto, ci sarebbe stata per lui la fucilazione immediata. E mio

Giuseppe Piazza

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padre era buono di natura, ami-co di tutti, un ingenuo che agiva spontaneamente, senza pensare alle conseguenze.

Mi sembra significativo il rifiu-to di madre Luisa di ricevere un riconoscimento, una medaglia, per meriti partigiani. «Non veni-te a parlarmi di medaglie! Non ho fatto niente di piú del mio dovere di suora e di infermiera». Sono quasi certo che lei abbia com-piuto queste azioni coraggiose spontaneamente, se mai come un dovere di cristiana, di suora e di infermiera, senza aspettarsi meriti particolari.

Evidentemente posso sbagliar-mi, poiché è difficile conoscere le persone; inoltre il mio è il ri-cordo di un bambino, quindi è istintivo ed incompleto. Tuttavia è sincero.

Madre Luisa Arlotti mentre accenna ad una carezza verso di me, che le ricordavo il suo fratellino. Mia sorella sta osservando la sce-na.

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Giorgio SCALCO, Santa Rita (vetra-ta della chiesa di Sant’Antonio, 1966).

SSanta Rita quest’anno coincideva con la dome-nica della SS.Trinità, festa solenne che a buon dirit-to prevale sulla memo-ria liturgica della Santa. Il Gruppo pastorale della zona, d’accordo con l’Ar-ciprete, ha deciso che la devozione per Santa Rita è troppo sentita e viva per essere trascurata, perciò ha trovato una soluzione, che poi si è rivelata ottima-le: trasferire la statua dal-la cappella nella chiesa di Sant’Antonio abate già per i vespri della vigilia. Cosí alla santa Messa prefestiva di sabato 21maggio santa Rita dal suo piedistallo, circondata da un trionfo di fiori, ha reso ancora piú solenne la liturgia, molto partecipata dai fedeli, che si è chiusa con la tradi-zionale benedizione delle rose. La domenica succes-siva si è ripetuta la stessa suggestiva celebrazione di

una festa nella festa, tan-to che molti fedeli si sono ripresentati ed hanno partecipato a due messe. La chiesa aperta per di-verse ore della giornata ha reso possibili le visite dei devoti che apposita-mente sono giunti per venerare la Santa nel suo giorno festivo. L’affluen-za è stata favorita dalla decisione di celebrare a Sant’Antonio invece che a San Giacomo i Vespri, facendoli precedere dal-la recita della supplica a santa Rita. La continuità della tradizione, nel ri-cordo ancora vivo della spiritualità delle mona-che agostiniane, è vissu-ta ogni anno con «letizia e semplicità di cuore». Ringraziamo in partico-lare Gaetana e Gianfran-ca, che sono la memoria

storica (e operativa) di tutto quanto occorre per l’allestimento del rito.

Natale Montanari

22 MAGGIO: SANTA RITA DA CASCIA22 MAGGIO: SANTA RITA DA CASCIA

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CENTRO DI CULTURA «CARD. ELIA DALLA COSTA»XXXIII ANNO DI ATTIVITÀCICLO PRIMAVERILE DI INCONTRI

CENTRO DI CULTURA «CARD. ELIA DALLA COSTA»XXXIII ANNO DI ATTIVITÀCICLO PRIMAVERILE DI INCONTRI

LA STRADA DEL SOLE.QUEL FEELING TRA ROCK E FEDE

INCONTRO CON I THE SUN

PPalazzetto dello Sport «Don Bo-sco» gremito, la sera del 15 aprile, non per un incontro di basket, ma per un evento molto particolare! Protagonisti della serata sono stati i The Sun, con un concerto-testimonianza rivolto ai giovani. Nell’ambito della «Settimana della Comunità» il Centro di Cultura «Cardinale Elia Dalla Costa» in colla-borazione con don Alberto, direttore dell’Oratorio salesiano, ha voluto inse-rire quest’evento all’interno del ciclo di incontri di primavera, per coinvolgere i giovani e stimolarli a partecipare anche ad altre conferenze, che propongono sempre temi di attualità e di interesse.

Al centro del Palazzetto era stato

allestito un ambiente accogliente e lu-minoso, sul palco c’erano gli strumenti musicali e cinque poltroncine disposte a semicerchio. Accompagnati dagli ap-plausi e dalla musica hanno fatto il loro ingresso Francesco Lorenzi, autore del libro La Strada del Sole, Gianluca Me-negozzo, Matteo Reghelin e Riccardo Rossi, insieme con don Alberto che ha avuto il ruolo-guida di questa serata. I The Sun, quattro ragazzi originari di Thiene, sono una rock band che dal successo e dalla fama, seguiti dagli ec-cessi e dalla crisi, sono «rinati» grazie alla fede. Questo loro percorso cosí particolare è stato frutto di situazioni favorevoli, una serie di Dioincidenze,

Maria Pia Cenci

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LE PERIFERIE DELLA SOCIETÀ:I NUOVI CONFINI DELL’ECONOMIA

INCONTRO CON LUIGINO BRUNI

LLuigino Bruni docente ordinario di Economia politica all’Università LUM-SA di Roma ha aperto il ciclo di in-contri di primavera trattando il tema Le periferie della Società: i nuovi confi-ni dell’economia. Il punto di partenza della trattazione è il tema del confi-ne. Argomento questo complesso in quanto trattasi di chiusura e apertura: il confine è una porta quindi si entra e si esce. È incontro tra diversi: chiude e apre, separa e unisce. Quindi è am-bivalente. Ma prima del confine c’è il diritto fondamentale di ogni uomo di uscirne: in mancanza di questo si per-de l’ambivalenza e il confine diventa soltanto una chiusura. Papa Francesco ha parlato di questo tema affrontando la teologia delle periferie e degli ultimi nell’esortazione apostolica Evangelii

Gaudium e nell’enciclica Laudato sí.I popoli rinascono dalle periferie,

dalle difficoltà, dalla fame di futuro e di giustizia. Il «miracolo italiano» è nato dalla fame, non solo fisica, che ha contribuito a far uscire il Paese dalla povertà e farlo diventare la quinta/se-sta economia del mondo. «Periferie» ovvero la cultura dello scarto che ri-troviamo anche nella Bibbia dove si intrecciano due linee. La prima, quel-la dell’alleanza, che passa attraverso la primogenitura dove il primo figlio maschio eredita tutto e gli altri nul-la. La seconda linea che sceglie invece l’ultimo figlio, come avvenne con Giu-seppe e Davide che diventarono fon-damentali nella storia del loro popolo. Nelle periferie c’è la presenza della vita e questo ha molto a che fare con

Adriano Pastore

come le chiama Francesco, che gli han-no permesso di riunire il suo gruppo che si stava disgregando, per salire in-sieme una nuova strada, quella appun-to di un «Sole», che è luce ed illumina il cuore. Insieme hanno capito che la loro musica non deve solo intrattenere, ma deve essere un mezzo, un servizio, per testimoniare e trasmettere il Bene ricevuto, che da dono si trasforma in gratitudine e condivisione. Guidati da don Alberto, in una sorta di dialogo-in-tervista, i The Sun hanno lanciato tan-ti messaggi al pubblico presente e ai

giovani in particolare. L’entusiasmo, la responsabilità per la vita intesa come dono straordinario, la libertà di essere se stessi attraverso la gioia che dà la fede, il silenzio per riconoscere i so-gni da realizzare intercettando «l’onda perfetta»: questi alcuni temi ritrovati poi anche nelle loro canzoni. E a con-clusione, le belle parole di don Alberto: «Ascoltando l’esperienza di questi no-stri amici, sono convinto che la loro vita adesso è piena. Vi auguro di continuare questa missione nella Chiesa, quella di portare questo Bene e di annunciarlo».

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l’economia. I popoli fioriscono quando hanno fame di futu-ro, di entusiasmo e di obiettivi, quando ci sono i bambini e l’Italia oggi è un pa-ese povero di bam-bini. Il declino inizia quando si raggiunge il benessere che ha fatto uscire dalla povertà. Quindi le periferie diventano centro ed il centro diventa periferia cominciando a per-dere in termini mo-rali ed etici. Riferendoci all’impresa quando gli imprenditori si dimentica-no da dove sono venuti e non parla-no piú con gli operai ma solo tra di loro perdono i contatti con la base, con la vita ed inizia il declino. L’élite uscita dalla periferia torna indietro in quanto perde le diversità e si spe-gne. È un problema non solo etico ma anche economico. Il contatto con la periferia diventa quindi fondamenta-le. Le innovazioni vere nascono nelle periferie dagli immigrati, dai giovani e dai poveri. Se si vuole capire il mondo bisogna quindi frequentare le periferie per non perdere i valori etici, morali ed economici.

Esistono anche periferie di parole, di linguaggio, di idee: questo vale ad esempio per le parole lavoro e dono. Il lavoro oggi è periferia perché il centro lo occupano la finanza e il consumo ed il lavoro non si vede piú. Il lavoro

non entra nelle sto-rie, nei film, nei gio-chi dei bambini, non è presente se non come problema de-rivante dalla crisi. Passa spesso il mes-saggio che si può vi-vere senza il lavoro. Non consentire ai giovani di lavorare è gravissimo perché quando un giovane rimane fuori dal mondo del lavoro non diventa mai veramente adulto. Infatti il lavoro è il

primo dialogo tra persone. Un mon-do senza lavoro è triste: è necessario avere lavoro per tutti. Il lavoro ben fatto viene chiamato dai filosofi l’etica della virtú. Il lavoro ben fatto fa par-te della vita. Far bene le cose è igiene dell’anima quindi il primo incentivo nel lavoro deve essere la stima. La vita è dono, l’essere umano fiorisce quan-do si dona, quando pensa a qualcun altro. L’impresa ha bisogno di cose che non può comprare: cuore, anima, en-tusiasmo. Se il lavoro è un dono di sé, delle proprie capacità offerte agli altri, allora assume un valore incalcolabile. Quindi, secondo Luigino Bruni, la vita e l’economia nascono dalle periferie e la salvezza della società arriverà dalla rinascita degli ultimi.

La conferenza è stata seguita da un pubblico numeroso ed interessato che alla fine è intervenuto ponendo al relatore molte pertinenti domande.

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LUCIANO MARIGO,IL DONO DELLO STUPORELUCIANO MARIGO,IL DONO DELLO STUPORE

ÈÈ l’ultima opera di Luciano Marigo.

È poesia, o forse, è un distillato di fede, di pensiero, di preghiera, una confessione, una meditazione dell’ani-ma, che prova stupore di fronte al mondo, a Dio vivo, a Cristo, «un fatto nuovo capitato / una volta nella storia».

Marigo contrappone l’amore all’egoismo, all’orgoglio. «Il subli-me e il quotidiano si incontrano / e dan vita al miracolo».

La poesia è per lui uno sforzo quotidiano, umile, «di trascende-re l’angusto confine dell’io».

La fede è vita: «è come il re-spiro: palpito segreto che batte / smemorato ritmo / e canta la vita mentre vivi / e non ci pensi. / La fede è un intimo segreto / ripo-sto nel cuore e magari / perfino ignorato».

«Felicità è imparare a sognare / sogni impossibili».

E il desiderio primo? «è servi-re il Signore / ogni giorno della vita».

L’amore è donare, «è scambio di doni».

Il silenzio è attesa: «Senza pa-rola il silenzio / è solitudine e

abisso / orribile vuoto che sgomenta…» «Si tace per pregare».

L’unica cosa impor-tante? «obbedire lie-tamente al Signore» «Un Dio impotente / che ha patito per noi è miracolo / nella sto-ria dell’uomo. / Albe-ro in fiore è la croce».

«Dio è padre da quando è Dio / cioè da sempre: … Dio è stato Padre e Figlio e

Spirito Santo». «La grande com-pagnia / che è la vita della Trinità … è il nocciolo duro della rivela-zione…»

Il pensiero dominante? l’amo-re. «È proprietà dell’amore / in-vadere la vita: se non invade non persuade»…

«La fede è un amore sovrano. / Sovrana come l’amore / è dun-que la fede / anch’essa pensiero dominante».

Conclude la raccolta la medita-zione «L’ albero di Cristo», il re-dentore, la Chiesa, la madre, il corpo di Cristo, la sua Grazia, un dono per ogni uomo di fede.

Ma è impossibile dire di quest’o-pera cosí densa e profonda: oc-corre leggerla con attenzione e meditarla.

Giuseppe Piazza

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L’ANGOLO DEI LIBRIL’ANGOLO DEI LIBRI

Ugo DE GRANDIS, Madre Luisa Ar-lotti. Canossiana, infermiera, par-tigiana, Centrostampa Schio, p. 147, 13,50 euro

Lo storico Ugo De Grandis, dopo aver pubblicato nel 2012 un interes-sante studio su monsignor Girolamo Tagliaferro, torna nuovamente ad occuparsi di storia scledense lega-ta all’ambiente religioso. È di questi mesi infatti la pubblicazione del suo volume Madre Luisa Arlotti. Canos-siana, infermiera, partigiana nel qua-le viene delineata la figura di madre Luisa Arlotti (1904-1988) che, nel tormentato periodo della seconda guerra mondiale, si distinse in modo particolare per l’aiuto offerto ai parti-giani feriti, secondo quello spirito di carità che è caratteristica fondamen-tale del cristianesimo. Il volume è corredato da numerose illustrazioni e piantine che ne facilitano la lettura.

(Antonio Trivellato)

Angelo COMASTRI, Ho conosciuto una santa, San Paolo editore, p. 114, 15,00 euro

Il prossimo 4 settembre papa Fran-cesco canonizzerà la beata Teresa di Calcutta. Dei reietti l’infaticabile suora di Skopje ha conosciuto il vol-to e ne ha saputo cogliere gli aneliti e i fremiti. Per decenni ha raccattato dai marciapiedi di Calcutta chi aspet-tava febbricitante, esangue, sfinito, la morte. Per decenni ha passato la mano su fronti piagate, guance sca-vate, corpi oscenamente ulcerati che avrebbero potuto maledire Dio; ma che non l’hanno fatto, perché avevano vicino questa suora minuta e gigan-tesca, piccola e grandiosa, vicaria ed emissaria di Dio. In questo volume il cardinale Angelo Comastri, inti-mo amico di Madre Teresa, raccoglie aneddoti e testimonianze di chi ha conosciuto personalmente la santa.

A cura dell’ A.S.D.S.

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ORDINAZIONI SACERDOTALI

IN DUOMO

Sabato 25 giugno alle ore 16.45 in Duomo si celebrerà l’ordina-zione sacerdotale dei salesiani don Bogdan Bales, don Pao-lo Biscotti, don Andrea Gaz-zo, don Andrea Lovisone, don Emanuele Zof e del concittadi-no don Fabio Maistro. Preghia-mo per i futuri sacerdoti.

Domenica 25 settembre: pelle-grinaggio parrocchiale giubilare a Monte Berico con la celebra-zione della messa nel santuario.Le modalità di partecipazio-ne saranno comunicate nel fo-glietto settimanale.

GIUGNO – LUGLIO – AGOSTO – SETTEMBRE 2016GIUGNOMercoledí 1: all’Oratorio sale-

siano: apertura delle iscrizioni al GR.EST. 2016.

Giovedí 2: all’Oratorio salesiano: continuano le iscrizioni al GR.EST. 2016.

Venerdí 3 - solennità del sa-cratissimo Cuore di Gesú. Giornta della santificazione sa-cerdotaale. A Sant’Antonio abate: giornata di adorazione eucaristica e preghiera per le vocazioni. All’Ora-torio salesiano: continuano le iscri-

zioni al GREST.Sabato 4 - memoria del Cuore

immacolato di Maria. All’Ora-torio salesiano: terminano le iscri-zioni al GR.EST. 2016.

Martedí 7: a San Nicolò ore 20: percorso francescano.

Sabato 11: all’Oratorio salesiano ore 21.30: adorazione eucaristica per i giovani.

Domenica 12: all’Oratorio sale-siano alle ore 9.30: santa Messa per l’inizio del GREST.

Sabato 18 - giornata della

PELLEGRINAGGIOGIUBILARE

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musica: a Sant’Antonio abate alle ore 20.30: Canto dell’anima con il gruppo corale Laetetur Cor, diret-to da Ermanno Cocco.

Domenica 19 – XII domenica del tempo ordinario. Nel Bat-tistero del Duomo ore 12: Battesi-mo comunitario.

Lunedí 20: a palazzo Boschetti alle ore 20.30: riunione del Consiglio pastorale parrocchiale.

Sabato 25: in Duomo alle ore 16.45: ordinazione presbiteriale di sei diaconi salesiani. A Palazzo Bo-schetti: inizia la festa di san Pietro.

Domenica 26 – XIII domenica del tempo ordinario. In Duo-mo ore 11: festa della famiglia. A San Nicolò alle ore 10: Battesimo comunitario. In Duomo alle ore 17: concerto per la solennità di San Pietro con l’Orchestra e il coro «Città di Vicenza», diretto da Giu-liano Fracasso. A Palazzo Boschetti: continua la festa di san Pietro.

Martedí 28: a San Nicolò ore 20.30: percorso biblico francesca-no. A Palazzo Boschetti: festa di san Pietro.

Mercoledí 29 solennità dei santi apostoli Pietro e Pao-lo, festa patronale della parrocchia e della città di Schio. In Duomo alle ore 11: santa messa stazionale con il vescovo, mons. Beniamino Pizziol. Festa a palazzo Boschetti. Giornata per la carità del Papa.

LUGLIOVenerdí 1: a sant’Antonio abate

giornata di adorazione eucaristica e

preghiera per le vocazioni.Giovedí 7: in Duomo ore 19: santa

messa per i defunti dell’eccidio di Schio.

Lunedí 11 – festa di San Be-nedetto abate, patrono d’Euro-pa.

Mercoledí 13: all’Oratorio salesia-no serata finale: GR.EST.

Venerdí 15: all’Oratorio salesiano alle ore 20.30: festa di chiusura del GR.EST.

Sabato 16 – memoria della be-ata Vergine Maria del monte Carmelo. La santa messa delle 8 è celebrata all’altare del Carmine in Duomo. Dedicazione della chiesa di San Francesco (1442).

Domenica 17 – XVII dome-nica del tempo ordinario. L’Oratorio salesiano inizia il campo scuola A.D.S., Key Boys e Leader a Mezzano (TN).

Sabato 23 – festa di santa Bri-gida di Svezia, religiosa, pa-trona d’Europa.

Domenica 24 – XVIII domeni-ca del tempo ordinario. Nel Battistero del Duomo ore 12: Bat-tesimo comunitario.

Lunedí 25 – festa di san Gia-como apostolo. Solennità del ti-tolare della chiesa di San Giacomo.

AGOSTOLunedí 1: indulgenza plenaria del

«Perdono d’Assisi». All’Oratorio salesiano: inizio del campo scuola A.D.S. e N.F. ad Assisi.

Martedí 2: indulgenza plenaria del «Perdono d’Assisi».

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Venerdí 5: a Sant’Antonio abate giornata di adorazione eucaristica e preghiera per le vocazioni.

Sabato 6 – festa della Tra-figurazione del Signore. A Sant’Antonio abate alle ore 18: ini-zia la novena dell’Assunta.

Lunedí 8: all’Oratorio salesiano: inizio del campo scuola Concordia calcio.

Martedí 9 – festa di santa Be-nedetta Tersa della Croce (Edith Stein), patrona d’Europa.

Venerdí 12: nell’oratorio di Santa Maria in Valle alle ore 7.30: santa Messa.

Domenica 14 – XXI domenica del tempo ordinario. Si ricor-da l’87° anniversario della dedica-zione della della chiesa di Sant’An-tonio abate (1929).

Lunedí 15 – solennità dell’As-sunzione della Beata Vergi-ne Maria. A Sant’Antonio abate alle ore 11: S. Messa; alle ore 17.30: vespri e processione. Festa al Parco «Donatori di sangue».

Martedí 16 – memoria di san Rocco: solennità del titolare della chiesa di San Rocco. Alle ore 9.30 santa Messa a San Rocco.

Domenica 21 – XXII dome-nica del tempo ordinario. All’Oratorio salesiano inizio del campo scuola «Auxilium Volley» a Mezzano (TN).

Lunedí 22 – memoria della beata Maria vergine regina. Solennità della titolare della chiesa dell’Incoronata. All’Incoronata alle ore 9: santa Messa.

SETTEMBREGiovedí 1: 11a giornata per la cu-

stodia del creato.Venerdí 2: a Sant’Antonio abata

giornata di adorazione eucaristica e preghiera per le vocazioni

Sabato 3: pellegrinaggio parroc-chiale a Pievebelvicino. Partenza da Sant’Antonio abate alle ore 8.00. Oratorio salesiano inizio campo scuola «Auxilium Volley» a Caorle (VE).

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ANAGRAFE PARROCCHIALE DAL 15 APRILE AL 15 MAGGIO 2016

RINATI NEL BATTESIMO11. Riccardo Scalzotto di Marco e Stefania Serena (17 aprile)12. Alex Minà di Andrea e Deborah Scilabra (17 aprile)13. Vittoria Stefanini di Andrea e Stefania Dalle Nogare (17 aprile)14. Edoardo Finbianti di Stefano e Martina Velo (17 aprile)15. Juri Senastian Paic di Josip e Deborah Casolin (17 aprile)16. Riccardo Benetti di Carlo e Francesca Verdica (17 aprile)17. Maria Vittoria Moro di Federico e Chiara Lucietto (17 aprile)18. Damiano Micheletto di Giovanni e Maria Sole Fornasa (23 aprile)19. Mia Maria Silvestri di Maurizio e Simonetta Scapin (15 maggio)20. Simone Franceschi di Raffaele e Monica Scolaro (15 maggio)21. Agata Dalla Costa di Manuel e Martina Cavion (15 maggio)22. Martini Filippi Fermar di Mirco e Lucia Cortiana (15 maggio)

UNITI NEL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO1. Alberto Sortino e Valentina Palezza (16 aprile)

RITORNATI AL PADRE22. Gianfranco Dal Prà (1955), celibe23. Urbano Lorenzetti (1954), coniugato24. Teresa Pivato (1920), vedova25. Maria Luisa Grendene (1929), vedova

ANNO XXXIX – NUMERO 8 – GIUGNO - LUGLIO - AGOSTO 2016Periodico della Parrocchia del Duomo di S. Pietro - SchioRegistrato dal Tribunale di Vicenza il 12 settembre 1978 al n. 375Proprietà di mons. Bruno Stenco, arcipreteDirettore Giuseppe Piazza - Schio, via Milano, 34 - Tel. 0445 521425Atelier Grafico srlComitato di redazione: Gianni Grendene, don Alberto Maschio, Giuseppe Piazza, mons. Bruno Stenco, Giorgio ZacchelloSede della redazione: Canonica di San Pietro apostolo – via C. Cavour, 3 – 36015 Schio (VI) – tel. 0445/521103 - e-mail: [email protected]: realizzazione grafica di Renzo Matino.Per abbonamenti: CCP n° 20562484 - intestato a «Parrocchia San Pietro apostolo» - Causale «Offerta per rinnovo Bollettino anno 2015/2016»

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