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Rassegna mensile della Comunità Pastorale Spirito Santo Novembre 2019 il Volto n. 11

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Rassegna mensile della Comunità Pastorale Spirito Santo

Novembre 2019

il Volto n. 11

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La catechesi di Papa Francesco

Una Chiesa che decide

nella comunione

L’assemblea di Gerusalemme - durante la

quale Pietro e Giacomo, colonne della Chie-

sa-madre, invitano tutti a non imporre la cir-

concisione ai pagani, ma a chiedere loro sol-

tanto di rigettare l’idolatria e tutte le sue

espressioni - ci offre una luce importante

sulle modalità con cui affrontare le diver-

genze e ricercare la “verità nella carità”. Essa

ci ricorda che il metodo ecclesiale per la riso-

luzione dei conflitti si basa sul dialogo fatto

di ascolto attento e paziente e sul discerni-

mento compiuto alla luce dello Spirito. È lo

Spirito, infatti, che aiuta a superare le chiu-

sure e le tensioni e lavora nei cuori perché

giungano, nella verità e nel bene, all’unità.

Questo testo degli Atti degli apostoli ci aiuta

a comprendere la “sinodalità”. È interessante

come scrivono la lettera. Gli apostoli comin-

ciano dicendo: “lo Spirito Santo e noi pensia-

mo che… È propria della sinodalità la presen-

za dello Spirito Santo: al contrario non è si-

nodalità, è parlatorio, è Parlamento, è un’al-

tra cosa. Chiediamo al Signore di rafforzare

in tutti i cristiani, specialmente nei vescovi e

nei presbiteri, il desiderio e la responsabilità

della comunione, ci aiuti a vivere il dialogo,

l’ascolto e l’incontro con i fratelli nella fede e

con i lontani, per gustare e manifestare la fe-

condità della Chiesa, chiamata ad essere in

ogni tempo ‘madre gioiosa’ di molti figli.

Mercoledì 23 ottobre 2019

ORARI DELLE SANTE MESSE

Prepositurale - Carate Festivo Vigiliare del sabato ore 18.30 ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00 Feriale ore 8.30 - 18.30

Chiesa di Cristo Re Festivo ore 10.00 Feriale ore 7.00 (escluso il sabato)

Santuario Madonna di S. Bernardo Sabato ore 8.00

Basilica Santi Pietro e Paolo - Agliate Festivo Vigiliare del sabato ore 18.30 ore 11.00 Feriale ore 8.30 (escluso il sabato)

Chiesa di S. Martino v. - Costa Lambro Festivo ore 8.00 Feriale ore 8.00 (escluso il sabato)

Chiesa di S. Giovanni - Albiate Festivo Vigiliare del sabato ore 18.30 ore 8.00 - 9.30 -11.00 - 18.00 Feriale ore 8.30

TELEFONI UTILI

Sig. PREVOSTO via Caprotti 1 Tel. 0362.900.164

Don SANDRO via Cavour 40 Tel. 0362.903.419

Don ALESSANDRO via A. Colombo 2 Cell. 340.9238922

Don ANTONIO via Caprotti 3 Tel. 0362.903942

Don RENATO Albiate Tel. 0362.913309

Don CESARE Costa Lambro Tel. 0362.900138

Don FEDERICO Cell. 349.7477948

Vescovo ROBERTO Tel. 0362.1974883 Cell. 335.6659111

Diac. Emilio CESANA Cell. 338.2133432

CHIESA DI CRISTO RE p.za Mons. Colombo Tel. 0362.901.430

CASA DELLE SUORE via A. Colombo 6 Tel. 389.1719303 In copertina

Anna e Giocchino, presentazione Maria al tempio Breviario d'Isabella la Cattolica miniatura, 13x9 cm, 1496 ca, The British Library, Londra

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il Volt

oDa ricordare

Il Volto di Carate Registrato al Tribunale di Monza il 15/5/1967 al numero 135 del registro dei periodici

Direzione, Redazione, Amministrazione via Caprotti 1 - 20048 Carate Brianza telefono e fax 0362.900164

Direttore responsabile Don Gianpiero Magni

Progetto grafico Valerio Bovati

Stampa Grafica A. Salvioni, Renate

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il Volt

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Fraternamente

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Come questa del “Padre nostro” anche al-tre espressioni ci accompagnano ogni giorno e – proprio perché abitudinarie - quasi scivolano via dalla nostra bocca e dalle orecchie come ritornelli … Ad esempio, ogni volta nella S. Messa ri-petiamo: “Finché si compia la beata spe-ranza e venga il Salvatore nostro Gesù Cristo”. E tutti acclamano: “Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli!”. Il Tempo d’Avvento è una speciale occa-sione per renderle preziose e incisive nel cuore e nella vita. Del resto, il popolo di Dio pellegrino sulla terra, mentre affretta il passo verso la venuta di Cristo alla fine dei tempi, ricorda bene che nella sua pri-ma venuta il Figlio di Dio ha iniziato il suo cammino fra noi annunciando: “Converti-tevi, perché il regno dei cieli è vicino”

Mt 4,17 Avvento, tempo per educarci alla speranza “C’è differenza tra vivere di aspettative e vivere di speranza. L’aspettativa è frutto di una previsione, programmazione, di pro-getti. L’aspettativa spinge avanti lo sguar-do con cautela per non guardare troppo oltre … La speranza è la risposta alla pro-messa, nasce dall’accogliere la Parola che viene da Dio e chiama alla vita, alla vita eterna. È fondata sulla fede, cioè sulla re-lazione con Dio che si è rivelato nel suo Figlio Gesù come Padre misericordioso e ha reso possibile partecipare alla sua vita con il dono dello Spirito Santo. Non sono le risorse e i desideri umani a delineare che cosa sia sensato sperare, ma la pro-messa di Dio”

Arcivescovo M. Delpini, Lettera pastorale 2019– 2020 p. 44 – 45

Avvento,

tempo per imparare a pregare

“Il tempo di Avvento è un tempo propizio

per imparare a pregare. Come i discepoli

desideriamo metterci alla scuola di Gesù,

ricevere lo Spirito che viene in aiuto alla

nostra debolezza e ci insegna a dire: “Ab-

bà” … La speranza è quell’affidarsi alla

promessa di Dio che confessa l’altezza del

desiderio e insieme l’impotenza: perciò,

preghiamo come Gesù ci ha insegnato:

“Venga il tuo regno, sia fatta la tua volon-

tà” … Arcivescovo M. Delpini,

Lettera pastorale 2019– 2020 p. 44 – 45

La visita nelle famiglie

e la visita pastorale dell’Arcivescovo

“Carissimi, desidero che giunga in ogni

casa e ad ogni persona l’augurio per un

lieto e santo Natale … L’esito della nostra

vita è il compimento nella gioia di Dio:

siate sempre lieti, irradiate la gioia, testi-

moniate la speranza. Che Dio vi benedica

tutti”. Con queste parole l’Arcivescovo

Mario Delpini conclude la sua lettera

d’Avvento. E con questi sentimenti i Sa-

cerdoti, i Diaconi e le Suore ogni sera in-

traprendono il cammino per visitare ogni

famiglia a nome della Comunità. Sarà per

noi anche l’occasione di annunciare ad

ogni realtà familiare che lo stesso Arcive-

scovo verrà di persona nella “Visita Pa-

storale” ad incontrare le parrocchie della

nostra Comunità pastorale nella prossima

Quaresima. Sabato 7 Marzo tardo pome-

riggio ad Albiate; Domenica 8 Marzo a

Carate, Agliate e Costa Lambro.

fraternamente don Gianpiero

Venga il tuo regno

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Con la Lettera apostolica “Aperuit illis” il Papa ha istituito la Domenica della Parola di Dio. Il titolo prende le mosse da un ver-setto del Vangelo di san Luca: “Aprì loro la mente per comprendere le Scritture”, mentre la decisione di far nascere un ap-puntamento apposito vuole rispondere alle tante richieste maturate dopo il Giu-bileo straordinario della misericordia. Nel documento “Misericordia et misera” in-fatti il Pontefice stesso aveva invitato a pensare a una «domenica dedicata intera-mente alla Parola di Dio, per comprendere l’inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo». In ogni celebrazione domenicale ascoltia-mo la Parola, tuttavia nelle intenzioni del Papa dedicarvi un momento apposito, magari accompagnato da gesti partico-larmente significativi, vuol essere l’occa-sione per evidenziare la centralità della Scrittura nella vita del cristiano e della Chiesa. Inoltre collocandosi nel mese di gennaio (domenica 26 nel 2020) contras-segnato dalla Giornata per l’approfondi-mento e lo sviluppo del dialogo tra catto-lici ed ebrei e dalla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, assume anche una valenza ecumenica.

Altri significati di questa domenica  Vuole invitare chi le frequenta poco a leg-gere e pregare di più le Scritture, sottoli-nea necessità di trasformare la conoscen-za in vita, chiama i sacerdoti a farne risal-tare la ricchezza nelle omelie, perchè, co-me dice san Gerolamo, “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.

Importanza e significato della proposta In una intervista riportata da Avvenire

Mons. Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, dice: «È una iniziativa profondamente pastorale con cui papa Francesco vuole far comprendere quanto sia importante nella vita quotidiana della Chiesa e delle nostre comunità il riferi-mento alla Parola di Dio, cioè a una Parola non confinata in un libro, ma che resta sempre viva e si fa segno concreto e tan-gibile».

L’importanza di questa iniziativa espressa con tre immagini bibliche La prima è l’episodio dei discepoli di Em-maus. Il Papa prende questa immagine per sottolineare che è Cristo stesso a farci comprendere le Scritture nel loro signifi-cato più profondo. E in tal modo mostra che tutta la Scrittura parla di Cristo e che può essere interpretata a partire da Cristo. La seconda immagine proviene dal libro di Neemia. Al ritorno dall’esilio il popolo ri-trova i rotoli della legge e al sentir risuo-nare il libro sacro piange di commozione.

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il Volt

oDal Vaticano

Il Papa istituisce la domenica della Parola di Dio

Sarà celebrata la III Domenica del Tempo Ordinario (Domenica 26 gennaio)

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Dal Vaticano

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In sostanza è la Sacra Scrittura che ci ren-de un popolo. E quindi ci dà anche la pos-sibilità di trasmettere in maniera viva la Parola che è stata messa per iscritto. La terza immagine è presa dal profeta Ezechiele e dal libro dell’Apocalisse, dove si dice che il rotolo del libro dato al profe-ta perché ne mangiasse era dolce al pala-to. Ma l’Apocalisse aggiunge che una vol-ta arrivato nello stomaco divenne amaro. E il Papa prende questa immagine per dire che certo la Parola di Dio è dolce, va an-nunciata perché corrisponde alle nostre domande di senso, ma l’amarezza viene quando ne siamo distanti o la rifiutiamo o non la mettiamo in pratica.

Indicazioni per la celebrazione della Domenica  Si chiede di rendere più evidente la pro-clamazione della Parola di Dio. Il Papa si rivolge anche ai vescovi e suggerisce che in quella domenica affidino il ministero ai Lettori e suggerisce di formare delle per-sone che sull’esempio dei ministri straor-dinari dell’Eucaristica, siano ministri stra-ordinari della Parola.

Valore ecumenico e interreligioso, attenzione ai più poveri La terza domenica del Tempo ordinario cade sempre nel mese di gennaio e dun-que a ridosso della giornata del dialogo con gli ebrei e della Settimana di preghie-ra per l’unità dei cristiani. Questa scelta assume perciò anche una grande valenza ecumenica e interreligiosa. Il Papa cita, poi, la parabola del ricco e di Lazzaro e sottolinea il rimprovero di Abra-mo al ricco che chiede di mandare qual-cuno dai morti. Non ce n’è bisogno. Han-no Mosè e i profeti. Li ascoltino. È il ri-chiamo all’ascolto della Parola di Dio che ci provoca ad essere attenti alla testimo-nianza fatta di segni tangibili a favore dei più disagiati.

Diventare annunciatori della Parola  Nella sua Lettera il Papa invita a riprende-re in mano soprattutto il secondo capitolo

della Dei Verbum dove si dice che la Paro-la di Dio è viva e viene trasmessa attraver-so l’azione e la responsabilità del popolo di Dio. Da qui l’impegno di tutti i credenti ad essere fedeli annunciatori alle genera-zioni future.

Non dimenticare la Bibbia nella libreria di casa Mons. Fisichella ricorda come sia stata si-gnificativa la lettura integrale della Bibbia fatta in tivù qualche anno fa. Sono espe-rienze molto positive che attraggono e che ci riportano alla scena del libro di Neemia quando il popolo ascoltava. Pur-troppo abbiamo un limite. Il nostro popo-lo ascolta la Parola di Dio solo quando si reca a Messa la domenica. Per il resto la Bibbia è il libro più diffuso ma anche quello più carico di polvere nelle nostre li-brerie di casa. Ben vengano dunque tutte le iniziative complementari a quelle della proclamazione liturgica, dove è Cristo stesso che ci parla. Si spera che la proposta della Domenica della Parola possa radicarsi sempre di più come una tradizione felice in tutte le no-stre comunità.

Rino Fisichella – da Avvenire

Mons. Fisichella

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Il tempo di Avvento viene troppo fre-quentemente banalizzato a rievocazione sentimentale di un’emozione infantile. Nella pedagogia della Chiesa, invece, è annunciata la speranza del ritorno di Cristo, specie nelle prime settimane del-l’Avvento ambrosiano. Perciò le sei settimane dell’Avvento am-brosiano si ripresentano ogni anno come provvidenziale invito a pensare alle cose ultime con l’atteggiamento credente che invoca ogni giorno: «Venga il tuo regno. Paolo confida ai Filippesi il suo desiderio intenso, il suo correre per conquistare Cri-sto, cosi come è stato da lui conquistato. Andiamo a leggere i versetti del capitolo 3 della Lettera ai Filippesi: ci fanno cogliere uno slancio che ci farà bene imitare». “(…) ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho la-sciato perdere tutte queste cose e le con-sidero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Leg-ge, ma quella che viene dalla fede in Cri-sto, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la co-munione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non so-no arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché an-ch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù”

L’Avvento è tempo di grazia non per pre-parare la commemorazione di un evento passato, ma per orientare tutta la vita nel-la direzione della speranza cristiana, sem-pre lieti e insieme sempre insoddisfatti. Invito ad alimentare la virtù della speran-za: ne abbiamo un immenso bisogno, noi, il nostro tempo, le nostre comunità. Con-divido alcuni pensieri per orientare la pre-ghiera, la meditazione, il desiderio. 1. L’aspettativa e la speranza L’orientamento al futuro è una dimensio-ne irrinunciabile del vivere. C’è pero differenza tra vivere di aspettati-ve e vivere di speranza. L’aspettativa è frutto di una previsione, programmazio-

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Dalla Diocesi

il Volt

o Lettera per il tempo di Avvento

Tempo di grazia per orientare la vita nella direzione della speranza cristiana

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ne, di progetti: è costruita sulla valutazio-ne delle risorse disponibili e sull’interpre-tazione di quello che è desiderabile. L’aspettativa spinge avanti lo sguardo con cautela per non guardare troppo oltre, circoscrive l’orizzonte a quello che si può calcolare e controllare. Infatti guardando troppo oltre si incontrano la domande ul-time e inquietanti e l’esito al quale è me-glio non pensare, cioè la morte. La speranza è la risposta alla promessa, nasce dall’accogliere la Parola che viene da Dio e chiama alla vita, alla vita eterna. È fondata sulla fede, cioè sulla relazione con Dio che si è rivelato nel suo Figlio Ge-sù come Padre misericordioso e ha reso possibile partecipare alla sua vita con il dono dello Spirito Santo. Non sono le ri-sorse e i desideri umani a delineare che cosa sia sensato sperare, ma la promessa di Dio. Lo sguardo può spingersi avanti, avanti, fino alla fine, perché l’esito della vita non è la morte, ma la gloria, la comu-nione perfetta e felice nella Santissima Trinità.

2. L’Avvento pedagogia della speranza cristiana È necessaria una certa lucidità e fortezza per resistere alla pressione esercitata da molte agenzie alleate per la banalizzazio-ne del mistero dell’incarnazione. La liturgia che celebriamo è l’esperienza di grazia che trasfigura la vita dei credenti, li rende un cuore solo e un’anima sola, e fa ardere in loro il desiderio dell’incontro “faccia a faccia”. Imparare a celebrare l’Eu-caristia e la liturgia delle ore è imparare quella docilità allo Spirito che con le pa-role e i segni rende viva la Chiesa. La prio-rità più volte raccomandata di curare la celebrazione e favorire le condizioni per-ché produca il suo frutto, che è la vita se-condo lo Spirito nella carità e nella gioia, deve essere ancora perseguita. Nel tempo di Avvento si può sperimentare come la celebrazione sia il principio della vita della Chiesa e ne alimenti la speranza. 3. Imparare a pregare: «Venga il tuo regno» Il tempo di Avvento è un tempo propizio per imparare a pregare. Come i discepoli desideriamo metterci alla scuola di Gesù, ricevere lo Spirito che viene in aiuto alla nostra debolezza e ci insegna a dire «Ab-bà». I pastori del popolo di Dio, i ministri ordinati, tutti gli educatori possono pro-durre molto frutto se rimangono uniti a Gesù e se favoriscono l’incontro della gente con Gesù, «il nome che è al di sopra di ogni nome» (Fil 2,9). E non so tradurre in altro modo questo desiderio se non di-cendo che dobbiamo essere gente che prega e che insegna a pregare. La speranza è quell’affidarsi alla promessa di Dio che confessa l’altezza del desiderio e insieme l’impotenza: perciò preghiamo come Gesù ci ha insegnato: «Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà», perciò lo Spirito e la sposa dicono «Vieni!».

Arcivescovo Mons. Delpini

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Dalla Diocesi

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il Volt

oChiesa e mondo

Il 27 ottobre scorso si è concluso il Sinodo dei Vescovi per l’Amazzonia, vissuto come una grande opportunità per rispondere al grido dei poveri e ai problemi della Terra. Tra i temi centrali la definizione di nuovi cammini della Chiesa, la tutela della fore-sta, la protezione delle popolazioni indi-gene, le strategie per favorire un’ecologia integrale. Al Sinodo si è parlato anche di periferie, migrazioni, sfruttamento delle risorse naturali, cambiamenti sociali, vul-nerabilità familiare, corruzione, tutela dell’ambiente. È troppo presto per parlare di risultati, che nel concreto si potranno vedere soltanto in un prossimo futuro, anche perché i problemi dell’Amazzonia sono i problemi del pianeta e riguardano tutti, non solo una terra o una cultura. Importante è comprendere che Papa Francesco ha inteso chiedersi come un popolo possa esprimere la sua fede, la sua liturgia, la sua vita cristiana in termini che gli sono propri dentro l’unità rappresenta-ta dalla Chiesa cattolica. Il metodo è sta-to quello del mettersi in ascolto dei biso-gni, nel tentativo di valorizzare le diversi-tà e senza la pretesa di trovare immediate soluzioni, con l’unico desiderio di evange-lizzare tutte le genti e tutte le culture. Una sfida non facile, per la quale il Papa

ha indicato un orizzonte profetico dentro il quale si possa sviluppare un vero cam-mino cristiano. Dei problemi dell’Amazzonia, abbiamo parlato con Gianfranco Zinzani, che si è speso per quelle popolazioni oltre che per la sua comunità di paese. Assessore ai Servizi Sociali in due tornate amministrative nelle giunte Orsenigo e poi tenace consigliere di opposizione nei Democratici per Carate quando cambiò il vento democristiano. Per vent’anni re-sponsabile della Caritas Ambrosiana par-rocchiale, di cui consolidò la struttura, ri-lanciandola a livello d’immagine nello spi-rito propulsore impresso prima dall’allora Cardinale Montini e poi dal Cardinale Martini.

Come è nata la sua esperienza in Amazzonia? Dopo che io e Gigi Perego, apprezzato sin-daco di Seregno, avevamo girato il mon-do con Padre Pietro Colzani S.J. lui vide fi-nalmente coronato il desiderio di essere inviato in missione in Brasile. Prima era stato Responsabile della pastorale del la-voro in Diocesi e poi parroco in un quar-tiere della ‘rossa’ Ferrara. A quel punto un giorno ci siamo sentiti chiedere un aiuto. “Adesso ho bisogno di Voi - ci scrisse - do-vete venire a dare una mano ed è chiaro che mi dovrete pure ringraziare perché vi offro l’occasione per fare un po’ di bene”. Non potevamo lasciarlo solo e dirgli di no. A partire dal 1985, sono stato per otto volte in Amazzonia, nella città di Marabà nello stato del Parà. Ci sono stato sfrut-tando il periodo delle ferie estive, l’ultima volta nel 2009, per il ventennale del-l’inaugurazione della Scuola professionale Padre Pedro Arrupe. Una scuola affidata

Si è concluso il Sinodo dei Vescovi per l’Amazzonia

Gianfranco Zinzani: in Brasile ha realizzato progetti di cooperazione internazionale

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Chiesa e mondo

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in gestione all’opera Kolping do Brasil, che perseguiva le finalità di Scuola, fami-glia e mondo del lavoro. Una struttura da cui sono transitati oltre 20.000 giovani studenti, che hanno frequentato corsi di meccanica, elettricità, informatica, sarto-ria, contabilità, crescendo come persone e trovando significativi sbocchi nel mondo del lavoro.

Che tipo di aiuto vi era stato chiesto? Si trattava di realizzare dei progetti, nati su iniziativa di Padre Colzani e portati a compimento con la collaborazione del-l’Associazione Volontaria ACRA (Ass. Coo-perazione Rurale Africa e America Latina) di cui era presidente Gigi Perego.

Saranno serviti notevoli fondi. Da dove provenivano i contributi? Il 70 % proveniva dalla Comunità Euro-pea, il 20 % dalle parrocchie di Carate, Triuggio, Meda e Ferrara e il restante 10% da contributi di partner locali che hanno messo a disposizione i terreni. Progetto e direzione lavori di tecnici italiani ed ese-cuzione con imprese locali.

Oltre alla scuola professionale, avete realizzato altri interventi? Il primo è stata una Scuola materna di circa 400 mq, in grado di ospitare 420 bambini, costruita in due anni, con un la-voro che è servito anche a formare la ma-no d’opera locale, cui abbiamo dovuto in-segnare valide tecniche costruttive a par-tire dalla tipologia dei materiali da impie-gare. Prima si tracciano le fondamenta, si alzano i muri, poi si pensa alla copertura e alle recinzioni. Inoltre abbiamo realizzato un acquedotto, il terzo allora in Marabà, in grado di fornire acqua fresca e pulita e, su indicazione dei vescovi della Diocesi, una struttura per ritiri spirituali residen-ziali per la formazione religiosa e la pro-mozione umana e sociale, capace di acco-gliere 20 - 30 famiglie contemporanea-mente.

Padre Pietro è stato la pietra angolare che ha supportato tutto questo, pregando sempre perché il sole non tramontasse su questa opera.

Come è cambiata negli anni la situazione di chi vive nella foresta amazzonica? Credo non sia cambiata molto, in un pae-se ad alto tasso d’inflazione, in cui il 10% della popolazione detiene il 90% delle ric-chezze. Una situazione di grande povertà e di mi-seria, in cui il 90% delle persone si deve ac-contentare di quello che rimane. Il grosso della popolazione si nutre del poco che ha, mango, cocco e banane, vivendo in co-struzioni di legno e fango. Le tegole hanno da poco sostituito le foglie di palma.

Oggi l’attenzione è posta sugli incendi e la deforestazione …. Il problema esisteva, esiste e ha radici an-tiche. Gli incendi su larga scala che stan-no colpendo la foresta pluviale amazzoni-ca hanno cause diverse. La più importante

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oChiesa e mondo

e la più decisiva è sicuramente innescata dall’uomo. Sul banco degli imputati le grandi imprese agro-industriali, siderurgi-che-minerarie e petrolifere, le cui azioni sono aggravate dai cambiamenti climati-ci, dalle ondate di calore e dalle siccità prolungate. I telegiornali ci fanno vedere le foreste che bruciano, ma in realtà il problema na-sce prima. Nasce dal fatto che le foreste producono legname. Il legname fa gola a chi è interessato a venderlo e a commer-ciarlo a livello nazionale e internazionale. Per cui prima deforestano, facendo scom-parire foreste millenarie cresciute nel cor-so dei secoli. I fazendeiros portano via tutto il legname e quando sono rimaste soltanto sterpaglie danno fuoco al terre-no. Noi in televisione vediamo gli incendi, magari ripresi dall’alto, ma non ci dicono cosa rimane dopo che il fuoco ha brucia-to tutto. Ciò che rimane non è una terra fertile, è una terra arida in cui non è possibile né coltivare né pascolare le mucche.

E qui interviene il saccheggio dell’industria estrattiva… Esattamente. Questa terra, diventata in-servibile, fa gola a chi è interessato ad estrarre i minerali preziosi che sono nel terreno: ferro, oro, diamanti, petrolio, co-me fosse una contro faccia dell’Africa. Noi oggi vediamo l’esistenza del problema ambientale, cerchiamo di aiutarli, ma non teniamo conto del fatto che sottesi al problema ci sono gli interessi miliardari delle multinazionali. Negli ultimi decenni poi, strutture obsole-te e scarsi controlli hanno portato ad un grave inquinamento dei terreni, delle fal-de acquifere e dell’aria che ha fortemente colpito la popolazione.

Qual è il compito dei pochi sacerdoti sul territorio? È quello di accompagnare per quanto possibile le varie comunità, offrire gli

strumenti per la comprensione di una si-tuazione più grande di loro, aiutarle ad allearsi e ad alzare la voce per far valere i propri diritti. Il tutto in un contesto molto difficile, perché queste foreste sono abita-te, non solo dagli animali, ma anche dalle persone. Il problema più grave è proprio questo: le persone sono un ostacolo e co-me tali sono da eliminare. Quando la protesta assume toni tali da preoccupare i ceti al potere, interviene l’esercito e con la violenza delle armi met-te tutti a tacere. I sacerdoti allora devono seppellire i morti ammazzati e far capire ai figli la necessità di perdonare.

Come dire violenza, pura violenza… Violenza, rapine, sete di potere, che an-nientano e desertificano non solo la fore-sta ma anche l’uomo che con la foresta vive in simbiosi. Non ha limiti il perbeni-smo falso e vergognoso, la spregiudica-tezza cinica dei ricchi che continuano a infierire sui “miserabili” considerati solo “impedimenti inopportuni” ai loro disegni nefasti e sui quali si arrogano diritto di vi-ta e di morte.

Un’ultima curiosità: qual è il ruolo delle donne in questo contesto? Le donne ricoprono un ruolo fondamen-tale nella tutela dell’ambiente non solo in quanto educatrici, ma anche perché de-positarie delle pratiche agricole tradizio-nali a basso impatto ambientale.

Franco Rizzi

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Vita della Comunità

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Dall’Omelia di “Don Roberto” (Basilica di Agliate – 26 settembre) Stiamo facendo Eucaristia. Stiamo ripe-tendo un gesto comandato: “fate questo in memoria di me”. Lo avevano compreso subito gli Apostoli? Probabilmente no, fi-no a quando lo Spirito di Gesù risorto ha rivelato al loro cuore e alla loro mente le “molte cose che non avevano potuto comprendere prima”. Ma non è stato faci-le capire fino in fondo anche dopo, se Paolo è costretto a richiamare i suoi cri-stiani di Corinto al senso profondo di questo gesto: “ogni volta che mangiate questo pane e bevete al calice, annuncia-te la morte del Signore perché egli venga”. È lo stesso Spirito che attraverso le nostre povere mani stese sul pane e sul vino, ci permette di fare Eucaristia, di nutrirci del-la vita divina, del Corpo e del Sangue del Risorto. Dunque l’Eucaristia non si rac-chiude in un rito, ma è un cammino di vi-ta che attende e manifesta ciò che sarà. Certamente in quella cena e quei gesti hanno richiamato alla memoria dei disce-poli la straordinaria sera in cui si erano sentiti comandare: “date loro voi stessi da mangiare”. Cinque pani e due pesci erano tutto il disponibile. Ma era questo che Ge-sù voleva: metterli a disposizione di tutti, passarli tra le sue mani, perché lui li spez-za, li moltiplica, li rimette nelle nostre ma-ni affinché tutti ne ricevano parte per sa-ziarsi, e ne avanzi anche per chi arriva do-po. Anche questo è fare con Gesù, è dare da mangiare insieme a lui. Allora anche il pane dato per un giorno diventa segno di ciò che Cristo intende compiere per la sal-vezza di tutta l’umanità, donando la sua carne e il suo sangue. Ma bisogna passare attraverso quei piccoli gesti: offrire quel

poco che siamo e che abbiamo, ricevere il pane spezzato da Gesù, cioè la nostra vita resa capace di donarsi e distribuirla al ser-vizio di tutti. … Quanti santi e sante han-no spezzato la loro vita a servizio dei po-veri, dei piccoli, degli emarginati, dei relit-ti della società! Ma non dobbiamo pensa-re solo a quei livelli che per noi sembrano irraggiungibili. Dobbiamo rendere il dono del nostro amore sempre più simile al suo, gratuito e pieno: quante mamme e quanti papà lo fanno per i figli, perché crescano nel bene. Quanti cristiani non si chiudono appagati in casa propria, non si lamenta-no del mondo che non è più come una volta, ma mettono a disposizione quello che sono e ciò che possono perché il mondo sia migliore, quello di cui siamo responsabili, quello che le opere di miseri-cordia ci spingono a colorare di amore la nostra vita.

55° di Messa del Vescovo Roberto

Gratitudine per il dono dell’Eucaristia che “ci fa Chiesa” e per i 55 anni di ministero sacerdotale

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oVita della Comunità

Tra gli eventi di questo primo scorcio d’autunno caratese, grande rilevanza ha avuto la mostra “tra luce e pennello” an-data in scena in Villa Cusani dal 19 al 27 ottobre scorso. Organizzata dall’Associazione Culturale “Immagini dalla Memoria”, la mostra ha raccontato la storia della nostra comunità dalla fine ‘800’ agli anni quaranta del ‘900, con una serie di immagini che han-no saputo intelligentemente coniugare fotografia e pittura in una rassegna in cui con il giusto equilibrio le foto di Lino Cit-terio si alternavano ai quadri di Eraldo Moscatelli. Lino Citterio, morto nel settembre del 2017 all’età di 78 anni, da tutti conosciuto come fotografo appassionato, spinto da un’inna-ta curiosità e sempre presente sul luogo degli eventi di rilevante impatto comunita-rio ed Eraldo Moscatelli, il pittore innamo-rato di Carate, i cui delicati lavori sono pre-senti in molte case di caratesi oltre che in molte Chiese e prestigiose Gallerie.

La mostra Proprio dal riordino delle fotografie di Citterio e dall’aver notato una corrispon-denza tra alcuni suoi scatti e i lavori di Moscatelli, è nata l’idea di una mostra in cui ci fosse un rimando continuo tra ciò che documentava la fotografia e il sog-getto del dipinto. Ideata da Luciana Nobili, che ha realizzato anche i testi ‘guida’ del percorso, la mo-stra è stata allestita da Mario Citterio che si è avvalso della collaborazione di Maria Trezzi che ha curato la disposizione delle opere e l’impaginazione grafica. A Matteo Citterio il compito dell’aspetto informatico e ad Elena Colombo il sup-porto audiovisivo, con un filmato che su

schermo gigante ha permesso ai visitatori un vero viaggio nella memoria storica della Carate che fu nel corso degli anni presi in esame. Otto gigantografie, cinquanta foto, venti-due dipinti disseminati nel percorso espo-sitivo che iniziava con le biografie di Cit-terio e Moscatelli e proseguiva con imma-gini del centro storico di Carate: la piazza IV Novembre, il vecchio pozzo, poi sosti-tuito dall’acquedotto, le vie, i vecchi cor-tili, quello degli Azimonti, degli Umiliati e dei Vergani, le corti rese famose dai so-prannomi in vernacolo dei loro vecchi abitanti, le ville storiche del paese, con concessioni all’iconografia didascalica di veri pezzi di storia caratese, quali furono il Gamba de legn o il vecchio tramway a va-pore che alla fantastica media di 19 km all’ora nel 1886 copriva la tratta Seregno - Carate e qualche anno più tardi la Cara-te - Monza. Il salone centrale, invece, era interamente dedicato al quartiere di San Bernardo con il Santuario tanto caro ai caratesi e al bor-go di Agliate con la sua basilica romanica, adagiata nella Valle del Lambro che, pro-prio agli inizi del ‘900, aveva visto il rapido trasformarsi di una cultura contadina e fluviale in una società industriale in cui i vecchi mulini e le lavandaie assistevano alla nascita di una serie di opifici lungo il fiume. I caratesi hanno risposto con entusiasmo e premiato lo sforzo degli organizzatori che nel percorso espositivo hanno saputo ben declinare il titolo della rassegna, me-tafora dell’essenza della fotografia come immagine di luce e della pittura che dalla luce è illuminata, nel tentativo di rendere ‘eterno’ il patrimonio comune colto e fis-sato in uno spazio preciso del tempo.

Tra luce e pennello

Una rassegna tra Fotografia e Pittura in Villa Cusani Archivio Citterio: memoria storica di Carate e dei caratesi

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Vita della Comunità

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Archivio Citterio La mostra, in realtà, è nata da un proget-to più ampio, iniziato nell’autunno del 2018, che ha portato alla costituzione dell’Associazione Culturale “Immagini dalla Memoria”, con tanto di statuto e co-dice fiscale. I soci fondatori, preso atto dell’immenso materiale accumulato negli anni, hanno per prima cosa ripreso la catalogazione delle fotografie e la digitalizzazione delle stesse, curata e mai interrotta da Carla, la moglie di Lino. Per strutturare un archivio e migliorarlo nel tempo, occorre selezionare tutto il materiale, suddividerlo per categorie, ren-derlo adeguato alle varie esigenze, curan-done i vari aspetti, da quello propriamen-te storico a quello ambientalista, da quel-lo del costume a quello che più da vicino riguarda la vita di un’intera comunità con risvolti e possibilità di sviluppo per ora ancora imprevedibili. “Al momento - ci ha spiegato Luciana Nobili che dell’Archivio è il tutor animatore - continua l’opera di digitalizzazione, ma l’archivio è già suffi-cientemente strutturato. Il materiale è visibile in internet sul sito archiviocitterio.it e consultabile online. Il passo successivo sarà quello di far di-ventare l’archivio, composto da una sele-zione di foto che partono dai primi del ‘900, un valido strumento culturale, capa-ce di proposte, aperto al territorio, intera-

mente fruibile e la cui valenza possa favo-rire ricerche specifiche in alcuni settori”. Già oggi in effetti il materiale catalogato offre uno spaccato della storia di Carate con le sue vie, le sue piazze, i mezzi di tra-sporto e gli edifici più importanti, oltre che un insieme di eventi civili, religiosi, sportivi, associazionistici, in cui sono ri-conoscibili le persone che a quegli eventi hanno dato vita. La mostra di Villa Cusani è stata un primo passo verso il raggiungimento di questi traguardi ed è stato bello registrare la doppia sinergia che l’ha caratterizzata. Da un lato i giovani, che hanno prestato e continuano a prestare la loro collabora-zione a coloro che, soci, amici, parenti, hanno ereditato, prendendolo in carico, il prezioso materiale frutto di una vita di impegno e di passione fotografica. Dall’altro la generosa disponibilità dei cit-tadini caratesi che hanno consentito di esporre i quadri di loro proprietà. Il tutto segno di una comunità ricca di ri-sorse, di voglia di fare, desiderosa di lan-ciare ponti per uscire da quella stagnazio-ne culturale che - a volte - anche a Carate sembra prenderci tutti. Molto bello e appropriato in fine uno dei tanti commenti letto sui social che, rivol-to a Lino, diceva: “Se Carate ha dimostra-to di volerti bene, è perché Tu hai voluto bene a Carate”.

Franco Rizzi

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il Volt

oVita della Comunità

Sono un ordine giovane e fresco, un nuo-vo Istituto religioso nato nel 2005 con il desiderio di condividere gli ideali della Fraternità S. Carlo che segue il carisma di Don Giussani e che ha visto la sua fonda-zione ad opera dell’attuale vescovo di Reggio Emilia Mons. Massimo Camisasca. Alla Fraternità S. Carlo queste suore, at-tualmente una trentina, si sentono pro-fondamente legate e con essa condivido-no la passione “per la gloria di Cristo” che vivono nello snodarsi della quotidianità attraverso la preghiera, lo studio, il lavoro. E, attraverso la missione, sono operanti anche all’estero e annunciano che la veri-tà, la libertà, la bellezza del cristianesimo diventano vita concreta e vera grazie all’in- contro con Cristo e alla familiarità con Lui. Le missionarie vivono a Roma, nel quar-tiere della Magliana, in un edificio dato in comodato dalla Santa Sede, vivono della carità e del sostegno delle loro famiglie di origine e dei loro benefattori. Noi caratesi le abbiamo conosciute grazie alla testimo-nianza di Suor Eleonora Ceresoli nella ve-glia che ha preceduto la santa messa del pellegrinaggio notturno alla Madonna del Bosco. Le conosciamo, però, anche grazie ad un gruppo di amici brianzoli, anche di Carate, che in modo costante, durante l’anno, scendono a Roma e offrono la loro opera in vari servizi perché ammirati ed estimatori della giovane storia di questo ordine. Ora tutti si sono resi disponibili con gran-de generosità per sostenere ed aiutare le Missionarie nei lavori di ristrutturazione della cappella della casa di formazione a Roma. Ecco, perciò, l’evento della “Vendita di beneficenza”: sono stati raccolti tanti og-

getti con il criterio delle “cose belle” e con il desiderio di mettere a disposizione del tempo per chi, nel quotidiano, ci dice che il destino ultimo di ogni uomo è l’incontro con Cristo. L’ invito caloroso è a vivere il gesto della vendita con partecipazione e generosità: il bene e le opere che da esso nascono van-no sostenute così che possano diventare germogli preziosi sempre più visibili in mezzo agli uomini e ci aiutino a scoprire in noi stessi la capacità di adesione e di cammino sulla strada della fedeltà a Cri-sto. Coloro che ce la indicano sono guide da cui imparare. La vendita di beneficenza propone: libri d’arte, capi di abbigliamento, accessori, ser-vizi di piatti e bicchieri, gioielli, quadri, ar-genti, suppellettili e complementi di arredo. Si svolgerà dal 23 novembre al 1 dicem-bre, a Seregno, in via Lamarmora 6. L’inaugurazione sarà 23 novembre ore 11.00. Orari: da lunedì a venerdì 17.00-19.30; sabato e domenica 10.00-12.30; 16.00-19.30

Gli Amici delle Missionarie di San Carlo

Casa di formazione delle Suore Missionarie di San Carlo - Roma

Conosciamo le Suore Missionarie di S. Carlo - Roma

La loro testimonianza ha guidato la veglia in preparazione al pellegrinaggio notturno

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Dalle Missioni

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Carissimi amici del gruppo missionario di Carate, Vi raggiungo per ringraziarvi an-cora una volta per il vostro generoso so-stegno a favore delle persone in situazio-ne di handicap soprattutto per avere so-stenuto per tre anni la formazione di edu-catrice di Fanta. Ieri sera, ho ricevuto un messaggio di Fanta nel quale ha espresso l’invito ad essere presenti in occasione della discussione della sua tesi che si terrà tra il 9 e 11 ottobre. Spero che riusciremo ad essere presenti per l’occasione. Soprat-tutto in questi ultimi tempi, Fanta ha la-vorato sodo, per preparare la tesi e l’ha consegnata da correggere a due esperti. Vi terrò al corrente dell’evoluzione… Nell’ultima lettera, Aurelio, ricordava l’av-vicinarsi del mese di ottobre, mese missio-nario, perciò, l’impegno di pregare per tutti i missionari e nello stesso tempo, realizzare qualche gesto umanitario a fa-vore di qualche persona in difficoltà. Cer-tamente, avrete tutti visto il diaporama che ho presentato questa estate a Costa Lambro o letto il contenuto stampato. E non vi sarà difficile immaginare il numero di persone che vengono a bussare alla no-stra porta per chiedere aiuto. Vi facciamo parte della situazione di Alexis e Marius che nell’anno scolastico 2018/2019 hanno frequentato la prima elementare. Alexis è un bambino nato a Niellé, alla frontiera con il Mali. La popolazione è contadina e la sua famiglia è di condizio-ne modesta. Durante una cura per guarire una infiammazione oculare a causa di un errore medicale, il collirio prescritto è sta-to scambiato con un altro, conseguenza i due globi oculari si sono svuotati del loro contenuto e il bambino ha perso la vista

definitivamente. Da due anni, il governo della Costa d’Avorio ha organizzato l’inse-rimento dei bambini in situazione di han-dicap (non-vedenti, ipovedenti e sordo-muti) in scuole frequentate da bambini normali a Korhogo. Il problema consiste che Niellé dista da Korhogo 120 Kilometri e per frequentare la scuola, Alexis è stato affidato alla nonna che abita a Korhogo ma che è nell’impossibilità di assicurare il cibo necessario a Alexis e così pure pagare il trasporto con la moto dall’ abitazione fi-no alla scuola. Un’altra situazione precaria è quella di Marius che è nato con una cataratta bila-terale per la quale è stato necessario in-tervenire chirurgicamente nei primi giorni di vita. Marius è un ipovedente ed è indi-spensabile seguire il trattamento con delle medicine speciali per conservare la poca visione che ha. I suoi genitori sono giova-

Da Khorogo (Costa d’Avorio) il lavoro di Suor Giovanna Contato

Fanta, Marius, Alexi: nomi di persone ben precise alle quali va il nostro aiuto

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oDalle Missioni

ni: il papà esegue dei lavori giornalieri, la mamma è casalinga e le loro entrate fi-nanziarie non permettono loro di assicu-rare senza interruzione le medicine. La lo-ro casa è un po’ lontana dalla scuola per cui occorre pagare il tragitto tramite una moto-taxi. I risultati scolastici di Alexis e Marius sono buoni, per questo vogliamo incoraggiare i genitori a partecipare alla costruzione del loro futuro. È per questo motivo che vi chiediamo di aiutarci finanziariamente a

sostenere le spese di ciascuno bambino:

Per Alexis, al mese, occorrono

per il nutrimento = 34 €

per il taxi (moto) = 31 €

Per Marius, al mese, occorrono

Per le medicine = 40 €

Per lui, la sua famiglia pensa al nutrimen-

to e al taxi.

Carissimi amici, speriamo che in questo

mese dedicato alle missioni, vi sara possi-

bile darci una mano perchè Alexis e Ma-

rius possano continuare a istruirsi nel-

l’ambito scolastico e nel futuro, acquistare

delle competenze che li renderano felici e

autonomi. Vi ringraziamo per quello che

potrete fare e vi assicuriamo del nostro ri-

cordo riconoscente nelle nostre preghiere

di ogni giorno.

Korhogo, il 3 ottobre 2019

La vostra missionaria, Suor Giovanna

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La bellezza vicina

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Un gioiello, un piccolo gioiello pressoché sconosciuto agli occhi di molti ma consi-derevole in tutte le sue caratteristiche, va-le la pena spingersi in quel di Lentate, ap-profittando delle colorate domeniche au-tunnali, e aprire gli occhi sulle meraviglie che l’oratorio ci svela: un ciclo di affreschi tutti dedicati al protomartire Santo Stefa-no. È stato costruito intorno al 1369 su commissione del conte Stefano Porro, uo-mo di fiducia dei Visconti di Milano, am-basciatore di questi presso la corte del-l’imperatore Carlo IV di Boemia. Si dice che il conte abbia finanziato tutta l’opera perché, forse, come Enrico Scrovegni in quel di Padova, dovesse farsi perdonare da Dio qualche peccato particolarmente gra-ve. Fatto sta che noi abbiamo 43 affreschi da ammirare, disposti su due registri. I ri-quadri si leggono da sinistra a destra par-tendo dal registro superiore, narrano le vi-cende della vita del santo prima e dopo la sua morte. Come fonte i pittori maestri di Lentate, rappresentanti del gotico inter-nazionale, si sono rifatti agli Atti degli Apostoli. Altro notevole affresco, il più importante, è la Crocifissione di Anovelo da Imbonate, della scuola di Giovanni da Milano che fu

discepolo di Giotto; sua anche “l’imago pietatis” posta sulla lunetta del portone di entrata. Un affresco posto sulla parete de-stra del presbiterio rappresenta la dona-zione dell’oratorio da parte del conte Por-ro a Santo Stefano: il conte è inginocchia-to e con lui c’è tutta la famiglia, la moglie Cristina Figini, i figli Galeazzo, Antonio, Giovanni e le tre figlie i cui nomi non sono pervenuti. Il ciclo completo viene fatto risalire ai pri-mi anni del XIV secolo. Sullo zoccolo delle pareti sono presenti affreschi più recenti e curiosi graffiti mu-

Oratorio di Santo Stefano a Lentate

Contiene il più lungo ciclo di affreschi dedicati alla vita del Santo

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oLa bellezza vicina

rali che rappresentano lucci minacciosi dal dimostrato significato allegorico. Altri graffiti e affreschi sono presenti su tutte le pareti dell’Oratorio. All’esterno la struttura dell’oratorio è molto semplice e in stile romanico, ha una facciata lineare a capanna di mattoni cot-ti con simboli della famiglia committente. Per entrare un portoncino, si abbassa la testa, si alza lo sguardo e la bellezza si im-pone. L’oratorio si trova in Piazza San Vito (di fianco alla chiesa parrocchiale); è aperto la domenica dalle 14.30 alle 16.30 con vi-site guidate su prenotazione obbligatoria presso gli uffici del Comune.

Anna Gatti

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A chi dà, sarà dato Generosità e gratitudine

Parrocchia Santi Ambrogio e Simpliciano

Offerte varie

S. Messa Classe 1971 € 20, Famiglia Ghersetti € 50, S.Messa suore Canossiane € 150, Vendita Mele € 2.500, Livio in ricordo della cara Bianca € 100, NN per Tavolo Solidale € 50, Classe 1949 in occasione del loro 70° € 200, NN per le Missioni € 300, I partecipanti alla gita della Cooperativa di Consumo € 750, Mercatino di Cristo Re € 3.050, La classe 1944 ricordando i coetanei defunti € 150, Gli amici di Mons. Paolo Vieira € 200

Offerte per i Battesimi

Sofia € 20, NN € 50, NN € 50, Davide € 50, Edoardo € 100

Offerte per i Funerali

Renzo Redaelli € 100, Vincenzo Agosta € 50, Luciana Riva € 40, Ines Mariani € 100, Diego Nobili € 60

Offerte per S. Bernardo

V.E. riconoscente € 20, NN € 100

Offerte per S. Vincenzo

I partecipanti alla gita sociale Cooperativa buoni spesa per un valore di 500 euro, NN € 100

Offerte per “Adotta una famiglia”

Buste Varie € 100, € 380, € 225, € 185

Offerte per Agorà

Buste Agorà € 2.390, NN € 100 Parrocchia Santi Pietro e Paolo, Agliate

Offerte varie

Visita Basilica musica d’Ispria € 50, parrocchia Mesenzana € 100, Silvana e Giancarlo € 150, 50° anniversario di matrimonio Anna e Adriano € 50,

Offerte per i Matrimoni

Paola e Giuseppe € 150, Letizia e Antonio € 200, Giusi e Giorgio € 250

Offerte per “Adotta una famiglia”

Buste € 320

Domenica 24 novembre ore 21 in chiesa prepositurale

Concerto della

Schola Cantorum

Il suono dell’organo, le voci del coro Canti ambrosiani e variazioni organistiche

Canti polifonici con accompagnamento d’organo Martedì 26 novembre ore 21 in chiesa prepositurale

Concerto del Corpo Musicale

SS. Ambrogio e Simpliciano

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o Parrocchia Santi Ambrogio e Simpliciano, Carate Brianza 120 Antonia Borgia di anni 82 121 Renzo Redaelli di anni 82 122 Vincenzo Agosta di anni 65 123 Ines Mariani di anni 85 124 Elena Mariuccia Longoni di anni 95 125 Marco Giussani di anni 92 126 Luciana Riva di anni 87 127 Diego Nobili di anni 62 128 Germana Passoni di anni 77 129 Ambrogina Zoia di anni 78 130 Anna Sironi di anni 82 131 Mario Maggioni di anni 92 132 Emilia Della Lena di anni 82 133 Santa Aloisi di anni 76

Parrocchia Santi Pietro e Paolo, Agliate 134 Felicita Verga di anni 85 135 Graziano Pedrina di anni 73

Parrocchia Santi Ambrogio e Simpliciano, Carate Brianza

72 Caglio Nicolò 73 Crippa Camilla Maria 74 Cristello Diego 75 Gatti Ludovica 76 Ponzoni Beatrice

Parrocchia San Martino, Costa Lambro

77 Zambetti Martina

Parrocchia Santi Pietro e Paolo, Agliate 29 Roppolo Antonio e Maggioni Letizia

Il libro della Vita

RIGENERATI NELLO SPIRITO

RITORNATI AL PADRE

UNITI IN CRISTO

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Casa Parrocchiale di Carate, via Caprotti 1 Con il seguente orario da LUNEDÌ a VENERDÌ dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.00 SABATO dalle 9.00 alle 12.00

[email protected]

Telefono 0362.900164 è sempre in funzione la Segreteria telefo-nica o il ricevimento fax. È sempre possibile rivolgersi ai sacerdoti

Pastorale Giovanile Oratori Si può fare fa riferimento a don Alessandro Cellulare 340 9238922 o ai collaboratori presso L’Agorà. È possibile seguire tutta l’attività programmata sul sito www.lagora.net

il Volt

o

Comunità Pastorale Spirito Santo

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Segreteria Pastorale della Comunità Pastorale Spirito Santo

Albiate presso Campanile Lunedì dalle ore 9.30 alle ore 11.30

Carate via Manzoni 12 Martedì dalle ore 21.00

solo su appuntamento

Mercoledì dalle ore 9.30 alle ore 11.30 Giovedì dalle ore 16.00 alle ore 18.00

Telefono 0362 900.384 centrodiascolto@comunitàspiritosanto.it

www.bcccarate.it

Ti consigliamo meglio.

Ti conosciamo bene.

Lunedì 9.00/12.00 da Martedì a Sabato 9.00/12.00 e 16.00/19.00

Domenica 8.30/11.30

Celebrazione del Battesimo

Domenica 1 dicembre ore 15.30 in Santi Ambrogio e Simpliciano

Giovedì 28 novembre ore 21.00 nella Prepositurale Santi Ambrogio e Simpliciano, incontro pre genitori e padrini

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Buona StampaCarate Brianza - Via Caprotti 2 Telefono 380.6923561

AVVENIRE - FAMIGLIA CRISTIANA - GIORNALINO - MADRE - FAMIGLIA OGGI - JESUS Nuovo orario di apertura • Lunedì 9 -12 • da Martedì a Sabato 9 -12 / 16.00 - 19.00 • Domenica 8.30 - 11.30 Prenota il libro, lo consegnamo entro 7 giorni direttamente in Libreria, per telefono o via mail: [email protected] indicando Autore, Titolo, Editore, meglio integrare con codice ISBN

Il libro del meseGioele Anni

Anche a Dio piace scherzare A tu per tu con 14 protagonisti della Chiesa Edizioni Elledici, pag. 120, € 8,00 Il libro offre molte “sorprese” presentate sotto forma di in-terviste realizzate durante il Sinodo per i giovani. Conoscia-mo così il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Ma-nila, che pensava di fare il medico e si prepara invece ad entrare in seminario; il cardinale Gérald Cyprien Lacroix, ar-civescovo nel Québec, che ha fatto il cameriere e dopo un’esperienza di volontariato tra i poveri della Colombia si ritrova a fare il prete e poi il vescovo . Dai racconti e riflessioni dei protagonisti emerge la foto-grafia di una Chiesa in prima linea sulle frontiere della po-vertà, della sofferenza e che testimonia come la fede possa ancora diventare martirio. Ma anche che vuole ascoltare soprattutto i giovani e renderli protagonisti di una nuova “primavera” che porti aria nuova nel mondo. La prefazione è scritta da suor Alessandra Smerilli, salesia-na, docente di Economia e consigliera dello Stato della Cit-tà del Vaticano.

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Comunità Pastorale Spirito Santo

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